neaPOLIS SETTEMBRE "diversita"

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Notizie dai Municipi Via Boccea: corre veloce l’interesse privato p.6 Villa Piccolomini: nuovi sviluppi p.7 Contributi per l’affitto: nuove scadenze p.8 Stop ai privileggi p.11 Municipio XVI: monta la protesta contro la discarica Focus p.16: Diversità INTERVISTA A FABRIZIO SCAFETTI CHITARRISTA DEI “SOUL REVOLUTION” INTERVISTA AD IVAN RISTALLO, ATTORE E REGISTA TEATRALE Mirando l’Havana: spunti di riflessione Quell’estate del 2009, quando l’ONU richiamava l’Italia Un po di follia per un futuro geniale Nibiru, il grande pianeta che contribuì a creare la terra

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Notizie dai MunicipiVia Boccea: corre velocel’interesse privato p.6Villa Piccolomini:nuovi sviluppi p.7Contributi per l’affitto:nuove scadenze p.8Stop ai privileggi p.11Municipio XVI: monta laprotesta contro la discarica

Focus p.16:Diversità

INTERVISTA AFABRIZIO SCAFETTICHITARRISTA DEI

“SOUL REVOLUTION”

INTERVISTA AD IVAN RISTALLO,ATTORE E REGISTA TEATRALE

Mirando l’Havana:spunti di riflessioneQuell’estate del 2009,quando l’ONUrichiamava l’ItaliaUn po di follia perun futuro genialeNibiru, il grande pianetache contribuìa creare la terra

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PPiiaazzzzaa PPiioo XXII nn.. 8899--9900

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La pausa estiva è terminata e con essa ritorniamo allavita di tutti i giorni. Cosa ci attende quest’anno?Questo non possiamo saperlo, mentre ciò su cui pos-siamo contare con certezza è solo su “noi stessi”. Allora, quali sono i nostri buoni propositi perl’anno entrante? Dove possiamo e vogliamo miglio-rare? Anch’io me lo sono chiesto e scelgo questo spazioper condividerlo:1) Impegnarsi maggiormente nel lavoro. La crisida ossessione mediatica sta divenendo reale. Non con-divido gli allarmismi che condizionano negativamente ilnostro agire, creando una cultura basata sulla paura.Noi crediamo nel futuro e quindi non possiamo esserenegativi anche nei momenti più difficili. Questa rivistanasce per trasmettere un nuovo modo di pensare, di ve-dere le cose per testimoniare che “si può fare” e che in-vece di lamentarsi occorre rimboccarsi le maniche. 2) Fare qualcosa per l’ambiente magari modifi-cando le mie abitudini. In che modo?Scegliendo qualche volta di prendere l’autobus, fare inmodo serio la raccolta differenziata (purtroppo nellepoche zone dove è attiva), acquistando prodotti e ser-vizi da società che hanno un etica sociale ed ambien-tale. In proposito, nèaPOLIS sta lavorando per mutare

radicalmente il volto del quartiere presentando alle isti-tuzioni un progetto di mobilità sostenibile.3) Curare lo spirito ed il corpo. Viviamo in una so-cietà dove si corre ma non si arriva. Perché? Frenesia?Sì, a Roma ce n’è in abbondanza e soprattutto in unMunicipio come il nostro interessato da tante strade ascorrimento veloce e poche aree pedonali. Correre conl’automobile non solo è pericolo per gli altri ma rovinala qualità della nostra vita, il nostro spirito perché al vo-lante molti si trasformano in ciò che non sono. In unasocietà frenetica, dove le frenesie sono soprattuttomentali, occorre dedicarsi al corpo facendo attività fisicaed educando lo spirito. Come? Regalando un sorrisoad un conoscente, aiutando un amico, interessandosidei problemi del quartiere, fare volontariato, aprirsi addialogo con chi può insegnare e trasmettere. Non sono forse buoni auspici condividibili damolti? Credi di si? Questo significa che anche se ognuno di noi è a se, èdiverso da un altro abbiamo comunque aspirazioni,sogni e problemi che sono simili, comuni. Il Focus disettembre è proprio dedicato alla “Diversità” intesacome ricchezza e nel segno dell’unità. Non dimentichiamocelo! Buona Lettura!

Economista (Spec. Internazionale)

Si r ipar te. . .ma come?

EditorialeClaudio Napoli

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Settembre 2012

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LA RIVISTA Néa POLIS

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Via Boccea: corre veloce solol’interesse privato .6Villa Piccolomini: l’On. Realaccipresenta un’interrogazione mapoi la ritira .7Nuovo termine per le domandedel “buona casa” .8Quali sono le ragioni dell’interes-samento del Comune di Romaper gli anziani? .9Sequestrata una piantagione dioppio a Torrevecchia .10C’è tempo fino al 15 settembreper firmare il referendum perl’acqua pubblica .10Referendum per abolire i vitalizzidella Regione Lazio .11

Quell’estate del 2009, quandol’ONU richiamava l’Italia

Ti regalo l’italiano

America: Stati e religioni

Per non dimenticare

Un po di follia per un futuro geniale

Gemelli identici ma non proprio

Muore il Cardinal Martini: unuomo di Chiesa anticonformista

Immigrazione e scuola

Fuga di Cervelli dall’AfricaDiverso da chi? Essere disabilinell’Europa delle diversitàBarriere architettoniche e Barriere culturaliAchille Bonito Oliva. L’ideologiadel traditoreCara onorevole casta...

Moda Autunno Inverno 2012-2013Torna il Nero!Moda: lineamenti di ScoziaE’ ora di mettere in ordine...Quali sono le diversità tra uomo edonna?

Nibiru (Pianeta X)

Soul Revolution: la musica cheviene dall’anima

lascia la tua mail: riceverai la rivista onlinewww.neapolisroma.it

Editor ia le p.3 Diversità p.16

neacultura/cinema p.28

neamusica p.30

Salute & Bellezza p.26

Nel prossimo numero 30

dove trovo la rivista 30

Roma NotizieGregorio VII - Prati- Boccea -V.Aurelia-Casalotti-M.Spaccato

Editore: Claudio NapoliDirettore ResponsabileElio TomassettiDirettore CommercialeCarlo FamigliettiComitato scientifico:Edy Viola, F. Napoli

Grafico: Daniele [email protected] & Marketing: Francesco ZancaCollaboratori: Francesco Grasselli, Alessandro Ranieri,Laura Napoli, Valeria Pucci, Valerio Pel-liccia, Viviana Vannucci, Federico Monti,Lorenzo Sigillò, Paolo Migotto, GiorgioZussini, Laura Andina, Vanessa Pinato, Daniele Palone, Valentina SanzoneSalvo accordi scritti, la collaborazione con ilmensile Nea Polis Roma è da considerarsi a ti-tolo gratuito Foto ed Immagini sono tratte dalweb. L’editore ha cercato di rintracciare gliaventi diritto ai crediti fotografici non specifi-cati ed è a disposizione per chiarimenti.

Tipografia: G. De Vecchi Pieralice, 2000167 RomaRegistrazione Tribunale di Roma: n. 360/2010 del 17 settembre 2010N° iscrizione ROC: 20384Sede Operativa: via G.Funaioli, 54

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ROMAREDAZ IONE

Si riparte...ma come? .3

FOCUS

NON BUTTARMI,REGALAMI

O RIPORTAMI

SOMMARIOSettembre 2012, anno III

Monteverde-Bravetta-Pisana-Malagrotta-Portaportese

Intervista ad Ivan Ristallo .12Discarica a Valle Galeria: cresceil dissenso .14Viaggio alla scoperta di Cuba.15

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Si aprono nuovi capitoli nella lunga storia del rad-doppio della via Boccea: eravamo rimasti al 25 lu-glio, quando il TAR si sarebbe dovuto esprimere sulricorso contro l’aggiudicazione dell’appalto propostodalla società seconda classificata, Edil Moter s.r.l.,che avrebbe dovuto costituire una associazione tem-poranea di imprese (ATI) con la Cosar s.r.l. per losvolgimento dei lavori.In realtà il TAR ha esaminato il ricorso e le argo-mentazioni prodotte dall’Avvocatura comunale edalla società, e ha ritenuto che il Comune dovesseargomentare meglio le proprie affermazioni circa la“incertezza assoluta dell’offerta” richiedendo allostesso una dettagliata relazione.

La gara, per 5.220.000, 00 euro, è stata vintada Prima Appalti s.r.l., che insieme al Comune èparte resistente del ricorso della Edil Moter.L’udienza è stata quindi rinviata al 30 agosto e poiancora al 26 settembre, intanto proseguono i lavoridi demolizione degli edifici del comprensorio di TerraSanta, la cui area è stata interamente transennata,e oramai anche l’ingresso è in corso di demolizione,

questi terreni vanno ad unirsi con quelli che eranooccupati dall’ex “smorzo” e formano un’unica area.In un primo momento era sembrato che le demoli-zioni erano dovute ad un imminente inizio dei lavori,ma da indagini di Casalottilibera è emerso che ilpiano di recupero urbano Casalotti Palmarola pre-vede la realizzazione di una piazza e di un centro ci-vico, forse un parcheggio e si teme, anche nuovepalazzine.In ogni caso la realizzazione di opere da parte di pri-vati deve essere compatibile con quella delle operepubbliche, in particolare queste della Via Boccea, at-tese da decenni, già deliberate, con la gara giàespletata. Quindi lo spazio per la rotatoria deve necessaria-mente rimanere, anche se l’interesse privato arrivasempre prima di quello pubblico, come abbiamovisto anche con il distributore della Felgas prima delbivio con via di Casalotti, già praticamente ultimato,non vorremmo avere altre case e altro trafficoancora prima che la strada sia allargata.

Alessandro Ranieri – [email protected]

Nuovi rinvii del Tar per la causa Edil Moter

Notizie da Roma Capitale Settembre 2012 Municipio 18

Via Boccea: corre velocesolo l’interesse privato

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Roma Notizie: Gregorio VII - Prati- Boccea - Valle Aurelia - Casalotti - Montespaccato

Il Comitato per il Parco Piccolomini Bene Comune sta rac-cogliendo firme per una petizione per chiedere conto allaFondazione omonima del contenuto dei fusti rinvenuti datempo nell’area e dei tempi per lo smaltimento deglistessi, dato che i residenti sono preoccupati per la pro-pria salute, dato che pare che contengano rifiuti tossici.

Della questione di Parco Piccolomini si è occupatoanche il deputato PD Ermete Realacci, che ha pre-sentato un’interrogazione parlamentare in proposito il24 febbraio, al Ministro per i beni e le attività culturalie al Ministro dell’Ambiente.

L’atto parlamentare è ben argomentato e in essosi afferma la sottoposizione a vincolo conservativo giàai sensi del decreto ministeriale del 27/12/1985, ai sensidella legge n. 1497 del 1939, oggi Codice Urbani, eviene descritta la proprietà, che è stata lasciata in ere-dità dal defunto conte Carlo Piccolomini alla FondazionePiccolomini per l’Accademia di Arte Drammatica, con ildesiderio che divenisse una casa di riposo per artistidrammatici indigenti.

Dal 2000 la villa e il relativo Parco entrano nella dispo-nibilità della Regione Lazio, che entra nell’amministra-zione della Fondazione, tramite propri rappresentantinominati nel consiglio della stessa.

La parte più interessante è il capoverso successivo, dovesi afferma che il recente Piano Regolatore Generale diRoma disciplina l’ambito della villa quale “verde privatodi valore storico-morfologico-ambientale”, ed è proprioquesta ultima dizione, si afferma, che impedisce la rea-lizzazione di impianti da golf o di altra disciplina spor-tiva. Secondo l’interrogante anche il Piano territorialepaesaggistico adottato dalla Regione il 25 luglio 2007disciplina l’ambito della villa quale area di “Parchi, ville,giardini” e anche tale definizione inibisce la realizzazione

di campi dagolf. Fattequeste pre-messe, a talescopo Realaccichiede al Go-verno se sia ac ono s c en z adella vicenda ese intenda ef-fettuare verifi-che al fine di assicurare la più ampia tutela di tale bene.

