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novembre 2015 N° 16 novembre 2015 Focus congiunturali – Prezzi // 01 La newsletter è frutto di una collaborazione tra Unioncamere Lombardia e REF Ricerche Responsabile scientifico: Donato Berardi; redazione: Fulvio Bersanetti Questo numero è stato realizzato con le informazioni disponibili al 4 novembre 2015 Focus congiunturali I Prezzi Al Consumo In Lombardia -1.0 -0.5 0.0 0.5 1.0 1.5 2.0 -2 -1 0 1 2 3 4 III t12 IV t12 I t13 II t13 III t13 IV t13 I t14 II t14 III t14 IV t14 I t15 II t15 III t15 (1) Esclusi ittici, ortofrutticoli ed energetici Fonte: elaborazioni REF Ricerche su dati Istat (NIC) Inflazione in Lombardia: indice generale e di fondo (1) Differenziale (scala ds.) Generale Componente di fondo Variazioni % tendenziali III trimestre 2015 Il terzo trimestre dell'anno porta in dote alcune novità importanti sul versante dell'inflazione e del ciclo economico ita- liano ed internazionale. Lo stato di salute dell'economia mon- diale è peggiorato: l'atteso rialzo dei tassi di interesse annunciato dalla Fed sta determinando una uscita di capitali dai Paesi emergenti ed una ondata di svalutazioni sul dollaro che minaccia la sostenibilità finanziaria dei debiti interni di questi Paesi. In particolare in Cina più di un interro- gativo aleggia intorno al rallentamento dell’attività economica e alla sostenibilità di un modello di sviluppo che ha fatto leva per diversi lustri sul traino della do- manda estera. Per quel che concerne i fondamentali dell'inflazione, la frenata degli emergenti sta producendo una spinta al ribasso sulle quotazioni delle materie prime. In questo contesto il ciclo economico ita- liano ha dato segni di risveglio. Il clima di fiducia di famiglie e imprese è approdato a nuovi massimi, mentre si registrano i primi incrementi di rilievo su consumi ed investimenti, nonostante il terreno perso nei lunghi anni di crisi. La bassa inflazione in Lombardia come in Italia sta contribuendo a restituire potere d’acquisto alle famiglie ed a sostenere i consumi: senza l'energia, l'inflazione sarebbe oggi nell'ordine del punto percenutale. Ancora lontani dai target della Bce ma altrettanto distanti dal rischio deflazione di cui si è a lungo discusso. Nelle ultime settimane è stata presentata la Legge di Stabilità per il 2016, cui va riconosciuto il merito di aver rinviato di un anno gli aumenti dell’Iva e delle accise. Vengono introdotte una serie di misure che prevedono tagli significativi di imposte, come la cancellazione dell'Imu sulla prima casa, ma il capitolo più delicato resta quello delle coperture: la manovra è finanziata in larga parte in deficit, mentre il resto è affidato al recupero di risorse che origina dalla spending review e da una ipotesi di crescita economica ottimistica. Incertezze sullo scenario macro, ma la ripresa c'è. L'inflazione riparte lentamente Inflazione nelle Province lombarde: III trimestre 2015 > = 0.4% 0%/0.3% < =0% n.d. Fonte: elaborazioni REF Ricerche su dati Istat (NIC)

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N° 16

novembre 2015 Focus congiunturali – Prezzi // 01

La newsletter è frutto di una collaborazione tra Unioncamere Lombardia e REF RicercheResponsabile scientifico: Donato Berardi; redazione: Fulvio BersanettiQuesto numero è stato realizzato con le informazioni disponibili al 4 novembre 2015

Focus congiunturali I Prezzi Al Consumo In Lombardia

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(1) Esclusi ittici, ortofrutticoli ed energeticiFonte: elaborazioni REF Ricerche su dati Istat (NIC)

Inflazione in Lombardia: indice generale e di fondo(1)

Differenziale (scala ds.) Generale Componente di fondo

Variazioni % tendenziali

III trimestre 2015

Il terzo trimestre dell'anno porta in dote alcune novità importanti sul versante dell'inflazione e del ciclo economico ita-liano ed internazionale.Lo stato di salute dell'economia mon-diale è peggiorato: l'atteso rialzo dei tassi di interesse annunciato dalla Fed sta determinando una uscita di capitali dai Paesi emergenti ed una ondata di svalutazioni sul dollaro che minaccia la sostenibilità finanziaria dei debiti interni di questi Paesi.In particolare in Cina più di un interro-gativo aleggia intorno al rallentamento dell’attività economica e alla sostenibilità di un modello di sviluppo che ha fatto leva per diversi lustri sul traino della do-manda estera. Per quel che concerne i fondamentali dell'inflazione, la frenata degli emergenti sta producendo una spinta al ribasso sulle quotazioni delle materie prime.In questo contesto il ciclo economico ita-liano ha dato segni di risveglio. Il clima di fiducia di famiglie e imprese è approdato a nuovi massimi, mentre si registrano i primi incrementi di rilievo su consumi ed investimenti, nonostante il terreno perso nei lunghi anni di crisi. La bassa inflazione in Lombardia come

in Italia sta contribuendo a restituire potere d’acquisto alle famiglie ed a sostenere i consumi: senza l'energia, l'inflazione sarebbe oggi nell'ordine del punto percenutale. Ancora lontani dai target della Bce ma altrettanto distanti dal rischio deflazione di cui si è a lungo discusso.

Nelle ultime settimane è stata presentata la Legge di Stabilità per il 2016, cui va riconosciuto il merito di aver rinviato di un anno gli aumenti dell’Iva e delle accise. Vengono introdotte una serie di misure che prevedono tagli significativi di imposte, come la cancellazione dell'Imu sulla prima casa, ma il capitolo più delicato resta quello delle coperture: la manovra è finanziata in larga parte in deficit, mentre il resto è affidato al recupero di risorse che origina dalla spending review e da una ipotesi di crescita economica ottimistica.

Incertezze sullo scenario macro, ma la ripresa c'è. L'inflazione riparte lentamente

Inflazione nelle Province lombarde: III trimestre 2015

> = 0.4%

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n.d.

Fonte: elaborazioni REF Ricerche su dati Istat (NIC)

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N° 16

novembre 2015 Focus congiunturali – Prezzi // 02

La seconda metà del 2015 si è aperta con uno scenario macroeconomico internazionale in peggioramento: le turbolenze che hanno investito i mercati finanziari negli ultimi mesi, unitamente al moltiplicarsi dei segnali di de-celerazione del commercio mondiale, hanno contribuito ad aumentare i rischi sulla tenuta dell’economia mondiale. Le condizioni favorevoli che si sono materializzate dalla fine 2014 con la caduta del prezzo del petrolio e l’avvio del Quantitative easing della Bce, hanno iniziato a ridimensio-narsi. L’elemento più rilevante è dato dalla frenata della domanda dei Paesi emergenti: la fuoriuscita di capitali in corso oramai da diversi trimestri va ricondotta alla sempre più probabile ipotesi che i tassi d’interesse negli Stati Uniti inizino presto a risalire, rendendo più attraenti gli investi-menti in dollari.

