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IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE DI NINO ROTA

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IL CAPPELLODI PAGLIADI FIRENZEDI NINO ROTA

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MAGGIO MUSICALE FIORENTINOMAGGIO MUSICALE FIORENTINO

Consiglio di amministrazione

Matteo Renzi Sindaco di Firenze - PresidentePaolo Fresco Vice PresidenteRoberto Benedetti ConsiglieriFrancesca ColomboGiovanna FolonariAntonio MarottiMario PrimicerioCristina Scaletti

Francesca Colombo Sovrintendente

Paolo Arcà Direttore artistico

Zubin Mehta Direttore principale

Piero Monti Maestro del Coro

Francesco Ventriglia Direttore di MaggioDanza

Collegio dei revisori dei conti

Giovanna D’Onofrio PresidenteFabrizio Bini Membri effettiviSergio LisiLaura Arcangeli Membro supplente

SOCI FONDATORI

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Programma 7

Soggetto | Synopsis | Sujet | Inhalt 8

Libretto 19

Nel magico cappello di paglia di Labiche e Rota 94Dinko Fabris

Il cappello di paglia di Firenze nella rete 112Loredana Lipperini

La meccanica del riso: Nino Rota e l’eredità del vaudeville 113Luca Scarlini

Dalla tavolozza di Nino Rota 121Francesca Zardini

In primo luogo, gli spettatori 130Mauro Conti

Discografia 132

Biografie 134

INDICE

Redazione a cura di Franco Manfrianicon la collaborazione di Giovanni Vitali

Progetto grafico Dorado CommunicationsImpaginazione Luciano Toni - Studio Zack! Firenze

Traduzioni di Carl Strehlke (inglese), Rosalia Orsini (francese), Helga Marcks (tedesco)

Le foto alle pagine 124-129 sono di Ruth Miriam Carmeli e Marco Borrelli.Le foto in copertina e alle pagine 8, 18 e 130 sono gentilmente fornite dail Consorzio Cappelli di paglia di Firenze.

Coordinamento editoriale Giunti Editore S.p.A.

© 2011 Teatro del Maggio Musicale Fiorentino - Fondazione

Prima edizione: luglio 2011

Ristampa Anno6 5 4 3 2 1 0 2014 2013 2012 2011

Stampato presso Giunti Industrie Grafiche S.p.A. - Stabilimento di Prato

COLOPHON

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Nino Rota

IL CAPPELLO DI PAGLIADI FIRENZEFarsa musicale in quattro atti - Libretto di Nino Rota ed Ernesta Rinaldi RotaDalla commedia di Eugène Labiche e Marc Michel Un Chapeau de paille d’ItalieEdizione: Casa Ricordi, Milano

DirettoreSergio AlapontRegiaAndrea CigniScene e costumiLorenzo CutùliLuciLuciano RoticianiMaestro del CoroPiero MontiDirettore dell’allestimentoItalo Grassi

Orchestra e Coro del Maggio Musicale Fiorentino

Nuovo allestimento in collaborazione con Maggio Fiorentino Formazione

Cantanti perfezionati al “Corso di Alta Formazione per cantante lirico”e alcuni allievi della “Scuola dell'Opera Italiana del Teatro Comunale di Bologna”Scenografie realizzate dagli allievi del Corso “Realizzare le scenografie per il teatro lirico”Costumi realizzati dagli allievi del Corso “Costumista realizzatore” del progetto InFArSPartecipano gli allievi del Corso “Tecnica dell’illuminazione degli spettacoli teatrali”

Con sopratitoli a cura di Prescott Studio, FirenzeServizio wireless multilingua a cura di OperaVoice®, Firenze

In collaborazione con il Consorzio Cappelli di paglia di Firenze

TEATRO COMUNALEVenerdì 15 luglio 2011, ore 20.30Sabato 16 luglio, ore 20.30Martedì 19 luglio, ore 20.30Mercoledì 20 luglio, ore 20.30

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Bozzetto di Lorenzo Cutùli perIl cappello di paglia di Firenze,

Firenze 2011

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Atto I.Nel giorno delle nozze di Fadinard, il suo cameriere Felice accoglie Vézinet - lo ziovecchio e sordo della promessa sposa - che porta in dono una cappelliera. Arrivaquindi lo stesso Fadinard, che racconta un fatto curioso: mentre tornava a casa incalesse, il suo cavallo ha mangiato un cappello di paglia appeso al ramo di un al-bero. Le urla della proprietaria e dell’ufficiale che la accompagnava hanno spa-ventato il cavallo, che, ripartendo al galoppo, gli ha impedito di scusarsi. Vézinet,che non ha capito nulla del racconto, si allontana. Fadinard sta pensando congioia alle nozze imminenti quando entrano Anaide, la proprietaria del cappello, eil suo accompagnatore Emilio: i due esigono un risarcimento. Fadinard manda Fe-lice alla ricerca di un cappello uguale a quello distrutto dal cavallo e si affretta anascondere Anaide ed Emilio, quando si accorge che sta sopraggiungendo qual-cuno: è il futuro suocero Nonancourt, che accompagna la promessa sposa Elena.Rimasti soli, Fadinard e Elena si scambiano espressioni di tenerezza. Dalla stradaintanto giungono le voci degli invitati: Fadinard manda Elena e il padre ad acco-glierli e si trattiene per cercare di liberarsi di Anaide ed Emilio. Felice non ha tro-vato il cappello giusto e Anaide è disperata: non può rientrare a casa senza quelcappello, con il quale il marito gelosissimo l’ha vista uscire al mattino. A nulla val-gono le proteste di Fadinard, atteso per la cerimonia nuziale: Emilio minaccia diaffrontarlo in duello se non provvederà immediatamente a procurare ad Anaide uncappello nuovo, in tutto uguale a quello distrutto dal cavallo.

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IntermezzoUna modista sta tentando di tenere a freno il cicaleccio delle sue apprendiste,quando nella bottega si presenta Fadinard. La modista lo informa di aver vendutoalla Baronessa di Champigny un cappello identico a quello da lui desiderato.

Atto II.La Baronessa ha organizzato un ricevimento in onore del violinista Minardi. GiungeFadinard, che nel frattempo è riuscito a condurre in porto la cerimonia nuziale. In-timidito dal tono aristocratico dell’ambiente, si chiede come potrà chiedere il cap-pello alla Baronessa. Accolto con tutti gli onori dalla padrona di casa, che crededi avere di fronte a sé il grande violinista - celebre anche per la sua stravaganza-, decide di fingere di essere il musicista: così, quando le chiede di donargli il cap-pello, la nobildonna non si scompone, e divertita acconsente. Fadinard si rallegrapensando che in pochi minuti potrà raggiungere gli invitati per recarsi al ban-chetto nuziale, quando con orrore vede Nonancourt uscire dalla sala da pranzo: co-stui l’aveva seguito con gli invitati, pensando che fossero giunti al ristorante e,entrati nella sala da pranzo attraverso le cucine, avevano abbondantemente man-giato e bevuto. Quando la Baronessa ritorna con un cappello nero, Fadinard insi-ste per avere non quello, ma un cappello di paglia di Firenze. La Baronessa,sconcertata, rivela di averlo donato alla sua figlioccia, la signora Beaupertuis. Laconfusione aumenta quando gli amici di Fadinard irrompono nel salone e giungeal culmine quando fa il suo ingresso il vero maestro Minardi. Fadinard riesce a svi-gnarsela, trascinando con sé Elena e gli invitati, prima dell’arrivo della polizia.

Atto III.Il signor Beaupertuis è inquieto: sospetta di essere tradito dalla moglie, uscita lamattina per rendere visita a una cugina e non ancora rientrata. Si presenta Fadi-nard, che chiede di parlare con la padrona di casa. Mentre entrano Nonancourt eVézinet, convinti che quella sia la nuova abitazione degli sposi, Beaupertuis cercainvano di fermare Fadinard, che gira freneticamente per la casa alla ricerca delcappello. Infine arrivano le donne del corteo nuziale, accompagnando Elena aquello che credono il talamo nuziale. Gli equivoci si moltiplicano e Fadinard si de-cide a spiegare a Beaupertuis perché sia alla ricerca del cappello della signora: madai particolari del racconto Beaupertuis comprende che l’amante dell’ufficiale èsua moglie, e il cappello mangiato dal cavallo quello da lei indossato la mattina.Nella confusione generale, Fadinard esce per correre a casa e mettere in salvoAnaide dalla vendetta di Beaupertuis, che lo tallona armato di pistola.

IntermezzoIl corteo degli invitati, stanco e disorientato dopo tutte le peripezie della lungagiornata trascorsa, si trascina nella notte verso la casa di Fadinard.

SYNOPSIS | SUJET | INHALT

SOGGETTO

Soggetto | Synopsis | Sujet | Inhalt

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one is coming, he quickly hides Anaide and Emilio. It is his future father-in-lawNonancourt, who is with his fiancé Elena. Fadinard and Elena say tender things toeach other. From the street one hears the voices of the guests. Fadinard sendsElena and her father to greet them and he then tries to get rid of Anaide andEmilio. Felice has not found the right hat. Anaide is desperate. She cannot returnhome without that hat which her very jealous husband saw her wearing when sheleft the house that morning. Fadinard’s objections come to naught. He is expectedat the wedding ceremony. Emilio threatens a duel if he does not get Anaide a newhat that is the same as the one that the horse ruined.

IntermezzoA milliner tries to stop the gossiping of her trainees. Fadinard comes into theworkshop. The woman tells him that she sold an identical hat to the Baroness ofChampigny.

Act II.The Baroness has organized a party in honour of the violinist Minardi. Fadinardcomes in. In the meantime he went through with his wedding ceremony. Intimi-dated by the aristocratic atmosphere he asks how he might ask for the baroness’shat. He is greeted with great respect by the hostess who in her turn thinks thatshe is talking to the great violinist, who is also known for his extravagant ways.He decides to pretend to be the musician. When he asks for her hat, she does notbat an eyelid and much amused agrees to his request. Fadinard is pleased think-ing that in a few minutes he will be able to join his own guests at the nuptial ban-quet. But he sees to his horror Nonancourt leave the dining room. He followed himwith the guests thinking that they had come to the restaurant. Having entered thedining room through the kitchens they gave themselves to copious eating anddrinking. When the Baroness comes back with a black hat, Fadinard says that hedoes not want that one, but a Florentine straw hat. The baffled Baroness revealsthat she gave that one to her goddaughter Madame Baupertuis. Things get evenmore confused when Fadinard’s friends come into the reception room and come toa peak when the true Maestro Minardi makes his entrance. Fadinard manages to slipaway dragging with him Elena and the guests before the arrival of the police.

Act III.Monsieur Beaupertuis is uneasy. He thinks that his wife has betrayed him. Shewent out that morning to visit a cousin and has not come back. Fadinard entersand asks to speak to the lady of the house. Nonancourt and Vézinet come in think-ing that this is the couples’ new home. Beaupertuis unsuccessfully tries to stopFadinard who is running about the house looking for the hat. Finally the womenof the nuptial party enter with Elena to what they think will be the bridal cham-ber. The misunderstandings accumulate, and Fadinard decides to explain to Bau-pertuis whey he is looking for his wife’s hat. But from the story, Baupertuis

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Atto IV.I militari della ronda eseguono svogliatamente il cambio della guardia, mentre siaddensa un violento temporale. Gli invitati arrivano sotto la casa di Fadinard: Fe-lice impedisce loro di salire, perché in casa c’è una signora. Nonancourt, su tuttele furie, ordina al domestico di portare via dalla casa tutti i doni di nozze. Elenatuttavia ama il marito e non intende lasciarlo. Giunge Fadinard trafelato, mentreNonancourt si appresta a portare via i pacchi con i regali: tenta di strappargli dimano una cappelliera, e lo zio Vézinet si preoccupa che non ne venga danneg-giato il contenuto, il suo dono di nozze - un costoso cappello di paglia di Firenze!Mentre Fadinard, pazzo di gioia, abbraccia tutti quanti, Nonancourt sottrae il cap-pello dalla scatola. Fadinard sale in casa per liberare Anaide. Intanto i soldati ri-tornano dal loro giro di sentinella, e imbattendosi in Nonancourt e negli invitaticarichi di pacchi, li prendono per ladri e li conducono in prigione. Fadinard, uscitodi casa con Emilio e Anaide, apre la cappelliera: è esterrefatto trovandola vuota enon vedendo più moglie, suocero e invitati. Quando un soldato spiega l’accaduto,Emilio entra nel posto di guardia per recuperare il cappello. Ma ecco arrivare Be-aupertuis: Fadinard fa indossare ad Anaide un cappotto militare e la nascondenella garitta, Emilio si affaccia a una finestra e lancia il cappello, che resta impi-gliato a un lampione. Beaupertuis si aggira furente in cerca della moglie, mentreEmilio e Fadinard si affannano per nascondere la donna e recuperare il cappello:ci riescono, ma fanno cadere il lampione. A tutto quel chiasso accorrono le guar-die e gli inquilini delle case circostanti. Anaide, che approfittando del trambustoha indossato il cappello, affronta Beaupertuis ostentando un atteggiamento di di-gnità offesa, e lo rimprovera di bighellonare per la città trascurandola. Nonan-court, che ha saputo la verità da Felice, elogia Fadinard per la sua nobiltà d’animo.Il caporale libera gli invitati. Beaupertuis, umiliato, chiede perdono alla moglie.Tutti quanti si rallegrano per il lieto fine della folle giornata: ciascuno può tornarea casa a riposare, e gli sposini - finalmente - possono ritirarsi nel loro nido d’amore.

Soggetto | Synopsis | Sujet | Inhalt

Act I.On the day of Fadinard’s wedding, his valet Felice greets Vézinet, the deaf, elderlyuncle of the bride-to-be. He has brought a hatbox as a gift. Fadinard also comesin and tells a curious story. While he was coming home in his coach, the horse atea straw hat handing from a tree branch. The cries of its owner and of the militaryofficer who was accompanying her scared the horse, who galloped away and didnot give Fadinard a chance to make amends. The deaf Vézinet did not understandanything that was said; he leaves. Fadinard is joyfully contemplating his upcom-ing wedding when Anaide, the owner of the hat, and he companion, Emilio, comein. They want to be reimbursed for the damage. Fadinard sends Felice to find a hatthat is the same as the one that the horse destroyed. When he hears that some-

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understands that the officer’s lover is his wife and that the hat that the horse atethat morning is hers. In the general confusion, Fadinard leaves to run home to saveAnaide from the vendetta of Beaupertuis who is following him with a pistol.

IntermezzoThat night the wedding guests tired and disoriented from all the day’s mishaps dragthemselves back to Fadinard’s house.

Act IV.The changing of the guard takes place as a violent storm kicks up. The guests ar-rive outside Fadinard’s house. Felice does not let them in because there is a lady.A very angry Nonancourt orders the servant to take away all the wedding gifts.Elena, however, loves her husband and does not intend to leave him. Fadinardcomes in panting. While Nonancourt is about to take away the packages with thegifts, Fadinard tries to take away the hatbox. Uncle Vézinet is worried that itscontents will be damaged - it is an expensive Florentine straw hat! While Fadinard,crazy with joy, embraces everyone, Nonancourt takes the hat out of the box. Fad-inard goes in to free Anaide. The soldiers come back from their rounds, and meet-ing Nonancourt and the guests full of packages, they take them to be thieves andbring them to prison. Fadinard comes out of the house with Emilio and Anaide andopens the hatbox. He is amazed to find it empty and not to see his wife, father-in-law and the other guests. When a soldier explains what has happened, Emilioenters in the guard’s post to recover the hat. But now Beaupertuis arrives. Fadi-nard has Anaide put on a military overcoat and hide in the sentry box. Emiliothrows the hat out the window, but it gets stuck on a lamppost. Beaupertuis is fu-riously looking for his wife, while Emilio and Fadinard do their best to hide thewoman and recover the hat. They are successful but the lamppost falls down. Allthe noise attracts the guards and neighbours. Taking advantage of the upheavalabout the hat, Anaide confronts Beaupertuis with a dignified attitude that it is shewho is the offended one. She scolds him for running about town and not takingcare of her. Nonancourt, who got the truth from Felice, praises Fadinard for the no-bility of his spirit. The caporal frees the guests. A humbled Beaupertuis asks hiswife’s pardon. Everyone is overjoyed about the happy end to the day: everyone cannow go home and the bride and groom - finally - can go off to their love nest.

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Soggetto | Synopsis | Sujet | Inhalt

Acte I.Le jour du mariage de Fadinard, son serviteur Felice accueille Vézinet, l’oncle vieuxet sourd de la mariée; il apporte une chapelière, son cadeau de mariage. Arrive Fa-dinard; celui-ci raconte un événement curieux: lorsqu’il rentrait à la maison encalèche, son cheval a mangé un chapeau de paille accroché à la branche d’un arbre.Les cris de sa propriétaire et de l’officier l’accompagnant ont effrayé le cheval, le-quel est parti au galop empêchant ainsi Fadinard de s’excuser. Vézinet, qui n’arien compris du récit, s’éloigne. Fadinard pense joyeux et rêveur à son mariagequand tout à coup entrent Anaide, la propriétaire du chapeau et Emilio, l’officierqui l’accompagne: ils exigent un dédommagement. Fadinard envoie Felice à la re-cherche d’un chapeau identique à celui abîmé par le cheval et s’empresse de ca-cher Anaide et Emilio quand il s’aperçoit que quelqu’un arrive. En effet, c’estNonancourt, son futur beau-père, qui accompagne sa fiancée Elena. Fadinart etElena, seuls, s’échangent des tendresses. Depuis la rue on entend les voix des in-vités: Fadinard prie Elena et son père d’aller les accueillir, alors qu’il reste pour ten-ter de se débarrasser d’Anaide et Emilio. Felice n’a pas trouvé le même chapeau etAnaide est désespérée: elle ne peut pas rentrer sans son chapeau, avec lequel sonmari, très jaloux, l’a vue sortir le matin. Toute protestation de Fadinard, qui estattendu pour la cérémonie, est inutile. Emilio menace de le provoquer en duel s’ilne procure pas immédiatement à Anaide un nouveau chapeau, identique à celui quia été abîmé par le cheval.

InterludeUne modiste cherche à calmer le bavardage de ses apprenties lorsque entre dansl’atelier Fadinard. La modiste l’informe qu’elle a vendu à la Baronne de Champignyun chapeau identique à celui qu’il cherche.

Acte II.La Baronne a organisé une réception en l’honneur du violoniste Minardi. Arrive Fa-dinard, nouvel époux. Intimidé par l’ambiance aristocratique du milieu, il se de-mande comment pourrait-il demander le chapeau à la Baronne. Accueilli avec tousles honneurs par la maîtresse de maison, qui croit recevoir le grand violoniste, cé-lèbre aussi pour ses extravagances, Fadinard décide de faire semblant d’être le fa-meux musicien, ainsi quand il demande à la Baronne de lui donner son chapeau,celle-ci va le chercher sans se montrer surprise et, amusée, le lui donne. Fadinards’en réjouit et envisage ainsi de rejoindre sous peu les invités au banquet, lorsqu’ilvoit, effrayé, Nonancourt sortir de la salle du banquet. Celui-ci l’avait suivi avecles invités pensant qu’ils étaient arrivés au restaurant: ils étaient entrés dans lasalle à manger en passant par les cuisines où ils avaient abondamment mangé etbu. Quand la Baronne revient avec un chapeau noir, Fadinard insiste pour avoir unchapeau de paille de Florence. La Baronne, embarrassée, lui dit de l’avoir donné à

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femme et récupérer le chapeau. Ils y arrivent, mais ils heurtent le réverbère quitombe. Ce vacarme attire les soldats et les habitants des maisons autour. Anaide,profitant de la confusion, a récupéré le chapeau et à présent elle affronte Beau-pertuis. Elle affiche une attitude de femme vexée, mais digne et lui reproche de lanégliger pour traîner dans les rues. Nonancourt, qui a appris la vérité de Felice,loue Fadinard pour sa noblesse d’âme. L’officier libère les invités; Beaupertuis,honteux, demande le pardon de sa femme. Tous se réjouissent pour l’heureuseconclusion de cette journée bien drôle, chacun peut ainsi rentrer chez soi pour sereposer et les jeunes époux, enfin, peuvent se retirer dans leur nid d’amoureux.

Soggetto | Synopsis | Sujet | Inhalt

Erster AktAn Fadinards Hochzeitstag trifft Vézinet, der alte und taube Onkel der Braut, beidessen Diener, Felice, ein und überreicht als Geschenk eine Hutschachtel. Dakommt Fadinard herbei und erzählt eine kuriose Geschichte: Während er sich aufdem Heimweg befand, hatte sein Kutschpferd nichts Besseres zu tun, als einenStrohhut zu verspeisen, der an einem Baumzweig hing. Das Geschrei der Eigentü-merin und des sie begleitenden Offiziers erschreckten das arme Tier dermaßen,dass es in Galopp verfiel und Fadinard sich deswegen nicht für das Missgeschickhatte entschuldigen können. Vézinet versteht rein gar nichts von der Erzählung undgeht weg. Fadinard bleibt voller Vorfreude auf das bevorstehende Hochzeitsfest al-lein zurück. In diesem Moment treten Anaide, die Eigentümerin des Hutes, undihr Begleiter, Emilio, ein. Sie verlangen eine Wiedergutmachung für den Schaden.Fadinard beauftragt daraufhin Felice, nach einem Strohhut zu suchen, der genausoaussieht, wie der von dem Pferd vernichtete. Als Fadinard die Ankunft seinesSchwiegervaters mit seiner Braut Elena bemerkt, versteckt er Anaide und Emilioeilig im Haus. Elena und Fadinard, die nun allein sind, beginnen sogleich zu tur-teln. Von der Straße her hört man die Stimmen der geladenen Gäste. Fadinardschickt Elena und ihren Vater zu deren Begrüßung hinaus. Dann versucht er, Anaideund Emilio loszuwerden. Felice hat leider keinen derartigen Hut gefunden. Anaideist deshalb völlig verzweifelt. Ohne Hut kann sie nicht nach Hause gehen. Ihr ei-fersüchtiger Ehemann hat sie damit nämlich am Morgen aus dem Haus gehensehen. Umsonst versucht Fadinard den beiden zu entkommen, damit er endlich zurHochzeitszeremonie gehen kann. Emilio droht sogar damit, ihn zum Duell zu for-dern, wenn er nicht unverzüglich einen neuen Hut auftreibt, der identisch mitdem alten ist.

ZwischenspielEine Modistin versucht das Plappern ihrer Lehrlinge zu unterbinden, als Fadinardin den Laden eintritt. Sie unterrichtet ihn davon, dass sie der Baronin von Cham-pigny einen derartigen Hut verkauft hat.

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sa filleule, madame Beaupertuis. La confusion augmente quand les amis de Fadi-nard font irruption dans le salon et arrive à son comble quand fait son entrée levrai violoniste Minardi. Fadinard arrive à se faufiler en emmenant Elena et les in-vités, avant l’arrivée de la police.

Acte III.M. Beaupertuis est inquiet: il soupçonne que sa femme le trompe: elle est sortiele matin pour rendre visite à sa cousine et elle n’est pas encore rentrée. Arrive Fa-dinard qui demande à parler à la maîtresse de maison. Entrent Nonancourt et Vé-zinet, croyant que c’est la nouvelle maison des époux; en même temps, Beaupertuischerche inutilement à arrêter Fadinard, qui arpente frénétiquement la maison à larecherche du chapeau. Arrivent aussi les dames du cortège nuptial, accompagnantElena vers ce qu’elles croient être la chambre nuptiale. Les quiproquos s’enchaî-nent et Fadinard se résout à expliquer à Beaupertuis pourquoi il est à la recherchedu chapeau de la dame, mais aux détails du récit Beaupertuis comprend que safemme est l’amante de l’officier et que le chapeau mangé par le cheval est celuiqu’elle avait le matin. Dans la confusion générale, Fadinard réussit à regagner ra-pidement sa maison et ainsi sauver Anaide de la vengeance de Beaupertuis, qui lepoursuit armé d’un pistolet.

InterludeLe cortège des invités, fatigué et désorienté après toutes les péripéties de lalongue journée, se traîne dans la nuit vers la maison de Fadinard.

Acte IV.Les soldats exécutent, indolents, la relève de la garde au moment où l’orage me-nace. Les invités arrivent en bas de la maison de Fadinard. Felice les empêche demonter parce qu’il y a une dame. Nonancourt, furieux, ordonne à son serviteurd’emporter tous les cadeaux de mariage. Mais Elena aime son mari et ne veut pasle quitter. Arrive Fadinard, essoufflé, au moment même où Nonancourt s’apprête àemporter les cadeaux. Il cherche à lui arracher une chapelière et l’oncle Vézinetse préoccupe que le contenu ne soit pas abîmé, car c’est son cadeau de mariage -un chapeau de paille de Florence, coûté très cher! Pendant que Fadinart embrassetout le monde, fou de joie, Nonancourt s’empare du chapeau. Fadinard court libé-rer Anaide. Entre temps, les soldats rentrent de leur tournée et comme ils tombentsur Nonancourt et les invités chargés de paquets, ils croient qu’il s’agit de voleurset les emmènent en prison. Fadinard, qui est sorti avec Emilio et Anaide, ouvre lachapelière. Il est très surpris devant la boîte vide et ne trouvant plus ni femme,ni beau-père ni invités. Pendant qu’un soldat explique ce qui s’est passé, arriveEmilio pour récupérer le chapeau. Beaupertuis aussi arrive; Fadinard fait mettre àAnaide un manteau militaire et la cache dans la guérite. Emilio jette le chapeaupar la fenêtre, mais celui-ci reste accroché à un réverbère. Beaupertuis cherche fu-rieux sa femme, tandis que Emilio et Fadinard se donnennt du mal pour cacher la

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Vierter AktDie Wachsoldaten lösen sich ab, während sich am Himmel ein Unwetter zusam-menbraut. Die Gäste stehen unter Fadinards Haus. Felice lässt sie nicht hinein, weilim Haus eine Frau ist. Der wütende Nonancourt befiehlt daraufhin dem Diener, sämt-liche Hochzeitsgeschenke aus dem Haus zu holen. Elena liebt ihren Bräutigam je-doch und will ihn nicht aufgeben. Der atemlose Fadinard versucht Nonancourt, eineHutschachtel zu entreißen, die er gerade aus dem Haus schleppen will. Der OnkelVézinet befürchtet, dass deren Inhalt in Mitleidenschaft gezogen wird. Schließlichist es sein Hochzeitsgeschenk: ein teurer Florentiner Strohhut! Während der vorFreude fast ausrastende Fadinard alle Umstehenden umarmt, holt Nonancourt denHut aus der Schachtel heraus. Fadinard will jetzt Anaide aus dem Haus holen. Wäh-renddessen kommen die Soldaten von Ihrer Runde zurück. Als sie Nonancourt unddie anderen mit den ganzen Geschenken erblicken, nehmen sie an, dass es sich umDiebe handelt und nehmen sie fest. Fadinard kommt aus dem Haus und öffnet dieHutschachtel. Zu seiner Verblüffung stellt er fest, dass sie leer ist! Außerdem sindseine Frau, der Schwiegervater und die Gäste verschwunden. Als ihm ein Soldat dieGeschehnisse mitteilt, tritt Emilio in den Wachtposten ein, um an den Hut zu kom-men. Da kommt jedoch Beaupertuis angelaufen. Fadinard streift Anaide einen altenMilitärmantel über und versteckt sie im Wachhäuschen. Emilio wirft den Hut auseinem Fenster heraus, der allerdings an einer Laterne hängenbleibt. Der wut-schnaubende Beaupertuis sucht derweil immer weiter nach seiner Frau. Emilio undFadinard versuchen, an den Hut zu kommen, stoßen dabei aber die Laterne um.Bei diesem Lärm laufen die Soldaten und Bewohner zusammen, um nach dem Rech-ten zu schauen. Anaide profitiert von dem Durcheinander und setzt sich den Hutauf. Als sie auf Beaupertuis trifft und der sie der Untreue zeiht, tut sie entrüstet.Er treibe sich in der Stadt herum, anstatt sich um sie zu kümmern. Nonancourt hatin der Zwischenzeit von Felice die Wahrheit erfahren. Er lobt Fadinard ob seinerEhrenhaftigkeit. Der Kaporal entlässt die Gefangenen in die Freiheit. Der gedemü-tigte Beaupertuis bittet seine Frau um Verzeihung. Alle freuen sich über den glück-lichen Ausgang der Geschichte. Nun können alle heimkehren und das Brautpaarkann sich endlich in ihr Liebesnest zurückziehen.

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Zweiter AktDie Baronin gibt zu Ehren des Violinisten Minardi einen Empfang. Zu den Gästenzählt auch Fadinard, der es schließlich doch noch geschafft hat, sich zu vermäh-len. Etwas eingeschüchtert von der aristokratischen Atmosphäre fragt er sich, ober die Baronin wirklich um den Hut bitten darf. Als er von der Hausherrin über-schwänglich empfangen wird, da diese glaubt, dass er der bekanntermaßen ex-zentrische Violinist sei, gibt er sich tatsächlich als der umschwärmte Musiker aus.Als er sie schließlich um den Hut bittet, zögert die edle Dame keinen Augenblick,ihm diese Bitte zu erfüllen. Fadinard wähnt sich schon am Ziel und hofft nun, end-lich zu seinem Hochzeitbankett gehen zu können. Da sieht er voller Grauen No-nancourt aus dem Speisesaal herauskommen. Er war den Gästen gefolgt und durchdie Küche dorthin gelangt. Als die Baronin mit einem schwarzen Hut zurückkehrt,besteht Fadinard darauf, nicht jenen zu bekommen, sondern einen FlorentinerStrohhut. Die etwas verblüffte Baronin enthüllt ihm daraufhin, dass sie ihn ihremPatenkind, der Signora Beaupertuis, geschenkt habe. Das Durcheinander wird nochgrößer, als die Freunde von Fadinard in den Saal hineinströmen und schlussend-lich auch noch der wahre Violinist auftaucht. Fadinard gelingt es glücklicherweise,sich aus dem Staub zu machen. Er nimmt dabei seine Braut Elena und seineFreunde im Schlepptau mit, bevor die Polizei eintrifft.

