NELL’OPITERGINO MOTTENSE · Fornaretto di Venezia" e una pedalata sui luoghi dallongaria-ni. A...

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Anno XCIV - Euro 1,00 - Sped. in abb. post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB TV - www.lazione.it 15 marzo 2008 12 Settimanale della Diocesi di Vittorio Veneto NELL’OPITERGINO MOTTENSE Scrittori di ieri e editori di oggi, poeti affermati e bambini in biblioteca. Uniti da una passione comune:la lettura.

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Anno XCIV - Euro 1,00 - Sped. in abb. post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB TV - www.lazione.it

15 marzo 200812S e t t i m a n a l e d e l l a D i o c e s i d i V i t t o r i o V e n e t o

NELL’OPITERGINOMOTTENSE

Scrittori di ieri e editori di oggi, poeti affermati e bambini in biblioteca.

Uniti da una passione comune:la lettura.

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Topi di biblioteca. Dilettanti che però sanno tutto di storia locale. Gente che siporta sempre dietro un libro, anche quando va al gabinetto. Biblioteche am-bulanti. Scrittori con un manoscritto nel cassetto. Fortunati che vivono di quel

che scrivono. Fortunati che vivono per quel che scrivono. Lettori che, come dicevaJorge Borges, vanno orgogliosi delle pagine che hanno letto. Cittadini impegnati acombattere per dimostrare che, sì, anche l’Opitergino Mottense produce cultura, ec-come. Appassionati che sanno a memoria la data di nascita degli scrittori, oltre aquella dei calciatori. Cattolici che sposano fede e cultura.

Questo inserto è per voi. Questa “Azione Illustrata” è per voi.Perché vi condurrà in volo sulle ali della lettura. Anzitutto a fermarsi per ricordare le glorie del passato. I grandi scrittori e poeti a

cui si dedicano piazze e vie, e manifestazioni, soprattutto quando capita l’anniversa-rio. Come ad esempio Francesco Dall’Ongaro da Mansuè, tra due mesi.

Poi decolliamo un paio di secoli più avanti, ed andiamo a conoscere qualche let-terato opitergino-mottense di oggi: poeti, storici, autori di costume… E si badi beneche abbiamo detto “qualche” letterato. Non ci sono gerarchie, né intenzionali omis-sioni, ma solo la voglia di presentarvi alcuni autori di valore. Come quando vai al ri-storante: o mangi pesce, o mangi carne, e anche se sei dal miglior cuoco del mon-do non puoi assaggiare tutto il menu.

La terza e ultima tappa atterra al cospetto di gente di libri. I librai, ché quando seilibraio non puoi essere solo commerciante, sei anche, se non soprattutto, operatoreculturale; gli editori, quelli che trasformano le idee in inchiostro, trasportandole dallamia testa ai vostri cuori, e poi le biblioteche, abitate da due specie (da proteggere!)di amanti della lettura: i bibliotecai, e i lettori.

Saremo a quel punto al termine del volo. A quel punto i piloti – Giacinto Bevilac-qua, Annalisa Fregonese, Giuseppina Piovesana, Andrea Pizzinat e Luca Rossetti -non potranno che augurarvi buon proseguimento, e di avervi presto di nuovo a bor-do con noi de L’Azione.

Tommaso Bisagno

15 marzo 2008

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Settimanale della diocesi di Vittorio Veneto(Iscritto al n. 11 del Registro stampa del Tribunale di Treviso il 21-9-1948 e al Reg. Naz. della Stampa con il n. 3382 vol. 34 f. 649del 5-9-91 - Iscr. ROC n. 1730)

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Questo settimanale è iscritto alla FISCFederazione Italiana Settimanali Cattolici

ed associato all’USPI Unione Stampa Periodica Italiana

Chiuso in redazioneil 3.3.2008 alle ore 9.00

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ILLUSTRATA 5

FATE UN SALTO FINO AL PIAVE…

Storie della Piave.È ciò che chie-diamo a voi, cari

partecipanti al concorsoletterario de L'Azione, edi-zione 2008.

Il tema di quest’annoinfatti è "La Piave, fiume diguerra e di pace".

"Fiume di guerra", cer-to: perché tanto sangue,italiano e austriaco, è sta-to versato sulle sue rive,come ancora oggi testi-moniano sacrari e monu-menti. Ma la Piave è stataanche "fiume di pace",perché attorno alla Piavesi è vissuto per millenni.Lungo la Piave, anche sei libri di storia non lo rac-contano, sicuramente sisono consumati amori etradimenti, si sono com-piuti gesti d'amore ma an-

che - così sono gli uomini- efferatezze e crudeltà.

Su www.lazione.it osul depliant trovate il re-golamento completo delconcorso. Qui ve ne sin-tetizziamo ipunti principali.

Cosa devoscrivere?

Racconti sultema "La Piave,fiume di guerrae di pace", am-bientati nellePrealpi bellune-si e trevigiane.

Quanto de-vo scrivere?

Non più di 8mila battute,spazi inclusi.

Entro quan-do?

Entro i l 12

maggio dovete spedire ilracconto per e-mail a [email protected] oppure,su cd, a L'Azione, via Stel-la 8, 31029 Vittorio Vene-to (TV).

In che ca-tegoria par-tecipo?

Ce ne so-no tre: Bam-bini (quintaelementare eprima me-dia), Ragazzi(seconda eterza media)e Adulti (dai15 anni insu).

Cosa sivince?

Anzitutto,i migliori rac-conti delle tre

sezioni Bambini, Ragazzie Adulti verranno pubbli-cati nel numero specialedi metà agosto de L'Azio-ne. Al numero specialesarà allegata una cartoli-na con cui ogni lettorepotrà votare i raccontipreferiti. Poi, in un pome-riggio d'autunno a Re-frontolo, si terrà la pre-miazione: i più votati del-le tre categorie riceveran-no, oltre a grandi applau-si e alla pubblica letturadei loro scritti, anche unacesta di prodotti tipici delnostro territorio. Ci saràanche un premio specia-le della giuria.

Non ho capito unacosa…

Contattaci a [email protected] o allo0438-940249.

…e cercate ispirazione per il concorso letterario de L’Azione!

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ILLUSTRATA6

Sono i versi 136-140 del canto XVIdel Purgatorio.

Dante Alighieri cita la mi-steriosa Gaia da Camino,nobildonna raffinata ecolta, esempio di virtù se-condo alcuni cronisti, fa-mosa per la scostumatez-za secondo altri. Sarebbenata nel 1270 a Cison diValmarino, data in sposaal cugino Tolberto III daCamino e morta nel 1311a Portobuffolè ma sepoltanella cattedrale di San Ni-colò a Treviso. Nel corsodel suo esilio politico,Dante fu ospitato dalla fa-miglia Da Camino, signo-ri di Treviso, tra il 1304 e il1306. Gherardo Da Cami-no, padre di Gaia, era ca-pitano generale di Trevi-so fin dal 1283. Il sommopoeta dovette trovarsi as-sai bene nella Marca

Gioiosa perché citò il ge-neroso Gherardo tantonella Divina Commediache nel Convivio. Mortochi lo ospitava, Dante la-

sciò Treviso nel 1306, lostesso anno della diparti-ta di Gherardo.

A Portobuffolè si puòvisitare Casa Gaia (nellafoto), un elegante palaz-zo rinascimentale che sitrova proprio al centro delborgo storico. Oggi ospi-ta in forma permanentesugli ultimi due piani ilMuseo del ciclismo Alto

Livenza “DuilioChiaradia e Gio-vanni Michelet-to”, visitato ognianno da circa5000 persone. Iprimi due piani,invece, ospitanot e m p o r a n e a -mente iniziativeculturali e di pro-mozione enoga-stronomica e tu-ristica varie.

Casa Gaia,impreziosita daresti di affreschidistribuiti su piùstanze, il meglioconservato deiquali descrive

proprio la città di Treviso,è in realtà un palazzo ri-nascimentale, risalentepertanto ad un periodopiù tardo rispetto alla pa-rabola biografica di Gaiada Camino. Si tratta, in-somma, di un omaggioalla tradizione culturale estorica di Portobuffolèche trae spunto anchedalla voce secondo laquale Dante Alighieri, nel-le sue gite fuori porta persaziare la sua conoscen-za, si spingesse fino alporto sul Livenza.

Giacinto Bevilacqua

Il sommo poeta nel Purgatorio omaggia Gaia da Camino

Nati, morti, o perfino esiliati nelle nostre terre: grandi letterati hanno portato il loro genio nell’Opitergino Mottense. Porgiamo il doveroso omaggio a qualcuno di loro: e quale miglior inizio se non col Sommo Poeta?

“O tuo parlar m’inganna, o el mi tenta”Rispose a me: “chè, parlandomi tosco,par che del buon Gherardo nulla senta.Per altro soprannome io nol conoscoS’io nol togliessi da sua figlia Gaia”.

DANTE ALIGHIERI A PORTOBUFFOLE’ ?

NEL PANTHEON

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ILLUSTRATA 7

Il 13 settembre 1928all’ospedale di Mot-ta di Livenza moriva

Italo Svevo, il più granderomanziere italiano deltempo. Aron Hector Sch-mitz (questo il suo veronome) era nato a Triestenel 1861 da una famigliaebraica, proveniente dalcentro Europa. Questacondizione di intellettualemitteleuropeo non lo ab-bandonerà più. Dopoaver svolto studi com-merciali anche in Germa-nia, il giovane Schmitzprese a lavorarenell’azienda paterna e,fallita questa, in banca,cominciando nel frattem-po a collaborare con ilgiornale “L’indipenden-te”. Parallelamente all’im-pegnativa attività profes-

sionale, coltiva con cre-scente passione la scrit-tura letteraria. Passano,tuttavia, inosservati i primidue romanzi, “Una vita” eil capolavoro “Senilità”,pubblicati a spesedell’autore rispettivamen-te nel 1892 e nel 1896.Protagonista nei suoi ro-manzi è l ’ inettitudinedell’uomo contempora-neo, incapace di vivere larealtà oltre le proprie pau-re e frenesie, che lo por-

tano regolarmente allasconfitta delle aspirazionie al ripiegamento in unacondizione di autoingan-no, immobilismo, “seni-lità” interiore. Risale al1907 l’incontro che cam-biò la vita e la carriera diSvevo: quello con il ro-manziere irlandese Ja-mes Joyce, che aveva fu-so letteratura e psicoana-lisi con effetti rivoluziona-ri per la storia della lette-ratura. Esce nel 1923l’opera più conosciuta, ilromanzo in forma di dia-rio “La coscienza di Ze-no”, che conferì fama esuccesso all’autore. Ilprotagonista è Zeno Co-sini, commerciante ne-vrotico, che narra in pri-ma persona alcuni episo-di della sua vita, guidati

da una coscienza all’in-terno della malattia esi-stenziale che è anche lamalattia del mondo bor-ghese destinato alla di-struzione. All’apice dellacarriera letteraria, nel1928 aveva dato inizio adun quarto romanzo, rima-sto incompiuto, “Il vec-chione o Le confessionidel vegliardo”. L’operavenne pubblicata postu-ma come numerose no-velle.

