Nella lezione precedente: n Abbiamo visto come simmetrizzare le equazioni di Maxwell introducendo...
-
Upload
aldobrandino-sasso -
Category
Documents
-
view
221 -
download
1
Transcript of Nella lezione precedente: n Abbiamo visto come simmetrizzare le equazioni di Maxwell introducendo...
Nella lezione precedente: Abbiamo visto come simmetrizzare le equazioni di Maxwell introducendo cariche e correnti magnetiche abbiamo introdotto il teorema di dualità, che permette di scrivere la soluzione in presenza di sole
sorgenti magnetiche dalla conoscenza di quella in presenza di sole sorgenti elettriche Introdotto i “muri magnetici”, e visto come nella realtà certi problemi di simmetria possano essere
affrontati ipotizzando tali muri Abbiamo utilizzato il teorema di dualità per calcolare il campo irradiato da un dipolo magnetico
elementare, ed identificato nella spira l’antenna che realizza tale radiatore abbiamo introdotto il teorema di equivalenza, sfruttando il teorema di unicità
Nella lezione precedente: Abbiamo introdotto il teorema delle immagini Abbiamo quindi scritto i campi in funzione dei potenziali in presenza di sorgenti elettriche e magnetiche, usando il principio di sovrapposizione degli effetti Abbiamo dato una prima classificazione delle antenne (filiformi, planari, ad apertura, a riflettore, schiere) Introdotto alcuni parametri caratteristici:
caratteristica o diagramma di radiazione densità di potenza irradiata intensità di radiazione direttività guadagno larghezza di banda polarizzazione impedenza di ingresso efficienza di radiazione
Parametri caratteristici: impedenza di ingresso L’abbiamo già incontrata parlando del dipolo
Il sistema generatore+antenna in trasmissione ha quindi il circuito equivalente
Vg VA
IA
Vg ZA
Zg
E la massima potenza irradiata è quindi
A
g
R
VW
8
2
max
Parametri caratteristici: impedenza di ingresso In ricezione invece equivalente Thevenin
ZL
A
A’
V0
ZA
ZL
Regioni di campo Campo vicino reattivo: fino a circa R=
362.0 D
Nel caso del dipolo è circa /6 Campo vicino radiativo (o regione di
Fresnel): regione intermedia in cui esiste ancora una componente radiale e il campo dipende da r; non esiste in radiatori piccoli
Campo lontano (o regione di Fraunhofer): domina 1/r, componenti lungo r trascurabili; limite a circa
22Dr
Campo lontano Sappiamo che le distribuzioni di campo approssimano
localmente onde piane; nel caso più generale le onde piane sono rkEE je0
rkHH je0 Vediamo come: esplicitiamo
zkykxkj zyxe 0EE
Dove E0 è un vettore che non dipende dalla posizione, ma può avere tutte le componenti
zzyyxx EEE uuuE 0000
Campo lontano: Onde piane in direzione arbitraria L’equazione di Helmholtz corrisponde a 3 equazioni scalari
Concentriamoci sulla prima e sostituiamo l’espressione generale per l’onda piana
022
2
2
2
2
2
x
xxx Ekz
E
y
E
x
E
022 EE
k
0
0
0
22
22
22
zz
yy
xx
EkE
EkE
EkE
xxzxyxx EkEkEkEk 02
02
02
02
2222 kkkk zyx Cioè, il vettore d’onda k che ha
modulo k può essere diviso in 3 componenti, proprio pari a kx, ky, kzzzyyxx kkk uuuk
Onde piane in direzione arbitraria Quindi potremo riscrivere brevemente, per una onda piana
che si propaga lungo una direzione generica:
rkEEE jzkykxkjee zyx
00