Successivamente si è appreso che, che in data 10aprile, l’interrogazione parlamentare è stata riti-rata, su questo abbiamo chiesto spiegazioni al-l’on. Realacci, che ha precisato che l’interrogazione èstata presentata da lui spontaneamente, e non dietrocontatto di gruppi politici, e soltanto dopo si è reso contoche era una situazione che necessitava di un chiari-mento, anche per il fatto che non conosceva molto benela realtà della zona, essendo stato eletto nel collegio diPisa.Infatti, dopo aver presentato l’interrogazione, è statocontattato da diverse persone, tra cui esponenti dellafondazione, e ha capito che, in pratica, non esisterebbealcun rischio di cementificazione e si tratta, anzi, di re-cuperare un’area verde degradata, restaurando o de-molendo immobili fatiscenti, per realizzare un campo perla pratica del golf, la fondazione si è poi mostrata di-sponibile ad un confronto con i cittadini.

Prosegue affermando che, se la realizzazione del campoda golf fosse una cosa sbagliata e dannosa, sicuramenteciò è materia che deve affrontare il competente Munici-pio, e inoltre di essere stato contattato dal PD locale perla prima volta durante la festa dell’Unità, quandoavrebbe incontrato anche la rappresentante del Comi-tato Parco Piccolomini bene comune.Insomma, non ha voluto mantenere in piedi una batta-glia che non considerava grandemente importante: es-sendo il tempo e le risorse limitati, è necessarioconcentrarsi su questioni più gravi.

I contatti con la fondazione non sarebbero stati diretti,ha comunque ricevuto dei documenti che hanno spie-gato la validità del progetto, anche dal punto di vistaambientale e ha ritenuto per questo di ritirare l’interro-gazione parlamentare sull’argomento.

Villa Piccolomini: l’On. Realacci presenta un’interrogazione ma poi la ritira di Alessandro Ranieri

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8 Roma Notizie: Gregorio VII - Prati- Boccea - Valle Aurelia - Casalotti - Montespaccato

Il Comune di Roma, nell’ambito delle politiche di so-stegno sociale, eroga a inquilini in difficoltà economiche,un aiuto per il pagamento dell’affitto, che rappresentauna boccata di ossigeno per tante famiglie in difficoltà ea rischio sfratto, ovviamente occorre presentare una do-manda, corredata delle dichiarazioni e delle certificazioniatte a comprovare il diritto a percepire tale contributo.

Finora sono state esaminate le domande relative al2010, dall’esame del sito del Comune, si evince che mol-tissime persone sono state escluse per mancanza di re-quisiti, ma anche per irregolarità formali nellacompilazione della domanda, magari si tratta di personeanziane, o stranieri, senza assistenza e che possonoavere commesso degli errori o omissioni, pur rientrandonei parametri per ottenere il sostegno economico.In ogni caso il Comune concede un periodo di un mesedall’approvazione della graduatoria provvisoria, per lapresentazione di opposizioni, e per eventualmente re-golarizzare e integrare la domanda, se il diritto sussiste,e se ciò è possibile in base al bando.

Ciò che non è sembrato congruo, lamenta RenatoRizzo dell’Unione Inquilini di Roma, è che tale av-viso sia stato pubblicato il 1° agosto e il termine per lapresentazione dell’opposizione sia stato fissato al 31agosto, quando tutta la città è in ferie, e anche gli isti-

tuti di patronato, che potreb-bero assistere nellacompilazione della domanda,sono chiusi: in questa situa-zione persone anziane, ma-gari invalide, dovrebberocapire in che cosa consiste

l’irregolarità, presentarsi agli sportelli del Comune, ma-gari chiusi anche quelli per un certo periodo, per pre-sentare l’opposizione.L’Unione Inquilini, a tal proposito, ha lanciato un appelloal Dipartimento politiche abitative del Comune, per unrinvio al 30 settembre del termine per la presentazionedelle opposizioni, e anche ai Municipi, di farsi portatoridi questa istanza, così come già fatto in analoga situa-zione, in occasione della presentazione delle domandeper il buono casa 2012. Di questa esigenza ha datoconto anche Nea Polis, con un articolo del 16 ago-sto.

L’appello è stato accolto, ed è stato rinviato al 30settembre 2012 il termine per la presentazionedelle domande relative al contributo per l’anno 2011. E’ stata scelta la soluzione migliore per consentire a chiha diritto di usufruire del sostegno economico, del restodifficilmente le Pubbliche amministrazioni fissano dei ter-mini che cadono il 31 agosto, e soprattutto, perché nonc’è alcuna ragione sostanziale per fare ritenere tale ter-mine perentorio e non meramente acceleratorio, datoche si tratta dell’erogazione di fondi relativi ad anni pre-gressi. A. Ranieri [email protected]

Rinviato al 30 settembre il termine per la regolarizzazione delle domande per il “buono casa”

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Quali sono le ragioni dell’interessamento del Comune di Roma per gli anziani nell’ultimo anno?

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9Roma Notizie: Gregorio VII - Prati- Boccea - Valle Aurelia - Casalotti - Montespaccatowww.neapolisroma.it

Negli ultimi tempi si è assistito alla realizzazionedi diverse iniziative da parte del Comune di Romarivolte agli anziani, con prestazioni di vario tipoerogate per il tramite dei centri anziani.

Ricordiamo, ad esempio, quella dei Modelli 730 gra-tuiti, per gli iscritti ai centri anziani, per cui GemmaAzuni ha presentato interrogazione alla Giunta per chie-dere i costi del servizio e se la scelta di un determinatoCAF sia avvenuta a seguito di gara o meno, per que-stioni di trasparenza e di parità di trattamento.Altro servizio fornito dal Comune è quello denominato“Occhio alla vista”, che dura tutto l’anno, per finalitàdi prevenzione della cecità e prevenzione delle cadute,in pratica l’anziano over 65 viene visitato, viene analiz-zato il visus lontano-vicino, il fondo dell’occhio e la pres-sione oculare, il tutto presso il centro anziani dove èiscritto. Vengono, inoltre, consegnati occhiali o cambiatele lenti, se necessario, e se vengono riscontrate patolo-gie, viene avviato presso la competente struttura sani-taria. Anche qui sarebbe interessante conoscere i costidella pur meritevole iniziativa, che comunque pare dicompetenza della Sanità pubblica, e non dell’Ente locale,e il livello di qualità degli occhiali forniti, e quanti nesiano stati consegnati a persone che già li avevano.

Altro evento, cheha parimenti cau-sato una interro-gazione allagiunta di GemmaAzuni, è quellod e n o m i n a t o“Nonni d’estate”,che si è svolta dal4 al 15 lugliopresso Piazza S.Giovanni e il la-ghetto dell’EUR e qui la consigliera di SEL chiede quantosia costata l’organizzazione, quanti anziani abbiano par-tecipato, e se era opportuno organizzare feste a spesedei contribuenti quando mancano i soldi per le misure dicontrasto della povertà e per seri interventi terapeuticia favore degli anziani. Insomma, la domanda che ci si pone è se ci sia un realeinteressamento del Comune di Roma verso gli anziani, ese ciò avvenga per finalità non soltanto legate all’assol-vimento degli obblighi istituzionali, ma anche di propa-ganda e pubblicità in vista del voto, che è prossimo, e sei centri anziani non vengano visti come serbatoi di voti.

Alessandro Ranieri [email protected]

Quali sono le ragioni dell’interessamento del Comune di Roma per gli anziani nell’ultimo anno?

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Sequestrata una piantagione di oppio a Torrevecchia

C’è tempo fino al 15 settembre per firmare il referendum per l’acqua pubblica

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Roma Notizie: Gregorio VII - Prati- Boccea - Valle Aurelia - Casalotti - Montespaccato

Gli agenti del Reparto Operativo del Gruppo di SicurezzaPubblica ed Emergenziale e del XIX Gruppo diretti dalvice comandante del Corpo di Polizia di Roma Capitale,Antonio Di Maggio, nel corso delle attività legate al con-trollo dei fenomeni di spaccio di sostanze stupefacentihanno portato a termine un’importante operazione: inuna zona di Torrevecchia, poco distante dal campo no-madi “Cesare Lombroso”è stata individuata e seque-strata una piantagione oppiacea abilmente mimetizzatanel cortile di una palazzina residenziale. Durante l’in-tervento la polizia ha sequestrato circa cento piante diuna particolare varietà di oppio denominata “papaveroda sonnifero”. Una volta scoperta l’area gli agenti hannoconstatato che molte di queste piante erano già stateprivate delle capsule che vengono utilizzate per l’estra-zione della sostanza stupefacente. Questa parte del

fiore contiene pure i semi da utilizzare per un succes-sivo ciclo di coltivazione. Le autorità giudiziarie hannoquindi denunciato un italiano, proprietario dl terreno.Sono in corso ulteriori accertamenti per stabilire le mo-dalità di estrazione dello stupefacente e per individuaresoggetti utilizzatori o spacciatori.

Viviana Vannucci

Stop ai privileggi !! di Alessandro Ranieri

A giugno dello scorso anno, i cittadini italiani hannovotato contro la privatizzazione dell’acqua, con un chiarosegnale ai nostri amministratori: l’acqua è un bene pri-mario e non si possono fare profitti su un bene tanto in-dispensabile per la vita. La vittoria sui quesiti sull’acquaè stata accompagnata da analoga vittoria, anche sul nu-cleare, che oltre ad essere pericolo è anche un disastrodal punto di vista economico.Ma anche con la vittoria dei referendum, non si può co-munque stare tranquilli, perché la normativa europeaconsente ancora di privatizzare il servizio idrico, inoltre,entro il 31 dicembre, le Regioni devono approvare leggi inmateria, in particolare per la riorganizzazione degli Ato(Ambiti territoriali ottimali, chiamati a gestire, tra l’altro,il servizio idrico). Ecco perché il Comitato promotore per il referendum perl’acqua pubblica ha depositato una proposta di legge re-gionale da sottoporre a referendum confermativo, e ha

promosso una raccolta di firme a so-stegno della stessa, con l’ausilio diforze politiche e associazioni, l’obiettivoè di raccogliere 50.000 firme, così chela Regione sia costretta a prendere inesame la proposta: se ciò non avvieneentro un anno deve indire referendumpropositivo sulla proposta di legge. La proposta prevedeche l’acqua potabile sia utilizzata principalmente per ali-mentazione e igiene umana, con la possibilità di utiliz-zarla per altri scopi solo se soddisfatta la prima esigenza,con forti maggiorazioni di tariffa. Quanto alle tariffe do-vranno essere contenute e non consentire alcun profittoal gestore, che deve essere pubblico, il tutto perfetta-mente in linea con l’esito referendario.C’è tempo fino al 15 settembre per firmare, pressole sedi dei Comuni e dei vari Municipi, come indicato nelsito del Comitato: www.referendumacqualazio.it

A. Ranieri

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Sequestrata una piantagione di oppio a Torrevecchia

11Roma Notizie: riflessioniwww.neapolisroma.it

C’e tempo fino al 30 settembreper firmare il referendum che

intende abolire i vitalizi alla Regione Lazio

La Federazione della Sinistra ha promosso una raccoltadi firme per l’abolizione dei vitalizi dei consiglieri e as-sessori della Regione Lazio, si tratta di due quesiti chevanno ad abrogare le disposizioni contenute nelle leggiregionali che li prevedono, una del 1973, e una del 1995,con la recente modifica ad hoc, avvenuta tramite “leg-gina”, che consente la corresponsione del vitalizio ancheagli assessori nominati e non consiglieri. Hanno aderitoalla campagna il coordinatore PD della provincia di Rietie un circolo di Viterbo, i Verdi, Alternativ@mente, moltisindaci, assessori, consiglieri, Presidenti di provincia. Al raggiungimento dei 50 anni (sarebbero 55 ma – altrafurbata – con una piccola penalizzazione che vale sol-tanto una piccolissima parte di quello che si percepiscein un anno, è possibile anche a 50 anni) si accede al vi-talizio, la cui entità dipende dal numero delle legislaturein cui si è rimasti in carica e arriva fino a 4.400 eurolordi. Tralasciamo ogni commento in ordine al paragonefra i comuni mortali, che vanno in pensione a 67 anni,dopo 42 anni di lavoro, e non certo con pensioni diquelle cifre, sempre che uno abbia avuto la fortuna di la-vorare continuativamente per tutto quel tempo.Tutto questo, considerato il numero dei consiglieri e as-

sessori, e la relativamente giovane età in cui si comin-cia a percepire il vitalizio, comporta uscite enormi per laRegione nei decenni a venire, e appare veramente in-sostenibile in un contesto di crisi, di incremento dell’im-posizione fiscale e di tagli di servizi, con i milioni di euroche costano i vitalizi si potrebbe evitare di chiudere qual-che ospedale, o tribunale, o potenziare le forze dell’or-dine. Il referendum, se viene raggiunto il numerominimo di firme a sostegno, che è 50.000, si svolgerà ilprossimo anno, e non interferisce con le elezioni nazio-nali, dato che ha carattere regionale, chi fosse inte-ressato a firmare, può recarsi nei luoghi indicatinel sito internet dei promotori: http://www.sto-paiprivilegi.it/firma-anche-tu/.

