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Modelli di promozione della salute 1. Informazione educazione 2. Self empowerment 3. Group empowerment 4. Azione collettiva

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Modelli dipromozione della salute

1. Informazione educazione 1. Informazione educazione

2. Self empowerment 2. Self empowerment

3. Group empowerment 3. Group empowerment

4. Azione collettiva 4. Azione collettiva

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Informazione educazione

Centrato sulla modifica del comportamento mediante cambiamento di cognizioni

L’Assunto di base: si tratta di una sequenza lineare

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La sequenza prevede che: Fornire informazioni

Aumento/miglioramento delle conoscenzeAumento/miglioramento delle conoscenze

Mediante cambiamento di cognizioniMediante cambiamento di cognizioni

Modifica del comportamento Modifica del comportamento

Miglioramento della saluteMiglioramento della salute

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L’approccio del Self empowerment

CENTRATO SU SVILUPPO PERSONALE• MEDIANTE TECNICHE DI APPRENDIMENTO

PARTECIPANTE (MODELLING, ROLE PLAYING)• RILASSAMENTO• TRAINING SULL’ASSERTIVITA’• MIGLIORAMENTO DI ABILITA’ SOCIALI (LIFE

SKILLS)• SELF MANAGEMENT

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Le Life Skills

• “Le Life Skills sono abilità che consentono di trattare efficacemente le richieste e le sfide della vita quotidiana, sono dunque abilità di vita fondamentali in ogni processo di adattamento umano” (OMS).

• Sono abilità cognitive, emotive e relazionali di base, che consentono alle persone di operare con competenza sia sul piano individuale che sociale.

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Le Life Skills sono

1. Problem solving: Capacità di affrontare e risolvere in modo costruttivo i problemi quotidiani

2. Pensiero creativo : Capacità di esplorare le alternative possibili e originali, di rispondere in maniera adattiva e flessibile alle situazioni della vita quotidiana.

3. Decision Making: Capacità di prendere decisioni per affrontare in modo costruttivo le difficoltà.

4. Pensiero critico : Capacità di analizzare le informazioni e le esperienze in maniera obiettiva.

5. Comunicazione efficace: Capacità di sapersi esprimere sia verbalmente che non, in maniera appropriata rispetto alla cultura a alle situazioni.

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E inoltre

6. Capacità di relazioni interpersonali: Capacità di mettersi in relazione e interagire con gli altri in maniera positiva

7. Empatia: Capacità di riconoscere, discriminare e condividere le emozioni degli altri.

8. Autoconsapevolezza: Capacità di conoscere se stessi, il proprio carattere, le forze e debolezze, desideri e insofferenze

9. Gestione delle emozioni : Capacità di riconoscimento delle emozioni in noi stessi e negli altri; consapevolezza di quanto le emozioni influenzino i comportamento e la capacità di rispondere in maniera appropriata

10. Gestione dello stress: capacità di riconoscere e controllare le fonti di tensione nella vita quotidiana, sia tramite cambiamenti nell’ambiente o nello stile di vita, sia mediante la capacità di rilassarsi

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Le Life Skills sono importanti per:

La promozione della salute di bambini e adolescenti.

La prevenzione primaria di alcune cause principali di morte, malattia e disabilità di bambini e adolescenti.

La socializzazione.Preparare i più giovani al cambiamento delle

circostanze sociali.

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L’educazione alle life skills può contribuire negli adolescenti a– Utilizzare in modo più appropriato i servizi

sanitari– migliorare la qualità e efficienza del sistema

educativo– garantire una maggiore equità e pari

opportunità– migliorare la qualità di vita – promuovere una cultura della non violenza

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E per la prevenzione in ambito di

– Salute sessuale (gravidanze precoci, AIDS e MTS)

– Violenza tra pari, nelle coppie di adolescenti– Problemi legati all’uso/abuso di alcol, sigarette

e sostanze psicoattive– Suicidio– Incidenti– Razzismo e discriminazione

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Gli interventi sulle life skills

• L’obiettivo è aumentare le abilità possedute mediante l’apprendimento.

