Musica Jazz Daily - Speciale Umbria jazz winter

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ntusiasmante al limite del contagio, coinvolgente come poche bande d’ottoni in giro per il globo san- no essere. La Pocket Brass Band di Ray Anderson è la sintesi perfetta di estro, creatività e linguaggi. Il quartetto che surriscalderà il clima di Orvieto. La Pocket Brass Band sembra una perfetta fo- tografia di tutta la tua esperienza professionale: quando hai deciso di metterla insieme? Ricordo di aver cercato di inserire un basso tuba in un mio trio nel lontano 1988. Da quel momento, l’idea continuava a tornarmi in mente ma vi rimase parcheggiata per anni. Però quella formazio- ne funzionava alla grande; decisi quindi che era necessaria una tromba per renderla una vera e propria brass band… Così nacque la Pocket Brass Band. Con compagni di viaggio così, il risultato è garantito. Ricordo Lew Soloff al tuo fianco in quello splendido gruppo che erano gli Alligator. Come hai coinvolto gli altri? Ho sempre conosciuto musicisti tremite altri musicisti, ai concerti o attraverso suggerimenti. Johnny Vidacovich (che suonava la batteria su un mio disco pubblicato dalla Enja, «Blues Bred In The Bone») mi consigliò caldamente Matt Perrine. Conobbi Lew anni fa a un concerto di Gil Evans. E conosco Bobby Previte da tan- tissimo tempo. Perrine è un virtuoso, un vero e proprio groove master; anche Soloff è un virtuoso pazzesco e in più possiede un gran senso dell’umorismo. Previte è estremamente melodico; un ottimo compositore oltre che un grandissimo batterista. La tua ultima esibizione in Italia con la Pbb ha avuto un enor- me successo. Com’è il tuo rapporto con il nostro pubblico? Il pubblico italiano è assolutamente meraviglioso per l’entusia- smo e la profonda conoscenza della musica. È sempre un enorme piacere suonare qui! Andrea Scaccia SPECIALE UMBRIA JAZZ WINTER 29 DIC 02 GEN SPECIAL NIGHT E Andrea Boccalini STEFANO BOLLANI & CHICK COREA Il duo torna a Umbria Jazz per uno degli eventi più attesi di questa edizione Uno fa scenette divertenti che tanto piacciono al pubblico; l’altro, da sempre noto come persona assai seria, lo guarda come fosse un bambino e asseconda i giochi. Non è mica un brutto indizio; al contrario: lascia intuire che l’intesa tra i due è perfetta. Quando suonano incantano e gli spettatori vengono catapultati in un limbo dove si rintracciano echi di musiche accademiche, l’improvvisazione più marcata e i linguaggi che si sovrappongono senza mai pestarsi i piedi. Ritornano anche quest’anno, nella formula del duo, e le tre serate si attendono come fossero eventi eccezionali. Anche o solo per il fatto che un produttore scrupoloso come Manfred Eicher dell’Ecm abbia deciso di registrare le tre serate per trarne un disco: proprio lui che non ama per niente incidere dal vivo. Potrebbero essere padre e figlio e invece sono complici: sapienti ma sfacciati. Il labirinto della prova con due pianoforti è per loro come un cubo magico: una volta capito il trucco, il segreto, è facile riprodurlo all’infinito. È anche, per l’organizzazione di Umbria Jazz, il coronamento di un sogno: far interagire due pianoforti. Ci avevano provato in passato con Danilo Rea e l’(allora) emaciato Brad Mehldau. E poi, ma non solo loro, con lo stesso Bollani e Martial Solal. Ma il sogno si è avverato con i due: uno scherza e l’altro lo guarda perplesso e gli va dietro dopo poco. Ma, quando suonano, tutto passa. Federico Scoppio TOP JAZZ 2010 Un evento nell’evento vedrà, nell’ultimo gior- no del festival, sul palco del Teatro Morlacchi i vincitori del Top Jazz 2010. Il più importante referendum musicale italiano, che la nostra ri- vista promuove dal 1982, sarà ospitato per la prima volta nella cornice orvietana, a corona- mento di una collaborazione sempre più proli- fica tra Musica Jazz e il festival. Una serie di formazioni, per lo più inedite, si avvicenderà sul palco per presentare i vincito- ri delle rispettive categorie. Aprirà la serata il duo formato dalla contrabbassista Silvia Bolo- gnesi (nuovo talento) con il violinista Stefano Pastor (miscellanea). A seguire, il Tinissima Quartet (disco dell’anno e miglior formazione). Subito dopo sarà la volta di un altro gruppo inedito, formato da Fabrizio Bosso (ottoni), Ro- sario Giuliani (ance), Danilo Rea (tastiere), Pa- olo Damiani (compositore-arrangiatore) e Ro- berto Gatto (batteria). E poi un gran finale a sorpresa. Stefano Bollani, musicista dell’anno, sarà purtroppo assente. Antonio Blasi Ray Anderson’s pocket brass band ore 21 Domenica 2 Gennaio Teatro Mancinelli 29-30 DICEMBRE 1 GENNAIO TEATRO MANCINELLI ORE 21 IL QUARTETTO TASCABILE DEL TROMBONISTA AMERICANO SBARCA IN UMBRIA 29-30 dicembre e 1 gennaio ore 22 Palazzo del Popolo - Sala dei 400 1 gennaio ore 1, 2 gennaio ore 15:30 Teatro Mancinelli Cortesia Umbria Jazz Cortesia Umbria Jazz MUSICA DAILY

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In occasione dell'Umbria Jazz Winter lo staff di Musica jazz pubblica un freepress per raccontare le notizie, le anteprime e i protagonisti di una manifestazione di successo.