Nel settembre dellostesso 1928, infatti, men-tre percorreva la statalePostumia in automobile,Italo Svevo subì un graveincidente stradale. In se-guito alle ferite subite e aproblemi cardio-respira-tori, il grande scrittorespirò il 13 settembre. GB

Svevo è morto per un incidente stradale sulla Postumia il 13 settembre di 80 anni fa

ITALO IL “MOTTENSE”

NEL PANTHEON

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ILLUSTRATA8 NEL PANTHEON

Ricorre quest'an-no il bicentenariodella nascita di

uno dei protagonisti delRisorgimento e del-la letteratura italia-na dell'Ottocen-to: FrancescoD a l l ' O n g a r onasce a Tre-meacque diMansuè il 19giugno 1808da genitoriosti.

I l Comunedi Mansuè haorganizzato laSettimana dallon-gariana che si terràdal 15 al 22 giugno. Tre

gli appuntamenti in car-tellone: una serata di co-noscenza sulla vita e le

opere, la rappresen-tazione del dram-

ma storico "I lFornaretto diVenezia" euna pedalatasui luoghidallongaria-ni. A Porto-buffolè il 24aprile andràin scena il re-cital "Da Tre-

meacque all'I-talia. Sulle orme

di Francesco Dal-l 'Ongaro" con i l

poeta Fabio Franzin,

l'attrice Paola Toma-sella e il pianistaAlberto Rava-gnin. Lo spet-tacolo saràreplicato il 9maggio aVilla Morosi-ni a Prata diPordenone.

Inoltre lapresenza diDall'Ongaronell'Opitergi-no-Mottense èsegnalata in varimodi. A Mansuègli è intitolata la piaz-za, a Oderzo la direzionedidattica. Ancora a Oder-zo in Contrada del Cristo

è visibile la lapide cheil consiglio comu-

nale volle affig-gere nel 1888sulla pareteesterna dellacasa dovetrascorse l'a-dolescenza.A Tremeac-que di Man-suè è ancorain piedi la ca-

sa natale,mentre a Tre-

meacque di Ghi-rano è abitato il

palazzo nel quale vis-sero i Dall'Ongaro fino alNovecento.

Giacinto Bevilacqua

Si celebra il bicentenario della nascita di Francesco Dall'Ongaro

A MANSUÈ SI PREPARA LASETTIMANA DALLONGARIANA

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ILLUSTRATA 9NEL PANTHEON

La famiglia Dall'On-garo da secoli vi-veva a Ghirano ri-

parando e costruendoimbarcazioni fluviali nellosquero di Tremeacque.Nel 1818, per favorire glistudi di Francesco, i Dal-l'Ongaro si trasferisconoa Oderzo, dove rimango-no fino al 1822. A Vene-zia, dove la famiglia era fi-nalmente emigrata, Fran-cesco entra in seminario,venendo espulso per in-disciplina nel 1827. Vieneordinato sacerdote senza

incardinazione nel 1832 aPadova dove, nel frattem-po, aveva aderito al pen-siero mazziniano.

A Trieste nel 1836 en-tra a far parte del circolodi intellettuali triveneti cheaveva fondato "La Favil-la", rivista letteraria e divaria attualità che diressedal 1838 al 1846.

Nel 1847 è espulso daTrieste per attività antia-sburgica. Nel 1849 l'ami-co Giuseppe Mazzini loconvoca a Roma dovenel febbraio si è instaura-

ta la Repubblica. Dall'On-garo è eletto all'Assem-blea Costituente Roma-na. Conclusasi l'esperien-za repubblicana, ripara inesilio nel Canton Ticino,quindi a Bruxelles (Bel-gio).

L'imperatore di Fran-cia Napoleone III lo con-voca a Parigi affidandogliuna missione diplomati-ca:. Dopo 10 anni di esiliorientra in Italia, ma delusodall'esperienza mazzinia-na matura posizioni de-mocratiche più modera-

te, fino ad accettare l'op-zione sabauda.

Nel 1861 è nominatoprofessore titolare dellaprima cattedra di lettera-tura italiana drammaticadel Regno d'Italia a Firen-ze. Trasferito il suo inse-gnamento a Napoli, nellacittà partenopea muore il10 gennaio 1873.

L'orazione funebre uf-ficiale è pronunciata daFrancesco De Sanctis, ilpiù illustre critico lettera-rio italiano della storia.GB

L'avventurosa biografia del letterato

DALLO SQUERO DI TREMEACQUE AD AVVENTURE CULTURALI

IN TUTTA EUROPA

Come collabora-tore prima e di-rettore poi della

"Favilla" Francesco Dal-

l'Ongaro promuove nu-merose campagne-pro-gresso: l'educazione fem-minile; la costituzionedella società filotecnicatriestina e della scuolaagraria, l'istituzione di asi-li per l'infanzia, case perle ragazze madri, scuoledi canto per bambini.

Inoltre fa conoscere lapoesia popolare dei po-poli slavi, la letteraturaspagnola, gli autori regio-nali italiani.

Come drammaturgodiventa celebre grazie a"Il Fornaretto", drammastorico ambientato nellaVenezia del Cinquecento,

contro la pena di morte egli errori giudiziari. Teseall'educazione morale delpopolo e alla denunciadelle condizioni socialidegli strati più bassi sonole quattro raccolte di no-velle. Gli "Scritti d'arte"raccolgono il suo pensie-ro estetico.

Le campagne sociali di Dall'Ongaro dalle colonne della "Favilla"

UNA PENNA AL SERVIZIO DI DONNE E BAMBINI

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ILLUSTRATA 11NEL PANTHEON

C'è una stella in-namorata chedall'alto ammic-

ca a questo ridente ango-lo della Marca trevigiana:è quella di Vittoria Aga-noor. La poetessa, senzadubbio fra le più impor-tanti figure letterarie fem-minili dell'Ottocento, con-tinua ad esercitare il suofascino fra gli appassio-nati di letteratura; ma an-che coloro che amano lanatura, il paesaggio, lepasseggiate amene tro-vano nella scrittrice di ori-gine armena un riferimen-to. Frequenti sono, nellesue liriche, i riferimenti al-l'ambiente, alla campa-gna, al bosco, agli alberi.Tutti elementi caratteriz-zanti la campagna intor-

no a Basalghelle, punteg-giata di pioppeti, attraver-sata dalle limpide acquedel Rasego. Elementi checostituiscono un buonmotivo per percorrere insella ad una bicicletta unadelle strade che attraver-sano il territorio basal-ghellese, tenendo a men-te i versi di Vittoria, so-stando magari davanti al-la villa che la vide giovi-netta. A ricordare questosuo soggiorno c'è unasemplice lapide in mar-mo, posta accanto al can-cello della storica dimora,dov'è ritratta di profilo Vit-toria. Gli abitanti di Basal-ghelle mai hanno dimen-ticato questa stella inna-morata.

La famiglia Arrigoni,

con disponibilità, ha sem-pre messo a disposizionegli spazi della villa ognivolta vi è stata la neces-sità di avere una "loca-tion" adeguata per un'ini-ziativa culturale. È stato ilcaso ad esempio, dellapresentazione di due libri,curati da un professoreinglese che insegna all'U-niversità La Sapienza diRoma, che hanno ripro-posto le liriche di VittoriaAganoor.

Chi volesse rendereproprio completo l'itinera-rio aganooriano, dopoaver visitato in chiesa lacappella donata dalla fa-miglia della poetessa, de-ve recarsi al camposanto.Vi è una semplice cappel-lina funeraria, con scritto

a lettere gotiche il cogno-me "Aganoor". È l'ulterio-re riprova dell'affetto chequesta famiglia nutrivaper Basalghelle, se è arri-vata a desiderare di ripo-sare per l 'Eternità nelcamposanto del paese.AF

La campagna di Basalghelle cantata dalla poetessa

Un catalizzatore di eventi cultura-l i . Così è don Brunone De

Toffol, quando la sua missione di sa-cerdote gli concede uno spiraglio ditempo libero. Don Brunone, originariodi Negrisia, cresciuto a Piavon di Oder-zo, ora è parroco a Trichiana. Nell'Opi-tergino Mottense, al quale lo leganotanti amici e tanti interessi culturali, hadato l'anima per la valorizzazione diVittoria Aganoor, poetessa di origine armena, che perlunghi periodi soggiornò nella sua villa di Basalghelle.Numerose sono state le pubblicazioni di don Brunoneproprio dedicate all'opera dell'Aganoor. Nel 2006 èuscito, grazie al Comune di Ponte di Piave, il suo stu-dio su Busco e sull'antica Abbazia Benedettina diSant'Andrea, un lavoro di ricerca ha occupato don Bru-none per molti anni. Oggi collabora con il giornale del-la Sinistra Piave bellunese "L'Ombra". GP

SULLE STRADE DELLA AGANOOR

Don Brunone De Toffol, catalizzatore di eventi culturali dedicati alla poetessa

TUTTO PER VITTORIA

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ILLUSTRATA14

Il poeta operaio di Motta sta preparando una raccolta di versi sui segni che Dio sparge dentro la natura

Tra poesia e storia, con alterna gloria, alcuni nomi della letteratura e della saggistica tra Oderzo e Motta, oggi

IN DIALETTO I DUBBI E LE VERITÀ DI FABIO FRANZIN

PENNE D’OGGI

Ha ormai varcato iconfini nazionalila fama del poeta

Fabio Franzin. Dalla primaraccolta, “El coeor dee pa-roe”, pubblicata nel 2000,all’ultima e celebrata“Mus.cio e roe (Muschio espine)” del 2007, il poetadialettale di Motta di Liven-za ne ha fatta di strada. Dipremio in premio, sue poe-sie sono apparse in nume-rose riviste e antologie esono state tradotte e pub-

blicate in inglese, cinese,tedesco e sloveno. Ha par-tecipato a rassegne poeti-che in Italia e all’estero.

Quali sono i prossimiimpegni?

