MONITORAGGIO LINEE DI INDIRIZZO...

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Report operativo di ricognizione degli ambiti territoriali coinvolti all’interno del per- corso di monitoraggio delle Linee di Indirizzo per l’Affidamento Familiare. Versione 3 LabRIEF, Università di Padova, http://www.educazione.unipd.it/labrief/ Cabina di Regia istituzionale – Aprile 2014 MONITORAGGIO LINEE DI INDIRIZZO SULL’AFFIDAMENTO FAMILIARE

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Report operativo di ricognizione degli ambiti territoriali coinvolti all’interno del per-corso di monitoraggio delle Linee di Indirizzo per l’Affidamento Familiare.

Versione 3

LabRIEF, Università di Padova, http://www.educazione.unipd.it/labrief/

Cabina di Regia istituzionale – Aprile 2014

MONITORAGGIO LINEE DI INDIRIZZO SULL’AFFIDAMENTO FAMILIARE

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INDICE

Introduzione Capitolo 1 - I Centri per l’Affido nei 10 ambiti territoriali p. 5 1.1 Gestione dei progetti di affidamento familiare p. 10 1.2 Progetti specifici di affidamento familiare p. 17 Capitolo 2 - I dati dell’affidamento familiare p. 18 2.1 Bambini e ragazzi in affido p. 18 2.2 Età dei bambini e ragazzi in affido p. 20 2.3 Bambini di cittadinanza non italiana in affidamento p. 22 2.4 Affidamenti giudiziali e consensuali p. 24 2.5 Affidamenti etero-familiari ed intra-familiari p. 26 2.6 Affidamenti diurni e residenziali p. 32 2.7 Durata degli affidamenti p. 39 2.8 Affidatari p. 42 Capitolo 3 - Sfide e risorse dell’affidamento familiare nei 10 ambiti territoriali p. 49 Schede Scheda A - Centro Affidi di Alatri p. 52 Scheda B - Centro Affidi di Bari p. 54 Scheda C - Centro Affidi di Caltanissetta p. 56 Scheda D - Centro Affidi di Firenze p. 57 Scheda E - Centro Affidi di Genova p. 58 Scheda F - Centro Affidi di Jesi p. 60 Scheda G - Centro Affidi di Milano p. 61 Scheda H - Centro Affidi del consorzio Monviso Solidale p. 63 Scheda I - Centro Affidi di Salerno p. 65 Scheda J - Centro Affidi di Trieste p. 67

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3 Introduzione Il presente report operativo si inserisce all’interno del percorso di implementazione e monitoraggio delle Linee di indirizzo nazionale dell’affidamento familiare (2012; d’ora in poi: Linee di Indirizzo) nel contesto del progetto inter-istituzionale “Un percorso nell’affido – Progetto nazionale di promozione dell’affidamento familiare”, attivato nel 2007 dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali in col-laborazione con il Coordinamento Nazionale Affido, il Dipartimento per le Politiche della Famiglia, la Conferenza delle Regioni e Province Autonome, l’U.P.I., l’A.N.C.I. e il Centro nazionale di documen-tazione e analisi per l’infanzia e l’adolescenza. In questo quadro, il Laboratorio di Ricerca e Intervento in Educazione Familiare dell’Università di Padova, in quanto partner scientifico dell’iniziativa e membro della Cabina di Regia, ha curato il pre-sente lavoro che consiste nell’analisi delle schede di ricognizione, inviate ai dieci ambiti territoriali coinvolti nell’implementazione, il 20.06.2013 nella giornata formativa dedicata all’avvio del percorso di implementazione e che ogni referente territoriale dell’Ambito Territoriale (da ora in poi AT) ha de-bitamente compilato entro i primi di ottobre 2013. Una prima versione del report è stata pubblicata nella piattaforma Moodle (lo strumento base di comunicazione fra LabRIEF, la cabina di regia e gli AT aderenti) a fine novembre. In base alle osservazioni ricevute sulla prima versione da fine novem-bre 2013 al 21.01.2014 è stata redatta la seconda versione, la quale ha recepito quindi tutte le os-servazioni inviate dagli AT in quell’arco temporale. Anche quella seconda versione è stata discussa nel forum e in base alle osservazioni pervenute da alcuni AT nei mesi di febbraio e marzo 2014 e durante la Conferenza Nazionale sull’infanzia e sull’Adolescenza (Bari, 27-28 marzo 2014). La finalità del presente report è quella di dare conto delle informazioni contenute in suddette schede, organizzandole in una mappatura dei servizi territoriali per l’affidamento familiare connessa alla ve-rifica della consonanza nelle pratiche delle indicazioni/raccomandazioni promosse dalle Linee di In-dirizzo nazionali. Ciò al fine di avviare con gli AT coinvolti una riflessione teorica e una rivisitazione operativa per quel che concerne l’applicabilità effettiva delle indicazioni e gli eventuali ostacoli rispet-to all’implementazione concreta dei contenuti e delle procedure indicate nelle Linee di Indirizzo. Tut-to questo servirà in ultima analisi alla Cabina di Regia per delineare un quadro globale di punti di forza e criticità delle stesse, eventualmente utile alla loro revisione. In secondo luogo, questa verifica permetterà di comprendere come possono essere implementati nuovi e specifici assetti organizzati-vi, gestionali e di intervento dei Centri per l’Affido1 territoriali. Il processo vedrà una successiva fase di seconda sottomissione di schede di ricognizione degli as-setti territoriali entro il mese di ottobre 2014 che permetterà un’analisi ex post dell’avvenuta innova-zione dei Centri per l’Affido territoriali in termini di quadro organizzativo, pratiche di intervento e re-golamenti messi in atto in ogni ambito territoriale. A questo si aggiunga l’elemento di supporto ope-rativo messo a punto a latere del presente report, che consiste nella pubblicazione del “Sussidiario per famiglie e operatori”, documento di approfondimento tecnico-professionale e “manuale” ad uso degli operatori e delle famiglie per inquadrare il fenomeno dell’affidamento familiare da un punto di vista divulgativo e operativo.

1 Il termine “Centri per l’Affido” è utilizzato nel presente report in maniera coerente al lessico utilizzato all’interno delle Linee di Indirizzo, quindi come macro-categoria lessicale per riferirsi ai servizi che in ogni ambito territoriale si occupano di affido familiare. Tale termine non è quindi uguale ai diversi e specifici nomi attribuiti singolarmente in ogni ambito territoriale.

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4 Il presente report è organizzato secondo una prima lettura d’insieme degli assetti organizzativi, ge-stionali, quantitativi e qualitativi del fenomeno così come emerge dalla lettura congiunta delle schede ricevute e una lettura più puntuale, sotto forma di scheda specifica, per ogni realtà territoriale coin-volta. Tale organizzazione è finalizzata quindi sia ad una lettura d’insieme che ad un’analisi mag-giormente dettagliata dell’organizzazione, gestione e cura dei diversi Centri per l’Affido territoriali. I termini e le tipologie di azione analizzate e nominate all’interno del presente report sono coerenti agli assunti fondamentali, alle tipologie di affidamento, alle raccomandazioni e azioni indicate dalle Linee di Indirizzo e pertanto devono essere ricondotte ad esse. Il capitolo che segue inquadra la ricognizione degli assetti territoriali in merito all’affidamento familia-re da un punto di vista generale, con l’obiettivo di restituire un quadro composito e coerente del fe-nomeno della gestione dell’affidamento familiare nei dieci ambiti territoriali. Vi si troveranno riferimenti alle singole realtà unicamente come elementi di confronto per restituire al lettore l’eterogeneità delle pratiche locali che hanno a che fare con l’affidamento familiare. I capitoli 1 e 2 illustrano, a partire dai dati relativi all’organizzazione, gestione e titolarità dei diversi Centri per l’Affido per affrontare in secondo luogo la gestione dei progetti di affidamento familiare, i dati dell’affidamento familiare, i progetti specifici e le sfide e risorse territoriali legate al fenomeno dell’accoglienza familiare.

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5 CAPITOLO 1 - I Centri per l’Affido nei dieci ambiti territoriali Il presente capitolo risponde all’obiettivo di restituire un quadro di funzionamento globale e organiz-zazione dei diversi Centri per l’Affido dei dieci ambiti coinvolti all’interno del loro territorio e delle specifiche risorse, anche associative, ivi presenti. Nello specifico, il capitolo si occupa: a) di individuare la presenza dei Centri per l’Affido sul territorio, b) di evidenziarne la loro titolarità e gestione, c) di dar conto degli operatori coinvolti (numero, tipolo-gia di coinvolgimento, professionalità, tipologia di legame contrattuale), d) di rappresentare la fun-zionalità dei Centri per l’Affido, e) di dar conto dei servizi per gli operatori coinvolti (in termini di for-mazione e supervisione), f) di far emergere le collaborazioni con le associazioni territoriali e g) di dar conto della presenza di collaborazioni con reti di famiglie affidatarie locali. Tutti i dieci ambiti offrono un servizio specifico per affidamenti familiari, denominandoli con nomi diversi: Ufficio distrettuale per l'affidamento familiare (Alatri), Strada facendo - servizio affido (Bari), Equipe (Caltanissetta e consorzio Monviso), Servizio affido familiare (Genova), Servizio inte-grato affido (Jesi), Servizio coordinamento affidi (Milano), S.A.T. Servizio affidamento familiare e adozioni territoriale (Salerno) e Gruppo affido (Trieste). L’unico Comune ad utilizzare il termine Centro Affidi è quello di Firenze. I Centri per l’affido sono attivi in media da 15 anni, i più longevi sono i Centri per l’Affido di Firenze (nel 1977 è stato stabilito il primo regolamento), di Milano (1982), di Genova (dal 1977 e fino al 1980 le funzioni relative all’affidamento familiare sono state curate dal Comune di Genova, che nel 1978 ha approvato il relativo regolamento), di Salerno (nel 1988 è stato istituito il primo servizio di affido familiare, mentre nel 2005, a seguito di direttive regionali, è stata creata l’attuale équipe) e di Trieste (1985). Quelli di più recente costituzione sono quelli di competenza di Bari (2009), Jesi e Alatri (2006). La titolarità dei servizi è per tutti i territori pubblica. Nella maggior parte dei casi si tratta di titolarità comunali (Bari, Caltanissetta, Firenze, Genova, Milano, Trieste); vi è poi un numero residuale di Centri per l’Affido di titolarità inter-comunale (Monviso, Salerno) e infine distrettuale (Alatri). All’interno di tali titolarità, vi è in qualche caso la presenza anche di altri soggetti pubblici, come il Tribunale per i Minorenni (Caltanissetta) e/o le Aziende sanitarie locali (Caltanissetta, Jesi, Salerno). La gestione dei Centri per l’Affido è a prevalenza pubblica, ma più eterogenea rispetto alle titolarità. Sono infatti co-gestori anche altri soggetti pubblici come le Aziende sanitarie locali (Genova, Saler-no) e altri soggetti titolari (per il Centro per l’Affido di Caltanissetta sono coinvolti anche l’Asp e il Tri-bunale Minorenni e per quello di Jesi la gestione è inter-istituzionale, con Comune e la locale Asp che gestisce aspetti amministrativi e organizzativi). Unico caso di gestione privata rilevato è il caso del Servizio Affidi «Strada facendo» di Bari che è in gestione a una cooperativa sociale (GEA soc. coop. Sociale) per tutti gli aspetti, sia amministrativi sia sociali. Un ruolo da protagonista delle realtà del privato sociale è quello riservato dal Servizio di coordina-mento affidi di Milano che vede l’integrazione, circoscritta ad alcune attività e sottoposta all’orientamento e alla condivisione con l’ente pubblico committente, di tre soggetti privati. Anche il

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6 Centro Affidi di Firenze ha all’attivo due protocolli di intesa con coordinamenti di associazioni del pri-vato sociale. Tali accordi sono relativi alla collaborazione nella sensibilizzazione e promozione della cultura dell’accoglienza e dell’affidamento familiare tramite una programmazione di iniziative volte anche ad allargare la disponibilità nella cittadinanza e nel tessuto comunitario verso questa espe-rienza nelle sue diverse forme. Tutti i Centri per l’Affido selezionati si occupano di affidamento familiare, ad eccezione del SAT, Ser-vizio affidamento familiare e azioni territoriale di Salerno che si occupa anche di adozioni. Tale ri-scontro fa presumere che nella maggior parte dei casi ci siano distinzioni nette fra i servizi per l’affidamento e quelli per le adozioni. Nei Centri per l’Affido sono coinvolti in media 12 operatori, di cui 11 a tempo parziale. Il Centro per l’Affido con il numero maggiore di operatori a tempo pieno è quello di Milano (5 opera-tori), mentre quelli senza operatori a tempo pieno sono Alatri, Bari, Caltanissetta, Jesi, Monviso e Salerno. Il Centro per l’Affido con il numero maggiore di operatori a tempo parziale è quello del distretto Mon-viso, con 37 assistenti sociali coinvolti (2 dell’équipe e 35 del Servizio Sociale territoriale) che contri-buiscono a formare l’équipe di riferimento. All’altro estremo, i Centri per l’Affido con il numero minore di operatori a tempo parziale sono quelli di Jesi e Milano (entrambi con 2 operatori part-time). Le professionalità coinvolte sono stabili nei diversi Centri per l’Affido, con una presenza media di 10 assistenti sociali, 2,5 psicologi e un altro operatore di altra professionalità.

Per quel che concerne l’impiego di assistenti sociali, il Centro per l’Affido con il numero più rilevante è quello del consorzio Monviso (37) – ma questo evidentemente per un’organizzazione fortemente integrata con il Servizio sociale di base –, mentre all’estremo opposto i Centri per l’Affido di Alatri, Bari, Jesi e Trieste impiegano unicamente un assistente sociale.

Il numero più rilevante di psicologi coinvolti (indipendentemente dalla forma contrattuale e dalle ore di lavoro) concerne il Centro per l’Affido di Bari (7 psicologi), mentre quello più esiguo si riferisce ai Centri per l’Affido di Jesi e Salerno e al consorzio Monviso, che impiegano un solo psicologo.

Per quel che compete gli operatori con altra formazione: in linea generale, per i Centri per l’Affido di Firenze, Genova e Trieste, si tratta della figura dell’educatore, per Milano, si tratta della figura di un amministrativo, per Bari di un supervisore e un coordinatore, per il Centro di Caltanissetta di giudici togati e giudici onorari, per il consorzio Monviso di educatori professionali e operatori sociosanitari.

Operatori coinvolti nei Centri per l’Affido dei Comuni con piu’ di 200.000 abitanti

Totale Tempo pieno Tempo par-ziale

Professiona-lità altri ope-

ratori

funziona-ri/coordinator

i psicologi assistenti

sociali

Bari 10 0 10 1 supervisore 1 7 1 Firenze 7 2 5 educatori 1 Si 2 Genova 30 2 28 2 educatori 2 6 20

Milano 7 5 2 1 amministra-tivo 0 2 4

Trieste 4 1 3 1 educatore 0 2 1 Valore medio 12 2 10 1 4 5

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7 TABELLA 1: OPERATORI COINVOLTI AL 31 DICEMBRE 2012 NEI CENTRI PER L’AFFIO DEI COMUNI CON PIÙ DI 200.000 ABITANTI FRA I 10 AT DEL PROGETTO “UN PERCORSO NELL’AFFIDO”. FONTE: ELABORAZIONE DATI SCHEDE DI RICOGNIZIONE DEGLI AFFIDAMENTI FAMILIARI.

Come emerge dalla Tabella 1, le esperienze sono eterogenee in merito alle figure professionali coinvolte. In media i Centri per l’Affido delle grandi realtà impiegano circa 12 operatori, di cui 10 a tempo parziale. Le figure coinvolte sono in media 1 funzionario/coordinatore, 4 psicologi e 5 assi-stenti sociali. Entrando nel merito delle diverse esperienze, il Centro per l’Affido di Bari vede per il 70% l’impiego di psicologi che, se sommati al supervisore, rappresentano l’80% del totale: l’équipe si caratterizza, almeno a livello di approccio, come prevalentemente centrata sulla valutazione, diagnosi, accompa-gnamento psicologico-clinico delle famiglie e dei bambini coinvolti. In questa équipe è previsto il coordinamento. Il Centro per l’Affido di Firenze, che impiega soprattutto operatori a tempo parziale (70%), vede oltre agli psicologi, una figura di coordinamento e un numero non precisato di figure educative, mentre sono assenti le assistenti sociali nel team di lavoro sull’affido. Anche in questa équipe è previsto il ruolo di coordinamento. Il Centro per l’Affido di Genova, coordinato da una psicologa, coinvolge, in chiara antitesi, prevalen-temente assistenti sociali (66%) e solo in misura minore un gruppo di psicologi (pari al 20%).Sono presenti anche 2 educatori, pari al 7% della compagine. Il Centro per l’Affido di Genova prevede due figure organizzative pertinenti ai responsabili dei servizi coinvolti nel Centro (Comune e Asl). Il Centro per l’Affido di Milano impiega in prevalenza personale a tempo pieno (70%), con il 60% di assistenti sociali (60%); in più tale Centro vede la presenza di un amministrativo. Il Centro per l’Affido di Trieste impiega personale per il 75% a tempo parziale e la sua équipe è composta al 50% da operatori di formazione socio-educativa e per l'altro 50% da operatori di forma-zione psicologica.

Operatori coinvolti nei Centri per l’Affido dei Comuni con meno di 200.000 abitanti

Totale Tempo pieno

Tempo parziale

Professio-nalità altri operatori

funziona-ri/coordinat

ori Psicologi assistenti

sociali

Alatri 3 0 3 1 2 1

Caltanis-setta 7 0 7

giudici togati e giudici onorari

si si si

consorzio Monviso 37 0 37 0 1 37

Jesi 2 0 2 0 1 1 Salerno 16 0 16 1 1 14

Valore me-dio 13 0 13 1 1 13

TABELLA 2: OPERATORI COINVOLTI AL 31 DICEMBRE 2012 NEI CENTRI PER L’AFFIO DEI COMUNI CON MENO DI 200.000 ABITANTI FRA I 10 AT DEL PROGETTO “UN PERCORSO NELL’AFFIDO”. FONTE: ELABORAZIONE DATI SCHEDE DI RICOGNIZIONE DEGLI AFFIDAMENTI FAMILIARI.

Dal confronto possibile fra Centri per l’Affido dei Comuni più piccoli visualizzati con la Tabella 2 ri-spetto ai Centri per l’Affido delle grandi realtà (Tabella 1), emergono alcune considerazioni: 1) nume-ro più allargato in media di personale impiegato con 13 operatori anziché 11; 2) totalità di impiego a

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8 part time in confronto a personale a tempo pieno impiegato nelle grandi città; 3) presenza minore di psicologi (1 in media rispetto ai 4 dei Comuni sopra i 200.000 abitanti); 4) netta prevalenza della fi-gura dell’assistente sociale (13 versus 4); 5) minore partecipazione di altre figure, in particolare edu-cative. Le funzionalità dei Centri per l’Affido sono legate a quattro obiettivi principali, che vedono coinvolte tutte le realtà territoriali. Essi sono: a) promozione affidamento familiare, b) formazione famiglie affi-datarie, c) conoscenza ed individuazione famiglie affidatarie, d) abbinamento bambino-famiglia affi-dataria. I Centri per l’Affido che si occupano della definizione del progetto di affidamento familiare in ma-niera rilevante sono quelli di Alatri, Bari, Caltanissetta, Consorzio Monviso (su richiesta dell’AS), Sa-lerno e Trieste. Ad esclusione del Centro per l’Affido del consorzio Monviso (che interviene su richiesta dell’assistente sociale che ha in gestione il caso) e di Salerno (che interviene su richiesta dell’assistente sociale nei casi di affido giudiziale), tutti i Centri per l’Affido si occupano di sostegno alla famiglia affidataria. I Centri per l’Affido che si occupano anche del sostegno alla famiglia naturale sono quelli di Bari, Caltanissetta e Salerno. Emerge, quindi, una totalità degli ambiti territoriali dell’Italia meridionale coinvolta nel supporto esplicito alla famiglia del bambino; tale dato è anche da leggere in relazione all’alto tasso di promozione nei suddetti Comuni delle politiche di affidamento a parenti (cfr. par. 1.3.2). I Centri per l’Affido che si occupano anche del sostegno al bambino sono quelli di Bari, Caltanisset-ta, consorzio Monviso (che interviene su richiesta dell’assistente sociale che ha in gestione il caso), Firenze (solo in casi particolari), Salerno e Monviso. I Centri per l’Affido che si occupano della valutazione della famiglia naturale sono quelli di Caltanis-setta, consorzio Monviso (che interviene su richiesta dell’assistente sociale che ha in gestione il ca-so) e Salerno (solo su richiesta dell’assistente sociale territoriale nei casi degli affidi giudiziali). Tale dato è da leggere in relazione alle osservazioni sul coinvolgimento della famiglia naturale messo in opera da parte dei Centri per l’Affido di Bari, Caltanissetta e Salerno. Ad eccezione dei Centri per l’Affido di Bari, Jesi, Milano e Trieste, tutti i Centri Affidi si occupano di consulenza/formazione con la scuola sui temi dell’affidamento familiare e sulla gestione dei bambini in affido a scuola. I Centri per l’Affido promuovono a loro volte altre attività, come la consulenza al servizio sociale (Ala-tri, Genova, consorzio Monviso e Milano), l’attivazione di reti di risorse con imprese sociali, volonta-riato e loro coordinamento (Milano), la formazione e supervisione degli operatori (Alatri, Milano), il supporto ai comuni di tipo finanziario (Alatri) e l’attività di ricerca intesa come ricerca scientifica, rile-vazione ed elaborazione dati, costruzione e mantenimento di una banca dati di bambini in affido e famiglie affidatarie (Alatri, Genova). Tutti i Centri per l’Affido ad eccezione di quelli di Caltanissetta, Salerno e Trieste offrono formazione specifica agli operatori coinvolti. Si tratta nella totalità dei casi di formazione rivolta a tutto il compar-

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9 to sociale (servizi socio-sanitari-educativi, privato sociale, professionisti operanti nel settore) sui temi dell’affidamento (rapporto con la famiglia naturale, pratiche di valutazione e abbinamento, follow up, ecc), anche attraverso percorsi universitari e/o di alta formazione (convegni, iniziative seminariali, come in particolare per i Centri per l’Affido di Genova, Milano e Trieste). La supervisione periodica degli operatori è offerta dai Centri per l’Affido di Alatri, Bari e Jesi. Tutti i Centri per l’Affido, ad eccezione di quello di Alatri, collaborano con altri servizi e soggetti per progetti di affidamento familiare, in particolare con reti di famiglie e associazioni di promozio-ne familiare e dell’affido. Le associazioni di volontariato collaborano con il Centro per l’Affido di Ge-nova per il reperimento di pensionati disponibili a progetti di affido diurno; lo stesso centro prevede una collaborazione con alcune associazioni di migranti finalizzata al reperimento di famiglie per l’affido omo-culturale. Le fondazioni bancarie e le imprese sociali collaborano con il Centro per l’Affido di Milano, mentre altre imprese collaborano con Genova. Le reti informali e parrocchiali col-laborano con il Centro per l’Affido di Caltanissetta. Le collaborazioni sono principalmente centrate sulle attività di: a) sensibilizzazione/promozione affi-damento familiare (Centri per l’Affido di Caltanissetta, Firenze, Genova, Jesi, Milano, Monviso, Sa-lerno), b) individuazione famiglie disponibili (Centri per l’Affido di Caltanissetta, Firenze, Genova, Je-si, Milano e consorzio Monviso), c) organizzazione dei cicli di formazione e informazione rispetto all’affidamento familiare (Centri per l’Affido di Bari, Genova, Milano e consorzio Monviso). In secon-da battuta, tali legami sono coinvolti nel sostegno alle famiglie affidatarie (Centri per l’Affido di Mila-no e del consorzio Monviso). Il Centro per l’Affido del Comune di Milano rappresenta a questo proposito un caso particolare di col-laborazione con il privato sociale. Attualmente, infatti, un protocollo d’intesa biennale prevede con-venzioni con tre associazioni temporanee di impresa per: a) azioni di sensibilizzazione, b) reperi-mento, formazione, conoscenza, valutazione affidatari, c) monitoraggio e sostegno del progetto di affido, d) sostegno educativo temporaneo durante la permanenza del minore in affido familiare, di-retto a minore/famiglia affidataria/famiglia naturale. Particolarmente rilevante è la recente istituzione di un Tavolo Affidi cittadino, aperto a organizzazioni, imprese sociali, associazioni di famiglie impe-gnate per l’affido e l’accoglienza familiare di minori, con compiti consultivi, di studio e di confronto costante sulle attività istituzionali e non, in particolare, sulle strategie e azioni di comunicazione e dif-fusione della cultura dell’accoglienza familiare. Il Centro per l’Affido di Firenze, con i suoi due protocolli con altrettanti coordinamenti di associazioni, gestisce direttamente la formazione e la conoscenza delle famiglie che offrono la propria disponibili-tà e l’abbinamento ai progetti di affido che vengono indicati dagli operatori territoriali titolari della presa in carico dei minori.

