Non mi preoccupo mai quando in un lavoro, in una · in piccoli laboratori artigianali per la...

81
Quale design per la ceramica di Albisola? Il Design in Albisola si può dire che sia stato introdotto negli Anni Venti da Torido Mazzotti. Egli, con la sua forma- zione tecnica, introdusse il disegno pro- gettuale delle ceramiche che poi veniva- no foggiate manualmente dai tornianti. Di fatto separò la progettazione dal- l’esecuzione. Una esperienza che vide la sua evoluzio- ne negli Anni Trenta quando gli espo- nenti del movimento Futurista iniziarono a disegnare i prototipi che poi venivano messi in produzione nella manifattura Giuseppe Mazzotti. In questo caso la progettazione non avveniva più all’interno della fabbrica, ma progettazione e realizzazione, sep- pur coordinate, venivano ancora di più definite in fasi autonome. Oscar Albrito negli anni Ottanta si dedi- cò al Design in modo consapevole e convinto, con una produzione di cerami- che presso Studio A, la manifattura da lui fondata. Questa sua nuova esperienza ha introdotto di fatto il Design nella cera- mica contemporanea di Albisola. Da allora esperienze e produzione sono presenti nelle manifatture albisolesi; questa pubblicazione vuole testimoniare la vitalità delle delle manifatture albisole- si, con le loro capacità tecniche, il loro estro creativo, la loro apertura collabora- tiva con autori e designer. ISBN 9788888449807 D ? Albisola il paese della CERAMICA Design Contemporaneo dal 1930 al 2012 a cura di Roberto Giannotti e Tullio Mazzotti contributo critico di Rolando Giovannini Marco Sabatelli Editore la Ceramica È ALBISOLA DESIGN ALBISOLA IL PAESE DELLA CERAMICA

Transcript of Non mi preoccupo mai quando in un lavoro, in una · in piccoli laboratori artigianali per la...

Quale design per la ceramicadi Albisola?

Il Design in Albisola si può dire che siastato introdotto negli Anni Venti daTorido Mazzotti. Egli, con la sua forma-zione tecnica, introdusse il disegno pro-gettuale delle ceramiche che poi veniva-no foggiate manualmente dai tornianti.Di fatto separò la progettazione dal-l’esecuzione.

Una esperienza che vide la sua evoluzio-ne negli Anni Trenta quando gli espo-nenti del movimento Futurista iniziaronoa disegnare i prototipi che poi venivanomessi in produzione nella manifatturaGiuseppe Mazzotti.In questo caso la progettazione nonavveniva più all’interno della fabbrica,ma progettazione e realizzazione, sep-pur coordinate, venivano ancora di piùdefinite in fasi autonome.

Oscar Albrito negli anni Ottanta si dedi-cò al Design in modo consapevole econvinto, con una produzione di cerami-che presso Studio A, la manifattura da luifondata. Questa sua nuova esperienzaha introdotto di fatto il Design nella cera-mica contemporanea di Albisola.

Da allora esperienze e produzione sonopresenti nelle manifatture albisolesi;questa pubblicazione vuole testimoniarela vitalità delle delle manifatture albisole-si, con le loro capacità tecniche, il loroestro creativo, la loro apertura collabora-tiva con autori e designer.

ISBN 9788888449807

D?Albisolail paese della CERAMICA

Design Contemporaneodal 1930 al 2012

a cura di Roberto Giannotti e Tullio Mazzotticontributo critico di Rolando Giovannini

Marco Sabatelli Editore

la Ceramica

È ALBISOLA D

ES

IGN

ALB

ISO

LAIL

PAE

SE

DE

LLA

CE

RA

MIC

A

Non mi preoccupo mai quando in un lavoro, in unaceramica, in un’opera vedo degli spunti creativi

riconducibili a un altro autore o designer.Prendere spunto da esperienze altrui è sintomo diumiltà e intelligenza. Mi preoccupo molto di più,invece, quando vedo qualcuno che vuole creare il

nuovo, stupire, senza averne le capacità. Arrivare a nuovi confini è un’arte raffinata,

che presuppone il saper dove andare.

Giuseppe Bepi MazzottiPresidente Fondazione Museo

Giuseppe Mazzotti 1903

Design Albisola Nuovo.qxd 27-12-2012 9:06 Pagina 1

Fondazione Museo G.Mazzotti 1903con il contributo della Fondazione “A.De Mari” Cassa di Risparmio di Savona

Pubblicazione a cura di:Roberto Giannotti e Tullio Mazzotti

Contributo critico di:Rolando Giovannini

Testi di:Oscar Albrito, Maria Christina Hamel

Segreteria di redazione:Anna Alluto

Fotografie di:Archivio fotografico Fondazione Museo G.Mazzotti 1903;Archivio fotografico Roberto Giannotti;Archivi fotografici delle manifatture; Archivio Pino Piccardo;Archivio The Gallery Brussels, fotografo Julien RenaultFoto di Fabio BaggioFoto di Enrica NocetoFoto di Emilio TremoladaFoto d'epoca tratte dal libro “Albisola...c'era una volta” di Elda Dell'Amico,Francesco Gervasio, Angelo Nicolini, editore Il Letimbro,per gentile concessione degli autori

Grafica di:Massimo Bressan

Ringraziamenti:a Livio Bracco per la fattiva collaborazione

Stampa:Marco Sabatelli Editore, Savona

Design Albisola Nuovo.qxd 27-12-2012 9:06 Pagina 2

Marco Sabatelli Editore

D?Albisolail paese della CERAMICA

Des

ign

Co

ntem

po

rane

od

al 1

930

al 2

012

Manifatture:Casa dell’Arte

Ceramiche Pierluca

Ceramiche San Giorgio

Fabbrica Ceramiche Giuseppe Mazzotti 1903

Off Gallery

Studio Ernan

Tortarolo Marco Ceramiche

Design Albisola Nuovo.qxd 27-12-2012 9:06 Pagina 3

4

Un’antica immagine della lavorazione di pentole e stoviglie ad Albisola, una produzione massiccia checaratterizzava il paesaggio della cittadina.

Design Albisola Nuovo.qxd 27-12-2012 9:06 Pagina 4

5

Questo libro non ha la pretesa dicomprendere o documentare iltutto, una tentazione che spessoprende chi si occupa di quel mondocomplesso e fantastico che è la cera-mica di Albisola. E’ uno sguardo,un racconto di quello che abbiamofatto noi come designers, in questiultimi anni, cercando di allargarloanche ad altre realtà del territorioche ci sono sembrate interessanti. Illibro nasce sulla scorta del lavorogenerato dai contatti e dai dialoghinati in questi anni con la Triennaledi Milano e la sua direttrice SilvanaAnnicchiarico, e del nostro invitoad Albisola esteso ad alcuni desi-gners di rilevanza internazionalepronti a confrontarsi con la cerami-ca, in un work in progress difficile ecomplesso che certamente si è dila-tato nel tempo ma che nei risultatiraggiunti sta generando comunquenuove progettualità. Il nostro è, loripetiamo, uno sguardo e un rac-conto di chi il design l’ha vissuto, lofa e lo vive dal di dentro, legittimocome lo sono gli altri sguardi e lealtre letture che hanno messo afuoco l’argomento. Per questosiamo grati alla Fondazione DeMari Cassa di Risparmio di Savona-che, con il proprio sostegno a que-sta pubblicazione, ha voluto darevoce a più esperienze, per comple-tare un quadro già straordinaria-mente ricco di elementi e di inter-preti. Il punto interrogativo dellacopertina vuol dare proprio il sensodell’apertura al futuro e del dialogo,

ci poniamo noi stessi più domandeche conclusioni aprioristiche o veri-tà assolute che non pretendiamo diavere. Per contro, proprio questenostre esperienze d’arte e designcosì intimamente legate al territorioe che guardano al futuro, per il casodegli eventi e la inevitabile soggetti-vità umana, sono state poco o pernulla documentate nei pur nume-rosi libri che sono stati scritti sullaceramica e sul design albisolese, edunque ci sembrava doverosoquanto meno cercare di lasciareuna piccola traccia scritta di questolungo e complesso lavoro di anni,un atto di rispetto e di amore per ildesign, per la ceramica italiana eper Albisola.

PREFAZIONEdi Tullio Mazzotti e Roberto Giannotti

Design Albisola Nuovo.qxd 27-12-2012 9:06 Pagina 5

6

Attraverso agili passerelle le pentole e le altre merci venivano caricate sui leudi di varie dimensioni, diret-tamente dalla spiaggia di Albisola: istantanee di un'epoca passata, retaggio di una tradizione antichissima.

Design Albisola Nuovo.qxd 27-12-2012 9:06 Pagina 6

7

Quale futuro per la ceramica di Albisola?Il Design può essere una risorsa salvifica?Io credo di si, ma a alcune condizioni.La prima condizione è che le manifattu-re ritrovino la loro dignità, in tutti i sensi.Una manifattura è innanzi tutto unaazienda e come tale deve essere detentri-ce del suo futuro, con tutto ciò che neconsegue. Anche nella più piccola delle bottegheartigianali deve essere ben chiaro al tito-lare che esistono: direzione aziendale,amministrazione, progettazione, marke-ting e comunicazione, produzione, com-mercializzazione.Tutte queste sette fasi devono essere svol-te (anche dalla stessa persona o da duepersone nel caso di aziende a conduzionefamigliare). Ma devono essere svolte e svi-luppate tutte.È esperienza storica che con il passaredegli anni (non solo nell’ultimo decen-nio) per fronteggiare le difficoltà di mer-cato, oggi più che mai evidenti, le mani-fatture (quelle che una volta erano fabbri-che con dipendenti) si siano trasformatein piccoli laboratori artigianali per lamaggior parte a conduzione famigliare.Comprensibile, forse in parte accettabile,ma quello che non è accettabile è noncapire che ogni anno qualcuno degli arti-coli che abbiamo in produzione “muore”e quindi dobbiamo “partorire” nuovecreazioni. Così come avviene in naturaper gli animali il numero annuale dei“nascituri” deve essere superiore ai“decessi”.Se questo non avviene l’azienda, prima opoi, muore. Con assoluta certezza.La seconda considerazione è che il“campo di battaglia” non è il terreno deiprezzi, la ceramica di Albisola e più ingenerale italiana, non avrà futuro se inve-ce di preoccuparsi di innovare le linee ele produzioni cercherà di acquisire clienticercando di fare la guerra sul prezzo.

Lì siamo perdenti. Possiamo essere vincenti nella creatività.Per ottenere dei risultati apprezzabili ènecessario che lo sforzo di una azienda siaquello di individuare una sua linea pro-duttiva e investendo tempo e denaro nelrinnovare, perfezionare, comunicare lapropria produzione. La terza considerazione è che il valoreaggiunto, quello che sta fra il costo purodi produzione e il valore creativo dellaceramica deve rimanere in azienda.Toccare questo punto è intervento chirur-gico da luminari della scienza che la natu-ra ha dotato di mano ferma, decisa e sen-sibile. Dunque spero di non fare danni alpaziente.Un passo indietro. Qualche artista o mio collega ceramistapotrebbe irritarsi, pazienza.Negli Anni Trenta gli esponenti del movi-mento futurista vennero in Albisola perrealizzare delle ceramiche, principalmen-te presso la manifattura Giuseppe Maz-zotti. Le ceramiche vennero messe in pro-duzione e il valore aggiunto (la creatività,l’opera dell’ingegno) rimase in azienda.Negli Anni Cinquanta Albisola fu terrenodi conquista per gli artisti d’espressione, iJorn, i Baj, i Dangelo, i Sassu, i Treccani etanti altri che hanno fatto grande la storiadell’arte del Novecento, vennero qui perfare ceramica. Essi nobilitarono la mate-ria argillosa, ma contemporaneamente,

QUALE FUTUROPER LA CERAMICA DI ALBISOLA

di Tullio Mazzotti

Design Albisola Nuovo.qxd 27-12-2012 9:06 Pagina 7

8

re una risorsa”.Questo perché il termine design è trop-po vasto. A mio avviso un'approfonditariflessione su quale tipo di design sia utilea Albisola sarebbe intelligente e utile.Mi appare evidente che il design nasca aseguito dell’industrializzazione verificata-si dalla metà dell’Ottocento in poi. Unevento che pose agli “artieri” un proble-ma esistenziale. Come fare a sopravvivereall’impatto generato dalla capacità dell’in-dustria di produrre oggetti utili e dispo-nibili con facilità sul mercato. Sino a allora erano i detentori del saperfare con le mani gli attori di questo merca-to che produceva ciò che serviva nelle case.Dopo l’industrializzazione, con il passaredei decenni, ci fu da una parte la produ-zione industriale in grandi quantità e dal-l’altra l’impoverimento dell’artigianato.L’industria è bella, è il benessere; l’artigia-nato è il passato, il saper fare superfluo...Meglio un laureato o un manovale? Unacontrapposizione assurda.A tutto questo coloro che erano i deten-tori di quella capacità rara di produrreemozioni hanno reagito in due modi bendistinti.Da una parte coloro che hanno espressoemozioni personali attraverso l’arte pura,l'arte dell'espressione, ormai sciolta inmille rivoli, inizialmente di scuole di pen-siero, poi di correnti, infine in mille per-sonalismi dove la trovata geniale diventa-va una bacchetta magica, sino alle provo-cazioni di oggi, nuova frontiera dell’arteespressiva.Dall’altra parte coloro che hanno pensatodi portare la bellezza, la funzionalità emo-tiva dell’oggetto d’uso dentro le case. Sono i designers a cui, decenni fa, le indu-strie si sono rivolte per dare un plus alleloro produzioni; non solo funzionalità,ma anche bellezza estetica per avere piùsuccesso commerciale. È stato così infatti.Designers illuminati hanno disegnatooggetti formidabili per le industrie italia-ne. Oggi c'è una eccedenza di design, tutto oquasi è design. Troppo. E come dice ilproverbio “il troppo stroppia”.Design: il disegno creativo che coniugafunzionalità e bellezza è ancora attuale?In che spazi e termini?Oggi una nuova frontiera vede all’avan-

come le sirene ammaliatrici, fecero per-dere la bussola agli artigiani ceramisti,che pensarono che la materia prendessevalore attraverso il tocco magico del “divi-no”. Ciò fu vero, è vero, ma implica ancheche il valore aggiunto (il surplus creativo)non rimane in azienda, ma nelle manidell'artista. Il titolare ne perde il control-lo, vive di luce riflessa.Non è il ceramista che deve essere con-tento se il grande artista e/o designer va alavorare da lui, ma il grande artista e/odesigner se viene accettato nella bottegadel grande maestro ceramista. Il quale èdetentore del sapere alto del fare e chedeve offrire un “servizio” altamente qua-lificato. Questa semplice equazione è presentenella mente dei titolari delle aziende cera-miche di Albisola ?Un’altra considerazione in merito a quan-to successe in Albisola negli Anni Cin-quanta è che lo shock creativo fu fecondoe portò Albisola alla ribalta nel mondo,gli diede una lucentezza speciale cheancora oggi illumina “la Libera Repubbli-ca delle Arti”, questo fu positivo.Ma purtroppo con il passare degli anni hagenerato, e genera ancora adesso, deglieffetti collaterali non desiderati e danno-si. Oggi Albisola è terra di mille artisti, diduemila esposizioni; purtroppo solopochi e poche con il cervello e l’estro.Tutto ciò la rende vitale, ma altrettantoconfusionaria e senza direzione.Un po’ di ordine non farebbe male.Dopo queste considerazioni la risposta alledue iniziali domande è consequenziale.Il futuro della ceramica di Albisola saràluminoso se le aziende sapranno svolgereil loro ruolo, se sapranno rimanere alpasso con la società, se sapranno svolgerecompletamente tutte le fasi che competo-no loro, se sapranno innovarsi.Il design potrebbe essere una risorsa perAlbisola se tale produzione si innestassein un sistema produttivo adeguato. Pen-sare che il design sia il tocco magico dellaMaga Magò o, del mio idolo di quandoero bambino, Mago Zurlì è da stupidi, èsuperficiale.Alla prima domanda ho risposto conun’asserzione assoluta.Alla seconda domanda ho risposto conun condizionale “il design potrebbe esse-