• 4 Passi in cui chi deve apprendere : – ascolta e comprende le abilità in questione;

– osserva direttamente l’uso delle abilità (modelling);

– pratica le abilità in situazioni selezionate in un ambiente di supporto all’apprendimento;

– ottiene Feedback sulle abilità individuali messe in atto.

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Le life-skills possono essere sviluppate in training che prevedono

• Attenzione centrata sul “saper fare” e sul “fare”, sull’ applicazione delle skills e sugli effetti che esse hanno sugli esiti di una situazione ipotetica.

• Role-playing in scenari tipo

• Esposizione sistematica : gli adolescenti mettono in pratica le abilità in modo progressivo rispetto alle richieste delle situazioni,

Abilità appresa in una situazione quotidiana non

minacciosa e a basso rischio

Abilità appresa in una situazione quotidiana non

minacciosa e a basso rischio

abilità sperimentata in situazioni minacciose

e ad alto rischio

abilità sperimentata in situazioni minacciose

e ad alto rischio

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INOLTRE

• Altri metodi importanti utilizzati per facilitare l’apprendimento delle life skills includono: – lavoro di gruppo,– la discussione, – il dibattito, – il racconto di storie, – l’apprendimento sostenuto dai pari – lo sviluppo di progetti pratici di comunità.

• I suggerimenti pratici offerti durante gli incontri includono: essere ironici e umoristici e rendere ciò rilevante.

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INFINE

• Non è solo apprendimento attivo ma apprendimento esperienziale.

• Non funziona se si fa riferimento esclusivamente alle basi dell’informazione e della discussione.

• Processo dinamico e in evoluzione• Può coinvolgere più soggetti: bambini, genitori e

le comunità locali • Deve essere adattato nel tempo e nei diversi

contesti.

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L’APPROCCIO DEL Group empowerment

E’ rivoltO a piccoli gruppi E’ rivoltO a piccoli gruppi

Si basa sui processi di: influenza sociale, confronto e sostegno sociale

Si basa sui processi di: influenza sociale, confronto e sostegno sociale

Tecniche usate: peer education, educazione socio-affettiva

Tecniche usate: peer education, educazione socio-affettiva

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La peer education

• È una metodologia di intervento con scopi sia informativi che formativi-educativi

• si fonda sul rapporto di influenza reciproca, che si instaura a livello formale o informale tra persone appartenenti allo stesso status, per età cronologica o gruppo di appartenenza

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• Non è una tecnica di insegnamento centrata meramente sul passaggio di nozioni: si tratta di un metodo di apprendimento e approfondimento di contenuti tramite discussione, confronto e scambio di esperienze

• Si tratta di una strategia di intervento che presenta molte potenzialità coi giovani, data l’importanza decisiva del gruppo dei pari in adolescenza

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Le fasi della realizzazione dell’intervento

- Scelta dei formatori (adolescenti leader di classe) che seguiranno un’attività di formazione condotta da adulti

- I formatori (peers) dovranno poi organizzare interventi rivolti ai loro coetanei

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Principali aspetti della peer education

• Ruolo del piccolo gruppo

• Processo a cascata

• Importanza del setting e degli adulti facilitatori

• effetto del “contagio”

• Passaggio del testimone

• Protagonismo attivo degli adolescenti

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• Si fonda sul rapporto simmetrico tra “utente” ed “esperto”, e mette in discussione il ruolo dell’esperto tradizionale per riproporlo come educatore e facilitatore

• Temi affrontati: prevenzione dell’HIV, sessualità, igiene ambientale, sicurezza stradale, controllo delle nascite

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L’APPROCCIO DELL’Azione collettiva

Focus sullo sviluppo della comunità

Focus sullo sviluppo della comunità

Coinvolgimento delle personenella progettazionee realizzazione

Coinvolgimento delle personenella progettazionee realizzazione

Interventi nei contesti ambientali (scuola, luogo di lavoro, servizi)

