nE - num 9 - ott 2014

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nuovo Effatà Organo di informazione e strumento di dialogo dell'Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Reggio Emilia effataopgre.wordpress.com [email protected] opera di anonimo

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nuovoEffatà ­ Ottobre 2014

nuovoEffatàOrgano di informazione e strumento di dialogo

dell'Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Reggio Emiliaeffataopgre.wordpress.com ­ [email protected]

n. 9 - Ottobre 2014 (V)

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Bella vitadi Michele

QUANTO E’ BELLA LAVITA - SI NASCECON UNAVOGLIA DI CONOSCERE EDI SCOPRIRE, PER FARE ESPERIENZA,

AL FINE DI FAR DEL BENE A QUESTOMONDO.

OGNI PERSONAHA LE SUERESPONSABILITA’, GIOCHERA’ LE SUECARTE, PER USARLE DEVI SAPERE PRIMAQUALI SONO, L’IMPORTANTE E’ CHEGIOCHI, SE MANCHI DI QUESTO SARAIARTEFICE TU STESSO DELLA TUAINFELICITA’.NON SEI SOLO, SI GIOCA SEMPRE INSQUADRA, GRUPPI UNITI MA CON DIVERSI

INTERESSI, L’UNICO CHE ACCOMUNATUTTI E’ IL DARE LAVITA E FAR SI CHEQUESTAVADAAVANTI A COSTO DI FARCIDEL MALE, MA E’ SEMPRE UN GIOCO.

REPUTO CHE OGNI COSA CHE ACCADE SIAGIUSTA DAL MOMENTO IN CUI SUCCEDEPERCHE’ E SUCCESSA.IL RENDER GIUSTO UN FATTO STA NELCAPIRLO, IN QUEL MOMENTO SAPRAICOSA FARE PER RISOLVERE OGNIPROBLEMA.

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Nostalgia: "Malattia orimpianto"di Johnathan Johnshon

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Sualcuni vocabolari silegge che nostalgia èparola greca e che

significa desiderio ardente,vivissimo, a volte morboso edoloroso della patria, di persone,di cose e luoghi a cui si vorrebbetornare o di situazioni che sivorrebbe rivivere. E così moltipensano che la parola fosse giàusata in epoca antichissima eritengono che anche Ulissechiamasse “NOSTALGIA” ilsentimento di rimpianto cheprovava per la sua lontana patria

e per la sua Penelope.Invece, come gran parte delleparole derivate dal greco che noiusiamo, “NOSTALGIA” è unavoce moderna, coniata meno ditre secoli fa e da meno di unsecolo usata col significato che lediamo oggi; prima essa eraesclusivamente un terminemedico.Johannes Hofer, giovanestudente alsaziano, l’avevainventata elaborandola dal grecoNOSTOS,-ritorno-, e ALGOS,-dolore-, per usarla come titolo e

argomento della sua tesi di laureasostenuta a Basilea nel 1688.Il futuro medico descrive nellatesi la malattia che affliggevaspesso i soldati svizzeri cheandavano a fare il serviziomilitare in eserciti stranieri erappresenta così i sintomi di quelmale:” i malati si fanno muti,svogliati, nemici dellacompagnia e c’è perfino chi nemuore”.Per due secoli la parola rimane

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si affievoliscono per diventare unvago o forte rimpianto di luoghi,di tempi, di persone, di ricordi, disperanze.“Una nostalgia dell’ infinito”,dice il Carducci in un discorso suVictor Hugo. Nel 1920 il Panzinidescrive la parola“NOSTALGIA” nel suodizionario moderno e biasimal’uso del termine, che ritienetroppo spesso utilizzato nel sensodi “vaga aspirazione emalinconia”.Oggi, la parola viene anche usatacon un nuovo significato: quellodi rimpianto di un regimepolitico passato; viene infattidetto nostalgico chi in particolarerimpiange il fascismo. Chi haascoltato i FADO, lemalinconiche canzoni, e chiconosce la parola portoghese“saudade” può cogliere il pieno

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senso di nostalgia, mentrel’ inglese “homesickness” dahome (casa) e sickness (malattia)ha un significato più limitato.

LÀ IN MAREMMAOVEFIORIO LAMIA TRISTEPRIMAVERALÀ RIVOLA IL PENSIER MIOTRA I TUONI E LA BUFERALÀ NEL CIEL NEROLIBRARMI LAMIA PATRIARIGUARDARPOI COL TUON VO'SPROFONDARMI TRA QUEICOLLI ED IN QUEL MAR.