Design Albisola Nuovo.qxd 27-12-2012 9:06 Pagina 8

9

guardia i designers che si “auto produco-no”. Ovvero creano oggetti in vari mate-riali che essi stessi commercializzano. Maquesta non è auto produzione, è autocommercializzazione. Una cosa bendiversa. Considerando che quasi tutta la produ-zione industriale è rivestita di “design” idesigners cercano uno spazio, anche auto-nomo, in nicchie più piccole di mercato epersonificate dove inserire la loro produ-zione “auto prodotta”.Ciò è in parte anche dovuto al fatto checredo si stia facendo strada una voglia didistacco rispetto alla massificazione e allaglobalizzazione del mercato.In tutto questo gli artigiani di oggi, gliartieri di oggi, possono ritrovare un lorospazio? Si.La ceramica è quasi universalmente indi-cata come arte applicata a una materia,ma l’arte del saper fare non è applicata. È arte. È arte saper trasmettere emozioni.È arte saper fare degli oggetti.Ora siamo quasi al dunque.Che facciamo noi ceramisti? noi artigiani?Possiamo ritrovare un ruolo progettuale(imprenditoriale) e creativo (artistico) nelfare ciò che sappiamo fare.Io credo in questo.Dunque lo sforzo è di intendere il designcome sforzo evolutivo, di aggiornamentodel prodotto.E si ritorna al punto focale. Il plus nonsolo deve rimanere in azienda, ma devenascere dall’azienda, nell'azienda. In unaazienda sana e strutturata come tale.Muore un articolo in produzione, chi sene frega, ho la forza per farne nascere due.È la natura animale che ci guida in que-sto.Se penso al design come nuovo mercatoho due strade come produttore. O essere più bravo a produrlo per altri,con una maestria superiore e raffinata,avendo l'accortezza di capire/sceglierecon cura i designers con cui collaborare(imprenditore). O impegnarsi nell’esserecreativo, capace di sviluppare in aziendala progettazione di nuove ceramiche(designer). Credo in questo. Le due cosepossono convivere in un'azienda com-pleta.

Tullio Mazzotti con Denis Santachiara.

Design Albisola Nuovo.qxd 27-12-2012 9:06 Pagina 9

.

Design Albisola Nuovo.qxd 27-12-2012 9:06 Pagina 10

11

ALBISOLA E IL DESIGN:PROGETTIAMO IL FUTURO PROSEGUENDO SULLAVIA TRACCIATA DA TORIDO MAZZOTTIdi Roberto Giannotti

Albisola Marina. Passeggiata a Mare. Da unlato l’arenile di Albisola, dove fino al secoloscorso i leudi caricavano le terraglie e lepignatte albisolesi da portare in giro nelle altrelocalità della Riviera e nelle isole. Dall’altrol’ingresso della fabbrica ceramica GiuseppeMazzotti 1903, sede della Fondazione omoni-ma, affiancato da un giardino-museo pieno diopere: varcare questa soglia, con questo libroche nasce, sotto lo sguardo perennementeindaffarato e frammisto di ironia di TullioMazzotti che si muove tra l’ufficio ammini-strativo, l’esposizione e la zona produttiva e deiforni, ci permette di entrare nella storia e nelpresente, provando anche ad immaginare unosguardo sull’orizzonte, sul futuro. E’ unosguardo che vuole spaziare anche nelle altrerealtà produttive presenti nelle Albisole, checon impegno cercano, nelle loro attività di fab-briche artigiane iscritte alla Camera di Com-mercio e quindi pienamente calate nelle pro-blematiche vere e reali del mercato, non solodi mantenere questa splendida tradizione, madi svilupparla, di rinnovarla, tra mille difficol-tà normative senza perdersi d’animo. Tornia-mo sui nostri passi, per iniziare questo per-corso in un’arte così antica, così bella come èquella di trasformare il più semplice dei mate-riali, la terra, in qualcosa di straordinario.Oggi, quando si entra nella Casa FabbricaMuseo G.Mazzotti 1903 si è colpiti dalla varie-tà delle forme e dei colori. Parliamo di cera-mica ovviamente, di una sorta di nuovo Eden,un giardino tropicale in pieno fermento, sedovessimo fare un paragone naturalistico,dove sono nati organismi policromi che sod-disfano e attraggono i nostri sensi. E ogni gior-no di più questo spazio fisico e della mente siaccresce, si aggiunge di qualche nuovo ele-mento: una nuova opera, una parte di allesti-mento, una pignatta particolare. Credo cheoggi questo spazio sia una vera e propria fuci-na di creatività, un grande laboratorio creati-vo come pochi in Italia in campo ceramico,frutto di riflessioni, scambi di idee, anche viva-ci, nati da un cenacolo culturale stimolato daTullio Mazzotti e dove ognuno ha portato ilproprio contributo, nel mio caso sul design,che è diventato nel tempo un tema fondamen-tale, con una straordinaria voglia di rinnova-re, di creare, di progettare. Non è una cosa dapoco. In questi anni tutti i distretti ceramici

italiani, tutte le città di antica tradizione cera-mica, chi più chi meno, hanno vissuto e vivo-no uno stato di crisi generalizzato dove si uni-scono cause epocali, fatte di termini ormaispaventevoli come la globalizzazione dei mer-cati, la competizione con aree dove la manod’opera e le materie prime o semilavoratehanno un costo infinitesimale rispetto a quel-lo nel mondo “occidentale”, oltre che difettistrutturali come lo scarso ricambio generazio-nale, o le carenze sulla formazione professio-nale, l’aggiornamento artistico, stilistico, cul-turale, commerciale. Ma torniamo alla nostravetrina tropicale piena di design: oggi è unvero e proprio work in progress ma che nasceda un percorso molto più antico, iniziato pro-prio in questa fabbrica, iniziato ad Albisola,circa un secolo fa o giù di lì. Nel tempo questopercorso un po’ si è perso, un po’ ritrovato, èstato esaltato in grandi occasioni, come nellamostra “Futurismo e Futurismi” di PalazzoGrassi a Venezia nel 1986, o come nella piùrecente dedicata allo stesso periodo da Palaz-zo Reale a Milano nel 2010, dove i pezzi piùbelli nell’area ceramica erano proprio quelli diAlbisola, quelli della MGA. Ma ora mi inte-ressa un momento più raccolto, ma non menoimportante. Era la primavera del 1999 quan-do in viale Perata ad Albisola si teneva unapiccola mostra dal titolo “Albisola/Faenza –andata e ritorno”, partendo da Torido Mazzot-ti e arrivando a Rolando Giovannini, dalla sto-rica produzione futurista della ditta Mazzottialle sperimentazioni contemporanee di designdel maestro faentino, unendo due realtà cosìimportanti per la storia della ceramica italianaed internazionale. L’evento è documentato daun piccolo e prezioso catalogo, con una affet-tuosa presentazione di Giuseppe Bepi Maz-zotti dedicata a suo padre Torido (1895-1988)e un bel testo di Antonella Marotta che dise-gna in modo esemplare la figura di quello cheva considerato, insieme a pochissimi altri, veropadre del design albisolese e non solo. Per rendersi conto di questo basta ammirarela pregevole serie di disegni progettuali diTorido, una vera e propria rivoluzione per laceramica albisolese.Dietro questi disegni c’è molto. Almeno treelementi fondamentali. L’amore per la cera-mica, vissuta dal di dentro, essendo figlio ditorniante, Giuseppe Mazzotti detto Bausin,

Torido Mazzottidavanti allaFabbrica ceramicae i suoi disegni.

Design Albisola Nuovo.qxd 27-12-2012 9:06 Pagina 11

12

che aveva fabbrica a Pozzo Garitta; l’attitudi-ne al disegno e ad una singolare razionalitàprogettuale, con il corso di studi all’Istituto diArti e Mestieri di Savona, e il successivo lavo-ro come disegnatore tecnico all’Ansaldo diGenova; l’apertura culturale, non solo sull’at-tualità, ma anche sulla storia, necessaria, fon-damentale per trovare nuove frontiere: è del1928 la frequentazione di un corso annualesulla storia della ceramica italiana medievale emoderna organizzato da Gaetano Ballardini,tra i massimi studiosi dell’argomento.Da questa unione di competenza, passione,metodo, amore per la ceramica, discendonogli oltre 1600 disegni progettuali, un patrimo-nio che è non solo di Albisola, ma del saperfare italiano, degno di essere conservato inqualsiasi museo internazionale del design, diessere studiato dalle nuove generazioni didesigners.E’ il 1934 quando Torido insieme con il padreGiuseppe Bausin Mazzotti e il fratello Tullio,ovvero il grande Tullio d’Albisola (dal quale sidividerà nel 1959) si ritrovano nella nuovafabbrica ceramica realizzata alla foce del San-sobbia e disegnata da Nicolaj Diulgheroff,architetto bulgaro proveniente dalla Bauhaus,la più celebre fucina di architettura, design,arte che l’Europa abbia avuto nei primi decen-ni del XX secolo.Questi disegni di Torido parlano di una pro-duzione artigianale-seriale di altissimo livello,con una progettazione che metteva insiemeforma e contenuto, funzione ed emozione.Questi disegni parlano di piena rispondenzaallo stile dell’epoca, gradito ad una clientelalocale, nazionale ed internazionale, e di rap-porti con il mondo delle aziende (oggi sidirebbe b2b) con oggetti che venivano studia-ti apposta per il piccolo negozio come per lagrande fabbrica di liquori, vedi Campari, o peruna vera e propria istituzione aziendale comela Rinascente o la Pirelli. Sono disegni cherispettano le tecniche del tempo e le caratteri-stiche della materia usata, tecniche antiche maattuali ancora oggi dove la mano del tornian-te, del modellatore e della decoratrice sonofondamentali. Sono disegni infine, dove il rap-porto tra fabbrica, artista o designer, tornian-te, modellatore, decoratrice è armonico enaturale, dove è chiaro il risultato unitario diun lavoro di squadra pur nel primato del-l’ideazione e della creatività. Insomma in unaparola, questi disegni parlano di... design.Quello vero. Degli Stark o dei Gaetano Pesce.E’ straordinario guardare, toccare questi foglidove è riportata fedelmente la sezione dell’og-getto, le dimensioni quotate, le caratteristiche,addirittura la quantità di terra necessaria perrealizzare quel determinato vaso o bottiglia.Persino i nomi rendono l’atmosfera creativa

del tempo, come la splendida serie di VasiMotorati, che evocano l’epopea del Futurismo,anche se in una fase molto successiva all’epo-ca eroica di un Boccioni o del manifesto Futu-rista di Marinetti su Le Figaro. Torido risulta-va determinante anche per la realizzazione deipezzi ideati dagli altri designers ed artisti,ognuno dei quali ha contribuito a concimarel’humus di Albisola con idee innovative cherinnovavano le foglie di una pianta antica, diun grande albero, quello della ceramica albi-solese, con qualche secolo di storia alle spalle.Dopo questa fase effervescente, piena di nomi,di presenze, di prodotti, che si è allargata inmodo mirabile a tutte le fabbriche ceramichealbisolesi e savonesi di quel tempo con moltialtri protagonisti tutti da studiare ed appro-fondire, per molto tempo di design siamo statiin pochi a parlarne; oggi forse se ne parla per-sin troppo anche se di design ne viene prodot-to ancora troppo poco, rispetto a quello chesuccedeva ottant’anni fa. Certamente ogni suaepoca ha le sue difficoltà e le sue problemati-che specifiche, epocali, che determinano gran-di cambiamenti, economici, sociali, culturali.Tuttavia riguardare l’opera di Torido Mazzottiè un po’ come studiare una buona pratica, unapproccio moderno tuttora attualissimo, dovel’oggetto finale è il risultato di un lavoro amonte molto approfondito e complesso, lostesso che dovremmo applicare oggi con ledovute variabili. Una storia come quella diTorido ci fa guardare qualche volta con un sor-riso chi oggi viene ad Albisola con l’idea dispiegare come si fa, di dire quali sono le solu-zioni taumaturgiche per risollevare un distret-to della ceramica sempre più ristretto dallacrisi. Ma è giusto rivolgere lo sguardo criticoanche al territorio che è stato capace di dimen-ticare le proprie migliori esperienze, in unasorta di involuzione culturale nascosta dallepresenze degli artisti che certamente hannoreso celebre Albisola nel mondo dal dopo-guerra in avanti, ma che al di là delle proprieespressioni creative non sono riusciti a darequegli spunti, quegli stimoli che negli anni ’30i designers avevano fornito a tutto l’ambiente,facendo sì che accanto all’oggetto firmatoDiulgheroff ci fosse anche l’oggetto firmatodalla fabbrica, ma pienamente partecipe diuno stile condiviso e di una progettualitàcomune. Con questo spirito insieme ad OscarAlbrito e Tullio Mazzotti abbiamo intrapresoun nuovo percorso, iniziato qualche anno fa,e che ci trova man mano più fermi e risolutinelle nostre convinzioni, nei nostri valori,anche nella conoscenza dei nostri (molti) limi-ti. Albrito ci ha lasciato ma ne resta un retag-gio importante e limpido che è tuttora presen-te nel nostro lavoro.

Roberto Giannotti,disegni progettuali

Design Albisola Nuovo.qxd 27-12-2012 9:06 Pagina 12

Torido Mazzotti.

Design Albisola Nuovo.qxd 27-12-2012 9:06 Pagina 13

.