Transcript of Musica Jazz Daily - Speciale Umbria jazz winter

Page 1: Musica Jazz Daily - Speciale Umbria jazz winter

ntusiasmante al limite del contagio, coinvolgente

come poche bande d’ottoni in giro per il globo san-

no essere. La Pocket Brass Band di Ray Anderson è

la sintesi perfetta di estro, creatività e linguaggi. Il

quartetto che surriscalderà il clima di Orvieto.

La Pocket Brass Band sembra una perfetta fo-tografi a di tutta la tua esperienza professionale: quando hai deciso di metterla insieme?

Ricordo di aver cercato di inserire un basso tuba in un mio trio nel

lontano 1988. Da quel momento, l’idea continuava a tornarmi in

mente ma vi rimase parcheggiata per anni. Però quella formazio-

ne funzionava alla grande; decisi quindi che era necessaria una

tromba per renderla una vera e propria brass band… Così nacque

la Pocket Brass Band.

Con compagni di viaggio così, il risultato è garantito. Ricordo Lew Soloff al tuo fi anco in quello splendido gruppo che erano gli Alligator. Come hai coinvolto gli altri?Ho sempre conosciuto musicisti tremite altri musicisti, ai concerti

o attraverso suggerimenti. Johnny Vidacovich (che suonava la

batteria su un mio disco pubblicato dalla Enja, «Blues Bred In The Bone») mi consigliò caldamente Matt Perrine. Conobbi Lew anni

fa a un concerto di Gil Evans. E conosco Bobby Previte da tan-

tissimo tempo. Perrine è un virtuoso, un vero e proprio groove master; anche Soloff è un virtuoso pazzesco e in più possiede un

gran senso dell’umorismo. Previte è estremamente melodico; un

ottimo compositore oltre che un grandissimo batterista.

La tua ultima esibizione in Italia con la Pbb ha avuto un enor-me successo. Com’è il tuo rapporto con il nostro pubblico?Il pubblico italiano è assolutamente meraviglioso per l’entusia-

smo e la profonda conoscenza della musica. È sempre un enorme

piacere suonare qui!

Andrea Scaccia

M U S I C A

• S P E C I A L E U M B R I A J A Z Z W I N T E R •

29 DIC02 GEN

SPECIAL NIGHT

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STEFANO BOLLANI & CHICK COREAIl duo torna a Umbria Jazz per uno degli eventi più attesi di questa edizione

Uno fa scenette divertenti che tanto piacciono al pubblico; l’altro, da sempre noto come persona assai seria, lo guarda

come fosse un bambino e asseconda i giochi. Non è mica un brutto indizio; al contrario: lascia intuire che l’intesa tra

i due è perfetta. Quando suonano incantano e gli spettatori vengono catapultati in un limbo dove si rintracciano echi

di musiche accademiche, l’improvvisazione più marcata e i linguaggi che si sovrappongono senza mai pestarsi i piedi.

Ritornano anche quest’anno, nella formula del duo, e le tre serate si attendono come fossero eventi eccezionali. Anche

o solo per il fatto che un produttore scrupoloso come Manfred Eicher dell’Ecm abbia deciso di registrare le tre serate

per trarne un disco: proprio lui che non ama per niente incidere dal vivo. Potrebbero essere padre e fi glio e invece sono

complici: sapienti ma sfacciati. Il labirinto della prova con due pianoforti è per loro come un cubo magico: una volta

capito il trucco, il segreto, è facile riprodurlo all’infi nito. È anche, per l’organizzazione di Umbria Jazz, il coronamento

di un sogno: far interagire due pianoforti. Ci avevano provato in passato con Danilo Rea e l’(allora) emaciato Brad

Mehldau. E poi, ma non solo loro, con lo stesso Bollani e Martial Solal. Ma il sogno si è avverato con i due: uno scherza e

l’altro lo guarda perplesso e gli va dietro dopo poco. Ma, quando suonano, tutto passa.

Federico Scoppio

TOP JAZZ 2010Un evento nell’evento vedrà, nell’ultimo gior-

no del festival, sul palco del Teatro Morlacchi

i vincitori del Top Jazz 2010. Il più importante

referendum musicale italiano, che la nostra ri-

vista promuove dal 1982, sarà ospitato per la

prima volta nella cornice orvietana, a corona-

mento di una collaborazione sempre più proli-

fi ca tra Musica Jazz e il festival.