Dritter AktHerr Beaupertuis ist beunruhigt: Er befürchtet, dass seine Frau ihn mit einem an-deren Mann betrügt. Heute Morgen ging sie aus dem Haus, um eine Cousine zu be-suchen und jetzt ist sie immer noch nicht zu Hause. Da erscheint Fadinard undfragt nach seiner Frau. Während Nonancourt und Vézinet davon überzeugt sind,dass es sich um das neue Haus der Brautleute handelt, versucht Beaupertuis ver-zweifelt Fadinard aufzuhalten, der im ganzen Haus nach dem Strohhut sucht.Schließlich kommen die Frauen des Hochzeitszuges in Begleitung von Elena her-bei und sind ebenfalls der Überzeugung, dass es sich um das Brautgemach han-delt. Die Situation wird immer verwickelter. Fadinard entschließt sich, Beaupertuisden Grund für seine frenetische Suche zu enthüllen. Aufgrund der Details kommtder jedoch dahinter, dass es sich um seine Frau handeln muss, dass seine Frau einVerhältnis mit dem Offizier hat und dass der vom Pferd aufgefressene Hut kein an-derer ist, als der, den seine Frau heute Morgen beim Hinausgehen trug. In dem gan-zen Durcheinander läuft Fadinard nach Hause, um Anaide vor der Rachsucht ihresMannes zu retten, der mit einer Pistole hinter ihr her ist.

ZwischenspielDie mittlerweile nach den vielen Wechselfällen ermatteten und desorientiertenHochzeitsgäste ziehen durch die Nacht in Richtung von Fadinards Haus.

IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE

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IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZEdi Nino Rota

Prima rappresentazione: Palermo, Teatro Massimo, 21 aprile 1955

Organico: ottavino, 2 flauti, 2 oboi, 2 clarinetti, 2 fagotti, 2 corni,2 trombe, 2 tromboni, basso tuba, timpani, percussioni, celesta, arpae archi. Sul palco: pianoforte.

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IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZENino Rota

IL CAPPELLO DI PAGLIADI FIRENZEFarsa musicale in quattro atti e sei quadri di Ernesta e Nino RotaDalla commedia Un Chapeau de paille d’Italiedi Eugène Labiche e Marc Michel

Fadinard, giovane agiato tenoreNonancourt, agricoltore bassoBeaupertuis baritono-bassoLo zio Vézinet, sordo tenoreEmilio, tenente baritonoFelice, domestico di Fadinard tenoreAchille di Rosalba, bellimbusto tenoreUna guardia tenoreUn caporale delle guardie baritonoMinardi, violinista recitanteElena, figlia di Nonancourt sopranoAnaide, moglie di Beaupertuis sopranoLa baronessa di Champigny contraltoLa modista soprano

Il corteo di nozze, le modiste, gli invitati della baronessa, le guardie,abitanti di piazza Troudebí

A Parigi, nel 1850

Foto storica della lavorazione dei cappelli di paglia di Firenze

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ATTO ISala centrale in casa di Fadinard. In fondo una porta d’ingresso a due battenti, chedà sulle scale. Ai lati, in primo piano, due porte. Altra porta che immette nella ca-mera nuziale. Finestra che dà sulla piazza.

Scena primaFelice, Vézinet.(All’alzarsi del sipario Felice sta mettendo or dine nella sala. Dalla porta di fondoentra Vézinet con una cappelliera.)

VÉZINETPosso entrar?

FELICEEntrate pur.

VÉZINETEh?C’è il padrone?

FELICEAncor non c’è.

VÉZINETIo son Vézinet, zio della sposa.

FELICEHo capito, ho capito.

VÉZINETE gl’invitati ancora non son giunti?

FELICENon ancora.(Gli offre una sedia)Vuole sedere?

VÉZINETMolto gentile.

FELICEMa che babbeo!

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Scena secondaFadinard, Felice, Vézinet.(Fadinard entra dalla porta di fondo parlando verso l’interno.)

FADINARDDistaccate il cavallo dall’attacco!(Viene avanti, posa dei pacchi, si toglie i guanti, il cappotto)Ah, questo è proprio un fatto assai bislacco...(Scorge la zio Vézinet)Oh, lo zio Vézinet!Voglio raccontargliene una bella!

VÉZINETNipote mio, permetti ch’io ti abbracci!Vézinet abbraccia Fadinard.

FADINARD(Già, quest’è una maniadei parenti della futura mia!)(Si abbracciano)Dunque, stammi a sentire...

VÉZINETLa sposa dov’è?

FADINARDMi segue da lontano con otto carrozze.(riprendendo il racconto)Dunque, parto staman da Charantonneau...

VÉZINETHo consegnato un piccolo regalo!

FADINARDOh, tante grazie!(Riprende di nuovo)Parto alle sette dal villaggio stamanie pianto in asso la compagnia,salto in calesse, e via!E per veder s’è pronto il nido d’amorecorro qui verso la cittàa gran velocità.Frusto il cavallo, frusto allegro,

IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE / LIBRETTO

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VÉZINETOh, grazie tante!(Consegna a Felice una cappelliera)Toh, prendi questo pacco!Adagio, fa’ attenzion!Non prenderlo pel nastro!

FELICEOh Dio, che impiastro!Felice si avvia con la cappelliera verso la porta di sinistra.

VÉZINETNella stanza, nella stanza!Con riguardo, con riguardo!

FELICEHo capito!Non sono mica sordo come voi!

VÉZINETChe cosa dici?È il dono mio di nozze,E costa molto.

FELICEQuattro soldi!Oh che piacere,poter parlarecon quel signorecome mi pare!Egli è più sordod’una campana.Vecchio balordo!Felice s’inchina ed esce.

VÉZINETMolto educatoil giovanotto,non c’è che dir.

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FADINARDAltro che confetti!Io sto per far le scuse alla signora,ma il suo bel militare sbuca allora;m’insulta lo smargiasso e poi s’avventa.Per evitarlo, io mi rifugio sul calessino,il caval si spaventa...prende la corsa e va.Ed eccomi qua!Fadinard mostra allo zio il pezzo della tesa di un cappello di paglia guarnito condei papaveri. Vézinet lo osserva con attenzione.

VÉZINETLa paglia è graziosa.Per trovare un cappellocosì fino, così belloce ne vuol! Ne so qualche cosa.(Riconsegna il pezzo di paglia a Fadinard)Al municipio a che ora si va?

FADINARD quasi gridando e facendo il numero con le ditaAlle undici.

VÉZINETAllora tardi si pranzerà,mi convien prendere una cioccolata.

FADINARDVattene in pace, mio caro zio.

VÉZINETNipote, addio!Vézinet abbraccia e bacia il nipote.

FADINARDMania inveterata!Vézinet esce dalla porta di fondo.

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nell’ansia di arrivar,quasi mi par volar.In piena corsa batto un ramo,la frusta cade giù,non me la trovo più.

VÉZINETOh, che fortuna!

FADINARDUn corno! (Non penso mai ch’è sordo.)Fermo il cavallo e scendo;poco lontano il mio frustinoluccica sotto un biancospino.Per ripigliarlo strappo i calzoni...

VÉZINETIo mi rallegro molto, molto...

FADINARDGrazie!Quando mi volto non c’è più il calesse.Cerco nel bosco fino in fondo al viale,e cosa trovo mai?Il mio caval che biascica pieno d’ardordi paglia un pezzettincon nastri e rossi fior.Sto per avvicinarmi, e sentola voce di una donna dall’altro viale,che grida: “Oh cielo! Il mio cappello!”.Quel brandello di paglia era un cappello!Ad un ramoscellofresco, bello,stava appeso là,mentre quellaper il bosco in compagniacon un militara braccetto va.

VÉZINETTi hanno chiesto i confetti?

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Scena quartaAnaide, Emilio, Fadinard, poi Felice.(La porta di fondo si apre e compare una signora senza cappello seguita da un uf-ficiale.)

EMILIOEntri pure con coraggio!

ANAIDENiente scandali, signor, per carità!

FADINARD a parte(La signora del cappello e il militar!)

EMILIONon credeva di vederci.

FADINARDÈ un piacere, è un grande onore, in verità!(E tra poco ho da sposar!)

EMILIOOffra una sedia alla signora!Fadinard obbedisce premurosamente.

FADINARDCon piacer!(Qui rimarranno almeno un’ora!)Anaide si siede.

EMILIOCreda a me, lei non sa l’educazione.

FADINARDLei m’offende!

EMILIOE con ragione.Ci ha piantati in mezzo al bosco,senza dir nemmeno: “Scusi, io me ne vo!”.

FADINARDMa io avevo per la testa altri pensieri!

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Scena terzaFadinard (solo).

FADINARDTra un’ora sarò sposo,avrò una mogliettinatutta per me, sera e mattina.E il porcospino,suocero mio,più grazie a Dionon griderà:“Tutto a monte! Tutto a monte!Queste nozze non si fanno!”.Egli è uno zotico ricco ortolanodel circondario di Charantonneau.Ma nei suoi campi, per caso strano,un delicato fiore sbocciò.Come un piccol fior d’april,la mia sposa è gentil.Dell’ingenua sua beltàil mio cuor s’innamorò.Or dai campi alla cittàforse un poco sperduta sarà;ma le voglio tanto bene,certo felici saremo insiem.(Apre la porta e guarda nella stanza nuziale)Ecco il nido che ci aspetta,lindo e fresco come lei;la casetta fatta appostaper nascondere il mio amor.Ah, se fosse questo dìvia fuggito e la notte già qui!E noi soli, soli alfin,soli e felici sino al mattin!(Fadinard richiude la porta della camera e si volta in ascolto verso la porta di fondo)Eccoli qua, salgon le scale!È lei! È lei!...

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EMILIOUn accidente!

FADINARDNon mi rompa le poltrone!

EMILIOIo le scaravento dal balcone!Lei deve l’offesa riparare.

FADINARD tirando fuori di tasca il borsellinoVenti franchi... Può bastare?

EMILIO con violenza sempre maggioreLei è pazzo! Che si crede?Io l’ammazzo!

ANAIDE interponendosi tra i dueCalma, Emilio, ve ne prego!

EMILIOLa signora non uscirà di quase non avrà un cappello eguale a quello là.

FADINARDE ci voleva tanto a dirlo?(chiamando)Felice! Felice!(Entra Felice e Fadinard gli consegna il campione della paglia; parlato)Prendi questo campione,corri dalla modista che sta in piazza,compra un cappello uguale,ma che sia tale e quale.Guai se entro un quarto d’oranon sei qui col cappello per la signora.Mentre Felice esce dalla porta di fondo, si sente un rumore di carrozze e di sonagli.

ANAIDEOh Dio! C’è qualcuno!

FADINARDSiamo fritti! C’è il suocero!Se trova qua una donna, va tutto a monte!

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EMILIOIl cavallo corre bene,ma le tracce anch’io ben seguire so.

ANAIDEEmilio! Emilio, si fa tardi.

FADINARDSon d’accordo con la dama;qui si perde tempo invan.

EMILIOMa la fretta a me che importa?Delle scuse noi vogliam.

FADINARDSon desolato, creda.Ma signorina, che ci posso far,se ai cavalli piacciono le paglie e i fior?Il mio cavallo dovrà scusarsi allor.

EMILIOBadi bene come parla!

FADINARDE poi mi dica se le pare belloai ramoscelli appendere il cappello,e con dei militarsola pei boschi andar?È una cosa piuttosto sospetta!

EMILIOSignore, per piacer, la smetta!

ANAIDEDeve sapere: questo è un mio parente,la sua carriera m’interessa molto,perciò volevo dargli un poco ascolto...

FADINARDA braccetto e senza cappel...Emilio afferra una poltroncina e la rovescia per terra in un impeto di collera.

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FADINARD(Il porcospino cresce e si sviluppa...)

NONANCOURTMa sopra i piedi mieiche alcuno mi camminiio non permetterò.(Scuote il piede)Ahi, le scarpe di vernice!Ahi, schifose, maledette!Mi pungon, mi son strette!E il fior d’aranciohan portato per me...

FADINARDIl fior d’arancio? e perché?

NONANCOURTPerché, perché?Esso è il fior dell’amor coniugal:lo vo’ posar nel talamo nuzial.Ahi!

ELENAPapà, come sei buono!

NONANCOURTAhi, maledette scarpe!Ahi, ahi, ahi, ahi!Proprio a nozze aver le scarpe strette di coppal!Ahi, che mal!Tutto il giorno zoppicando dovrò andar:alla chiesa, al municipio,al ristorante a banchettar.Mi voglio metteredelle pantofole...

FADINARDSuocero mio, non c’è tempo da perdere.

NONANCOURT avviandosi alla porta di sinistraDelle pantofole, delle pantofole!

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ANAIDESorpresa in casa d’uno sconosciuto!Come fare? Ah!Anaide si dirige verso la porta a destra. Entra nella stanza e chiude la porta. Fadi-nard le va dietro supplichevole.

FADINARDSignora, un minuto!(Emilio si dirige verso la porta a sinistra. Fadinard corre verso Emilio)Signore, non abusi!

EMILIOMandate via quegl’intrusi!Riprenderemo la conversazione.Emilio si chiude nella stanza a sinistra.

Scena quintaFadinard, Elena, Nonancourt.(Dalla porta di fondo entrano Nonancourt ed Elena. Elena è vestita da sposa, conil velo, la corona e in mano un bouquet di fiori.)

NONANCOURTTutto a monte!Genero mio, sei un cialtrone.Chi t’ha insegnato l’educazione?Villano...

ELENAVi prego...

NONANCOURTSilenzio!Otto carrozze son giù al porton,lo sposo non c’è, chissà mai dov’è.Tu te ne infischi perchénoi siam di Charantonneau.Voi Parigini ci disprezzate,dite che provinciali siam.Ma noi paesan sappiam l’educazionepiù di tutti voi.Il matrimonio ancora non è fatto,a monte potrà andar...

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ELENASiamo soli!

FADINARD... è la prima volta, non lo sai?

ELENASì!Trema nell’estasi d’amoril cuor beato!Sfugge al labbro tacito un sospiro,non so dir s’è gioia quel ch’io sento,tant’è nuovo al corquest’arcano gioir.Così è in terra il paradiso:palpitar d’un solo ardor con te.Ah, così vivere, così morir!Nell’incanto che ci uniscein un amor divin,vorrei che la vita trascorresse,che l’istante beatonon avesse mai fin.

FADINARD(E quei due che son di là!) Oh sì...è gioia, mio dolce tesor!Così è in terra il paradiso!Sèguita a due con Elena.

Scena settimaNonancourt, Fadinard, Elena.(Nonancourt rientra.)

NONANCOURTMa che bella situazione!Mentr’io sono là da soloa soffrir...

FADINARDMa è mia moglie...

NONANCOURTNon ancora!...

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FADINARD impedendogli il passaggioQui ci son uomini che metton ordine.

NONANCOURT dirigendosi alla porta di destraIn questa camera, vo in questa camera.

FADINARD impedendogli il passaggioPer carità, qui ci sono gli idraulici.

NONANCOURTCon queste scarpe divento un idrofobo.

FADINARDAbbiate pazienza, è questione di poco.

NONANCOURTPiù non resisto, ci ho i piedi di fuoco.

FADINARDQuestione di poco!

NONANCOURTNon trovo sollievose almen per un pocole scarpe non levo.In camera vostra,in camera, là,vado le scarpe a levar.Entra nella camera. Fadinard guarda inquieto le due porte.

Scena sestaFadinard, Elena.

FADINARDElena...

ELENAFadinard!

FADINARDElena!Ora che siamo soli...

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FELICE affannandoDalla modistagiù nella piazza,tutto il negozioabbiam guardato...

FADINARDE l’hai trovato?

FELICENo!

ANAIDEOh Dio! Come farò a ritornar senza cappello?Il cappello con cui m’ha visto uscire mio marito!

FADINARDUn marito? C’è anche un marito?

ANAIDEAhimè!

EMILIOUn geloso, un tipo assai brutal,se ritornerà senza cappello...

ANAIDESe ritornerò senza cappello,quell’ombroso, sospettoso,cosa crederà?Sono perduta! sono compromessa!Ah, poco manca ch’io adesso mora!

FADINARDNon qui, signora, non qui, signora!

NONANCOURT da fuoriMio genero, mio genero!

ANAIDECome potrò tornar da quel brutale?

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Senti i cavalli scalpitar,e gli invitatiancora ad aspettar...Si sente di nuovo rumore di sonagli.

FADINARDSenti che chiasso!Scendete voi. Io vengo subito.

NONANCOURT gridando, sulla portaRicorda che alle undiciandiamo al municipio.

CORTEO DI NOZZE internoTutta Parigi noi giriam,lieti e felici siam.I cari sposi festeggiam,è un dì che si ricorderà.Noi li abbracciam con tutto il cuor,con tutto il cuor noi li abbracciam.Che bello andar per la città!Schiocchi la frusta,cocchiere, avanti, olà!Fadinard dà un bacio furtivo a Elena e chiude la porta dietro ai due. Poi, sospet-toso, tira il paletto. Quindi va ad aprire le due porte laterali.

Scena ottavaFadinard, Anaide, Emilio, Felice.

FADINARDSignora, venga fuori!Da casa mia ve ne dovete andare.(Si sente bussare alla porta)Oh Dio, chi è?(Fadinard fa cenno a Emilio e alla signora di tornare nelle stanze)Chi è?

VOCE DI FELICESono io!Fadinard apre la porta. I due amanti vedendo Felice escono dai loro rifugi.

FADINARDOh, meno male! Ebbene, ci sei stato?

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ANAIDEIo qui l’imploro!

FADINARDNo!

EMILIOLei deve andar!

FADINARDNo!

ANAIDEAh, crudele cuor,in voi non c’è nemmeno un briciol di pietà.

FADINARDDevo sposar!

ANAIDELa vita e l’onor,ecco depongo qui per terra ai vostri piè.

FADINARDDevo sposar, devo sposar!

ANAIDESordo siete voiad una donna ai vostri piè?

FADINARDDevo sposar!

EMILIOE che me ne importa a mese dovete andare a nozzeproprio in questo dì?Noi qui fermi aspetteremanche un’ora, un giorno,un mese, un anno se ci vuol!

ANAIDEAh, m’ucciderò, m’ucciderò!

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EMILIODiteci, come può?

FADINARDÈ semplice.Scendete zitti zitti le scale,montate in un coupé zitti zitti,girate i magazzini, son pieni di cappelli,trovatene uno uguale,poi ritornate a casa, zitti zitti.

ANAIDEMa io sono moribonda!

FADINARD a EmilioMa lei, tenente, lei non è moribondo.

ANAIDE aggrappandosi a EmilioNo, Emilio, non andare!

EMILIO indignato a FadinardPosso lasciare la signora in questo stato?Presto, presto vada lei,il campione è questo, non c’è tempo da sprecar.Noi qui fermi aspetteremanche un’ora, un giorno,un mese, un anno se ci vuol.Noi qui fermi aspetteremsinché la signora il suo cappelloper tornare dal marito non avrà.

FADINARDCari miei signor,vi devo dire un fatto, che oggi sposerò.Sono tutti fuormoglie e parenti con carrozze ad aspettar.Come posso fare ad occuparmi d’un cappel?

ANAIDEIo la scongiuro!

FADINARDNo!

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FADINARDIn fretta, andiamo!Fadinard spinge gli invitati e Nonancourt fuori della porta uscendo con loro. Quandola porta è chiusa da Fadinard, si sente ancora il canto degli invitali che si avvianoper le scale.

CORTEO DI NOZZENoi v’abbracciam con tutto il cuor!Noi v’abbracciam, noi v’abbracciam!La porta viene riaperta e Fadinard si riaffaccia. Subito i due gli vanno incontro gri-dando:

ANAIDEIl cappello!

EMILIOUn duello!Fadinard subito esce di nuovo. Emilio spara un colpo in aria. Si sente sempre piùlontano il corteo di nozze.

CORTEO DI NOZZEAvanti, olà!

INTERMEZZO ATTO IIUn negozio di modista.

Scena primaLe modiste, poi la Modista.(Le modiste lavorano. La Modista va e viene sfaccendando nel negozio)

LE MODISTESveltovola vola l’ago,nascono i cappellida l’ordito vago.Nelle nostre ditavola vola l’agosenza mai sostar.Da mattina a sera lavoriamo, lavoriamo,spensierate, garrule, pettegole, ciarliere,spensierate e gaie!Sveltovola vola l’ago,

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Non resisterò al disonor!Vada a prender... quel cappel!

FADINARDMa come fo? Impazzirò.

EMILIO e ANAIDE a duePresto, presto, vada lei!e badi bene che a casa suasenza cappel non tornerà!

EMILIOOppure ci sarà un duello alla pistola!

NONANCOURT dalle scaleMio genero! Mio genero!Fadinard va ad aprire la porta. Emilio e Anaide si nascondono dietro ai due battentidella porta che viene aperta.

Scena nonaFadinard, Emilio, Anaide, Nonancourt e invitati alle nozze.(Nonancourt appare sulla soglia della porta con un ramo di fiori di arancio in mano.)

NONANCOURTTutto a monte!Nonancourt fa per entrare, ma Fadinard lo spinge indietro.

FADINARDAndiamo, andiam...

NONANCOURTIl fior d’arancio, il fior d’arancio...

FADINARDNon si può, ci sono gli imbianchini...

CORTEO DI NOZZE interno vicinoTutta Parigi noi giriam!Lieti e felici siam!(Dietro a Nonancourt, fuori della porta, si affacciano petulanti alcuni invitati delcorteo di nozze)Tutta Parigi noi giriam!Noi v’abbracciam con tutto il cuor!

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Interrompe il suo lavoro e si avvicina a Fadinard.

FADINARDTutta Parigi ho girato,ma non l’ho trovato.M’aiuti lei...

MODISTA prendendo il campioneOh! una paglia di Firenze?Ma è proprio come quellache ho venduto l’altro giornoalla baronessa...Cercando di ricordare.

FADINARDBaronessa? quale baronessa?

MODISTASì! ora ricordo...La baronessa di Champigny:la mia cliente più ricca e più chic.

FADINARDE dove sta?

MODISTANella sua villa vicino a Passy.

FADINARD accasciandosi scoraggiatoA Passy!E con quel suocero alle calcagnadovrò arrivare fino a Passy?(con subitanea decisione)A Passy!Fadinard abbraccia la modista ed esce di corsa. La modista rimane sbalordita.

LE MODISTE ridendoGuarda che bel tipo, che lunatico cliente...Prima era impacciato, poi diventa uno sfacciato.Ch’è venuto a fare? Dove deve andare?Si sente il rumore delle carrozze che si allontanano. La modista, con un cenno, ri-manda le ragazze al lavoro.

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tesse veli e trine per le Parigine.

MODISTAZitte, pettegole,non chiacchierate,è mezzodì!Guai se vi sento ciarlare laggiù.

LE MODISTESveltovola vola l’ago,nascono i cappellida l’ordito vagoecc. ecc.

MODISTAPresto, finitelacon questo chiasso!Che fate là?Guai chi il lavoro finito non ha!(rivolgendosi e dando ordini ad alcune lavoranti)Prendi il cappello, - dammelo qua;prendi anche quello, - mettilo là;e questo nastro - vada al suo posto;guarda quel velo, - sta per cader.Che confusione c’è in questo negozio!queste ragazze mi fan disperar!

LE MODISTEDa mattina a sera lavoriamo, lavoriamo ecc.Si sente il rumore delle carrozze del corteo che si avvicinano.

Scena secondaFadinard e dette.(Fadinard entra timidamente, ma agitato.)

FADINARDSignora modista, ho fretta.Non avete un cappello uguale a questo?(Tira fuori il campione di paglia)

MODISTASubito, guardiamo subito.

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La baronessa mostra al visconte di Rosalba una lettera.

ACHILLE DI ROSALBAQuest’è un autografo,è un vero autografo!

BARONESSA leggendo“Mia cara baronessa,chiedete due pezzi,io ne suonerò quattrocon grande piacer.M’offrite mille scudi,è troppo poco...datemi un vostro fioree poi, nulla più”.Il visconte guarda di nuovo con curiosità la lettera.

ACHILLE DI ROSALBAÈ un tipo original...

BARONESSAUn artista genial...

ACHILLE DI ROSALBADavvero eccezional...

BARONESSADavvero eccezional!

ACHILLE DI ROSALBAUn vero original!

BARONESSAAh! sentitene una bella!Dalla principessa Rambouillet,ch’è famosa pel suo picciol piè,giovedì cantò chiedendo per cachet...indovinate che?Solo una scarpina di quel picciol piè.Ah! Ah! Ah! Ah! Ah!A me chiede un fiore, solo un fiore...Quant’è original questo signore!(Si sente di fuori un rumore di carrozze.)

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MODISTASu! lavorate!

LE MODISTESveltovola vola l’ago,nascono i cappellida l’ordito vago ecc.Cala il sipario per rialzarsi subito sull’atto seguente.

ATTO IISala centrale in casa della baronessa di Champigny. - In fondo due grandi porte siaprono sulla sala da pranzo. - L’ingresso è a destra, mentre a sinistra un vasto cor-ridoio immette negli appartamenti. Sul davanti della scena un pianoforte. All’alzarsidel sipario le porte in fondo sono spalancate e si vede nella sala da pranzo una ta-vola lussuosamente apparecchiata.

Scena primaAchille di Rosalba, Baronessa di Champigny.(Dall’ingresso a destra entra Achille di Rosalba e si avvicina alla baronessa di Cham-pigny che esce dalla sala da pranzo.)

ACHILLE DI ROSALBAO mia cara baronessa,pel concerto noi veniam,ma qui vedo preparatoun banchetto lucullian.Che vuol dir questo?

BARONESSACurioso!Una cena ed un rinfrescocol concerto v’offrirò.Di Parigi i più bei nomiqui convegno si daran.Il celebre Minardiio aspetto più tardi;questo gran violinistaci vuol fare onor.Ei viene da Firenze,è l’idol di Parigi:sentite che mi scrissestaman, di sua man.

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un cappello di paglia a questa gente?E il caro suoceroche ad ogni istantedomanda “dove siam? dove andiam?”.Al ristorante del Vitel poppantedove ci aspetta il banchetto nuziale.E tutti i parentiche vogliono impazientiil brindisi e il rinfrescodopo lo sposalizio.(Accenna all’anello nuziale)E in casa un energumenoche spacca tutti i mobili,minaccia di ammazzarmi!(Sbuffa impaziente)Questa baronessa che non viene!E la mia sposinagiù che m’aspetta...Chi l’avesse vista poco fa,con un’aria di colomba,pronunciare il dolce sì.Ecco la baronessa! È lei!Entra la baronessa, elegantissima, con un fiore sul seno.

Scena quartaBaronessa, Fadinard, poi invitati della baronessa.

BARONESSACaro signore, lei mi deve scusares’io l’ho fatta tanto aspettare.

FADINARDSono ad importunare,io che son qui per...Tossisce imbarazzato.

BARONESSATossisce?

FADINARDOh, non è nulla.Baronessa, confido nella sua gentilezza...vorrei chiederle...

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O cielo... i miei invitati son già qui!

CORTEO DI NOZZE internoTutta Parigi noi giriam...

BARONESSA fa cenno di chiudere le porte della sala da pranzoCugino mio, fate gli onor di casa, per favore...La baronessa si dirige in fretta verso gli appartamenti.

CORTEO DI NOZZE internoNoi v’abbracciam con tutto il cuor,noi v’abbracciam, noi v’abbracciam...

Scena secondaFadinard, Achille di Rosalba.(Fadinard entra timidamente dalla porta d’ingresso)

FADINARDPermesso, signore?

ACHILLE DI ROSALBAS’accomodi! Il nome per favore?

FADINARDOh, non importa...Sono venuto per la baronessa.

ACHILLE DI ROSALBA con trasporto(È lui...) È lei!Caro signor, l’aspettavam(ha proprio l’aria di un artista),qui non si parla che di lei.La baronessa? Vado subito ad avvertirla.(presentandosi)Il visconte Achille di Rosalba, per servirla.Esce verso gli appartamenti.

Scena terzaFadinard (solo).

FADINARDVisconti, baronesse...Come farò a chiedere

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BARONESSALa musica!

FADINARDLa musica!(Ah, mi darà il cappel!)Mi permetta, signora... io son da leiper chiedere un dono...

BARONESSAAh, delizioso!

FADINARDUn dono... impareggiabile.

BARONESSAPazza che sono! Dimenticavo...Ci tiene dunque tanto?

FADINARDOh! Se ci tengo!

BARONESSAAdulatore... E lo vuol subito?

FADINARDSì.

BARONESSA prende dal seno il fiore e lo porge a FadinardEcco!

Scena quintaGli invitati e detti.(Gli invitati della baronessa entrano festosi. Saluti, inchini, baciamano. Fadinard,trasecolato, contempla il fiore.)

FADINARD a parteUn garofano d’inverno?Che significa questo?Chi glielo ha chiesto?

