Affondamento Del Monge-libre
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Bollettino Numero 207 - Anno XXXIV Pagina 1
Laffondamento del Monge
L e origini della Grande Guerra, quella che il pontefice Benedetto XV defin una inutile strage,
sono molteplici e, talvolta, contradditto-rie. Troviamo innanzitutto il revanscismo della Francia, nazione mai rassegnatasi alla debacle con cui si era concluso il precedente conflitto franco-prussiano del 1870-1871. Altri elementi rilevanti furo-no le politiche coloniali, laumento dellarmamento navale della Germania, la perenne instabilit dei Balcani. LItalia, in origine legata agli Imperi Centrali nella Triplice Alleanza, fino al 1915 rimase neutrale mercanteggiando con lAustria-Ungheria la consegna di territori che, pur essendo popolati da gente di lingua italiana, negli ultimi se-coli erano sempre appartenuti allImpero Asburgico. Sotto la spinta di forze ege-moni - la Massoneria, la grande indu-stria, i Savoia - e contro il desiderio della maggioranza della popolazione e dei politici pi accorti (Giolitti) lItalia di Salandra e Sonnino nel maggio 1915, rinnegando i patti sottoscritti fin dal lon-tano 1882, entr in guerra contro lAustria. Sul mare linizio del conflitto si rive-l subito tragico. I quadri della Regia Marina non erano migliori di quelli che,
s c o n f i t t i cinquantanni pri-ma a Lissa dalla f l o t t a aus t ro -veneta, vennero definiti teste di legno in navi di ferro. La maggio-ranza delle navi era riunita a Taranto e i tentativi di trasfe-rirne una parte a Venezia cessarono dopo laffonda-mento in Adriatico di varie grosse uni-t. Lasciando le considerazioni ge-nerali, vogliamo qui rievocare un episodio, forse secondario, che per mette in luce il comportamento cavalleresco, e talvolta eroico, che caratterizz laspra guerra combattutasi sui mari dalle flotte delle nazioni coinvolte. In particolare desideriamo ricordare lepisodio che coinvolse il Tenente di Va-scello francese Roland Morillot, ufficiale che in omaggio di una antica tradizione marinara, affond insieme al sommergibile da lui comandato. Il conte Roland Moril-lot, giovane aristocratico, longilineo, appa-rentemente freddo ma contemporaneamen-te gentile, aveva immediatamente conqui-stato laffetto rispettoso del suo equipag-gio. Nato nel 1885 nel castello di Busse-mont a Saint Lumier La Populeuse (Marna) da una antica famiglia elencata nellArmorial General de France (per uno strano caso al di sopra di quella del suo affondatore), aveva frequentato lEcole Navale di Tolone dove aveva guadagnato i gradi di Guardiamarina nel 1903. Sposato nel 1913 con la figlia dellAmmiraglio Louis de Marolles, gi comandante della squadra navale francese in Indocina, ave-va un figlio nato poco dopo linizio della guerra. Nominato Tenente di Vascello il 14 novembre 1913, fu uno dei primissimi sommergibilisti francesi; allo scoppio del 1 conflitto mondiale ebbe il comando del sommergibile Monge con il quale oper,
Il Tenente di Vascello Roland Morillot medaglia doro italiana al valor militare
Il Capitano di Fregata Franz Morin Copertina e particolare
dellArmorial Gnral de France