La raccolta deve essere terminata perentoriamenteentro il 30 settembre, in altri Paesi sarebbe assurdodovere indire referendum su questi argomenti, ma inItalia è, purtroppo, normale. [email protected]

Stop ai privileggi !! di Alessandro Ranieri

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22 Uomini ed Aziendewww.neapolisroma.it

Occasione ghiotta per Nea Polis intervistare Ivan Ri-stallo, danzatore, attore, artista a 360 gradi, per parlaredel “suo” Chorus Line e dei nuovi progetti che lo ri-guardano, anche nel cuore di Monte Verde!

Ciao Ivan e grazie per la disponibilità a questaintervista. Domanda a freddo: come nasce la tuapassione per il ballo e per il teatro?Bella domanda! Dico sempre che credo che prima sianato il mio amore per lo spettacolo e poi sia nato io…Ricordo che fin da ragazzino, ogni volta che mi capi-tava di vedere un balletto sentivo come una grossa ec-citazione dentro, un fuoco dirompente. Certe cose sisentono, sono innate dentro di noi.

Poi qual è stato il tuo percorso artistico?Per tutta la mia adolescenza e fino ai 20 anni, ho stu-diato danza classica fino a sei ore al giorno. Poi, du-rante uno stage, ho conosciuto la coreografa SusannaBeltrami che mi ha dato una borsa di studio biennaleper la sua Accademia. La ringrazierò per sempre, èstata la prima persona a darmi una chance. Ed è lì in Accademia, che ho cominciato a studiareanche recitazione.

Attore, danzatore, coreografo, regista: qual è ilvero Ivan? Ti senti un’ artista completo?Mi piace pensare di poterlo diventare… quando sarògrande! Regista è una parola che mi spaventa un pò…con Chorus Line mi sono divertito, ma nel futuro pros-simo non so se mi cimenterò in un’altra regia.

Hai ballato nei più importanti teatri italiani sottola direzione di famosi coreografi, qual è la statal’esperienza che ricordi con più piacere?Ogni coreografo mi ha dato qualcosa di importante.Micha Van Hoecke è uno che fa teatro a 360 gradi edha uno stile suo, molto forte… Luc Bouy è un poeta,un’anima meravigliosa, ti fa sempre sentire così spe-ciale! Ma l’emozione più intensa è stata ballare alfianco della grande Luciana Savignano.

E quella che invece ti ha fatto crescere di più ar-tisticamente?In un periodo della mia vita di forte crisi e cambia-mento ho avuto la fortuna di conoscere una grandedonna, una grande insegnante, regista e coreografa:Ilza Prestinari. Mi ha insegnato che se volevo diventareun bravo attore dovevo essere prima una brava per-sona. Lei mi insegna a trasformare il mio istinto in arte,che non si recita per arrivare da qualche parte, ma per

l’amore di farlo.

Sei stato danzatorein produzioni comeMacbeth e CarminaBurana, poi attoredi spettacoli shake-speariani fino adarrivare a ruoli piùmoderni: qual è iltuo habitat teatralepreferito? E recen-temente come pro-tagonista diIppolito di Euri-pide, hai ottenutoottime recensioni,cosa ti ha dato questo ruolo?Vorrei recitare per tutta la vita! Che sia un testo clas-sico o contemporaneo, mi ci butto dentro totalmenteogni volta. Ippolito, invece, era per me un grandesogno, una sfida. Penso che ogni attore dovrebbe ci-mentarsi, una volta nella vita, in un ruolo classico.

C’è poi il tuo ruolo di insegnante. Cosa cerchi ditrasmettere ai tuoi allievi?Che con il lavoro e con il rigore si può ottenere tutto.

E qui veniamo alla tua collaborazione con l’As-sociazione de La Fonte di Castalia. Com’è natae come sta procedendo?Mentre frequentavo la scuola di recitazione TeatroAzione ho conosciuto Marika Murri, già direttrice de LaFonte di Castalia. Siamo entrati subito in sintonia… ècosì brava e creativa! Al termine del mio percorso distudi mi ha chiesto di collaborare con lei. Sono statomolto fortunato ad incontrarla. Ora stiamo preparandoinsieme delle belle cose per il prossimo anno, sia di-dattiche che artistiche. Vogliamo che Castalia diventi,sempre di più, un punto d’incontro per interpreti. Unposto dove si faccia “arte”. Ci saranno spettacoli, le-zioni di danza, teatro, improvvisazione e quest’annoIlza Prestinari terrà delle lezioni intensive di MetodoStrasberg.

Grazie alla tua regia è andato in scena a giugno,il celebre musical Chorus Line, dopo un anno dilavorazione con i tuoi allievi. Cosa puoi raccon-tarci di questa esperienza?Che è stato meraviglioso avere da parte dei miei in-terpreti la loro totale fiducia. In realtà lo abbiamo

Intervista ad Ivan Ristallo di Lorenzo Sigillò

Il danzatore/attore è regista del celebre Musical Chorus Line a Monteverde

12 Roma Notizie: Portaportese-Monteverde-Bravetta-Pisana-Massimina

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montato in pochi mesi, dopo un lungo lavoro di for-mazione svolto nel corso di tutto l’anno. Devo fare icomplimenti a tutto il cast: Barbara Donzella, FabiolaFarabollini, Alessia Menocci, Valentina Sinagra, LuisSospè e Luciano Camillo. Il 30 settembre ci sarà un’ul-tima ‘one night only’ di Chorus Line al Teatro de LaFonte di Castalia a via di Monte Verde, a cui invitiamotutti i nostri lettori.

Un altro sicuro successo, ma poi quali sarannoi tuoi progetti per il futuro?Reciterò in due progetti teatrali oltre a continuare ainsegnare danza agli attori.Cosa ti senti suggerire ad un ragazzo che sente

vicino il mondo dell’arte e vorrebbe affacciarsialle disciplina del ballo o del teatro?Tanto lavoro in più forme di espressioni artistiche pos-sibili.Inoltre, sarei felicissimo di poter mostrare questo la-voro a giovani attori che vorrebbero cominciare lo stu-dio della danza per arricchire il loro bagaglio. Io sonoveramente convinto che la forza di volontà giochi unruolo fondamentale e sarei orgoglioso se dopo avervisto il “mio” Chorus Line trovassero il coraggio per af-frontare questo percorso.

Vi aspetto il 30 settembre invia di Monteverde, 57A! Ciao!

via di Monteverde, 57A

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È cominciata sotto una pioggia scrosciante e l’in-cedere delle campane della chiesa la fiaccolatadel 4 settembre organizzata dai comitati dellazona contro la nuova discaricaIl corteo notturno, composto da oltre duemila persone,ha percorso alcune centinaia di metri in direzione diMonti dell’Ortaccio, il sito che con alta probabilità ospi-terà la futura discarica, a pochi passi dall’ormai triste-mente famosa Malagrotta. La notizia dell’apertura di unnuovo invaso a pochi metri da quel gigante che ha in-ghiottito la mondezza di Roma per oltre 40 anni (oraprorogata nuovamente fino a Dicembre) ha suscitatoun’indignazione senza precedenti in quegli abitanti chetanto hanno sopportato negli ultimi decenni. Dalla raf-fineria dell’ERG, all’inceneritore bufala e alla discarica diManlio Cerroni; fattori inquinanti e distruttivi del terri-torio che hanno portato gli abitanti della Valle Galeria adautonominarsi il “Popolo delle nebbie”. Ora, realizzare lìuna seconda Malagrotta significa non aver capito che atutto c’è un limite. A giudicare dalle reazioni, daglisguardi e dalle parole dei partecipanti alla fiaccolataquel limite è stato superato. Neanche la parola “provvi-soria”, come i tecnici assicurano sarà la nuova discarica,è riuscita a calmare gli animi. La pazienza è finita.Il neo-Prefetto Sottile ha detto sì a Monti dell’Ortaccio econ lui si è schierato il Ministro dell’ Ambiente Clini,siamo in attesa però di atti ufficiali. Questa convergenzadi opinioni è davvero preoccupante. Contrari Zingaretti,Polverini, Alemanno e i presidenti del XV e XVI Munici-pio. Eppure, al di là dei facili proclami e dei populismimomentanei le responsabilità sono sotto gli occhi di

tutti. Dov’erano le istituzioni locali quando la “mon-nezza” si accumulava e non si creava un reale piano diintervento? Durante questi anni, nessuno ha saputoproporre un piano alternativo alla costruzione di disca-riche o trovare i finanziamenti necessari per una mas-siccia campagna di raccolta differenziata (ferma a Romae Provincia su cifre piuttosto basse). Abbiamo assistitoa continui rimpalli istituzionali che ci hanno davvero di-sorientato. Il giorno della protesta solo Zingaretti ha in-contrato i cittadini per ribadire la sua scelta: “Ladiscarica non va fatta nella Valle Galeria ma a Pian del-l’Olmo”. Presto comunque anche il Sindaco si confron-terà con gli abitanti della zona, ma non ci scordiamo cheil Prefetto Sottile ora ha ampi poteri decisionali in quantoè Commissario straordinario dell’emergenza rifiuti. Inquesto paese la prevenzione non esiste, si risolve il pro-blema appena prima che degeneri irrimediabilmente maun attimo dopo essere diventato “emergenza”. Perché èproprio grazie a questa parola che chi governa può la-varsi le mani prendendo le decisioni più facili e rapideche lo aggradano: si risolve prima stivando la spazzaturanel primo buco disponibile che spendere per l’aumentodella differenziata. Allo stesso tempo, sempre grazie allalogica dell’ emergenza, al popolo può essere fatto ditutto e di più. Se alza la testa lo stato interviene con lemaniere forti inviando l’esercito e tutti zitti perché si-gnori: “questa è un’emergenza!”. Alla fine qualcunodovrà pur cedere qualcosa e rimanere scontento perevitare che Roma venga invasa dai rifiuti. Peccato chele responsabilità ricadano sempre e solo sui cittadini in-colpevoli e non sugli incompetenti che li governano.

