Museo della pergamena, del · 2015-03-23 · La pergamena Per la preparazione della pergamena si...
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Museo della pergamena, del libro e del documento d’archivio
Sezione I: la Pergamena
La pergamena
Tra i supporti per la scrittura, col tempo la
pergamena si sostituisce al Papiro.
La tradizione attribuisce ai re di Pergamo (in Asia Minore) il merito di aver diffuso l’impiego della pergamena per i libri.
La pergamenaPer la preparazione della
pergamena si usavano pelli di animali, specie ovini: la pelle si
immergeva per qualche giorno in un bagno di calce per farne
cadere i peli e sgrassarla. Tesa su un telaio, si puliva con un coltello
per eliminare le irregolarità. Quindi si usava la pietra pomice
per levigarla e si riduceva alla grandezza desiderata.
La pergamena
La richiesta di testi aumentava sempre più ma non si potevano
decimare intere greggi:
Per un testo di grandi dimensioni, di almeno 300 pagine, potevano essere
necessarie anche 150 pecore.
La pergamena
Ci furono allora i primi casi di riciclaggio: i testi che non
erano più interessanti o attuali venivano raschiati e i fogli di pergamena riscritti.
Questi libri si chiamano palinsesti perché sono stati scritti “di nuovo” (palin in greco significa di nuovo,
sestin raschiare)
Le pergamene del Cedido
Le pergamene conservate presso il Cedido sono circa
1000, la pergamena originale più antica risale al 1031, ma ci sono copie
di documenti risalenti anche ad epoca più antica.
Si tratta di Bolle, Brevi, Istrumenti, atti notarili.
La Bolla pontificia
Prendono il nome di Bolla tutti quei documenti, diversi
per forma e contenuto, caratterizzati da un
elemento comune: il sigillo di piombo.
Tutte le bolle cominciano col nome del pontefice,
seguito dal titolo episcopus, servus servorum Dei.
Il Breve pontificio
Per Breve si intende un qualsiasi documento di prova, generalmente redatto a richiesta del destinatario e
privo di firma dell’autore.
Nel testo, i brevi portano scritto in alto il nome del papa, seguito dalla qualifica e dal numero ordinale. L’elemento più caratterizzante è rappresentato dalla
formula di corroborazione sub anulo pescatorisaggiunta nella data dopo il luogo.
La scrittura
In Grecia, e poi anche a Roma, coloro che trascrivevano i libri in tante copie (i copisti) avevano a loro disposizione:
una riga per tracciare le linee su cui scrivere,
un rasoio per raschiare l’inchiostro dalla pergamena in caso di errori,
un compasso per controllare che le righe fossero alla stessa distanza l’una dall’altra.
La scritura
Prima di scrivere il copista
organizzava lo spazio nella
pagina.
Distendeva il foglio su un apposito
telaio
La scrittura
Per leggere senza fatica era importante che lo spazio bianco del foglio e il nero dell’inchiostro fossero in
armonia.
Lo scriba doveva lasciare bianchi i margini della pagina e organizzare il
posto per il testo, per le iniziali, per le illustrazioni.
La scrittura
Il copista faceva i fori a destra e a sinistra della
pagina, lungo i margini, appoggiava la riga tra i fori e tirava le
linee su cui scrivere ordinatamente.
Lasciava poi degli spazi bianchi destinati ala lavoro del miniatore.
Le pergamene miniate
Il termine miniato accenna a qualcosa di piccolo, in realtà il
significato originario è un altro:
“miniare” significa colorare di rosso. Il Minio era un minerale dal quale si ricavava il rosso usato per
decorare i libri con illustrazioni, piccole rispetto ad un quadro o ad
un affresco: per questo oggi la parola miniatura indica un
oggetto minuto e bello.