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    Direttore Luca Beltrami GadolaNumero 1 Anno II12 gennaio 2010

    www.arcipelagomilano.org

    Editoriale - LBG - IL SINDACO MORA TTl AVVELENA I POZZIPrimo Piano - Guido Martinotti - LASCIAMO IN PACE CRAXI ANCORA PER UN PO'

    Dall' Arcipelago - Franco D' Alfonso - IL 2010 RIUSClRA. AD ESSERE lVIEGLIO DEL 2009?Lettera - Riccardo Lo Schiavo - GUARDARE AVANTI? INDIETRO? DOVE?

    I Approfondimenti - Emilio Battisti - CHE NE SARA' DEL MASTERPLAN DI EXPO MILANO 2015?Mobilita - Marco Ponti - 10 BUONI PROPOSITI PER LA MOBILITA LOCALE DEL 2010

    Cultura - Rita P. Bramante - LA BACCHETTA MAGICA DI MORRICONE PER TORNATOREEconomia - Erminio Quartiani - UNA FINANZIARIA DI FUMO E PROMESSE

    Urbanistica - Pietro Cafiero -131 MT S.L.M. LA MILANO CRE VERRA.Citra - Giovanni Zanchi - IL 2010 DALLA A ALLA Z

    DA QlJESTO NUMERO ANCHE UN CLIP AlJDIO : LA NOSTRA MUSICAVideo

    INTERVISTA A CARLO MASSEROLI: LIBERTA, IDEOLOGIA, MERCATO

    II magazine offre come sempre Ie sue rubriche di attualita inARTE & SPETIACOLIMUSICA - a cura di Paolo Viola

    TEA TRO - a cura di Guendalina MurroniCINE.MA E TV - a cura di Simone Mancuso

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    II sindaco Moratti avvelena i pozzidella politica: solo acqua avvelenataper una citta assetata di "nueva poli-tica". Come 1 0 fa? Lo fa conI'operazione Craxi, la pili clamorosae recente, come 10 ha fatto conl'ordinanza sugli alcolici, sull' eco-pass e con gli ondivaghi provvedi-menti sui parcheggi tanto per scorre-re l'infinito elenco. L'operazioneCraxi e 1a pili cinica e anche quellanella quale ha speso di pili la suaimmagine andando persino a farneti-care su YouTube, dove paragonaCraxi, il cosiddetto Grande Statista, aGiuseppe Garibaldi e Giordano Bru-no condannati rna riabilitati dallaStoria, dimenticando la differenza trareati di opinione e reati penali, forseperche non le e nemmeno chiaro ilconcetto di reato.Perche 10fa? Perche ha imparato an-che lei come gli altri la lezione dellapolitica berlusconiana: creare zizza-nia, cercar di spaccare il fronte av -versario (rna anche spiazzare gli alle-ati scomodi) gettando loro in mezzoalle gambe questioni ideologiche at-tomo alle quali sperare che si azzuf-fino. Far risorgere dalla tomba fanta-smi scomodi, frugare nel passato del-le persone cercando ombre grigie,spazzatura di ogni genere, questa e lastrategia e li govemo del Paese e dellacitta, alla faccia dei continui richiamialla concordia e alla moderazione. Inquesto clima di rissa e di confusionei veri problemi, quelli della gentecomune, si annacquano, l'opinione

    EditorialeIL SINDACO MORATTl AVVELENA I POZZILBGpubblica e distratta: non ci sono piu icristiani da far sbranare a1 CircoMassimo, alIa Moratti basta ilcircomediatico del quale Berlusconi e il ree lei un fedele (recente) vassallo.In tutta quest'ansia di riabilitazionedi una "vittima" illustre del sistemagiudiziario ci si dimentica delle altrevittime: quelle del craxismo milane-se. Gli anni del potere e li Craxi suMilano sono stati gli anni di una ge-nerale "conventio ad escludendum":tutti gli architetti erano socialisti 0non erano, gli avvocati amministrati-visti, giovani e meno giovani, 0 era-no socialisti 0 non erano, le impresedi costruzione 0 avevano quaIchesanto socialista 0qualche intermedia-rio inquel mondo 0 non lavoravano,persino per una poltrona a teatro sipassava per la segreteria del PSI. Ciricordiamo le Piramidi di Pansecaall' Ansaldo e le imprese "invitate" adallestire stand e padiglioni alle festesocialiste? Certo il costume non eranuovo: il PC in Emilia da tempo a-veva attuato la sua "conventio ad e-scludendurn" con le sue cooperativecorne nella rossa Toscana e la Balenabianca, meno nnnorosamente, in Ve-neto non era d a meno e oggi ci si ci-menta Comunione e Liberazione.Ma gli ultimi arrivati allora, isociali-sti di Craxi, si sono mostrati pili abilidei lora epigoni. Chi non ricorda labattutaccia di quei tempi su e li loro:Abbiamo aspettato tanto adesso bu-stab>? Sono ivecchi etemi sistemi diuna politica senza ideaIi 0 e li quando

    gli ideali , largamente condivisi, di-ventano ilcavallo di Troia dei me-stieranti della politica. Si continua inquesti giomi a parlare del fiuto poli-tico di Craxi, e 1a nostra Letizia an-cor oggi 10 apprezza rna, corne lei,Craxi aveva invece poco fiuto nellascelta dei suoi pili stretti collaborate-rio Certo nella vita si puo cambiarerna dove sono Ie stimmate del socia-lismo in Cicchitto, in De Michelis, intutti i politici socialisti di piu 0menDlunga lena finiti nelle fila di Berlu-sconi? E nei figli di Craxi? Dove so-no finite quelle stimmate nei ministriex socialisti (anche ex comunisti) fi-niti in questo Governo? E tutti quelliche da questi "regimi" sono stati te-nuti al margine della vita professio-nale e sociale di chi sono Ie vittirne?Di chi sono vittime le aziende pena-lizzate .dalla concorrenza travolta eannullata in un mercatosconvoltodalla corruzione? Di un fato cinico ebaro'1Caro sindaco, perche fa finta di nonsapere che abbiamo capito che 1aria-bilitazione di Craxi e una sorta di as-soluzione preventiva per i reati pas-sati se mai dovessero ancora emerge-re ma soprattutto per quelli futuri? IIsacrificio che lei chiede aIle vittimedel craxismo, alla citra intera, quellodi sopportare I'oltraggio di questaintestazione e il prezzo della sua ri-candidatura a sindaco? Non possia-mo essere cosi generosi.

    Primo PianoLASCIAMO IN PACE CRAXI ANCORA PER UN PO'Guido Martinotti

    L'uso dispettoso della toponomasti-ca, non per ce1ebrare e ricordare, rnaper umiliare gli avversari politici,sotto l' ipocrita pretesa di rendereomaggio a qualche personalita di-menticata 0 contestata, appartiene aquella categoria di azioni che unaleadership politica accorta farebbemeglio a evitare. Si puo anche finirenel ridicolo: ne ho due esempi nellastoria milanese della mia famiglia.

    Sono nato in Piazzale Fiume, 28, oraPiazza della Repubblica, dopo unabreve parentesi durante 1a RSI in cuisi era chiamata P.za Camaro - perragioni che paiono oggi tanto pili in-comprensibili in quanto e assai im-probabile che si trovino milanesi sot-to i 70 anni in grade persino di per-cepire questo cambiamento.Ma per me non e finita: i miei nonnimatemi, nella cui casa sono poi anda-

    to ad abitare rientrando a Milano do-po 10 sfollamento, abitavano nellaGalleria Motta, in via Carlo Alberto10. Con una carognata storica davve-ro meschina (e potevate lasciarlo sta-re questo povero Carlo Alberto, no?)i nuovi padroni l'hanno trasformatain via Mazzini, 20. Parce sepulto!Sono contrario a intestare una via,piazza 0 altro a Bettino Craxi, nonper antipatia nei suoi confronti, ma

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    per due ragioni assai precise. Una ela circostanza che il giudizio su Craxieben lungi dall'essere consolidato.Si sono dette molte cose su di lui,pochi pen) hanno utilizzato categorienon contingenti per spiegare una vi-cenda politica molto specifica, rnache per essere compresa richiede unateoria di un livello di general ita pilielevato. Forse queUa teoria ci vienefornita da Beppe Bonazzi con la suaipotesi del "bone emissaire" il caproespiatorio( Colpa e potere. Sull'usopolitica del capro espiatorio i1 Muli-no, Bologna, 1983).Di cosa si tratta? Bonazzi, che e unodei migliori ricercatori sociali italia-ni, si e posto il problema di studiarela reazione delle organizzazioni a e-venti catastrofici. Per esempio i casidi morte bianea ehe mettevano a re-pentaglio l' intera struttura dirigenzia-le di una grande impresa. Chi pagavaper questi eventi? Chi finiva per fun-gere da capro espiatorio? Bonazzi cidimostra che, invariabilmente, non sitrattava del vecchio potere bene inse-diato nei suoi fortini organizzativi, nedei giovanissimi protestatari ancorapoco influenti, rna degli innovatori intransizione. Esattamente come fu conCraxi, che servi da capro espiatoriodell'intero sistema, mentre i nuovicome Bossi e Berlusconi non eranoancora partiti e i vecchi DC e PCl sela cavarono con molte ferite, rna sen-za essere sotterrati.Ragionare in termini pili ampi non eun'assoluzione, rna un aiuto a unamigliore comprensione dei fatti:spesso nella storia gli attori non sirendono del tutto conto delle vestiche 1a scelta di una data parte impo-ne. E' evidente perc che le ragioni diordine stmtturale si mescolano sem-pre con gli errori di chi agisce ed iopenso che una causa decisiva delcrollo di Craxi fu 1a debolezza delpartito: se Craxi non avesse svuotatoil partito socialista di quegli anni, tral'altro trattando in modo cinicamentesprezzante il tema centrale dell' e-poca, la questione della corruzione,con l' affermare in modo spiccio che

    ci avrebbe pensato dopo aver conso-lidato il suo potere, forse avrebbe a-vuto qualche difesa in pili. In partico-lare, e questa e un'inuegabile respon-sabilita del craxismo, in quegli anni,come giustamente ricorda Bocca suRepubblica (5 Gennaio) il partito furipulito da un tipo di socialisti tradi-zionali, "buoni e onesti" come si di-ceva allora, che sarebbero stati unvero asset nella vicenda di Tangento-polio Ma oltre a questi sono poi statieliminati molti sostenitori che sareb-bero stati utili. Giorgio Bocca ricordasu La Repubblica del 5 gennaio inomi di alcuni dei molti che sonostati fatti fuori a Milano. Bocca stes-so era socialista e poi a un certo pun-to e diventato un nemico. E' statauna buona politica eliminare i Boc-ca?Oggi i socialisti stanno discutendo einterrogandosi sulle vicende del de-cennio craxiano: lasciamoli lavorarein pace. Imporre una celebrazionepositiva di Craxi come escamotagepolitico e un atto odioso innanzituttonei confronti di chi tra j socialisti, hacombattuto gli aspetti negativi delcraxismo e, in non pochi casi, ne hasofferto di persona - non mi reputotra costoro e quindi posso parlamecon coscienza libera. Chi non e dicasa in questo dibattito dovrebbe a-vere la decenza di starsene fuori. E'comprensibile che molti socialistiche furono travolti da Tangentopolicerchino tramite 1a riabilitazione diCraxi anche un lora lavacro, ma sitratta di un'operazione cosi scoper-tamente pro domo sua, da far aumen-tare, piuttosto che ridurre, la conflit-tualita tra i socialisti. Non solo, ma edestinata a rianimare l'immagine chealIora nocque a tutti i socialisti: quel-la di persone intelligenti rna ciniche eprofittatrici. Una celebrazione diCraxi sara sicuramente possibilequando il dibattito tra isocialisti avramaturato posizioni pili serene e con-divise, rna ora non fara in alcun mo-do bene al nome di Craxi.La seconda ragione e che, da parte diun rappresentante dell'attuale mag-