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14 Roma Notizie: Portaportese-Monteverde-Bravetta-Pisana-Massimina

Neanche il diluvio ferma la mobilitazione: cresce il dissensonella Valle Galeria contro la discarica di Valerio Pelliccia

Mirando l’Havana: spunti di rilessione e contraddizioni

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L’annuncio a mezza bocca di Monti sulla vendita (o sven-dita?) del patrimonio dello Stato mi ha fatto molto riflet-tere. Sono sempre stata dell’idea che i beni statali nondovessero essere toccati: i beni pubblici appartengono,seppur per un milionesimo di parte, ad ogni cittadino chepaga le tasse. Mentre in Europa i mercati soffrono,il vento di cambiamento soffia su altre realtà:Cuba è una di queste. Trovo che Cuba, per posizione geografica e storica, siamolto simile all’Italia. Assolve ad un compito di vitale im-portanza: la mediazione tra nord, sud, est ed ovest delmondo. Sulla base di interviste informali ho dedotto principal-mente che: ogni cubano di nascita ha per diritto acqui-sito sanità ed educazione fino all’università. Ogni famigliaha diritto ad un assegno statale per il cibo, che viene co-munemente chiamato “libreta” e che dà diritto ad unadeterminata quantità di riso, fagioli, carne di pollo e, se-condo alcuni, dentifricio e sapone. Le famiglie che nefanno richiesta hanno diritto alla casa, ma esistono le co-siddette case particular, ovvero case private, tramandatedi padre in figlio ancor prima della Rivoluzione. Ora toc-chiamo il tasto dolente degli stipendi che variano dai 15ai 20 Pesos cubani. Tutt’altra storia sono i Cuc, monetache viene usata dai turisti e che ha molto più valore ri-spetto a quella con la quale vengono emessi i salari lo-cali. Eppure, i cubani vivono in povertà ma senza togliersigli sfizi che L’Havana offre: i locali, affollati anche di gio-vani cubani, costano dai 5 ai 15 cuc, senza consuma-zione, la quale ha un costo aggiuntivo di 3 cuc circa. Isupermercati vendono a prezzi quasi europei e la vitasembra molto cara. Non voglio entrare nel discorso delmercato nero e dell’evasione fiscale, fisiologici in Cuba,ma vorrei porre l’accento primariamente sull’astrusomeccanismo del pagamento delle tasse per le attività,che sembrerebbe dettato da studi di settore simili ai no-stri, secondariamente sulla subdola privatizzazione chesta iniziando ad insinuarsi anche a Cuba che sta par-tendo dal settore che porta maggiori guadagni: il turi-smo. Il turismo porta apertura e l’apertura porta allastandardizzazione degli stili di vita. Questo fa sì che lapopolazione non si accontenti più del solo soddisfaci-

mento dei bisogni primari garantiti, ma voglia anche sod-disfare i bisogni secondari. Ed ecco che nelle piccoleviette di L’Havana Vieja, possiamo vedere, fronte strada,nelle dismesse e affascinanti case coloniali, le ragazzeche si pittano e si “allungano” le unghie.Il momento è affascinante. Anche Cuba si sta aprendo,lasciando spazio alle logiche economiche del mercatomoderno con tanti problemi strutturali e tecnici da risol-vere. Paese pronto a risorge da ceneri vecchie e stan-che, stufo di uno stato simile ad una mamma chiocciache tiene i propri figli sotto l’ala protettrice ma non per-mette loro di spiccare il volo in prospettiva meritocratica.L’Havana ha iniziato un lento cammino di cambiamento,che si nota nelle strade. E mentre mi viene servito delRon Santiago de Cuba ed alla richiesta di cola viene por-tata al tavolo la Coca-Cola, mi chiedo cosa mai ne saràdi questo piccolo angolo particolare di mondo, che nonpoteva essere colpito dalla crisi perché al di fuori delle di-namiche economiche dei nostri tempi, ma affascinato dalnostro modo di vivere così tanto legato al superfluo. E michiedo quale sarà il prezzo che tutti dovranno pagare nelmomento in cui i diritti primari vacilleranno, proprio comesta succedendo in Europa e soprattutto in Italia. Fino adoggi Cuba è stato un paese chiuso e sincero. Un paeseche ha deciso di accogliere, ma di lasciare i diritti solo aipropri cittadini, ai cubani di nascita, cadendo così in unforte nazionalismo. In questo l’Italia è diversa. La posizione geografica delBel Paese e la nostra storia economica, sociale, culturalehanno fatto sì che ci prendessimo carico di responsabi-lità che sono al di sopra delle nostre possibilità. Nestiamo facendo le spese tutti: processi economici piùgrandi di noi ci mettono di fronte a delle scelte: siamopronti, noi italiani, ad una manovra di privatizzazione allaquale dovrà seguire forzatamente un cambio di menta-lità netto, che potrà causare un lasso tra povertà e ric-chezza difficilmente colmabile?L’economia è come un falda acquifera che gira tutta in-tono alla terra e la cinge nel profondo: in situazioni di-verse, con problemi di natura diversa non possiamo farea meno di notare che le similitudini con Cuba che cam-bia, non sono poi così lontane dalla nostra Italia.

Mirando l’Havana: spunti di rilessione e contraddizioni

15Viaggi nel Mondo: Cubawww.neapolisroma.it

di Silvia Grillo

In Italia viviamo un momento di grave difficoltà economica, che spesso si ripercuote sulle classi sociali più deboli e povere della popolazione. E mentre Monti parla di liberalizzazioni e vendita del patrimonio

dello Stato, la realtà cubana risulta piena di spunti sui quali riflettere.

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Diversità Settembre 2012FOCUS

Quell’estate del 2009, quando l’ONU richiamava l’Italiadi Giorgio Zussini

Il primo punto, in particolare, riguarda un fatto dell’estate2009 che fu al centro del dibattito mediatico e politico: ilrespingimento in mare delle imbarcazione clandestineprovenienti dalla Libia. Come confermato da una sentenza di Strasburgo delloscorso febbraio, i respingimenti furono una violazione dellaConvenzione Europea dei Diritti dell’Uomo, poiché i mi-granti aventi diritto allo status di rifugiato (specialmenteeritrei e somali) che si trovavano a bordo non furono in-formati della possibilità di richiedere asilo; inoltre il TestoUnico sull’immigrazione stabilisce che in nessun caso il mi-grante può essere respinto verso uno Stato che possa per-seguitarlo o non proteggerlo dalla persecuzione – come èil caso della Libia. Pur avendo sospeso i respingimenti in-discriminati, l’Italia secondo l’Onu ha ancora molta stradada fare prima di riuscire a individuare e accogliere ade-guatamente i possibili richiedenti asilo, a partire dalla for-mazione di quanti operano in contesti di frontiera.

Nell’ultimo anno, delle 36mila richieste di asilo presentatein Italia ne sono state riconosciute come legittime più di unterzo e a 2.244 immigrati è stato riconosciuto lo sta-tus di rifugiato, riservato a chi è costretto a fuggire dalproprio paese per un fondato timore di persecuzione acausa della sua etnia, religione, opinione politica o altra ra-gione che ne metta in pericolo la vita. L’Italia è tra i firmatari della Convenzione di Gine-vra del ’51 che tutela i rifugiati (in Italia 60mila) rico-noscendo loro diritti quali accesso al lavoro, assistenzasociale e sanitaria, ricongiungimento familiare ed altri; manon sempre l’iter funziona, e questa estate l’agenziaper i rifugiati dell’ONU ha redatto un documento che indi-vidua gli aspetti più problematici dell’accoglienza dei rifu-giati in Italia relativi alla protezione dei minori nonaccompagnati, alle condizioni di accoglienza dei richiedentiasilo in attesa dell’esito e all’integrazione locale quandoquest’ultimo è positivo.

Ti regalo l’italiano... di Giorgio Zussini

Quest’anno sono giunti via mare 17.365 migranti enon si tratta che di una bassa percentuale del numero com-plessivo degli stranieri che ogni anno raggiungono la peni-sola, legalmente e non. Per certa stampa amante del luogo comune allar-mistico aumenterà la criminalità: la caccia allo stra-niero sarà l’unica soluzione. Sono pochi, invece, a ricordareche accanto a immigrazione suona bene integrazione e chela criminalità nasce proprio dove prospera l’emarginazionee l’illegalità. Lo sanno bene le quasi quaranta associazioni della ReteScuole Migranti che operano sul territorio della capitaleoffrendo agli stranieri la possibilità di accedere alla vita la-vorativa, sociale e culturale italiana attraverso l’infor-mazione e la conoscenza della nostra lingua; questo,infatti, è il primo passo per l’integrazione, oltre che uno deirequisiti per l’ottenimento del permesso di soggiorno.Anche i CTP offrono corsi di italiano, ma la scarsa flessibi-lità nella durata e negli orari li rende poco adatti alle esi-

genze degli immigrati. Le associazioni della Rete,invece, offrono corsi gra-tuiti di lingua meno vinco-lanti nella frequenza. La più grande di questescuole è la Casa dei Di-ritti Sociali, che nei suoilocali di Via Giolitti ospitaogni anno più di 1700 stu-denti; si tratta per lo più di bangladesi, indiani, africani ecinesi, la cui “distanza” linguistica rende lungo e faticosol’apprendimento dell’italiano. Gli insegnanti sono docentio ex-docenti ma anche giovani, pensionati e professionistidi altri settori e senza particolari esperienze che scelgonodi dedicare qualche ora del proprio tempo agli studentidella scuola. Per avere informazioni su come diven-tare insegnanti volontari si può contattare la Casadei Diritti Sociali al numero 333 8040906.

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America: Stati e religioni di Giorgio Zussini

Quell’estate del 2009, quando l’ONU richiamava l’Italiadi Giorgio Zussini

Focus: Diversitàwww.neapolisroma.it 17

«Il Congresso non potrà fare alcuna legge per il riconosci-mento ufficiale di qualsiasi religione, o per proibirne il liberoculto», recita il primo emendamento della Costituzionedegli Stati Uniti d’America: appena nati, alle porte del XIXsecolo, realizzavano per la prima volta la separazione traStato e Chiesa. Ognuna delle tredici colonie firmatarie por-tava dalla gran Bretagna i propri culti: puritani, quaccheri,cattolici e anglicani; e così fecero nei decenni seguentiquanti emigrarono nel nuovo mondo, come gli Amish, di-scendenti di migranti tedeschi stabilitisi in Pennsylvania,noti per il loro rifiuto verso ogni innovazione, elettricitàcompresa.

Sebbene non esistano censimenti ufficiali, le inda-gini più attendibili stimano che i protestanti sianocomplessivamente il 51% e i cattolici il 24%. Per ilresto la popolazione è divisa tra mormoni (1,7%),ebrei (1,7%) e seguaci di altre religioni il cui peso nonsupera il punto percentuale, come islamici, buddhisti e in-duisti (ma ciò nonostante sorgono in territorio americanooltre 2000 moschee, 1500 luoghi di preghiera buddhisti eoltre 400 induisti).

Oggi l’“Encyclopedia of American Religions” arriva a con-tare 700-800 religioni “non convenzionali”: si tratta per

metà di varianti sincretiche di culti esotici –per lo più giuntidall’Asia – e per metà di religioni (o presunte tali) made inUsa. Verrebbe da dire che ce n’è per tutti i gusti, eppure quelliche alla domanda “di che religione sei?” rispondono“nessuna” sono più del 16% e continuano ad aumentare;ma non si pensi a un proliferare dell’ateismo: la maggiorparte di questi sono l’equivalente degli “indecisi” in poli-tica, che ancora non trovano quello giusto a cui crederema non per questo smettono di confidare nella sua venuta.

Ti regalo l’italiano... di Giorgio Zussini

Per non dimenticare... di Alberto De VeneziaIl 17 novembre 1938 il regime fascista promulgòuna legge che proibiva, nel nostro Paese, i matri-moni fra Ebrei ed “ariani” ed impediva ai primid’impiegarsi nella pubblica amministrazione, li-mitandone pure il diritto alla proprietà.

Quel provvedimento, in pratica, fu voluto dal fascismoitaliano per compiacere al potente alleato, la Germanianazista, condividendone la discriminazione razziale at-tuata ai danni dei cittadini ebrei. In effetti, già nel set-tembre dello stesso anno, gli Ebrei stranieri erano statiespulsi dal territorio italiano e, successivamente, gli stu-denti ed i docenti ebrei italiani lo furono dalle università.Infine, il 1° luglio 1939, l’art. 1 del nuovo Codice civilerendeva legittimi, culturalmente, moralmente e psicolo-gicamente, il razzismo e la persecuzione. Anche se la maggioranza del popolo italiano nonaccettò quell’imposizione, considerandola estra-nea alla propria mentalità ed alle proprie tradizioni,quell’avvenimento non deve essere cancellato dalla me-moria storica del nostro popolo: dagli anziani che ne fu-rono testimoni ai giovani che lo apprendono attraverso ilibri. Esso rappresenta un monito, rivolto a quanti, an-cora oggi, manifestano atteggiamenti discriminatori nei

confronti di disagiati, immigrati e minoranze etnico-religiose, affinchè certe tragedie del passato non si ri-petano più.

