Notiziario_giugno_2007

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Notiziario dell’Ispettoria Salesiana Sicula Anno XXXIV n. 132 Giugno 2007

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Notiziario giugno 2007

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Notiziario dell’Ispettoria Salesiana SiculaAnno XXXIV n. 132 Giugno 2007

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Redazione: Felice Bongiorno

Giuseppe Falzone

Gaetano Urso

Progetto grafico: Roberto Arena

Impaginazione: Felice Bongiorno

Stampa digitale: Scuola Grafica Salesiana

Catania-Barriera

EditorialeQuali le attuali prospettive per i gio-

vani? In un panorama sociale, culturale,economico, spirituale, a volte, addiritturadesolante? Bisogna tornare a credere e adaffermare con forza che ogni ragazzo di-venterà l’uomo di domani raggiungendola misura del suo essere persona umana.Siamo in tema della pedagogia salesiana edel Sistema Preventivo che rispondere adun bisogno di formazione per non disper-derne la ricchezza dell’educazione e lapromozione dei diritti umani, in partico-lare dei diritti dei minori.

Questo numero di “Insieme” vuol of-frire un’opportunità per guardare all’edu-cazione non solo come dovere, come com-pito arduo e complesso che investe genito-ri, insegnanti, cittadini tutti, ma risorsaper trovare nell’azione educativa, il corag-gio di rinnovarsi, di vedere il figlio (per igenitori) non come proprietà ma comepossibilità della vita e di vedere il ragazzo,il giovane (per gli educatori) non solo co-me studente ma come persona, come citta-dino portatore di valori, di sguardi nuovi,di linguaggi che parlano di futuro, di en-tusiasmi e passioni sconosciute o dimenti-cate.

Questo numero offre uno sguardo diinsieme sul CI 2006, presenta il CFP diCatania-Barriera come una realtà cheguarda al futuro, ricorda la figura diMons. Amoroso a dieci anni dalla suamorte e di don Scucces. Spazio rilevanteviene dato ai momenti di famiglia che va-rie comunità hanno vissuto: i 75 anni del-l’Istituto “S. Domenico Savio” di Messina,le ordinazioni diaconali di 12 confratelli,l’ordinazione sacerdotale di don A. Bona-sera, il conferimento del ministero del let-torato e dell’accolitato a 13 confratelli edinfine il giubileo d’oro per i cinquant’an-ni di sacerdozio di tredici nostri confratelli.

LLaa RReeddaazziioonnee

SS oo mm mm aa rr ii oo

Messaggio del Rettor Maggiore pag. 1

Lettera dell’Ispettore » 3

Formazione » 4

Formazione professionale » 11

Comunicazione sociale » 17

Pastorale Giovanile » 20

Frammenti di memoria... » 23

Famiglia salesiana » 30

Momenti di famiglia... » 33

Dalle case salesiane… » 39

Guardando altrove... » 50

Brevemente... » 54

Da ricordare » 55

In copertinaCelebrazione a Messina-Savio per il 50° di

ministero pastorale di 13 confratelli.

Festeggiamenti per il 75° anniversario del“S. Domenico Savio” di Messina.

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Carissimi confratelli Sa-lesiani, carissimi fratellie sorelle della FamigliaSalesiana, carissimi gio-vani,

Desidero rivolgere a voitutti un messaggio par-ticolare in questo gior-no, nel quale ricordia-

mo il 150° anniversario della morte di Domeni-co Savio. Egli rappresenta per tutti noi uno deifrutti più belli della Spiritualità Salesiana. È congioia dunque che lo vogliamo ricordare ed invo-care in questa speciale circostanza.

Siamo ancora pieni di riconoscenza perquanto il Signore ci ha fatto vivere nell’anno2004, quando abbiamo celebrato il 50° della suaCanonizzazione. Il pellegrinaggio delle sue reli-quie attraverso l’Italia, la Spagna e il Libano èstato un’occasione di riflessione profonda sullachiamata alla santità, sulla ricchezza della Spiri-tualità Salesiana, sull’importanza di un’educazio-ne che punti alla crescita integrale dei nostri gio-vani. Oggi la nostra riconoscenza al Signore sirinnova nella preghiera di contemplazione perquanto il Signore ha voluto operare nella brevevita di questo giovane grande santo e nell’impe-gno di essere educatori secondo il cuore di DonBosco e quindi capaci di accompagnare il cam-mino di vita e di santità dei nostri giovani.

SSccrriivvoo dduunnqquuee aa vvooii,, ccaarriissssiimmii SSaalleessiiaannii..Siamo alle soglie di un nuovo Capitolo Ge-

nerale, in cui puntiamo a rinnovare dentro di noiil programma spirituale di Don Bosco: Da mihianimas cetera tolle. Sono parole che vogliamo ri-vivere e interiorizzare e che ci indicano l’urgen-za di fare una consegna totale di noi stessi al Si-gnore ed alla missione che egli ci ha affidato. Of-frendo tutte le nostre energie, investendo tutte lenostre risorse, liberando tutta la nostra creativi-tà, saremo come Don Bosco uomini capaci didonare la vita, soprattutto “la vita di Dio”. Èquella pienezza di vita che fa sì che i nostri ragaz-zi e giovani siano capaci non solo di crescere ar-

Messaggio del Rettor Maggiore

monicamente in tutte le loro potenzialità umane,ma anche di impegnarsi, apertamente e con gio-ia, a far propri in pienezza i valori evangelici cheilluminano e rendono forte ogni esperienza umana.

Domenico, guidato da Don Bosco, si è fattosanto coltivando una forte amicizia con il Signo-re Gesù e con Maria, valorizzando il suo impe-gno nel dovere quotidiano come risposta alla vo-lontà di Dio, servendo i compagni con grandespirito di dedizione e con una carità capace dicreare gioia e coesione nel bene.

Per noi, carissimi, questa data è come unanuova “chiamata vocazionale”. Essere per i gio-vani ciò che Don Bosco è stato per DomenicoSavio: guide capaci di condurre verso le mete piùalte, verso la pienezza di vita, verso la gioia e lasantità.

SSccrriivvoo aa vvooii,, ssoorreellllee ee ffrraatteellllii ddeellllaa FFaammiigglliiaa SSaa--lleessiiaannaa,, ccoonnssaaccrraattii ee llaaiiccii..

Il grande patrimonio comune di noi tutti èDon Bosco. Egli è “la grande radice” del nostrocarisma salesiano. Da lui ha tratto origine “unvasto movimento di persone, che, in vari modi,operano per la salvezza della gioventù” (Cost.sdb art. 5). La modalità apostolica che unifica lanostra missione è l’impegno per l’educazione.Oggi la sfida dell’educazione diventa sempre piùforte ed impegnativa. A fronte del perpetuarsi disituazioni di grave disagio e povertà nei paesi invia di sviluppo; a fronte delle terribili condizionisociali di grandi fasce di ragazzi e giovani che vi-vono abbandonati ai margini di ricche metropo-li; a fronte della povertà spirituale di milioni digiovani che, pur in un contesto di benessere, vi-vono disorientati dal punto di vista spirituale emorale, noi non possiamo rimanere insensibili.“Sbarcando, vide molta folla e si commosse perloro, perché erano come pecore senza pastore...”(Mc 6, 34). Contempliamo questi giovani con gliocchi di Gesù e con gli occhi di Don Bosco e ac-cogliamo il loro grido di aiuto. Siamo chiamati alavorare con maggior impegno a favore dell’edu-cazione. Siamo chiamati a “lavorare insieme”, aritrovare con spirito di attualità e nuova vitalità

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li. Soprattutto, lasciatevi prendere dal desideriodi una vita cristiana di alta qualità. Questo signi-fica inserire chiaramente nel vostro progetto divita l’obiettivo e la volontà di essere “santi”.Questo è stato il grande desiderio di DomenicoSavio; questo sia anche un desiderio coltivato nelcuore di ciascuno di voi.

Il secondo segreto che Domenico vi insegnaè che la nostra vita cristiana viene continuamen-te “guarita e rinnovata” dal sacramento della Ri-conciliazione e diventa forte nutrendosi del “Pa-ne della Vita” nell’Eucaristia. A dispetto di ognidifficoltà, possiamo essere dei forti vivendo unavera relazione di amicizia con il Signore Gesù,attraverso l’esperienza sacramentale. In questocammino di vita cristiana Maria, come Immaco-lata ci è accanto per indicarci la bellezza di ciòche è buono, giusto, puro, amabile, degno di lo-de, e come Ausiliatrice ci sostiene e protegge nel-le difficoltà del cammino.

Il terzo segreto è quello di donare fin d’ora lanostra vita per gli altri. Essere dei veri “lottatoridel bene”, impegnati nel servizio, portatori disperanza e di gioia. Sempre disposti a tutto perfar crescere il bene e combattere il male, propriocome ha fatto Domenico Savio. Sarete capaci ditutto questo? Io ne sono sicuro, ma ad una con-dizione: che sappiate scegliervi una guida che ac-compagni il vostro cammino. Carissime/i, sce-glietevi “il vostro Don Bosco”! Così ha fatto Do-menico e la sua vita ha dato quei frutti abbon-danti che tutti noi conosciamo. Io, da parte mia,come successore di Don Bosco, vi sono vicino, viincoraggio e quotidianamente vi ricordo nellapreghiera.

Termino, carissimi tutti, invitandovi ancoraad essere riconoscenti al Signore che in Domeni-co Savio ci ha donato uno splendido esempio dicome la santità sia una vocazione universale, uncammino possibile per i giovani, un dono da farcrescere e maturare attraverso l’accompagna-mento di persone profondamente spirituali, per-meate dalla passione educativa del nostro caropadre, Don Bosco.

Per tutti voi, in questo giorno di grazia, ilmio affetto e la mia preghiera.

Asunción - Paraguay, 9 marzo 2007

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quel grande “strumento educativo” che Don Bo-sco ha donato a tutti noi, il “Sistema Preventi-vo”. Sono elementi semplici, essenziali che DonBosco stesso ha incarnato nella sua vita e che glihanno permesso di formare una generazione disanti tra i suoi ragazzi.

Carissime/i, il ricordo di Domenico Savioravvivi in voi l’impegno di educatrici ed educa-tori che lavorano “insieme” per un comune pro-getto apostolico. “Dinanzi alle vecchie e nuovedomande dei giovani siate sempre pronti a ri-spondere, senza incertezze e smarrimenti. Pro-ponete loro un programma di vita come feceDon Bosco con Domenico Savio. Aiutate i ragaz-zi e i giovani ad assumere la vita come un donoed a viverla nella vera libertà e con gioia. Dite lo-ro che l’energia e la garanzia della loro crescita èl’amicizia con Gesù, è fare esperienza di Dio. E,infine, educateli ad aprirsi alla responsabilità, alservizio, alla solidarietà, alla carità”.

SSccrriivvoo aa vvooii rraaggaazzzzii ee ggiioovvaannii..Voi siete sempre stati la grande passione di

Don Bosco. Per voi egli si è speso fino all’ultimorespiro. Voi siete, oggi più che mai, nel mio cuo-re e siete “il motivo di vita” di quanti hanno scel-to di impegnarsi nella missione salesiana. Scrivoa voi perché conosco “la vostra fame” di propo-ste vere. Scrivo a voi perché conosco “la vostrasete” di gioia profonda. In questo giorno in cuiricordiamo il 150° della morte di Domenico Sa-vio vi invito a guardare a questo giovane che conla sua vita vuole essere un modello vero per tut-ti voi. Egli vi rende partecipi dei suoi segreti.Il primo è quello di essere capaci di grandi idea-

Riva presso Chieri: Il Rettor Maggiore riceve la cittadi-nanza onoraria in occasione del 150° anniversario del-la morte di S. Domenico Savio.

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Carissimi confratelli,vi saluto con tanto affettouno per uno e tutti insiemementre, a obbedienze conclu-se, ringrazio tutti coloro checon esemplare spirito religio-so e generosa disponibilitàhanno accettato la volontàdel Signore che il più delle

volte ci fa passare attraverso la stretta via evange-lica. L’Ispettoria ha concluso l’iter capitolare e siproietta con tutta la Congregazione verso il CG 26avendo percorso, con l’Italia Salesiana un cammi-no triennale proteso a rinnovare gli itinerari dieducazione alla fede, per una pastorale più esplici-tamente evangelizzatrice ed educativa che pro-muova una cultura ispirata al Vangelo. Attenzioniparticolari sono state la cura vocazionale e la for-mazione dei giovani animatori, adulti, famiglie.

Ma tutti avvertiamo che bisogna continuare inintensità e profondità su questi cammini, inte-grandoli con la vitalità fraterna, spirituale e rela-zionale già più volte evidenziata dal Rettor Mag-giore e ripresa come preciso impegno del nostroCapitolo Ispettoriale e già messa come prima tra lepriorità della visita di Insieme.

In concomitanza abbiamo percorso l’iter perl’attuazione del Progetto Organico Ispettoriale e apartire da settembre inizia un nuovo triennio peril completamento di quanto il CI 04 ed insiemeuna serie di scelte strategiche che possano assicu-rare il miglioramento qualitativo e quantitativodelle comunità e dell’azione pastorale.

Di non poca fatica gli ambiti dell’economia edella formazione con un lavoro assiduo e miratoper il quale ringrazio con sincera ammirazione estima i collaboratori che mi hanno accompagnatoper quattro anni e che hanno assunto la responsa-bilità all’inizio di questo 2007.

In questa breve sintesi vorrei sottolineare leluci variegate del tanto e multiforme lavoro pasto-rale, del quotidiano impegno verso i nostri desti-natari, delle splendide figure di confratelli che cihanno preceduti nel “giardino salesiano” lasciandoorme indelebili di amore e servizio reso col cuore

Lettera dell’Ispettore

di Don Bosco. In una sintesi teologico-spiritualeamo definire l’insieme di questa realtà come lamia e la vostra Storia di Salvezza.

In comunione con gli Ispettori d’Italia e colRegionale, focalizzo alcuni temi:

Don Frisoli osserva che nel dialogo del Consi-glio Generale emerge più volte che la missione sa-lesiana non consiste nel gestire le opere. Può acca-dere infatti che l’opera va avanti con il sempre piùampio contributo dei laici, mentre la comunità sa-lesiana si va indebolendo fino alla marginalità suitre grandi fronti che le Costituzioni le affidano: lapresenza educativa ed evangelizzatrice tra i giova-ni, la esperienza vissuta e percepita di comunionefraterna, la testimonianza di radicalità evangelicanella “sequela Christi”. Sono questi elementi chedevono concorrere in quel progetto di comunità ein quella programmazione annuale che fanno il di-scrimene tra una comunità salesiana viva e vera eduna assopita e poco significativa.

Nell’assemblea del 4-6 settembre chiederò atutte le comunità l’elaborazione di questi due do-cumenti programmatici ed “essenziali” da sotto-porre all’approvazione dell’Ispettore.

È un forte segnale verso una rinnovata comu-nione corresponsabilmente progettuale e conse-quenzialmente operativa.

In questa fondamentale programmazione diinizio deve avere spazio adeguato non la calenda-rizzazione spesso fotocopia, quanto le grandi scel-te formative e pastorali e il serio coinvolgimentodegli organismi di partecipazione e la CEP.

Auspico con tutta l’anima che nei verbali delConsiglio della casa, dell’Assemblea, della CEP,trovino non formale spazio le scelte, le iniziative,le verifiche di pastorale giovanile e vocazionale,per una comunità che vive queste logiche, tradur-re in loco quella formazione continua dei confra-telli e dei laici che non può essere delegata alle so-le iniziative ispettoriali o di settore.

Stiamo profondamente riflettendo sull’esigen-za di una rinnovata Pastorale Giovanile e Vocazio-nale e sempre nell’Assemblea Ispettoriale di inizioanno consegneremo ai Confratelli le linee di fon-

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CChhii eedduuccaa ii ggiioovvaannii ooggggii??EE cchhii eedduuccaa ggllii eedduuccaattoorrii??

Come dovrebbe avvenire l’interazione tra scuolae famiglia e cosa deve essere migliorato?

Premetto che riportando il discorso conclu-sivo di S.S. Benedetto XVI nel Convegno Eccle-siale di Verona e la riaffermazione della centrali-tà dell’educazione della persona come “questio-ne fondamentale e decisiva”, ho rilevato come sisia attribuito questo compito a tutte e tre le prin-cipali agenzie educative (famiglia, chiesa, scuo-la), anche se è indubbiamente emersa la centrali-tà della famiglia, chiamata a ritrovare il suo natu-rale ruolo di “cerniera”, a permettere alle altredue istituzioni una interazione nel difficile com-pito di educare le nuove generazioni e simulta-neamente a ricevere da esse sostegno e accompa-gnamento. È proprio per la necessità di questorecupero della famiglia che nel corso dell’incon-

tro ho ricordato con tanto rammarico il grandelavoro iniziato vent’anni fa dalle Chiese di Siciliaper un progetto unitario di Pastorale Giovanile.Dovessi riscrivere quel progetto rimodulerei ilrapporto della Chiesa con i giovani, non solo apartire dai giovani stessi, ma dalla confermata di-mensione valoriale per loro della famiglia (Inda-gine Iard 2006) che insieme all’amicizia, all’amo-re e al gruppo dei pari, continua ad essere un ri-ferimento fondamentale – pur se espressione diquell’intimismo e ripiegamento che va correttocon un intenso dialogo, in cui la dimensione del-la relazionalità più ampia e il senso profondodella vita concorrono ad offrire quelle pro-spettive esistenziali invocate dai giovani delloSpedalieri – se poi nel dialogo di quegli inse-gnanti con i genitori si fosse posta la domanda,emersa nel nostro dibattito, non su come “van-no” ma come “crescono” i propri alunni e figli,sarebbe già da ritenersi recuperata la via delcoinvolgimento partecipativo dei giovani e dellefamiglie nel cammino formativo. Come salesianovorrei ricordare la splendida figura della Figliadi Maria Ausiliatrice, beatificata a Catania daGiovanni Paolo II, Madre Maddalena Moranodi cui ricorre il centenario della morte: quantegenerazioni di ragazze, soprattutto quelle espo-ste alla deprivazione della povertà e dell’incultu-

do per una condivisione, socializzazione, traduzio-ne operativa. È in ogni caso da tutti avvertita l’esi-genza di rinnovati itinerari di fede, la ripresa con-vinta dell’annuncio-proposta-accompagnamentovocazionale, l’individuazione di comunità capacidi accogliere e formare giovani in ricerca, la pro-mozione di una “cultura” vocazionale in tutte lecomunità.

Si aggiunge a questi orizzonti il fermento posi-tivo di iniziative di comunione nella FS di Siciliae delle spinte di rinnovamento che i rami laici af-fidano ai rieletti consigli ispettoriali e quelli con-sacrati ai rispettivi capitoli o assemblee generali.

Il tutto in quell’ottica di santità che è il sensoultimo del nostro vivere e operare.

Il centenario di Mamma Margherita e MadreMorano, l’eco di santità che nasce attorno a NinoBaglieri, la prossima beatificazione di ZeferinoNamuncurà, le belle testimonianze lasciate da tan-ti confratelli della nostra grande Famiglia, ci inco-raggino e ci sostengano nel nostro cammino di fe-de, di speranza, di amore.

Con la protezione di Don Bosco e la benedizio-ne della Madre Ausiliatrice.

Vostro Affezionatissimo

DDoonn LLuuiiggii PPeerrrreelllliiIspettore

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ra, hanno trovato in questa religiosa educatriceuna madre, ma soprattutto una infaticabile ederoica moltiplicatrice di ambienti e persone to-talmente a loro consacrate.

Oggi occorre sperare nel sorgere di personee istituzioni capaci di rilanciare una profondaazione formativa per ridare identità, valori e fi-nalità a tutti coloro che sono chiamati alla piùnobile delle arti: educare. Mi sembra fondamen-tale, inoltre, che rapportandosi alla situazionedei giovani, immersi nel clima socio-culturaledella seconda modernità, esistono quattro para-metri che sembrano descrivere in modo abba-stanza credibile sia le tensioni dei giovani sia ilcompito di genitori, docenti, educatori. Si trattain sostanza di sostenere i ragazzi e i giovani nelvivere alcune tensioni tra modi di essere a primavista opposti tra di loro, ma che in realtà vannocolti come spazi dinamici della crescita. Ossia:

• davanti alla tendenza a soggettivizzare, re-lativizzare tutto, vivere quasi la prigionia del pre-sente e consumare cose e scelte continuamentereversibili, fare scoprire la bellezza dell’alterità,dell’apertura, del dono, della solidarietà che im-pegna e offre sogni e sacrifici;

• davanti alla perdita della memoria, delle ra-dici, del senso della storia e del tempo e del si-gnificato dei rapporti intergenerazionali, farescoprire l’oggi come investimento, l’ieri comeluogo della memoria che genera l’oggi, il futurocome progetto di vita;

• davanti al fenomeno del vivere il bisognodi scoprire, sperimentare, essere se stessi imboc-cando la strada dell’eccesso e dei ben noti ecces-si autodistruggenti (alcol, droghe, sesso consu-mato, dipendenze, aggressività da branco, ecc.)arrivare alla consapevole e razionale accettazionedelle regole che si sposano sempre con la giustapercezione dei limiti e del limite invalicabile;

• davanti ad un’eredità religiosa generica-mente assunta da una tradizione sociale ed edu-cativa (è significativa l’affermazione dell’82%dei giovani di credere in Dio), maturare il saltodella fede nello stile di S. Agostino, cioè di unsincero e inquieto (ossia mai sazio) cercatore diDio.

DDoonn LLuuiiggii PPeerrrreellllii

Fonte: [Prospettive, 1 aprile 2007].

Tutti noi siamo in qualche modo compe-tenti semanticamente, capaci cioè di produr-re e capire espressioni verbali sensate. Fintanto che nessuno ci chiede di rendere contodi questa capacità essa ci appare scontata.Non appena, però, siamo chiamati a rendereragione di essa, allora nascono le difficoltà.

Questo libro vuole contribuire a togliercidall’imbarazzo di fronte a un fenomeno cosìspecificatamente umano, qual è appuntoquello di significare la nostra esperienza conle parole.

Il linguaggio umano è uno strumento dienorme complessità, e la nostra padronanzadi esso è in larga misura implicita. Poiché faparte della nostra natura riflettere e cercaredi spiegare tutto ciò che osserviamo, non ciaccontentiamo di saper fare praticamente usodel linguaggio per gli affari ordinari della vi-ta, ma cerchiamo di formulare ipotesi suiprincipi generali secondo cui il linguaggiofunziona da un punto di vista semantico.

AAnnttoonniioo MMeellii,, salesiano, nato il6/9/1963, dottore in Filosofia, insegna Filo-sofia Teoretica e Scienze della Comunica-zione nell’Istituto Teologico “San Tomma-so” di Messina. Ha pubblicato il libro Lefrontiere della scienza (2002). Ha inoltre cu-rato il volume di J. Ladrière, Svolta lingui-stica e parola della fede, Dehoniane, Roma1991.

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2 febbraio 2007. Attorno allo stadio di Cata-nia, una barbara guerriglia culmina nella assurdauccisione dell’ispettore di polizia Raciti.

Tra i 50 arrestati, una metà sono minorenni.Gli altri, con un’età compresa tra i 19 e i 29 an-ni! Nel bombardamento mediatico che ne è se-guito, si è evocata la barbarie, la repressione el’inasprimento delle pene.

Che si tratti di un fatto di enorme gravità chenon ammette giustificazioni, è certamente vero.Poi il presidente della corte d’appello di Cataniainforma che il 41% degli arrestati non ha com-pletato nemmeno la scuola media e due terzi diloro lavoravano solo saltuariamente e per pochieuro.

Che ne vogliamo fare di questi giovani disa-dattati e violenti? Sbatterli in galera per viveretranquilli? Eliminarli, in modo da non pensarcipiù? O, per essere buonisti, ci basta demonizzar-li e dire che non c’è niente da fare perché tanto,loro, sono irrecuperabili?

Pensandoci bene, così avremmo anche ilvantaggio di creare un alibi al nostro ipocritaperbenismo e al quieto vivere.

Ma quanti sono questi teppisti da condanna-re senza possibilità di appello?

Perchè il 2 febbraio non è che la punta di unimmenso iceberg, grande quanto l’Italia.

Questi giovani, siamo proprio sicuri che co-stituiscano la parte malata della società? O nonsono piuttosto, il frutto di una società malatadella quale pagano le spese?

Non c’è dubbio: di quel che fanno, sono re-sponsabili e dovranno renderne conto. Ma di chiè la colpa?

Abbiamo il coraggio di ammetterlo: il males-sere e le malefatte dei giovani manifestano lasconfitta di noi adulti, la sconfitta di tutta la so-cietà.

Della famiglia permissiva, anzitutto, che noneduca al sacrificio, è spesso impreparata, divisa oassente, incapace di ascoltare, dialogare, offriremodelli significativi e che, a volte, gioca un ruo-lo addirittura negativo.

Della scuola, oggi delegittimata, che svolge ilsuo programma, incapace di interessare i giova-ni e di formarli alla vita, con insegnanti non sem-pre motivati e all’altezza del loro compito.

Delle parrocchie e degli oratori che, frequen-temente, non sanno cercare e attirare i giovaniperchè non parlano il loro linguaggio e non rie-scono a comunicare Dio e i valori come sensopieno della vita.

Degli amministratori, che offrono il tristespettacolo di un incessante scontro politico e checonsegnano alle nuove generazioni città quasisempre allo sfascio e periferie dove si socializzala cultura della violenza.

Dei dirigenti delle società sportive che spes-so vengono a patti con gli ultras.

Dei giocatori, talvolta rissosi e violenti, chesanno sputare in faccia all’avversario e mollaretestate, quasi fossero bull dozzer, piuttosto cheuomini.