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    gioranza, come il Sindaco Moratti, sitratta di un'inutile e avvilente ipocri-sia. II nome di Craxi viene oggi im-pugnato come clava nei confrontidella sinistra, per bastonare Di Pietroe Travaglio, rna chiunque abbia vis-suto intensamente quel periodo, potradire che l'odio per Craxi era soprat-tutto di origine leghista e di parteimprenditoriale. Fu la c1asse dei pro-duttori, che e poi quella che oggi so-stiene la maggioranza di cui il Sinda-co Moratti e magna pars e che odiavai collettori di tangenti, a far partireTangentopoli, con la denuncia di unimprenditore (sottolineo) contro Ma-rio Chiesa. E come ricorda Bocca suLa Repubblica, erano gli imprendito-ri a essere munti e tartassati nel mec-canismo delle tangenti. Furono poi lemedesime persone che rifiutarono inmassa 1aproposta di Giuliano Amatodi una Iegge che avrebbe chiuso 1astagione di Tangentopoli con un con-tenimento del danno.La Lega e Berlusconi sono i figli diDi Pietro e i principali beneficiari delmovimento che anniento Craxi e de-vono sia al sacrificato sia a Di Pietropili di qualche candelina - che fu an-che offerta da Berlusconi sotto formadi un ministero, rifiutato dall'in-teressato. Non ce la vengano a rae-contare e soprattutto, non cerchino dipagare il loro debito attizzando il ri-sentimento e il disprezzo di chi, in-vece, vede in Craxi la principale cau-sa del fallimento del Progetto Socia-lista: un vero progetto socialdemo-cratico modemo per l'Italia e la pri-ma vittima politica delle perversionidel craxismo. Imporre con la forza lIDsimbolo fisico su un dibattito in cor-so, ancora caldo e grondante falsacoscienza, significa mettere a portatadi mano dell'ultima testa calda in gi-ro per la citra, un facile oggetto dispregi e sfregi. La memoria dovrebbeservire per unire, non per dividere: ildispetto pili grande di una forzaturasi farebbe proprio a Craxi. E se que-sta e la famosa politica dell'amore midomando come sarebbe quella dell'o-dio.

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    Dal l' Arc ipe lagoIL 2010 RIUSClRA AD ESSERE MEGLIO DEL 2009?

    Franco D'AlfonsoChiudendo i bilanci si esaminano leposte negative per cercare di mutarlein positive per ilbudget del nuovoanno, nell'etemo susseguirsi di rim-pianti e speranze cui nessuno puosottrarsi.Tra le tante poste con il segno "me-no" della nostra citra e della nostraRegione una delle pili profondamentenegative e fastidiose e il risultato del-la deliberata politica d'incitamentoall' odio razzialecondotta in primoluogo dalla Lega Nord, tra istituzionedel reato di clandestinita, difesa delcrocefisso e operazione "White Chri-stmas ", con la generosa collabora-zione del centrodestra, "II Giornale"di Feltri in testa: un progressivo av-velenamento delle menti e una re-gressione della Milano dell' ac-coglienza che oggi sembra essere so-lo patrimonio tutelato dal cardinaleTettamanzi.Non sembrerebbe difficile fare me-glio dopo l'anno nel quale si e pur-troppo estesa la mentalita della si-gnora milanese che pensa cc sun min-ga mi che sun rassista, l'e lu che l'enegher" : invece gia nei primi giomidell' anno il calciatore Balotelli vienemultato per aver provocato i noto-riamente civilissimi e cosmopoliti"tifosi" veronesi e nella bassa MagnaGrecia la cittadinanza di Rosarno,nota come scrupolosa osservante del-le leggi della Stato, da vita a unacriminale versione calabrese di "Sce-ne di caccia in bassa Baviera" con i"negri" come selvaggina; il tutto ov-viamente dicendo che non si tratta dirazzismo, ci mancherebbe.Potrebbe andare meglio dal punto divista del piano di sviluppo della citra:nell'anno che si e chiuso il disastrosopiano parcheggi di Albertini e nau-

    fragato definitivamente, pare rispar-miando la D a rs en a ed il nuovo pianodi cementificazione dell' assessoreMasseroli per far rientrare 700 milamilanesi "profughi" nelle campagnelombarde e stato seppellito da unarisata. Ma i lavori per il parcheggiosotto il pili importante complessoromanico del pianeta, S Ambrogio,non si sono fermati e la stessa Darse-na, ancora per chissa quanto tempo,resta una discarica a cielo aperto trareperti leonardeschi e bar di tenden-za, mentre il tenace Masseroli ha pre-sentato un PGT a fogli mobili che dala possibilita di iniziare la "Soluzionefinale" per la citta che Stendhal rite-neva essere la pili bella del mondo.Non dovrebbe essere difficile farmeglio suI piano della qualitadell'aria, scendendo sotto i106 gior-ni che nel 2009 ci hanno regalatopolveri oltre i limiti, con le solitemulte milionarie dall'Ue e i soliti in-crementi di malattie respiratorie dianziani e bambini. Ilbluff annunciatodell 'Ecopass della Moratti e stato re-golarmente scoperto dai calcoli difine anno, che dicono che perfino ilconto economico della "strumento" ein passivo. Temo pero che la speran-za di un 2010 migliore su questo pia-no sia legata all 'uscita dalla comunedi Donna Letizia, che invece resterain Comune fino al 2011: mi sa cheanche per quest'anno non si respi-ra ...Si puo dare di pili sul piano della purbuona sanita lombarda: che so, no-minare una percentuale inferiore al74% di aderenti a Comunione e Libe-razione come primari, non cedere al-tri ospedali oltre alla Clinica SanGiuseppe a un privato che come pri-ma cosa chiude le specialita non red-

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    ditizie, licenzia i medici e gli infer-mieri per utilizzare consulenti e do-polavoristi, con tanti saluti al serviziopubblico reso al 50% e pagato al100%; si puo pensare che finalmenteun Direttore Generale centrodestra -doc, magari quello che sta smontan-do pezzo a pezzo un' Azienda Ospe-daliera per cedere ai privati gli im-mobili in zona di pregio, possa esseresostituito da un vero manager, prontoa pagare per i propri errori oltre che aincassare per i propri alti servigi enon nomnu, nemmeno fossimoall ' Asl di Vibo Valentia, un primariochirurgo con quattro interventi, di cuitre sullo stesso paziente, al suo atti-YO. Oppure non realizzare pili Ospe-dali in "collaborazione con iprivati"come il SAnna di Como, che ha vi-sto concludersi nei tempi stabiliti lavendita dei terreni edificabili e rinvioalle calende greche della realizzazio-ne del nuovo complesso 0 come ilnuovo Ospedale di Legnano, conqualche milione di euro di apporto diuna Fondazione al modesto prezzo diappalti per tutti i servizi garantitisenza gara per 29 anni alla Compa-gnia delle Opere. La speranza di un2010 migliore in questa caso potreb-be concretizzarsi alle elezioni regio-naIi di marzo, quando una scintillantee rinnovata alternativa al Ventenniodel Celeste Formigoni si materializ-zera dalle urne e, se pure non doves-se vincere, fara un'opposizione atten-13, puntuale e documentata tale daimpedire che una Giunta della Re-gione Lombardia possa andare avantimesi con un assessore a San Vittoreper reati svolti nell'esercizio dellefunzioni pubbliche come se nientefosse .._ .

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    Piazzale Loreto, l'hotel Raphael,piazza del Duomo, luoghi della me-moria politica italiana senza tempodove il livore del popolo si riversasui leader nel momento in cui la cur-va del successo tende al declino 0a110zero.Mussolini, Craxi, Berlusco-ni sono nati politicamente a Milanoanzi il terzo e una partenogenesi viacavo del secondo e due volte su tre aMilano 1a piazza gli si e rivoltata

    Dopo la marcia su Roma (28 ottobre1922) .... Mussolini si presento allaCamere con un governo di coalizioneformato soprattutto da esponenti li-beraIi, cattolici e da alcuni esponentimoderati dal Partito Fascista (wiki-pedia).Craxi ha govemato con un certo sue-cesso, da sinistra, cosa anomala inItalia, riscuotendo persino favorevolicommenti della stampa anglosassoneche notoriamente e allergica agli ita-liani: il settimanale britannico TheEconomist dipinse Craxi come

    LetteraGUARDARE AVANTI? INDIETRO? DOVE?

    Riccardo Lo Schiavo

    contro. Nel secondo c'erano anchequelli del MSI a lanciare Ie moneti-ne ...Mussolini aveva detto Governaregli italiani non e difficile ma e inuti-le e quindi ha fatto il dittatore. Cur-zio Malaparte diceva" Non si puofare il ritratto di Mussolini senza fareil ritratto del popolo italiano. Le suaqualita e i suoi difetti non gli sonopropri: S0110 Ie qualita e i difetti di

    Partito voti %Partito Socialista Italiano 25Partito Democratico Sociale 4,7Partito Comunista d'Italia 4,6Partito Repubblicano Italiano 1,9Partito Democratico Riformista 1,8Liste di slavi e di tedeschi 1,3Partito dei Socialisti Indipendenti 0,6totale centro sinistra 39,9Partito Popolare Italiano 20,8Blocchi Nazionali 19,1Partito Liberale Democratico 10,4Partito Liberale 7,1Partito dei Combattenti 1,7Partito Economico 0,8Fasci di combattimento 0,5totale centro destra 60,4

    "l'uomo forte d'Europa" (1985). Allafine il miglior commento 1'ha fattoForattini con le sue vignette di Craxivolante dal balcone di Piazza Vene-zia sottotitolate: "ARIDA TECE ERPUZZONE" .Restano a suo caricouna serie d'inchieste della magistra-tura, a volte eterodiretta, che ne ap-pannano il profilo politico.Berlusconi: "still unfit" dice da tem-po l'Economist, ma l'attuale presi-dente del Consiglio riesce a incarnareal meglio Ie qualita e i difetti degliitaliani come diceva Malaparte di

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    tutti gli italiani. II dir male di Musso-lini e legittimo: rna e un dir male delpopolo italiano".Guardando con gli occhi attuali eforse anche in modo un poco azzar-dato il voto per le elezioni alia came-ra del 1921, senza Ie televisioni e iposter 6x3, il centro destra ando me-glio alle elezioni .

