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Anno XCVII - Euro 1,00 - copia omaggio 11 aprile 2011 16 Settimanale della Diocesi di Vittorio Veneto

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Anno XCVII - Euro 1,00 - copia omaggio

11 aprile 2011 16S e t t i m a n a l e d e l l a D i o c e s i d i V i t t o r i o V e n e t o

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11 aprile 2011I L L U S T R A T A 3

OPITERGINO MOTTENSE

Al fascino della bellezza dei luoghi edel paesaggio è difficile resistere.

Il precedente numero de "L'Azione Il-lustrata" riguardante l'Opitergino-Motten-se, nel dicembre scorso, era stato dedica-to alla presentazione di una quindicina di"luoghi di valore": edifici e siti di particola-re interesse paesaggistico, architettonico,storico, che erano stati selezionati tra quel-li presentati dall'omonima iniziativa cura-ta dalla Fondazione Benetton Studi Ricer-che di Treviso.

In seguito ai numerosi apprezzamentiespressi da parte dei lettori, proponiamouna seconda carrellata di "luoghi di valo-re" dei Comuni di questa verde porzionedella pianura trevigiana.

Come nello spirito dell'iniziativa dellaFondazione Benetton, presentiamo luoghitra loro diversi: case rurali, ville, chiesette,parchi o aree verdi, antiche fortificazioni,piazze, vecchi opifici. Per ciascuno di essi,come per i cittadini che li hanno segnalati,c'è almeno un buon motivo per scoprirli, fi-nanche per innamorarsene.

Nella stagione primaverile queste mè-te possono rappresentare un richiamo,uno stimolo ad andare alla scoperta diqualcuno di questi siti suggestivi incasto-nati nel paesaggio di casa nostra, "luoghidi valore" magari a pochi chilometri di di-stanza ma che non abbiamo mai avuto laventura di conoscere o di visitare.

Le brevi presentazioni di ciascun luogosono state fatte partendo dalle schede disegnalazione compilate dai partecipanti a"Luoghi di valore", persone d'ogni età epreparazione culturale, che hanno dato

voce al loro rapporto con l'ambiente, coni luoghi della propria vita e della storia. Èun'operazione semplice e accessibile atutti per ritrovare le proprie radici e peraffinare il proprio gusto del bello, anchesolo iniziando a guardarsi intorno.

Perché ciascuno ha certamentequalche "luogo di valore" meritevole diessere conosciuto ed indicato. Magarianche passando per l'interessanteazione culturale avviata dalla Fonda-zione Benetton.

Perle nel paesaggio

È IN CORSO LA RACCOLTA PER LA QUINTA EDIZIONE. SCADENZA IL 2 MAGGIO

Segnalate anche voi un luogo interessante!Il concorso "Luoghi di valore" promosso dalla Fondazione Benetton Studi Ri-

cerche di Treviso è giunto alla raccolta delle segnalazioni per la quinta edi-zione. Le segnalazioni di "luoghi di valore" situati nel territorio della provincia diTreviso sono possibili fino alle ore 18 di lunedì 2 maggio.

Le modalità per l'invio delle segnalazioni 2011 sono illustrate dettagliatamentenel bando, disponibile nel sito www.fbsr.it e, in forma cartacea, presso la segrete-ria della Fondazione.

L'indirizzo scientifico e culturale dell'iniziativa è governato dalla giuria del "Pre-mio Internazionale Carlo Scarpa per il Giardino", composta da Luigi Latini, Dome-nico Luciani, Monique Mosser, Lionello Puppi, José Tito Rojo, Massimo VenturiFerriolo, che si avvale di un gruppo di lavoro appositamente costituito coordinatoda Simonetta Zanon con la supervisione di Domenico Luciani.

Notizie e documenti sulle precedenti edizioni del concorso sono disponibili nelsito www.fbsr.it.

Per ulteriori informazioni: via Cornarotta, 7-9 - 31100 Treviso - Tel. 0422.5121- E-mail [email protected].

In copertina: PONTE DI PIAVE, Corso della Negrisia. Segnalazione di Roberto Pescarollo, Venezia. (n. 74 del 2009)

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411 aprile 2011I L L U S T R A T A

Alla scoperta delleperle paesaggisti-che e storico-ar-

chitettoniche che imprezio-siscono il nostro territorio.

Da quasi cinque anni èstata innescata nella Marcaun'azione di stimolo e atten-zione ai “luoghi di valore” dicasa nostra. A lanciarla è sta-ta la Fondazione BenettonStudi Ricerche di Trevisoche sta curando proprio inqueste settimane la quintaedizione di “Luoghi di valo-re”, una iniziativa culturalearticolata in più fasi che or-mai prosegue senza soluzio-ne di continuità, tra l'altrocon un crescendo di atten-zione dentro e fuori i confinidella provincia di Treviso.

Ne parliamo con la dot-toressa Simonetta Zanon,coordinatrice del progetto“Luoghi di valore”.

Dottoressa Zanon,quali le finalità di questoprogetto?

«Tra gli obiettivi di que-sto progetto culturale, inno-vativo e fortemente ispiratoai principi della ConvenzioneEuropea del Paesaggio, chein Italia è stata recepita conla legge 14/2006, vi è l'inte-resse per il punto di vista suiluoghi dei singoli individui edelle comunità che nei luo-ghi vivono e lavorano, con leloro diverse provenienzesociali e culturali, le loro esi-genze quotidiane, le loroaspirazioni e i loro senti-menti e, parallelamente, lapromozione della partecipa-zione dell'intera società aquesto tipo di riflessione».

La formula del pro-getto “Luoghi di valore”ha la caratteristica di es-sere molto democratica,aperta a tutti…

«Sì, alla fine del 2006“Luoghi di valore” è statolanciato in forma di appellodiretto per chiedere a tutti icittadini, esplicitamente emolto semplicemente, di se-gnalare e descrivere il luogoo i luoghi che ritengono divalore e di spiegarne le ra-gioni.

