Non c’era posto per loro nell’albergo · Ad occupare la mente è soprattutto la motivazione:...

7
ANNO 1 – n. 4 NATALE 2012 Un’immagine biblica da un po’ di tempo occupa la mia mente quasi metafora di quanto accade intorno a noi e non solo nelle nostre parrocchie; ed è quella narrata da Luca: «Lo depose in una mangiatoia perché non c’era posto per loro nell’albergo.» Si tratta del Signore Gesù che non trova luogo ove poter nascere. Ad occupare la mente è soprattutto la motivazione: perché non c’era posto per loro nell’albergo. L’evangelista non si preoccupa qui di cercare le cause di quell’impossibilità. Bisognerà leggere tutta la vicen- da di Gesù per scoprire che quell’albergo era la casa d’Israele che lo inchioderà fuori dal tempio e dalla città santa. Anzi, sarà proprio Luca a dirci che, alla morte di Gesù, si strapperà il velo che copriva il santo dei santi e tutti hanno così potuto vedere nel Crocefisso il Santo dei santi, il tempio vero, la Gerusalemme nuova. Viene in mente così la profezia a Davide, non tu farai una casa e me. Te poi il Signore farà grande, poiché una casa farà a te il Signore. Chi faticò a capirlo e non lo accolse si trovò invece accolto. Sarà il Dio fatto uomo a riscrivere l’amore coniugale di Giuseppe e di Maria, sarà il Dio fatto uomo a trasformare in famiglia quello strano legame umano, sarà l’uomo Gesù a far ritrova- re la giusta casa a Giuseppe e Maria quando persero dimora e figlio nel pellegrinaggio annuale a Gerusa- lemme. Se è vero che Dio decidendo di abitare nell’uomo non trova luogo adatto è ancor più vero che in Cristo l’uomo ha trovato la sua dimora. Se questa è la verità di fede che il Natale ci ricorda, non possiamo non cogliere l’implicita speranza in questa icona luca- na, proprio pensando alle famiglie che non hanno più non tanto una casa fisica dove abitare, quanto non hanno o non possono sperimentare cosa significa ca- sa perché o gli affetti sono stati turbati, o la precarietà economica ha tolto la serenità, o l’incertezza del futuro ferma lo slancio della fraternità e della condivisione. La ricerca del ‘luogo’ ove abitare è emblematicamente e talvolta tragicamente concreta nella gioventù a cui è impedito un lavoro stabile e di poter, così, coronare l’amore con le nozze. Oppure la vicenda di Giuseppe e di Maria trova storia nella gioventù vittima delle ricer- che deviate capaci solo di rinnovare compulsivamente il desiderio o il vizio. Cristo si offre ancora a tutti come la casa un tantino impegnativa ma certa e sicura. An- cora l’icona lucana non può non interpellare la nostra Unità pastorale che sta cercando umilmente un cammi- no di unità. Non si tratta di trovare posto nuovo, non si tratta di dover lasciare un luogo, si tratta di accogliere il dono dello Spirito dell’Incarnato - Risorto e lasciare a Lui il compito di fare a noi una casa. Non ignari dell’infreddolita ricerca dei molti ma certi del Signore, con questi sentimenti, i vostri preti, don Den- nis, don Giampaolo, Don Fabrizio e don Franco vi augurano un sereno e santo Natale. Non c’era posto per loro nell’albergo Non c’era posto per loro nell’albergo Giuseppe, che era della casa e della famiglia di Davide, dalla città di Nazaret e dalla Galilea salì in Giudea alla città di Davide, chiamata Betlemme, per farsi registrare insieme con Maria sua sposa, che era incinta. Ora, mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primoge- nito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c'era posto per loro nell'albergo. Lc 2,4-7 La nascita del Redentore sia benedizione per S. E. Mons. Vescovo, per tutte le autorità cittadine, per le suore e le novizie del S. Angelo, per le monache di clausura di S. Sigismondo, per chi si impegna in Parrocchia, per i malati e i poveri, per i bambini e gli anziani, per i lontani e chi ha perso la fede, per i parrocchiani tutti.

Transcript of Non c’era posto per loro nell’albergo · Ad occupare la mente è soprattutto la motivazione:...