“RIME NUOVE” CarducciNOSTALGIA

un termine scientifico, finché,negli ultimi decennidell’ottocento, esce dagliambienti medici per andare a farparte del vocabolario di poeti escrittori. Nel 1 874 il Carducciintitola NOSTALGIA unpoemetto in cui torna colpensiero alla Maremma, doveaveva vissuto da adolescente edove avrebbe voluto tornare avivere. Nel 1 881 il Fogazzaro, inMalombra, racconta che lamoglie di Steinegge si ammala dinostalgia a New York.Ciò nonostante, alla fine delsecolo il Petrocchi consideraancora “Nostalgia” come untermine di medicina. Poi, colpassare del tempo, sia l’ idea dimalattia sia il significato didesiderio di ritorno al paese natio

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Sigaretta

di

Fabrizio

SigarettaIn questo mondoAlcune volte unaSigaretta diventaUn tutto… e si

Scatena il tumultoSe manca il

Sacro cerino laRabbia tocca affrontare!

Ed in un folleGridare, datemi

Questo e ridatemiQuello… è solo

Il ruggito diUn ingabbiatoFringuello…

Ed infine arrivaIl cesto delleSigarette… e

Sembrano fetteDi Sacher torteFatte, grosseE perfette

E così il sacroRito di libertà

Un po’ intossicatoÈ appagato…

Eppoi magari ciSi lamenta delleSerale un po’

Misera insalata…E la sigarettaCon due tiri,

magari compartitipresto si estinguerà

ma rimarrà unamaro senso dimancanza di

libertà… quellalibertà che ogniboccata di fumoin fin dei conti

nasconde e c’ha! ! !

Orlando, Marco Bolognesi

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Le celle per i letti, iprati per le personedi Michele

Lecelle sono per lelenzuola e i letti, i pratiper le persone. L’uomo

per guarire e poter stare benedeve stare vicino alla vita.Talmente ne ha bisogno che èstudiato che bisogna stare acontatto a piedi nudi con il suolo,talmente tanto che per recuperarela vista è studiato di guardare ilsole a occhi chiusi.Loro a stare rinchiusi voglionosolo farmi impazzire e se lo sono

già sarà peggio grazie a loro.Andare avanti e indietro per unacella mi fa sfogare, non riesco astare buttato sul letto se non perbuttarmi via. È questo che sivuole raggiungere, il disinteresseper me stesso fino a raggiungerela morte? E devo essere forte anon farlo? Per me o per gli altri?Questa ultima domanda è quellasempre con risposte particolari.Ti fai del male solo a te, nonpensi alle persone che ti vogliono

bene.Io penso non dovrei essere qua eun magistrato lo ha deciso e dellepersone che prendono gli ordinimi tengono rinchiuso quapiuttosto che fuori a lavorareperché mi sveglio ogni mattina efaccio qualcosa di costruttivoinvece di aspettaresemplicemente il giorno dopo,sarebbero meglio i lavori forzati!

Un venerdì nerodi Aldo

Unvenerdì nero per leborse è scoppiata laborsa immobiliare. Io

guardo la TV ma non capiscocosa vuol dire ha senso parlare diinvestitori che hanno perso tutto.Chiamo la mia banca per avereinformazioni e mi rispondono dipassare in sede perché mi devonoparlare, comincio apreoccuparmi, nonostante miavessero detto a suo tempo che imiei risparmi erano al sicuro equesto mi fa tranquillizzare unattimo. Arrivo in banca e mimandano dal direttore, che midice che tutti i miei risparmisono bruciati, mi cade il mondoaddosso, per un momento nonparlo resto a bocca asciutta, mapoi mi sale il sangue al cervello eurlo contro il direttore che voglioindietro i soldi subito. Lui mi

risponde che non può fare nienteche ha le mani legate. Mi alzo discatto dalla sedia e salto addossoal direttore comincio a prenderloa pugni gli rompo il naso macontinuo ha tutta la facciasanguinante ma io continuoimperterrito fino a quando laguardia non mi ferma.Arrivano i carabinieri poco dopoe mi portano in caserma conl’accusa di lesioni gravi, vengointerrogato dal PM e io glispiego la situazione ma luiconvalida il reato e vengo subitoportato in carcere. Il giorno dopol’avvocato mi dice che mi faràsottoporre ad una periziapsichiatrica per vedere se erocapace di intendere e di volere.Dopo un paio di settimane arrivail perito e mi fa vedere dellemacchie che per me hanno poco