Design Albisola Nuovo.qxd 27-12-2012 9:06 Pagina 14

15

parte importante, che un occhio attentopuò ritrovare ancora oggi passeggiandoper il paese, nonostante i cambiamenti deltempo, e ci riporta sempre a quella anticadescrizione di Strabone. Dicevamo deitesti dedicati ad Albisola: tanti bei scrittidi critici importanti su questa o quella cor-rente artistica, tante date, tanti personag-gi, che vedremo in seguito, tanti docu-menti ma poco spazio a questa terra, allesue donne e ai suoi uomini, ai suoi artigia-ni, ai suoi laboratori, al suo ambiente natu-rale così armonicamente antropizzato.Perchè il mondo che ruotava attorno allaceramica è riuscito anche a modificarel'aspetto visivo di un intero borgo. Nonne parliamo solo al passato alla ricerca diun idealistico tempo perduto, secondo unvizio caro a molti incapaci di valutare ilpresente e pensare il futuro, perchè fortu-na vuole che ancora oggi esista ad Albiso-la una realtà di laboratori ceramici di altis-simo livello e di eccezionale tradizionestorica, non molti per la verità, e a condu-zione famigliare, ma capaci di coniugareuna tecnica millenaria con la nuova crea-tività, come è il caso delle ceramiche Giu-seppe Mazzotti 1903, e anche perchè avolerli cercare i segni di quel tempo sonoancora visibili. Ne parliamo con suggestio-ne ed emozione, con l'intento di suscitarequesti sentimenti in chi vorrà avvicinarsia questo mondo per imparare ad amarlo ea godere dei suoi valori, anche nei suoiaspetti più nascosti e per questo sorpren-denti. Proviamo a viaggiare nel tempo epartiamo da una foto di fine '800 del borgodi Albisola Marina, scelta tra le rareimmagini che sono giunte sino a noi, con-centrandoci su questa parte di una Albi-sola composta anche da Superiore, versol'entroterra, e dal Capo verso Levante. Lecase danno direttamente sulla spiaggia:l'Aurelia come la intendiamo oggi, pienadi macchine e di traffico ancora deve arri-vare. Nel 1910 arriverà la strada a dividereper sempre la spiaggia dalle case, e qual-che anno più tardi l'Aurelia che unisceAlbisola con Savona. Ma in quegli ultimidecenni dell''800 per andare nella vicinis-

Molti hanno scritto di Albisola, della suatradizione ceramica e del suo ruolo nellastoria dell'arte contemporanea. E innume-revoli sono le iniziative, le mostre, più omeno importanti, che si sono svolte inquesti anni mettendo a fuoco le vicendeantiche e recenti e i suoi protagonisti.Eppure ancora oggi ci rendiamo contoche, nonostante le straordinarie presenzedi Lucio Fontana, di Aligi Sassu, di AnsgerJorn insieme ai suoi colleghi del gruppoCobra, tanto per citare alcuni nomi “ban-diera” ripetuti ad ogni nuova storia bio-grafica albisolese e che ogni città d'artemondiale avrebbe voluto avere, oltre ai“genius loci” come Tullio d'Albisola, Man-lio Trucco, Ivos Pacetti, Torido Mazzotti,Eliseo Salino e molti altri, questo luogo alivello nazionale sconta ancora unasostanziale carenza di conoscenza, com-presi gli addetti ai lavori. In parte è ilcarattere schivo e “stundaio” dei liguri,come ogni popolo della terra dotato dipregi e difetti e poco incline a sventolareai quattro venti le proprie eccellenze. Matra i pregi c'è una grande e cocciuta ope-rosità che si perde nella notte dei tempi.Mi è capitato spesso di citare la straordi-naria descrizione dei liguri fatta da Stra-bone, storico e geografo greco, attorno al60 a.c., che li descrive come uomini edonne resistenti alle fatiche ed alle avver-sità, coraggiosissimi, amanti e gelosi dellaloro libertà per la quale erano semprepronti a qualsiasi sacrificio, oltre che navi-gatori intrepidi e audaci. Possiamo davve-ro dire che la Liguria è stata fatta dai Ligu-ri con quello spirito: tutto l'anfiteatro dicolline e montagne che scendono sul mareda Ventimiglia a La Spezia, a volte inmodo ripido ed impetuoso, è stato pla-smato in migliaia di anni di epico lavorìoattraverso fasce e terrazzamenti realizzatipietra su pietra con muretti a secco chehanno permesso di rendere questa terraun giardino profumato che si affaccia sulMediterraneo, integrazione unica almondo, di uomo e natura nella creazionedel paesaggio. Anche Albisola è stata fattadagli Albisolesi e la ceramica ne è una

ALBISOLA,UN ESEMPIO DI “DESIGN URBANO”SOSTENIBILEdi Roberto Giannotti

Design Albisola Nuovo.qxd 27-12-2012 9:07 Pagina 15

16

sima Savona, che affianca Albisola nellanascita di questo antichissimo distrettoceramico attorno alla fine del XIII secolo,bisogna inerpicarsi lungo una strada tor-tuosa all'interno del promontorio roccio-so che divide le due località, altrimentil'unica soluzione, spesso quella più usata,è andar per mare per coprire un semplicechilometro e mezzo di distanza. Parto daquesta foto perchè l'immagine è moltovicina anche a quello che doveva essereAlbisola nel '700, nel '600 ... forse ancoraprima, quando i cambiamenti del paesag-gio e delle società prima dell'età industria-le non erano così repentini, come è statodall'800 ad oggi. Per questo motivo quellafoto è un'istantanea che galleggia sospesanel tempo, col reticolo di case medievalidal quale emergono chiese, grandi villerinascimentali, sei e settecentesche: è unoscenario immobile da un tempo apparen-temente lento ed infinito che sta permodificarsi repentinamente, molto piùvicino ai 5 secoli precedenti che ai 50 annia venire. Come ricorda Dede Restagno,storica e studiosa albisolese, nel 1882 ilcatasto di Albisola Marina annovera ben23 fabbriche di pentole e ceramiche, dellequali dieci situate a ridosso della spiaggia.Il motivo era molto semplice. Le pentole ei vasi in terracotta venivano posti ad asciu-gare al sole sulla spiaggia, in lunghe filecome testimoniano alcune magnifichefoto d'epoca. E sempre quelle stesse pen-tole e ceramiche di varie fogge e decora-zioni da quel largo arenile venivano cari-cate dalle donne del paese direttamentesui leudi, le vele latine che solcavano ilMediterraneo, tenendole in equilibriosulla testa e camminando attraverso sottilipasserelle in legno che collegavano questipiccoli velieri alla spiaggia. Era come unricamo sottile che incorniciava la battigia,file e file di pentole stese al sole con vistasul mare, proprio su quella spiaggia natu-rale che oggi è occupata dagli stabilimentibalneari albisolesi, nuova vocazione delterritorio che già in quegli anni muoveva iprimi passi di un turismo nascente e con-tendeva alle fabbriche di stoviglie questospazio tra il mare e le case. Poi c'erano gliaspetti più strutturali. 23 fabbriche di pen-tole significavano fornaci a legna, dallacomplessa architettura a torre con volte dimattoni, spesso derivate da strutture piùantiche tenute in uso per secoli. Diversesono ancora presenti nel tessuto del cen-tro storico, come la Fornace Alba Docilia,oggi restaurata ed utilizzata come sede di

mostre, o quella situata in via Isola doveha sede il Circolo Amici della CeramicaN.Poggi, dai muri cinquecenteschi. Manon basta. I vicoli del centro storico, checorrevano ad unire nuclei di case, che cir-condavano le fabbriche di stoviglie e cera-miche, avevano una inconsueta strutturaa mattoni aggettanti, un filo di mattoniinterno e uno che sporge un po' in fuori, ecosì per un'altezza di circa due metri. Oggisi è persa memoria ma tutto questo erafatto perchè in questi filari di mattoni sipremevano palle di argilla ad asciugareper perdere un poco di umidità, durantele varie fasi di lavorazione e di raffinazio-ne delle terre. Esistono ancora diversivicoli che, a dispetto del tempo, hannomantenuto questa struttura, fatta per unoscopo produttivo ben preciso, e altro nonsono che un pezzo di storia della cerami-ca albisolese, oltre che architettura unita afunzione, storia del lavoro, identità del ter-ritorio.Tra gli spazi conservati emerge peril suo fascino lo splendido scenario diPozzo Garitta, piazzetta medievale mira-colosamente giunta sino a noi nella suastruttura originaria, dove si fa ceramica dasempre e dove proprio la dinastia dei Maz-zotti aveva mosso i passi di una storia piùche secolare, nella sua prima sede, comericorda una targa apposta sulla parete diun antico edificio. E anche nelle visceredell'attuale fabbrica G.Mazzotti 1903 nataa fianco del torrente Sansobbia, nella partepiù antica, è presente una parete con imattoni alternati, un po' in fuori e un po'in dentro, realizzata proprio per quelloscopo. Per lavorare e decorare la ceramicaerano necessari smalti e ossidi, mineraliche venivano macinati in grandi mulini adacqua costruiti nelle vicinanze. Le tantefabbriche della costa avevano bisogno diuna enorme quantità di materie prime,oltre che di una grande quantità di legna-me reperito nei boschi rigogliosi dell'en-troterra savonese e albisolese. Per questola valle dell'Ellero, che si dipana nell'en-troterra subito dietro Albisola, era costel-lata da magnifici mulini da colore munitidi una rete intricatissima quanto precisaed efficiente di beudi che convogliavanodove serviva l'elemento motore, l'acqua,che faceva muovere enormi ruote di legnoe ferro. Qui il tempo ha agito più dura-mente, ed è oggi più difficile trovare letracce di questa architettura rurale opero-sa ed affascinante che aveva anche un fon-damentale ruolo di difesa del territorio edelle falde acquifere, oggi purtroppo

Ceramichealbisolesidegli anni '30,collezione privata.

Deumidificatore,Roberto Giannotti, 2006.

Design Albisola Nuovo.qxd 27-12-2012 9:07 Pagina 16

17

venuto meno, che permetteva la gestionedi orti generosi in questa piana albisoleseancora celebre per la qualità dei suoiortaggi, negli spazi coltivati che resistonoalle estensioni edilizie. Ma torniamo sullefornaci della costa: cuocere la ceramicacon la forza e l’energia della legna eraun'impresa ardua, possiamo oggi soloimmaginare la perizia di quegli artigiani,veri maestri del fuoco, capaci di pianifica-re cotture di oggetti di incredibile bellez-za, attraverso una tecnica rimasta immu-tata per circa duemila anni, che necessita-va una attenta preparazione, lunghe ore dicottura, un meticoloso controllo delletemperature dove il fattore umano eradeterminante. Le ceramiche erano spessoprotette da fumo e fiamme dentro apposi-ti contenitori in ceramica non invetriata,le “caselle”, in uso fin dal '500: sorte dicilindri di terracotta di varie misure coninnumerevoli fori ad altezze precise per-mettevano di accogliere piatti e stovigliesovrapposte pronte da cuocere inserendonei fori degli appositi chiodi di terracotta,che li separavano tenedoli sospesi uno dal-l'altro, oppure altri tipi di distanziatori,come le “zampe di gallina” che lasciavanoi tre caratteristici fori nello smalto dove siattaccavano alla superficie del piatto. Eradunque un materiale da lavoro che anda-va continuamente rinnovato e soggetto aveloce deperimento per gli sbalzi continuie l'esposizione alle alte temperature.Quando le caselle si rompevano però nonvenivano gettate via, ma entravano a farparte del paesaggio. In tutte le bellissimecrose di Albisola come in quelle di Savo-na, che risalgono verso la collina unendoborgate e casali isolati, dove i muri nonsono stati coperti da intonaco ma lascianovedere la loro tessitura muraria originaria,sassi, pietre e mattoni sono intervallati edalleggeriti da migliaia di frammenti dellecaselle. Sono come pagine di un libro, sto-rie artigiane di lavoratori della ceramica, èil DNA di Albisola, un elemento di fila-mento genetico che è lì, sotto i nostriocchi, a dirci che non siamo in un luogoqualunque. Oggi quando parliamo dimuri pensiamo sempre all'accezione piùnegativa: ma in questo caso è un ricamodel paesaggio, una suddivisione di spazi amisura d'uomo, non opprimente, ma cheanzi permette di unire luoghi e persone,avvolti in ogni stagione dai profumi difiori e alberi, e accompagnati dalla visionedi rami di limoni, aranci, fichi, olivi,palme che spuntano sopra l'ultimo filare

di mattoni e di pietre. Ogni volta che nericonosco qualche frammento fissato nellamalta come una piccola isola è un'emozio-ne che si rinnova e mi fa immaginarecome in un viaggio a ritroso nel tempotutto il lavoro e la funzione svolta da quelframmento di casella, le persone che lohanno messo nel forno e rimesso a postopiù volte, le ceramiche che sono uscite dilì, protette dal fumo e dalle fiamme dellafornace. E' straordinario come una lavo-razione artigiana abbia potuto avere tantee tali implicazioni sul paesaggio, sull'ar-chitettura, sull'ambiente, sulla vita digenerazioni di donne e di uomini, nellepiù disparate professioni, dai tornianti alledecoratrici, dai taglialegna ai fornacianti eagli smaltatori, dalle portatrici di pignatteai marinai che solcavano il Mediterraneoper vendere direttamente dai leudi le loroceramiche nei porticcioli di Corsica e Sar-degna, cosa che avveniva fino ai primianni del secondo dopoguerra. Poi ci sonogli elementi che, mandati in discarica,entrano nel paesaggio in modo più casua-le. Così nelle spiagge di Albisola, oggi fre-quentate da migliaia di turisti, oltre aivetrini che tutti da piccoli abbiamo raccol-to sulla battigia si ritrovano frammenti dipignatte, un'ansa di pentola, pezzi di coc-cio rossastro arrotondati da decenni dionde. Il design futurista realizzato ad Albi-sola negli anni ’30 è riuscito a rispettarequesta storia, ed è stato un momento digrande creatività, dove l’ingegno dellementi più originali del tempo si è unitoalle capacità artigianali di altissimo profi-lo presenti ad albisola. Qui la ceramica eratutto, può essere ancora molto: l'impor-tante è che possa ritornare ad esseresogno, gioco, emozione, come nelle operedei designers che hanno sperimentato laceramica nella Manifattura G. Mazzotti1903. Per tutti è stato sorprendente con-frontarsi con la vicenda artistica albisole-se. Dunque questo è il “design urbano” diAlbisola. Avere sempre bene in mentel'identità storica del territorio ed in paral-lelo aprirsi al mondo, credo sia il giustoapproccio per provare a creare una nuovagrande stagione della ceramica albisoleserispettandone i valori. Noi ci stiamo pro-vando. La sfida di raggiungere i mercatiche contano in un momento così difficilee di presentare le nostre idee a cospettodelle migliori esperienze del design inter-nazionale, è troppo bella ed affascinanteper non essere raccolta e combattuta.

Ceramichealbisolesi

degli anni '30,collezione privata.

Deumidificatore,Roberto Giannotti, 2006.

Design Albisola Nuovo.qxd 27-12-2012 9:07 Pagina 17

.