ANNO 1 – n. 4 NATALE 2012

Un’immagine biblica da un po’ di tempo occupa la mia mente quasi metafora di quanto accade intorno a noi e non solo nelle nostre parrocchie; ed è quella narrata da Luca: «Lo depose in una mangiatoia perché non c’era posto per loro nell’albergo.» Si tratta del Signore Gesù che non trova luogo ove poter nascere. Ad occupare la mente è soprattutto la motivazione: perché non c’era posto per loro nell’albergo. L’evangelista non si preoccupa qui di cercare le cause di quell’impossibilità. Bisognerà leggere tutta la vicen-da di Gesù per scoprire che quell’albergo era la casa d’Israele che lo inchioderà fuori dal tempio e dalla città santa. Anzi, sarà proprio Luca a dirci che, alla morte di Gesù, si strapperà il velo che copriva il santo dei santi e tutti hanno così potuto vedere nel Crocefisso il Santo dei santi, il tempio vero, la Gerusalemme nuova. Viene in mente così la profezia a Davide, non tu farai una casa e me. Te poi il Signore farà grande, poiché una casa farà a te il Signore. Chi faticò a capirlo e non lo accolse si trovò invece accolto. Sarà il Dio fatto uomo a riscrivere l’amore coniugale di Giuseppe e di Maria, sarà il Dio fatto uomo a trasformare in famiglia quello strano legame umano, sarà l’uomo Gesù a far ritrova-re la giusta casa a Giuseppe e Maria quando persero dimora e figlio nel pellegrinaggio annuale a Gerusa-lemme. Se è vero che Dio decidendo di abitare nell’uomo non trova luogo adatto è ancor più vero che in Cristo l’uomo ha trovato la sua dimora. Se questa è la verità di fede che il Natale ci ricorda, non possiamo non cogliere l’implicita speranza in questa icona luca-na, proprio pensando alle famiglie che non hanno più non tanto una casa fisica dove abitare, quanto non hanno o non possono sperimentare cosa significa ca-sa perché o gli affetti sono stati turbati, o la precarietà economica ha tolto la serenità, o l’incertezza del futuro ferma lo slancio della fraternità e della condivisione. La ricerca del ‘luogo’ ove abitare è emblematicamente e talvolta tragicamente concreta nella gioventù a cui è

impedito un lavoro stabile e di poter, così, coronare l’amore con le nozze. Oppure la vicenda di Giuseppe e di Maria trova storia nella gioventù vittima delle ricer-che deviate capaci solo di rinnovare compulsivamente il desiderio o il vizio. Cristo si offre ancora a tutti come la casa un tantino impegnativa ma certa e sicura. An-cora l’icona lucana non può non interpellare la nostra Unità pastorale che sta cercando umilmente un cammi-no di unità. Non si tratta di trovare posto nuovo, non si tratta di dover lasciare un luogo, si tratta di accogliere il dono dello Spirito dell’Incarnato - Risorto e lasciare a Lui il compito di fare a noi una casa. Non ignari dell’infreddolita ricerca dei molti ma certi del Signore, con questi sentimenti, i vostri preti, don Den-nis, don Giampaolo, Don Fabrizio e don Franco vi augurano un sereno e santo Natale.

Non c’era posto per loro nell’albergoNon c’era posto per loro nell’albergo Giuseppe, che era della casa e della famiglia di Davide, dalla città di Nazaret e dalla Galilea salì in Giudea alla

città di Davide, chiamata Betlemme, per farsi registrare insieme con Maria sua sposa, che era incinta. Ora,

mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primoge-

nito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c'era posto per loro nell'albergo. Lc 2,4-7

La nascita del Redentore sia benedizione

per S. E. Mons. Vescovo, per tutte le autorità cittadine, per le suore e le novizie del S. Angelo, per le monache di clausura di S. Sigismondo, per chi si impegna in Parrocchia, per i malati e i poveri, per i bambini e gli anziani, per i lontani e chi ha perso la fede, per i parrocchiani tutti.

Pag. 2 .

La morte del cardinal Martini, pur prevedibile dopo la lunga malattia, ha scosso l’intera comunità italiana ed ha convocato circa 200mila persone nel Duomo di Mi-lano dove sono state celebrate le esequie. “Una folla silenziosa – commenta il Corriere della Sera del 3 set-tembre – che forse non crede tutta quanta in Dio ma che certo credeva nel cardinale Martini.” Credeva cioè nel suo carisma di uomo di fede, con le radici piantate nella Chiesa dei Santi Ambrogio e Carlo, si fidava del-la sua cultura e umanità dialogante, fedele alla tradi-zione e aperta alla valorizzazione dell’anima di verità presente in tutte le fedi, in tutte le posizioni culturali, in tutte le esperienze umane. Lo ricordiamo con le parole e la memoria di Luciano