Dei giornalisti, che strillano le notizie e sem-brano mostrare gusto nello sbattere i mostri inprima pagina.

Della società nel suo insieme, senza valori,che predica arrivismo, strapotere, sopraffazionee la cultura del tutto e subito, mentre in realtà

La Strenna e il malessere dei giovani

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non dà niente, se non il vuoto, scatenando la vo-glia di rivalsa e la rabbia dei giovani.

Guardiamoci attorno. Ci sono le politichegiovanili che, così come i relativi finanziamenti,sembrano tornare utili più agli operatori, che aidestinatari.

C’è poi il lavoro che manca (spegnendo lasperanza di futuro e creando sconforto) o, quan-do va bene, si presenta precario, alienante esfruttato e spinge a sopportare il giorno aspet-tando la notte e la settimana in attesa della do-menica, per liberarsi dalle frustrazioni, dare spa-zio ad un protagonismo altrimenti negato e po-tersi sfogare per tutto quello che si è costretti aingoiare giorno dopo giorno.

“Si sentono fregati della vita, ha affermatodon Di Leo, parroco alla periferia di Misterbian-co (CT), e per questo si ribellano”.

Nel suo commento alla “strenna”, il RettorMaggiore scrive: “Per noi, membri della famigliasalesiana, l’amore e l’impegno per la vita trovanoin Don Bosco un modello e un maestro […].Percorrendo le strade di Torino e visitando lecarceri, Don Bosco comprende che i giovani cer-cano la felicità, desiderano […] sentirsi accolti eapprezzati; e se a volte vivono la loro aspirazioneseguendo vie sbagliate che li conducono fino alcarcere, non è perché siano cattivi, ma perchénon trovano persone che credano in loro e che liaiutino a sviluppare positivamente le proprieenergie e qualità.

Per questo Don Bosco impegna la sua vita aloro favore e crea con essi un ambiente positivonel quale possano sperimentare la gioia di vive-re, con ampie possibilità di giocare e divertirsi,di formarsi e di trovare lavoro, di sentirsi amati,accettati e valorizzati in un clima di famiglia”.

Don Bosco, per la sua esperienza, era con-vinto che “in ogni giovane, anche il più disgra-ziato, vi è un punto accessibile al bene; doveredell’educazione è di cercare questo punto, que-sta corda sensibile e trarne profitto”.

Seguendo le sue orme, siamo chiamati ad ac-compagnare e proteggere la vita minacciata ditanti giovani che si dibattono nella violenza, nel-la povertà, nell’emarginazione, nella sofferenza,nel vuoto di ideali e del nonsenso. È soprattuttoper la vita di questi giovani che dobbiamo ren-derci segni e portatori dell’amore di Dio, pun-

tando, come il Santo dei giovani, “sulla ragione,sulla religione e sull’amorevolezza”.

Dobbiamo stare accanto ai giovani per aiu-tarli a comprendere che la lontananza da Dio, ilsuccesso, il denaro, il potere e la violenza nonportano alla felicità.

La gioventù cresce solo se si vede sognata ese è aiutata a sognare, lasciandole intravederepossibilità nuove e migliori di quelle sperimenta-te: questa è la grande arte educativa.

Allora, piuttosto che indignarci e dare giudi-zi, chiediamoci cosa origina tanto disagio, tantadevianza e tanta furia. E proviamo a trovare so-luzioni.

Perchè, come dice il Rettor Maggiore, è do-veroso “dare di più a chi dalla vita ha avuto dimeno”.

E, per questo, non bastano le conferenze e lemarce per la legalità: bisogna scommettere sul-l’educazione che, per sei italiani su dieci, rappre-senta la prima emergenza.

Anziché metterli all’angolo, i giovani vannocollocati al centro, al centro delle nostre atten-zioni.

Facendogli capire che abbiamo fiducia in lo-ro (in ciascuno di loro), che possono essere mi-gliori, se lo vogliono, e che essere migliori è bel-lo.

Facendo sistema, perchè la paglia che non èlegata insieme, il vento la disperde.

Guai, se al diluvio delle parole non facessimoseguire i fatti: dei gesti concreti non occasionali,ma come parte di un progetto complessivo, con-diviso da più parti.

Non possiamo parlarci addosso, piangerciaddosso: decidiamo di osare la speranza organiz-zandola. Si tratta di una proposta concreta allaquale dare risposta.

MMeettttiiaammoo ssùù uunnaa ccoossttiittuueennttee eedduuccaattiivvaa ppeerr--mmaanneennttee con la presenza, in rete, di tutte le agen-zie educative del territorio. Un ““ppaattttoo ppeerr ii ggiioo--vvaannii””, che veda concertare insieme amministra-tori, sindacati, agenzie educative, chiesa locale egli stessi giovani, quali protagonisti.

Solo così mostreremo d’aver capito che nonè questione di tornelli allo stadio e l’ispettore Ra-citi non sarà morto invano.

DDoonn LLuuiiggii PPeerrrreellllii

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insieme8 insieme formazione

Il CI 2006: uno sguardo d’insieme

Con lettera datata al 25 luglio 2006 il Sig.Ispettore convocava ufficialmente il CI 2007 inpreparazione al CG26, che ha visto impegnati iconfratelli capitolari rappresentanti le varie Co-munità in tre diversi periodi: 30 e 31 ottobre, dal27 al 30 dicembre e dal 29 aprile al 2 maggio. Inquella lettera l’Ispettore richiamava all’attenzio-ne di tutti quanto esprime l’art. 170 delle nostreCostituzioni, secondo il quale il CI è strumentoprivilegiato per la riunione fraterna e per conso-lidare il senso di appartenenza mediante la rifles-sione su problematiche di ordine generale. Duele finalità che hanno guidato la riflessione e i la-vori capitolari:

•• ll’’uurrggeennzzaa ddii rriittoorrnnaarree aa ddoonn BBoossccoo,, raffor-zando la nostra identità carismatica e invitandociascun confratello a riconsiderare la passioneeducativa del Fondatore espressa nel motto Damihi animas, cætera tolle;

•• llaa vviittaa ee llaa ssiittuuaazziioonnee ddeellllaa nnoossttrraa IIssppeettttoo--rriiaa, sottolineando la priorità delle persone ri-spetto alle strutture. Per tale ragione è stato da-to spazio nel corso dei lavori capitolari all’ascol-to dei confratelli su quelle che, secondo quantosi è potuto rilevare, rappresentano le urgenze e lepriorità di intervento per la vita dell’Ispettoria.

Nella pprriimmaa sseessssiioonnee, assolti gli atti formaliche ordinariamente avviano un CI, come l’ap-provazione del regolamento, è stato scelto il me-todo, la scansione e i ritmi del lavoro delle tresessioni capitolari e del coinvolgimento delle co-munità nelle fasi intermedie. La prima interses-sione ha visto i confratelli impegnati nella rifles-sione sui nuclei tematici del CG26: a tutte lecommissioni è stata data la possibilità di lavora-re sul primo nucleo tematico Ritorno a don Bo-sco; mentre gli altri quattro (Nuove frontiere, Po-vertà evangelica, Necessità di convocare, Urgenzadi evangelizzare) sono stati distribuiti uno percommissione. In breve possiamo così riassumerel’orientamento dell’Ispettoria:

Ritorno a don Bosco: non si può nascondere,carismaticamente parlando, un certo deteriora-mento della nostra vita salesiana: in diverse cir-costanze e situazioni primeggia il fare sull’esseree inoltre si riscontra un impoverimento della co-noscenza sulla vita del Fondatore. Si auspica al-lora una seria conversione personale e comunita-ria; ma anche un ripensamento delle nostre pre-senze alla luce del criterio oratoriano di Valdocco.

Nuove frontiere: si è fatto notare come non sipuò prescindere da un dialogo operativo con lasocietà (strutture sociali a servizio delle nuove

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insieme 9formazione insieme

frontiere); con la Chiesa (a vari livelli: la pastora-le delle nuove frontiere, le strutture ecclesiali cheprendono l’iniziativa o accettano il dialogo ope-rativo con i salesiani); con le comunità salesiane(creare una rete solida a servizio concreto per lepersone che costituiscono le nuove frontiere).Inoltre come Ispettoria continuiamo a crederenell’importanza dello scommettersi sul pianetadell’immigrazione.

Necessità di convocare: pur consapevoli delledifficoltà odierne riguardo alla convocazione, siè tenuto a precisare come non possiamo prescin-dere dalla cura delle vocazioni da un punto di vi-sta carismatico, in quanto è questo uno degli sco-pi per i quali è nata la nostra congregazione. Atal fine ci si orienta a promuovere tutte quelle at-tenzioni e iniziative che ci permettono di accom-pagnare il giovane nella crescita vocazionale.

Povertà evangelica: pur non negando difficol-tà oggettive che ci affliggono, si ribadisce comeun’urgenza il crescere nella fiducia nella provvi-denza e l’avere chiara la differenza tra lo “stilepovero” che deve caratterizzare la nostra vita direligiosi e l’essere all’avanguardia che invece de-ve essere proprio delle nostre opere.

Urgenza di evangelizzare: non si nasconde lagrande sproporzione tra il fronte di lavoro e le ri-sorse disponibili; si ribadisce in ogni caso l’ur-genza di superare il rischio di portare avanti una

pastorale di sola promozione sociale, attivandopercorsi di prima evangelizzazione nelle fami-glie, per le strade, nei luoghi informali di aggre-gazione per raggiungere i giovani e stimolare glistessi giovani a diventare protagonisti.

La sseeccoonnddaa sseessssiioonnee e la relativa intersessio-ne hanno visto impegnati i confratelli su temiinerenti la vita dell’Ispettoria. Le tematiche sucui si è voluto riflettere, ritenendole prioritarierispetto ad altre, sono state: Comunità e rapportotra autorità e confratelli, per i quali è stato riba-dito quanto il documento del precedente CG25ha dettato; Vocazioni, per le quali si precisa l’im-portanza della testimonianza di vita e dell’aper-tura delle nostre case a giovani in ricerca; ma siauspica anche una maggiore cura delle vocazioninon solo ad opera dell’incaricato ispettoriale del-le vocazioni ma in modo particolare di ciascunconfratello; ed infine il ridimensionamento delleopere.

La tteerrzzaa sseessssiioonnee ha visto impegnati i capito-lari in primo luogo nell’elezione dei delegati alCG26 con i rispettivi supplenti. Dopo l’invoca-zione allo Spirito, l’Ispettore ha ricordato, a par-tire dalle Costituzioni, il significato del CG comeevento di grazia, momento di grande discerni-mento, in cui si respira la grandezza di don Bo-sco. È stato dunque eletto come primo delegatoal CG26 don Calogero Montanti; come secondodelegato al CG26 don Paolo Fichera; come pri-mo supplente al CG26 don Raia Salvino; e comesecondo supplente al CG26 don Volpe Vincen-zo. Il restante tempo è stato dedicato alla presen-tazione a tre voci (d. Rubino, d. Ballistreri, d.Cutuli) di quanto è stato fatto, o di come si staprocedendo, dal CI 2004 al CI 2006.

Diversamente da come si è verificato ordina-riamente in precedenza, questo Capitolo non haprodotto un documento particolarmente ampio,ma solo alcune linee LLiinneeee ddii aazziioonnee rriigguuaarrddaannttiillaa vviittaa ddeellll’’iissppeettttoorriiaa riguardo la comunità, le vo-cazioni e le nuove frontiere.

Dichiarato concluso il Capitolo Ispettoriale,si augura a tutti i confratelli di avere la possibili-tà di incarnare quanto detto in questo Capitolo:“Un documento in meno, ma molta vita in più”.

DDoonn GGiiuusseeppppee RRaaiimmoonnddooSegreteria del Capitolo

Zafferana Etnea (CT): Momento conviviale conl’Arcivescovo di Catania Mons. S. Gristina.

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insieme formazione10

La scuola che non crede a nullanulla può insegnare

Negli ultimi giorni la scuola è entrata nellecronache soprattutto per i casi di violenza di stu-denti e genitori contro professori e presidi (ma siè verificato anche, in qualche caso, l’inverso). Èinvece scivolato nella disattenzione generale quelche è avvenuto a Catania, dove un gruppo di stu-denti del liceo Spedalieri ha scritto una lettera-manifesto ai propri docenti, ricevendo da presi-de e professori una risposta (anch’essa pubblica-ta sul quotidiano La Sicilia) che lascia davverosgomenti. Il documento degli studenti partiva dauna drammatica riflessione sulle violenze del 2febbraio, in cui venne ucciso l’ispettore Raciti,per interrogarsi sull’assenza di valori nella qualesentono di vivere, sulla totale mancanza di puntidi riferimento che li porta a sentirsi «soffocatidal nulla». E terminava, quella lettera, con unarichiesta drammatica: «Abbiamo bisogno chequalcuno ci aiuti a trovare il senso del vivere edel morire, qualcuno che non censuri la nostradomanda di felicità e di verità». Intendiamoci: lalettera vergata dai docenti catanesi va letta con laconsapevolezza di quanto sia difficile per chiun-que oggi, insegnante e non, provare a risponde-re a interrogativi tanto fondamentali. Ma ciò cherende terribile quella lettera è il nichilismo peda-gogico che sembra ispirarla, il fatto cioè che pro-fessori e professoresse vi sostengano che la scuo-la, loro stessi dunque, risposte non debbono ne-anche provare a darne. La scuola, secondo loro,dovrebbe infatti limitarsi a «stimolare doman-de»; quanto al «senso della vita», che nella lorolettera quasi disperata gli studenti dichiaravanodi aver perso o non aver mai trovato, ebbene,che ciascuno cerchi da solo le «risposte adegua-te al proprio percorso». Invece di rallegrarsi cheun fatto drammatico abbia spinto un gruppo distudenti a interrogarsi sul senso del vivere, a por-si le domande essenziali, ebbene gli insegnanti liinvitano puramente e semplicemente a piantarla:«Proporvi, o imporvi, delle verità è integralismo,cioè barbarie, e pertanto questo atteggiamentonon può avere luogo nella scuola pubblica, cioè

democratica e laica». Si notino le assurdità con-tenute in questa frase: la coincidenza tra propor-re e imporre, l’idea secondo la quale la licità cor-risponderebbe all’assenza di qualunque valore,principio, credenza. Ma sono assurdità che mol-ti insegnanti italiani, temo, ormai non considera-no affatto tali. Contemporaneamente il docu-mento dei docenti di Catania è un perfetto rias-sunto di quella vera e propria ideologia del dia-logo e dell’ascolto – a base di «rispetto dell’altroe delle differenze», di «solidarietà», di «rigettodi ogni forma di provocazione» – con cui lascuola italiana si illude di ovviare alla sua incapa-cità di trasmettere valori e norme di vita. Non c’èormai istituto scolastico, credo, in cui non vi sia-no in atto progetti multiculturali, per insegnareappunto a rispettare l’altro, a rifiutare la prevari-cazione e via elencando. Tutte intenzioni buonis-sime, figuriamoci; ma il punto è che non si vedequale incontro con l’altro possa mai avvenire,quale dialogo possa mai instaurarsi, se non a par-tire da un riconoscimento, problematico quantosi vuole, critico quanto si vuole, di propri valorie di una propria cultura. Una scuola e una socie-tà che non ritengano di aver nulla da salvare nel-la propria tradizione e nella propria storia, nullache meriti d’essere proposto se non una genericadisposizione all’ascolto e all’apprezzamento in-differenziato (e in fondo indifferente) di tutto edi tutti, su quale base mai incontrerà l’«altro»?

Qualche mese fa, bastò che dieci o venti stu-denti occupassero un noto liceo della Capitaleperchè subito il ministro Fioroni si precipitasseda loro per sentire cosa avessero da dire.

Forse, ci permettiamo di osservare, sarebbeopportuno che ora facesse almeno lo stesso congli studenti di Catania, magari per spiegar loroche non è vero, o non lo è sempre, che la scuola«pubblica», «democratica» e «laica» debba esse-re, puramente e semplicemente, una scuola incui si insegna a non credere a nulla.

BBeellaarrddeellllii GGiioovvaannnnii

Fonte: [Corriere della sera, Catania 10 marzo 2007].

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formazione professionale insieme 11

La realtà del CFP di Catania-Barriera

LL’’eecccceelllleennzzaa ddeeii SSaalleessiiaannii ddii BBaarrrriieerraa

Allo storico centro di formazione professio-nale dei Salesiani di Barriera ogni giorno c’è unvia via di ex allievi che tornano nella scuola cheli ha formati per rivedere docenti e amici, perchéqui si sentono in casa e sanno di trovare un por-to sicuro nel caso in cui abbiano necessità di tro-vare un nuovo lavoro. Don Mauro Mocciaro, in-gegnere meccanico, è instancabile. La mattina latrascorre a scuola, ma i pomeriggi li passa in stra-da a prendere contatti con le aziende e le impre-se metalmeccaniche, alla zona industriale, a Pia-no Tavola, a Belpasso, a Paternò, ovunque possaintrecciare rapporti utili per i propri allievi. Leimprese abitualmente propongono la realizza-zione di pezzi per le proprie macchine - semiassispezzati, ruote dentate, cambi per lo sterzo diauto etc. - e i ragazzi, sotto la guida dei docenti,si allenano a realizzarli. Dalla qualità del risulta-to derivano possibili stage, che sono occasione diaggiornamento tecnologico prima, e di lavoro,poi. La Regione, infatti, da oltre quindici anni,non stanzia più fondi per l’acquisto di nuovimacchinari.

Qui la formazione, la didattica e l’inserimen-to vanno di pari passo, qui si dà uguale impor-

tanza alla teoria e alla pratica e non si fannosconti: chi non raggiunge gli standard ritenutinecessari viene bocciato e non passa agli anni su-periori. «Solo mantenendo alta la qualità dellecompetenze dei nostri ragazzi riusciamo a garan-tire loro un lavoro - sottolinea don Mocciaro -.Questo non significa che abbandoniamo a sestessi chi non ce la fa. I ragazzi che non ce la fan-no utilizzano i crediti formativi in altri campi dilavoro. Da una ricerca svolta sugli ultimi 20 annidella nostra attività risulta che il 52% degli ex al-lievi è occupato nel settore metalmeccanico, il9% si è messo in proprio e fa l’imprenditore, il13% lavora in altri settori, ed è il 74% del tota-le. Del 26% non siamo riusciti ad avere notizie,il 19% è fuori sede e solo il 7% è disoccupato. Ece ne sarebbero di meno se fossero disponibili atrasferirsi al nord, ma molti non vogliono o nonpossono perché il costo degli affitti copre buonaparte dello stipendio». Per questo rapportostretto tra aziende, allievi e centro, il «ProgettoGulliver», in campo nazionale, ha definito quel-lo dei Salesiani di Barriera come un centro di ec-cellenza. E il direttore del centro, don GiuseppeTroina, spiega che la caratteristica del centro deiSalesiani è la personalizzazione del rapporto chela scuola ha con i ragazzi. «Già al momento del-la preiscrizione io incontro ogni ragazzo e i suoigenitori, ne ascolto i bisogni e le aspettative econ loro sottoscrivo un patto formativo sul per-corso dei tre anni, sui valori, gli orientamenti esulle regole del centro. Poi faccio degli incontritra tutti i preiscritti e i loro genitori, così quandoarrivano a scuola i ragazzi si sentono già parte diuna comunità. Per noi uno dei valori fondamen-tali è il rispetto reciproco. E la cosa più impor-tante è che li rimotiviamo allo studio tant’è chein molti s’iscrivono, poi, alle superiori». Ed è innome di questi valori che i salesiani hanno giàavviato i corsi da settembre, pur non avendo vi-sto un euro né per quest’anno, né per l’annoscorso.

PP.. LL..

Fonte: [La Sicilia, Catania 22 febbraio 2007].Catania-Barriera: Il laboratorio di meccanica.

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insieme12

programmi "modificati" e buoni accordi conl’Archimede e il Cannizzaro per consentire conaltri due anni di scuola, la possibilità di un diplo-ma.

Una sfida, una battaglia vinta almeno a giu-dicare dai risultati del «Percorso formativo perMeccanici» indicato come «esperienza di eccel-lenza» nell’ambito di un meeting nazionale deiformatori salesiani – «Progetto Gulliver» – che siè svolto in questi giorni proprio a Catania.

Il «segreto» del salesiano ing. Mauro Moc-ciaro, direttore del corso di Meccanica è quellodel contesto. Quello di avere cioè sempre pensa-to, tanto nella stesura del programma formativoquanto nella produzione dei manufatti come nel-la rete di rapporti extrascolastici, al contestoproduttivo in cui la scuola, e i suoi allievi si muo-vono. Cioè alle industrie siciliane e catanesi inparticolare. Ed ecco perché solo pochi allievi, fi-niti i tre anni, rimangono disoccupati.

«I nostri ragazzi – dice – trovano spazio nel-le aziende del territorio, che ce li richiedono. Al-la Sat – enumera – su 200 i nostri sono 180, allaBrumital sono 15-20 su 40 e così via. E questoperché le aziende sanno come lavoriamo e comefacciamo lavorare i ragazzi: capita spesso anzi

DDoonn BBoossccoo ee llaa ssccuuoollaa ddeell dduueemmiillaa

Ogni anno sono un esercito di 500-600 ra-gazzi. Vengono dai quartieri più popolari dallacittà o da Bronte, da Scordia, da Giardini. Arri-vano con un passa-parola e credono di andaresolo a imparare un mestiere. E invece nei tre an-ni di permanenza vanno a scuola, imparano unaprofessione e soprattutto vengono formati peraffrontare la vita.

La «formula» del Cnos-Fap, l’Ente di forma-zione dei Salesiani, in fondo è tutta qui. E lo san-no bene i Salesiani di Barriera che dagli Anni ’30si preoccupano di formare attraverso la «Scuoladegli artigiani» prima e la «Scuola di avviamento

professionale» poi, generazioni di figure pro-fessionali di cui realmente la società, il mercatohanno bisogno.

Così, se prima i Salesiani formavano tipogra-fi, sarti, calzolai e falegnami, la «sfida» di questidecenni è Grafica, Elettromeccanica, Elettroni-ca, Informatica e Meccanica. In totale 26-28 cor-si annuali tutti «coniugati» con l’industria, piùaltre attività di secondo livello fatte con corsibrevi di specializzazione. Più l’esperimento di unquarto anno con diploma professionale, più dei

Catania-Barriera: Il laboratorio di elettronica.

Catania-Barriera: Il laboratorio di elettromeccanica.

insieme formazione professionale

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insieme 13formazione professionale insieme

che ci vengano a chiedere unpezzo particolare o che cichiedano dei prototipi peruna realizzazione specifica, ocome il caso dell’Università,che ci chiedano come fareper risolvere un problematecnico. E noi accettiamoqueste richieste perché i ra-gazzi trovano assai più desi-derabile e stimolante lavoraresu un oggetto vero e funzio-nante piuttosto che solo auna esercitazione e ancheperché il lavoro stimola i do-centi ad adeguare il proprioinsegnamento alle esigenzedel lavoro industriale e ad or-ganizzare l’officina didatticacome una piccola fabbrica. Eperché questo ci pone agliocchi esterni come una fucinadi operai qualificati. Che tutti vorrebbero ave-re».

Una immagine, un progetto che giustifica idati statistici che, pedantemente, don Mocciaroha voluto ricercare spulciando negli annali, chie-dendo e verificando. Il diagramma riassuntivo

dal 1987 al 2006 vede un tasso di occupazionecomplessiva degli allievi pari al 74%: il 52% diquesti opera nel settore specifico, il 13% lavorain altri settori produttivi e il 9% – ed è un datosignificativo e in costante crescita – lavora inproprio, in qualche caso con significative opera-

zioni di autoimprendito-rialità «esprimendo – com-menta il salesiano – qualitàinsospettate durante il pe-riodo formativo».

Ma non è ancora tutto.Quello che si insegna inquei pesanti tre anni non èsolo abilità tecnica, preci-sione e gioco di squadra.Dopo il buongiorno e lapreghiera mattutina, nellafabbrica con l’immagine diDon Bosco si insegna an-che altro e cioè che il lavo-ro fa parte della vita. E co-me la vita, il lavoro va "ri-spettato".

RRoosssseellllaa JJaannnneelllloo

Fonte: [La Sicilia, Catania 11 febbraio 2007].

Catania-Barriera: Il laboratorio di grafica.

Catania-Barriera: Il laboratorio di meccanica.

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insieme14 insieme formazione professionale

Presso l’Istituto salesiano Opera “SacroCuore” di Barriera, nel contesto di un rinnovatoimpegno di solidarietà e di servizio educativo incampo professionale nei confronti della societàitaliana che ha riconosciuto in Don Bosco il“Santo del lavoro”, il “Patrono degli apprendi-sti”, il “Padre e Maestro della Gioventù”, si è te-nuto un Forum sulle “Nuove tecnologie nella di-dattica, soluzioni educative di videostreaming abasso costo”, organizzato da don Felice Bon-giorno SdB responsabile del CNOS-FAP settoreinformatico presso il Centro di Formazione Pro-fessionale dell’IspettoriaSalesiana Sicula e allapresenza dell’ispettoredon Luigi Vito PerrelliSdB. Hanno curato ilForum Alberto Faro,professore all’Universitàdi Catania, che ha relazionato su “Utilizzi avan-zati della Set Top Box”, e Giuseppe Pistorio fun-zionario della TVBLOB che ha illustrato la solu-zione formativa a basso costo e ha presentato al-cune soluzioni di videostreaming per la forma-zione a distanza.

Il Forum è stato finalizzato alla descrizionedelle nuove tecnologie al servizio della formazio-ne, della didattica e dell’apprendimento.