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10

40%

10% 20%

30%

Frequenza collaborazione con altri enti per promozione affido

sempre molto spesso spesso abbastanza

67% 11%

22%

Frequenza collaborazione con altri enti per formazione famiglie

affidatarie

sempre spesso abbastanza

1.2 Gestione dei progetti di affidamento familiare

L’obiettivo di questo paragrafo è quello di offrire una panoramica generale delle attività realizzate dai diversi Centri per l’Affido all’interno del loro operato. Nello specifico, questo paragrafo permette di delineare un quadro globale delle attività dei Centri per l’Affido rispetto all’azione nelle diverse fasi dell’affidamento familiare (in termini di coinvolgimento degli operatori, frequenza nella collaborazione con altri enti e azioni intraprese), rispetto alle tipolo-gie di affidamento familiare utilizzate/promosse, alle forme di promozione della cultura dell’affidamento familiare, al tipo di percorsi di conoscenza e individuazione delle famiglie affidatarie, alla scrittura progetti di affidamento familiare e inquadramento di tali progetti nel Progetto Quadro re-lativo alle famiglie naturali prese in carico, al monitoraggio dell’affidamento familiare e alla valutazio-ne dell’affidamento familiare nel territorio. Per quel che concerne l’azione dei diversi Centri per l’Affido nelle diverse fasi dell’affidamento fami-liare (intese nella scheda come: promozione dell’affidamento familiare, formazione delle famiglie af-fidatarie, conoscenza ed individuazione delle famiglie affidatarie, abbinamento, definizione del pro-getto, sostegno alla famiglia affidataria, al bambino e alla sua famiglia, valutazione del progetto di

affidamento, chiusura del progetto di affidamento e il follow up), si analizzeranno di seguito il coinvolgimen-to degli operatori, la collaborazione con altri enti terri-toriali e la valutazione della frequenza della collabora-zione. La promozione dell’affidamento familiare vede tutti i Centri per l’Affido coinvolti in questa fase insieme a: a) personale delle ASL (Centri per l’Affido di Genova, Sa-lerno e consorzio Monviso), b) personale delle asso-ciazioni e del privato sociale (Centri per l’Affido di Ala-tri, Bari, consorzio Monviso, Firenze, Genova, Jesi, Mi-lano e Salerno), c) referenti dei Comuni (Centri per l’Affido di Alatri, Bari e Jesi), d) personale delle scuole

(Centri per l’Affido di Jesi). La frequenza della collaborazione con altri enti è giudicata particolarmente stretta, con il 70% dei Centri per l’Affido che collabora costantemente.

Le azioni intraprese a tal proposito consistono in in-contri a cadenza mensile (come nel caso del Centro per l’Affido di Milano) e bimensile (per il Centro per l’Affido di Bari). Tutti i Centri per l’Affido sono coinvolti nella formazio-ne delle famiglie affidatarie insieme a: a) personale delle ASL (Centri per l’Affido di Genova e del consor-zio Monviso), b) personale delle associazioni e del pri-vato sociale (Centri per l’Affido di Alatri, Bari, consor-zio Monviso, Genova, Jesi, Milano e Salerno), c) giu-dici del Tribunale per i Minorenni (Centro per l’Affido di

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11

80%

10% 10%

Frequenza collaborazione con altri enti per abbinamento

sempre molto spesso spesso abbastanza

80%

10% 10%

Frequenza collaborazione con altri enti per la definizione del

progetto

sempre molto spesso abbastanza

56% 22%

11% 11%

Frequenza collaborazione con altri enti per conoscenza famiglie

sempre spesso abbastanza poco

Genova), d) famiglie affidatarie e case-famiglia (Centro per l’Affido di Genova). La frequenza della collaborazione è valutata come particolarmente stretta, con l’80% dei Centri per l’Affido che collabora costantemente con altri enti. Le azioni particolarmente rilevanti intraprese a riguar-do sono quelle di percorsi formativi per le famiglie affi-datarie, colloqui, individuazione di strumenti di as-sessment (come nel caso del Centro per l’Affido di Alatri) e soprattutto incontri di gruppo (Centri per l’Affido di Alatri, Genova, Milano). Tutti i Centri per l’Affido sono coinvolti nella fase di conoscenza e individuazione delle famiglie af-fidatarie insieme a: a) assistenti sociali dedicati (Centri per l’Affido di Alatri, Bari, Milano, Genova, Jesi e Trieste), b) personale delle ASL (Centri per l’Affido del consorzio Monviso e di Genova e Je-si), c) personale delle associazioni e del privato sociale (Centri per l’Affido di Bari, Milano e Salerno), d) giudici del Tribunale per i Minorenni (Centri per l’Affido di Bari e Salerno). La frequenza della collaborazione vede il 78% dei Centri per l’Affido collaborare sempre e spesso con al-tri enti in questa fase. Alcune azioni intraprese a riguardo sono gli incontri di conoscenza e visita domiciliare, i supporti educativi (come nel caso del Centro per l’Affido di Milano) e l’istituzione della figura del referente aggregativo del Centro per l’Affido di Alatri. Per quanto riguarda l’abbinamento, tutti i Centri per l’Affido rivestono il ruolo di soggetto principale insieme a: a) assistenti sociali incaricati (Centri per l’Affido di Alatri, Bari, consorzio Monviso, Genova, Jesi, Milano e Salerno), b) personale delle ASL (Centri per l’Affido di Genova, del consorzio Monviso e di Jesi), c) personale delle associazioni e del privato sociale (Centro per l’Affido di Bari), d) autorità del Tribunale per i Minorenni (Centro per l’Affido di Salerno). La frequenza della collaborazione è strettissima, rico-prendo una collaborazione pari al 90% fra sempre e molto spesso. Un’azione peculiare è intrapresa dal Centro per l’Affido di Genova che ha costruito una banca dati delle fami-glie condivisa fra Comune e Asl. Per quel che riguarda la definizione del progetto di affidamento familiare, tutti i Centri per l’Affido – ad eccezione del Centro per l’Affido di Salerno che per

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12

50%

10%

30%

10%

Frequenza collaborazioni con altri enti per sostegno alla

famiglia affidataria

sempre molto spesso abbastanza poco

34%

11% 33%

11% 11%

Frequenza collaborazione con altri enti per sostegno alla

famiglia naturale

sempre molto spesso abbastanza poco

quelli giudiziali interviene unicamente su richiesta dell’assistente sociale – rivestono il ruolo di soggetto principale insieme a assistenti sociali incaricati e: a) personale delle ASL (Centri per l’Affido del consorzio Monviso e di Genova, Milano e Trieste), b) personale delle associazioni e del privato sociale (Centro per l’Affido di Bari), c) personale delle comunità educative (Centro per l’Affido di Trieste), d) autorità del Tribunale per i Minorenni (Centri per l’Affido di Bari e Salerno), e) famiglie affidatarie (Centro per l’Affido di Alatri). La frequenza della collaborazione è strettissima.

Azioni rilevanti nell’ambito sono il Patto di Affido del Centro Affidi di Milano, la Scheda di progetto di affido e Scheda di verifica del progetto di affido del Centro per l’Affido del Comune di Firenze e la definizione del progetto con gli obiettivi della famiglia affidataria del Centro per l’Affido di Alatri. Tutti Centri per l’Affido sono i soggetti principali anche della fase di sostegno alla famiglia affidata-ria insieme a: a) assistenti sociali incaricati (Centri per l’Affido di Alatri, Bari, consorzio Monviso, Ge-nova, Jesi, Milano, Trieste), b) personale delle ASL (Centri per l’Affido di Genova, del consorzio Monviso e di Milano), c) personale delle associazioni e del privato sociale (Centro per l’Affido di Ba-ri). La frequenza della collaborazione è soddisfacente, con una collaborazione con altri enti giudicata come frequente nel 60% dei casi. Le azioni più rilevanti segnalate sono i colloqui individuali di monitoraggio periodici (Centri per l’Affido di Alatri, Milano e Genova), conduzioni di gruppi di famiglie affidatarie (Centri per l’Affido di Milano e Genova) e l’attivazione di supporti socio-educativi su richiesta (Centro per l’Affido di Mila-no). Il Centro Affidi di Firenze mette in campo diversi strumenti: svolge colloqui psicosociali (indivi-duali, di coppia o familiari) durante tutto il percorso dell'affido, gruppi di sostegno per le famiglie affi-datarie e supporti educativi su progetto specifico. Più complessa è la collaborazione dei Centri per l’Affido con altri enti rispetto al sostegno alla fami-

glia naturale. I Centri per l’Affido coinvolti in questa fa-se sono quelli di Alatri, Bari, Caltanissetta, Milano, Sa-lerno e Trieste insieme a: a) assistenti sociali incaricati (Centri per l’Affido di Bari, Milano, Salerno e Trieste) e b) personale dei servizi terapeutici per adulti (Centro per l’Affido di Milano). La frequenza della collaborazione è particolarmente di-versificata, con lo stesso numero di centri che collabo-rano abbastanza, mai e poco con altri enti sulla que-stione (1 su 10). Le azioni relative a questa fase in sinergia con altri enti sono i colloqui di verifica monitoraggio, attivazione di

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13

30%

10% 10% 20%

20% 10%

Frequenza collaborazione con altri enti per sostegno al

bambino

sempre molto spesso spesso abbastanza poco mai

50%

10%

30%

10%

Frequenza collaborazione con altri enti per valutazione

progetto

sempre spesso abbastanza poco

40%

30%

30%

Frequenza collaborazione con altri enti per chiusura e follow

up

sempre spesso poco

supporti sia sociali sia educativi del Centro per l’Affido di Milano. Ad eccezione dei Centri per l’Affido di Genova e Jesi, tutti gli altri servizi sono coinvolti nel sostegno al bambino insieme a: a) assistenti sociali incaricati (Centri per l’Affido di Bari, consorzio Monviso, Firenze, Milano e Trieste), b) personale delle ASL (Centri per l’Affido di Trieste e del consorzio Monviso), c) persona-le del privato sociale (Centri per l’Affido di Bari e Mila-no), d) Personale dei servizi specialistici per minori (Centro per l’Affido di Milano). La frequenza della collaborazione è estremamente ete-rogenea, con 3 Centri che collaborano sempre con altri enti sul sostegno al bambino, 1 che collabo-ra spesso e un altro che lo fa molto spesso, 2 che collaborano abbastanza, altri due che collaborano poco e due che non si occupano di questa fase. Le azioni intraprese dal Centro per l’Affido di Milano a questo proposito sono i colloqui di verifica e monito-raggio e l’attivazione di supporti sia sociali sia educati-vi. Per il Centro per l’Affido di Trieste il sostegno alla fa-miglia naturale e al bambino sono attività marginali. Tutti i Centri per l’Affido sono coinvolti nella valutazio-ne del progetto di affidamento insieme a: a) assi-stenti sociali incaricati (Centri per l’Affido di Alatri, Bari, consorzio Monviso, Firenze, Genova, Jesi, Milano e Trieste), b) personale delle ASL (Centri per l’Affido di Alatri solo se sono presenti tali figure nell’équipe, Ge-nova, Trieste e del consorzio Monviso), c) personale del privato sociale (Centri per l’Affido di Bari e Milano), d) giudici del Tribunale per i Minorenni (Centri per l’Affido di Bari e Salerno), e) personale dei servizi specialistici (Centri per l’Affido di Firenze e Milano). La frequenza della collaborazione è definita come sod-disfacente, con azioni di monitoraggio dei dati relativi all'andamento del progetto e presentazione e analisi dei dati relativi alle azioni specifiche realizzate del Cen-tro per l’Affido di Alatri. Tutti i Centri per l’Affido sono coinvolti nella chiusura del progetto di affidamento e follow up insieme a: a) assistenti sociali incaricati (Centri per l’Affido di Alatri, Bari, consorzio Monviso, Firenze, Genova, Jesi, Milano e Trieste), b) personale delle ASL (Centri per l’Affido di Alatri, se presente nelle équipes, Trieste e del consor-zio Monviso), c) personale del privato sociale (Centri

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14 per l’Affido di Bari e Milano), d) giudici del Tribunale per i Minorenni (Centri per l’Affido di Bari e Sa-lerno), e) personale dei servizi specialistici (Centro per l’Affido di Firenze). La frequenza della collaborazione è diversificata, con la maggior parte dei Centri che collabora assi-duamente (70%) contro un 30% che collabora poco con altri enti. Per quel che riguarda le tipologie di affidamento familiare utilizzate nei diversi Centri per l’Affido mappati, la Tabella 3 riporta un quadro sinottico delle diverse realtà.

Affida-mento diurno

Affida-mento a tempo

parziale

Affida-mento re-sidenziale

Affida-mento

bambini piccoli (0-24 mesi)

Affida-mento in emergen-

za

Affida-mento in comples-

sità

Affida-mento di

adole-scenti

Affida-mento di

MSNA

Affida-mento

genitore-bambino

Affida-mento profes-sionale

Altro

Alatri no No si no no no no no no no affido a parenti

Bari si Si si si si si si si si no

Caltanis-setta no No si no no no si no no no

Firenze si Si si no no si si no no no prossimità familiare

Genova si Si si si no si si si si no appoggio diurno:

affido omo-culturale

Jesi si Si no no no si no no no no affidi a ri-

schio giuri-dico

Milano si Si si si Si si si si si no affido a parenti

Monviso si Si si si si si si si si no affido diur-no presso famiglia naturale

Salerno si Si si si no si si no no no

Trieste si Si si si si si si no si no affido intra-familiare

TABELLA 3: TIPOLOGIE DI AFFIDAMENTI FAMILIARI UTILIZZATI E PROMOSSI DAI CENTRI PER L’AFFIDO DEI 10 AT DEL PROGETTO “UN PERCORSO NELL’AFFIDO” AL 31 DICEMBRE 2012. FONTE: ELABORAZIONE DATI SCHE-DE DI RICOGNIZIONE DEGLI AFFIDAMENTI FAMILIARI.

La Tabella 3 riporta l’utilizzo e la promozione delle diverse tipologie di affidamenti in uso ai Centri per l’Affido dei dieci ambiti territoriali. Il Grafico 1 riporta i medesimi dati in maniera aggregata.

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15

GRAFICO 1: TIPOLOGIE DI AFFIDAMENTI FAMILIARI UTILIZZATI E PROMOSSI DAI CENTRI PER L’AFFIDO DEI 10 AT DEL PROGETTO “UN PERCORSO NELL’AFFIDO” AL 31 DICEMBRE 2012. FONTE: ELABORAZIONE DATI SCHE-DE DI RICOGNIZIONE DEGLI AFFIDAMENTI FAMILIARI.

La preferenza, come emerge dal Grafico 1, è orientata verso la tipologia residenziale di affidamento familiare; esso è qui inteso nelle sue forme etero ed intra-familiari. L’unico Centro per l’Affido a non utilizzarlo è quello di Jesi.

Molto diffusi sono anche gli affidamenti temporalmente più limitati, come quelli diurni e a tempo par-ziale, non utilizzati dai Centri per l’Affido di Alatri e Caltanissetta. Gli stessi Centri non utilizzano l’affido in situazioni di particolare complessità e presso quello di Alatri al momento dell’indagine non vi sono stati casi di affidamento di adolescenti, che pure è una tipologia largamente utilizzata nei ter-ritori di monitoraggio.

Più problematico rispetto agli affidamenti di adolescenti sembra essere quello di bambini piccoli di età (0-24 mesi), che in 6 casi su 10 sono presi in carico dai Centri per l’Affido, in ottemperanza al Legislatore che stabilisce la priorità per questi bambini di un affidamento in famiglia anziché in strut-tura.

La metà dei Centri per l’Affido promuove, inoltre, un’altra tipologia di affidi per bambini piccoli che è notoriamente la modalità genitore-bambino, dove per genitore spesso si tratta della madre.

Gli affidi in situazioni di particolare emergenza, come quelli relativi ai minori stranieri non accompa-gnati, sono utilizzati da una minoranza di Centri per l’Affido all’interno del campione selezionato.

La categoria “altre tipologie di affidamento” include un ruolo maggiormente attivo della famiglia del bambino in 3 casi su 5 e sono per il Centro per l’Affido di Milano e per quello di Alatri l’affido a paren-ti, per quello del Consorzio Monviso l’affido diurno presso famiglia naturale e per il Centro di Firenze l’affido di prossimità familiare.

Altre tipologie promosse dal Centro per l’Affido di Genova sono la sperimentazione dell’appoggio diurno “Ho trovato un nuovo nonno” con il coinvolgimento di pensionati attivi e l’affidamento omo-culturale con il quale il Centro per l’Affido coinvolge le associazioni di migranti. Il Centro per l’Affido di Jesi indica, invece, come tipologie aggiuntive di affidamento anche quello a rischio giuridico.

Per quel che riguarda le forme di promozione della cultura dell’affidamento familiare, tutti i Centri per l’Affido promuovono collaborazioni con associazioni locali, serate di approfondimento sul tema

9 8 8 8 8

6 5

4 4 5

Tipologie di affidamento

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16 dell’affidamento e dell’accoglienza familiare, la partecipazione ad eventi pubblici locali e diverse campagne di sensibilizzazione in forma di locandine, spot televisivi sulle reti tv locali, ecc.

I Centri per l’Affido di Alatri e Milano utilizzano anche il canale Internet per sensibilizzare e promuo-vere l’affido, tramite specifiche newsletter, siti Internet, gruppi Facebook. Lo stesso Centro per l’Affido di Alatri ha promosso poi un concorso sul tema dell’affidamento all’interno delle scuole del distretto.

Genova punta, inoltre, al media cinematografico promuovendo rassegne di film con a tema l’affidamento familiare, le sue risorse, i suoi problemi, le possibilità. Sempre a Genova si promuovo-no le scritture di articoli sul tema dell’affido sugli organi di stampa locali. Come Genova, anche il Centro del consorzio Monviso promuove la sensibilizzazione a mezzo stampa.

Trieste negli ultimi anni ha prodotto uno spot pubblicitario che viene proiettato periodicamente in uno dei principali cinema della città, depliant informativi in diverse lingue; ha inoltre organizzato serate tematiche per la sensibilizzazione della cittadinanza.

Rispetto ai percorsi di individuazione e conoscenza delle famiglie affidatarie, tutti i Centri per l’Affido promuovono percorsi orientativo-formativi per le coppie o i singoli interessati all’esperienza: in particolare nei Centri per l’Affido di Alatri, Caltanissetta, consorzio Monviso, Genova, Salerno e Trieste sono affiancati a colloqui individuali e di coppia e nei Centri per l’Affido di Caltanissetta, Ge-nova, Jesi, Salerno e Trieste anche a visite domiciliari. Strumento particolarmente innovativo in que-sta fase di conoscenza con le famiglie interessate all’affido è la cartella di conoscenza della famiglia affidataria, promossa dal Centro per l’Affido di Milano.

Questo strumento si affianca al progetto educativo che, quando parte un affidamento, diventa indi-spensabile perché orientatore degli obiettivi dell’affidamento. Tutti i Centri per l’Affido lo utilizzano, ad eccezione di quelli di Genova e Firenze che non ne fanno un utilizzo sistematico. Esso rientra all’interno del Progetto Quadro di tutela del bambino/ragazzo e della sua famiglia per tutti i Centri per l’Affido ad eccezione di Alatri e Jesi.

Una volta avviato, il progetto educativo, così come l’andamento globale dell’affidamento, viene mo-nitorato attraverso pratiche eterogenee nei diversi Centri per l’Affido, ad eccezione di quello di Alatri che non utilizza alcun strumento specifico. Per quel che concerne gli altri Centri per l’Affido, tutti si basano in questa fase sull’utilizzo di colloqui di monitoraggio/verifica e di incontri di rete con tutti gli operatori coinvolti. Il Centro per l’Affido di Milano e quello di Trieste promuovono, inoltre, gruppi di famiglie affidatarie che utilizza anche come strumento per la verifica del percorso. I Centri del con-sorzio Monviso, di Salerno e di Trieste promuovono inoltre specifiche visite domiciliari mentre quelli di Bari, consorzio Monviso, Firenze e Trieste organizzano specifici incontri con la famiglia naturale, la famiglia affidataria e il bambino per valutare insieme l’andamento del progetto di affido. Il Centro per l’Affido di Salerno organizza specifici incontri con gli operatori scolastici.

La valutazione come pratica abituale del percorso di affidamento è in uso sistematico nei Centri di Bari, Caltanissetta, Firenze, Milano e del consorzio Monviso. Si tratta di strumenti specifici, come apposite schede di valutazione (Bari), relazioni socio-ambientali e familiari (Caltanissetta), colloqui di monitoraggio/verifica, incontri di rete con tutti gli operatori coinvolti e incontri con la famiglia naturale, gli affidatari e il bambino (Firenze). Il panorama di utilizzo delle strumentazioni è quindi particolar-

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17 mente eterogeneo, in particolare per ciò che riguarda la natura educativa dell’affidamento, il suo monitoraggio, la valutazione e la chiusura del percorso.

1.2 Progetti specifici di affidamento familiare

Negli ultimi cinque anni i Centri per l’Affido di Bari, Firenze e Milano hanno effettuato un monitorag-gio dell’affidamento familiare, legandolo in particolare a esperienze di ricerca e di intervento dentro e fuori i servizi.

A questo proposito, gli strumenti di monitoraggio dell’affidamento familiare utilizzati sono stati speci-fici progetti, come nel caso del Centro per l’Affido di Milano che ha visto coinvolta la Fondazione Ca-riplo per un monitoraggio globale sul sistema affidi che ha prodotto una relazione conclusiva.

Per quel che concerne, invece, il Centro per l’Affido di Firenze il monitoraggio è avvenuto attraverso un lavoro integrato insieme ai servizi Sociali Territoriali per la messa a punto del nuovo regolamento del Servizio di affidamento familiare.