    Mussolini.Fortuna vuole che non cisono le condizioni storiche a contor-no e, come ha detto il presidente Finiin lID oramai famoso e recentissimofuori onda: " e nato 2000 anni dopoil periodo che meglio gli si addiceva:1'impero romano! !!!".Si ma la sinistra, cioe que11arobina IiOggi abbiamo un buon conduttore(pelato ed emiliano/romagnolo comeMussolini, pelato e alto come Craxi,pelato rna senza parrucchino comeBerlusconi) e poi una massa informe

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    d'idee, guitti, magari anche gente disuccesso personale, rna comunqueuna corte di nani e ballerine, rna diserie B, perche iI pelo buono consomma invidia malcelata dei ma-schietti di centro sinistra e tutto a de-stra.Domande da sussidiario: chisiamo, che facciamo, dove andiamo?E siamo sempre lia piazzale Loreto aprendere a calci i corpi di Mussolinidella Petacci e dei gerarchi, semprecome dei cani rabbiosi all'assalto delpalazzo d'invemo rna la rivoluzione

    in ltalia non si fara mai, se i napole-tani chiudono tutto a "tarallucci e vi-no" e i lecchesi "si aggiustano" ...Siamo sempre Ii a piazzale Loretoquesta volta in compagnia di Di Pie-tro e Borrelli (Resistere ResistereResistere), rabbiosi e schiumanti dirabbi a a scaricare Ie nostre energiesui corpi inermi dei gerarchi come inuno psicodramma collettivo, tuttavianon riusciamo a vedere una luce, adagire illutto storico degli operai del-le ferriere. E i "gerarchi" sono sem-

    pre al potere, aveva ragione Musso-lini a voler fare di quell'aula un bi-vacco per i suoi manipoli, quandovedi Gasparri, Bossi, Schifani (Cal-deroli non vale un commesso .... ).Sirna i nostri, quelli della sinistra, none che brillino, dove sono i Togliatti, iLongo, i Berlinguer i De Gasperi iMom ...In latina spero promitto e iuro ri-chiedono l'infinito futuro, non ci re-sta che sperare che ilvitellone emi-liano riesca nella sfida.

    ApprofondimentiCHE NE SARA' DEL MASTERPLAN DI EXPO MILANO 2015?Emilio Battisti

    In concornitanza con la presentazioneufficiale del masterplan dell'Expoavvenuta 1'8 settembre scorso, di cuiabbiamo gi a trattato nel n" 26 di Ar-cipelago, la Consulta di architetturacoordinata da Stefano Boeri avevapubblicato, a propria cura, un libroper illustrare pili dettagliatamente ilproget to, integrando le informazionie la documentazione rese note nellaconferenza stampa.D'accordo con i promotori della peti-zione per una "Ex-po diffusa e soste-nibile" ho proposto a Boeri di fare unincontro, che si e tenuto 1 0 scorso 30novembre, per presentare il libro resointegralmente consultabile nel sitowww.emiliobattisti.com tramite illinkhttp://www.emiliobattisti.com/expodiffusa/masterplan/index.htm, eper approfondire e discutere iconte-nuti del masterplan.Oltre a Boeri, vi hanno partecipato ilsuo collaboratore Michele Brunello,Salvatore Porcaro responsabile per ilrecupero delle cascine del Parco Sude Carlo Fiorani di Slow Food.Per avere un confronto critico rnacostruttivo abbiamo messo in campocome discussers gli amici che, a par-tire dall'iniziativa della petizione elavorando all'intemo di quattrogruppi di lavoro (territorio e sosteni-bilita, agricoltura e alimentazione,mobilita e trasporti, economia e oc-cupazione), si sono impegnati ad af-frontare alcune tematiche di partico-lare importanza:

    - Leonardo Cavalli, sulla questionedella relazione tra il sito Expo e ilsuo intomo rispetto alla possibilita diinnescare una trasfonnazione delleinfrastrutture e dell'urbanizzazionedell'area;- Paolo Deganello, su l tema dell'ali-mentazione e dell'agricoltura periur-bana con particolare riferimento alruolo del Parco Sud e delle cascine;- Giorgio Spatti sulla mobili ta dimassa, l'accessibilita al sito, i tra-sporti e di come l'occasione dell'E-xp o potrebbe imprimere una svoltadecisiva alIa razionalizzazione delservizio;- Camillo Agnoletto sui prevedibilitempi di realizzazione, il costo delleopere e sulle modalita di un possibilecoinvolgimento dei soggetti econo-mico-imprenditoriali.11 confronto che ne e scaturito, chepotete ascoltare integralmente regi-strato accedendo al sito citato tramiteillink http://\v\vw.emiliobattisti.com-/studio/eventilmasterplaniinterventi.i!tm, si e svolto in termini costruttivitant'e che Boeri ci ha chiesto di por-tare avanti il discorso incontrandol'architetto Gatto e l'ingegner Gorini,responsabili dell 'Ufficio di Pianodella Societa Expo 2015 Spa al qualee affidato 10 sviluppo del progetto,che ci hanno aggiomato sullo stato diavanzamento e fornito altre informa-zioni.L'impressione generale che ne ab-biamo ricavato e che 10 sviluppo delprogetto rischi di tradire I'idea del

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    masterplan della Consulta e ch e larealizzazione dei padiglioni, , affida-ta ai vari stati partecipanti allineatilungo il cosiddetto Decumano, perquanta mantengano un affaccio diampiezza pari a 20 metri uguale pertutti, avendo comunque la possibilitadi espandersi in ampiezza sui lottilimitrofi per corrispondere aIle diffe-renti rispettive esigenze, compor t erauna superficie complessiva di nuoveedificazioni che superera, in base alnumero ipotizzato di paesi che parte-ciperanno all 'Expo, quanto previstodal masterplan (140.000 mq) avvici-nandosi a quanto proposto invece neldossier di candidatura (216.000 mq).La situazione appare ancora pili criti-ca se si considera che lungo il cosid-detto Cardo sono previsti i padiglionidelle regioni italiane (10.000 mq),mentre soltanto quelli tematici e de-dicati alle best-practice (62.000 mq)e delle grandi corporations del food(20.000 mq) e previsto che siano 0-spitati in alcuni spazi della Fiera. So-no inoltre da considerare altre super-fici edificate per auditorium e anfite-atro oitre ai servizi di ristorazione(41. 500 mq) mentre I' edificio delleposte, gia presente nell' area, s a r a re-cuperato per il Centro per 1 0 svilupposostenibile e per l'amministrazione(60.000 mq). (vedi pagg. 87-88 dellibro citato)Si sta invece rivelando molto pro-blematica l'ipotesi delle grandi "serremadre" che dovrebbero riprodurre leprincipali zone climariche del piane-

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    ta, in quanto l'investimento si pre-senta molto oneroso, tenicamentecompiesso e non e pensabile che unavolta realizzate possano essere smon-tate 0 demo lite.Quindi se verranno realizzate biso-gnera prevedere una lora permanenzain situ vincolando da subito una parteconsistente dell' area rispetto alla suafutura utilizzazione. Anche ivelariche rendono tanto suggestivi ed eso-tici irendering del sito verranno ri-dimensiouati e finiranno per proteg-gere esclusivamente i percorsi. Pernon parlare del il sistema dei traspor-ti su acqua, ipotizzato un po' inge-nuamente utilizzando (vedi pag. 74del libro citato) la cornice di canali especchi d'acqua attorno al sito, inte-grato con gli altri sistemi di trasportointerno (vedi pag. 80 dellibro citato),presenta grandi difficolta di realizza-zione visto che il dislivello tra Ie dueestremita del sito e di ben nove metrie si dovranno superare notevoli saltidi quota. Infine ipotesi di realizzareun sistema di tunnel sotterranei perpoter risolvere la logistica internadelle merci sembra del tutto contrad-ditoria con la presunta leggerezza edecosostenibilita dell'intervento.I dati citati, riportati nel libro dellaConsulta (vedi pagg. 87/88 del librocitato), sembrano gia tutti da aggior-nare e il paventato rischio di trovarcia11afine dell 'Expo con una onerosis-sima eredita di padiglioni da demoli-re non e quindi affatto seongiurato,malgrado i buoni propositi, di utiliz-zare materiali riciclabili attraverso unapposito manuale che sarebbe in pre-parazione, perch': 1'uso di tali mate-riali non potra verosimilmente essereimposto dal BIE ai vari paesi che do-vranno provvedere a realizzare i pro-pri padiglioni.Mentre l'utilizzo di fonti rinnovabiliillustrato nel capitolo intitolato "Me-tabolismo" (vedi pagg. 106-122 dellibro citato) non ha proprio senso chevenga proposto per i padiglioni, dicui e prevista la demolizione, ma po-trebbero avere una vita duratura euna grande efficacia qualora fosseroattuate in concrete situazioni indivi-duate nel territorio adottando la pro-

    posta di una Expo diffusa e sostenibi-le.Considerando la tavola cronologicache conclude il volume della Consul-ta e che illustra le fasi di evoluzionedel site dal 2009 al 2015 (vedi pagg.159/160 dellibro citato), tenuto con-to che una delle tematiche di partico-lare crucialita riguarda, come abbia-mo visto, proprio I ' e red i ta molto ne-gativa per il recupero urbanistico delterritorio interessato, ritengo che va-da estesa ben oltre il 2015 program-mando almena fino al 2020 le fasi direcupero del sito, anche in rapportoalla sua futura destinazione.Infatti Ie destinazioni d'uso del sitodopo l'Expo presentate nel volumesono due: una prima definita comeParco Agricolo (vedi pagg. 155/156del libro citato) ehe conserva presso-che integro I'impianto delle colture,proponendone la valorizzazione im-prenditoriale comprese Ie serre; unaseconda definita come Parco Urbano(vedi pagg. 1571158 dellibro citato),nella quale figura una edificazionerelativamente rada, impostata sullatessitura verde derivante almeno inparte dall' impianto del masterplan.Va anche considerate che nel frat-tempo e emersa l'opzione RAI, inbase alIa quale si propone di utilizza-re in parte il sito Expo per insediarviil nuovo centro di produzione di Mi-lano.In riferimento alle varie ipotesi diuso futuro resta comunque da identi-ficare il ruolo di cinque aree limitrofeal sito che vengono laconicamenteindicate come "aree di sviluppo ur-bano soggetto al Conceptual Master-plan" (vedi pagg. 156 e 158 dellibrocitato), che per superficie complessi-va sopravanzano di molto queUa del-10 stesso site: il ruolo di queste areeresta del tutto indefinito prima, du-rante e dopo la manifestazione.II masterplan sviluppa, come ab-biamo visto, in termini progettualipili avanzati il site dell'Expo inprossimita della Fiera, ma enuncia alcontempo che la manifestazione siavvale di altri due "Grandi Progetti"estemi al site (vedi pagg. 125-126del libro citato). Ma per quanta

