Novaresi a Novara

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NOVARA edizione #0 | febbraio 2012 GIORGIO FALETTI pag. 2 Giorgio Faletti incontra i suoi lettori alla MelBookStore di Novara NOVARESI DELL’ANNO pag. 4 Edizione 2012: sport solidarietà e impegno sul territorio CASA BOSSI pag. 5 Il simbolo dimenticato LA CUCINA POPOLARE NOVARESE pag. 7 presso la libreria la talpa di viale roma la presentazione di un libro fuori dagli schemi MEZZA DI SAN GAUDENZIO pag. 8 Appassionati di podismo protagonisti sotto la neve THE WEDDING SHOW pag. 9 I protagonisti del matrimonio riuniti alla sala borsa Intervista al Fotografo Giovanni Ferrario ospite della fiera

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Novaresi a Novara è un freepress di informazione culturale dedicato a Novara e ai suoi cittadini. Si avvale della collaborazione spontanea di giovani volenterosi di partecipare attivamente alle iniziative che animano il territorio in cui vivono.

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NOVARAedizione #0 | febbraio 2012

GIORGIO FALETTI pag. 2

Giorgio Faletti incontra i suoi lettori alla MelBookStore di Novara

NOVARESI DELL’ANNO pag. 4

Edizione 2012: sport solidarietà e impegno sul territorio

CASA BOSSI pag. 5

Il simbolo dimenticato

LA CUCINA POPOLARE NOVARESE pag. 7

presso la libreria la talpa di viale roma la presentazione

di un libro fuori dagli schemi

MEZZA DI SAN GAUDENZIO pag. 8

Appassionati di podismo protagonisti sotto la neve

THE WEDDING SHOW pag. 9

I protagonisti del matrimonio riuniti alla sala borsa

Intervista al Fotografo Giovanni Ferrario ospite della fiera

giorgio falettiil piùu’ americano fra tutti

gli italiani

Sono pochi gli esponenti dello show businessa poter vantare una varietà di interessi comequella che si deduce dalla biografia di GiorgioFalei: passato con apparente nonchalancedai palcoscenici dei cabaret milanesi aglispeacoli televisivi sulle reti private, tra undetour cinematografico e un successo disco-grafico, sembra che l’avventura leeraria in-trapresa a partire dal 2002, anno dipubblicazione del thriller Io Uccido, rappre-senti l’ennesimo esempio di come questo po-liedrico autore abbia saputo costantementerinascere a nuova vita artistica, senza peral-tro aver mai deluso le opinioni e le aspea-tive del suo folto pubblico.“Larger than life”, ovvero grande, più grandedella vita stessa: è questa la definizione che èstata affibbiata all’autore astigiano da JefferyDeaver, uno dei più importanti giallisti ame-ricani viventi, artefice di best-seller come Ilcollezionista di ossa e I corpi lasciati indietro.Al successo e riconoscimento mondiale delprimo romanzo si sono susseguiti negli annisuccessivi una lunga serie di trionfi leerari,che hanno saputo confermare Falei qualeautore di punta del genere del thriller, una ca-tegoria usualmente dominata dagli scrioriamericani. In effei qualcosa di vagamenteyankee sembra trasparire dalla tecnica e dalleallusioni stilistiche faleiane: le atmosfere in-ternazionali, il taglio cinematografico, le ci-tazioni alla cultura pop e l’utilizzo dellasuspense piacciono, e non solo al pubblicoitaliano, dato che anche oltreoceano sem-brano sortire grande effeo. Tuavia, nono-stante questa vena creativa a stelle e striscerimanga un marchio di fabbrica della produ-zione dello scriore, la casa è dove sta ilcuore e il cuore di Falei appartiene alla pro-vincia italiana.E’ proprio la provincia a fare da sfondo al-l’ultimo sforzo editoriale dello scriore, pre-sentato a Novara presso la libreriaMelBookStore sabato 21 gennaio: con Tre aiin due tempi Falei raccoglie la sfida lanciatadalla collana di Einaudi Stile Libero Big, ov-vero di rinunciare agli echi cosmopoliti per