INVITATIQuando la baronessa

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Per nascondere il suo imbarazzo Fadinard ricomincia a tossire.

BARONESSAMa lei ha preso freddo.

FADINARD timidamenteNo!

BARONESSAAh! le potessi dar di Firenze il caldo sole!

FADINARDDi Firenze io soltanto vorrei...

BARONESSA interrompendolo con impetoOh Italia, Italia mia,io penso a te con tanta nostalgia!I tuoi vasti orizzonti,i mari, i monti, i fiumi e le città!Firenze, ah Firenze bella, col suo azzurro ciel...

FADINARD a parte(... e con i suoi cappel!)

BARONESSACome?... E la musica?la musica d’Italia,che fuoco, che ardor!(Prende la mano di Fadinard)È un dono del Signor!non è vero?È il linguaggio del ciel...

FADINARDLa musica?

BARONESSALa musica! è il linguaggio del ciel!

FADINARDÈ il linguaggio del ciel!

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un grande artista,un nobil cuor - che per un fiorvenuto è qua.Gli invitati esprimono garbatamente la loro meraviglia a Fadinard che ascolta sba-lordito.

INVITATIOh! Oh!

BARONESSAVi presento il signor Minardi,di Paganini l’impareggiabile rival.

FADINARDChe dite mai?

BARONESSAHo sbagliato a dir “rivale”,dovevo dir l’”eguale”.

FADINARDIo?

BARONESSAVoi.

INVITATIVoi siete di Firenzeil dolcissimo rosignol.La fama vostra le Alpiha trascorso, è qui giunta a voi.

FADINARDIo?!Baronessa, cosa dite?

INVITATITroppo modesto siete, signor.Questa è una virtù,che i musicisti dei nostri dìnon usan più.

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c’invita a venire qua,noi, cari amici suoi,accettiam con felicità.Essa ci accoglie semprecon tanta cordialitàche in un balendi gioia pientrascorre il dì.

BARONESSADi riveder tanti amici miei, lieta son io...

INVITATICara!

BARONESSAPiacere mio!

INVITATIBene!

BARONESSAFelice dì!

INVITATIGrazie!

BARONESSAE se da me vi trovate ben,state pur qui...

INVITATICerto!

BARONESSAFino a doman...

INVITATICosì farem!

BARONESSAV’ho promesso un concertod’un insigne violinista:

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FADINARD a parte(Se non dicevo d’essere Minardi,mi cacciavano via senza riguardi.)

Scena sestaAchille di Rosalba e detti.(Achille di Rosalba avanza verso Fadinard portando un violino.)

BARONESSAMaestro, il concerto se voleteor potete incominciar.

ACHILLE DI ROSALBAEcco a voi lo Stradivario,che Tartini sol suonò.

BARONESSA agli invitatiAccomodatevi!

FADINARD con scatto improvvisoNo!(poi, sottovoce, cercando le parole)No, baronessa... primadevo dirvi una cosa...

BARONESSAA me?

FADINARD galanteIn segreto!

BARONESSA ridendo fa cenno agli invitati di allontanarsiAh! Ah! Ah!

BARONESSAParli! Tutto è concessoal gran Minardi.

FADINARDSapete voi perché?per quale mia folliaio son venuto qua?

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BARONESSATroppo modesto siete.

FADINARDQui c’è un error,mi diletto un po’ con il violin...

INVITATIBravo!

FADINARDSono amator...

INVITATICosa?

FADINARD... non professor.

INVITATICome?

FADINARDQuel grande artista,che dite voi, io mai non fui.

INVITATIVoi?!... Troppo modesto siete,non potete negare.

BARONESSAAh! troppo modesto siete!

FADINARD arrendendosiEbbene sì, lo devo confessare:io sono colui che dite.

INVITATIMaestro!Gli invitati si inchinano a Fadinard che risponde all’ossequio inchinandosi a suavolta.

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BARONESSAAh, ah, ah, ah!(ride)La voglio accontentare.Un cappello... che idea originale!Esce verso gli appartamenti, ridendo ancora.

Scena settimaFadinard, Nonancourt, poi corteo di nozze.

FADINARDTra cinque minuti me la svigno col cappello,e torno dal suocero che aspetta ed è impaziente,e morde il freno, gli vien la bile,nella carrozza giù nel cortile.Nonancourt entra socchiudendo una delle porte da pranzo. Ha un tovagliolo al colloe barcolla.

NONANCOURTTutto a monte!

FADINARD con un grido soffocatoIl suocero!

NONANCOURTMio genero cialtrone,lasciar tua moglie solaal banchetto di nozze!

FADINARDE gli altri? Dove sono?Dalla sala da pranzo giungono le voci del corteo di nozze.

CORTEO DI NOZZE internoTutta Parigi noi giriam,lieti e felici siam!I cari sposi festeggiam!È un dì che si ricorderà!

FADINARDO ciel! da dove son venuti?

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BARONESSAPerché?

FADINARDOh baronessa, come siete bella!

BARONESSASignore, cosa dite?

FADINARDDa quando v’ho vedutala prima volta...

BARONESSADove?

FADINARDNon importa.Io v’amo in segretoe ora voglio, voglio da voi...

BARONESSAOh Dio, che cosa?

FADINARDIndovini...

BARONESSALei mi spaventa...

FADINARDIo voglio quel cappello,dolcissimo pegno d’amor,perché soltanto quellopotrà salvarmi ancor.Fu sotto l’ala suache voi m’appariste un mattin.Io vidi in quell’istantesegnato il mio destin.Datemi quel cappello!Se subito non l’avrò,ah, io non so che farò!

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BARONESSACaro signor, ecco per voi!tutto per voi! Siete contento?

FADINARDTanto!(La baronessa porge lo scatolone a Fadinard che lo prende con entusiasmo.Intanto la baronessa ha veduto Nonancourt)

BARONESSAQuesto signore?

FADINARDMa quest’è il mio accompagnatore.

BARONESSA stringendo la mano a NonancourtMolto piacere!

NONANCOURT a parteChe bell’ostessa al Vitel poppante.È un ristorante da rispettar.Ci tornerò!

BARONESSAOra il concerto può incominciare,i miei invitati vado a chiamar.La baronessa si avvia per richiamare gl’invitati.

Scena nonaFadinard, Baronessa, Nonancourt, invitati della Baronessa, poi corteo di nozze edElena.(Fadinard, fremente di impazienza, apre la scatola. Ne tira fuori un cappello neroguarnito di piume.)

FADINARDUn cappello nero?! Nero, nero, nero!(Esasperato Fadinard raggiunge la baronessa e la afferra violentemente per un brac-cio riportandola in mezzo alla scena)Baronessa, ma questo è nero!

BARONESSASì, è nero...

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NONANCOURTSiamo entrati dal cortile,poi attraverso le cucinesiam saliti fino qua.Sia benedettoil Vitel poppante,è un ristoranteda rispettar!

CORTEO DI NOZZE internoEvviva, evviva, noi brindiam!

NONANCOURTHanno mangiatoa più non posso,sono un po’ brilli,lo sono anch’io.I convitati si fanno più chiassosi. Alcuni di essi compaiono sulla soglia della salada pranzo. Fadinard agitatissimo accorre a rinviarli indietro.

CORTEO DI NOZZEIl caro sposo noi vogliamdeve brindare insieme a noi!

FADINARDMa state zitti, smettetela!Riesce a rimandare gli invitati nella sala da pranzo e chiude la porta. Poi torna versoNonancourt e cerca di trascinare anche lui verso la sala da pranzo. Ma questi, bar-collante per il piede indolenzito, si accascia su un divano.E voi, andate dentro, fate presto!

NONANCOURTAhi! Non posso stare in piedi.Ahi! Mi fa di nuovo male! Ahi! ahi!

Scena ottavaFadinard, Baronessa, Nonancourt.(La baronessa entra portando un grande scatolone.)

FADINARDLa baronessa!

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INVITATI DELLA BARONESSAE diventato matto!È diventato matto!È in un momento d’estro!Ma quest’è un’aggressione!Forse è l’ispirazione!È un pazzo!È un genio!È un pazzo! È un genio!

FADINARDChi è?

BARONESSALa mia figlioccia.

FADINARDE dove sta?

BARONESSAIn rue Vivienne.

FADINARDA quale numero?

BARONESSANon mi ricordo.

FADINARDLo troverò.

BARONESSACome? Come?

FADINARDCi vado subito.

BARONESSAMa cosa dice?

FADINARDNon posso aspettare.

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FADINARDL’altro! l’altro! io voglio l’altro!

BARONESSAMa cosa dite? Mi fate male.

INVITATI DELLA BARONESSA entrandoCos’è questo baccano?È un tipo alquanto strano.Ma sembra un esaltato!È proprio un forsennato!

FADINARDVoglio il cappello di paglia di Firenze!

BARONESSAChe cosa? Ma quale?

FADINARDDi paglia di Firenze!Coi nastri e coi papaveri!

BARONESSAMa io non l’ho più!

FADINARDE dov’è? Chi ce l’ha?

BARONESSAL’ho dato l’altro giorno...

FADINARDA chi?

BARONESSA sempre più spaventataOh Dio!

FADINARD gridandoMi dica a chi!

BARONESSAA Madame Beaupertuis.

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BARONESSA a Fadinard, costernataMaestro, io son confusa,non so come scusarmi.

NONANCOURTSono un po’ brilli, lo sono anch’io.

INVITATI DELLA BARONESSAMa quest’è un’invasionedi zotici cafoni.Da dove son venuti?Chi sono?Chi è?

Scena decimaMinardi, Baronessa, Achille di Rosalba, Fadinard, Nonancourt, Elena, corteo dinozze, invitati della baronessa.(Dall’ingresso entra Minardi, quasi correndo e suonando il violino.)

MINARDIIo son Minardi.Spero che non sia tardi.Il violinista si inchina cerimoniosamente alla baronessa.

BARONESSA, ACHILLE DI ROSALBA e INVITATIMinardi!Minardi si mette a suonare. Gli uomini del corteo di nozze prendono con irruenzaalcune signore invitate dalla baronessa e le fanno ballare a viva forza. Nonancourtcerca di imbracciare la baronessa. Elena segue Fadinard col bicchiere.

CORTEO DI NOZZELa musica! Si balla!

ELENACaro sposo, al nostro amorbevi, bevi anche tu!

NONANCOURTChe bell’ostessa al Vitel poppante,è un ristorante da rispettar!

BARONESSAMi sento male!

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BARONESSA agitatissimaE il mio concerto?Fadinard si è avviato a uscire ma è trattenuto dagli invitati.

INVITATI DELLA BARONESSANo, no, deve restare!Ma lei deve suonare!

FADINARDIo debbo andaresenza aspettare.

INVITATI DELLA BARONESSANo, no, deve restare, deve suonare...Le porte della stanza da pranzo si aprono e tutto il corteo di nozze fa il suo rumo-roso ingresso.

CORTEO DI NOZZETutta Parigi noi giriam,è un giorno di felicità.Ai cari sposi noi brindiam...è un dì che si ricorderà!

INVITATI DELLA BARONESSAE chi son questi?Che fanno qui?

BARONESSAMa questa è un’invasione!

INVITATI ALLE NOZZEChe meraviglia, che splendor,quest’è una festa da signor!

BARONESSA vedendo la stanza da pranzo in disordineHan mangiato la mia cena!

ELENA viene avanti porgendo a Fadinard un bicchiere di spumanteAh! Caro sposo, al nostro amorbevi, bevi anche tu.Sempre sii felicecome ora in questo dì.

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Forse sarà dalla cugina Amalia?Anche domenica andò da leie a casa ritornò ch’era già buio,tutto il giorno passò dalla cugina.Dalla cugina!...(Beaupertuis rimane assorto, riflettendo)Un sospetto repente si desta in me,mi tormenta, mi tien, mi tortura;è un’idea che così di soppiatto entrò,ma nel cuor oramai s’annidò.Tutto il dì per trovar la cugina,tutto il dì fuor di casa così...uscir sola di prima mattina,col cappello più bello che ha!Il cappello di paglia,per la cugina Amalia...Quella donna m’inganna,ha mentito con me.C’è qualcuno nell’ombra;oh, sapessi chi è!Che abbia forse un amante?Dubbio atroce per me.Io ci perdo la pace,io ci perdo l’onor...Son tradito! son tradito!Sento il sangue salirmi al cervello!Impazzisco! Donna infame!Con la vita, con la vita pagherai!Io t’uccido!(Ansimando si appoggia sfinito allo schienale della sedia)Oh cielo! sto male!son finito! son finito!Un sospetto repente si desta in me,mi tormenta, mi tien, mi tortura!Ah il marito, il marito!ingrato mestiere,tacere e patire, patire e tacer...

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ACHILLE DI ROSALBACugina mia! Cugina mia!

FADINARD ai suoi, facendosi largoSi salvi chi può, fuggite come me!

BARONESSAMi sento male!La baronessa mezza svenuta viene sostenuta da Achille e da alcuni invitati. Fadi-nard prende Elena per la mano e la trascina verso l’uscita. Nonancourt, zoppicando,li segue con tutto il corteo di nozze.

INVITATI DELLA BARONESSALa polizia! La polizia!

INVITATI ALLE NOZZEAndiamo via!

ATTO IIIUna stanza in casa di Beaupertuis. Una porta d’ingresso. Una porta che comunicacon la camera da letto, altra porta che immette nel resto dell’appartamento. Inprimo piano, sul davanti della scena un paravento aperto. Un’alcova chiusa da unatenda. Un camino acceso con una pentola che bolle.

Scena primaBeaupertuis (solo).(Beaupertuis in vestaglia è seduto davanti al paravento con i piedi immersi in uncatino di acqua calda. I calzoni e la giacca sono posati sul paravento. Le scarpe apoca distanza dalla sedia.)

BEAUPERTUISÈ una cosa incredibile.Stamattina mia moglie dice uscendo:“Vado a comprar dei guanti,mio caro Beaupertuis”.Son le nove passate, e ancora non è qui!A forza di pensar “dov’è mia moglie?”qui alla testa m’han preso certe doglie!Speriam che questo pediluviome le faccia passare.Anche la cameriera è andata in cerca, ahimè,e ancor non torna a dir dov’è.

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FADINARDSì.

BEAUPERTUISLa conosce?

FADINARDNiente affatto!Ma so bene che ha un oggettoche mi occorre immantinente.Lo voglio.

BEAUPERTUISCome?

FADINARDLo voglio, lo voglio, lo voglio.Sente questa parola?Lo voglio, lo voglio!Gliela ripeto ancora:lo voglio, lo voglio!Quell’esecrato oggetto,lo voglio, lo voglio!Se ancora non l’ho detto,lo voglio, e l’avrò.Venderlo vuole? Lo comprerò.Tutto in contanti lo pagherò.Me lo rifiuta? Lo ruberò.Lei mi ha capito bene?Mi dica, signore?

BEAUPERTUISNo, non capisco niente!

FADINARDQui non c’è via di scampo:ne va del mio onore.

BEAUPERTUISE a me che me ne importa?

FADINARDSia l’ultima parola:

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Scena secondaFadinard, Beaupertuis.(Si sente suonare il campanello.)

BEAUPERTUISEccola finalmente! Entra, avanti!Son qui coi piedi dentro l’acqua.Non hai che da girare la maniglia,cara... avanti!Fadinard entra dalla porta di fondo.

FADINARDIl signor Beaupertuis, per piacere?

BEAUPERTUISUn estraneo? Chi è? Non ci sono!

FADINARDBenissimo! È lei...

BEAUPERTUISVada presto via di qua!

FADINARD prende una sedia e si siede vicino a BeaupertuisGrazie tante... quante scaleper venire su da lei!

BEAUPERTUISNon ricevo! ho mal di testa!

FADINARDUn po’ d’acqua, calda, calda...Prende la brocca e versa un po’ d’acqua bollente nel catino.

BEAUPERTUISLei mi brucia. Lasci stare!Ma cosa vuol?

FADINARDVorrei dire due parole alla signora.

BEAUPERTUISMia moglie!?

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blico. Poi esce di corsa.

Scena terzaNonancourt, Vézinet e detto.(Dalla porta di fondo entra zoppicando Nonancourt con lo zio Vézinet.)

NONANCOURTChi mai ha avutoun genero più villanzon?Sale sopra a casa sua,e ci lascia giù al porton.(guardandosi attorno)Sono ancor brillo? O mentre eravam viahanno cambiato la tappezzeria?

VÉZINET vedendo l’alcovaOh gioia! là c’è un letto:vado a riposare.Vézinet entra nell’alcova e tira la tenda.

NONANCOURTOh! finalmente quiin casa di mio generole scarpe cambierò.

BEAUPERTUIS dietro il paraventoAccidenti alle bretelle!Maledette!

NONANCOURTSe non sbaglio è là dietro che si spoglia.Toh! le sue scarpe,(Si sfila le scarpe e mette quelle di Beaupertuis)e grandi, meno male!

BEAUPERTUISDove sono le mie scarpe?

NONANCOURT finendo di allacciarsi le scarpeOh! sto meglio. Eccole qua!Posa le sue scarpe al posto di quelle di Beaupertuis. Beaupertuis scosta un poco ilparavento e prende le scarpe.

lo voglio, lo voglio!Ah... se non lo troverò,qualche pazzia commetterò!

BEAUPERTUIS a parteQuest’è un ladro in libertà.

FADINARDDov’è dunque la signora?

BEAUPERTUISNon è in casa.

FADINARDA quest’ora?

BEAUPERTUIS esasperatoNon c’è, non c’è, non c’è!

FADINARDSe per caso è andata a letto,chiudo gli occhi.

BEAUPERTUISLei è pazzo da legare.

FADINARDLa sua stanza, per favore.

BEAUPERTUISMa lei è pazzo.

FADINARDSì, sono pazzo.

BEAUPERTUISIo le cervella le brucerò!

FADINARDQualche pazzia commetterò!Beaupertuis si alza in piedi dentro il catino e tenta di trattenere Fadinard che siavvia verso la camera da letto. Fadinard si volta di scatto, obbliga con violenza Be-aupertuis a risedersi e gli mette davanti il paravento, nascondendolo così al pub-

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Scena quintaNonancourt, Elena, le donne del corteo.(Nonancourt entra precedendo le donne del corteo che vengono avanti con Elena.Una di esse porta il fior d’arancio.)

LE DONNE DEL CORTEOSignora, orsù, - dovete entrar,per gli sposini il nido pronto è già.Cupido là - sopra il guancialsorride e appresta già d’amor lo stral.Nasconderà - il vostro amorla notte con la sua complicità.Entrate pur - senza timor,là non v’aspetta che felicità.

ELENANo, non voglio, no, non oso.

NONANCOURTEntra pur senza timor.

ELENAMio marito dov’è andato?

NONANCOURT indicando il paraventoE là dietro, è ancora là,sta spogliandosi di già.

ELENATremo tutta, tremo tutta,me ne vado via di qua.Elena cerca di scappare. Alcune donne la trattengono.

NONANCOURTTi capisco, ti capisco.Ma, figliuoli, a questo puntoil discorso devo far.Genero mio, rimetti la vestagliae vieni accanto a me.

ELENAOh papà, io ci ho paura,non lo voglio ancor veder.

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NONANCOURT saltellando soddisfattoOr mi sento un altro,ho quasi voglia di ballar;che felicità - questo mi dà!

BEAUPERTUIS a parteDiavolo! Sono strette!

NONANCOURTLa mia cara figliae gli invitati vo a chiamar,tutti a celebraraccanto al talamo nuzialil rito coniugal.Esce.

BEAUPERTUIS che ha finito di rivestirsi, si alza e fa qualche passo con faticaMi son cresciuti i piedi.(Si sente dalla camera da letto il rumore di un mobile che cade)Maledetto!

Scena quartaBeaupertuis, Fadinard.(Beaupertuis corre verso la camera da letto.)

BEAUPERTUISChe cosa fa di là?Fadinard esce con violenza con alcuni indumenti femminili e urta Beaupertuis.

FADINARDIl guardaroba... dov’è?Fadinard attraversa la scena ed entra in una porta dalla parte opposta. Beauper-tuis intanto si è affacciato a guardare nella camera da letto che evidentemente èin disordine.

BEAUPERTUISO cielo!(Viene verso il centro della scena)Ma è proprio pazzo. Ahi, ahi!(Esce correndo e zoppicando dietro a Fadinard)Mi fanno male le scarpe!

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ELENAMi trema il cuor!Vo’ tornare a casa mia,vo’ tornar dal mio papà!

LE DONNEChe sciocchina, che timore,il tuo amore aspetta là!Le donne spingono Elena nella camera da letto ed entrano in fretta. Anche No-nancourt si avvia.

Scena sestaFadinard, Nonancourt.(Fadinard rientra di corsa, vede Nonancourt e si ferma.)

FADINARDMio suocero!!!Va a nascondersi dietro il paravento.

NONANCOURT fermandosi e voltandosiE lo sposo dov’è?(Torna indietro e scosta il paravento scoprendo Fadinard)In questo momento,in tale situazione,ti trovi ancora in questa condizione?!Su, spogliati!Nonancourt va nella camera da letto.

FADINARDSpogliarmi?È ancora in preda al vino.(con disperazione)E intanto quel cappello non si trova.

Scena settimaFadinard e Beaupertuis.(Entra Beaupertuis e si lancia verso Fadinard afferrandolo.)

BEAUPERTUISEccolo! L’ho trovato finalmente!(Fadinard si libera ma Beaupertuis estrae una pistola e la punta)Fermo, in alto le mani!Fadinard si lancia in avanti. Breve colluttazione. Fadinard strappa la pistola a Be-

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NONANCOURT rivolto al paraventoNel paravento allor puoi rimaner,con devozione state ad ascoltare.(Nonancourt fa sedere Elena e prende il fiore d’arancio da una donna)Con gioia ed emozion - in questo dìla mia benedizion - vi do di cuor.Sarete il mio baston...Sternutisce e soffia.

LE DONNELa commozion ci prende già,senza parole tutte rimaniam.

NONANCOURTLa mia figliuola a te - così, io do.

ELENAPapà, non mi lasciar,papà, non mi lasciar!Torniam, torniam laggiù,dov’io accanto a tefelice un giorno fui.

NONANCOURTRagiona, o mio tesor!

ELENAPapà, mi trema tanto il cuored ho timor.Mi trema il cuor, - mi manca il piè,ho un batticuore che non so cos’è.

LE DONNEEntrate pur - senza timor,là c’è l’amor.

ELENAHo un batticuor, - non so cos’è...

LE DONNEÈ sol l’amore che ti chiama a sé.

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FADINARDMa però gli faremo uno scherzo insiem...

BEAUPERTUISCome faccio a prestarmi a un tal gioco?

FADINARDSe troviam da portarle un cappel.(Tira fuori un pezzo di paglia e lo mostra)Guardi qui, c’è un campione di paglia.

BEAUPERTUIS trasalendoSanto cielo!

FADINARDÈ grazioso, nevvero?

BEAUPERTUISÈ il cappello che ha messo stamaniper uscir!...

FADINARDBello scherzo davver!

BEAUPERTUIS deciso e minaccioso, a FadinardMia moglie è quella donnache sta là con l’amante.Andiamo a casa sua!Subito!

DONNE internoChe sciocchina, che timore,il tuo amore aspetta là...

ELENA internoAh! ah!

BEAUPERTUIS sottovoceSilenzio!Sento rumore in camera di mia moglie.È ritornata!Beaupertuis corre dentro la camera. Si sente un urlo di Elena.

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aupertuis e la butta lontano.

FADINARD costringendo Beaupertuis a sedersiSi sieda là!

BEAUPERTUIS con voce soffocataMa insomma,lei, che vuole?

FADINARD parlando in modo precipitoso, camminando avanti ed indietroÈ una tragedia,lei non sa...Un cappello di pagliadivorato dal mio cavallo...al bosco di Vincennes...mentre la signorapasseggiava col suo amante...un militareche m’ha sfidato a duello.

BEAUPERTUISE a me che me ne importa?

FADINARD sempre agitatissimoNon capisce?...... si sono chiusi dentro casa mia,e non mi riesce metterli alla porta.

BEAUPERTUISE perché questa bella vedovellanon se ne torna a casa?

FADINARDVedovella? C’è un marito!Un geloso, un tipo assai brutale,in allarme sempre a sospettar;anche solo per un dubbioucciderla potrà.

BEAUPERTUISLo capisco bene.

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BEAUPERTUIS, NONANCOURT, FADINARD, ELENA e DONNE DEL CORTEOIo casco dalle nuvole,io casco, casco giù.

BEAUPERTUISSi può saper che diavolovoi facevate dentroa casa mia?

NONANCOURTA casa sua?

ELENA e DONNEO ciel...

NONANCOURTA casa sua?e non a casa tua?

FADINARDBasta!

NONANCOURTTutto a monte!

FADINARDBasta!(a Beaupertuis, con cortesia)E lei scusi, signore,questo piccolo errore.Ce ne andiamo subito.Le donne rimettono il velo a Elena e si riassestano per uscire.

BEAUPERTUIS minaccioso, in disparte a FadinardVengo con voi: mia moglie è a casa vostra!

FADINARDLa donna... a casa mianon è una donna...

BEAUPERTUIS violentoCome?

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FADINARDLa moglie è ritornata,quel mostro l’ha ammazzata!

Scena ottavaDonne, Fadinard, Elena, Beaupertuis, Nonancourt, donne del corteo, poi Vézinet.(Dalla camera da letto escono in grande subbuglio le donne del corteo con Elena,senza il velo e un poco discinta. Seguono Beaupertuis e Nonancourt.)

DONNEAiuto, aiuto!

FADINARDElena!

ELENAPapà, papà!

FADINARDElena, che fai qui?

BEAUPERTUISChi è tutta questa gente,nella stanza di mia moglie?

NONANCOURTMa voi chi siete?

DONNE DEL CORTEODove siam? Che facciam?

BEAUPERTUISAncora gente?È un’invasione!

FADINARDTutta la banda!Che bella festa!

DONNEChe facciamo? Dove siamo?

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NONANCOURT gridandoPiazza Troudebí numero sette.

BEAUPERTUISNumero sette.

TUTTIAndiam!

BEAUPERTUISIo l’uccido!

FADINARDÈ una negra!

TUTTIPresto andiamo via di qua!Io casco, io casco, io casco giù!Escono tutti di fretta. Beaupertuis raccoglie la pistola buttata da Fadinard e seguegli altri a fatica zoppicando.

INTERMEZZO ATTO IVUna strada. Tarda sera.

Scena unicaElena, Nonancourt e corteo di nozze.(Entrano tutti con passo stanco e cadenzato.)

CORTEO DI NOZZETutta Parigi noi giriam,stanchi, sfiniti, morti siam.I cari sposi festeggiam,è questo un dì che si ricorderà.Ma dove andiam? Si può saper?Che bella festa, che piacer!Ma quando finirà?(Tutti si fermano e guardano in alto)Una goccia...Un’altra goccia...La pioggia!

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FADINARD spaventatoÈ una negra!

BEAUPERTUISSignore, basta chiacchiere,Io voglio il suo indirizzo.

FADINARDIo casa più non ho...

NONANCOURT intervenendoChe dici, contafrottole?Allora io lo dirò!

LE DONNE vedendo lo zio VézinetLo zio!

VÉZINET uscendo dall’alcova in camicia da notteIo casco dalle nuvole,io casco, casco giù.

BEAUPERTUIS gridandoL’indirizzo!

NONANCOURTPiazza Troudebí...

FADINARD interrompendoloTacete!

ELENA e DONNEIo casco dalle nuvole.

BEAUPERTUISL’indirizzo!

NONANCOURTIo lo dico, io lo dirò.

FADINARDTacete! Io casa più non ho!

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LE GUARDIEDorme già - la città -ma il soldà - veglia e va’ -Attenzion, - o ladron, -la pattuglia all’erta sta.Escono dal fondo.

UNA GUARDIAQui mi busco una bronchitetra correnti e umidità.Sento l’ossa indolenzitee fra poco pioverà.

LE GUARDIE interno, allontanandosiDorme già - la città -ma il soldà - veglia e va. -Attenzion, - o ladron, -la pattuglia all’erta sta.Attenzion!

Scena secondaLa guardia (sola).

LA GUARDIAS’avvicina il temporale.Che notte!Si avvicina un temporale. La guardia si rifugia nella garitta. Il temporale aumenta.Tuoni, fulmini, pioggia.

Scena terzaNonancourt, Elena, Vézinet, il corteo di nozze e la guardia.(Mentre il temporale si sta calmando, il corteo di nozze, Nonancourt, Elena e Vé-zinet entrano da sinistra. Si riparano tutti con degli ombrelli.)

CORTEO DI NOZZEAh giornata tremenda infernale,ci voleva pure il temporale!Da due ore giriamo sperduti,avviliti e bagnati.

NONANCOURTChe nozze, che nozze!

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NONANCOURTFiglioli,qui tra poco pioverà a catinelle;apriamo i nostri ombrelli.Tutti aprono gli ombrelli e riprendono a camminare più stanchi e accasciati.

CORTEO DI NOZZETutta Parigi noi giriam...Attacca subito l’Atto quarto.

ATTO IVÈ notte. Una piazza illuminata da un lampione appeso a una corda che attraversain diagonale la scena partendo dal primo piano a sinistra per terminare al terzo adestra. Nella piazza sfociano parecchie strade. In primo piano a sinistra c’è unposto di guardia riconoscibile dalla garitta. A destra, pure in primo piano, la casadi Fadinard. Nel fondo un’osteria.

Scena primaLa guardia, il caporale, le guardie.(All’alzarsi del sipario si vede una sentinella in servizio. Suonano le ore 11.Un drappello di guardie esce dal posto.)