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    riguarda le risorse, a fronte di uninvestimento pubblico previsto per1'urbanizzazione del sito di 1miliardo e 250 milioni di euro, pergli interventi relativi aIle "Vied'acqua e le cascine" e alIa "Via diterra e il percorso della cultura" glistanziamenti previsti sono rispet-tivamente di 331 e 270 milioni dieuro.Dal che si deduce come si dia po-chissimo spazio a quella che, anchenel libro della Consulta viene porn-posamente definita Expo diffusa (ve-di pag. 124 del libro citato) ripren-dendo evidentemente la nostra pro-posta, che dovrebbe estendersiall'intero territorio metropolitano.Ma non si sa in effetti con quali ri-sorse, visto che anche la RegioneLombardia, ehe dovrebbe esserel'istituzione piu interessata a una dif-fusione territoriale della manifesta-zione, ha messo a bilancio soltanto 5milioni nel 2010, 12 milioni nel20lle 41 milioni nel 2012. Ancheconsiderando che la Regione parteci-pa in misura del 25% alIa Expo Spa eammettendo che gli altri azionisticontribuiscano in proporzione, il to-tale teorico a disposizione per i treanni sarebbe di 232 milioni, cifra ir-risoria rispetto a quella che si era di-chiarata originariamente. E inveceper noi molto importante che la viad' acqua e la via di terra assumano unpeso e un'evidenza molto maggiori esi diffondano non solo nel territoriocomunale e metropolitano ma anchea scala regionale, al fine di realizzarealmeno attraverso queste due com-ponenti 1'Expo diffusa e sostenibileproposta dalla nostra petizione.Tornando alle risorse economiche vadetto che fare affidamento sul miliar-do di euro ipotizzato Quale ricavatodai biglietti di ingresso dei visitatoriappare imprudente cosi come riteneredi poter ottenere consistenti ritornieconomici da operazioni immobiliariacquistando iterreni del site per po-terli collocare sul mercato dopo1'Expo cosi come sembra che LucioStanca si proponga di fare. II riferi-mento all' esperienza delle 01impiadiche si terranno a Londra nel 2012

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    (vedi pagg. 149/150 del libro citato)circa le opportunita di finanziamentoper questa via sono smentite da re -centi notizie che segnalano le grandidifficolta a portare a termine le operea fronte della crisi del mercato im-mobiliare.Un'ulteriore considerazione riguardaI'aspetto morfologico dell'irnpiantorigidamente assiale che, riproponen-do quello della Fiera progettata daFuksas, (vedi pag. 34 e 114 dellibrocitato) non sembra sia appropriatorispetto a una possibile utilizzazioneurbana dell'area dopo I'Expo. Essorischia infatti di imporre al futuroinsediamento un carattere allo stessotempo monumentale e banale.Infine la struttura dell'Ufficio di Pia-no, a prescindere dalla riconosciutacompetenza dei suoi responsabili eche dispone per ora come organicooperativo di quindici giovani laureatiprevalentemente architetti, non sem-bra assolutamente adeguata a portareavanti un progetto cosi grande e so-prattutto tanto sofisticato e inusuale.

    Lo stesso Boeri ha riconosciuto inchiusura del nostro incontro come,nonostante le azioni gia intraprese, ilpercorso da qui all'Expo 2015 siaancora lungo e difficile e non possaassolutamente essere assimilato all'i-mpegno per un'opera ordinaria perquanto grande e complessa, auspi-cando quindi ilpili attento ascolto eil pili ampio coinvolgimento dellecompetenze che Milano e in grado didispiegare ed esprimere.Ma va tuttavia osservato che tale a-pertura non si e ancora manifestatada parte di chi gestisce concretamen-te I'Expo, e che la disponibilita all'a-scoIto e al coinvolgimento e stata fi-no ad ora dichiarata soprattutto a pa-role. In questa situazione anchel'impegno di Carlo Petrini, di Clau-dia Sorlini, delle universita milanesie di tutto il comitato scientifico po-trebbe finire per risultare soltanto dicopertura e esomativo.Ci siamo fatti quindi l'idea che unforte impuiso alIa proposta di unaExpo diffusa e sostenibile debba ma-

    nifestarsi mobilitando quei soggettisociali responsabili ed autonomi, an-che di carattere imprenditoriale che,nella tutela di propri legittimi interes-si, hanno I'evidente convenienza ache i milioni di visitatori, purche ar-rivino veramente , non vengano con-finati all'interno del sito, rna che sipossano invece muovere liberamentenel territorio cogliendo al contempo1'opportunita di apprezzare il nostropatrimonio storico culturale e speri-mentare un soggiorno nel segno dellasostenibilita in tutte Ie fondamentalimanifestazioni della vita reale.La nostra iniziativa avviata con lapetizione, che puo essere ancora sot-toscritta nel sito www.emiliobat-tisti.com, non e quindi affatto esauri-ta e serve ancora la pili ampia parte-cipazione e mobilitazione possibileperche siamo certi che serva non soloa portare avanti le nostre idee per un aExpo diffusa e sostenibile, ma anchea che non venga completamente tra-dito il masterplan della Consulta

    Mobilita10 BUONI PROPOSITI PER LA MOBILITA LOCALE DEL 2010

    Marco Ponti1. Dire la verita su chi paga, chiriceve, e chi inquinaII pubblico ignora sistematicamentealcune cose ovvie ed essenziali, chenon interessa dire, e che persino mol-ti media ignorano: quanti sussidivengono erogati con i nostri soldi, e achi vanno, quanta pagano i viaggia-tori e quanto i contribuenti, quantoinquinano e come inquinano i tra-sporti.Alcuni esempi banali: versiamo alleferrovie e ai trasporti locali circa 10miliardi eli Euro I'anno, e ricaviamodai trasporti stradali per via fiscale etramite pedaggi circa 50 rniliardi.Nulla di male, se questa fosse unascelta informata e trasparente, Macerto cosi oggi non e . I trasporti stra-da1i generano circa il 25% del C02,rna se si mettessero tasse analoghe aquelle sulla benzina sugli altri inqui-

    natori, si sentirebbero (e si sono sen-titi da Confmdustria), strilli fino alcielo.2. Chiamare ipendolari con illornnome, e aiutarliIpendolari ferroviari sono meno del10% del totale, poi vengono quelliche vanno in autobus, e la grandemaggioranza deve andare in macchi-na (pagando tantissimo), e non perscelta, ma perche I'assetto del territo-rio e del mercato del lavoro non con-sentono tecnicamente altre soluzioni.Occorre aiutare tutti ipendolari, di-stribuendo le risorse pubbliche se-condo queste proporzioni, e secondoil reale livello di disagio dei diversimodi di trasporto (ritardi dei treni,rna anche ritardi per code infinite .. . ).3. Smetterla di favorire i conces-sionari monopolisti (autostrade,aeroporti, ferrovie, trasporti pub-

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    blici locali). Se 10 stato centralenon si muove, costituire un'A-utorita indipendente di regolazionea livello regionale.Se non c'e un forte difensore degliutenti e dei contribuenti che possaresistere alle non virtuose pressionipolitiche, non c'e speranza ne di e-quita ne di efficienza nel settore deitrasporti.Si guardi per esempio la vicenda del-le tariffe autostradali (galline dalleuova d'oro anche a livello regionale),o icosti del sistema ferroviario, 0 lascarsa concorrenza nel trasporto lo-cale, 0 l 'aumento arbitrario, pagatodagli utenti, per gli aeroporti, 0 lasistematica persecuzione delle com-pagnie low-cost (e i folli sussidi adAlitalia), 0 la mancate liberalizzazio-ne promessa per le rotte interconti-nentali diMalpensa,

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    Tra i mali che affiiggono i trasportiitaliani, forse i peggiori sono le inef-ficienze nel caso di soggetti pubblici,o le rendite nel caso di soggetti priva-ti non esposti a pressioni concorren-ziali.4. Per i trasporti Iocali , smetterladi far gare per finta.IIvero veleno della recente riformafinto-liberale e che i giudici (i comu-ni) sono anche elisolito iconcorrenti,con le loro imprese, e si trovano cosiin un fatale conflitto d'interessi, cuipero, coerentemente col quadro na-zionale, nessuno fa caso. L'attualegovemo regionale poi sembra muo-versi in una elirezioneche rende per-sino impossibile fare gare: la Lom-bardia (regione eli centro-destra) haaddirittura fuso le ferrovie Nord, elisua proprieta, con i servizi locali diFS, in modo da ridurre aneora quelpoco eli concorrenza "per confronto"che c'era. IIcomune diMilano poi hamesso in gara la sua ATM invoglian-do talmente i concorrenti, che allagara l'unico candidato ammesso erisultato ATM (forse si poteva indo-vinare).Per il servizio taxi, essenziale per unarealta come quella lombarda, non siparla nemmeno pili di introdurre unminima elipressione concorrenziale.5. No al mix pubblico-privato.La nuova legge incoraggia poi nontanto la concorrenza, quanto la priva-tizzazione. I privati (0 le societa mi-ste dominate dai privati) senza con-correnza di solito fanno peggio diquelle pubbliche.La compresenza dei due soggetti sa-rebbe ammissibile solo all'interno di

    un arco temporale breve e rigidamen-te vincolato (inpratica, un subentro).6. Segnaletica, sanzioni e manuten-zione, anche per la sicurezza.La congestione stradale urbana pu oessere molto alleviata con una rigo-rosa segnaletica orizzontale (es. cor-sie di marcia e spazi di sosta ben de-limitati), unita ovviamente a un rigi-do sanzionamento delle infrazioni. Sitratta eli interventi poco costosi e po-co appariscenti, ma molto pili utili,insieme a piccoli investimenti elimi-glioramento delle reti stradali, di tan-te graneli opere di dubbia 0 nessunaurgenza.La pericolosita delle autostrade e cir-ca un terzo di quella delle reti ordina-rie... .il fatto che dispongano di risor-se abbondantissime per una buonamanutenzione e segnaletica dovrebbefar riflettere.7. Fare iconti su dove costa menoabbattere Ie estemalita ambientali,e distinguere i tre temi: effetto ser-ra, danni alia salute, congestione.Difendere l'ambiente e sacrosanto,mai nei trasporti costa molto caro ,per ragioni tecniche (motori piccoli).Poi i problemi ambientali sono moltodiversi tra loro, e richiedono politi-che specifiche. Oggi in nomedell' ambiente si giustificano politi-che prive di senso: si pensi ai sussidiaIle ferrovie eontemporanei deglisconti su tasse e pedaggi dei camio-nisti.... o Ie assurde giustificazioniambientali per le linee di Alta Velo-cita, anche per quelle dove non c'edomanda che le possa giustificare.8. Fare i conti sui gruppi socialiche guadagnano e che perdono con

    Ie diverse politiche. Es. la "fugadalla rendita" spiega gran partedella dispersione urbana, aspra-mente condannata dagli urbanisti.E' perfettamente possibile valutaregli impatti sociali di politiche alterna-tive, ma questi conti non si fannomai. Si pensi di nuovo ai treni velociche rallentano quelli locali, 0 ai pen-dolari che vanno in macchina. Maanche aIle filiere industriali che po-trebbero essere avvantaggiate da si-stemi logistici pili efficienti e concor-renziali, non certo da opere d'impattomediatico. 0 a quanto dei beneficidei servizi delle linee metropolitanesia "catturato" dalla renelitaurbana.9. Fare iconti giusti per gli inve-stimenti, non chiedere all' oste se iIvino e buono.In Italia non si fanno analisi dei costie dei benefici sociali degli investi-menti, non per decidere, rna almenaper basare su dati pili trasparenti ildibattito politico. L'unica celebre ec-cezione e stata l'analisi della lineaAV MilanoVenezia, finanziata daipromotori dell' opera ("J costi del nonfare"). Peccato che c'era un piccoloerrore eli calcolo, corretto il quale(solo dopo la trionfale presentazionepubblica), e emerso che i costi socio-economici superavano di moltissimoi benefici...10. Per concludere: pi" tecnologia,pi" mercato, e meno cemento (co-me dimostreranno i conti, se mai sifaranno .... ). Iconti sopra suggeritisi limiterebbero a confermare il buonsenso, e consentirebbero decisionipili condivise e trasparenti, come siusa in alcuni paesi sviluppati.