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dal 24 maggio 1915, alle dipendenze del Comando Gruppo Sommergibili di Ta-ranto, con sede a Brindisi per esigenze della Marina italiana. Il sommergibile Monge apparteneva alla classe Pluvise ed era entrato in ser-vizio nel 1910. La sua lunghezza era di 50,75 m; la stazza di 404 ton-nellate; lapparato propulsivo era composto da due motori a vapore da 360 cv e da due motori elettrici da 200 cv; la velocit in superficie era di 12 nodi mentre quella in immer-sione arrivava a 8 nodi. Era armato con 7 siluri; il suo equipaggio era composto da 26 uomini e due ufficiali. I due motori a vapore era-no alimentati a nafta e quando erano in funzione veniva e-
stratto dallo scafo un corto fumaiolo, ben visibile nelle immagini che pubblichiamo. Il suo ultimo avversario, per una strana fatalit, di-scendeva da famiglia france-se emigrata nella seconda met del 500 a Lussinpicco-lo e dedita da allora alla na-vigazione1. Lallora Capita-no di Corvetta Franz Morin era nato a Lussino nel 1874 diventando Guardiamarina nel 1891 mentre il fratello pi giovane Silvius, nato nel 1877 e ingegnere navale, era entrato in Marina nel 1899 e, nel 1913, era gi Schffbau-Oberingenieure 3 Klass. Nel 1915 Franz Morin comandava il cacciatorpediniere Balaton, una nave moderna e molto veloce. Il cacciatorpediniere Balaton apparte-
neva alla classe Tatra, classe a cui apparte-nevano anche lo Csepel, il Lika, il Triglav e lOrjen. Costruito nel 1912 nel cantiere Ganz & Co Danubius di Porto Re, era lungo 83,5 m, largo 7,8m e stazzava 1050 t. Lapparato motore era formato da 6 cal-daie Yarrow a carbone che alimentavano 2 turbine AEG: la velocit massima si aggi-rava intorno ai 33 nodi. Larmamento comprendeva due cannoni da 10 cm, 6 cannoni da 7 cm e due lanciasiluri da 45 cm. Lequipaggio era composto da 105 uomini. Dopo il 20 dicembre 1915, quella che anche i francesi consideravano la migliore squadra di cacciatorpediniere austo-ungarica formata dalle navi Czepel, Tatra, Balaton, Lika e Triglaw era giunta a Catta-ro e si era riunita allincrociatore Helgo-land. Ed ecco il racconto Hans Sokol, sto-rico ufficiale della imperial-regia marina2: Una delle operazioni pi notevoli, pi
ricche di conseguenze, ed anche pi ono-
revoli per la marina austro-ungarica, fu
quella portata a termine il 29 dicembre
1915 dall i.r. incrociatore Helgoland e dagli ii.rr. cacciatorpediniere Csepel,
Lika, Triglav, Tatra e Balaton. La flottiglia, uscita da Cattaro
alla mezzanotte fra il 28 e il 29
dicembre, aveva il compito di
esplorare la zona di mare fra
Brindisi e Durazzo, perch a
mezzo dei nostri idrovolanti si
era accertata la presenza a
Durazzo dei due cacciatorpedi-
niere italiani Ostro ed Euro, ed
era probabile che queste due
unit dovessero partire quello
stesso giorno alla volta di Va-
lona o di Taranto. La flottiglia,
se non avesse trovato i due
cacciatorpediniere italiani,
avrebbe dovuto eseguire
allalba una ricognizione nel porto di
Roland Morillot (a destra) con il suo secondo a pranzo sul Monge
Franz Morin (al centro) con due suoi ufficiali a pranzo sul Balaton
Roland Morillot sul Monge Franz Morin, allora Tenente di Vascello,
sul ponte del Zenta
Il sommergibile a vapore Monge in navigazione
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Durazzo e bombardare senzaltro il na-
viglio mercantile che vi avesse trovato,
perch poco tempo prima il sommergibi-
le austro-ungarico 15 vi era stato canno-
neggiato tanto dai piroscafi che erano in
porto, quanto da batterie di terra.