Una serie di formazioni, per lo più inedite, si

avvicenderà sul palco per presentare i vincito-

ri delle rispettive categorie. Aprirà la serata il

duo formato dalla contrabbassista Silvia Bolo-

gnesi (nuovo talento) con il violinista Stefano

Pastor (miscellanea). A seguire, il Tinissima

Quartet (disco dell’anno e miglior formazione).

Subito dopo sarà la volta di un altro gruppo

inedito, formato da Fabrizio Bosso (ottoni), Ro-

sario Giuliani (ance), Danilo Rea (tastiere), Pa-

olo Damiani (compositore-arrangiatore) e Ro-

berto Gatto (batteria). E poi un gran fi nale a

sorpresa. Stefano Bollani, musicista dell’anno,

sarà purtroppo assente.

Antonio Blasi

Ray Anderson’s pocket brass band

ore21 Domenica 2 Gennaio Teatro Mancinelli

29-30 DICEMBRE 1 GENNAIO

TEATRO MANCINELLI

ORE 21

IL QUARTETTO TASCABILE DEL TROMBONISTA AMERICANO SBARCA IN UMBRIA

29-30 dicembre e 1 gennaio ore 22Palazzo del Popolo - Sala dei 400

1 gennaio ore 1, 2 gennaio ore 15:30 Teatro Mancinelli

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M U S I C A DAILY

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Piazza Danti, 28

06122 Perugia, Italy

da martedì a giovedì / 10.30 - 12. 30

tel. +39 075 5724838

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Associazione Umbria Jazz Clinics

info:www.umbriajazzcl inics.com

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2011Perugia, 5 - 17 luglio

Page 3: Musica Jazz Daily - Speciale Umbria jazz winter

www.musicajazz.it

na storia d’amore con

la musica: l’incontro

fatale fu al festival

svizzero di Montreux,

con quel genio indi-

scusso che è Quin-

cy Jones, sconvolto

in quell’occasione

dall’inaspettato ascolto. E poi la fuga

dall’Avana e l’amministrazione Bush

che, nonostante le richieste del men-

tore, gli rifi uta l’ingresso negli States

fi no all’accesso coatto attraverso il

confi ne con il Messico per raggiunge-

re l’agognata terra promessa e l’am-

bìto asilo politico.

Oggi Alfredo Rodriguez vive Los An-

geles; a Cuba ha lasciato la famiglia e

un cognome ingombrante come quel-

lo del padre, cantante tra i più amati

dell’isola.

I festival di mezzo mondo fanno la fi la

per avere questo giovane pianista di

grande talento e il suo esordio perugi-

no all’ultima edizione di Umbria Jazz

fu accolto con un tripudio pari a quel-

lo riservatogli al Playboy Jazz Festival

e a Monterey, Newport o al North Sea,

citando a caso la lunga lista delle ap-

parizioni.

La stima di Quincy Jones nel frattem-

po cresce e il produttore americano

non perde occasione, in ogni intervi-

sta, per riaffermare che il ragazzo è

uno dei più grandi musicisti che abbia

mai incontrato nella sua lunga e strabiliante vicenda artistica. Il talento pianistico è indiscusso, non solo

per un ventiquattrenne ma come dato assoluto. Il linguaggio è ampio ed eterogeneo, tante sono le infl uen-

ze: non solo quelle dell’isola natìa – che rappresentano solo una piccola parte del variegato mosaico – ma

anche una conoscenza profonda del linguaggio jazzistico contemporaneo che fa di lui un’artista di sicuro

avvenenire.Plinio Bonato

U

29 DICEMBRE 2010 - 2 GENNAIO 2011

Ovviamente il divertimento è alla base di questo

incontro musicale, come racconta Paolo Fresu: «In-

vitai qualche anno fa a Berchidda i Sex Mob di Ste-

ven Bernstein e così ci conoscemmo e iniziammo a

capire come poter collaborare. Gianluca conosceva

già Steven; per cui, il trombone da affiancare a noi

era stato subito individuato. Poi credo che fu pro-

prio Steven a proporre per la tuba il nome di Mar-

cus Rojas [sostituito a Orvieto da Oren Marshall,

che ha suonato con la London Philharmonic come

con Django Bates, John Taylor, Jamie Cullum e Mc-

Ferrin, Bailey, Gibbs, Collier…] e il gioco era fatto».

Il repertorio spazia dagli omaggi al Lester Bowie

della Brass Fantasy alle citazioni accademiche e

soprattutto agli echi popolari, in un continuo gioco

di rimandi: un botta e risposta che cerca di stimo-

lare il pubblico. Ognuno dei quattro attori è dota-

to di una forte personalità e di un carisma assai

spiccato ma è anche capace di mettersi al servizio

dell’insieme. È un po’ questo il segreto del succes-

so della Brass Bang!: forza deflagrante e armonio-

so incastro di voci riconoscibili. E non aspettatevi

una street parade e i musicisti che vanno a cercare

la gente nei vicoli della città: questa è una band da

palcoscenico.

