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MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITÀ CULTURALI DIREZIONE GENERALE PER I BENI LIBRARI E GLI ISTITUTI CULTURALI ______________________ Comitato Nazionale per il centenario della nascita di Giovannino Guareschi Profilo del personaggio Note biografiche di Giovannino Guareschi a cura di Alberto e Carlotta Guareschi Giovannino Guareschi nacque il 1° maggio 1908 a Fontanelle di Roccabianca in provincia di Parma. Il territorio attorno a Fontanelle corrisponde perfettamente al “mondo piccolo” che Giovannino Guareschi ha descritto nella saga di don Camillo e Peppone e lì vi sono le sue prime fonti di ispirazione. Il padre aveva un emporio ciclistico a Fontanelle. La madre, maestra elementare, nel 1914 fu trasferita a Marore, un paesino attiguo a Parma dove la famiglia si trasferì. Giovannino frequentò le elementari a Parma nella Scuola «Jacopo Sanvitale» poi, dato che il padre voleva che diventasse un ingegnere navale, fu iscritto all’Istituto tecnico Giordani. A causa del suo completo disinteresse per quegli studi, entrò, come convittore, nel Ginnasio del prestigioso Collegio Maria Luigia di Parma che, nel 1925 dovette abbandonare a causa delle traversie economiche del padre. Continuò a frequentare il Liceo classico come esterno fino alla maturità iniziando contemporaneamente a svolgere piccole attività per mantenersi agli studi. Così imparò a incidere il linoleum per fare cartelloni pubblicitari, a disegnare scenografie per spettacoli e caricature per numeri unici studenteschi. Nel 1928 Cesare Zavattini che fu suo istitutore al Ginnasio, lo spinse ad entrare come correttore di bozze nella vecchia e gloriosa «Gazzetta di Parma» – successivamente assorbita dal «Corriere Emiliano». Nel 1929 inizia la sua collaborazione al settimanale «La Voce di Parma» con articoli, poesie e disegni e firma i suoi pezzi Michelaccio. Si tratta di lavori che non danno da vivere e Giovannino Guareschi, per mantenersi, fa la stagione estiva come portiere allo zuccherificio di Parma della «Ligure Lombarda» e continuerà a farlo per quattro stagioni. Venne assunto al «Corriere Emiliano» con il compito di cronista diventando in seguito capocronista. Comitati Nazionali per le celebrazioni e le manifestazioni culturali – http://www.comitatinazionali.it

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MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITÀ CULTURALIDIREZIONE GENERALE PER I BENI LIBRARI E GLI ISTITUTI CULTURALI

______________________

Comitato Nazionale per il centenario della nascita di Giovannino Guareschi

Profilo del personaggioNote biografiche di Giovannino Guareschi

a cura di Alberto e Carlotta Guareschi

Giovannino Guareschi nacque il 1° maggio 1908 a Fontanelle di Roccabianca in provincia di

Parma. Il territorio attorno a Fontanelle corrisponde perfettamente al “mondo piccolo” che

Giovannino Guareschi ha descritto nella saga di don Camillo e Peppone e lì vi sono le sue prime

fonti di ispirazione.

Il padre aveva un emporio ciclistico a Fontanelle. La madre, maestra elementare, nel 1914 fu

trasferita a Marore, un paesino attiguo a Parma dove la famiglia si trasferì. Giovannino frequentò le

elementari a Parma nella Scuola «Jacopo Sanvitale» poi, dato che il padre voleva che diventasse un

ingegnere navale, fu iscritto all’Istituto tecnico Giordani. A causa del suo completo disinteresse per

quegli studi, entrò, come convittore, nel Ginnasio del prestigioso Collegio Maria Luigia di Parma

che, nel 1925 dovette abbandonare a causa delle traversie economiche del padre. Continuò a

frequentare il Liceo classico come esterno fino alla maturità iniziando contemporaneamente a

svolgere piccole attività per mantenersi agli studi. Così imparò a incidere il linoleum per fare

cartelloni pubblicitari, a disegnare scenografie per spettacoli e caricature per numeri unici

studenteschi.

Nel 1928 Cesare Zavattini che fu suo istitutore al Ginnasio, lo spinse ad entrare come correttore di

bozze nella vecchia e gloriosa «Gazzetta di Parma» – successivamente assorbita dal «Corriere

Emiliano».