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richiudersi nella più intima, ma non menoambigua, dimensione locale.Una squadra di calcio di serie B loa per lapromozione nella classe maggiore, arrivandoa disputare i play-off per salire di categoria.Protagonista della vicenda è Silvano “Silver”Masoero, ex campione di pugilato ed ex ga-leoo con un passato difficile: Silver lavoracome magazziniere per la società calcistica,dove il figlio milita quale calciatore. E’ unadomenica importante per la squadra, una diquelle che deciderà il futuro della compagine;il pubblico è sugli spalti e l’arbitro sta perdare il fischio di inizio, ma uno degli allena-tori scompare misteriosamente. Da questepremesse si sviluppa il romanzo, incentratosulla figura di Silver, sul suo rapporto col fi-glio, sul sistema della corruzione nello sporte sulla mancanza di prospeive che affliggele nuove generazioni. Il linguaggio è quindiancora una volta quello del giallo, raccontatoaraverso l’amara ironia che traspare dalleparole e dagli aeggiamenti del protagonista,personaggio che accoglie anche elementi dinatura autobiografica, come la passione diFalei per la pesca e il suo interesse giovanileper la boxe.Tre ai in due tempi è pubblicato da Einaudinella collana Stile Libero Big, in edizione car-tacea a € 12,00 o digitale a € 6,99.

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NOVARESi DELL’ANNOPremiati i novaresi dell’anno

Sabato 21 gennaio si è svolta presso l’audito-rium Fratelli Olivieri del Conservatorio Can-telli la premiazione dei “Novaresi dell’anno”nella sua edizione del 2012, riconoscimentoassegnato alle personalità ciadine che me-glio si sono sapute distinguere nel loro campodi interesse. Alla presenza del Sindaco Ballarèe del Presidente della Regione Cota, oltre chedi molti volti noti dell’amministrazione edella cultura novarese, l’ambito riconosci-mento è stato conferito alla pallavolista Cri-stina Barcellini, alla presidentessadell’associazione Turi kumwe Onlus IlariaBuscaglia, molto aiva per quanto riguardagli aiuti al Rwanda e all’ex sindaco di Novaranonchè Presidente della Fondazione della Co-munità del novarese Ezio Leonardi. Un’edi-zione quindi particolarmente rosa dei“Novaresi dell’anno”, in cui ad essere omag-giato non è stato solo l’esperienza e la pas-sione per il territorio, ma anche l’impegnosportivo e umanitario. Il premio, assegnatocome ogni anno alla vigilia dei festeggiamentiper il Santo Patrono, è stato aperto con il con-ferimento dello speciale riconoscimento aiBenemeriti della Solidarietà, assegnato aquelle persone che più si sono distinte per gliai di beneficenza nella provincia novarese.

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casa bossiAbbandono e disinteresse: eppur

qualcosa si muove.

Immaginate per un istante una Novara privatadel suo simbolo più rappresentativo: tolta la cu-pola antonelliana, il cui profilo si staglia da piùdi un secolo sui tei del nostro centro storico,sono diversi gli esempi architeonici e artisticiche potrebbero concorrere a rimpiazzare la sil-houee della Basilica nell’iconografia e nell’im-maginario novarese. Dalle mura romane alcastello Visconteo – Sforzesco, passando per ilBroleo e la Barriera Albertina, per citare soloalcune delle innumerevoli ipotesi, è evidentecome il patrimonio artistico ciadino offra di-versi spunti in questo senso, tui a pari mododegni di poter essere considerati come simbolodella cià. Tuavia, se per molti di questi casi èevidente come lo sforzo nella cura e nella con-servazione del patrimonio artistico non sia maivenuto meno, in altri esempi è altreanto chiarocome la mancanza di fondi o altri problemi dinatura logistica e organizzativa abbiano portatoall’abbandono di aree che sarebbero potute es-sere altrimenti destinate ad arricchire il giàvasto panorama culturale novarese. Casa Bossi costituisce il più fulgido esempio dicome l’incuria e un crescente disinteresse ab-biano portato un simbolo della cià ad essereabbandonato ed, infine, dimenticato dai nova-resi. La villa, modificata ed ampliata da Alessan-dro Antonelli sulla base di un edificiopreesistente, è stata abitata nel corso dell’ultimosecolo da importanti esponenti della nobiltà lo-cale e, in seguito, della vita pubblica ciadina,come il poeta futurista Ignazio Scurto e la mo-glie pirice Olga Biglieri o, in seguito, lo scrit-tore Sebastiano Vassalli.Tuavia chi oggi si trovi a passeggiare lungo ilBaluardo intino Sella in direzione di via PierLombardo e, quindi, verso la Basilica, non si tro-verà che al cospeo del pallido spero di quellache fu la sontuosità e bellezza originaria dell’edi-ficio, peraltro concepito, durante le sue innume-revoli ristruurazioni, con tecnicheassolutamente all’avanguardia in campo archi-teonico. Nelle rare occasioni in cui Casa Bossi,in gran parte inagibile, viene aperta al pubblico,