Interventi nei contesti ambientali (scuola, luogo di lavoro, servizi)

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Alcuni esempi di intervento: 1)Le “stragi del sabato sera

• A partire dagli anni '80 sono state istituite, negli Stati Uniti e in alcuni paesi Europei, delle commissioni di esperti per studiare l'impatto della sonnolenza nella determinazione dell'infortunistica stradale. I dati pubblicati da queste commissioni permettono di stimare che il 36% degli incidenti letali e il 54% del totale degli incidenti annui sono causati dall'eccessiva sonnolenza, con una valutazione dell'impatto economico compresa tra i 43 e i 59 miliardi di dollari (1). Stime più recenti indicano che la sonnolenza contribuisce tra il 6 e il 30% sul totale degli incidenti stradali, in funzione di una serie di altri fattori come le condizioni della strada, l'ora del giorno la gravità dell'incidente e l'età del guidatore (2).

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In Italia

In Italia il problema è molto attuale per la drammatica rilevanza del fenomeno delle "stragi del sabato sera".

L'Osservatorio per la Sicurezza Stradale della Regione Emila Romagna, che è fra le più colpite dal fenomeno, ci ha proposto di sviluppare un programma teso a sensibilizzare gli studenti liceali neopatentati sul ruolo della vigilanza nella sicurezza stradale.

• In questo contesto è stato messo a punto un disegno di ricerca-intervento mirato a confrontare i livelli della vigilanza diurna con quelli successivi al trascorrere di un normale sabato sera, valutando gli effetti dell'assunzione di alcolici e del tipo di attività ricreativa e utilizzando i dati per l’intervento

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Partecipanti

• In diverse settimane, sono state coinvolte nello studio le IV classi di otto licei e istituti tecnici della Regione. Agli studenti neopatentati di queste classi è stato proposto di partecipare a uno studio sulle prestazioni psicomotorie durante la notte e durante il giorno. Hanno accettato di partecipare allo studio 80 studenti.

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Procedura

• Dopo un sabato sera trascorso liberamente, gli studenti sono tornati nei locali della loro scuola aperti per l'occasione dalle 01:00 alle 05:00 della notte, per svolgere una prova di 30 minuti del Wilkinson Auditory Vigilance Task, (WAVT, 7). La metà dei soggetti aveva già svolto la prova il giorno precedente alla sessione notturna, l'altra metà l'ha ripetuta il lunedì successivo, in entrambi i casi tra le 9 e le 11 della mattina. Nel WAVT il soggetto deve distinguere, tra una serie di suoni di sfondo della stessa durata (500 msec.), dei suoni target più brevi, presentati random nel 10-20% dei casi. I suoni, in totale 1000, vengono presentati in cuffia, attraverso un computer al ritmo di uno ogni due secondi. I soggetti hanno la consegna di rispondere solo ai segnali target premendo un tasto nel più breve tempo possibile.

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Al WAVT i soggetti possono fornire 4 tipi di risposta: 1) identificare correttamente il segnale target (risposte corrette); 2) non rilevare il segnale target (omissioni di risposta); 3) rispondere erroneamente al segnale di sfondo (falsi positivi); 4) identificare correttamente il segnale di sfondo e non rispondere (reiezioni corrette). Possono essere inoltre misurati 5) i tempi di reazione nelle risposte corrette. Questi parametri possono essere considerati rappresentativi di alcune importanti capacità messe in atto durante la guida; ad esempio, un rallentamento nei tempi di reazione può corrispondere a un rallentamento nella rapidità con cui si imposta una frenata, l'omissione di risposta può essere paragonata alla mancata percezione di un segnale stradale o di un auto che appare improvvisamente, un falso positivo può corrispondere all'identificazione di un segnale al posto di un altro. Prima di svolgere la prova notturna, ai ragazzi è stato richiesto di riferire come avevano trascorso la serata e la quantità di alcolici assunti dopo cena. Inoltre, con la collaborazione della prefettura, i ragazzi sono stati sottoposti al test etilmetrico.