Accanto a questo, tale integrazione ha permesso, da una parte, un’innovativa riflessione e ricerca sulla valutazione congiunta di risorse e competenze genitoriali e recuperabilità della famiglia natura-le e dall’altra ha costruito la base per la realizzazione di progetti rivolti ad insegnanti e alunni della scuola primaria e dell’infanzia sui temi dell’accoglienza, affido ed adozione.

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18 CAPITOLO 2 - I dati dell’affidamento familiare Nella sezione seguente si trovano i dati quantitativo-statistici richiesti dalle schede di monitoraggio degli assetti territoriali, aggiornati al 31 dicembre 2012. Tali dati sono stati trattati in maniera aggre-gata per fornire un quadro d’insieme relativo all’anno solare 2012 su alcuni punti rilevanti, come il numero di affidamenti totali, le percentuali di affidamenti ogni 1000 minorenni, le tipologie di affida-menti realizzati (giudiziali, consensuali, intra-familiari, etero-familiari, diurni, residenziali, ecc.), la du-rata media degli affidamenti, le frequenze delle principali tipologie di affidamento, le età dei bambini al momento della collocazione in un contesto diverso da quello della famiglia naturale e alcuni dati relativi alle famiglie disponibili all’affidamento nel territorio.

Nell’elencare le differenti tipologie di affidamento, specifichiamo che per affidamento a tempo pieno intendiamo quelle esperienze di accoglienza residenziale del bambino/a per l’intera settimana pres-so la famiglia affidataria, fatti salvi i rientri o gli incontri presso la propria famiglia. Intendiamo per af-fidamento part time quelle forme di affido in cui il bambino /a rimane presso la famiglia affidataria per alcuni giorni nella settimana con pernottamento, mentre l’affido diurno prevede una permanenza del bambino presso la famiglia affidataria per alcune ore durante la giornata.

I dati della presente sezione non comprendono in ogni caso gli affidamenti a strutture residenziali, ma i soli casi di affidamenti a contesti familiari.

Alcune note relative alla lettura dei dati della presente sezione sono da proporsi per quel che con-cerne il Centro per l’Affido di Salerno dove mancano i dati del Comune di Pellezzano, che afferisce allo stesso centro di competenza.

In linea generale, l’insieme dei dati qui presentati è in grado di dare conto del lavoro dei diversi Cen-tri per l’Affido (anche in relazione agli organici, competenze e impegni di tali gruppi come preceden-temente illustrato) e dello specifico approccio all’affidamento che territorio sociale e Centro realizza-no in interazione fra loro.

2.1 Bambini e ragazzi in affido

I dati relativi ai bambini in carico ai Centri per l’Affido, insieme alle percentuali di affidi rispetto alla popolazione minorile di riferimento e rapporto fra affidamenti e personale dei Centri per l’Affido sono esposti nella Tabella 4. Per ciò che concerne il numero di bambini e ragazzi in affidamento ogni 1000 minori, si è fatto riferimento alla popolazione minorile dichiarata nella scheda di rilevazione (come per i casi di Alatri e Genova). Laddove non tale dato non è stato espressamente dichiarato (come nei casi di Bari, Caltanissetta, Firenze, Jesi, Milano, Salerno e Trieste), la popolazione minori-le è stata rilevata tramite l’ultima rilevazione Istat 2012.

Il dato del Centro per l’Affido di Salerno è relativo agli affidamenti e alla popolazione minorile del so-lo Comune di Salerno (ad esclusione del limitrofo Comune di Pellezzano che non ha fornito i dati per la compilazione della scheda di rilevazione degli assetti territoriali). Non è stato possibile reperire l’ammontare della popolazione minorile totale al Consorzio Monviso che pertanto rende impossibile produrre il dato relativo al numero di minori in affido ogni 1000.

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19 I dati del Centro per l’Affido di Trieste comprendono su 210 affidamenti un totale di 155 cosiddetti “affidi leggeri” che secondo le Linee di Indirizzo possono essere considerati affidamenti familiari diurni o residenziali part time; tale attenzione alla lettura di tutti i dati del report in generale è quindi oltremodo necessaria.

Ambito terri-toriale Affidamenti al 31/12/2012 Affidamenti ogni 1000 minori Numero di affidi per operatore

del Centro per l’Affido Alatri 16 1,1 5

Bari* 89 1,3 6,4

Caltanissetta 15 1,4 2

Firenze 61 1,2 8,7

Genova 316 2,9 8,2

Jesi 27 4,4 13,5

Milano 246 0,5 35

Monviso 159 Nd 4,3

Salerno 87 4,1 5,1

Trieste 210 4,4 52

* non comprende gli affidamenti di neo-maggiorenni

TABELLA 4: BAMBINI, RAGAZZI E NEO-MAGGIORENNI IN AFFIDAMENTO, TASSO DI BAMBINI E RAGAZZI IN AFFI-DAMENTO OGNI 1000 MINORI RESIDENTI E NUMERO DI CASI IN AFFIDAMENTO PER OPERATORE RELATIVO AI CENTRI PER L’AFFIDO DEI 10 AT DEL PROGETTO “UN PERCORSO NELL’AFFIDO” AL 31 DICEMBRE 2012. FONTE: ELABORAZIONE DATI SCHEDE DI RICOGNIZIONE DEGLI AFFIDAMENTI FAMILIARI.

Tali riferimenti permettono di compiere alcune inferenze. Anzitutto, per quel che compete il dato del numero di affidi ogni 1000 minori (percentuale di affidamenti sulla popolazione minorile), si evince che l’utilizzo dell’affido familiare è particolarmente eterogeneo nelle diverse realtà.

I Comuni di Salerno, Trieste e Jesi mostrano i tassi più elevati di affidi ogni 1000 minori con Trieste e Jesi che mostrano un valore di 4,45 bambini ogni 1000 in affidamento e Salerno (senza contare il Comune di Pellezzano) che tocca i 4,1 bambini e ragazzi in affido ogni 1000. I dati meno incisivi so-no quelli relativi ai Centri per l’Affido di Alatri e Milano.

Questo dato, pur non essendo di per sé enunciativo, permette forse di dare la misura da una parte della complessità sociale di ogni territorio e dall’altra delle politiche relative all’affidamento dei bam-bini e dei ragazzi. In particolare, per quel che riguarda il Centro per l’Affidi di Trieste fa fede l’appunto avanzato in precedenza.

Dall’altro lato, i Centri per l’Affido di Milano e Alatri possono mostrare dati meno incidenti forse a causa, fra l’altro, di specifiche politiche sociali di prevenzione dell’allontanamento da parte dei servizi competenti. Ma questi sono solo interrogativi utili a rilanciare la discussione negli AT coinvolti.

In secondo luogo, i Centri per l’Affido con un rapporto più elevato di operatori rispetto ai bambini e ragazzi in affidamento familiare sono quelli relativi a Caltanissetta e Alatri e al consorzio Monviso. Per ogni operatore coinvolto nel Centro per l’Affido ci sono rispettivamente due bambini, 5 e 4,3.

Di converso, i Centri per l’Affido di Trieste, Milano e Jesi mostrano tassi molto più impegnativi per gli operatori coinvolti. Nel primo caso, ogni operatore segue 52 casi di bambini in affidamento, nel se-condo 35 e nell’ultimo 13,5, indipendentemente però dalle forme dell’affidamento e dall’impegno del caso specifico.

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20 In linea generale, si può osservare come il gap fra i valori sia particolarmente rilevante: dai 2 bambi-ni in affido/operatori ai 52, pari a 50 unità di intervallo.

2.2 Età dei bambini e ragazzi in affidamento

Di seguito sono illustrate le classi di età dei bambini e ragazzi fuori famiglia in termini generali, ri-mandando il lettore ai successivi paragrafi per ciò che riguarda le età dei bambini in affidamento ete-ro ed intra-familiare, diurno e residenziale. La sezione non analizza l’età del bambino al momento dell’affidamento, ma unicamente la sua età nell’anno di riferimento.

Di seguito si analizzano i dati totali relativi alla somma delle diverse classi di età dei bambini e ra-gazzi seguiti dai dieci Centri per l’Affido.

0-5 anni 6-10 anni 11-13 anni 14-17 anni > 18 anni Totale

N 241 383 275 250 77 1226

% 20 32 22 20 6 100

TABELLA 5: CLASSI DI ETÀ DEI BAMBINI E RAGAZZI IN AFFIDAMENTO FAMILIARE – DATI TOTALI E PERCENTUALI - RIFERITI AI 10 AT DEL PROGETTO “UN PERCORSO NELL’AFFIDO” AL 31 DICEMBRE 2012. FONTE: ELABORA-ZIONE DATI SCHEDE DI RICOGNIZIONE DEGLI AFFIDAMENTI FAMILIARI.

La tabella 5 è illustrata attraverso il Grafico 2.

GRAFICO 2: CLASSI DI ETÀ DEI BAMBINI E RAGAZZI IN AFFIDAMENTO FAMILIARE IN VALORI PERCENTUALI RI-FERITI AI 10 AT DEL PROGETTO “UN PERCORSO NELL’AFFIDO” AL 31 DICEMBRE 2012. FONTE: ELABORAZIONE DATI SCHEDE DI RICOGNIZIONE DEGLI AFFIDAMENTI FAMILIARI.

Analizzando i dati totali, si può notare come la fascia di età più interessata dagli affidamenti familiari sia quella relativa all’intervallo fra i 6 e i 10 anni (32%), seguita dalla fascia dei pre-adolescenti (11-13 anni, pari al 22% del totale) e degli adolescenti (14-17 anni, pari al 20% del totale) e dalla prima infanzia (20%) e dalla fascia dei neo-maggiorenni (6%).

Cerchiamo ora di capire come sono distribuite le diverse classi di età negli ambiti territoriali dell’indagine.

0-5 anni 6-10 anni 11-13 anni 14-17 anni > 18 anni Totale

20%  

32%  22%  

20%  

6%  

Età  dei  bambini  e  ragazzi  in  affidamento  familiare  (%)  

0-­‐5  anni   6-­‐10  anni   11-­‐13  anni   14-­‐17  anni   >  18  anni  

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21 Alatri 3 2 3 8 0 16

Bari* 10 35 34 10 nd 89

Caltanissetta 2 5 2 6 0 15

Firenze 13 18 15 13 2 61

Genova 70 85 56 67 38 316

Jesi 4 6 6 9 2 27

Milano 45 85 47 59 10 246

Monviso 12 61 52 29 5 159

Salerno 19 23 20 20 5 87

Trieste 63 64 40 28 15 210

Totale 241 383 275 250 77 1226

*non comprende gli affidamenti di neo-maggiorenni

TABELLA 6: CLASSI DI ETÀ DEI BAMBINI E RAGAZZI IN AFFIDAMENTO FAMILIARE RIFERITI AI 10 AT DEL PRO-GETTO “UN PERCORSO NELL’AFFIDO” AL 31 DICEMBRE 2012. FONTE: ELABORAZIONE DATI SCHEDE DI RICO-GNIZIONE DEGLI AFFIDAMENTI FAMILIARI.

La Tabella 6 è rappresentata graficamente tramite la seguente figura.

GRAFICO 3: CLASSI DI ETÀ DEI BAMBINI E RAGAZZI IN AFFIDAMENTO FAMILIARE (VALORE PERCENTUALE) RI-FERITI AI 10 AT DEL PROGETTO “UN PERCORSO NELL’AFFIDO” AL 31 DICEMBRE 2012. FONTE: ELABORAZIONE DATI SCHEDE DI RICOGNIZIONE DEGLI AFFIDAMENTI FAMILIARI.

Prevale come età più interessata dall’affidamento familiare la fascia 6-10 anni; tale trend sembra es-sere per lo più rispettato dai Centri per l’Affido. A discostarsene sono i dati di Alatri e Caltanissetta, i cui affidamenti avvengono soprattutto nella fascia dai 14 ai 17 anni. Il Centro per l’Affido di ha in ca-rico la medesima percentuale di 6-10enni e 11-13enni (entrambe le fasce d’età sono al 22% del tota-le degli affidamenti).

Analizziamo ora per fascia di età le principali deviazioni rispetto alle percentuali nazionali.

Per il tasso di affidamenti dei bambini più piccoli sul totale degli affidi, è il Centro per l’Affido di Trie-ste che si discosta maggiormente dalla media del campione, dimostrando un gap di dieci punti per-

19   11   13   21   22   15   18   8   22   30  13   39   33   30   27   22   35   38   26   30  19  38  

13   25   18   22  19   33   23   19  50  

11  40   21   21   33   24   18   23   13  

0   0   0   3   12   7   4   3   6   7  

Età  dei  bambini  e  ragazzi  in  affidamento    familiare  (%)  

0-­‐5  anni   6-­‐10  anni   11-­‐13  anni   14-­‐17  anni   >  18  anni  

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22 centuale in più rispetto alla media del campione (30% versus 22% di Genova e Salerno), mentre l’ambito territoriale che si discosta più in negativo è il consorzio Monviso. In altri termini, Trieste è l’ambito territoriale che sul totale ha più affidamenti di bambini piccoli, potenziando quindi l’affido come misura preventiva nei primi anni di vita del bambino.

La media nazionale degli affidamenti dei bambini dai 6 ai 10 anni si attesta attorno al 30%: il Centro per l’Affido che più si discosta in positivo è quello di Bari (con un 39% sul totale) insieme al consor-zio Monviso (38% sul totale degli affidi) e quello in negativo, cioè che sul totale dei suoi affidamenti mostra più scarto rispetto alla media nazionale, è quello di Alatri (13% sul totale degli affidi).

Per i ragazzi nella fascia 11-13 anni, la cui media di affidi sul totale è 23%, il Centro che mostra il tasso più alto è quello di Bari mentre il dato più basso appartiene a quello di Caltanissetta.

Per la fascia 14-17 anni, la cui media nazionale è 22% sul totale, il Centro per l’Affido che se ne di-scosta in maniera positiva è quello di Alatri, mentre in negativo il valore percentuale più basso sul to-tale è relativo a Bari.

Per ciò che concerne il peso degli affidamenti dei neo-maggiorenni sul totale, occorre ricordare che il Centro per l’Affido di Bari non ha reso disponibile tale dato. Se la media nazionale si attesta attorno al 6%, Genova mostra un 12% di peso dei neo-maggiorenni in affido sul totale, al contrario di Alatri e Caltanissetta che non realizzano affidi in questa fascia d’età. E’ molto probabile, però, che nel caso di affidamenti di neo-maggiorenni si tratti di prosegui di affidamenti e non di veri e propri strumenti di accoglienza forniti al compimento del diciottesimo anno d’età.

2.3 Bambini e ragazzi di cittadinanza non italiana in affidamento familiare

Il numero dei bambini e ragazzi di cittadinanza non italiana in affidamento familiare è riconducibile a due fenomeni entrambi relativamente recenti per il contesto italiano: la migrazione di minori non ac-compagnati e l’allontanamento dalla famiglia di figli di genitori migranti che non hanno ancora matu-rato i requisiti per l’ottenimento della cittadinanza italiana.

La Tabella 7 e il Grafico 4 enucleano rispettivamente le frequenze e i valori percentuali di minori fuo-ri famiglia di cittadinanza non italiana all’interno dei diversi AT di riferimento.

Occorre premettere che il Centro per l’Affido di Caltanissetta non ha fornito i dati per questa sezione.

Ambito Territoriale minori CNI in affidamento minori CI in affidamento Totale affidamenti

Alatri 0 16 16

Bari* 2 87 89

Caltanissetta nd nd 15

Firenze 34 27 61

Genova 75 241 316

Jesi 15 9 27

Milano 100 146 246

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23 Monviso 35 124 159

Salerno 0 87 87

Trieste 46 164 210

Totale 307 901 1226

*non comprende gli affidamenti di neo-maggiorenni

TABELLA 7: BAMBINI E RAGAZZI DI CITTADINANZA ITALIANA E NON ITALIANA IN AFFIDAMENTO FAMILIARE RI-FERITI AI 10 AT DEL PROGETTO “UN PERCORSO NELL’AFFIDO” AL 31 DICEMBRE 2012. FONTE: ELABORAZIONE DATI SCHEDE DI RICOGNIZIONE DEGLI AFFIDAMENTI FAMILIARI.

GRAFICO 4: PERCENTUALI DI CITTADINI NON ITALIANI E ITALIANI SUL TOTALE DEI BAMBINI E RAGAZZI IN AFFI-DAMENTO FAMILIARE RIFERITI AI 10 AT DEL PROGETTO “UN PERCORSO NELL’AFFIDO” AL 31 DICEMBRE 2012. FONTE: ELABORAZIONE DATI SCHEDE DI RICOGNIZIONE DEGLI AFFIDAMENTI FAMILIARI.

I Centri per l’Affido più interessati dal fenomeno dei bambini e ragazzi di cittadinanza non italiana (cni nel Grafico 4) sono quelli di Jesi, Firenze e di Milano. In particolare, il 62,5% dei bambini in affi-damento a Jesi e il 56% a Firenze sono di un’altra cittadinanza.

D’altra parte, infatti, occorre rimarcare che i bambini di cittadinanza italiana rappresentano la mag-gioranza dei bambini in affido in tutti gli AT, se non la totalità del campione, come per i casi di Alatri, Bari e Salerno. In questi casi sembra essere il tasso migratorio a fare la differenza nella presa in ca-rico da parte dei servizi.

Correliamo di seguito le cittadinanze con le grandezze dei centri urbani a cui afferiscono i Centri per l’Affido della presente indagine.

Comuni sotto i 200.000 abitanti Comuni sopra i 200.000 abitanti

% Minori con cni in affida-

mento

% Minori con ci in affidamento

% Minori con cni in affida-

mento

% Minori con ci in affidamento

Alatri 0 100 Bari* 2 98

Caltanissetta nd nd Firenze 56 44 consorzio Mon-

viso 19 81 Genova 24 76

Jesi 62,5 37,5 Milano 41 59

Salerno 0 100 Trieste 30 70

Alatri   Bari   Firenze   Genova     Jesi   Milano   Monviso   Salerno   Trieste  0   2  

56  24  

62,5  41  

19  0  

30  

100   98  

42  76  

37,5  59  

81  100  

70  

Ci8adinanze  italiane  e  non  italiane  dei  bambini  e  ragazzi  in  affidamento  familiare  (%)  

%  minori  cni  in  affidamento   %  minori  ci  in  affidamento  

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24 Valore medio 17 83 Valore medio 31 69

*non comprende gli affidamenti di neo-maggiorenni TABELLA 8: RIPARTIZIONE CITTADINI ITALIANI E NON ITALIANI SUL TOTALE DEI BAMBINI E RAGAZZI IN AFFIDA-MENTO FAMILIARE SUDDIVISI PER COMUNI SOPRA E SOTTO I 200.000 ABITANTI IN CARICO AI CENTRI PER L’AFFIDO DEI 10 AT DEL PROGETTO “UN PERCORSO NELL’AFFIDO” AL 31 DICEMBRE 2012. FONTE: ELABORA-ZIONE DATI SCHEDE DI RICOGNIZIONE DEGLI AFFIDAMENTI FAMILIARI.

In media sembrano interessate in maniera più rilevante dal fenomeno dei bambini e ragazzi di citta-dinanza non italiana le grandi città e in particolare quelle dell’Italia centro-settentrionale, oscillando fra il 24% di bambini e ragazzi non italiani di Genova e il 41% di Milano.

Le realtà medio-piccole, invece, ospitano bambini fuori famiglia prevalentemente italiani. Caso a par-te è la situazione del territorio di Jesi, unico Centro per gli Affidi di una realtà medio-piccola a ospita-re un numero importante di bambini/ragazzi di altre cittadinanze.

2.4 Affidi giudiziali e consensuali

A fronte di una media nazionale del 62% di affidamenti giudiziali, i dati dei 10 AT sembrano in linea con il fenomeno nazionale. Occorre premettere, però, che non sempre le definizioni di affido giudi-ziale sono sovrapponibili fra di loro. In questa sezione, come nelle altre, il riferimento sono le defini-zioni delle Linee di Indirizzo.

La Tabella 9 e il relativo Grafico 5 mostrano le percentuali di affidi giudiziali e consensuali. Nei casi di Bari, Genova, Firenze e Salerno tali dati sono relativi a sotto-campioni; questo perché non sono stati forniti i dati totali relativi a tutte le sezioni. Bari e Firenze non includono i dati degli affidamenti dei neo-maggiorenni, mentre Genova non include i minori in case-famiglia e i neo-maggiorenni.

Nella lettura dei dati globali, anche per quanto riguarda tale distinzione, si specifica che per il Centro per l’Affido di Trieste sono inseriti anche i provvedimenti che riguardano gli affidi diurni.

Il Grafico 5 calcola il totale quindi sulla somma dei dati pervenuti nella presente sezione.

Ambito Territoriale N affidi giudiziali N affidi consensuali Totale

Alatri 12 4 16

Bari** 39 25 64

Caltanissetta 15 0 15

Firenze** 43 16 59

Genova* 249 29 278

Jesi 18 9 27

Milano 186 60 246

Monviso 40 119 159

Salerno** 78 4 82

Trieste 38 172 210

Totale 699 362 1061 * non comprende i bambini in affido presso case-famiglia e i neo-maggiorenni

** non comprende i neo-maggiorenni

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25 TABELLA 9: AFFIDAMENTI GIUDIZIALI E CONSENSUALI AL 31 DICEMBRE 2012 IN CARICO AI CENTRI PER L’AFFIDO DEI 10 AT DEL PROGETTO “UN PERCORSO NELL’AFFIDO”. FONTE: ELABORAZIONE DATI SCHEDE DI RICOGNIZIONE DEGLI AFFIDAMENTI FAMILIARI.

GRAFICO 5: AFFIDAMENTI GIUDIZIALI E CONSENSUALI (%) IN CARICO AI CENTRI PER L’AFFIDO DEI 10 AT DEL PROGETTO “UN PERCORSO NELL’AFFIDO” AL 31 DICEMBRE 2012. FONTE: ELABORAZIONE DATI SCHEDE DI RI-COGNIZIONE DEGLI AFFIDAMENTI FAMILIARI.

A fronte di una media di utilizzo di affidi giudiziali pari al 57% e di consensuali del 43%, la Tabella 9 e il Grafico 5 mostrano approcci differenti da parte dei Centri per l’Affido insieme alle Autorità com-petenti dei dieci AT selezionati.

In primo luogo, si noti quanto l’affidamento giudiziale sia sempre utilizzato, a differenza del dispositi-vo consensuale. Esemplificativo a questo titolo la situazione di Caltanissetta, dove è unicamente usato l’affidamento giudiziale.

Secondo ad utilizzo in maniera percentuale dello strumento giudiziale è il Centro per l’Affido di Sa-lerno, dove il 95% degli affidi sono nuovamente giudiziali. Sommando tra loro gli AT dell’Italia meri-dionale (Bari, Caltanissetta e Salerno), risulta che in media l’affidamento giudiziale è utilizzato per l’85% dei casi.

In linea generale, l’utilizzo dell’affidamento giudiziale nei dieci AT non cala mai al di sotto della soglia del 18% relativo a Trieste, che utilizza in maniera nettamente dispreferenziale il dispositivo coatto. Tale dato può essere spiegato con l’alto numero di affidi leggeri che il Centro propone e realizza. Il gap di utilizzo nei 10 Centri per l’Affido è particolarmente ampio, pari ad 83 unità su 100, a conferma di una grande eterogeneità delle prassi degli attori coinvolti.