“Ho in programma unaserie di letture (tutte fuori re-gione) e un recital in coppiacon un fisarmonicista di fa-ma nazionale. Verso la finedell’anno, o al massimoall’inizio del 2009, uscirà,per il prestigioso editoreAtelier, “Fabrica” un mio

poema in dialetto sul temaoperaio; sono poi in uscitamiei testi su alcune riviste.Sto inoltre lavorando aduna nuova raccolta, sem-pre in dialetto, imperniatasul tema spirituale della fe-de, sui segni che Dio spar-ge dentro il paesaggio, nel-la natura”.

Qual è la maggioresoddisfazione della tuacarriera?

“Il riscontro del pubbli-co alle mie letture. Capire,

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ILLUSTRATA 15

Eugenio Bucciol, di Piavon, specializzato nell’Ottocento

QUANDO QUIC’ERA L’AUSTRIA

PENNE D’OGGIdalla tensione che lo avvol-ge mentre leggo, dagli ap-plausi che seguono, che iltransfert dalla parola scrittaa quella detta è riuscito,che il dono dell’emozioneche le ha generate è accol-to da chi ti ascolta. Poi, cer-to, i premi e le recensionipositive suffragano tale do-no.... Un’altra grande sod-disfazione è stata, nel cor-so degli anni, per me ope-raio che non è andato oltrela scuola dell’obbligo, ri-scontrare la stima e la sim-patia tributatami da quasitutti i maggiori poeti italianicontemporanei”.

Perché nel Nordestnon c’è spazio per le let-tere e ancor meno per lapoesia?

“Difficile rispondere.Credo che la poesia abbiasempre fatto un po’ paura,per le verità che espone,spesso dure, crudeli, lospecchio che pone di fron-te a ognuno di noi, quandoè più semplice abbando-narsi allo scorrere di imma-gini che, apparentemente,sembrano più innocue del-la parola. Nel caso del Nor-dEst mi sembra che la furiaproduttiva dell’ultimo tren-tennio, pur con tutti gliaspetti positivi apportati dalpunto di vista economico,

abbia però inaridito l’animadei suoi abitanti, la curio-sità intellettuale. Di contro,in questa terra, negli ultimidecenni, si è imposto, e af-fermato, un nutrito gruppodi narratori di valore, si èimposto Marco Paolini,con la forza del suo grandeteatro civile”.

Cosa significa per tescrivere in dialetto?

“Cito un mio caro ami-co, Achille Serrao, uno fra imaggiori poeti e critici dia-lettali: “Non è il poeta chesceglie la lingua in cuiesprimersi, ma è la linguache sceglie per esso”. Nelmio caso, tale assunto cor-risponde ad una verità par-ziale, tanto è vero che hoscritto, e scrivo, anche inlingua, ma certo il dialetto,per me, una persona cheparla e pensa in dialetto, èil nucleo dei miei piùprofondi affetti, dei mieidubbi e delle mie verità.Devo aggiungere, poi, cheho la fortuna di vivere inuna terra in cui tale idiomaè ancora molto vivo e,quando per strada sentodei ragazzi parlarsi in dia-letto, penso che il mio sfor-zo, dentro la gabbia idio-matica in cui è costretto,non sia proprio vano”.

Giacinto Bevilacqua

Eugenio Bucciol è nato a Piavon nel 1930. Lau-reato in scienze politiche e in economia e com-

mercio, ha lavorato a lungo a Zurigo e a Vienna. In que-sta città ha frequentato assiduamente gli archivi storicied ha così approfondito le sue conoscenze sul Venetoquale provincia austriaca nell’Ottocento e come terrainvasa dal 1917 al 1918. I risultati delle sue ricerche so-no diventati libri preziosi per la nostra storia. Tante lesue pubblicazioni, tra cui diciannove libri: “Da Nanolo”;“Una vita di confine”; “Antonio Montemezzo, un pittoreitaliano della Scuola di Monaco”; “Il Veneto nell’obietti-vo austroungarico”; “Incontri”; “Dalla Moldava al Pia-ve”; “Da Versailles a Villa Galvagna”; “Le confidenze diun gatto”; “Andando”; “Animali al fronte”; “Il soldatodell’Imperatore”. Fino all’ultimo lavoro: “L’invasione del1917-1918, gli austroungheresi nell’Opitergino-Motten-se” con centinaia di foto d’epoca del Centro documen-tazione storica sulla Grande Guerra di San Polo, cheproprio Bucciol ha trovato e donato a San Polo.

“Quest’ultima pubblicazione - spiega Bucciol - èquasi una conclusione, la summa, di un lavoro che hoiniziato oltre 20 anni fa, quando dalla narrativa sonopassato alla ricerca di materiali d’archivio a Vienna, e lìho trovato una miniera di foto e di documenti inediti sul-la Grande Guerra e sugli anni dell’occupazione. Il libro,nato anche grazie alla collaborazione dell’Ascom diOderzo, ha trovato grande riscontro, al punto che do-po pochi mesi la prima edizione è esaurita e siamo giàalla ristampa”. GP

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Page 11: NELL’OPITERGINO MOTTENSE · Fornaretto di Venezia" e una pedalata sui luoghi dallongaria-ni. A Porto-buffolè il 24 aprile andrà in scena il re-cital "Da Tre-meacque all'I-talia.

Le sue passioni perl’archeologia del

territorio, le tradizioni lo-

cali, il dialetto, l’hannoportata dapprima ad unacollaborazione con la So-

printendenza ai beni ar-cheologici del Veneto epoi alla ricerche d’archi-vio.

Gli archivi di Stato, lebiblioteche, i fondi anti-chi, ma anche l’ascoltodei racconti degli anziani,sono diventati i luoghi delsuo tempo libero.

Da queste ricerchesono nati i libri: “Perso-naggi importanti” nel2001, il racconto storicoper ragazzi “Lupettod’Argento”, nel 2002,“L’abbazia di Sant’An-drea di Busco” con Ul-derico Bernardi e donBrunone De Toffol nel2006, e “Il castello sullamutera”, sul Medioevonell’Opitergino, del 2007.

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ILLUSTRATA16

Cinquanta pubblicazioni di Luciano Mingotto

L’ARCHEOLOGIA SULLA CARTA

Scrivere che passione per la nostra collaboratrice Giuseppina Piovesana

CASTELLI, ABBAZIE E LUPETTI D’ARGENTO

Luciano Mingotto,l’archeologia e la

scrittura. Due passionicoltivate da sempre, finda quando negli anni Set-tanta diede vita al Gruppoarcheologico opitergino.Una passione che è di-ventata una professione elo ha portato ad una cin-quantina di pubblicazio-ni. Fra queste, appuntonel 1982, con il gruppoarcheologico “Dieci annidi ricerche sul territorio”,che descrive i principalisiti ed i ritrovamenti ar-cheologici della seconda

metà del Novecento,nell’Opitergino Mottense.“Svolgo l’attività di pro-gettazione e di restauri ar-chitettonici - racconta Lu-ciano Mingotto - forniscoassistenza agli scavi ar-cheologici. In marzo ini-zierò un nuovo scavo aSanta Lucia di Piave, incollaborazione con il pro-fessor Guido Rosadadell’Università di Pado-va”. I risultati dei suoi sca-vi e dei sondaggi archeo-logici, Mingotto li mette...sulla carta. Sono natiquindi stupendi libri sulla

chiesa di Tempio a Or-melle, sugli acquedottiromani di San Polo, sul“Restauro della castelladi Lorenzaga”, su “Ritro-vamenti nel canale Navi-sego”, e ancora “Due ca-

stelli di Pianura a Oderzoe Motta”. Complessiva-mente una cinquantina dipubblicazioni, scritte inmodo accessibile e divul-gativo, pur trattando i te-mi dell’archeologia e del-lo scavo in modo rigoro-so e scientifico. Fra le suetante opere, una cinquan-tina appunto, di particola-re suggestione è il suo ri-lievo e disegno “Il centrostorico di Oderzo, passa-to e presente di una citta-dina veneta”, che Mingot-to ha pubblicato nel ’95.GP

PENNE D’OGGI

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ILLUSTRATA 17

Emilio Del Bel Belluzè nato a Motta di Li-

venza, dove vive tuttora,nel luglio 1959. Laureato-si in giurisprudenza, ha in-trapreso numerose ricer-che e studi concernenti ledue guerre mondiali e ilRisorgimento italiano. Hacollaborato con la rivistaletteraria “La Castella” eha curato la pubblicazio-ne del romanzo di Paula

von Preradovic “Pave ePiero” e del romanzo del-lo scrittore austriaco Wla-ter Maria Neuwirth “Ison-zo, Piave, Montello”. È au-tore del testo “Da Viennaal Livenza. Un secolo dimemorie” pubblicato coni tipi della Hefti nel 1996.Sono seguiti i romanzi “Ilreduce” (Liberty House,1997), “Il prussiano” (Her-renhaus, 1999), “Scheg-

ge d'acciaio nella bosca-glia” (Herrenhaus, 2000),“Soldati perduti” (Her-renhaus, 2003), “Camera-ti della foresta” (Ritter,2004), “In barca lungo ilf iume” (Herrenhaus,2004) e “Carnera e i mieicampioni” (Ritter, 2006),dedicato al grande pugiledi Sequals. Il sito dell’au-tore è www.emiliodelbel-belluz.com.

Frammenti di storia tra Ottocento e Novecento, tra Italia, Austria e Germania,ispirano i romanzi del mottense Emilio Del Bel Belluz

NOSTALGIA DELL’IMPERO?

Due i fratelli, una so-la la passione: i li-

bri. Ulderico e Mario Ber-nardi non potrebbero es-sere più diversi fra loro,nonostante il legame disangue. Nella diversitàhanno sviluppato entram-bi quella che era un’attitu-dine che è nata nelle loroculle. E non avrebbe po-tuto essere altrimenti, da-to che hanno succhiatoletteratura assieme al lattematerno.

Ulderico: “La passio-ne per la lettura è scaturi-ta dalla curiosità versol’altro, le situazioni, le per-sonalità, la diversità delleculture e identità e dall’ir-refrenabile voglia di leg-gere un qualsiasi pezzo dicarta scritta, fin da picco-lo”.

Mario: “I libri era l’uni-ca ricchezza che aveva-mo. Ho perseguito pertutta la vita questa predi-sposizione alla lettura ealla scrittura”.

Parlate mai con gli al-tri dei lavori che avete incantiere?

Ulderico: “No, non neparlo mai con nessuno.Per timore di non giunger-ne a capo. E poi ho inprofondo disprezzo la va-nagloria”.

Mario: “No, non neparlo. In questo momentoun mio romanzo è in lettu-ra presso due importanticase editrici. Non diconulla, voglio attendere”.

Qual è uno dei librimigliori che siano maistati scritti nell’Opitergi-no-Mottense?