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FIG 2: % FALSI POSITIVI (IN ARCOSENO)

LUOGO

NOTTEGIORNO

PUBFESTAAMICIDISCO

1.3

1.1

.9

.7

.5

.3

.1

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F I G . 1 : % D I R I S P O S T E C O R R E T T E ( I N A R C O S E N O )

L U O G O

% F A L S I P O S I T I V I ( I N A R C O S E N O )

L U O G O

N O T T E

G I O R N O

P U BF E S T AA M I C ID I S C O

1 . 3

1 . 1

. 9

. 7

. 5

. 3

. 1

N O T T E

G I O R N O

P U BF E S T AA M I C ID I S C O

5 . 0 4

5

4 . 9 6

4 . 9 2

4 . 8 8

4 . 8 4

4 . 8

4 . 7 6

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TEMPI DI REAZIONE

LUOGO

NOTTE

GIORNO

PUBFESTAAMICIDISCO

740

720

700

680

660

640

620

600

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Discussione

• Non sorprendentemente, il livello di vigilanza dei ragazzi è minore nella prova notturna rispetto a quella diurna. Gli attuali modelli di regolazione della sonnolenza (p. es. 8) permettono di attribuire questo effetto all'azione di fattori omeostatici (associati alle ore di veglia continuativa) e circadiani (associati all'orario delle prove).

• L'aumento della sonnolenza interagisce con la quantità di alcol assunto nel determinare il decremento di prestazione che si rileva al test di Wilkinson, e anche questo poteva essere facilmente previsto sulla base delle indicazioni della letteratura precedente (p.es 3).

• Il risultato più originale di questo studio è che il decremento notturno della vigilanza assume una diversa entità in relazione al modo con cui i ragazzi hanno passato la serata, raggiungendo i livelli della significatività statistica solo per quei ragazzi che sono stati in discoteca, indipendentemente dalla quantità di alcol assunto.

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Usare i dati per intervenire• Alla conclusione di ogni intervento, i dati vengono discussi con gli

studenti delle scuole che aderiscono all’iniziativa. A ciascuno degli studenti che ha partecipato direttamente alla raccolta dei dati viene comunicato il proprio risultato individuale. Esso naturalmente viene consegnato personalmente, nel rispetto della privacy. Con l’intero corpo studentesco vengono invece discussi i dati medi, che sono utilizzati per divulgare le attuali conoscenze scientifiche sulla relazione tra l’andamento della vigilanza, la capacità di fornire una prestazione adeguata e la sicurezza stradale. Prima di affrontare questa discussione vengono raccolti dati sulle convinzioni degli studenti sulla sonnolenza e sulle contromisure più frequentemente messe in atto per contrastarla. Se si considerano in forma qualitativa e sintetica le informazioni che abitualmente ci sono state fornite, risulta evidente che:

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Idee e convinzioni

• La grande maggioranza dei giovani guidatori coinvolti negli interventi descritti considera la sonnolenza notturna più come l’oggetto di una sfida nemmeno troppo impegnativa piuttosto che un reale pericolo per la sicurezza: l’opinione diffusa è infatti che la sonnolenza non merita di essere affrontata con eccessiva attenzione visto che può essere contrastata facilmente con semplici contromisure.

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Sulle contromisure• Non soprendentemente le contromisure più frequentemente adottate sono caratterizzate