Nel contempo, prosegue anche nei mesi centrali dell’an-no lo scenario al ribasso sui mercati delle materie prime. Dopo un tentativo di risalita, ampiamente nelle attese, il prezzo del petrolio ha nuovamente ritracciato, posizionan-dosi stabilmente sotto i 50 dollari al barile nei mesi di ago-sto e settembre, con una variazione negativa nell’ordine del 50% in dollari e di oltre il 40% in valuta comune. Il cam-biamento del contesto energetico a monte è certamente uno degli elementi che contribuisce a qualificare il quadro attuale ma anche prospettico dei fondamentali dell’infla-zione: nonostante i previsori collochino il Brent tra i 60 ed i 70 dollari, non è infatti escluso che anche il 2016 possa beneficiare di un assestamento dei corsi petroliferi sui va-lori delle ultime settimane. Seppur la correzione risulti più contenuta nelle dimensio-ni rispetto al greggio, anche le materie prime alimentari hanno proseguito lungo il percorso di rientro in atto da diversi mesi: merito delle condizioni climatiche favorevoli che hanno consentito il regolare svolgimento della raccolta nelle principali piazze di coltivazione. Al pari del petrolio, anche le commodities industriali, in particolare i metalli, risentono del rallentamento delle economie emergenti.

L’inflazione europea si conferma su valori marginalmente di segno positivo (+0.1% di media nel trimestre). Nono-stante la flessione della componente energetica del panie-re, senza la quale la dinamica approssimerebbe il punto percentuale di crescita, accelerano i prezzi dei generi ali-mentari e dei servizi. Italia allo 0.3%, più in alto di Francia (0.1%) e Germania (inflazione nulla).

Dai Paesi emergenti

le maggiori incertezze

dello scenario

Il quadro delle materie primePetrolio

Fonte: elaborazioni REF Ricerche su dati Thomson Reuters

Materie prime alimentari

Fonte: elaborazioni REF Ricerche su dati Thomson Reuters

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Indice FAO, 2005 = 100

Il petrolio resta sotto i 50 dollari al

barile

0.1%l’inflazione in Europa

-40% la variazione media del petrolio

in euro nel III trimestre 2015

Le materie prime puntano al ribasso sulla scia degli emergentiPetrolio sotto i 50 dollari. Ripiegano metalli e materie prime alimentari grazie al clima

Prezzi al consumo Area euro: III trimestre 2015Variazioni % tendenziali

BENI -0.9 -0.8 -0.1 -0.8 Alimentari lavorati 0.6 -0.3 1.0 0.6 Alimentari non lavorati 2.8 2.1 2.0 2.1 Energetici -7.6 -4.8 -6.4 -7.2 Beni industriali 0.8 -0.4 0.6 0.4SERVIZI 1.1 1.3 0.8 1.2

Indice generale 0.0 0.1 0.3 0.1Componente di fondo* 0.9 0.5 0.9 0.9

* Al netto degli alimentari non lavorati e degli energeticiFonte: elaborazioni REF Ricerche su dati Eurostat (IPCA)

Tipologie diprodotto

Germania Francia Area EuroItalia

Il clima favor-evole spinge al ribasso le

quotazioni alimentari

Inflazione di poco superi-ore allo zero

in Europa

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N° 16

novembre 2015 Focus congiunturali – Prezzi // 03

Inflazione lombarda in

recupero

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Fonte: elaborazioni REF Ricerche su dati Istat (NIC)

Indice generaleDifferenziale (scala ds.) Lombardia ITALIA

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Fonte: elaborazioni REF Ricerche su dati Istat (NIC)

Contributi dei settori all'inflazioneEnergia Alimentari Non alimentari Servizi

Tariffe Affitti Tabacchi Totale

Variazioni % tendenziali

Svolta il mercato del

lavoro, si diffonde la

fiducia

Si consolida nel terzo trimestre dell’anno l’accelerazio-ne dell’inflazione al consumo in Lombardia (+0.3%, un decimo in più rispetto alla media nazionale). I segnali di risalita che giungono dai prezzi al consumo risultano co-erenti con i più recenti risultati dell’economia: anche se ancora a ritmi modesti, la fase di ripresa ha guadagnato vigore. I dati della prima metà dell’anno restano incorag-gianti e la crescita nel nostro Paese è finalmente arriva-ta ad approssimare la media dell’eurozona. Le famiglie lombarde come quelle italiane stanno beneficiando in questa fase di diversi elementi favorevoli: il recupero del potere d’acquisto, l'allentamento della politica di bilancio dopo anni di forte restrizione e la ripresa dell’occupa-zione.

Prendendo in esame le informazioni dell’Istat si osserva che i primi otto mesi dell’anno ci restituiscono un merca-to con 197 mila occupati in più rispetto allo stesso perio-do del 2014 (+0.9%) e con 70 mila persone disoccupate in meno (-2.2%). Al miglioramento hanno contribuito le misure introdotte dal “Jobs Act” e gli sgravi fiscali previsti per le nuove assunzioni con contratto a tutele crescenti a tempo indeterminato. Nel contempo il reddito disponibile reale, che aveva toccato i minimi all’inizio del 2013, si è sostanzialmente stabilizzato, contribuendo ad assecon-dare il risveglio della spesa.

I dati disaggregati, inoltre, evidenziano come buona par-te delle risorse disponibili sia stato assorbito, insieme ad un recupero del tasso di risparmio, dall’acquisto di beni durevoli. La lettura più accreditata è che il cambio di rotta in corso rappresenti una situazione del tutto fisiologica se si tiene conto dell’esigenza oggettiva di rinnovare la dotazione di beni durevoli: auto, elettrodomestici, mobili ed arredamento sono arrivati ad approssimare il natura-le periodo di sostituzione. Nonostante un miglioramento nelle attese di famiglie e imprese, l’inflazione resta com-plessivamente ancorata ai minimi e solo la componente di fondo beneficia di una accelerazione, portandosi allo 0.9% nel terzo trimestre 2015 dallo 0.4% di inizio anno.

A livello provinciale, ad eccezione di Mantova, tutte le città lombarde si confermano su valori di inflazione di se-gno positivo, con tassi di variazione tendenziale compre-si tra il valore nullo di Lodi e lo 0.5% registrato a Milano e Pavia.