Antonio Blasi

UN PIANISTA CHE VIENE DALL’AVANA

DA NON PERDERE

RENATO SELLANIIl poeta è di casa. Con Moriconi e Manzi un trio collaudatissimo all’insegna di un jazz ormai riconoscibile Non è un mistero che «Il poeta» (qui virgolet-

tato per rifarci alla registrazione del rilancio di-

scografi co) Renato Sellani sia di casa a Umbria

Jazz. Il suo doppio duo quotidiano con Massi-

mo Moriconi è tra gli appuntamenti più seguiti

dell’estate perugina. Intelligibile e alla porta-

ta di tutti, il loro jazz detesta i proclami e ama

invece rispettare le melodie, derivino esse da

standard, canzoni italiane e brasiliane, musica

d’autore. Vastissimo è il repertorio timbrabile

«Sellani & Moriconi».

In trio il discorso non cambia; a maggior ragio-

ne se i due vengono raggiunti dall’esperto e

duttile Massimo Manzi, che offre swing e una

spinta leggera alla cantabilità del pianista. Chi

conosce la discografi a del poeta, ingigantitasi

negli ultimi anni grazie al lavoro in studio per

Philology (un catalogo che è un archivio da

preservare!), sa che Manzi è in un certo senso

il batterista di Sellani. La scaletta giornaliera,

siamo certi, non verrà mai stravolta: semmai

impreziosita qua e là da qualche brano (stan-

dard? canzone?) che non ci s’aspetta.Luca Civelli

BRASS BANG! Con Paolo Fresu - Steven Bernstein - Gianluca Petrella - Oren Marshall

Alfredo Rodriguez 30-31 dicembre ore 16

1-2 gennaio ore 16Palazzo del Popolo - sala dei 400

PALAZZO DEL POPOLO - SALA DEI 40030 DICEMBRE ORE 22

1 GENNAIO ORE 22TEATRO MANCINELLI

1 GENNAIO ORE 12 GENNAIO ORE 15:30

Palazzo dei Sette

29 dicembre ore 20:30 30 dicembre ore 18 e 22:30 31 dicembre ore 18 e 23 1 gennaio ore 16:30 e 212 gennaio ore 19:30 e 22:30

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Cortesia Umbria Jazz / Roberto Cifarelli

M U S I C A

Page 4: Musica Jazz Daily - Speciale Umbria jazz winter

Rosario Giulianimiglior sassofonista

Danilo Reamiglior tastierista

Roberto Gattomiglior batterista

TOP JAZZ 2010

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top jazz 2010inserto e cd

con Danilo Rea Stefano Bollani

faBRizio BoSSoRoBeRto Gatto

Unknown ReBel BanDGallo & the RooSteRSfRanceSco BeaRzatti

RoSaRio GiUlianiRoBeRto cecchetto

Silvia BoloGneSi paolo Damiani

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l’anima è nelle radici

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CD

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DANILO REASTEFANO BOLLANIFABRIZIO BOSSOROBERTO GATTOUNKNOWN REBEL BANDGALLO & THE ROOSTERSFRANCESCO BEARZATTIROSARIO GIULIANIROBERTO CECCHETTOSILVIA BOLOGNESI PAOLO DAMIANISTEFANO PASTOR

M U S I C A

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S.I.A.E. P 2011

Tempo totale: 61:23 Selezione discografi ca di Filippo Bianchi.Cd fuori commercio allegato a Musica Jazz numero 1/2011

MJCD 1232 P 2011

S.I.A.E

nuovo talento: Silvia Bolognesi1. BUUAAH! (Silvia Bolognesi) 6:26Luca Marianini, Sergio Gistri (tr.), Tony Cattano (trne), Piero

Bittolo Bon, Cristiano Arcelli, Dimitri Grechi Espinoza, Rossano

Emili (ance), Ian Da Preda (vib.), Silvia Bolognesi (cb.), Andrea

Melani, Simone Padovani (batt., perc.). Colle Val d’Elsa, teatro

dei Varii, 5-6 giugno 2009.Da: Silvia Bolognesi Open Combo, «Large» (Fonterossa)strumentista (batteria): Roberto Gatto2. DEEP (Roberto Gatto) 6:06Giovanni Falzone (tr.), Francesco Bearzatti (ten., cl.),

Emmanuel Bex (org.), Dario Deidda (cb.), Roberto Gatto (batt.).

Roma, Casa del jazz, 23 marzo 2009.Da: Roberto Gatto, «Live At Casa del jazz» (Casa del jazz)

disco: «X (Suite For Malcolm)»3. A NEW LEADER (Francesco Bearzatti) 5:13Giovanni Falzone (tr., elettr.), Francesco Bearzatti (ten.,

elettr.), Danilo Gallo (cb., b. el.), Zeno de Rossi (batt.).