Corradini, docente di Pedagogia, che rievoca un in-contro con Martini all’Università Statale di Milano sul tema della Lettera Pastorale “Dio educa il suo Popo-lo“ (1988). Martini entrò nel merito con questa doman-da: «Saremo capaci di trasmettere i nostri valori alle prossime immediate generazioni? Siamo nel cuore del problema di questo nostro decennio pastorale dedica-to all’educazione. È un fatto - prosegue -che l’educazione avviene anche se non abbiamo certezza di raccogliere i frutti della seminagione. Con noi ha funzionato, nel senso che abbiamo avuto dei maestri. In ogni caso, anche se sperimentiamo le nostre incapacità, la Bibbia e la Sto-ria ci dimostrano che Dio educa il suo popolo. Ma ne-anche Lui ha dimostrato la sua onnipotenza di fronte alla libertà dell’uomo. Gesù maestro, tradito e abban-donato dai suoi, non per questo ha smesso di inse-gnare ed educare, vivendo la comunione. Non vale nell’educazione la regola del tutto o nulla, ma quella del coraggio fiducioso anche contra spem.» Sempre nello stesso convegno Martini parlò di tre virtù neces-sarie per affrontare l’educazione, in un futuro incerto e complesso. Si tratta dell’onestà intellettuale, del corag-gio di andare oltre i limiti, della libertà interiore. Martini chiedeva ai docenti di coltivare queste virtù perché «nella comunicazione viva di esperienze, di sofferenze, di problemi, si può aiutare a riflettere e poi a camminare verso il meglio.» Qui parlava l’educatore non il raffinato filologo ed ermeneuta della Bibbia.

Franco Verdi

Il Cardinal Martini e l’educazioneIl Cardinal Martini e l’educazione

Tre le virtù necessarie per affrontare l’educazione, in un futuro incerto e complesso

Offerta natalizia

Al presente numero di “CITTANOVA” è allegata la busta per la tradizionale offerta natalizia a favore delle parrocchie che vivono

quasi esclusivamente della generosità dei parrocchiani. Il ricavato servirà per realizzare

i lavori di salvaguardia e di adeguamento degli immobili.

GRAZIE PER QUANTO POTRETE OFFRIRE

Pag. 3.

Gioco d’azzardo, trappola mortaleGioco d’azzardo, trappola mortale Lotto, Superenalotto, Gratta e Vinci, Poker on-line sono ormai entrati a far parte della vita quoti-diana di molte famiglie italiane. Oltre l'80% della popolazione de-dica tempo e denaro al gioco d’azzardo, che diventa una mania irrefrenabile, un vizio irresistibile che acceca il cuore e la mente e, spesso, una dipendenza che con-duce su una strada senza via d’uscita. Chi ne è schiavo non conosce altro che la passione smodata di sfidare la sorte e vede solo quel “flash” che si accende ogni volta che aziona quella ma-ledetta macchinetta mangiasoldi. Chi gioca vince: è questo il mes-saggio ingannevole che ben noti spot televisivi trasmettono, gri-dando con enfasi: «Ti piace vin-cere facile? Tanti biglietti, tante occasioni!». In periodo di crisi economica, il gioco d’azzardo esercita il suo fascino perverso facendo credere che ci si possa arricchire rapidamente e senza fatica: basta un gesto o un click del mouse per cambiarti per sem-pre la vita! Le capacità fisiche e intellettive sono annullate dalla velocità delle mosse automatizzate, che riducono il pensiero alla dannata ossessione di provarci e di ripro-vare, senza poi potersi più fermare. Lo sa bene la Ba-rista anti-slot, balzata di recente agli onori della crona-ca per aver avuto il coraggio di “staccare la spina”, non sopportando più il desolante spettacolo di chi, con “atteggiamento insistente”, chiede monete da sperpe-rare nelle infernali slot-machines. Ma quanti altri gestori di locali pubblici avranno la for-za di seguire il suo lodevole esempio? In Italia i numeri parlano chiaro: il gioco d’azzardo è , dopo ENI e FIAT, la terza industria più ricca del Paese nonché la principale fonte di indebitamento dei cittadini. Si trat-ta di “un fiume in piena” che logora e travolge ogni rapporto sociale, in particolare gli affetti più cari, col-pendo le fasce d’età più fragili, come gli anziani ed i giovani ma, a sorpresa, non risparmia neppure le don-ne di mezza età. A Cremona , rispetto al biennio 2010-2011, si registra un preoccupante incremento delle puntate di circa il 28%, per una spesa complessiva provinciale pari a 350 milioni di Euro, ovvero il 4% del PIL. Oggi il fenomeno ha assunto una portata deva-stante, se si stima che nella sola città del Torrazzo i giocatori patologici sono circa 1000 oltre ai 2000 che sono a rischio! Di fronte a questa tragica realtà lo Sta-to si muove con colpevole ambiguità: in apparenza finge di partecipare e di condividere le sofferenze di