LE GUARDIEEcco son le ventitré,or la guardia cambierà;capoposto, ferma qua,questo posto tocca a te!

UNA GUARDIASon malato, raffreddato,cinque notti ho fatto già.

LE GUARDIETaci e fai la guardia là!La sentinella dà il cambio alla guardia, e rientra nel posto.

IL CAPORALEArmi in spalla, avanti, marsc,ronda va’, hop - duè,fianco destr’, avanti marsc!Le guardie si mettono in colonna e si avviano.

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FELICESignore, avete visto il mio padrone?

NONANCOURTAl diavolo quel genero canaglia!Apri la porta,entriamo in casa sua.

FELICENon si può,me l’ha proibito:c’è di sopra la signora...

CORTEO DI NOZZE e NONANCOURT trasecolatiUna signora?

FELICEÈ da noi senza cappelloda stamani di buon’ora...

NONANCOURTBasta!Un’amante... in questo giorno...che profana il focolare...e noi con la sua sposa,da quindici ore in giroper tutta la città!Turpitudine!Amici, torniamo a Charanton!

CORTEO DI NOZZETorniamo a Charanton!

NONANCOURTE tu, corri di sopra a casa suae porta qui corredo, regali di nozze,se non vuoi che ti pigliamo a botte!Nonancourt spinge Felice nella casa di Fadinard.

CORTEO DI NOZZEA botte, a botte!Entra nella casa con Felice.

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ELENAPapà, e mio marito?Io non ne posso più!

NONANCOURTChissà dov’è sparito...

CORTEO DI NOZZENon ne possiamo più.In quale luogo siamo giunti mai?

NONANCOURTIl diavolo lo sa...Quel porco di mio genero!Sarà questa piazza Troudebí?(Si avvicina alla garitta)Ehi, sentinella!Per favore, signora sentinella,potete dirmi...

SENTINELLAPassate largo!

NONANCOURT rivolto al corteoÈ in servizio; non può rispondere.

CORTEO DI NOZZE si volta verso le case gridando a tutta forza:Chi ci vorrà dunque dir,piazza Troudebí dov’è?Un inquilino affacciandosi butta dalla finestra un secchio d’acqua che bagna alcunidel corteo.

NONANCOURTVillani! Scostumati!

Scena quartaFelice e detti.(Felice entra da destra dirigendosi alla casa di Fadinard.)

NONANCOURT chiamando FelicePsst! ohi tu, briccone!

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NONANCOURTCosa dice?

FADINARDIl marito ha il mio indirizzoe m’insegue e mi vien dietro,vuol uccidere la moglie.Qui bisogna sull’istantefar scappare la signora...

NONANCOURT indignatoLa signora!

ELENALa signora!

NONANCOURTAh, tu confessi, Sardanapalo!

ELENACosa succede?

Scena settimaFelice, corteo di nozze e detti.(Felice esce dalla casa di Fadinard col corteo di nozze. Tutti portano pacchi, sca-tole e una cappelliera.)

FELICEEcco i regali!

FADINARDChe vuol dir questo?Nonancourt e il corteo di nozze raccolgono i doni di nozze.

NONANCOURTAmici, presto!Prendiamo armi e bagagli,portiamo tutto quantolaggiù a Charantonneau!

FADINARDAh, ma mia moglie no!(a Elena)

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Scena quintaElena, Nonancourt, poi Fadinard.

ELENAPapà, gli voglio bene,lasciarlo non potrò.Malgrado le mie peneio qui lo aspetterò.Anch’egli m’ama già...e certo tornerà...Ah vien, ah vien, ah vien,mio caro ben!

NONANCOURTPovera figlia mia,non ci pensare più!Ed io che t’ho sposata a un Barbablù!

ELENAAh vien!

Scena sestaFadinard e detti.

FADINARD entra da sinistra, affannato, estenuatoAh la milza! la milza!

CORTEO DI NOZZEFadinard!

NONANCOURTMio genero: tutto a monte!

FADINARD mettendosi in ascoltoSilenzio!(rassicurato)Non è lui!Ha perduto le mie tracce.Presto, presto se no quauna strage ci sarà.

ELENAUna strage?

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evviva l’Italia, lo zio,mia moglie, il suocero e il cappello!Tutti v’abbraccio!Mentre Fadinard, pazzo di gioia, abbraccia tutti, Nonancourt tira fuori il cappellodalla cappelliera e la richiude col coperchio.

NONANCOURT a parte, nascondendo il cappelloUn cappello da cinquecento lire!Farabutto, non l’avrai!

FADINARD che non ha visto nulla, prende la cappelliera per il cordone e la infila albraccioUn momento!Glielo metto bene in testa,poi la caccio sulla via:rientreremo a casa mia.Entra in casa come un pazzo.

Scena ottavaDetti, meno Fadinard, poi il caporale e le guardie.

NONANCOURTÈ pazzo da legare,annullo il matrimonio.Partiamo, partiamo,portiamoci via tutto!Tutti si avviano ad uscire.

GUARDIE internamenteDorme già - la città -ma il soldà - veglia e va. -(Le guardie entrano in scena e si incontrano col corteo di nozze.)Alto là! Chi va là?Con quei pacchi che si fa?Alto là!

NONANCOURTSgomberiamo di nascosto.

CAPORALEDocumenti, miei signor.

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Elena, io tutto spiegherò.

ELENATi credo, amore mio,ma non ne posso più.

FADINARD a NonancourtNon toccate il suo corredo!Fadinard cerca di strappare una grossa cappelliera dalle mani di Nonancourt. Il co-perchio rimane in mano a Fadinard. Vézinet accorre e prende il cappello dalla cap-pelliera.

VÉZINETPian pian: abbiate un poco di riguardo:quest’è un cappel di paglia di Firenze.

FADINARD gridando esterrefattoDi Firenze?

VÉZINETÈ il mio regalo di nozze...L’ho ordinato dall’Italia...Costa cinquecento lire...

FADINARD tirando fuori di tasca il campioneDall’Italia? È mai possibile?Ed io che da stamani....(Prende il cappello da Vézinet e lo confronta col campione)Ma sì, è tale quale...di paglia... di paglia...Viva l’Italia!Rimette il cappello nella cappelliera.

CORTEO DI NOZZEÈ matto da legar...

FADINARDEvviva l’Italia,evviva lo zio,evviva mio suocero,evviva mia moglie!Non so più cosa fare,ho voglia di gridare,

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Scena nonaLa guardia, poi Fadinard, Anaide, Emilio. (Fadinard esce dalla casa con la cappel-liera seguito da Anaide e da Emilio.)

FADINARDPresto presto, mia signora:c’è il cappello, è dentro qua.Se lo metta e scappi via:suo marito arriva già.Aprono frettolosamente la cappelliera.

ANAIDE, FADINARD ed EMILIO con un gridoAh, vuota! vuota! vuota!

FADINARDE mio suocero dov’è?Dov’è mia moglie?Dove sono tutti quanti?

LA GUARDIAIn prigione li han portati.La guardia entra nell’osteria.

FADINARDIn prigione? gli invitati?col cappello?

ANAIDESon perduta!

EMILIOIo ci vado! Ci vado io!conosco il maresciallo.Emilio entra nel posto di guardia.

FADINARDConosce il maresciallo,allor siamo a cavallo.

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NONANCOURTSiamo onesti cittadini.

CAPORALEFuori lesti i documenti.

CORODocumenti!

VÉZINETSiamo onesti!

NONANCOURTAscoltate le ragion.

CAPORALELe direte là in prigion.

CORTEO DI NOZZEIn prigion? - Ma perché?Non vogliami - Protestiam!In prigion - non andiam!

NONANCOURTSiamo onesti cittadini.Ascoltate le ragioni.

GUARDIEZitti là senza fiatar!In prigion!Le guardie spingono tutto il corteo dentro il posto. Nonancourt tiene sempre il cap-pello. Anche Felice, che si dibatte, è portato dentro.

LA GUARDIALa pattuglia già passò;un quartino vado a ber,poi di corsa tornerò.Durante la scena che segue, la guardia si toglie il cappotto e lo appende al fucile.

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EMILIOEhi, ehi, ecco il cappello!

FADINARDSiamo salvi!Il marito è su in casa...Butti!... Butti!...Emilio lancia il cappello, che rimane impigliato alla corda, vicino al lampione.

ANAIDE gridandoAh!

FADINARDCorpo di mille bombe!Fadinard fa un salto con l’ombrello per cercare di sganciare il cappello.

BEAUPERTUIS dalla finestra della casa di Fadinard, furibondoDov’è andata?

ANAIDE spaventataOh Dio!

FADINARD spingendo Anaide nella garittaTorni dentro!

ANAIDEIl cappello... ora lo vede!Fadinard corre incontro a Beaupertuis che esce e lo ripara con l’ombrello per impe-dirgli di vedere il cappello che sta appeso sulla sua testa.

FADINARDStia attento!Stia attento che si bagna!Emilio esce dal posto di guardia.

EMILIO a Fadinard, sottovoceTenga a bada il marito!Emilio va verso il fondo a destra, sale sopra un rialzo e comincia a segare la cordacon la spada.

BEAUPERTUISCosa fa?L’acquazzone è finito.

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Scena decimaDetti, poi Beaupertuis.(Si sente un rumore di carrozza a sinistra.)

BEAUPERTUIS dall’interno, gridandoFermati, cocchiere!

ANAIDEMio marito!Torno di sopra a casa vostra.

FADINARDNo! No!È proprio là che va a frugare.Venga qui!(Fa indossare ad Anaide il cappotto e il cheppí della guardia, poi la spinge nellagaritta e le mette in mano il fucile.)Faccia la guardia!Beaupertuis entra in una carrozza con cavallo e scende zoppicando.

BEAUPERTUISAh! V’ho trovato, signore!

FADINARD cerimoniosoBuona sera.

BEAUPERTUISM’apra il portone.Ah se la piglio!...

FADINARD indicando la sua casa a BeaupertuisTerzo piano,seconda porta.

BEAUPERTUISMi sento i piedi gonfi!Entra nella casa di Fadinard.

ANAIDESon morta di paura!Dove nascondermi?Dove scappare?Si apre una finestra del posto di guardia e si affaccia Emilio.

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BEAUPERTUISDove?Beaupertuis scosta l’ombrello e alza la testa. Allora Fadinard gli tira giù il cappellofino a coprirgli il viso.

FADINARDNiente!

BEAUPERTUIS con voce soffocata dal cappelloAiuto!La corda è tagliata e il lampione cade. La scena rimane quasi nell’oscurità.

LA GUARDIA gridandoAll’armi, all’armi!

LE GUARDIE internoAll’armi!

Scena undicesimaInquilini, le guardie, Anaide, Beaupertuis, Fadinard, il caporale, corteo di nozze,Elena, Coro, Nonancourt.(Le guardie escono dal posto di guardia. Della gente appare alle finestre e sullapiazza in veste da notte con dei lumi. Durante il coro Fadinard sgancia il cappelloe lo porge ad Anaide che se lo mette in testa.)

INQUILINI e GUARDIEQual rombazzo - infernale!Quest’è un pazzo - baccanale!È indecente, - è un eccesso!Quest’è gente - da processo!Beaupertuis è riuscito finalmente a togliersi il cappello dal viso. Anaide, col cappellodi paglia in testa, viene avanti verso il marito, le braccia incrociate, con dignità.

ANAIDEFinalmente ti trovo, marito!

BEAUPERTUIS annichilito(È mia moglie!)

ANAIDEAh, così tu con me ti comporti?

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FADINARDNon si sa...Fadinard alza l’ombrello molto in alto, e salta cercando di raggiungere il cappello,e fa saltare con sé anche Beaupertuis.

BEAUPERTUISVoglio qui saper la verità:dove fuggì?

FADINARDNon lo so, non lo so!Si ripari ben!Fadinard fa un altro movimento con l’ombrello.

BEAUPERTUISCosa fa con quest’ombrello?

FADINARDSi ripari!

ANAIDE affacciandosi alla garitta(Il mio cappello...)

BEAUPERTUISLo chiedo a quella guardia là.

FADINARD trattenendo bruscamente BeaupertuisPer carità!La sentinella non risponderà.

BEAUPERTUIS cercando di liberarsiMi lasci andare!

FADINARDLa voglio riparare!Fadinard copre ancora di più Beaupertuis con l’ombrello, e salta. Rientra la guar-dia fischiettando e si dirige un poco barcollante verso la garitta.

LA GUARDIA con stupore, vede Anaide nella garittaUn’altra sentinella al posto mio?(La guardia vede il cappello)Cosa succede là?

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se chiedo i miei invitati?

CAPORALEMa le pare?(gridando)Gl’invitati in libertà!Le guardie fanno uscire dal posto di guardia il corteo di nozze, con Vézinet e Fe-lice, che porta i pacchi con i doni di nozze.

CORTEO DI NOZZEAh finalmente fuori siamdall’esecrabile prigion!Il caro sposo ringraziam:noi l’abbracciam con tutto il cuor!

LE GUARDIEO miei signor,venite fuor,voi siete giàin libertà.Il corteo di nozze circonda Fadinard e tutti cercano di abbracciarlo. Nonancourt edElena escono dal posto di guardia e vanno incontro a Fadinard.

NONANCOURTGenero mio, t’abbraccio!

FADINARDElena!

ELENAFadinard!Elena e Fadinard si abbracciano.

VÉZINET riconoscendo il cappello in testa ad AnaideO ciel! ma questa signora...

FADINARDStia zitto! Vada alla malora!

BEAUPERTUISLasciatelo parlare.(a Vézinet)Come diceva?

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BEAUPERTUISHa il cappello!

ANAIDEPer le strade a quest’ora girar?!

BEAUPERTUISProprio quello...

FADINARDProprio quello...

ANAIDEMentre io aspetto da mia cugina Amalia...

BEAUPERTUIS minacciosoDa tua cugina Amalia...

FADINARDÈ di paglia!

BEAUPERTUIS con veemenzaUscita all’alba per dei guanti di Svezia...quattordici ore per una tale inezia...casa e marito lasciare ti pare bello?

FADINARD e COROHa il cappello!

Scena ultimaNonancourt e detti, poi corteo di nozze, Vézinet, Felice.

NONANCOURT appare alla finestra del posto di guardiaTutto... a posto!Tutto ho saputo dal tuo lacchè:o genero mio, sono fiero di te.Sei stato un bel cavalier,galante e nobile inver.Ma un altro gesto tu devi fare:dalla prigione tirarci fuor.

FADINARD rivolgendosi al caporaleSignor, sono indiscreto

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CORO e SOLIFinita è l’avventura,andate a letto a riposar,la notte dolce e puraal vostro amor sorriderà.Andate a riposar!Andiamo a riposar!Beaupertuis e Anaide escono in carrozza, seguiti da Emilio e salutati da tutti. - Gliinquilini, le guardie e il corteo di nozze escono a poco a poco. - Fadinard ed Elenaentrano in casa, seguiti da Felice coi pacchi e i regali. - Nonancourt, commosso, ri-mane qualche tempo a guardare gli sposi. - Nella casa di Fadinard si illumina unafinestra.

CORO internamenteAndiamo a riposar!

ELENA e FADINARD idemAh!

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VÉZINETHa il cappello!

BEAUPERTUISSì, avete ben ragion: ho torto.Ha il cappello.Beaupertuis bacia la mano ad Anaide.

TUTTIHa il cappello,ha il cappello!Il cavallo addenta il cappello di Anaide. Tutti gettano un grido. Alcuni accorrono arimettere il cappello in testa ad Anaide. - Elena va vicino a Fadinard che la prendefra le braccia.

FADINARD ed ELENAFinita è l’avventura,andiamo a letto a riposar,la notte dolce e puraal nostro amor sorriderà.Lasciamo che gli amicivenga il sonno a ristorar:il nuovo dì felicisvegli ancor ci troverà.

COROAndate!

ELENA, FADINARD, ANAIDE e BEAUPERTUISAndiamo!

NONANCOURT a ElenaVa’, figlia, va’,l’amor ti consolerà,e noi ritorniamoa Charantonneau.

ELENA, FADINARD, ANAIDE e BEAUPERTUISAndiamo!

BEAUPERTUISTu che sei la mia croce e il mio bene,vien con me, torna al tuo focolar!

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E se non fosse solo la comicità il segreto di questa “farsa musicale” considerata,a seconda dei tempi e dei critici, il capolavoro o, anche, il capolavoro mancatodi Nino Rota? Certo, il risultato è che da mezzo secolo il pubblico, alquanto an-noiato, dei teatri lirici italiani ed europei ha riscoperto con Il cappello di pagliadi Firenze l’effetto terapeutico del ridere garbato e leggero, mai sopratono, dellacommedia musicale e dell’operetta, generi musicali passati alla dimensione sacraledei reperti del passato e goduti con composta serietà in serissimi festival e ras-segne. Di quest’opera esistono documentazioni ricche che possono sembrare esau-stive, dalla musica a stampa ai libretti delle tante riprese, dall’incisionediscografica alla ripresa video. Quando però si approfondisce il livello di analisisi scopre che non esistono studi di riferimento, che tutta la conoscenza sull’operaè affidata a un riassunto di rassegna stampa che parte dalla “prima” di Palermodel 1955 e sembra ripetersi ipnoticamente uguale a se stessa fino alla ripresa aReggio Emilia e Parma del 1986, per non aggiungere poi più nulla, se non auto-citazioni. Questo è in generale il destino di Rota compositore: nell’assoluta as-senza di un percorso analitico, la nostra conoscenza è basata sugli aneddoti,sulle interviste, sui ricordi e qualche recensione. Non entra più in questa discus-sione il fatto che Nino Rota sia noto principalmente per le sue tante colonne so-nore cinematografiche: la produzione non filmica del compositore s’intreccia cosìfortemente e volutamente con quella produzione da impedire ogni rigida cate-gorizzazione. Ma anche così, non si avanza di molto nelle nostre conoscenze.Una ragione di questa assenza di studi può derivare dal timore da parte degli stu-diosi di impaludarsi nelle più insidiose sabbie mobili: il miraggio di poter orga-

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nizzare in maniera sistematica la struttura musicale delle composizioni di Rota se-guendone stili, modelli, plagi, autoplagi e citazioni, senza poterne spiegare icomportamenti se non come ironia e dissacrazione.Il nostro cannocchiale aristotelico, puntato sul Cappello di paglia di Firenze, sipropone di interpretarne alcuni segni come indizi di un eventuale metodo com-positivo o, più azzardatamente, di possibili motivazioni e aspettative dell’autoree di chi gli era intorno. Sulle origini del Cappello di paglia di Firenze, infatti, sap-piamo pochissimo e anche la consueta aneddotica è stranamente assente: eppuresi tratta della composizione non filmica più famosa e più spesso rappresentata diNino Rota. Cominciamo a riassumere quel che si conosce.Verso il 1945, secondo quanto raccontato dallo stesso Rota a Guido Vergani, ilcompositore aveva già completato la partitura del Cappello di paglia di Firenze,avendola fatta ascoltare al pianoforte al maestro Cuccia: quando questi, diecianni dopo, divenne sovrintendente del Teatro Massimo di Palermo, si ricordò diquell’ascolto che evidentemente lo aveva colpito favorevolmente e inserì l’operanel cartellone del teatro, ricorda il compositore, “senza avvisarmi”1. La stesuraoriginale, secondo De Santi, deve essere avvenuta nelle due estati del 1944 e del1945, a Torre a Mare (placido borgo marinaro a sud di Bari, sede estiva predilettada Rota e dalla cerchia dei suoi più intimi amici baresi)2. Ma ancora non è chiaroa quale scopo Nino Rota, con l’aiuto della madre Ernesta Rinaldi, abbia deciso ditradurre e adattare il testo di un vaudeville ottocentesco reso assai celebre da unatrasposizione nel cinema muto di René Clair (1927), trasformandolo nel librettodi un’opera comica per la quale non risulta alcuna committenza. Si può com-prendere la scelta del soggetto fantastico di Ariodante per il Teatro Regio di Parmanel 1942 e di quello tragico di Torquemada, opera scritta nel 1943 e non eseguita:in entrambi i casi si era nel culmine della tragedia bellica in Italia, alla quale Rotareagiva con due strade antitetiche, la fuga nel sogno ariostesco nel primo caso,l’asfissiante oppressione del dramma dell’Inquisizione nell’altro. Forse Il cappellodi paglia di Firenze potrebbe aver risentito dei benefici effetti dell’uscita della Pu-glia dalla linea di guerra, nel 1943, con l’occupazione alleata che, peraltro, avevatrasformato i teatri di Bari in sale di avanspettacolo per il divertimento delletruppe. In tutti i casi la scelta del testo di Eugène-Marin Labiche, presentato conla collaborazione di Marc-Antoine-Amédée Michel a Parigi nel 1851, non fu casualee non restò isolata: nel 1950 Rota tornò a rielaborare un soggetto di Labiche, LesDeux timides del 1860, che divenne l’atto unico I due timidi su libretto di SusoCecchi D’Amico3. Chi era Labiche?In una autobiografia di poche decine di righe, inviata a un quotidiano pariginopoco prima della morte avvenuta nel 1888, Eugène Labiche, nato a Parigi nel1815, riassumeva la sua fortunata carriera teatrale in poche frasi: aveva debut-tato nel 1838 al Palais-Royal dove era stato allestito anche il suo ultimo spetta-colo, nel 1877. Un Chapeau de paille d’Italie, rappresentato per la prima volta a

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Dinko Fabris

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successivi quarant’anni alla ironica e spesso impietosa descrizione della vita quo-tidiana della borghesia del suo tempo. Un Chapeau de paille d’Italie fu il suo primogrande successo, attribuito dai contemporanei alla novità assoluta del parossismoritmico del succedersi degli avvenimenti in una sola ‘folle giornata’. Divenutoricco e famoso, negli anni successivi continuò a produrre decine di commedie evaudevilles di successo, mentre personalmente concentrava i suoi interessi sullacampagna e la letteratura: divenuto sindaco di Sauvigny, resistette all’occupa-zione prussiana del 1870 e dieci anni più tardi fu nominato Accademico di Fran-cia. Il successo delle pièces teatrali di Labiche, sopravvissute alla morte dell’autorefin addentro al Novecento, e presentate ripetutamente anche in Italia da diversecompagnie perfino dopo la seconda guerra mondiale, non può spiegare l’interesse

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Parigi nel 1851, fu definito da Sarcey “una rivoluzione nel vaudeville”, per il suoritmo indiavolato e la freschezza delle situazioni narrate. Autore di centinaia dilavori teatrali (“plus de 300” secondo Thibaudet), Labiche aveva sviluppato unaforma di mancanza di sicurezza e autostima per cui si avvaleva quasi sempre dicollaboratori che in realtà svolgevano un ruolo marginale nella elaborazione di untesto, quello di correggere ed eventualmente adattare una pièce (abitudine quasimaniacale che richiama fortemente quella di Nino Rota di comporre sempre conqualcuno al suo fianco, pronto a giudicare le sue improvvisazioni). A Marc Michel(1812-1868) toccò l’incarico di supervisionare Un Chapeau de paille d’Italie, unodei più fortunati e più rappresentati vaudevilles di Labiche. Ottenuta una posi-zione agiata grazie a un conveniente matrimonio, Eugène Labiche si dedicò nei

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Tra la composizione, nell’oasi di Torre a Mare, dell’opera Torquemada e la stesuradel Cappello di paglia, Rota si era trovato bloccato con la madre a Roma nel mo-mento più tragico che precedette la liberazione alleata, tanto da allarmare i suoicolleghi al Liceo Musicale di Bari (dove Rota insegnava armonia dal 1939). Inquel periodo di forzato isolamento a Roma, Rota ebbe comunque la possibilitàdi lavorare con intensa energia alla musica di un film e di uno spettacolo tea-trale. Il film era il già citato Birichino di papà di Matarazzo, dalla trama esile econvenzionale e destinato a un immediato oblio; lo spettacolo invece era unarivista di avanspettacolo intitolata Il suo cavallo, concepita con grande corag-gio e intelligenza dalla coppia Castellani e Steno con un cast di prim’ordine e lecoreografie di Milloss, che si trasformò in un clamoroso fiasco. Deluso dall’ac-coglienza di questi lavori e anticipando un procedimento che fu poi costantenella sua produzione artistica, Rota decise di riutilizzare in veste a lui più con-geniale e per propria soddisfazione la maggior parte delle melodie che avevaprofuso nelle rispettive colonne sonore ed è forse per questo motivo che nacqueIl cappello di paglia di Firenze. Sappiamo infatti che nel 1947 il compositore riu-tilizzò ancora una sua partitura per un film del 1943, La donna della montagnadi Castellani, nel primo tempo della sua Sinfonia sopra una canzone d’amore epoco dopo, con una disinvoltura degna di un compositore barocco, uno dei temiprincipali confluì ancora in una colonna sonora cinematografica, quella di TheGlass Mountain di Henry Cass (1950), suo primo successo internazionale10. Ri-cordiamo infine che dalla Sinfonia sopra una canzone d’amore sono tratti anchei temi principali del Gattopardo di Visconti. La serie di rimandi è intricata, ecoinvolge la delicata questione dei confini tra autoimprestiti, citazioni e palesiquanto involontari plagi11.Tutti questi elementi devono essere tenuti presenti per inquadrare il caso del Cap-pello di paglia. Alcuni indizi ci inducono a credere che il manoscritto compostoa Torre a Mare subito dopo la guerra abbia subito numerose e importanti modifi-che prima di essere presentato al pubblico di Palermo nell’aprile 1955. Lo prova,ad esempio, l’inserimento nello stretto finale del Cappello di paglia del tema delloSceicco bianco, prima colonna sonora per Fellini, composta ben dopo il 1945 (ilfilm è del 1952). Ma soprattutto è interessante il processo di graduale trasfor-mazione della struttura del testo originale di Labiche in libretto d’opera, testi-moniato da documenti finora mai collezionati conservati nel Fondo Rota pressola Fondazione Cini di Venezia12. Tra le numerose versioni della partitura del Cap-pello di paglia di Firenze e del materiale connesso alle varie rappresentazioni ita-liane e straniere (libretti, recensioni, appunti), i seguenti documenti si presentanoparticolarmente significativi per la genesi e le successive trasformazioni del testo-spettacolo:

1. Correzioni, espunzioni e aggiunte manoscritte autografe di Nino Rota appostesu libretti editi da Ricordi, Milano 1955.2. Fogli aggiunti o separati contenenti varie e differenti versioni intermedie, per-

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di Rota per questo testo. Forse è più plausibile che il tramite sia stato offertodalla celebre versione cinematografica di uno dei più grandi registi del cinema,René Clair (pseudonimo di René-Lucien Chomette, nato a Parigi nel 1898). Que-sti realizzò a sua volta il suo primo grande successo professionale proprio con UnChapeau de palle d’Italie, nel 1927, e l’anno immediatamente successivo adattòuna seconda pièce di Labiche, Les Deux timides, che anche Rota avrebbe poi uti-lizzato. Se negli anni Cinquanta del Novecento, al momento della “prima” del-l’opera rotiana, la notorietà del Chapeau di Clair era ancora elevata, come si rilevain tutte le prime recensioni del Cappello, lo era molto di più nel momento in cuiil compositore si accingeva a musicare il testo di Labiche. E in quegli anni intornoal 1945 Nino Rota vantava già nel suo curriculum una dozzina d’anni di espe-rienza nella composizione di colonne sonore. Questa attività era infatti iniziata,quasi per caso, nel 1933 con la sonorizzazione di Treno popolare di Raffaello Ma-tarazzo. Chiamato dopo alcuni anni a collaborare stabilmente con la Lux Film, suinvito esplicito dei musicologi Fedele D’Amico e Guido Gatti, per lo stesso regi-sta realizzò poi le colonne sonore di Giorno di nozze (1942) e Il birichino di papà(1944), mentre avviava la sua stabile collaborazione con Renato Castellani (daZazà del 1942 a Sotto il sole di Roma del 1951) e con Mario Soldati (da Le mise-rie del signor Travet del 1946 ai tanti documentari e sceneggiati televisivi)4. Qual-che critico si è stupito della capacità di René Clair di esprimere in un film mutoi ritmi vorticosi della pièce di Labiche (peraltro carica di riferimenti espliciti agliinterventi musicali); considerando nel contempo la partitura di Rota - a metàdegli anni Quaranta - quasi profetica della futura vocazione del compositore di ce-lebri colonne sonore5. In realtà non sappiamo quanto la partitura originale, com-posta dieci anni prima dell’allestimento di Palermo, come più volte dichiaratodallo stesso compositore, corrispondesse alla versione definitiva stampata da Ri-cordi nel 1956. Tra le molte testimonianze dirette più volte citate nella scarna bi-bliografia critica esistente sul Cappello di paglia di Firenze, riportiamo qui diseguito il meno noto testo di una intervista a Nino Rota pubblicata in occasionedella ripresa al Teatro Verdi di Trieste del Cappello nel 19606:

Per quest’opera - ci diceva il maestro - mi sono valso anche della valente collabo-razione di mia madre (la compianta signora Ernesta)7. Non avevamo altro in menteche portare una nota di colore, una nota allegra nel teatro lirico, senza trascenderenel grottesco, o invadere il campo dell’operetta. Volevamo divertire, commentandola farsa con melodie orecchiabili e infondendovi uno spirito di sapore ottocentescocon un tantino di spregiudicatezza ‘boulevardière’, e ossigenare con l’operettisticadel nostro tempo. La trama stessa è divertentissima: ha tutti gli ingredienti ‘écla-tants’ di sicuro effetto comico.Quest’opera [...] la scrissi nel ‘45 e nel ‘54 [sic! aprile 1955] venne lanciata dal Mas-simo di Palermo. Alla Piccola Scala di Milano venne presentata per due anni di se-guito, poi alla Fenice di Venezia, a Bari e in altri massimi teatri...