Cavalicco, 29-31 marzo 2010.Da: Francesco Bearzatti Tinissima Quartet feat. Napoleon

Maddox, «X (Suite For Malcolm)» (Parco della musica)musicista: Stefano Bollani4. DOM DE ILUDIR (Caetano Veloso) 5:51Stefano Bollani (p.), Jesper Bodilsen (cb.), Morten Lund (batt.).

New York, ottobre 2008.Da: Stefano Bollani, «Stone In The Water» (Ecm)compositore o arrangiatore: Paolo Damiani5. SENTIERI SMARRITI (Paolo Damiani) 4:57Fulvio Sigurtà, Francesco Lento (tr., fl ic.), Massimo Morganti

(trne, fi s.), Cristiano Arcelli (sop., alto, arr.), Marco Guidolotti

(bar., cl.), Michele Francesconi (p.), Luigi Masciari (chit.), Paolo

Damiani (cello, dir.), Daniele Mencarelli (b. el.), Alessandro

Paternesi (batt.), Ludovica Manzo (voc.). Perugia, giugno 2010.

Da: Paolo Damiani, «Pane e tempesta» (Egea)strumentista (ance): Rosario Giuliani6. OVER LINES (Rosario Giuliani) 4:19Rosario Giuliani (alto), Pierre de Bethmann (p.), Darryl Hall

(cb.), Joe La Barbera (batt.). Cavalicco, 24-26 settembre 2009.

Da: Rosario Giuliani, «Lennie’s Pennies» (Dreyfus)

strumentista (ottoni): Fabrizio Bosso7. BLACK SPIRIT (Fabrizio Bosso) 4:18Fabrizio Bosso (tr.), Max Ionata (sop., ten., fl .), Luca Mannutza

(p.), Nicola Muresu (cb.), Lorenzo Tucci (batt.). Roma, giugno

2009.Da: Fabrizio Bosso, «Black Spirit» (Pony Canyon)strumentista (basso): Danilo Gallo8. BELA LUGOSI (Danilo Gallo) 4:21

Gerhard Gschlössl (trne, tuba), Achille Succi (cl. b.), Gary Lucas

(chit., dobro), Danilo Gallo (cb., chit., tast., perc.), Zeno de

Rossi (batt., perc.). Milano, 9-10 febbraio 2008.Da: Gallo & The Roosters + Gary Lucas, «The Exploding Note

Theory» (El Gallo Rojo)formazione (II): The Unknown Rebel Band9. PRAZSKÉ JARO (Giovanni Guidi) 4:59Fulvio Sigurtà, Mirco Rubegni (tr., fl ic.), Mauro Ottolini (trne,

tuba), Dan Kinzelman (ance, arr.), Daniele Tittarelli, David

Brutti (ance), Giovanni Guidi (p., dir.), Giovanni Maier (cb.),

João Lobo (batt.), Michele Rabbia (perc.). Perugia, febbraio

2009.Da: Giovanni Guidi, «The Unknown Rebel Band» (p) 2009 C.A.M.

S.r.l. under license by CAM CINE TV MUSIC, Inc. ISRC: US29B0955719. strumentista (tastiere): Danilo Rea10. LA BALLATA DELL’AMORE CIECO (Fabrizio De André) 4:39

Danilo Rea (p.). Klais, Schloss Elmau, gennaio 2010.Da: Danilo Rea, «A Tribute To Fabrizio de André» (Act)strumentista (chitarra): Roberto Cecchetto

11. DEEP BLUE (Roberto Cecchetto) 5:03Francesco Bearzatti (ten., cl.), Roberto Cecchetto (chit.), Luca

Bulgarelli (cb.), Ivo Parlati (batt.). Cavalicco, 30-31 marzo

2009.Da: Roberto Cecchetto, «Mantra» (Parco della musica)strumentista (miscellanea): Stefano Pastor

12. PART 6 (Beckett, Haslam, Pastor, Harris, Kershaw) 4:44

Harry Beckett (tr.), George Haslam (tarogato, bar.), Stefano

Pastor (viol.), Richard Leigh Harris (p.), Steve Kershaw (cb).

Oxford, The Holywell Music Room, 17 settembre 2006.Da: Beckett, Haslam, Pastor, Harris, Kershaw, «The Holywell

Sessions» (Slam)

TOP JAZZ 2010

MJ

CD

123

0

Top2010

Jazz1. Silvia Bolognesi Open Combo: BuuaaH!