Don Bongiorno ha affermato che per com-prendere adeguatamente tale potenzialità è ne-cessario tenere presente una distinzione fonda-mentale tra attività didattiche di tipo sincrono incui docenti, tutor e studenti sono simultanea-mente collegati ad internet (comunicando e inte-ragendo tra loro) e attività didattiche di tipoasincrono dove lo studente accede al corso inqualunque momento e in maniera autonoma

(auto-apprendimento).La strategia formati-

va presentata utilizza un«media center» basatosu una piattaforma di vi-deo-comunicazione e divideo-produzione che

consente di interagire in modo bi-direzionale. intempo reale e ad alta qualità, semplicementeusando il televisore e una connessione a bandalarga. Oltre ad eventi live, conferenze e corsi, èpossibile attivare anche un flusso broadcasting,con la gestione di un palinsesto di canali televisi-vi gestiti interamente su LAN aziendale, e visibi-li su schermi, televisioni e personal computerconnessi in rete. In merito al videostreamingbidirezionale su internet a banda larga, è stata il-lustrata l’alternativa su IP a connessioni satelitta-ri e a costose video LAN dedicate: è una soluzio-ne per le aziende che vogliono comunicare inmodo innovativo.

Trasmettere un evento dal vivo con la pro-pria telecamera, un intero palinsesto in multicasto accedere a una libreria video, è oggi possibilegrazie a un unico prodotto senza costosi investi-menti in attrezzature o conoscenze tecniche spe-cifiche, che permette di trasmettere anche video

Imparare oggi con gli strumenti del futuro

Nuove tecnologie - Ai salesiani di Barriera un Forum suformazione, didattica ed apprendimento.

“Soluzioni educative di videostreaming a basso costo”

“Interagire in tempo reale e ad alta qua-lità semplicemente usando il televisore e unaconnessione a banda larga”.

Catania-Barriera: Giuseppe Pistorio (TVBLOB) eil Prof. Alberto Faro (Università di Catania).

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insieme 15formazione professionale insieme

conferenze, presentazioni e training aziendali trasedi connesse tra loro.

In questo modo è possibile rendere estrema-mente efficiente e facile la collaborazione remo-ta tra uffici sparsi sul territorio, grazie a video-chiamate e connessioni video live. Oggi il videosul web è diventato il prodotto più avvincentedella rete. Chi potrà trarne maggiore vantaggiosono le aziende di produzione televisiva e cine-matografica, i dipartimenti di comunicazione erelazioni pubbliche, le organizzazioni con ufficie lavoratori remoti. I professionisti hanno la pos-sibilità di approfittare al massimo delle potenzia-lità della banda larga, liberandosi dai costi di tra-smissione tipici delle connessioni satellitari e del-

Catania-Barriera: Il Sig. Ispettore Don Luigi Perrellitra i presenti al Forum.

Catania-Barriera: Don M. Mocciaro dà il benvenutoai presenti al Forum.

le video LAN dedicate, con una piattaforma divideo-streaming potente ed economica, sempliceda usare e che rende possibile per chiunque fareTV.

Questo è un periodo di transizione dalla te-levisione generalista a quella di tipo personaliz-zato grazie al satellitare ed anche al digitale ter-restre, alla televisione via internet. Il risultatodelle attuali ricerche si chiama vMAX, un poten-te dispositivo Media Center, grande come un de-coder, in grado di garantire senza grandi investi-menti in attrezzature – perché basta una connes-sione a banda larga, una telecamera ed un comu-ne televisore – la ricezione e la trasmissione intempo reale di voce, video e dati direttamentedall’elettrodomestico di casa.

Catania-Barriera: La sala della videocomunicazione.

Il prof. Faro ha parlato delle applicazionipratiche e potenziali delle ricerche tecnologichefinora verificate nel campo della telemedicina,della didattica, della telesorveglianza e della si-curezza; c’è pertanto un cambio di organizzazio-ne non solo tecnica ma anche di gestione e dicontenuti. Dopo la fase di sperimentazione, ciòdiventerà una realtà anche in versione domesticae sarà possibile videochiamare amici e parenti at-traverso il televisore, scegliere ed archiviare iprogrammi televisivi preferiti ed accedere ai ser-vizi Web direttamente dalla TV.

AAnnttoonniinnoo BBllaannddiinnii

Fonte: [Prospettive, Catania 24 giugno 2007].

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insieme formazione professionale16

Dall’esempio di Don BoscoEEsssseerree aallll’’aavvaanngguuaarrddiiaa,, cceerrttiiffiiccaarree llaa

ccoommppeetteennzzaa

La formazione professionale dei Salesiani ri-sale allo stesso Don Bosco, il quale voleva essereall’avanguardia sul piano tecnico con i suoi labo-ratori e le attrezzature didattiche; lo dimostra lasua partecipazione all’Esposizione Nazionaledell’Industria a Torino nel 1884, ove portò lamacchina tipografica più perfetta e completa diallora. L’intuizione vissuta dal santo è stata quel-la dell’educazione della gioventù, che egli vede-va come fattore fondamentale nella trasforma-zione sociale. Al di là del progresso tecnico e in-dustriale, Don Bosco voleva che la scuola fosse“luogo di formazione integrale, attraverso l’assi-milazione sistematica e critica della cultura” eluogo d’incontro di coloro che vogliano testimo-niare i valori umani e cristiani, in tutta l’educa-zione. E siccome 1’«educazione è cosa del cuo-re», bisogna che tutti i protagonisti dell’e-ducazione, prima di tutto i giovani, convergano

in una comunione di interessi e di obiettivi, perla maturazione di un’autentica personalità uma-na e cristiana.. La sua meta è di formare «buonicristiani ed onesti cittadini»: studio, lavoro, rego-lata libertà, gioia, civiltà in una tendenziale sintesi.

L’Opera Salesiana “S. Cuore” è abilitata acertificare la professionalità riguardante IC3,programma di formazione e certificazione diinformatica di base, Master Office, programmaMicrosoft Office Specialist di Microsoft ricono-sciuto a livello mondiale, Microsoft CertifiedProfessional (MCP), qualifica d’eccellenza rico-nosciuta a livello internazionale che conferisceun elevato vantaggio competitivo sul mercato.La certificazione Microsoft è una delle più rico-nosciute a livello di settore e attesta tanto l’espe-rienza tecnica quanto la conoscenza degli ambitireali.

La Federazione CNOS-FAP è una strutturaassociativa che attualizza in Italia l’esperienzaformativa di Don Bosco e dei Salesiani,considerando la formazione professionale una ri-sposta alle esigenze di una larga fascia di giova-ni, che non accedono alla scuola secondaria su-periore o sono emarginati dal sistema scolastico,e una risorsa per elevare la qualificazione dei va-ri soggetti del mondo del lavoro e mirando allaformazione globale della persona, senza dicoto-mie tra cultura e pratica, fra intelletto e corpo,fra rapporti personali e prestazioni, tra contenu-ti e tecnica.

La proposta formativa della FederazioneCNOS-FAP si fonda su 4 strategie fondamenta-li: la costituzione di un’unità formativa, laqualificazione educativa e professionalizzantedel CFP, la tensione verso una professionalitàfondata su una valida e significativa cultura dellavoro e su un progetto di vita, l’offerta del ser-vizio di orientamento professionale, che integral’intervento globale delle istituzioni formative inquanto offre un contributo specifico sotto il pro-filo psicopedagogico, didattico e sociale, pro-muovendo nel giovane un processo di sviluppodi attitudini, preferenze, interessi e valori cheesige una convergente azione formativa, in vistadella «maturità professionale».

AA.. BB..

Fonte: [Prospettive, Catania 24 giugno 2007].Catania-Barriera: Il laboratorio di informatica.

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comunicazione sociale insieme 17

Gli 80 anni di Benedetto XVI

Bambini in festa davanti alla casa natale di PapaRatzinger nella cittadina bavarese di Marktl.

“A tutti rinnovo dal profondo del cuore il mio gra-zie più sincero, che estendo alla chiesa intera, laquale come una vera famiglia, specialmente inquesti giorni, mi circonda del suo affetto”.

Così Benedetto XVI ha aperto il suo discor-so nella messa di domenica 15 aprile, alla vigiliadel suo ottantesimo compleanno e del secondoanniversario della sua elezione. E ancora, nel-l’omelia, il Papa ha espresso un ringraziamento aDio per tutti i suoi doni in 80 anni di vita e, inparticolare, per essere cresciuto e vissuto facen-do “l’esperienza di che cosa significa famiglia”.Due parole che ritornano spesso – grazie e fami-glia – nei discorsi del Pontefice. Abbiamo chie-sto ad Alessandra Borghese, giornalista vaticani-sta e scrittrice, ma soprattutto amica personaledi Joseph Ratzinger, di spiegarci che cosa significa.

AAlleessssaannddrraa BBoorrgghheessee,, lleeii ccoonnoossccee ppeerrssoonnaallmmeenn--ttee BBeenneeddeettttoo XXVVII ssiinn ddaa qquuaannddoo eerraa ccaarrddiinnaallee..CChhee ccaarrddiinnaallee eerraa ee cchhee PPaappaa èè??“Per me è sempre stato il cardinale per eccellen-za. C’era Giovanni Paolo II, che era il Papa, epoi c’era il cardinale Ratzinger. Io sono semprerimasta affascinata dal suo pensiero e dai suoiscritti, in particolare ‘Il sale della terra’ è un libroche mi ha molto colpito e che consiglio a tuttiquelli che hanno dei dubbi sulla Fede. JosephRatzinger era un cardinale con una affabilità euna gentilezza straordinarie, che ancora oggiconserva da Papa. Non è un caso se uno deglianeddoti più simpatici che si sentono su di lui èche questo sia il Papa del ‘grazie’. Le personeche collaborano con lui raccontano che li ringra-zia in continuazione. E questo è un grande inse-gnamento di Benedetto XVI: molte volte non siè capaci di ringraziare nemmeno chi ci sta accanto.”

AAlleessssaannddrraa BBoorrgghheessee,, lleeii hhaa aappppeennaa ssccrriittttoo uunn llii--bbrroo,, SSuullllee ttrraaccccee ddii JJoosseepphh RRaattzziinnggeerr,, iinn ccuuii rrii--ppeerrccoorrrree ll’’iittiinneerraarriioo ffoorrmmaattiivvoo ddeell PPoonntteeffiiccee nneeiissuuooii lluuoogghhii,, iinn BBaavviieerraa.. AAnncchhee dduurraannttee llaa mmeessssaa

iill PPaappaa hhaa rriiccoorrddaattoo ll’’iimmppoorrttaannzzaa ddeellllee ssuuee oorrii--ggiinnii.. CChhee iiddeeaa ssii èè ffaattttaa??“È normale che un Papa si conosca attraverso leencicliche o i libri che scrive. Ma il mio è solo uncontributo umano, senza pretese teologiche obiografiche, per amare di più Benedetto XVI. E’un libro scritto con la penna del cuore. Ho fattoun vero e proprio pellegrinaggio nei luoghi nata-li del Papa, per scoprire dove ha studiato, cosaha mangiato, di quale colore sono i prati su cuicorreva da bambino e come profuma l’aria del-l’amata Baviera. Ho visitato le città di JosephRatzinger: da Marktl am Inn, il paesino in cui ènato, a Regensburg, dove ha insegnato, a Mona-co. La foto in copertina ritrae un Ratzinger bam-bino, con lo zaino sulle spalle e gli occhi sorri-denti. Da qui parte il mio percorso per mostrareil lato più vero e intimo del Papa, quello dei suoiaffetti familiari, appunto, con un padre che ladomenica andava a messa tre volte e un esempiomeraviglioso di amore coniugale davanti agli occhi.”

GGiiddaa SSaallvviinnoo

Fonte: [fondazioneitaliani.it, Roma 16 aprile 2007].

Intervista ad Alessandra Borghese, scrittrice egiornalista vaticanista, amica personale del Papa

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insieme18

tidiani, notiziari ispettoriali, scolastici, parroc-chiali, oratoriali) e wweebb;

• Proporre un iinnnnoo mmuussiiccaallee, mediante untteessttiimmoonniiaall, una rraasssseeggnnaa mmuussiiccaallee;

• Coinvolgimento dell’eeddiittoorriiaa LLDDCC, contri-buto scientifico UUPPSS..

PPrrooppoossttaa

In fase di elaborazione degli Itinerari di fedea livello nazionale, valorizzando le nicchie comu-nicative “libere”, si auspica la presenza del SSeerr--vviizziioo NNaazziioonnaallee ddeellllee CCoommuunniiccaazziioonnii SSoocciiaallii(Equipe CS, Delegati Ispettoriali CS) in vista diuna azione sistemica efficace e capillare, una ppaa--ssttoorraallee iinntteeggrraattaa..

““SSttaattii GGeenneerraallii”” ddeellllee CCoommuunniiccaazziioonniiSSoocciiaallii

““SSttaattii GGeenneerraallii”” delle Comunicazioni Socia-li in programma per ll’’aauuttuunnnnoo ddeell 22000088 (coinvol-gimento di tutti i Rappresentanti significativi diattività di CS sul territorio nazionale: eeddiittoorriiaa..CCuullttuurraa,, tteeaattrroo--rreecciittaall,, mmuussiiccaa,, wweebb,, rraaddiioo,, ttvv,,ssaallee ddii ccoommuunniittàà) per conoscersi e trovare uncollante tra le varie agenzie e produrre iinntteerraazziioo--nnee ddii ssiisstteemmaa..

Il programma dell’Equipe nazionale CS e deiDelegati Ispettoriali CS

UUnn’’iimmpprreessaa ccoommuunnee::““IIll SSiisstteemmaa PPrreevveennttiivvoo ddii DDoonn BBoossccoo””

Strenna del Rettor Maggiore 2008

OObbiieettttiivvoo ggeenneerraallee

La Strenna 2008 vuole essere l’“iimmpprreessaa”” at-torno al quale far nascere le sinergie per uno svi-luppo graduale e dinamico del Sistema Salesianodelle Comunicazioni Sociali in Italia.

Si tratta di abilitare l’Italia salesiana a recepi-re con ppiiaattttaaffoorrmmaa mmuullttiiffoorrmmee la Strenna delRettor Maggiore.

Tra eemmiitttteennttee (Rettor Maggiore) e rriicceevveennttee((confratelli, laici, contesto culturale) esiste unmmeeddiiuumm (Eqipe Nazionale, Delegati IspettorialiCS, Commissione Ispettoriale CS, Coordinatorelocale di CS) che rende fruibile il contenuto delmmeessssaaggggiioo interagendo con le altre ssttrruuttttuurree ddeell--llaa PPaassttoorraallee GGiioovvaanniillee a livello italiano.

EEsseemmppii

• Far sì che la sollecitazione del Rettor Mag-giore divenga sseemmee vviivvoo nneellll’’IIttaalliiaa ssaalleessiiaannaa enel ccoonntteessttoo ccuullttuurraallee iittaalliiaannoo attivando i ccaannaalliinnaazziioonnaallii ddeellllaa ccoommuunniiccaazziioonnee (televisivo e ra-diofonico);

• Dare iinnddiiccaazziioonnii tteeccnniicchhee affinché ciascu-no nel proprio ambito possa realizzare iniziativeprogettuali che siano fonte di educazione e dievangelizzazione sulla tematica;

• Offrire iiddeeee,, ssuussssiiddii,, aarrttiiccoollii,, bbiibblliiooggrraaffiiaaper fluidificare la proposta del Rettor Maggiorenelle singole realtà (parrocchie, associazioni,scuole, oratori…);

• Indicazioni per le “ssaallee ddii ccoommuunniittàà” conlo scopo di rafforzare l’iinntteennzziioonnee eedduuccaattiivvaa delservizio;

• Realizzare un vviiddeeoo ccoonntteessttuuaalliizzzzaattoo aallllaarreeaallttàà iittaalliiaannaa, realizzato dalla rriissoorrssaa ggiioovvaannii,coinvolgendo tteessttiimmoonnii ddiirreettttii ed eessppeerriieennzzee ssii--ggnniiffiiccaattiivvee;

• Veicolare il messaggio della Strenna trami-te la ppiiaattttaaffoorrmmaa ccaarrttaacceeaa (giornali, riviste, quo-

insieme comunicazione sociale

I delegati di CS delle Ispettorie italiane.

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insieme 19comunicazione sociale insieme

Risulta necessario ssoocciiaalliizzzzaarree ll’’iinniizziiaattiivvaadduurraannttee ll’’iinnccoonnttrroo ddeeii DDeelleeggaattii NNaazziioonnaallii ddii PPGGee CCoooorrddiinnaattoorrii (Sacro Cuore, Roma 17 Aprile).Inoltre, si propone la presenza del Delegatomondiale CS, D. T. Scaramussa, e la pprreesseennttaazziioo--nnee ddeell SSiisstteemmaa SSaalleessiiaannoo ddii CCoommuunniiccaazziioonnee SSoo--cciiaallee, durante la convocazione dei Delegati PG eCoordinatori e CISI di settembre a Loreto.

OObbiieettttiivvii

• CCoonnoosscceerrssii per fare un mmoonniittoorraaggggiioo ddeelllleerriissoorrssee del settore CS, in vista di un aannnnuuaarriioodelle realtà esistenti;

• Presentazione del SSiisstteemmaa SSaalleessiiaannoo ddii CCoo--mmuunniiccaazziioonnee SSoocciiaallee;;

• Fare sistema focalizzando i vari aammbbiittii ssppee--cciiffiiccii (sale di comunità, web, radio, teatro…)con finalità educative;

• TTrraadduurrrree in linguaggio comprensibile perla ggeennttee ccoommuunnee lo spirito del CCaappiittoolloo GGeenneerraa--llee..

DDeessttiinnaattaarrii

• Delegati• Operatori CS• Salesiani in formazione• Altri…

LLaabboorraattoorrii

Attivati per il periodo estivo 2007 e propostiai Delegati delle Ispettorie d’Italia:

• Teatro educativo (M. Novelli e CGS);• Web television (E. Cassanelli e UPS).

Un caro saluto in Don Bosco

DDoonn PPaaoolloo BBuuttttiigglliieerriiIl Coordinatore Nazionale

MMoonnssiiggnnoorr FFoolleeyy iinnvviittaa ii ggiioovvaannii aa rriivveennddii--ccaarree llaa vveerriittàà ddeeii mmeezzzzii ddii ccoommuunniiccaazziioonnee

L’Arcivescovo John P. Foley ha invitato igiovani a rivendicare il loro diritto alla veritàe alla dignità di fronte ai mezzi di comunica-zione. Il presule ha lanciato questa esortazio-ne lunedì, intervenendo di fronte a un pub-blico di giovani riuniti nella chiesa della SS.Annunziata dei Catalani di Messina dall’As-sociazione Siciliana della Stampa e dall’Unio-ne Cattolica Stampa Italiana. “Non è maitroppo presto per diventare attivi nei me-dia”, ha iniziato a commentare l’Arcivescovostatunitense. “Non è mai troppo presto peressere coinvolti nei media, non solo comeutenti, ma anche come partecipanti”, ha ag-giunto. “Voi avete diritto alla verità – ha af-fermato rivolgendosi ai giovani –. I mediahanno l’obbligo di riportare la verità e solo laverità; voi avete il diritto di chiedere questoai media”. “Voi avete diritto alla vostra digni-tà – ha aggiunto –. I media hanno l’obbligodi trattarvi con rispetto e voi avete il dirittodi chiedere questo. Non dovrebbero mai cer-care di sfruttarvi, di offrirvi la tentazione in-vece di un sano nutrimento intellettuale espirituale”. “Voi avete il diritto di chiedere aimedia quello che serve per proteggere il be-ne comune – il diritto di chiedere giustizia, dicontrastare la violenza, di condannare la cor-ruzione”, ha sottolineato. “Voi avete dirittoad essere serviti dai professionisti dei mediache hanno gli ideali più alti e la migliore pre-parazione possibile”, ha spiegato. Facendosieco di Benedetto XVI, l’Arcivescovo ha chie-sto “ai comunicatori ed ai giovani di esserepositivi – di non limitarsi alle lamentele, madi contribuire alla trasformazione della socie-tà, facendo conoscere la buona novella diGesù Cristo e di tante persone ed istituzioninel mondo che realizzano un lavoro meravi-glioso nel Suo Nome”. “Quando ognuno divoi accende almeno una candela – la fiammadelle fede, della speranza e dell’amore si dif-fonde nella società e nel mondo”, ha concluso.

Fonte: [Zenit.org, Messina 20 marzo 2007].

L’implemento della consapevolezza e la strut-turazione graduale del SSCS nel prossimobiennio attraverso l’attuazione di azioni spe-cifiche identificate nelle realizzazioni di:

• Un’ “impresa” comune • La realizzazione di un “grande evento”.

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insieme20 insieme pastorale giovanile

gor San Cataldo, Concordia Agrigento, ArdorPietraperzia, Santa Chiara, Savio Erice, DonOrione, Vigor San Cataldo A e B. Volley: Auxi-lium Sant’Agata Militello, Tortorici Messina,Aurora Trecastagni, Clan dei Ragazzi di SanGiovanni La Punta (Catania), Don Orione Pa-lermo e P. Barbagallo Pedara. Basket: Don Bo-sco Sant’Agata Militello, Vigor Paternò ed EtnaCatania.

Infine le squadre partecipanti al torneo "Mi-ni". Calcio a 5: Aquila Cesarò (Messina), IblaPaternò (Catania), Sport Clan (Catania), Rosmi-ni Erice, Savio Messina, Or. Sa Barcellona, Hap-py Panda (Ragusa), Ardor Pietraperzia, SavioErice (Trapani), Don Orione Palermo. Volley: P.Barbagallo Pedara, Aurora Trecastagni, Clan Ra-gazzi, Ardor Gela, Libertà Palermo, Ilga Palago-nia (Catania), Happy Panda Ragusa e Don Orio-ne Palermo. Basket: Don Bosco Sant’Agata diMilitello, Vigor Paternò e Ilga Palagonia.

NNiinnoo UUrrzzìì

Fonte: [La Sicilia, Catania 23 maggio 2007].

Anche quest’anno le Polisportive GiovaniliSalesiane di Sicilia sono arrivate al rendicontoregionale. A Kastalia si svolgeranno le finali, di-vise in due parti: da venerdì 25 a domenica 27prossimi sono in programma i tornei "Gino Bor-gogno" (pallavolo) e "Pippo Pierini" (calcio a 5)fra Sicilia e Calabria, inoltre le finali "Propagan-da" e "Mini" di calcio a 5, volley e basket, infinel’attività scolastica e promozionale (under 16)con Don Bosco Ranchibile di Palermo, Luce AciSant’Antonio (Catania), Libertà (Palermo) eTortorici (Messina). Da giovedì 31 maggio a do-menica 3 giugno si disputeranno le finali di atti-vità giovanile nel calcio a 11, calcio a 5, volleyfemminile e basket maschile.

Nei due tornei parteciperanno, per la Sicilia,le squadre di calcio a 5 di Messina e Caltanisset-ta (under 15), Trapani e Catania (under 17), peril volley femminile Catania e Palermo (under14), Messina e Catania (under 16); per la Cala-bria, nel calcio a 5: Locri e Reggio Calabria (un-der 15 e 17), nel volley femminile Calabria e Ca-tanzaro (under 14), Reggio Calabria e Cosenza(under 16). Saranno, in questa prima tornata,più di ottocento i ragazzi impegnati nella con-quista dei titoli siciliani. E ancora una volta nonè affatto facile dei pronostici, proprio per laestemporaneità degli atleti che arriveranno datutta la Sicilia.

«Le Pigiessiadi - commenta il presidente del-le Pgs regionali avv. Maurizio Siragusa - sonosempre un terno al lotto. Di certo siamo curiosidi conoscere i vincitori, ma soprattutto constata-re le evoluzioni tecniche dei giovani atleti nelgioioso contesto donboschiano». Le squadrepartecipanti al torneo "Propaganda" sono divisein tre categorie. Calcio a 5: Rosmini Erice (Tra-pani), Madre Teresa Marsala, Or. Sa. BarcellonaA e B, Savio Messina, Villaurea Palermo, P. Bar-bagallo Pedara (Catania), Virtus Sicilia, SaletteCatania, Iuvenilia, Don Bosco Riesi A. e B., Vi-

Pigiessiadi: sfida per 800 ragazzi

Kastalia - Da venerdì a domenica in gara per i titoli regionalinel calcio, volley e basket

Kastalia: Ragazzi in cerchio prima del fischio d’inizio diuna partita di calcio.

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insieme 21pastorale giovanile insieme

Pellegrinaggio previo in preparazioneall’Agorà di Loreto

GGuugglliieellmmoo BBaarrlleettttaa ee MMaarrccoo PPaappppaallaarrddoo ssoonnoossttaattii,, iinn rraapppprreesseennttaannzzaa ddeell MMoovviimmeennttoo GGiioovvaa--nniillee SSaalleessiiaannoo IIttaalliiaa,, ttrraa ii 7722 ggiioovvaannii cchhee llaa CCEEIIhhaa sscceellttoo ppeerr iill ppeelllleeggrriinnaaggggiioo iinn pprreeppaarraazziioonneeddeellll’’AAggoorràà ddii LLoorreettoo ((11--22 sseetttteemmbbrree 0077)).. IIll 22 sseett--tteemmbbrree rriicceevveerraannnnoo ddaall SSaannttoo PPaaddrree iill mmaannddaattoommiissssiioonnaarriioo ppeerr ll’’aannnnuunncciioo aa ttuuttttii ii ggiioovvaannii..

Dopo questi fatti il Signore designò altri set-tantadue discepoli e li inviò a due a due avanti asé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Di-ceva loro: «La messe è molta, ma gli operai sonopochi. Pregate dunque il padrone della messe per-ché mandi operai per la sua messe. Andate: ecco iovi mando come agnelli in mezzo a lupi; non porta-te borsa, né bisaccia, né sandali e non salutate nes-suno lungo la strada. In qualunque casa entriate,prima dite: Pace a questa casa (Lc. 10, 1-5).