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numerose trasformazioni non soltanto in occasione della prima rappresentazionedi Palermo, ma anche dopo che il testo e lo spartito per canto e pianoforte ven-nero pubblicati da Ricordi, rispettivamente nel 1955 e nel 1956. Tra i fogli in cuisi rimaneggiano le citate scene delle Modiste (Intermezzo prima di Atto II, poiprimo quadro dell’atto) e di casa Beaupertuis (Atto III, prime scene) si ricono-scono proposte autografe di Rota, proposte probabilmente di mano di ErnestaRota e infine una serie di integrazioni e soluzioni alternative proposte dalla sce-neggiatrice Suso Cecchi D’Amico13. L’impressione che si ricava dall’esame di que-sti rimaneggiamenti è che in un primo momento il libretto rispettasse molto piùda vicino le situazioni e le soluzioni del vaudeville originale di Labiche, forse se-guendo una delle traduzioni italiane da poco stampate (conosciamo le edizioni

lopiù successivamente espunte, di alcune scene chiave dell’opera: in particolarela scena delle Modiste e la scena in casa di Beaupertuis.3. Libretto con il nome “Strehler” sul frontespizio, probabilmente utilizzato dalregista per una delle due edizioni del Cappello da lui curate alla Piccola Scala diMilano nel 1958 e nel 1959.4. Indicazioni registiche in forma di disegni e abbozzi, con lettera di accompa-gnamento non firmata in francese, inviata da Parigi (a Rota?) da un regista poisostituito da altri: insieme con il materiale preparato fino ad allora, c’è l’auguriodi portare un giorno Il cappello di paglia di Firenze a Parigi.

Dall’esame di questo materiale risulta evidente che il libretto del Cappello ebbe

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gnato al pianoforte dal suocero Nonancourt, che crede di strimpellare per il ma-trimonio, con il coro rozzo di tutto il corteo nuziale. Non compare il vero cantanteitaliano atteso dalla Baronessa, che è dunque tutta invenzione efficacissirna deiRota. Nel libretto Ricordi del 1955, conservato nel Fondo Rota, il nome del mu-sicista atteso dalla Baronessa - pur trasformato già in violinista e non più tenore- è ancora Nisnardi, ma la mano di Nino Rota lo corregge in Minardi, nome cheresterà poi nella versione definitiva della partitura e che si presta assai più alsuono dei versi chiave di questo episodio:

FADINARD (a parte) (Se non dicevo d’esser Minardi /mi cacciavano via senza riguardi) (II, 5)

MINARDI (si mette a suonare) Io son Minardi / spero che non sia tardi (II, 10)

Il libretto del Cappello di paglia di Firenze sacrifica molti altri momenti sguaiata-mente comici e numerose situazioni apertamente musicali del vaudeville di Labi-che, ma soprattutto le pesanti allusioni erotiche che pervadono tutta la follegiornata di Fadinard e dei suoi invitati. Il testo di Nino ed Ernesta Rota è una ul-teriore riprova della predilezione per il candore infantile dell’atmosfera di sognodelicato che pervade un Ottocento idealizzato. Ricordiamo rapidamente qualisiano le principali caratteristiche di ispirazione stilistica nella struttura generaledell’opera:

0uvertureDi sole 66 battute, ‘provocatoriamente’ nella tonalità di do maggiore e Allegro,contiene i temi conduttori dei punti principali dell’opera. Il primo è la scala vor-ticosa di crome e semicrome ricavata dalla Cavatina di Rosina nel Barbiere di Si-viglia di Rossini. Poi accordi ritmicamente incalzanti. Infine tema del corteonuziale (“Tutta Parigi noi giriam”).

Atto I1. In casa di Fadinard, il dialogo tra Felice (cameriere) e Vézinet (zio sordo), ri-produce la serie di equivoci tipici della commedia dell’arte filtrata attraversol’opera comica settecentesca. L’atmosfera sonora evoca l’Ottocento francese e inparticolare Offenbach. In Labiche compare anche la cameriera di Beaupertuis chein Rota manca anche nell’Atto III.2. Fa il suo ingresso il protagonista, Fadinard (in Labiche è descritto come un gio-vane borghese di 25 anni) che manifesta emozioni contrastanti per l’imminentematrimonio e per il curioso episodio del cappello di paglia mangiato dal suo ca-vallo, che innesca tutta la vicenda.3. L’aria di Fadinard sulle gioie del matrimonio è a metà strada tra lo stile comico diRossini e i picchi lirici e sognanti di Puccini. Da notare il ricorrere di un vocabola-rio ingenuo e infantile, tipico rotiano: “mogliettina”, “mia sposa gentil/ quasi april”,“porcospino, suocero mio”, “nido... lindo e fresco come lei”, “amor... mattin”.

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apparse a Torino nel 1951, a cura di V. Guerriero e a Roma nel 1953, a cura di F.Savio, ma è possibile che i Rota ne avessero utilizzato anche una più antica oforse una edizione in francese). I fogli aggiunti di mano di Nino Rota, per esem-pio, riportano l’inizio dell’Atto II ancora come esso è presentato da Labiche: ilpromesso sposo Fadinard, nella sua ricerca affannosa del cappello di paglia ita-liano, entra trafelato in un ‘salon de modiste’ e qui s’imbatte in Clara, sua re-cente fidanzata abbandonata senza spiegazioni, che gli chiede ragioni e, conipocrisia tutta borghese, l’antieroe le promette prima di portarla a cena (nellaserata delle sue nozze con Elena!) e poi addirittura di sposarla in cambio del so-spirato cappello. Questa situazione in Labiche si protrae per diverse scene del-l’Atto II, con intervento di altri personaggi e addirittura irruzione del corteonuziale nel negozio. Nell’abbozzo di Rota invece la scena si conclude in due pa-gine dopo un breve dialogo con le parole di Fadinard: “A Passy? A Passy! Amore!(bacia Clara)”. Questa situazione pesantemente immorale, sia pur in chiave co-mica, forse non piacque alla madre di Nino, Ernesta Rota o non fu ritenuta ido-nea al nuovo spirito dell’opera da presentare a Palermo14. Nella versionedefinitiva tutto viene riportato a un informale dialogo tra Fadinard e un’anonimaModista a lui ignota, concludendosi con le parole: “A Passy... a Passy! Angelo!(Fadinard abbraccia la Modista ed esce di corsa)”. Addirittura l’intera sezione èdivenuta un Intermezzo tra gli Atti I e II, anche per non interrompere la sfre-nata corsa per Parigi del corteo nuziale, momentaneamente rimasto fuori campo.Varianti significative intervengono soprattutto nelle due scene più comiche del-l’opera, l’esibizione musicale per la Baronessa di Champigny e la casa di Beau-pertuis con l’episodio dei piedi nella tinozza e dello scambio di scarpe effettuatodal suocero di Fadinard. Nel primo caso, dovremo ricordare che nell’originalefrancese di Labiche, già ricolmo di situazioni musicali esplicite, questo episodiocostituisce un condensato di tutto quel che rappresentava a Parigi la musicaitaliana nel 1851 (Atto III, scene 1-6): Fadinard è scambiato per il cantante dimoda, “le fameux Nisnardi de Bologne”, un tenore appena giunto a Parigi e giàcelebre. Il cugino della Baronessa, che ha non per caso il nome italiano di Achillede Rosalba, si entusiasma nel ricevere ‘un confrère’, essendo anch’egli dilettantedi musica. Nel grossolano equivoco Fadinard dapprima si stupisce di essere con-siderato un musicista e per di più italiano, poi cerca di stare al gioco mentre laBaronessa esalta la musica italiana:

BARONESSA Convenez que c’est une belle chose que la musique!...FADINARD Ne m’en parlez pas! La musique! La musique! La musique!...BARONESSA Pourquoi ne faites vous pas travailler Rossini, vous?...

Qu’est ce que vous pensez d’Alboni?...Saluez, voici, le fameux Nisnardi...Rival do grand Rubini... le rossignol de Bologne

E nel finale assurdo della scena, Labiche fa cantare davvero ‘Fadinardi’ accompa-

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7. Fa la sua prima apparizione il chiassoso corteo nuziale che accompagnerà il pro-tagonista per tutta la folle giornata sul tema, anticipato dalla Ouverture, “TuttaParigi noi giriam”.8. Anaide, personaggio ambiguo perché fortemente indiziata di tradire il maritoBeaupertuis col militare Emilio, canta nello stile di Desdemona come se difen-desse la sua onestà.

Intermezzo (in realtà Atto II, scene 1-2)Il coro delle modiste che intonano virtuosisticamente la stessa scala vorticosadella Ouverture, ricavata dalla Cavatina di Rosina del Barbiere rossiniano, creauno straordinario effetto sincopato nel passaggio da una all’altra voce. Manca del

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4. Il triangolo comico composto da Fadinard con la coppia degli amanti Emilio eAnaide, sopraggiunta alla ricerca del distruttore del cappello, da cui esigono larisoluzione della faccenda, è una tipica situazione musicale rossiniana.5. Il suocero Nonancourt si presenta con le stesse parole di Labiche: “Tutto amonte!” e con il realismo-nonsense della comicità rossiniana: le scarpe di vernicesono strette e lui le toglie continuamente.6. Il primo incontro da soli dei promessi sposi, Fadinard ed Elena, è caratteriz-zato con frasi tipo “estasi d’amore” e atmosfere musicali alla Walt Disney (Cene-rentola, Biancaneve)15, ma anche vicine al duetto d’amore nel finale dell’Atto Idell’Otello di Verdi (si vedano, per esempio, le battute prima di 560, con croma-tismi e modulazioni a catena).

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nale rossiniano (Italiana in Algeri), è snocciolato da tutti i protagonisti e si mi-schia poi col tema del corteo.

Intermezzo tra gli Atti III e IVUna introduzione strumentale di sole 8 battute descrive, lenta e asmatica, lastanchezza dei protagonisti che si avviano verso la vera casa degli sposi. Cadonole prime gocce di pioggia del prossimo temporale e tutti aprono gli ombrelli.

Atto IV1. Situazione di attesa con guardie e drappelli, e perfino l’indicazione in parti-tura di “campane di orologio”.2. Temporale, esattamente come in un’opera di Rossini e nella stessa posizionestrategica, pur essendo piuttosto verdiano nel risultato sonoro. Il tema del cor-teo è esposto dalla tromba e mostra inaspettate anticipazioni del futuro temaprincipale di La strada.3-5. Situazione di attesa e in lenta progressione. Elena è ancora dubbiosa ma de-cide di affidarsi allo sposo Fadinard che però tarda a comparire: il suo canto “Miocaro ben” è specularmente opposto al canto di Orfeo che cerca Euridice.6. Tutti stupiti all’ingresso di Fadinard e a sua volta questi sbalordito nel rico-noscere nel regalo dello zio Vézinet proprio il cappello di paglia che aveva cer-cato per tutta Parigi (“viva l’Italia!”).7-10. Quando sembra che tutto possa risolversi per il meglio, le guardie portanotutti in prigione: il coro maschile delle guardie è modellato sul Barbiere di Ros-sini. Si cerca una soluzione per salvare Anaide, poiché il marito si presenta a casadi Fadinard. Ancora frasi ingenue, da operetta (Emilio: “conosco il maresciallo”;Fadinard: “allor siamo a cavallo”).11. Confusione generale tra corteo incarcerato e guardie. Torna il tema sinco-pato, per accordi, della Ouverture iniziale. Anaide, ottenuto avventurosamente ilcappello da Fadinard, può affrontare il marito ed umiliarlo per i suoi sospetti in-fondati.12. Il suocero, appresa la vera storia, si compiace con Fadinard e per la primavolta inverte la sua frase ricorrente in “tutto a posto”. Il corteo liberato si esprimecon un testo davvero inelegante: “fuori siam dell’esecrabile prigione”. A questopunto i due sposi possono allontanarsi dagli altri (Sposi: “andiamo”; Corteo: “an-date”) e concedersi un duetto amoroso, ancora in stile Walt Disney. Bella voca-lità di Elena, sempre con abbellimenti e ghirigori come Biancaneve.Il duetto conclude in maniera leggera e con toni smorzati la vicenda16.

Quando l’opera andò in scena a Palermo per la prima volta, la madre Ernesta eramorta da poco e a lei, ‘musa ispiratrice’, Nino dedica la rappresentazione. La par-titura stampata da Ricordi è invece dedicata “a Guido M. Gatti”, uno degli ‘angelicustodi’ di cui Rota cercava di circondarsi costantemente. Non siamo d’accordocon chi ha visto nel Cappello di paglia di Firenze una struttura profeticamente ‘ci-

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tutto il personaggio della modista Clara che, nell’originale di Labiche, si svelacome ex amante di Fadinard e da questi ancora corteggiata per ottenere il cap-pello. Manca anche un personaggio secondario, Tardiveau, militare e ragioniere,commilitone del clarinettista Trouillebert, che alludono già alla scena finale dellagendarmeria.

Atto II1-6. Il fondamentale episodio della Baronessa di Champigny con lo scambio di Fa-dinard per il violinista italiano Minardi (in Labiche il tenore bolognese Misnardi,nome rimasto in versioni intermedie del testo di Rota). Situazioni sonore allusiveall’Italia da cartolina, evocata dalla Baronessa e dalle risposte comiche di Fadi-nard (terra di cappelli fatti per alimentare i cavalli). Valzer della Baronessa (an-ticipa quello celebre del Gattopardo). Preparazione del concerto: “Ecco a voi loStradivario che Tartini sol sonò” e richiesta del cappello da parte di Fadinard. At-mosfera sonora giocata ironicamente sul riferimento ai drammi di Puccini.7. Atmosfera improvvisamente cambiata per l’ingresso del suocero Nonancourtcon tutto il corteo nuziale che si abbuffa nella sala preparata dalla Baronessa pergli ospiti del concerto.8-9. Consegna del cappello sbagliato a Fadinard, crescita parossistica di tensioneed equivoci fino all’arrivo a sorpresa del vero Minardi che, a eliminare ogni equi-voco, si presenta suonando da virtuoso il violino. Da più parti si invoca l’inter-vento della polizia. In Labiche non compare il vero musicista (Misnardi) maFadinard e il suocero si esibiscono in un pietoso recital con il coro del corteounito in maniera chiassosa ai veri invitati della Baronessa.

Atto III1-6. Episodio in casa Beaupertuis, introdotto da 10 battute affidate ai soli fiatidell’orchestra (fagotti, clarinetti e altri strumenti in tessitura bassa, situazionetipicamente felliniana). Il padrone di casa con i piedi in una bacinella, mentreentra Fadinard, crea un effetto comico irrefrenabile. Mentre in Labiche comparela cameriera con un nome, Virginia, che dialoga con il padrone, in Rota mancacome la sua padrona. Grottesco contrasto con la musica dal ritmo quasi di mar-cia funebre da paese, che accompagna la curva psicologica di Beaupertuis, comeOtello, sospeso tra sospetti, gelosia e illusioni. Fadinard, affannato per le scale,canta il tema sincopato della Ouverture iniziale sulle parole staccate: “Gra-zietan-to un po’ d’a-cqua”. Equivoco delle scarpe scambiate dal suocero Nonancourt.Le donne del corteo nuziale si presentano con corone di fiori cantando porzionidel tema. Elena, credendosi nella nuova casa, si prepara per la notte ma esita adistaccarsi dal padre: abbellimenti vocali come per le protagoniste rossiniane(Rosina, Cenerentola).7-8. Equivoco del racconto della signora col militare e il cappello mangiato dalcavallo, che convince Beaupertuis che la moglie lo tradisce. Tutti escono dallacasa rendendosi conto che non è quella giusta: “Io casco dalle nuvole”, tipico fi-

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NOTE1. Guido Vergani, Intervista a Nino Rota (1978), inedito parzialmente cit. in Pier Marco DeSanti, La musica di Nino Rota, Laterza, Bari 1983, p. 58.2. Ibid.: secondo questo autore l’opera fu composta “per divertimento - come diceva Rota- e per il gusto di cimentarsi in ‘un’opera buffa, comica, quasi operettistica’”. Sul rifugiodi Torre a Mare si veda Dinko Fabris (a cura di), Nino Rota compositore del nostro tempo,Istituzione Concertistica Orchestrale della Provincia di Bari, Bari 1987, pp. 21-23.3. Molto ci sarebbe da dire sulle affinità o le complementarità del testo dei Due timidi(1950) rispetto al Cappello di paglia di Firenze. Non può sfuggire la circostanza per cui en-trambi sono vaudevilles di Labiche trasformati in capolavori cinematografici senza sonoroda René Clair, e poi recuperati a distanza di pochi anni l’uno dall’altro da Nino Rota. In-

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nematografica’ di Rota, anche perché la sua coautrice e dedicataria, la madre Er-nesta, non avrebbe tollerato alcuno scadimento in quella che allora consideravauna occupazione necessaria dal punto di vista economico, ma non onorifica17.Del resto lo stesso Níno Rota dichiarava a Trieste in occasione della ripresa delCappello nel 196018:

... Abbiamo avuto spontanea l’idea di chiedergli quali dei due lavori preferisce: tea-tro o cinerna. È naturale - ci ha risposto il maestro - che la mia predilezione vadaall’opera lirica. Nei film bisogna ascoltare i registi, nell’opera solo se stessi...

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Rota di far rappresentare Il cappello di paglia in Svezia già nel 1946: “[Ninoj Fa copiare ilCappello per spedirlo a un direttore d’orchestra a Stoccolma. Gli costerà un patrimonio”(Milano, 17 luglio 1946, p. 34).8. Fabris (a cura di), Nino Rota compositore del nostro tempo, cit., p. 23, lettera del di-rettore del Liceo Musicale “Piccinni” di Bari, Pasquale La Rotella, “Al Maestro Nino Rota,Albergo Dragoni, Roma” in data 12 luglio 1944: “Caro Rota, non puoi credere quanto gra-dita mi sia giunta la tua lettera da Roma, dopo essere stato per lungo tempo non pocopreoccupato per la tua sorte, privo com’ero di qualsiasi tua notizia. Noi tutti del Liceo ab-biamo molto spesso pensato a te, e dopo la liberazione di Roma si sperava di vederti daun momento all’altro ritornato fra noi [...] finalmente abbiamo potuto apprendere leprime notizie buone di te e della tua cara mamma. Quanti sacrifici, vero? Che tragedia!Ma sapremo certamente riprenderci, e intanto, possiamo ringraziare il Signore che ci haserbati in vita [...]”.9. De Santi, La musica di Nino Rota, cit., pp. 41-46.10. La trama del film si presta particolarmente al gioco di rimandi col mondo della musicaclassica cui appartiene Rota: il protagonista, un ex soldato inglese, compone un’opera in-titolata The Glass Mountain come ricordo della felicità conosciuta nelle montagne italianedurante la guerra, ma quando l’opera sta per essere rappresentata alla Fenice di Venezia,l’aereo dove viaggia per raggiungerlo la sua compagna da Londra si schianta proprio sullaMontagna di cristallo.11. Nino Rota fu spesso accusato dai critici di utilizzare con troppa nonchalance citazioniletterali dai suoi ‘modelli’ ottocenteschi. e in alcuni casi di avere effettuato plagi che fu-rono provati come assolutamente involontari. Si pensi alla dolorosa vicenda della musicaper Il padrino (1972) che fu esclusa dall’Oscar perché ricavata da un’altra colonna sonoradello stesso Rota, Fortunella, e subì anche un processo per plagio, del tutto infondato; laconsolazione venne dal Padrino - parte II (1974), che valse a Rota il Premio Oscar (cfr.Paolo Fragapane, Un preteso plagio di Nino Rota, in La musica allo specchio dell’oratione.Saggi intorno alla musica e alla lingua, Suvini Zerboní, Milano 1988, pp. 9-16). Sul metodocompositivo ‘onnivoro’ di Níno Rota si veda Dinko Fabris, La musica non filmica di NinoRota: ipotesi di catalogo, in Musica senza aggettivi. Studi per Fedele D’Amico, a cura diAgostino Ziino, Olschki, Firenze 1991, II, p. 717 (e nota 31); inoltre Giordano Montecchi,“Rota, Nino”, voce in The New Grove Dictionary of Music and Musicians, seconda ed. rive-duta ed ampliata, a cura di S. Sadie, MacMillan, London 2001, XXI, p. 778.12. Il Fondo Nino Rota, voluto dalla famiglia Rota-Blanchacrt, è affidato alle cure di Fran-cesco Lombardi con la collaborazione, tra gli altri, di Nicola Scardicchio per la parte mu-sicale. Ringrazio calorosamente i curatori per i tanti suggerimenti e in particolare ilprofessor Giovanni Morelli, responsabile della sezione musica della Fondazione Cini, peravermi consentito di ottenere la riproduzione dei documenti e delle recensioni riguardantiIl cappello di paglia di Firenze.13. Su uno dei fogli scritti da questa terza mano, infatti, si legge un messaggio personale:“Caro Pampero [?] io sarei per questa costruzione. Si concentri e ci pensi prima di bocciarla.Mi sembra necessario che avvenga sulla scena qualcosa e qualcosa di comico. Saluti Suso”.Nella scena in oggetto (Atto II, scena 8, palazzo della Baronessa di Champigny) si sug-

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fine il libretto dei Due timidi di Rota fu approntato da Suso Cecchi D’Amico, che come in-dichiamo in questo saggio contribuì anche alla stesura del libretto del Cappello di pagliadi Firenze.4. De Santi, La musica di Nino Rota cit., pp. 33-47.5. “... Questo cappello da cui sortono uno dietro l’altro i casi straordinari a sì serrato ritmoda meravigliare che il cinema prima della musica abbia pensato a farlo proprio. Nel 1927René Clair ne trasse infatti un film muto. E chi ancora ricordi questo per averlo visto al-lora o in qualche retrospettiva, meglio misurerà il nuovo della versione lirica. Com’è noto,Nino Rota è anche uno dei migliori fra i nostri compositori cinematografici: esperienza omeglio vocazione (giacché l’opera fu concepita tra il 1945 e il 1946, quando pochi eranoi suoi film) di cui è avvertibile la traccia nel dosaggio delle scene, nell’accortezza di ade-guare il passo della musica a quello della vicenda senza cadere in squilibri”. Testo di Emi-lia Zanetti nel programma di sala della “prima” di Palermo, Teatro Massimo, stagione lirica1954-1955.6. Aldo Priore, Il maestro Nino Rota a Trieste per la prima volta, in “II Piccolo sera”, 9 feb-braio 1960.7. Possiamo seguire la lunga gestazione del Cappello di paglia grazie alle lettere e ai fram-menti del diario di Ernesta Rota pubblicati recentemente dall’Archivio Nino Rota: France-sco Lombardi (a cura di), Fra Cinema e Musica del Novecento: il caso Nino Rota daidocumenti, 0lschki, Firenze 2000. La prima citazione è in una lettera di Nino Rota alla cu-gina Titina Rota del novembre 1945 da Torre a Mare: “... Il cappello di paglia è ancora allostesso punto. Spero di dargli una spinta qui, così come ad altre mie cose... sempre senzascopo pratico, perché mi sembra tutto così caotico in questi tempi” (p. 24); dal diario diErnesta: “Ieri, con Nino, abbiamo ripreso Il cappello di paglia di Firenze con indicibilecompiacimento. Qualche paginetta l’abbiamo messa giù...” (Roma, 22 gennaio 1946; “...Nino non mi molla mai con questa sua Opera...” (Roma, 1° febbraio 1946); “... Dopo, vo-lammo a casa [D’Amico] per ponzare un po’ sul nostro Cappello di paglia di Firenze, pelquale sono benemerita, perché non c’è parola e nota che non sia stata vagliata da me.Viene carino e gustoso all’estremo” (2 febbraio 1946); “Continuiamo con Nino l’allegra fa-tica del Cappello di paglia, che viene un capolavoro di festività e di letizia” (Torre a Mare,4 marzo 1946); “... ci mettemmo al piano e tirammo giù una scenetta del Cappello, che pro-cede più lieto e festoso che mai... Prudenzina [Giannelli], sempre intelligente, proponevaieri che Il cappello di paglia di Firenze fosse dato per il cinema: non è un’idea malvagia,perché oggi è il film che si impone e i mezzi di cui dispone il cinema sono superiori allepossibilità del Teatro Lirico: è vero che il soggetto è già stato filmato in America e altrove,ma che importa?” (Torre a Mare, 5 aprile 1946); “... Dopo andai da Nino, dove finalmente,abbiamo apposto la parola - Fine - all’ultima nota de Il cappello di paglia di Firenze. Datamemorabile: 27 aprile 1946, da incidere a caratteri indelebili nella storia della produzionemusicale di Nino...” (Torre a Mare, 28 aprile 1946, pp. 32-33). L’ultima testimonianza dellamadre, scomparsa prima di vedere allestita la loro creatura, è un’annotazione da Bari del6 febbraio 1947: “Finalmente ho potuto avere l’eccelsa carta da musica atta a copiare Ilcappello di paglia di Firenze. Ottimo papiro, di cui occorrono sessanta fogli pari a L. 1200”(p. 34). Questa copia era da mettere in relazione con un tentativo finora sconosciuto di

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BARONESSA DI CHAMPIGNY“Il celebre Minardi, io aspetto più tardi...”(Il cappello di paglia di Firenze, Atto II)

Il vaudeville, che vive della commistione complessa di cronaca e ironia, è unadelle forme della spettacolarità più irriducibilmente françaises ed ebbe forse lapersonalità più interessante proprio in Eugène Labiche, maestro di intrecci chefustigavano ridendo la scimunita arroganza della borghesia rampante. È una ve-xata quaestio tentare di stabilire se, come voleva Philippe Soupault1, testimonedelle avanguardie storiche e pioniere degli studi moderni sull’autore francese,egli fosse consapevole delle potenzialità eversive della propria opera o invece sefosse completamente ed esclusivamente avvinto, insieme ai suoi numerosi e in-tercambiabili collaboratori, alle ferree necessità della cucina teatrale. Ovviamente,nessun lavoro, per quanto astratto e legato a convenzioni, sta fuori dal ritmo delproprio tempo, se esso ha un qualche valore, e il repertorio dell’autore del Cha-peau de paille d’Italie dimostra fin da una prima lettura pungenti qualità di os-servazione. Difficile infatti scordarsi di certi incisi malvagi del Viaggio del signorPerrichon (che suona più o meno come “Pignatta” in antiche versioni italiane),scriteriato turista alpino che si espone a rischi impossibili e che annuncia cosíla decisione su chi tra i corteggiatori dovrà impalmare la figlia:

Badi che non cerco di sdebitarmi con lei... desidero rimanerle obbligato... perchésolo gli imbecilli non possono sopportare quel peso schiacciante che si chiama ri-conoscenza2.

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geriscono integrazioni per nulla consone al ritmo dei versi del libretto, con introduzioneaddirittura di un personaggio in più, la cameriera Clotilde. Nonostante la mano di NinoRota abbia ritoccato qua e là questa proposta di Suso Cecchi D’Amico, non resta alcunatraccia di tale suggerimento nel testo definitivo stampato da Ricordi del Cappello.14. In realtà esiste una versione differente della stessa scena di Fadinard e Clara di manoprobabilmente di Ernesta Rota, che proverebbe una serie di tentativi di adattare questopersonaggio all’opera musicale, prima di abbandonarlo.15. Tra gli appunti autografi di Nino Rota per la verifica degli inserimenti musicali nelprimo rullo di pellicola del film di Fellini Lo sceicco bianco (1952), troviamo ricorrentel’esplicito riferimento “Coro di bambini. Walt Disney”, “Coro di ragazzi. Walt Disney”, ecc.per indicare appunto atmosfere musicali sognanti e infantili. Cfr. riproduzione del mano-scritto in De Santi, La musica di Nino Rota, cit., p. 75.16. Rota ha recuperato per il duetto “Finita è l’avventura” la melodia “A lume di candela”dalla rivista Il suo cavallo (1944), che Mario Soldati aveva definito “la più bella melodiad’amore di Rota” (De Santi, La musica di Nino Rota, cit., p. 47).17. Nonostante l’apparente apertura a un’eventuale destinazione cinematografica del Cap-pello di paglia, ma per soli fini commerciali, suggerita da Prudenzina Giannelli, cit. allanota 7, nell’aprile 1946.18. Priore, Il maestro Nino Rota a Trieste, cit.