tante famiglie “finite sul lastrico”, in realtà fa cassa senza pietà per rimpinguare i “forzieri del palaz-zo”. Sembra che l’Etica sia stata sacrificata sull’altare del “dio denaro”, nell’indifferenza delle istituzioni, che da tempo hanno smarrito il loro ruolo educativo di guida e garante della salute pubblica oltre che del bene comune. Ma come è possibile evitare i mali provocati dalla dipendenza da gioco? Secondo il “Catechismo della Chiesa Cattolica” (Art. 17, n. 1804) la risposta risiede nel riscoprire una vita ispirata dalle “virtù”, che sono “attitudini ferme … che regolano i nostri atti, ordi-nano le nostre passioni e guidano la nostra condotta secondo la ra-gione e la fede”. All’interno della Bibbia è scritto: «Non siate amanti del denaro, siate contenti delle

cose che avete; poiché Egli stesso ha detto: Io non ti lascerò, e non ti abbandonerò.» (Ebrei 13:5). Da queste citazioni si desume che il gioco deve esse-re un’esperienza positiva, sana e pulita, un momento di svago e di ricreazione per favorire la crescita della persona in piena socialità. Il mito della vincita senza sforzo, che ti può sollevare in un attimo “dalla polvere alle stelle”, è solo una tremenda illusione, che reca offesa alla dignità dell’uomo ed alla grandezza del suo Creatore. E allora, a che gioco vogliamo giocare?

Giovanni Ghinaglia

Come è possibile evitare i mali provocati dalla dipendenza da gioco

. Pag. 5 Pag. 4 .

Orari e luoghi delle celebrazioni liturgiche dell’unità pastorale - anno 2012-2013

Unità Pastorale: una sola EucaristiaUnità Pastorale: una sola Eucaristia Quando è iniziata l’esperienza dell’Unità Pastorale fra le parrocchie di Sant’Agata e Sant’Ilario, su pre-cisa richiesta del Vescovo, abbiamo rivisto l’assetto liturgico e ci parve importante sottolineare quanto l’Eucaristia domenicale fosse determinante in un cammino verso l’unità, perché essa è il centro della vita della comunità cristiana. Nonostante ciò si la-sciarono le due Eucaristie contemporanee delle ore 10, per le rispettive comunità. Si celebrarono, inve-ce, comunitariamente due altri momenti importanti dell’anno liturgico: l’inizio del tempo penitenziale della quaresima e la Veglia Pasquale, madre della Pasqua settimanale. L’esperienza dei genitori che vivono con i figli i per-corsi dell’iniziazione cristiana a scavalco delle due comunità e di gruppi diversi, hanno manifestato il loro disagio perché i bambini celebravano l’Eucaristia in due luoghi distinti, ritenendo inoppor-tune due celebrazioni contemporanee. In Consiglio pastorale, perciò, si è valutata la proposta una sola Eucaristia alle ore 10 in Sant’Agata per i ragazzi dell’iniziazione e i loro genitori, e un’altra per un ipo-tetico pubblico di giovani adulti, alle ore 11 in Santi’Ilario, senza ottenere tuttavia un consenso. Anzi sono riemerse le ragioni insite al cammino di unità intrapreso e quelle più teologiche espressive del nesso stretto fra Eucaristia e comunità cristiana, reclamando così la celebrazione di una S. Messa sola nell’orario centrale della domenica, alla quale possano partecipare non solo i ragazzi ma anche le loro famiglie e quei parrocchiani che abitualmente si riconoscono nell’Eucaristia della comunità. Ai par-roci, in primis, e ai due sacerdoti collaboratori è sta-to lasciato dal Consiglio il compito della decisione. Si è dato, così, seguito a quanto auspicato in Consi-glio e dopo aver sentito il Vescovo, si è giunti alle decisioni che trovate elencate e così motivate: ► salvaguardare il valore ecclesiale dell’Eucaristia: essa ‘ci riunisce in un solo corpo e in un solo Spirito’, ci fa essere chiesa; è il dono di Dio non il nostro desiderio o gusto a sostenere l’assolvimento del dovere di partecipare all’Eucaristia domenicale ► è ancora possibile per ragioni di opportunità par-tecipare ad una delle S.Messe celebrate nelle no-stre chiese (ore 7.30; 9; 18,30), ma vorremmo che questo criterio del ‘prender messa’ fosse ritenuto secondario ► pensiamo, perciò, non più a due Eucaristie distintive - ore 10 in Sant’Agata e in Sant’Ilario - perché i luoghi sono due, ma ad una Eucaristia perché essa è il ‘luogo’ dove si può diventare ‘uno in Cristo’ . Celebreremo una sola Eucaristia domenicale alle ore 10 quale espressione e stru-mento nella costruzione dell’Unità pastorale .