72, come i discepoli, sono stati i giovani par-tecipanti al Pellegrinaggio previo in preparazio-ne all’Agorà di Loreto, che si è svolto dal 31maggio al 3 giugno da Roma a Loreto passandoper Terni, Foligno, Assisi, San Severino Marche,Tolentino e Macerata; 72 provenienti da tuttal’Italia e da alcune missioni italiane in Europa, inrappresentanza delle tante diocesi, dei movimen-ti e delle associazioni, accompagnati dal ServizioNazionale per la Pastorale Giovanile della CEI,guidati da Mons. Paolo Giulietti, da Don Ales-sandro Amapani e da Don Francesco Pierpaoli.

È stato un percorso intenso e ricco di incon-tri con luoghi, persone e Santi, per vivere un pez-zo di Italia che, tra agosto e settembre, sarà attra-versato da migliaia di giovani in vista dell’incon-tro con il Santo Padre l’1 e 2 settembre 2007 aLoreto. I 72 vi ritorneranno proprio in quei gior-ni e il 2 settembre, durante la Santa Messa, rice-veranno da Papa Benedetto XVI il mandato mis-sionario dell’annuncio della “buona novella” atutti i giovani, dopo aver dedicato tutto un annoall’ascolto degli stessi.

Il pellegrinaggio ha avuto inizio a Roma, pri-

ma celebrando l’Eucaristia attorno al corpo diSanta Caterina da Siena (copatrona d’Italia conSan Francesco) e pregando per tutta la nazione,poi sulla tomba di Giovanni Paolo II, dopo averascoltato una riflessione di S.E. Mons. AngeloComastri, Arciprete della Basilica di San Pietro.La Chiesa è viva per il martirio – ha detto Mons.Comastri – e “le porte degli inferi non prevarran-no mai su di essa”. Questa Parola garantisce laChiesa che sarà sempre perseguitata. Quale oggil’atteggiamento del discepolo? I discepoli di Ge-sù – continua Mons. Comastri - erano solo in 11e sicuramente anche spaventati dal compito che gliera stato assegnato, ma lo Spirito Santo ha rinno-vato ogni cosa intervenendo quando essi eranoconcordi e umili. A voi tocca essere frontiera diDio per altri giovani e per tutto il mondo, dove ar-riverete voi, arriverà Dio!

Essere annunciatori del Vangelo significa an-che condividere la passione che il Creatore haper il creato e accogliendo la diversità come ric-chezza; così il passaggio a Terni è stata l’occasio-ne per riflettere sulla salvaguardia del creato (il 2settembre prossimo sarà la giornata dedicata aquesto tema), visitando la “Novamont” (un’in-dustria che produce plastica dai vegetali), e perparlare di ecumenismo e dialogo interreligiosocon S.E. Mons. Paglia, Vescovo di Terni e Presi-dente della Commissione episcopale che si occu-pa di tali questioni.

Da Terni a Foligno per incontrare i giovanidella diocesi con il loro Vescovo, che da pocohanno celebrato un sinodo che ha coinvolto l’in-tera cittadinanza. Il 2 giugno i pellegrini hannofatto tappa ad Assisi dove è stata celebrata laMessa e visitata la tomba di S. Francesco attornoalla quale, proprio nel giorno della Festa dellaRepubblica, è stata ripetuta la preghiera perl’Italia. Una mattina tutta francescana grazie aldialogo con le Clarisse di San Severino Marcheattorno al tema dell’ascolto: l’ascolto di Dio el’ascolto dell’altro, quello che deve sorprendere,

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insieme pastorale giovanile22

Carissimivi ricordo l’importanza dell’evento del-

l’AGORÀ che si terrà a Loreto dal 29 agostoal 2 settembre. È un momento di grande con-vocazione di tutti i giovani cristiani di Italiadei 16 anni in sù.

Un mese fa avete ricevuto il volantinodella manifestazione con le informazioni or-ganizzative, logistiche ed economiche.

Nel volantino era indicata la data di fineaprile per indicare il numero dei partecipantidelle singole case.

Vi volevo ricordare di farmi pervenire idati richiesti al mio indirizzo di posta elettro-nica [email protected] o telefonica-mente al 340/5546126.

Dopo questa data sarà comunque possibi-le aggiungere altri nominativi.

Vi chiedo di far girare questa notizia e didare queste informazioni a tutti i responsabi-li delle attività pastorali della vostra casa.

In don Bosco

DDoonn MMaarrcceelllloo MMaazzzzeeoo

interpellare, investire fino a diventare ciascunola dimora dell’altro.

Dopo il pranzo e una “sana” pioggia vivifi-cante, il gruppo ha raggiunto Tolentino e “in-contrato” San Nicola nella Basilica a lui dedica-ta e retta dagli agostiniani, e i giovani dellaGIOC (Gioventù operaia cristiana).

I pellegrini non si fermano mai troppo in unposto e così i 72 si sono diretti presso lo stadio diMacerata per la Celebrazione Eucaristica diapertura del “Pellegrinaggio Macerata-Loreto”,presieduta da S.E. Mons. Tarcisio Bertone, Se-gretario di Stato in Vaticano. Finita la Messa, inmigliaia in cammino per Km 35, tutta la notte“sotto il manto stellato della Madonna”, a passoalternato tra canti e preghiere, pieni di forza digrazia e di gloria, portando con sé le tante inten-zioni di preghiera per i familiari, gli amici, i gio-vani, la Chiesa, l’Italia, il mondo. Tanta stradanella notte, illuminati da Maria Stella del Matti-no, chilometri che hanno fiaccato un po’ le gam-be, ma rafforzato il cuore e il desiderio di coin-volgere tanti altri in quell’esperienza di fede in-tensa che sarà l’Agorà di Loreto.

MMaarrccoo PPaappppaallaarrddoo

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frammenti di memoria insieme 23

Mons. Domenico Amoroso

Domenico Amoroso, ènato a Messina il 25settembre 1927.Il padre di Domenicoera un vero artista, pit-tore, amico di mio non-no on. Attilio Salvato-re; realizzò il suo ritrat-to e tanti quadri cheancora teniamo in casa.

Dipinse anche varie pareti all’interno della Chie-sa del S.S. Salvatore, annessa all’Oratorio D. Sa-vio, dove Domenico crebbe nell’educazione diFede e nello Spirito di Don Bosco; il volto di Do-menico bambino fu dal padre incastonato in undipinto della Chiesa, nella figura di un Angelo.Affascinato da questo Carisma, entrò presto nel-la Congregazione Salesiana, studiò all’IstitutoTeologico Salesiano, e fu ordinato presbitero il29 giugno 1954.

Dopo una bellissima ed intensa esperienzaumana e di fede parrocchiale a Catania-Barrieracon Don Aidala, continuò gli studi teologici alla“Gregoriana” di Roma, laureandosi in “StoriaEcclesiastica”, e quindi alla “Lateranense”, spe-cializzandosi in “Sacramentaria e liturgia”.

Al S. Tommaso fu professore per 25 anni.Ricordo, dal ‘79 all’82, le sue lezioni di Litur-

gia e Storia; l’aula gremita di studenti e sacerdo-ti che pendevano dai suoi racconti semplici ereali, sempre avvolti da una battuta allegra e daun sorriso accattivante. All’inizio dello studioteologico, raccomandava a tutti la lettura dell’“Elogio della follia” di Erasmo da Rotterdam,spiegandoci che lo studio senza la Fede sarebberisultato un contenitore vuoto!

Fu ordinato Vescovo il 24 ottobre 1981 nellaCattedrale di Messina, dall’allora Arcivescovo diPalermo Cardinale Pappalardo.

Dal 4 dicembre 1982, dopo la mia Ordina-zione presbiterale, mi prese sotto la sua guida diPastore buono e forte; così fece con tanti Sacer-

doti, che in silenzio ascoltava, aiutava, guidava,sostenendoli in tutti i momenti, belli o difficilidella vita sacerdotale.

Fu lui che mi segnalò all’Arcivescovo Mons.Cannavò per la realizzazione di una PastoraleGiovanile che accogliesse e guidasse tutti i giova-ni della Diocesi.

Nei 12 anni di P. G. fu sempre accanto ai gio-vani; nelle prime e nuove celebrazioni in catte-drale (Avvento, Quaresima, Pentecoste), nelleiniziative missionarie in città e in periferia (i re-cital, le tende, la fiera, l’autobus della pace, lemarce, la Via Crucis cittadina), nei ritiri a Ro-metta e Mongiuffi, nelle varie Giornate dei gio-vani in Seminario e Cristo Re, nelle quali, comeatteso relatore, illuminava tutti sul mistero diCristo, della Chiesa, dell’uomo, della Carità, conesempi di vita quotidiana.

Ci aiutò molto nella preparazione dell’incon-tro del Papa Giovanni Paolo II con i giovani, lasera dell’11 giugno 1986. Dal balcone il Papa vi-de 22.000 giovani esultanti e festanti con strisciecolorate sventolate al cielo, sotto lo sguardo del-la Madonnina del Porto sullo sfondo di unoStretto illuminato da una luna dipinta dal dito diDio.

Il Segretario personale del Papa disse l’indo-mani a Mons. Amoroso, che l’incontro era statouno dei più belli e riusciti tra tutti quelli realiz-zati in tutto il mondo!

Il Santo Padre portò a Roma, solo tre ogget-ti preziosi: tra questi un’icona di Maria, volutada Mons. Amoroso, realizzata da una pittrice diAlì Marina, regalatagli proprio dai giovani diMessina.

Mons. Amoroso, in silenzio, sosteneva e aiu-tava la P. G., per realizzare sempre nuove inizia-tive, specie per i giovani “lontani” dalla Chiesa oin difficoltà. L’8 settembre 1988 fu trasferito aTrapani, dove iniziò il suo Ministero Episcopaleil 30 ottobre. Nella nuova Diocesi realizzò tanteopere di carità: la casa di accoglienza per gli emi-

Il Vescovo che ha saputo parlare al cuore– A 10 anni dalla morte e 80 anni dalla nascita –

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insieme frammenti di memoria24

grati, Villa Betania a Valderice per ragazzi congravi handicap, attività per emarginati, soli, biso-gnosi, disoccupati, case famiglia.

La sua prima visita in Diocesi fu agli amma-lati e ai carcerati: “Le parole senza i fatti, sonopoca cosa per il cristiano”, diceva sempre con unsorriso.

Ma ecco improvvisamente la malattia: in unacameretta del S. Tommaso e della Villa Salus, ciincontravamo nel dolore di Cristo, affidandoci aMaria, alla sua tenerezza di Madre, poi la notizia:alle 3,30 di Domenica, Pasqua settimanale, 17agosto 1997, Domenico sale al Padre nel qualeha creduto e sperato.

“Il sacerdote non acquista con l’ordinazione,un potere su Dio” ripeteva spesso “Ma è Dio cheha un potere più grande su di lui”. Regalò allasua Sposa, la Chiesa di Trapani, il nuovo ambo-ne della Cattedrale, coerentemente con il suogrande amore per la Parola di Dio.

A Spartà, dove fui parroco dall’83 all’87, di-segnò e realizzò un semplice presbiterio semicir-colare, con un ambone-battistero a croce egizia-na, simbolo della Vita, icona spaziale della risur-rezione. Guidò i lavori del nuovo presbiterionella Chiesa del S.S. Salvatore a Messina, e intante parrocchie grandi e piccole della Diocesi.Con San Girolamo ripeteva: “Ignoranza dellaBibbia, è ignoranza di Cristo”.

Parola, Amore, Eucaristia, erano i pilastri delsuo Ministero Pastorale; Liturgia, Catechesi, Ca-rità erano le linee che proponeva sempre ai Sa-cerdoti messinesi e poi quelli della sua Diocesi.Fu Presidente della Commissione della Liturgiadella C.E.I. e della C.E.S.I., mantenendosi sem-pre umile, schietto, sincero, generoso!Ecco le semplici parole alla Diocesi di Trapani,sua Sposa, nell’ultima sua lettera:“Il mio stato di salute, così come è accaduto per laPasqua del Signore, non mi consente di essere inmezzo a voi, ma in questo periodo vi ho tenuti econtinuerò a tenervi sempre presenti nella pre-ghiera, per chiedere costantemente al Signore diaiutarci ad accogliere il Suo Amore e a diffonderlointorno a noi, pur tra le inevitabili difficoltà dellavita. Avrei tanto desiderato celebrare con voi la fe-sta della Madonna, madre di Dio e nostra. Il Si-gnore ha disposto diversamente”.

Bellissime e ricchissime di vita vissuta, di Fe-de, Speranza, Carità, sono le numerose LetterePastorali, (90 - 94) raccolte in un unico volumet-to, che dovremmo ripubblicare e rileggere:

– “Per un volto più credibile di Chiesa”– “Educhiamo i giovani alla fede”– “Da Gerusalemme a Gerico con il buon

samaritano”– “Meditazione sulla Chiesa”– “Evangelizziamo e celebriamo la carità”– “Farsi tutto a tutti per portare tutti a

Cristo”Prima di salire al Padre, le ultime frasi: “Per

tutti voi, per ognuno, in questo momento partico-lare della mia vita di Pastore e Vescovo di questasanta Chiesa di Trapani, c’è un posto nel mio cuo-re di padre e ogni giorno affido al Signore e allaprotezione della Vergine questa diletta Chiesa”.

I funerali del Vescovo Domenico Amoroso sisono celebrati a Trapani, presieduti dall’Arcive-scovo di Palermo De Giorgi che lo ha chiamato:“Pastore esemplare ricco di bontà e di generosa de-dizione”.

Ora riposa nel Cimitero dell’amata MessinaLe sue spoglie potrebbero essere traslate e siste-mate nella Chiesa Archimandrita del S.S. Salva-tore, nel centro cittadino, per indicare alle nuo-ve generazioni la via dell’Amore gratuito e verodi un messinese, proprio sotto il quadro dipintodal padre pittore.

Messina: Mons. Amoroso (il secondo da sinistra) nelgiorno della sua ordinazione episcopale.

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frammenti di memoria insieme 25

««LLaa CChhiieessaa nnoonn èè ppiiùù tteerrrreennoo ddiiccoonnqquuiissttaa ppeerr ii ppaarrttiittii»»

Secondo Mons. Amoroso è finito il tempo in cuii parroci davano consigli su nomi e liste

Trapani — «La Chiesa non è più terreno diconquista per i partiti». A parlare è il vescovodella diocesi di Trapani, mons. Domenico Amo-roso, 66 anni, messinese, da oltre un lustro nel-l’estremo lembo della Sicilia occidentale. Infatti«è finito il tempo in cui i parroci davano consigli

“Immagine ed esempio di questa nostraChiesa deve essere Maria, Madre del Salvatore eMadre nostra, modello insuperabile di ogni iti-nerario di fede”.

A lei vogliamo affidare la nostra vita, il no-stro impegno!

La bellissima preghiera che il Papa ci ha vo-luto donare venendo qui tra noi a Trapani, ci ac-compagni nel nostro cammino. RipetiamoLedunque con fede:

Vergine dell’Annunciazione,ridona speranza alla nostra società

riempi del tuo gaudio spiritualequanti, qui a Trapani,

in questa terra ricca di fermenti e dirinnovamento,

dedicano la loro esistenza ai fratelli.Vergine della Visitazione,immagine della Chiesa,

sii Tu modello di servizioe di evangelizzazione.

Benedetta sii Tu, o Maria!Amen.

“Vi benedico affettuosamente” Domenica 27 no-vembre 1994 (1° domenica di Avvento)

Domenico AmorosoVescovo

Così recitano le sue ultime parole, dirette nonsolo ai Trapanesi, ma anche ai vari cristiani mes-sinesi che l’hanno amato, e lo ricorderanno sem-pre sorridente sotto lo sguardo di “Maria dellaLettera”

PP.. CCaarrlloo OOlliivviieerriiPresbitero

ben determinati su nomi e liste. È però una ten-denza non facile ad estirpare, perché esistonopresbiteri che hanno ancora la predisposizione aparlare di “partitica” e non di politica».

«Un tempo – aggiunge il presule – concede-vano le sale per i convegni Dc; io, invece, non in-tendo favorire questa mentalità: le sale non le doa nessuno. La Chiesa deve dare solo opinionimorali e dico “deve”».

– Qual è la posizione di un cittadino che havotato per un politico ritenuto non onesto?

«Se un cittadino, in passato, ha votato per uncandidato, sapendo che quel futuro amministra-tore, una volta al potere, avrebbe esercitato ilsuo mandato disonestamente, ebbene, questoelettore è stato responsabile in solido con l’am-ministratore corrotto: ha favorito il male, ne ècorresponsabile. Quindi ha commesso peccato edeve confessarsi».

– I cattolici vanno alle urne con l’animo diso-rientato e il cuore dolente.

«I cattolici — sottolinea il vescovo — posso-no entrare in qualsiasi partito politico che pro-muova valori cristiani, e ciò non può essere perchi si rifà a concetti marxisti o massonici».

E mentre si sta tentando di ricucire gli strap-pi nei diversi partiti, ormai in crisi, si cercanonuovi fedeli.

– E sui candidati già «logori» o «avvisati» ocoperti dal velo del dubbio di avere esercitato unpotere torbido?

«Io non giudico, perché l’avviso di garanzianon è una indicazione di colpevolezza, ma il cri-stiano non può dare il suo voto alla persona del-la cui moralità non è certo. L’avviso è un sospet-to e non necessariamente un dubbio, è generatoda un avviso di garanzia. Certo, questa personaneppure dovrebbe mettersi in lista, ma, oggi,molti “sospettati” stanno fingendo di eclissarsiper poter scegliere, loro, chi candidare. Dietrovolti nuovi potrebbero esserci volti meno nuovi».

– Vi sarà un cambiamento?«Credo che il cambiamento sarà lento per-

ché la mentalità cui lei allude è abbarbicata sem-pre agli stessi concetti: il posto di lavoro, il favo-re. Non aspettiamoci quindi miracoli perchéquesto andazzo elettorale è difficile che cambi,anche nei giovani. Gli amministratori sono statiscelti spesso con il criterio del “do ut des”».

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insieme26 insieme frammenti di memoria

IIll ggrraannddee ccaarriissmmaa ssaalleessiiaannooRicordo del parroco don Vincenzo Scuderi

Avere la presenza dei salesiani a Caltanisset-ta era il sogno accarezzato da mons. Giovanni Ja-cono, che fu vescovo della nostra diocesi dal1921 al 1956.

Il sogno del prelato si avverò finalmente nel1953 quando i figli di don Bosco giunsero in cit-tà esercitando un forte richiamo, specialmentenei primi anni di presenza, presso tanti dei nostrigiovani che affollarono l’oratorio in quello cheallora si chiamava «il villino del vescovo».

I salesiani inaugurarono davvero uno stilenuovo, fatto di grande attenzione nei confrontidella gioventù: all’evangelizzazione affiancaronomomenti educativi di ampio respiro, orientati al-la crescita integrale della persona: l’esperienzaassociativa attraverso l’Azione Cattolica e leCompagnie San Luigi per gli adolescenti e SanVincenzo de’ Paoli per i giovani e gli adulti, ilcalcio, il teatro, la musica, il Grest.

Animatore e gui-da fu una perso-nalità carismati-ca, don VincenzoScuderi, primodirettore-parro-co, il quale spriz-zava lo stesso ar-dente spirito mis-sionario che, dagiovane, lo avevaspinto fino in In-dia dove era ri-masto ventiquat-tro anni.

Don Scuderi aveva fondato case salesiane edera stato amministratore apostolico di Krishna-gar, cioè, di fatto, vescovo di un’immensa dioce-si, anche se non aveva ricevuto la consacrazioneepiscopale per il veto degli inglesi i quali lo inter-narono per sei anni di un campo di concentra-mento.

Don Scuderi emanava un grande fascino eun’attrazione calamitante: la bella faccia incorni-ciata da una folta barba, il sorriso aperto, losguardo limpido, lo spirito giovanile e cordiale,la voce calda e intonata, la parola facile e comu-nicativa.

Zelante e vulcanico, mise sottosopra la par-rocchia «Sacro Cuore» dando impulso a una in-tensa e partecipata esperienza ecclesiale.

A Caltanissetta rimase nove anni, poi vennetrasferito a Gela dove impiantò una nuova par-rocchia a Macchitella, nel quartiere residenzialevoluto dall’Eni per i propri dipendenti, quindi aRiesi dove c’era una numerosa comunità salesia-na.

Compiuti settantacinque anni, venne desti-nato a San Gregorio di Catania dedicando tuttoil suo impegno, instancabilmente, alle missionisino alla morte avvenuta nel 1982.

In segno di gratitudine per quanto ha fattoper noi nisseni e per trasmetterne le memoria,sarebbe doveroso che a questo grande salesianola città dedicasse almeno una via.

SSeerrggiioo MMaannggiiaavviillllaannoo

Fonte: [La Sicilia, Caltanissetta 6 maggio 2007].

– Prevale ancora l’omertà in questo lembo diterra?

«Basti pensare che a Vincenzo Milazzo fu fa-cile restare in latitanza, sebbene continuasse a vi-vere nella sua terra d’origine».

Ma mons. Amoroso, che è stato presidentedella «Commissione Liturgica Centrale» per ol-tre dieci anni, nonché membro del «ConsiglioPermanente» della conferenza episcopale, l’or-ganismo che raccoglie attorno al cardinale Ruinii trenta vescovi, titolare della Pastorale, cioè del-la politica apostolica della Chiesa, non proponealcun vademecum ai fedeli della sua diocesi. Tut-tavia, al primo posto deve figurare il servizio delpolitico a favore della collettività, mentre, al se-condo, candidati che siano onesti e competenti.«Bisogna votare persone che all’onestà e alla ret-titudine facciano seguire la competenza in cam-po socio-politico».

E il vescovo Amoroso conclude, portandol’esempio di Celestino V, eremita, che non esitòa rinunciare a fare il Papa.

GGiiuusseeppppee BBrruuccccoolleerrii

Fonte: [Giornale di Sicilia, Trapani novembre 1994].

Don Vincenzo Scuderi

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insieme 27frammenti di memoria insieme

Carlo è catanese e ha 36 anni. Seduto nel-l’atrio della comunità di recupero «Casa Naza-reth» nelle campagne di Viagrande, tra la Rivie-ra acese dei Limoni e comuni-simbolo del Parcodell’Etna come Trecastagni, Zafferana e Nicolo-si, racconta di essere un «tossico» da quando erasedicenne: «Ho provato di tutto: ecstasy e cocai-na, eroina e marijuana».

Come gli altri ospiti di questo centro di acco-glienza nato negli anni Sessanta per un atto diamore e di fede di don Ninì Scucces, sacerdotesalesiano di Modica ma cresciuto spiritualmentea Ballarò di Palermo e tra i baraccati di Messina,Carlo non si sorprende a sentir parlare di «bo-om» dello spaccio di cocaina a Catania: «Se neaccorgono oggi – dice – ma già dieci anni fa leorganizzazioni decisero di togliere dal mercatocittadino l’eroina perché morivano troppi ragaz-zi. E, quindi, c’erano troppi sbirri in giro. Perfarci di eroina dovevamo andare in provincia,oppure a Messina. Così, ha preso piede la cocai-na. È un fenomeno tipicamente catanese mentrealtrove, ad esempio a Palermo, si trovano facil-mente entrambe le sostanze».

Francesco, 27 anni, smentisce chi dice che la«coca» sia stata preferita dai clan perché rendedi più: « Da un chilo di eroina se ne ricavano no-ve». «No – esclama Giovanni, 30 anni, confer-mando le affermazioni dei suoi compagni disventura e speranza – la scelta è stata fatta da chinon voleva gli sbirri tra i piedi».

Adesso, però, le organizzazioni criminalihanno deciso di forzare la mano anche con la co-ca, tagliandola sempre peggio: «La mischiano –racconta Alessandro, 28 anni – persino con leanfetamine usate per i cavalli. Di cocaina ora sipuò morire. Nei giorni scorsi, una ragazza s’èsuicidata lanciandosi da un ponte».

Salvo ha 38 anni. Riferisce di aver provato la«neve» solo per curiosità, ma poi è caduto in un

abisso. Anche lui è catanese e si trova nella «Ca-sa Nazareth», che spesso è l’ultima spiaggia do-ve cercare con gli arresti in comunità un’alterna-tiva al carcere: «Spesso sniffano – spiega Concet-ta Pafumi, assistente sociale da 9 anni al lavoro aViagrande – per sentirsi forti e darsi coraggio,magari prima di una rapina. Negli ultimi anni,comunque, sono cresciuti i cocainomani. Perchési usa in gruppo e serve a sentirsi euforici. Bendiversa cosa è l’eroina».

Padre Scucces, don Ninì, guarda i suoi«ospiti» e sorride. Tra loro vi sono anche alcoli-sti, come Umberto: «Peggio della droga, moltopeggio è l’alcool – sbotta il sacerdote – È diffici-lissimo uscirne ed è pure a vendita libera».

Il salesiano, che ha fondato una cooperativaper la bioagricoltura, sintetizza la sua esperienzain poche, taglienti frasi capaci di smontare mon-tagne di luoghi comuni: «La droga non è un pro-blema, ma una condizione della vita – afferma –è un errore affermare che la droga rovina la vita,mentre sarebbe giusto dire che è la vita rovinatadei giovani a condurre all’uso degli stupefacenti.Ti dicono: la vita ti affanna? Fatti una birra e unacanna. S’inizia così». E ancora: «Non dite che ladisoccupazione conduce alla tossicodipendenza.Se ami la vita, trovi il lavoro. È facilissimo trovar-lo».

GGee.. MM..