Speculare è quindi l’utilizzo dell’affido consensuale – particolarmente complesso perché richiede un coinvolgimento attivo della famiglia del bambino da parte dei servizi -, con gli estremi di Caltanisset-ta che non lo utilizza e l’82% di utilizzo da parte di Trieste. In quest’ultimo territorio, più di 4 su 5 affi-damenti sono consensuali, facendo presupporre una pratica di lavoro centrata sulla prevenzione e l’accompagnamento della famiglia del bambino.

75   61  100  

73   90  67   76  

25  

95  

18  

25   39  0  

27   10  33   24  

75  

5  

82  

Affidamen:  giudiziali  e  consensuali  (%)  %  Affidi  giudiziali   %  Affidi  consensuali  

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26

Comuni sotto i 200.000 abitanti Comuni sopra i 200.000 abitanti

Affidamento

giudiziale (%)

Affidamento consensuale

(%) Affidamento

giudiziale (%)

Affidamento consensuale

(%)

Alatri 75 25 Bari** 61 39

Caltanissetta 100 0 Firenze** 73 27

consorzio Monviso

25 75 Genova* 90 10

Jesi 67 33 Milano 24 76

Salerno** 95 5 Trieste 18 82

Valore medio 72 28 Valore medio 53 47

* non comprende i bambini in affido presso case-famiglia e i neo-maggiorenni ** non comprende i neo-maggiorenni

TABELLA 10: VALORI PERCENTUALI DI AFFIDAMENTI GIUDIZIALI E CONSENSUALI IN CARICO AI CENTRI PER L’AFFIDO DEI 10 AT DEL PROGETTO “UN PERCORSO NELL’AFFIDO” AL 31 DICEMBRE 2012 RIPARTITI PER MA-CRO-AREA DI ABITANTI. FONTE: ELABORAZIONE DATI SCHEDE DI RICOGNIZIONE DEGLI AFFIDAMENTI FAMI-LIARI.

Come emerge dalla Tabella 10, la macro-area geografica che utilizza maggiormente l’affidamento consensuale sul totale degli affidamenti è quella relativa ai grandi centri urbani, con una media pari al 60% circa di tutti gli affidamenti intercorsi nel 2012. Fra questi centri, ad utilizzare meno il disposi-tivo consensuale è il Centro per l’Affido di Genova (10%).

2.5 Affidi etero-familiari ed intra-familiari

Per quel che riguarda gli affidamenti, altra tipologia di classificazione riguarda gli affidi a parenti en-tro il quarto grado (secondo le Linee di indirizzo, affidamento intra-familiare) che vengono contrap-posti agli affidi a contesti familiari estranei alla famiglia allargata del bambino. In questo caso, le poli-tiche sociali e familiari si appoggiano anche alla dinamicità e solidarietà del tessuto sociale nel suo complesso. Per questa ragione, analizzare tali dati chiede di inquadrare il fenomeno da un punto di vista sociale e culturale più allargato.

N affidi etero-familiari N affidi intra-familiari Totale

Alatri 5 11 16

Bari* 34 55 89

Caltanissetta 2 13 15

Firenze 25 36 61

Genova 267 49 316

Jesi 19 8 27

Milano 238 8 246

Monviso 131 28 159

Salerno 20 67 87

Trieste 172 38 210

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27 Totale 900 265 1226

Valore medio 165 52 122

** non comprende i neo-maggiorenni

TABELLA 11: AFFIDAMENTI ETERO ED INTRA-FAMILIARI AL 31 DICEMBRE 2012 IN CARICO AI CENTRI PER L’AFFIDO DEI 10 AT DEL PROGETTO “UN PERCORSO NELL’AFFIDO” AL 31 DICEMBRE 2012. FONTE: ELABORA-ZIONE DATI SCHEDE DI RICOGNIZIONE DEGLI AFFIDAMENTI FAMILIARI.

In media emerge come gli affidamenti etero-familiari siano utilizzati in maniera preponderante, con un gap di circa il triplo delle unità. Andando ad analizzare il dato più nello specifico, notiamo come gli AT con la frequenza maggiore di affidi etero-familiari siano quelli di Milano e Genova. All’estremo opposto, il Centro per l’Affido che utilizza meno gli affidi etero-familiari, è quello di Caltanissetta, con 2 collocamenti di minori fuori famiglia, seguito da Alatri con 5 affidamenti.

Per quel che riguarda, invece, le frequenze degli affidi intra-familiari a parenti entro il quarto grado, il Centro per l’Affido che mostra i numeri più alti è quello di Salerno, con 67 affidi a parenti di bambini, seguito da Bari (55 affidi intra-familiari); di converso, gli AT che utilizzano meno il dispositivo sono quelli di Jesi (8 su 27) e Milano (8 su 246). Bari, Alatri e Firenze utilizzano i dispositivi in misura qua-si equivalente.

Di seguito si analizzino invece i dati percentuali relativi.

GRAFICO 6: PERCENTUALI AFFIDAMENTI ETERO ED INTRA-FAMILIARI SUL TOTALE DEGLI AFFIDAMENTI IN CA-RICO AI CENTRI PER L’AFFIDO DEI 10 AT DEL PROGETTO “UN PERCORSO NELL’AFFIDO” AL 31 DICEMBRE 2012. FONTE: ELABORAZIONE DATI SCHEDE DI RICOGNIZIONE DEGLI AFFIDAMENTI FAMILIARI.

Il Grafico 6 mostra la ripartizione in valori percentuali per ogni AT degli affidamenti etero ed intra-familiari. Emerge la netta divisione fra il Nord Italia rispetto al Sud-Centro Italia. Se da una parte, in-fatti, predomina l’affidamento a estranei, dall’altra, aumenta quello a parenti, fino a toccare la soglia dell’87% di affidamenti intra-familiari di Caltanissetta.

I Centri per l’Affido dei Comuni del Nord Italia, infatti, privilegiano misure etero-familiari con una me-dia di utilizzo pari all’87,5%, i Comuni del Sud e del Centro Italia privilegiano misure di affidamento intra-familiare, con percentuali medie rispettivamente pari al 75% (3 su 4 bambini in affidamento) e al 45%.

31   38  13  

41  

84   70  97   82  

23  

82  

69   62  87  

59  

16   30  3   18  

77  

18  

Affidamen:  etero-­‐familiari  e  intra-­‐familiari  (%)  %  affidi  etero-­‐familiari   %  affidi    intra-­‐familiari  

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28 I casi di Caltanissetta e Trieste sono interessanti perché esattamente speculari nei valori: quanto il primo caso si affida alla famiglia allargata per l’87% dei casi, una simile percentuale interessa gli af-fidamenti etero-familiari nel contesto triestino (82%).

Analizziamo ora le differenze in termini di grandi e piccoli centri abitati e in termini percentuali.

Comuni sotto i 200.000 abitanti Comuni sopra i 200.000 abitanti

Affidamento etero-familiare

(%)

Affidamento intra-familiare

(%)

Affidamento

etero-familiare (%)

Affidamento intra-familiare

(%)

Alatri 31 69 Bari+ 38 62

Caltanissetta 13 87 Firenze 41 59

consorzio Mon-viso

82 18 Genova 84 16

Jesi 70 30 Milano 97 3

Salerno 23 77 Trieste 82 18

Valore medio 44 56 Valore medio 68 32

** non comprende i neo-maggiorenni

TABELLA 12: RIPARTIZIONE AFFIDAMENTI ETERO ED INTRA-FAMILIARI SUDDIVISI PER CENTRI ABITANTI SOPRA E SOTTO I 200.000 ABITANTI IN CARICO AI CENTRI PER L’AFFIDO DEI 10 AT DEL PROGETTO “UN PERCORSO NELL’AFFIDO” AL 31 DICEMBRE 2012. FONTE: ELABORAZIONE DATI SCHEDE DI RICOGNIZIONE DEGLI AFFIDA-MENTI FAMILIARI.

La grandezza dei centri abitati sembra incidere, almeno parzialmente, sulle differenze di utilizzo dell’affidamento intra-familiare; si noti, infatti, che i centri abitati la cui popolazione è inferiore ai 200.000 abitanti utilizzano per più del 20% in più l’affidamento a parenti rispetto ai centri più inurbati. I grandi centri abitati, invece, si attestano attorno alla media dell’Italia del Nord, con 3 casi su 4 affi-dati ad estranei alla famiglia naturale.

Analizziamo di seguito le ripartizioni di utilizzo dei dispositivi a seconda dell’età dei bambini e dei ra-gazzi coinvolti. Questi dati non sono stati forniti dai Centri per l’Affido del consorzio Monviso e da quello di Firenze. Il primo Centro ha fornito i dati complessivi non selezionandoli per le classi di età, mentre il Centro fiorentino non dispone dei dati relativi alla sezione.

0-5 anni 6-10 anni 11-14 anni 14-17 anni >18 anni Totale

Alatri etero-familiari 0 0 1 4 0 5

intra-familiari 3 2 2 4 0 11

Bari* etero-familiari 0 15 15 4 nd 34

intra-familiari 10 20 19 6 nd 55

Caltanissetta etero-familiari 0 1 0 1 0 2

intra-familiari 2 4 2 5 0 13

Genova etero-familiari 66 73 48 53 27 267

intra-familiari 4 12 8 14 11 49

Jesi etero-familiari 4 6 5 6 0 21

intra-familiari 0 0 1 3 2 6

Milano etero-familiari 45 77 47 59 10 238

intra-familiari 0 8 0 0 0 8

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29 Salerno etero-familiari 5 7 7 1 0 20

intra-familiari 14 16 13 19 5 67

Trieste etero-familiari 63 54 32 22 11 182

intra-familiari 0 10 8 6 4 28

Totale 216 304 208 208 70 1006

*non comprende i neo-maggiorenni

TABELLA 13: RIPARTIZIONE AFFIDAMENTI ETERO ED INTRA-FAMILIARI IN RELAZIONE ALL’ETA’ DEL MINORE AL 31 DICEMBRE 2012 IN CARICO AI CENTRI PER L’AFFIDO DEI 10 AT DEL PROGETTO “UN PERCORSO NELL’AFFIDO”. FONTE: ELABORAZIONE DATI SCHEDE DI RICOGNIZIONE DEGLI AFFIDAMENTI FAMILIARI.

La Tabella 13 espone un quadro generale sull’andamento degli affidamenti a parenti entro il quarto grado oppure a persone esterne alla famiglia allargata e favorisce forse uno sguardo complessivo sulle politiche di affidamento in relazione alle diverse età.

La media di affidamenti intra-familiari per classi di età propone il numero più alto di affidamenti pres-so parenti nella fascia dei 6-10 anni di età del bambino, seguito dall’affidamento dei ragazzi dai 14 ai 17 anni. La media degli affidamenti etero-familiari vede più affidamenti nelle fasce 6-10 anni, 11-14 e 14-17, ma registra valori più alti, segno che le misure etero-familiari sono in media maggiormente utilizzate.

Analizziamo ora i dati relativi ai soli affidamenti etero-familiari in relazione alle classi di età dei bam-bini e dei ragazzi fuori famiglia.

0-5 anni 6-10 anni 11-14 anni 14-17 anni >18 anni Totale

Alatri 0 0 1 4 0 5

Bari* 0 15 15 4 nd 34

Caltanissetta 0 1 0 1 0 2

Genova 66 73 48 53 27 267

Jesi 4 6 5 6 0 21

Milano 45 77 47 59 10 238

Salerno 5 7 7 1 0 20

Trieste 63 54 32 22 11 182

Totale 183 232 155 151 48 769

*non comprende i neo-maggiorenni

TABELLA 14: RIPARTIZIONE AFFIDAMENTI ETERO-FAMILIARI IN RELAZIONE ALL’ETA’ DEL MINORE AL 31 DICEM-BRE 2012 IN CARICO AI CENTRI PER L’AFFIDO DEI 10 AT DEL PROGETTO “UN PERCORSO NELL’AFFIDO”. FON-TE: ELABORAZIONE DATI SCHEDE DI RICOGNIZIONE DEGLI AFFIDAMENTI FAMILIARI.

Analizzati AT per AT, gli affidamenti etero-familiari risultano essere l’opzione preferenziale in partico-lare per la fascia 6-10 anni, in particolare nei Centri per l’Affido di Genova e Milano, mentre sono so-stanzialmente pari agli affidamenti dei 14-17enni a Bari, Alatri, Caltanissetta, Jesi e Salerno. Nel Centro per l’Affido di Trieste, gli affidamenti etero-familiari più utilizzati sono quelli che riguardano i bambini dagli 0 ai 5 anni d’età.

Il dato più basso è quello relativo agli affidamenti di ragazzi maggiorenni, che in tutti i Centri per l’Affido della sezione risultano essere i meno utilizzati, anche perché legati a prosiegui amministrativi e/o altre misure di accompagnamento all’adultità fuori famiglia.

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30 La Tabella 14 è illustrata attraverso l’utilizzo del Grafico seguente.

GRAFICO 7: RIPARTIZIONE AFFIDAMENTI ETERO-FAMILIARI IN PERCENTUALE SUL TOTALE DEGLI AFFIDAMENTI ETERO-FAMILIARI IN RELAZIONE ALL’ETA’ DEI BAMBINI E RAGAZZI IN AFFIDO IN CARICO AI CENTRI PER L’AFFIDO DEI 10 AT DEL PROGETTO “UN PERCORSO NELL’AFFIDO” AL 31 DICEMBRE 2012. FONTE: ELABORA-ZIONE DATI SCHEDE DI RICOGNIZIONE DEGLI AFFIDAMENTI FAMILIARI.

In media, le percentuali di utilizzo sul totale degli affidamenti etero-familiari da parte delle diverse età dei bambini e ragazzi sono riportate nel Grafico 8.

GRAFICO 8: AFFIDAMENTI ETERO-FAMILIARI IN RELAZIONE ALL’ETA’ DEL MINORE - VALORE PERCENTUALE MEDIO SUL TOTALE DEGLI AFFIDAMENTI ETERO-FAMILIARI - AL 31 DICEMBRE 2012 IN CARICO AI CENTRI PER L’AFFIDO DEI 10 AT DEL PROGETTO “UN PERCORSO NELL’AFFIDO”. FONTE: ELABORAZIONE DATI SCHEDE DI RICOGNIZIONE DEGLI AFFIDAMENTI FAMILIARI.

In generale si desume, come precedentemente evidenziato, che l’affidamento etero-familiare inte-ressa principalmente le fasce d’età dei bambini fra i 6 e 10 anni e degli adolescenti fra i 14 e i 18 an-ni, mentre è una misura residuale per i neo-maggiorenni.

0   0   0   25   19   19   25   35  0  

44   50   27   29   32   35   30  

20  

44  0   18   24   20  

35   18  80  

12  50   20   29   25  

5   12  0   0   0   10   0   4   0   6  

Affidamen:  etero-­‐familiari  fasce  d'età  dei  bambini  e  ragazzi  in  affidamento  familiare  (%)  0-­‐5  anni   6-­‐10  anni   11-­‐14  anni   14-­‐17  anni   >18  anni  

15%  

30%  22%  

30%  

3%  

Affidamen:  etero-­‐familiari  per  fasce  d'età  dei  bambini  e  ragazzi  in  affidamento  familiare  -­‐  valori  

%  medi  0-­‐5  anni   6-­‐10  anni   11-­‐14  anni   14-­‐17  anni   >18  anni  

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31 Per quel che riguarda gli affidamenti intra-familiari in relazione alle classi di età dei bambini e dei ra-gazzi in affidamento, essi sono illustrati numericamente nella seguente tabella.

0-5 anni 6-10 anni 11-14 anni 14-17 anni >18 anni Totale

Alatri 3 2 2 4 0 11

Bari* 10 20 19 6 nd 55

Caltanissetta 2 4 2 5 0 13

Genova 4 12 8 14 11 49

Jesi 0 0 1 3 2 6

Milano 0 8 0 0 0 8

Salerno 14 16 13 19 5 67

Trieste 0 10 8 6 4 28

Totale 33 72 53 57 22 237

*non comprende i neo-maggiorenni

TABELLA 15: RIPARTIZIONE AFFIDAMENTI INTRA-FAMILIARI IN RELAZIONE ALL’ETA’ DEI BAMBINI E DEI RAGAZZI IN AFFIDO AL 31 DICEMBRE 2012 IN CARICO AI CENTRI PER L’AFFIDO DEI 10 AT DEL PROGETTO “UN PERCOR-SO NELL’AFFIDO”. FONTE: ELABORAZIONE DATI SCHEDE DI RICOGNIZIONE DEGLI AFFIDAMENTI FAMILIARI.

La Tabella 15 è riprodotta graficamente attraverso il Grafico seguente.

GRAFICO 9: RIPARTIZIONE AFFIDAMENTI INTRA-FAMILIARI IN PERCENTUALE SUL TOTALE DEGLI AFFIDAMENTI INTRA-FAMILIARI IN RELAZIONE ALL’ETA’ DEI BADO MBINI E RAGAZZI IN AFFIDO IN CARICO AI CENTRI PER L’AFFIDO DEI 10 AT DEL PROGETTO “UN PERCORSO NELL’AFFIDO” AL 31 DICEMBRE 2012. FONTE: ELABORA-ZIONE DATI SCHEDE DI RICOGNIZIONE DEGLI AFFIDAMENTI FAMILIARI.

Dalla visione congiunta di grafico e tabella, si evincono alcuni dati specifici: l’affidamento intra-familiare è utilizzato solo da alcuni Centri per l’Affido per tutte le fasce d’età. A discostarsi da questo dato, sono: il Centro per l’Affido di Milano, che è l’unico ad utilizzarlo solo per i bambini dai 6 ai 10 anni, i Centri di Alatri, Bari e Caltanissetta che non lo utilizzano per i neo-maggiorenni, il Centro per l’Affido di Jesi che non lo utilizza per bambini dagli 0 ai 10 anni e Trieste che non lo utilizza per la prima infanzia.

27   18   15   8   0   0   21   0  

18   36   31   24  0  

100  24  

36  

18  35  

15  16  

17  

0  

19   29  

36  11  

38  29  

50  

0  28   21  

0   0   0  22   33  

0   7   14  

Affidamen:  intra-­‐familiari  fasce  d'età  dei  bambini  e  ragazzi  in  affidamento  familiare  (%)  0-­‐5  anni   6-­‐10  anni   11-­‐14  anni   14-­‐17  anni   >18  anni  

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32 Il Centro per l’Affido che utilizza l’affidamento intra-familiare maggiormente per la fascia della prima infanzia, fino ai 5 anni, è quello di Alatri, con il 27% sul totale degli affidamenti intra-familiari.

Il Centro per l’Affido che utilizza di più l’affidamento intra-familiare per i bambini da 6 a 10 anni è quello di Milano, con il dato totale degli affidamenti intra-familiari.

Il Centro per l’Affido che utilizza di più l’affidamento intra-familiare per i ragazzi da 11 a 14 anni è quello di Bari, con il 35% degli affidamenti intra-familiari totali.

Il Centro per l’Affido che utilizza di più l’affidamento intra-familiare per i ragazzi da 15 a 17 anni e quello per i neo-maggiorenni è quello di Jesi, dove un ragazzo su due in affidamento presso parenti è adolescente e uno su 3 ha più di 18 anni.

Di seguito sono presentati i dati in valori percentuali medi degli affidamenti intra-familiari sul dato to-tale.

GRAFICO 10: AFFIDAMENTI INTRA-FAMILIARI IN RELAZIONE ALL’ETA’ DEI BAMBINI E RAGAZZI IN AFFIDO - VA-LORE PERCENTUALE MEDIO SUL TOTALE DEGLI AFFIDAMENTI INTRA-FAMILIARI – IN CARICO AI CENTRI PER L’AFFIDO DEI 10 AT DEL PROGETTO “UN PERCORSO NELL’AFFIDO” AL 31 DICEMBRE 2012. FONTE: ELABORA-ZIONE DATI SCHEDE DI RICOGNIZIONE DEGLI AFFIDAMENTI FAMILIARI.

La lettura del grafico 10 permette di notare come l’affidamento intra-familiare sia maggiormente uti-lizzato nella fascia d’età dei 6-10 anni e dei 14-17 anni, in linea con i dati dell’affidamento etero-familiare. A differenza dei valori percentuali medi degli affidamenti etero-familiari, però, sono mag-giori le percentuali relative agli affidi dei neo-maggiorenni che rientrano all’interno della famiglia al-largata.

2.6 Affidamenti diurni e residenziali

Gli affidamenti diurni e residenziali differiscono principalmente per coinvolgimento della famiglia del bambino e per tipologia di intervento e di accompagnamento che affidatari e Centri per l’Affido co-costruiscono insieme. In questa fase dell’indagine sono stati considerati unicamente gli affidi dichia-rati come diurni e non quelli a tempo parziale.

11%  

33%  

18%  

27%  

11%  

Affidamen:  intra-­‐familiari  per  fasce  d'età  dei  bambini  e  ragazzi  in  affidamento  familiare  (valori  

%  medi)  0-­‐5  anni   6-­‐10  anni   11-­‐14  anni   14-­‐17  anni   >18  anni  

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33 La Tabella 16 riporta la frequenza di utilizzo dei due dispositivi all’interno del propri territori. Come si nota, in questo caso non sono disponibili i dati relativi agli affidamenti familiari del consorzio Monvi-so. I dati non sono completi per tutti gli AT di riferimento.

Ambito Territoriale Affidamenti diurni affidamenti residenziali Totale

Alatri 0 16 16

Bari* 27 62 89

Caltanissetta 0 15 15

Firenze 7 51 61

Genova 30 286 316

Jesi 3 24 27

Milano 81 165 246

Monviso nd nd 159

Salerno 1 86 87

Trieste 155 55 210

Totale 304 765 1226

** non comprende i neo-maggiorenni

TABELLA 16: AFFIDAMENTI DIURNI E RESIDENZIALI AL 31 DICEMBRE 2012 IN CARICO AI CENTRI PER L’AFFIDO DEI 10 AT DEL PROGETTO “UN PERCORSO NELL’AFFIDO”. FONTE: ELABORAZIONE DATI SCHEDE DI RICOGNI-ZIONE DEGLI AFFIDAMENTI FAMILIARI.

Il Grafico 11 riporta i valori percentuali totali dei Centri per l’Affido.

GRAFICO 11: AFFIDAMENTI DIURNI E RESIDENZIALI IN VALORI PERCENTUALI SUL TOTALE DEGLI AFFIDAMENTI AL 31 DICEMBRE 2012 IN CARICO AI CENTRI PER L’AFFIDO DEI 10 AT DEL PROGETTO “UN PERCORSO NELL’AFFIDO”. FONTE: ELABORAZIONE DATI SCHEDE DI RICOGNIZIONE DEGLI AFFIDAMENTI FAMILIARI.

Dalla lettura congiunta di tabella e grafico notiamo come sia nettamente prevalente l’utilizzo del di-spositivo residenziale, con un valore medio percentuale di utilizzo pari al 74% sul totale degli affida-menti.

0  

79  

0   12   10   14  33  

1  

74  100  

21  

100   88   90   86  67  

99  

26  

Affidamen:  diurni  e  residenziali  (%)  %  affidamenJ  diurni   %  affidamenJ  residenziali  

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34 Ad utilizzarlo in maniera esclusiva o pressoché tale sono i Comuni del Sud Italia sotto i 200.000 abi-tanti (Caltanissetta e Salerno) e il Centro per l’Affido di Alatri.