► sottolineare l’Eucaristia domenicale come il luo-go nel quale i molti diventano uno, comporta di e-ducarci reciprocamente, forse di nuovo, ad un cele-brare condiviso, superando le personali sensibilità, disposti ad accogliere i fratelli. Ora entriamo nel dettaglio

MESSE FESTIVE E PREFESTIVE

Unificazione della Messa delle ore 10,00: da un conteggio effettuato in queste ultime domeniche risultano partecipare alle due Eucarestie più di 350 fedeli. La scelta della chiesa di S. Agata diventa necessaria per uno spazio più consono. Inoltre svolgendosi a S. Agata il percorso dei primi anni dell’iniziazione cristiana, lo spostamento da S. Ilario provocherebbe un ritardo tale da non permettere lo svolgersi in un tempo adeguato, già risicato, dello stesso incontro. Questo offre anche l’opportunità ai sacerdoti di concelebrare in celebrazioni particolari.

Viene spostata la Messa delle ore 12,00 da S. Aga-ta a S. Ilario, senza aggiunta di altre celebrazioni eucaristiche nel mezzo, ottemperando la norma liturgica che prevede un tempo congruo tra una Eu-carestia e l’altra, in modo tale che tutte le celebra-zioni possano essere preparate in modo dignitoso e accompagnate da una buona animazione liturgica. Inoltre salvaguarda la possibilità di vivere un mo-mento conviviale all’oratorio fra chi vi si reca dopo la celebrazione delle 10,00 e chi vi si prepara per quella delle 12,00.

I medesimi motivi sia numerici di fedeli, che per l’animazione liturgica, favoriscono l’accorpamento delle celebrazioni prefestive: alle ore 18,00 e alle ore 21,15 in S. Ilario, spostando da S. Ilario a S. Agata la Messa feriale delle 8,30 del mattino; quelle vespertine festive: vengono accorpate in una sola celebrazione alle ore 18,30 in S. Agata.

A S. Ilario rimane la sola celebrazione del Vespro alle ore 17,30 che vede una buona partecipazione di fedeli i quali, generalmente, non si fermano per la celebrazione dell’Eucarestia.

VEGLIE

Risultando più frequentate a S. Ilario, si celebrano qui le veglie di Natale e di Pasqua. Le celebrazioni delle ore 10,00 di Natale e Pasqua, più frequentate a S. Agata, (come già detto) saranno celebrate uni-tamente in S. Agata.

Per le altre celebrazioni unitarie si veda lo schema nella pagina a fianco.

S. MESSE DOMENICALI

S. ILARIO 7,30 9,00 S. Bassano 12,00 Canto del Vespro

ore 17,30

S. AGATA 10,00 18,30

CCCELEBRAZIONIELEBRAZIONIELEBRAZIONI UNITARIEUNITARIEUNITARIE STRAORDINARIESTRAORDINARIESTRAORDINARIE

S. MESSE FERIALI

S. ILARIO Dal lunedì al venerdì

ore 8,30 e ore 18,00 S. BASSANO Mercoledì ore 16.00

S. AGATA Sabato

ore 8,30 Dal lunedì al venerdì

ore 18,30 S. VINCENZO Sabato

ore 7.30

S. MESSE PREFESTIVE

S. ILARIO ore 18,00 ore 21,15 Neocatecumenali

OGNI PRIMO GIOVEDÌ DEL MESE ore 15.00-18.00; 21.00-22.00, adorazione eucaristica in S. Ilario

OGNI PRIMO VENERDÌ DEL MESE ore 18.30 Eucaristia di devozione al Sacro Cuore in S. Agata