significato. Al processo vengodichiarato incapace di intenderee di volere al momento dei fattima giudicato pericolososocialmente, quindi vengocondannato a tre anni di OPG.Non appena entro nella strutturacomincio a sentire urlare, mispavento sembra che stianouccidendo qualcuno, mispingono dentro quasi a forza, miperquisiscono e mi tolgono ilacci delle scarpe e la cinturaperché potrei usarli per farmi delmale. Dopo sei mesi non mi sonoancora abituato a questo sistemaio non sono pazzo e lo dicoperché vedo la gente intorno ame e mi sento un estraneo madevo resistere ancora un paio dianni, la mia fortuna è che i mieifamiliari mi stanno accanto equesto mi aiuta ad andare avanti.

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Droga cioè?!di Alberto

Trovo stupido vantarsi difar parte del mondo delladroga, dovrebbe essere

giusto avere vergogna di esserevenditori e consumatori.Vedo intorno a me questofenomeno : persone ingalluzziteper il fatto di esser nel mondodella droga.Specchio di questo fenomenoanche cantanti famosi come“truce clan”; che si vantano diessere consumatori enarcontrafficanti.I soliti cantanti che diventanoesempi negativi da imitare, igiovani sono vulnerabili alfascino ribelle di fare cosesbagliate.Io non voglio giudicare gli altri ei loro sbagli!Esprimo solo le mie sensazioni,magari “errate”, sicuramente unpunto di vista soggettivo eincompleto.Vorrei scrivere questo articoloper far riflettere il lettore esensibilizzarlo sul mondo orribilecreato dalla droga.Quello che purtroppo succede inItalia lo sappiamo tutti, maattraverso riviste e servizitelevisi ho pututo farmi una tristepanoramica di quello che hannocreato i sognatori della droga neipaesi poveri dove sembranoimprendibili, regioni dove lostato è debole e possonocompiere qualsiasi indicibileviolenza.Come in mexico, migliaia dipersone uccise, una guerra civilesenza codice d’onore.

Basta pensare a quel cagnolno,trovato in un cassonetto mutilatodelle zampe.I narcos della cocaina fannopratica per mutilare le persone.Citta’ come San Paolo, dove lapopolazione vive nelle violenze enel degrado a causa della droga.Per non parlare del mercatodell’oppio che finanzia criminalidi guerra come i talebani:uccidono i nostri soldati italianicon attacchi codardi e compionosoprusi ad danni delle donne.Mi sembra che si chiama Lala laragazza che è diventata unsimbolo, scampata dalla morte, italebani volevano ucciderlasparandole perchè si è ribellata aisoprusi.Le F.A.R.C. , i cartelli delladroga.. .gente senza scrupolo.Anche in Tagikistan i signoridella guerra si finanzianocon iltraffico dell’oppioLA DROGA E’ IL MALEASSOLUTO.Proprio adesso sto guardando unservizio sul porto di Gioia Tauro,dove l’Andrangheta terrorizza lepersone oneste, e importa veleno.Se sento alla radio i “truce clan”che fanno gracchiare i microfonibullandosi di essere spacciatori,in fretta cambio stazione per lavergogna che provo.Dati statistici da una rivistadell’anno 2000 : eroina mercatomondiale, 1 5 milioni ditossicodipendenti, ogni anno 100mila morti,92 % della produzione di oppioarriva dall’Afghanistan.

Le autorità di Kabul riescono afermar solo il 2% delle sostanzestupefacenti.Le autorità colombiane riesconoa fermare il 36 % delle sostanzestupefacenti.

Walking shadow, Jason Ratliff

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Sognodi Gouba

Sogno quandoSognamo il VERO sempreCi riappare. . .eNoi tante avventureCi tocca rifare . . .maIl sonno o sogno ci svegliasempreDi una profonda, bella,misteriosa fantasia?E nel sonnoAvvolte da coperteEd umano caloreSiamo forse proprioPiu vicini al nostro sognoE quando ci svegliamo

È un leggero stuporeE siamo già lontani dal sonnoDolce profondo e ristoratore.OH ! ci accompagna da un popiu da vicinoE di piu nelle sue fantasieMa abbiamo proprio bisogno diesso,che siamo cosi lontanida questo mondo di un altroacceso.

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ADESSO MI RITROVOCHIUSO QUI IN STOCAZZO DI OPG, A

DOMANDARMI FARMIMILLE TRIP, CHIEDENDOMISE IL MIO POSTO E’DAVVERO QUI.