0.9%l’inflazione di fondo in Lombardia

0.4%il contributo dei servizi

all’inflazione

Prezzi al consumo per settoreVariazioni % sul periodo indicato

Italia

Alimentari e bevande 17.7% -0.7 1.2 1.1Non alimentare 21.5% 0.0 0.4 0.2Energia 9.3% -1.9 -6.7 -6.4Servizi 35.4% 1.1 1.2 0.9Tariffe 10.1% -0.1 1.1 1.4Affitti 3.7% -0.1 0.2 -0.2Tabacchi 2.2% -0.3 3.9 3.9

Inflazione totale* 100% 0.1 0.3 0.2Inflazione di fondo** 100% 0.4 0.9 0.7

(*) Aggregati con la struttura dei pesi nazionale(**) Al netto di fresco ittico, fresco ortofrutticolo ed energiaFonte: elaborazioni REF Ricerche su dati Istat (NIC)

III t-15/ III t-14

Settore Peso

Lombardia

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L'analisi dell'inflazione

per capoluoghi di Provincia

L'inflazione in Lombardia continua la (lenta) risalitaMigliora il quadro per le famiglie grazie al mercato del lavoro. Al netto dell'energia inflazione vicina all'1%

I consumi delle famiglie ripartono dal

durevole

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N° 16

novembre 2015 Focus congiunturali – Prezzi // 04

-10.7%la variazione tendenziale

dei carburanti

0.8%il recupero del potere d'acquisto via energia

Con una flessione dei prezzi dei carburanti, delle tariffe dell’energia elettrica e del gas naturale vicina ai due pun-ti percentuali nel trimestre, l’inflazione della componente energetica del paniere vede consolidarsi il suo percorso in territorio negativo. Rispetto ad un anno fa, i corrispettivi rilevati tra i mesi di luglio e settembre sul territorio lombar-do risultano mediamente più convenienti di quasi il 7%. Del tutto trascurabili gli scostamenti tra le evidenze che emergono in Regione Lombardia rispetto al più ampio sce-nario nazionale, fenomeno che discende sia dall’assetto oligopolistico del mercato a valle dei prodotti energetici sia dall'assetto della regolazione delle tariffe energetiche che opera in maniera uniforme lungo tutti i territori.

Il ridimensionamento a monte dei corsi petroliferi ha con-tribuito a calmierare in particolare gli andamenti dei prezzi dei prodotti derivati: spicca il dato sulle benzine, che spe-rimentano una riduzione dei prezzi alla pompa superiore al 10% su base tendenziale, livelli di variazione che ap-prossimano quelli dell’estate 2009 nella fase post shock petrolifero. Nel periodo luglio-settembre la benzina verde è risultata più conveniente del 9.7% rispetto al corrispon-dente trimestre 2014, mentre il diesel del 13.4%: in termini di livello l’incidenza del fenomeno vale 10-15 centesimi di euro al litro in meno.

Nonostante il recupero estivo per effetto delle temperature elevate che hanno sollecitato i consumi, anche la discesa del prezzo all’ingrosso del chilowattora quotato sulla Bor-sa elettrica ha contribuito a qualificare il quadro votato al rasserenamento. Medesimo discorso, seppure a partire da fondamentali di altro tipo, per il gas naturale: lo sfruttamento dei giacimenti di shale gas negli Stati Uniti ed in Canada ha determinato una situazione di extra offerta sui mercati inter-nazionali ed una maggiore convenienza negli approvvigionamenti. Nel complesso, applicando i corrispettivi del trimestre luglio-settembre 2015, la spesa per la fornitura a carico di una famiglia media di tre componenti con un consumo annuo stimato nell’ordine dei 2700 chilowattora e di 1400 metri cubi di gas raggiunge complessivamente un importo pari a circa 1600 euro, con un risparmio di 70 euro rispetto al corrispondente periodo del 2014.

In chiusura, appare utile offrire una quantificazione del risparmio complessivo che discende dal rinnovato scenario energe-tico: tenuto conto della composizione del parco auto, dei consumi medi delle vetture distinte per tipologia di alimentazione e della percorrenza media delle famiglie, è possibile stimare un risparmio complessivo nel 2015 compreso tra 1 e 1.2 miliardi di euro in Regione Lombardia (6.8 in tutta Italia). Sommando anche l’impatto dell’arretramento della spesa per le bollette di energia elettrica e gas naturale (250 milioni di euro in un anno) si arriva ad un totale di circa 1.5 miliardi di euro in meno, l’equivalente dello 0,8% del reddito disponibile.

Non si arresta la disinflazione

dell'energia

Il petrolio spinge al rib-asso i prezzi

dei carburantiPrezzi degli energetici

Italia

Energetici* 100% -1.9 -6.7 -6.4di cui:Tariffe energetiche 50.0% -0.9 -1.4 -1.0Prodotti energetici 50.0% -2.9 -10.7 -10.6

(*) Peso sul paniere: 9.3% - Contributo all'inflazione: -0.6%

Fonte: elaborazioni REF Ricerche su dati Istat (NIC)

Per la Regione Lombardia gli indici sono stati aggregati utilizzando la struttura dei pesi nazionale

Variazioni % sul periodo indicato - Ordinamento decrescente per contributo all'inflazione

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Fonte: elaborazioni REF Ricerche su dati Istat (NIC)

EnergeticiDifferenziale (scala ds.) Lombardia ITALIA

Variazioni % tendenziali

Le bollette di energia e gas

beneficiano di una situazione di extra offerte

Energia più conveniente: mezzo punto di inflazione in menoPer le famiglie lombarde il risparmio vale 1.5 miliardi di euro tra carburanti e tariffe energetiche

Per le famiglie lombarde un risparmio di 1.5 miliardi

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N° 16

novembre 2015 Focus congiunturali – Prezzi // 05

6.3%l'aumento nell'ultimo anno

dei prezzi degli alberghi

1.2%l'inflazione dei servizi privati in Lombardia

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Fonte: elaborazioni REF Ricerche su dati Istat (NIC)

Servizi privatiDifferenziale (scala ds.) Lombardia ITALIA

Variazioni % tendenziali

Prezzi dei servizi privati

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Servizi* 100% 1.1 1.2 0.9di cui:Alberghi e pubb. esercizi 34.3% 0.9 2.1 1.5Personali e ricreativi 14.5% 0.4 1.1 0.8Di trasporto 11.8% 5.3 1.0 1.2Per la casa 9.8% 0.3 1.2 0.9Sanitari 17.6% 0.2 0.6 0.6Finanziari ed altri 12.0% 0.1 0.3 -0.1

(*) Peso sul paniere: 35.4% - Contributo all'inflazione: 0.4%

Fonte: elaborazioni REF Ricerche su dati Istat (NIC)

Per la Regione Lombardia gli indici sono stati aggregati utilizzando la struttura dei pesi nazionali

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III t-15/ III t-14

Variazioni % sul periodo indicato - Ordinamento decrescente per contributo all'inflazione

Reparti Peso in categoria

Lombardia

III t-15/ II t-15

Il terzo trimestre dell’anno si è caratterizzato per un aumen-to dei prezzi dei servizi privati di oltre un punto percentuale rispetto al periodo precedente: la dimensione dei rincari è in buona misura da ascrivere ad un fenomeno di natura stagionale che tende a concentrare i movimenti al rialzo dei prezzi nel periodo estivo, in corrispondenza di un picco di domanda. Su base annua, d'altro canto, si consolidano i segnali di recupero: per il secondo trimestre consecutivo l’inflazione di settore in Lombardia ha messo a segno un progresso rilevante, con uno scarto di tre decimi rispetto al resto del Paese. Dall'analisi dei contributi si evince che il comparto dei servizi privati spiega circa mezzo punto per-centuale dell’inflazione complessiva.