Design Albisola Nuovo.qxd 27-12-2012 9:07 Pagina 18

1919

Se la Triennale si occupa in questi giornidi Design d’impresa, dando rilievo allanecessità di una strutturazione del ruolo edel mestiere del Designer (“Un Designerper le Imprese”, 20 novembre - 3 gennaio2013, a La Triennale di Milano, con coor-dinamento di Rodrigo Rodriguez e la pre-senza del designer Antonio Citterio), e sel’ISIA di Faenza celebra ufficialmente isuoi trenta anni di attività nel perfettodesign, quello ideale, quello che sente itrends carpendone l’essenza seppur senzaepocali compromessi, le nuove frontieresi muovono verso l’eco design.Quest’ultimo si definisce come quellabranca della progettazione che non sioccupa solo delle interazioni tra nuovimateriali e ottimizzazione dei processi(come teorizza il design d’impresa), oppu-re di una funzionalità giocata sui canonidell’estetica, della riproducibilità seriale,caso mai avulse dalle forme decorative epiù dedite all’aspetto ergonomico, tipicodel bel design e comunque della ScuolaItaliana. Si esprime invece nel porre alcentro del progetto l’idea della sostenibili-tà, attorno a cui ruotano l’universo deimateriali, i cambiamenti di costume e diesigenze, la mescolanza ed interazionedelle straordinarie diverse culture del Pia-neta, la gestione commerciale, di comuni-cazione e di sviluppo del prodotto. L’argomento è trattato sia dal punto divista teorico che divulgativo - vedi l’arti-colo di Michela Tamburrino, “Il Designverde e solidale ricicla il passato nel futuro”(da “La Stampa”, domenica 18 novembre2012) - e gli oggetti, le applicazioni stan-no prendendo la via della diffusione. D’altronde il tema era appena enunciatoquando nel 2000 Paolo Ulian vinse il Pre-mio riservato ai giovani designers al Salo-ne Satellite (nell’ambito dei Saloni delMobile a Milano, con tre oggetti: il Tavoli-no Cabriolet, con il piano che si alza ediventa schienale, l'appendiabiti/svuotata-sche Bowl, la lampada Palombella fatta

con la cuffietta da piscina), e nel recenteperseguito durante un workshop condodici allievi ISIA nel novembre 2011 daltitolo “Tempi supplementari”, relativo a“Progetti creativi per la reindustrializzazio-ne degli scarti di produzione”, con catalo-go aperto da una frase di Paolo Ulian: “Stoseduto nella mia stanza, e penso”. Il con-cept tratto per condurre le attività con gliallievi a Faenza sottolinea la ricerca dimateriali (scarti di lavorazione) che pos-sano essere costanti e continuativi neltempo e l’obiettivo primario sta nell’inda-gare le vocazioni funzionali e simbolicheche ogni frammento di materiale possiedenaturalmente, per poi esprimerle attraver-so il progetto.Quindi oggi c’è di certo un doppio bina-rio di progettualità alta. Il primo, ampio,maggiormente associato alla creazione erealizzazione delle cose facili da compren-dere, generalmente belle, accoglienti eaffascinanti o di moda.L’altro, quello della sperimentazione, sot-teso alla diffusione di una mentalità diret-ta al recupero, al non disperdere, al rispar-miare, al generare energia.La ceramica in questo contesto deve farebene i conti con la propria indiscutibilevalenza. Concettualmente Paolo Pollonia-to, quando rigenera forme (che definiscesculture) assemblando parti di diversi ori-ginali oggetti funzionali derivanti dalricco antico repertorio di Nove, realizzatiper colaggio in pasta bianca, dà nuova vita

STORIA DEL DESIGN CONTEMPORANEO TRA ECO DESIGN E DESIGN D'IMPRESA

TAM TAM, indirizzi di Design alle superiori, Accademia e Università i nuovi confini nella formazione

di Rolando Giovannini

Logo di TAM TAM

Design Albisola Nuovo.qxd 27-12-2012 9:07 Pagina 19

2020

a frammenti di oggetti architettandoli incuriosi e talvolta buffi, di certo baroccheg-gianti elementi. Una nuova vita sia com-positiva, funzionale e spaziale data allamateria arcaica, ai modelli del passato, acose destinate e dirette ad un disuso ipo-tetico lungo decenni. Oggetti che, comeun balocco, si ricompongono, riprendo-no vita, acquistano una sintesi di energie.Questi sono oggetti-sculture che potreb-bero fare parte di un nuovo design perchéappartengono alla più pura tradizione delmateriale, della tecnologia di riproduzio-ne, della ricerca ed innovazione estetica edella funzionalità talvolta solamente leg-gibile sotto l’aspetto decorativo e orna-mentale.Anche i quattro vassoi in plexiglas conte-nenti ciascuno dodici esaedri in ceramicapolicroma, per un totale di quarantottoelementi (novantasei tetraedri accoppiati)e centonovantadue possibilità combinato-rie di colore (di Umberto Boschi, in “Cre-tetra”, 2009), appartengono ai giochi del-l’educazione visiva resa oggetto ceramico,divenuta materia concreta di calcolo e diabbellimento.Il 17 novembre del corrente anno 2012, alMIC - Museo Internazionale delle Cera-miche di Faenza il Direttore ClaudiaCasali (insignita nel 2011del Premio detto“Oscar della Ceramica”, congiuntamenteal predecessore Gian Carlo Bojani,entrambi riconosciuti per Sezioni connes-se alle aree della Critica contemporanea eagli Studi storici dell’Arte della Ceramica,riconoscimenti attribuiti pubblicamentedall’ISA - Liceo Artistico “Ballardini”) eIosune Ruiz de Infante (critica d’arte ecuratrice della Mostra) hanno presentatola colossale opera di Guerrino Tramontiin “La Magia del Colore”, complesso diopere appena rientrate dal Giappone. Larassegna, fatta di centocinquanta lavori,rappresenta il compendio della ceramicasia sotto l’aspetto del figurativo modellato,stilistico, che delle tecniche, dei materialispazianti dalla maiolica al grès più o menocristallizzato. Alla collezione non sonoestranei i temi della ricerca e produzionedestinata alla serialità, come i servizi perle bevande del the e del caffè, e al rappor-to con la committenza, come il “TerzoCielo di Castelli”, monumentale soffitto inceramica smaltata, opera collettiva risa-lente al periodo 1953 – 1958, quando l’ar-

tista Tramonti dirigeva la Scuola d’Arte diCastelli, apparato ceramico ideato assie-me ai Maestri Serafino Mattucci, nato aPhiladelphia, e Arrigo Visani, romagnolo.L’opera venne prodotta con la collabora-zione degli Studenti nell’estate del 1954, inprevisione dell’ esposizione alla DecimaTriennale di Milano, nella sezione dedica-ta agli Istituti d’Arte.Sul tema degli interventi ceramici d’archi-tettura e dei soffitti, dice la Prof. CarlaMarotta, Dirigente Scolastico Reggentedell’ISA-Liceo Artistico di Castellid’Abruzzo una delle sedi più autorevolidell’Arte ceramica italiana: “Fra le tanterealizzazioni in ceramica, un’attenzioneparticolare va ai “soffitti”, oggetti di arre-damento che identificano con decisione ilgusto di un ambiente. La distanza costantedell’osservatore dal manufatto intervienefortemente nella valutazione estetica del-l’insieme, consentendo di percepire comeomogeneità cromatica il gioco dei colori,specialmente se caratterizzati da frequenzemultiple l’una dell’altra”.Ma l’aspetto del design attraversa anchel’argomento della formazione. Trenta annifa solo quattro ISIA (Firenze, Roma,Urbino e Faenza) erano tecnicamentedeputati alla formazione dei progettisti(questa la dizione estesa: Istituto Superio-re per le Industrie Artistiche, Scuole ori-ginate da una “Sperimentazione” delleAccademie di Belle Arti). In realtà ildesign italiano, così significativo e inter-nazionale dal Secondo Dopoguerra, erainterpretato da architetti, peraltro constraordinaria competenza e con il suppor-to di aziende veramente capaci di trasfor-mare una idea in prodotto, cosa questache Massimo Morozzi indica come la veraforza del design Made in Italy anche nel-l’attualità. Esiste anche una visione liricadel design; ad esempio Mario Cananzi,autore con Roberto Semprini del celebre“Tatlin” nel 1989 per Edra, dice: io hosempre pensato al design come alla ricercadell'altra risposta, della seconda lettura,della chiave dialettica racchiusa nel dub-bio: "E se invece fosse così?". E MarcoMerendi, pure designer, nel concept perla descrizione di una sua inedita vasca“AMARCORD” in rame parla di: “…unavasca dalla forma iconica, lineare, sempli-ce, che evocasse i tempi passati ma allostesso tempo avesse dimensioni e forma per

Paolo Polloniato,"Metamorfosi", 2012.Metamorfosi di unavasca modello originale 1800 Manifattura Barettoni,già Antonibon, Nove (VI); terra bianca con smaltobianco, cottura 980°,dim.: 44x37xh47 cm.

Paolo Ulian, "Una seconda vita".Centrotavola in ceramica.Modello realizzato perla Biennale di Ceramica di Albissola2007. Attese Edizioni. I piccoli fori a tratteggiodelineano all’interno delcentrotavola una serie diforme ellittiche che in casodi rottura potrebbero "sal-varsi" e quindi, svincolarsidal contesto del centrotavolaacquisendo una propriaautonomia di piccole ciotole.La rottura accidentale puòtrasformarsi così da eventonegativo a evento generatoredi nuovi stimoli e nuoverealtà. Mi piace pensare chequesto oggetto possa essereun sorta di ammonimento anon disfarsi delle cose controppa facilità, nemmenoquando, apparentemente,sono solo dei cocci.

Design Albisola Nuovo.qxd 27-12-2012 9:07 Pagina 20

21

vivere negli ambienti della nostra quotidia-nità...”. La teorizzazione di un propriopensiero progettuale, di una linea, di unoggetto, che oggi si usa definire concept,è la sintesi di competenze, di conoscenze,di sensibilità progettuali, che risentonopure del background degli studi.Il divenire Licei Artistici delle varie Sezio-ni di Arti Applicate di un tempo, del tipovetro, metallo, oreficeria, corallo, legno,ceramica, diffuse su tutto il territorionazionale come Istituti Statali d’Arte, haportato ad un maggior interesse da partedei giovani delle Superiori all’arte e nelcontempo ad un consolidamento dellapreparazione culturale degli Studenti,non solo nelle discipline umanistiche mapure nell’indispensabile e imprescindibilelingua inglese e nel campo dei supportiinformatici. La diffusione della base diallievi porterà alla necessità di strutturareuno sbocco universitario ed accademicopost esame di stato. Non è infatti possibi-le che un liceo non offra alla sua conclu-sione un ambito di approfondimento coe-rente, con un titolo di studio che conta. L’ idea che lo Scrivente ha più volte e condiversi mezzi enunciato è che si addiven-ga ad un corso universitario anche bien-nale post laurea di primo livello “piegato,orientato” alla Ceramica. Laureati delmondo potrebbero affollare le nostrescuole (e i nostri Centri così famosi perla maiolica e oltre) e dare il giusto rilievosia alla cultura del passato che alla ricercacontemporanea anche industriale del set-tore. Parimenti, un corso all’Accademiaanche di primo livello triennale sarebbediretto ai maturati. Studi specifici conLauree/Diplomi corrispondenti conclu-derebbero così degnamente e adeguata-mente il ciclo dei licei, oggi giustappuntopiù ampio. La ceramica deve avere proprireferenti al livello più alto, non può piùlasciarne la gestione a chi se ne occupisaltuariamente. È anche un modo perriprendere nel contemporaneo la ricerca,l’approfondimento teorico, la creazione dinuovi baluardi culturali e di linguaggio diuna disciplina proiettata nel futuro.Se due decenni fa non si poteva facilmen-te comprendere il valore delle connessio-ni e l’approssimarsi di Internet e pochianni orsono il ruolo di Facebook, meritadi essere conosciuta e diffusa nel campodella formazione la nuova idea di TAM

TAM, il cui Direttore Alessandro Guer-riero così definisce l’attualità del design:“Pensiamo che in futuro sia giusto indica-re alle persone anche l’aspetto metafisicodegli oggetti, allora facciamo cose onirichee simboliche stando sul bordo degli stra-piombi”.Circa la formazione sulle attività visive,ecco TAM TAM, una scuola estrema. Quiuna sintesi: “Apre a Milano, è una scuoladi eccellenza e si occupa di attività visive.E' una scuola gratis. Nasce da un'idea diAlessandro Mendini, Riccardo Dalisi, Ales-sandro Guerriero. I suoi Maestri sonoimportanti e il loro intervento è un dono.Gli spazi sono in prestito, non esiste strut-tura, i suoi luoghi sono molti. La sua sedeprincipale è ospitata a Milano presso laNABA. Chiunque può accedere alla scuolae i laboratori hanno durata variabile. OgniMaestro decide in modo autonomo il temadel suo intervento. L'impegno temporaledei Maestri è a loro discrezione. I maestrivengono coadiuvati da gruppi di collabora-tori. I primi Maestri sono: Maurizio Catte-lan, Maurizio Corrado, Beppe Finessi, Dui-lio Forte, Anna Galtarossa, Anna Gili,Franco La Cecla, Francesca Alfano Migliet-ti, Marcello Morandini, Mauro Panzeri,Lorenzo Palmeri, Gianni Pettena, MarioPiazza, Marco Poma, Franco Raggi, FrancoSumma, Giacinto Di Pietrantonio, MartinoGamper”.Scorrendo il documento interpretabilecome “Manifesto” datato luglio 2012, si hal’idea dell’innovazione profonda che pro-pone. Forse in futuro i crediti si acquisi-ranno con molte delle modalità descritte.Nel documento originale si legge: “Lascuola TAM TAM non è, innanzitutto, unascuola, perché non ne prevede il flusso piùtipico, che è il passaggio di nozioni, model-li, tecniche e metodi da un piccolo gruppoche sa verso un grande gruppo che non sa.La scuola TAM TAM non appartiene acolui che sa, né a colui che non sa, non sisvolge tramite insegnanti e allievi. Si svol-ge proprio solo fra coloro che assiemeintendono scoprire e scegliere nozioni,modelli, tecniche e metodi che gli si addi-cono”.Il ruolo poi di Tullio Mazzotti nelle“Ceramiche Giuseppe Mazzotti 1903” èstato nella ricerca: il Laboratorio sempreaperto, la sapienza e dedizione alla mate-ria, la generosità e gratuità nella realizza-

Guido Venturini, "All-time", Alessi 2012.Set per la tavola.

Umberto Boschi, "Cretetra" 2009. I minerali argillosi per lo piùconsistono in tetraedri disilice e ottaedri di allumina.Questa struttura è stata fontedi ispirazione per un'operache presenta più modalitàcompositive nel suo essereoggetto di serie. Sono pre-senti 4 vassoi in plexiglascontenenti ciascuno 12 esae-dri; in ceramica policromadipinta a mano, per un tota-le di 48 elementi (96 tetrae-dri accoppiati) e 192 possibi-lità combinatorie di colore.