Per gentile concessione dell’Autore e del Teatro Regio di Torino

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IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE NELLA RETELoredana LipperiniNaturalmente l’opera di Nino Rota è presente in diverse versioni su YouTube. Peresempio in quella, rappresentata alla Scala, con Giovanni Furlanetto edElizabeth Norbert-Schulz: http://www.youtube.com/watch?v=D0dVelNhDcc.Più variegato il percorso della farsa di Eugène Labiche e Marc-Michel da cuil’opera è tratta, Un chapeau de paille d’Italie, che entrò rapidamente nelrepertorio italiano e venne assai corteggiata dal cinema.Nel 1928 il regista René Clair ne trasse un film muto, che a gennaio 2011 è statodotato di nuovo accompagnamento musicale ed è visibile on line:http://www.youtube.com/watch?v=0CzQgBwD6bU. Del film esiste anche unremake del 1944 diretto da Maurice Cammage, protagonista Fernandel.Qui un frammento: http://www.youtube.com/watch?v=OSRLT57aF6s.Per gli appassionati di Nino Rota e di cinema, impossibile, infine, tralasciare lavisione on line del finale di 8½ di Federico Fellini: http://www.youtube.com/watch?v=SdGrOjAQ_gs

LUCA SCARLINI

LA MECCANICADEL RISO

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Lo stesso vale per La Cagnotte, esilarante saga di un gruppo di provinciali che rom-pono il loro salvadanaio per una gita a Parigi di cui nessuno vuole confessare il veromotivo e che diventa occasione di una vera e propria epica della sfortuna, tra un ro-vescio e l’altro, fino all’esilarante multipla agnizione finale. Gian Renzo Morteo, nellaprefazione all’edizione italiana, puntualizza efficacemente una delle principali ca-ratteristiche di questo repertorio parlando di: “maschere borghesi, complesse, ma as-solutamente non personaggi o spunti di personaggi realistici”3.Vi è quindi in queste opere una vera passione per la meccanica del comico, eseguitacon inappuntabile precisione, secondo quanto Henri Bergson indagò con grande sot-tigliezza in Il riso; si tratta, in primo luogo, di una macchina che sfugge le lusinghedel sentimento, per celarlo nelle pieghe di uno scambio indemoniato di comunica-zioni spesso difettose (l’equivoco è elemento primario) e che, peraltro, spesso ba-ratta allegramente la verosimiglianza con il ritmo. Basti in tal senso prendere inesame proprio Un Chapeau de paille d’Italie, in cui il manesco Émile determina diforza la caccia al cappello mangiato dal cavallo, creando un pretesto che risulta in-fine difficilmente credibile fuori dall’indemoniata sequenza di gags. In sintesi,quindi, introducendo un parallelo visivo, il teatro di Labiche ha a che vedere non conle coeve vivide immagini di cortigiane di Costantin Guys, né con il vigoroso reali-smo di Honoré Daumier, ma piuttosto con l’inquietante gusto del dettaglio di Gran-dville, che trattava intrighi sociali e atti del mondo animale con la stessa pungentedisinvoltura. La ferrea osservanza delle regole di palcoscenico fa pensare quasi allacostruzione di un crescendo rossiniano, anche se Labiche non amava l’opera, cheaveva subíto in dosi massicce nel corso del suo giovanile Grand Tour e che sbertuc-ciava sovente, preferendo di gran lunga la musica popolare (e non disdegnando, al-l’occasione, di danzare una tarantella). Nei suoi Carnets de route italiani del 1834,egli parla più volte con ammirazione del San Carlo, ma liquida cosí l’esperienza me-lodrammatica: “danno I Normanni a Parigi [di Mercadante], è un’opera. Io dormo,malgrado le numerose pulci” e in seguito, in occasione di un nuovo itinerario nel1840, afferma, ancora più precisamente: “sono andato al San Carlo. Davvero un bel-lissimo teatro. Non credo che a Parigi abbiamo niente di paragonabile. Davano Lasposa fidanzata, musica di Pacini, ci hanno detto che era bella e abbiamo pensatodi andarci ad annoiare un po’. Mi ritrovo accanto a un appassionato italiano che micostringe ad ogni istante a esprimere la mia ammirazione dandomi colpi nelle co-stole, dicendomi Bello o Bella, a cui io rispondo con un Bellissima, Bellissimo. Vor-rei trovare un altro vicino meno fanatico per dormicchiare un po’, se mi viene lavoglia”4. Di questo atteggiamento fa fede proprio nel Cappello la macchietta del-l’esageratissimo tenore Nisnardi, talmente esagitato che possono tranquillamente ap-partenergli le richieste isteriche del cappello da parte di Fadinard, che viene d’altraparte interrogato più volte sugli esiti del mondo operistico dalla squinternata Ba-ronessa, che conclude la sua allegra disamina con un civettuolo: “perché non con-vince Rossini a tornare al lavoro?”5. Ciò non toglie, ovviamente, che, secondotradizione, tra una scena e l’altra compaiano anche qui i regolamentari couplets in-tesi a sottolineare e riassumere gli snodi della situazione. Peraltro, Labiche ebbe

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sempre interesse verso l’operetta e lavorò in questo ambito firmando titoli talvoltafortunati, in genere presentati ai Bouffes Parisiens, come L’Omelette à la Follembu-che (1859) su musica di Léo Delibes o Le Voyage en Chine firmato da François Em-manuel e Victor Bazin (1865). L’affinità con Jacques Offenbach, d’altra parte, eraovvia e tra i due esisté effettivamente un bizzarro legame, in cui, peraltro, il com-positore alsaziano si trovò talvolta perfino a fare da ‘agente’ per il drammaturgo, inmerito a certe traduzioni in tedesco; eppure il progetto più articolato, che avrebbedovuto siglare una collaborazione importante tra i due, tenacemente voluto dal di-rettore del Théâtre de Varietés, si trasformò a poco a poco in una pièce tout courtescludendo la musica e divenne Les Trente millions de Gladiator. I lavori di Labichehanno comunque goduto di una continuativa tradizione in musica e lo dimostrano,ad esempio, Le nozze in prigione, che Emilio Usiglio trasse dal lavoro omonimo sulibretto di Zanardini (1881) o le operette (che hanno avuto una certa popolarità inFrancia) che Guy Lafarge ha tratto da Il cappello (1966) e da La Cagnotte (1983) oancora Le Roi Amatibou di Hervé (1968). In tutto il dorato quanto effimero mondodel vaudeville, Labiche fu tra i pochi a non essere rapidamente accantonato e glitoccò perfino l’onore di vedere raccolte tutte le sue numerose opere per i tipi diCalmann Lévy e nel 1880 di essere infine nominato, per volontà di due insospetta-bili come Ernest Renan e Hyppolite Taine, accademico di Francia, ‘mestiere’ chesvolse con l’ironia sua solita. Di fatto la sua ricezione, con alti e bassi, non si è maiinterrotta; d’altra parte Dada e Surrealismo potevano ben trovare in queste pièceselementi di loro interesse: un mondo sottosopra, una lingua ridotta sovente a sber-leffo o infine in certi casi a mero rumore, un modo di agire automatico, tutti que-gli elementi, in una parola, che faranno parte dei propositi e degli interessi principalidelle avanguardie storiche e che da noi determinarono l’adozione ammirata della fu-ribonda comicità petroliniana da parte dei futuristi. Un vento che fa ridiventare La-biche di stretta attualità è quindi senz’altro da individuarsi nel dittico Un Chapeaude paille d’Italie - Les Deux timides, firmati da un René Clair in stato di grazia, ri-spettivamente nel 1927 e nel 1928. Il primo film nacque da un suggerimento diMarcel L’Herbier ed è segnato da una scelta decisamente marionettistica, con cin-que teatrini (casa della sposa, casa dello sposo, strada davanti alla casa dello sposo,luogo della cerimonia, casa di Beaupertuis) che collassano progressivamente gli uninegli altri, mentre il secondo (accusato curiosamente da alcuni critici di “eccesso dipsicologia”), rivisita ancor più liberamente il canovaccio labichiano, con esiti no-tevolissimi (e potendo contare, come nel primo titolo, su uno strepitoso cast di at-tori). Il successo di questi lavori è enorme e l’effetto che si produce è a catena: aNew York, nel fulcro delle attività genialmente innovative del Federal Theatre Pro-ject, sepolto rapidamente dalle brucianti accuse di ‘antiamericanismo’ (ovvero inpiù chiare parole di ‘comunismo’), trionfò Horse eats Hat, revisione sintetica deltesto labichiano presentata nel 1936 su adattamento di Orson Welles (anche in scenacon Joseph Cotten) ed Edwin Denby, decisamente ispirata al film di Clair, con unascenografia in cui l’immaginario americano su Parigi veniva passato a fil di spada,tra un couplet surreale e l’altro, sullo sfondo delle incantevoli ‘musiche d’uso’ al-

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trettanto ironiche e straniate di Paul Bowles. L’esito della produzione fu così feliceda determinare lo stesso anno perfino una derivazione nella sezione per ragazzi delprogetto, l’incantevole Horse Play di Dorothy Hailparn, realizzata dalla Negro Unit.Dalla prima alla seconda avanguardia il passo è breve e, quindi, nel clima del tea-tro di anticivilizzazione esploso negli anni Cinquanta, che vedrà il trionfo di EugèneIonesco e della sua Cantatrice Labiche torna di nuovo in azione e le sue pièces sonoproposte come quelle di un antenato di riguardo, citato sovente anche quando esplo-deranno, alla metà degli anni Sessanta, gli spettacolari e crudelissimi fuochi di ar-tificio del repertorio di Witold Gombrowicz (e basti pensare in tal senso alprogrammatico Operetta).In Italia la dinamica è senz’altro più ristretta: Labiche non è mai entrato stabil-mente a far parte del repertorio corrente, anche se ci sono state varie edizioni deitesti maggiori, che restano sempre gettonati in ambito filodrammatico. Eppure inomi coinvolti sono interessanti e, limitandoci solo al Cappello, tra di essi vanno ci-tati almeno Virgilio Talli, tra i fondatori della regia in Italia (1913), Antonio Gan-dusio (1923), insieme a Ettore Giannini che nel 1942 firmò una fortunata versionecon Luigi Cimara ed Evi Maltagliati. Nel dopoguerra sono da citare la celebre edizionein chiave ‘chagalliana’ del Teatro Stabile di Torino nel 1959 per la regia di Gian-franco De Bosio, con le scene di Raymond Peynet e protagonisti Giustino Durano eLaura Solari e più recentemente le versioni in forma di saggio della Civica Scuolad’Arte Drammatica Paolo Grassi di Milano (1981) per la regia di Massimo Navone,quelle tradizionali di Nucci Ladogana (1981) e di Carlo Alighiero (1987) e infineVoilà Labiche, adattamento musicale di Filippo Crivelli per il Teatro della Tosse(1995), cui vanno aggiunte sporadiche presenze di compagnie francesi in tournée.L’intervento rotiano è quindi il contributo originale maggiore alla ricezione labi-chiana in Italia e il compositore, seguendo da vicino Clair, musicò nel 1950 anche Idue timidi, un progetto originariamente concepito per la radio su libretto di SusoCecchi D’Amico, ribadendo un’evidente consanguineità con l’autore francese. Anchetroppo nota è la genesi del Cappello, scritto insieme alla madre Ernesta, lasciato eripreso più volte fino alla “prima” a Palermo del 1955 e alla seguente trionfanteversione strehleriana alla Piccola Scala nel 1958. La ricezione rotiana, anche nelmomento attuale di ampio e analitico recupero delle pagine non cinematografiche,ha teso comunque ad avallare un’immagine ‘disimpegnata’ del musicista, in cui illemma definitorio principalmente utilizzato è ‘candore’6, a significare, secondo le pa-role di Paolo Isotta che si trattava di un genio ‘naturale’ capitato fuori tempo mas-simo, per cui “questo musicienissime cadde in un mondo che gli poneva innanzi unlinguaggio musicale usurato per interna lisi”7. Senz’altro l’angelismo non è una ca-tegoria critica troppo convincente, e anzi qualche volta sembra quasi indurre il so-spetto di una volontà liquidatoria, più calzante risulta quindi l’opzione ‘mercuriale’avanzata da Quirino Principe, che mutua un concetto caro a Giannotto Bastianelli,per indicare, semplicemente, “una materia non classicamente marmorea o aerea e co-munque a proprio agio nel proprio spazio, né tragica né messa a nudo, ma insiemeraffinata, ironica e malinconica, non senza venature di perfido sarcasmo”8. E anzi,

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come notava Marzio Pieri, “naturale che non si tratta di operazione ingenuissima.Per più esperti palati si può eccepire, semmai, che ingenua, alla fine, risulta la noningenuità dell’operazione”9. Finora peraltro, venendo meno lo ‘scandalo’ per la me-lodia scattato in altri tempi nelle analisi del Cappello di paglia, titolo ormai indi-scusso e che va incontro a una fortuna sempre più ampia in tutta Europa, è mancatauna verifica del know-how drammaturgico rotiano, ad eccezione del conteggio dellecitazioni e degli autoimprestiti in partitura. È evidente, infatti, nella sua produzioneun’esplicita e sorprendente consapevolezza delle regole del vaudeville, che deriva dauna lunga frequentazione, in differenti forme, del palcoscenico. Vale la pena di ri-cordare, in primo luogo, che nel notevole entourage familiare in cui il musicistacrebbe, era presente una delle maggiori personalità della scenografia tra le dueguerre in Italia, la cugina Titina Rota, artefice di un immaginario squisitamentedéco, che collaborò con alcuni dei maggiori artefici della regia: tra cui NemirovicDancenko (Il giardino dei ciliegi) e soprattutto Max Reinhardt, di cui firmò i magni-fici Sogno di una notte di mezza estate (Firenze, 1933) e nel 1934 lo spettacolareMercante di Venezia, messo in scena nella città lagunare a Campo San Trovaso. Pe-raltro la collaborazione di Rota con la madre Ernesta, che dà vita a un libretto daltaglio sicuro, in cui non poche sono le varianti rispetto all’originale di Labiche, ri-porta la genesi di questo felice lavoro a quella consuetudine di ‘cultura di casa’,ormai scomparsa da gran tempo, di cui ci ha dato forse la più chiara illustrazioneNatalia Ginzburg in Lessico famigliare. Il cappello è quindi, in primo luogo, frutto di

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un sentire condiviso che si scontra, ovviamente, con un sistema delle arti che nelmomento in cui il lavoro venne presentato, puntava decisamente altrove, facendosì che alcuni lo vedessero solo come uno squisito quanto arretrato gioco citazioni-stico. Madre e figlio furono infatti insieme a Parigi nel 1923 per un viaggio, se-guente alla clamorosa esecuzione dell’oratorio L’infanzia di San Giovanni Battista aTurcoing, che ha importanza nella biografia del compositore e in cui avvenne tra l’al-tro anche il profetico incontro con la musica circense al Medrano, con tanto di ren-dez-vous con i celebri clown Fratellini10. Questa precoce relazione con la culturad’Oltralpe suscitò senz’altro un interesse continuativo, di cui sono prova tra l’altroil balletto-commedia Le Molière imaginaire (1976) concepito per Maurice Béjart e lasuite Rabelaisiana (1977) per canto e pianoforte. Rota non ha lasciato dichiarazioniprogrammatiche, né facevano intuire un percorso preciso le uniche due colonne so-nore realizzate per il teatro prima del Cappello, quelle per Bonaventura nell’isola deipappagalli di Sergio Tofano e per la rivista Il suo cavallo di Castellani, Steno e Lon-

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ganesi, rispettivamente nel 1936 e nel 1944, ma senz’altro la pertinenza del suo in-tervento in questo ambito trova una spiegazione ovvia proprio nella prima fase dellasua straordinaria carriera cinematografica, in cui si trovano i semi di un solidissimosapere drammaturgico. In un modo o nell’altro, i suoi esordi si dettero infatti sottol’egida della pièce bien faite, trionfante ancora nel cinema italiano tra le due guerre,in varie possibili accezioni. Ciò vale certamente per la smagliante partitura d’esor-dio per Treno popolare di Raffaello Matarazzo (1933), in cui il regista, sceneggiatoreinsieme a Gastone Bosio, accortissimo conoscitore di meccanismi teatrali, costruivauna moderna pochade intorno a una gita domenicale, ma ancora più precisi sono poii riferimenti al repertorio francese e italiano fin de siècle e valga, in tal senso, maanche con maggiore precisione, il lavoro su Zazà di Renato Castellani (1942), pienodi riferimenti alla tradizione operettistica, come anche Il birichino di papà (1943),di nuovo firmato da Matarazzo e, sia pure con elementi di maggiore drammaticità,Le miserie del signor Travet, che Mario Soldati (1946) aveva tratto dalla longeva

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commedia omonima di Vittorio Bersezio e da cui proviene non a caso, in chiave diautoparodia, l’aria di Beaupertuis all’inizio dell’Atto III. Al di là delle consuete leg-gende sulla ‘angelica svagatezza’ del compositore, in realtà proprio qui si trova esat-tamente il frutto di una consapevolezza scenica precisa, che va di pari passo allaconsumata abilità della scrittura musicale. Questo è il motivo primario per cui al Cap-pello rotiano è arriso (e in specie dopo la fortunata e longeva versione di Pier LuigiPizzi presentata per la prima volta a Reggio Emilia nel 1987) l’onore di unico titolocomico ‘d’autore’ del Novecento italiano a essere entrato stabilmente in repertorio,in subordine al meraviglioso Gianni Schicchi pucciniano (mentre diverso è il discorso,ovviamente, per La rondine). Proprio la consapevolezza sofisticata delle strutture,permette di superare l’impasse della relazione col moderno, che rimane d’ostacolo inSí di Pietro Mascagni, che resta una curiosità d’epoca come accade ai lavori in que-sto ambito di Ruggero Leoncavallo (ma alcuni titoli, come il fulminante La candi-data del 1915, dedicato a complesse problematiche di gender, riproposto perframmenti anni fa in modo esilarante da Michael Aspinall, forse meriterebbero un rie-same). Il copricapo rotiano è infatti tessuto di paglia postmoderna e si presta quindia interpretazioni di tipo diverso, conservando intatto, sia pure con le evidenti dif-ferenze (e in primo luogo quelle che concernono una più evidente propensione daparte del musicista agli aspetti sentimentali della vicenda, di cui si fa portavoce Fa-dinard nelle pause della sua ‘folle giornata’), il grano di pepe che Labiche inseriscenel micidiale disegno ‘chirurgico’ delle sue maschere sociali.

NOTEUn ringraziamento per le informazioni e i materiali fornitimi a: Luca Berni, Martina LombardiVergani, Paolo Maier, Anna Peyron - Centro Studi Teatro Stabile di Torino e, in particolare, Sil-via Rota Blanchaert, cui debbo informazioni preziose.1. Philippe Soupault, Eugène Labiche. Sa vie, son oeuvre, Mercure de France, Paris 1964.2. Eugène-Marin Labiche, Il viaggio del signor Perrichon, Rizzoli, Milano 1963, p. 93.3. Gian Renzo Morteo, Labiche e le sue maschere, in Eugène Labiche, La Cagnotte, Einaudi,Torino 1989, p. XVI.4. Eugène Labiche, Labiche en Italie. D’après ses carnets de route, a cura di Jean Lambert, Li-brairie José Corti, Paris 1988, le citazioni si trovano rispettivamente alle pp. 90 e 161.5. Eugène Labiche e Marc Michel, Un Chapeau de paille d’Italie, Flammarion, Paris 1979, p. 79.6. Basti citare il programmatico volume: Aa.Vv., Storia del candore. Studi in memoria di NinoRota nel ventesimo della scomparsa, a cura di Giovanni Morelli, Leo S. Olschki, Firenze 2001.7. Paolo Isotta, L’angelo spiritoso di Rota porta un cappello magico, in “Corriere della Sera“,17 gennaio 1998.8. Quirino Principe, Unicità di Nino Rota, in Nino Rota, La notte di un nevrastenico - Nonetto,La Bottega Discantica, Milano 1996, p. 6.9. Marzio Pieri, Per la discografia del “Cappello di paglia di Firenze”, in Aa.Vv., Il cappello dipaglia di Firenze. programma di sala, Grafiche Step Editrice, Parma 1987, p. 25.10. Cfr. Pier Marco De Santi, La musica di Nino Rota, Laterza, Bari 1983, pp. 17-18.

Per gentile concessione dell’Autore e del Teatro Regio di Torino

IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE / LA MECCANICA DEL RISO

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In un programma di sala del 2009 così scrivevo: “scomparso il 10 aprile 1979 -la data di questo concerto non è casuale -, Nino Rota rimane ancora oggi una fi-gura enigmatica, associata sovente al cinema italiano, degna di un’attenta er-meneutica, non ancora praticata, o almeno non ancora lapalissiana”.Nel luglio 2011, ed ancora una volta la data non è casuale, a ricordare il cente-nario della nascita (avvenuta a Milano il 3 dicembre 1911), Firenze ed il Teatrodel Maggio Musicale Fiorentino, in collaborazione con Maggio Formazione, pro-pongono uno dei titoli operistici più noti, ovvero Il cappello di paglia di Firenze,tratto da un soggetto ottocentesco - la commedia Un chapeau de paille d’Italiedel drammaturgo francese Eugène Labiche e di Marc Michel del 1851 -, che ilRota rielaborò con l’aiuto della madre, la celebre pianista Ernesta Rinaldi, co-au-trice del libretto.Sulla genesi di questa composizione poco si sa, e parrebbe persino mancare un

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FRANCESCA ZARDINI

DALLATAVOLOZZADI NINO ROTA

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Il clima borghese e spensierato della trama, che emerge dall’agitazione e dalla ne-vrosi dei protagonisti (Fadinard, giovane agitato; Nonacourt, ricco campagnolo;La baronessa Champigny; Elena, figlia di Nonancourt; Beaupertuis, marito diAnaide: il tenente Emilio; lo zio Vézinet; la modista, il bellimbusto, il violinista,etc.), dischiude ancor più la flessibilità e l’ampio ventaglio di situazioni ed umaneemozioni, cui l’autore poliedrico sa attingere: una tavolozza di colori e nuancesche si estende dai drammi più foschi e sublimi, più tristi e struggenti di tanticlown felliniani, alla sensualità di Anita Ekberg in La dolce vita, e arriva a deli-neare e caratterizzare nei minimi dettagli e con tratti incisivi caricature e mac-chiette ne Il cappello di paglia, senza ignorare la vena ironica di Oscar Wilde.I richiami a L’importanza di chiamarsi Ernesto sono forse il frutto di una sugge-stione, più che di una reale somiglianza, eppure il decoro descritto è simile -come simile potrebbe apparire la morale ne L’Importanza d’essere onesto -, sin-tomo comunque di un milieu affine fra Labiche (1815 - 1888) e Wilde (1854 -1900), poco adatto ad essere rappresentato nel 1945, nei mesi che seguirono lafine del secondo conflitto mondiale.Nel 1955 lo scenario italiano era mutato, il genere dell’evasione già sdoganatodal cinema e dalla televisione; la guerra pareva lontana ed il fermento degli anni‘50 poteva accogliere, accettare ed applaudire, come fece senza riserve, Il cap-pello di paglia.Rota poté dunque osare e proporlo a distanza di una decade dalla composizione,reduce nel 1954 da un Leone d’argento al Festival del Cinema di Venezia per lemusiche de La Strada.

Undici sono i titoli operistici pervenuti: il primo, composto nel 1926 - Nino Rotaaveva appena quindici anni -, è un’operina di appena quarantacinque minuti perbambini, Il Principe Porcaro, l’ultimo è Napoli milionaria, composta dal 1973 al1977; fra queste undici composizioni, scritte in un arco di tempo che supera i cin-quant’anni, Il cappello di paglia di Firenze è giudicato il vero capolavoro e l’operasenza dubbio più completa ed intrigante, dalla scrittura composita ed articolata,ma allo stesso tempo piacevole e popolare.Fra gli altri melodrammi, in gran parte dimenticati (dall’Ariodante composto dal1938 al 1940 a Torquemada del 1943, a I due timidi del 1950, a La scuola diguida del 1950, ed ancora Lo scoiattolo in gamba del 1959 o Aladino e la lam-pada magica del 1963-65, fino a La visita meravigliosa del 1965-1969), l’altro adessere talvolta rappresentato è La notte di un nevrastenico del 1959, che perònon godette della stessa fortuna, anzi scomparve al paragone con il capolavorodel 1945.

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abituale e ricco repertorio aneddotico tanto caro ai melomani, cui attingono so-vente anche i critici o gli storici.Appare chiaro però che la scrittura avvenne per diletto, per il gusto di cimen-tarsi in un divertissement disimpegnato, almeno per trama ed argomento. Il ri-sultato di questo lavoro a quattro mani e amabilmente ‘arrangiato in famiglia’,andato in scena per la prima volta il 21 aprile 1955 al Teatro Massimo di Palermo,è comunque una scrittura musicale e testuale ricca di citazioni ed alquanto so-fisticata, decisamente meno semplice e meno tormentata, più rassicurante emeno incline alla vena melanconica e struggente, che emerge in molte colonnesonore: un sigillo, il marchio della solitudine, che caratterizza tante musiche diNino Rota.Era il 1971, e dalla penna di Leonardo Pinzauti emergevano pochi tratti essen-ziali, più che mai autentici: “è rimasto il più strano e ostinato miscuglio di bra-vura e semplicità fra i musicisti italiani fra i sessant’anni, e soprattutto il piùcordiale e solitario”.

Il cappello di paglia di Firenze non presenta questo tratto distintivo, anzi, ognipossibile spiraglio che avrebbe potuto ricondurre a quella matrice ben nota, èstato coperto, occultato abilmente da un horror vacui, caricato di ritmi serrati econcitati, e dalla frenesia che anima tutti i personaggi, ansiosi e nevrastenici, allaricerca di un semplice cappello di paglia, ciascuno per scopi o fini diversi.La trama, inconsistente, è l’occasione frivola per cimentarsi in quello che lo stessotesto denuncia come una ‘farsa musicale in quattro atti’. Non siamo dunque difronte ad un grand-opéra, neppure ad un’operetta, sicuramente non ad un musi-cal, né tantomeno ad un recitar cantando, lontani dalle opere buffe di rossinianamemoria o da altri stereotipi del mondo del melodramma.Il genere è noto, ma è un’opera sui generis, rielaborata, secondo la pratica con-solidata di Nino Rota, che reinventa e sperimenta. Il risultato è originale e nonriconducibile a nessuna delle fonti tanto amate da Rota, dal Parsifal di Wagner,che vide diretto da Arturo Toscanini (che frequentò a Filadelfia dal 1930 al 1932),alle opere dell’amico e compagno di viaggi Igor Stravinskij, da Verdi, al quale siispirò per Il Gattopardo di Luchino Visconti (1963), all’amato Puccini.Anomalo, per il periodo storico nel quale scrive, è il ricorso alla tonalità, giudi-cata da taluni démodée, ma in realtà di grande attualità, soprattutto fattore im-prescindibile che decretò il successo dell’opera, ripresa successivamente nel 1956,nel 1957 e nel 1958 alla Piccola Scala di Milano, con la regia di Giorgio Strehlered ancora nel 1987 a Reggio Emilia con Pier Luigi Pizzi ed in numerose produ-zioni in Italia e all’estero.

Nino Rota è colto, ma non copia e neppure si lascia influenzare, trae ispirazioni,in continuazione ed in ogni dove, le fa sue per poi comporre qualcosa di di-verso, come diverse sono fra loro le più di trecento composizioni classiche checi ha lasciato.

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I docenti e gli allievi dei Corsi di Maggio Fiorentino Formazione lavoranoall’allestimento de Il cappello di paglia di Firenze, Firenze 2011

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guistica fra la monumentale opera di Wagner e il pubblico italiano senza tradurreil testo originale. I sopratitoli costituivano dunque una sorta di bussola per na-vigare, nell’arco di oltre cinque ore, attraverso le vicende narrate dalla musica edal canto.

A 25 anni da quel primo esperimento, che segnò in modo indelebile la prassidella fruizione teatrale nel nostro Paese e non solo, si può dire che il coraggiodi quanti promossero strumenti allora innovativi, propri del linguaggio audiovi-sivo, sia stato ampiamente premiato da un incontrastato (e crescente) successo.E nessuno ricorda più quel clima di sospetto che accompagnò il collaudo di unostrumento che il pubblico ormai non solo accetta bensì pretende.

Oggi il Teatro del Maggio Musicale Fiorentino si mette di nuovo in gioco, pro-muovendo per la prima volta un progetto della start-up OperaVoice attraverso ilquale intende approfondire ulteriormente la comprensione degli aspetti testualidel teatro musicale. Questa produzione del Cappello di paglia vedrà infatti inte-grata, al consueto servizio di sopratitoli monolingua, anche la possibilità di ri-cevere via wireless, attraverso dispositivi mobili di ultima generazione, unaversione multilingua di tali testi (limitata per ora all’italiano e all’inglese).

Si tratta di un servizio altamente innovativo che, sfruttando le risorse delle piùrecenti tecnologie della comunicazione, consente di raggiungere l’utenza in modosempre più differenziato: si pensi al pubblico internazionale (certo non a proprioagio con la consueta versione monolingua dei sopratitoli), a chi occupa posti vi-sivamente svantaggiati (lontani dal palcoscenico o laterali) oppure a chi è por-tatore di imparità sensoriali (come nel caso degli ipoudenti e degli ipovedenti).

Non sappiamo ancora quali saranno gli esiti di questa nuova forma di “titola-zione” per lo spettacolo dal vivo (non più identificabile ormai con la definizionedi “sopratitolazione”): siamo all’inizio di un percorso che necessita di costantimonitoraggi, inevitabili adeguamenti tecnici e collaborazione da parte dei frui-tori. Ma le nuove scommesse di oggi confermano che una delle priorità del Tea-tro del Maggio Musicale Fiorentino e dei suoi tradizionali partners nel campodella mediazione linguistica è quella di continuare a sostenere i propri spettatoricon soluzioni aggiornate e competitive.

IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE / IN PRIMO LUOGO, GLI SPETTATORI

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Dai “sopratitoli” di ieri ai “titoli” di oggi:il primato del Teatro del Maggio nella comunicazione

25 anni fa, esattamente il 1° giugno 1986, il Maggio Musicale Fiorentino, in oc-casione della messinscena dei Maestri cantori di Norimberga diretti da ZubinMehta, sperimentava per la prima volta in Europa un sistema di mediazione lin-guistica che si ispirava alla consolidata esperienza audiovisiva dei “sottotitoli”(nati col cinema muto), ma che, nell’inedito contesto ambientale dello spetta-colo dal vivo, prese forma attraverso la formula tecnica dei “sopratitoli” (nati inCanada tre anni prima, nel 1983).