Guardando al dettaglio dell’aggregato, si evince come la componente stagionale abbia operato in misura più pro-nunciata nell’ambito dei servizi di mobilità, che nel terzo trimestre sono rincarati del 5.3% rispetto al periodo prece-dente. Si tratta di un comparto che include una tipologia di prestazioni strettamente collegate alla domanda turistica, dai collegamenti aerei (+10% per i voli nazionali) ai trasporti marittimi verso le isole (+10%). In assenza di pressioni sul fronte dei costi dei carburanti, gli effetti al rialzo che si col-gono dai prezzi al consumo sono integralmente da ascrive-re all'incremento della domanda che origina dalla ripresa del turismo.

Aumenti di qualche rilievo sia su base trimestrale (+0.9%) che su base annua (+2.1%) per il comparto dell’alloggio e ristorazione: lo scarto rispetto al corrispondente dato Italia (+1.5%) certifica che siamo in presenza di un fenomeno circoscritto territorialmente. Appare del tutto evidente che l’intensità dei ritocchi risente della forte pressione esercita-ta dall’Expo, che la città di Milano ha ospitato dal 1° maggio al 31 ottobre, sui prezzi al consumo: il dato più emblematico è certamente quello che riguarda la variazione tendenziale di camere d’albergo e bed&breakfast, rincarati in confronto al trimestre luglio-settembre 2014 di oltre il 6%.

Su base tendenziale tutti i principali aggregati sperimentano trend inflativi in recupero, generalmente più sostenuti della media Italia: si portano in corrispondenza del punto percentuale di crescita i servizi per la casa (+1.2% negli ultimi dodici mesi) e quelli di trasporto. Accelerano, infine, anche i servizi alla persona, aumentati negli ultimi dodici mesi di oltre un punto percentuale: tra gli incrementi più elevati si osservano voci eterogenee, tra cui i servizi internet sui dispositivi mobili (+1.2%) gli abbonamenti pay tv (+5.9% a seguito della ricomposizione dei diritti sportivi tra le piattaforme a pagamento), gli ingressi in piscina (+12%) e le rette della formazione primaria (+2%).

Rincarano i prezzi dei

servizi privati

In Lombardia, più che in Italia, accelera l'inflazione dei servizi privatiL'impulso principale dalla stagionalità e dall"effetto Expo" sui prezzi dei servizi ricettivi

I servizi di trasporto guidano i

rincari del trimestre

Lombardia vs Italia: i prezzi aumentano di

più

Effetto Expo: su i prezzi

degli alberghi

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Fonte: elaborazioni REF Ricerche su dati Istat (NIC)

Alimentari e bevande

Differenziale (scala ds.) Lombardia ITALIA

Variazioni % tendenziali

Spinta da un rilevante effetto base che ha investito la com-ponente fresca del paniere alimentare (come è tipico della stagione estiva, i prezzi al dettaglio di frutta e verdura han-no beneficiato di significative riduzioni congiunturali, sep-pure più contenute rispetto allo scorso anno), l’inflazione alimentare ha accelerato in misura sensibile, portandosi nel terzo trimestre 2015 oltre il punto percentuale di cresci-ta (+1.2% in Lombardia, lievemente più in alto in confronto alla media nazionale).

L’elemento più rilevante dello scenario attuale attiene alla divaricazione negli andamenti tra le diverse componenti della spesa alimentare, fenomeno che nel corso dei mesi centrali del 2015 si è andato accentuando: larga parte del-la variazione complessiva, circa l’80%, è infatti da attribuire ai rincari, calcolati rispetto allo stesso periodo dello scor-so anno, che hanno colpito la frutta e la verdura fresche. Rispetto al periodo luglio-settembre 2014, i prezzi orto-frutticoli praticati al consumatore finale risultano più ele-vati del 4% in media: le condizioni climatiche favorevoli che hanno caratterizzato le fasi centrali del 2015 hanno cagionato un anticipo della raccolta e della messa in commercio dei principali prodotti di stagione, con una conseguente riduzione dell’offerta disponibile sui mer-cati nella seconda parte dell’estate. In questo quadro, tuttavia, è opportuno rilevare come elemento di virtù del territorio regionale la capacità del sistema distributivo di assorbire parzialmente le tensioni: nel resto del Paese, infatti, le tensioni assumono dimensioni più pronunciate. Tra gli altri si osservano adeguamenti al rialzo dei listini di prim’ordine per pomodori (+8.4% tendenziale), insalata (+7.3%) e pesche (+5%).

Coerentemente con i segnali che si colgono dai mercati a monte delle materie prime e dell’andamento dei costi di produzione, la componente lavorata della spesa alimen-tare mostra ritmi di crescita sensibilmente più prudenti: nell’ultimo trimestre i prezzi dei prodotti oggetto di trasformazione industriale sono rimasti invariati rispetto a quello pre-cedente.Su base annua si colgono segnali di accelerazione dal raggruppamento dei prodotti confezionati (in progresso dallo 0.5% di inizio anno all’1.3% tendenziale): la spiegazione è da ricercare principalmente nella dimensione dei ritocchi che hanno interessato i prezzi al dettaglio degli oli (+7% negli ultimi dodici mesi) per effetto dei limitati volumi di prodotto immessi sul mercato a seguito della crisi della produzione nazionale. In prospettiva, ad ogni modo, si tratta di aree di tensione che do-vrebbero andare smorzandosi nei mesi a venire: la campagna 2015/2016 avviata nelle ultime settimane è attesa toccare le 350 mila tonnellate di prodotto, in recupero in confronto allo scorso anno in una misura pari al 60%.