Design Albisola Nuovo.qxd 27-12-2012 9:07 Pagina 21

22

zione degli eventi e dei concreti oggetti,per concludere lo straordinario prestigiohanno consentito in modo pressochécostante di rinnovare le idee, di renderetangibili disegni, talvolta solo schizzi, inmanufatti reali, materializzati, funzionali.L’ idea è quella della produzione di Botte-ga, ma la distanza verso l’oggetto riprodot-to serialmente è breve. È così che RobertoGiannotti, Tullio Mazzotti e tra gli altriRolando Giovannini hanno ideato colle-zioni, formulato una lettura della cerami-ca in termini culturalmente contempora-nei, non disgiunti dal percorso milanesedella progettazione e dall’uso proprio delletecniche appunto “di Bottega” suggellatedagli artisti Futuristi che la frequentarono.Per concludere questo landscape sull’at-tualità del design occorre fare riferimen-to ai concorsi, ai quali il “design” è sog-getto. Sembra quasi si tratti sempre diuna prima volta. Ma la competizione èricerca e confronto, è sapersi presentare,quindi giova.I templi italiani osservati e analizzati datutto il mondo sono La Triennale, I Saloni,i Fuori Salone, le tante edizioni di Abitareil tempo, l’edizione AbitaMi che ha pre-miato nel 2011 Alessandro Guerriero eAlchimia, il costante e autorevole Cersaiedi Confindustria Ceramica con Elio Cac-cavale, Stefano Mirti e chi qui scrive per il2012.Da ultimo un pensiero sul termine design

(ora da molti celebrato) e l’accezioneceramica. L’ industria oggettistica e d’og-getti funzionali per la casa (si pensi aGuido Venturini impegnato su più frontianche ceramici per Alessi, che dice: “Ildesign, come tutta la creatività umana,appartiene a quella pratica del sorriso cheriaccende il sole e le stelle, rinnovando con-tinuamente la terra”), del sanitario (sipensi ad Antonio Bullo per Roca, Spa-gna), delle piastrelle (progettate neltempo da tutti i designers, stilisti delfashion, ceramisti e artisti della arti visi-ve), fa design quando congiunge straor-dinari ed eccellenti processi di fabbrica-zione ad oggetti disegnati, pensati per lamaggior funzione e l’alto grado esteticostilisticamente contemporaneo. Le colle-zioni firmate e redatte in tirature limitate,quali le storiche Sestante, Memphis, Ten-dentse, Ollo Design, fanno design perchésono garantite - al di là del processo tec-nologico e della non certo ampia iterazio-ne - perché simbolo d’Autore e punti dialta ricerca e comunicazione. Per le pic-cole manifatture o per le Botteghe, si usadire design quando non solo è garantitauna forma di serialità, di funzionalità -anche meramente decorativa- dell’ogget-to, ma soprattutto quando la forma rias-sume ed esalta la poetica contemporanea,solo alterata di quel quid che il designer,l’artista e l’artigiano vogliono porre inessere. Non è quindi la stravaganza che fadesign come, al contrario, una sterilesemplificazione delle forme, nonché com-posite aggettanti appendici combinatorieche hanno riscontro solo nel pur impor-tantissimo intimo io dell’artista. Tuttaviapuò esistere un “design territoriale” checombini sapientemente cultura storia sti-lemi del luogo con oggetti d’uso oggi. Sultema della sostenibilità non si risparminomoniti al rispetto delle norme sulla sicu-rezza pure nella qualità dei prodotti edelle materie prime e continui e costantitentativi di recupero degli scarti e deidepositi di lavorazione, all’uso delle vec-chie scorte, all’ impegno di studio suinuovi materiali prodighi di sorprese,come i sinterizzati, i geopolimeri, alladefinizione di nuove funzioni e pure allesapienti valutazioni sulle modalità ener-getiche e di gestione delle temperaturenella conduzione dei forni.

Mario Cananzi eRoberto Semprini,"Tatlin" 1989. Produzione Edra.

Caterina Di Michele,"Arianna", 2011. Lampada con avvolgicavo, da "TempiSupplementari", Workshop di PaoloUlian, ISIA Faenza.PrototipizzazioneFALC, Faenza.

Design Albisola Nuovo.qxd 27-12-2012 9:07 Pagina 22

Design Albisola Nuovo.qxd 27-12-2012 9:07 Pagina 23

24

COS’É IL DESIGNTesto di Roberto Giannotti

Spesso e volentieri ci si interroga su cosa è ildesign, chi è e cosa è un designer.Ci sono citazioni di celebri personaggi, neriportiamo alcune che sono di grande inte-resse.Tuttavia è talmente esteso e vasto il campo,talmente soggetto alla creatività e al cambia-mento, che per forza di cose credo siaimpossibile aspettarsi una semplice defini-zione univoca.C'è chi insiste sulla funzionalità degli ogget-ti, chi invece mette in evidenza la bellezzadelle forme, a volte anche la loro inutilità.C'è una visione più industriale che metteinsieme tecniche e livelli di prezzo, accessi-bilità, ingegnerizzazione, e c'è una visionepiù emozionale che fa diventare un oggettoapparentemente inutile come straordinaria-mente necessario per quello che sa suscitarenel cuore e nella mente.E poi c'è l'equilibrio tra funzionalità, mes-saggio ed emozione, ed è qui che si raggiun-ge il massimo, il capolavoro. Un po' come laCappella Sistina che è un insieme di cono-scenze di alta ingegneria insieme alle massi-me espressioni dell'umanesimo, della pittu-ra, della scultura, di tutte le arti.Perchè questo è un punto da chiarire. Seragionassimo solo in termini razionalistici edi funzionalità, non potremmo parlare nellanostra esistenza di musica, di arte, di poe-sia. C'è un superfluo che, in realtà, è straor-dinariamente necessario.La sola razionalità ci ha portato a rendere ilmondo forse più funzionale, ma terribil-mente più brutto.Tutti gli scenari architettonici dell'uomo dalsecondo dopoguerra ad oggi parlano, nel90% dei casi, di scempio non solo del pae-saggio naturale, ma anche di quello umanocostruito nei secoli precedenti. Non basta larazionalità.Cerchiamo qualcosa di più, quel qualcosache fa parte dello spirito, delle emozioni chesi scatenano osservando la natura, un cielostellato, e che ha fatto affrescare i nostriantenati le caverne che abitavano di imma-gini e simboli: non potevano vivere ugual-mente senza? No, evidentemente. E la miafrase che ripeto sempre, è la mia filosofia:come il sole colora i fiori, l'arte colora lavita.

Marco Zanuso

Il design... non (deve) essere considerato unadisciplina nuova, ma piuttosto l'adeguamentometodologico e l'operazione di integrazione dellaprogettazione tradizionale alla nuova realtà dellaproduzione e del consumo. (1965)

Sergio Pininfarina

Il design è l'arte di creare i singoli oggetti chefanno parte della realtà quotidiana dell'uomo,conferendo ad essi, anche i più umili, una dignitàestetica che ne esalti le funzioni precipue. (1979)

Mario Bellini

Il design si propone come la possibilità più avan-zata ed esplicita di realizzare una completa espe-rienza artistica.

Bruno Munari

L'individualismo porta alla furberia, allo sfrutta-mento dell'ignoranza a proprio vantaggio, all'egoi-smo all'imbroglio, alla complicazione delle cosesemplici, alla violenza. Io sono invece per la col-lettività, per la crescita culturale e collettiva, perquesto, pubblico nei miei libri, tutto quello checome artista e designer ho imparato, perchèanche gli altri possano capire e fare. Io sono con-vinto che una persona vale per quello che dà allacollettività, e non per quello che prende.

Enzo Mari

Poichè ciò che viene realizzato deve essere utilealla collettività, è fuori di dubbio che essa debbaessere in grado di influire coscientemente sullaqualità dei prodotti...il design...quindi partecipa aldivenire storico, quindi non può non affrontareproblemi nuovi e non può che mettere in crisi lacultura in atto.

Giò Ponti

Oggi penso che in luogo d'“accademia” è meglioche questo capitolo si chiami “ispirazione classi-ca” perchè dipende dall'enorme impressione cheebbi, vivendo durante la guerra, nei periodi di ripo-so dal fronte, in edifici del Palladio e nella possi-bilità di vederne più che potevo... Un'ispirazioneclassica ha guidato anche la produzione di cera-mica, il primo design da me fatto, senza sapereche si chiamava industrial design.Io mi sono occupato più dell'esrepssione decora-tiva che non della tecnica ceramica, ceramica inblu e oro incisa a punto d'agata....Fui profeta dicendo che tutto deve essere colo-rato. L'arte moderna è profezia o non è. DissePicasso “tomber dans la vide” che io interpretocome “tomber dans la future”. L'arte grafica e ildesign sono le due espressioni effettive dei tempimoderni. (autobiografia lampo – 21/2/1977 – a commen-to dei suoi lavori e dei suoi interventi).

brani tratti da “Atlante del design italiano 1940-1980”

Alfonso Grassi – Anty Pansera

Gruppo Editoriale Fabbri, Milano 1980

?

Design Albisola Nuovo.qxd 27-12-2012 9:07 Pagina 24

25

Il design anzi l'art design come ho pensatodi intitolare la disciplina di lavoro che que-sta esposizione illustra – la definizione èpiaciuta ed accolta con entusiasmo dal miocompagno di avventura l'Arch.RobertoGiannotti, anche lui designer – perchè artdesign vuole significare che l'arte e il designnon sono due espressioni creative diversema concorrono intersecate a realizzare unprogetto che ha in sé oltre alle qualità crea-tive che l'arte esprime, anche quelle funzio-nali, pratiche e semplici che l'uso del designci riserva.Perchè art design nella ceramica di Albiso-la? Non soltanto perchè ad Albisola l'arti-gianato ceramico è di grande qualità eviviamo immersi nella ceramica e nella suastoria, ma perchè questa materia ha tantequalità e si presta a infinite stimolazionicreative e quindi a molte interpretazioni.La ceramica nasce da un materiale povero,duttile, elastico, morbido che una volta for-mato essicato e cotto a circa 1000 gradidiventa duro e resistente.La ceramica è adatta ad ogni dimensione,decorazione, rivestimento di smalti vetrosie di ingobbi vari. Il prototipo di un oggettodi ceramica, si può realizzare con un mini-mo di attrezzature in un piccolo laborato-rio artigiano o studio. Ecco perchè artdesign vuole significare artigianato edesign oltre che arte e design. Sono certoche ad Albisola (che è sempre stataall'avanguardia e attenta a tutte le formeartistiche – vedi futurismo ecc.) esiste laprofessionalità degli artigiani ceramisti dicollaborare alla creazione di prototipi daprodurre in minima quantità nei loro labo-ratori e campioni da riservare per un even-tuale produzione seriale da parte delleindustrie. Si conoscono infinite forme chela prestigiosa produzione artigianale albi-solese ha realizzato nel passato. Sono con-vinto che questo potrebbe essere la base percreare oggetti dalla linea pulita ed essen-ziale e dalla grande semplicità d'uso che laceramica certamente ci può riservare

Oscar Albrito(da Art Design, 2005)

IL DESIGN SECONDO OSCAR ALBRITO

Oscar Albrito (Savona 1933, Albisola 2007) inizia negli anni '50l'attività artistica nel campo della grafica e della ceramica. Sidedica poi professionalmente alla pubblicità e al “Design” apren-do uno studio a Torino, dove vi soggiorna per dieci anni. Di que-gli anni sono i numerosi viaggi all'estero che contribuiscono adarricchire il suo bagaglio culturale e gli permettono di appren-dere nuove tecniche e di conoscere nuovi materiali. Sono di quelperiodo la serie di gioielli in oro e argento, le sculture in acciaioe ceramica. Partecipa attivamente alla vita artistica albisoleseinsieme ad artisti locali e ospiti, a colletive e manifestazioni. Nel1976 apre ad Albisola Capo un suo laboratorio di ceramica: loStudio A che dirige fino al 1988 dedicandosi allo studio dellaforma, all'applicazione e la ricerca del “design” nella ceramica diAlbisola.

Nel 2005 Oscar Albrito espone insieme a Roberto Giannotti unaserie di opere ceramiche di design, realizzate da entrambi nelleCeramiche Giuseppe Mazzotti 1903 per una mostra presso la Gal-leria La Stella di Angelo Carossino ad Albisola Capo: è una summadel suo lavoro negli anni precedenti, ma è anche una data simbolonel rinnovamento del design albisolese.

Nella serata di gala nel giardino Mazzotti dopo l'inaugurazione,Tullio, Oscar e Roberto a cavallo del coccodrillo di Fontana apro-no una nuova pagina che continua ancora oggi.

Design Albisola Nuovo.qxd 27-12-2012 9:07 Pagina 25

Può esistere una sorta di design primor-diale? A guardare le pignatte di Albiso-la, verrebbe da dire di sì. Parliamo di una produzione seriale maassolutamente artigianale, con tutta unaserie di forme e formati adatti alla fun-zione principale: quella di cuocere ocontenere cibi. Ci sono foto storiche straordinarie trafine Ottocento e primi del ‘900, con lefile di pignatte stese ad asciugare al solesulla spiaggia di Albisola o nei cortilidelle fabbriche, o pronte per essereimbarcate.Le forme sono diverse, anche i nomidella tradizione, secondo le dimensionie l’utilizzo, il numero di manici e quan-t’altro.Ma in tutte emerge una innata eleganza,la semplicità della bellezza: una formapiù o meno bombata, “femminile”, imanici semplicissimi e armonici, ilbinomio tra il nero della vernice dimanganese esterna e il marroncinoarancione dell’interno, per l’effetto dellacristallina sulla terra da pignatte, con unaspetto che sostanzialmente è rimastoinvariato per qualche secolo. La tradizione non è sparita del tutto e lapentola di terracotta è ancora presentenel panorama quotidiano della cucinadelle famiglie non solo liguri, un po’grazie alle produzioni della Piral che peranni ha prodotto migliaia di pignatte diogni dimensione sulle rive del Sansob-bia, in modo semi-industriale ma conuna forte componente manuale - arti-gianale e che ancora oggi è un marchiostorico albisolese sinonimo di qualità,più volte mostrato in riviste di settore etrasmissioni di cucina; un po’ grazieanche ad alcune fabbriche che hannocontinuato a produrle come una volta,sia pure in tirature limitate, totalmentea mano e al tornio, come le CeramicheGiuseppe Mazzotti 1903. Le pignattealbisolesi hanno da sempre attratto lamia attenzione, tanto che nel 2003

quando Albisola è “sbarcata” a SantaTeresa di Gallura in un memorabilegemellaggio ceramico, ho finito perusare per la copertina la sagoma di unapignatta che al suo interno mostravauna foto di un leudo mentre venivacaricato di pentole, con un lavoro gra-fico egregiamente rifinito da PaolaIsetta e Ciccio Clemente della Pubbli-citalia. Feci preparare in quell’occasio-ne una serie di copertine con la sago-ma della pignatta lasciata bianca evuota, in modo che tutti gli artisti invi-tati all’evento potessero personalizzar-la con il loro segno: il risultato fu unaserie di splendide copertine originalid’artista consegnate al Comune diAlbisola Marina a ricordo di quel-l’evento. La pignatta è diventata non solo il “logo”con il quale firmo da qualche anno imiei lavori, il profilo di una pentola condentro una Stella, ma anche l’oggettodelle mie rielaborazioni sul tema, comeha fatto del resto anche Tullio Mazzotti.Anche molti artisti l’ hanno reinterpre-tata nel loro lavoro.Non è possibile resistere ad un oggettodel genere, così semplice e povero macon una storia popolare così forte, pernon parlare dei legami col territorioanche dal punto di vista della storiamateriale e del connubio con i cibi e ladieta mediterranea.La buridda, le seppie con piselli, lazuppa di pesce, solo per citare alcunipiatti della tradizione ligure, cotti nel-l’abbraccio di una pignatta assumono unsapore e una consistenza unici, irripeti-bili, lo stesso avviene per altre zoned’Italia, per altre città della ceramica. Per qualcuno parlare di pignatte potràsembrare semplice e banale... un qual-cosa di terra terra.Per noi è un pezzetto della nostra sto-ria, ci piace ridisegnarla e, sì, in effetti èproprio terra: la nostra.

LE PIGNATTE DI ALBISOLA: DESIGN ALLO STATO PRIMORDIALE

Testo di Roberto Giannotti

26

Le pignatte diRoberto Giannotti.

Le pignatte diTullio Mazzotti.