    CulturaLA BACCHETTA MAGICA DI MORRICONE PER TORNATORERita P. Bramante

    Intima consonanza e sintonia singo-lare. Fuse come in uno stampo ispi-razione e percorso creativo della see-neggiatura, sensibilita visiva impres-sa nella regia e nel montaggio e enfa-si degli stati d'animo sottolineati dal-la colonna sonora, in un'annonicafabbrica elicreativita.

    Giuseppe Tornatore e Ennio Morri-cone hanno fatto incontrare magi-stralmente fin dall'inizio del loro so-dalizio artistico le sequenze del rae-conto cinematografico con le note,note che scavano nei significati, cheliberano l'energia del tessuto narrati-yo, che illuminano con particolari

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    tagli di luce inunagini elirara sugge-stione: Ia musica da un'animaall 'universe, le ali al pensiero, unoslancio all'immaginazione, un fasci-no alla tristezza, un impulso alIa ga-iezza e lavita a tutte Iecose (*).Una sintesi magica: imrnagini sup-portate da un'incalzante colonna so-

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    nora che nasce e prende forma prima,durante e dopo Ie riprese sul set. "Fi-nita ilmontaggio entro in gioco io,rna alcuni brani Ii ho gia composti eglieli ho fatti ascoltare ancor primache inizino Ie riprese", racconta Mor-ricone che spiega come preferisca farsentire al regista la musica prima chevada su l set: "credo che sia un aiuto:e come fargli assaporare primal'atmosfera che sentira 10 spettato-re".II pili grande compositore italiano,Ennio Morricone, per festeggiareGiuseppe Tornatore, uno dei registipili rappresentativi del nostro cinema,gli ha dedicato un intero concertostraordinario dei temi principali ditutte le colonne sonore scritte per ifilm da lui diretti- da Nuovo CinemaParadiso a La leggenda del pianistasull'Oceano, da Malena a Baaria - amargine della .giornata di festa in cuil'universita Iulm ha conferito al regi-sta la laurea honoris causa in Televi-sione, Cinema e New Media qualericonoscimento per l 'impegno di tuttauna vita http.z/www.iulm.it/default-.aspx?idPage= 5134.Un album musicale coinvolgente epoetico, emozionato ed emozionante,che scuote I'anima e da i brividi, ca-pace di evocare l'inesauribile forzafascinatrice del cinema di Tornatore:"Continuo a raccontare le emozioni eforse continuo, senza rendermeneconto, a fare sempre 10 stesso film",

    Niente !RAP ridotta per i piccoli im-prenditori. Niente cedolare secca peraffitti e case in proprieta affittate (u-na paradossale sperimentazione soloa L'Aquilal), Niente Irpef in riduzio-ne per iredditi bassi, per sostenere ilmercato interno, come dimostrano idati delle vendite al dettaglio del me-se di dicembre sensibilmente calate.La legge finanziaria vale 8 miliardi e800 milioni di euro. II doppio dicom' era entrata al Senato a inizioottobre. E soprattutto un po' ammac-

    ha affermato di recente Tornatore inun'intervista sul suo ultimo capola-voro, Baaria. Una dichiarazioned'amore per i personaggi, le situa-zioni e i luoghi che negli ann i h a por-tato sulla scena, per Ie "belle storie"che ha saputo raccontare.La prima cosa che 1 0 spettatore av-verte e continua ad avvertire per tuttoilfilm della vita (cosi 1 0 definisce ilregista), fino ai titoli di coda del bra-no di chiusura Sinfonia per Baaria, eche si tratta di un film d'amore, 1'a-more di Tornatore per ilmicrocosmodi Bagheria, che e prima di tutto illuogo dell'anima.Il racconto e vitale e vibrante e 1 0spettatore ci si ritrova subito immer-so: la fotografia e di grande impatto,a1cune immagini ti cascano letteral-mente addosso.II tempo della narrazione e scanditoda due passioni, l'amore e la politica:da un lato la densita di alcuni istanti,dall'altro iltempo che si dilata e so-vrappone fino a dare l'idea di una Si-cilia senza tempo.E amore mantenuto entro Ia giustamisura e anche quello di Morriconeper questo ultimo capolavoro del suoregista: "Ho imparato che non biso-gna amare troppo un film, perche ilpericolo e quello di strafare, di anda-re oltre, di perdere la misura. Stavol-ta credo che malgrado io ami moltoquesto film non sia capitate, credo diaver mantenuto la misura: non ho

    EconomiaUNA FINANZIARIA DI FUMO E PROMESSEErminio Quartiani

    cata dalla pressione dei vari ministridi spesa, Pubb1ica Amministrazionecompresa.Eppure sarebbe dovuta essere unalegge finanziaria solo tabellare, cioesenza provvedimenti di spesa per 10sviluppo, Ina secondo Tremonti solodi riproposizione della legislazionevigente, giacche la manovra vera erastata anticipata a fine 1uglio.I tagli sono stati operati copiosamen-te a luglio infatti, spesso per coprirespese obbligate dalla crisi, come

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    sparato Ie artiglierie degli ottoni ver-so il cielo, ma ho voluto manteneresalvo un momenta di archi soli, unafase di suono molto omogenea mal-grado isuoi crescendo".Tornatore e Morricone nell'avven-tura di Baaria entrano entrambi inrapporto con lID vero oggettod'amore e ne ricavano l'uno un'emo-zionante sceneggiatura, l'altro unapartitura efficace e coinvoIgente."Ennio e stato per me un punto diriferimento essenziale nella realizza-zione di questo film. Abbiamo 1avo-rata di pari passo, io alla sceneggia-tura e lui alla composizione dellemusiche, confrontandoci continua-mente. Ennio ha creato 1asua musicaanche durante Ie riprese, aggiustan-dola via via che il film prendeva cor-po. Morricone ha fatto davvero unlavoro straordinario e non posso faraltro che ringraziarlo per aver dedica-to al mio film tanto lavoro".Tornatore si prepara con la modestiache 10contraddistingue all' avventuradegli Oscar, per cui Baaria e statocandidato come miglior film stranie-ro: "Sono tranquillo, ho fatto del miomeglio". E speriamo che ancora unavolta la bacchetta magica del Mae-stro Morricone gli porti fortuna!

    (*) Platone, Dialoghi

    l 'aumento della cig e degli ammortiz-zatori sociaIi benche al di sotto dellanecessita; ma anche per coprire concorrezioni di bilancio l'aumento ver-tiginoso di oltre 1'8% della spesa or-dinaria corrente della pubblica am-ministrazione centrale, verso il com-portamento della quale non hannoavuto effetto alcuno i tagli lineariuguali per tutti, senza selezionaredove risparmiare e dove invece pre-miare e incentivare spese utili.

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    In compenso gia in prima lettura alSenato e poi nel testa licenziato conla fiducia alIa Camera ora ci sonocentinaia di znilioru ill euro che co-prono interventi microsettoriali e 10-calistici!Si puo dire sia diventata una finan-ziaria un po' clientelare. Ma solo perla maggioranza di centrodestra, vistoche nemmeno su singoli parzialiprovvedimenti a11'opposizione e statafatta toccare palla. Nessun emenda-mento e stato votato in commissionebilancio ne in aula suI secondo e ter-zo articolo, poi diventato secondounificato grazie al maxiemendamentodel relatore di centrodestra che haricompreso gli emendamenti del go-verno e della maggioranza. Cosi perportarla in aula e bastato alla mag-gioranza un solo voto comprensivodi tutte Ie modifiche pari a oltre 4miliardi di euro.Di strano c'e che non si riduce l'Irpefsui salari e gli stipendi, ma si detas-sana straordinari e produttivita, pre-vedendo per cio 800 milioni di eurodi spesa!Come per la social card que-sti soldi non si spenderanno, 0 sispenderanno solo in parte. In un pe-riodo el i crisi eben difficile prevede-re un'impennata di straodinari e pro-duttivita di tale portata.Tutto il resto e fumo: giri di fondi giastanziati ehe cambiano dislocazione esi spostano dal FAS per il mezzo-giomo e dalle infrastrutture all'edili-zia carceraria, alle scuole (300 milio-ni), all'ambiente (1 miliardo), allaricerca (200 milionij.Cioe, dopo avertagliato a carceri, scuole, ambiente ericerca, ora gli si rigira qualche cen-tinaia di milioni, che vengono sottrat-ti al Fondo per Ie aree sottoutilizzate(FAS) destinato al mezzogiorno per10pili e alle infrastrutture previste daleggi per le quali il Cipe dovrebbeprovvedere.Con 10 Scudo fiscale (3,8 miliardi dieuro di entrate previste) si finanzianole missioni internazionali (800 milio-

    ni), il 5 per mille del 2007, il fondodi solidarieta all'agricoltura, i libri ditesto. Anche all'Universita si danno400 milioni, meno di quelli gia ta-gliati!Poi c'e l'uso improprio del TFR perfini di spesa corrente (non per inve-stimenti come fece il govemo di cen-trosinistra).Si sarebbe dovuto invece sostenere iredditi, a eominciare dai pili bassi.Estendere gli ammortizzatori socialianehe ai non garantiti, finaziare lePMI e le aziende artigianali , non solole banehe. Sostenere la politica abita-tiva e della casa. Per fare politicheanticicliche e non procicliche di as-seeondamento della crisi.Il govemo ha perso un'altra occasio-ne per invertire la tendenza ad ac-compagnare la erisi come sta facendoda un anno a questa parte, con il ri-schio ehe quando se ne uscira nonsara in piedi nessuna politiea pubbli-ca di medio periodo alla quale affida-re il ri1aneio dell'economia italiana edelle sue parti migliori e pili compe-titive, ma si sara lasciato operare ilmercato e i suoi fallimenti in modospontaneo e devastante per tante partidella nostra manifattura, del made inItaly, del sistema industriale e deiservizi del Bel Paese.In questa situazione 10 scontro Fi-ni/Berlusconi, 1a si1enziosa rivoltaantitremontiana, la sofferenza di al-cune parti del centrodestra come 1aLega per il Patto interno che penaliz-za fortemente i Comuni, ha fatto pro-pendere per la fiducia.Un altro colpo al Parlamento, allafaccia delle riforme condivise. Nonc'era proprio bisogno di porre la fi-ducia, visto che l'opposizione avevapresentato solo 53 emendamenti (co-sa mai verificatasi nella storia dellaRepubblica! Sarebbero bastati duegiorni di dibattito e di votazioni inaula per licenziare definitivamente lafinanziaria con il voto conclusivo