6:26

2. Roberto Gatto: Deep

6:06

3. Tinissima Quartet: A New Leader

5:13

4. Stefano Bollani: Dom de iludir

5:51

5. Paolo Damiani: Sentieri smarriti

4:57

6. Rosario Giuliani: Over Lines

4:19

7. Fabrizio Bosso: Black Spirit

4:18

8. Gallo & The Roosters + Gary Lucas: Bela Lugosi

4:21

9. The Unknown Rebel Band: Prazské Jaro

4:59

10. Danilo Rea: La ballata dell’amore cieco

4:39

11. Roberto Cecchetto: Deep Blue

5:03

12. Beckett, Haslam, Pastor, Harris, Kershaw: Part 6

4:44

tempo totale 61:23

Selezione discografi ca di Filippo Bianchi.Cd fuori commercio allegato a Musica Jazz n. 1/2011

Si ringraziano tutti i musicisti coinvolti e inoltre: per il brano 1, Fonterossa e Silvia Bolognesi; per il brano 2, Casa del jazz, Luciano Linzi

e Azienda Speciale Palaexpo; per i brani 3 e 11, PdM, Flavio Severini ed Egea; per il brano 4, Ecm, Manfred Eicher e Ducale; per il brano 5,

Egea e Antonio Miscenà; per il brano 6, Dreyfus, Helaine Dreyfus ed Egea; per il brano 7 (gentile concessione di Pony Canyon), Fumihito

Higashino e Verdearancio; per il brano 8, El Gallo Rojo e Danilo Gallo; per il brano 9, Cam, Ermanno Basso e Ird; per il brano 10, Act, Siggi

Loch ed Egea; per il brano 12, Slam e George Haslam.

M U S I C A

124 MM.

125 MM.6 MM.

93 MM.

120 MM.

126

MM.

126 MM.

Page 5: Musica Jazz Daily - Speciale Umbria jazz winter

www.musicajazz.it

947. Woody Herman rag-

gruppa il secondo gregge

(Second Herd) della sua

orchestra. Per una regi-

strazione sarà conosciuta

come Four Brothers, per

via dei quattro sax: tre

tenori (Zoot Sims, Herbie

Steward e Stan Getz, poi sostituito da Al

Cohn) e un baritono (Serge Chaloff).

Harry Allen, Eric Alexander, Grant Ste-

wart e Gary Smulyan non sono fratelli

come non lo erano evidentemente i loro

predecessori. Eppure si conoscono bene

e nel corso delle rispettive carriere si

sono spesso incontrati. È il caso di Ste-

wart e Alexander: «Wailin’» e «Cookin’»,

titoli di chiara ascendenza davisiana, te-

stimoniano il peso musicale del quintet-

to Reeds And Deeds, da loro condiviso.

Le rispettive discografi e ed esperienze

personali c’informano ancora di più.

Smulyan è uno che sa come si suona in

sezione: lo ha capito in anni di perma-

nenza nella Village Vanguard Orchestra

e nei tanti Monday Nights suonati al Vil-

lage. A inizio anni Novanta, Alexander

diede vita a un progetto non lontano dai

Four Others: The Tenor Triangle.

Con i Four Others la coesione, la capacità di ascolto e d’interazione sosterranno assoli dai quali buona parte

della storia dello strumento emergerà: Gene Ammons, Stan Getz, Al Cohn, Ben Webster, Zoot Sims e perfi no

sprazzi di John Coltrane riecheggeranno prepotentemente. C’è poi un altro aspetto interessante: la ritmica.

A dare man forte alla front line saranno i musicisti stabili del quartetto di Harry Allen: Rossano Sportiello

(pianista che la fuga dei cervelli ha estirpato dal suolo italiano), Joel Fobes (contrabbasso) e Chuck Riggs

(batteria) vanno a nozze con la dimensione ballad («New York State Of Mind» di Allen è in tal senso un disco

consigliato).

Luca Civelli

1

Four Others

Enzo Pietropaoli è molto amato dal pubblico: rappre-

senta un po’ l’immagine bella del jazz nazionale. La

cantabilità del contrabbasso a servizio delle immagini

e della parola, Pietropaoli ama negli ultimi anni pre-

sentare progetti inediti proprio a Umbria Jazz. E nep-

pure questa volta disattenderà le attese.

Enzo, ancora una volta un progetto multimediale inedito: ci racconti One Han d Jack?Rispetto ai progetti multimediali degli anni scorsi (nati

dalla passione di Massimo Achilli), in cui si coniugava-

no immagini e musica, One Hand Jack vede l’ingresso

di un terzo elemento: la parola. Due attori leggeranno

infatti un breve racconto di Stefano Benni.

L’anno scorso avevi al tuo fi anco Fulvio Sigurtà; ora Julian Mazzariello. È una scelta consapevole quella di puntare su musicisti della nuova generazione?Il sodalizio artistico con Fulvio e con Julian è frutto di

una grande stima, umana e musicale; non c’è un dise-

gno alle spalle. Il concetto di gioventù è sempre relati-

vo: si tratta di ottimi musicisti intorno ai trent’anni che

hanno già avuto importanti esperienze. La gioventù

non è una questione di anagrafe ma è il modo in cui

ci si pone di fronte alla vita e alla musica. A pensar-

ci bene, alla loro età non mi sentivo poi così giovane

ma la vita è strana: se essere giovani vuol dire avere

ancora tanto da imparare, allora oggi posso dire di ri-

sentirmi giovane.