Prezzi dei generi alimentari per reparto

Italia

Alimentari lavorati 80.7% 0.0 0.6 0.3

Alimentari Confezionati 30.5% 0.2 1.3 0.8 Bevande 11.1% -0.1 0.6 0.2 Carni 16.0% -0.2 0.2 0.3 Gelati e surgelati 3.7% -0.2 0.1 -0.6 Latticini e salumi 17.5% 0.0 -0.1 -0.5Fresco Ortofrutticolo 14.8% -5.0 4.0 5.8Fresco Ittico 4.5% 1.9 3.0 2.0

Alimentari e bevande* -0.7 1.2 1.1

(*) Peso sul paniere: 17.7% - Contributo all'inflazione : 0.21%

Fonte: elaborazioni REF Ricerche su dati Istat (NIC)

Variazioni % sul periodo indicato - Ordinamento decrescente per contributo all'inflazione

III t-15/ III t-14

III t-15/ III t-14

Peso in categoriaReparti

Lombardia

III t-15/ II t-15

Per la Regione Lombardia gli indici sono stati aggregati utilizzando la struttura dei pesi nazionale

60%i rincari dei prezzi all'origine dell'olio

4%la variazione tendenziale dell’ortofrutta

Inflazione alimentare in

Lombardia oltre l'1%

Frutta e ver-dura più care

del 4% rispetto ad un anno fa

Andamento moderato per

la componente lavorata: spic-cano i rincari

degli oli

L'inflazione alimentare si conferma oltre il punto percentualeNon si allentano le tensioni su frutta e verdura fresche, rincarano anche i prodotti in confezione

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N° 16

novembre 2015 Focus congiunturali – Prezzi // 07

-0.5

0.0

0.5

1.0

1.5

2.0

-1

0

1

2

3

4

III t12

IV t1

2

I t13

II t13

III t13

IV t1

3

I t14

II t14

III t14

IV t1

4

I t15

II t15

III t15

Fonte: elaborazioni REF Ricerche su dati Istat (NIC)

Tariffe pubblicheDifferenziale (scala ds.) Lombardia ITALIA

Variazioni % tendenziali

Prezzi amministrati e tariffe pubbliche

Italia

Tariffe* 100% -0.1 1.1 1.4di cui:a controllo locale 36.9% -0.2 1.8 2.3a controllo nazionale 63.1% 0.0 0.8 0.8

(*) Peso sul paniere: 10.1% - Contributo all'inflazione: 0.12%

Fonte: elaborazioni REF Ricerche su dati Istat (NIC)

Per la Regione Lombardia gli indici sono stati aggregati utilizzando la struttura dei pesi nazionali

Reparti Peso in categoria III t-15/

II t-15III t-15/ III t-14

Variazioni % sul periodo indicato - Ordinamento decrescente per contributo all'inflazione

III t-15/ III t-14

Lombardia

1.1%l'inflazione tariffaria in Lombardia

5%l'aumento delle tariffe telefoniche

Archiviata una prolungata fase di moderazione, l’inflazio-ne tariffaria ha confermato la tendenza al rialzo avviata da inizio anno: il fenomeno di accelerazione, che beneficia di consistenti effetti base (l’estate 2014 aveva consegnato variazioni congiunturali negative di qualche intensità, dai trasporti ferroviari alle tariffe di igiene ambientale) ha riguar-dato trasversalmente i due principali aggregati del paniere tariffario, quello dei prezzi amministrati a livello centrale e quello delle tariffe di competenza delle amministrazioni ter-ritoriali.

In marcia verso l’1%, l’inflazione delle tariffe nazionali ha messo a segno un significativo progresso negli ultimi mesi: archiviati gli adeguamenti di inizio anno, la dinamica è stata sollecitata negli andamenti più recenti da una unica voce, quella delle tariffe dei trasporti ferroviari a lunga percorren-za. Dallo scorso mese di luglio l’operatore nazionale ha in-fatti stabilito una revisione al rialzo su alcuni titoli di viaggio relativi alla linea dell’alta velocità: sulla tratta Milano-Torino, ad esempio, il costo dell’abbonamento è passato da 290 a 340 euro, con un aggravio pari al 17% a carico degli utenti finali. Il confronto rispetto allo scorso anno, tuttavia, grazie alla forte pressione esercitata dalle iniziative promozionali ed alla spinta concorrenziale, resta complessivamente an-cora favorevole: i collegamenti ferroviari risultano più con-venienti rispetto a dodici mesi fa di oltre un punto e mezzo percentuale.

Su base tendenziale l’inflazione dell’intero comparto è in-fluenzata dagli incrementi delle tariffe postali (+11.4% a partire dalla fine del 2014, per effetto dell’entrata in vigore del nuovo tariffario sulla corrispondenza per tutti i formati e gli scaglioni di peso) e dai ritocchi che hanno colpito quelle telefoniche (+5% tra il terzo trimestre 2014 e 2015, in ragione dell’adozione da parte dell’operatore nazionale di un nuovo pacchetto voce agli utenti del “servizio universale”, ovvero a coloro che non possiedono un collegamento internet e pagano il traffico a consumo, a partire dello scorso mese di maggio).

In marcia anche i corrispettivi dei servizi pubblici locali, arrivati ad approssimare i due punti percentuali di incremento ten-denziale: le variazioni, che vanno lette nell’ambito di un generale ridimensionamento dei trasferimenti da parte delle ammi-nistrazioni centrali a quelle territoriali, risultano più accentuate nel caso del servizio idrico integrato (+4% in media regionale rispetto allo scorso anno) e dei trasporti ferroviari regionali (+4.1%). Nel complesso, tuttavia, il confronto Lombardia-Italia risulta favorevole: gli incrementi a carico del consumatore lombardo risultano più contenuti di quanto si registra in media nazionale.

Non si arresta il recupero

dell'inflazione tariffaria

Servizi pub-blici locali:

pesa la crisi della finanza

pubblica

Le tariffe nazionali spingono l'inflazione tariffariaNel trimestre aumentano i prezzi dei treni dell'alta velocità, più care le tratte a lunga percorrenza

Aumenti per i biglietti del

Frecciarossa da luglio

Rincarano anche poste e

telefonia

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N° 16

novembre 2015 Focus congiunturali – Prezzi // 08

15% l'espansione delle immatricolazioni

prevista per il 2015

1.8%l'aumento nell'ultimo anno

dei prezzi delle auto

Con i prezzi dei beni industriali non alimentari invariati nel tri-mestre, l’inflazione di settore continua a galleggiare a ridosso del valore nullo (+0.4%): a guidare l’andamento in atto con-tribuiscono la riduzione dei costi di trasporto e la lenta risalita dei consumi delle famiglie. Considerato il valore anticipatorio che è tradizionalmente associato alle tendenze relative alla Regione Lombardia, la deviazione rispetto alla media nazio-nale, che si colloca su un livello inferiore di alcuni decimi di punto, potrebbe lasciar presagire un rafforzamento della di-namica inflativa nei mesi a venire per l’aggregato in esame. La variazione nulla nel trimestre è la sintesi di andamenti di segno ed intensità differenziati: a fronte di revisioni al rialzo per auto (+0.3% rispetto al secondo trimestre dell’anno), ar-redamento, abbigliamento e calzature (+0.1%), si certificano ribassi congiunturali in capo agli articoli di profumeria (-0.2%), giocattoli (-0.2%), elettrodomestici (-0.1%) ed elettronica di consumo (-0.9%), sollecitati dalla crescente concorrenza esercitata rispettivamente dagli esercizi destinati alla vendita di prodotti per l’igiene personale e la cura della persona e dalle grandi superfici specializzate.