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come durante i recenti festeggiamenti per ilSanto Patrono, il merito è da aribuire all’impe-gno profuso da un gruppo di novaresi che, invirtù del loro aperto e sincero affeo nei con-fronti di quest’opera, ha costituito un comitatovolto al suo recupero e conservazione.Il Comitato d’Amore Casa Bossi è un’associa-zione senza fini di lucro, che, d’intesa con l’Am-ministrazione Comunale, si è assunto l’onere dipromuovere, araverso la sooscrizione all’as-sociazione e la raccolta di fondi, l’opera di re-stauro e mantenimento dell’edificioantonelliano. E’ proprio grazie all’impegno diquest’appassionata schiera di volontari che CasaBossi si è classificata nel 2010 al secondo postotra i “Luoghi del Cuore” del Fondo Ambiente Ita-liano, censimento che raccoglie le segnalazionidei siti storici e naturalistici che maggiormentenecessitano di essere riscoperti e valorizzati.Per entrare in contao con il comitato il sito diriferimento è www.casabossinovara.it, dove èpossibile oenere maggiori informazioni sulleforme di donazione o sulle quote d’associazione,oppure è possibile ricevere gli ultimi aggiorna-menti araverso la pagina Facebook omonima.

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LA cucina popolare novaresepresso la libreria la talpa diviale roma la presentazionedi un libro fuori dagli schemi

Giovedì 26 gennaio alla Libreria La Talpa diviale Roma è stato presentato il tanto aesolibro dello scomparso Carlo Oglino, appassio-nato fondatore del periodico Famiglia Nua-resa, nonché profondo conoscitore deldialeo e delle tradizioni locali: un lascito im-portante alla comunità ciadina, lascito cheviene ampliato grazie alla pubblicazione delsuo ultimo lavoro, il volume “La cucina popo-lare novarese”.Intervistata da Eleonora Groppei, giornali-sta del Corriere di Novara, la figlia dell’autore,Ornella, co-autrice e curatrice del volume, haillustrato le motivazioni e i sentimenti che l’-hanno spinta a completare la folta raccolta diopere del padre.Il libro “La cucina popolare novarese” <<nonè - afferma la Ogliei - un semplice riceario,ma una ratatouille a base di poesia, arte e cu-cina. adri di diversi stili piorici, dall’im-pressionismo all’astraismo e poesie dialealisulla famiglia fanno da contorno ai più popo-lari piai tipici della cucina della nostracià>>.Evidente all’interno del libro è anche il fortelegame sviluppato dall’autore con la figlia Or-nella la quale, come racconta durante la pre-sentazione, non poteva fare a meno di seguireil padre in tuo e per tuo, coltivando cosi lesue stesse passioni ed avvicinandosi a quelloche era il mondo dell’arte, della poesia e dellacucina.Non pochi momenti di amarcord novaresehanno accompagnato l’incontro, trascinandoi presenti in una rievocazione del passatodella cià. Si è anche discusso dei rapporti so-ciali, così cambiati da quando il ritmo cia-dino si è fao incalzante, da quando l’aia nonè più il centro di ritrovo delle famiglie, daquando non ci conosce più veramente tui.Il retrogusto amaro di queste considerazioniè stato stemperato dalla degustazione finale,che ha visto come protagonista il dolce di SanGaudenzio.