Si tratta di una vera epropria ricerca collettivanella quale le persone chehanno risposto, numerose eappassionatamente coinvol-te, si sono messe in gioco ehanno accettato di confron-tarsi apertamente con glispecialisti e gli addetti ai la-vori, fornendo informazionie materiali indispensabili aportare più avanti la cono-scenza delle esigenze, dei lin-guaggi, dei gusti della comu-nità di appartenenza».

Quali le risposte ri-scontrate nelle primequattro edizioni?

«In quattro anni il pro-getto ha suscitato un inte-resse crescente, testimonia-to dalla numerosa partecipa-zione diretta alla campagnadi segnalazioni. A rispondereall'appello sono cittadini,studenti, insegnanti, studiosi,professionisti, rappresen-tanti di enti e istituzioni.

Nelle quattro edizionisono state 610 segnalazioniinviate da circa 500 segnala-tori. Si è accesa l'attenzione,così, nei confronti di oltre610 "luoghi", in parte poco

noti o magari fi-nora non suffi-cientemente va-lorizzati. E moltepersone hannovisitato le mostre- oltre 10 mila500 in quattroedizioni - o han-no partecipato aivari incontri pub-blici collegati all'i-niziativa».

Alla raccol-ta delle segna-lazioni cosa faseguito?

JDa parte suala Fondazionecura l'approfon-dimento e la di-vulgazione dell'i-niziativa, dei ri-sultati e del lorosignificato, attra-verso una mostra autunnale,il completamento e la diffu-sione della banca dati digita-le, la vicinanza a molte inizia-tive spontanee di gruppi dicittadini impegnati per laqualità di vita e il benesseredegli individui e delle popola-zioni, e la partecipazione aincontri e convegni su questitemi in Italia e all'estero».

“Luoghi di valore”,pur con una prospettivatutta locale, sta suscitan-do un interesse anchefuori i confini provinciali,vero?

«Dopo il rodaggio inizia-le, dal 2009 la presentazionedell'iniziativa “Luoghi di valo-re” è stata richiesta in nu-merosi convegni e incontriscientifici di livello nazionale

e il suo “modello” è diventa-to oggetto di imitazioni, au-spicate e incoraggiate, in Ita-lia e all'estero. Un'importan-te approvazione è stata quel-la degli uffici del Consigliod'Europa, responsabili dellaredazione - prima - e dell'at-tuazione - oggi - della Con-venzione Europea del Pae-saggio.

L'ultima e prestigiosapresentazione del nostroprogetto è avvenuta lo scor-so 18 marzo in Spagna, su in-vito dal Ministero franceseper l'Ecologia lo Sviluppo so-stenibile e l'Urbanistica, nel-l'ambito del convegno inter-nazionale “Paesaggi della vitaquotidiana”, tenutosi neigiorni 16-18 marzo a Perpi-gnan e Girona».

Franco Pozzebon

L'INTERVISTA / SIMONETTA ZANON, COORDINATRICEDELL'INIZIATIVA "LUOGHI DI VALORE"

"Una vera e propriaricerca collettiva"

Simonetta Zanon

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Questa trinceavenne costruitaal Madorbo dai

tedeschi nel 1917, con po-stazioni di sparo ed armatacon mortaio e obice. Era co-perta di terra per nascon-derla agli aerei e l'unico in-gresso dava sulla strada checonduceva al guado del Tra-ghetto, sorvegliata giorno enotte e protetta da un'altrapostazione trincerata posi-zionata presso il Traghetto,dove si trovava anche il ci-mitero tedesco. Erano en-trambe importantissime peri tedeschi, poiché sorveglia-vano la via che portava alpunto da loro prescelto perl'attraversamento del Piave.Presso il passo del Traghet-to i tedeschi avevano addi-rittura predisposto un pon-te in ferro con le barche, mala piena improvvisa dell'ot-tobre 1918 li coglierà di sor-presa affogandoli durante latraversata, dando il via libe-ra all'offensiva italo-inglesesulle Grave di Papadopoli.

Durante la guerra parti-giana il Madorbo fu uno deipunti di comando nazista,che aveva mantenuto il pas-so del Traghetto come pun-to principale di attraversa-mento del Piave.

Questa trincea, che nonè in buono stato di conser-

vazione, rappresenta unamemoria importante per lagente del Borgo: è lì a far ri-flettere sulle atrocità di unaguerra più terribile di ognialtra, perché vissuta a casanostra, e ci costringe a ri-flettere in modo che similibarbarie non possano più ri-petersi.

Segnalazione di SimoneMenegaldo, Cimadolmo (n. 38del 2007)

Èun esempio davverooriginale di utilizzo di

una fortif icazione dellaGrande Guerra, quella chesi trova in località Guizza, aSan Polo di Piave.

La trincea, infatti, è stataconservata e mantenuta co-me capitello devozionalededicato alla Madonna. Si fe-steggia in concomitanza conla festa della Madonna diLourdes a cui è dedicata lavicina chiesa di Guizza, giàcentro di una piccola comu-

nità contadina, sufficiente-mente unita nell'accudire latrincea-capitello.

Ora la trincea-capitellonecessita di un interventoconservativo, recuperandoil significato storico-cultura-le-religioso di questo sito,

che gli abitanti del luogo, ri-dotti a poche unità, non so-no più in grado di mantene-re.

Segnalazione di PasqualeDario, Oderzo (n. 65 del2010)

611 aprile 2011I L L U S T R A T A

CIMADOLMO

Trincea della Grande Guerrain borgo Madorbo

SAN POLO DI PIAVE

La trincea-capitellodi Guizza

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La chiesettadelle Gravedi Papado-

poli è un piccolo edi-ficio costruito neglianni Cinquanta aprezzo di grandi sa-crifici dai "gravarioi"che erano i residentidelle Grave, unicaisola abitata del Pia-ve. Essa ci testimoniacome questa comu-nità, all'epoca isolataper periodi più o me-no lunghi a causa del-le piene del Piaveavesse bisogno di unproprio luogo di cul-to. L'edificio, di mini-me dimensioni, rap-presentava per i "gra-varioi" un importanteluogo di fede econforto, dove si ri-trovavano per sentir-si uniti nell'affrontarele avversità determi-nate dall'isolamento.