Su base annua i segnali positivi riguardano la componente dei beni durevoli: non è un caso che i valori di inflazione più sostenuti afferiscano all’auto (+1.8% tendenziale) ed all’arre-damento (+0.6% di media, con incrementi superiori al punto percentuale per i mobili da cucina, tavoli, sedie e lampade). Primi timidi cenni di recupero anche per abbigliamento e calzature, che accelerano rispettivamente allo 0.6% ed allo 0.9% tendenziale dallo 0.2% e 0.4% di inizio 2015: anche in questo caso l’aspetto più rilevante ha a che vedere con il segno positivo nella distanza inflattiva tra Lombardia e Italia. Aumenti superiori alla media per i capi a più elevata frequen-za di acquisto, a segnalare una ripresa che dovrebbe conso-lidarsi con qualche intensità entro la fine dell’anno: cresco-no in particolare i prezzi al dettaglio del pantalone da uomo (+1.3%), dell’intimo maschile (+0.8%) e femminile (+1.5%), delle scarpe da uomo (+1.8%) e da bambino (+1.3%).

Resta sostenuta, nonostante un rallentamento avviato ad inizio estate, l’inflazione della voce che include gli articoli di cartoleria ed i giornali (2.1%), sollecitata dagli aumenti che hanno colpito i giornali quotidiani (+2.2%, per effetto dell’ade-guamento di 20 centesimi di euro a copia per alcune testate sportive a partire dal mese di giugno).

Prezzi dei beni non alimentari

Italia

Non alimentare* 100% 0.0 0.4 0.2di cui:Autovetture e accessori 14.5% 0.3 1.8 1.6Abbigliamento 24.8% 0.1 0.6 0.5Cartoleria, libri, giornali 5.6% 0.3 2.1 2.1Mobili e arredamento 13.4% 0.1 0.6 0.6Calzature 7.9% 0.1 0.9 0.3Utensileria casa 2.5% 0.0 1.1 0.6Profumeria e cura persona 5.9% -0.2 0.0 -0.3Giochi e articoli sportivi 2.2% -0.2 -0.3 -0.3Elettrodomestici 3.2% -0.1 -0.3 -0.5Casalinghi durevoli e non 7.5% -0.4 -0.6 -0.5Radio, tv, ecc. 5.3% -0.9 -4.8 -4.9

(*) Peso sul paniere: 21.5% - Contributo all'inflazione : 0.09%

Fonte: elaborazioni REF Ricerche su dati Istat (NIC)

Per la Regione Lombardia gli indici sono stati aggregati utilizzando la struttura dei pesi nazionale

Variazioni % sul periodo indicato - Ordinamento decrescente per contributo all'inflazione

Reparti III t-15/ II t-15

LombardiaPeso in

categoria III t-15/ III t-14

III t-15/ III t-14

-0.5

0.0

0.5

1.0

1.5

-1

0

1

2

3

III t12

IV t1

2

I t13

II t13

III t13

IV t1

3

I t14

II t14

III t14

IV t1

4

I t15

II t15

III t15

Fonte: elaborazioni REF Ricerche su dati Istat (NIC)

Beni non alimentariDifferenziale (scala ds.) Lombardia ITALIA

Variazioni % tendenziali

Inflazione lombarda più elevata della media nazi-

onale

Il recupero della domanda spinge i prezzi dei beni

durevoli

Beni non alimentari: primi segnali di risveglio grazie ai durevoliIn Lombardia riparte la dinamica dei prezzi dei beni industriali. Primi recuperi anche per l'abbigliamento

Gli aumenti mag-giori sull'auto

Rincari per i giornali da

giugno

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N° 16

novembre 2015 Focus congiunturali – Prezzi // 09

Appendice statisticaPrezzi al consumo nelle Province lombardeVariazioni % sul periodo indicato

Bergamo 0.3 0.2 0.2 0.2Brescia 0.4 0.1 0.2 0.0Como 0.4 0.4 0.2 0.2Cremona -0.1 -0.1 0.3 0.3Lecco 0.1 0.4 0.2 0.4Lodi 0.4 0.2 0.2 0.0Mantova -0.1 0.3 -0.4 -0.1Milano -0.2 0.1 0.3 0.5Pavia 0.1 0.4 0.2 0.5Varese 0.5 0.2 0.5 0.2max. 0.5 0.4 0.5 0.5min. -0.2 -0.1 -0.4 -0.1Lombardia 0.0 0.1 0.2 0.3Italia -0.1 0.1 0.1 0.2Fonte: elaborazioni REF Ricerche su dati Istat (NIC)

II t-15/ II t-14

Tendenziali

Province III t-14/ II t-14

III t-15/ II t-15

Congiunturali

III t-15/ III t-14

Prezzi amministrati e tariffe: i dieci maggiori contributiVariazioni % sul periodo indicato - Ordinamento decrescente per contributo all'inflazione

Lombardia Italia

1 Servizi di telefonia fissa 5.3% 5.0 5.0 0.02 Canone radio e tv, abbonamenti 4.9% 3.8 3.8 0.03 Raccolta acque di scarico 3.7% 4.4 7.8 -3.44 Fornitura acqua 3.8% 3.8 9.5 -5.75 Prodotti farmaceutici 21.6% 0.7 0.7 0.06 Istruzione universitaria 5.4% 2.4 2.4 0.07 Pedaggi e parchimetri 8.9% 1.1 1.1 0.08 Raccolta rifiuti 8.9% 0.9 -0.8 1.79 Trasporto multimodale passeggeri 4.1% 1.8 2.9 -1.110 Servizi postali 0.7% 6.7 6.6 0.1

Tariffe* 1.1 1.4 -0.3

(*) Peso sul paniere: 10.1% - Contributo all'inflazione: 0.1%Per la Regione Lombardia gli indici sono stati aggregati utilizzando la struttura dei pesi nazionaliFonte: elaborazioni REF Ricerche su dati Istat (NIC)

Peso in categoria

Segmenti di consumo Diff. III t-15/ III t-14

III t-15/ III t-14

Prezzi dei generi alimentari: i dieci maggiori contributiVariazioni % sul periodo indicato - Ordinamento decrescente per contributo all'inflazione

Lombardia Italia

Segmenti di consumo

1 Olio di oliva 2.1% 6.9 8.1 -1.22 Pomodori 1.7% 8.4 12.1 -3.73 Arance 0.8% 12.5 15.7 -3.24 Insalata 1.3% 7.3 7.1 0.25 Radici, bulbi e funghi 1.2% 7.0 11.5 -4.56 Altri vegetali coltivati per frutti 1.8% 4.3 5.9 -1.67 Pasta secca, pasta fresca e couscous 2.2% 3.3 2.2 1.18 Altri agrumi 0.8% 7.2 11.0 -3.89 Caffè 2.1% 2.4 1.4 1.010 Pere 0.5% 9.8 7.3 2.5