Ad utilizzarlo di meno sono invece due Comuni sopra i 200.000 abitanti, rispettivamente del Sud Ita-lia (Bari, con un 21%) e del Nord Italia (Trieste, con un 24%), che si assestano attorno ad un utilizzo residuale, pari al 22% in media, in netta discontinuità con le pratiche dei restanti Centri per l’Affido. A distanza segue solo il Centro per l’Affido di Milano, che realizza il 67% degli affidamenti in forma re-sidenziale, staccato di più di 40 punti percentuale da Bari e Trieste.

Se nel caso di Bari tale dato può essere messo in relazione agli affidamenti intra-familiari, che ri-guardano più del 60% dei casi, facendo presupporre misure specifiche di affidamento intra-familiare diurno, a Trieste tale dato risulta unicamente collegabile agli affidi etero-familiari. Di questi, infatti, 3 su 4 sono in forma diurna. In entrambi i casi, tale assetto può essere l’esito di pratiche consolidate come anche di una precisa strategia di politiche sociali volte all’accompagnamento della famiglia na-turale dei bambini in affidamento? La questione va senza dubbio approfondita.

Correliamo ora le percentuali di utilizzo dei due dispositivi alla popolazione del territorio di riferimento del Centro per l’Affido.

Comuni sotto i 200.000 abitanti Comuni sopra i 200.000 abitanti

Affidamento diurno (%)

Affidamento re-sidenziale (%)

Affidamento diurno (%)

Affidamento re-sidenziale (%)

Alatri 0 100 Bari* 79 21

Caltanissetta 0 100 Firenze 12 88

consorzio Mon-viso nd nd Genova 10 90

Jesi 14 86 Milano 33 67

Salerno 1 99 Trieste 74 26

Valore medio 4 96 Valore medio 43 57

** non comprende i neo-maggiorenni

TABELLA 17: RIPARTIZIONE AFFIDAMENTI DIURNI E RESIDENZIALI SUDDIVISI PER CENTRI ABITANTI SOPRA E SOTTO I 200.000 ABITANTI IN CARICO AI CENTRI PER L’AFFIDO DEI 10 AT DEL PROGETTO “UN PERCORSO NELL’AFFIDO” AL 31 DICEMBRE 2012. FONTE: ELABORAZIONE DATI SCHEDE DI RICOGNIZIONE DEGLI AFFIDA-MENTI FAMILIARI.

La proposta di correlare le grandezze dei centri abitati con le proposte di affidi diurni e residenziali dà ragione alle analisi finora proposte. I Centri per l’Affido delle grandi realtà urbane, infatti, promuo-vono in percentuali nettamente maggiori gli affidamenti diurni, con un distacco di 40 punti percentua-le dai piccoli centri.

Analizziamo ora la ripartizione degli affidamenti diurni e residenziali in relazione alle classi di età dei bambini e ragazzi fuori famiglia.

0-5 anni 6-10 anni 11-14 an-ni

14-17 an-ni >18 anni Totale

Alatri diurni 0 0 0 0 0 0

residenziali 3 2 3 8 0 16

Bari* diurni 0 10 13 4 nd 27

Residenziali 10 25 21 6 nd 62

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35 Caltanissetta diurni 0 0 0 0 0 0

residenziali 2 5 2 6 0 15

Firenze diurni 2 3 2 0 0 7

residenziali 13 13 12 11 2 51

Genova diurni 12 9 1 2 6 30

residenziali 58 76 55 65 32 286

Jesi diurni 2 1 0 0 0 3

residenziali 2 5 6 9 2 24

Milano diurni 17 39 13 11 1 81

residenziali 28 46 34 48 9 165

Salerno diurni 0 0 1 0 0 1

residenziali 19 23 19 20 5 86

Trieste diurni 63 49 24 15 4 155

residenziali 0 15 16 13 11 55

Totale N 229 322 223 221 72 1067

% 22 30 20 21 7 100

Media affi-

damenti diurni (N)

11 12 6 3,5 1

Media affi-damenti re-

sidenziali (N) 15 23 19 21 8

*non comprende affidamenti di neo-maggiorenni

TABELLA 18: RIPARTIZIONE AFFIDAMENTI DIURNI E RESIDENZIALI IN RELAZIONE ALL’ETA’ DEL MINORE AL 31 DICEMBRE 2012 IN CARICO AI CENTRI PER L’AFFIDO DEI 10 AT DEL PROGETTO “UN PERCORSO NELL’AFFIDO”. FONTE: ELABORAZIONE DATI SCHEDE DI RICOGNIZIONE DEGLI AFFIDAMENTI FAMILIARI.

La fascia di età dei bambini che più utilizza l’affido diurno è quella relativa ai 6 - 10 anni, seguita dal-la prima infanzia. L’utilizzo in media degli affidamenti residenziali risulta invece tararsi verso l’alto, con utilizzo da parte dei bambini dai 6 ai 10 anni, seguiti dai ragazzi dai 14 ai 17 anni e in seconda battuta dai ragazzi fra i 10 e i 14 anni.

Analizziamo ora più da vicino i dati relativi agli affidamenti diurni dei diversi Centri per l’Affido.

0-5 anni 6-10 anni 11-14 anni 14-17 anni >18 anni Totale

Alatri 0 0 0 0 0 0

Bari* 0 10 13 4 nd 27

Caltanissetta 0 0 0 0 0 0

Firenze 2 3 2 0 0 7

Genova 12 9 1 2 6 30

Jesi 2 1 0 0 0 3

Milano 17 39 13 11 1 81

Salerno 0 0 1 0 0 1

Trieste 63 49 24 15 4 155 * totale non corrisponde alla somma degli affidamenti

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36 TABELLA 19: RIPARTIZIONE AFFIDAMENTI DIURNI IN RELAZIONE ALL’ETA’ DEL MINORE AL 31 DICEMBRE 2012 IN CARICO AI CENTRI PER L’AFFIDO DEI 10 AT DEL PROGETTO “UN PERCORSO NELL’AFFIDO”. FONTE: ELABORA-ZIONE DATI SCHEDE DI RICOGNIZIONE DEGLI AFFIDAMENTI FAMILIARI.

Il Grafico 12 illustra lo stato dell’arte per Ambito territoriale.

GRAFICO 12: RIPARTIZIONE AFFIDAMENTI DIURNI IN PERCENTUALE SUL TOTALE DEGLI AFFIDAMENTI INTRA-FAMILIARI IN RELAZIONE ALL’ETA’ DEI BAMBINI E RAGAZZI IN AFFIDO AL 31 DICEMBRE 2012 IN CARICO AI CEN-TRI PER L’AFFIDO DEI 10 AT DEL PROGETTO “UN PERCORSO NELL’AFFIDO”. FONTE: ELABORAZIONE DATI SCHEDE DI RICOGNIZIONE DEGLI AFFIDAMENTI FAMILIARI.

L’affidamento diurno è utilizzato da 7 Centri per l’Affido su 10. Nel 2012 il Centro per l’Affido di Sa-lerno ha utilizzato tale dispositivo nel caso di un solo bambino, nella fattispecie compreso nella clas-se di età che va dagli 11 ai 14 anni. Al 31 dicembre 2012 il Centro per l’Affido di Jesi usa il dispositi-vo per la prima infanzia (0-5 anni nel 67% dei casi) e con i bambini dai 6 ai 10 anni, a sostegno di un affidamento diurno per i bambini di età più piccola.

L’utilizzo dell’affidamento diurno per i neo-maggiorenni è residuale: solo il Centro per l’Affido di Ge-nova lo propone in percentuali significative (un affido diurno su 5 è di un neo-maggiorenne).

L’utilizzo con gli adolescenti dai 14 ai 17 anni è preso in considerazione come misura attuabile uni-camente dai Centri per l’Affido di Bari, Genova, Milano e Trieste, con percentuali sul totale degli affi-di diurni che non superano il 15% di Bari.

L’affidamento diurno dei ragazzi dagli 11 ai 14 anni è proposto anche dai Centri per l’Affido di Bari (48% sul totale degli affidi diurni), Firenze (28%), Milano (16%), Salerno e Trieste (15%) e Genova (3%).

I bambini dai 6 ai 10 anni possono usufruire della misura di affidamento diurno in tutti i Centri per l’Affido della sezione. Il Centro per l’Affido che lo promuove particolarmente in questa fascia d’età è quello di Milano (48% sul totale degli affidi diurni), seguito da Firenze (43%).

L’affidamento diurno di bambini della prima infanzia, da neonati ai 5 anni, è una pratica particolar-mente delicata. Il Centro per l’Affido che, tra i suoi affidamenti diurni, promuove in particolare quello dei bambini piccoli è Jesi, seguito dai Centri di Trieste e Genova. I Centri per l’Affido di Bari e Saler-

0   0   0  29   40  

67  21   0  

41  0  

37  0  

43   30  33  

48  

0  

32  

0  

48  

0  

29  3  

0  16  

100  15  

0  

15  

0  

0  7  

0   14   0   10  

0  

0  

0  

0   20   0   1   0   3  

Affidamen:  diurni  per  fasce  d'età  dei  bambini  e  ragazzi  in  affidamento  familiare  -­‐  valori  %  

0-­‐5  anni   6-­‐10  anni   11-­‐14  anni   14-­‐17  anni   >18  anni  

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37 no nel 2012 non hanno ospitato alcun progetto di affido di neonati o bambini piccoli di età all’interno delle proprie misure diurne.

I valori medi di utilizzo da parte delle fasce d’età dei bambini sul totale degli affidamenti sono riportati nel seguente grafico 13.

GRAFICO 13: AFFIDAMENTI DIURNI IN RELAZIONE ALL’ETA’ DEI BAMBINI E RAGAZZI IN AFFIDO - VALORE PER-CENTUALE MEDIO SUL TOTALE DEGLI AFFIDAMENTI DIURNI - AL 31 DICEMBRE 2012 IN CARICO AI CENTRI PER L’AFFIDO DEI 10 AT DEL PROGETTO “UN PERCORSO NELL’AFFIDO”. FONTE: ELABORAZIONE DATI SCHEDE DI RICOGNIZIONE DEGLI AFFIDAMENTI FAMILIARI.

I valori medi percentuali riportati nel Grafico 13 permettono di comprendere come l’affidamento diur-no in generale sia utilizzato di più per bambini dai 6 ai 14 anni e in seconda battuta per bambini pic-coli di età, da quando sono neonati fino ai 5 anni.

Affrontiamo ora i numeri dell’affidamento residenziale nei Centri per l’Affido dei 10 AT, notando la ri-partizione del dispositivo a seconda delle diverse fasce d’età dei bambini e ragazzi in affidamento.

0-5 anni 6-10 anni 11-14 anni 14-17 anni >18 anni Totale

Alatri 3 2 3 8 0 16

Bari* 10 25 21 6 nd 62

Caltanissetta 2 5 2 6 0 15

Firenze 13 13 12 11 2 51

Genova 58 76 55 65 32 286

Jesi 2 5 6 9 2 24

Milano 28 46 34 48 9 165

Salerno 19 23 19 20 5 86

Trieste 0 15 16 13 11 55

* non comprende gli affidi di di neo-maggiorenni

TABELLA 20: RIPARTIZIONE AFFIDAMENTI RESIDENZIALI IN RELAZIONE ALL’ETA’ DEI BAMBINI E DEI RAGAZZI IN AFFIDO AL 31 DICEMBRE 2012 IN CARICO AI CENTRI PER L’AFFIDO DEI 10 AT DEL PROGETTO “UN PERCORSO NELL’AFFIDO”. FONTE: ELABORAZIONE DATI SCHEDE DI RICOGNIZIONE DEGLI AFFIDAMENTI FAMILIARI.

Tali dati sono rappresentati in valori percentuali nel Grafico 14.

26%  

30%  

31%  

9%   4%  

Affidamen:  diurni  per  per  fasce  d'età  dei  bambini  e  ragazzi  in  affidamento  familiare  -­‐  valori  %  medi  

0-­‐5  anni   6-­‐10  anni   11-­‐14  anni   14-­‐17  anni   >18  anni  

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GRAFICO 14: RIPARTIZIONE AFFIDAMENTI RESIDENZIALI IN RELAZIONE ALL’ETA’ DEI BAMBINI E DEI RAGAZZI IN AFFIDO IN VALORI PERCENTUALI AL 31 DICEMBRE 2012 IN CARICO AI CENTRI PER L’AFFIDO DEI 10 AT DEL PROGETTO “UN PERCORSO NELL’AFFIDO”. FONTE: ELABORAZIONE DATI SCHEDE DI RICOGNIZIONE DEGLI AF-FIDAMENTI FAMILIARI.

Dalla lettura della Tabella 20 e del Grafico 14 si evince che le misure residenziali interessano tutte le fasce d’età dei bambini e ragazzi in affidamento familiare. Solo ad Alatri, le misure residenziali inte-ressano solo due fasce d’età, dagli 11 ai 17 anni.

Il Centro per l’Affido che utilizza la misura residenziale maggiormente per la fascia dagli 0 ai 5 anni di età del bambino è quello di Firenze (25%), seguito da Salerno (22%), Genova (20%) e di Milano (17%).

Il Centro per l’Affido di Bari ospita in affido residenziale circa il 40% di bambini fra i 6 e i 10 anni e il 34% dei ragazzi dagli 11 ai 14 anni, mostrando in entrambi i casi il tasso percentuale più alto del campione.

Ad Alatri, è proporzionalmente maggiore il numero di affidamenti residenziali di ragazzi fra i 14 e i 17 anni: uno su due bambini in affido residenziale è di quella fascia d’età.

Il Centro per l’Affido di Trieste ha il più alto tasso percentuale per l’affidamento residenziale di neo-maggiorenni, pari al 20% sul totale degli affidamenti residenziali.

I dati medi sono rappresentati attraverso il grafico 15.

0   0   0   25   20   8   17   22   0  0  40   33  

25   27  21   28   27  

27  19  

34  13  

24   19  25  

21   22  29  

50  10  

40   22   23   38   29   23  24  

0   0   0   4   11   8   5   6   20  

Affidamen:  residenziali  per  fasce  d'età  dei  bambini  e  ragazzi  in  affidamento  familiare    (%)  

0-­‐5  anni   6-­‐10  anni   11-­‐14  anni   14-­‐17  anni   >18  anni  

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GRAFICO 15: AFFIDAMENTI RESIDENZIALI IN RELAZIONE ALL’ETA’ DEI BAMBINI E DEI RAGAZZI IN AFFIDO - VA-LORE PERCENTUALE MEDIO SUL TOTALE DEGLI AFFIDAMENTI RESIDENZIALI - AL 31 DICEMBRE 2012 IN CARI-CO AI CENTRI PER L’AFFIDO DEI 10 AT DEL PROGETTO “UN PERCORSO NELL’AFFIDO”. FONTE: ELABORAZIONE DATI SCHEDE DI RICOGNIZIONE DEGLI AFFIDAMENTI FAMILIARI.

I valori medi percentuali mostrano che ad essere interessati dagli affidamenti residenziali sono per lo più ragazzi dai 14 ai 17 anni e i bambini dai 6 ai 10 anni di età, mentre ad essere affidati in percen-tuali più basse presso un’altra casa sono i neo-maggiorenni.

A differenza dei valori percentuali medi degli affidamenti diurni, si può notare che a mostrare il più ampio gap fra affidamenti diurni e residenziali in media sono i ragazzi fra i 14 e 17 anni, di cui triplica la probabilità di essere collocato stabilmente presso un’altra famiglia. Altro gap significativo è quello che interessa i bambini fra gli 0 e i 5 anni, che invece hanno il triplo di possibilità in meno di essere collocati in affido residenziale rispetto alle misure diurne. Sono sostanzialmente le stesse le probabi-lità di vivere un affidamento diurno e residenziale per i bambini dai 6 ai 10 anni e per i neo-maggiorenni.

2.7 Durata degli affidamenti

L’affidamento è una misura che il Legislatore (cfr. Legge 149/2001) definisce temporanea, preve-dendo una sua durata per al massimo due anni, rinnovabili una sola volta. In media i progetti di affi-do presi in carico dai Centri per l’Affido dei dieci AT di riferimento della presente analisi durano per il 46% più di 24 mesi, per il 12% fra i 13 e i 14 mesi, per il 9% fra i 7 e 12 mesi, per il 2% fra i 4 e i 6 mesi e per il 3% meno di 3 mesi. I progetti di affidamento che durano meno di un anno rappresenta-no in media il 14% del totale.

Di seguito troviamo i valori numerici e percentuali della durata degli affidamenti familiari divisi per Ambito territoriale di riferimento.

Occorre premettere che il Centro per l’Affido di Bari ha fornito dati incompleti.

9%  

31%  

21%  

33%  

6%  

Affidamen:  residenziali  per  fasce  d'età  dei  bambini  e  ragazzi  in  affidamento  familiare  -­‐  valore  

%  medio  0-­‐5  anni   6-­‐10  anni   11-­‐14  anni   14-­‐17  anni   >18  anni  

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40 Ambito Territo-

riale <3 mesi 4-6 mesi 7-12 mesi 13-24 mesi >24 mesi Totale sezione Totale affida-

menti

Alatri 0 0 0 0 16 16 16

Bari** 0 0 64 0 0 64 89

Caltanissetta 0 0 0 0 15 15 15

Firenze* 0 4 2 10 43 59 61

Genova* 19 9 17 41 192 278 316

Jesi 3 0 2 4 18 27 27

Milano 2 7 10 123 104 246 246

Monviso 16 28 12 54 49 159 159

Salerno* 5 3 7 4 63 82 87

Trieste 13 20 36 50 91 210 210

* non comprende i neo-maggiorenni ** totale non corrisponde alla somma degli affidamenti

TABELLA 21: DURATA DEGLI AFFIDAMENTI FAMILIARI IN CARICO AI CENTRI PER L’AFFIDO DEI 10 AT DEL PRO-GETTO “UN PERCORSO NELL’AFFIDO” AL 31 DICEMBRE 2012. FONTE: ELABORAZIONE DATI SCHEDE DI RICO-GNIZIONE DEGLI AFFIDAMENTI FAMILIARI.

GRAFICO 16: DURATA DEGLI AFFIDAMENTI FAMILIARI IN VALORE PERCENTUALE SUL TOTALE DEGLI AFFIDA-MENTI FAMILIARI IN CARICO AI CENTRI PER L’AFFIDO DEI 10 AT DEL PROGETTO “UN PERCORSO NELL’AFFIDO” AL 31 DICEMBRE 2012. FONTE: ELABORAZIONE DATI SCHEDE DI RICOGNIZIONE DEGLI AFFIDAMENTI FAMILIA-RI.

Dalla Tabella 21 e dal Grafico 16 emerge la netta prevalenza di una durata lunga degli affidamenti familiari che superano i 24 mesi, a sostegno forse di pratiche sine die come anche di affidi rinnovati oltre i due anni.

Tra i Centri per l’Affido, spiccano quelli di Alatri e Caltanissetta, i cui progetti di affido al 31/12/2012 superavano tutti i 24 mesi. Il difficile bilanciamento fra forme diverse di affidamento sembra probabi-

0   0   0   0   7   11   1   10   6   6  0   0   0   7   3   0  3  

18  4   10  

0  

100  

0  3   6   7  

4  

8  9  

17  

0  

0  

0  17   15   15   50  

34  

5  

24  100  

0  

100  73   69   67  

42   31  

77  43  

Durata  degli  affidamen:  (%)  <3  mesi   4-­‐6  mesi   7-­‐12  mesi   13-­‐24  mesi   >24  mesi  

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41 le anche nei Centri per l’Affido di Bari, Caltanissetta, Salerno, Genova, Jesi e Firenze. Il primo si si-tua su progetti che durano dai 7 ai 12 mesi e il secondo su una durata maggiore di 24 mesi.

Il Centro per l’Affido che invece è più bilanciato rispetto alle durate dei progetti di affido è quello del consorzio Monviso con il 28% dei progetti che durano meno di 6 mesi, il 36% meno di un anno, il 70% meno di due anni e il restante 31% di progetti che superano i 2 anni. E’ da considerarsi pertan-to un Centro virtuoso, dove “solo” 3 bambini su 10 hanno visto il proprio allontanamento durare più dei 2 anni utilizzati come limite dal Legislatore.

I Centri per l’Affido che offrono in proporzione maggiore progetti di affidamento della durata di meno di 3 mesi sono quelli di Jesi e del consorzio Monviso e (rispettivamente 11 e 10% del totale degli af-fidamenti), a riprova di un intervento rapido di probabile riunificazione familiare.

Il Centro per l’Affido che offre in proporzione maggiore progetti di affidamento che vanno dai 4 ai 6 mesi è quello del consorzio Monviso.

I Centri per l’Affido che offrono in proporzione maggiore progetti di affidamento della durata dai 7 ai 12 mesi sono quelli di Bari e Trieste (rispettivamente 100% sul totale della sezione e 17%).

Complessivamente, i Centri per l’Affido che offrono in proporzione maggiore progetti di affidamento della durata inferiore ai 12 mesi sono quelli di Bari, del consorzio Monviso, di Jesi e Trieste (rispetti-vamente 100%, 36% e 33% per Jesi e Trieste).

Il Centro per l’Affido che offre in proporzione maggiore progetti di affidamento che dai 13 ai 24 mesi è quello di Milano, pari a un bambino su due fuori famiglia.

I Centri per l’Affido che offrono invece in proporzione maggiore progetti di affidamento della durata maggiore ai 24 mesi sono quelli di Alatri e Caltanissetta (dove tutti i bambini e ragazzi in affidamento sono avviati verso probabili forme di affido sine die), di Firenze e Salerno (rispettivamente 73% e 77% del totale degli affidamento).

Aggregando i dati per macro-aree geografiche, nella Tabella 22 troviamo un’Italia meridionale più centrata su forme quasi-annuali (come il caso di Bari per i dati a disposizione) o pluriannuali di affi-damento, un’Italia centrale decisamente legata a una durata media dell’affidamento sopra i due anni e un’Italia settentrionale maggiormente diversificata.

<3 mesi 4-6 mesi 7-12 mesi 13-24 mesi >24 mesi

Nord Italia

Genova* 7 3 6 15 69

Milano 1 3 4 50 42

Monviso 10 18 8 34 31

Trieste 13 20 36 50 91

Media Nord Italia 8 11 13 37 58

Centro Italia

Alatri 0 0 0 0 100

Firenze* 0 7 3 17 73

Jesi 11 0 7 15 67

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42 Media Centro Italia 4 2 3 11 80

Sud Italia

Bari** 0 0 100 0 0

Caltanissetta 0 0 0 0 100

Salerno* 6 4 9 5 77

Media Sud Italia 2 1 36 2 59 * non comprende i neo-maggiorenni

** totale non corrisponde alla somma degli affidamenti TABELLA 22: DURATA DEGLI AFFIDAMENTI FAMILIARI IN VALORE PERCENTUALE SUL TOTALE DEGLI AFFIDA-MENTI FAMILIARI E VALORE MEDIO PER MACRO-AREE GEOGRAFICHE SUGLI AFFIDAMENTI IN CARICO AI CEN-TRI PER L’AFFIDO DEI 10 AT DEL PROGETTO “UN PERCORSO NELL’AFFIDO” AL 31 DICEMBRE 2012. FONTE: ELABORAZIONE DATI SCHEDE DI RICOGNIZIONE DEGLI AFFIDAMENTI FAMILIARI.