Ulderico: “Potrei dire itesti di Eno Bellis, ricchi dinotizie e squarci poetici.Ma anche Ciro Cristofolet-ti delle ‘Infanzie borghesi’ha scritto cose molto bel-le. E il Dall’Ongaro di cer-ti racconti. Mi inorgogli-sce poi che il più grandescrittore italiano dell’Otto-cento, Ippolito Nievo, ab-bia parlato delle ‘negre

arature di Oderzo’ nellesue Confessioni di un ita-liano. In quelle sue paginemi sento a casa”.

Come stiamo a gio-vani scrittori italiani ditalento?

Ulderico: “Ce ne sa-ranno, ma li aspetto alleprove successive. Mi pia-ce chi è tenace e intantostudia”.

Mario: “C’è una diffe-renza notevole fra gli au-tori italiani dell’immediatodopoguerra ad oggi.L’Italia ha vissuto una sta-gione straordinaria conSciascia, Calvino, Casso-la tanto per citarne alcuni.Oggi non abbiamo piùautori così. C’è il fenome-no Camilleri, ma non fa te-sto, temo rimanga appun-to tale, così come lo è sta-ta la Tamaro. C’è un auto-re importante: SebastianoVassalli, ma ho paura chesi sia stancato. È più riccoil panorama degli autoristranieri”.

Chi è Mario

Nato a Oderzo, ri-siede da sempre

in questa città. Nel cor-so della sua lunga atti-vità professionale di diri-gente di importanti caseeditrici nazionali (Einau-di, Marsilio…), ha conti-nuato ad impegnarsicome storico, narratore,critico letterario ed arti-stico su monografie,quotidiani, riviste ed insvariate collaborazionieditoriali congiunte conaltri scrittori. Poeta ver-nacolare, usa il dialettoliventino.

Intervista doppia agli opitergini Mario e Ulderico Bernardi: “da piccoli i libri erano l’unica ricchezza che avevamo”

FRATELLI PER LA PENNA

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ILLUSTRATA18

Cosa si potrebbe fa-re per incentivare nellepersone il piacere dellalettura?

Ulderico: “Fare pub-bliche letture di libri, inpiazza e nelle scuole, converi dicitori, scegliendo lepagine migliori dei diversiautori”.

Mario: “Abbiamo lapercentuale di non-lettoripiù alta d’Europa. È que-sta una gravissima lacu-na. Si tratta di una que-stione estremamente se-ria, perché attraverso lacultura si possono risol-vere problemi intricati. Ese viene a mancare l’edu-cazione alla cultura… Seuna persona non legge èun ottuso che rimane le-gato ad idee preconfezio-nate, rigide. Porto la miaesperienza di insegnante

all’Università della terzaetà di Treviso. Che è fre-quentatissima. Chiedosempre agli studenti: sie-te abituati a leggere o viaccostate alla lettura perla prima volta? Diciamoche la percentuale si atte-sta sul 50-50.

Cioè una metà ha con-tinuato a leggere dopo lascuola, l’altra metà nonl’ha più fatto. In questa fet-ta vanno ricomprese per-sone con titoli di studio,con lauree. Che ti dicono:non avevo tempo per leg-gere.

Questo è il primoaspetto da sfatare: il tem-po per leggere lo si puòtrovare sempre. Secon-do: la lettura dev’esserevissuta come un fatto nor-male all’interno della fami-glia, non come una cosa

saltuaria o eccezionale”. Dunque l’arcano sta

tutto qui: nel considerarein casa i libri, i giornali unapresenza quotidiana, abi-tudinaria. Così come av-

veniva in casa Bernardi,quando questi due insignistudiosi, oggi noti a livellonazionale ed internazio-nale, erano bambini.

Annalisa Fregonese

Chi è Ulderico

Nato a Oderzo, risie-de con la famiglia a

Treviso. Professore ordina-rio di sociologia all’Univer-sità di Cà Foscari, si occu-pa, come studioso, delrapporto fra tradizione, sucui fondano le identità cul-turali, e i mutamenti indottidalle innovazioni, in particolare nelle culture autocto-ne e dell’emigrazione. Autore di numerose operescientifiche e narrative, dirige la Collana sulle CulturePopolari della Fondazione Giorgio Cini di Venezia; èmembro dell’Accademia Italiana della Cucina. Fra lesu opere di maggior successo ricordiamo “L’abece-derio dei Villani”.

Nelle domeniche del mercatinodell’antiquariato di Porto-

buffolè era facile incontrare don Bru-no Florian in piazza Beccaro, me-scolato fra i visitatori, che accoglievatutti con un sorriso. Nativo di Ceg-gia, era arrivato come parroco a Por-tobuffolè. Città che non ha mai la-sciato, nella quale si è addormenta-to per l’eternità.

Lo legava alla comunità portuense l’affetto profondounito al desiderio appassionato di conoscere la storiadell’antica cittadina. Don Bruno è stato fra i primissimi ametter mano ai carteggi conservati nell’archivio in mu-nicipio. Con pazienza ha decifrato quel “Ricordo di Por-tobuffolè” lasciato dall’Andreetta, andando poi a “leg-gere” e ad interpretare gli affreschi che si trovano sullepareti di Casa Gaia. Fra i suoi lavori più noti la “Guida diPortobuffolè”, edita dalla Pro loco; nel 1996 apparve“Portobuffolè ieri e oggi…”, storia accurata della città,ricca di date, citazioni, aneddoti, episodi che altrimentisarebbero perduti. AF

Il compianto don Bruno Florian si è dedicato a riscoprire e valorizzarele bellezze del paese di cui fu parroco

PORTOBUFFOLÈMIA CARISSIMA

Aldo Cappellotto, diacono, laureato e... scrittore

Per tutti è Aldo diacono. Permolti è, in aggiunta, un ap-

passionato studioso che sa pureessere scrittore. Il libro più noto diAldo Cappellotto è “Evangelizza-zione in osteria” (Dario De Bastianieditore). Una formidabile e origina-le opera, attraverso la quale il Van-gelo viene raccontato in modosemplice e diretto, talvolta con untocco di humour. Sfruttando l’originale formula dellachiacchierata fra amici, l’autore espone dubbi, doman-de, supposizioni che poi sono quelle della gente comu-ne. Lino e Stefano, figure di fantasia, rispondono ai dub-bi; fra gli ospiti dell’osteria talvolta c’è il parroco. Una for-mula davvero geniale quella individuata da Aldo Cap-pellotto per parlare di religione, anzi di religioni, di fede,di ateismo. Opitergino doc, Aldo Cappellotto si è lau-reato a Cà Foscari a 69 anni con una tesi su Edith Steined è riuscito pure a conseguire un master. Nonostantei suoi molti impegni, tiene fede al suo servizio di inse-gnante all’Università della terza età. AF

DISCUTERE IL VANGELOIN OSTERIA

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ILLUSTRATA 19

Bepi Barbarotto, più che un commerciante un “missionario”

LIBRAIO, EDITORE, COLLEZIONISTA DA 50 ANNI

Non esistono scrittori se non ci sono lettori; venite con noi a conoscere librai, editori e genti di biblioteca, rappresentanti di spicco della genia di chi non può e non vuole stare senza leggere

GENTE DI LIBRI

In origine, accanto ailibri in vendita, pro-poneva francobolli

da collezionare. “Con iltempo l’interesse dei gio-vani per la filatelìa è an-dato scemando – diceBepi Barbarotto, libraio aOderzo-. Nel frattempo,avevo notato come ad al-cuni clienti piacessero i li-bri di storia locale. Decisiallora di specializzarmi”.

La Libreria Opiterginafesteggia quest’anno le

nozze d’oro essendo sta-ta aperta nel 1958 da Be-pi Barbarotto. “Decisi dilanciarmi in quella che,più che un’avventura,sembrava una missione:vendere libri”. Vendere li-bri quando l’analfabeti-smo era ancora diffusissi-mo e nelle famiglie siguardava a ben altre ne-cessità che non la lettura.“Resistere – ammette –non è stato facile. Le cosecambiarono gradualmen-

te. A dare un forte impul-so fu senza dubbiol’estensione dell’obbligoscolastico alle medie infe-riori”.

Accanto all’amore peri libri, Bepi Barbarotto hasempre coltivato quelloper il collezionismo dicartoline, stampe, docu-menti antichi, fotografie,proclami. “Un giorno miresi conto di avere un pa-trimonio che meritava diessere divulgato”. Nasce

così, accanto al libraio,l’editore. “Il primo librorealizzato, che mi ha datotanta soddisfazione – rac-conta – è stato ‘Tra Piavee Livenza, immagini e pa-role’”.

Era il 1986. A questoprimo volume ne seguo-no altri, si rafforza la fortu-nata collaborazione diBarbarotto con l’amicoscrittore Mario Bernardi.Un libro di cui andare fie-ri? “Senza dubbio ‘Museo

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ILLUSTRATA 1LIBRI

Come si può parlare di letterati, editori e lettori…senza parlar di libri? Impossibile, ofcourse. Ed allora eccoci con una rassegna delle recensioni dei libri opitergino-mottensi,per tema o per autore, pubblicate tra 2007 e 2008 da L'Azione.

E allora è doppio l'augurio di…buona lettura!

LA GRANDE GUERRA Foto d'epoca e testimonianze raccolte da Eugenio Bucciol e Mary Norma Rado

LA GRANDE GUERRA A RUSTIGNE'

IL DIARIO DI CUNEGONDA

"Rustignè - La Grande Guer-ra 1915-18. A 90 anni dal-

l'invasione" è il titolo di un ricco vo-lume, a cura di Eugenio Bucciol eMary Norma Rado. Gli avvenimentidella Grande Guerra hanno toccatopesantemente il piccolo paese diRustignè, al punto da devastarlocompletamente. "Non c'era nientedi niente, in nessun posto, era tuttoconsumato", rac-contano i testimo-ni dell'invasione.Nel libro si ricor-da anche l'atto dieroismo del pilotaGiannino Ancil-lotto che abbattél ' o d i a t i s s i m oDraken, il palloneaerostatico dal

quale l'invasore spiava imovimenti degli italiani, aldi là del Piave. "Una matti-na mentre eravamo con ilnaso all'insù per vedere ilDraken, arrivò un aeropla-no: vedemmo del fuoco el'aereo passare in mezzo alpallone. Tutto venne giù.Ma più tardi tornammo a re-cuperare qualche pezzettodi tela e portarlo a casa co-me ricordo", racconta For-tunata Serafin. A Mary Ra-do il merito di aver raccoltopazientemente i ricordi dei pochi ul-timi testimoni. Il libro è corredato dafoto d'epoca gelosamente conser-vate nelle case di Rustignè da pro-fili dei Cavalieri di Vittorio Veneto edei medagliati al valore ed è arric-

chito anche da preziose stampe diGina Roma.