Nei periodi digrandi piene del Piavequi gli abitanti si riunivanoper pregare San Gregorioprotettore delle acque, af-finché intercedesse in lorofavore. Ciò aiutava gli abi-tanti delle Grave a mantene-re alto il morale.

Oggi, nel suo sempliceinterno, sono custodite 14tavole della Via Crucis e unagrande tela, posta a soffitto,che rappresenta la Resurre-zione di Cristo, realizzatedall'artista Gianfranco Mis-siaja nel 1994.

Segnalazione di Maria Te-resa Furlan, Venezia (n. 13 del2009)

11 aprile 2011I L L U S T R A T A 7

CIMADOLMO

La chiesettadelle Grave di Papadopoli

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811 aprile 2011I L L U S T R A T A

Le Grave del Piavesegnalate lo scorsoanno nell’ambito

dell’iniziativa “Luoghi di va-lore” riguardano un’esten-sione di campagne di oltremille e 100 ettari nel terri-torio dei comuni di Cima-dolmo, Mareno di Piave eSanta Lucia di Piave.

La zona è un’area di ele-vata vocazione ambientale erappresenta nel territorioprovinciale trevigiana unadelle “isole” a maggior gra-do di naturalità.

Inoltre l’area delle graveè direttamente confinantecon il greto del Piave, pro-tetto dalla normativa “Natu-ra 2000”. E le caratteristichepaesaggistiche, ambientali erurali sono riconosciute an-che nello stesso P.T.C.P.(Piano Territoriale di Coor-dinamento Provinciale) ap-provato dalla Provincia diTreviso nel 2008.

C’è un’agricoltura vivacedove cultivar come il Rabo-so, vitigno autoctono e direcente dal riconoscimentodella Doc, la fanno da pa-

drone. E sono coltivati altriimportanti vitigni: Prosecco,Pinot (Chardonnay, Grigio,Bianco), Merlot, Cabernet.Questa zona ha una storiaviticola per la presenza delleprime “bellussere” o “siste-ma a raggi”, una forma dicoltivazione della vite che hamolto contribuitonell’espandersi della coltiva-zione della vite in Veneto enella pianura padana. Inoltresono presenti in zona,espressione avanzata di agri-coltura, anche due agrituri-smi, una latteria, quattrocantine, un florovivaismo, emolti conferenti alle cantinesociali di Tezze e Mareno.

«Oggi il Veneto – si leg-

ge nella scheda di segnala-zione alla Fondazione Be-netton – presenta una cittàdiffusa, città dei nonluoghi,come li definisce l’antropo-logo francese Marc Augé.Non c’è distinzione tra doveinizia un paese e dove fini-sce, in un profilo che ha per-so ogni caratteristica e pe-culiarità propria annegando-la nell’anonimo, in una galas-sia insediativo–produttivache stenta a trovare fisiono-mie condivise. Si è applicatauna politica ambientale cie-ca, improntata al consumodegenerato e svendita delterritorio, senza alcun ri-spetto per la fisionomia ori-ginaria.

Ecco la necessità, quindi,di non invadere più territorivergini, che a breve per i po-steri saranno una ricchezzainestimabile perché il terri-torio è irriproducibile.

L’attenzione a questi pae-saggi, con l’armonia propriaveneta dove vigneto e inse-diamento rurale sono l’unicolandscape, riprendono appie-no gli obiettivi dell’applica-zione della Convenzione Eu-ropea sul Paesaggio adotta aFirenze nel 2000 e legge ita-liana dal 2006».

Segnalazione di LorettaBellussi, Comitato tutela pae-saggio veneto, Mareno di Pia-ve (n. 66 del 2010)

CIMADOLMO

Grave del Piave

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11 aprile 2011I L L U S T R A T A 9

Nel cuore di Oderzo c'èPiazza Grande.

Intitolata a Vittorio Emanuele IIalla fine del XIX secolo, ha ripreso ilnome originale dopo il notevole in-tervento di riqualificazione avvenutotra il 1990 e il 1995.

Prima il sito era sostanzialmenteun incrocio di strade, con la viabilitàveicolare che aveva frantumato lospazio e snaturato l'uso della piazzache solo in occasioni di manifesta-zioni e del mercato settimanale ri-trovava la sua funzione di aggrega-zione della comunità nello spazio ur-bano per eccellenza.

La riqualificazione della piazza haperseguito innanzitutto l'obiettivodella ricomposizione di un'unitarietàspaziale, congiuntamente alla ricercadella memoria storica di Oderzo: ildisegno della lastricatura formanteun reticolo allude alla modularitàdell'antica Centuriazione Romana.

Piazza Grande, estesa su una su-perficie di circa 5 mila mq, intesa co-me "agorà" o "foro", è ora diventataun riferimento di tutto l'hinterland, èun luogo di aggregazione per eccel-lenza ed un patrimonio relazionatoalla città, da vivere e consumare intermini sociali.

Segnalazione di Costanza Zocchi,Treviso (n. 50 del 2007)

ODERZO

Piazza Grande

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Il piccolo bosco, su una superficie di 0,25 ettari, si trova all'inter-no dell'azienda agraria dell'Istituto Professionale per l'Agricoltu-ra "Corazzin" di Piavon, frazione di Oderzo. Esso è il frutto di un

progetto avviato nel 2008, con una piantumazione del bosco mirata arecuperare un importante elemento del paesaggio veneto e a ripristi-nare gli equilibri ecologici alterati dall'estrema semplificazione dell'am-biente agrario. Viene offerta l'occasione per venire a contatto con l'e-cosistema tipico della pianura Padana, con il bosco planiziale a quercee carpini.

C'è l'area dedicata al giardino delle api, la dimora di piante erbaceeperenni, nutrimento anche per una vasta serie di insetti. C'è un frutte-to costeggiato da una siepe biologica per la lotta biologica, formata dapiante arbustive che ospitano insetti e uccelli predatori a difesa del frut-teto e delle altre piante agrarie in genere.

Nell'area antistante la scuola si trova il giardino delle rose, che ospi-ta una collezione di circa 30 varietà diverse, antiche e moderne. Il bo-sco è visitabile su prenotazione, in particolare da parte delle scuole.