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Genialità e follia sono sempre andate di pari passonell’immaginario collettivo, ma si pensava fosse un mododi dire e, invece, sembra che la creatività sia davveroparente della follia.

A livello neurologico, infatti, i cervelli fantasiosi hannocaratteristiche simili se non proprio a quelli patologica-mente compromessi, a quelli malati di schizofrenia. Adimostrarlo uno studio condotto dall’istituto svedese Ka-rolinska, che ha dimostrato come le persone sane, mamolto creative, abbiano dei deficit in alcuni recettori,proprio come nel cervello dei malati di schizofrenia.

D’altronde la cosa non stupisce più di tanto: i cosiddetti“geni”(scienziati, scrittori, artisti), specie del passato,soffrivano spesso di disturbi dell’umore, tanto più che,talvolta, le opere migliori sono state dettate da senti-menti tristi o, al contrario, da picchi di euforia. Poi, dalRinascimento, in particolare con filosofi come Descar-tes e Montaigne, l’orizzonte è cambiato e, nella visualecomune, il folle è diventato una minaccia, pren-dendo il posto dei lebbrosi nei reietti della società. Pian piano sono nate le prime strutture, diffuse a mac-chia d’olio nel XVII secolo, in cui venivano rinchiusi i ma-lati psichici, offensivi verso la morale, condannati comecomplici del male. Infine, nel nostro tempo, la follia èstata semplificata e relegata nei quadri della malattiamentale.

Eppure sembra che qualcuno abbia deciso di rimettere in chiaro alcune cose.Un recente studio testimonia che la dopamina, sia neglischizofrenici che nelle persone particolarmente creative,manca degli stessi ricettoriI test con cui gli scienziati sono arrivati ad individuare lesomiglianze tra il cervello di chi soffre di un disturbomentale e quello di un creativo, si sono incentrati sulla

Un po di follia per un futuro genialedi Vanessa Pinato

dopamina, un neurotrasmettitore di cui mancherebberoappunto i ricettori – in particolare il D2 – sia nel caso dielevata capacità ideativa che nel caso di schizofrenia.Tra l’altro, la creatività è correlata all’apertura alle nuoveesperienze e inoltre è stato osservato che le persone al-tamente creative appartengono più spesso a famiglie incui qualche membro ha sofferto di disturbi mentali. Lagenialità creativa avrebbe allora una parziale radice bio-logica, la stessa della follia.

Chi può allora sostenere dove sta il confine tra follia esanità mentale? Chi lo dice che i matti vivono in unmondo parallelo? Forse sarà un pochino slittato rispettoal piano della realtà perché loro, a differenza dei geni,non possono decidere quando aprire o chiudere il filtrodella mente, come fosse il rubinetto della fantasia: mache sapore avrebbe la vita senza i colori della fantasia,senza le emozioni dei ricami, senza le teorie dei sogni?Che gusto avrebbe senza un po’ di questa magiache è la follia?

Indubbiamente il mondo è fatto di confini, alcuni deiquali invalicabili senza fare e farsi del male: la raziona-lità nasce per questo; tuttavia in una società comequella attuale, che tende ad andare avanti per stereotipie uccidendo le nostrementi, forse bisogne-rebbe ascoltare anchechi va contro corrente,distinguendosi dallemasse: almeno intra-vede un futuro anchese diverso e un po’folle, mentre molti dinoi cosiddetti “nor-mali” cominciamo anon riuscirci più.

18 Focus: Diversità

Diderot diceva:“Genio e follia si toccano da

vicino”e, a quanto pareaveva ragione.

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Non è facile spiegarsi perché due gemelli identici – cioèmonozigoti – pur essendo nati da una stessa cellulauovo e quindi condividendo lo stesso patrimonio gene-tico al 100% sviluppino negli anni differenze anche rile-vanti non solo sul piano caratteriale ma anche su quellofisico e nella predisposizione alle malattie. Sul carattere e le attitudini influisce l’ambienteesterno: i genitori e il mondo adulto inevitabilmente in-teragiscono in maniera diversa con l’uno e l’altro ge-mello, spesso individuando tra loro differenze che inrealtà non esistono (“uno è più tranquillo, l’altro più vi-vace”), ma ripetute al punto che alla fine il bambino siadatta all’immagine costruita dal genitore; ne è la provail risultato di alcuni studi su coppie di gemelli cresciuti infamiglie diverse: essendo più liberi di autodeterminarsi,paradossalmente essi sviluppano fisionomie caratterialitra loro molto più simili di quanto avvenga tra coppiecresciute nello stesso ambiente. Inoltre il bambinostesso, per costruirsi un’identità che sia davvero unica,ha bisogno di riconoscersi diverso da quello che altri-menti rimarrebbe il suo esatto speculare per tutta la vita.Quanto alle differenze nello sviluppo di tratti somatici enella predisposizione alle malattie, negli ultimi anni la ri-

cerca ha ipotiz-zato che la re-sponsabilità siadei marcatori epi-genetici, ovveromeccanismi chi-mici in grado diregolare l’espres-sione dei geni giàdurante la gesta-zione e poi nelcorso della vitasenza intaccare lesequenze del DNA(identiche nei mo-nozigoti), fatto centrale nella fisiologia cellulare e nel-l’insorgere o meno di molte malattie. Di questedifferenziazioni epigenetiche sarebbero responsabili,oltre al caso, fattori a medio e lungo termine: stile divita e quindi alimentazione, attività lavorativa e stress.Una scoperta importante per la comprensione deicomplessi rapporti tra ereditarietà genetica e ambientenella definizione dell’individuo.

La notizia della morte del cardinal Carlo Maria Martini,personaggio controverso e dalle idee in molti casi anti-tetiche all’etica generale della Santa Sede, è stata ac-colta con profondo rammarico da parte di tutto il mondocattolico. Un bagno di folla era presente ai funerali, ce-lebrati nel Duomo di Milano dall’arcivescovo Scola, al co-spetto del cardinal Comastri e di varie autorità dellapolitica italiana tra cui il premier Mario Monti.

Promotore appassionato dell’Ecumenismo, il Mar-tini passa alla storia per i suoi ideali progressisti voltial dialogo tra le diversità, da lui considerate non comeostacoli all’integrità del mondo cristiano, ma come po-tenziale ricchezza per il pluralismo culturale. In con-flitto con l’etica conservatrice, il cardinale torinesesposò posizioni di apertura nei confronti di tanti tabùche costellano la società attuale, come quello della con-vivenza tra le varie religioni, dei non credenti,degli omosessuali, delle possibilità di rinuncia alcelibato dei preti e del rifiuto all’accanimento te-rapeutico. Uomo di Chiesa ribelle ed anticonformista,divenne una figura scomoda ad alcune frange moderatedel clero, che contrarie al suo pensiero troppo liberale lodefinirono con il duro termine di “anti-papa”. Acuto

sostenitore di Gioacchino da Fiore, da lui considerato “ilpiù grande profeta di tutti i tempi”, come l’abate cala-brese sperimentò il valore della Parola strumento ne-cessario per il dialogo e per l’unione dei fedeli. “Le diversità di temperamento e di sensibilità” ricordal’arcivescovo Scola nell’Omelia funebre: “ esprimono lalegge della comunione: la pluralità dell’ecumenismo”.Con queste parole la Chiesa, in occasione dell’ultimo sa-luto al cardinale, nonostante le diatribe passate, ricono-sce l’importanza del suo magistero incentratosull’esaltazione del cristianesimo ecumenico che nelle di-versità trova il proprio fondamento e la propria identità.

Gemelli identici ma non proprio di Giorgio Zussini

Muore il Cardinal Martini: uomo di chiesa ribelle e anticonformista di Viviana Vannucci

Focus: Diversitàwww.neapolisroma.it

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Immigrazione e scuola: Italia multiculturale ma leggi inadeguate di Valerio Pelliccia

20 Focus: Diversità

Gli immigrati di seconda generazione, sempre più “madein Italy”, guidano il processo d’integrazione.Ognuno di noi può ritrovare nei racconti dei propri nonnila storia di un prozio, di un bisnonno, di un parente lon-tano che valigia alla mano ha lasciato l’Italia in cerca difortuna verso l’Europa o il continente americano. Si calcola che dal 1860 agli inizi degli anni settanta delNovecento siano oltre 24 milioni gli italiani emigrati al-l’estero. Storicamente paese di emigrazione l’Ita-lia ha invertito il saldo solo nel 1976 quando, per laprima volta, le entrate superarono di poco le uscite. Daquel momento il flusso di stranieri nel nostro paese nonha mai smesso di crescere e nel 2011 si sono con-teggiate 4 milioni e 570 mila presenze straniere, parial 7,5 % della popolazione totale. Dal 2008 però, il tassodi crescita annuo dell’immigrazione ha registrato un sen-sibile calo, causa la crisi economica che ha reso lo stivalemeno appetibile dal punto di vista occupazionale. Gli stranieri si concentrano prevalentemente al nord e alcentro (rispettivamente 60% e 25%) mentre nel mez-zogiorno e nelle isole risiede il 15%. In seguito all’in-gresso della Romania nella UE, la comunità rumena, concirca un milione di presenze, è diventata la più forte su-perando albanesi e nordafricani.

Molte le difficoltà che incontrano gli studentistranieri dietro i banchi di scuola.Per quanto riguarda la presenza di alunni stranieri nellascuola italiana i dati presentano lo stesso trend e lastessa conformazione delle statistiche sopra riportate.Dalle rilevazioni effettuate nel 2011 gli alunni stranierisono circa 800 mila, il 7,9% del totale, con un incre-mento di 37 mila tra ragazzi e ragazze rispetto all’annopassato. C’è da precisare che negli ultimi due anni l’in-cremento annuale si è quasi dimezzato, fino al 2009 in-fatti, gli studenti stranieri aumentavano di 60/70 mila

alunni l’anno. Gli stranieri dietro i banchi sono in crescitama non senza difficoltà: i dati relativi alle bocciature eagli anni da recuperare sono piuttosto sconfortanti. Ibocciati alle medie raggiungono il 12,2% (contro il 4%dei compagni italiani) e al liceo si trovano picchi del37,5% (mentre la percentuale dei liceali italiani bocciatisi assesta su un 14,1%). Il risultato si manifesta nellescuole superiori, dove non è difficile trovare studentiprovenienti dall’estero con 20 o più anni di età. Dato in-teressante riguarda i cosiddetti G2 (stranieri di secondagenerazione nati in Italia) che nelle materne e nelle ele-mentari rappresentano ormai la stragrande maggio-ranza, circa l’80%, della popolazione scolastica nonitaliana. La scuola ha da sempre rappresentato il mo-tore dell’integrazione e dell’incontro fra culture, lingue etradizioni diverse e un valido strumento per guardare almigrante non come un nemico ma come una risorsa.Concetto che evidentemente sfugge ai legislatori italianiche ben si guardano dal risolvere il problema della cit-tadinanza. Non si capisce perché un’intera generazionedi stranieri, nati e cresciuti in Italia, con alle spalleun’istruzione tale e quale a quella dei loro compagni ita-liani, non debba godere degli stessi diritti di cittadinanza.

Fuga di Cervelli da....l’Africa di Francesco Grasselli

CChhii ssmmeettttee ddii ffaarree ppuubbbblliicciittààppeerr rriissppaarrmmiiaarree ssoollddii èè ccoommee ssee

ffeerrmmaassssee ll’’oorroollooggiioo ppeerr rriissppaarrmmiiaarree iill tteemmppoo

(Henry Ford)

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Fuga di Cervelli da....l’Africa di Francesco Grasselli

21Focus: Diversitàwww.neapolisroma.it

Il titolo di questo articolo potrà sembrare controverso,se confrontato con il luogo comune che fino ad un de-cennio fa vedeva l’Africa come un continente senzasperanza, le cui sorti erano affidate interamente albuon cuore di qualche volenteroso.