Fonte: [Giornale di Sicilia, Viagrande 3 aprile 2007].

AA NNiinnii SSccuucccceess(Lode scanzonata, semiseria ma sincera ad un

prete che... si è fatto da solo.)

Spesso si pensa che solo chi compie gesti ce-latanti, magari una sola volta nella vita merita sti-ma e plauso. Ma è la persona che fa piccoli gran-

Don Scucces: la vita rovinata portaagli stupefacenti

Il prete fondatore della comunità di recupero:«La droga arriva dopo i problemi»

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insieme frammenti di memoria28

di gesti giorno per giorno, che si merita vera-mente la nostra ammirazione: quella persona,per quanto magari semplice, grezza, poco raffi-nata è una vera e pura eroina. E Ninì Scucces èuna tale persona. Una persona che con la pazien-za ed il coraggio, preso nella sua dose quotidia-na, ha trasformato in reali le cose che altri vede-vano come allucinazioni.

La sua storia è ed è sempre stata una lottacontinua: prima in senso politico, poi in senso la-to. Quando capì infatti che la sua esperienza eradivenuta estrema e sinistra, venne la redenzionesulla via di Damasco: scoprì che la sua vita eraquella del prete.

Non volle però essere un “parrino” come glialtri, volle essere guidato da un’idea, da una suamissione da completare ad ogni costo, per quan-to difficile.

I mezzi erano pochi; si può dire che quandoiniziò era povero in canna. Si racconta come ri-sparmiasse sul cibo, raccogliendo la verdura delsuo orto, vivendo così di pane ed erba. E comeuna pera di tanto in tanto e/o farsi una coca fos-sero le uniche concessioni al “lusso” che egli siprendeva.

Quante volte nelle notti solitarie invocavaaiuto e sostegno “Ah Maria, Maria, Maria!”.

E grazie a Maria ebbe una visione: davantiagli occhi una sterminata serie di gente da salva-re, e queste file gli rimasero così impresse e perlui così reali, che le vedeva passare quasi sotto ilnaso, e questo lo spinse a continuare a tirare e ti-rare.

Sentì anche l’esigenza di aiutare chi era pre-da dell’alcool. La differenza era leggera ma so-stanziale; far realizzare a quella creatura la verarealtà: che era un’essere Spirituale... e non di spi-rito. Divino... e non di vino. E che si stava fre-gando la sua vita e si stava da se stesso prenden-do per l’al...cool.

Come se non bastasse una parte del clero edalcuni fra gli stessi salesiani cercavano di metter-gli il bastone fra le ruote. Ci furono periodi incui lo fecero passare sui carboni ardenti e quan-ta amarezza quando capì che alcuni suoi confra-telli lo avevano legato al palo. Ma egli si divinco-lò e si gettò nel vuoto con ancor più slancio e fi-ducia certo che angeli del cielo lo avrebbero af-ferrato ed aiutato.

Quanto alla Usl lo ha fatto sempre penare.Ancora oggi i finanziamenti arrivano con ritar-do, e quando giungono è per ripianare i debiti,andandosene presto... in fumo. Tanto che piùche Usl si dovrebbe chiamare Lsd: Lavorate sen-za denari.

Con o senza denari il suo grande cuore eracontinuamente a lavoro finché un giorno...crack... gli impose di fermarsi. Si può dire chestava rischiando di passare dall’estrema sini-stra... all’estremo sinistro. Fu ricoverato in ospe-dale e durante il coma ricevette dolori, ma anchebenedizioni. Quando si riebbe ricevette la visitadi alcuni confratelli che, come temendo la suaprossima dipartita, erano lì preoccupati di comesi sarebbe dovuta gestire la sua eredità. Ad essirispose semplicemente:

– “Fratelli sia fatta la Volontà di Dio, Se ilPadre mi vorrà con sé spartitevi fra voi il mio bu-co.”

– “Di quale buco parli Ninì?” – gli chieseroi confratelli, pensando delirasse.

E lui, lucido:– “Il buco, il buco che ho fatto nel bilancio.

Qualche miliardo di lire da spartirvi fra voi”.Quasi all’unisono i confratelli si ricordarono

di altri impegni e sparirono per le vie del mondo.Ripresosi. Ninì è oggi ritornato con più cal-

ma al suo lavoro. Lo sue più profonde soddisfa-zioni continuano a essere quelle di vedere un ra-gazzo, una ragazza riprendersi la propria vita, leproprie responsabilità, e... farsi ancora, ma tut-talpiù una famiglia.

Si, quando apprende che un ex-ospite dellacomunità ha definitivamente rimesso la sua vitain carreggiata, Ninì praticamente va in... ecstasy.

Per chiudere, il commento di un ragazzo cheprima si sentiva solo, abbandonato, incatenato eche poi, sanata la sua vita, ricordando i tempi incomunità con Ninì, con una sintesi perfetta haraccontato: “Grazie a Ninì sono tornato alla Vi-ta ed a Dio: sono passato dal papavero a un Pa-pà vero”.

Raccolto in poche parole un lavoro, una vi-ta... di fatto... stupefacente.

Con simpatia e ammirazioneVViinncceennzzoo MMiiuuccccii

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frammenti di memoria insieme 29

ÈÈ mmoorrttoo DDoonn SSccuucccceess ccoommbbaatttteevvaa llaaddrrooggaa ppeerr ffaarree vviinncceerree iill ffaasscciinnoo

ddeellllaa vviittaa

È morto improvvisamente ieri, colpito da unmalore, don Antonino Scucces, per tutti don Ni-nì, salesiano, fondatore della Associazione di so-lidarietà contro le droghe e direttore della Co-munità di recupero per tossicodipendenti «CasaNazareth» di Viagrande.

L’ultima tappa di un suo lungo cammino: ilsalesiano, 69 anni, aveva speso il suo impegno aGela, Riesi, Mazzarino, nel quartiere Giostra aMessina e a Palermo dove aveva aperto la portaagli sfollati e agli immigrati. Anche a Viagrandeegli si adoperava quotidianamente verso gli ulti-mi e i più poveri impegnato com’era nella cultu-ra di promozione della vita.

Un commosso ricordo di don Scucces vienedal presidente della Provincia Raffaele Lombar-do che in una nota cita le appassionate parolepronunciate dal Salesiano in occasione di “Unconcerto per la vita” organizzato dalla Provinciaper una raccolta fondi da devolvere alla comuni-tà di recupero di Viagrande: “Le dipendenze sipossono superare e abbandonare se ci innamo-riamo del fascino della vita”. «Abbiamo appreso

con profondo dolore della scomparsa di un uo-mo di chiesa di sensibilità e generosità non co-mune – sottolinea il presidente Lombardo – cheha dedicato la sua opera al recupero nella socie-tà di uomini e donne che hanno perso i punti diriferimento, entrando in un tunnel dal qualemolti sono usciti grazie all’amorevole impegnodi don Ninì. Sono certo – ha concluso – che lafamiglia salesiana saprà raccogliere e continuarequesto immenso patrimonio di fede, passione esperanza».

Fonte: [La Sicilia, Catania 22 giugno 2007].Don A. Scucces con Don U. Romeo.

Viagrande (CT): Momento dei funerali di Don A. Scucces.

Viagrande (CT): Il Sig. Ispettore durante lacelebrazione dei funerali di Don A. Scucces.

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insieme30 insieme famiglia salesiana

Domenica 10 giugno u.s., nei locali della ca-sa salesiana del S. Cuore di Catania-Barriera, si ètenuto il secondo incontro annuale della Consul-ta Regionale di Famiglia Salesiana. La riflessionesui diversi punti all’odg ha fatto emergere le se-guenti decisioni:

CCoommuunniioonnee ee aappppaarrtteenneennzzaa

In sintonia con il cammino mondiale dellaFS e nel solco della nostra tradizione siciliana siribadisce l’opzione a fare della Strenna del RMun punto irrinunciabile della nostra esperienzacarismatica e dell’impegno pastorale di tutti igruppi.

PPaassttoorraallee uunniittaarriiaa ddii FFSS

La verifica della pastorale unitaria di FS nel-la nostra terra ha condotto alla decisione di ope-rare una verifica profonda delle iniziative e dellaesperienza della Consulta di Pastorale della FS.Si vuole dare un impulso di rinnovamento degliorganismi di pastorale per creare le condizionidi incisività delle iniziative e di efficacia sul pia-no dell’animazione. Per questa ragione la presi-denza della Consulta di FS parteciperà alla ses-sione di lavoro della Consulta di Pastorale. Il ra-duno,data la peculiarità dell’odg, si terrà a Zaffe-rana – Emmaus per l’intera giornata di domeni-ca 8 luglio p.v. .

Nota informativa della Consulta di FS

CCoommuunniiccaazziioonnee SSoocciiaallee

La Consulta ha rilevato luci e ombre dellanostra situazione regionale. Due dati si impon-gono all’attenzione e chiedono scelte non piùdifferibili : l’inadeguatezza della qualità della no-stra comunicazione, rispetto alle esigenze odier-ne, e l’esistenza di un ragguardevole potenzialedi persone,strutture e strumenti che sono a di-sposizione della missione salesiana nella nostraterra. Su proposta di una commissione di studio,precedentemente costituita, è stato approvatoun piano di lavoro per far crescere la qualità del-la comunicazione ad intra e ad extra della FS.

CCaammmmiinnii ddii ffoorrmmaazziioonnee

Realizzando un auspicio già emerso negli an-ni scorsi, viene riaperto l’itinerario di formazio-ne alla Lectio Divina. Esso prevede un richiamo-approfondimento per i partecipanti alla primaedizione e l’apertura di un nuovo biennio. Per ipartecipanti all’itinerario, nell’estate 2008 si pro-grammerà un corso di esercizi spirituali in TerraSanta.

FFeessttaa rreeggiioonnaallee ddii FFSS

Si terrà a Catania il 30 marzo 2008 e coinci-derà con la conclusione dei festeggiamenti delcentenario di Madre Morano .

Catania-Barriera: La Consulta Regionale di FS riunitanei locali dell’istituto “S. Cuore”.

Momento di fraternità durante il pranzo.

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insieme 31famiglia salesiana insieme

UUnn ppiiaannoo ddii llaavvoorroo ppeerr llaa CCSS

PPrreemmeessssaa

L’argomento “Comunicazione Sociale“ (CS)è stato attenzionato più volte e con diverse sotto-lineature da parte della Consulta. Nell’incontrodel gennaio u.s. un’ulteriore riflessione ha fattomaturare una duplice decisione:

– La nomina del portavoce ufficiale della FSdi Sicilia nella persona del prof. Marco Pappa-lardo, coordinatore ispettoriale dell’ASC e ope-ratore nel campo della CS;

– La costituzione di una commissione perl’elaborazione di un progetto volto a migliorarela qualità della comunicazione della FS (ad intrae ad extra);

PPrrooppoossttee ooppeerraattiivvee

Presento in rapida sintesi le considerazioni ele proposte avanzate dalla commissione (Sr Car-la Monaca, Prof. A. Petralia, Sig. B. Pennisi) esottoposte all’attenzione della Consulta.

Una prima e complessiva lettura della nostrarealtà ha fatto emergere i seguenti dati:

– grande disomogeneità di situazioni tra i di-versi gruppi di FS (dal progetto completo e pro-positivo delle FMA alle situazioni in cui non esi-ste alcuna forma strutturata di servizio);

– discreta presenza di persone qualificate edi strumenti ( stampa, siti internet, periodici, ra-dio for you...) nei vari ambiti pastorali ;

– esistenza di numerosi contatti personalicon qualificati operatori ed esperti nel campodella CS;

La valutazione globale è che ci si muove conpoca professionalità e pochissimo raccordo. Ènecessario dunque decidere di voler uscire daquesta situazione di stallo nella consapevolezzadi poter contare su un notevole potenziale dipersone (soprattutto giovani) e strumenti. Con-cretamente alla Consulta è stata chiesta la deci-sione di attivare un processo che crei le condi-zioni per qualificare, come FS, l’ambito della CS.

Il processo prevede questi passaggi:1. Ricognizione dell’esistente (operatori,

strumenti, strutture) tramite un lavoro di censi-mento;

2. Raccordo tra gli operatori e gli strumentidi comunicazione esistenti (organizzazione di unincontro di responsabili regionali, scambio di in-formazioni, arricchimento dei links);

3. Creazione di un database di operatori del-la CS vicini al mondo salesiano;

4. Valorizzazione della festa di S. Francescodi Sales, patrono dei giornalisti, per esprimere laattenzione della FS per gli operatori della CS;

5. Configurare un processo di qualificazionenel campo della CS per i “giovani del terzo livel-lo”;

6. Investire su questo campo risorse di perso-nale e mezzi;

DDeecciissiioonnii ddeellllaa ccoonnssuullttaa

Viene approvato globalmente il piano di la-voro proposto dalla commissione. Si dà manda-to al Coordinatore della Consulta di avviare ilprocesso con la collaborazione dei membri dellacommissione. Primo passo sarà quello di far per-venire ai responsabili dei gruppi di FS la schedadi censimento del livello regionale (da restituirecompilata entro settembre). Entro dicembre2007 si punterà alla realizzazione dei primi trepunti del piano di lavoro. Nella sessione di lavo-ro di gennaio il Coordinatore informerà sul pro-cesso attivato

Catania, 13 giugno 2007

DDoonn CCaarrmmeelloo UUmmaannaa

PPeerrccoorrssii ddii RRiinnnnoovvaammeennttoo

Vari gruppi di FS vivranno nei prossimi me-si appuntamenti importanti da accompagnarenella profondità della comunione e nella pre-ghiera di intercessione:

Capitolo Generale per FMA e SDBAssemblea Mondiale per le VDBElezioni dei Consigli Ispettoriali per ADMA,

ASC e EXI

SSeeggrreetteerriiaa oorrggaanniizzzzaattiivvaa

L’ing. Giovanni Costanza è stato nominatoresponsabile della segreteria organizzativa dellaConsulta.

DDoonn CCaarrmmeelloo UUmmaannaa

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insieme32 insieme famiglia salesiana

diffusa presenza dell’immagine della Madonnauna chiave di lettura e una grande lezione di teo-logia spirituale. Il saluto alla statua della Vergineposta nella cappella laterale ha concluso la mat-tinata.

Il pranzo nella grande sala ristorante dell’Ac-quapark di Monreale e la visita all’Abbazia bene-dettina di S. Martino delle Scale hanno conclusouna giornata meravigliosa vissuta nel segno diMaria, che nei mosaici di Monreale è salutata“tutta immacolata”.

SSaallvvaattoorree VVeessccooSegretario regionale ADMA

Monreale (PA): Pranzo al ristorante dell’Aquapark.

Monreale (PA): Visita alla cattedrale.

Domenica 22 aprile i gruppi dell’ADMA diSicilia si sono dati appuntamento a Monreale(PA) per il loro pellegrinaggio mariano annuale.La gioia di rivedersi, il rinnovato stupore di fron-te alla splendida cornice della città normanna,l’entusiasmo di rendere onore alla Madonna so-no state le note che hanno caratterizzato fin dal-l’inizio una giornata piena di sole.. Ai gruppiADMA di Marsala, Alcamo, Lercara Freddi,Taormina, Messina, Palagonia, Palermo, CataniaDon Bosco, Gela, Calatabiano, Catania M. Ausi-liatrice e Adrano si sono unite rappresentanzedegli altri gruppi di FS.

L’accoglienza e la registrazione dei gruppi in-sieme a uno spazio di tempo per un po’ di turi-smo hanno occupato la prima parte della matti-nata. Alle ore 11:45 più di 600 pellegrini, accoltidalla grandiosa figura del Cristo Pantocratore,hanno preso posto in Duomo per ascoltare il sa-luto del presidente regionale Sig.Vincenzo Ga-gliardo e partecipare alla celebrazione eucaristi-ca, animata dal coro ADMA di Calatabiano, pre-sieduta da don A. Malaponte e concelebrata dadiversi confratelli salesiani.

Padre Gaglio, parroco del Duomo, a conclu-sione della celebrazione ha manifestato il suocompiacimento per il pellegrinaggio e ha aiutatoi presenti a entrare nella comprensione profondadi un edificio sacro a ragione definito un “innoal trascendente”. Il suo mirabile intervento ci hafatto apprezzare come il duomo, costruito nel1174 e dedicato a S. Maria la Nova, trova nella

ADMA - Pellegrinaggio a Monreale

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insieme 33momenti di famiglia insieme

25 aprile 2007 Ministeri

A nome di tutta la Comunità desidero ringra-ziare quanti hanno preso parte a questa Celebra-zione durante la quale ben tredici giovani confra-telli hanno ricevuto il ministero del lettorato edell’accolitato. Sono doni che impegnano tutti noisalesiani a metterci a servizio di Dio e dei fratelli,in particolare dei giovani. Siamo stati chiamati dalSignore Gesù e inviati ai giovani per comunicareloro la freschezza della Parola che salva, per ini-ziarli all’incontro con Lui nei sacramenti e per aiu-tarli ad assumere a loro volta quello stile di servi-zio gioioso che caratterizza l’essere cristiano.

Abbiamo con l’eucaristia rivolto al Signore ilnostro rendimento di grazie e vogliamo ringrazia-re il Sig. Ispettore don Luigi Perrelli che ha presie-duto questa celebrazione. Grazie ai confratelli sa-lesiani e ai confratelli diocesani per la loro presen-za e il loro incoraggiamento. Grazie ai genitori ve-nuti da varie regioni dell’Italia meridionale e aquanti sono distanti geograficamente, a coloro chesono con il Signore nella vita che non ha fine e aquanti condividono con noi il cammino della fedein condizione di salute o di sofferenza. Grazie aifamiliari tutti e ai giovani provenienti dai vari ora-tori ed ambienti salesiani e diocesani che conside-riamo di famiglia. Il vostro essere qui rivela il vol-to sempre giovane della Chiesa e ci spinge ad unimpegno più serio, più sereno, più generoso perché

la vostra gioia sia piena. Diciamo grazie a quantiimpossibilitati a partecipare si sono resi presentiper telefono, per fax o per posta, inviando gli au-guri tramite terzi o per e-mail. Tra tanti il RettorMaggiore Don Chavez invia gli auguri, accompa-gnati dalle preghiere, ai confratelli che oggi hannoricevuto il lettorato e l’accolitato.

Infine, vi chiediamo il ricordo nella preghiera,mentre vi assicuriamo il nostro: perché se nonsempre possiamo parlare a voi di Dio, sempre pos-siamo parlare a Dio di voi (cfr. Sant’Agostino),perché ci siete cari e perché siete il motivo dellanostra gioia e del dono della vita che vogliamospendere per voi, proprio come Don Bosco, fino al-l’ultimo respiro.

Grazie!DDoonn GGiiuusseeppppee RRuuttaaMessina-S. Tommaso: Don G. Ruta e i nuovi lettori.

Messina-S. Tommaso: Celebrazione presiedutadal Sig. Ispettore.

Messina-S. Tommaso: Don G. Ruta con i nuoviaccoliti (IME-ISI).

Ministeri del lettorato e dell’accolitato

Messina-S. Tommaso: 13 giovani confratelli hanno ricevutoil ministero del lettorato e dell’accolitato

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insieme34 insieme momenti di famiglia

Diaconi nello spirito di San Giovanni Bosco

Messina - 11 giovani provenienti da ogni parte del mondoordinati dall’Arcivescovo

La basilica cattedrale protometropolitanaMaria SS. Assunta di Messina ha ospitato unevento assai significativo: l’ordinazione diacona-le, per l’imposizione delle mani e la preghieraconsacratoria dell’Arcivescovo Mons. CalogeroLa Piana, di 11 giovani salesiani provenienti dasvariate parti del mondo e accompagnati dal Vi-cario del Rettor Maggiore don Adriano Bregolin,dal Consigliere per le Missioni Salesiane donFrancis Alencherry, dai rispettivi ispettori, quasia rappresentare tutti e cinque i continenti: Giu-seppe Favaccio, Pasquale Sanzo e Domenico Sa-raniti provenienti dalla Sicilia e rispettivamenteda Noto (Siracusa), Agrigento e Cesarò (Messi-na); Piervito Pepe da Potenza, Bonifacio OnnyJuniantoro dall’Indonesia; Jean Marcellin Ra-miandrisoa e Jean Chrysostome Ravelomahita-soa dal Madagascar, Didier Tapsoba dal BurkinaFasu e Nicolas Tungunuka Tshituala dal Congo,Eugine Xalxo dall’India e Joseph Pietro Noppa-dol dalla Thailandia.

Gli undici neodiaconi hanno concluso bril-lantemente il primo ciclo di studi teologici con-seguendo il grado di Baccellierato in Sacra Teo-logia presso l’Istituto Teologico «S. Tommaso»di Messina, aggregato all’U.P.S. Essi hanno tra-scorso gli ultimi tre anni di vita religiosa condivi-dendo l’esperienza di studio con altri venti con-fratelli cosmopoliti. La comunità nella quale so-no maturati cura da oltre 50 anni la formazionedi giovani salesiani orientati al sacerdozio, al finedi promuovere come Don Bosco l’educazioneumana, religiosa e teologica dei giovani. Tra gliex-allievi dello Studentato si possono annovera-re diversi Vescovi tra cui anche Mons. La Piana– ordinato Vescovo nell’Epifania del 2003 dalservo di Dio Giovanni Paolo II – che nella co-munità è stato studente, formatore, preside e di-rettore ed ispettore dei Salesiani di Sicilia, e donLuciano Capelli, direttore della «Don Bosco Te-chnical School» di Honiara, nominato da Bene-detto XVI Vescovo di Gizo, nelle Isole Salomo-

ne. I neo-ordinati rientreranno nel-le terre natie non certo per riposar-si ma per immergersi da subito inattività pastorali negli ambienti sa-lesiani, in attesa del Presbiterato.Per non pochi di loro riprenderàl’impegno accademico per un servi-zio sempre più competente a favoredei giovani secondo lo stile di DonBosco.

Il Duomo dell’Arcidiocesi pelo-ritana era stracolmo di fedeli laici:familiari, parenti e amici – tra i qua-li non poche Suore Figlie di MariaAusiliatrice – degli 11 ordinandiche facevano da corona alla Comu-nità del S. Tommaso alla quale sierano uniti molti sacerdoti salesia-ni, superiori e formatori nonché di-versi sacerdoti diocesani.

Messina-Cattedrale: Mons. La Piana durante dell’ordinazionediaconale.

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insieme 35momenti di famiglia insieme

L’Arcivescovo, che recentemente ha avuto lagioia di ordinare diaconi ad praesbiteratum an-che due seminaristi teologi del Seminario Arci-vescovile «S. Pio X», Giuseppe Morabito eFrancesco Venuti, e che s’appresta ad ordinarediacono, a Barcellona Pozzo di Gotto, un altroseminarista diocesano, Daniele Torrisi, e presbi-tero il diacono secolare Nunzio Luciano, è statoben lieto d’ordinare anche questi altri giovanidestinati ad essere sacerdoti secondo il cuore diDon Bosco.

E stato un momento di grazia quello vissutodalla straordinaria assemblea liturgica con la ce-lebrazione rituale d’Ordinazione diaconale du-rante la quale è risuonato l’«Eccomi!» degli 11candidati, che hanno manifestato davanti al po-polo di Dio la volontà di assumere gli impegnidell’Ordine del Diaconato, di esercitarne il mini-stero con umiltà e carità in aiuto dell’Ordine sa-cerdotale e a servizio del popolo cristiano, custo-dendo in una coscienza pura il ministero dellafede, per annunziarla con le parole e le opere, se-condo il Vangelo e la tradizione della Chiesa.«Questa disponibilità offerta dai giovani, l’”Ec-comi!” – ha esordito l’Arcivescovo nell’omelia –è sempre una risposta ad una chiamata, quella

divina, che chiede di mettersi alservizio, una chiamata che invi-ta a seguire la Voce, a seguire laParola, ad essere costruttori diun’umanità nuova, una chiama-ta che invita ad essere ministri.Quest’”Eccomi!” è risuonatonella nostra basilica cattedrale ein quest’espressione così sem-plice e ricca di significato ab-biamo voluto vedere quella di-sponibilità della Vergine Santis-sima come espressione-sintesidi coronamento di una storia diDio con l’umanità. La disponi-bilità della Vergine Maria seguela disponibilità del Figlio cheLei accoglie nel suo seno: “Ec-co io vengo, o Dio, per compie-re la tua volontà”, “Eccomi so-no la serva del Signore, si com-pia in me la tua Paro-la”».

«In questi nostri confratelli –ha detto il Presule – sono rappresentate le varieparti di un’umanità raggiunta dall’amore di Dio,di un’umanità che si mette a disposizione nelportare la Parola, l’Amore, la Misericordia diDio. Tutto questo fa molto riflettere, fa moltopensare ed invita immediatamente e necessaria-mente a rileggere il senso della disponibilità ri-chiesta ed offerta dai nostri giovani dinanzi allachiamata divina. Tra poco il Vescovo chiederà aicandidati diaconi di esprimere la loro volontàd’impegnarsi; una delle richieste è formulata inquesto modo: “Voi, che sull’altare sarete messi acontatto con il Corpo e il Sangue di Cristo, vole-te conformare a Lui tutta la vostra vita?”. “Sì,con l’aiuto di Dio lo voglio”. E nella PreghieraEucaristica, dopo che saranno ordinati, noi pre-gheremo il Padre di ricordarsi anche di questinostri fratelli oggi ammessi all’Ordine del Diaco-nato per essere veri imitatori di Cristo nel servi-zio del suo Corpo che è la Chiesa».

L’Arcivescovo dopo aver invitato a rileggerel’ordinazione diaconale nel contesto del Misterodell’Eucaristia e dopo aver sottolineato che icandidati sono ordinati per essere d’aiuto al Ve-scovo e al presbiterio nel servizio della Parola,dell’Altare, della carità, ha continuato dicendo

Messina-Cattedrale: Mons. La Piana e i neodiaconi.