Aggregando i Centri per l’Affido in macro-aree italiane, notiamo come i valori percentuali medi pro-pendono ovunque per affidi che durano oltre i 2 anni. Se tale dato medio percentuale si attesta in-torno al 58% per gli AT dell’Italia del Nord e del 59% per il Sud, per il Centro Italia tale dato è in me-dia dell’80%, rappresentando quasi tutti bambini in affidamento.

Il Nord Italia mostra i dati medi maggiori per quel che riguarda gli affidi di meno di tre mesi di durata, grazie all’esperienza di Monviso, Trieste e Genova.

Gli affidi dai 4 ai 6 mesi sono in media presenti per l’11% dei casi nel Nord Italia, a fronte di un Cen-tro Italia dove non si sono verificati nell’anno 2012 e di un Sud dove la percentuale è residuale.

Gli affidi dai 7 ai 12 mesi sono in media più utilizzati al Sud Italia (grazie al caso di Bari, analizzato precedentemente), mentre quelli da un anno a due anni si verificano con più probabilità al Nord Ita-lia, con una media del 13%.

Le durate dei progetti di affido ci interrogano su molte questioni, fra cui quelle relative alle politiche sociali di accompagnamento della famiglia del bambino e del bambino stesso, nonché di supporto per le famiglie affidatarie.

2.8 Affidatari

Il presente paragrafo è relativo agli affidatari disponibili al 31 dicembre 2012 presso i Centri per l’Affido delle dieci realtà coinvolte nell’indagine.

Con la dizione “affidatari” si intendono le persone singole, i membri di una coppia e/o famiglia con o senza figli che si sono resi disponibili all’esperienza o abbiamo in carico uno o più bambini o ragazzi fuori famiglia. Abbiamo scelto di considerare le persone che, dopo un percorso di formazione e co-noscenza, hanno dato la disponibilità a una esperienza di affido o terminata un'esperienza ha ridato la disponibilità. Per tale ragione, i dati della sezione non rappresentano il numero di famiglie affidata-rie, ma il numero totale di affidatari, intesi come membri dei contesti familiari che si affacciano all’affidamento familiare.

La Tabella 23 mostra il numero di affidatari disponibili (la domanda era relativa agli affidatari dispo-nibili, non impegnati in un affido, ma è possibile che le interpretazioni della domanda siano state ete-rogenee), attualmente seguiti dai Centri per l’Affido dei diversi AT.

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43 Ambito Territoriale Affidatari disponibili

Alatri 45

Bari 83

Caltanissetta 18

Firenze 75

Genova 70

Jesi 20

Milano 89

Monviso 54

Salerno 15

Trieste 60

TABELLA 23: AFFIDATARI DISPONIBILI (SINGLES, COMPONENTI DI UNA COPPIA CON FIGLI E SENZA FIGLI) RE-LATIVI AI CENTRI PER L’AFFIDO DEI 10 AT DEL PROGETTO “UN PERCORSO NELL’AFFIDO” AL 31 DICEMBRE 2012. FONTE: ELABORAZIONE DATI SCHEDE DI RICOGNIZIONE DEGLI AFFIDAMENTI FAMILIARI.

Il dato degli affidatari disponibili fa emergere il Centro per l’Affido di Milano come quello a maggiore partecipazione di affidatari (89), seguito da Genova (70), a fronte di quelli di Salerno e Caltanissetta che raccolgono complessivamente 15 e 18 adesioni.

Tali dati sono stati poi messi in relazione in primo luogo alla popolazione totale di riferimento e pro-porzionati a 10.000 abitanti; in secondo luogo essi sono stati correlati al numero di bambini in affido per verificare se e in quale modo tali affidatari rispondono alla richiesta di disponibilità da parte dei servizi.

La Tabella 24 e il Grafico 17 mostrano i valori degli affidatari coinvolti dai diversi Centri per l’Affido ogni 10.000 abitanti.

Ambito territoriale Affidatari ogni 10.000 abitanti Affidatari per ogni bambino in affido Alatri 4,8 2,8

Bari 2,6 0,9

Caltanissetta 2,9 1,2

Firenze 2,1 1,2

Genova 1,1 0,2

Jesi 5 0,7

Milano 0,6 0,4

Monviso 3,1 0,3

Salerno 1,1 0,2

Trieste 2,9 0,3

TABELLA 24: AFFIDATARI OGNI 1000 ABITANTI E AFFIDATARI PER OGNI BAMBINO IN AFFIDO RELATIVI AI CEN-TRI PER L’AFFIDO DEI 10 AT DEL PROGETTO “UN PERCORSO NELL’AFFIDO” AL 31 DICEMBRE 2012. FONTE: ELABORAZIONE DATI SCHEDE DI RICOGNIZIONE DEGLI AFFIDAMENTI FAMILIARI.

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44

GRAFICO 17: AFFIDATARI OGNI 10.000 ABITANTI RELATIVI AI CENTRI PER L’AFFIDO DEI 10 AT DI RIFERIMENTO DEL PROGETTO “UN PERCORSO NELL’AFFIDO” AL 31 DICEMBRE 2012. FONTE: ELABORAZIONE DATI SCHEDE DI RICOGNIZIONE DEGLI AFFIDAMENTI FAMILIARI.

Il dato più rilevante per quanto riguarda il numero di affidatari ogni 10.000 abitanti è quello di Jesi (5 affidatari ogni 10.000 abitanti), seguito dal Centro per l’Affido di Alatri (4,8 affidatari ogni 10.000 abi-tanti), ponendo ai vertici di disponibilità di persone disponibili all’affidamento due Comuni sotto i 200.000 abitanti del Centro Italia.

Dall’altro lato, i dati meno impattanti rispetto alla popolazione di riferimento sono quelli di Milano (0,6 affidatari ogni 10.000 abitanti), Salerno e Genova (entrambi i contesti con 1,1 affidatario ogni 10.000 abitanti). Due dei tre Comuni con i più bassi indici di presenza di affidatari disponibili si riferiscono a comuni oltre i 200.000 abitanti.

Correliamo ora tali misure con la grandezza dei centri abitati di riferimento per verificare se l’ipotesi relativa alla probabilità inversamente proporzionale fra numero di abitanti totale e numero di affidata-ri corrisponde.

Comuni sotto i 200.000 abitanti Comuni sopra i 200.000 abitanti

Affidatari ogni 10.000 abitanti Affidatari ogni 10.000 abitanti

Alatri 4,8 Bari 2,6

Caltanissetta 2,9 Firenze 2,1 consorzio Monvi-

so 3,2 Genova 1,1

Jesi 5 Milano 0,6

Salerno 1,1 Trieste 2,9

Valore medio 3,4 Valore medio 1,9

TABELLA 25: RIPARTIZIONE AFFIDATARI OGNI 10000 ABITANTI SUDDIVISI PER CENTRI ABITANTI SOPRA E SOT-TO I 200.000 ABITANTI IN CARICO AI CENTRI PER L’AFFIDO DEI 10 AT DEL PROGETTO “UN PERCORSO NELL’AFFIDO” AL 31 DICEMBRE 2012. FONTE: ELABORAZIONE DATI SCHEDE DI RICOGNIZIONE DEGLI AFFIDA-MENTI FAMILIARI.

0  1  1  2  2  3  3  4  4  5  5  

4,8  

2,6  2,9  

2,1  

1,1  

5  

0,6  

3,1  

1,1  

2,9  

Affidatari  ogni  10000  abitan:  

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45 In linea generale si può affermare che i tassi di affidatari per abitanti sono più favorevoli nelle realtà piccole, al di sotto dei 200.000 abitanti, che infatti mostrano un livello medio di 3,4 affidatari ogni 10.000 abitanti. Nelle realtà con più di 200.000 abitanti, gli affidatari si riducono all’1,9 ogni 10.000 abitanti.

Di seguito si analizza graficamente il rapporto fra affidatari disponibili per ogni bambino in affido. Oc-corre però premettere che ad ogni affidatario disponibile non corrisponde necessariamente una fa-miglia, dal momento che nel calcolo sono compresi anche i componenti di una coppia, con o senza figli naturali.

GRAFICO 18: AFFIDATARI DISPONIBILI OGNI BAMBINO IN AFFIDO IN CARICO AI CENTRI PER L’AFFIDO DEI 10 AT DEL PROGETTO “UN PERCORSO NELL’AFFIDO” AL 31 DICEMBRE 2012. FONTE: ELABORAZIONE DATI SCHEDE DI RICOGNIZIONE DEGLI AFFIDAMENTI FAMILIARI.

Il Grafico 18 permette di chiarire il rapporto fra affidatari disponibili e bambini in affido. Il dato mag-giormente positivo è quello relativo ad Alatri, dove sono disponibili 3 affidatari per ogni bambino Nei casi di Bari, Caltanissetta, Firenze e Jesi la disponibilità degli affidatari soddisfa la domanda, con una media di circa 1:1. Sotto la soglia dell’abbinamento potenziale, ci sono invece i casi dei Centri per l’Affido dei Comuni di Genova, Milano, Monviso, Salerno e Trieste dove la disponibilità delle fa-miglie è ben al di sotto della richiesta.

Di seguito, il Grafico 19 pone il dato di abbinamento potenziale in relazione agli effettivi contesti fa-miliari disponibili e/o impegnati rapportati al numero di bambini in affidamento e chiarisce il quadro di soddisfazione della domanda di affidamento familiare.

Questo dato indica infatti, al di là delle singole disponibilità, la probabilità più vicina al reale di incon-trare almeno potenzialmente una famiglia per ogni bambino.

0,00  

0,50  

1,00  

1,50  

2,00  

2,50  

3,00  2,81  

0,93  1,20   1,23  

0,22  

0,74  0,36   0,34   0,17   0,29  

Affidatari  disponibili  per  ogni  bambino  in  affido  

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46

GRAFICO 19: CONTESTI FAMILIARI DISPONIBILI PER OGNI BAMBINO IN AFFIDAMENTO IN CARICO AI CENTRI PER L’AFFIDO DEI 10 AT DI RIFERIMENTO DEL PROGETTO “UN PERCORSO NELL’AFFIDO” AL 31 DICEMBRE 2012. FONTE: ELABORAZIONE DATI SCHEDE DI RICOGNIZIONE DEGLI AFFIDAMENTI FAMILIARI.

Come emerge dal Grafico 19, solo in un caso (AT di Alatri) l’offerta di contesti familiari è maggiore della richiesta di affidamenti presi in carico dai Centri per l’Affido. Il Centro per l’Affido di Alatri mo-stra infatti 1,5 contesto familiare per ogni bambino in affidamento. Quello di Jesi dal canto suo offre una potenziale parità fra domanda e richiesta di famiglie disponibili all’affido familiare, come per il caso di Firenze. All’estremo opposto i Centri per l’Affido di Genova, Milano, consorzio Monviso, Sa-lerno e Trieste sono quelli che dispongono di un numero minore di contesti familiari disponibili all’esperienza.

Con il termine contesto familiare in questa sede sono intesi sia persone singole (famiglie monopa-rentali), sia le coppie con o senza figli naturali. Una lettura più in profondità sul numero totale di affi-datari permette di comprendere qual è la composizione familiare degli affidatari sul totale di chi si rende disponibile sul totale delle persone disponibili all’affido entrate nel circuito dei Centri per l’Affido (cfr. Grafico 20). Per quel che riguarda questa specifica richiesta, il Centro per l’Affido di Sa-lerno non ha fornito i dati relativi a componenti di coppie con figli e senza (in quanto risultano ad oggi in istruttoria).

GRAFICO 20: STATUS FAMILIARE DEL TOTALE DEGLI AFFIDATARI DISPONIBILI RELATIVI AI 10 AT DI RIFERI-

1,5  

0,4  0,3  

0,7  

0,1  

1  

0,2   0,2  0,1  

0,3  

Contes:  familiari  disponibili  per  ogni  bambino  in  affidamento  

20%

24% 56%

Status familiare degli affidatari - totale

singles componenti di coppie senza figli componenti di coppie con figli

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47 MENTO DEL PROGETTO “UN PERCORSO NELL’AFFIDO” AL 31 DICEMBRE 2012. FONTE: ELABORAZIONE DATI SCHEDE DI RICOGNIZIONE DEGLI AFFIDAMENTI FAMILIARI.

Il Grafico 20 permette di comprendere come la composizione familiare prevalente di chi si rende di-sponibile all’affido sia costituita da coppie con figli, anche se uno su 4 è membro di una coppia sen-za figli. I singles da percentuali residuali si stanno assestando sul 20% del campione totale di riferi-mento. Di seguito analizziamo nello specifico le realtà dei dieci Centri per l’Affido.

Ambito territoriale

Affidatari singles

Affidatari componenti di coppie senza figli

Affidatari componenti di coppie con figli

Alatri 3 14 28

Bari 17 16 50

Caltanissetta 0 4 14

Firenze 13 20 42

Genova 8 20 42

Jesi 2 8 10

Milano 13 30 46

Monviso 4 0 50

Salerno* 1 nd nd

Trieste 40 6 14

* I casi non disponibili sono ancora in istruttoria

TABELLA 26: RIPARTIZIONE DEGLI AFFIDATARI DISPONIBILI FRA SINGLES, COMPONENTI DI COPPIE CON FIGLI E SENZA FIGLI RELATIVI AI 10 AT DI RIFERIMENTO DEL PROGETTO “UN PERCORSO NELL’AFFIDO” AL 31 DI-CEMBRE 2012. FONTE: ELABORAZIONE DATI SCHEDE DI RICOGNIZIONE DEGLI AFFIDAMENTI FAMILIARI.

GRAFICO 21: STATUS FAMILIARE DEGLI AFFIDATARI DISPONIBILI AGLI AFFIDAMENTI FAMILIARI RELATIVI AI 10 AT DI RIFERIMENTO DEL PROGETTO “UN PERCORSO NELL’AFFIDO” AL 31 DICEMBRE 2012. FONTE: ELABORA-ZIONE DATI SCHEDE DI RICOGNIZIONE DEGLI AFFIDAMENTI FAMILIARI.

Dal Grafico 21 emerge l’eterogeneità di status familiare dei soggetti contattati dai Centri per l’Affido dei dieci ambiti territoriali di riferimento della presente indagine.

In primo luogo, occorre notare come la percentuale di coppie con figli sia prevalente in tutte le realtà, fatta eccezione per gli affidatari del Centro per l’Affido di Trieste, dove il dato prevalente è legato alle

7   20   0   17   11   10   14   7  67  31   19  

22  27   29   40   34  

0  

10  62   60   78   56   60   50   52  93  

23  

Status  familiare  degli  affidatari  (%)  singles   componenJ  di  coppie    senza  figli   componenJ  di  coppie  con  figli  

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48 famiglie mono-parentali (67% del totale degli affidatari). Tale incidenza è molto probabilmente da mettere in relazione all’elevato tasso di affidi diurni per i quali molti single si approcciano al servizio.

Le altre realtà vedono coinvolti i single in relazione a massimo 1 affidatario ogni 5, come nei casi di Firenze, Bari e Milano.

Rispetto al coinvolgimento delle coppie con figli, nel consorzio Monviso questa tipologia rappresenta la composizione familiare pressoché totale degli affidatari che quindi si orientano nei confronti di un’accoglienza familiare allargata. In seconda battuta, è particolarmente presente l’affidatario con fi-gli anche nel Centro per l’Affido di Caltanissetta.

Le coppie senza figli sono particolarmente presenti e disponibili all’affidamento nei Centri per l’Affido di Jesi, Milano e Alatri.

Comuni sotto i 200.000 abitanti Comuni sopra i 200.000 abitanti

Singles(%) Componenti

di coppie senza figli

(%)

Componenti di coppie con figli

(%)

Singles (%)

Componenti di coppie senza figli

(%)

Componenti di coppie con figli

(%) Alatri 7 31 62 Bari 20 19 60

Caltanissetta 0 22 78 Firenze 17 27 56

consorzio Monviso

7 0 93 Genova 11 29 60

Jesi 10 40 50 Milano 14 34 52

Trieste 67 10 23

Valore medio (%)

6 23 71 Valore medio (%)

26 24 50

TABELLA 27: RIPARTIZIONE COMPOSIZIONE FAMILIARE DEGLI AFFIDATARI SUDDIVISI PER CENTRI ABITANTI SOPRA E SOTTO I 200.000 ABITANTI IN CARICO AI CENTRI PER L’AFFIDO DEI 10 AT DEL PROGETTO “UN PER-CORSO NELL’AFFIDO” AL 31 DICEMBRE 2012. FONTE: ELABORAZIONE DATI SCHEDE DI RICOGNIZIONE DEGLI AFFIDAMENTI FAMILIARI.

I dati esposti nella Tabella 27 permettono di comprendere alcuni fenomeni in relazione ai centri abi-tati.

Anzitutto, i singles sono 20 punti percentuale in media più disponibili fra gli affidatari delle grandi cit-tà rispetto ai piccoli centri, i componenti di coppie senza figli sono stabili nei due sotto-campioni e i componenti di copie con figli sono molto più presenti su territori di provincia (71% contro il 50% dei centri con più di 200.000 abitanti).

Le nuove famiglie, intendendo con il termine i contesti mono-parentali (indipendentemente dalla pre-senza di figli naturali), sembrano affacciarsi nelle grandi realtà cittadine, a fronte di un’accoglienza in provincia che è ancora a carico delle famiglie con figli.

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49 CAPITOLO 3 - Sfide e risorse dell’affidamento familiare nei dieci ambiti territoriali Ad ogni Centro per l’Affido degli ambiti territoriali coinvolti è stata sottoposta una breve richiesta di riflessione su quel che concerne sfide e risorse dell’affidamento familiare (inteso come linee politi-che, strumentazioni, situazione territoriale, progettualità, ecc.).

Di seguito si riportano le aggregazioni di senso principali relative ai problemi riscontrati sul territorio indicando la titolarità dei diversi Centri per l’Affido.

a) Problemi relativi alla collaborazione con gli altri servizi della rete di tutela del minore, della famiglia del bambino e della famiglia affidataria. I Centri per l’Affido di Milano, Alatri e Genova denunciano la difficoltà di interazione con gli altri soggetti della rete, in particolare con l’Autorità Giudiziaria per via dei tempi lunghi per l’emissione di decreti (Centro per l’Affido di Milano) e per la difficoltà di raggiun-gere un protocollo d’intesa su prassi condivise (Centro per l’Affido di Genova).

b) Problemi organizzativi. Ne risentono i Centri per l’Affido di Alatri, Genova, Salerno e del consorzio Monviso. Ne sono un esempio la carenza di personale dedicato e di adeguato monte ore, la man-canza di costanza nella qualità dell’intervento (Centro per l’Affido di Alatri e Salerno), la difficoltà di gestione dei progetti d’appoggio per aspetti organizzativi (orari di lavoro delle famiglie, contatto quo-tidiano, ecc.), la difficoltà di aumentare le risorse finanziare a favore dei progetti di affido, il difficile reperimento di risorse per potenziare l’affido omo-culturale (Centro per l’Affido di Genova) e la diffi-coltà di adottare un sistema di valutazione del progetto complessivo degli affidamenti familiari (Cen-tro per l’Affido del consorzio Monviso).

c) Problemi relativi alle famiglie affidatarie/disponibili all’affido. Li esplicitano i Centri per l’Affido di Mi-lano, Bari, Salerno, del consorzio Monviso e di Trieste. Quest’ultimo centro in particolare accoglie numerose disponibilità per affidi diurni ma non altrettante per affidi residenziali, le cui famiglie dispo-nibili sono numericamente scarse. In primis, tali servizi denunciano la difficoltà di reperire famiglie disponibili all’affido, in particolare laddove la situazione risulti particolarmente problematiche e/o in caso di bambini e ragazzi disabili e adolescenti (Centro per l’Affido del consorzio Monviso) o in caso di appoggi diurni, anche per minori non accompagnati (Centro per l’Affido di Genova). Quest’ultimo centro si domanda poi come utilizzare propriamente gli affidatari con idoneità adottiva che hanno fat-to anche il percorso per l’affido. Il Centro per l’Affido di Milano nota inoltre l’avvenuta fragilità anche di tanti contesti affidatari o di famiglie che si propongono per l’affidamento.

d) Problemi relativi ai bambini in affidamento. Li rilevano i Centri per l’Affido di Alatri, Genova e Sa-lerno. Il primo denuncia un aumento di casistica multiproblematica, e l’avvio dell’affidamento in si-tuazioni ormai troppo compromesse, il secondo afferma quanto risulti difficile l’avvio di affidi di ra-gazzi della fascia d’età dai dieci anni e denuncia la difficoltà di gestire gli affidi a lungo termine quando il bambino raggiunge l’adolescenza, con la difficoltà di dare avvio a percorsi di sostegno e/o psicoterapia al bambino durante l’affido; il Centro per l’Affido di Salerno invece denuncia la propria difficoltà a seguire bambini i cui progetti di affidamento si prorogano anche fino al ventunesimo anno di età.

e) Problemi relativi alle famiglie naturali. Ne sono coinvolti i Centri per l’Affido di Genova, Trieste e Salerno, che, univocamente, denunciano la difficoltà di riuscire a fare un lavoro di recupero con la

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50 famiglia naturale; per tale motivo, il Centro per l’Affido di Salerno rimarca l’attenzione sulla durata dell’affido fino alla maggiore età del bambino e anche oltre.

Il Centro per l’Affido di Milano analizza anche le specifiche sfide dell’istituto dell’affidamento familia-re, proponendone un utilizzo anche in modo preventivo rispetto all’istituzionalizzazione, anche in forme a part-time, come funzione di sostegno della famiglia del bambino. Particolarmente sfidante è poi per il Centro la costruzione e la gestione di una Rete dell’affido con attività congiunte con i sog-getti del Terzo Settore attivi nella realtà cittadina. Allo stesso tempo, una sfida è l’aumento della ca-pacità degli operatori del Centro che servono a gestire le nuove famiglie affidatarie che sono mag-giormente competenti e determinate rispetto al passato.

Per quel che concerne le risorse e i punti di forza delle politiche, pratiche e degli strumenti connessi all’affidamento familiare, tutti i Centri per l’Affido hanno indicato specifiche risposte, in parte permet-tendo di far emergere specifici risultati raggiunti in parte per puntare l’attenzione su aspetti vincenti del sistema, in particolare a livello organizzativo.

Le risorse individuate dai Centri per l’Affido possono essere infatti raggruppati all’interno di tre ma-cro-categorie: a) risorse organizzative e di rete; b) strumenti specifici di lavoro e c) risorse socio-culturali.

a) Risorse organizzative/di rete: si tratta di risorse interne al Centro per l’Affido e di risorse e/o colla-borazioni con altri entri. Nello specifico, il Centro per l’Affido di Milano pone l’attenzione sulla capaci-tà di realizzare affidi particolarmente complessi grazie alla possibilità di avvalersi di supporti profes-sionali educativi flessibili e di sperimentazioni di forme di affido flessibile di tipo preventivo. Lo stesso Centro indica come risorsa la costruzione di un sistema di rete dell’affido con il terzo settore con il riconoscimento dei diversi ruoli e connessioni articolate.