Gli avvenimenti degli ultimi anni, la “primavera araba”in particolare, hanno iniziato a mettere in luce una re-altà diversa, fatta di Paesi con un’alta percentuale digiovani, molti dei quali anche laureati ma costretti afare i venditori ambulanti. Una realtà in cui l’impegno politico per la democrazia el’emancipazione femminile sta prendendo il posto dellevecchie lotte di stampo tribale o fondamentalista con-tro l’Occidente e la modernità. Ma lasciandosi alle spalle l’Africa mediterranea, da cuiil 90% dei migranti si dirige verso l’Europa almeno findai tempi della guerra d’Algeria, se si penetra più inprofondità nel continente si scopre una realtà più com-plessa, che vede questi Paesi attrarre a loro volta im-migrati dall’Africa sub-sahariana (uno su tutti la Libia,che conta 1,5 milioni di immigrati africani). Lo stessoaccade anche per altre regioni, come Kenya, Tanzaniao Sud Africa, quest’ultimo da sempre punta di dia-mante dello sviluppo del continente. Anche queste re-gioni, se da un lato alimentano flussi migratori versoaltri continenti – Europa ed America in primis, ma direcente anche Asia – dall’altro attraggono immigratiprovenienti da altri Paesi africani.

Se guardiamo, poi, ai dati di uno studio della Bancamondiale, tutti questiflussi migratori (ed in particolareproprio quelli diretti verso l’Europa) appaiono ben di-versi dalle “orde di disperati” che affollano i nostrischermi televisivi. Il migrante tipo è maschio (70%,non essendo ancora iniziato il ricongiungimento fami-

liare), sui 30 anni, e per il 40-50% ha ricevuto almenol’istruzione superiore. C’è quindi una quota considere-vole di migranti istruiti, probabilmente destinata a cre-scere se si considera che nei Paesi di provenienzal’alfabetizzazione si aggira sul 70-80% e soprattuttoche si continuano ad insegnare anche le lingue ex-co-loniali. Altri studi sulle migrazioni attraverso il Sahara(dal sud al nord) evidenziano la relativa agiatezza deimigranti sub-sahariani, dei quali solo una piccola partedeve imbarcarsi sulle “carrette del mare” per giungerein Europa, mentre la gran parte ricorre ai visti turisticio di studio.

Un discorso a parte meritano le migrazioni fraAfrica e Cina: che siano tecnici giunti al seguito digrossi investimenti (come in Libia) o contadini poveri incerca di terre coltivabili, pare che i cinesi d’Africa si at-testino ormai sul milione, fra Algeria, Sud Africa, Zam-bia e Congo, dove già sorgono le prime Chinatown – edi primi problemi di convivenza. Dal canto loro, circa100.000 lavoratori provenienti dal Golfo di Guinea sonoimpiegati nelle fabbriche della regione di Canton. Nelgenerico nome di “Africa” sembra celarsi una realtàmolto dinamica dagli sviluppi imprevedibili.

Roberto J. GarciaPsicologo, Psicoterapeuta e mediatore familiareADULTI, COPPIA, FAMIGLIA, CONSULENZE CLINICHE E SUPERVISIONI PROFESSIONALI

ROMA-SULMONA-PESCARAViale Angelico 279 – 00195 Roma

Cell. 3393265355 / e-mail: [email protected]

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Diverso da chi? Essere disabili in un’Europa costruita sulla diversità di Daniele Palone

22 Focus: Diversità

Metti un italiano: è un europeo ma anche“diverso” dagli altri europei. Aggiungi uneuropeo che è italiano, ma diverso datutti gli altri italiani. Un disabile che è allostesso tempo un italiano ed un europeo.

La disabilità riguarda una persona su sei nell'Unione eu-ropea (UE), ovvero circa 80 milioni di persone chespesso non hanno la possibilità di partecipare piena-mente alla vita sociale ed economica a causa di barrierecomportamentali ed ambientali. Il tasso di povertà rela-tivo alle persone con disabilità è superiore del 70% allamedia, in parte a causa dell'accesso limitato all'occupa-zione. Il mercato UE dei sussidi tecnici per i disabili (il cuivalore annuale è stimato a oltre 30 miliardi di euro) èsottodimensionato e i prodotti restano onerosi, a caricocioè dell’utilizzatore. Né lo sviluppo di prodotti e serviziriflette adeguatamente i bisogni delle persone disabili.

Essere disabile è essere vulnerabile?Ciò che rende vulnerabile un disabile è l’alta probabilitàdi un reddito insufficiente a causa della disoccupazione,diretta conseguenza dell’essere affetti da malattia o in-validità, nonché la preoccupazione dei genitori di un di-sabile sul “dopo di noi”. La risposta a tali esigenze hanecessariamente implicato una riforma delle pensioni disostegno ed un programma di protezione sociale a lungadurata. Gli interventi delle istituzioni europee hanno in-centivato interventi che stimolino la partecipazione attivadella popolazione disabile alla vita, professionale e non.L’Unione europea necessita che gli Stati membri tradu-cano i suoi orientamenti in leggi. La priorità di un disa-bile nel mondo del lavoro è spesso sopraffatta dallaconcezione di un disabile come lavoratore meno capacedei cosiddetti “normodotati” o peggio, si tratta a volte diuna priorità concessa solo per effetto dei vantaggi fi-scali. In Italia accade ancora che sia impossibile ad undisabile accedere ad un mezzo pubblico se non chie-dendo assistenza, e con un discreto anticipo. In barba atutti i diritti di privacy ed al diritto di indipendenza. O ac-cade ancora che i fondi a sostegno dell’integrazione deidisabili siano esigui e troppo rigidi per le esigenze di cia-scuno.

L’Italia rimane ancora il Paese delle barriere ar-chitettoniche. Si cerca di colmare il gap infrastrutturalegrazie ad una folta schiera di volontari, i quali però nonpossono essere la sua unica risorsa: il servizio civile èuna delle più preziose fonti di “avvicinamento alla nor-malità”, senza però dimenticare che la cultura dell’ac-cessibilità deve diventare istituzionale, prima che essere

affidata in modo massiccio al volontariato.Tuttavia è il Paese che reclama uguaglianza sociale e hacapito di poter difendere l’uguaglianza senza richiederea tutti di essere uguali. Fino a pochi decenni fa, infatti,un disabile era nascosto come fosse una vergogna, qual-cosa di venuto male che non era il caso di mostrare,quasi fosse una disfatta personale. Oggi si è usciti alloscoperto, e fieri anche di averlo fatto. L’integrazione, al-meno culturale, è un obiettivo che si direbbe centrato,a parte rare resistenze retaggio di concezioni prescien-tifiche e fideiste. A tal proposito, hanno fatto scandalo le parole at-tribuite al vescovo di Madrid e membro dell’OpusDei Javier Echevarria Rodriguez «ll novanta percento degli handicappati sono figli di genitori chenon hanno mantenuto la purezza del propriocorpo prima del matrimonio».Cosa un cittadino disabile europeo riconosce all’Ue?L’aver compreso che disabile non significa solo diversitàda tutelare, ma implica anche una diversità da valoriz-zare: insomma, una tutela che rende poiché arricchiscea livello culturale, umano e non solo. Importante è statoanche lo sforzo di inculcare il concetto nella mente deisuoi cittadini tanto disabili quanto normodotati. Poichéanche un disabile a volte ha bisogno di sapere che èutile e di come potrebbe esserlo.

Uniti nella disabilitàEssere una categoria diversa in un mondo diverso è ras-sicurante. Ci si è sempre preoccupati di difendere e pro-muovere l’uguaglianza, finché il concetto stessod’Europa non ha riportato in auge il privilegio di esserediversi. Essere italiano in un puzzle di culture comequello europeo è come essere disabile in un mondo dinormodotati: una piccola porzione della popolazione to-tale, ma pur sempre fondamentale. “Pensare disabile” ecomprenderne il mondo e la vita quotidiana è un viag-gio nei tabù e nelle proprie insicurezze che si scopre diavere cercando di essere qualcun altro, più che affan-nandosi a voler essere solamente sé stessi. L’Europa èun crogiolo di diversità, di differenze che si incontrano,scontrano ma che a volte si ignorano. L’ignoranza, nelsenso di non conoscenza, è il vero handicap.

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23Focus: Diversitàwww.neapolisroma.it

Con l’espressione barriera architettonica si in-tende qualunque elemento costruttivo che impedisca,limiti o renda difficoltosi gli spostamenti o la fruizione diservizi (specialmente di persone con limitata capacitàmotoria o sensoriale). Questo è il concetto, come lo spie-gherebbe Wikipedia; uno scenario difficile da immagi-nare, eppure rappresenta la quotidianità per moltidisabili nel nostro Paese.

Le nostre città sono come giungle per chi non ha lacapacità di districarsi agevolmente tra i numerosi osta-coli presenti ovunque: scalini, passaggi stretti, pendenzeeccessive, spazi ridotti sono all’ordine del giorno. Chedire poi di parapetti “pieni”, che impediscono la visibilitàad una persona in carrozzina o di strade e marciapiedicon asfalto dissestato? Nel caso di persone non vedenti,poi, possono rappresentare casi di barriera architetto-nica anche semafori privi di segnalatore acustico o arrediurbani come “panettoni” o paletti.

La normativa cerca, da tempo, di garantire a tutti il di-ritto alla libertà di movimento e, per raggiungere questoobiettivo, ricerca parametri comuni; dagli anni ’60 adoggi, sono stati emanati più di 45 provvedimenti legi-slativi a tutela dei diversamente abili: la legge n. 118 del30 marzo 1971 ha previsto l’eliminazione delle barrierearchitettoniche negli edifici pubblici, nonché l’accessibi-lità agli invalidi non deambulanti ai mezzi pubblici di tra-sporto e ai luoghi pubblici.

Nel 1996, poi, con un decreto emanato dal Presidentedella Repubblica (D.P.R. 24 luglio 1996, n. 503 a mentedella legge quadro sull’Handicap n. 104 del 5 febbraio1992) sono state fissate dettagliate prescrizioni tecnicheriguardanti le strutture esterne, le caratteristiche strut-

turali interne degli edifici pubblici, e i servizi specialidi pubblica utilità.

Il problema però è che tutto questo non puòessere d’aiuto quando la prima grande barrieraarchitettonica è la nostra coscienza: quantevolte, per esempio, parcheggiamo sul marcia-piede senza lasciare spazi sufficienti, oppureoccupiamo i posti riservati ai disabili?

In Italia, secondo gli ultimi dati elaborati dal-l’Istat, risiedono circa due milioni e 600 miladisabili, quasi il 5% per cento della popolazione ita-liana che, come gli altri, ha diritto di vivere al megliola propria città. Per questo è necessario adottare lelinee guida su accessibilità e mobilità urbana (lineaguida per gli enti locali) che suggeriscono di avereuno specifico riferimento politico all’interno dell’am-ministrazione e un’organizzazione che attribuisca auna specifica entità amministrativa la responsabilitàdi realizzare e monitorare le azioni di sostegno dellepersone con disabilità. Per lo stesso motivo però eprima di tutto, dobbiamo iniziare ad abbattere le bar-riere che affollano le nostre teste.

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Barriere architettoniche e Barriere Culturalidi Vanessa Pinato

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Focus: Diversità24

Arte, maniera e manierismo è l’ultimo libro di AchilleBonito Oliva, da poco uscito in libreria. Nel testo l’au-tore, critico d’arte innovatore ed anticonformista, indicache nell’arte italiana dagli anni Sessanta sino ai nostrigiorni esiste una comune linea da definirsi ma-nieristica o neo-manieristica.

Nel suo volume lo scrittore mette in luce una delle pia-ghe più profonde e forse insanabili degli scenari arti-stici italiani: l’incapacità o “l’involontà” dirinnovarsi, di alimentarsi di linfe vitali “altre” e di rifu-giarsi nella citazione. Attraverso riferimenti a grandimaestri, Gino de Dominicis, Vettor Pisani, Giulio Paolini,ad esempio, prende corpo l’idea dell’arte come ne-gazione stagnante del futuro. Come scrive AndreaCortellessa, nella sua accurata prefazione al testo, “ilfuturo si presenta come una minaccia”.