Segnalazione di Rosa Cenari, IPSAA Corazzin, Piavon, Oderzo (n. 91 del 2008)

1011 aprile 2011I L L U S T R A T A

ODERZO

Bosco dell'IstitutoAgrario di Piavon

Si tratta di un vecchio ponte costruito sul canale Bidog-gia. Sullo sfondo si intravvede il campanile della chiesadi Busco, in diocesi di Vittorio Veneto. Il ponte è in pie-

tra ma recenti manutenzioni ne hanno compromesso in partela bellezza. "È un luogo di passaggio - annota chi ha effettuato lasegnalazione -, sempre lo stesso, con alberi, acqua e pietra, mache con il cambio delle stagioni assume un'anima che si vedenon solo con gli occhi. È un punto di riferimento non solo fisi-co, ma va oltre l'immaginazione".

Segnalazione di Francesca Faloppa, Comune di Ponte di Piave e Istituto Comprensivo di Ponte di Piave (n. 76 del 2009)

PONTE DI PIAVE

Scorcio di un pontesul canale Bidoggia

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Si tratta di uno spazio aperto di circa 900 metri qua-drati sito in corrispondenza dell'ingresso al vecchioborgo. Quest'area probabilmente in passato utilizza-

ta come orto o prato è stata negli ultimi decenni oggetto dimanipolazioni diverse. Alla fine degli anni Cinquanta venneadibita a letamaio ad uso della grande azienda agricola che ge-stiva le terre intorno al borgo.

All'inizio degli anni Ottanta questa area venne ceduta aduna ditta di autotrasporti per ricavarne un parcheggio di so-sta e un'area attrezzata per la manutenzione dei camion conpostazione di lavaggio e rifornimento carburante. Negli anniperò tale utilizzo si rivelò saltuario fino ad esaurirsi del tut-to. L'area quindi veniva sfruttata in sostanza solo una volta al-l'anno all'inizio di giugno per ospitare la manifestazione "Co-se dei tempi antichi".

La destinazione urbanistica ad Area Verde, in anni recen-ti, ha visto entrare in scena la famiglia Bonotto intenzionataa ricordare il padre Luigi, agronomo, che spesso aveva mani-festato l'insofferenza nel veder così compromessa l'armoniadel borgo da quell'alto muro che impediva la visione dei pro-fili delle vecchie case contadine che vi si affacciano.

Un'intesa famiglia-Comune ha permesso di giungere a un

intervento, inaugurato nell'aprile 2008, per il ricavo di unospazio verde con prato prevalente ed alcuni gelsi, un piccolofilare di viti Raboso, dei cespugli, una quercia, ecc. In esso siinseriscono pochi elementi che richiamano la vita del borgoe lo spirito della famiglia da sempre dedita alle attività di agri-coltura.

Segnalazione di Antonio Bonotto, Vazzola (n. 110 del 2010)

11 aprile 2011I L L U S T R A T A 11

VAZZOLA

Corte dedicata a Luigi Bonotto

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11 aprile 2011I L L U S T R A T A 13

La costruzione diquesta fornace, oradi proprietà della

famiglia Valentino Bortot, ri-sale all’inizio degli anni Ventidel secolo scorso, realizzatapresso le fondamenta diun’antica “calchera”, ovverouna fornace da calce “prei-storica” costruita con sassigrossi resistenti alle altetemperature.

La fornace, diversamentedalla calchera, fu costruita inmuratura spessa circa unmetro e mezzo e rivestita in-ternamente in pietra refrat-taria.

La costruzione della for-nace in quel punto non fu ca-suale: la calce veniva cotta infornaci presso i luoghi natu-rali, come monti e fiumi, incui la natura concedeva mag-giori possibilità di sviluppareinsediamenti umani, dovec’erano campi da coltivare,legna da ardere, e sassi perottenere la calce con la qua-le costruire le case e far fun-zionare le attività produtti-ve.

Nel 1964 la fornace furiattivata dalla famiglia Bor-tot, dopo che era rimastaspenta per vent’anni. Nonc’era la corrente elettrica,perciò la lavorazione era in-teramente condotta a mano,e l’illuminazione notturnaera fornita da una lampada apetrolio. Anche l’argano era

manovrato a mano, la calceera gettata nel forno edestratta a mano coi badili.Nello stesso anno fu anchecostruita una casetta che sa-rebbe poi servita per conte-nere gli apparecchi perl’elettricità, ma soprattuttocome spogliatoio per glioperai.

Nella fornace lavoravanodue persone al caricamentodel forno, cinque alla produ-zione, un impiegato che inrealtà era il proprietario

stesso, più gli operai addettia procurare i sassi e a racco-gliere la calce. Era un’attivitàproduttiva che permettevadi vivere a una decina di fa-miglie. I ciottoli erano rac-colti dai carioti nel greto delPiave e trasportati alle forna-ci coi cavalli. I carioti porta-vano non soltanto il ciottoloalle fornaci, ma anche ghiaiae sabbia nei vari cantieri.

Durante l’alluvione del1966 l’acqua arrivò a livellodei “çenerin”, ovvero lo spa-

zio per la cenere sotto allabocca da fuoco, mentre itempi più difficili per l’attivitàgiunsero con il boom econo-mico: la crescita fu spropor-zionata e la manodopera co-minciò a scarseggiare, men-tre all’inizio ce n’era in ab-bondanza, tanto che rientra-vano anche parecchi emigra-ti.

Negli anni Settanta tro-vare manodopera divennesempre più difficile, poichémolti snobbavano i lavori fa-ticosi e la soluzione fu la tec-nologizzazione dei forni edegli impianti, realizzata inpochissimi anni. Cosicchéper le fornaci come quelladel Madorbo non restò chela chiusura.

Durante il ventennio fa-scista, presso la fornace, nel-lo spiazzo compreso fra lacostruzione e l’argine, fu isti-tuito un “campo solare” conalcune baracche, nelle qualidurante l’estate venivanoospitati i ragazzi e le ragazzedel Comune di Ormellequando si recavano al fiumeper prendere il sole e l’aria.