Nel 1929 inizia la sua collaborazione al settimanale «La Voce di Parma» con articoli, poesie e

disegni e firma i suoi pezzi Michelaccio. Si tratta di lavori che non danno da vivere e Giovannino

Guareschi, per mantenersi, fa la stagione estiva come portiere allo zuccherificio di Parma della

«Ligure Lombarda» e continuerà a farlo per quattro stagioni.

Venne assunto al «Corriere Emiliano» con il compito di cronista diventando in seguito

capocronista.

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Nel 1934 fece il servizio militare come allievo ufficiale di complemento e, al termine del servizio di

prima nomina, venne raggiunto al Campo estivo da Andrea Rizzoli, figlio dell’editore milanese

Angelo il quale, su segnalazione di Cesare Zavattini, gli propose il posto di redattore nella rivista

umoristica «Bertoldo» che sarebbe nata proprio in quei giorni. Guareschi accettò e fece il grande

balzo verso Milano assieme ad Ennia, che diventerà la Margherita dei suoi racconti di vita

familiare. Nella redazione del «Bertoldo» c’erano le più belle firme dell’umorismo italiano: scrittori

come Giuseppe Marotta, Carlo Manzoni, Giovanni Mosca, Angelo Frattini, Vittorio Metz, Marcello

Marchesi, Massimo Simili, Alberto Cavaliere. Disegnatori come Walter Molino, Saul Steinberg,

Carlo Della Zorza, Bruno Angoletta, Enrico De Seta, Ugo De Vargas, Rino Albertarelli, Ferdinando

Palermo, Giaci Mondaini. Il «Bertoldo» ebbe un grandissimo successo grazie all’intelligenza dei

collaboratori che inventarono – in tempi di veline e direttive del Ministero della Cultura Popolare -

una realtà assurda entro cui agire nell’unico modo possibile, ridicolizzando cioè la retorica che è

sempre stata l’ossatura portante di ogni regime.

Richiamato alle armi per punizione per aver comunicato a voce alta ciò che pensava del regime

fascista dopo essersi sbronzato a causa della notizia che il fratello era disperso in Russia

(fortunatamente rientrò a casa) era tenente di complemento di stanza ad Alessandria quando scoppiò

l’8 settembre e le truppe tedesche lo catturarono assieme ad altri 700.000 militari italiani. Al

diniego compatto di tutti i militari italiani di accettare di continuare a combattere al loro fianco, i

tedeschi risposero inviandoli direttamente nei campi di concentramento di Polonia e Germania. In

seguito Giovannino, assieme alla stragrande maggioranza dei militari italiani, rifiutò, nel corso delle

periodiche visite di alti ufficiali del neonato esercito della Repubblica Sociale, di aderire e rimase

internato in vari campi (Czestokowa, Beniaminowo, Wietzendorf e Sandbostel) fino al 16 aprile del

’45 quando le truppe alleate liberarono gli internati tenendoli in custodia ancora fino all’autunno di

quell’anno prima di rimpatriarli. In tutto il periodo di internamento Giovannino, affiancato da

persone di grande cuore e intelligenza, fece di tutto per tener sollevato il morale dei suoi compagni

di sventura, per evitare che si lasciassero andare perdendo la speranza di ritornare a casa. Tra questi

benemeriti ricordiamo il professor Giuseppe Lazzati, i pittori Giuseppe Novello e Arturo Coppola,

l’attore Gianrico Tedeschi, il poeta Roberto Rebora. Giovannino scriveva favole, conversazioni,

diari intimi che andava leggendo nelle varie baracche sotto forma di “Giornale parlato” affiancato

dall’"impaginatore musicale” Arturo Coppola. Nei Lager scrisse la Favola di Natale che lesse la

Vigilia di Natale ai suoi compagni di sventura per tener viva in loro la fiamma della speranza.

Scrisse anche i brani di quello che pensiamo il suo libro più bello: il Diario clandestino, radiografia

della sua anima dove non appare la minima traccia di odio nei confronti dei suoi carcerieri. Il

Giovannino partito per il Lager era l’uomo del disimpegno, che voleva semplicemente divertire i

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suoi lettori. Quello che rientrò in Italia alla fine di agosto del 1945 - notevolmente alleggerito (45

chili) – era un nuovo Giovannino, ricco di una forza interiore che lo spinse a impegnarsi civilmente

per il suo prossimo.