Quella sfida, promossa con lungimiranza dallo stesso Zubin Mehta e realizzatadal punto di vista letterario da Sergio Sablich, aveva obiettivi nobilmente divul-gativi: avvicinare spettatori e palcoscenico, provando a superare la barriera lin-

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MAURO CONTI

IN PRIMO LUOGO,GLI SPETTATORI

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IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE / DISCOGRAFIA

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1998 Bruno Campanella. Juan Diego Flórez - Giovanni Furlanetto - Francesca FranciElizabeth Norberg-Schulz - Alfonso Antoniozzi - Adelina Scarabelli - Anna ZorobertoAlfonso Antoniozzi - Ernesto Gavazzi - Giuseppe De Luca - Aldo BottionJorio Zennaro - Sergio Tedesco - Orchestra e Coro del Teatro alla ScalaEncore, House of Opera DVD.

Riversata in cd da Ricordi nel 1999 la splendida incisione diretta dall’autore fu re-gistrata negli studi della Rai a Roma come colonna sonora di un’edizione televisivaaltrettanto pregevole con regia di Ugo Gregoretti. Il video purtroppo non è mai statomesso in commercio ma la versione solo audio testimonia il livello altissimo diun’esecuzione insieme elegante e vivacissima, animata da un infallibile senso del tea-tro e attenta ad evidenziare le tante divertenti parodie di autori e linguaggi diversi.Esemplare è d’altra parte l’apporto di tutta la compagnia di canto nel tratteggiareminuziosamente i caratteri dei personaggi con punte di grande spicco nel Fadinardbrillante e fantasioso di Ugo Benelli, nella dolcissima Elena di Daniela Mazzucato,all’occorrenza anche disinvolta nei picchettati e nei gorgheggi belcantistici, comenella verve comica irresistibile di Mariotti e di Basiola e nel fascinoso colore vocaledella baronessa di Viorica Cortez.Meno felice sotto l’aspetto delle condizioni tecniche (si tratta di una registrazione“pirata” punteggiata da rumori di sala e di scena) è l’edizione registrata dal vivo alThéâtre Royal de la Monnaie di Bruxelles nel 1976 alla quale il direttore Elio Bon-compagni imprime un taglio indubbiamente solido e brioso ma privo del sottile umo-rismo che impreziosiva l’esecuzione di Rota. L’ascolto offre comunque spuntiinteressanti fra gli interpreti vocali con una Magda Olivero sessantaseienne davverosorprendente in un ruolo comico e le prove impeccabili di Gimenez e della Devia. Glialtri cantanti sono però assai meno raffinati e divertenti dei loro colleghi presentinell’incisione in studio.Segnalo per dovere di completezza anche il video dello spettacolo filmato nel gen-naio 1998 alla Scala che è stato distribuito piratescamente sulla base della ripresatelevisiva Rai. Un’esecuzione se possibile anche migliore di quella diretta da Rota,con una compagnia di pari livello e una regia di Pier Luigi Pizzi, nata nel 1987 nel-l’ambito del circuito regionale emiliano, che resta fra le sue più felici in assoluto.Mirabili sono la leggerezza e il ritmo vorticoso impressi dal direttore Bruno Campa-nella ai complessi milanesi con una gioiosa luminosità e insieme una morbidezza sen-suale piuttosto diverse dal taglio asciutto dell’autore. Il giovane Juan Diego Flórezè un perfetto Fadinard per bellezza timbrica e vivacità di recitazione, Giovanni Fur-lanetto assolutamente impagabile nel ruolo del suocero cafone, la Norberg-Schulz ela Scarabelli assicurano verve teatrale e abilità vocale ai loro ruoli e Alfonso Anto-niozzi è un Beaupertuis irresistibile nel solco della migliore tradizione del teatro co-mico italiano. C’è solo la speranza che la Scala e la Rai si accordino per mettereufficialmente in commercio un’edizione così perfetta che non pare azzardato defi-nire come definitiva per il capolavoro teatrale di Rota.

NINO ROTAIl cappello di paglia di FirenzeLe incisioni più significative sono sono elencate facendo seguire alla data della re-gistrazione i nomi del direttore e degli interpreti dei seguenti personaggi: Fadinard,Nonancourt, Baronessa di Champigny, Elena, Beaupertuis, Anaide, La modista, Emi-lio, Zio Vézinet, Caporale della guardia, Guardia, Felice, Visconte di Rosalba:

1975 Nino Rota. Ugo Benelli - Alfredo Mariotti - Viorica Cortez - Daniela MazzucatoMario Basiola - Edith Martelli - Edith Martelli - Giorgio Zancanaro - Mario CarlinEnrico Campi - Angelo Mercuriali - Pier Francesco Poli - Sergio TedescoOrchestra Sinfonica e Coro di Roma - RCA LP / BMG Ricordi-Agorà CD1976 Elio Boncompagni. Edoardo Giménez - Gianni Socci - Magda OliveroMariella Devia - Federico Davià - Dolores Crivellari - Katarina MoesenManuel Gonzales - Augusto Pedroni - Hartmut Schmiedner - Jean-Jacques SchreursJean-Jacques Schreurs - Hartmut SchmiednerOrchestra e Coro del Théâtre Royal de la Monnaie di Bruxelles - Gala, Opera D’Oro CD

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GIUSEPPE ROSSI

DISCOGRAFIA

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IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE / BIOGRAFIE

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1930-37 Grazie all’interessamento di Arturo Toscanini ottiene una borsa di stu-dio che gli consente di soggiornare dal ‘30 al ‘32 al Curtis Institute di Filadelfia,dove segue i corsi di composizione di R. Scalero, quelli di direzione d’orchestradi Fritz Reiner e quelli di storia della musica di J. B. Beck; conseguita anche lalaurea in lettere presso l’Università di Milano con una tesi su G. Zarlino, dal ‘37inizia un’intensa attività didattica.

1939-43 Dal ‘39 insegna al Liceo Musicale di Bari. Scrive per il teatro Ariodante(Parma, ‘42) e Torquemada (‘43) e inizia a dedicarsi con successo anche alle co-lonne sonore cinematografiche (Zazà di R. Castellani, ‘43), alle musiche di scenae ad una ricca produzione sinfonica e cameristica.

1950-60 Nel ‘50 viene nominato direttore del Conservatorio di Bari, incarico chemanterrà fino al ‘77. Variazioni e fuga sul nome BACH (‘50). Ricca produzione tea-trale: I due timidi (Rai, ‘50; Londra, ‘53); Il cappello di paglia di Firenze (Palermo,‘55), La notte di un nevrastenico (libretto di R. Bacchelli; Premio Italia ‘59); Loscoiattolo in gamba (Venezia, ‘59). Intensa attività sul fronte della musica dafilm; collabora soprattutto con Federico Fellini (Lo sceicco bianco, ‘52; I vitelloni,‘53; La strada, ‘54; Il bidone, ‘55; Le notti di Cabiria, ‘57; La dolce vita, ‘60), Lu-chino Visconti (Le notti bianche, ‘57; Rocco e i suoi fratelli, ‘60) ed Eduardo DeFilippo (Napoli milionaria, ‘50; Filomena Marturano, ‘51).

1960-70 Concerto per pianoforte (‘60); Concerto Soirée per pianoforte (‘61-62);Concerto per archi (‘64); colonne sonore per Il Gattopardo di Visconti (‘63), Ottoe mezzo (‘63), Giulietta degli spiriti (‘65), Satyricon (‘69) e I clowns (‘70) di Fel-lini, La bisbetica domata (‘66) e Romeo e Giulietta (‘68; Nastro d’argento) di Zef-firelli. Per il teatro: Aladino e la lampada magica (Napoli, ‘64), La visitameravigliosa (Palermo, ‘70). Grande successo ottiene alla Scala nel ‘64 il ballettoLa strada, tratto dall’omonimo film di Fellini. Compone anche gli oratori Myste-rium (Assisi, ‘62) e La vita di Maria (Perugia, ‘70).

1972-79 Musiche per i film Roma (‘72), Amarcord (‘73), Il Casanova (‘76) e Provad’orchestra (‘79) di Fellini, Il padrino (‘71) e Il padrino parte II (‘74; Premio Oscar)di Francis Ford Coppola. Fa rappresentare al Festival di Spoleto la sua ultimaopera, Napoli milionaria (‘78).

1979 Muore a Roma il 10 aprile.

NINO ROTA

1911 Nasce a Milano il 3 dicembre in una famiglia di grandi tradizioni musicali:la madre è la pianista Ernestina Rinaldi, figlia a sua volta del compositore e pia-nista Giovanni Rinaldi.

1919-23 Iniziati gli studi musicali - teoria e solfeggio - all’età di otto anni conA. Perlasca, nel ‘22 entra al Conservatorio di Milano, dove è allievo di G. Oreficeper la composizione. Nel ‘23 viene eseguito a Milano l’oratorio per soli, coro e or-chestra L’infanzia di San Giovanni Battista.

1925-29 Dal ‘25 al ‘26 prosegue gli studi con I. Pizzetti, successivamente si per-feziona con A. Casella a Roma, dove nel ‘29 si diploma presso l’Accademia di SantaCecilia. Inizia precocemente a comporre per il teatro: fra il ‘25 e il ‘26 compone lacommedia lirica Il principe porcaro, tratta da una commedia di Andersen.

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BIOGRAFIE

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ANDREA CIGNIToscano, si è laureato al Dams di Bo-logna con una tesi sui linguaggi co-municativi di teatro, televisione edopera, ispirata dal lavoro di LucaRonconi e si è formato grazie a nu-merose esperienze di recitazione, mi-mica, dizione, danza ed espressivitàcorporea: è stato infatti attore emimo prendendo parte a molti cele-bri allestimenti e collaborando conregisti di fama internazionale. Dopoalcune esperienze nel teatro di prosa,debutta nel 2006 al Teatro Ponchielli

di Cremona con la mise en éspace di una performance di danza e musica dal ti-tolo Buenos Aires Madrigals, subito seguita dalla regia dell'opera Andromeda li-berata di Antonio Vivaldi in prima rappresentazione assoluta in tempi moderni,con la Venice Baroque Orchestra. Nel maggio 2007 ha curato la regia de L’Orfeodi Monteverdi diretto da Andrea Marcon, in occasione del IV Centenario dallaprima rappresentazione dell’opera: l’allestimento ha inaugurato con grande suc-cesso il Festival Claudio Monteverdi di Cremona ed ha ottenuto la copertina delprestigioso mensile italiano L’Opera. Nel 2008 ha curato la regia di Paride ed Elenadi Gluck, per il Circuito Lirico Toscano (Teatri di Pisa, Livorno e Lucca) co-prodottodall’Opera Royal de Wallonie di Liegi, riscuotendo grandi consensi di critica e dipubblico; nello stesso anno il prestigioso magazine inglese Opera Now indica Cignicome uno dei migliori giovani registi nel panorama del teatro d’opera. Sempre nel2008 ha realizzato, per l’inaugurazione della Stagione Lirica del Circuito LiricoLombardo e il 150° anniversario dalla nascita di Giacomo Puccini, un fortunatodittico con La medium di Giancarlo Menotti e Gianni Schicchi di Puccini. Nel 2009mette in scena Aida di Verdi per il Festival Opera al Giardino di Boboli a Firenze,con le scene ed i costumi dello scultore Igor Mitoraj e La figlia del reggimento diDonizetti per il Circuito Lirico Lombardo, il Festival Donizetti di Bergamo e il Tea-tro Alighieri di Ravenna, firmando anche scene e costumi. Nel 2010 ha realizzatoun nuovo ed importante allestimento de La traviata per i teatri della Lombardiae di Roméo et Juliette di Gounod (firmando regia e scene) per i Teatri di Pisa, Ra-venna e Trento. Tra gli impegni del 2011 Madama Butterfly e Tosca di Puccini peril Teatro Politeama di Palermo, Roméo et Juliette per il Circuito Lirico Lombardoed un nuovo allestimento di Norma per il Teatro Verdi di Sassari nel prossimomese di ottobre. È docente di Storia del Teatro, Drammaturgia Musicale, Recita-zione, Diritto e Legislazione dello Spettacolo e Tecniche della Comunicazionepresso l’Istituto Superiore di Studi Musicali di Cremona “Claudio Monteverdi”.

IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE / BIOGRAFIE

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SERGIO ALAPONTNato a Benicassím (Spagna), ha stu-diato a Valencia, Madrid e Monaco.Successivamente ha seguito corsi diperfezionamento di direzione d’or-chestra con Jorma Panula (Sibelius-Akademie di Helsinki), HelmuthRilling (Bachakademie di Stoccarda)e Masaaki Suzuki (Bach CollegiumJapan), nonché alla Scuola Superioredi Musica di Pescara con Donato Ren-zetti. Vincitore del Concorso Inter-nazionale per direttori d’orchestra diGranada nel 2005, Sergio Alapont èDirettore Artistico e Direttore Princi-

pale dell’Orquesta Simfónica de Castellón, e Direttore Musicale del BenicassímOpera Festival. In campo operistico è stato assistente di Marco Armiliato in nu-merose produzioni del Metropolitan, fra le quali Madama Butterfly, La bohème eSly. Nel 2007 ha lavorato come assistente alla Wiener Staatsoper per Tosca e allaBayerische Staatsoper per La traviata. Ha collaborato con varie importanti or-chestre, fra le quali: Vetusta Symphony Orchestra, Barcelona Symphony Orche-stra, Vigo Sinfonietta Orchestra, Bilbao Symphony Orchestra, Bach Collegium diSpagna, Silesian Philharmonic Orchestra, Bach-Collegium di Stoccarda, City ofGranada Orchestra, Danish National Symphony Orchestra (DNSO). Ha preso partea numerosi festivals, fra i quali il Quincena Musical Donostiarra di San Sebastián(2005), l’Euro Music Festival di Lispia (2006) e il Varna Summer Festival (2007).È reduce da un acclamato concerto al Musikverein di Vienna sul podio dell’Or-questa Simfónica de Castellón. Ha diretto inoltre Una cosa rara a Valencia e aValladolid, un concerto con musiche di Mahler al Teatro San Carlo di Napoli, unconcerto sinfonico con l’Orquesta Sinfónica del Principado de Asturias ad Oviedoe Il barbiere di Siviglia a Sassari. Fra i suoi prossimi impegni annovera le direzionidi Norma al Teatro Verdi di Sassari e Don Pasquale a Treviso, a Ferrara e con l’Or-questa Sinfonica de Baleares “Ciutat de Palma”. Salirà inoltre sul podio di nume-rose orchestre, fra le quali l’Orchestra della Rai di Torino, l’Orchestra dellaFondazione Arturo Toscanini di Parma, la Radio Kiev Orchestra, l’Orquestra Sim-fònica de Balears “Ciutat de Palma”, l’Orquesta de Cámara de Bellas Artes in Mes-sico, l’Orquesta Sinfonica Nacional de Galicia e l’Orchestra della Scottish Opera.Ha inciso la Sinfonia in re minore di Franck, la Prima e la Quinta Sinfonia diMahler, l’Uccello di fuoco Stravinskij e la Quinta Sinfonia di Cajkovskij per le eti-chette EGT e VERSO. Ha registrato anche per la radio televisione italiana e spa-gnola.

IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE / BIOGRAFIE

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miramide di Rossini (scene, Verdi di Pisa, Sociale di Trento, Goldoni di Livorno,Sociale di Rovigo 2005); Andromeda liberata di Vivaldi (scene e costumi, Festi-val Monteverdi di Cremona 2006); Motezuma di Vivaldi (scene, Teatro Nacionalde São Carlos di Lisbona, in coproduzione con Comunale di Ferrara, Municipaledi Piacenza, Comunale di Modena e Maifestpiele-Staatstheater, Wiesbaden, Tea-tro Arriaga di Bilbao 2007); L’Orfeo di Monteverdi (scene e costumi, FestivalMonteverdi di Cremona, Teatro Ponchielli 2007); Paride ed Elena di Gluck (scenee costumi, Verdi di Pisa, Goldoni di Livorno, Giglio di Lucca, Opéra Royal de Wal-lonie, Liegi 2008); The Medium e Gianni Schicchi (scene e costumi, Ponchielli diCremona, Grande di Brescia, Sociale di Como, Fraschini di Pavia 2008); Gran Va-rietà Brachetti di e con Arturo Brachetti (scene, Teatro Alfieri di Torino e quindiin tour italiano a Firenze, Roma, Napoli, Messina, Palermo, Trieste, Bologna, Mi-lano, Padova, Assisi, Rimini, Livorno, Genova 2008); Une éducation manquée diChabrier e La cambiale di matrimonio di Rossini (scene, 58° Wexford FestivalOpera 2009); La bella e la bestia, regia di Roberto Anglisani (costumi, Compa-gnia “il baule volante”-Accademia Perduta, Romagna Teatri, 53° Festival dei DueMondi di Spoleto 2010); Brachetti & Friends di e con Arturo Brachetti (scene, touritaliano estivo 2010). Inoltre ha collaborato con Le Ballet du Théâtre du Capi-tole de Toulouse, il Ballet Nacional de Cuba A. Alonso, il Maly Drama Theatre-San Pietroburgo, l’Adventure in Motion Picture - M. Bourne - London, per laproduzione di Swan Lake (tournée italiana); con il Festival del Cinema “Terra diSiena”, (Siena-2002), dove ha ideato e realizzato per il Festival un’installazione-esposizione multimediale dal titolo Salomè&Salomè, 100 frammenti immaginariper un Mito, all’interno del Teatro dei Rinnovati. Ha realizzato numerosi e pre-stigiosi allestimenti per esposizioni, fra cui ricordiamo la personale Ex-Cursus, Lo-renzo Cutùli set &costume designer, alle Gallerie dell’Istituto Statale d’Arte “DossoDossi” di Ferrara, in collaborazione con il Teatro Comunale di Ferrara e la Facoltàdi Architettura di Ferrara (aprile 2004).

IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE / BIOGRAFIE

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LORENZO CUTÙLINato a Ferrara, si è diplomato a pienivoti in Scenografia presso l’Accade-mia di Belle Arti di Bologna, stu-diando inoltre Storia dell’Arte allaFacoltà di Lettere e Filosofia del-l’Università di Ferrara. Nel campoteatrale ed artistico, numerose sonostate le sue collaborazioni a produ-zioni teatrali e liriche di prestigio,con artisti quali: Claudio Abbado,Jonathan Miller, Emanuele Luzzati,Hugo De Ana, Pier Luigi Pizzi, LucaRonconi, Roland Petit, Robert Wil-son, Peter Greenaway, Lev Dodin,

Lindsay Kemp, Mario Martone, sia come scenografo che come costumista colla-boratore. Ha insegnato nel 2008 Allestimento e Scenografia presso il Corso diLaurea “Comunicazione Pubblica, della Cultura e delle Arti”, presso la Facoltà diLettere e Filosofia dell’Università di Ferrara. Inoltre, come pittore e scultore, haesposto in varie mostre personali sia in Italia che all’estero, partecipando a nu-merose ed importanti manifestazioni artistiche a livello nazionale e internazio-nale. Debutta come scenografo nel 1990 nel Combattimento di Tancredi e Clorindadi Monteverdi e nel Don Chisciotte di Martini per i Teatri di Ferrara e Cesena.Prosegue la sua carriera di scenografo, costumista e videomaker, realizzando fral’altro: Il matrimonio segreto di Cimarosa (scene, Bologna 1993); La tigre di Schi-sgal (scene, Bologna 1993); Simon Boccanegra (scene e costumi, Comunale diFerrara, Regio di Parma (Festival Verdiano), Nuovo di Bolzano 2001, direttoreClaudio Abbado; Teatro di San Carlo di Napoli 2003, direttore Gary Bertini); Car-men (scene, Mègaron Theatre Concert Hall di Thessaloniky 2001); The Fairy Queendi Purcell (scene e videoproiezioni, regia di Lindsay Kemp, direttore ChristopheRousset, in coproduzione tra Teatro dell’Arriaga di Bilbao e Teatro Liceo di Sala-manca, nell’ambito delle manifestazioni per Salamanca Città della Cultura Euro-pea 2002 e al Teatro Cervantes di Màlaga, maggio 2006); El Amor Brujo di Falla(videoproiezioni e luci, all’Hemisferìc della Città delle Scienze e delle Arti di Va-lencia, nell’ambito della II edizione del Festival “Eclectìc 2003”); ideazione erealizzazione del video The Light of Dreams (un omaggio a Roma e al CinemaItaliano), nell’ambito del Gala Mondiale de L’Oréal di Parigi, presso Villa Aldo-brandini in Frascati (2004); Acis and Galatea di Händel (scene e videoproiezioni,Verdi di Pisa, Goldoni di Livorno, Giglio di Lucca e Marrucino di Chieti 2004-2005); Elizabeth I - the Last Dance (scene e videoproiezioni, per la Lindsay KempCompany; ideazione e regia di Lindsay Kemp, Palacio de Festivales di Santandernell’ambito del Festival del Teatro 2005 e in tournée in Spagna); I Lombardi allaprima Crociata (scene e videoproiezioni, Teatro Colón di Buenos Aires 2005); Se-

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IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE / ORCHESTRA

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ORCHESTRA DEL MAGGIO MUSICALE FIORENTINOFondata nel 1928 da Vittorio Gui come Stabile Orchestrale Fiorentina, è impegnatafin dagli esordi in un’intensa attività concertistica e nelle stagioni liriche del Tea-tro Comunale di Firenze. Nel 1933 contribuisce alla nascita del più antico e pre-stigioso festival musicale europeo dopo quello di Salisburgo, il Maggio MusicaleFiorentino, di cui prende il nome. A Gui subentrano come direttori stabili MarioRossi, Piero Bellugi e Bruno Bartoletti. Capitoli fondamentali nella storia dell’Or-chestra sono la direzione stabile di Riccardo Muti (1969-’81) e quella di ZubinMehta, Direttore principale dall’85, che firma da allora in ogni stagione importantiproduzioni sinfoniche e operistiche e le più significative tournées. Successivamentel’Orchestra stabilisce un rapporto privilegiato con Myung-Whun Chung e con Se-myon Bychkov, Direttori ospiti principali rispettivamente dall’87 e dal ‘92. Ap-prezzatissima nel mondo musicale internazionale, nel corso della sua storia è stataguidata da alcuni fra i massimi direttori quali: De Sabata, Guarnieri, Marinuzzi,Gavazzeni, Serafin, Furtwängler, Walter, Klemperer, Dobrowen, Perlea, Erich Klei-ber, Rodzinski, Mitropoulos, Karajan, Bernstein, Schippers, Claudio Abbado, Maa-zel, Giulini, Prêtre, Sawallisch, Carlos Kleiber, Solti, Chailly, Sinopoli, Ozawa. Il-lustri compositori come Richard Strauss, Pietro Mascagni, Ildebrando Pizzetti, PaulHindemith, Igor Stravinskij, Goffredo Petrassi, Luigi Dallapiccola, Krzysztof Pen-derecki e Luciano Berio hanno diretto loro lavori, spesso in prima esecuzione. L’Or-chestra realizza fin dagli anni Cinquanta numerose incisioni discografiche insignitedi prestigiosi riconoscimenti fra i quali il Grammy Award, radiofoniche e televi-sive. Dopo i successi riportati dalla terza tournée in Giappone con Zubin Mehtasul podio, che del Maggio Musicale Fiorentino è anche Direttore onorario a vita,compie un’applaudita tournée a Varsavia, al Musikverein di Vienna, a Francofortee a Baden-Baden. Riceve, nell’80° anniversario della fondazione e per i suoi al-tissimi meriti artistici, il Fiorino d’Oro della Città di Firenze. Recente una nuovatournée con Zubin Mehta in Francia, Lussemburgo, Spagna e Germania, cui fa se-guito la quarta tournée in Giappone, sempre con Mehta, dove esegue Tosca e Laforza del destino, e quindi una serie di concerti a Shanghai, Suzhou, Tainan, Tai-pei, Mumbai, Budapest, Mosca e San Pietroburgo.

IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE / ORCHESTRA

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* Domenico Pierini suona un Giovan Battista Guadagnini (1767) appartenuto a Joseph Joachim,concesso dalla Fondazione Peterlongo.

Violini primiYehezkel Yerushalmi(violino di spalla)Domenico Pierini*(violino di spalla)Ladislao Horváth(concertino conobbligo di spalla)Gianrico Righele (II)Fabrizio FalascaLuigi CozzolinoFabio MontiniAnna NoferiniLaura MariannelliEmilio Di StefanoNicola GrassiMircea FinataLorenzo FuocoAngel Andrea TavaniBoriana NakevaAnnalisa GarziaSimone FerrariLeonardo Matucci

Violini secondiMarco Zurlo (I)Alessandro Alinari (I)Alberto Boccacci (II)Luigi Papagni (II)Giacomo RafanelliRita RuffoloOrietta BacciRossella PieriMihai ChendimenuEva Erna SzabóSergio RizzelliLaura BolognaCosetta MichelagnoliFrancesca SgobbaLuisa BellittoTommaso Vannucci

VioleIgor Polesitzky (I)Jörg Winkler (I)Lia Previtali (II)Dezi Herber (II)Andrea PaniStefano RizzelliAnne LokkenFlavio FlaminioAntonio PavaniNaomi YanagawaCristiana BuralliDonatella BalloMichela Bernacchi

VioloncelliMarco Severi (I)Patrizio Serino (I)Michele Tazzari (II)Elida Pali (II)Fabiana ArrighiniFernando PellegrinoBeatrice GuarducciAnna PegorettiRenato InsinnaIlaria Sarchini

ContrabbassiRiccardo Donati (I)Alberto Bocini (I)Renato Pegoraro (II)Fabrizio Petrucci (II)Stefano CerriRomeo PegoraroMario RotundaNicola Domeniconi

ArpeSusanna Bertuccioli (I)Patrizia Bini (II)

FlautiGregorio Tuninetti (I)Marta MisuriAlessia Sordini

OttavinoNicola Mazzanti

OboiAlberto Negroni (I)Marco Salvatori (I)Matteo TrentinAlessandro Potenza

Corno ingleseMassimiliano Salmi

ClarinettiRiccardo Crocilla (I)Giovanni Riccucci (I)Leonardo Cremonini

Clarinetto piccoloPaolo Pistolesi

Clarinetto bassoGiovanni Piquè

FagottiDante Vicari (I)Stefano Vicentini (I)Gianluca SaccomaniFrancesco Furlanich

ControfagottoStefano Laccu

CorniLuca Benucci (I)Andrea Cesari (I)Gianfranco Dini (I)Mario BrunoAlberto SimonelliAdriano OrlandiStefano Mangini

TrombeAndrea Dell’Ira (I)Stefano Benedetti (I)Marco CruscaClaudio QuintavallaEmanuele Antoniucci

TromboniEitan Bezalel (I)Fabiano Fiorenzani (I)Andrea G. D’AmicoMassimo Castagnino

Trombone bassoGabriele Malloggi

Basso tubaMario Barsotti

TimpaniFausto CesareBombardieri (I)Gregory Lecoeur (I)

PercussioniLorenzo D’AttomaJosé Espí VicenteCausera

PianoforteAndrea Severi

CelestaGiovanni Verona

SegretarioorganizzativoOrchestraMilko Pineschi

Tecnici addettiai complessi artisticiAntonio CarraraLuca Mannucci

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IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE / CORO

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IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE / CORO

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PIERO MONTINato a Faenza nel 1957, parallelamente agli studiscientifici compie quelli musicali al Conservatorio“Luigi Cherubini” di Firenze, dove si diploma in Musicacorale e Direzione di coro nel settembre 1979. Nel no-vembre 1979 vince il concorso al Teatro Comunale diBologna per Maestro collaboratore di sala e di palco-scenico, ruolo che ricopre dal ‘79 all’83, passando poia quello di Direttore musicale di palcoscenico (‘83-88).

Nell’aprile ‘88 assume la Direzione del Coro, collaborando con i Direttori stabilidel Teatro, Riccardo Chailly fino al ‘93 e Daniele Gatti dal ‘97 al 2002, nella rea-lizzazione degli spettacoli e dei concerti delle Stagioni, delle produzioni disco-grafiche e delle tournées. All’inizio del 2003 è invitato alla Direzione del Coro delTeatro La Fenice di Venezia, con il quale partecipa alla riapertura del Teatro re-staurato. Ha collaborato con illustri maestri quali Abbado, Bertini, Bychkov,Chailly, Conlon, Delman, Gardiner, Gatti, Gavazzeni, Gergiev, Inbal, Jurowski, Mar-riner, Muti, Mehta, Ozawa, Pappano, Sinopoli, Solti, Thielemann e Viotti. Fra i nu-merosi brani da lui diretti, ricordiamo la Petite Messe Solennelle di Rossini con ipianoforti rossiniani del Conservatorio di Bologna, i Carmina Burana (nella ver-sione con pianoforti e percussioni) ed i Catulli Carmina di Orff, Les Noces di Stra-vinskij, la Messa in re maggiore op. 86 di Dvorák ed i Quattro pezzi sacri di Verdi.Dal novembre 2004 assume la Direzione del Coro del Maggio Musicale Fiorentinoche ha guidato nel concerto conclusivo dell’”Anno dell’Italia in Cina” a Pechino,partecipando inoltre alle tournées in Italia e all’estero con la Symphonica Tosca-nini diretta da Lorin Maazel. Sempre con il Coro del Maggio, oltre a prendere parteagli spettacoli delle Stagioni e del Festival, dirige più volte la Petite Messe So-lennelle di Rossini e Carmina Burana di Orff, nonché musiche corali del Novecentoper Settembre Musica (2007) e un concerto cherubiniano al Maggio Musicale 2010.Recentemente dirige la Deutsche Messe di Schubert e la Messa di Gloria di Puccinicon il Coro del Maggio e l’Orchestra Regionale della Toscana nel Concerto di Na-tale 2010. Partecipa con il Coro alla recentissima tournée del Maggio in Giappone.