RIPENSO AL PASSATO E AQUANTI GUAI HOCOMBINATO,DOMANDANDOMI COSADAVVERO HO REALIZZATOE CHE COSAALLE SPALLEMI SONO LASCIATO, COMELA FAMIGLIA CHE NON HOMAI ACCETTATO E AVOLTEDI RISPETTO HO MANCATO,MAUN SENTIMENTO VEROHO SEMPRE PROVATOQUELL’AMORE CHE NON SONEMMENO DOVE SIA NATO,DAL MIO PRIMO PECCATOCHE I MIEI MI HANNOPERDONATO E ORA LOTTOCOME UN SOLDATO PER

Canzonedi Aurel

NON RIMANEREAFFOSSATO COME UNDANNATO.HO SEMPRE RISCHIATO E AVOLTE PURE TROPPOGUADAGNATO, MA ORMAISONO PRECIPITATO E AIME’SENZA PARACADUTE MISONO LANCIATO E PER UNATIPAMI TROVO INGUAIATOE TUTTO QUELLO CHEAVEVO, HO LASCIATO.

RIT.MA NON MOLLO ALMASSIMO BARCOLLO E SECE NE SARA’ BISOGNO MIFARO’ TIRARE SU DALCOLLO, MAGIURO MAIMOLLO, COME UN CANECON IL SUO OSSO, AVOLTERISCHIO GROSSO MA ILRISCHIO E’ GIA STATOMESSO IN CONTO IN UNCONTO FORSE UN PO’TROPPO SALATO COME

QUANDO MI HANNOCONDANNATO.

ARRESTATO PER NESSUNREATO LO GIURO SULCREATO, COME GESU’CRISTO PORTO LAMIACROCE CON TROPPODOLORE, IL MIO UNICODIFETTO E’ PRENDERETUTTO E TUTTI DI PETTO,MA SE CI PENSO NESSUNO AME HAMAI PORTATORISPETTO, COME ALLEELEMENTARI , PRESO PER ILCULO PER I MIEI OCCHIALIE FORSE PERCHE’SEMBRAVO DIVERSO CONL’APPARECCHIO E LO SO,CONTO PIU’ DI UN DIFETTOMADENTRO IL MIO CUOREC’E’ SOLO DISPREZZO.

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Edeccomi qui dopo 30anni di O.P.G., a 56 annia lavare piatti per 700

euro al mese. A fare i conti con lagente che si sposta al miopassaggio, i vecchi amici non sierano rivelati tali, infatti unavolta dentro non mi avevano maiscritto e tutto questo per unattimo di follia lucida eincoscienza. Ho buttato via imigliori anni perché ero una testacalda che una sera all’uscita dauna discoteca invece che usare lemani in una rissa ho usato uncoltello uccidendo un ragazzo di20 anni per una cavolata unaparola di troppo ed ecco che tirofuori il coltello dalla tasca cheera sempre con me e comincio apugnalare il ragazzo.Fui giudicato pericolososocialmente e portato in O.P.G.dove all’ inizio urlavo e sbattevole porte così come facevano tuttiper ottenere una sigaretta chesembrava essere un lusso e poinei momenti di rabbia spaccavo

il televisore e distruggevo tuttoquello che c’era in cella. Questodurò i primi dieci anni,cambiando da un istitutoall’altro, mi legavano al lettoquando facevo casino per tre oquattro giorni e mi riempivano difarmaci ma neanche questoserviva a qualcosa. Dopo diecianni passati a fare casino cercaidi mettere la testa a posto maquando uno nasce tondo non puòdiventare quadro e cosìcominciai a fare risse con gli altridetenuti come me a volte senzaragione. Gli psichiatri dicevanoche se non avessi smesso miavrebbero aumentato la terapiacome se non bastasse quello chemi davano. Allora io rispondevoche non avrei più fatto casini maerano parole al vento, duravo unpaio di giorni prima dicombinare qualche guaio.Ed adesso dopo trent’anni avevocapito che ero stato uno stupido,avevo trovato un certo equilibrio

non senza fatica.Mi presento al lavoro puntuale enon faccio caso alle critiche chemi vengono fatte di rado e seguoalla lettera quello che mi diconodi fare i servizi sociali.Forse sono guarito, ma hosempre paura che la mia partemarcia torni a comparire,soprattutto quando la gente miguarda dall’alto in basso, comese fossi un reietto della società.A volte penso al suicidio ma poipenso che mi resta ancora davivere abbastanza da tornarenella società come uno qualsiasi.