Il Centro per l’Affido del consorzio Monviso rimarca in stretta contiguità con il punto precedente la stretta collaborazione con associazioni di famiglie affidatarie per le attività di promozione e forma-zione, insieme alla presenza radicata sul territorio da parte del servizio, che assicura continuità da parte degli operatori, insieme ad un’attenzione costante alla promozione della cittadinanza attiva, in sinergia con il privato sociale e con gli altri Enti territoriali

Il Centro per l’Affido di Firenze individua come vincente la composizione multi-professionale dell'e-quipe, insieme al lavoro coordinato con gli operatori territoriali sulle specifiche situazioni, che cerca-no il costante coinvolgimento di entrambe le famiglie.

Il Centro per l’Affido di Jesi riconosce come punti di forza del servizio l’integrazione tra gli operatori delle componenti sociali e sanitarie, la costanza nelle azioni tramite una progettualità periodica, la formazione continua degli operatori, l’investimento del livello politico e l’avvenuta maggiore integra-zione socio sanitaria, la motivazione degli operatori e la loro capacità di lavoro comune.

Anche il Centro per l’Affido di Salerno rimarca la condivisione del progetto di affidamento da parte di tutti gli operatori delle istituzioni pubbliche e private coinvolti, ponendo l’attenzione anche alla corni-ce politico-istituzionale che promuove le politiche di affidamento familiare. Inoltre, il Centro negli ul-timi anni ha sperimentato forme di collaborazione efficaci con associazioni di famiglie affidatarie.

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51 Il Centro per l’affido di Genova sottolinea inoltre la forte motivazione degli operatori e lo sforzo di mantenere contesti di scambio e confronto tra operatori di enti diversi, il lavoro d’équipe e con le as-sociazioni delle famiglie, nonché la continuità nel sostegno alle famiglie attraverso i gruppi.

b) Strumenti specifici di lavoro. Ne sono esempi riconosciuti: il patto di affido e la costruzione di un sito Internet comune secondo gli operatori del Centro per l’Affido di Milano, la costituzione del rego-lamento distrettuale e della banca dati distrettuale per il Centro per l’Affido di Alatri, la realizzazione di un nuovo protocollo operativo e la stesura partecipata dei progetti educativi insieme alle due fami-glie e agli adolescenti secondo gli operatori del Centro per l’Affido di Trieste, atti e protocolli specifici in fase di avvio del Centro secondo gli operatori del Centro per l’Affido di Jesi, la tutela della famiglia naturale per prevenire l’istituzionalizzazione del figlio secondo gli operatori di Bari.

c) Risorse socio-culturali. Secondo gli operatori dei Centri per l’Affido di Alatri e di Caltanissetta e Salerno, si tratta della creazione di una cultura dell’affido presso la comunità, gli operatori, gli ammi-nistratori e dell’alto coinvolgimento di alcune famiglie.

Emerge quindi un quadro variegato, ma fortemente consapevole del legame fra variabili organizzati-ve, politico-istituzionali, di gestione del progetto e di pratiche di lavoro con le famiglie e i bambini e ragazzi in affidamento familiare.

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52 Schede

SCHEDA A - Centro Affidi di Alatri

Nato nel 2006 da un accordo distrettuale per la gestione e regolamentato tramite Deliberazione Commissariale n. 10 del 12 gennaio 2006, presso il Distretto Socio-Assistenziale A del Frusinate (che comprende i Comuni di Acuto, Alatri, Agnani, Collepardo, Filettino, Fiuggi, Guarcino, Paliano, Piglio, Serrone, Sgurgola, Torre Cajetani, Trevi nel Lazio, Trivigliano e Vico nel Lazio) con a capofila il Comune di Alatri, l’organo che si occupa di affidamento familiare è l’Ufficio distrettuale per l'affida-mento familiare.

La titolarità e la gestione sono a carico del Distretto Socio-Assistenziale, che impiega tre operatori a tempo parziale, di cui due psicologi (di cui una coordinatrice) e un’assistente sociale con diversi compiti. Il Centro per l’Affido si occupa di promozione affido, formazione affidatari, conoscenza e in-dividuazione affidatari, abbinamento, sostegno agli affidatari. Inoltre, fornisce consulenza ai servizi sociali sui diversi progetti di affido, si occupa di attivare reti di risorse con imprese sociali, volontari e offre loro uno specifico coordinamento per quel che è relativo alle politiche di affidamento, organizza e presta attività di formazione/aggiornamento per operatori del settore.

Promuove l’affidamento familiare insieme ad operatori distrettuali, comunali, delle relative Asl di ap-partenenza, del terzo settore e di altri servizi, potendo vantare una collaborazione abbastanza fre-quente e soddisfacente in particolare per iniziative di eventi e/o formazioni ad hoc. Il Centro svolge attività di formazione degli affidatari tramite appositi percorsi per le famiglie affidatarie e/o disponibili all’affido organizzandoli in autonomia con il coinvolgimento di specifiche figure professionali. Si dedi-ca alla conoscenza e individuazione delle famiglie affidatarie collaborando con il referente aggrega-tivo di zona (una figura che funge da relé all’interno delle diverse aree) e con i professionisti del set-tore, in maniera abbastanza soddisfacente. E’ invece sempre coinvolto nelle procedure di abbina-mento e di definizione del progetto educativo relativo all’affidamento. Non collabora nel sostegno al bambino e alla sua famiglia naturale, perché di competenza dei servizi locali e sanitari mentre si oc-cupa del sostegno alla famiglia affidataria e organizza incontri di gruppo e colloqui individuali. Insie-me agli altri operatori, collabora in maniera non soddisfacente per la valutazione dell’affido, la sua chiusura e il relativo follow up.

Al 31 dicembre del 2012 segue i progetti di 16 affidamenti familiari, mostrando un tasso di affida-menti di un bambino ogni 1000 e di cinque bambini in carico ad ogni operatore del Centro.

Di questi, i ¾ sono affidamenti giudiziali, facendo presupporre una gravità conclamata e coatta dei casi in carico al Centro per l’Affido e forse una difficoltà nell’accompagnare la famiglia naturale alla scelta dell’allontanamento temporaneo del bambino.

Il 30% dei bambini affidati nel distretto sono in carico a famiglie estranee a nucleo tramite misure di affidamento etero-familiare, mentre il 70% è in affido presso parenti entro il quarto grado (affidamenti intra-familiari).

Rispetto ai primi, si tratta soprattutto di ragazzi dai 14 ai 17 anni, così come per il collocamento presso parenti, a cui seguono i bambini dagli 0 ai 5 anni di età.

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53 In ogni caso, si tratta di misure residenziali di bambini e ragazzi di cittadinanza italiana. Non ci sono bambini non italiani in affidamento presso il Centro.

A fronte degli affidamenti, c’è un buon dato di affidatari disponibili, pari a 45 persone, 5 ogni 10.000 abitanti, che permettono un rapporto di 3:1 per ogni bambino in affido e di 1,5 contesti familiari di-sponibili all’affidamento. Tale dato è il più alto fra i Centri della presente indagine. Gli affidatari affe-renti sono per il 7% singles, per il 31% componenti di coppie senza figli e per il restante 62% membri di una coppia con figli.

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54 SCHEDA B - Centro Affidi di Bari

Nato nel 2009 da una partnership fra pubblico e privato sociale l’organo che si occupa di affidamen-to familiare è noto sotto il nome di “Strada facendo” - Servizio Affido del Comune di Bari. Tra i dieci ambiti territoriali del progetto di monitoraggio e rilevazione degli assetti territoriali sull’affido è il servi-zio più recente e l’unico a gestione non pubblica.

La titolarità infatti rimane in carico al Comune, ma la gestione è affidata ad una cooperativa sociale, GEA Società di Cooperativa Sociale, che impiega dieci operatori a tempo parziale, di cui un supervi-sore, un coordinatore, un assistente sociale e sette psicologi. E’ l’unico Centro per l’Affido della rile-vazione a impiegare stabilmente la figura di un supervisore.

Il Centro per l’Affido si occupa di promozione affido, formazione affidatari, conoscenza e individua-zione affidatari, abbinamento, definizione del progetto di affido, sostegno affidatari agli affidatari, al bambino e alla sua famiglia. Tutte le attività sono svolte avvalendo di formazione specifica per ope-ratori e il supporto costante della supervisione su dinamiche, vissuti e attività del Centro stesso.

L’attività di promozione dell’affidamento familiare prevede una collaborazione abbastanza frequente con operatori dei consultori, volontari e operatori del privato sociale, referenti comunali e con reti di famiglie del territorio (in particolare, con due associazioni. Il Centro svolge attività di formazione degli affidatari tramite appositi percorsi per le famiglie affidatarie e/o disponibili all’affido con le associa-zioni del territorio. Cura con i servizi sociali e socio-educativi, il Tribunale per i Minorenni e i loro ope-ratori la fase della conoscenza e individuazione delle famiglie affidatarie. Il Centro è anche sempre coinvolto nelle procedure di abbinamento, di definizione del progetto educativo relativo all’affidamento e di sostegno alle famiglie affidatarie. Collabora sempre con le assistenti sociali e gli altri professionisti nel sostegno al bambino e della sua famiglia. Si occupa direttamente, insieme agli altri soggetti istituzionali, della valutazione dell’affido, della sua chiusura e del relativo follow up.

Promuove affidamenti di numerose tipologie: diurni, a tempo parziale, residenziali, di bambini piccoli, di emergenza o di particolare complessità, degli adolescenti, anche quando si tratta di minori stra-nieri non accompagnati.

Al 31 dicembre del 2012 segue i progetti di 89 affidamenti familiari, mostrando un tasso di affida-menti di 1,78 bambini ogni 1000 e di 6,4 bambini in carico ad ogni operatore del Centro.

Di questi, più del 60% sono affidamenti giudiziali, facendo presupporre una gravità conclamata e coatta dei casi in carico al Centro per l’Affido.

Sempre più del 60% degli affidamenti sono in carico a famiglie di parenti entro il quarto grado (affi-damenti intra-familiari), con una propensione dei servizi verso questa misura.

Ai parenti vengono affidati tutte le classi di età dei bambini e ragazzi, con una particolare attenzione per i bambini molto piccoli di età (dagli 0 ai 5 anni, mai collocati in affidamento etero-familiare). All’interno del sottogruppo dei bambini in affidamento intra-familiare, la maggioranza dei bambini si posiziona nelle classi di età fra i 6 e i 14 anni.

La durata degli affidi si attiene sempre, almeno per i dati resi disponibili, fra i 7 e 12 mesi, in linea con il Legislatore che fissa a due anni il limite massimo della temporaneità dell’affidamento. Questo anche perché l’80% degli affidamenti a Bari sono forme diurne, in prevalenza di bambini dai 6 ai 14

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55 anni. Nella presente rilevazione è insieme al Centro Affidi di Trieste promotore attivo di forme diurne di affido familiare.

In ogni caso, si tratta di misure residenziali di bambini e ragazzi di cittadinanza italiana. Non ci sono bambini non italiani in affidamento presso il Centro.

A fronte dei bambini in affido, c’è un dato importante di affidatari disponibili, pari a 83 persone, 2,6 ogni 10.000 abitanti, che permettono un rapporto di 1,3:1 per ogni bambino affidato e di 0,4 contesti familiari disponibili all’affidamento, essendo 50 famiglie (mono-parentali o bi-parentali) coinvolte. Gli affidatari afferenti sono per il 60% componenti di coppie con figli e per il restate sono in egual misura singles e membri di una coppia senza figli.

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56 SCHEDA C – Centro Affidi di Caltanissetta

L’équipe Affidi nasce nel 2003 attraverso il regolamento comunale sull’affido familiare dei minori (Delibera n. 129 del 2 dicembre 2002) del Comune di Caltanissetta e si avvale della collaborazione attiva da parte dell’Azienda Servizi alla Persona e del Tribunale dei Minorenni. Sono coinvolti al momento sette operatori a tempo parziale, di cui assistenti sociali, psicologi, giudici togati e giudici onorari del Tribunale per i Minorenni.

Il Centro per l’Affido si occupa di promozione affido, formazione affidatari, conoscenza e individua-zione affidatari, abbinamento, definizione del progetto di affido, sostegno affidatari agli affidatari, di sostegno e valutazione del bambino e della sua famiglia, e della formazione e consulenza con la scuola. Il Centro non prevede formazione specifica né supervisione del lavoro degli operatori.

L’attività di promozione dell’affidamento familiare prevede una collaborazione sempre frequente con gli altri soggetti sopra citati e con una rete parrocchiale di famiglie disponibili all’esperienza. Il Centro svolge attività di formazione degli affidatari tramite appositi percorsi per le famiglie affidatarie e/o di-sponibili all’affido con le altre istituzioni e cura le fasi di conoscenza e individuazione delle famiglie affidatarie di abbinamento (tramite visite domiciliari e colloqui con tutti i membri della famiglia), di de-finizione del progetto educativo relativo all’affidamento, di sostegno delle due famiglie coinvolte e del bambino. Si occupa direttamente, insieme agli altri soggetti istituzionali, della valutazione dell’affido, della sua chiusura e del relativo follow up. Cura il progetto di affidamento inserendolo all’interno di un progetto quadro più ampio sulla famiglia da cui proviene e si avvale di relazioni socio-ambientali e familiari per valutarne l’andamento.

Promuove principalmente affidamenti residenziali e di adolescenti.

Al 31 dicembre del 2012 segue i progetti di 15 affidamenti familiari, mostrando un tasso di affida-menti di 1,4 bambini ogni 1000 e di 2 bambini in carico ad ogni operatore del Centro.

Gli affidamenti del 2012 sono stati tutti di natura giudiziale, facendo presupporre una gravità con-clamata e coatta dei casi in carico al Centro per l’Affido, una difficoltà di lavoro con l famiglia del bambino e probabilmente uno specifico orientamento da parte dei servizi..

La quasi totalità dei bambini (pari ad una percentuale dell’87%) sono in carico a famiglie di parenti entro il quarto grado (affidamenti intra-familiari), con una netta propensione dei servizi verso questa misura, che è la più consistente dell’intero campione dell’indagine. In affido sono in egual misura adolescenti dai 14 ai 17 anni e bambini dai 6 ai 10 anni.

La durata degli affidi è tutta concentrata sopra i due anni, facendo ipotizzare una scelta di affidi sine die non temporanei. Nel caso degli adolescenti, poi, si immagina che tali contesti siano poi anche quelli dove il ragazzo in affido diventa maggiorenne e si affaccia alla vita adulta.

In ogni caso, si tratta di misure residenziali e mai diurne. Non ci sono bambini non italiani in affida-mento presso il Centro.

A fronte degli affidamenti, c’è un dato di affidatari disponibili per ogni bambino in affido pari al 1:1. Si tratta infatti di coppie in prevalenza con figli (14 persone), mentre non ci sono singles coinvolti.

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57 SCHEDA D – Centro Affidi di Firenze

Il Centro Affidi di Firenze nasce nel 1977 a titolarità e gestione comunale e in continuità con la parti-colare sensibilità della Città verso i temi dei diritti dei bambini. E’ il primo Centro per l’Affido ad esse-re sorto nel territorio italiano. Sono attualmente coinvolti 7 operatori (assistenti sociali, funzionari, psicologi ed educatori) di cui 2 assistenti sociali full time.

Il Centro per l’Affido si occupa di promozione affido, formazione degli affidatari, conoscenza e indivi-duazione affidatari, abbinamento, sostegno affidatari agli affidatari e al bambino in situazioni partico-lari su valutazione dell’équipe integrata e di formazione e consulenza con la scuola. Collabora inoltre con i servizi titolari del caso alla definizione del progetto e al monitoraggio dell’affido con il ruolo di facilitatore della comunicazione fra ai soggetti coinvolti. Non si occupa, lasciandoli ai servizi compe-tenti, di valutazione e sostegno alla famiglia naturale. Il Centro prevede formazione specifica, ma non la supervisione del lavoro degli operatori.

L’attività di promozione dell’affidamento familiare prevede una collaborazione abbastanza frequente con le associazioni territoriali. Il Centro svolge sempre attività di formazione degli affidatari tramite appositi percorsi per le famiglie affidatarie e/o disponibili all’affido. Anche l’abbinamento è a carico del Centro così come la collaborazione con il servizio sociale competente è avviato per la definizione del progetto. Il sostegno agli affidatari è sempre offerto così come spesso viene offerta consulenza specifica per il bambino in affido. Ogni progetto di affido viene valutato insieme al servizio sociale e ai servizi specialistici eventualmente attivi sul caso. E’ inoltre promossa con tali servizi la fase di chiusura e follow up del progetto.

Il Centro ha predisposto negli anni diversi documenti: un regolamento del servizio, un protocollo operativo con i servizi sociali territorio e una guida per operatori.

Promuove affidamenti di numerose tipologie: diurni, a tempo parziale, residenziali, di particolare complessità e di adolescenti; promuove, inoltre, un servizio di prossimità familiare.

Al 31 dicembre del 2012 segue i progetti di 59 casi di minorenni, più due progetti di neo-maggiorenni in affido. Si tratta soprattutto di casi particolarmente impegnativi, come dimostra l’alto tasso di affidi giudiziali sul totale (73%). Si tratta soprattutto di casi di altre cittadinanze, 34 su 59 (più di uno su 2, con il 50% dei bambini stranieri in affidamento intra-familiare), e sul totale si hanno soprattutto affidi di bambini dai 6 ai 10 anni (1 su 3) e di ragazzi dagli 11 ai 13 anni (1 su 4). La durata media dei pro-getti è superiore all’anno di tempo, e il 90% del totale degli affidi dura più di un anno (per il 17%) e più di due anni (per il 73%). Oltre ad essere impegnativi, i casi appaiono anche decisamente compli-cati da risolvere nel medio periodo. Le misure utilizzate sono perlopiù di tipo residenziale (86% sul totale), anche se sono interessanti gli utilizzi dei dispositivi di affido diurni (12%) e a tempo parziale (8%).

A fronte della popolazione minorile impegnata in un affido, al 31 dicembre 2012 erano coinvolti come affidatari 44 nuclei familiari disponibili alla presa in carico e 48 effettivamente impegnati in affidi. Tra gli impegnati in un percorso di affido, il 17% è single, mentre percentuali simili hanno le famiglie con e senza figli, rispettivamente al 28% e al 27% sul totale.

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58 SCHEDA E – Centro Affidi di Genova

Il Centro Affidi, noto con il nome di Servizio Affido Familiare, nasce nel 1996; insieme a quelli di Fi-renze, Trieste e Milano è tra i più longevi del campione dell’indagine. Se la titolarità spetta al Comu-ne di Genova, la gestione è co-partecipata con la locale Azienda sanitaria 3. Sono attualmente coin-volti 30 operatori, di cui 2 full time e il resto a tempo parziale. Tra questi, 20 sono assistenti sociali, 6 sono psicologi, 2 sono educatori e altri 2 sono funzionari; coordina tale gruppo una psicologa re-sponsabile del Servizio.

Il Centro per l’Affido si occupa di promozione affido, formazione affidatari, conoscenza e individua-zione affidatari, abbinamento, sostegno affidatari agli affidatari, formazione e consulenza con la scuola. Non si occupa, lasciandoli ai servizi competenti, di valutazione e sostegno alla famiglia natu-rale, e del sostegno diretto al bambino. Il Centro prevede formazione specifica, ma non la supervi-sione del lavoro degli operatori.

L’attività di promozione dell’affidamento familiare prevede una collaborazione sempre frequente con gli operatori del Comune, dell’Asl e delle associazioni, in particolare le reti di famiglie molto attive sul territorio. Il Centro svolge attività di formazione degli affidatari tramite appositi percorsi per le famiglie affidatarie e/o disponibili all’affido attraverso cicli di incontri pre-affido, incontri specifici post-affido tramite gruppi di sostegno mensile condotti da psicologi. Le famiglie sono poi invitate a partecipare a eventi formativi e seminariali sulla base delle disponibilità. Anche questa fase vede la costante col-laborazione con gli operatori dei servizi sociali, i giudici del Tribunale per i Minorenni, le associazioni, alcune case famiglia e le famiglie affidatarie. Per quel che riguarda la conoscenza ed individuazione deli affidatari, il Centro per gli Affidi collabora costantemente con l’assistente sociale che cura il caso e la relativa psicologa ASL che poi avviano le pratiche per l’abbinamento insieme anche a specifiche azioni del Centro. Anzitutto, si attinge alla banca dati delle famiglie condivisa fra Comune e Asl e l’abbinamento avviene pertanto sia a livello centrale (nella commissione mensile) sia in zona. Per quel che riguarda gli affidi di neonati e di affidi per case-famiglia, l’abbinamento viene gestito da due gruppi di lavoro appositi (tavolo Near per neonati e commissione Case famiglia). La collaborazione per la definizione del progetto è meno frequente e gli operatori del Centro Affidi offrono una loro consulenza, se richiesta, a chi segue il caso. Il sostegno agli affidatari è sempre offerto in collabora-zione con associazioni, ASL e Comune ma su diversi livelli. Il sostegno individuale alle famiglie è in carico agli operatori socio-sanitari che hanno in carico il bambino e la famiglia oppure alla psicologa ASL mentre è sempre assicurato il sostegno di gruppo con cadenza mensile (per famiglie, per edu-catori delle Case Famiglie) e bi-mensile (per affidatari di neonati). Non sono invece di pertinenza del Centro il sostegno al bambino e alla sua famiglia. Ogni progetto di affido viene ri-valutato abbastan-za frequentemente insieme allo psicologo e all’assistente sociale attraverso specifici colloqui con la famiglia. E’ invece poco promossa la fase di chiusura e follow up del progetto, in carico all’assistente sociale del caso. Raramente tale passaggio vede infatti una comunicazione alla commissione affido competente.

Il Centro ha diversi nuovi progetti di affido familiare, come il progetto “Ho trovato un nuovo nonno” avviato con un Protocollo d’intesa tra Comune di Genova e Auser, così come promuove l’affido omo-culturale attraverso intese con le associazioni di migranti locali. Ha poi altre collaborazioni: con la SIDO per le cure ortodontiche gratuite a favore dei bambini in affido, con ARCHE’ per le cure odon-toiatriche gratuite a bambini in situazioni di disagio seguiti dai Servizi Sociali. Il D.G.C 115/2010 pre-vede poi l’esenzione totale dal pagamento delle rette per i Servizi di Asilo nido e Ristorazione scola-

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59 stica nelle scuole pubbliche genovesi per l’infanzia, elementari e medie inferiori per i bambini in affi-do.

Promuove affidamenti di numerose tipologie: diurni, a tempo parziale, residenziali, di bambini piccoli, di particolare complessità attraverso il ricorso all’accoglienza in casa-famiglia, degli adolescenti, an-che quando si tratta di minori stranieri non accompagnati, di coppie di genitori e bambini, affidi omo-culturali e di appoggio diurno attraverso il progetto “Ho trovato un nuovo nonno”.

Al 31 dicembre del 2012 segue i progetti di 278 affidamenti familiari di 0-17enni che sommati agli af-fidi dei neo-maggiorenni ammontano a 316. Il tasso di affidamenti totali (esclusi quelli in carico alle case-famiglia) è quindi di quasi 3 bambini e/o ragazzi in affido ogni 1000 e di circa 8 casi in carico ad ogni operatore del Centro.

Gli affidamenti del 2012 sono stati per la maggior parte di natura giudiziale, facendo presupporre una gravità conclamata e coatta dei casi in carico al Centro per l’Affido, una difficoltà di lavoro con la famiglia del bambino e probabilmente uno specifico orientamento da parte dei servizi..