Campo lontano: Onde piane in direzione arbitraria In generale quindi E ed H per un’onda piana saranno
Come verificare che sono onde piane? Si possono ricavare proprietà generali sostituendo alle equazioni di Maxwell: notate che se calcoliamo il rotore di una quantità come quelle di sopra, il risultato sarà che
kj Cioè il rotore diventa, grazie alla forma esponenziale, una
semplice moltiplicazione vettoriale! Allo stesso modo la divergenza diventa un prodotto scalare. Le equazioni di Maxwell (fasori in assenza di sorgenti) si “algebrizzano”
rkEE je0rkHH je0
BE jDH j
0 D0 B Sia E che H
ortogonali a k
00 HEk 00 EHk
00 Ek00 Hk
Onde piane in direzione arbitraria
Possiamo subito ricavare una relazione tra E ed H generale: dalla prima
00 HEk 00 EHk 00 Ek
00 Hk
)(1
)( rEurH k
00
1EkH
ovvero
Dove è l’impedenza d’onda del mezzo: generalizza l’espressione che avevate trovato per una direzione
Campo lontano
In particolare nel nostro caso k è diretto lungo r
rjku
Ora possiamo sfruttare il fatto che in campo lontano le onde sono localmente piane per “algebrizzare” anche le equazioni del potenziale
AH 1
Per cui
r
AuH
rr
jk)(1
jj
AAE
j
jkjkj rr
r
AuuAE
Campo lontano: esempio dipolo Hertziano
L’unico impiccio è trasformare le coordinate cartesiane in sferiche: introduciamo una matrice di trasformazione del tutto generale
0cos
coscoscos
coscos
sin
sinsin
sinsinsin
M
Avevamo visto nella prima lezione che
r
heIA z
jkr
z uurA
4
)( 0
È una matrice di trasformazione molto comoda: se applicata su un vettore cartesiano restituisce il vettore in coordinate sferiche
Campo lontano: esempio dipolo Hertziano
Da cui
Nel nostro caso A è diretto lungo z, quindi
AA
A
A
z
r
0
0
M
Per cui ritroviamo banalmente
0cos
coscoscos
coscos
sin
sinsin
sinsinsin
zA
0
0
Ar=AzcosA=-AzsinA
ur
eIhsin
jk jkr
4
AuH
rr
jk)(1
j
jkjkj rr
r
AuuAE
ur
eIhsin
jk jkr
4
Avendo trascurato le componenti i r per l’ipotesi di campo lontano
Campo a grande distanza (ma non campo lontano)
Possiamo fare approssimazioni meno “spinte”, che valgano anche in zona di Fresnel: prendiamo l’espressione del potenziale vettore
')'(4
)('
dVe
V
jk
r'rrJrA
r'r
P
V
r
r’
r-r’
J(r’)dV’
r'r
'rr'r
A grande distanza:
Per cui possiamo approssimare:
rr'r nel denominatore
La funzione esponenziale invece necessita di una approssimazione migliore (è rapidamente oscillante)
rr urr'r '
Infine considereremo il vettore r-r’ circa parallelo ad r
Campo a grande distanza (ma non campo lontano)
quindi
')'(4
)('
dVe
V
jk
r'rrJrA
r'r
')'(4 '
'
dVr
e
V
rjk r
ur
rJ
')'(4 '
' dVer
e
V
jkjkr
r
urrJ
funzione scalare solo di rFunzione vettoriale f()
Teorema di reciprocità Potentissimo teorema, conseguenza diretta delle
equazioni di Maxwell per mezzi isotropi, lineari e passivi
nel suo senso più semplice, un teorema di reciprocità stabilisce che la risposta di un sistema ad una sorgente non cambia se si scambiano sorgente e misuratore della risposta
In senso più generale, i teoremi di reciprocità pongono in relazione una risposta ad una sorgente -risposta dovuta ad una seconda sorgente- con la risposta alla seconda sorgente, dovuta alla prima…
Il teorema di reciprocità per le equazioni di Maxwell è molto fecondo: è alla base del Metodo dei Momenti (Harrington), alle proprietà di ortornormalità dei modi di una guida ecc.
