Museo del Jazz Martedì 21 aprile 2015, ore 18 Luigi Monge ......2015/04/21  · Museo del Jazz...

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Museo del Jazz Martedì 21 aprile 2015, ore 18 Luigi Monge presenta “John Lee Hooker Story” Nato a Clarksdale nel Mississippi nel 1917, scomparso in California nel 201, Hooker è stato uno dei grandi protagonisti del blues, una di quelle figure guida capaci di influenzare diverse generazioni di musicisti. Hooker possedeva una voce grave e quasi minacciosa, che sapeva utilizzare quasi come un ricamo sciamanico sul flusso ininterrotto di note che scaturivano dalla sua chitarra. Sulla sei corde possedeva uno stile assieme primitivo e futuribile, fatto di ripetizione ostinata di “riff”, grappoli di note usate in senso ritmico, e sostenute dal battito del piede. Hooker nel 1936 non ancora ventenne è a Memphis, dove comincia ad esibirsi nei club della leggendaria Beale Street, e si trasferisce poi a Cincinnati ed a Detroit, dove lavora come tornitore in una fabbrica di auto, continuando al contempo a prefezionare il suo blues primordiale e potentissimo. Il primo successo è Boogie Chillun, nel 1948, cui

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  • Museo del Jazz

    Martedì 21 aprile 2015, ore 18

    Luigi Monge presenta

    “John Lee Hooker Story”

    Nato a Clarksdale nel Mississippi nel 1917, scomparso in California nel 201, Hooker

    è stato uno dei grandi protagonisti del blues, una di quelle figure guida capaci di

    influenzare diverse generazioni di musicisti. Hooker possedeva una voce grave e

    quasi minacciosa, che sapeva utilizzare quasi come un ricamo sciamanico sul flusso

    ininterrotto di note che scaturivano dalla sua chitarra. Sulla sei corde possedeva uno

    stile assieme primitivo e futuribile, fatto di ripetizione ostinata di “riff”, grappoli di

    note usate in senso ritmico, e sostenute dal battito del piede. Hooker nel 1936 non

    ancora ventenne è a Memphis, dove comincia ad esibirsi nei club della leggendaria

    Beale Street, e si trasferisce poi a Cincinnati ed a Detroit, dove lavora come tornitore

    in una fabbrica di auto, continuando al contempo a prefezionare il suo blues

    primordiale e potentissimo. Il primo successo è Boogie Chillun, nel 1948, cui

  • seguiranno Hobo blues e Shake It Baby, Boom Boom Boom, I’m In The Mood, e tanti

    altri titoli.

    Negli anni Sessanta John Lee Hooker è una delle figure più amate e seguite nel

    blues revival che investe l’Europa, e l’Inghilterra in particolare, dove si esibisce al

    fianco degli allora giovanissimi rockers che formeranno il suono del rock blues

    classico. Con gli americani Canned Head incide un doppio album restato nella

    leggenda, per sfiorare poi, nelle sue incisioni successive, il rhythm and blues più

    sanguigno , certe forme di suol music ed il rock.

    Negli ultimi anni di vitato Lee Hooker incide i suoi dischi di maggiore successo,

    facendosi accompagnare o ospitando nei suoi lavori figure famosissime del rock

    come Van Morrison, Bonnie Raitt, Keith Richards, Carlos Santana, e trovando modo

    anche di collaborare con un altro gigante della musica nera, il trombettista jazz

    Miles Davis, per la colonna sonora del film Hot Spot. Hooker appare anche nel

    fortunatissimo film Blues Brothers.

    Alcuni dei titoli in programma: Maudie, Boom Boom, Hobo Blues, It Serves Me Right

    to Suffer, Baby Please Don’t Go, Maudie, Tupelo, Mississippi, Come Back Baby. Tra gli

    ospiti: Muddy Waters, Foghat, Paul Butterfield, Van Morrison.