Ormai il tuo rapporto con la città di Orvieto è più che consolidato: cosa ti lega a essa e più in generale a Umbria Jazz Winter?Amo questa città e in particolare il clima che si respira

in quei giorni e, come diceva l’indimenticabile amico

Sauro Peducci, mi sento come a casa. Ci si aggira da

una stanza all’altra, s’incontrano amici in un clima di

intimità e complicità. Entri ed esci senza condiziona-

menti di tempo: una magia che non può avvenire nei

grandi festival estivi.

Andrea Scaccia

ENZO PIETROPAOLITra immagini musica e parole il nuovo progetto del contrabbassista romano

NON SIAMO FRATELLI; PERÒ… ALLEN, ALEXANDER, STEWART E SMULYAN PROIETTANO WOODY HERMAN NEL 2011

29 dicembre ore 2230 dicembre ore 19

2 gennaio ore 19Palazzo del Popolo - Sala dei 400

31 dicembre ore 16 1 gennaio ore 18

Teatro Mancinelli

DA NON PERDERE

ROBERTO GATTO QUINTETTributo a Shelly Manne

Un disco su Shelly Manne: «L’idea nasce sicura-

mente dalla voglia di rendere omaggio a un gran-

de musicista del passato, così come feci già con

Miles Davis, ma sopratutto direi alla musica che

producevano alcuni gruppi in determinati periodi

storici. La musica che ho trascritto si riferisce a

una serie di cinque volumi registrati nel 1959 nel

famoso Blackhawk Club di San Francisco. La par-

ticolarità è soprattutto nel repertorio, molto più

newyorkese, considerato che il gruppo operava

sulla West Coast ed era quindi catalogato come

jazz californiano. Una musica molto energica e

piena di swing faceva di quel gruppo una delle

migliori ma un po’ sottovalutate formazioni di

Shelly Manne».

L’omaggio di Gatto ha ormai un paio d’anni; però

il disco è nuovo di pacca («Remembering Shel-ly» per la giapponese Alboré): un passaggio ob-

bligatorio per il batterista romano. «Ho sempre

ammirato Shelly Manne come batterista ma so-

pratutto come bandleader e musicista eclettico.

Raffi natissimo esperto di spazzole e famoso per

il suo suono elegante, fu capace di spaziare da

André Previn all’orchestra di Stan Kenton, da Bill

Evans a Sonny Rollins e Ornette Coleman». An-

che quella di Gatto è una presenza che si rinnova

spesso negli ultimi anni a Orvieto: «Ogni volta

che torno ne riesco ad ammirare angoli nuo-

vi e sfumature diverse. Sono sicuro che anche

quest’anno scoprirò ancora delle meraviglie».

Antonio Blasi

ORE 1730 E 31 DICEMBRE

1 E 2 GENNAIOSALA DEL CARMINE

Palazzo del Popolo - Sala Expo29 dicembre30 dicembre 1 gennaio 2 gennaio

’round midnight

M U S I C A29 DICEMBRE 2010 - 2 GENNAIO 2011

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Teatro Mancinelli31 dicembre ore 16

Page 6: Musica Jazz Daily - Speciale Umbria jazz winter

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da gennaio 2011 300 ore

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Anno 66° supplemento al n. 01 (722), gennaio 2011

Direttore responsabileFilippo Bianchi

VicecaposervizioAlessandro [email protected]

Assistente di redazioneAlessandra [email protected]

Progetto grafi coPier Paolo Pitacco per Cento per Cento, MilanoGraphic designer: Silvia Rappini

Musica Jazz Daily Speciale Roma Jazz Festival

Project leaderFederico Scoppio e Andrea [email protected], [email protected]

EditorAlessandro [email protected]

Hanno collaborato a questo numero: Alessio Biancucci, Antonio Blasi, Luca Civelli.

22publishing s.r.l.

Direzione, redazione, amministrazione: via Morozzo della Rocca 9 • 20123 Milano • tel. 02/87389383 • Distribuzione esclusiva Italia: m-Dis distribuzione media spa • via Cazzaniga 1 • 20132 Milano • tel. 02/2582.1 • fax 02/25825306 • email: [email protected] • stampa: Rotopress International srl, Loreto (An) • Registrazione Tribunale di Milano n. 711 del 1948. sped. in a.p. - d.l. 353/2003 (conv. in l. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, Dcb Milano.

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Page 7: Musica Jazz Daily - Speciale Umbria jazz winter

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Sassofono, vibrafono e piano-

forte: nell’edizione 2009 il trio

fu una produzione originale del

festival. Ora ritorna con quat-

tro concerti che presenteranno

in anteprima il nuovo disco per

Egea. «Tutto nasce da un’idea di

Carlo Pagnotta», racconta Giulia-

ni, sassofonista del 2010 per il referendum della

nostra rivista. «Ci invitò in estate a Perugia per

tre concerti all’oratorio di Santa Cecilia, dalle

registrazioni dei quali nacque il disco in uscita

in questi giorni, “Stepping On Stars”. Cono-

scevo già Dado Moroni e Joe Locke, con i quali

collaboro da tempo e in diverse formazioni, ma

non avevamo mai avuto occasione di suonare

insieme in trio. Li stimo molto e per me è stato

e sarà un grande piacere condividere con loro

questa esperienza».