EUGENIO BUCCIOL-MARYNORMA RADO, Rustignè - LaGrande Guerra 1915-18. A 90 an-ni dall'invasione, 15 euro

Il libro, pubblicato grazie allasensibilità di Bepi Barbarotto e

commentato da Mario Bernardi, è ildiario che Cunegonda Bozzetto-Roman, giovane sposa di Piavon,scrisse su alcuni fogli di carta, neimesi dell'occupazione austrounga-rica del 1917/18. È un diario di stu-penda finezza, di coraggio, di lacri-me, scritto in un linguaggio misto fradialetto e italiano, con immediatez-za e sincerità. In casa di Cunegon-da al Valentigo passarono e si fer-marono "reggimenti e reggimenti",scrive lei stessa. A fatica riuscì a

salvare qualche cosa, finché dovet-te abbandonare la casa e sfollare aRonche. In quei momenti terribili,con tutti gli uomini al fronte, Cune-gonda sente il bisogno di scrivere:"Un po' di memoria voglio farla, per-ché se per caso io dovesse perire,ma Tecla o uno dei figli resteranno,e se vi sarano possibile conservarequesta carta vedrette e crederette,ma non piangette perché io ho pian-to abbastanza". Parole che fanno diCunegonda-Bozzetto una donnaeroica, un pilastro di forza, sensibi-lità, preveggenza. E le conferiscono

quella me-daglia al va-lore che invita non eb-be.

C U N E -G O N D AB O Z Z E T -T O - R O -MAN, "Dia-rio dellapaura edella fame nell'anno dell'occupa-zione 1917-1918", Libreria editriceOpitergina

Una giovane donna di Piavon racconta i duri mesi dell'occupazione

Gli invasori austro ungarici davanti alla piazza di Rustignè

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ILLUSTRATAII LIBRI

Ricostruita grazie a pergamene antiche da Giuseppina Piovesana

LA VITA QUOTIDIANA DEI DA FOSSALTAQualche anno fa, in un cas-

settone dimenticato nel ca-stello dei nobili Onigo di Pederobba,furono trovate decine di pergameneantiche. Restaurate e lette, si rive-larono stupefacenti: raccontano lavita medievale quotidiana, nel no-stro territorio, fin dal XIII secolo.Molte di queste pergamene riguar-

dano i da Fossalta, imparentati congli Onigo per via di un matrimonio.Giuseppina Piovesana, attraversoquei documenti, ha ricostruito le vi-cende dei Da Fossalta, di originelongobarda, che ressero il castellodi Oderzo per conto degli Ezzeliniattorno alla metà del Duecento. I DaFossalta appartennero al Consiglio

dei Trecento, furono podestà a Co-negliano, ebbero in feudo molti ter-reni fra Torre di Mosto e Sacile e, fi-no all'inizio del Quattrocento, il ca-stello sulla mutera di Fossalta Mag-giore.

GIUSEPPINA PIOVESANA, Ilcastello sulla mutera dei nobili si-gnori da Fossalta, 8 euro.

L'EPOPEA DELL'IMMIGRAZIONEPiavon, oggi la frazione più po-

polata del comune di Oder-zo, ospita tantissimi immigrati stra-nieri, ma poco più di unsecolo fa fu terra di emi-grazione. Soprattuttoverso l 'America delSud, verso il Brasile. Ul-derico Bernardi, nel suoultimo libro racconta l'e-migrazione di molte fa-miglie venete, verso laterra promessa, al di làdell'oceano. Bernarditratteggia un affrescoquasi epico di Oderzo:dai fasti antichi legati alperiodo della colonizza-zione romana fino ai

giorni dell'annessione all'Italia. Laconsolidata esperienza narrativadello scrittore opitergino fa de "Il

lungo viaggio" un libroavvincente e coinvol-gente. Quasi come inun film, scorrono fra lesue righe i "carri dallealte ruote che attra-versano le selve bra-siliane", gli infiniti oriz-zonti di un modo com-pletamente scono-sciuto per Paolo Bor-tolus e per la sua fa-miglia, che ha abban-donato il Veneto persempre, lasciando quila casa e soprattutto i

morti nel cimi-tero: forse que-sto abbandonoè i l lutto piùgrande. Gusto-se le pagineche tratteggia-no con vivezza“el Degan”,monsignor Carlo Nardi, impegnatoa difendere i poveri contadini controborghesi e aristocratici ormai fuoridalla storia e incapaci di gestire l'e-conomia del territorio, come sareb-be stato loro dovere.

ULDERICO BERNARDI, Il lun-go viaggio. Dalle terre venete allaselva brasiliana, Santi Quaranta,12 euro.

Storie, foto e testimonianze raccolte da De Luca, Cappelletto e Grassi

85 ANNI DI SCOUTISMO OPITERGINONel centenario dello scouti-

smo mondiale, il libro cele-bra, ricorda, valorizza gli opiterginiche fecero parte del movimento, daisuoi albori al patronato Turroni ne-gli anni Venti fino ai giorni nostri.Volti, storie, avventure raccontateda pagine di diari, documenti stori-

ci, fotografie, articoli e dalle voci de-gli stessi protagonisti che hannoaperto il loro scrigno di ricordi, rega-lando momenti di vita, aneddoti e ri-flessioni che altrimenti sarebberoandate perdute nel tempo. Il libro èun tentativo inedito di preservare edesaltare la memoria storica dello

scoutismo a Oderzo, che vanta 85anni di vita: una lunga strada trac-ciata nel servizio, nella fede e nellacomunità, contribuendo silenziosa-mente alla crescita sociale e civiledel territorio. Gli autori del libro so-no Bruno De Luca, ingegnere e vi-cesindaco di Oderzo, attivo per 13

Ulderico Bernardi accompagna Paolo Bortolus da Piavon alla selva brasiliana

La fatica di avanzare nella selva in Brasile

STORIA E STORIE LOCALI

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ILLUSTRATA IIILIBRI

"Musc.io e roe" è l'ultimo librodel poeta mottense Fabio

Franzin. E' un'antologia di testi edi-ti (riproposti con revisioni, correzio-ni ed anche esclusioni dai libri "Elcoeor dee paroe" e "Canzon daaProvenza e altre trazhe d'amor") einediti (circa una trentina) che sinte-tizzano, per scelta dello stesso au-tore, i primi 15 anni di produzionedialettale di Franzin. Il pluripremiatopoeta dialettale, molto più stimato econosciuto in giro per l'Italia, dove èspesso convocato a partecipare amanifestazioni letterarie di prestigionazionale e a rassegne poetiche in-

ternazionali, che non in "patria", haormai raggiunto una maturità e unrespiro artistico autorevoli. "Le ra-gioni che mi hanno spinto a ripren-dere in mano quelle due opere pre-cedenti, a rivederle, riscriverle, ri-collocarle e a voler riproporne unaparte sono la continua richiesta daparte di "aspiranti lettori" impossibi-litati a procurarsele perché mi era ri-masta solo la copia di ricordo e il fat-to che suddetti testi avessero, inrealtà, circolato poco e poco o nullaavesse potuto occuparsene la criti-ca, proprio perché usciti in edizionilimitate e quasi clandestine" ha

spiegato Franzin.Chi si addentranella lettura diquesto sincerocantore del senti-mento vero, del-l'autenticità del dolore e della malin-conia del ricordo, consapevole chela vita presenterà sempre sorpresebelle e brutte, non può che rimane-re ammaliato dal taglio squisita-mente popolare dei personaggi edelle situazioni descritte negli 85 te-sti presenti.

FABIO FRANZIN, "Mus.cio eroe", Le voci della luna, 12 euro

Sergio Momesso ricostruisce "La collezione di Antonio Scarpa"

LUMINARE DI MEDICINA, APPASSIONATO D'ARTE

Uno dei personaggi più illustridella storia delle nostre terre

è certamente Antonio Scarpa. Natoa Motta di Livenza nel 1752, è ricor-dato come un luminare dell'anato-mopatologia. La sua carriera acca-demica è sfolgorante, insegnandoprima a Modena e poi a Pavia. Inquest'ultima città ricoprirà ruoli digrande prestigio, tra cui rettore del-l'Università e direttore del Museo distoria naturale. I suoi meriti scienti-fici sono pienamente riconosciuti

dagli storici mentre meno nota è lasua attività di collezionista. Abban-donato l'insegnamento, Scarpa ini-zia ad acquistare opere d'arte di no-tevole qualità, fino alla morte avve-nuta nel 1832. Lo storico dell'arteSergio Momesso ha ricostruito que-sta affascinante vicenda durante ilsuo dottorato di ricerca all'Univer-sità di Padova. Questi studi sono di-ventati un ampio volume (440 pagi-ne, 56 euro) edito da BertoncelloArtigrafiche. Scarpa aveva creato la

sua col-l ez ioneg r a z i eall 'aiutodi alcuniprotago-nisti del-la cultu-ra neo-classica, tra cui Luigi Bossi e Giu-seppe Longhi. Il primo nucleo di la-vori, che acquista nel 1808, derivain gran parte dalle raccolte estensi

anni nell'associazione scout; Anto-nio Cappelletto, insegnante in pen-sione, tra i riorganizzatori del grup-po Esploratori Murialdini nel 1945;Elena Grassi, giornalista pubblicistaed educatrice audiovisiva, già coc-cinella dell'Agesci negli anni Ottan-ta. Il volume è stato realizzato con il

patrocinio del Comune di Oderzo,della Provincia di Treviso e del co-mitato regionale dell'Agesci.

BRUNO DE LUCA-ANTONIOCAPPELLETTO-ELENA GRASSI,85 anni sulla strada - Storie, vocie avventure dello scoutismo opi-tergino, Becco Giallo, 15 euro

La raccolta "Mus.cio e roe" riassume 15 anni di produzione poetica in dialetto

IL MEGLIO DI FRANZIN

Gruppo di scout di Oderzo. Primo a destra è il collaboratore de L'Azione Gaetano De Biase

PAGINE MOTTENSI

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ILLUSTRATAIV LIBRI

Sartori e Vivaldo raccontano, in bianco e nero, la tragedia di Ustica

COI FUMETTI NON SI SCHERZASe saltate la prefazione di

Walter Veltroni, perdete po-co. Se non volete scorrere la rapidacronistoria di tuttoquel che (non) è sta-to fatto dal 27 giu-gno 1980 ad oggi,peccato. Se non vo-lete soffermarvi su-gli interventi in chiu-sura, come quellodella presidente del-l'associazione deiparenti delle vittime,pazienza. Ma alme-

no guardate le figure, in questo li-bro. Perché le figure sono la polpa.Una polpa che merita leggere.