D’altra parte se le neo-avanguardie avevano prodottouna severa critica all’innovazione culturale, il manierista

rimane devoto al culto della musa ispiratrice da rintrac-ciarsi nel mondo museale dell’antichità, dell’era mo-derna o semplicemente di chi è venuto prima. Ilpanorama contemporaneo è costellato da artisti di ma-niera, che attraverso puntuali citazioni, colti rimandi eromantiche rievocazioni non riescono a svincolarsi dallatradizione. Ma per ironia della sorte questa inettitudine avviene conla coscienza di non voler essere vinta … In altri terminiil critico spiega che se da un lato le contestazioni stu-dentesche degli anni Sessanta, le mobilitazioni dimassa, la politicizzazione delle istituzione erano statipromotori di innovazione e di radicalità, dall’altro è cre-sciuto un fenomeno artistico tuttora in auge: l’esigenzadi alcuni di sganciarsi dall’attualità e di guardare al pas-sato. Con larvato sarcasmo l’autore esprime la sua pro-fonda critica all’arte contemporanea rivendicandone“la vecchiezza” dei fondamenti e la sua negazione deldomani.

Achille Bonito Oliva. L’ideologia del traditore di V. Vannucci L’onorevole casta...non siamo proprio tutti uguali

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25Focus: Diversità

Dopo anni di abbuffate la casta dei politici può fare af-fidamento su un numero così elevato di privilegi chefarne un elenco risulterebbe noioso. Anche scegliere dadove iniziare è un problema. Il più imbarazzante? Ilpiù scandaloso? Lo sono tutti. Ma un recente episo-dio, simbolico dell'arroganza e della prepotenza dellacasta, può fare al caso nostro. A pochi giorni dalla crisi dello spread, in un tempo in cuii mass media presentavano l’apocalisse alle porte e conun governo che assicurava pesanti sacrifici per tutti, undecreto Monti tentò il taglio degli stipendi parlamentarida 11.000€ a 5.000€ netti al mese. Nonostante la pro-posta nascesse dall'esigenza di adeguare lo standard ita-liano a quello europeo, la commissione incaricata bocciòimmediatamente l'emendamento, archiviando il tuttocon la massima non chalance: “Tale provvedimento ledel’autonomia del parlamento e la nostra integrità”.

"L'onorevole casta" non ci pensa due volte a ta-gliare le pensioni agli italiani, ma le sue? In mediaun parlamentare prende 2.400 euro di vitalizio al mesementre i colleghi tedeschi 1.000 €, i francesi 800 € e gliinglesi di media 600€. Tralasciando che la pensionemedia dei comuni mortali si aggira intorno ai 1.100-1.200€ rimane il fatto che senatori e deputati non hannobisogno di accumulare una vita di contributi. Gli basteràportare a termine due legislature per usufruire del vita-lizio già dalla tenera età di 60 anni (oppure a 65 annicon una sola legislatura), rispetto ai 67 anni di tutti glialtri (lavori usuranti compresi). Contro questo nuovotrattamento pensionistico, in vigore con la riforma For-nero (gli onorevoli andavano in pensione a 50 anni conun assegno ben più cospicuo) 26 parlamentari, tra cuimolti leghisti, hanno osato presentare ricorso. Per for-tuna respinto. Assistenza sanitaria, rimborsi per le spese telefoniche,per viaggi aerei, marittimi e ferroviari; un assegno di4.000€ al mese per i portaborse (che quei soldi non li ve-

dono neanche da lontano); la diaria e una mensa conprezzi da Caritas (ma qualità da Gambero Rosso) e tuttauna serie di sconti, riduzioni e agevolazioni. In pratica unpovero parlamentare non tira mai fuori il portafoglio,tranne per escort, avvocati e droga. Senza dimenticareil finanziamento pubblico ai partiti, vero e proprio fiumedi denaro che dalle casse dello stato scorre verso quelledi partito. Abrogato dai cittadini con un referendum nel1993 e dopo il panico iniziale dilagato tra le fila dei par-lamentari, il finanziamento pubblico é stato rein-ventato dall' instancabile casta sotto forma dirimborso elettorale, assicurando miliardi di euro aipartiti, compresi quelli scomparsi. A loro discolpa sisente spesso dire che il parlamentare è un lavoro duro,di grande grande responsabilità. Niente di più falso.Le camere sono aperte tre giorni a settimana e il tassodi assenteismo supera il 30% (al congresso Americanosiamo intorno al 3%). La presenza imbarazzante di ma-fiosi, inquisiti e la continua diaspora di politici che va-gano da una parte all'altra dello schieramento,cambiando casacca con la stessa frequenza con cui sba-digliano in aula, completa il quadro di una classe politicaormai estranea alla realtà del paese. Come possonodiscutere di crisi individui che hanno conti inbanca a sei-sette cifre?Evidentemente sottoposta ad eccessivo stress, Alessan-dra Mussolini, deputata Pdl, proprio nei giorni in cui piùsi discuteva di privilegi della casta e di possibili tagli, hadichiarato che la riduzione dello stipendio parlamentareequivaleva ad un'istigazione al suicidio. Lapsus? Stra-fottenza? No, semplicemente le parole di chi vive fuoridal mondo e non sa cosa sia il sacrificio. V. Pelliccia

Un po di dati sui privileggi dei nostri parlamentari

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L’onorevole casta...non siamo proprio tutti uguali

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Salute&BenessereSettembre 2012

Moda Autunno Inverno 2012-2013Torna di moda il Nero!

Lo sguardo mentre passeggio per le strade del cen-tro è rivolto alle vetrine dei negozi di abbigliamento.S’intravede ovunque un bel po’ di “nero” con abba-stanza stupore. Negli ultimi anni, la moda invernaleè stata dominata da colori certamente accesi, comeil giallo e il rosa shocking. È vero che il nero è sempre stato considerato un“classico” delle serate chic, difficile da sostituire enon avere capi di questo colore nell’armadio ma negliultimi tempi era stato un pochino messo da parte. L’inverno 2012-2013 lo rivede protagonista.Dalla gonna dritta (meglio se sotto il ginocchio) alsoprabito, dalla cappa al tubino, nero soprattutto dipelle che abbandona il suo stile rock ma si scopremorbido ed elegante. Nero ma anche tanto Bianco

e rosso. Colori classici, decisi ed eleganti. Il “classico”tubino nero intramontabile.

E SE AVESSI LA PELLE NERA…Quest’estate 2012 è stata caratterizzata da tempe-rature “hot” ma anche da una letteratura erotica deltutto femminile. Tutto in tema di sensualità e di tem-peramento femminile. Un inverno che ha come temala passione ed è caratterizzato anche nell’intimo dalcolore nero. Un must che si può avere nell’armadioè l’intimo di pelle per l’inverno 2013 per osare e persentirsi veramente audaci. E basta un Kimono, unbaby doll o una sottoveste vintage. Pezzi irrinuncia-bili nell’intimo per essere alla moda.

Laura Napoli

di Laura Napoli

Quali sono le diversita' tra uomo e donna? di Dario Parlamenti

MODA: LINEAMENTI DI SCOZIA.

Lo stile Tartan rievoca la Scozia, e più precisamentele Highland scozzesi di cui questo tessuto così fa-moso è originario e che Moschino nella nuova colle-zione autunno/inverno 2012-2013 ha resoprotagonista di tantissimi capi e accessori.

Questo disegno (in Italia si chiama scozzese) è otte-nuto con fili di colori diversi che si ripetono con unoschema definito, uguale sia nell'ordito che nellatrama. Moschino fedele allo stile raffinato, ironico efemminile che l’ha reso famoso in tutto il mondo, hapensato di puntare su questa stampa prettamenteinvernale per realizzare deliziosi blazer da indossaresu abitini rossi in maglina, sfiziose giacchette con

maniche tre quarti da abbinare a little black dress emagari a un bel paio di guanti lunghi in camoscio perun look che non teme confronti. È possibile indos-sarlo con il nero ma anche con altri colori e con iljeans. Negli anni 90’ lo stile scozzese era spesso riservatoai bambini/e. Oggi non ci vuole molto per compren-dere che lo stile di questo tessuto è propriamentequello di un capo “in” anche perché è elegante e raf-finato, ma anche spiritoso rispetto alle solite tonalitàscure e si adatta soprattutto all’inverno e sarà cen-trale nelle prossime festività natalizie. Giacchino stile “tartan”

Laura Napoli

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Moda Autunno Inverno 2012-2013Torna di moda il Nero!

È ora di mettere in ordine

Il mese di settembre è il periodo dei buoni propositi.Infatti, quando si ricomincia a lavorare dopo le ferie sisente l’esigenza di mettere in ordine nella propria vita,magari riordinando l’armadio e buttando vecchie coseaccumulate in casa.È quel bisogno di riprendere la propria vita in un am-biente più ordinato, vivibile e pulito. Anche perché tuttinoi siamo portati ad accumulare cose (vestiti, scarpe,libri, giornali) che non ci servono ed abbiamo l’ansia dibuttarle. Ecco alcuni consigli:

1. Non comprare nulla di nuovo prima di buttare quello che non serve;

2. Raduna gli oggetti che non sai se gettare in unascatola e pensaci almeno un paio di giorni;

3. Raduna le cose che non utilizzi in due sacchetti diversi, uno che puoi regalare e l’altro da buttare;

4. Puoi recarti presso la parrocchia di quartiere e portare le cose che non utilizzi a qualcuno che ne ha bisogno;

5. Ci sono secchi adatti al riciclo degli indumenti nei quali puoi lasciarli;

6. Se devi buttare via vecchi mobili ed armadi, Ama promuove il servizio per la raccolta di materiali che non devono essere inseriti nei cassonetti stradali dell'indifferenziata, ma avviati separatamente al recupero.

Tra i quali ci sono i rifiuti ingombranti: porte, armadi,cucine, materassi, divani, letti, mobili,arredi, ecc. e rifiuti elettrici ed elettronici - RAEE - televisori, com-puter, stampanti, lampade, neon, elettrodomesticigrandi e piccoli come lavatrici, frigoriferi, lavastoviglie,asciugacapelli, forni elettrici, condizionatori, telefoniniè possibile visionare il sito www.amaroma.it e cer-care il centro di raccolta più vicino a casa propria.

Dopo questi consigli non rimane che augurarviBuon inizio dell’anno! Laura Napoli

Salute & Benesserewww.neapolisroma.it 27

Da sempre è la donna a muovere il mondo, ad essere laMadre, la Generatrice. Guardate le grandi donne politi-che: Emma Marcegaglia, Emma Bonino, Anita Garibaldi,Giovanna d'Arco, la Teacher; le grandi scrittrici: AnnaFrank, Emily Dickinson... Ma Barak Obama, chiascolta, ogni sera, a casa? A chi può chiedere unconsiglio imparziale e spassionato, per decisionispinose? E il premier francese? Alle mogli... L’istinto atavico spingeva gli uomini ad uscire dalla ca-verna per andare a caccia, per poi tornare al focale do-mestico per recuperare preziose energie Come avrebbefatto l’uomo senza la donna impegnata a mantenere ilfuoco acceso, cucinare, cucire le pelli e darci dei figli percompletare il senso alla nostra esistenza? Si dice che die-tro ad un grande uomo, c'e' sempre una grande donna...E anche oggi, dietro ad un uomo normale, c'è una donnanormale che cerca di svolgere i propri ruoli. Con l’avventodella modernità questi ruoli si sono intrecciati. La donnaper volontà o necessità è andata a lavorare mentre l’uomotutt’oggi fatica a collaborare un po’ alle faccende dome-stiche o a fare i "mammi" quando ci sono i figli. Sappiamoche Gesù' aveva la Maddalena...oltre alla Madre. Cioè siala donna che l'uomo, hanno bisogno dell'altro per fare"squadra". Per andare "Oltre". L'uomo è prevalentementelogico, razionale, (è l'anima "bianca", il Sole, il giorno, ilcaldo la luce i colori, lo Yang), mentre la donna (Il "nero"la Luna, la notte, il freddo, lo Yin), è prevalentemente in-tuitiva, istintiva, passionale, ha bisogno di una "storia"

Qual è il problema adessere diversi, se solola diversità può "arric-chire" entrambi? Pen-sate che noia adessere "uguali", iden-tici, "gemelli". Tutti edue logici o tutti e dueistintivi. Certo, si cerca un partner con cui avere sintonia,intendimento, interessi simili (ma non possono mai es-sere identici!), però occorre conoscere e rispettare i puntidi vista dell'altro anche se diversi. Ricordate il profeta Gibran? Dice più o meno così: " Brin-date insieme, ma non bevete nella stessa coppa". Penso voglia dire: "Siete due individui, due persone di-verse, però simili, quindi rispettate le vostre diversità eamatevi così come siete. Ed è questo il difficile. La gelo-sia, il senso del possesso reciproco, l'egoismo, la vanità,la presunzione, l'essere permalosi (che preferiamo chia-mare "orgoglio) il non lasciare l'altro, o l'altra,libero/a diesprimersi, di realizzarsi, il non saper ascoltare il propriopartner o i propri amici o amiche dell'altro sesso, questofa' sì che non comunichiamo più, che non ci capiamo più,che non ci tolleriamo più. Il fatto che una donna esca con me, non significa che sia"mia" e viceversa. Un uomo può avere anche delle ami-che che non siano la propria partner, purché rispetti delleelementari, e ovvie, regole...e viceversa.