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    nello stesso giomo in cui si e votatala fiducia.Ma il governo non ha voluto rischia-re di essere impallinato dalla suastessa maggioranza in subbuglio.Quel che e accaduto dopo (dall'ag-gressione di Tartaglia a Berlusconi inpiazza Duomo a Milano in poi) e davalutare anche alIa luce del compor-tamento del governo nel primo annoe mezzo di legislatura (27 fiducie,una marea di decreti legge un conti-nuo di leggi ad personam).Fidarsi e bene. Non fidarsi e rneglio.Senza carte scoperte sul tavolo delleriforme istituzionali e della Costitu-zione si potrebbe solo restare fermi alcampo delle cento pertiche.Con la logica della scambio non si vada nessuna parte e Berlusconi inta-scherebbe i suoi legittimi impedi-menti, i suoi lodi, la sua riforma dellagiustizia, colpevolizzando l'opposi-zione non volere fare le riforme(quelle che nessuna opposizione almondo potrebbe ingoiare).Se riforme devono essere si faccianodentro un accordo generale in cui lamaggioranza non puo dettame la let-tera e soprattutto l'opposizione non siaccontenti di scambiare pessime ri-forme istituzionali con una legge e-lettorale proporzionale. Il faro deverestare il sistema maggioritario peresprimere da parte del popolo rappre-sentanza e governo.Mi pare che da questi tre mesi (quellidella sessione di bilancio) possiamotrarre una buona lezione, prima difarci affascinare da scenari la cuiprospettiva potrebbe essere soloqueUa di infilarsi in un cul de sac.II clima deve cambiare: e un'e-sigenza della democrazia. Ha ragioneil presidente Napolitano. Ma e assur-do possa cambiare a solo discapitodell'opposizione. Come la guerra an-che la pace si fa in due, non e maiunilaterale. Diversamente si chiame-rebbe resa.

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    II 22 aprile 2009 il cantiere dell' altrasede della Regione Lombardia haraggiunto i 131 m t sullivello del ma-re superando i127 metri del Pirello-ne e diventando quindi l'edificio pilialto di Milano. A lavori uItimati con isuoi 163 metri per 39 piani diventerail grattacielo pili alto d'Italia. Michiedo se nel progetto sia state previ-sto uno spazio su l tetto per ospitareuna copia della "madonnina", cosicom'e stato fatto a suo tempo per ilgrattacielo Pirelli, in ossequio ad unadisposizione comunale degli anniventi e dietro consiglio dell'alloracardinale Montini.Certo, mentre noi milanesi ci accin-giamo a completare e celebrare que-sta grattacielo (addirittura con unconcorso per il nome, udite udite ...perche non chiamarlo "Formigo-ne'Y), a Dubai hanno appena inaugu-rato il Bur} Khalifa di SOM (Skid-more, Owings e Merrill), alto 828metr i .Potenza dell'oro nero. Si, ma nonsolo. C'e un progetto complessivoper la citra degli Emirati. Comunquesarebbe es t remamente superficiale eprovinciale fare dei paragoni. Accon-tentiamoci di que1 che passa il con-vento (0 e la Compagna delle Ope-re?). D'altra parte l'opera di Cobb ePei non e certo destinata a entrare neilibri di storia dell'architettura con-temporanea. Si tratta di un edificiotipologicamente tradizionale e dalrivestimento altrettanto banale (00curtain wall, che arriva dritto drittodall'International Style). Non bastaqualche curvetta da slalom specialeper distinguerlo da tanti altri grana-cieli 0 per contestualizzarlo meglio.Sfido chiunque a leggerci un richia-mo alle vallate lombarde. Ma se nonaltro c'e, E vern'! tenninato a breve.Diventa quindi un oggetto con cuiconfrontarsi per il modo in cui la suapresenza influisce sulla citra che 10circonda. A ben vedere questo e solouno dei molti progetti alIa scala ur-bana che si stanno realizzando a Mi-lano negli ultimi anni. Dopo decennid'immobilismo urbanistico e archi-

    Urbanistica131 MT S.L.M. LA MILANO CHEVERM.Pietro Cafiero

    te t tonico, dobbiamo ammettere chequalcosa si sta muovendo a comin-ciare Piano di Governo del Territorioche ha sostituito ilvetusto PRG. Altrisu queste pagine hanno gia espressoautorevoli giudizi. 10mi limite a ri-portare quanto si sussurra, anzi si di-ce apertamente, in a m bie nt i a cc ad e-mici ovvero al Politecnico di Milano,Facolta di architettura. La definizionepili gentile che ho ascoltato e: "lavo-ro dilettantesco".1 0 personalmente sospendo ilgiudi-zio perche voglio vedeme gli effettisulla citra nel medo - lungo periodo.Perc osservo due fatti. n primo el'apparente incoerenza tra uno stru-mento che nasce per sburocratizzaree rendere piu fluida ed efficiente lagestione dell 'urbanistica e la moleimponente di elaborati e nonne delnuovo piano, a volte in contraddizio-ne tra di loro, sicuramente di difficileconsultazione per un tecnico, figu-riamoci per un privato cittadino. 1 1secondo e che, come il vecchio PRG,questo nuovo PGT arriva tardi,quando onnai le trasfonnazioni chestanno cambiando la faccia della no-stra citra sono quasi tutte decise 0addirittura gia in atto. II PGT si limi-ta a registrarle, a subirle passivamen-re, senza entrare nel merito, senzafornire un indirizzo. Quindi senzaesprimere, ancora una volta, comenegli ultimi cinquanta anni, una veraidea suI futuro di Milano.E qui tomiamo la tema dell'articolo,ossia come Milano sta cambiando,nonostante 0 a prescindere daglistrumenti urbanistici, vecchi 0 nuoviche siano. Secondo Alberto Mioni,ordinario di Urbanistica al Politecni-co di Milano, il vero attore delle tra-sfonnazioni urbane a Milano e quelloche V. Parlato ha chiamato il "bloccoedilizio" nel suo saggio del 1970.C'e sicuramente del vero in tuttoquesto, ma non necessariamente ciocorrisponde a qualcosa di negative,Se prendiamo tutti iprogetti urbaniin fase di realizzazione e quelli cheancora sono sulla carta (sarebbe me-glio dire suI computer) e li montiamo

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    idealmente su una foto aerea del ca-poluogo lombardo, otteniamo la rap-presentazione di una Milano virtuale,futuribile, sicuramente molto diversada quella attuale e ancora di pili daquella di solo venti anni fa. A pre-scindere dal giudizio sul singolo in-tervento e indubbio che se consideronel lora complesso City Life, il Por-tello, Garibaldi Repubblica, 1'altrasede della Regione, Santa Giulia, ilMaciachini Center, il Parco Adriano,il Bodio Center, Milanofiori, la "Cit-tadelIa della Salute", la Beic e PortaVittoria, la nuova Bovisa di Koolha-as, le aree FS e molte altre ancora,I'impatto che questi progetti avrannonon solo sull'immagine, ma anchesuIla struttura stessa (fisica e sociale)della citra, sara immenso.La Milano virtuale e senza dubbioaffascinante, avveniristica. Avra ilsuo centro direzionale con oltre 60anni di ritardo. Avra un "bosco verti-cale" e una "biblioteca degli alberi".Avra tanti scintillanti e multiformigrattacieli, come una vera citra delterzo millennio. Avra 10 linee dellametropolitana (fonte PGT). Avraraggi verdi e nuove vie d' acqua e diterra. Tanto sognare non costa nulla eanche i rendering fotorealistici co-stano una parte infinitesima rispetto aquello che rappresentano.Poi possiamo discutere se questa Mi-lano virtuale puo corrispondere allareale Milano "che verra".Dovremmo fare la tara con la Milano"che non sara mai", quella per capircidi Santa Giulia, della Torre delle Artie degli altri progetti fortemente ridi-mensionati, se non in dubbio di rea-lizzazione.Recentemente Ligresti ha detto che10 "storto" di City Life verra raddriz-zato un po' perche troppo costoso.Salvatore Ligresti sara pure unagrande risorsa per Milano, come so-stiene il nostro assessore Masseroli,ma di sicuro non e una gran risorsaper l'architettura con l' A maiuscola eper I'immagine di questa citta, se puomodificare i progetti di note archi-

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    star, sulla base di criteri meramenteeconomici.In ogni easo al e li l a delle critiche,sempre legittime, va detto ch e questegrandi t rasformazioni urbane se rea-lizzate anche solo in parte porterannodei cambiamenti -perche no?- positi-vi.In primo luogo perche rispetto all'i-potesi zero (non cambiare nulla, co-me negli ultimi 50 anni), un muta-mento radicale porta comunque deibenefici.Non me ne vogliano quelli del comi-tato di quartiere contro City Life, rnase anche ammettiamo che l' attualeprogetto sia il peggiore possibile, sa-ra sempre meglio che lasciare ipadi-glioni della fiera inutilizzati a renderedegradata un'area che e consideratadal punto di vista immobiliare un adelle pili pregevoli. Questo anchenell'interesse del valore delle casedove abitano lor signori.In secondo luogo perche queste tra-sformazioni vanno viste nel comples-so, vanno messe a sistema, com'e dimoda dire ora. Certo ci sarebbe pia-ciuto un coordinamento e una dire-zione pubbliche, magari utilizzandogli appropria t i strumenti urba..rristici,rna tant'e, lamentarsi serve a poco.