Alle 02,35 li.r. incrociatore Helgo-
land a 24 miglia a levante di punta Men-ders invest un sommergibile che navigan-
do col solo periscopio fuori acqua, a ca-
gione delle pessime condizioni di visibilit
nella notte senza luna, non aveva veduto
lincrociatore e ne venne speronato. Il
sommergibile, che era il sommergibile
Spaccato del Monge
Sistema lanciasiluri del Monge
I siluri del Monge
Tango, la mascotte del Monge
francese Monge, tenente di vascello Mo-rillot, affior di poppa allHelgoland e proprio sotto il bordo del Balaton che lo affond protamente col suo fuoco di arti-
glieria. Lufficiale in seconda e 18 uomi-
ni vennero fatti prigionieri dal Balaton, 7 dallo Csepel; il comandante volonta-riamente affond con la sua nave. La cronaca prosegue con laspro combattimento che la flottiglia sostenne contro preponderanti forze anglo-italiane, combattimento da cui si riusc a sottrarre grazie alla grande abilit e co-raggio del comandante dellHelgoland, il capitano di vascello Enrico Seitz, con la perdita per del Triglav e del Lika finiti accidentalmente in un campo minato. Laffondamento del Monge, descritto sommariamente da Hans Sokol, ebbe uno svolgimento assai pi complesso. Il som-mergibile Monge era partito da Brindisi alle 16.00 del 27 dicembre e stava navi-gando in superficie per ricaricare gli ac-Cartolina del Balaton
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cumulatori quando una vedetta avvist verso le 2.15 la squadriglia nemica. Il comandante ordin immediatamente limmersione e il battello si stabilizz a 7 metri di profondit, in modo tale da poter impiegare il periscopio notturno, ovvia-mente pi adatto di quello diurno. Moril-lot riesce a distinguere alcuni dei caccia-torpediniere e ordina di posizionare per il tiro il Monge e di liberare i siluri dai sistemi frenanti. Proprio allora dal nulla sbuca a 30 nodi di velocit una grossa sagoma, lincrociatore Halgoland, che ignora la presenza del battello francese e inavvertitamente lo sperona. Il Monge si ritova con la torretta squarciata e con una notevole falla, dalla quale lacqua di ma-re inizia a invadere lo scafo attraverso le paratie ancora aperte. Il contatto con lacido solforico degli accumulatori, par-zialmente danneggiati dal fortissimo urto, fa sprigionare gas irritanti; lo scafo,
nel buio causato da un cor-to circuito, affonda rapida-mente di poppa con una inclinazione fra i 30 e i 40 gradi. Comandante ed equi-paggio mantengono uno straordinario sangue fred-do: Morillot ordina di vuo-tare con laria compressa lacqua di zavorra ma la manovra, subito eseguita, inizialmente non da risulta-ti. Il sommergibile si trova ormai a circa 70 metri di profondit (40 metri era la massima profondit per cui era stato col-laudato) e lo scafo scricchiola sotto una pressione superiore a quella a cui potrebbe essere sottoposto. Tutti sono ormai certi che arrivata la fine ma, fortunatamente, i macchinisti rie-
Il cannone da 10 cm dallalto
Il cannone da 10 cm
Lancio di siluri dal Balaton
scono a riavviare due turbine elettriche: lentamente il Monge inizia a risalire ma quando affiora viene immediatamente colpito da una cannonata sparata dal Ba-laton. Questa volta la falla enorme e al comandante non rimane che ordinare
Disegno del cannone da 10 cm
Disegno del cannone da 7 cm
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labbandono del battello: i primi uomini ad uscire dovranno subito gettarsi a mare per far comprendere al nemico che il Monge st affondando. Cosa che pun-tualmente accade: il Balaton sospende immediatamente il fuoco. Morillot si accerta che tutti i suoi uomini si siano messi in salvo e, malgrado le esortazioni frenetiche dei marinai, si rifiuta di ab-bandonare il sommergibile. Scompare insieme al fido Tango, la mascotte del Monge. Ci sembra infine interessante riporta-re la testimonianza, resa con parole sem-plici e precise, del Capo di 1 classe Jeffry, rimasto gravemente ferito nel corso del combattimento. Partiti da Brindisi il 27 Dicembre
alle 16.30 il timone su Cattaro; si notano
allalba dei razzi bianchi che indicano
delle entrate ed uscite di navi; immersio-
ne immediatamente ed incrociato duran-
te tredici ore sotto lacqua, davanti alle
Bocche. Lorizzonte chiaro, ma il mare
vuoto: non una nave in vista; i motori
funzionano bene. Risaliti il 28 alle 17.45.