OGNI VENERDÌ DI QUARESIMA Via Crucis: ore 15.00 S. Agata, ore 18.00 S. Ilario; ore 21.00 S. Bassano

OGNI VENERDÌ DEL TEMPO PASQUALE ore 18.00 Via Lucis in S. Ilario

2 novembre ore 18.00 in S. Ilario

Commemorazione di tutti i fedeli defunti

14 novembre Ore 18.00 in cattedrale

Pellegrinaggio a S. Omobono

24 dicembre ore 23.30 in S. Ilario

Solenne Veglia di Natale

31 dicembre ore 18.00 in S. Ilario

Eucaristia e Te Deum

1 gennaio ore 18.30 in S. Agata

Eucaristia per la pace

13 gennaio ore 10.00 in S. Ilario

Eucaristia per la festa di S. Ilario

24 marzo ore 10.00 in S. Ilario

Benedizione delle Palme, processione, Eucaristia in Sant’Agata

28 marzo ore 18.00 in S. Agata

Celebrazione nella Cena del Signore

30 marzo Ore 21.00 In S. Ilario

Solenne Veglia Pasquale

27 Maggio ore 18.00 in S. Ilario

Eucaristia Madonna di Caravaggio

2 Giugno ore 10.00 in S. Agata

Corpus Domini: Eucaristia, processione e benedizione Eucaristica

30 agosto ore 18.30 in S. Agata

Eucaristia nella Dedicazione della chiesa

19 maggio ore 18,00 in S. Ilario

Eucaristia nella Dedicazione della chiesa

5 febbraio ore 18,30 in S. Agata

Eucaristia per la festa di S. Agata

13 febbraio ore 18.30 in S. Agata

Eucaristia con imposizione delle ceneri

Pag. 6 .

Unità pastorale 2.0Unità pastorale 2.0

È nato un nuovo spazio internet a disposizione delle nostre comunità

♦ Forse molti di voi non sa-pranno che da settembre di quest’anno anche sul web le due metà del cielo si so-no finalmente incontrate. È nato lo spazio internet che prefigura quella che possia-mo chiamare l’Unità Pasto-rale 2.0. All’indirizzo www.santagatasantilario.it una rinnovata ma sobria grafica ci dischiude le porte della comunità vera e pro-pria, quella in carne ed os-sa, anticipando, in forma breve e con molte immagi-ni, quelli che sono le princi-pali notizie, gli avvenimenti e le iniziative più significati-ve delle due parrocchie. ♦ Cliccando sull’evento in primo piano possiamo poi approfondire la lettura dell’articolo ed ingrandire le gallerie d’immagini. È a di-sposizione, sulla destra, una completa funzione di ricerca per testo e un filtro degli articoli per categorie d’interesse (es. liturgia, cultura, catechesi, ecc.) che permette una “navigazione” più mirata all’interno del sito. ♦ Poco più in basso, nella sezione “In agenda”, vengono invece visualizzati gli imminenti appun-tamenti, completi degli orari delle celebrazioni li-turgiche, degli incontri dei gruppi di catechismo e delle attività dell’oratorio, tutti integrati, grazie ad un importante lavoro di aggiornamento, all’interno del Calendario Pastorale. ♦ Alcuni approfondimenti sono invece disponibili

nei menù “a tendina” che danno accesso alle pa-gine delle diverse attività pastorali e delle realtà associative (azione cattolica, cammino neocate-cumenale, polisportiva). Non manca infine una sezione dedicata alla storia delle due parrocchie e delle loro chiese e la pagina dei “contatti”, ovve-ro gli indirizzi ed i numeri di telefono utili per con-tattare i parroci ed i vari uffici. ♦ Dagli albori tecnologici del “lontano” 1997, anno della presentazione della prima “homepage” di S.Ilario (in basso nella pagina) sino a giungere ad

oggi, la comunità continua ad avere a propria disposi-zione questo importante strumento di comunicazione sociale e di vera e propria “relazione” tra le persone. Esso assume oggi ancora maggior significato e rile-vanza nella sua nuovissima accezione di rete di comuni-tà tra le comunità.

Giovanni Becchi

A cura di Giovanni Becchi

Pag. 7.