"Ustica - scenari diguerra" è, infatti, 87pagine di fumetto di"cronaca storica", co-me il nome della colla-na in cui l'editrice lo hainserito. Le idee e leparole di Leonora Sar-tori (nella foto) e ilbianco e il nero di An-drea Vivaldo rinfre-scano la memoria su

una gran brutta storia. E se nelle pa-gine crescono sia Marcello Colbi,18 anni nel 1980, scampato per ca-so al DC 9, che la mole delle inda-gini (e dei depistaggi), alla fine la vi-cenda non può che tornare in flash-back a quel giorno di inizio estate.Perché lì continuano a tornarci, nelfumetto e nella vita, i parenti dellevittime. In attesa che qualcuno sidegni di spiegare chi altro c'era nelcielo sopra Ustica.

LEONORA SARTORI E AN-DREA VIVALDO," Ustica- Scena-ri di guerra", Editore Becco Giallo

Con Federico De Nardi luoghi e volti degli scrittori della Marca

SULLE TRACCE DI AGANOOR E COLLEGHIIl primo volume del tour turisti-

co letterario di Federico DeNardi (una sorta di guida con ritrat-ti degli autori, foto e indirizzi deiluoghi) "sulle tracce degli scrittori"della Marca tratta di Aganoor, Bar-tolini, Bembo, Berto, BianchettiDrigo, Browning, Calzavara, Casa-nova, Cerletti, Comisso, Dante, Da

Ponte, Della Casa, Dos Passos,Gaia da Camino, Giacomelli, He-mingway, Maffioli, Mazzotti, Pari-se, Petrarca, Giorgio e Sergio Sa-viane, Spagnol, Stark, Teotochi Al-brizzi, Venanzio Fortunato e Vero-nese.

Il viaggio si ferma a metà, ricor-rendo più all'aneddotistica che al-

l'analisi storica, ma il fascino rima-ne comunque nel rileggere e risco-prire quanto uomini (e donne) dilettere hanno trovato in ogni epocaispirazione nei tanti luoghi amenidella Marca gioiosa.

FEDERICO DE NARDI, Sulletracce degli scrittori, Edizioni Au-relia

di Modena, una della più illustri rac-colte italiane. Alla sua morte non la-scia discendenti diretti e la collezio-ne è ricevuta in eredità dal fratello edal nipote. Questi inaugura nel1869 un edificio appositamente co-struito a Motta di Livenza per conte-nere ed esporre le opere. Nel corsodi tutto l'Ottocento la pinacotecaScarpa è una della più rinomate delNord Italia. Molti studiosi d'arte mo-derna, come Cavalcaselle e Morel-li. la visitano e ne lasciano testimo-nianza. A fine secolo però gli eredidi Scarpa decidono di vendere la

raccolta, che viene battuta all'asta aMilano. Le opere finiscono nei mag-giori musei d'Europa. Per capire lavalenza di questa collezione bastapensare ad alcuni capolavori che nefacevano parte: il San Sebastiano diMantegna (oggi alla Cà d'Oro di Ve-nezia), un Ritratto di Sebastiano delPiombo (venduto al Museo di Buda-pest) e una celebre versione di Giu-ditta di Orazio Gentileschi. Momes-so ha compiuto un lavoro completoricostruendo quali opere facevanoparte della collezione e la loro at-tuale collocazione. Il testo che illu-

stra ogni dipinto porta l'attribuzioneottocentesca (del tempo di Scarpa)e l'attuale. Il volume è impreziositoda tutta una serie di documenti re-lativi alla varie vicende della colle-zione.

Questo è un libro dal grande va-lore storico-artistico che porta il let-tore nelle dinamiche e nell'evolversidi una della più ricercate collezionid'arte formatesi nell'Ottocento.

SERGIO MOMESSO, La colle-zione di Antonio Scarpa, Berton-cello, euro 47.60 (su www.piccolali-breria.com)

ALTRI SCAFFALI

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ILLUSTRATA22

La Tredici Edizioniè nata a Oderzonel 1989. In questi

anni è cresciuta fino a di-ventare una realtà conso-lidata nel panorama edi-toriale nazionale. L’idea-tore Lorenzo Taffarel èriuscito a concretizzareun sogno inedito, per ilnostro territorio: fondareuna casa editrice rivoltaessenzialmente all’infan-zia e al mondo dellascuola. Con il tempo, etanto lavoro, la sua crea-tura è talmente cresciutache...“non ci si stava piùnei capannoni di Camino

- racconta Lorenzo Taffa-rel -. A Oderzo resta la se-de redazionale, ma la se-de commerciale è a Pon-zano.Ora nell’azienda la-vorano anche i miei duefigli. Sono loro il futuro”.

Ma torniamo al passa-to. Come è nata la casaeditrice?

“Lavoravo come inse-gnante elementare- rac-conta Taffarel- ma giàscrivevo per la casa edi-trice De Agostini. Mi sonodetto: perché non farequalche cosa anche perme? E così, nell’89 ho ini-ziato. Mi sono rivolto al

settore scolastico soprat-tutto della scuola elemen-tare. Ho pubblicato an-che alcuni testi di altro ti-po e di attualità, comeuna monografia sulDall’Ongaro, ad esempio,ma è sempre rimasta unacosa estemporanea”.

L’attività editoriale del-la Tredieci si articola in tresettori principali: la narra-tiva a carattere storico,sempre rivolta ai ragazzidelle scuole dell’obbligo(da tre a dieci anni, di quiil nome dell’azienda);pubblicati già una ses-santina di libri. Poi ci so-

opitergino’, la ristampaanastatica dell’opera diGaetano Mantovani editanel 1874”. Fra gli ultimisuccessi dell’editore, chesi sta avviando alla se-conda edizione, è il diariodi Cunegonda BozzettoRoman, una straordina-ria pagina di storia rac-contata da una donna diPiavon che visse l’occu-pazione austriaca dopoCaporetto. L’attività diBepi Barbarotto non siferma. “Nelle case c’ètanto materiale, forse ipiù non se ne rendonoconto. Quando muoreuna persona anziana latendenza è di buttare tut-to. A volte si distruggonodocumenti preziosi”». Ilsuo è un garbato invito.Prima di gettare quellalettera ingiallita scovatain fondo ad un cassetto,meglio pensarci due vol-te. Potrebbe essere un ri-taglio di storia.

Annalisa Fregonese

Da quasi vent’anni è concreto il sogno di Lorenzo Taffarel

SI PUO FAREL’EDITORE

ANCHE A ODERZO

GENTE DI LIBRI

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ILLUSTRATA 23

Gianni Zaghis, trent’anni al Becco Giallo:“ormai non faccio più distinzione

tra la mia professione e la mia persona”

UN UOMOCHIAMATO

LIBRAIO

no i testi para-scola-stici, i cosiddetti qua-derni operativi e di ap-profondimento allevarie discipline scola-stiche, con una qua-rantina di titoli. Ed infi-ne il settore dei libri ditesto: tutta la gammadei sussidiari e dei li-bri di lettura per quel-le che si chiamavano,con un bellissimo ter-mine, scuole elemen-tari. “E ora stiamo stu-diando il modo di en-trare anche nell’edito-ria scolastica dellascuola media”. LaTredieci Edizioni è sem-pre presente alle maggio-ri fiere nazionali del libro.“Ma abbiamo avuto mo-do di apprezzare moltol’iniziativa Libri in Cantinadi Susegana, una manife-stazione rivolta all’edito-ria del territorio, molto va-lida”. Oltre ai tanti autoridi narrativa per l’infanzia

che hanno scritto per laTredieci, Lorenzo Taffarelha dato modo di espri-mersi anche a numerositalenti dell’illustrazione,come Tiziana Furlan (nel-la foto una copertina Tre-dieci da lei illustrata), al-lieva della scuola di Sar-mede. Per informazioni:www.tredieci.com.

Giuseppina Piovesana

GENTE DI LIBRI

Il “Becco Giallo” erauna rivisita satirica

degli Anni Venti. Un gior-nale quasi sconosciutoche, trent’anni fa, ha datoa Gianni Zaghis l’ispira-zione per il nome da darealla libreria che volevaaprire. Sono passati ap-punto tre decenni, i tempisono cambiati e la libreria“Becco Giallo” ha mante-nuto il passo. Chiediamoa Gianni Zaghis: cosa ti

ha dato quest’esperienzalibraria? “A livello perso-nale tantissimo. Ho in-contrato tante persone,attraverso i libri si sonoaperte porte su mondiche neppure immagina-vo. Arrivato a questo pun-to non faccio più distin-zione fra la professione ela mia persona”. Il libraioe Gianni sono diventatiun tutt’uno.

“La libreria ha alimen-

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ILLUSTRATA24

tato in modo straordina-rio il mio desiderio di co-noscere – continua Za-ghis – ho scoperto in mecuriosità che neppurepensavo di avere”.

Dal 1978 al 2008:com’è cambiato il lettore?“Moltissimo. Trent’anni faeravamo le Tre Venezie,adesso siamo il NordEst.Il nostro è un territoriodalle contraddizioni mol-to forti, nel contempo pre-senta straordinarie viva-cità e ricchezze sociali eculturali. Il lettore odiernoè preparato, evoluto. Nongli si possono raccontarefavole, ciò che chiede èpreparazione, competen-za. Perciò davanti al letto-re resto un passo indie-tro. Nella nostra libreria sigira liberamente, si apro-no e si consultano libri.Noi arriviamo quando civiene richiesto un consi-glio, un parere, un ap-profondimento”.

I giovani continuano a

leggere poco…“Un mio consiglioè di far diventare il ibri, i giornali,“normali” in fami-glia. Se i ragazzivedono che i geni-tori leggono, com-mentano i giorna-li, sono natural-mente portati afarlo anche loro.La prima agenziaeducativa sono gliadulti di riferimen-to: genitori, inse-gnanti. Vediamo, e lo di-co con grande serenità erammarico, che le scuolehanno scarsissime risor-se, e quindi ben pocopuò essere dedicato allapromozione della lettura.La stessa cosa vale per ibilanci dei Comuni: allavoce “cultura” entranospesso le iniziative più di-sparate, ma ben pochehanno a che fare con i li-bri”.

Annalisa Fregonese

Il “Becco Giallo” è pure casa editri-ce, specializzata in “graphic novel”,

cioè racconti a fumetti di eclatanti casid’attualità: Unabomber, Chernobyl, tan-to per citarne un paio. Tra gli autori diBecco Giallo anche la mottense Erika DePieri e Paolo Cossi di San Cassiano.

