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RISCALDAMENTO GLOBALE Golfo Persico: a fine secolo sarà troppo caldo per viverci Le temperature e l’umidità in estate oltrepasseranno il limite oltre il quale il corpo umano non è più in grado di eliminare il calore in eccesso con il sudore. Le temperature e l’umidità in estate oltrepasseranno il limite oltre il quale il corpo umano non è più in grado di eliminare il calore in eccesso con il sudore Le temperature a fine secolo dei Paesi affacciati sul Golfo Persico a causa del riscaldamento globale potrebbero salire a un livello tale da essere in alcuni casi incompatibili con la vita. È l’allarme lanciato da uno studio pubblicato il 26 ottobre su Nature Climate Change che si basa sulla sempre maggiore frequenza delle ondate di calore estremo (come quella vissuta a luglio in Europa centrale, che fa seguito a quella del 2003 e a quella del 2010 in Russia) e sulle condizioni climatiche locali del Medio Oriente: cieli tersi, basse acque del Golfo Persico, elevata evaporazione, forte radiazione solare specie in estate. Eliminazione del sudore «La temperatura interna del corpo umano è di circa 37 gradi centigradi (°C), mentre sulla pelle ci sono circa 35 gradi», spiega Jeremy Pal, docente alla Loyola Marymount University di Los Angeles e uno degli autori dello studio. «La differenza ci consente di eliminare il calore in eccesso tramite la sudorazione. Ma se il combinato di temperatura e umidità raggiunge una certa soglia, non riusciamo più a eliminare il calore con il sudore. Il corpo si surriscalda e si rischia il collasso, e anche il decesso se non si viene portati subito in un luogo più fresco». Temperatura di bulbo umido È quella che - con un termine non scientifico ma che rende bene l’idea - viene chiamata “temperatura percepita”. Nel linguaggio scientifico ci si riferisce invece al concetto di “temperatura di

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RISCALDAMENTO GLOBALE

Golfo Persico: a fine secolo sarà troppo caldo per viverciLe temperature e l’umidità in estate oltrepasseranno il limite oltre il quale il corpo umano non è più in grado di eliminare il calore in eccesso con il sudore.

Le temperature e l’umidità in estate oltrepasseranno il limite oltre il quale il corpo umano non è più in grado di eliminare il calore in eccesso con il sudore

Le temperature a fine secolo dei Paesi affacciati sul Golfo Persico a causa del riscaldamento globale potrebbero salire a un livello tale da essere in alcuni casi incompatibili con la vita. È l’allarme lanciato da uno studio pubblicato il 26 ottobre su Nature Climate Change che si basa sulla sempre maggiore frequenza delle ondate di calore estremo (come quella vissuta a luglio in Europa centrale, che fa seguito a quella del 2003 e a quella del 2010 in Russia) e sulle condizioni climatiche locali del Medio Oriente: cieli tersi, basse acque del Golfo Persico, elevata evaporazione, forte radiazione solare specie in estate.

Eliminazione del sudore

«La temperatura interna del corpo umano è di circa 37 gradi centigradi (°C), mentre sulla pelle ci sono circa 35 gradi», spiega Jeremy Pal, docente alla Loyola Marymount University di Los Angeles e uno degli autori dello studio. «La differenza ci consente di eliminare il calore in eccesso tramite la sudorazione. Ma se il combinato di temperatura e umidità raggiunge una certa soglia, non riusciamo più a eliminare il calore con il sudore. Il corpo si surriscalda e si rischia il collasso, e anche il decesso se non si viene portati subito in un luogo più fresco».

Temperatura di bulbo umido

È quella che - con un termine non scientifico ma che rende bene l’idea - viene chiamata “temperatura percepita”. Nel linguaggio scientifico ci si riferisce invece al concetto di “temperatura di bulbo umido” (wet-bulb temperature). Per esempio: con una temperatura di 46 °C e il 50% di umidità la resistenza all’esterno per un organismo giovane e sano è di sei ore prima di collassare. Molte attività che per forza di cose devono essere svolte all’aperto (trasporti, costruzioni, agricoltura) ma anche il pellegrinaggio tradizionale alla Mecca e agli altri luoghi sacri musulmani, diventerebbero ad altissimo rischio se non impossibili durante i mesi estivi.Temperatura di bulbo umido

Il limite sfiorato

Finora nessuna località della Terra in tempi storici ha mai raggiunto il limite insuperabile di “temperatura di bulbo umido”. Ma il 31 luglio di quest’anno per circa un’ora nella località di Bandar Mahshahr, in Iran, ci si è andati molto vicini (34,6 °C) secondo i dati riportati da Christoph Schar, ricercatore dell’Istituto per l’atmosfera e il clima del Politecnico Eth di Zurigo. Il 2015 si

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avvia - ormai ci sono pochi dubbi in merito - a diventare l’anno più caldo della storia da quando esistono misurazioni accurate (oltre 130 anni), superando di gran lunga il primato precedente che è stato stabilito solo l’anno scorso. Settembre 2015 è stato a livello mondiale il mese di settembre più caldo di sempre, con una temperatura media globale di 15,9 °C rispetto a una media di 15 gradi. In apparenza sembra poco, in realtà significa un aumento di ben il 6%. Il decennio dal 2000 al 2010 è stato il più caldo degli ultimi 11.300 anni, dice uno studio di Shaun Marcott dell’Oregon State University pubblicato su Science l’8 marzo 2013.

Posti invivibili

Il vero problema per quanto riguarda l’effetto della temperatura sulla vita umana, non è tanto la temperatura dell’aria ma la temperatura sulla pelle, cioè quella che si chiama wet-bulbtemperature. Finora il massimo raggiunto sul pianeta non è superiore a 31 °C (all’aumento di 1 °C delle temperature globali, la temperatura di bulbo umido aumenta di 0,75 °C). Nel 2010 uno studio di Steven Sherwood e Matthew Huber dell’Università del Nuovo Galles del Sud a Sydney su Pnas ha concluso che se il mondo si riscalda di 7 °C, alcune zone (in Africa, Australia, Cina, Brasile, India e Usa) in certi periodi oltrepasseranno i 35 °C di wet-bulbtemperature e diventeranno invivibili. Qualcosa di simile avvenne soltanto 251 milioni di anni fa nel corso della grande estinzione alla fine del Permiano, ma la distribuzione delle terre emerse era molto diversa, con i continenti concentrati in una sola grande massa (Pangea) al cui interno c’erano estesi deserti. Secondo gli autori della ricerca, alla fine del XXI secolo località come Doha, Qatar, Abu Dhabi, Dubai e Bandar Abbas (Iran) potrebbero superare molte volte il limite di 35 °C di temperatura di bulbo umido. Rendendole invivibili se non restando confinati al chiuso con l’aria condizionata.