Design Albisola Nuovo.qxd 27-12-2012 9:07 Pagina 26

IL DESIGN IN FABBRICA:LABORATORIO ALBISOLA

Design Albisola Nuovo.qxd 27-12-2012 9:07 Pagina 27

28

La casadell’Arte

La Casa Dell’Arte è stata fondata da Danilo Trogu nel 1981 riprendendo ilnome di una celebre manifattura albisolese degli anni ‘20. Il laboratoriosviluppa l’intero ciclo produttivo, dalla foggiatura al prodotto finito,realizzando soprattutto ceramiche che si rifanno all’artigianato popolareligure ottocentesco caratterizzato dalla produzione di terraglia nera, tachesnoir e terraglia gialla a stampini. Un particolare aspetto della produzione èla realizzazione in piccola serie, di poche decine di pezzi all’anno, di figurinedel presepe tratte da modelli originali della ditta modellate a mano e dipinte“a freddo” , nel rispetto della tradizione albisolese. É negli ultimi 10 anni cheè iniziata una collaborazione sempre più intensa con lo studio diarchitettura 5+1aa di Genova con il quale Danilo Trogu mantiene uncostante contatto con consulenze e realizzazioni di progetti in ceramicacontemporanea realizzata ad alta temperatura in grès e porcellana. Lapresenza di artisti è da sempre una costante della fabbrica. La possibilità divedere realizzati i progetti più particolari, anche attraverso l’esecuzione dimodelli tridimensionali e stampi in gesso, l’assistenza tecnica puntuale, irecenti locali appositamente attrezzati e non ultima la felice collocazione nelcentro storico di Albisola Capo, a due passi dalla spiaggia fanno della Casadell’Arte una delle ditte più frequentate da scultori e pittori. Tra i tantiricordiamo: Kristian V.Hornsleth, 5+1aa, Alessandro Pessoli, LucaPancrazzi, Nicole Away, Gianni Motti, Claudio Parmiggiani, GianlucaPeluffo, Marisa Merz, Perino e Vele, Cinzia Scarnecchia, Rudy Ricciotti,Adriano Bocca, Momoyo Torimitsu, Domenico Bianchi, Daniel Firmian.

Danilo Trogu, particolare del pannello nellanuova sede dell'Agenzia Spaziale ItalianaRoma 2012. Grès e porcellana, m 24x2,90

Vaso Tonno, H45, ingobio e smalti Simone Marzocca, Danilo Trogu

Anno 2010

Lettere illuminate h. cm 35 Alfonso Femia, 5+1aa

Design Albisola Nuovo.qxd 27-12-2012 9:07 Pagina 28

29

Danilo Trogu, classe ’56, diplomato nel 1975 presso il Liceo Artistico “A.Martini” di Savona, diplomato Conservatore e Restauratore della Ceramica nel

1980 presso la Scuola di Ceramica di Albisola, si occupa dapprima del recuperodella ceramica popolare albisolese, fondando nel 1981 ad Albisola Capo “La

Casa dell’Arte”, laboratorio artigiano specializzato in ceramica popolarealbisolese e ligure. Dal ripensare l’antico alla proiezione sul contemporaneo il

passo è stato naturale. Il design trova spazio sia con oggetti specifici di suacreazione o di designers contemporanei sia con progetti che stanno sul crinaletra architettura, forma e significato, come il pannello in grès della planimetriadella nuova sede dell’Agenzia Spaziale Italiana aquisito dal MAXXI di Roma.

DaniloTrogu

Sfere PresuntuoseGianluca Peluffo, Danilo Trogu, 5+1aa

Lettering da un'idea di Luca PancrazziPortafoto, Gianluca Peluffo, 5+1aa

Danilo Trogu, Oggetto futurista, 2010Rivestimento in smalto metallico

Design Albisola Nuovo.qxd 27-12-2012 9:07 Pagina 29

30

CeramichePierluca

Le Ceramiche Pierluca, di cui oggi è titolare Dario Bevilacqua, furonofondate da Giuseppe Bepi Mazzotti nel 1989 con la compagna Clara Biagi,rappresentano una summa molto gradevole ed interessante del tessutocultural-ceramico albisolese. La ditta è situata nella via principale del centrostorico di Marina. Da anni la produzione riguarda una attività artigianaleche volge il suo interesse ad una ripresa di qualità di stili e periodi dellaceramica albisolese, con valide reinterpretazioni, in particolare sui temidell'art deco e del futurismo, che si possono sovente ammirare nella bellavetrina sulla via. Il fatto che, un laboratorio dalle dimensioni fisicamentelimitate come questo, abbia potuto aprire collaborazioni importanti conpersonaggi di altissimo profilo, come con il designer Ugo La Pietra o, perrimanere in ambito più artistico ma non lontano dal design, come conGuido Giordano, raffinata figura di artista piemontese impegnato in unaricerca espressiva che riguarda anche i materiali e le emozioni, testimonianodi come l'innovazione e il design più avanzato possano convivere anche inuna produzione limitata, certamente non nella qualità.Per lo stesso artista è avvincente entrare in una bottega, grande o piccola chesia, ed essere seguito, ospitato, capire le tecniche, discutere il progettoinsieme, confrontarsi sui materiali. Questo deve essere il bello di unaAlbisola che sappia sempre essere ospitale.

Ugo La Pietra al lavoro presso le Ceramiche Pierluca

Dario Bevilacqua, “Fiore” - H 62 Dario Bevilacqua, “Senza Titolo” - H 79,5 Guido Giordano “Rapporto” - D 40

Dario Bevilacqua, “Bicono tagliato” - H 73

Dario Bevilacqua, “Senza Titolo” - H 72

Design Albisola Nuovo.qxd 27-12-2012 9:07 Pagina 30

31

DARIO BEVILACQUA è nato a Savona il 24 settembre 1966. Inizia l'attività di ceramista nel 1988.

Partecipa a mostre collettive, personali e concorsi (1° classificato rassegna “Albisola Città d'Arte e Ceramica").

Sue Opere sono esposte permanentemente presso ArredoUrbano Badalucco e Giardino Museo Mazzotti.

Assiste e collabora con numerosi artisti di fama internazionale.

DarioBevilacqua

Dario Bevilacqua, “Separazione Barocca”piatto D 50

Dario Bevilacqua, “Frattura Diagonale”1x1 mt

Dario Bevilacqua, “Ali Barocche”piatto D 50, max 62

Dario Bevilacqua, “Separazione in Linea”piatto D 50

Design Albisola Nuovo.qxd 27-12-2012 9:07 Pagina 31

32

CeramicheSanGiorgio

Fondata nel 1958 da Eliseo Salino e Giovanni Poggi, la San Giorgio di Albisola, da cinquant’anni aquesta parte, mantiene viva l’arte della ceramica: tradizione e innovazione vanno di pari passo e moltipittori continuano a scegliere le antiche mura della fornace per dare vita alla loro produzione. In passato vi hanno operato artisti di fama internazionale come Lucio Fontana, Wifredo Lam, AligiSassu, Asger Jorn, Agenore Fabbri, Serge Vandercam e Sandro Cherchi che hanno sperimentato le infinitepossibilità della materia creando nuove forme espressive. Oggi tra i protagonisti che frequentano lamanifattura vi sono Franco Bruzzone, Luiso Sturla, Giorgio Moiso, Nes Lerpa solo per citarne alcuni.Come nella tradizione più bella dell’artigianato ligure è la conduzione famigliare che emerge. Entrando nella manifattura, si è subito colpiti dall’abilità di Matteo Poggi intento a lavorare al tornio, tra gli ultimi interpreti albisolesi di quest’arte; alle pareti piatti dalle varie dimensioni si intervallano afotografie storiche che ritraggono non solo personaggi famosi ma anche artisti che vi hanno lasciato unatraccia indelebile. Dai grandi forni fuoriescono i manufatti che, sorretti dalle mani esperte di SilvanaPriametto, colonna portante del laboratorio e raro esempio di torniante donna ad Albisola, vengonocontrollati prima di essere esposti al pubblico. Si è poi rapiti, come per magia, dal fluttuare sinuoso esicuro dei pennelli di Luisa Delfino, preziosa decoratrice che ha la capacità di rappresentare, con facilità,un’ampia gamma di soggetti. Ma c’è anche l’attività organizzativa di mostre ed esposizioni in Italia eall’estero, con il supporto prezioso di Piero Poggi e di Simona Poggi, critica d’arte: insomma, una famigliaalbisolese che porta avanti la tradizione ceramica ligure all’insegna della qualità e della passione.

Jona Friedman con Giovanni Poggi nella manifattura San Giorgio.

Design Albisola Nuovo.qxd 27-12-2012 9:07 Pagina 32

Nell’ambito della seconda Biennale della Ceramica, la San Giorgio ha ospitatoJona Friedman (Budapest, 1923), architetto, designer e urbanista ungherese;sfuggito alle persecuzioni naziste, ha vissuto per dieci anni in Israele prima ditrasferirsi in Francia. Nel suo “groviglio” ceramico creato alla San Giorgio, paredi rivedere il suo concetto di architettura e di urbanistica, esemplificato nel suo“Manifeste de l’architecture mobile”, contrario all’eccessiva rigidità dellapianificazione urbanistica, e fautore di una architettura capace di comprenderele mille trasformazioni delle necessità abitative, una mobilità sociale che vasempre ricreata e reinventata. Al di là di questa presenza, le Ceramiche SanGiorgio rappresentano un pezzo di storia della ceramica albisolese, a partiredalla più autentica tradizione di tornianti con Giovanni Poggi per continuarecon il figlio Matteo. La fabbrica è un libro aperto, dai muri antichi, che trasudano storia con i disegnia matita di Fontana sulle pareti del laboratorio, alle presenze contemporanee.

JonaFriedman

2002

Jona Friedman, "La Città Volante"D 50 cm

33

Design Albisola Nuovo.qxd 27-12-2012 9:08 Pagina 33

34

La manifattura Giuseppe Mazzotti1903 è costituita come impresa arti-giana a conduzione famigliare finaliz-zata alla produzione di manufatti inceramica.Inizialmente ubicata nell'antica piaz-zetta albisolese di Pozzo Garitta,l’azienda ha poi aperto una succursalead Albisola Superiore e nel 1934 hariunificato le sedi alla foce del TorrenteSansobbia in Albisola Mare, dove anco-ra oggi mantiene la propria attività. Complementi d’arredo, oggetti d’uso,edizioni d’arte e monotipi d’autore,regalistica aziendale e design contem-poraneo sono parte delle aree temati-che mette in campo. Oggi la manifat-tura realizza non solo ceramiche emaioliche artistiche negli stili della tra-dizione albisolese, in particolare ilBianco e Blu, o Antico Savona, o riedi-zioni in numero limitato, da calchi odisegni originali, degli oggetti chehanno costituito, negli anni Venti eTrenta, la produzione decò e futurista.Accanto agli artisti che frequentano lafabbrica sta assumendo sempre piùimportanza il comparto del design, conproduzioni della manifattura stessa ecollaborazioni con designers, un ventodi rinnovamento che si percepisce nellevetrine e guarda ad una nuova rinasci-ta di Albisola.

FabbricaCeramicheGiuseppeMazzotti 1903

In alto: la vecchia fornace dei Mazzotti a Pozzo Garitta

Sotto: Domenica Miki Rastello e Mara Del Percio

Design Albisola Nuovo.qxd 27-12-2012 9:08 Pagina 34

35

Nuovobel design

La rinascita del design è nell'aria.Così già nel 1992 appaiono le creazioni di Andrea Nannetti,Alessio Walter Pozzoli e Sam Ribet, Chiara Turturiello, realizzate dalleceramiche Giuseppe Mazzotti 1903 e pubblicate nel catalogo Electa.In quell’edizione furono realizzate anche ceramiche di Ezio Colombrino.

Design Albisola Nuovo.qxd 27-12-2012 9:08 Pagina 35

36

AlessandroMendini

1995

Era il 1995 quando le Ceramiche Giuseppe Mazzotti 1903realizzavano una piccola tiratura eseguita su disegno di

Alessandro Mendini. E così anche Albisola è entrata nellaleggenda di Menphis Milano, un caposaldo del design

italiano entrato ormai nei libri di storia.

Design Albisola Nuovo.qxd 27-12-2012 9:08 Pagina 36

37

Rolando Giovannini, una vita per la ceramica e il design, masempre con freschezza ed entusiasmo, oltre che con straordinariacompetenza, il tutto funzionale alla realizzazione di un design benindirizzato alla ceramica, capendone la struttura. Grazie a lui e aTullio Mazzotti i legami tra Faenza ed Albisola sono ancora piùstretti, e forieri di nuovi straordinari sviluppi.

RolandoGiovannini

1999

Design Albisola Nuovo.qxd 27-12-2012 9:08 Pagina 37

38

OscarAlbrito

2005

Rigore progettuale, creatività, emozione: questo è Oscar Albrito.

Design Albisola Nuovo.qxd 27-12-2012 9:08 Pagina 38

39

Perchè Albisola ?Perchè è parte di me, della mia vita, della mia storia personale. Qui mi sono rapportato e mi rapporto con altrepersone, gli artisti, gli artigiani, gli amici e non solo. E' tutto materia, sensazioni tattili e visive. La spiaggia diAlbisola, la mia famiglia, le mie partite a beach volley, la sabbia bollente che tocco con i piedi. L'acqua del mareche fendo con le braccia mentre nuoto. Sole e vento sulla pelle. Lo sguardo sempre all'orizzonte a immaginareil futuro. L'argilla umida e morbida che modello con le mani. I colori che poso sulle forme a pennellate rapidee sicure. L'odore della creta, dei colori. Le ceramiche che escono dalla fornace. C'è chi si sente potente conun'arma in mano. Io mi sento potente quando progetto, quando dò forma ai sogni.

Roberto Giannotti

2005

Design Albisola Nuovo.qxd 27-12-2012 9:08 Pagina 39

40

RobertoGiannotti

2005

Perchè la ceramica ? Perchè è creazione, gioco, emozione, sogno,

fantasia che diventa materia pura.

Design Albisola Nuovo.qxd 27-12-2012 9:08 Pagina 40

41

Anche il Lions Club pensa al design

Nel 2008 il Lions Club Alba Docilia (Albisola Mare – Albisola Superiore) hapresentato un service legato al design “Micro & Macro”.Nel luglio 2011 sono state donate due fioriere alle amministrazioni albisolesi,design Roberto Giannotti, produzione Ceramiche Giuseppe Mazzotti 1903,collocate in Piazza Lam a Marina e sul lungomare di Piazza Talian a Superiore. L'iniziativa nata con il titolo “dal micro dell'oggetto d'uso domestico al macrodell'arredo urbano” ha visto la realizzazione di un oggetto per l'arredamentodomestico, una fruttiera autoreverse chiamata “Coppa d'Albisola”, realizzata amano in tiratura limitata di 100 esemplari e, in dimensioni maggiori,trasformata in una fioriera. Le agavi sono state fornite dall'Associazione PianteSucculente di Savona che ha collaborato al progetto.

RobertoGiannotti

2008

Design Albisola Nuovo.qxd 27-12-2012 9:11 Pagina 41

42

TullioMazzotti

2008

Tullio Mazzotti ovvero la voglia di rimettersi in gioco,rimescolare le carte, mischiare le emozioni, pensare al nuovo,

avendo a che fare con un secolo di storia aziendale efamigliare: sono questi i tanti elementi che trasudano daipezzi di design prodotti in questi anni. Ogni volta c’è una

nuova sfida, appassionante. Può essere la risoluzione di unproblema o di un tema eviscerato in tutte le sue alternative,

può essere una citazione colta, oppure un gesto emotivoforte, come è nel suo carattere, che ti sorprende inaspettato.

Ed è indubbio, questi pezzi sono espressioni del senso piùprofondo del designer, un po’ di sé che si mostra, con

coraggio a volta con sfrontatezza, a tutti.