Segnalazione di SimoneMenegaldo, Cimadolmo (n.117 del 2008)

ORMELLE

Fornace da calce Bortot

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1611 aprile 2011I L L U S T R A T A

Questa casa di Salgareda fuproprietà dello scrittoreGoffredo Parise dal 1970

al 1982.L'edificio, disposto su due piani,

sorge su un terreno di circa 3 mila mq,in parte rialzato, con prato e alti gelsi.Più in là una stretta boscaglia nascondele acque del fiume Piave.

La casa era ridotta a un rudere didue stanze e abbandonata dopo l'allu-vione del 1966, finché Parise non deci-se di disporne il recupero ed amplia-mento.

È questo il luogo che riporterà nelVeneto Parise, forse affascinato dallaspecie di magia che il posto emana, tan-to che lui stesso definì il luogo “casadelle fate”.

La pittrice Giosetta Fioroni, amicadello scrittore, creerà una serie di di-

segni tentando di dare forma e nome aquesti spiritelli che abiterebbero que-sto lembo del Piave. Ecco allora crea-ture fantastiche come i Coboldi, i Sal-banelli, gli Orzimbi e gli Elfi, le Lalle, leBabe e le Brolette.

Da Roma vengono qui a trovareParise scrittori, attori, galleristi edesponenti della Pop Art, che a loro vol-ta rimangono affascinati dal luogo: la ca-setta verrà dipinta e fotografata.

Ma sarà soprattutto il padrone dicasa a fissarne la “magia” nei celebrisuoi “Sillabari”, oppure nelle belle pagi-ne di “Veneto barbaro di muschi e neb-bie”.

Nel 1982 Parise, a malincuore e or-mai sofferente, vende la casa alla fami-glia Rizzo di San Donà si Piave. Passe-ranno 24 anni prima che a loro voltadecidano di venderla. Nel ventennale

della morte di Goffredo Parise, la casaed il terreno vengono acquistati dallefamiglie Lorenzon e Vidotto, che avvia-no subito alcuni lavori di restauro all'e-dificio e agli arredi, in gran parte origi-nali.

Dal 2006 c'è lapossibilità di visitar-la su appuntamen-to. E sul prato anti-stante si sono tenu-te alcune iniziativeculturali legate all'o-pera di GoffredoParise.

Segnalazione diMoreno Vidotto, Pre-ganziol, e Enzo Lo-renzon, Salgareda (n.36 del 2008)

SALGAREDA

Casa sul Piave di Goffredo Parise

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Questa chiesetta è situata aCandolè, località del territo-

rio comunale di Salgareda non ancoraintaccata dalla cementificazione. Lachiesa sorge sul luogo di un edificio

modesto, dedicato aSan Giorgio, e fu edi-ficata dalla famigliaCorrer nel 1536.

La chiesetta èaperta al pubbliconelle festività princi-pali. La pala d'altareprincipale raffigura lanatività di Maria ed èattribuita al pittoreGiuseppe Zais.

A renderla inte-ressante è il suo valo-re storico-religioso dichiesa campestre eancora immersa in unluogo fuori dal tem-po, per le vicende in-tercorse attorno alla chiesa in partico-lare durante la prima guerra mondiale.

Segnalazione di Luciana Piovesan, Vil-lorba (n. 57 del 2010)

11 aprile 2011I L L U S T R A T A 17

SALGAREDA

Chiesa della Natività di Maria a Candolé

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1811 aprile 2011I L L U S T R A T A

Settimanale della diocesi di Vittorio Veneto

(Iscritto al n. 11 del Registro stampa del Tribunale di Treviso il 21-9-1948e al Reg. Naz. della Stampa con il n. 3382 vol. 34 f. 649 del 5-9-91 - Iscr.ROC n. 1730)

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Chiuso in redazione

il 11.4.2011 alle ore 10.00

Socio delCONSISCONSORZIO NAZIONALESETTIMANALISOC. COOP. a r.l. - ROMA

CODOGNÈ

I casoniCasonedellecascatellein via Ariosto

Segnalazione di Anto-nio Basei, Codognè(n. 67 del 2008)

Itre casoni segnalati rap-presentano una testimo-nianza di edilizia rurale as-

sai diffusa in tutto il territorioorientale della Marca. Fino a nonpiù di cinquant’anni fa, l’areacompresa tra Piave e Livenzaera ricca di questi edifici al pun-to che se ne contavano a mi-gliaia. Dagli anni Trenta, le di-sposizioni degli Uffici Igienecomportarono la rapida sop-pressione di molti di questi edi-fici a favore di tipologie mag-giormente rispondenti alle nuo-ve esigenze igieniche della so-cietà moderna.

Una mappatura, non esausti-va, eseguita alla fine degli anniSettanta ne individuava quasi uncentinaio nella sola zona com-presa tra Oderzo e Motta di Li-venza.

La tipologia abitativa del ca-sone rappresentava l’esempiopiù povero di ricovero stabileper le popolazioni locali. Vi so-no indicazioni della sua diffusio-ne fin dall’epoca medievale(Cassiodoro) e le prime rappre-sentazioni risalgono al XVI se-colo, grazie alle vedute di pitto-ri quali Tiziano e Giorgione.

La semplicità costruttiva el’impianto planimetrico che ca-ratterizzano i casoni evidenzia-no l’origine spontanea di questaarchitettura che sfrutta i mate-riali locali a disposizione deibraccianti per la costruzione:mattoni crudi, paglia e legno.Utilizzo di pochi semplici mate-riali, però, non vuol necessaria-mente dire stesse forme, di-mensioni e distribuzione. Diffe-renze anche notevoli sono pre-senti, ad esempio, tra i casonidella zona padovana (Piove diSacco, Cavarzere), quelli laguna-ri (Caorle) e quelli liventini(Oderzo, Motta di Livenza).

CODOGNÈ

Vecchiocasone

in via Ancillotto

Segnalazione di MatildeBasei, Codognè (n. 68

del 2008)

MANSUÈ

Casonecontadino"Nespolo",Villalunga

Segnalazione di SimoneMenegaldo, Cimadolmo.(n. 25 del 2010)

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11 aprile 2011I L L U S T R A T A 19

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2011 aprile 2011I L L U S T R A T A

La chiesetta di San Giorgio, a SanPolo di Piave, rappresenta unpatrimonio di enorme valore

storico, artistico e culturale sia a livellotrevigiano che veneto.