    A come altemativa: parola che datroppo tempo non fa pili parte del vo-cabolario della sinistra.Bcome buche: andare in giro per Mi-lano su un mezzo a due 0 a quattromote fa provare quel brivido che ilmotocross e il rally possono regalare.C come cancelli: il Parco delle Basi-liche, il Parco Sempione, la collinettadel Mom in viale Montenero, le tran-senne alle Colonne di San Lorenzo.L 'unica risposta che il vicesceriffoRiccardo Decorato e in grado di dareai normal i disagi di un a grande citra eIa chiusura dei luoghi pubblici. Con ilocali che chiudono alle due di notte,rimaniamo in attesa di sapere per cheora sara previsto il coprifuoco.D come design: la settimana del de-sign resta un esempio dal quale trarre

    A1cuni interventi, penso al Portello ea buona parte dell'area di GaribaldiRepubblica, sono interessanti se va-Iutati come progetti urbani, rna ancheper 1a qualita architettonica delle o-pere.L'importante e ch e non si spacci tut-to questo processo come il tanto de-cantato rinascimento meneghino,magari con Palazzo Marino che siprende tutti i meriti. L'unico even-tuale merito potrebbe essere quello dinon averlo ostacolato. Perche questetrasformazioni stanno avvenendo aprescindere dal Comune, mosse dainteressi economici legittimi, rna chenon necessariamente coincidono conquelli della collettivita.Se e vero che questi non sono solointerventi di facciata, e indubbio ch esenza un diretto contributo dell'am-ministrazione pubblica che rivendichiil proprio ruolo e faccia I 'interessedei cittadini, i grandi progetti sarannouna sorta di belletto urbanistico die-tro il quale nascondere le vere maga-gne. E vero che dopo tanti anni incui il solo progetto urbano realizzatoa Milano era quello della Bieocca (eanche qui vi sarebbe molto da diresulla gestione dei processi di quellatrasfonnazione), tutto sembra essersi

    CittaIL 2010 DALLA A ALLA Z

    Giovanni Zanchi

    ispirazione per nuove importanti ini-ziative che popolino 1a citra. Purtrop-po e Iunico.E come Expo: forse non si conosco-no le prime iniziative degne di notach e l'organizzazione dell' evento hapromosso. Su tutte sono da segnalare1'accordo stipulate con Ie carceri mi-1anesi perche siano idetenuti a occu-parsi dei catering, e la squadra digiovani neolaureati in architettura delPolitecnico che elabora Ia realizza-zione del progetto. Di strada ce n'eda fare aneora tantissima, ma questidue casi danno fiducia. Speremm.F come ferrovie: Freccia rossa e di-ventata fin da subito feceia rossa. Mi-racoli dell'alta velocita.G come grattacieli: tanti 0 pochi,dritti 0 storti? L'unica certezza e13

    risvegliato magicamente col nuovo. millennio.Ma qual e il prezzo da pagare per tut-to cia? Chi andra ad abitare la Mila-no del futuro, visti i prezzi al metroquadro? Abbiamo visto tutti cos'esuccesso con Santa Giulia.Potrebbeaceadere anche a City Life. Che tipodi c it ra v uo le il Comune, che comun-que ha accettato tutti questi progetti?Se l'edilizia sociale e solo quella diAbitare a Milano, non siamo messibene. E quanto ai servizi? Si propa-gandano Ie 10 linee del metro, rna almomenta pare a rischio fondi 1al inea4, quella che dovrebbe collegare Li-nate al centro citra,Se dobbiamo giudicare la capacitagestionale della giunta Moratti dallavicenda Expo, ehe investe a pienotitolo l'immagine della Milano cheverra, le cose non cambiano. Si epassati da un master plan di padiglio-ni tutti storti (che pure aveva vintocontro Smime) a una tendopoli dilusso. E pure l 'ambiente accademicomilanese sernbra in preda ad una ti-midezza propositiva che lascia per-plessi. C'e da riflettere. Senza pre-giudizi, ma senza sconti. Per nessu-no.

    l'incertezza riguardo alla realizzazio-ne dei molti progetti che i milanesi sisono visti promettere in questi ultimianni (vedi City Life).H come hub: tra tutti i lavori che sistanno facendo per IExpo non biso-gna dimenticare ch e quello ch e do-veva essere uno dei pili importantiscali europei e ridotto al minima delsuo potenzia1e. Malpensa e un aero-porto scomodo da raggiungere e iterminal sono mal serviti. In vista del2015 e opportuno pensare a migliora-re drasticamente 1a situazione, Mal-pensa s a r a 1aprima tappa per 1amag-gioranz.a dei visitatori.Icome integrazione: Milano cometutte le pili grandi citta del mondo emultietnica. La seconda generazionedi figli d'immigrati siede nelle aule

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    delle scuole milanesi al fianco deifigli dei milanesi. Non ci sarebbe al-tro da aggiungere, e giunta l'ora disfmttare al meglio l' enorme ricchez-za che questa situazione mette a di-sposizione di tutti.L come Lega: la principale causadella paura ad aprirsi a nuove culture,a nuovi mondi. Un freno allo svilup-po culturale. La destra dovrebbe co-minciare a esseme meno ostaggio, ilrischio di un voto in meno non vale ilfuturo della cultura di un Paese.M come Moratti: la prima personache dovrebbe dare il buon esempioriguardo ai rapporti con la Lega. Vo-leva essere il sindaco di tutti, senza latessera del Pdl rischiava di non esse-re nemmeno ricandidata.N come Navigli: una delle tantepromesse mancate. Avevano dettoche Ii avrebbero riaperti, le vied'acqua, un ritomo alla vecchia Mi-lano invista dellExpo ... te sahidi!o come ostelli: a Milano si contanosoltanto due ostelli. Si fa fatica a ere-

    Ho guardato con interesse l'intervistaa Bocri. Tuttavia mi permctto di dis-sentire con la collocazione dell'edifi-cio. Dovrebbe essere collocato al po-sto del Community Center previstodalla convenzione tra Hines Italia e ilComune all'angolo tra via Volturno evia Confalonieri. Il Community Ce-nter doveva ospitare funzioni socialiper il quartiere, in sostituzione dellaStecca degli Artigiani che e statademolita. Dovevano esservi anchecollocate le associazioni che stavanonella Stecca, che e previsto siano 0-spitate solo provvisoriamente nellacosiddetta Stecchetta, ancora da co-struire accanto alla Fondazione Ca-tella su progetto di Boeri. Anche ilCommunity Center era stato proget-tato da Boeri e la sua realizzazionedifferita in attesa del completamento

    derci, ma e proprio cosi. D'altrondesiamo alia 0 come ospitalita e questacitra non ne offre nemmeno ai propricittadini.P come PGT: Piano di Governo delTerritorio, per chi non avesse idea diche cosa si stia parlando. E una gran-de occasione per ripopolare e riquali-ficare la nostra citta (rispetto al 1975la popolazione e scesa da 1.700.000abitanti a 1.300.000.). II Piano e statopresentato al Consiglio comunale po-co prima di Natale, ci si augura chequest'opportunita sia sfruttata al me-glio. .Q come Quarto Oggiaro: nominameuna per nominarle tutte. E dalla ri-qualificazione delle periferie che de-ve partire il rilancio della citta Biso-gna smettere di vedere nelle zone pe-riferiche solo aree in cui costruireorribili case popolari.R come Rom: e l'ultima frontiera diuna Destra senza idee.S come Sicurezza: una parola chesembra scomparsa dal vocabolario

    Lettera di Michele Sacerdotidella linea 5 del metro, che via passasotto. In base alla convcnzione c ilconsiglio di zona 9 che deve definirele funzioni che saranno ospitate nelcommunity center. Non e Boeri chedeve decidere improvvisamente in-sieme a Verga che Ii ci andrannol'ANPI, l'ANED e le associazioni de-lle vittime del terrorismo. E' chiaroche per Boeri progettare un Museodella Memoria al posto di un Com-munity Center di quartiere e moltopili prestigioso e inoltre puo attingereai fondi destinati all'anniversariodei 150 anni della Repubblica. AncheCatella, che si e fatto recentementepubblicita per 10 spostamento delmonumento ai partigiani da largo deBenedetti a piazzale Segrino, appro-fitterebbe delle destinazione pili pre-stigiosa. Tuttavia il cambio di desti-

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    della Destra italiana. Problema risol-to, 0 falso problema?T come tram: tram, metropolitana emezzi pubblici in generale. Aspettare16 minuti la linea 1 alle 19 di un sa-bato pomeriggio non deve succedere,soprattutto se si ha l'ambizione diessere una citra europea.U come Universita: la squadra digiovani laureati che lavora al proget-to dell'Expo 2015 e un ottimo esem-pio. Ci vuole pili coraggio da partedell'amministrazione comunale e de-gli atenei. I giovani sono il futuro, eindispensabile porli al centro deiprogetti che riguardano l'avvenire ditutti noi.V come verde: gJi alberi di Abbadonon bastano. Valorizzare il verde chegia esiste potenziando icollegamentitra la citta e Ie aree in cui e presentepuo essere determinante perche imi-lanesi ne godano maggiormente.Z come Zero Dieci: buon anno a tut-ti!

    nazione dell'edificio non sara accetta-to scnza protcste dal quartiere, chc siaspetta il Com-munity Center comeindcnnizzo per l'impatto del progettoGaribaldi-Rep-ubblica che ha elimi-nato la Stecca e i giardini divia Con-falonieri. Ho l'impressione che la col-locazione di questo progetto per laCasa della Memoria venga tenuta na-scosta al pubblico fin quando nonsara tutto deciso; infatti nel comuni-cato stampa del Comune la colloca-zione non e mai stata chiaramentespiegata e tanto meno la spiega Boerinella sua intervista. Sarebbe opportu-no che Arcipelago Milano chiarissenel prossimo numero la collocazionedi questa struttura.Michele Sacerdoti

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    II giomo dell 'Epifania, nella saladell' Auditorium di largo Mahlergremita fino all'ultimo posto (nono-stante il giomo festivo e i negozi a-perti ...I),imilanesi amanti della mu-sica "colta" hanno preso coscienza diun fatto nuovo e non poco rilevante:una nuova orchestra, 1a "Verdi Ba-rocca", iniziava il suo secondo annadi vita - dopo il rodaggio in po' insordina dell 'anno scorso e il decollo,in questa stagione, con il Messia diHandel - affrontando "filologica-mente" il grandiose ciclo dell'Ora-torio di Natale di Bach che, come sisa, e articolato in pili giomate che siconcludono proprio con la celebra-zione del 6 gennaio.Dunque un' orchestra "barocca" cheusa strumenti originali antichi 0 lorecopie fedeli (meraviglioso il "violo-ne" al posto del contrabbasso esplendidi gli "oboi da caccia") e so-pratutto adotta un modello interpreta-tivo e una prassi esecutiva i pili vicinipossibile a queUi in uso all'epoca delKapellmeister di Lipsia.Durante il meraviglioso ciclo integra-le delle Cantate bachiane del decen-nio 1994/2004, organizzato dalla be-nemerita Societa del Quartetto, ab-biamo avuto modo di ascoltare inSan Marco straordinarie esecuzionidi quest'Oratorio nelle interpretazio-ni di Koopman (1995 e 1999), Kui-jken (1997), King (1998), Herrewe-ghe (2000), Creed (2001), Pinnok(2002), sempre con orchestre e coriin trasferta dal nord Europa e tutti -chi pill, chi meno -specializzan neltanto arnato/odiato approccio "filolo-gico".In Italia, nonostante ottime scuole egrandi maestri, non abbiamo avutoimportanti istituzioni musicali dedi-cate alla musica barocca se si eccet-tuano Ie tante volenterose formazionidi nicchia e ipochi "ensemble" chehanno varcato quella soglia - unavolta iVirtuosi di Roma, pili tardi i