dal medesimo denominatore comune: esse sono semplici, agiscono sul piano della percezione soggettiva della propria vigilanza, ma si dimostrano poco efficaci nella realtà. Infatti la quasi totalità degli studenti riporta di poter controbattere la sonnolenza abbassando il finestrino del proprio autoveicolo e/o aumentando il volume dell’autoradio. Reyner and Horne (1998) hanno dimostrato quanto bassa sia la reale efficacia di queste strategie. Pochi ritengono utile fermarsi durante il percorso per schiacciare un breve pisolino o prendere del caffè, anche se la maggior parte di loro deve affrontare dei tragitti di media durata (approssimativamente 30-45 minuti) per rientrare a casa. Come è ovvio la durata media del percorso di guida varia a seconda del tipo di attività ricreativa: i ragazzi che si recano in discoteca spesso affrontano tragitti più lunghi, recandosi talvolta fuori città e prevedendo di prendere l’autostrada. E’ interessante osservare che, pur potendo prevedere di dover guidare durante la notte del sabato, solo una percentuale molto bassa degli studenti riferisce di concedersi un sonnellino durante il sabato pomeriggio, che viene invece prevalentemente utilizzato per vedere gli amici, fare dello sport o togliersi le incombenze scolastiche per il fine settimana.

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Sulla sonnolenza

• Non c’è alcuna consapevolezza dell’esistenza di livelli della sonnolenza differenti da quello soggettivo: viene ritenuto del tutto improbabile che una diminuzione della prestazione o una maggiore probabilità di addormentarsi possano insorgere in assenza di una precisa consapevolezza da parte del soggetto alla guida. Questo determina che nessuna cautela venga messa in atto prima che l’individuo non abbia percepito chiaramente di essere sonnolento e che, in questo caso, vengano messe in atto strategie che agiscono principalmente abbassando questa percezione, e non necessariamente aumentando il livello delle prestazioni.

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Sulla guida

• La guida viene per lo più percepita dai giovani come una abilità di tipo “tutto o niente”: chi “sa” guidare guida sempre in modo adeguato ed è, comunque, in condizioni di affrontare gli imprevisti e le difficoltà che gli si propongono. Con queste premesse l’incidente stradale viene visto con una forte dose di fatalismo, come un qualcosa di inevitabile, in cui le possibilità dell’individuo di ridurne le probabilità sono marginali.

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Sulle sostanze psicotrope

• Sembra invece esserci nei ragazzi una certa consapevolezza degli effetti dell’assunzione di alcolici e delle droghe ricreative sulla guida. Questo elemento, di per se ovviamente positivo, nasconde però il rischio che venga sviluppata e rafforzata l’equazione “se non bevo eccessivamente e non mi drogo non posso commettere errori alla guida”.

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• Come è stato più volte sottolineato, l’obiettivo dell’intervento descritto non è stato semplicemente quello di raccogliere dei dati sperimentali sui livelli di vigilanza diurni e notturni. Questo intervento si inserisce infatti in un più ampio progetto di sensibilizzazione e prevenzione nei confronti del fenomeno delle cosidette “stragi del sabato sera”, proponendosi di stimolare una maggiore attenzione ai problemi legati al sonno e alla sonnolenza nell’approccio alla guida attraverso processi formativi e non esclusivamente normativi.

• Per questa ragione la discussione dei dati raccolti è stata integrata con una serie di informazioni teoriche, cercando di portare in evidenza i seguenti punti:

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Le abilità di guida

• La guida è un comportamento fortemente mediato dalla soggettività individuale. Tale soggettività non si riflette però unicamente nella capacità di guidare bene o male, sebbene questa variabile sia naturalmente fondamentale. Infatti la capacità di guida è anche suscettibile di forti variazioni dipendenti dallo stato psicofisiologico dell'individuo.

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Le sensazioni di sonnolenza• Non sempre una sensazione soggettiva di “vigilanza”

corrisponde a una condizione obiettivamente adeguata per lo svolgimento di un compito talvolta lungo e monotono come la guida notturna. Alcuni dati indicano infatti che, in condizioni di moderato debito di sonno, gli individui possono essere soggetti a rapidi addormentamenti anche quando non si sentono particolarmente sonnolenti (Devoto et al., 1999). D’altra parte la sensazione soggettiva di sonnolenza deve essere considerata come un primo importante livello di valutazione, visto che pur non essendo un elemento necessario, essa è un indicatore sufficiente del venire meno delle condizioni di sicurezza durante la guida.