Il nucleo più antico dell'attuale chie-sa di San Giorgio è stato edificato versola metà del XV secolo sopra una strut-tura preesistente. Infatti la chiesa è cita-ta già nel 1034 su un Diploma imperialetra i luoghi concessi in dominio al Pa-triarcato d'Aquileia.

Al suo interno è conservato uno stupendo ciclo di affre-schi recentemente attribuiti a Giovanni di Francia, realizzatiintorno al 1466. Tra questi, di particolare notorietà è l'Ulti-ma Cena, nella quale i commensali mangiano gamberi di fiu-me e bevono vino rosso, due peculiarità tipiche di questa zo-na.

Un'altra caratteristica della chiesetta è la sua totale im-mersione in un paesaggio agricolo che è restato invariato damolti anni, insieme all'antico cimitero dentro le mura.

Nel 1975 sono stati avviati dei restauri che hanno con-

sentito di salvaguardare fino ad oggiquesto bene. Purtroppo in questi ultimidecenni lo stato della chiesetta è note-volmente peggiorato, così un gruppo dipersone ha fondato un comitato, il“Gruppo per San Giorgio”, con l'obiet-tivo di raccogliere, attraverso diverseiniziative, fondi da devolvere nel restau-ro.

Del 2007 è un progetto di restauro,con la collaborazione delle Belle Arti,delle pareti esterne della chiesa e del

muretto circondario con recupero dell'antico intonaco, deltetto e del campanile, recentemente rinforzato con unastruttura interna in metallo, degli affreschi interni.

Nelle vicinanze della chiesetta è stata rilevata anche lapresenza di un antico acquedotto romano, in alcuni tratti ri-masti integro, che probabilmente trasportava l'acqua fino adOpitergium, l'attuale Oderzo.

Segnalazione di Michele Peruzzetto, San Polo Di Piave (n. 76del 2008)

SAN POLO DI PIAVE

Chiesetta di San Giorgio

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11 aprile 2011I L L U S T R A T A 21

L'aspetto attuale del Castello Papadopoli Giol risaleal 1890 e nasce dal rimaneggiamento di un palazzoeretto dai conti Papadopoli, nobili veneziani, risa-

lente con il suo parco al 1850 circa. A quel tempo l'edificioaveva l'aspetto di un castello ai cui angoli si ergevano quattrotorri quadrangolari. Tale immagine architettonica fu modifi-cata intorno al 1865 dall'architetto F. Bagnara e, in tempi suc-cessivi, dagli architetti Japelli e Durant con il risultato che èquello che ancora oggi si può ammirare.

Il Bagnara realizzò un impianto ricco di soluzioni di gran-de effetto, con terrapieni e tortuosi sentieri ed utilizzò unasapiente scenografia vegetale, creata con specie rare ed eso-tiche, integrate da varie specie autoctone.

Con l'intervento del parigino Durant, il parco si arricchìdi vedute suggestive, con vasti prati e lievi ondulazioni del ter-reno creando da ogni suo punto splendidi scorci di rara bel-lezza. Attualmente il castello viene utilizzato per matrimoni,meeting, eventi, e non è aperto al pubblico in quanto pro-prietà privata. Tuttavia lo stile neogotico di ispirazione nor-dica dettato dalla moda del "gotic revival" della sua epoca, nefa un raro esempio di architettura romantica presente nelterritorio trevigiano, mentre il parco "all'inglese" di quasi do-

dici ettari, arricchito di una grande varietà di vegetazione ehabitat anche di numerose specie animali, contribuisce a ren-dere il castello un suggestivo scenario che merita senz'altrola segnalazione come “luogo di valore”.

Segnalazione di Daniele Durigon, Casier (n. 63 del 2010)

SAN POLO DI PIAVE

Castello Papadopoli Giol

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2211 aprile 2011I L L U S T R A T A

La cosiddetta "stra-da dei tedeschi" èun interessante

quanto sconosciuto percor-so demaniale che si trova al-l'estrema periferia rurale diCamino.

Prende il nome dal fattoche, durante l'invasione au-striaca del 1917-18, venivapercorsa dalle truppe dell'e-sercito invasore per rag-giungere l'area dei "pusto-ch", ovvero le "terre incol-te" al confine tra Camino eMansuè, presso la cosiddet-ta "Fossa dei negàdi", cosìchiamata in ricordo di untragico evento la cui memo-ria è andata perduta. In que-ste aree compivano eserci-

tazioni militari: lo dimostra-no i diversi resti di granatequi rinvenuti.

Qualche anno fa alcuniabitanti della zona hanno vo-luto ripristinare questo per-corso liberandolo dalla ve-getazione che ne ostruiva ilpassaggio. Ora è una bellastradina costeggiata ai lati dafossati e piante autoctone:pioppi, roveri, aceri, olmi,noccioli, ontani, sambuchi,rovi e molte altre varietà ar-boree tipiche di quella gran-de macchia che nei tempiantichi ricopriva la zona eche ora si limita al bosco diBasalghelle.

Trovare questa stradanon è facile, anche perché

non è minimamente segnala-ta. Si consiglia di raggiunger-la percorrendo interamentela strada bianca che iniziacirca a metà di via Boarie diCamino, dove la strada fa lacurva. Dopo quattrocentometri la strada termina da-vanti ad un'abitazione isola-ta: subito a destra inizia lastrada dei tedeschi, la qualedopo duecento metri piegaa sinistra di 45 gradi a sini-stra proseguendo per altriseicento metri in direzionenord-est, segnando il confi-ne tra i territori comunali diOderzo e Mansuè. La stradatermina in località Villalungadi Mansuè.

Una ipotesi verosimile

ma non supportata storica-mente è che questo sterra-to rappresenti ciò che restadella strada medievale checollegava Camino a Porto-buffolè. Di certo la zona èabitata da millenni: in questazona sono tornate alla lucestrutture murarie e vasella-me paleoveneti e romani, eanche la cosiddetta "asciadelle Baite", uno dei più an-tichi pezzi esposti al museocivico di Oderzo (IX-VII se-colo a.C.).