Queste edizioni hanno riscontratoparecchio successo, non solo fra gliamanti del fumetto. Tanto che il “BeccoGiallo” ha avviato una collaborazionecon Rizzoli. Per informazioni: www.bec-cogiallo.it.

ABBIAMO MESSO IL BECCO NEI FUMETTI

GENTE DI LIBRI

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ILLUSTRATA 25

Sergio Momesso racconta la sua città: quella che vede e quella che vorrebbe

“MOTTA, HAI LUOGHI BELLISSIMI: SFRUTTALI

PER OCCASIONI DI CULTURA!”

Vendere libri è unmestiere privile-giato o… alla fine

si tratta pur sempre divendere?

“Bisogna dire anzitut-to - risponde Sergio Mo-messo, titolare della Pic-cola Libreria dietro l’An-golo e operatore culturalea Motta - che la mia espe-rienza è limitata a quattroanni e circoscritta a Mot-ta. Posso dire che fare il li-braio è un’attività che, adifferenza delle più stralu-nate e fantasiose aspetta-tive, si è rivelata molto po-co intellettuale. È inveceun’attività commerciale,che, se indirizzata allavendita di libri nuovi, siscontra con margini ridot-tissimi e deve puntare,naturalmente, su alti nu-meri e su una vasta circo-lazione di clienti. Cosa

che a Motta non è propriocosì facile. Perché è unpaese che, almeno dalpunto di vista commer-ciale, è in coma letargico,se non in piena agonia ir-reversibile. E non dipen-de dagli attuali ammini-stratori, beninteso, ma da

scelte scriteriate compiu-te negli ultimi 20-30 anni eda una contemporaneamarginalizzazione delpaese dai grandi flussicommerciali nel territorio.

Nonostante questo ècomunque un lavoro incui non mancano le sod-

disfazioni. È straordinariosoprattutto quando si rie-sce a consigliare un ra-gazzo a lasciare un best-seller molto pubblicizzatoper un libro poco cono-sciuto, ma che ti scavadentro e poi non ti si to-glie più dalla testa. Oquando finalmente si rie-sce a presentare un buonlibro con un autore chepoi ti resta amico. Machiaramente sono soddi-sfazioni che non hannoniente a che fare con ilcommercio”.

Com’è lo stato dellacultura a Motta? ”Mottanegli ultimi 10-12 anni èdiventata un paese moltobello dal punto di vista ur-banistico, con piazze,slarghi e passaggi cheprima non c'erano; spazied edifici prima trascuratio decadenti ed ora rinno-

GENTE DI LIBRI

Sergio Momesso

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“Il portale www.la-castella.it - rac-conta Momesso -

è nato nel febbraio 2006per affiancare l'attività delCentro arti visive, che conun gruppo di amici ten-tammo di avviare presso"La Castella", pregevoleedificio cinquecentesco(nella foto sotto) che sor-ge proprio di fronte alDuomo in centro a Motta.Tuttavia dopo alcune mo-stre importanti organizza-te con successo (AllaMotta nel '500, Elio Ciol,Emilio Pian ecc.) la pro-grammazione culturaledel nostro paese ha pre-so una direzione diversa,le cui scelte non abbiamopiù creduto di poter con-dividere.

Di conseguenza il por-tale web, sganciato dalCentro arti visive, è diven-tato il nostro strumento dicomunicazione privile-giato. Ci siamo convintiche sia utile avere uno

strumento dina-mico e flessibilecome il nostroportale perchéla gente possaconoscere ciòche accade epossa esprime-re liberamentela propria opi-nione. Ora cistiamo impe-gnando a segui-re la campagnaelettorale. Ma èchiaro che dopole elezioni nonabbandonere-mo l ' impegnointrapreso. Perfare questo con-tiamo molto an-che sulla libera e sponta-

nea partecipazione dellagente”.

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ILLUSTRATA 27

vati. È diventato un postoaccogliente, adatto a rea-lizzare tante cose impor-tanti. Ma, paradossal-mente, se vuoi trascorre-re un momento intelli-gente, purtroppo quasisempre ti devi allontana-re.

Se gli eventi organiz-zati sono finalizzati alsemplice uso e consumodella popolazione locale,alla lunga risultano sterili.Sono cose buone e giu-ste, lo ammetto, ma ilproblema è che non ci sideve appiattire su di es-se, si deve fare molto dipiù. Oltre a questo, nelsettore culturale, Mottanon sa sfruttare a pienole proprie potenzialità. Cisono edifici splendidi co-me la biblioteca civica, laCastella e la fondazioneGiacomini che potrebbe-ro lavorare in rete e costi-tuire una fucina di idee edi attività...”.

Luca Rossetti

LA CASTELLA, COS'ERA IERI

E COS'È OGGI?

GENTE DI LIBRI

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ILLUSTRATA28 GENTE DI LIBRI

La quasi quarantenne biblioteca opitergina oggi è affidata alla Fondazione

ODERZO CULTURA

La biblioteca diOderzo, istituitanel 1969, è stata

aperta al pubblico l’annosuccessivo presso una exabitazione privata in viaGaribaldi, di fronte allabarchessa di palazzo Fo-scolo.

Da quando è stata ria-perta nel 2002, a seguitodi un importante restau-ro, si presenta con unaveste rinnovata che l’haresa più efficiente e fun-zionale.

Dal gennaio 2006 lasua gestione è affidata in-teramente alla Fondazio-

ne Oderzo Cultura, dellaquale è fondatore e pro-motore i l Comune diOderzo. Una speciale“carta dei servizi” mettenero su bianco quali sonoi servizi che la bibliotecadeve offrire e quali sono idiritti e i doveri degli uten-ti.

La biblioteca organiz-za periodicamente degliincontri, rivolti soprattuttoai più piccoli, per incenti-vare la lettura. Inoltre ade-risce al progetto di “inter-prestito provinciale” in-sieme ad altre 61 bibliote-che di tutta la provincia.

L’Azione ti conduce a scoprire le bellezze della biblioteca

VISITA GUIDATAAttraversando il por-

tone d’entrata dellabiblioteca ci si ritrova su-bito alla “reception” doveè possibile iscriversi, ri-chiedere informazioni oinformarsi sui prossimiappuntamenti culturali or-ganizzati dalla fondazio-ne Oderzo Cultura odall’amministrazione.

A sinistra dell’entratascorgiamo l’emeroteca,termine non molto comu-ne che semplicementespiega l’uso di questastanza, destinata allaconsultazione di giornalie periodici. A destradell’entrata l’ascensoreriduce a zero il problemadelle barriere architettoni-che.

Saliamo le scale e arri-viamo al primo piano, chepresenta alcune novitàeditoriali che spesso nel-le librerie vengono messe

in secondo piano dai be-st seller, nonché materia-le in supporti alternativi allibro come gli ormai im-mancabili audiovisivi, cde dvd, e opere alternativeal libro scritto come seriedi fumetti d’autore o simi-li. A questa “modernità”di contenuti si contrappo-ne curiosamente il fattoche il primo piano è an-che quello che più ricor-da una biblioteca classi-ca, vista la presenza di ta-voli particolarmente indi-cati per lo studio e la co-moda consultazione, econ gli scaffali tutti rigoro-samente aperti.

La situazione infatti, alsecondo piano è diversa.Qui trova spazio in parti-colare l’ampia zona dedi-cata alla storia locale. Li-bri che, essendo molto ri-chiesti per la consultazio-ne, non sono disponibili

per il prestito e sono con-servati sotto chiave: si vada opere riguardanti il Tri-veneto negli ambiti e neisettori più disparati, fino alibri, anche di bassa tira-tura, di ambito locale, co-me l’opera completa del-lo storico opitergino EnoBellis, o addirittura “loca-lissimo”, come per esem-

pio le monografie realiz-zate negli anni Ottanta suFaè, Colfrancui e Rusti-gnè.

La sezione storica èstata arricchita in quantitàe valore dalla bibliotecadel compianto Eno Bellis,la cui immagine in rilievoaffissa al muro osservamuto i passanti. Il “fondo

L’atrio del secondo piano

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Bellis” è stato interamen-te ordinato e catalogatonegli ultimi anni e contie-ne libri di arte e storia ve-neta anche di epoca set-tecentesca: volumi cheper ovvie ragioni sono vi-sibili e consultabili solosu richiesta.

Le stanze sono arre-date da una serie di ope-re di Tullio Vietri, artistaopitergino che quest’an-no fa ottantuno primaveree vive da molti anni a Bo-logna; una quindicina di

anni fa ha donato più dicento dipinti alla sua cittànatale, e molti di questiora ornano le stanzedell’edificio in rigoroso“ordine cronologico”, apartire dal piano terra, do-ve sono esposti i più vec-chi, risalenti agli anni Set-tanta, fino a quelli dell’ul-timo piano, realizzati in-torno al 1990. Peculiaritàdi questi quadri sonol’uso di colori freddi e lascelta di abbinare la pittu-ra a ritagli di giornale, as-semblati in collage.

Di tutt’altro stile è l’ulti-ma sala che andiamo a vi-sitare, ovvero la “zona ra-gazzi” che si trova al pia-no terra, a destra dell’en-trata. Qui tutto è a misuradi bambino: libri, colori,arredamento.

Da vedere resta solola “zona computer” checonsiste, ahinoi, in un so-lo pc, collegato a Internet,peraltro in una posizionepiuttosto infelice, vicino albancone di entrata chenon garantisce di certo ilmassimo della tranquil-lità. Ma a parte questapiccola carenza, di certogli opitergini possono di-re di avere una buona bi-blioteca: si stima che sia-no stati circa in cinquemi-la a visitarla lo scorso an-

no. Un “pubblico” di cer-to eterogeneo, che va dalbambino appassionato dilettura all’anziano man-giatore di quotidiani, pas-sando per il giovane che

cerca un luogo tranquillodove studiare o per quel-lo che non si fida dellaWikipedia su internet per isuoi approfondimenti.

Andrea Pizzinat

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ILLUSTRATA 29GENTE DI LIBRI

Biblioteca di Motta di Livenza, catalogo online su www.libermarca.org

SE HANNO UN LIBRO LO SCOPRO ANCHE DA CASA

L’emeroteca

I NUMERIDELLA BIBLIOTECA35000 volumi disponibili,

di cui 100 per non ve-denti e circa 1500 ap-partenenti al “fondo EnoBellis”; 40 periodici e 6quotidiani consultabili inemeroteca

82 posti di lettura500 mq di superficie di-

sponibile al pubblico1067 tesserati al prestito2586 libri prestati, di cui

1567 della sezione adul-ti e 1019 della sezioneragazzi

153 libri prestati e 268 li-bri richiesti nella reteterritoriale di coopera-zione 5000 visitatori cir-ca lo scorso anno

Anche la biblioteca di Motta è online. Il suo cata-logo di libri è stato infatti inserito da qualche set-

timana nell’archivio informatico della rete bibliotecariaprovinciale.