L’affidamento a parenti entro il quarto grado (affidamenti intra-familiari) è residuale (15,5%), a soste-gno di una gestione prevalentemente etero-familiare degli affidi da parte del Centro, che si avvale anche della collaborazione di specifiche forme etero-familiari come le case-famiglia.

La durata degli affidi è per lo più concentrata fra sopra i due anni: sembrano essere particolarmente diffuse le misure di affido prolungato se non di vero e proprio sine die. Le misure sono prevalente-mente residenziali; solo 1 bambino in affido su 10 ha un affido diurno, misura che probabilmente avrà ulteriori margini nei prossimi anni anche grazie al nuovo progetto di affido ai nonni attivi.

Il 24% dei bambini in affido non è cittadino italiano. Si spiega in questo modo il ricorso e la promo-zione degli affidi omo-culturali su cui il Comune di Genova ha da tempo un preciso investimento.

A fronte degli affidamenti, il rapporto con gli affidatari disponibili è dello 0,3 affidatari che si riduce ul-teriormente se si considerano i reali contesti familiari disponibili (pari a 0,16 per ogni bambino). Si tratta perlopiù di coppie con figli (42 persone su 70).

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60 SCHEDA F- Centro Affidi di Jesi

Il Centro Affidi, noto con il nome di Servizio Integrato Affido, nasce nel 2006 da una co-titolarità fra due enti, l’Azienda Pubblica Servizi Alla Persona Ambito 9 e l’Asur della Regione Marche AV2 di Je-si che gestiscono rispettivamente gli aspetti amministratici degli affidi e la gestione della formazione e informazione sull’affido.

Sono attualmente coinvolti 2 operatori a tempo parziale: una è un’assistente sociale dell’Asp e l’altra è la psicologa dell’Asur AV2.

Il Centro per l’Affido si occupa di promozione affido, formazione affidatari, conoscenza e individua-zione affidatari, abbinamento e sostegno affidatari agli affidatari. Il Centro prevede formazione speci-fica e supervisione del lavoro degli operatori, anche se la seconda non è assicurata con continuità.

L’attività di promozione dell’affidamento familiare prevede una collaborazione sempre frequente con gli operatori di associazioni e cooperative territoriali, parrocchie, Comuni e scuole. Il Centro svolge attività di formazione degli affidatari tramite una collaborazione abbastanza frequente con professio-nisti esperti. La conoscenza delle famiglie e l’abbinamento sono due attività specifiche del Centro: esse possono prevedere, e lo fanno molto spesso, un lavoro con i servizi sociali competenti. La tito-larità della definizione del progetto di affido spetta invece ai servizi competenti, ma molto spesso viene richiesto l’intervento del Centro.

Alle famiglie affidatarie il Centro offre percorsi mensili, mentre il sostegno individuale ad ogni fami-glie è filtrato dagli operatori che seguono i casi e pertanto a collaborazione può dirsi abbastanza fre-quente. Non sono invece di pertinenza del Centro il sostegno al bambino e alla sua famiglia; in que-ste due fasi gli operatori del Centro sono poco coinvolti dai servizi sociali competenti. Ogni progetto di affido viene valutato abbastanza frequentemente insieme all’équipe che segue il caso attraverso specifici colloqui con la famiglia. E’ invece poco promossa la fase di chiusura e follow up del proget-to, in carico all’assistente sociale.

Il Centro per gli Affidi promuove affidamenti diurni, a tempo parziale, residenziali, di particolare com-plessità e a rischio giuridico.

Al 31 dicembre del 2012 segue 27 progetti di affidamenti familiari, con un tasso di affidamenti di 3,9 bambini ogni 1000 e di 12 casi per ogni operatore del Centro. Gli affidamenti del 2012 sono stati per più della metà di natura giudiziale, facendo presupporre una gravità delle situazioni (due terzi dell’intero campione).

Gli affidamenti sono prevalentemente etero-familiari (70%) e residenziali (67%). Più di uno su 2 dura più di due anni. Si tratta per il 40% di ragazzi fra i 14 e i 17 anni e per circa il 50% di bambini fra i 6 e i 13 anni. Il 55% dei bambini in affido non è cittadino italiano.

A fronte degli affidi, il rapporto con gli affidatari disponibili è dello 0,83, una percentuale che si avvi-cina alla soglia del rapporto 1:1, che è infatti raggiunta attraverso il rapporto fra bambini e contesti familiari disponibili. Sono infatti particolarmente alte le disponibilità degli affidatari, 5 ogni 10.000 abi-tanti, che rappresenta il dato più consistente all’interno dell’indagine. Di questi, il 50% è una coppia con figli, il 40% sono coppie senza figli e il restante 10% sono rappresentati dai singles.

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61 SCHEDA G - Centro Affidi di Milano

Insieme ai Centri per l’Affido di Firenze, Trieste e Genova, il Servizio Coordinamento Affidi è uno dei più longevi sul territorio nazionale forte della sua attività ultra-trentennale (opera, infatti, dal 1982). Se la titolarità spetta al Comune di Milano, la gestione è co-partecipata con soggetti del privato so-ciale in linea con un approccio centrato sulla sussidiarietà. In particolare, sono state coinvolte 3 as-sociazioni temporanee di impresa, le quali, unitamente al coordinamento affidi, svolgono le attività di sensibilizzazione all’affido, reperimento famiglie, monitoraggio e sostegno degli affidatari, sostegno educativo temporaneo al bambino e alle due famiglie. Inoltre, la Fondazione Cariplo ha cofinanziato un Progetto che nel biennio 2010/2012 ha permesso di attivare una Rete tra pubblico e Privato e di sperimentare nuove forma di affido sul territorio comunale (un processo biennale di sostegno e di ri-cerca sul processo degli affidi nel territorio comunale).

Nell’ufficio centrale sono attualmente coinvolti 7 operatori, di cui 5 full time. Tra questi, 4 sono assi-stenti sociali, 2 sono psicologi e uno è amministrativo; nelle 9 sedi decentrate del Servizio Sociale della Famiglia e Ufficio di Pronto Intervento Minori sono coinvolte altre 90 assistenti sociali e 18 edu-catori. Coordina tale gruppo il referente del Servizio.

Il Centro per l’Affido si occupa di promozione affido, formazione affidatari, conoscenza e individua-zione affidatari, abbinamento, sostegno agli affidatari, formazione con/per i servizi sociali di zona, at-tivazione di reti di risorse con imprese sociali, volontariato e loro coordinamento, nonché di forma-zione e aggiornamento per gli operatori. Il Centro prevede formazione specifica, ma non la supervi-sione del lavoro degli operatori.

Il Centro per gli Affidi di Milano e le suddette organizzazioni del privato sociale collaborano spesso per ciò che concerne la promozione dell’affidamento familiare, la formazione degli affidatari tramite appositi percorsi, la conoscenza ed individuazione degli affidatari e l’abbinamento. Con i servizi so-ciali competenti il Centro collabora sempre per la definizione del progetto di affido, il sostegno alla famiglia mentre la collaborazione si dirada per quel che concerne il sostegno al bambino e alla sua famiglia, che viene curato direttamente in zona dagli operatori del caso, assistente sociale e psicolo-go Asl. La chiusura del progetto, la sua valutazione e il follow up vedono sempre coinvolti il Centro insieme ai servizi sociali, alle organizzazioni del privato sociale, se erano presenti nella gestione dell’affido, e eventuali altri servizi coinvolti nel progetto (servizi terapeutici per bambini e per adulti).

In passato sono stati costruiti protocolli d’intesa con le varie realtà per organizzare tali collaborazioni, attualmente le collaborazioni sono state istituzionalizzate. Sono pertanto numerosi i protocolli d’intesa attivi con le varie realtà.

Ad oggi, il Centro milanese promuove affidamenti diurni, a tempo parziale, residenziali, di bambini piccoli, di particolare complessità e di emergenza, degli adolescenti, anche quando si tratta di minori stranieri non accompagnati, di coppie di genitori e bambini e a parenti.

Al 31 dicembre del 2012, il Centro segue 246 affidamenti familiari, compresi gli affidamenti di neo-maggiorenni, mostrando un tasso di affidamenti di 0,5 casi ogni 1000 e di più di 35 casi in carico ad ogni operatore del Centro.

Il numero totale di affidi è relativo ai soli affidi familiari, mentre molti minori fuori dal campione risul-tano amministrativamente conteggiati come inserimenti in comunità, anche se nella pratica sono in-

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62 seriti in famiglia. Tale situazione è legata a due realtà presenti nel territorio che sono associazioni di famiglie ma che vengono conteggiate come comunità.

Gli affidamenti del 2012 sono stati per la maggior parte di natura giudiziale (76%).

I bambini coinvolti sono prevalentemente bambini italiani (6 su 10) fra i 6 e i 10 anni (circa il 34% del totale), seguiti dalla fasce di età dei 14-17enni (pari a uno su 4), degli 11-13enni (uno ogni 5), dei 0-5enni (uno su 5) e degli ultra-diciottenni (4%). Il 40% dei bambini in affido non ha cittadinanza italia-na, in linea con i trend delle grandi realtà urbane italiane.

La durata degli affidi è per lo più concentrata sopra l’anno solare: uno ogni due bambini è collocato presso un’altra famiglia per un periodo che va da uno a due anni e il restante è in affido da più di due anni. Gli affidi sono prevalentemente residenziali (circa il 70%); 3 bambini in affido su 10 sono in affido diurno.

A fronte degli affidi, il rapporto con gli affidatari disponibili è dello 0,5 affidatari ogni bambino in affido – pari a quasi 1 affidatario ogni 10.000 abitanti, che si riduce ulteriormente se si considerano i reali contesti familiari disponibili. Si tratta perlopiù di coppie con figli (1 affidatario ogni 2) e senza (meno 1 ogni 3), anche se aumentano di anno in anno i singles che si ritengono disponibili per l’accoglienza familiare di un bambino in affido.

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63 SCHEDA H - Centro Affidi del consorzio Monviso Solidale

Il Centro Affidi del consorzio Monviso Solidale è insieme ai casi di Alatri e Salerno, una realtà inter-comunale di gestione dell’affidamento familiare, ma si avvicina in particolare al caso di Alatri per la gestione integrata e coordinata di molte realtà comunali. Tale servizio, noto con il nome di Consorzio Monviso Solidale – Equipe Affidi - raccoglie gli affidamenti familiari di 58 Comuni cuneesi, divisi in due macro-aree, relative ai Comuni di Saluzzo e Savigliano-Fossano.

Tale organismo, nato nel 1997 con la nascita dell’ente gestore, è attualmente in carico al Consorzio Monviso Solidale che presiede i servizi socio assistenziali del territorio e gestito in compartecipazio-ne con l’Area Famiglie e Minori e le Aree dei relativi servizi territoriali.

Sono attualmente coinvolti 37 operatori, di cui 2 assistenti sociali affidati al Centro a tempo parziale e 35 assistenti sociali territoriali.

Il Centro per l’Affido si occupa di promozione affido, formazione affidatari, conoscenza e individua-zione affidatari, abbinamento e formazione e consulenza con la scuola. Nelle altre fasi del progetto di affido gli operatori del Centro sono specificatamente chiamati in causa dalle assistenti sociali terri-toriali.

Il Centro prevede formazione specifica e ma non ottempera la supervisione del lavoro degli operato-ri.

L’attività di promozione dell’affidamento familiare, di formazione e di conoscenza degli affidatari pre-vede una collaborazione molto frequente con gli operatori di associazioni e gli operatori dei servizi di neuro-psichiatria infantile. Per l’abbinamento, la collaborazione si restringe sempre agli operatori dei servizi sociali, allo psicologo del Centro e al servizio di neuropsichiatria infantile. Il Centro svolge molto spesso attività di definizione del progetto, di sostegno alle due famiglie e al bambino solo quando e se chiamato in causa dal servizio sociale che ha in carico il caso. La valutazione dell’affido e la sua chiusura vedono spesso una collaborazione con il servizio sociale territoriale insieme allo psicologo del Centro e al servizio di neuropsichiatria infantile.

Sembra essere l’unica realtà a non offrire percorso di sostegno specifici gestiti dal Centro di suppor-to di gruppo alle famiglie che stanno vivendo l’affidamento.

Il Centro per gli Affidi promuove affidamenti diurni, a tempo parziale, residenziali, di bambini piccoli, in situazioni di emergenza e di particolare complessità, di adolescenti, di minori stranieri non accom-pagnati e di nuclei di genitore-bambino. In particolare, gli affidi diurni sono promossi con la presenza dell’affidatario a casa della famiglia naturale.

Al 31 dicembre del 2012 segue 159 progetti di affidamenti familiari, pari ad un numero di 4,3 casi in carico ad ogni operatore del Centro.

Gli affidamenti del 2012 sono stati per il 75% di natura consensuale, coinvolgendo cioè la famiglia del bambino nella consapevolezza dell’utilità dell’allontanamento. Non è il dato degli affidamenti in-tra-familiari a spiegare la prevalenza delle procedure consensuali. Nemmeno un bambino ogni 5 è affidato a parenti, mentre i restanti 4 sono presso altre famiglie (affidamento etero-familiare).

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64 Insieme al Centro per l’Affido del Comune di Trieste, rappresenta la realtà territoriale dove i servizi lavorano di più –stando ai dati empirici forniti– per includere la famiglia in una misura consensuale.

Si tratta per lo più di bambini e ragazzi dai 6 ai 13 anni (70% del totale), seguiti dai ragazzi che han-no dai 14 ai 17 anni (18%), dai bambini fra gli 0 e i 5 anni (circa il 7%) e da ultra-diciottenni (3%).

Gli affidamenti hanno durate eterogenee, a differenza che nel resto delle altre 9 realtà coinvolte. An-che se prevalgono le durate medio-lunghe (sopra i due anni durano più del 30% dei progetti e fa l’anno e i due anni si situano il 34%), le percentuali relative alle brevi durate sono più distribuite ri-spetto al campione del monitoraggio: il 18% dei progetti dura dai 4 ai 6 mesi, il 10% meno di 3 mesi, l’8% dai 6 mesi all’anno.

Il 22% dei bambini in affido non è cittadino italiano.

A fronte degli affidi, il rapporto fra bambini e affidatari disponibili è dello 0,34, dato non particolar-mente elevato rispetto alle altre realtà di provincia del monitoraggio. Come dato relativo alla totalità della popolazione è invece il più alto dopo Alatri: gli affidatari sono infatti 3,2 ogni 10.000 abitanti. Si tratta in prevalenza di coppie con figli (97%) seguiti dai singles (3%). Non ci sono coppie senza figli disponibili all’esperienza dell’affido in questo territorio.

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65 SCHEDA I - Centro Affidi di Salerno

Il Comune di Salerno ha istituito il servizio di affido nel 1988 e a seguito di direttive regionali nel 2005 costituisce l’équipe multi-disciplinare nota sotto la sigla di S.A.T. – Servizio Affidamento Fami-liare ed Adozioni Territoriale – che è l’unico organismo ad occuparsi anche di adozioni nazionali ed internazionali all’interno del presente campione del monitoraggio delle Linee di Indirizzo sull’Affidamento Familiare.

La titolarità dell’organismo è affidata ai Comuni dell’Ambito S5 (Salerno e Pellezzano) con l’integrazione della ASL di Salerno. Sono attualmente coinvolti 16 operatori a tempo parziale, di cui 14 assistenti sociali (10 territoriali e 4 specifici del Centro), un funzionario-referente e uno psicologo.

Il Centro per l’Affido si occupa di promozione affido, formazione affidatari, conoscenza e individua-zione affidatari, abbinamento, sostegno alla famiglia naturale, a quella affidataria e al bambino, non-ché della valutazione della famiglia del bambino e della formazione e consulenza con la scuola.

Il Centro non prevede né formazione specifica per gli operatori né supervisione dei loro vissuti.

Il Centro si occupa in maniera prioritaria dei casi di affidamento consensuale, mentre è chiamato ad intervenire sui casi giudiziali solo su esplicita richiesta da parte dell’assistente sociale intestataria del caso.

L’attività di promozione dell’affidamento familiare, di formazione e di conoscenza degli affidatari e di formazione degli stessi prevede una collaborazione costante con gli operatori di associazioni del ter-ritorio. Per l’abbinamento la collaborazione si restringe sempre agli operatori del Centro, al servizio sociale territoriale e all’Autorità Giudiziaria. Il Centro svolge sempre le attività di definizione, di valu-tazione e di chiusura e follow up del progetto di affido, in maniera differenziata a seconda che si tratti di affidi consensuali, dove gli operatori del Centro collaborano unicamente con l’assistente sociale che ha in carico il caso, o di affidi giudiziali, nel cui caso è coinvolta anche l’Autorità Giudiziaria. Il sostegno alle due famiglie e al bambino sono in carico al servizio sociale e viene richiesta abbastan-za la collaborazione del Centro per obiettivi specifici. L’orizzonte è però quello di una collaborazione più prossima riguardo queste fasi.

Insieme al Centro per l’Affido del consorzio Monviso Solidale sembra essere l’unica realtà a non of-frire percorso di sostegno specifici gestiti dal Centro di supporto di gruppo alle famiglie che stanno vivendo l’affidamento.

Il Centro per gli Affidi promuove affidamenti diurni, a tempo parziale, residenziali, in situazioni di par-ticolare complessità, di adolescenti, ma non di minori stranieri non accompagnati e di nuclei di geni-tore-bambino.

Al 31 dicembre del 2012 il Centro per l’Affido di Salerno segue 82 progetti di affidamenti familiari più 5 progetti di affido di neo-maggiorenni, pari ad un tasso di 4 casi ogni 1000 bambini e ragazzi resi-denti, ad esclusione dei minori affidati a strutture residenziali. Tutti i dati forniti sono ad esclusione della Comune di Pellezzano che pure fa parte del Centro.

Gli affidamenti del 2012 sono stati per il 95% di natura giudiziale, a riprova dalla gravità delle situa-zioni. Per il 75% si tratta di affidamenti intra-familiari, a sostegno di un uso diffuso al Sud Italia di ri-

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66 corso alla famiglia allargata. Per il 99% dei casi è una misura residenziale, anche in questo caso in linea con il trend dell’Italia meridionale. Solo un caso su 87 progetti è diurno.

Si tratta in egual misura di bambini e ragazzi delle diverse fasce d’età, ad esclusione degli ultra-diciottenni, che rappresentano il 6% del totale.

Gli affidamenti salernitani si situano sul lungo termine: il 77% supera i 2 anni di durata, mentre il 9% dura fra i 7 e 12 mesi. Le altre percentuali appaiono poco significative.

Tutti i bambini e ragazzi fuori famiglia sono cittadini italiani.

A fronte degli affidi, il rapporto fra bambini in affido e affidatari disponibili è dello 0,18, pari a 1,1 affi-datario ogni 10.000 abitanti, dato più basso del monitoraggio in termini di rapporto con i bambini e fra i più bassi insieme a Milano e Genova in termini di confronto sulla popolazione locale.

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67 SCHEDA J - Centro Affidi di Trieste

Il Centro Affidi del Comune di Trieste è noto sotto il nome di Gruppo Affidi e nasce nel 1985 come organo provinciale, passando poi nel 2005 a livello comunale.

Sono attualmente coinvolti 4 operatori, di cui 1 a tempo pieno; di questi, due sono 2 sono psicologi consulenti, uno è assistente sociale e uno è educatore (l’unica figura a tempo pieno).

Il Centro per l’Affido si occupa di promozione affido, formazione affidatari, conoscenza e individua-zione affidatari, abbinamento, definizione del progetto e sostegno alla famiglia affidataria.

Il Centro non prevede né formazione specifica né supervisione del lavoro degli operatori.

L’attività di promozione dell’affidamento familiare e di formazione e di conoscenza degli affidatari è a totale carico del Centro, così come l’abbinamento fra famiglia e bambino. Per quel che riguarda la conoscenza e l’individuazione delle famiglie affidatarie il Centro collabora poco frequentemente con il servizio sociale. La definizione del progetto di affido vede sempre oltre al coinvolgimento dei servi-zi anche l’Azienda sanitaria e il personale delle comunità educative, laddove coinvolte. Il sostegno alle famiglie affidatarie è costruito in maniera abbastanza negoziata con il servizio sociale, mentre le collaborazioni del Centro con l’Azienda Sanitaria e i servizi sociali per il sostegno al bambino e alla sua famiglia sono poco frequenti. La valutazione del progetto e la sua chiusura pertiene abbastanza frequentemente congiuntamente ai 3 soggetti. Non è prevista alcuna forma di follow up.

Il Centro per gli Affidi triestino promuove affidamenti etero ed intra-familiari diurni, a tempo parziale, residenziali, di bambini piccoli, in situazioni di emergenza e di particolare complessità, di adolescenti e di nuclei di genitore-bambino.

Al 31 dicembre del 2012 il Centro segue 210 progetti di affidamenti familiari (compresi i neo-maggiorenni), di cui 155 casi di affidi leggeri, pari ad un tasso totale onnicomprensivo di 8,3 casi ogni 1000 bambini e ragazzi residenti e un carico di 52 casi per ogni operatore del Centro. E’ il cari-co più alto per gli operatori delle dieci realtà coinvolte nel processo di monitoraggio.

Allo stesso tempo, sul totale dei 210 bambini in affido solo 55 sono in affido a tempo pieno. Per gli altri sono invece stati attivati affidi leggeri/diurni che per il Centro Affidi di Trieste rispondono alla de-finizione di una forma di sostegno ai nuclei familiari in particolari situazioni di fragilità e vulnerabilità sociale anche attivata allo scopo di sostenere la funzione genitoriale e in alcuni casi di prevenire in-terventi di allontanamento. Il Centro Affidi ha infatti attuato politiche di affidamenti leggeri e specifi-che pratiche che i dati mostrano essere particolarmente efficaci.

Gli affidamenti del 2012 sono stati per il 83% di natura consensuale, rappresentando il dato percen-tuale più elevato dell’intero campione. Sul totale, si tratta per circa l’80% di affidamenti etero-familiari, non legando quindi il coinvolgimento della famiglia naturale con il collocamento a famiglie di parenti. Gli affidamenti consensuali sembrano invece essere correlati al fatto che il 74% dei bambini rientra la sera a casa, permettendo una continuità con la famiglia naturale che quindi può essere fa-cilmente legata alla misura consensuale.

Trieste rappresenta con Bari un esempio di contro-tendenza rispetto agli altri Centri per l’Affido della presente indagine, mostrando misure diurne che assicurano anche una durata media molto più bas-sa delle misure.

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68 La durata degli affidamenti è per il 54% inferiore ai due anni, segno di un’attenzione alla caratteristi-ca di temporaneità in linea con le disposizioni della Legge 149/2001. Nello specifico, il 6% degli affi-damenti termina sotto i sei mesi, il 10% è compreso fra i 4 e i 6 mesi di durata, il 17% si situa fra i 7 e 12 mesi, il 24% fra i 13 e i 24 mesi di durata.

Sono in affidamento in egual percentuale bambini dagli 0 ai 5 anni e dai 6 ai 10 anni (60% del tota-le), mentre il 20% è rappresentato dai ragazzi dagli 11 ai 13 anni.

Il 22% dei bambini e ragazzi in affido non è cittadino italiano.

A fronte degli affidi, il rapporto fra affidatari disponibili per ogni bambino è dello 0,29 pari a 2,9 affida-tari ogni 10.000 abitanti. E’ l’unico caso italiano di prevalenza sul campione degli affidatari di singles, pari a quasi il 70% degli affidatari, seguiti da un 30% di coppie con figli.