Che legame hai con il festival e con la città di Orvieto?Penso che suonare a Umbria Jazz sia una gran-

de opportunità, una splendida vetrina di cui

sono molto contento di far parte. Orvieto poi è

una città abbagliante, che rende Umbria Jazz

Winter unica al mondo.

Tu che sei ormai un frequentatore abituale della città, vuoi raccontarci quali luoghi visiti con più piacere?

Ci sono ambienti che hanno una magia incredibile: per esempio piazza Duomo, il museo Greco, la piazza

del Popolo. E poi ascoltare i concerti, visto che c’è la possibilità di incontrare tanti bravi musicisti, rende i

giorni di lavoro un momento anche molto istruttivo e di maturazione.

Federico Scoppio

S

Pare che Chicago stia pacifi camente invadendo

l’Umbria. Dopo lo sbarco dell’Aacm (Association For

The Advancement Of Creative Musicians) nell’estate

2009, con tanto di legittima carte blanche offerta a

George Lewis, Ernest Dawkins, Saalik Ziyad e Nicole

Mitchell, e ampiamente documentata da Musica Jazz

(con l’inserto e il Cd di luglio 2010), ritorna una delle

voci protagoniste di quel Great Black Music Ensem-

ble: la cantante Dee Alexander. La sua Vocaleidosco-pe appariva accanto ad altri cinque brani in quel Cd

di inediti, una gemma per i jazzofi li più appassionati e

impegnati. Chi ha quel disco, riascolti il brano per farsi

un’idea di alcune nozioni compositive (la voci che si

intersecano, appoggiano e sostengono come in una

sorta di tetris) e abilità vocali di Dee Alexander, che

ha appreso dai maestri di Chicago quanto sia impor-

tante vivifi care la tradizione, riuscendo a estendere

la storia delle cantanti jazz fi no al funky contaminato

degli ultimi vent’anni. In breve: ogni sua esibizione of-

fre uno spaccato della black music.

Staremo a vedere quale sarà il punto di partenza a

Umbria Jazz Winter. Facile pensare a un rilancio dei

brani di «Wild As The Wind» (BluJazz, 2009), inciso

assieme ad alcuni musicisti che aderiscono in pieno

alle direttive della leader. Il quartetto adopera una

strumentazione insolita (che stupirà meno chi cono-

sce la fantasia titpica degli organici chicagoniani), con

gli archi a sostenere o raddoppiare la voce: James

Sanders (violino), Tomeka Reid (violoncello), Junius

Paul (contrabbasso) ed Ernie Adams (batteria e per-

cussioni). Qualcuno li chiama Dee Alexander’s Evolu-

tion Ensemble. Se il vento fi schierà, sarà selvaggio

per le vie di Orvieto…

Luca Civelli

ANTEPRIMA DEL PRIMO DISCO DEL TRIO

DA NON PERDERE

THE SELVY SINGERSCome da tradizione a Orvieto sbarca il gospel:

una serie di appuntamenti in diversi luoghi del-

la città, culminanti con l’ormai consueto con-

certo che saluterà l’avvento del nuovo anno, al

Palazzo del Popolo, e con la messa della pace

nel Duomo, il primo dell’anno. Uno spettacolo

unico e irripetibile vedrà protagoniste le sorel-

le Selvy. Più che d’un gruppo è giusto parlare

di una vera e propria famiglia musicale. Dar

vita alla band fu un’idea del padre, il reverendo

Jesse Selvy Jr, e di sua moglie Johnnie; e con

un’esperienza live ventennale il gruppo ha con-

quistato il pubblico a stelle e strisce, fi no alla

nomination del 2003 come artista dell’anno

all’American Gospel Convention. Classici della

grande tradizione gospel e pezzi inediti, com-

posti dalla stessa band, si alterneranno in una

serata che rimarrà nella bacheca dei ricordi.

Plinio Bonato

DEE ALEXANDERSoffi a forte il vento di Chicago. Già a Perugia con il Great Black Music Ensemble

Joe Locke . Rosario Giuliani . Dado Moroni

30 dicembre ore 16Palazzo del Popolo - sala Expo.

31 dicembre ore 12 Museo Emilio Greco.

1 gennaio ore 12Palazzo del Popolo - sala dei 400

2 gennaio ore 15:30.Palazzo del Popolo - sala Expo

MUSEO EMILIO GRECO ORE 12 30 DICEMBRE ORE 12 1-2 GENNAIO

PALAZZO DEL POPOLO, SALA DEI 400 ORE 12 31 DICEMBRE

M U S I C A29 DICEMBRE 2010 - 2 GENNAIO 2011

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Palazzo del Popolo - sala dei 400

30 dicembre ore 12 1 gennaio ore 12 gennaio ore 12Duomo - Messa della Pace & Gospel

1 gennaio ore 17

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