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Il sonno e la guida

• A un secondo livello, gli individui possono valutare attentamente le condizioni obiettive in cui si trovano rispetto a una serie di parametri; per quanto riguarda il problema della vigilanza questi parametri possono essere sinteticamente identificati nella durata e nella continuità del sonno e della veglia precedenti, nell'orario in cui si svolge il comportamento di guida, nella quantità e nel tipo di sostanze assunte e nel momento in cui esse sono state assunte.

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Il fato• L'insieme di queste considerazioni contrasta con pericolose

tendenze “fataliste” di fronte all'incidentalità stradale e alla sua assoluta incontrollabilità, ma allo stesso tempo evita di far passare la percezione, altrettanto pericolosa, che l'infortunio alla guida possa essere considerato alla stregua di un equazione matematica si cui si hanno a disposizione tutte le incognite. Esse invece spingono alla considerazione che l'infortunio alla guida è un evento probabilistico, nel quale la corretta attenzione degli individui di fronte a se stessi agisce abbassando le probabilità di porre a repentaglio la propria e altrui incolumità.

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Come in ogni intervento sulle Life-skills

• Al di là degli aspetti specifici, la caratteristica principale dell’intervento descritto è quella di non puntare esclusivamente alla trasmissione di informazioni, ma all’incremento delle capacità dei giovani di auto-valutare i fattori di rischio e quelli di protezione disponibili in una data situazione. Numerosi studi evidenziano infatti che gli interventi di promozione della salute, nella guida come anche in altri campi di applicazione, acquistano maggiore efficacia quando le informazioni vengono presentate all’interno di occasioni di analisi delle proprie caratteristiche personali (psicofisiche, cognitive, emotive, relazionali e sociali), favorendo la percezione di ciascuno di essere soggetto attivo e responsabile delle proprie scelte.

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Alcuni esempi di intervento: 2)

La campagna prima e doping:

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I partecipanti

• Oltre 1000 studenti di scuole medie-superiori sul territorio nazionale, 50,1% maschi e il 49,9% femmine.

• 40 Scuole, su 28 città in 11 Regioni differenti• L’età è compresa tra i 14 e i 20 anni (età media=

16,6 anni). • Il 30% proviene da licei, il 35% da Istituti tecnici,

il 35% da Istituti professionali.

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Avevano a disposizione

• Siti che contengono informazioni sul tema• Esperti di diversa natura (sportivi, giornalisti,

educatori sportivi, psicologi, farmacologi)• Uno spazio di discussione comune (una chat)• Uno spazio di tempo all’interno del loro orario

scolastico• Alcune proposte per stimolare la discussione (p.e.

role playing)

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E avevano un obiettivo

• Costruire materiali (p.e. grafici, testi, vignette, altro) che dovessero essere utilizzati all’interno di una campagna “dei giovani per i giovani contro il doping”

• I materiali prodotti venivano inseriti su un sito web (www.primaedoping.it).

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Il monitoraggio

• Atteggiamenti, opinioni, convinzioni in materia di doping, di immagine corporea, di obiettivi fisici e prestazionali, ecc. sono stati monitorati prima dell’inizio del progetto e lo saranno nuovamente al termine del progetto.

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A seguito della campagna …Diminuisce l’insoddisfazione corporea…

Insoddisfazione Corporea

[F(1,363)=25,6; p<.001]

27

27,5

28

28,5

29

29,5

30

Prima Dopo

Pu

nte

gg

i M

ed

i n

ella

Sc

ala

di In

so

dd

isfa

zio

ne

Co

rp

ore

a

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Cambiamenti nei singoli aspetti dell'Atteggiamento...

1

1,5

2

2,5

3

3,5

4

4,5

Vantaggioso Inutile Desiderabile Negativo Salutare Non Saggio

Pu

nte

gg

i me

di a

gli

ite

m

Prima

Dopo

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E i comportamenti?

Comportamenti d'uso (autoriferiti) delle sostanze

0%

1%

2%

3%

4%

5%

6%

7%

Uso di Integratori Uso di sostanze dopanti

Pe

rce

ntu

ale

Prima

Dopo