Teorema di reciprocità Consideriamo due insiemi di sorgenti armoniche Ja, Ma e
Jb,Mb, alla stessa frequenza, nello stesso mezzo; indichiamo inoltre con Ea,Ha i campi prodotti dalle sole sorgenti a, ed Eb,Hb quelli prodotti dalle sorgenti b; scriviamo le equazioni di Maxwell nelle due situazioni
Moltiplichiamo (scalarmente) la prima per Eb e l’ultima per Ha, e sommiamo
aaa
aaa
j
j
MHE
JEH
bbb
bbb
j
j
MHE
JEH
ababab
ababab
j
j
MHHHEH
JEEEHE
abababababab jj MHHHJEEEEHHE
Teorema di reciprocità
Ora, solita identità
Scambiando a e b si ha anche
BAABBA
abababababab jj MHHHJEEEEHHE
ababababab jj MHJEHHEEHE
babaababba jj MHJEHHEEHE
Sottraiamo l’una all’altra….
abbaabbaabba MHMHJEJEHEHE Integriamo in un volume V, delimitato da una superficie S
ed applichiamo il th. Della divergenza
abbaabba
V
abba
S
dVd MHMHJEJEHEHEs
Teorema di reciprocità
Nel caso di superficie distante dalle sorgenti, sappiamo che
abbaabba
V
abba
S
dVd MHMHJEJEHEHEs
EuH r1
Per cui i due termini a primo membro si cancellano. Resta quindi
abab
V
baba
V
dVdV MHJEMHJE
I termini di sopra si definiscono “reazioni”
baba
V
dVba MHJE ,
Per cui il teorema diventa semplicemente abba ,,
Teorema di reciprocità Che possiamo leggere dicendo che del campo a alla sorgente b
è uguale alla reazione del campo b alla sorgente a
Se consideriamo un’antenna filiforme
Per cui
badlba IE ,
Supponiamo di considerare per esempio a e b due antenne, e di schematizzare il collegamento tra loro con una rete sue porte, per esempio una matrice Z
b
a
b
a
I
I
zz
zz
V
V
2221
1211
lE dI ab abVI
zyxI uJ )()(
V
abba VIVI
Ebbene, la relazione di reciprocità implica evidentemente che
2112 zz
Teorema di reciprocità Quanto detto ovviamente non vale solo per le antenne ( e di fatto
si estende senza grosse difficoltà ad ogni tipo di antenna) e dimostra che ogni rete cistruita da materia isotropa e lineare ha matrice di impedenza simmetrica
L’implicazione più importante per le antenne è che i diagrammi di radiazione in ricezione o trasmissione sono identici. In pratica il comportamento in trasmissione ed in ricezione sono indistinguibili
Per dimostrare quest’ultima affermazione dobbiamo prima riconsiderare il diagramma di radiazione: esso può anche essere definito come la tensione (funzione angolare, ovviamente) ai capi dei terminali dell’antenna dovuta ad un’onda piana che incide su di essa
Teorema di reciprocità
Se si ha quindi un’antenna in trasmissione a, e si muove intorno ad essa un’antenna in ricezione b, la tensione ricevuta ai capi dell’antenna in ricezione sarà
Dove Vb è la tensione a vuoto; la caratteristica di radiazione sarà il rapporto tra Vb ed il suo valore max
),(),(12 ba VIZ
),(
),(
maxmax
b
b
V
V
Teorema di reciprocità
Se ora invece si pone al centro l’antenna in ricezione (ora indicata come a) e si muove quella in trasmissione (b), la tensione a vuoto sarà
E la caratteristica di radiazione sarà
),(),(21 ab VIZ
),(
),(
maxmax
a
a
V
V Tuttavia essendo Z21=Z12, la caratteristica risulta la stessa
Altezza efficaceIn zona lontana sappiamo che il campo decresce come 1/r Se nell’antenna è possibile individuare facilmente dei morsetti ai quali si possa misurare
una corrente di riferimento Io (come nelle antenne filiformi), si può porre
r
eI
jkr
jkr
),(4
),,( hE
E la funzione vettoriale h (dimensionalmente una lunghezza) prende il nome di altezza efficace
Per il dipolo elementare o Hertziano, essendo
uEr
eIhsin
jk jkr
4
L’altezza efficace sarà: uh hsin
La caratteristica o l’altezza efficace descrivono totalmente l’andamento angolare del campo irradiato
Altezza efficace in ricezioneConsideriamo un’antenna filiforme su cui incida perpendicolarmente un’onda piana, con il campo elettrico polarizzato lungo l’asse del filo
ihEV
La tensione indotta nel gap dipende dal campo elettrico incidente ed è certamente proporzionale, così si può porre
h è l’altezza efficace in ricezionePiù in generale, se il campo incide con un angolo diverso da 90° e con polarizzazione arbitraria, sarà utile definire
V
Ei
Hi