Alimentari e bevande* 1.2 1.1 0.1

(*) Peso sul paniere: 17.7% - Contributo all'inflazione: 0.21%Per la Regione Lombardia gli indici sono stati aggregati utilizzando la struttura dei pesi nazionaleFonte: elaborazioni REF Ricerche su dati Istat (NIC)

Peso in categoria Diff. III t-15/

III t-14III t-15/ III t-14

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N° 16

novembre 2015 Focus congiunturali – Prezzi // 010

Prezzi degli energetici: i cinque maggiori contributiVariazioni % sul periodo indicato - Ordinamento decrescente per contributo all'inflazione

Lombardia Italia

1 Altri combustibili solidi 2.3% 3.0 2.0 1.02 Lubrificanti 2.4% 0.9 0.2 0.73 Idrocarburi liquidi (butano, propano, ecc.) 1.5% -1.7 -3.1 1.44 Gasolio per riscaldamento 0.9% -12.1 -12.3 0.25 Gas di città e gas naturale 29.1% -1.1 -0.4 -0.7

Energetici* -6.7 -6.4 -0.3

(*) Peso sul paniere: 9.3% - Contributo all'inflazione: -0.6%Per la Regione Lombardia gli indici sono stati aggregati utilizzando la struttura dei pesi nazionaleFonte: elaborazioni REF Ricerche su dati Istat (NIC)

Peso in categoria

Segmenti di consumo Diff. III t-15/ III t-14

III t-15/ III t-14

Prezzi dei non alimentari: i dieci maggiori contributiVariazioni % sul periodo indicato - Ordinamento decrescente per contributo all'inflazione

Lombardia Italia

Segmenti di consumo

1 Automobili nuove benzina 5.6% 2.0 2.0 0.02 Automobili nuove diesel 4.6% 2.2 2.2 0.03 Gioielleria 1.4% 5.9 2.7 3.24 Giochi elettronici 0.4% 15.2 15.6 -0.45 Giornali 1.4% 3.5 3.5 0.06 Pullover donna 1.6% 2.1 1.2 0.97 Borse 1.6% 2.0 0.5 1.58 Camicie e t-shirt donna 1.7% 1.7 0.7 1.09 Libri narrativa 0.4% 6.6 6.6 0.010 Abbigliamento intimo e calze donna 2.2% 1.1 1.2 -0.1

Non alimentari* 0.4 0.2 0.2

(*) Peso sul paniere: 21.5% - Contributo all'inflazione: 0.09%Per la Regione Lombardia gli indici sono stati aggregati utilizzando la struttura dei pesi nazionaleFonte: elaborazioni REF Ricerche su dati Istat (NIC)

Peso in categoria Diff. III t-15/

III t-14III t-15/ III t-14

Prezzi dei servizi privati: i dieci maggiori contributiVariazioni % sul periodo indicato - Ordinamento decrescente per contributo all'inflazione

Lombardia Italia

Segmenti di consumo

1 Alberghi e motel 5.9% 6.3 2.6 3.72 Riparazione auto 7.3% 1.3 1.5 -0.23 Servizi ospedalieri 4.6% 1.5 0.5 1.04 Pasto al ristorante 6.1% 1.1 0.9 0.2

5 Servizi domestici di pulizia e lavanderia di personale retribuito

5.3% 1.2 0.8 0.4

6 Voli nazionali 0.6% 10.6 10.6 0.07 Fast food e ristorazione take away 3.0% 1.7 1.4 0.38 Spese bancarie e finanziarie 3.5% 1.1 1.0 0.19 Piscine 0.3% 11.8 4.2 7.610 Pasto in pizzeria 3.8% 0.8 0.9 -0.1

Servizi* 1.2 0.9 0.3

(*) Peso sul paniere: 35.4% - Contributo all'inflazione: 0.4%Per la Regione Lombardia gli indici sono stati aggregati utilizzando la struttura dei pesi nazionaliFonte: elaborazioni REF Ricerche su dati Istat (NIC)

Peso in categoria Diff. III t-15/

III t-14III t-15/ III t-14

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N° 16

novembre 2015 Focus congiunturali – Prezzi // 011

Top e Bottom 5 delle variazioni sul paniere Variazioni % sul periodo indicato

Lombardia* ItaliaSettore

TOP1 Giochi elettronici Non alimentari 15.2 15.6 -0.42 Arance Alimentari 12.5 15.7 -3.23 Piscine Servizi 11.8 4.2 7.74 Apparecchi per la riproduzione di suoni e immagini Non alimentari 10.9 10.9 0.05 Voli nazionali Servizi 10.6 10.6 0.0

BOTTOM1 Benzina Energia -9.7 -9.6 0.02 Apparecchi per la telefonia mobile Non alimentari -10.6 -10.7 0.13 Gasolio per riscaldamento Energia -12.1 -12.3 0.24 Gasolio per mezzi di trasporto Energia -13.4 -13.1 -0.35 Altri carburanti Energia -18.8 -17.9 -0.9

(*) Per la Regione Lombardia gli indici sono stati aggregati utilizzando la struttura dei pesi nazionaliFonte: elaborazioni REF Ricerche su dati Istat (NIC)

Diff. III t-15/ III t-14

III t-15/ III t-14

Segmenti di consumo

Top e Bottom 5 degli scostamentiVariazioni % sul periodo indicato

Lombardia* ItaliaSettore

TOP1 Piscine Servizi 11.8 4.2 7.72 Alberghi e motel Servizi 6.3 2.6 3.73 Gioielleria Non alimentari 5.9 2.7 3.24 Zucchero Alimentari -0.9 -3.8 3.05 Cacao e cioccolato in polvere Alimentari 4.5 1.8 2.6

BOTTOM1 Pomodori Alimentari 8.4 12.1 -3.72 Altri agrumi Alimentari 7.2 11.0 -3.83 Radici, bulbi e funghi Alimentari 7.0 11.5 -4.54 Fornitura acqua Tariffe 3.8 9.5 -5.75 Frutti a bacca Alimentari -2.2 4.2 -6.4

(*) Per la Regione Lombardia gli indici sono stati aggregati utilizzando la struttura dei pesi nazionali Fonte: elaborazioni REF Ricerche su dati Istat (NIC)

Diff.III t-15/ III t-14

III t-15/ III t-14

Segmenti di consumo

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N° 16

novembre 2015 Focus congiunturali – Prezzi // 012

L’impianto metodologico mira a valorizzare tutta l’informazione disponibile in materia di prezzi al consumo nella regione Lombardia. A questo fine sono stati acquisiti presso l’Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT) i numeri indici dei prezzi al consumo riferiti alla geografia di interesse con il massimo dettaglio attualmente diffondibile. Si tratta dei numeri indici dei prezzi al consumo riferiti ai diversi livelli di aggregazione.Il patrimonio informativo territoriale complessivamente disponibile è relativo a:

- numeri indici riferiti a circa 300 posizioni rappresentative (rispetto alle oltre 500 complessive del paniere) per gli anni 2008, 2009 e 2010 e ai livelli di aggregazione superiori (voci di prodotto, gruppi, categorie, capitoli di spesa), espressi in base di riferimento (1998=100);

- numeri indici riferiti alle posizioni rappresentative del paniere per gli anni 2011, 2012, 2013, 2014, 2015 e ai livelli di aggregazione superiori (segmenti di consumo, sottoclassi, classi, gruppi e divisioni), espressi in base di riferimento (2010=100);

- numeri indici provinciali riferiti alle 12 divisioni di prodotto/capitoli di spesa e all’indice generale dei prezzi al consumo (al netto e al lordo dei tabacchi) per gli anni 2008-2015;

- struttura dei pesi regionali riferita alle 12 divisioni di spesa.