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insieme36 insieme momenti di famiglia

che «l’Eucaristia è Parola, Altare, Sacrificio,l’Eucaristia è Carità, Dono e Amore che il Signo-re Gesù rinnova per noi tutte le volte che il paneviene spezzato e il vino viene versato, tutte le vol-te che si rinnova il mistero del dono di Cristo perla potenza dello Spirito Santo, quello Spirito cheinvocheremo su questi nostri giovani, quello Spi-rito che li consacrerà diaconi: “Santifica, o Pa-dre, questi doni per la potenza del Tuo Spiritoperché diventino il Corpo e il Sangue di CristoGesù”».

«Noi invocheremo la presenza e l’azione del-lo Spirito su di loro – ha proseguito ancora ilMetropolita – perché diventino servi del Corpodi Cristo che è la Chiesa, servi dell’umanità. Og-gi tutte le volte che parliamo di servizio proba-bilmente non riusciamo più a focalizzare, perchéla parola è troppo inflazionata, ad individuare ilsenso del servizio che vi viene richiesto ed affida-to attraverso l’ordinazione diaconale. Tutti par-lano di servizio, e spesso più che di servizio sitratta di asservire. Voi cari giovani siete chiama-ti, perché a questo sarete configurati con l’ordi-nazione, ad essere servi sull’esempio di Cristoche è venuto non per essere servito ma per servi-re e dare la vita per i fratelli». «Ricordatevi checiò che specifica il servizio – ha ribadito il Presu-le – non è e non sono le cose da fare. Il servizioche vi viene richiesto, il servizio del Corpo diCristo che è la Chiesa non identifichiamolo conla semplice e pura attività, con il semplice e pu-ro agitarsi anche se in favore dei fratelli bisogno-si. Quello che oggi vi viene affidato e viene ri-chiesto è il servizio che è chiamato a modellarsisu Cristo, il servo dell’umanità, e come spessoabbiamo cantato nasce dall’amore, è un servizioche esprime amore, donazione, abnegazione.Tutto il resto è semplice e pura agitazione».

«Quello che chiederemo al Signore per voitutti nella preghiera – ha aggiunto Mons. La Pia-na – è che, conformandovi a Cristo Gesù per lapotenza dello Spirito Santo, il Padre vi concedadi poter servire i fratelli gratuitamente nell’amo-re, perché gratuitamente e dall’amore siete statichiamati. Quell’”Eccomi!” che avete pronuncia-to all’inizio di questa celebrazione, rinnovandola vostra risposta alla chiamata del Signore ren-dendola pubblica ed ufficiale davanti all’assem-blea, quell’”Eccomi!” sia sempre espressione di

una volontà di vicinanza, una volontà di dona-zione e non di qualcosa che non vi appartiene,ma è la donazione di qualcosa che fa parte dellavostra vita, che è la vostra vita. Ricordate che tragli impegni che assumete c’è quello di conforma-re a Cristo tutta la vostra vita, e Cristo, quale ser-vo del Padre e servo dell’umanità, è Colui che hadato se stesso, non qualcosa che era fuori di séma se stesso per l’umanità, per i fratelli».

L’Arcivescovo ha spiegato che nella disponi-bilità dei pani e dei pesci moltiplicati da Gesù èraffigurata la «disponibilità richiesta da Dio al-l’uomo per il compimento dell’opera di salvezza;in quei pochi pani e pesci generosamente offertida quel bambino, è raffigurato ciò che il Signorerichiede a ciascuno di noi: il piccolo ma necessa-rio contributo perché Egli possa continuare asfamare l’umanità che ha sete di Dio, di amore,di pace, di vita».

AAnnttoonniinnoo BBllaannddiinnii

Fonte: [L’Osservatore Romano, Messina 27 giugno 2007].

33 vveessccoovvii ssaalleessiiaannii rriicceevveerraannnnooiill ssaaccrroo PPaalllliioo aarrcciivveessccoovviillee

Venerdì prossimo Papa Benedetto XVIpresiederà alle ore 9.30 nella Basilica Vatica-na la Concelebrazione dell’Eucaristia con al-cuni Arcivescovi Metropoliti, ai quali impor-rà il sacro Pallio preso dalla Confessione del-l’Apostolo Pietro.

Saranno 51 gli Arcivescovi Metropoliti,provenienti da diverse nazioni, che quest`an-no riceveranno il Pallio nella data in cui tra-dizionalmente viene celebrata questa cerimo-nia, ricorrenza della Solennità dei santi Pie-tro e Paolo apostoli.

Quest`anno, tra gli arcivescovi che rice-veranno il Pallio ci sono anche 3 salesiani.Essi sono: mons. Calogero La Piana di Mes-sina-Lipari-Santa Lucia del Mela, Italia,mons. Ricardo Ezzati Andrello di Concep-ción, Cile, e mons. Oscar Julio Vian Moralesdi Los Altos, Quetzaltenango-Totonicapán,Guatemala.

Fonte: [ANS, Città del Vaticano 27 giugno 2007].

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insieme 37momenti di famiglia insieme

OOrrddiinnaazziioonnee ssaacceerrddoottaallee ddiiAAnnttoonneelllloo BBoonnaasseerraa

Comunità salesiana in festa per l’ordinazionesacerdotale di Antonello Bonasera, un nisseno“folgorato” dalla vocazione all’età di 36 anni.Oggi che ne ha 44 concluderà il percorso spiri-tuale con la solenne ordinazione al Sacro Cuorepresieduta dal vescovo Mario Russotto.

Per padre Antonello arriveranno due pul-lman carichi di fedeli da San Gregorio grossopaese della cintura di Catania dove opera giàdallo scorso anno dopo l’ordinazione presbitera-le. In prima fila ci saranno gli emozionati genito-ri (papà Giovanni e mamma Lina) e la sorellaMaria Pia. Ma sarà tutta la comunità salesiana,dove Antonello Bonasera opera a stringersi alneo sacerdote. La cerimonia inizierà alle 18,30 esi tratterà di un evento eccezionale se si pensache l’ultima ordinazione di un salesiano, quelladi Enzo Galiano, risale a dieci anni fa.

Padre Antonello è una persona ovviamentefelice. La sua è una storia straordinaria. Laurea-to in architettura, moltissimi lo ricordano dipen-dente comunale allo stato civile.

«Per l’esattezza ero addetto all’ufficio matri-moni» precisa l’interessato, che abita con la fa-miglia, in via Amico Valenti.

«Ho frequentato da piccolo l’oratorio del Sa-cro Cuore – dichiara padre Antonello – ma solonel 1999 ho maturato consapevolmente la deci-sione di entrare nella famiglia salesiana. Ho stu-diato un anno a Pinerolo, in Piemonte, poi altridue a Messina e da cinque anni sono all’oratoriodi San Gregorio dove tornerò dopo l’ordinazio-ne sacerdotale. Ho compiuto gli studi teologiciall’ istituto San Paolo di Catania. Per me sonostati anni di grande impegno e di intensa forma-zione spirituale».

SS.. GG..

Fonte: [Giornale di Sicilia, Caltaniss. 17 giugno 2007].

Caltanissetta: Mons. M. Russotto e Don A. Bonasera.

DDaallll’’oommeelliiaa ddii MMoonnss.. MMaarriioo RRuussssoottttooiill ggiioorrnnoo ddeellll’’oorrddiinnaazziioonnee pprreessbbiitteerraallee

ddii DDoonn AAnnttoonneelllloo BBoonnaasseerraaCaltanissetta, 17 giugno 2007

[...] Un’ordinazione presbiterale è un eventodi grazia che possiamo contemplare solo con gliocchi della fede, i quali ci permettono di “vede-re oltre la vista” con il cuore illuminato dalla gra-zia di Dio, che ci rende capaci di ascoltare la vo-ce dello Spirito oggi all’opera in questa chiesa enella persona di Antonello.

Antonello vivrà nella sua vita, a partire daquesta sera, l’esperienza descritta da S. Paolonella Lettera ai Galati: “Sono stato crocifisso conCristo e non sono più io che vivo, ma è Cristoche vive in me”. Questa cristica con-crocifissio-ne permette all’apostolo Paolo un cambiamentodi identità. Paolo vive una totale trasfigurazione.Il Papa Benedetto XVI a Verona, evidenziandonella sua omelia questo testo, ha detto che la car-ta di identità del cristiano è: Dio e non più io.Così Paolo acquista una nuova identità perchéha accettato di lasciarsi crocifiggere con Cristoed ha avuto il coraggio di salire sull’altare dellacroce di Cristo. E questo perché ha fatto unaprofonda esperienza d’amore, ha capito che Cri-sto lo ha amato fino a dare se stesso. Scoprirsiamato fino a questo punto significa danzare la vi-

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insieme38 insieme momenti di famiglia

ta al ritmo di una gioia irrefrenabile, per cui Pao-lo dice: cosa potevo fare per ricambiare tantoamore, se non salire sull’altare dell’amore che èla croce di Cristo? E in questo combaciarsid’anime tra Paolo e Cristo è l’io di Paolo che vie-ne meno. Paolo vive dunque una dimensione disottrazione. Quanto più vive l’alterazione, la re-lazione con l’altro che è Cristo, tanto più celebrala sottrazione del sé, perché l’io di Cristo possaprendere il suo posto. [...]

[...] Anche tu, cogliendo il passaggio di Dionella tua vita, lo hai fermato perché non andasseoltre e hai detto: «Eccomi, Signore, sono qui». EDio ti ha ospitato in sé attraverso l’accoglienza diquesta famiglia salesiana e oggi tu sei uno in Cri-sto per loro, sei la novità che dà gioia, la novitàdel Vangelo e del dono di te nell’amore ancheper noi.

Ti accompagni Maria Ausiliatrice in questocammino, sia Lei stella aurorale che ti conducenella prova e nella gioia e ti sia fratello di cammi-no e modello di sacerdozio Don Bosco, innamo-rato soprattutto dei più lontani, dei poveri, deideseredati, che amava col cuore di padre che og-gi, ospitando te nel suo cuore ti chiede ospitalitànel tuo per trasfigurarlo. E così sia.

OOrrddiinnaazziioonnee ddiiaaccoonnaallee ddiiDDoonn AAuurreelliioo DDii QQuuaattttrroo

Messina, 2 giugno 2007

Presso la parrocchia “San Matteo” di Gio-stra, per le mani di S. E. Mons. Calogero La Pia-na, arcivescovo di Messina - Lipari - S. Lucia delMela, Don Aurelio Di Quattro ha ricevuto l’or-dinazione diaconale alla presenza della comuni-tà parrocchiale e oratoriana.

Messina-Giostra: Il Sig, Ispettore, Mons C. La Pianae Don A. Di Quattro.

Messina-Savio: Foto di gruppo dei confratelli chehanno celebrato il Giubileo sacerdotale.

GGiiuubbiilleeoo ssaacceerrddoottaallee ppeerr 1133 ccoonnffrraatteelllliiMessina, 29 giugno 2007

Una concelebrazione solenne dell’Eucaristiaassieme al Sig. Ispettore Don Luigi Perrelli, allapresenza di molti confratelli e familiari, si è svol-

ta al “Savio” di Messina. I presenti: don Giovan-ni Boscia, don Giuseppe Costa, don DomenicoFoschi, don Pietro Garofalo, don Vincenzo Gor-gone, don Gennaro Grifa, don Francesco Mon-tella, don Mario Morone, don Giuseppe Pardo,don Calogero Scaglia, don Francesco Vaccarello,don Giovanni Vecchi e don Francesco Sacco, fu-rono ordinati nel lontano 29 giugno 1957 daMons. Carmelo Canzonieri, Vescovo Ausiliaredell’Arcivescovo Metropolita Mons. Angelo Pai-no. «Il Signore – rivolgendosi ai 13 confratellidon Luigi Perrelli – vi dia la gioia immensa ditutto quello che avete fatto. Un giorno ci saràcertamente il premio ma già adesso, incomin-ciando a scandire i momenti della vostra vita edei vostri 50 anni di sacerdozio, sicuramente ilgrazie supera infinitamente “il chiedo perdono”,perchè se siamo qui, se siete qui c’è dentro il do-no dello spirito che vi ha reso fedeli e fecondi».

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insieme 39dalle case salesiane insieme

LL’’oorraattoorriioo ssaalleessiiaannoo ssii aanniimmaa ddii ggiioovvaanniiIl «Don Bosco» nuovo punto di aggregazione

È attivo, da qualche tempo, nell’oratorio sa-lesiano Don Bosco l’equipe “Olè Animazione”,realtà di soli giovani dai 15 ai 25 anni che, attra-verso la musica, il teatro e la danza, manifesta lapropria voglia di vivere, di stare insieme, di faregruppo uscendo dal disagio e dalle pressioni chela società impone. Vengono offerti ai giovani glistrumenti per affrontare in forma autonoma lavita con tutte le sue difficoltà e contraddizioni, eviene così creato un ambiente in cui i valori ches’intendono trasmettere sono vissuti e comunica-ti con l’esempio.

«Quello che ci accomuna – racconta FabioRuvolo, mentore del gruppo – è il desiderio didar voce all’altra faccia della gioventù. In questacittà, purtroppo, si è soliti giudicare i giovani perciò che non fanno o per il modo apparentemen-te inutile in cui trascorrono il loro tempo: giova-ni apatici, volubili e disinteressati. Questi ragaz-zi, invece, nella passione e nell’amore per DonBosco, dimostrano di divertirsi insieme facendodivertire gli altri, nella speranza che nuovi giova-ni possano con loro percorrere la strada per ri-trovare in ognuno la semplicità dell’agire e la vo-glia di donarsi all’altro».

«L’eterogeneità del gruppo – commenta il sa-lesiano Don Angelo Calabrò, direttore dell’ora-torio salesiano Don Bosco – nel quale si riuni-scono studenti di scuola superiore, universitari,lavoratori e disoccupati, poteva rappresentareun ostacolo a tale percorso di crescita. I ragazzi,invece, sono riusciti a stare insieme e a dimostra-re di “esserci” come giovani impegnati nel terri-torio, soggetti attivi, anima pulsante della città. Illoro protagonismo giovanile ha trovato espres-sione nel teatro, nella musica e nell’animazione:lo scorso 15 aprile è stata presentata – continua

Don Angelo – la terza edizione della rassegna dicabaret, interamente creata dall’equipe “OlèAnimazione”; il prossimo 6 maggio, Festa di SanDomenico Savio, verranno proposti tornei, gio-chi e cacce al tesoro, e si sta già pensando allapromozione di un torneo di calcio cittadino».

«L’equipe “Olè Animazione” che abbiamocreato – dice Alessandro Pellegrino, componen-te del gruppo – ha permesso il confronto dellenostre idee ed opinioni su svariate tematiche, inun luogo, l’oratorio, dove è possibile aiutare lasocietà e, così facendo, anche noi stessi». «Siamomolto diversi – spiega Chiara Risplendente, 15anni – non solo per età ma anche per carattere etemperamento». «Nel gruppo condividiamo gio-ie, dolori ed emozioni – aggiunge Danilo Pistone– ed alcune volte litighiamo, mettendo in discus-sione noi stessi e gli altri: tutto ciò ci unisce e ciaiuta a crescere». «È un modo per tirarci su –spiega Benedetta Rizzo, giovanissima – facendodivertire gli altri attraverso qualche sana risata epermettendo la sera di tornare a casa con il buonumore. All’inizio sembravano strani l’oratorio ele persone che vi gravitavano, ma forse noi era-vamo più strani di loro». «Cerchiamo – conclu-de Michele Palumbo, 19 anni – di portare la no-stra vita e la nostra dignità sempre più in alto».

I ragazzi che fanno parte dell’equipe “OlèAnimazione” sono: Chiara Bellia, Vittorio Cam-pisi, Luana Di Giulio, Eros Di Martino, LorenaDrogo, Antonio Ferrara, Alessia Giallombardo,Luigi e Matteo Grasso, Rita Greco Gambino,Salvatore Letizia, Eliezer Lombardi, Michele eSerafino Palumbo, Alessandro Pellegrino, Dani-lo Pistone, Loris Raso, Chiara e Dario Risplen-dente, Benedetta e Zaira Rizzo, Michelinda eMadrilene Salerno, Giada Sanguedolce.

Gli incontri hanno luogo tutti i mercoledì al-le ore 21 presso l’oratorio salesiano Don Bosco.

VVaannddaa EE.. AAnnzzaallddii

Fonte: [La Sicilia, Caltanissetta 26 aprile 2007].

CCAALLTTAANNIISSSSEETTTTAA

Dalle case salesiane

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insieme40 insieme dalle case salesiane

MMEESSSSIINNAA -- DDOOMMEENNIICCOO SSAAVVIIOO

I festeggiamenti per il 75° anniversario della fon-dazione dell’istituto salesiano che ha segnato lagiovinezza di tantissimi messinesi.

AAll ““SSaavviioo”” llaa ssttoorriiaa ddii ttaannttee ggeenneerraazziioonnii

Dall’apertura dell’oratorio (29 settembre 1931) alCentro psicopedagocico e al Cepas

Settantacinque anni di vita, settantacinqueanni di storia della città. Perché l’oratorio Do-menico Savio fa parte di diritto di una delle pa-gine più importanti dell’album di Messina. Unadi quelle pagine che non si ingialliscono mai,perché le emozioni sono talmente forti da riani-mare anche i ricordi più lontani.

Quante vetrate andate in frantumi, quanticalzoncini strappati dietro un pallone in queicortili, tra tornei e normalissime ricreazioni, pri-ma di entrare in chiesa per la messa. E poi anco-ra il cinema, il teatro, i tanti giochi nei pomerig-gi da vivere assieme in quell’oratorio che, nel no-me di Don Bosco, ha visto crescere tantissimegenerazioni di messinesi, che ieri hanno volutorendere omaggio ai salesiani.

Un doppio cordone intrecciato con la città,

una storia di emozioni che — come ha ricordatoieri il docente universitario Luigi Chiara — risa-le al 1929, quando l’allora arcivescovo AngeloPaino offrì ai salesiani il grande edificio che an-cora oggi ospita l’oratorio e l’annessa Cattedraledell’Archimandriato del Ss Salvatore (in prece-denza, nel 1893 era stato inaugurato l’oratorioSan Luigi al rione Boccetta, distrutto dal terre-moto del 1908 e ricostruito nel 1929 sulla circon-vallazione).

Iniziati nel 1927, su progetto dell’ingegnered’Amore, i lavori di edificazione del DomenicoSavio furono conclusi nel 1931. Il 29 settembredi quell’anno – come ha ricostruito Chiara –giunsero al Savio i primi salesiani, accompagnatidal primo direttore della casa Don Giuseppe Ca-riola (1931-32), dal prefetto Don Angelo Salo-mone e da vari altri chierici. Assieme all’oratoriosi avviarono il 1 ottobre 1931 le scuole ginnasia-li ed elementari con le prime due classi dell’unoe dell’altro corso. Quelli compresi tra il 1931 e laII Guerra, nei quali si succedettero come diret-tori Don Vincenzo Allegra (1932-37) e Don Giu-seppe Aidala (1937-40), furono anni di grandeattivismo. Vennero aperti una scuola serale perstudenti lavoratori e un dopo-scuola con mensae assistenza. I corsi relativi alle scuole ginnasialied elementari si completarono passando a regi-

me ed ospitando circa400 allievi, col ricono-scimento della parifi-cazione del ginnasiocome sezione distacca-ta del San Luigi(1937).

Grande impulsovenne dato, grazie al-l’opera di Don Alle-gra, all’oratorio e alleattività ad esso connes-se, con la programma-zione cinematografica,tenuta perla prima vol-ta l’8 gennaio del ‘33, el’apertura, a maggio,del teatro, a cui seguo-no le prime rappresen-tazioni. Nel ‘42 a causadella guerra, tutti i sa-Messina-Savio: Don G. Lo Grande accoglie Mons. C. La Piana.

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insieme 41dalle case salesiane insieme

lesiani vennero trasferiti nel comune di Montal-bano, con la conseguente sospensione delle atti-vità della scuola.

Nell’ottobre del 1943 l’oratorio si rimette inmoto: vengono ospitati 80 alunni che diventano450 alla riapertura dell’anno scolastico 1945-46.Nella seconda parte de-gli anni ‘40 e buona par-te degli anni cinquantal’oratorio e la Chiesa delSs. Salvatore, riparati idanni dei bombarda-menti, vennero sottopo-sti ad una larga opera direstauro, acquistando icaratteri architettoniciche ancora oggi conser-vano. Alle tradizionaliattività dell’oratorio,con la ripresa delle pro-iezioni cinematografi-che, la costituzione diuna filodrammatica e itradizionali giochi di in-trattenimento (indi-menticabile per moltigiovani la figura di donGiuseppe Riggi) si af-

fiancò l’importanteopera di assistenza ai ra-gazzi di strada.

Gli anni ‘70 si apro-no con un rilevante ridi-mensionamento delleattività connesse allescuole: a partire dall’an-no scolastico 1968-69 sisospende infatti il Gin-nasio per la mancanzadi nuovi sufficientialunni. Alle tradizionaliattività di intratteni-mento come il cinema,il teatro e i tornei di cal-cio, si aggiunge la prati-ca di sport come la pal-lavolo e il basket. Nelcontempo si pensa adapprontare nuovi e più

idonei strumenti di analisi e di supporto delle di-verse problematiche giovanili. Non a caso nel1969 viene fondato il Centro Psico-PedagogicoSalesiano, inaugurato poi nel 1977 e ancora oggiin piena ed efficiente attività sotto la guida diDon Umberto Romeo. Al Centro Psico pedago-

Messina-Savio: Un brindisi con Mons. La Piana.

Messina-Savio: Il saluto del direttore.

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insieme42

L’invito dell’arcivescovo La Piana durante la cele-brazione

““LLaa ppuurreezzzzaa ddeeii ppiiùù ppiiccccoollii ppeerr ggooddeerreellee ggiiooiiee qquuoottiiddiiaannee””

Tanti anni sulle spalle e non di-mostrarli. Ilsegreto è questo. Giovane assieme ai giovani. Eper la festa del Domenico Savio ieri si sono pre-sentati davvero in tanti. La cerimonia ha avutoinizio con una celebrazione eucaristica, presie-duta dall’arcivescovo Calogero La Piana, il qua-le si è soffermato sulla vita dei ragazzi che fre-quentano i salesiani e sull’importanza di crederenegli insegnamenti di vita di Don Bosco e nellasemplicità e purezza che ha trasmesso col suoesempio S. Domenico Savio.

Il tema dell’amicizia, del rispetto, della capa-cità di ogni ragazzo di offrire al Signore ciò cheha, ma anche dell’importanza di crescere insie-me e costruire il proprio avvenire nel camminodi Dio, sono gli insegnamenti che ricevono i gio-vani che legano la loro giovinezza alla comunitàSalesiana. S. Domenico Savio fu il santo dellapurezza, si spense in età adolescenziale ma giàcosciente della parola di Dio, quella parola cherichiama il grande valore dell’amicizia. Gesù dis-

se “Voi siete miei amici” e-questo modo di vive-re la santità lo si rincontra oggi, ogni qualvoltaun ragazzo gioca, parla, ascolta e aiuta l’altro, maanche quando impara a godere “delle gioie delquotidiano”.

Mons. La Piana ha concluso l’omelia, ricor-dando le sue origini di salesiano e gli insegna-menti ricevuti. La manifestazione è proseguita

nei locali del teatro. Ad accogliere i partecipantiil coro dei bambini delle classi 4 e 5 elementare,che hanno intonato l’inno della scuola. A mode-rare il dibattito il direttore, padre Gianni LoGrade, il quale nella relazione introduttiva haparlato dei ruolo che il Savio svolge e ha svoltonella città quale’ polmone di iniziative» e del-

l’importanza dell’oratorio che diviene «luogo diincontro di vite e di crescita sociale». Il sindacoGenovese ha parlato, da ex allievo, come coluiche è di casa nel luogo dove gli è stato in-segna-to a vivere una vita nel rispetto dei valori cristia-ni, quegli stessi valori che ancor oggi lo accom-pagnano nell’esercizio del suo mandato istituzio-nale. L’assessore provinciale Orazio Miloro si è,invece, soffermato sulla figura dei ragazzi, veriprotagonisti di una storia straordinaria. Miloroha, infine, presentato il progetto di regalare al-l’Istituto una pubblicazione che racchiuda i suoi75 anni di attività, attraverso il racconto dei ra-gazzi che vi hanno vissuto.

A chiudere l’incontro le testimonianze di exallievi come il docente universitario Luigi Ferlaz-zo Natoli, il giudice Pietro Arena e gli avvocatiMimmo Pitrone e Adelio Romano.

SSiimmoonnaa LLaa SSppiinnaa

Fonte: [La Gazzetta del Sud, Messina 7 maggio 2007].

““YYoosseepphh:: iill rree ddeeii ssooggnnii”” aall TTeeaattrroo SSaavviioo

Sabato 5 e domenica 6 maggio il “Teatro Sa-vio” di Messina e “Il Piccolo Laboratorio del-l’Arte” hanno presentato lo spettacolo “Yoseph:il re dei sogni” tratto da “Il Sogno di Giuseppe”di Castellacci e Belardinelli. La direzione musi-cale è stata affidata a Pietro Marchese, mentre lecoreografie a Emmy Gioia. Le scenografie sonostate di Francesco Santoro e i costumi di Dome-nico Scarano. Il direttore di scena è stato Rober-to Spicuzza, mentre la regia è stata di GiovanniSposito. L’organizzazione e la produzione sonostate di Francesco Giacalone per CGS Teatro Sa-vio.