Particolare dellincisione commemorativa
Il bossolo da 10 cm del colpo con cui venne affondato il Monge
Il Balaton in combattimento in un quadro di August von Ramberg
Il 28 a mezzanotte, mare bello, brezza del
nord. La luna si vela per un istante nel
cielo leggermente nuvoloso; la stella pola-
re scintilla verso prua; a babordo un fuoco
brilla e si spegne... Alle 2.15 si avvistano
due fumi: ai posti di immersione ordina
il Comandante, e poco dopo: Aumentare
la zavorra. Il sommergibile a mezza im-
mersione si sposta sulla sinistra per attac-
care; dobbiamo essere a questo momento
a 15 miglia a sud di Cattaro; in torretta
sono presenti il comandante, il secondo
capo di manovra, il timoniere. Il coman-
dante continua ad osservare al perisco-
pio di notte le navi che devono avvici-
narsi molto rapidamente perch lo sen-
tiamo comandare: presto: allentate i
freni dei siluri. Pronti per il lancio! Su
tre ne colpiremo almeno uno.
In questo momento, - sono le 2.15 -,
un rumore sordo verso la parte posterio-
re, seguito di un shock terribile alla tor-
retta e di un altro meno violento verso la
parte anteriore: la torretta scoppia; il
comandante, il secondo capo e il timo-
niere vengono spazzati nellinterno del
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Disegni del Balaton
sottomarino da una tromba di acqua...:
si chiudono subito i portelli di sicurezza,
i rubinetti dei porta voce; ma i bulloni
dei portelli sono saltati; tutte le paratoie
si staccano; il guscio intero del sottoma-
rino fa acqua da tutte le sue giunture
come un cesto bagnato; lacqua salata
che si sparge nelle batterie determina dei
cortocircuiti; un scoppio interessa la
batteria di dritta da dove crepitano dei
razzi di scintille...
Profondit: venti metri; indietro di
due bordi, 400 ampere; le turbine in
moto!, ha ordinato subito il Comandan-
te dopo labbordaggio; ma il motore di
dritta non vuole avviarsi; le turbine ne-
anche; il motore di babordo funziona
due minuti e poi si spegne dolcemente; il
sottomarino si inclina a 40 gradi con la
punta verso lalto ed affonda; veniamo
proiettati indietro tutti; tutte le lampade
si sono spente; a tentoni si provano le
batterie; delle scintille sgorgano ai com-
mutatori, ma non si accen-
de niente; nel fumo che si
sparso, un forte odore di
cloro che si libera delle
batterie; e noi tutti l,
incollati contro il tramez-
zo della parte centrale,
immobili nelloscurit...
Il Comandante, con-
servando tutta la sua cal-
ma, tiene testa a questo colpo del destino
Vuotare i serbatoi di zavorra, ordina a
pi riprese. Ma la nave continua a scende-
re di punta; il guscio scricchiola; il cuore
di acciaio del Monge risuona; dobbiamo
avere sulla testa di 60 a 70 metri di acqua,
forse pi. Credendo che sia la fine, into-
niamo la Marsigliese e gridiamo Viva la
Francia!.
Dopo alcuni minuti, sembra che il sot-
tomarino si alleggerisca e risalga;
lufficiale in seconda accende un fiammife-
ro e si vede lago del profondimetro che si
scolla di un salto e
risale a 30 metri
Coraggio, dice
tutto non perso;
risaliamo. Quan-
do il sottomarino
riprende il suo
assetto normale,
ciascuno raggiun-
ge la sua postazio-
ne; il Monge risale
sempre...; eccoci in
superficie. Ritorna
allora lidea della
lotta. Innanzitutto
bisogna vedere.
Fate salire il
periscopio dice il
Comandante. Ma
impossibile: sia-
mo ciechi, senza
difesa, ed il nemico
Lequipaggio del Monge durante la prigionia
La lapide commemorativa di Roland Morillot
deve essere l, vicino, a spiarci. Tuttavia
ciascuno ha riguadagnato la sua posta-
zione: si verificano, i circuiti, i fusibili;
dovunque si constata che i fusibili sono
saltati, che le vasche delle batterie sono
scoppiate, i puntelli contorti; non si pu
toccare niente senza ricevere delle forti
scosse; se si pu a malapena respirare...