E così dal sito del Comune www.mottadilivenza.netoppure da www.libermarca.org è possibile verificare seun libro è presente in biblioteca a Motta. O in altre se-dici sedi in provincia, tra cui le diocesane Codognè,Mansuè, Mareno, Oderzo, Sernaglia.

Nel frattempo la biblioteca di Riviera Scarpa 17 pro-

segue il suo consueto programma di attività… non so-lo libri. Il 30 marzo e il 27 aprile, ad esempio, dalle 17alle 18.30 si terranno gli ultimi due appuntamenti con leletture animate e disegnate di Erika De Pieri; mentre peraprile sono già in calendario le conversazioni di filoso-fia del professor Michele Marangon, con il tema “Filo-sofia e diritti umani – Alcuni squarci di storia dell'idea”.

Per informazioni rivolgersi in biblioteca, aperta dallunedì al venerdì dalle 14.45 alle 18.45, oppure [email protected], 0422-861013.

Dal 16 marzo “Pomeriggi di letture e divertimento”

BAMBINI, VIASPETTIAMO!

Al via in biblioteca a Oderzo i “Pomeriggi di let-ture e divertimento”. Si comincia domenica 16

marzo: dalle 14.30 alle 16.30 “Risate mostruose”, perbambini dai 5 ai 7 anni; dalle 17 alle 19 “Brrrrividi inbiblioteca”, per bambini dagli 8 ai 10 anni.

Attività gratuite, per non più di 20 bambini. Biso-gna prenotare allo 0422-815166, da lunedì a venerdìdalle 15 alle 18.

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ILLUSTRATA30

visite chirurgia plastica 14.45-16.30 2 volte al mese

Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì Venerdì Sabato NOTEALLERGOLOGIAEquipe allergologia Treviso Visite allergologiche + test 15.30-18.30

ANGIOLOGIADr.ssa Silvia Penzo ^ Visita angiologica 8-9.00 8.30-9.10

CARDIOLOGIAEquipe Medicina Oderzo ECG 10.30-11.00

Visite cardiologiche 14.00-16.00 14.00-16.00

Cicloergometro 8.00-10.00

Ecocardiografia 14.00-17.00

Holter 11.00-12.00 11.00-12.00

dr. Ferri Marcello

Visite cardiologiche + ECG 8.30-10,30

Ecocardiografia 8.30-10.00

CENTRO TRASFUSION.Equipe di Treviso 9.00-11.00 9.00-11.00 9.00-11.00 9.00-11.00 9.00-11.00 Gestione AVIS

CHIRURGIA GENERALEEquipe chirurgica Piccoli interventi 8.00-13.00 9.00-12.00 8.30-12.30 autogestiti Visite chirurgiche generali 15.00-16.00 15.00-16.00 15.00-16.00

Ambulatorio Flebologia 15.00-16.15

Ambulatorio Senologia 16.15-17.00

Ambulatorio Proctologia 15.00-17.00

Scleroterapia 10.00-11.00

Medicazioni 15.00-17.00 15.00-17.00 15.30-17.00 15.00-17.00 15.00-17.00

CHIRURGIA PLASTICAdr. Silvestro Tanini ^ (Lista Attesa)medicazioni 14.00-14.45

Gli orari sono aggiornati al 27 febbraio 2008: successivamente potrebbero essere state apportate modifiche

Orari Sanità

Gli orari della Sanitànell’Opitergino-Mottense

P O L I A M B U L AT O R I O D I O D E R Z O

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ILLUSTRATA34

Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì Venerdì Sabato NOTE

EGDS-Colonscopie 8.30-12.00 8,30-16,30 8,30-16,30 8,30-13,00 8,30-16,30

Urea breath test 7,30 (6 posti)

FISIOPAT. RESPIRATORIA Equipe Pneumologia TrevisoVisite pneumologiche 14.30-17.10

spirometria semplice e/oo globale 8,30-11,30 a settimane alterne

spirometria globale con test metacolina 14-18,00 a settimane alterne

NEUROLOGIAEq. tecnici Treviso: solo EEG 9.00-12.00

Dr.ssa Marini Delia ^ (solo Visite) 8.00-13.00 8.00-13.00

ENDOCRINOLOGIADr.ssa Monica Albin ^ 9.00-12.00 9.00-13.00 09.00-13.00

U.O. Medicina Oderzo (lista attesa) 8.30-9.30

ENDOSCOPIA DIGESTIVA

Equipe Endoscopia TV/Oderzo

DERMATOLOGIADr. Tositti Gianfranco ^ 8.00-13.30 8.00-13.30 8.00-13.30

13.30-18.00

DIABETOLOGIA1' visite - controlli - visite patenti 8.00-12.00 8.00-12.00 prenotazioni

13.30-16,00 13.30-16,00 autogestite

DIETOLOGIAEquipe Trevisoprime valutazioni e controlli 8-16,30 8-16,30 prenotazioni

autogestite

ECO COLOR DOPPLER Equipe Medicina Oderzo 8.00-10.00

Dr.ssa Silvia Penzo ^ 9.00-13.00 9.00-13.30

15.00-17.00

Dr. Ferri Marcello (lista attesa) 10.00-10.30 solo TSA

EMODIALISIEquipe Treviso per visite nefrologiche 9.30-12.00

Orari Sanità

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ILLUSTRATA 35

Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì Venerdì Sabato NOTE

NEUROCHIRURGIAEq. TrevisoVisita neurochirurgica 15.00-17.00

DIST. COGNITIVI E MEMORIA(dr. Gallucci)Visita geriatrica / visita geriatrica contr 9-12,00

visita geriatrica per decadimento cognitivo

AMB. INVECCHIAMENTO CEREB.c/o Distretto 4 Motta di Livenza

Visita geriatria + test memoria/cognitiv 8-13,00 8,30-9,30 8,30-9,30 8,30-9,30 8,30-10,30

OCULISTICADr. Gambino Federico (lista attesa)prime visite e controlli 14.00-18.00 ---- ---- 14.00-18.00 ----

Eq. Oculistica OderzoAmb. Prime visite/controlli (lista attesa ---- 10,30-13,00 ---- ----- ----

16.00-17.00 ---- ---- 14-18,00 14-18,00

Orari Sanità

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ILLUSTRATA36

Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì Venerdì Sabato NOTE

Amb. visite Arto superiore 15.00-16.00

Valutazioni protesiche prenotabilisolo presso sportello distretto 4 ODERZO

OTOIATRIA

dr. Congedo Fabio ^ 8.00-14,00 incluse valuta-

zioni protesiche

Ambulatorio bambini (0-8 anni) 8.00-12.00 10-12,40

Ambulatorio visite per patologia 8-12.30 ---- ----

16.30-18.00 ---- 14.00-17.00

Ambulatorio visite per glaucoma 8.00-10.00

Ambulatorio diabetici 10,30-12,30

Ambulatorio post-operati (autogestito dal reparto)

8.00-10.00 8.00-10.00

Ambulatorio LASER 8-11,00

FAG 7 posti dalle 8.00

Pachimetria corneale 12.45-13.45 16.15-17.15

Campimetrie 8,15-13,30 10.30-12,45 8,15-12,45 8.00-13,00

14.00-18.00

Valutazioni ortottiche (inclusi gli eserc ---- 8.00-13.00 8.00-12.30 10,30-13.00

ortottici) ---- 14.00-17.30 14.00-17.30

ODONTOIATRIADr.ssa Barbon Pedrina Patrizia^ (cure in lista attesa) 8-13,00

14-18.30

Dr. Mazzilli Raffaele ^ (cure in lista attesa) 9.00-13.00 9.00-16.00 9,00-13,00

13.30-15.30 13,30-15,30

Dr. Pulella Antonio ^ (cura in lista attesa) 8.00-13.00

13.30-16.30

ONCOLOGIAEquipe di Treviso 14.30-15.30

ORTOPEDIAEquipe ortopedicaAmb. Prime visite e controlli 9,00-9,45 14,30-15,15

Visione esami/controlli 9,45-10,00 15,15-15,30

Amb. Visite post-operati (escluse protesi) 10,00-11,50 15,30-17,20 prenotazioni solo allo sportello

Medicazioni / Infiltrazioni 14,30-16,50 14,30-16,50

Controlli sala gessi (prenotazione c/o sala gessi)

14,30-18,30 14,30-18,30 autogestione sala gessi

Orari Sanità

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Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì Venerdì Sabato NOTE

Orari Sanità

PEDIATRIAEq. Pediatria

(Tutti ambulatori in lista di attesa)attività minima

garantita

Amb. allergologico 10-12,00 10-12,00 10-12,00 10-12,00 10-12,00 1 gg a sett

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Amb. auxologico-endocrinologico-obe 10-12,00 10-12,00 10-12,00 10-12,00 10-12,00 1 gg a settAmb. infettivologico 10-12,00 10-12,00 10-12,00 10-12,00 10-12,00 1 gg a settAmb. nefrologico 10-12,00 10-12,00 10-12,00 10-12,00 10-12,00 1 gg a settAmb. neonatale 10-12,00 10-12,00 10-12,00 10-12,00 10-12,00 1 gg a sett

PSICHIATRIAEquipe psichiatrica 14.30-15.30 14.30-15.30

(prenotazioni autogestite)

RADIOLOGIAEquipe radiologica Diagnostica 8,00-11,30 8,00-11,30 8,00-11,30 R M ginocchio temp. Sospesa TAC (prenotazioni solo c/o Rad 8.00-14.00 8.00-14.00 8.00-14.00 8.00-14.00 8.00-14.00 Ecografie 8.00-10.30 8.00-10.30 8.00-10.30 8.00-10.30 8.00-10.30

Ecografie anca pediatrica 11,30-12,00 11,30-12,00 11,30-12,00 11,30-12,00 11,30-12,00

REUMATOLOGIADr.ssa Pianon Margherita ^Visita reumatologica (lista attesa) 8.30-13.30

UROLOGIAEquipe di Treviso Visite Urologiche (lista attesa) 14.00-17.00 14.30-15.30

Uroflussimetria (lista attesa) 8.00-9.00

agobiopsie ecoguidate 17.00-17.45

Eq. Anestesia OderzoVisita terapia antalgica 11.00-12.00 11.00-12.00 11.00-12.00 11.00-12.00

(C/O UO Anestesia Oderzo)

Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì Venerdì Sabato NOTE

Orari Sanità

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