Una griglia analitica per mercati di formazione del prezzo

A partire da questa base informativa è stato impostato un esercizio di riclassificazione delle posizioni rappresentative secondo la gerarchia sviluppata da REF Ricerche e Unioncamere nell’ambito dell’Osservatorio “Prezzi e mercati”. La riclassificazione segue una logica per “mercati di formazione del prezzo” e si articola in sette settori:

- alimentare e bevande; - non alimentare; - energia; - servizi; - tariffe; - affitti; - tabacchi.

Ciascun settore si articola in due o più raggruppamenti merceologici o sotto-settori.

Anno 2010

12

38

109

204

521

Capitoli di spesa

Categorie di prodotto

Gruppi di prodotto

Voci di prodotto

Posizioni rappresentative

Anno 2011

Divisioni di prodotto12

43

102

233

322

Gruppi di prodotto

Classi di prodotto

Sottoclassi di prodotto

Segmenti di consumo

591 Posizioni rappresentative

Nota metodologica

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N° 16

novembre 2015 Focus congiunturali – Prezzi // 013

Isolare le differenze di prezzo

La struttura di ponderazione utilizzata per l’aggregazione degli indici elementari è quella dell’Indice dei prezzi al con-sumo per l’Intera Collettività Nazionale (NIC). In un’ottica di benchmarking questa procedura consente di sterilizzare le differenze nell’andamento degli aggregati associato alle diverse abitudini di consumo e di sintetizzare il solo segnale originato dalle differenti dinamiche di prezzo. I numeri indici sintetici così ottenuti offrono una misurazione della dinamica tendenziale riferita a ciascun settore e raggruppamento merceologico per la Regione Lombardia. Un dato che può essere raffrontato con la corrispondente misurazione riferita al complesso del territorio nazionale. L’obiettivo è isolare le peculiarità del processo inflazionistico lombardo dagli andamenti comuni a tutto il territorio na-zionale. Solo i primi possono essere messi in relazione con il tessuto produttivo e distributivo locale; i secondi, invece, hanno con ogni probabilità una comune radice macro-economica nell’andamento delle materie prime, del costo del lavoro, della produttività, dei profitti e delle imposte indirette.

La diffusione dei datiIn linea con il disciplinare di diffusione adottato in sede ISTAT il massimo livello di dettaglio con il quale le informazioni possono essere utilizzate a fini di comunicazione esterna è quello dei Segmenti di consumo, cioè un livello superiore rispetto al livello più elementare con cui le informazioni sono state acquisite. L’operazione di lettura e analisi è stata di conseguenza coerentemente uniformata. A tal fine si è dunque reso necessario un raccordo tra i Segmenti di consumo (massimo livello di diffusione dei dati) e le Posizioni rappresentative. Il raccordo è risultato in linea di massima agevole e ha prodotto risultati soddisfacenti giacché la gran parte delle posizioni rappresentative soggiacenti ad un medesimo segmento di consumo ricade nel medesimo settore e gruppo secondo la griglia analitica assestata. In tutti i casi in cui l’allocazione non è risultata univoca il criterio adottato è stato quello della prevalenza, dove a prevalere è la posizione rappresentativa caratterizzata dal peso più elevato tra quelle afferenti ad un medesimo segmento di consumo.

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N° 16

novembre 2015 Focus congiunturali – Prezzi // 014

Beni alimentari: comprendono oltre ai generi alimentari le bevande alcoliche e quelle analcoliche. Si definiscono la-vorati i beni alimentari destinati al consumo finale che sono il risultato di un processo di trasformazione industriale (come i prodotti confezionati, i latticini, gli insaccati, i prodotti surgelati, le carni macellate). Si dicono freschi i beni alimentari non trattati (pesce fresco, frutta e verdura fresca).

Beni energetici: complesso di beni i cui prezzi risentono direttamente dell’andamento delle quotazioni del petrolio e delle altre materie prime energetiche. Comprendono i beni energetici regolati (tariffe dell’energia elettrica e del gas di rete per uso domestico) e i beni energetici non regolati (carburanti per autotrazione, combustibili per riscaldamento e lubrificanti).

Beni industriali: includono tutti i beni destinati al consumo al netto dei Beni alimentari e Energetici.

COICOP: Classificazione dei consumi individuali secondo l’utilizzo finale.

Contributo all’inflazione: indicatore che misura l’incidenza delle variazioni di prezzo dei singoli raggruppamenti merceologici sull’aumento o la diminuzione dell’indice aggregato.

Effetto base: effetto statistico corrispondente all’influenza esercitata sul tasso tendenziale di un certo periodo da una variazione “anomala” dei prezzi registrata nello stesso periodo dell’anno precedente.

Inflazione di fondo: esclude le componenti più volatili del paniere. E’ calcolata escludendo dall’indice generale i beni alimentari freschi e gli energetici.

IPCA: indice armonizzato dei prezzi al consumo per i Paesi dell’Unione Europea. È utilizzato per il confronto dell’infla-zione nei principali Paesi europei.

NIC: indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività nazionale.

Raggruppamento merceologico – Sotto-settore: insieme di voci di consumo (beni e servizi) appartenenti ad un medesimo mercato di formazione del prezzo.

Segmento di consumo: è il basso livello di dettaglio con il quale le informazioni possono essere diffuse.

Servizi privati: comprende tutte le tipologie di prestazione a domanda individuale (servizi di trasporto, servizi di ristorazione, servizi sanitari, servizi di ricreazione, servizi finanziari, servizi per la casa).

Settore: è il più alto livello di dettaglio nella griglia analitica adottata da REF-Ricerche e Unioncamere.

Tariffe pubbliche: include il complesso dei corrispettivi amministrati dall’operatore pubblico. Si distinguono in tariffe a controllo nazionale, stabilite da un soggetto facente capo ad una amministrazione centrale (Ministero, Autorità, Agen-zia), e tariffe a controllo locale, la cui determinazione compete ad un ente territoriale (Regione, Provincia e Comune).

Variazione (tasso) congiunturale: variazione rispetto al periodo precedente.

Variazione (tasso) tendenziale: variazione rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Glossario