iV EhIl teorema di reciprocità consente di dimostrare che l’altezza efficace in ricezione è uguale a quella precedentemente introdotta (in trasmissione)
Altezza efficaceNoto il campo elettrico incidente sull’antenna, l’altezza efficace consente il calcolo della tensione ai capi del carico: infatti varrà il circuito equivalente Thevenin
L’altezza efficace è poi facilmente legata alla direttività: infatti
ZL
ZL
Zg
iEh
is
D P
rPg
),,(,
S
rdsds
r
2/4
1
2/lim
2
2
2
E
E
S
dsdsr
2
2
2
4
1h
h
Fattore di Antenna (AF)
Simile all’altezza efficace, ma consente il calcolo diretto della tensione indotta ai capi del carico, supposto noto (solitamente 50Quindi non si misura ora la tensione a vuoto, ma quella con l’antenna chiusa sul carico
iLV Eh
Area efficaceQuando l’individuazione di una corrente di riferimento non è semplice o è artificiosa (come nelle antenne ad apertura) si preferisce far riferimento alle potenze
Si introduce allora una quantità che lega la densità di potenza incidente Si sull’antenna con la potenza disponibile sul carico (condizione di massimo adattamento) PL: l’area efficace A tale che
iL ASP Ora vale per la densità di potenza incidente 2/
2iiS E
Mentre per la massima potenza consegnata al carico
iL RVP 8/2 ii R8/
2hE
Quindi
ii
i
RA
42
2
E
hE
Essendo Ri la parte reale dell’impedenza di ingresso dell’antenna
ii
i
R422
22
hE
hEh
iR4
2h
Area efficacedove abbiamo definito
Fattore di depolarizzazione
o efficienza di polarizzazione, che varia tra 0 ed 1
iR
A4
2h
22
2
hE
hE
i
i
Si noti però che così l’area efficace dipende non solo dalle caratteristiche dell’antenna, ma anche dalla polarizzazione del campo incidente
Si è soliti quindi adottare come definizione il caso di efficienza 1 (in pratica massimo trasferimento di potenza e massima efficienza di polarizzazione)
In tal modo la potenza ceduta ad un carico adattato risulta
ASP iL
Relazione tra Area Efficace e GuadagnoIl guadagno abbiamo visto è il rapporto tra la densità di potenza irradiata in una direzione e la densità di potenza che irradierebbe se fosse isotropica e senza perdite
22
2
4/2
1
2/,,,
rIR
rG
i
E
2
22 ,,4
IR
rr
i
E
ma sappiamo che il campo è legato all’altezza efficace da
r
eI
jkr
jkr
),(4
),,( hE per cui il guadagno diventa
2
2,,
hiR
G
Relazione tra Area Efficace e Guadagno
ricordando la relazione tra guadagno ed altezza efficace
si ottiene l’importantissima relazione
2
2,,
hiR
G
iRA
4
2h
2
4
,
,
A
G
Implicazioni: Il collegamento radio
Problema fondamentale: calcolo della potenza ricevuta Pr dall’antenna ricevente quando sia nota la potenza trasmessa dalla trasmittente Pt
Soluzione: formula del collegamento
tt ,Antenna trasmittente
Antenna ricevente
rr ,
Sia il guadagno dell’antenna trasmittente all’angolo con cui vede l’antenna ricevente tttG ,
La densità di potenza che incide sull’antenna ricevente è quindi
tttt Gr
PS
,
4 2
Implicazioni: Il collegamento radio
Sia l’area efficace dell’antenna ricevente all’angolo con cui vede l’antenna trasmittente rrrA ,
La potenza trasferita ad un carico adattato (in adattamento di polarizzazione) sarà
rtt
r AGr
PP
24 rtt GG
rP
2
4
Nel caso più generale in cui il collegamento non sia nello spazio libero, di introduce un fattore di attenuazione F
22
4FGG
rPP rttr
Antenne filiformi: sottile rettilinea
Useremo la sovrapposizione degli effetti immaginando che l’antenna sia la sovrapposizione di tanti dipoli elementari di lunghezza dz: il campo lontano risulta quindi dalla sovrapposizione di
z
+L
-L
dz r
r''
P
'
'
' ''
2
)(
u
r
esin
dzzIjdE
jkr
supporremo di essere in campo lontano, cioè
22 )2(22 Ldr
ed utilizziamo le approssimazioni introdotte all’inizio della lezione
Antenne filiformi: sottile rettilineaovvero
Quindi
z
+L
-L
dz r
r''
P
rr'r
coszr r'r
Infine considereremo il vettore r circa parallelo ad r’ (e quindi circa ’)
Nel denominatore
Nell’esponenziale denominatore
dzr
esin
zIjdEE
L
L
zrjk
L
u)cos(
2 2
)(
L
L
jkzrj
dzezIr
esinjE
cos)(2
1
E
H
Antenne filiformi: sottile rettilineaSe avessimo usato l’espressione approssimata per il potenziale vettore?