I giovani che crescono nella fede, uno sport che fa crescere i giovani

Ciao Don Giampaolo. È da un po’ che sento parlare di questo modernissimo “spaziogiovani” allestito nei locali dell’oratorio di S. Agata. Ma di cosa si tratta esattamen-te? È veramente così bello? «Spaziogiovani» è il luogo fisico allestito presso una sala del centro pastorale di S. Agata per l’incontro quindicina-le dei giovani dell’unità pastorale. Incontro di formazione, condivisione, preghiera, tempo libero. Quando abbiamo valutato di offrire anche ai giovani un momento loro di incontro, si è pensato che probabilmente i giovani si sa-rebbero trovati meglio in uno spazio allestito e pensato secondo lo stile del loro ritrovarsi. Questo ne avrebbe favorito la presenza e la partecipazione. Ricordo le facce dei primi giovani la prima sera: la meraviglia, lo stupore

“non ce lo aspettava-mo”. La risposta è sta-ta semplice: “abbiamo voluto offrirvi un am-biente non banale ma elegante e accoglien-te, come sappiamo piace a voi”. Anche questa è accoglienza.

Non pensi che questo “spazio” possa stare troppo stretto ai nostri giovani ed alla loro voglia di “prendere il largo”? Sono convinto che iniziare la sfi-da un cammino di incontri con i giovani vada letta a lungo termi-ne. Nonostante questo investi-mento, il numero di partecipanti è molto esiguo. Qualcuno ne parla, ma la fatica di investire tempo per uno “spazio” in cui rivedere il proprio vissuto alla luce della fe-de, di confrontarsi con altri giova-ni, prendendo magari posizione su argomenti impegnativi, non è facile. L’impressione è che, a parte chi impossibilitato dallo stu-dio, diversi giovani abbiano già dato per acquisito delle convinzioni e che pensino non valga la pena rimetterle in discussione. Altro è incontrare anche i giovani già inseriti nel mondo lavorativo. Chi se ne preoccupa? Mi auguro che i nostri giovani prendano volentieri il largo, ma sap-piano anche ritrovare il gusto di confrontarsi per dare ri-sposte serie alle loro domande e divenire sempre più ar-tefici e costruttori della nostra società.

La nuova “avventura” del Baskin La nuova “avventura” del Baskin Il Baskin (abbreviazione di Basket Integrato) è una nuova attività sportiva che si ispira al basket ma ha caratteristiche particolari e innovative. Un regola-mento, composto da 10 regole, ne governa il gioco conferendogli peculiarità incredibilmente ricche di dinamicità e imprevedibilità. Le 10 regole valorizzano il contri-buto di ogni atleta all’interno della squadra: infatti il successo comune dipende realmente da tutti. Questo sport è stato pen-sato per permettere a giovani normodotati e giovani disabili di giocare nella stessa squadra. In effetti, il Baskin, permette la partecipazione attiva di giocatori con qualsiasi tipo di disabilità (fisica e/o mentale), donne e giocatori di basket. Si svolge sullo stesso campo del basket, con i soliti canestri regolamentari ai quali sono aggiunti dei doppi canestri laterali: è questa la particolarità più innovativa e importante. Questo per permettere ai disabili più gravi di poter far canestro e incidere positivamente sul risultato finale. Per mettere in discussione la rigida struttu-ra degli sport ufficiali questo sport è stato pensato per includere tutti, diventando, oltre che una vera e

propria attività sportiva, un laboratorio di società. Riguardo ai ragazzi disabili si sono potuti riscontra-re risultati considerevoli: è aumentata la fiducia in se stessi, sono cresciute le abilità psicomotorie e quelle di interazione con i ragazzi e con gli adulti.

Anche i ragazzi normodotati beneficiano di questo percor-so. Nel Baskin imparano ad inserirsi e a organizzare un gruppo che conta al suo inter-no gradi di abilità differenti. Essi devono così sviluppare nuove capacità di comunica-zione mettendo in gioco la pro-pria creatività e instaurando relazioni affettive anche molto intense. Sulla base di queste solidissime considerazioni la

Polisportiva S.Ilario ha deciso di intraprendere questa avventura iscrivendosi al Campionato Pro-vinciale Baskin Senior 2012-2013. Mi auguro viva-mente che questa possa essere un’ottima opportu-nità di crescita personale per ogni giocatore, ricor-dando di non anteporre il singolarismo e l’egoistica voglia di giocare, ma di riuscire a diventare sempre più altruisti e attenti ai bisogni di ognuno.

Federico Copercini

«Spaziogiovani»«Spaziogiovani»

Pag. 8 .