Ai posti di immersione, grida il
Comandante che ritorna improvvisamen-
te da una ispezione alla stazione centra-
le, Quattro granate esplodono al di so-
pra delle nostre teste, a dritta, senza
attraversare il guscio interiore; una
quinta scoppia in pieno sulla gabbia del
periscopio, apre una breccia da dove
lacqua irrompe in grande quantit.
Questa volta, il Monge perso; il Co-
mandante per salvare il suo equipaggio,
si deciso a disattivare anche i fusibili
di sicurezza, si girato verso noi
Questo il fato della nostra bella na-
ve dice avete fatto il vostro dovere;
abbandonate la nave; arrivederci e buo-
na fortuna! Gridiamo ancora una volta
Viva la Francia!. Poi, ordina di apri-
re il portello di uscita della sala caldaie
ma senza esito; questo portello era stato
fracassato nello speronamento o dalle
granate, quello della sala macchine
sotto lacqua; la torretta piena di ac-
qua; non resta pi del portello della par-
te anteriore; deve sfiorare ancora gi il
raso dellacqua; non un istante da per-
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dere; gli uomini ricadono velocemente
sulla parte anteriore, senza confusione,
ma senza avere il tempo di prendere i
salvagente.
Il Comandante, una mano sul dispo-
sitivo di controllo della zavorra, guarda
fissamente il manometro di immersione
e, senza sollevare gli occhi, ripete a
quelli di noi restati vicino a lui Fate
rapidamente!.
Il Monge affonda velocemente; i pri-
mi uomini usciti dal portello si sono but-
tati gi allacqua; allora camminiamo
verso il portello anteriore, cantando la
Marsigliese e gridando Viva la Fran-
cia!. Ma alcuni degli uomini nella loro
agitazione, si sono diretti verso il cartel-
lo della parte posteriore che chiusa; il
comandante li vede e li fermi prendendo-
li per il braccio Non di l, miei amici;
ma verso lavanti!. Sono le sue ultime
parole. Cinfiliamo attraverso il portello
anteriore, e, improvvisamente, pi niente
sotto i piedi...; la nave si appena ina-
bissata col suo Comandante... Addio
Monge!
Lagonia del Monge ed il salvataggio dei suoi uomini da parte delle scialuppe del Czepel e del Balaton non durata unora. Allappello mancano i sottuffi-ciali Goulard e Morel, annegati. Come si visto i superstiti vennero raccolti dalle scialuppe messe in mare dal Balaton e dallo Czepel e finirono nel campo di prigionia di Deutsch Gabel (Boemia) sino alla fine del conflitto.
Lo stato italiano concesse al tenente di vascello Roland Morillot la medaglia doro alla memoria e la Francia dedic al suo nome tre sommergibili. Franz Morin, lasciato nel 1917 il Bala-ton, ebbe il comando dellincrociatore Admiral Spaun e della II Squadriglia silu-ranti formata da undici cacciatorpediniere e diciotto torpediniere. Ebbe la ventura di firmare il 31 Ottobre 1918, insieme allammiraglio Horty e altri tre alti ufficia-li, la cessione della flotta imperial-regia al Consiglio nazionale sloveno-croato-serbo. E morto a 72 anni il 26 agosto 1946. Che il Signore dia pace ai due avversari e a
tutti i caduti del terribile conflitto.
Marco Morin Si ringrazia per la collaborazione nelle
ricerche il Socio Gianfranco Marzin.
1Vedi: Pizzetti, T. Con la bandiera del
protettor San Marco Pasian di Prato (UD), 1999.
2 Sokol, H. La guerra marittima dellAustria-Ungheria Vol. II Gori-zia, 2007.
Lincrociatore Admiral Spaun, ultimo comando di Franz Morin