    RUBRICHEMUSICA

    Questa rubrica e curata da Paolo [email protected]

    UNA NUOVA ORCHESTRA MILANESESolisti Veneti - che tuttavia si sonooccupati principalmente del reperto-rio sinfonico senza particolari ambi-zioni filologiche. Oggi i maggiorispecialisti - e luoghi di vera eccel-lenza - sono I'Accademia Bizantinacreata nel 1983 a Ravenna da OttavioDantone, (il primo violino StefanoMontanari e tra i migliori specialistial mondo), il Giardino Armonicofondato a Milano nel 1985 da Gio-vanni Antonini, e la Cappella dellaPieta dei Turchini fondata nel 1987da Antonio Florio a Napoli; rna esconsolante osservare quanto pocosiano conosciuti e ascoltati in ltalia equanto siano invece apprezzati fuoridal nostro paese.Milano poi non e in Turingia, enemmeno nelle Fiandre, e la sua veratradizione e quella che deve alla Sca-la con il repertorio melodrammaticoottocentesco.Come potremmo dunque disconosce-re a Luigi Corbani (il fondatore e 10storieo patron dell 'Orchestra Verdi) ea Ruben Jais (il milanesissimo - adispetto del suo bel nome - ex ani-matore e direttore del coro sinfonicodella Verdi e ora direttore a tuttotondo di questa nuova Verdi Baroc-ca) il grandissimo merito di proporrea Milano, in un contesto gia afferma-to come l' Auditorium, un insiemecapace di affrontare il repertorio del-la musica sacra del seilsettecento, ein particolare quello del grande Kan-tor tedesco?Molto bene, rna attenzione, perche sitratta di un'operazione che comportanon pochi rischi: quando l' e-secuzione e affidata a pochi elementi(40/50 fra strumenti e voci, contro i200 abbondanti di orchestre e corimoderni), in sale da concerto anzichein chiesa (e dunque in assenza di una"rappresentazione"), con tutte Ie ripe-tizioni, i ritomelli e le pause fra un"numero" e l'altro voluti dalla prassid'epoca, con i recitativi sviluppati

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    per intero nei tempi suggeriti dallaliturgia, con la "chi usura" di ciascunaparte eseguita sempre come fossequella finale ... tutto cio rischia fa-cilmente di restituirci un'interpre-tazione esangue, se non addiritturanoiosa a confronto - ahime inevitabi-le - con quelle, magari pili disinvolterna certamente sontuose e spettacola-ri, dei grandi complessi sinfonici.Anche 1'uso degli strumenti antiehi 0delle loro copie non e esente da peri-coli, come ad esempio con gli ottonida cui e sempre molto difficile - spe-cialmente per i nostri musicisti - ot-tenere note perfettamente "pulite" ,cosi com'e sempre difficile trovarevoci soliste italiane adatte a questorepertorio e ehe in esso vogliano eriescano a perfezionarsi. In compen-so I'a ltra sera ci hanno deliziato sia ilmeraviglioso basso continuo - vio-loncello, fagotto e organo positivo -che il raffinatissimo coro, di soli 17elementi, guidato con consumata e-sperienza dal direttore che si dimo-strava molto piu a proprio agio con le"sue" voci che con 1'orchestra.C'e dunque aneora un grande lavoroda fare, sia per apportare ai tempi ealla corposita del suono quel minimadi brillantezza e di vivacita che - sen-za snaturarla - renda 1a partitura piliadatta alla forma del concerto, sia percreare dei veri specialisti che abbianoabbastanza lavoro da potersi dedicareesclusivamente a questa disciplina.Per fortuna, perc, le premesse sonoottime, un grandissimo lavoro e giftstato fatto, ed e anche stato annuncia-to un programma molto accattivanteper questo 2010: 3 febbraio il Gloriadi Vivaldi e iVespri di Mozart; 3marzo 10 Stabat Mater di Vivaldi eLe 7 ultime parole di Haydn; poi -per completare nell 'anno il tritticodegli oratori bachiani - il 5 aprilel'Oratorio di Pasqua e il 12 maggiol'Oratorio dell' Ascensione.

    mailto:[email protected]:[email protected]
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    Ma cio che pili conta e l 'esistenza diun magnifico pubblico, interessatis-simo e fedelissimo, che e il grande emeritato vanto dell ' Auditorium. Co-

    "La mia vita e inutile, e quella di unautoma soprawissuto a sc stcsso, chefa per inerzia cose materiali, senzaamore ne fede. Lavorero mediocre-mente e faro alcune altre bestialitaSaro ancora cattivo per debolezza,ancora egoista per stanchezza, e bru-to per abulia, e finiro la mia torbidavita nell'antica e odiosa paludedell'indolenza che ha avvelenato ilmio crescere mutando Ie possibilitadell'azione in vani, steril i sogni. Nonnotero pili nulla, poiche nulla di me edegno di ricordo anche davanti a mesolo." (C.E. Gadda).InsoJ11Il1a,buon anne a tutti!Eccocitomati con la maggior parte dei teatridi nuovo spalancati. Come promessonel 2009 quest 'anno si vedranno tantiprogetti nuovi a Milano, come al so-lito "sotto" c'e qualche consiglio perla settimana, non avendo ancora vistoneanche uno di questi spettacoli nonposso parlarne, dnnque rimando imiei commenti alla settimana pros-sima.Come avevo accennato, ho comincia-to a leggere "La strage di stato", nonho ancora fiuito il libro ma c'e unafrase che mi ha colpito molto. Que-sta frase e stata pronnnciata da Stefa-no delle Chiaie in un'elaborazione diun programma dopo 10 scioglimentodi Avanguardia Nazionale nel 1966,

    raggio, dnnque, che avanti di questopasso fra qualche anno potremo por-tare la nostra Verdi Barocca (rna non

    TEATROQuesta rubrica e curata da Guendalina Murroni

    rubriche(Q)arcipelagomilano.org

    2010 MON AMOURin questo programma veuiva dettochc icamerati "pili duri" sarebberodovuti scomparire per un po di tempodalla circolazione per "rifarsi nnaverginita politica" in previsione di nnritomo per compiti pili impegnativi.Se si estrapola questa frase dal conte-sto, da chi 1'ha pronnnciata e perchel'ha pronunciata e si mantiene il con-cetto di rimettere a nuovo un pensie-ro politico e questo concetto 10 si ap-plica al presente, direi che si potreb-be cominciare l'anno in maniera po-sitiva.Non voglio essere troppo YuppiYay! perche siamo allinizio di dodi-ci mesi con tanti zeri ma penso chel'anno appena passato abbia gettatomolti semi e dovremmo vedeme ifrutti nel futuro prossimo venturo ...spero.Prendiamo la frase sopra citata diGadda e pensiamola lontana, (nel2009 ad esempio) ma conserviamola,teuiamola a mente, inchiuiamoci da-vanti a lui: "Chapeau" e impariamoda questa citazione tratta dai diari diguerra e prigionia. Cosa notero daadesso in poi? Una volta che 10 notacosa faro? Fino ad oggi come mi so-no impegnato per migliorar queIloche secondo me non andava bene?COSA OFFRE IL TEATROALL'INIZIO DEL 2010?

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    e un ossimoro") in trasferta a Lipsia ea Gand.12 febbraio 2010

    Iniziamo onorando un altro grandepersonaggio milanese: Il Fabbriconedi Giovanni Testori, con l'a-dattamento di Emilio Russo e la regiadi Marco Balbi, e in scena al TeatroOscar dal 7 al 31 gennaio.Troia's discount, di Ricci/Forte, unadelle compagnie pili interessanti delnuovo movimento teatrale italiano,per la prima volta a Milano con nnospettacolo integrale, in scena al Tea-tro i dall ' 11 all8 gennaio.L'ingegner Gadda va alia guerra, diCarlo Emilio Gadda con la regia diGiuseppe Bertolucci al Teatro FrancoParenti , dal 14 al 24 gennaio.Qui citto, di M. di Piero Colaprico,con Arianna Scommegna e con laregia di Serena Siuigaglia al Teatrodella Cooperativa, dal 13 al 17 gen-naio.Armenia mon amour, di e con Ta-mara Fagnocchi, regia di MarcelaSerli aIlo Spazio Teatro 89, il 15 e 16gennaio.The Pluck Show, regia di Jon Fea-ley e Toby Sedgwick, un trio d'archimolto particolare dall'Inghilterra alTeatro Libero dal 13 al IS gennaio.

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    SOUL KITCHEN DI FATIH A-KINDivertente commedia dal sapore mu-sicale, in ogni senso, visto che ruotatutto tr a la cucina eliun ristorante e lamusica soul. Ilregista de "La sposaturca", ci fa elivertire sviluppando lasceneggiatura in maniera da non an-noiare mai 10 spettatore, e creandosempre risvoIti interessanti. Unacommedia come una volta, retta qua-si in toto su eli un soggetto e una see-neggiatura molto solide, e sui perso-naggi diretti egregiamente. Carina lacolonna sonora in gran parte animatada blues, soul e funky, e contaminatada una spruzzatina di hip-hop.

    s e -e ppe r t e me nt l . ebav, i t_modifi ,:al:o-l

    CINEMAQuesta rubrica e curata da Simone Mancuso

    Un lavoro molto pili leggero rispettoalla Sposa turca, soprattutto nel sog-getto, ma che comunque da la possi-bilita di passare una divertente ora emezza, di buon cinema.IL MONDO DEI REPLICANTIDIJONATHAN MOSTOW

    Fantascienza non troppo spinta, perun soggetto che parrebbe un futuronon troppo lontano e irreale. IIregi-sta dell'ultimo Terminator fa uso del-1 0 stesso sceneggiatore, il bravissimoMichael Ferris, per adattarel'omonima graphic novel dei sogget-tisti Robert Venditti e Brett Weldele.

    Gallery

    La vita vera sara vissuta dai replican-ti eli ognuno di noi gestiti in primapersona comodamente sdraiati da ca-sa. II risvolto avviene con l'av-versione da parte di chi ha creatoquesto sistema per il sistema stesso.Un adattamento della sceneggiaturaall'altezza di uno dei migliori see-neggiatori di Hollywood, con unosviluppo tutto somrnato c1assico rnarnai banale. La regia rnantiene 1 0stesso profilo, confennando il con-nubio gia evidenziato in Terminator3.Non e il solito film di fantascienza,che parla di un futuro irnproponibilee irrealizzabile. Questo sembra pro-prio un futuro pili prossirno che maio

    P NG.:tribaldi3Joodificato-l www.afterl ine.eu_mo...w\I.arkidesignblog.it.

    http://www.youtube.com/watch?v=wTBnk66N9Uw

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    YOUTUBECALO MASSEROLI: LIBERTA, IDEOLOGIA, MERCATO

    http://www.youtube.com/watch?v=wTBnk66N9Uwhttp://www.youtube.com/watch?v=wTBnk66N9Uw