Giovanni Contini, giovane di Sant’Ilario dopo aver percorso il cammi-no di iniziazione cristiana, essere entrato sei anni fa nel cammino neocatecumenale e aver conseguito la maturità linguistica, ha me-ditato la scelta per il sacerdozio. È stato, dai responsabili del Cam-mino, indirizzato al seminario Redemptoris Mater di Curacao nella città di Willemstad nelle Antille Olandesi. Là verificherà la fondatez-za della sua vocazione e si preparerà al sacerdozio. Sappiamo che chi frequenta i seminari Redenptoris Mater è destinato prevalente-mente alla missio ad gentes. Giovanni lascerà Cremona nei prossi-mi mesi, fin da ora gli assicuriamo la nostra preghiera.

La scelta di Giovanni Contini La scelta di Giovanni Contini per il sacerdozioper il sacerdozio

Notiziario delle parrocchie di S. Agata e S. Ilario riservato ai parrocchiani

Calendario Dicembre

Lunedì 24: Ore 9-12 e 15-19 Confessioni in S.Agata e in S.Ilario

Ore 24.00 Eucaristia della notte in S.Ilario

Martedì 25 - Santo Natale: Ore 7,30 Eucaristia dell’aurora in S.Ilario Ore 9.00 Eucaristia in S.Bassano Ore 10.00 Eucaristia solenne del gior-no in S.Agata Ore 12.00 Eucaristia in S.Ilario Ore 17.30 Vespro solenne in S.Ilario Ore 18.00 Eucaristia in S.Ilario Ore 18.30 Eucaristia in S.Agata

Mercoledì 26: Orario festivo tradiziona-le delle S.Messe. Sospeso il Vespro

Giovedì 27: Ore 18.00 suffragio mensile dei defunti in S.Ilario

Domenica 30 - Festa della Santa Fami-glia: Nelle S.Messe delle ore 10.00 pre-ghiera per le famiglie

Lunedì 31: Ore 18.00 Eucaristia e Te Deum in S.Ilario. Non si celebra la pre-festiva delle ore 18,30 in S.Agata Ore 21.00 Veglia della Pace con il Ve-scovo in S.Ilario

Gennaio

Entrano in vigore definitivamente e completamente i nuovi orari e luoghi delle celebrazioni liturgiche

Martedì 1 Gennaio - S.Madre di Dio: Orario festivo

Domenica 6 Gennaio - Epifania del Signore: Orario festivo Ore 16 00 Arrivo dei Re Magi in S.Ilario

Domenica 13 Gennaio - Solennità di Sant’Ilario: Ore 10.00 Eucaristia solen-ne in S.Ilario presieduta dal Vescovo Dante Ore 15.30 Battesimi in S.Agata

da Lunedì 28 Gennaio a Lunedì 4 Feb-braio: Ore 18.30 Novena di Sant’Agata in S.Agata

Febbraio

Venerdì 5 - Solennità di Sant’Agata: Ore 18.30 Eucaristia solenne in S.Agata

Domenica 10: Ore 10.00 in S.Agata Eucaristia solenne nella festa patrona-le presieduta da Mons. Giuseppe Meri-si vescovo di Lodi e Presidente di CA-RITAS ITALIANA

Mercoledì 13 - Inizio del tempo quare-simale: Ore 8.30 S.Messa e imposizio-ne delle ceneri in S.Ilario Ore 17.00 Celebrazione per i ragazzi in S.Ilario Ore 18.30 Eucaristia solenne con im-posizioni delle Ceneri in S.Agata

Casa Parrocchiale di Sant’Agata 0372 - 28791 Casa Parrocchiale di Sant’Ilario 0372 - 20503 Fax per le due parrocchie: 0372- 080923 Mons. Dennis Feudatari Cell. 347 - 7896443 Don Giampaolo Rossoni Cell 348 - 6050937 Don Fabrizio Ghisoni - Vicario 0372 - 21566 - Cell. 333 - 2916156 Don Franco Regonaschi - San Bassano 0372 - 35112

Sito internet: www.santagatasantilario.it

Suffragio mensile in S.Ilario: ore 18.00

29 gennaio, 28 febbraio, 29 gennaio, 28 febbraio, 29 gennaio, 28 febbraio, 29 gennaio, 28 febbraio,

26 marzo. 26 marzo. 26 marzo. 26 marzo.

in S.Agata:ore 18.30 2222 gennaio, 6 febbraio, 6 marzo. gennaio, 6 febbraio, 6 marzo. gennaio, 6 febbraio, 6 marzo. gennaio, 6 febbraio, 6 marzo.

Via Crucis ogni venerdì di Quaresima

ore 15 in S.Agata

ore 18 in S.Ilario

ore 21 in S.Bassano