Design Albisola Nuovo.qxd 27-12-2012 9:11 Pagina 42

43

Manfredi&Mazzotti

2008

Era il 2008 quando Tullio Mazzotti, assieme a Claudio Manfredi,

realizzavano queste “Ceramiche luminose”. In una sera estiva, le sculture con luci interne

venivano appese agli alberi del Giardino-Museo, per una suggestione tra materia e luce.

Design Albisola Nuovo.qxd 27-12-2012 9:11 Pagina 43

44

Perchè Albisola ? Per me è un obbligo che però è piacevole.

Perchè la ceramica ? Perchè ho una fabbrica di ceramiche.

TullioMazzotti

2009

Design Albisola Nuovo.qxd 27-12-2012 9:11 Pagina 44

45

TullioMazzotti

2010

Perchè il design ?È una scelta, o l'arte d'espressione e/o concettualeoppure l'arte del saper fare, il design.È una sfida fra arte e artigianato.Però mi piace fare tutte e due. Sono poliglotta.

Design Albisola Nuovo.qxd 27-12-2012 9:12 Pagina 45

46

Una splendida reinterpretazione deivasi motorati di Torido Mazzotti, nellostile di questa grande designer italiana:espansione nella materia di dimensionied emozioni.

LuisaBocchietto

2011

Design Albisola Nuovo.qxd 27-12-2012 9:12 Pagina 46

47

Perchè il design ?Dare forma al mondo intorno a noi,circondarsi di sensazioni amiche. Per me fare design è scrivere con la forma alposto della parola, chi saprà leggermitroverà le mie domande e le mie risposte alsenso della vita toccando le mie ceramiche,sfiorandole con lo sguardo e con il cuore. Ecco il mio perchè il design.

Roberto Giannotti

2011

Design Albisola Nuovo.qxd 27-12-2012 9:12 Pagina 47

48

GumDesign

2011

Gabriele Pardi e Laura Fiaschi, ovvero Gum Design: due giovanied affermati designers toscani incontrano da Mazzotti la ceramica

di Albisola. Il risultato è la nascita di un rapporto creativo dovel’interscambio porta ad arricchire entrambi.

Ognuno dà un po’ di se, ed è più bello ricevere.

Design Albisola Nuovo.qxd 27-12-2012 9:12 Pagina 48

49

GumDesign

2011

Design Albisola Nuovo.qxd 27-12-2012 9:12 Pagina 49

50

Maria ChristinaHamel

2011

E’ stato un onore invitare MariaChristina Hamel, grazie al

suggerimento di SilvanaAnnicchiarico, direttrice della

Triennale di Milano. In lei tutto èritmo, musica, danza. E’ possibile far

danzare un materiale così concretocome la ceramica ?

Guardando le opere della Hamel, la risposta è sì.

Perchè Albisola ?Perché c'è la sapienza che voglio vederein un’opera in ceramica.

Perchè il design ?Perché è il mio modo naturale pertradurre quella sapienza.

Design Albisola Nuovo.qxd 27-12-2012 9:12 Pagina 50

51

Maria ChristinaHamel

2011

Maria Christina Hamel

Nel mio lavoro ho voluto dare una forma nuova alle mie creazioni di oggetti. C'è arte edesign, sono spesso dei vasi ma sono più vicini all'arte che alla funzione e sono oggettiin ceramica. Ho voluto dargli una forma vicina al suono, al ritmo. Queste forme chesalgono e scendono, che prendono tridimensionalità. Molte emozioni mi colpiscono edentrano in questi miei lavori. Volevo collegarmi all'azzurro e al bianco e dunquecollegarmi al mare.Spesso i luoghi dove si lavora ceramica sono belli. Albisola ha questa fortuna e in più c'èl'idea di poter incontrare la storia legata alla frequentazione artistica molto particolare,che ha visto tanti periodi diversi. In questa fabbrica c'è molta sensibilità vicina alfuturismo, ma anche a Lucio Fontana. Fa un certo piacere lavorare in un posto dove si èstati preceduti da altri. Quindi oltre al mare, all'azzurro, alla ceramica che associo albianco che ritrovo nella passeggiata c'è stata la possibilità di essere in un ambiente digrande attenzione alla ceramica, per lo spazio, le attrezzature e questo dà appagamentoartistico. Sono la specializzazione del luogo. Il fascino è anche nell'incontrare dellepersone brave nel loro lavoro. La ceramica ha in sé questa capacità di far incontrarel'artista e il ceramista, l'esperto della materia con chi si vuole esprimere in questamateria. E' un contesto ricco di stimoli. E' un triangolo virtuoso: mare/ceramica/storia.

Design Albisola Nuovo.qxd 27-12-2012 9:12 Pagina 51

52

Con Deep Design e Raffaella Mangiarotti, il design diventaforma organica che si sviluppa, tra naturalezza e complessità,

tra ritmo e ironia, fino ai limiti strutturali dell'argilla, in un work in progress continuo alla ricerca dell'equilibrio.

RaffaellaMangiarotti

2011

Design Albisola Nuovo.qxd 27-12-2012 9:12 Pagina 52

53

Giovannini&Mazzotti

2011

Ceramica e Unità d'Italia: Tullio Mazzotti e Rolando Giovannini reinterpretano l'anno dellecelebrazioni per i 150 anni con una serie di ceramiche tricolori.

Design Albisola Nuovo.qxd 27-12-2012 9:12 Pagina 53

54

Sciamani e sguardi tra l’ironico e lo ieratico: è lacifra pura ed essenziale di Ambrogio Pozzi,

dove colore, conoscenza dei materiali e istanzeespressive tra primitivismo e design post-moderno

si uniscono in un risultato sempre esaltante.

AmbrogioPozzi

2011

Design Albisola Nuovo.qxd 27-12-2012 9:12 Pagina 54

55

GianniRavelli

2011

Gianni Ravelli, l’architetto delle luci: potremmo definirlo così,grazie alla sua prestigiosa attività progettuale a livellointernazionale nel campo dell’ illuminotecnica, con il suo studioCastagna Ravelli. E il suo stile emerge anche nelle ceramicherealizzate e in fase di studio: il binomio luci-ombre, bianco-nero,pieno-vuoto è sempre presente, insieme a freschezza compositiva.

Design Albisola Nuovo.qxd 27-12-2012 9:12 Pagina 55

56

Le lampade nell’antichità illuminavano i luoghi e,simbolicamente, l’uomo e il suo pensiero. Denis Santachiara ha

esemplificato questo concetto in una elaborato oggetto-scultura,dove un gioco di riflessi reali ma soprattutto simbolici porta laluce ad uscire dall’involucro. Un concetto profondo da uno dei

designers italiani più conosciuti a livello internazionale.

Denis Santachiara

2011

Design Albisola Nuovo.qxd 27-12-2012 9:13 Pagina 56

57

Perchè Albisola ?Albisola è una delle realtà artistiche e ceramiche più significative d'Italia. Luogo frequentato da intellettuali, pittori, scultori, grafici, ceramisti per tuttoil Novecento, ne ha incrociato le vicende culturali e i Movimenti piùsignificativi. Poter essere riconosciuti o poter operare nella Città di Albisolaè obiettivo di chiunque voglia entrare nella storia dell'Arte e della Ceramica.

Perchè la ceramica ? La ceramica è una modalità di espressione artistica che unisce tutte leculture, le popolazioni e le aree geografiche. E' una modalità d'uso di unlinguaggio universale, con uno stesso vocabolario, con i medesimisignificati. Per un faentino poi esprimersi anche in questa forma è un modoper esprimere la propria identità, competenza e versatilità.

RolandoGiovannini

2012

Design Albisola Nuovo.qxd 27-12-2012 9:13 Pagina 57

58

TullioMazzotti

2012

Nuovi oggetti si sviluppano in mille varianti di forme e colori,la creatività non si pone limiti.

Design Albisola Nuovo.qxd 27-12-2012 9:13 Pagina 58

59

TullioMazzotti

2012

Design Albisola Nuovo.qxd 27-12-2012 9:13 Pagina 59

60

LucaScacchetti

2012

Il design può essere mutevole, interiorizzato, componibile,come in queste forme semplici che si compenetrano in modocomplesso nella progettualità di Luca Scacchetti.

Quest’opera fa parte di una serie di 7 elementi che verranno presentati nelcorso del 2013 con la collaborazione dell’Arch. Nicoletta Negro.

Design Albisola Nuovo.qxd 27-12-2012 9:13 Pagina 60

61

Una splendida mostra a Brussels alla The Gallery: un progetto frutto dell’impegno di più persone e delconcorso di più elementi. Tullio Mazzotti ha messo in campo tutte le risorse della fabbrica. Il titolare dellaThe Gallery ha pensato e immaginato l’interazione tra designers, progetto, idee, design, materia. I designershanno interpretato il tutto. Il risultato è un qualcosa di omogeneo pur nelle diversità dei designers, un’idea didesign e un esempio di come la contemporaneità al massimo livello internazionale possa sposarsi con latradizione.

BerteauBihr

2012

Anna Alluto a Brussels nel settembre2012 presso The Gallery, la sedeespositiva curata da Konrad Kerm eMarino Fermi.

Alain Berteau, "Quattro e Cinque"D 21x21 cm, H 25 cm

Damien Bihr, "Vitamine C-639.P2"D 46 cm, H 10 cm

Design Albisola Nuovo.qxd 27-12-2012 9:16 Pagina 61

62

BovesseD’Or

2012

Nicolas Bovesse ,"Once upon a time"D 41 cm, H 75 cm

Jean-Francois D'Or, "Eloge du pépin"D 45 cm, H 6 cm

Design Albisola Nuovo.qxd 27-12-2012 9:16 Pagina 62

63

DewezHognerMeert

2012

Nathalie Dewez, "Vase_12"D 33 cm, H 58 cm

A sinistra Christiane Hogner, "The same but different"D 10/20 cm, H 5/35 cm

A destra Hugo Meert, "Céramique pour l'estomac"D 36x50 cm, H 15 cm

Design Albisola Nuovo.qxd 27-12-2012 9:16 Pagina 63

64

OffGallery

2007

Lo showroom Off Gallery nasce con una prima sede nel 2001 e inaugura nel 2006 nuovi e più ampi spaziin via Repetto ad Albissola Marina. Lo studio, sede del laboratorio dal quale nascono parallelamente le

opere di Silvia Calcagno ha la caratteristica di essere particolarmente versatile. All’interno degli spazi diOff Gallery infatti sono state anche presentate mostre di grande rilevanza culturale. Lo stile

contemporaneo che lo caratterizza è frutto dell’equilibrio tra tradizione, ricerca e innovazione, conparticolare attenzione al design dalle linee essenziali e talvolta ironiche. Nel 2007 nasce una serie, le

“Canvas Shoes” esemplari unici. L’esito immediato della serie spinge alla produzione di nuovi modelli divertenti e inaspettati come la

linea “Elegance” e la serie di pezzi unici “Enjoy life”.Componente principale della produzione è la continua ricerca tecnica

che cerca di far incontrare forme lineari ma accattivanti.

Elegance, 2008

Elegance, 2008Elegance, 2008

Una goccia d’acqua nel deserto, 2006

Design Albisola Nuovo.qxd 27-12-2012 9:16 Pagina 64

65

Silvia Calcagno è una protagonista del rinnovamento ceramico albisolese. E non solo per l'anagrafe. Nel suo studio la Calcagno porta avanti, insieme colmarito Carlos Ferrando, una produzione ceramica che riflette uno spiritogiovane, di raffinata ed elevata sensibilità, aperto e aggiornato alle tendenzeattuali e a un dibattito culturale aperto alle contaminazioni. Così a fianco dellasua produzione artistica di alto profilo che l'ha portata a presenze importanti,come al Padiglione Italia della Biennale di Venezia del 2011, Silvia Calcagno hasperimentato un modo lieve ed interessante di fare ceramica, che sposta ilconfine tra arte e design su un crinale molto flessibile, come piace a noi.Nascono così le reintepretazioni di oggetti della quotidianità, come le bottigliettedella Coca Cola, o le mitiche Converse, ed ancora scarpette femminili. E' moltointrigante la commistione di stili e di epoche nelle bottigliette di Coca Cola,ridipinte in antico savona o in calligrafico, con Hello Kitty piuttosto che conAndy Warhol. Abile decorazione pittorica a mano e fotoceramica si uniscono peravere flessibilità e avversione alle norme e alle consuetudini, e anche questo cipiace molto. Le scarpe, nella serie elengance o canvas shoes, riportanoall'oggettistica decò e futurista dagli anni 20 agli anni 40 di Albisola: le coppie discarpette erano infatti un oggetto molto utilizzato, come piccola ceramicadecorativa o come “bomboniera” matrimoniale. D'altronde in quegli anni laceramica ad Albisola come negli altri centri ceramici italiani ed europei, avevasperimentato una amplissima gamma di prodotti, e aveva un enorme successonel decorativismo delle case. E' un bel filo rosso che lega passato e presente: è ladimostrazione che anche in una produzione così aggiornata c'è sempre unaripartenza dalle esperienze migliori del passato, una reinterpretazione dellericerche precedenti.

SilviaCalcagno

2009

Canvas shoes, 2007 Enjoy life, 2009

Enjoy life, 2009

Canvas shoes, 2007

Design Albisola Nuovo.qxd 27-12-2012 9:16 Pagina 65

StudioErnan

Lo Studio Ernan Design Ceramiche Artigiane di Canepa e Pacetti s.n.c. nasce nel 1974, con sedein Albisola Superiore – Corso Mazzini 77 – continuando l’attività già svolta dai F.lli Pacetti,famosi “Ceramisti dal 1920”. Ivos Pacetti, pratese d’origine (1901 Figline di Prato-1971 Albisola)è senz’altro una figura innovativa nel panorama albisolese, scrivendone pagine tutte daapprofondire, anche per il notevole contributo dato al design puro in ceramica. I pezzi firmati“Ivos Pacetti” sono ancora oggi tra i più ricercati nella ceramica di stampo futurista albisolese, egli appassionati del genere lo sanno bene. Accanto alla struttura della fabbrica è stato realizzatonel tempo il Museo Giardino Pacetti, con opere ceramiche di importanti artisti contemporaneioperanti ad Albisola tra gli anni ’50 e il 2000 come Fontana, Fabbri. Capogrossi, Bertagnin etanti altri. Ernesto “Tino” Canepa e Annamaria Pacetti continuano la produzione di ceramicheartistiche tradizionali. Negli anni ‘80 e ‘90 alla produzione classica tradizionale, si affiancanolinee di oggettistica per l’arredamento della casa e del giardino ed anche importanti opere diarredamento urbano, come ad esempio, il rifacimento degli antichi elementi in cotto di frontoni,campanili, balaustre per chiese o antiche ville realizzati a mano nel pieno rispetto delle severenormative imposte dalla Sovrintendenza alle Belle arti, citiamo per tutti il rifacimento di tetto ecupola della Chiesa Russa Ortodossa di Sanremo sempre in tegole smaltate, a fianco dell’Hotel deParis. Si realizzano inoltre, pezzi unici e multipli d’autore nonché grandi opere (pannelli, sculturee monumenti ecc.), in stretta collaborazione con famosi artisti contemporanei per i quali vieneriservato un ampio apposito spazio in azienda. Nel corso degli ultimi anni, decine di artisti

66

Vasca doccia cm 300 x 300 con pesce cm. 120 (Pitti Casa , Firenze)2001 Ernesto Canepa a Annamaria Pacetti; smalti e ossidi

Design Albisola Nuovo.qxd 27-12-2012 9:16 Pagina 66

StudioErnan

provenienti da diverse parti del mondo eaffermati sulla scena artistica internazionale,sono stati ospitati ad Albisola dallo StudioErnan Design per confrontarsi con la secolaretradizione locale della ceramica. Le opererealizzate dagli artisti in collaborazione con loStudio Ernan sono state esposte in tutte leEdizioni della Biennale di Ceramica nell’ArteContemporanea di Albisola. Lo stesso Canepa èa sua volta una figura a tutto tondo diartigiano, designer e creatore insieme, con unasolida preparazione tecnica frutto di grandeesperienza. Diplomatosi presso il Liceo Artistico“A.Martini” di Savona, è stato insegnante dilaboratorio meccanica e tecnologia, pressoI.T.I.S. G. Ferraris di Savona. Dopo aver iniziatol’attività nel 1968 con la Bottega Artigiana e laGalleria d’Arte “S. Michele” a Celle Ligure,svolge da oltre quarant'anni la sua attività diceramista in Albisola, dove continua adapplicare e sperimentare tutti i materiali e letecniche possibili dalle più primitive alle piùmoderne e sofisticate, convinto che in ceramicanon si finirà mai di studiare, sperimentare,ricercare ed imparare. Attualmente collaborafattivamente come Presidente dell’AssociazioneCeramisti di Albisola, all’attività della ScuolaComunale di Ceramica ora gestitadall’Associazione Ceramisti. Sue opere eimportanti lavori per l'arredamento di spazipubblici si trovano in esposizioni permanenti ecollezioni pubbliche e private a New York,Lugano, Stoccarda, Goteborg, Parigi, Nevers,Sheffield, Seul, Monte Carlo nonché in moltecittà italiane.