Ricordando
z
+L
-L
dz r
r''
P
Non sarebbe cambiato nulla: infatti
')'(4 '
' dVer
e
V
jkjkr
r
r
urrJA
')'(4
cos' dzezIr
e L
L
jkzz
jkr
u sinAA z
uu
L
L
jkzjkr
dzezIr
esinjAjE ')'(
2][ cos'
..come prima...
Antenne filiformi: OsservazioniPossiamo definire, come fatto nel caso delle onde piane
zkk cos
u
')'(2
'dzezIr
esinjE zjk
jkrz
E riscrivere (visto che la corrente è non nulla solo sull’antenna)
E l’integrale risulta fondamentalmente una trasformata di Fourier della corrente: quindi il campo lontano è legato alla trasformata di Fourier della corrente
Antenne filiformi: Equazione Integrale di HallenCome determinare la corrente? Bisogna far riferimento al meccanismo con cui alimenteremo l’antenna
Immaginiamo di avere un generatore di tensione bilanciato, e di applicare tale tensione ad un taglio infinitesimo dell’antenna
Per quel che abbiamo detto parlando dell’altezza efficace, il campo elettrico applicato sarà
zi zVE u)(
V
l
l
2a
z
Ipotizziamo poi, di nuovo, l’antenna sottile, ovvero con rapporto 2l/a>150
In particolare, si è soliti introdurre un parametro definito parametro di “snellezza”
a
l2ln2
che per un’antenna sottile deve essere maggiore di 10
Antenne filiformi: Equazione Integrale di Hallen
In tali condizioni, potremo considerare tutta la corrente concentrata sull’asse del cilindro
Imponendo che il campo elettrico tangenziale sia nullo tranne che nel gap, dove vale quanto assegnato, si ottiene una equazione integrale (in cui la corrente è sotto il segno di integrale)
Nell’ipotesi di antenna sottile (quindi anche il potenziale vettore orientato solo lungo z) ed usando le approssimazioni di campo lontano per il potenziale vettore, si ottiene una versione particolare dell’equazione integrale, equazione integrale di HallenLa soluzione (approssimata) di tale equazione fornisce per la corrente
sinkL
zlsinkI
kL
zlsinkVjzI
)(
cos
)(2)( 0
0
Ltg
VjII
00
2)0(
con
Antenne filiformi: Equazione Integrale di Hallen
Si noti che l’impedenza di ingresso dell’antenna verrebbe
puramente immaginaria! Come se non irradiasse
del resto appare come l’impedenza di ingresso di un tratto di linea in circuito aperto con impedenza caratteristica
kLjI
VZ i cot
20
0
20
Z
Questo avviene perché nell’equazione di Hallen abbiamo usato le formule per il campo lontano, ed il risultato è un’approx accettabile per il campo lontano ma non per l’impedenza di ingresso
Schematizzazione di un’antennaDel resto possiamo immaginare l’antenna come limite di una linea di trasmissione in circuito aperto
fin tanto che i due conduttori sono vicini, l’effetto delle correnti all’esterno si cancella
quando i conduttori si allontanano del campo viene irradiato, ma la distribuzione di corrente rimane simile (sinusoidale)