Storia di un ergastolanodi Aldo

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Ventodi Johnathan Johnshon

Il vento è il mio unico alleato.Da quando sono caduto inquesta trappola giudiziaria,

mi ha sempre aiutato.In galera innumerevoli M.O.F.manutenzioni ordinarie delfabbricato con solventi hannoeffettuato. Molti hannointossicato, nessuno dimascherine era dotato, ma,aprendo la finestra il vento ci hasalvato.Estate, autunno, inverno oprimavera, in ogni condizioneclimatica la finestra c’era. Ilvento, che racchiude in séelementi chimici come il CO2nell’aria inquinata che a pensarcimi rovina la giornata, a volte sipercepisce a stento.Ti costringono a stare in cella,solo, per anni e alla tua menteinducono danni. Sei rovinato,straziato, distrutto e disperato,ma il vento ti ha parlato,consolato, risposto e ascoltato.Qualcuno da fuoco alle celle, il

fumo ti può uccidere, soffocare,allora la finestra deviaprire…solo il vento ti puòsalvare. Poi, dopo 6 anni,decidono che sei matto da legaree all’ospedale psichiatricogiudiziario devi andare. Unmezzo di trasporto, dotato digabbie maleodoranti che sononauseanti mi fa ripetutamentevomitare, penso di morire;quando un agente la ventola fafunzionare, una brezza di vento,mi salvo a stento. All’OPGarrivo alienato ma un’equipe dimedici e operatori mi ha salvato,capito, adottato. Per la primavolta, dopo 6 anni,, vado alpasseggio: c’è l’aria, vedo ilcielo ma mi sento spaesato, unamassiccia dose di psicofarmacimi ha straziato, il sole mi hascottato, all’ improvviso un alitodi vento…resuscitare mi sento.Di un lavoro mi hannoincaricato, un piccolo sussidio èarrivato.

Trascorrono giorni, mesi, anni,finalmente posso uscire inpermesso, con l’attività teatrale,per poi rientrare e somatizzare.Ma prima devo uscire con idottori, che in società mi devonoosservare. Anche con le bicicletteci possiamo spostare conl’attività teatrale, ed il fluttuardel vento riassaporare sento. Miemoziono a tal punto da sentirmitalmente minuto che unamolecola d’aria è un gigante,sensazione inebriante. Il ventomi accarezza la pelle, mentresono impegnato a pedalare,vorrei volare, all’ infinito arrivaree mai più ritornare, ma, ahimèdevo rientrare. Mi sento amicodel vento!

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Un popolo nuovodi don Daniele

LaParola commentatainsieme nella “diaconia”di venerdì ci assegna

sempre un posto, ci ritroviamosempre citati dal Vangelo, pernoi in esso ci ritroviamo citati. E’così a proposito degli ultimiVangeli ascoltati in questedomeniche. Si parla di scartati, dipentiti (secondo il Vangelo), digente cercata e trovata neicrocicchi della strada.Non abbiamo fatto fatica aidentificarci con loro: per moltidi noi, infatti, la vita ha avutopassaggi che hanno richiesto ilpentimento, lo scartamento e diessere cercati e trovati nelle crocidelle strade. Spesso il commentoche facciamo a testi come quelliascoltati è impietoso verso noistessi e la Parola con noi èsincera e non ci fa sconti

scoprendo in essa tuttal’amorevolezza di un Signoreche ci inquieta.Non ci fa complimenti e ci fa starmale, ci scaruga nel profondo, cifa cogliere quanto, nelle azionicompiute, abbiamo ferito glialtri… Ma ci ama e il volercibene del Signore fa sì che lanostra condizione assuma lanovità di chi si può pentire, dichi da scartato diventa pietraa’angolo, e di chi da gente degliincroci può diventare gente della…Croce. E’ una novità inusualeper noi che tante volte noncrediamo alle nostre orecchie.C’è di più. Accade anche chenelle nostre “diaconie” ci sianodei più poveri tra noi. Colorocioè che non riescono a starefermi, che scendono in chiesasolo per uscire dalle celle (e va

benissimo! ), che “disturbano”…Ci sorprende come verso costoronessuno abbia mai avuto gesti diinsofferenza o di rifiuto. E’ , esiamo, una generazione nuova,un popolo nuovo un popolo chesi pente perché amato; fondantela chiesa dei poveri, quella diPapa Francesco, perché scartato;popolo della Croce perchépopolo dei crocicchi.

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