CORO DEL MAGGIO MUSICALE FIORENTINOFormatosi nel 1933 (anno di nascita dell’omonimo Festival) sotto la guida di An-drea Morosini, si qualifica come uno dei più prestigiosi complessi vocali italianinell’ambito sia dell’attività lirica che di quella sinfonica. A Morosini subentranoAdolfo Fanfani, Roberto Gabbiani, Vittorio Sicuri, Marco Balderi e José Luis Basso.Dal novembre 2004 Maestro del Coro è Piero Monti. L’attività del Coro si è svi-luppata anche nel settore della vocalità da camera e della musica contemporanea,con importanti prime esecuzioni di compositori del nostro tempo quali Pende-recki, Dallapiccola, Petrassi, Nono, Bussotti. Particolarmente significativa la col-laborazione con grandi direttori quali Mehta, Muti, Claudio Abbado, Giulini,Bartoletti, Gavazzeni, Sawallisch, Prêtre, Chung, Ozawa, Bychkov, Sinopoli. Negliultimi anni il Coro amplia il proprio repertorio alle maggiori composizioni sinfo-nico-corali classiche e moderne, eseguendo fra l’altro, in lingua originale, Mosesund Aron di Schönberg. Partecipa alle più importanti tournées sia con l’Orchestradel Maggio che come complesso autonomo e canta Turandot in forma di concerto,con grandi elogi della critica, con la Israel Philharmonic a Tel-Aviv e Haifa conMehta: la stessa opera viene eseguita a Pechino nella Città Proibita nel ‘98, in-sieme alla Messa da Requiem di Verdi. La disponibilità e la capacità di interpre-tare lavori di epoche e stili diversi in lingua originale sono caratteristiche chehanno reso il Coro del Maggio fra le compagini più duttili e apprezzate dai di-rettori d’orchestra e dalla critica nel panorama internazionale, e fra i protagoni-sti anche di particolari ed importanti ricorrenze artistiche e civili. Nel 2003 vincecon Renée Fleming il Grammy Award per il cd Belcanto. Nel settembre 2006 èstato protagonista della terza, applauditissima tournée in Giappone del MaggioMusicale Fiorentino, e nel 2007 ha chiuso con un memorabile concerto dedicatoad operisti italiani l’“Anno dell’Italia in Cina”. Ha avviato una virtuosa ed intensacollaborazione con Lorin Maazel e la Symphonica Toscanini, eseguendo la Messada Requiem di Verdi a Busseto, in Marocco, a Venezia e a Gerusalemme, Aida informa di concerto in tournée in Sud America e sul Lago Maggiore, nell’ambitodelle celebrazioni toscaniniane e la Nona di Beethoven a Roma e al Parlamentoeuropeo a Bruxelles. Negli ultimi anni ha sviluppato un’intensa collaborazionecon Ravenna Festival e Riccardo Muti prendendo parte alle Vie dell’amicizia conconcerti in Tunisia, Marocco, Spagna, Roma, Atene e Sarajevo, nonché con l’Or-chestra Regionale Toscana e la Camerata Strumentale di Prato, incrementandocosì la sua presenza anche sul territorio toscano. Partecipa alla quarta tournée delMaggio in Giappone, dove esegue Tosca e La forza del destino.

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MAGGIO FIORENTINO FORMAZIONE

Presidente e direttore Giovan Battista VaroliCoordinatore artistico Paolo BellocciCoordinatore dei corsi Federico BardazziSegreteria organizzativa Cinzia ScaliComunicazione e marketing Carla Giovanna ZaninOrganizzazione Marta Bassetti

Maggio Fiorentino Formazione è l’Accademia di alta formazione del Teatro delMaggio Musicale Fiorentino, nata con l’obiettivo di perfezionare e completare lapreparazione di giovani talenti e professionisti al termine del loro percorso distudi tradizionali. Da sempre attivo nell’ambito dello spettacolo dal vivo, offrel’opportunità unica di fare esperienza concreta sul palcoscenico di uno dei piùprestigiosi teatri lirici del mondo, con la docenza da parte di artisti di chiarafama, a partire da Zubin Mehta che ha sostenuto l’iniziativa fin dai suoi esordi,e si avvale delle risorse artistiche, tecniche, logistiche e sceniche del Teatro delMaggio. Presidente e direttore di Maggio Fiorentino Formazione è il M° GiovanBattista Varoli.Soci di Maggio Fiorentino Formazione sono, oltre alla stessa Fondazione del Mag-gio Musicale Fiorentino, la Camera di Commercio di Firenze e Co.Se.Fi. di Confin-dustria Firenze, consapevoli del valore e dell’importanza strategica che ha perFirenze la presenza di un centro di eccellenza internazionale nella formazionenon solo delle professioni musicali ma di tutti i “mestieri dello spettacolo” e inparticolare del teatro lirico, quali cantanti, strumentisti, scenografi, scenografivirtuali, costumisti, sarti teatrali, truccatori, realizzatori di parrucche per il tea-tro, attrezzisti, macchinisti, tecnici del suono, lighting designer, manager delteatro, registi, cameramen per il teatro.I percorsi formativi di MFF si realizzano soprattutto attraverso progetti finanziatidal Fondo Sociale Europeo dalla Regione Toscana e dalla Provincia di Firenze.Nella primavera 2011 sono stati avviati due importanti progetti: “Opera Futura”,progetto finanziato dalla Regione Toscana di cui MFF è promotore e capofila inassociazione con il Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, il Teatro Verdi di Pisa,il Teatro Goldoni di Livorno, la Fondazione Festival Pucciniano di Torre del Lago,e “InFArS” (Industrie Formative Arti Sceniche) progetto in collaborazione con Pe-gaso e Teatro Studio – Compagnia Krypton e finanziato dalla Provincia di Firenze.Entrambi i progetti hanno il sostegno del Comune di Firenze.Maggio Fiorentino Formazione mira a fornire competenze altamente specialisti-

IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE / MAGGIO FIORENTINO FORMAZIONE

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IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE / CORO

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SopraniStefania Carmen AndreiSabrina BaldiniAntonella BandelliTiziana BellavistaMaria Cristina BisogniSilvia CapraGabriella CecchiElizabeth ChardGiovanna CostaRuth Anna CrabbEloisa DeriuElisabetta ErminiRosa GalassettiSilvia GiovanniniLaura LensiDaniela LosiBarbara MarcacciMonica MarziniMarina MiorMaria PaceCristina PagliaiSarina RausaGiulia TamarriOttavia VeginiGinko Yamada

MezzosopraniGisele AlbertoConsuelo CellaiSabrina D’ErricoMaria Eugenia LeonardiSimonetta LungonelliMaria Laura PreteStefania RenieriLivia SpontonNadia SturleseBarbara ZingerleKatja De Sarlo

ContraltiSilvia BarberiTeodolinda De GiovanniCristiana FogliPatrizia ParnasiMargherita PuligaMaria Rosaria RossiniMaria Assunta SicoloPatrizia TangoloElena Cavini

TenoriJorge AnsorenaFabio BertellaIstván BogatiRiccardo CarusoDavide CusumanoMassimiliano EspositoFabrizio FalliSaulo Diepa GarciaGrant RichardsLeonardo MelaniCarlo MesseriEnrico NenciGiovanni PentasugliaRaimondo PonticelliLeonardo SgroiDavide SiegaValerio SirottiRiccardo SorelliMauro VirginiHiroki Watanabe

BaritoniNicolò AyroldiLisandro GuinisBernardo Romano MartinuzziGiovanni MazzeiAntonio MenicucciEgidio NaccaratoVito RobertiEnrico RotoliAlberto Scaltriti

BassiDiego BarrettaMaurizio Di BenedettoNicola LisantiSalvatore MasseiRoberto MiniatiAntonio MontesiMarco PerrellaAlessandro PeruzziPietro SimoneMarcello Vargetto

Altro Maestro coroAndrea Secchi

Segretarioorganizzativo coroAlessandra Vestita

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Le scene e i costumi de Il Cappello di Paglia di Firenze sono stati realizzati incollaborazione con gli allievi dei corsi:

Realizzare le scenografie per il teatro liricoCinzia AggioFederica BartaliniAurora DamantiFanny FabbriSilvia FalcioniAlessandra FrancoliniSerena Laborante

Costumista RealizzatoreFrancesco PergolizziVeronica PattuelliRachele TondiniVeronica SpadaroAnna GarosiSara CuomoCamilla BecattiniGiada Cassigoli

Hanno collaborato agli allestimenti gli allievi del corso:

Tecnica dell’illuminazione degli spettacoli teatraliFrancesco AndriolaClara CarusiLorenzo CicilianiGiovanni DevescoviJerry OkojieSilvio SimonettiLuigi Ventura

Le cantanti Lavinia Bini e Anna Maria Sarra si sono perfezionate presso la Scuoladell’Opera Italiana del Teatro Comunale di Bologna.

IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE / MAGGIO FIORENTINO FORMAZIONE

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che e innovative mantenendo al contempo uno stretto legame con la tradizionedel teatro musicale. I suoi progetti si distinguono per una forte integrazione trail momento formativo e la pratica artistica e per una forte interazione tra i variprofili professionali. Strumento d’eccellenza di questo modus operandi è l’“OperaStudio”, nell’ambito della quale, così come in una bottega d’arte, i giovani allievie i loro maestri collaborano e lavorano alla realizzazione dell’opera, in un idealepercorso didattico-formativo che prevede una fase iniziale di aula e una signifi-cativa esperienza di palcoscenico sotto la guida di artisti e professionisti digrande esperienza e del personale tecnico e artistico del Teatro; un’esperienzache offre agli allievi l’opportunità di misurarsi con le complesse dinamiche del-l’allestimento di un’opera lirica e di verificare nell’immediato i risultati rag-giunti. Esempi di Opera Studio realizzati da Maggio Fiorentino Formazione incollaborazione con il Teatro sono: Il Campanello di Donizetti nel Dicembre 2009,Il Barbiere di Siviglia di Rossini nel Luglio 2010, La Serva Padrona di Pergolesi nelFebbraio 2011 e Il Cappello di Paglia di Firenze di Rota.Questo ultimo allestimento ha visto la partecipazione degli allievi del corso di“Costumista Realizzatore” del progetto InFArS (Industrie Formative Arti Sceni-che) finanziato FSE tramite la provincia di Firenze in attuazione del POR ToscanaOb.2 2007-2013 e degli allievi dei corsi “Realizzare le scenografie per il teatro li-rico” e “Tecnica dell’illuminazione degli spettacoli teatrali” finanziati con voucherformativi individuali della Provincia di Firenze in attuazione del POR Ob.2 2007-2013, CFT Firenze Centro 2, capofila CESCOT.

Docenti dei corsi: Lorenzo Cutùli, Italo Grassi, Franco Venturi, Alfredo Magna-nelli, Gianna Poli, Massimo Poli, Adnan Alzubadi, Roberto Cosi, Simone Sgobbi,Luciano Roticiani, Marco Faustini, Piero Buzzichelli, Alberto Mariani, Lucilla Ba-roni, Roberto Brancati, Lorena Vallieri, Annamaria Biagini.

Per lo svolgimento dei corsi si ringraziano: Sartoria Teatrale Fiorentina diretta daMassimo Poli, Laboratorio sartoriale del Teatro del Maggio diretto da Gianna Polie Laboratorio Scenografico del Teatro del Maggio diretto da Franco Venturi.Un particolare ringraziamento alla direzione degli allestimenti, a Italo Grassi e Al-fredo Magnanelli, e a tutto il personale del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino.

Inoltre alcuni dei ruoli principali de Il Cappello di Paglia di Firenze sono inter-pretati da giovani cantanti che si sono perfezionati ai corsi di Alta Formazioneper Cantante Lirico di Maggio Formazione: Filippo Adami, Salvatore Salvaggio,Romina Tomasoni, Mauro Bonfanti, Francesco Verna, Roberto Jachini Virgili,Irene Favro.

IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE / MAGGIO FIORENTINO FORMAZIONE

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Veronica PattuelliCamilla PazzagliSara PorporatoSerena SartiAlessandro SmorlesiIrene UccieroElisa Vanzini

Giulia ScalettiDeephty CiappiErica CancelliereMichela CaccioppoliElena ZalunardoCristina Di CarloRosanna Coverini

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Andrea Severi, Giovanni Verona (maestri collaboratori di sala)Luigi Baccianti (maestro suggeritore)Andrea Secchi (altro maestro del coro)Alberto Alinari, Andrea Baggio (maestri collaboratori di palcoscenico)Paolo Bellocci (maestro collaboratore alle luci)

Barbara Maranini (assistente regista)Andrea De Micheli (assistente scenografo)

Marco Zane (direttore di produzione)Ferdinando Massarelli (direttore di scena)Franco Venturi (responsabile del servizio di scenografia e del reparto laboratoridi costruzioni)Lucio Bonucci (capo servizio macchineria e attrezzeria)Gabriele Vanzini (assistente tecnico dell’allestimento)Roberto Cosi (capo reparto costruzioni)Adnan Alzubadi (scenografo realizzatore)Marco Raspanti, Mauro Mariti (capi reparto macchinisti)Gianni Paolo Mirenda, Luciano Roticiani (capi reparto elettricisti - assistenti datoreluci)Gianni Pagliai (capo reparto elettricisti)Silvio Brambilla (capo reparto fonica)Francesco Cipriani (capo reparto attrezzeria e calzoleria)Gianna Poli (capo reparto sartoria)Lucia Pazzagli (capo reparto trucco e parrucche)

Allestimento scenicoLaboratorio scenografico del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino

CostumiSartoria Fiorentina, Firenze; Sartoria Brancato, Milano; Nori, Roma;Allievi del Corso per “Costumista realizzatore” di Maggio Fiorentino FormazioneSartoria del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino

AttrezzeriaTeatro del Maggio Musicale Fiorentino

CalzatureSacchi, Firenze

Il cappello di paglia utilizzato nello spettacolo è prodottodal Consorzio Cappelli di paglia di Firenze

IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE / COLLABORATORI

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Figuranti speciali

Jacopo BardiFrancesco GherardiEnrico L’AbbateDavide Livornese

IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE / FIGURANTI

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Il Teatro ringrazia per il 2011 / The Theatre is grateful to

Donatori | Contributors

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Soci donatori | ContributorsFerruccio BalducciSandra Belluomini SabatiniJohn Treacy BeyerAlberto BianchiRomano DonniniElisabetta FabriVieri FioriGiovanna Folonari CornaroAntonella GiachettiGiovanni GentileLionardo Ginori LisciFrancesco MicheliLorenzo PinzautiCristina PucciMario RazzanelliGianni RistoriPiero Luigi SilianiCinzia Scanu

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Anna Marchi MazziniGiacinta MasiPiero MocaliFabrizio MorettiLivia Pansolli MontelAlberto PecciRosanna PestelliGinevra Pilo BoylMario PrimicerioMaria Vittoria RimbottiIldegarde RoccabiancaPresidente Rotary Club FirenzeSilvano RotoliSilvano SanesiEnrico SantarelliVittorio SassorossiAlfonso ScarpaAldo SpeiraniGuido Tadini BoninsegniLidia Taverna CalamariMaria Adelaide Tettamanti BianchiniAla Torrigiani MalaspinaClotilde Trentinaglia CorsiniRaffaele TrescaPaolo Zuffanelli

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• agevolazioni dedicate con i Partner del Teatro che saranno pubblicate alla pagina Socidel sito www.maggiofiorentino.com.

Inoltre l’accesso riservato all’area soci di www.maggiofiorentino.com garantirà:

• prelazione per l’acquisto di biglietti per la Stagione con riduzione del 10%;• riduzione del 20 % per ogni spettacolo su 2 biglietti;• la possibilità di stampare direttamente dal proprio pc l’invito alle prove generali aperte

ai soci;• l’opportunità di leggere in anteprima alcuni saggi dei programma di sala;• consultare recensioni ed rassegne stampa degli spettacoli più interessanti.

• free entrance ticket to the rehearsal of the gala concert in occasion of the openingof the new Theatre on December 21th 2011;

• invitation to a dinner with the cast after one of the premieres;• access to the new “reserved lounge” (to be completed);• complementary programme each performance attended;• home delivery (if requested) of tickets and subscriptions;• special conditions for private concerts performed by musicians of the Theatre;• booking assistance for international ticket reservation;• invitation to dress rehearsals (2 persons);• special offers to travel on tour around the world with the Orchestra;• private visits to labs and backstage and the building site of the new Theatre;• private presentation of the programme of the upcoming season;• possibility to meet up with the Artists;• direct phone number for food and beverage reservations at the Bar of the Theatre;• invitation to special events run by the Theatre;• name listed on programme booklets and on website;• special ticket offers for exhibitions at the Palazzo Strozzi;• 10% discount at Fenice Record Shop in Florence;• reduction of € 300 on annual fee for new members introduction;• special offers in shops, partners of the Theatre.

Through the ‘Area Soci’ on www.maggiofiorentino.com you will receive:

• advanced booking with 10% discount;• 20% discount on each performance purchase of 2 tickets;• download dress rehearsal invitations;• previews of essays from programme booklet;• read previews and reviews on some of the most important performances.

[*] per le Associazioni i benefits si intendono riferiti ad un max di 4 membri ad evento[*] for Associations benefits are given up to 4 persons for each event

COME SOSTENERE | HOW TO SUPPORT

Mecenati | Patrons € 15.000

• membership di un (nascente) Comitato di Mecenati, riferimento etico/istituzionaleper il Teatro;

• invito al Ballo del 29 aprile in onore del 75° compleanno del Maestro Zubin Mehta;• invito ad un appuntamento conviviale privato con il Maestro Zubin Mehta durante il corso

dell’anno;• invito riservato ad incontri periodici con la Direzione Artistica;• invito (per sé o per ospite) alle conferenze stampa di presentazione degli spettacoli;• servizio esclusivo di prenotazione dei biglietti a domicilio, in prelazione ad inizio stagione;• accesso a tutti i benefit riservati alla categoria di Donatori di seguito riportati.

• membership of a Board of Patrons, set up on an ethical basis;• invitation to the Ball on April 29th 2011 in honour of Maestro Zubin Mehta;• invitation to a private lunch or dinner at the presence of Maestro Zubin Mehta;• exclusive invitation during the year to meet with the Artistic Director;• invitation (personal or guest) to every press conference of the performances;• advanced ticket booking home service under appointment;• access to all benefits listed under Contributors.

Donatori | Contributors € 3.000

Club & Associazioni | Clubs & Associations € 6.000*

• biglietto di ingresso riservato alla prima prova generale del nuovo Teatro, in occasionedel concerto di inaugurazione del 21 dicembre 2011;

• invito all’ evento conviviale organizzato al termine di una delle prime in onore dei cast;• accesso alla nuova “lounge riservata” (in corso di realizzazione);• omaggio del programma di sala per ogni spettacolo;• recapito a domicilio (su richiesta) di biglietti e abbonamenti;• opportunità di organizzare concerti privati con musicisti del Teatro a condizioni

privilegiate;• assistenza per prenotazioni di biglietteria presso teatri internazionali;• invito per due persone alle prove generali;• accesso a formule speciali di partecipazione alle tournée del Teatro;• invito a visite personalizzate agli spazi e ai laboratori del Teatro Comunale e al cantiere

del nuovo Teatro;• presentazione dedicata in anteprima della programmazione del Teatro;• opportunità di incontro con gli artisti ospiti in Teatro;• numero dedicato per la prenotazione diretta di quick dinner al Bar di platea del Teatro;• invito agli eventi speciali del Teatro;• pubblicazione del nome sui programmi di sala e sul sito web;• agevolazioni per l’acquisto di biglietti alle mostre di Palazzo Strozzi;• riduzione del 10% a Firenze per acquisti presso il negozio di Dischi Fenice;• possibilità di accreditare nuovi soci (contestualmente alla sottoscrizione) con la riduzione

della quota di € 250;

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Soci fino a 30 anni | Associates under 30 € 200

• possibilità esclusiva di partecipare a eventi “a tema” con formule speciali dedicate al pubblicogiovane;

• fruizione dei vantaggi garantiti dalla Maggiocard con possibilità di acquisto biglietti in plateaa € 15 e in galleria a € 10.

• aggiornamento tramite newsletter delle novità e delle promozioni speciali riservate;• pubblicazione del nome sui programmi e sul sito web;• presentazione dedicata in anteprima della programmazione del Teatro;• invito agli eventi speciali del Teatro;• possibilità di accreditare nuovi soci (contestualmente alla sottoscrizione) con riduzione della

quota di € 20;• agevolazioni dedicate con i Partner del Teatro che saranno pubblicate alla pagina Soci del sito

www.maggiofiorentino.com.

• exclusive access to special events on themes dedicated especially to young people;• holders of Maggiocard receive special ticket price: € 15 orchestra seats and € 10 first gallery;• newsletter update on special offers;• name listed on programme booklets and on website;• private presentation of the programme of the upcoming season;• invitation to special events run by the Theatre;• reduction of € 20 on annual fee for new members introduction• special offers in shops, partners of the Theatre

Modalità di pagamento | Methods of payment

1. Bonifico bancario al Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, presso: | Wire transfer to:Banca CR Firenze S.p.A. - IT 58 A 06160 02808 0000 19000 C00Banca del Chianti Fiorentino e di Monteriggioni - IT 84 Q 08802 02803 0000 00130 042

2. Richiesta di addebito su carta di credito via email o fax | Request of credit card charge byemail or fax

3. Contanti o carta di credito presso Biglietteria | Cash or credit card at box office

4. Telefonando al + 39 055 2779 350 dalle 10 alle 13 e dalle 14.30 alle 16.30 dal martedìal venerdì. Il pagamento dovrà avvenire con carta di credito | Calling + 39 055 2779 350from Tuesday to Friday, 10 AM to 1 PM and 2.30 PM to 4.30 PM. Credit card payments only

Corso Italia 16, Firenze - tel: +39 055 2779309 - fax: +39 055 287222 [email protected] martedì al venerdì 10 - 16.30 - sabato 10 - 13 | Tuesday - Friday, 10 AM to 4.30 PM -Saturday, 10 AM to 1 PM

COME SOSTENERE | HOW TO SUPPORT

Benemeriti | Benefactors € 1.000

• invito per due persone alle prove generali;• accesso a formule speciali di partecipazione alle tournée del Teatro;• invito a visite personalizzate agli spazi e ai laboratori del Teatro Comunale e al cantiere del

nuovo Teatro;• presentazione dedicata in anteprima della programmazione del Teatro;• opportunità di incontro con gli artisti ospiti in Teatro;• numero dedicato per la prenotazione diretta di food & beverages al Bar di platea del Teatro;• invito agli eventi speciali del Teatro;• pubblicazione del nome sui programmi di sala e sul sito web;• agevolazioni per l’acquisto di biglietti per le mostre di Palazzo Strozzi;• riduzione del 10% a Firenze per acquisti presso il negozio di Dischi Fenice;• possibilità di accreditare nuovi soci (contestualmente alla sottoscrizione) con riduzione della

quota di € 100;• agevolazioni dedicate con i Partner del Teatro che saranno pubblicate alla pagina Soci del sito

www.maggiofiorentino.com.

Inoltre l’accesso riservato all’area soci di www.maggiofiorentino.com garantirà:

• prelazione per l’ acquisto di biglietti per la Stagione con riduzione del 10%;• riduzione del 20% per ogni spettacolo su 2 biglietti;• possibilità di stampare direttamente dal proprio pc l’invito alle prove generali aperte ai soci.

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Detrazioni fiscali | US tax payers - Fiscal deduction

I privati che effettuano la donazione possono godere dell’agevolazione fiscale di cui all’art.15 1/i del D.P.R. 22/12/1986 n° 917 e specificatamente di una detrazione d’imposta del19% dell’onere sostenuto fino al 2% del reddito complessivo dichiarato.

If you pay US tax and need a deduction, please contact us before making your checkpayable to The American Fund for Charity (The American Fund is a 501(c)(3) and a publiccharity in Washington DC). Gifts to The American Fund are tax deductible to the extentamount by law.

Un pensiero rivolto al futuro | A thought for the future

Se desidera pensare al futuro del Teatro del Maggio e alle generazioni che verranno,consideri l’opportunità di lasciare un legato testamentario alla Fondazione del Teatro.Molti ritengono che quanto si possiede, un giorno, andrà alle persone più care, ma nonsuccede sempre così. Infatti, secondo la legge, i nostri beni possono essere assegnatianche a lontani parenti. Per ovviare a ciò, è necessario provvedere a regolare la successionecon un testamento. Un lascito testamentario può consistere in qualunque bene delpatrimonio (anche immobili) e può concretarsi nella disposizione di un proprio diritto onell’assunzione di un’obbligazione ad esempio: una proprietà, un diritto su un bene, undiritto di credito. Ci sottoponga le sue considerazioni prendendo un appuntamentotelefonando al 055 2779 245 oppure mandando una mail a [email protected]

If you have the future of the Teatro del Maggio and of the coming generations in mind,consider writing a bequest in your will for the Fondazione del Teatro. Many of us think thatwhat we own will one day go to those closest to us. But it does not always happen. Infact, the law allows our property to go to even distant relatives. In order to prevent thisfrom happening, it is necessary to draw up a will.A bequest can be made of any part of our patrimony (including real estate), and can reflectour wishes about property that we own or can consist in giving the Teatro the right to apiece or percentage of it or obligations that are due us. If this interests you, details can bediscussed by making an appointment at +39 055 2779 245 or [email protected]

Con il 5 per mille è tutta un’altra musica!

Con la dichiarazione dei redditi può destinare il 5 per mille delle sue imposte al Teatro delMaggio Musicale Fiorentino. Non costa nulla, non ci sono spese aggiuntive ma è un modoper utilizzare una quota delle imposte. Non sostituisce l’otto per mille ed è possibile aderiread entrambe le forme di utilizzo. Nell’apposito spazio sui modelli per la dichiarazione deiredditi, deve firmare e indicare il codice fiscale del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino:00427750484.In questo modo contribuirà a sostenere la musica e la cultura.

COME SOSTENERE | HOW TO SUPPORTL’Associazione

Amici del Teatro del MaggioMusicale Fiorentino

è presente dal 1987

PPEERR IILL TTEEAATTRROOEE PPEERR LLAA CCIITTTTÀÀ

con un intenso programmadi iniziative e la pubblicazione

del periodico

distribuito gratuitamentenelle serate inaugurali

delle stagioni del Teatro

Gli Amici del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino

sono membri della

e di

Federazione Europea delle Associazioni e Fondazioni che sostengono gli Enti Lirici

SSeeddee ee SSeeggrreetteerriiaaVia degli Alfani, 49 50121 FirenzeTel. 055 290838Fax 055 [email protected]

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www.giannischicchi.com

libri di argomento musicale / libri per bambini / libri rari ed esauriticd e libri a metà prezzo / i gadget del Maggio / cd & dvd

maggiobookshopprima. dopo. durante.

per scoprire le parole ed i suoni della musica

aperto al Teatro Comunale un’ora prima, negli intervalli e al termine di ogni spettacolofoyer di platea, ingresso liberoda ogni ordine di posti

La Biblioteca delle Oblate e il Teatro del Maggio insieme,per guidarti in un percorso di parole e suoni allascoperta di autori, musicisti, compositori, interpreti.Inoltre la Biblioteca delle Oblate mette a tuadisposizione più di 2500 documenti fra CD, DVD e libridedicati alla musica che potrai consultare, ascoltare eavere in prestito liberamente.

www.bibliotecadelleoblate.it

Dove le parole finiscono,inizia la musica (H. Heine)

Bibliotecadelle OblateVia dell’Oriuolo 2650122 FirenzeINFO 055 261 6512

Cataloghi, cd, dvd eprogrammi di sala del Festival

LOSCAFFALEDELMAGGIOALLEOBLATE

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AZIENDE PARTECIPANTI

Grevi Mode sas di Giuseppe Grevivia della Manifattura n. 4/d - 50058 Signa - tel. 055-8734081

www.grevi.comMarzi srl

via Buozzi n. 149 - 50013 Campi Bisenzio - tel. [email protected] - www.marzi.com

Angiolo Frasconi srlVia Torricella n. 69 - 50013 Campi Bisenzio - tel. 055-8952445

[email protected] - www.frasconi.itInverni srl

Via Amendola n.57 - 50058 Signa - tel. 055-8792402www.inverni.itTrendintex srl

via del Lazzaretto n. 168 - 59100 Prato - tel. [email protected] - www.trendintex.it

ME.MAR srlvia della Casella n. 51 - 50142 Firenze - tel.055-7877261

[email protected] produzioni srl

via della Lama n. 15/a - 51013 Chiesina Uzzanese(PT) - tel. [email protected] - www.facopel.it

Cristianini srlVia Cavalcanti n. 18 - 50058 Signa - tel. 055-876604

[email protected] - www.cristianinisrl.comSoprattutto…Cappelli srl

Via Giotto n. 33 - 59016 Poggio a Caiano - tel. [email protected] - www.soprattuttocappelli.com

Alessandra Baccivia Indicatore n. 71 - 50058 Signa - tel. 055-8790160

[email protected] - www.amatiamati.itN. Mazzanti snc

Via R. Giuliani n. 144 - 50141 Firenze - tel. [email protected] - www.mazzantipiume.it