La strada è parzialmentetutelata dal Piano di Assettodel Territorio del Comunedi Oderzo del 2007.

Andrea Pizzinat

CAMINO DI ODERZO / MANSUÈ

La strada dei tedeschi

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11 aprile 2011I L L U S T R A T A 23

OSPEDALE DI ODERZOVia Luzzati, 45Centralino: Tel. 0422.7151Treviso Emergenza: Tel. 118Pronto Soccorso (segreteria): Tel. 0422.715311Prenotazione trasporto Ambulanze: Tel. 0422.715315Richiesta Cartelle Cliniche: Tel. 0422.715359 per pre-notazioni telefoniche Lunedì al Venerdì 8.30 -10.30.Orario sportello: Lunedì al Venerdì 9-12

Richiesta esami radiologici effettuati in regime diricovero (con cauzione): Tel. 0422.715359Cassa Centralizzata: Tel. 0422.715219Accettazione Amministrativa: Tel. 0422.715219Ufficio Relazioni con il pubblico: Tel. 0422.715361Fax 0422.715393CUP - Centro Unico Prenotazioni: orario apertura dalLunedì al Venerdì 7-18 e Sabato mattina 8.30-12 -Prenotazioni telefoniche: 0422.322693 in regime di

Servizio Sanitario Nazionale; 0422.328400 per la li-bera professione.

AVO - Associazione Volontari Ospeda-lieri Oderzo:presso ospedale di Oderzo - Tel. 0422.715.306 - E-mail: [email protected].

OSPEDALE RIABILITATIVOMOTTA DI LIVENZA (ORAS)Via Padre Leonardo Bello, 3/CCentralino: Tel. 0422-8671URP (Ufficio Relazioni con il Pubblico): Tel.0422.867271

DISTRETTO SOCIO SANITARIO 4 -ODERZOSede principaleVia D. Manin, 46 - OderzoTel. 0422.715605 - E-mail: [email protected]: dottor Paolo MichielinSegreteria generale - Direzione - Orario: Lunedì al Ve-nerdì 8.30-17.30Sportello amministrativo - Tel. 0422.715602 - Orario:Lunedì al Venerdì 8.30-12.30; Lunedì e Mercoledì14.30-17

I RECAPITI DELLA SANITÀ DELL’OPITERGINO MOTTENSE

L’ospedale di Oderzo

Orari e recapiti della Sanità

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2411 aprile 2011I L L U S T R A T A

Sedi secondarieMOTTA DI LIVENZA - Viale Madonna, 4 - Tel.0422.867291Orario: Lunedì al Venerdì 8.30-12.30 - Mercoledì14.30-17PONTE DI PIAVE - Piazza Sarajevo, 14 - Tel.0422.857397Orario: Lunedì al Venerdì 8.30-12.30SAN POLO DI PIAVE - Via Mura, 67/71 - Tel.0422.855489Orario: Lunedì al Venerdì 9.00-12.30UOC 4 di Salute Mentale: Tel.0422.715694/88

GUARDIA MEDICA (Continuità Assi-stenza Ambulatoriale)Oderzo c/o Ospedale - Via Luzzati, 45 - Tel.0422.715242per i Comuni di Oderzo, Chiarano, Cimadolmo, Fon-tanelle, Gorgo al Monticano, Mansuè, Meduna, Mottadi Livenza, Ormelle, Ponte di Piave, Portobuffolè, Sal-gareda, San Polo di Piave.

Orario visiteTutti e giorni: 20-22Giorni prefestivi: 10-12 e 16-20Giorni festivi: 8-12 e 16-20

Orario assistenza solo telefonicaTutti i giorni: 20-8Giorni prefestivi: 10-20Giorni festivi: 8-20

GUARDIA MEDICA PEDIATRICA(ambulatorio di continuità as-sistenziale)Per prestazioni non differibili è attiva la Con-tinuità Assistenziale Pediatrica tutti i sabatiprefestivi dalle 8 alle 13, presso il DistrettoSocio Sanitario 4, Via Manin, 46 a Oderzo -Tel. 0422.715697 per i bambini 0-14 anniresidenti nei Comuni del Distretto.

SERVIZI DEL DIPARTIMENTO DI PREVENZIONE DELL'ULSS 9Servizio Igiene e Sanità Pubblica(SISP): Tel. 0422.323757Ambulatorio viaggiatori internazio-nali: Tel. 0422.323811Screening citologico: Tel. 0422.323838Screening mammografico e colonretto: 0422.323880Servizio Medicina dello Sport: Tel.0422.323872Commissione Invalidi Civili: Tel.0422.323785Visite fiscali: Tel. 0422.323746Commissione Medica Locale Paten-ti: Tel. 0422.323837Servizio Igiene degli Alimenti e del-la Nutrizione (SIAN): Tel. 0422.323758Servizio Promozione ed Educazionealla Salute: Tel. 0422.323739Servizi Veterinari Area A e C Anima-le - Area B Alimenti: Tel. 0422.323753Canile sanitario Ponzano: Tel.0422.480268Servizio Prevenzione Igiene e Sicu-rezza negli Ambienti di Lavoro (SPI-SAL): Tel. 0422.323820.L’ingresso dell’ospedale riabilitativo di Motta

Orari e recapiti della Sanità

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2611 aprile 2011I L L U S T R A T A

FARMACIEFarmacia Al PonteVia IV novembre, 42 - Motta di Livenza, tel.0422 766062Antica Farmaciaalla Provvidenza - RossettoVia Ballarin, 1 - Motta di Livenza, tel. 0422766550Farmacia Trevisanpiazza Vittorio Emanuele II, 18 - Oderzo,tel. 0422 815525Farmacia Faverovia Garibaldi, 18 - Oderzo, tel. 0422712241Farmacia Scottovia Umberto I, 28 - Oderzo, tel. 0422 712221Farmacia CarrettaVia Roma, 15 - Mansuè, tel. 0422 741138Farmacia Dal Magropiazza M. d’Aviano 7 - Piavon, tel. 0422-752950