Quali sono le diversita' tra uomo e donna? di Dario Parlamenti

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“Enuma Elish la nabu shamamu”: quando nell’alto il Cielo non aveva ancora un nome. Questo è l’inizio di un testo dell’epica babilonesevecchio di 4000 anni, ricavato da 52 tavolette diargilla, di cui numerose spezzate. La versione piùcompleta è una copia accadica scoperta a Ninive, masono stati ritrovati anche i frammenti di una più anticaversione sumerica. Il testo è stato considerato per moltianni come un mito, un racconto molto particolareggiatodella creazione del nostro sistema solare. In realtà, seconsideriamo che i miti babilonesi derivano da quelli diSumeri possiamo affermare che il testo rappresentauna possibile cosmogonia del nostro sistema solarecome avvenne 4,6 miliardi di anni fa.

Nibiru, il grande pianeta che contribuì a creare la Terra

Secondo l’epica babilonese un pianeta vagante, chia-mato il pianeta degli dei o anche Nibiru, più grande diGiove, venne sospinto all’interno del nostro sistema so-lare da un avvenimento cosmico ignoto. Nibiru, transi-tando per Nettuno e poi per Urano, venne in rotta dicollisione con Tiamat un pianeta del sistema solarericco d’acqua e lo smembrò. Successivamente, Nibiru –anche detto pianeta del transito – venne preso nell’or-bita del Sole, destinato a ritornare, ogni 3600 annicirca, sul luogo dello scontro, dopo aver percorso unalunga orbita ellittica che lo porta nelle profondità del-l’universo.

Questo pianeta, al suo successivo passaggio nell’orbitasolare, deviò una parte di Tiamat e del suo satellitemaggiore Kingu (ovvero la Luna) in una nuova orbita.Da ciò l’origine della futura Terra, che sarebbe la partesopravvissuta allo scontro con Nibiru dell’acquoso pia-neta Tiamat, e della Luna.Durante il transito, la forza di gravità e le forze elet-

tromagnetiche del pianeta Nibiru ebbero effetti deva-stanti anche sul pianeta Venere che stava assumendouna propria configurazione rilevante nel sistema solare.Da quel momento, infatti, dopo aver subito una nuovacollocazione nello spazio, il moto di Venere divenne insenso orario, contrariamente a tutti gli altri pianeti, e larotazione rallentata al punto che occorrono 243 giorniper un giro completo sul proprio asse. Probabilmente questi moti cosmici, soprattutto di Ve-nere, hanno avuto effetti devastanti sulla Terra inclusoil famoso “diluvio universale”. Da ciò le numeroseprofezie catastrofiche, tra cui quella dei Maya.

Ma la scienza moderna può confermare que-st’interpretazione della genesi proposta dagliantichi Sumeri?Esiste, cioè, un pianeta con una dimensione che si col-loca tra quelle di Urano e di Giove, con un orbita ellit-tica di 3600 anni e il cui perielio è prossimo alla fasciadegli asteroidi? Nel 1983 il Washington Post riassunsecosì un intervista con Gerry Neugebauer, il capo degliscienziati della stazione IRAS (satellite astronomico araggi infrarossi): “Non vi è dubbio che il nostro satel-lite ha rilevato nelle profondità dello spazio un corpoceleste grande quanto il gigantesco pianeta Giove eprobabilmente così vicino alla Terra da essere parte delnostro sistema solare.” Negli anni successivi le ricerchedi questo misterioso Pianeta X (o Nibiru, dio Marduk,secondo i Sumeri) sono proseguite, assumendo con-torni di certezza sempre più concreti.Ma, secondo l’epopea sumerica e babilonese, il pianetaNibiru era anche la casa degli dei, uomini e donne incarne ed ossa appartenenti ad una civiltà notevolmenteevoluta, che definivano con la parola AN.UNNA.KI, ilcui significato letterale è “Coloro che dal cielo allaterra vennero”, comunque creature del nostrogrande unico Dio.

neaCulturaSettembre 2012

Nibiru (Pianeta X) di Carlo Famiglietti

ENUMA ELISH una ipotesi di cosmogonia degli antichi Sumeri

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neaCinemaSettembre 2012www.neapolisroma.it

Nibiru (Pianeta X) di Carlo Famiglietti

ENUMA ELISH una ipotesi di cosmogonia degli antichi Sumeri

Il padre degli dei veniva chiamato Anu che significacielo. Anu aveva due figli, Enki ed Enlil che, circa450.000 anni fa, scesero sulla Terra per estrarre del-l’oro, necessario per proteggere l’atmosfera di Ni-biru e garantire la loro longevità. Le estrazioniiniziarono nelle acque del Golfo Persico e, successi-vamente, anche nell’Africa meridionale. In questoperiodo Enlil conquistò il comando della missionesulla Terra ed Enki venne relegato in Africa, en-trando in conflitto con il fratello. Quando il climadella Terra divenne più mite altri Annunaki raggiun-sero il nostro pianeta tra i quali Ninharsag, sorella-stra di Enki ed ufficiale medico, poi ricordata nei miticome la dea madre. Successivamente, nella Meso-potamia meridionale vennero costruiti sette inse-diamenti funzionali alla missione spaziale, tra cui unporto spaziale a Sippar.

Dopo la raffinazione, i metalli estratti venivano in-viati agli Igigi (300 Annunaki – i biblici Nefelim – ri-masti in orbita su una navicella con il compito ditrasportare i carichi su una stazione spaziale pre-sente su Marte. Furono essi ad unirsi con le figliedegli uomini).Trecentomila anni fa anche gli Annunaki che lavo-ravano nelle miniere si ribellarono a causa del duro

lavoro cui eranocostretti. Per ov-viare a tale defe-zione Enki eNinharsag deciserodi creare dei lavo-ratori primitivi at-traverso lamanipolazione ge-netica di scimmie.Così, secondo i Su-meri, nacquel’Homo sapiens, ilfamoso anellomancante della catena genetica, a immagine e so-miglianza degli dei discesi da Nibiru.

Circa 13.000 anni fa, quando Enlil si rese conto che ilprossimo passaggio di Nibiru avrebbe provocato ungrave maremoto con distruzione dei terrestri, fece giu-rare agli Annunaki che non avrebbero rivelato l’immi-nente catastrofe all’umanità. Ma Enki, che avevasempre aiutato gli umani, volle salvare un suo protettoZishudra/Noè e gli dette istruzioni per costruire un’im-barcazione su cui salvare se stesso e le specie viventi,attraverso banche di DNA. Poi venne il diluvio.

Carlo Famiglietti

A questo punto vale la pena riassumere brevemente quest’antico racconto riportato sulle tavolette di argilla di Ninive

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dove trovo la Rivista?nel Focus di Ottobre

si parlerà di...DIVERSITA’DIVERSITA’

Ascoltare della buona musica, oggi, è sempre più diffi-cile a causa della commercializzazione dei brani ma trale persone normali e non famose ci sono dei veri epropri “talenti”. I soul-revolution, sono un gruppo musicale che atutti gli effetti rientra nella categoria dei “talenti”.Gruppo nato dalla bellissima voce della cantante De-borah Baratelli (in arte Dee Bee) che ricorda alcune fa-mose cantanti inglesi; nulla ha da invidiare a loro edalla bravura del chitarrista Fabrizio Scafetti che Nea-polis ha incontrato per intervistare.

Quando nascono i Soul revolution?“il gruppo è nato 2 anni fa, dopo che la cantante e il

chitarrista avevano collaborato insieme per vari anni al-l’interno di un altro progetto musicale. L’esigenza dicreare un nostro nuovo gruppo ci ha portato ad inci-dere un album acustico inedito in inglese (lingua pre-diletta della cantante italo-inglese), dal titolo PEOPLE.Il nome del gruppo da cosa nasce?Il nome del gruppo nasce dalla volontà di creare unavera e propria rivoluzione dell’anima attraverso la mu-sica, da qui il nome SOUL REVOLUTION. La musica pernoi è un canale di comunicazione privilegiato per toc-care l’anima delle persone di ogni credo, etnia, profes-sione.Qual è il vostro repertorio?Il nostro repertorio spazia fra vari generi musicali. Ilnostro album ha un filo conduttore che è quello dellamusica acustica (voce, chitarre acustiche, basso acu-stico, cajon e percussioni), ma all’interno le ispirazionisono molteplici, dal rock al tango, dal pop al blues er’n’b. Avete fatto molti concerti? Si, in strutture anche importanti e di vario genere (Tea-tro Tendastrisce, Associazioni Culturali, Festival etc.).Sono tutti momenti fondamentali per la nostra musica,perché raggiungiamo attraverso i concerti il nostro

scopo finale: la comunicazione con gli spettatori.Quali sono le principali difficoltà incontrate nelvostro cammino?La musica ormai è più una merce che un’arte; abbiamoa volte incontrato difficoltà nel proporre la nostra mu-sica nei locali in quanto il proprietario di turno sem-brava più interessato al numero di persone portate dalgruppo piuttosto che al servizio musicale offerto. Pen-siamo che molte realtà dovrebbero riconsiderarel’aspetto della MUSICA LIVE come un servizio aggiun-tivo alla propria attività commerciale, che aumenta diqualità e prestigio le serate organizzate. La passione per la musica da dove nasce se-condo voi, si ha la musica nel sangue? Pensiamo di sì, d’altronde siamo cresciuti con un’istin-tiva attrazione per la musica e in seguito abbiamo sco-perto di essere anche portati per quello che amavamoascoltare. I nostri genitori fin da piccoli ci hanno im-mersi in musica di differenti generi, cosa che ci ha av-vicinati ancora di più a questa passione/lavoro.Qual è il vostro più grande desiderio?Poter dedicare sempre più tempo a questa passioneche per noi ora è anche un lavoro, ottenere il giustospazio e riconoscimento per quello che facciamo, riu-scendo a vivere della professione che ogni giorno svol-giamo con amore e dedizione.Tra i grandi artisti della musica, quale preferite?Fabrizio è cresciuto con la musica di Jimi Hendrix, BobMarley, Eric Clapton e il suo maestro di vita e chitarraVincenzo Grieco. Deborah invece si è avvicinata alcanto ascoltando a 12 anni un cd di Mariah Carey, poiappassionandosi in particolar modo alle sonorità r’n’b esoul di artiste come Lauryn Hill, India Arie etc. Altri ar-tisti che preferisce sono Elisa, Mc Solaar e Amy Whine-house.In una parola, cos’è la musica? La musica è vita e anima. Ma a questo punto le parolesono diventate due!!!

neaMusicaSettembre 2012

Soul Revolution: di Laura Napolila musica che viene dall’anima

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dove trovo la Rivista?nel Focus di Ottobre

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