Lo spettacolo è ispirato ad uno dei più beiracconti della Bibbia, la storia di Giuseppel’ebreo, figlio di Giacobbe e capostipite, insiemeai fratelli, delle dodici tribù d’Israele.

insieme dalle case salesiane

gico si affianca agli inizi de-gli anni ‘90 il Cepas(Centro di prima accoglienza Savio), allo scopodi arginare e prevenire l’emarginazione e il disa-gio giovanile.

E siamo ai giorni d’oggi. L’oratorio ha pur-troppo perso il valore di un tempo, in una socie-tà travolta dalla velocità e dagli interessi econo-mici, ma il Domenico Savio resta lì. Presenza im-mortale per i messinesi che amano la città.

MMaauurroo CCuuccèè

Fonte: [La Gazzetta del Sud, Messina 7 maggio 2007].

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insieme 43dalle case salesiane insieme

PPAALLEERRMMOO -- RRAANNCCHHIIBBIILLEE

““FFeelliiccee:: ccii sseeii oo ttii ffaaii??””

Lunedì 26 e martedì 27 marzo 2007 si svol-geranno le Giornate degli studenti dell’IstitutoDon Bosco Ranchibile di Palermo.

L’attività, progettata e gestita dagli stessi al-lievi, si configura come un vero e proprio conve-gno e si propone il coinvolgimento e la parteci-pazione attiva di tutte le classi del triennio del-l’istituto. La tematica di discussione, decisa daiRappresentanti di Istituto, dopo aver coinvoltotutti i Rappresentanti di classe, è: “Felice: ci sei oti fai?”. Per raggiungere la felicità nella tua vita,insomma, tu, giovane di oggi, hai bisogno di un“additivo” (droghe leggere, alcool, “sballo”divario tipo, ecc.) o la puoi trovare in te stesso?

La prima giornata sarà totalmente gestita dairagazzi e li vedrà impegnati, dalle ore 8 alle ore11, presso i locali del cine-teatro Ranchibile, nel-la riflessione sul tema prescelto, attraverso laproiezione di quattro sequenze cinematografichetratte da film che trattano l’argomento della dro-ga e dell’alcool, cui seguiranno un dibattito e at-tività di psicodramma, sempre guidati dagli stu-denti. Si continuerà, poi, in una dimensione piùludico-ricreativa, con l’organizzazione di torneisportivi, fiera del dolce, mostra-concorso di qua-dri e foto realizzati dagli stessi allievi, esibizionimusicali.

Nella seconda giornata, sempre sullo stessotema e nei locali del cine-teatro, alle ore 9, sisvolgerà l’incontro con don Roberto Berruti, sa-cerdote operatore di strada a Roma, e con l’alle-natore Fuxova e i rappresentanti della nazionaleitaliana disabili di tiro con l’arco che, dopo averfornito la loro testimonianza, daranno ai presen-ti una dimostrazione in cortile.

Due giornate diverse, dunque, ma che vo-gliono essere un modo responsabile di veicolarela voglia di protagonismo e la creatività dei no-stri ragazzi, in maniera intelligente.Palermo, 23 marzo 2007

PPrrooff.. VViinncceennzzoo LLoo PPiinnttoo Il referente dell’iniziativa

PPrrooff.. SSaacc.. SSaallvvaattoorree MMaannggiiaappaanneePreside

TTii ffaaii?? OO ccii sseeii?? FFeelliiccee,, nnaattuurraallmmeennttee......

Concluse ieri con successo al “Don Bosco”le “Giornate degli Studenti”. L’attività, progetta-ta e gestita da noi allievi, si è svolta come un ve-ro e proprio convegno e si è posta come obbiet-tivo il coinvolgimento e la partecipazione attivadi tutti gli alunni dell’Istituto.

Le due giornate hanno avuto sia una dimen-sione riflessiva, riguardante il tema prescelto (laricerca della felicità da parte dei giovani), sia unaludico-ricreativa, con l’organizzazione di una se-rie di attività: una “fiera del dolce”, una mostra-concorso di quadri, fotografie, disegni, raccontie poesie degli stessi studenti intitolata “Leespressioni emotivo-creative”; tornei sportiviche hanno visto il coinvolgimento di alcuni isti-tuti della città; esibizioni musicali e anche unacaccia al tesoro.

Grazie a una serie di incontri pomeridiani te-nuti insieme alle dottoresse Gabriella D’Andreae Francesca Picone del SERT e all’aiuto del pro-fessore Vincenzo Lo Pinto siamo stati noi stessiragazzi dell’istituto ad “autogestire” la primamattinata di convegno che ha avuto come tema ilraggiungimento della felicità attraverso l’utilizzoo il rifiuto di quelli che abbiamo definito “addi-tivi” (“erba”, fumo, alcol...).

Lungo il corso della mattinata sono stati di-stribuiti alcuni bigliettini sui quali ogni ragazzoha scritto le proprie riflessioni che sono serviteda spunto per la seconda giornata.

Palermo-Ranchibile: Il salone-teatro.

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insieme44

Protagonisti del secondo ed ultimo incontronel teatro dell’istituto sono stati il romano Ro-berto Berruti, autodefinitosi “prete di strada”,l’allenatore della nazionale paralimpica di tirocon l’arco Guglielmo Fuchsova e il campioneitaliano Nino Lisotta; quest’ultimi due si sonoesibiti in una dimostrazione pratica dopo la qua-le è stato possibile per gli alunni cimentarsi inquesto sport ancora poco praticato.

L’obiettivo di questi due giorni passati insie-me voleva essere quello di dimostrare che lascuola può essere considerata davvero come lanostra seconda casa, come un luogo di riflessio-ne in cui possiamo imparare non solo tra i ban-chi ma anche attraverso un confronto tra “pari”che porti ad acquisire una maggiore consapevo-lezza di fronte a tutte quelle scelte che il futuroci presenterà.

RRoobbeerrttoo OOrrssiinnii e VVaalleerriioo GGeerraacciiV classico B

Ieri e l’altro ieri, nell’ambito delle “Giornatedegli Studenti” svolte al Don Bosco, tema cen-trale della manifestazione è stata la ricerca dellafelicità.

“FELICE CI SEI O TI FAI?”: questo il tito-lo che vuole esprimere l’ansia e la ricerca dellavera felicità, demistificando molti comportamen-ti tipici dei giovani d’oggi, che spesso sono com-piuti senza consapevolezza delle proprie azioni.

Palermo-Ranchibile: La fiera del dolce.

Un importante aiuto è stato offerto dallaproiezione di scene tratte da alcuni film, da cuisono stati presi vari spunti di riflessione che han-no portato i ragazzi ad una condivisione franca enon ipocrita di esperienze.

Si è trattato di un’occasione per smentire leaccuse spesso rivolte a noi giovani da parte delmondo degli adulti, che interpreta i nostri silen-zi e le nostre “trasgressioni” come un eccesso disuperficialità, non comprendendo che in genereil nostro silenzio è un urlo d’aiuto. Questo mo-mento ha fatto emergere una grande voglia di ag-gregazione per dare voce ai nostri sogni e alle no-stre aspirazioni.

In realtà c’è una forte solitudine che contrad-distingue molti di noi, che spesso si trovano solicontro tutti, anche contro quelli che dovrebberoessere i punti di riferimento, quali i genitori chespesso allontanano il dialogo piuttosto che in-centivarlo. Il desiderio di condivisione rischia dispingere noi giovani a evadere dalla stessa vita,non accettandola, rifiutarla e pensando di trova-re il paradiso in tutto ciò che può dare la carica.Ma il buon senso a noi giovani non manca di cer-to: ecco che, al di là dell’uso o dell’abuso di alcolo droghe, noi ragazzi siamo consapevoli dellenostre reali condizioni e sappiamo che in realtàla vera arma per essere vincenti nella vita è la co-scienza delle proprie azioni senza dare nulla perscontato.

SSaannttoo SSaaccccoonneeV Economico

Palermo-Ranchibile: Silvia Piccione.

insieme dalle case salesiane

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insieme 45dalle case salesiane insieme

RReellaazziioonnee ccoonncclluussiivvaa ssuullllee aattttiivviittàà ddiiffoorrmmaazziioonnee ddeell TTrriieennnniioo

L’Istituto Salesiano “Don Bosco” – Villa Ran-chibile di Palermo, nell’anno scolastico 2006-07,ha offerto ai ragazzi del Triennio un percorso for-mativo così articolato:

Ore di formazione: incontri con cadenzaquindicinale tenuti dai Catechisti con le singoleclassi; la proposta formativa si è ispirata allaStrenna 2007 del Rettor Maggiore, “Lasciamociguidare dall’amore di Dio per la vita”. La modalitàdello svolgimento per gruppi-classe ha consentitoun approccio più interattivo e partecipato, con uninnegabile interesse per le tematiche inerenti allaconcezione della vita come dono e alla sua difesa,alla luce anche del recente dibattito bioetico.

Ritiri spirituali: incontri per classi tenuti al-l’Istituto “Don Bosco” di via Sampolo della dura-ta di una giornata scolastica, secondo questascansione: discoforum e riflessione esegetica suun passo evangelico (per le terze l’episodio delgiovane ricco, per le quarte e le quinte l’incontrodi Gesù con Zaccheo) guidata da don GiovanniD’Andrea, dell’Istituto S. Chiara di Palermo, mo-mento di silenzio personale, confronto comunita-rio, liturgia penitenziale e celebrazione eucaristi-ca. Momenti liturgici: liturgie penitenziali nei pe-riodi forti dell’anno liturgico e in preparazione al-le celebrazioni eucaristiche delle principali festesalesiane (Immacolata, S. Giovanni Bosco, MariaAusiliatrice) a conclusione dei tridui di prepara-zione; liturgia della Parola e imposizione delleCeneri; Via Crucis svoltasi il Lunedì Santo con ri-flessioni elaborate e presentate da ragazzi e do-centi col supporto di mezzi audiovisivi.

Buongiorno: accoglienza e preghiera del mat-tino, tenuta in Chiesa o in cortile tutti i giorni ec-cetto il sabato, quando tutto il Triennio si riunivain Chiesa per ascoltare la Liturgia della Paroladella domenica seguente e il commento del Diret-tore. Attività di volontariato: presso l’Istituto S.Chiara di Palermo i ragazzi di alcune classi delTriennio, accompagnati dagli insegnanti, settima-nalmente, di pomeriggio, per tutto l’anno scola-stico, hanno prestato un servizio di doposcuola aibambini dei quartieri Albergheria-Ballarò; pressol’Oasi Verde, struttura per disabili non autosuffi-cienti gestita dalla Cooperativa Onlus Mondo C,si sono effettuati due incontri con gli ospiti della

comunità, per una tombola prima di Natale e perun ritiro di classe in Quaresima.

Giornate della memoria: le ore di formazionedella settimana precedente al 27 gennaio sonostate dedicate al ricordo della Shoah attraversofilmati e l’offerta di fonti fotografiche e storiogra-fiche. Il 24 marzo, per celebrare la Giornata dellamemoria delle vittime di tutte le mafie indettadall’associazione Libera, ha parlato al Triennio ladott.ssa Annamaria Palma, Procuratore aggiuntodella Repubblica e membro della Direzione Di-strettuale Antimafia di Palermo.

Convegno interscolastico: il 9 marzo due clas-si del Triennio, accompagnate dal prof. Nicola Fi-lippone, sono intervenute ad un talk show dal ti-tolo “Violenza sulle donne: il prezzo della diffe-renza” tenutosi al Cine-teatro Dante di Palermo.La manifestazione ha visto la partecipazione diesponenti del mondo della medicina (ginecologi epsichiatri), pedagogisti, attori e docenti.

Giornate degli studenti: attività, cui ha parte-cipato tutto il Triennio, svoltasi nei giorni 26-27marzo sulla tematica “Felice: ci sei o ti fai?”. L’in-contro è stato gestito in prima persona da ungruppo di alunni, opportunamente preparati at-traverso una serie di incontri pomeridiani guidatidal prof. Vincenzo Lo Pinto e dalle dott.sse Ga-briella D’Andrea e Francesca Picone del SERT diPalermo; le giornate hanno avuto sia una dimen-sione di riflessione sul tema prescelto, che ha vi-sto coinvolti gli allievi nel nostro cine-teatro, siauna ludico-ricreativa, con l’organizzazione di va-rie attività (tornei sportivi, fiera del dolce, mostra-concorso di quadri, foto e poesie o racconti rea-lizzati dagli stessi allievi, esibizioni musicali, di-mostrazione-esercitazione di tiro con l’arco). Du-rante la seconda giornata sono intervenuti donRoberto Berruti, sacerdote di Albano (RM) impe-gnato nel sociale, Fabio Fuchsas, allenatore dellanazionale paralimpica di tiro con l’arco, e Antoni-no Lisotta, campione regionale di tiro con l’arcoe atleta della selezione italiana alle Paralimpiadidi Pechino 2008.

Show di fine anno: spettacolo che ha vistocoinvolti gli allievi di diverse classi che, seguiti dadue insegnanti, hanno fornito una interpretazionedi alcune canzoni e testi letterari e teatrali, legatial tema della lotta alla mafia.

NNiiccoollaa FFiilliippppoonnee e VViinncceennzzoo LLoo PPiinnttoo

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insieme46

PPAALLEERRMMOO -- SSAANNTTAA CCHHIIAARRAA

““EErraa ttaannttoo cchhee ttii aassppeettttaavvaammoo””

“Era tanto che ti aspettavamo”, non è la fra-se riferita a Don Bosco da alcuni ragazzi latinoamericani in un famoso sogno missionario, maparafrasandola rende l’idea della fine dell’attesache ha visto finalmente l’inaugurazione dellanuova sala giochi e del bar dell’oratorio di SantaChiara. Dopo quasi quattro anni di attesa, du-rante i quali i lavori sono andati avanti a sin-ghiozzi con innumerevoli intoppi anche buro-cratici oltre che finanziari i ragazzi dell’oratoriohanno a disposizione un luogo di aggregazione alchiuso dove dare sfogo alla loro energia pren-dendo d’assalto i tre bigliardini, il tam-tam, il ta-volo da ping-pong, oltre che a confrontarsi in sfi-de di dama e di altri giochi da tavolo. Oltre allasala giochi, le cui pareti sono state dipinte continte allegre, proprio come l’indole dei ragazzi, èstato inaugurato il nuovo bar che ha sede in unaparte dello stesso locale. Un “bar di lusso” comeafferma qualcuno, un vero e proprio bancone dabar con tanto di frigoriferi e vetrine espositive,nella mens di chi l’ha pensato, Don BenedettoSapienza, si è voluto offrire il meglio a questi ra-gazzi che forse hanno avuto di meno rispetto adalcuni loro coetanei. Non poteva esserci giornomigliore che inaugurare la struttura nel giorno diSan Giovanni Bosco. Per la celebrazione eucari-stica erano presenti alcuni confratelli della co-munità del Don Bosco Ranchibile ed anche unanutrita rappresentanza dei giovani dell’Oratorioe degli exallievi e cooperatori. Al termine dellaMessa, dopo la distribuzione del tradizionale pa-nino con la mortadella, don Luigi Perrelli bene-diceva i nuovi locali e di ragazzi ne entravanopienamente in possesso riappropriandosi di que-sto spazio che per diversi anni era stato loro pre-cluso. I festeggiamenti per don Bosco erano co-minciati il 23 gennaio con una serie di tornei dicalcio a 5, tam-tam, dama, bigliardino, ping-pong, playstation. Per i tornei di calcio sono sta-ti invitati anche i centri giovanili del territoriocome le parrocchie, il centro Odigitria e Magio-ne, hanno preso parte anche squadre delle co-

munità Tamil e Bangladesh. La serata del 31 si èconclusa con la partita serale tra genitori quasitutti exoratoriani e figli con la vittoria di questiultimi sotto lo sguardo compiaciuto di qualchemamma che ha assistito all’incontro. Adesso ilprossimo grande appuntamento sarà quello delmese di maggio con le feste di San Domenico Sa-vio e Maria Ausiliatrice.

GGiioovvaannnnii DD’’AAnnddrreeaa

LL’’iimmmmiiggrraattoo hhaa ffaattttoo ttoommbboollaa

Le feste natalizie sono caratterizzate anchedal gioco della tombola. Questa tradizione è di-ventata classica nelle nostre opere specie neglioratori, non c’è periodo natalizio in cui nonmanca un giorno dedicato a questo gioco a pre-mi. Per il Natale appena trascorso si è deciso diproporre la tombola anche agli immigrati allog-giati presso la casa di Santa Chiara a Palermo.L’iniziativa che si è svolta il 28 dicembre 2006 edil 3 gennaio 2007 è servita come momento di so-cializzazione tra di diversi immigrati provenientifa nazioni diversi e come piccolo passo per l’in-tegrazione culturale. Il 28 dicembre don GianniGiummarra ha dovuto faticare non poco perspiegare il meccanismo che determinano ambi,terne , quaterne, cinquine e la sospirata ed ambi-ta tombola. I premi messi in palio erano generiutili per il vivere quotidiano come ad esempioschiuma da barba, deodoranti, radioline, sapo-nette, riso ed altri generi alimentari. Dopo

insieme dalle case salesiane

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insieme 47dalle case salesiane insieme

un’ora circa di gioco si è passato anche all’aspet-to culinario. Sono stati i nostri ospiti a cucinareil famoso couscous a base di carne di montone. Sisa che davanti ad un buono e profumato ban-chetto ci si predispone alla serenità e cordialità.Il sottofondo musicale non è mancato, la cena èstata accompagnata da melodie magrebine e ga-nesi. Anche il 3 gennaio stesso clichè e proprioquella sera era presente l’Ispettore don LuigiPerrelli che quel giorni dava inizio alla sua visitacanonica alla comunità. Questa volta il meccani-smo dei numeri era stato già acquisito quindi si èproceduto in maniera più spedita.

Adesso ci siamo prefissi un nuovo piccolotentativo, quello di fare conoscere don Bosco,per tale motivo ci siamo procurati dei fumettiche narrano la vita del nostro santo fondatore inlingua araba, l’idea è anche quella di realizzare,sfruttando le immagini dei fumetti, un DVD daproiettare agli immigrati di lingua araba, perquelli di lingua inglese come i ganesi si pensa difare qualcosa di simile.

GGiioovvaannnnii DD’’AAnnddrreeaa

Palermo-S. Chiara: Preparazione del couscous concarne di montone.

CCAATTAANNIIAA -- BBAARRRRIIEERRAA

GGuussttaa llaa vviittaa...... ccoonn aalllleeggrriiaa!!

È iniziato alla grande il Grest 2007 presso iSalesiani di Barriera-Sacro Cuore, con una riu-scitissima manifestazione di apertura.

Con la presenza della Polizia Municipale, ol-tre 200 ragazzi e familiari hanno percorso la viadel Bosco, via della Paglia, via Leucatia e viaCard. Nava come un serpentone colorato di gial-lo, rosso, bianco, celeste, verde e arancione (lemagliette delle squadre e degli animatori), prece-duti da una band di ragazzi e adolescenti suona-tori (trombe, tamburi, piatti, sax, pifferi...), chehanno intonato brani musicali per richiamarel’attenzione della gente che si affacciava dai bal-coni e dalle porte per salutare i propri figli e itantissimi ragazzi della Circoscrizione.

Il Grest 2007 all’Oratorio Centro Giovaniledel Sacro Cuore è condotto dai Salesiani donDomenico Luvarà e don Gaetano Urso, e anima-to da circa 50 animatori, giovani e adulti.

Catania-Barriera: La band di ragazzi che hannosuonato per le strade della Circoscrizione.

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insieme48 insieme dalle case salesiane

Lo Staff di coordinamento del Grest Ragazziè composto da Grasso Roberto, Raciti Agata,Strano Andrea, Tudisco Annalisa, Vasta Ivan;quello per il Grest-Adolescenti è composto daCacia Antonino, Galeano Paolo, Gangemi MariaConcetta, Grasso Roberto e Murgana Eliana.

Il Grest-Ragazzi si svolge dal 21 giugno al 23luglio, mentre dal 2 al 28 luglio si svolgerà ilGrest-Adolescenti, martedì 26 giugno alle ore20:00 avrà inizio anche il Grest Famiglie, con unincontro dei genitori dei Grestini.

Il tema centrale è legato alla vita: “GUSTALA VITA... CON ALLEGRIA” è il motto perquesto intenso mese di attività.

Sabato 30 con la partecipazione di una rap-presentanza della Marina Militare si inaugure-ranno le Olimpiadi del Grest 2007, alla presenzadelle famiglie dei grestini, presso il cortile del Sa-cro Cuore, alle ore 20:00 dopo la Santa Messa,che sarà celebrata alle 19:00 all’aperto.

DDoonn GGaaeettaannoo UUrrssoo

Catania-Barriera: Lo striscione del Grest 2007.

Catania-Barriera: Grestini in fila.

PPAALLEERRMMOO -- GGEESSÙÙ AADDOOLLEESSCC..

Il CNOS FAP del “Gesù Adolescente” diPalermo ha partecipato alla gara Nazionale delSettore Elettrico ed Elettronico indetta dallaSchneider Electric sull’Automazione Industriale.

La Gara consisteva nel realizzare un’automa-zione di media complessità che gestiva un caricoe scarico di due silos utilizzando relativi sensoried apposito nastro trasportatore ed elevatore; iltutto utilizzando un micro PLC Zelio Logic del-la Schneider Electric.

Gli allievi hanno dovuto progettare e realiz-zare l’intero processo, dagli schemi elettrici logi-ci in linguaggio LADDER utilizzando un appo-sito software, alla realizzazione del quadro elet-trico, terminando la prova con il collaudo del-l’automazione.

L’allievo Gabriele Ferraro del “Gesù Adole-scente” di Palermo che frequenta la classe 3EAdel corso “Installatore e Manutentore di Impian-ti Elettrici civili ed Industriali”, si è distinto rag-giungendo la terza posizione con un punteggiocomplessivo di 87/100, guadagnandosi una bor-sa di studio assegnata dalla Schneider Electric.

Resta da evidenziare che la formazione pro-fessionale è professionalizzante e nello stessotempo, con i suoi percorsi triennali, ambisce algiusto riconoscimento della qualifica di II Livel-lo Europeo.

Palermo-Gesù Adolescente: Gli allievi che si sonoaggiudicati la borsa di studio dalla Schneider Electric.

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insieme 49dalle case salesiane insieme

AALLCCAAMMOO ((TTPP))

UUnnaa mmoossttrraa ppeerr llaa sseettttiimmaannaavvooccaazziioonnaallee

Tutti i cristiani sono dei chiamati, hanno cioèuna vocazione, una chiamata del Signore allaquale rispondere, e che talvolta, per una serie dicondizione di carattere ecclesiale, chiede di esse-re risvegliata e favorita con una certa insistenzadal punto di vista pastorale.

Una mostra vocazionale ha voluto sottolinea-re che tra i cristiani alcuni sono oggetto di unachiamata, di una vocazione singolare (speciale)che si caratterizza con la risposta concreta a talechiamata che porterebbe il soggetto interessatoad esprimere un servizio pieno e definitivo neiconfronti del popolo di Dio e nell’ambito dellaChiesa. La mostra, interessante strategia, ha cer-cato di raggiungere gli educatori alla fede pre-senti nella parrocchia come interlocutori e colla-boratori nell’accompagnamento vocazionale deiragazzi e dei giovani preparandoli alla celebra-zione della festa del Buon Pastore. Presentiamoalcuni quadri per noi significativi.

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insieme50 insieme guardando altrove

Guardando altrove

PPrreesseennttaattoo iill nnuuoovvoo ssiittoo ddii AANNSS

II 3 maggio è stato presentato ufficialmente il nuovo sito di ANS il periodico plurisettimanale te-lematico della Congregazione Salesiana recentemente iscritto al Tribunale di Roma nel Registro dellaStampa come Agenzia iNfo Salesiana. La presentazione è avvenuta presso il Salesianum in via dellaPisana 1111 alla presenza di Don Pascual Chàvez, Rettor Maggiore dei Salesiani, e di padre FedericoLombardi Direttore della Sala Stampa della Santa Sede. Diversi gli ospiti dell’ambito della comunica-zione cattolica e salesiana invitati all’evento.

Nel corso degli ultimi mesi i membri del Dicastero per la Comunicazione Sociale dei Salesiani, gui-dati dal Consigliere don Tarcisio Scaramussa, hanno operato una verifica e una riorganizzazione del-l’agenzia di informazione.

Il sito – raggiungibile all’indirizzo www.infoans.org – è giunto alla terza release dopo quelle del2000 e del 2003. La varietà dell’offerta editoriale, in sei lingue, contenente news testuali, approfondi-menti e rubriche multimediali con immagini, audio e video ne fa un interessante strumento di diffu-sione della missione salesiana.

Il progetto e la realizzazione del nuovo sito è stato curato dalla Ipermedia Servizi di Roma, già par-tner delle edizioni precedenti.

Il nuovo sito web di ANS è stato pubblicato online il 6 maggio 2007, in occasione della memorialiturgica di San Domenico Savio e del 150° anniversario della sua morte.

Fonte: [ANS, Roma maggio 2007].

BBeenneeddeettttoo XXVVII ssoottttoolliinneeaa ll’’iimmppoorrttaannzzaa ddeeii mmeezzzzii ddii ccoommuunniiccaazziioonnee

Benedetto XVI si è riferito ai mezzi di comunicazione in due momentidurante l’omelia che ha pronunciato nella Messa di canonizzazione diFrei Galvão, a San Paolo.In un primo momento, ha ringraziato i mezzi di comunicazione che ren-dono possibile che “le mie parole e le espressioni del mio affetto posso-no entrare in ogni casa e in ogni cuore”, sottolineando la copertura me-diatica data a questa visita pastorale in Brasile, per la quale si sono ac-creditati 3.200 giornalisti.In contrapposizione al mondo edonista che oggi sembra prevalere, ilSanto Padre ha presentato il modello del santo brasiliano che è rivolto a“ogni cristiano, sia esso consacrato o meno”, e risveglia “desideri di fe-deltà a Dio sia dentro che fuori del matrimonio”.Il Papa ha affermato che “il mondo ha bisogno di vite limpide, di animechiare, di intelligenze semplici, che rifiutino di essere considerate crea-ture oggetto di piacere”.