PEDIATRILisa Drigo, Via Risorgimento 26, Mot-ta di Livenza, tel. 0422 861466Giovanni Parcianello, Via D’An-nunzio, 6, Oderzo, tel. 0422 712554Sebastiano Rizza, Via degli Alpini,10, Oderzo, tel. 0422-716693Caterina Torchio, Riviera Scarpa51/c, Motta di Livenza, tel. 0422 860065

MEDICI DI BASEPierantonio Alvisi, Via Pigozzi, 4/2,Oderzo, tel. 0422 718380Emilio Bisetto, via Padre Bello 3/c,Motta di Livenza, tel. 0422 287430Paolo Bonvicini, via Padre Bello 3/c,Motta di Livenza, tel. 0422 287430Aldo Calcinotto, via Luzzatti 48,Oderzo, tel. 0422 716392Gianluigi Casagrande, Via Maggio-re, 52, Piavon, tel. 0422 752033

Fabio Chiappetta, piazza San Tizia-no, 18, Mansuè, tel. 0422 711021Giuseppe Crema, via San Pio X, 28,Oderzo, tel. 0422 815357Maria Rita De Faveri, viale Ga-sparinetti, 1, Oderzo, tel. 0422 712640Alessandro Di Franco, Via Gari-baldi, 103, Oderzo, tel. 0422 1560684Anselmo Fabris, via Marconi 18,Mansuè, tel. 0422 741860Paolo Favero, via Padre Bello 3/c,Motta di Livenza, tel. 0422 287430

Angelo Ferri, corso Umberto I 7/2,

Oderzo, tel. 0422 815284

Franco Floriani, Via Luzzatti, 48,

Oderzo, tel. 0422 710174

Rosa Forlin, via Fossabiuba, 25, Man-

suè, tel. 0422 801177

Camillo Garbin, via Padre Bello 3/c,

Motta di Livenza, tel. 0422 287430

Riccardo Gasparri, via Padre Bello

3/c, Motta di Livenza, tel. 0422 287430

Massimo Gerolin, Borgo Aleandro,

10, Motta di Livenza, tel. 0422 861816

Gaspare Lisciandra, via Diaz 4,

Oderzo, tel. 0422 717524

Maurizio Manzato, via Padre Bello

3/c, Motta di Livenza, tel. 0422 287430

Claudio Piovesana, via Luzzatti 48,

Oderzo, tel. 0422 716920

Giuseppe Rossi, Viale Gasparinetti, 2,

Oderzo, tel. 0422 710828

Pierluigi Sessolo, Via Martini, 11,

Oderzo, tel. 0422 712229

Luigi Tesser, viale Gasparinetti, 3,

Oderzo, tel. 0422 814986

Federico Tombolini, via Padre Bel-

lo 3/c, Motta di Livenza, tel. 0422 287430

FARMACIE,MEDICI e PEDIATRI A ODERZO,MOTTA,MANSUÈ

le FARMACIE DI TURNO fino a fine annoSETTIMANA ODERZO ALTRI COMUNI8 aprile - 15 aprile 2011 Oderzo / Scotto Salgareda15 aprile - 22 aprile 2011 Oderzo / Favero San Polo22 aprile - 29 aprile 2011 Oderzo / Trevisan Ormelle29 aprile - 6 maggio 2011 Piavon / Dal Magro Meduna6 maggio - 13 maggio 2011 Oderzo / Scotto Portobuffolè13 maggio - 20 maggio 2011 Oderzo / Favero Motta / Al Ponte20 maggio - 27 maggio 2011 Oderzo / Trevisan Cimadolmo27 maggio - 3 giugno 2011 Piavon / Dal Magro Motta / Rossetto3 giugno - 10 giugno 2011 Oderzo / Scotto Gorgo10 giugno - 17 giugno 2011 Oderzo / Favero Cessalto17 giugno - 24 giugno 2011 Oderzo / Trevisan Mansuè24 giugno - 1 luglio 2011 Piavon / Dal Magro Negrisia1 luglio - 8 luglio 2011 Oderzo / Scotto Ponte8 luglio - 15 luglio 2011 Oderzo / Favero Fontanelle15 luglio - 22 luglio 2011 Oderzo / Trevisan Chiarano22 luglio - 29 luglio 2011 Piavon / Dal Magro Campodipietra29 luglio - 5 agosto 2011 Oderzo / Scotto Salgareda5 agosto - 12 agosto 2011 Oderzo / Favero San Polo12 agosto - 19 agosto 2011 Oderzo / Trevisan Ormelle19 agosto - 26 agosto 2011 Piavon / Dal Magro Meduna

SETTIMANA ODERZO ALTRI COMUNI

26 agosto - 2 settembre 2011 Oderzo / Scotto Portobuffolè2 settembre - 9 settembre 2011 Oderzo / Favero Motta / Al Ponte9 settembre - 16 settembre 2011 Oderzo / Trevisan Cimadolmo16 settembre - 23 settembre 2011 Piavon / Dal Magro Motta / Rossetto23 settembre - 30 settembre 2011 Oderzo / Scotto Gorgo30 settembre - 7 ottobre 2011 Oderzo / Favero Cessalto7 ottobre - 14 ottobre 2011 Oderzo / Trevisan Mansuè14 ottobre - 21 ottobre 2011 Piavon / Dal Magro Negrisia21 ottobre - 28 ottobre 2011 Oderzo / Scotto Ponte28 ottobre - 4 novembre 2011 Oderzo / Favero Fontanelle4 novembre - 11 novembre 2011 Oderzo / Trevisan Chiarano11 novembre - 18 novembre 2011 Piavon / Dal Magro Campodipietra18 novembre - 25 novembre 2011 Oderzo / Scotto Salgareda25 novembre - 2 dicembre 2011 Oderzo / Favero San Polo2 dicembre - 9 dicembre 2011 Oderzo / Trevisan Ormelle9 dicembre - 16 dicembre 2011 Piavon / Dal Magro Meduna16 dicembre - 23 dicembre 2011 Oderzo / Scotto Portobuffolè23 dicembre - 30 dicembre 2011 Oderzo / Trevisan Motta / Al Ponte30 dicembre - 6 gennaio 2012 Piavon / Dal Magro Cimadolmo

Orari e recapiti della Sanità

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