Deagli sull’opera:“LA CUCINA POPOLARE NOVARESE” Gastronomia Arte Poesiadi Carlo OGLINO.

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mezza di san gaudenzioAppassionati dI pODISMO

protagonisti sotto la neve

Dopo diversi anni di assenza dal territoriociadino, domenica 29 gennaio è tornata asvolgersi a Novara la mezza maratona di SanGaudenzio: 850 atleti hanno sfidato il freddoe il maltempo lungo un percorso che, par-tendo da viale Kennedy, si snoda tra Lumel-logno, Monticello e Torrion artara, per poiridirigersi verso il traguardo posto di fronteal palazzeo Dal Lago. Un anello lungo 21,097kilometri affrontato a passo di corsa da unfolto numero di appassionati e sportivi che,nonostante le avverse condizioni meteo,hanno saputo rendere omaggio a questo ma-gnifico sport.Ad aggiudicarsi la prima posizione è stato ilvaltellinese Massimiliano Zanaboni (foto a si-nistra), della squadra Valli Bergamasche Leffe(1 ora e 9 minuti), seguito da Diego Abate-scianni dell’Atletica Palzola (1h 10’). Terzapiazza per Pietro Colnaghi della Affari&Sport(1h 11’). Prima classificata tra le atlete in garaClaudia Gelsomino (Atletica Palzola), che hachiuso il percorso in 1 ora e 21 minuti. Paral-lelamente alla mezza maratona ufficiale Fidal(Federazione Nazionale di Atletica Leggera)si è svolta anche una gara non competitivadella lunghezza di 10 kilometri e mezzo, il cuiricavato è stato devoluto alla Onlus CasaAlessia, impegnata in aiuti umanitari neiconfronti di bambini, giovani e bisognosi, inItalia come all’estero. Oimo il successo dipubblico e di partecipazione per questa sedi-cesima edizione dell’evento, che si è conclusocon una risoata preparata dagli Alpini e of-ferta ai partecipanti.

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the wedding showi protagonisti del matrimonio riu-

niti alla sala borsa

Dopo diversi anni di assenza dal territoriociadino, domenica 29 gennaio è tornata asvolgersi a Novara la mezza maratona di SanGaudenzio: 850 atleti hanno sfidato il freddoe il maltempo lungo un percorso che, par-tendo da viale Kennedy, si snoda tra Lumel-logno, Monticello e Torrion artara, per poiridirigersi verso il traguardo posto di fronteal palazzeo Dal Lago. Un anello lungo 21,097kilometri affrontato a passo di corsa da unfolto numero di appassionati e sportivi che,nonostante le avverse condizioni meteo,hanno saputo rendere omaggio a questo ma-gnifico sport.Ad aggiudicarsi la prima posizione è stato ilvaltellinese Massimiliano Zanaboni (foto a si-nistra), della squadra Valli Bergamasche Leffe(1 ora e 9 minuti), seguito da Diego Abate-scianni dell’Atletica Palzola (1h 10’). Terzapiazza per Pietro Colnaghi della Affari&Sport(1h 11’). Prima classificata tra le atlete in garaClaudia Gelsomino (Atletica Palzola), che hachiuso il percorso in 1 ora e 21 minuti. Paral-lelamente allaDal 27 al 29 gennaio Novara haospitato “e wedding show”, una manifesta-zione che ha raccolto soo un unico teo,quello della Sala Borsa, tui i migliori pro-fessionisti del campo matrimoniale: fotografi,video operatori, esperti di make-up, stilisti,artisti floreali, agenzie di catering e di viaggiosi sono riuniti per offrire al proprio pubblicoi prodoi adai a rendere ancor più memo-rabile il giorno della festa nuziale.L’evento, patrocinato da Federalberghi, FIpe,Giovani Imprenditori e Terziario Donna Con-fcommercio, ha visto alternarsi musica, sfi-late e giochi sul grande palco allestito alcentro dello spazio espositivo: << e wed-ding show –ci hanno deo Francesco Piciac-cia e Paolo Caporossi, organizzatoridell’evento – è molto più di un sempliceevento fieristico. E’ una manifestazione inno-vativa, unica nel suo genere>>.