Riferendosi ai mezzi di comunicazione per la seconda volta, ha osservato che “è necessario dire noa quei mezzi di comunicazione sociale che mettono in ridicolo la santità del matrimonio e la vergini-tà prima del matrimonio”.

Fonte: [Zenit.org, San Paolo 11 maggio 2007].

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insieme 51guardando altrove insieme

VVeerrssoo llaa bbeeaattiiffiiccaazziioonnee ddeell vveenn.. ZZeeffffiirriinnoo NNaammuunnccuurràà

Martedì 15 maggio, nel corso della sessione dei Cardinali e deiVescovi Membri della Congregazione delle Cause dei Santi, èstato approvato a pieni voti (12/12) il miracolo attribuito all’in-tercessione di del venerabile Servo di Dio Zeffirino Namuncurà,giovane laico, allievo della Società di san Francesco di Sales(Chimpay 1886 - Roma 1905). Il nuovo Segretario della Congregazione, S.E. Mons. Michele DiRuberto, si è espresso così, a conclusione della seduta: “È un mi-racolo splendido, che fa onore al prossimo Beato, alla Chiesa e atutta la Famiglia Salesiana”.

Si attende ora la decisione definitiva del Santo Padre Benedetto XVI per procedere alla beatifica-zione che si prevede nei primi giorni del mese di novembre in Argentina.

Fonte: [ANS, Città del Vaticano 21 maggio 2007].

LLaa ffeessttaa ddeellll’’AAuussiilliiaattrriiccee

L’intero mondo salesiano celebra oggi la So-lennità di Maria Ausiliatrice, motivo per il qualeoltre le celebrazione liturgiche proprie della ri-correnza migliaia di persone saranno o sono giàcoinvolte in tantissime manifestazioni festive.

È tradizione che in occasione della festa del-l’Ausiliatrice nelle presenze della Famiglia Sale-siana si organizzino gare sportive o culturali, ma-nifestazioni musicali, processioni, accademie etanto altro.

Inoltre per le opere salesiane questa ricor-renza è anche un’opportunità per ricordare eevidenziare la fiducia che Don Bosco dimostravanella intercessione della madre di Dio sotto il ti-tolo di “Aiuto dei Cristiani”, affidamento che

ancora oggi vie-ne trasmesso digenerazione ingenerazione neidiversi gruppidella FamigliaSalesiana.

Particolarerilievo ha la ce-lebrazione diquesta festa a Torino presso la Basilica di MariaAusiliatrice, dove questa sera avrà luogo la tradi-zionale Processione in onore della Madonna diDon Bosco, presieduta dal Cardinale SeverinoPoletto, arcivescovo di Torino.

Fonte: [ANS, Roma 24 maggio 2007].

LLiibbrrii iinn ddoonnoo aall PPaappaa

Il 30 maggio, al termine dell’udienza generale svoltasi in piazza san Pietro, una delegazione diprofessori della Università Pontificia Salesiana di Roma ha offerto al Papa il volume a lui dedicato erecentemente presentato presso la stessa università. Il volume presentato da don Enrico dal Covolo,don Mauro Mantovani, don Mario Maritano e don Manlio Sodi è una miscellanea di studi sui temidel Concilio Ecumenico Vaticano II e che ha come parte del titolo - “Ubi Petrus, ibi Ecclesia. Suisentieri del Concilio Vaticano II” - una espressione pronunciata da Benedetto XVI all`inizio del suoPontificato che invitava tutta la Chiesa a riflettere e ad agire alla luce Concilio. Il volume, curato dadon Manlio Sodi e edito dalla editrice dell`Università Salesiana - LAS - apre la nuova collana “Nuo-va Biblioteca di Scienze Religiose”. Nella medesima occasione don dal Covolo e don Maritano han-no offerto al Papa i sette volumi di “Letture origeniane” pubblicati dalla medesima editrice.

Fonte: [ANS, Città del Vaticano 1 giugno 2007].

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insieme52 insieme guardando altrove

6699mmaa AAsssseemmbblleeaa UUSSGG:: ““VViittaa rreelliiggiioossaa::pprrooffeezziiaa nneellllee ccuullttuurree ddii ooggggii??””

Ha avuto inizio il 23 maggio, presso la “Fra-terna Domus” di Sacrofano vicino Roma, la69ma Assemblea semestrale della Unione Supe-riori Generali (USG) con la partecipazione di120 superiori generali.

Don Pascual Chávez Villanueva, eletto Presi-dente della USG nella precedente Assemblea,non ha potuto presenziare perché invitato a par-tecipare, insieme a fr. José Rodríguez Carballo,Ministro Generale dei Frati Minori, ai lavori del-la V Conferenza Generale dell’Episcopato Lati-noamericano e dei Caraibi che si stanno svolgen-do proprio in questi giorni ad Aparecida in Bra-sile.

Don Chávez ha fatto pervenire ai partecipan-ti alla Assemblea USG un suo breve messaggio:“Per sua natura – ha scritto Don Chávez – la vi-ta religiosa è profezia, anche se non si può ridur-re solo a questo. Più che mai la Chiesa e il mon-do di oggi hanno bisogno di una vita consacrataprofetica. In un contesto sociale in cui si vivesempre più come se Dio non ci esistesse, la vitareligiosa è chiamata ad annunciare il disegno me-raviglioso di Dio, a denunciare tutto ciò che at-tenta contro di esso”. “La nostra profezia – haaggiunto – non deve essere qualcosa di esterno anoi, come può accadere ai profeti di sventure,che non fanno altro che annunciare sciagure ecastighi, o con i profeti di corte, che non fannoche accarezzare gli orecchi degli ascoltatori, ocon i profeti della rivendicazione sociale,che mi-

metizzano un sistema politico o economico e necanonizzano un altro, senza vedere il bisognoche c`è di ridimensionare ogni realtà umana”.“La vita consacrata – ha concluso – sarà profeti-ca solo se saprà rendere testimonianza dell`amo-re appassionato di Dio”.

Dopo la lettura del messaggio il biblista car-melitano Carlos Mesters ha sviluppato il temadella profezia nella Bibbia, prima fonte ispiratri-ce della vita religiosa. “Rileggendo attentamentela vicenda biblica dei profeti, in particolarel`esperienza di Elia, – ha detto Mestres – sareb-be più facile accorgersi che anche in questo no-stro tempo apparentemente senza profeti, stianoinvece sorgendo nuove forme di profezia. Si trat-ta però di rileggere il passato in modo diverso.La situazione di sconfitta, di morte e di secolariz-zazione in cui si è trovato Elia e in cui si viene atrovare ogni popolo in prigionia, viene di fattopercepita come il momento e il luogo dove ina-spettatamente si viene raggiunti da Dio.

Padre Josep Abella, Superiore Generale deiClarettiani, dopo un`attenta lettura di alcuneesperienze attuali di profezia, ha enucleato alcu-ne le costanti presenti in esse: una attenta osser-vazione della realtà; un clima di libertà con cui sivive la propria consacrazione; un chiaro riferi-mento al fondatore e insieme anche una risco-perta del carisma di fondazione; la piena consa-pevolezza che “sono i poveri che ci evangelizza-no”; una nuova modalità di intendere e vivere ladimensione comunitaria; una nuova collocazio-ne ecclesiale; il discernimento e la capacità di in-tercettare le nuove domande; l’attenzione conti-nua ai grandi temi dell’umanità: la pace, la giu-stizia, la riconciliazione, lo sviluppo integrale edecologico.

Padre Abella, evidenziando anche alcuni te-mi non emersi dalla indagine, ha ricordato laprofezia della vita consacrata ordinaria, la paro-la profetica di alcune comunità contemplative, lenuove forme di vita consacrata, la dimensioneprofetica presente anche nella riflessione teologi-ca e nel dialogo con la cultura e, infine, l`impor-tanza della presenza profetica dei consacrati neiconsessi mondiali in cui si decide il futuro di mi-lioni di esseri umani.

Fonte: [ANS, Roma 25 maggio 2007].Sacrofano-Roma: Assemblea USG.

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insieme 53guardando altrove insieme

IIll CCaarrddiinnaallee RRooddrríígguueezz MMaarraaddiiaaggaa nnuuoovvoo pprreessiiddeennttee ddii CCaarriittaass IInntteerrnnaattiioonnaalliiss

Il Card. Oscar Andrés Rodríguez Maradiaga, salesiano, arcivescovo di Tegucigalpa, è stato elettoieri, 5 giugno, nuovo presidente di “Caritas Internationalis”, dai rappresentanti della confederazionedella “Caritas” radunati nella Città del Vaticano per la loro XVIII Assemblea Generale.

Il card. Rodríguez Maradiaga sostituisce Denis Viénot, che si era presentato per un secondo man-dato.

I rappresentanti della confederazione hanno eletto anche il nuovo tesoriere di “Caritas Internatio-nalis” nella persona del sig. Grigor Vidmar. Venerdì prossimo sarà eletto il nuovo segretario generale.

Il 9 giugno, al termine della Assemblea generale, il Card. Rodríguez prenderà ufficialmente pos-sesso del suo incarico e sarà il rappresentante mondiale e Presidente della Caritas, alla quale appar-tengono 162 associazioni.

Il cardinale, che non era presente in Assemblea a motivo di altri impegni, ha ringraziato con unatelefonata da Tegucigalpa per la sua nomina, come riportato dal sito di “Caritas Internationalis”:“Vorrei ringraziare con tutto il cuore l’Assemblea Generale. Apprezzo la fiducia che mi è stata dimo-strata. Nella Caritas dobbiamo lavorare per le necessità dei poveri. Se vogliamo essere veri discepoli emissionari, dobbiamo valorizzare l’impegno socio-pastorale di tutti i nostri membri. Soprattutto inquesto periodo, dobbiamo condividere i beni e impegnarci a superare l’ingiustizia sociale. Nel 40° an-niversario della Populorum Progressio, dobbiamo promuovere lo sviluppo come modo per alleviaree vincere la povertà”.

Fonte: [ANS, Città del Vaticano 6 giugno 2007].

LL’’iimmppoorrttaannzzaa nneell mmoonnddoo ddii ccoommuunniiccaattoorrii ccaattttoolliiccii

Si sta svolgendo in questi giorni a Sherbrooke il Congresso mondiale dell’International CatholicUnion of the Press (UCIP) dal tema “Media e religione: rischio od opportunità? L’impatto dei mediamoderni sull`esperienza religiosa e la coscienza sociale”. Il convegno, iniziato il 3 giugno, è chiamatoad approfondire tre problematiche in particolare: i media e la costruzione dei fenomeni religiosi con-temporanei; l’etica e i media, il giornalismo religioso e il risveglio della coscienza sociale.

La prima area tematica riguarda la copertura mediatica di argomenti quali le odierne sfide bioeti-che, le guerre e le componenti religiose dei conflitti; la seconda area di dibattito sono le finalità dellacomunicazione: promozione di un particolare gruppo di interesse o informazione del pubblico e deirapporti del giornalismo religioso con le diverse lobbies. Il terzo blocco di riflessione è dedicato alruolo del giornalismo religioso in alcuni ambiti: la pace, il pluralismo religioso, l’emarginazione di co-munità e paesi vittime della povertà e dell’ingiustizia sociale. L’Arcivescovo John P. Foley, presidentedel Pontificio Consiglio per le Comunicazioni Sociali, nel suo intervento – come riportato dall’Agen-zia Zenit – ha sottolineato l’importanza nel mondo dei comunicatori cattolici. “È assolutamente ne-cessario avere cattolici impegnati nel campo delle comunicazioni, non come quinta colonna infiltratain un territorio ostile, ma come un gruppo di credenti convinti che possono e dovrebbero portare ivalori cristiani e cattolici nella loro vita professionale”. Per mons. Foley “nessun lavoro è o può esse-re separato dalla nostra fede, ma il lavoro nelle comunicazioni è particolarmente vicino a ciò in cuicrediamo”. “La nostra fede – ha aggiunto – può solo arricchire il nostro lavoro professionale nel cam-po delle comunicazioni, perché siamo chiamati ai più alti standard di eccellenza, verità, rispetto per ladignità umana e preoccupazione per il bene comune”. Il congresso, che si concluderà domenica 10giugno, ospita anche l’Incontro mondiale della Rete internazionale dei giovani giornalisti.

Fonte: [ANS, Sherbrooke 8 giugno 2007].

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insieme54

MMooddiiccaa AAllttaa -- CCiittttaaddiinnaannzzaa OOnnoorraarriiaa aaDDoonn PPiieettrroo GGaarrooffaalloo

Mercoledì 20 giugno nella Sala del Consigliocomunale di Modica, alle ore 11,30 si è svoltauna riunione “straordinaria” per la concessionead un salesiano, don Pietro Garofalo, della Cit-tadinanza Onoraria di Modica, per i 27 anni del-

la sua attività educativa (scuola, pastorale, grup-pi ecclesiali, cooperatori, giovani exallievi, par-rocchie cittadine, collaborazione con le FMA) avantaggio dei ragazzi del S. Domenico Savio diModica Alta e di molte persone del popolo diDio.

Alle ore 12 circa il sindaco di Modica PietroTorchi Lucifora firmava e consegnava la relativapergamena a don Pietro Garofalo in presenzadel sig. Ispettore don Luigi Perrelli e altri rap-presentanti della FS.

insieme brevemente

Brevemente

GGeellaa -- LL’’EEsscchhiilloo dd’’oorroo ccoonnsseeggnnaattoo aaDDoonn BBiiaaggiioo AAmmaattaa

È stato consegnato adon Biagio Amata, de-cano della Facoltà diLettere dell’UniversitàPontificia Salesiana diRoma l’Eschilo d’Oro. Ilriconoscimento giungedopo l’ultimo scritto didon Biagio Amata dal ti-tolo: "Tragedie Gre-che", presentato nelcorso della serata orga-nizzata dall’Associazio-ne ex allievi del LiceoClassico "Eschilo" e dal

Kiwanis. Il nuovo appuntamento con la culturaha permesso ai presenti di ripercorrere la vita diEschilo, anche grazie all’interpretazione di Ema-nuele Giammusso, attore della compagnia ama-toriale "l’Antidoto" e tra i protagonisti del nuo-vo film del regista Virgadaula. Giammusso perl’occasione, ha fatto "rivivere" il tragediografomorto a Gela. Don Biagio Amata ha parlato diEschilo mettendo in risalto la potenza delle av-vincenti tragedie e della figura di un uomo percui la venerazione degli dei assumeva grande va-lore, che lottò per la sua patria e per la giustizia.

L’associazione degli ex allievi, presieduta daldirigente scolastico prof. Corrado Ferro, conti-nua ad organizzare appuntamenti presso l’audi-torium del Liceo allo scopo di valorizzare la for-mazione classica, diffondendo la storia dell’Isti-tuto. Questa volta il sodalizio tra gli ex allievi èstato affiancato al gemellaggio con il Kiwanis edil suo presidente, il prof. Giorgio Romano. An-che in futuro le associazioni si faranno promotri-ci di eventi, sviluppando nuovi vincoli di colla-borazione con personaggi noti o con le realtàculturali presenti in città.

LL..SS..

Fonte: [La Sicilia, Caltanissetta 2 aprile 2007].

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insieme 55da ricordare insieme

Da ricordare

ÈÈ mmoorrttoo ddoonn PPiieettrroo SStteellllaa.. IIll ccoorrddoogglliiooddeellllaa ccoommuunniittàà aaccccaaddeemmiiccaa ddeellll’’UUPPSS

È deceduto questa mat-tina venerdì 1 giugno2007 il Rev. Prof. donPietro Stella, insignestudioso e professoredell’Università Pontifi-cia Salesiana. Il Rettore don MarioToso a nome di tutta lacomunità universitaria

ha scritto un messaggio di cordoglio che riportia-mo di seguito.

In memoriamL’intera comunità accademica dell’Universi-

tà Pontificia Salesiana (UPS) si unisce al doloredella Comunità “Gesù Maestro” della Visitatoriaper la scomparsa dell’illustre Professore don Pie-tro Stella.

Docente ordinario di Teologia morale nellaFacoltà di Teologia dell’UPS sino al 15 ottobre1979, il Prof. Stella è stato, tra l’altro, ordinariodi Storia Moderna presso la Facoltà di Magiste-ro dell’Università di Perugia dal 1977 e, nel1981, fu chiamato a coprire la cattedra di Storiadella Chiesa nella Facoltà di Magistero dell’Uni-versità degli Studi di Roma.

Incaricato per anni del Centro Studi D. Bo-sco dell’UPS, il Prof. don Pietro Stella si è affer-mato come un grande studioso non solo del-l’opera e dell’attività educativa e pastorale diDon Bosco nella storia della Religiosità cattolica,ma anche del Giansenismo in Italia.

L’Università Pontificia Salesiana è ricono-scente a don Stella per il suo insigne impegnoculturale. Con il suo servizio, contrassegnato dacirca cinquanta anni di ricerche, ha altamenteonorato la nostra Comunità accademica e sale-siana, con la quale ha sempre coltivato un lega-me profondo.

PPrrooff.. ddoonn MMaarriioo TToossoo

Fonte: [UPS, Roma 1 giugno 2007].

DDoonn PPiieettrroo SStteellllaa pprreesseennttaa llaa ssuuaa uull--ttiimmaa ooppeerraa ssuull GGiiaannsseenniissmmoo

Anche se con ritardo, non possiamo noncomunicare un evento che ha visto come pro-tagonista ddoonn PPiieettrroo SStteellllaa, eminente studio-so di storia e di Don Bosco dell’UPS. Loscorso 19 aprile, nella Biblioteca di StoriaModerna e Contemporanea dello storico Pa-lazzo Mattei di Giove in Roma, è stata pre-sentata l’ooppeerraa iinn ttrree vvoolluummii di don Stella,docente dell’Università “La Sapienza” e del-l’Università Pontificia Salesiana di Roma, “IIllGGiiaannsseenniissmmoo iinn IIttaalliiaa”. Alla presentazionesono intervenuti, oltre allo stesso autore, ilddootttt.. FFrraanncceessccoo MMaarrggoottttaa BBrroogglliioo, Ordina-rio di Diritto Ecclesiastico nell’Università diFirenze, la pprrooff..ssssaa MMaarriinnaa CCaaffffiieerroo, docen-te di Lettere e Filosofia presso il Dipartimen-to di storia moderna e contemporanea del-l’Università “La Sapienza” di Roma, e il pprrooff..MMaarriioo RRoossaa, della Scuola Normale Superio-re di Pisa.

Con quest’opera don Stella, consideratoil maggior studioso del giansenismo in Italia,fa il punto sulla storia del movimento e dellacultura giansenista, traendo importanti con-clusioni e lanciando nuovi spunti di ricerca.“È una grande storia narrativa che mostracome il giansenismo abbia permeato la cultu-ra religiosa italiana”, ha dichiarato il prof.Rosa durante il suo intervento.

Alla presentazione sono intervenuti, oltrea diversi docenti e studiosi di storia, ddoonnAAddrriiaannoo BBrreeggoolliinn, Vicario del Rettor Mag-giore, ddoonn TTaarrcciissiioo SSccaarraammuussssaa, Consigliereper la Comunicazione Sociale, ddoonn GGiiuusseeppppeeNNiiccoolluussssii, Superiore della Visitatoria UPS, emmoonnss.. RRaaffffaaeellee FFaarriinnaa, Prefetto della Biblio-teca Vaticana. L’opera, ritenuta un capolavo-ro di ricerca e di storia, è pubblicata dalle“Edizioni di Storia e Letteratura” di Roma.

Fonte: [UPS, Roma 1 maggio 2007].

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insieme56 insieme da ricordare

SSCCUUCCCCEESS SSaacc.. AAnnttoo--nniinnoon. a Modica (RG) il 19gennaio 1938; prof. aS. Gregorio il 16 ago-sto 1955; sac. a Messi-na il 19 marzo 1965; † aViagrande (CT) il 21giugno 2007. Sepolto aModica TF.

Difficile dire chi era e che cosa ha fatto NinìScucces a mente ancora commossa dalla sua ra-pida e improvvisa dipartita. A me basta ricordar-lo con quel suo tratto appassionato con cui trat-tava i giovani e tutto ciò che li riguardava. A mebasta ricordarlo tutto dedito all’ opera di recu-pero di una qualsiasi dignità umana incontrata oal S. Chiara, a Viagrande o a Centuripe. A mebasta pensare che anche Don Bosco avrebbe fat-to altrettanto. Grazie Ninì.

MMIILLAAZZZZOO SSaacc.. CCaarrmmeelloon. a Canicatti (AG) il 4 otto-bre 1916; prof. a S. Gregorioil 14 setttembre 1934; sac. aRagusa il 29 giugno 1944; † aPedara il 2 giugno 2007. Se-polto a Catania.

Certamente non hanno dovuto sprecare mol-ta carta da lettere gli Ispettori per mandare “ub-bidienze” a Don Milazzo. Dopo la visita, per labreve permanenza in esse, del Savio di Messina,della Barriera, del Bollengo, di Modica e di SanGregorio dal 1945 non si è più mosso da Cibali.La scuola è stata la sua missione: Precisa, pun-tuale, impegnata, severa e nello stesso tempo ca-pace di far crescere i ragazzi intellettualmente espiritualmente. Del resto la sua vita era questo:puntualità a tutti i momenti della vita comunita-ria, anche quando con fatica si trascinava nei va-ri ambienti. Precisione e preghiera continua. IlSignore lo ricambi secondo i suoi meriti.

Di Don Aloisio e il Sig. Mangiapane ci sonogià le lettere necrologiche.

Un altro figlio della nostra terra, Don PieroStella, che tanto lustro ha dato alla Congregazio-ne, è andato a ricevere il premio delle sue buoneopere. Certamente qualcuno, molto più espertodi me, pubblicherà un suo profilo.

Ricordiamo anche i parenti di confratelli checi hanno preceduti nella casa del Padre. Il Sig.Mario Fichera, il Sig. Duca, il Sig. Simili, il Co-gnato di Don Gianni Lo Grande, il fratello diDon Pinella.

PPeerr ii mmoommeennttii lliieettii::Ricordiamo i nostri dodici chierici che han-

no ricevuto il diaconato. Il servizio diaconale siala preparazione più degna e più efficace al pre-sbiterato.

PPeeddaarraa::Vorrei fare un augurio alla casa di Pedara

che il prossimo ottobre compirà 110 anni. Per lagenerosità di Don Alfio Barbagallo e delle duesue sorelle nubili Concettina e Domenica nel1897 si apriva l’aspirandato di Pedara. Tutti sia-mo passati tra quelle mura e certamente tanti ri-cordi della nostra infanzia sono legati a Pedara.Possa ancora essere la culla di tante vocazioni sa-lesiane. Auguri Pedara.

DDoonn SSaallvvaattoorree SSppiittaalleeSegretario ispettoriale

Le informazioni e le novità relative allavoro pastorale ed educativo presso i no-stri oratori, parrocchie, scuole, sono poche.

L’obiettivo principale di “Insieme” èquello di dare massima visibilità alle nume-rose attività. A settembre si lavorerà permigliorare la nostra rete formativa, infor-mativa.

Si ricorda che, per inviare notizie e re-lative documentazioni, per “Insieme” e peril sito internet (wwwwww..ssaalleessiiaanniissiicciilliiaa..oorrgg)l’indirizzo di posta elettronica è il seguente:iinnssiieemmee@@ssaalleessiiaanniissiicciilliiaa..oorrgg (in alternati-va: ffbboonnggiioorrnnoo@@ssaalleessiiaanniibbaarrrriieerraa..oorrgg).

Ringraziando per la collaborazione, au-guriamo a tutti buone vacanze.

LLaa rreeddaazziioonnee

Tel. 095/336369 – Fax 095/339720.

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È un lavoro che procede per “schede”essenziali ma sufficienti a cogliere il camminodi una Congregazione che nell’arco di 25Capitoli Generali (1877-2002) ha saputoconcretizzare uno stile inaugurato daDon Bosco: procedere secondo che ilSignore ispira e le circostanze suggeriscono.

Le responsabilità sulla sofferenzae sulla salute degli animali di fatto si

ripercuotono sulla nostra sofferenza e salute.Il prendersi cura della salute degli animali

porta significative conseguenze sia sulla saluteumana che sulla salute sociale nel senso di un

miglioramento anche delle relazioni umane.Un uomo più attento al benessere animale,starà meglio di salute e sarà più attento al

benessere e alla salute degli altri.L’etica del prendersi cura porta all’essere

responsabile per l’altro, per il suo bene ed ilsuo benessere, e questo non per un solo fatto

di mera convivenza, ma sulle basi di una salutee di una dignità etica che tutti ci avvolge.

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Messina-S. Tommaso: Don G. Ruta con i nuovi ac-coliti (IME-ISI).

Messina-Cattedrale: Ordinazione diaconale di 11 gio-vani confratelli provenienti da varie parti del mondo.

Caltanissetta-Parrocchia “S. Cuore”: Ordinazionesacerdotale di don A. Bonasera per le mani diMons. M. Russotto.

Messina-Giostra: Mons. C. La Piana conferisce l’ordinedel diaconato a don A. Di Quattro.

Messina-S. Tommaso: Don G. Ruta con i nuovi lettori.

Messina-S. Tommaso: Il Sig. Ispettore conferisce il mi-nistero del lettorato e dell’accolitato a 13 confratelli.