67

Rana porta carte cm 15x15;2004 Franco Bratta

Servizio caffè, caffettiera h. cm 30; zuccheriera h. cm 17; 1981 Ernesto Canepa

realizzazione al tornio, interno smalto turchese, esterno smalto craquelè

Design Albisola Nuovo.qxd 27-12-2012 9:16 Pagina 67

68

IvosPacetti

Anni ‘60

Candelieri componibili h. cm 15; anni '60 Ivos Pacettistampo, colaggio, smalti colorati

vasi h. cm 23 e d. cm 15;

anni '60 Ivos Pacettistampo, colaggio,

smalti colorati

Ivos Pacetti in una sua mostra negli anni '60 da Berrino, Caffè Roma ad Alassio

Design Albisola Nuovo.qxd 27-12-2012 9:17 Pagina 68

69

UgoLa Pietra

2003

La fabbrica “dall’autostrada”, ad Albisola Superiore, è un punto di riferimento della ceramica albisolese, per l’impegnoquotidiano di Ernesto Canepa e Annamaria Pacetti. Molti i temi che si affiancano, a partire dalla figura di Ivos Pacetti, padredi Annamaria, creativo a tutto campo, capace di passare dallo studio di oggetti di design del secondo futurismo alla produzionedi servizi in miniatura per giochi di bambole, fino all’oggettistica degli anni ’60 e ’70. Il suo nome e le sue produzioni passanoattraverso i marchi di molte fabbriche albisolesi entrate nel mito del collezionismo. Ivos Pacino Pacetti nasce a Figline di Pratoil 2 dicembre del 1901. E una vecchia stampa antica di Prato che si trova nelle scale dell’edificio sta a dimostrare il pensieroaffettuoso verso la terra d’origine. Nel 1920 lo troviamo alla M.A.S. (Maioliche Artistiche Savonesi) diretta da Mario Ravano,dove si esercita con i decori classici mostrando ottima manualità. Poi collabora alla Casa dell’Arte ad Albisola Capo e all’AlbaDocilia in Albisola Marina. Fonda nel ’27 la S.P.I.C.A., ospitando Arturo Martini, mentre nel 1928 lo troviamo all’I.L.S.A.(Industria Lavorazione Stoviglie Albisola). Instancabile, dà vita l’anno successivo alla manifattura “La Fiamma”, presentandonela produzione di chiaro stampo futurista alla Triennale di Milano nel 1933, e collabora anche con altre ditte come la C.A.S.(Ceramiche Artistiche Savonesi) di Bartolomeo Rossi, una delle ultime fabbriche in città a Savona, dopo una tradizione di 5secoli. Celebre la sua scultura in terracotta a terzo fuoco in argento dal titolo “Maschera Antigas”. Nel ’49 come dicevamo apre “LaTavola della Pupa” con il fratello Renato, per aprire poi le “Ceramiche Minime Fratelli Pacetti”. Il suo contributo al successo diquegli anni della ceramica albisolese è indubbio: anni di grande competizione tra le fabbriche albisolesi ma anchetestimonianza di una straordinaria stagione di creatività e vivacità tutta da riprendere.

Salvadanaio cm 20;2003 Arch. Ugo La Pietra

realizzazione al tornio, vernice manganese

Salvadanaio con aculei cm 20;2003 Arch.Ugo La Pietrarealizzazione al tornio, vernice manganese

Design Albisola Nuovo.qxd 27-12-2012 9:17 Pagina 69

70

JacquelineMorabito

2008

Calice dell'amore h. cm 30;2008 arch. Jaqueline Morabito

realizzazione al tornio, smalto bianco e avorio

Servizio e accessori tavola d. cm 342003 Arch. Jaqueline Morabitorealizzazione al tornio, smalto bianco

Design Albisola Nuovo.qxd 27-12-2012 9:17 Pagina 70

71

ErnestoCanepa

2008

Trittico di pentole d. cm 30, h. cm 34;in “ecotermocotto Ernan” marchio registrato

2008 Ernesto Caneparealizzazione al tornio, smalti, con argento antico

Pentola da stufa d. cm 30, h. cm 24;2008 Ernesto Caneparealizzazione al tornio, smalti, ossidi e oro

Trittico di pentole d. cm 30, h. cm 34;in “ecotermocotto Ernan” marchio registrato2008 Ernesto Caneparealizzazione al tornio, smalto nero mat

Design Albisola Nuovo.qxd 27-12-2012 9:17 Pagina 71

72

JacquelineMorabito

2010-2011

Gatti fermalibri cm 25, h. cm 15;Ernesto Canepa

smalti, argento e oro

Teiera d. cm 20; 2011 arch. Jaqueline Morabitorealizzazione al tornio, smalto bianco

Imbuto h. cm 28; 2010 arch. Jaqueline Morabito

realizzazione al tornio, smalto bianco

Design Albisola Nuovo.qxd 27-12-2012 9:17 Pagina 72

73

Arch. Prandoe Rosso

2010-2011-2012

Trittico caffè o thè h. cm 25; 2012 Ernesto Canepa

smalto bianco e blu opaco

Portamatite cm 15; portaspezie d. cm 20; posapentola cm 25;2010-2011-2012 studio arch. Prando e Rosso, Torino

per Franco Debenedetti. Realizzazione a stampo con smalti mat

Design Albisola Nuovo.qxd 27-12-2012 9:17 Pagina 73

74

In una pubblicazione dedicata al design non poteva mancare la figura diMarco Tortarolo. Artigiano ceramista e torniante, nel suo laboratorio divia Della Rovere 98 ad Albisola Superiore di fronte a Villa Gavotti,settecentesca dimora dei Della Rovere, porta avanti la lavorazionecompleta di tutto il ciclo ceramico, dalla foggiatura alla cottura. Il suo èun laboratorio creativo. Qui è possibile progettare ed eseguire modelli eprototipi, ottimizzando il percorso lavorativo del progetto di design. Da anni collabora con l’evento “Gli Ateliers degli Artisti”, organizzatosulla Fortezza del Priamar dal Comune di Savona, con performancesdal vivo e collaborando con gli artisti nella foggiatura dei pezzi. Neltempo è diventato un vero e proprio cenacolo, ospitando artisti affermatima anche avviando attività di studio e laboratorio con “studenti” datutta Italia. Anche qui si è a contatto con la storia, immersi in una partedi Superiore che sembra si sia fermata nel tempo, con i grandi orti che siestendono nella piana tra gli antichi edifici molti dei quali di pertinenzadalla grande villa. Insomma una delle molte piccole grandi porte diaccesso alla ceramica di Albisola, nelle sue mille sfaccettature.

Marco Tortarolo

Vasi foggiati al tornio, 2011

Design Albisola Nuovo.qxd 27-12-2012 9:17 Pagina 74

75

Marco Tortarolo

Vasi foggiati al tornio, 2011

Marco Tortarolo nel suo laboratorio

Design Albisola Nuovo.qxd 27-12-2012 9:17 Pagina 75

Tullio Mazzotti e Roberto Giannotti: impennata a Santa Teresa Galluratra le ceramiche sul porticciolo nel fiordo, 2003.

Design Albisola Nuovo.qxd 27-12-2012 9:17 Pagina 76

77

Roberto Giannotti, nato a Savona nel1962, è una singolare figura di creativo,giornalista, artista e architetto-designer.Attuale responsabile dell'Ufficio Stampanello Staff del Sindaco del Comune diSavona dopo aver lavorato nell'ufficiostampa della Provincia di Prato, incampo artistico nel 2005 ha tenuto la suaprima personale, insieme con l'amicoOscar Albrito, di oggetti di design cera-mico realizzati presso la Casa FabbricaMuseo G.Mazzotti 1903 di Albisola,affiancando successivamente oggetti didesign essenziale con ceramiche adingobbio sul tema del mare, che richia-mano la freschezza della scuola albisole-se di Salino, SabaTelli e Ghersi, collabo-ratore di Lucio Fontana, nella cui forna-ce ha mosso i primi passi. Sue operesono presenti nel Museo di DesignMUST di Imola e nella collezione dellaMonash University, dipartimento didesign ceramico, a Melbourne, dove èstato invitato nel 2007 per un VisitingArtist Program. Nel 2011 è stato invitatonel Padiglione Italia della Biennale diVenezia curata da Vittorio Sgarbi, espo-nendo le sue ceramiche. Nel 2012 harealizzato presso la Fornace dello StudioBerengo a Murano con il maestro Silva-no Signoretto una serie di importantisculture in vetro. Significativa la sua atti-vità di vignettista, dal tratto veloce edironico, dal quale derivano le sue cera-miche, avendo lavorato per quotidianinazionali quali La Gazzetta dello Sport,Repubblica, Il Secolo XIX, ideatore edirettore artistico di SpotornoComics,rassegna nazionale di satira e fumettigiunta alla 18a edizione.

Tullio Mazzotti nasce a Savona l' 11maggio 1957, albisolese di origine, è allaquarta generazione dei Mazzotti cerami-sti. Diplomatosi nel 1975 al Liceo Arti-stico Arturo Martini di Savona ha fre-quentato la Facoltà di Architettura nell’Ateneo genovese. La sua prima mostra,con l'amico Flavio Roma, risale al 1969,dove alla Galleria Alba Docilia in Albi-sola Capo espone delle sculture “Cera-miche Boom”. Per Tullio Mazzotti l’arteè un impegno quotidiano. La sua primaesperienza creativa, l’arte Boom, è ricer-ca della bellezza estetica e materica. Poila frequentazione successiva del liceoartistico fa crescere in lui la passione peril disegno; “un tratto sottile e irrealecapace di creare fantasie o esternare ipropri sogni”. Tutto ciò che lo circonda elo emoziona diventa soggetto nei suoilavori, una sorta di nuova ritrattisticadove la realtà è mediata da ciò che gliocchi vedono e dalle sensazioni/emozio-ni di quel momento. Poca importanzaha la materia su cui egli opera, sia essauna tela, piuttosto che un foglio di carta;poca importanza hanno i colori o i pen-nelli, usa solo colori primari, usa pochis-simo i pennelli, molto le dita delle manie il cuore. Predilige la pittura, il segno,senza però tralasciare la scultura e altreforme espressive visive sino alla scrittu-ra. È impegnato nel tentativo di avvici-nare il più possibile l’arte a chi è in cercadi arte attraverso uno stretto legameemotivo che dovrebbe sempre esisterefra l’artista e chi è interessato a “leggere”le sue opere per capirne i messaggi checontengono. Ha partecipato a 87 mostredi cui 10 personali.

ROBERTOGIANNOTTI

TULLIOMAZZOTTI

Design Albisola Nuovo.qxd 27-12-2012 9:17 Pagina 77

INDICE DEGLI AUTORI E DEI DESIGNERSNELLA PRODUZIONE DELLE MANIFATTUREALBISOLESIAlbrito Oscar . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .38Berteau Alain . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .61Bevilacqua Dario . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .30 31Bhir Damien . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .61Bocchietto Luisa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .46Bovesse Nicolas . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .62Bratta Franco . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .67Calcagno Silvia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .64 65Canepa Ernesto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .66 67 71 72 73Colombrino Ezio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .35D'Or Jean Francois . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .62Dewez Nathalie . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .63Femia Alfonso . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .28Friedman Jona . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .33Giannotti Roberto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .39 40 41 47Giordano Guido . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .30 31Giovannini Rolando . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .37 53 57Gum Design Gabriele Pardi & Laura Fiaschi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .48 49Hamel Maria Christina . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .50 51Hogner Christiane . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .63La Pietra Ugo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .30 69Manfredi Claudio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .43Mangiarotti Raffaella . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .52Marzocca Simone . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .28Mazzotti Tullio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .42 43 44 45 53 58 59Meert Hugo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .63Mendini Alessandro . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .36Morabito Jaqueline . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .70 72Nannetti Andrea . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .35Pacetti Ivos . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .68Pancrazzi Luca . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .29Peluffo Gianluca . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .29Plando e Rosso Studio Arch. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .73Pozzi Ambrogio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .54Pozzoli Alessio Walter . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .35Ravelli Gianni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .56Ribet Sam . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .35Santachiara Denis . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .56Scacchetti Luca . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .60Tortarolo Marco . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .74 75Trogu Danilo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .28 29Turturiello Chiara . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .35

Design Albisola Nuovo.qxd 27-12-2012 9:17 Pagina 78

79

INDICE

Prefazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.5

Quale futuro per la ceramica di Albisoladi Tullio Mazzotti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.7

Albisola e il design . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.11

Albisola, un esempio di “design urbano” sostenibiledi Roberto Giannotti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.15

Storia del design contemporaneo tra eco design e design d’impresadi Rolando Giovannini . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.19

Cos’è il design . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.24

Il design secondo Oscar Albrito . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.25

Le pignatte di Albisola: design allo stato primordialedi Roberto Giannotti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.26

Il design in fabbrica: Laboratorio AlbisolaCasa dell’Arte . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.28Ceramiche Pierluca . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.30Ceramiche San Giorgio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.32Fabbrica Ceramiche Giuseppe Mazzotti 1903 . . . . . . . . . . . pag.34Off Gallery . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.64Studio Ernan . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.66Marco Tortarolo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.74

Biografie degli autori . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.77Indice dei designers . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.78

Design Albisola Nuovo.qxd 27-12-2012 9:17 Pagina 79

80

©2012 - Tutti i diritti riservati.E’ vietata la riproduzione totale o parziale se non espressamente autorizzata.Per i testi gli autori.

Finito di stampare nel mese di dicembre 2012presso lo Stabilimento Grafico della Marco Sabatelli Editore srl - Savona.

Design Albisola Nuovo.qxd 27-12-2012 9:17 Pagina 80