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In occasione della fieraabbiamo potuto intervi-stare il fotografo Gio-vanni Ferrario (foto adestra), presente alla ma-nifestazione come stan-dista per il suo studioGiofoto di Galliate.Giovanni, tu presenti al“e wedding show” iltuo lavoro come foto-grafo per matrimoni:cosa significa questoper te?Lavorare come fotografonel giorno più impor-tante nella vita di unapersona è un mestieremolto impegnativo: significa diventare responsabile del ricordo che le persone avranno di quella giornataindimenticabile, significa dover entrare in confidenza e stabilire un certo feeling con gli sposi, per far sì chequell’evento rimanga per sempre impresso nella memoria.Come è cambiato il tuo mestiere nel corso degli anni?Il cambiamento più emblematico è stato nell’approccio alla fotografia: abbiamo tui presente i vecchi albumfotografici con tante, tantissime foto in posa. Da qualche anno ormai la tendenza, si è invertita, il cliente oggipredilige una fotografia sullo stile del reportage, quasi “street”. Spiegaci meglio.Se una decina di anni fa era il fotografo che deava le regole, le pose, i momenti, oggi le cose sono moltocambiate. Il fotografo moderno si deve adaare alle circostanze, assecondare il naturale sviluppo dell’evento,cercando di cogliere la vera essenza di quello che è il giorno più importante della vita di due persone. Natu-ralmente certe foto non possono mancare, fanno parte di una tradizione secolare, ma il servizio fotograficonel complesso è molto cambiato, il fotografo è diventato molto più “fluido” nel suo lavoro.E ora c’è internet!Internet è un grande strumento di diffusione. Noi di Giofoto, per esempio, forniamo agli sposi un accessoproteo da username e password ad un archivio online contenente il loro servizio fotografico. In questo modopossono fare vedere le proprie foto ad un pubblico vastissimo con estrema semplicità da qualsiasi piaaforma.Come dicevo, il classico album di nozze non potrà mai essere rimpiazzato, fa parte della tradizione, ma sonoquesti servizi aggiuntivi, oltre alla bravura del fotografo, che fanno davvero la differenza.Hai fatto riferimento allo spirito di adattamento. Nella tua carriera di fotografo matrimonialista hai maidovuto affrontare situazioni e definiresti “particolari”?Dipende tuo dall’eccentricità della coppia anche se spesso capita che proprio dai ragazzi più timidi venganofuori le foto più interessanti. E poi anche la location fa molto: non dimenticherò mai QUELLA bufera dineve…Da come ne parli sembra essere stato qualcosa di tremendo!E’ stato molto avventuroso. Sposa bagnata sposa fortunata si dice, ma quando si traa di neve vale doppio!Come giudii e wedding show? esto è un periodo dell’anno in cui le fiere sul matrimonio sonomolte ed importanti. “e wedding show” mi ha sorpreso positivamente. L’organizzazione è stata eccellente, sia per noi espositoriche per i visitatori che hanno potuto apprezzare i diversi momenti di speacolo. Peccato per la neve e per ilblocco del traffico che hanno reso un po’ problematici gli spostamenti. Nonostante tuo siamo contenti deirisultati oenuti, l’evento ha garantito a noi espositori una buona visibilità. La qualità e la professionalitàdegli espositori quest’anno è stata eccellente. A livello fieristico effeivamente questo periodo dell’anno èmolto intenso, tra qualche seimana, ad esempio, proprio a Novara ci sarà un altra fiera sul tema. Ringraziamo Giovanni Ferrario per la disponibilità e la simpatia. Dove possono rintracciarti i nostri let-tori?Le porte dello studio Giofoto sono sempre aperte, in via aglioi 44 a Galliate. Grazie a voi di Novaresi aNovara.

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