Dopo una breve collaborazione al quotidiano filocomunista «Milano Sera» – grazie

all’interessamento di Gaetano Afeltra che lo sapeva senza lavoro – fondò nel dicembre dello stesso

anno il settimanale «Candido» assieme a Mosca e Mondaini richiamando tutti gli altri vecchi

collaboratori del «Bertoldo». «Candido» non fu solo un settimanale umoristico ma anche

d’opinione. Indipendente perché slegato da ogni gruppo di potere e politico, sentimentalmente

monarchico – come i suoi due direttori Guareschi e Mosca – «Candido» da una parte conduceva una

forte campagna anticomunista e dall’altra invitava tutti i suoi lettori ad una “pacificazione” degli

animi per cercare di procedere tutti assieme per la realizzazione di una nuova democrazia. Condusse

una strenue lotta a favore della monarchia durante il Referendum Istituzionale del 1946 e vide

sorgere la Repubblica. Condusse una seconda lotta importante contro il Fronte Democratico

Popolare (comunisti più socialisti) a favore del Blocco Occidentale. Lotta vittoriosa perché il

settimanale «Life» scrisse che in Italia la sconfitta del Fronte fu dovuta a due uomini: Alcide De

Gasperi e Giovannino Guareschi.

Nel dicembre del 1946 era apparso su Candido il primo della lunga serie di racconti della fortunata

serie ventennale del “mondo piccolo”, «Don Camillo». Nel 1948, alla vigilia delle elezioni, uscì la

prima raccolta di questi racconti col titolo Mondo piccolo – Don Camillo che ebbe subito un

successo enorme in Italia e all’estero tanto che fu tradotto in tutte le lingue in forma ufficiale, nei

paesi liberi, e ufficiosa, nei paesi satelliti dell’URSS. Da questi racconti nacque una serie fortunata

di trasposizioni cinematografiche ambientate dal primo regista nel paesino reggiano di Brescello

che divenne, per antonomasia, il paese di Peppone e don Camillo: il primo film fu girato nel 1952 e

l’ultimo, quello incompiuto, nel 1970. La scelta dei due bravissimi attori Gino Cervi e Fernandel ne

decretò un successo mondiale che dura tuttora.

Nel 1952 Guareschi si trasferì con la famiglia alle Roncole, paesino della Bassa parmense, dove

acquistò dei terreni, aprì un caffè e, in seguito, un ristorante che seguì personalmente fino al 1968.

Nel 1953 fece una violenta campagna contro la proposta di legge maggioritaria elettorale, la

cosiddetta “Legge truffa”. La legge non passò, il governo guidato da De Gasperi cadde e nacque il

governo Pella composto da DC, PLI, PRI e PNM. De Gasperi prese le distanze definendolo

“governo amico” e poco dopo il governo Pella cadde. Giovannino Guareschi, molto fiducioso nel

governo Pella, incolpò di questa caduta la DC e De Gasperi e proprio in quel periodo viene in

possesso di due lettere a firma De Gasperi la cui autenticità era garantita da un perito calligrafo

accreditato presso il Tribunale di Milano. In una di queste lettere De Gasperi – perseguitato politico

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rifugiato in Vaticano e rappresentante della DC nel CLN - richiedeva al comandante delle truppe

alleate peninsulari di bombardare la periferia di Roma e in particolare l’acquedotto, per provocare

un’insurrezione popolare contro le truppe tedesche ancora presenti onde accelerarne la partenza

dalla Capitale. Giovannino le pubblicò su «Candido» e De Gasperi lo querelò per falso con ampia

facoltà di prova. Nel corso del processo che ne seguì il Tribunale ritenne inutile concedergli la

perizia richiesta e la convocazione dei testimoni a suo favore, e lo condannò per diffamazione a

mezzo stampa a dodici mesi di carcere. La sentenza metteva in evidenza il fatto che, anche nel caso

di una perizia grafica favorevole all’imputato, «una semplice affermazione del perito non avrebbe

potuto far diventare credibile e certo ciò che obiettivamente è risultato impossibile e inverosimile».

Per questa ragione Giovannino, sentendosi vittima di un’ingiustizia subì la sentenza come un

sopruso rifiutando anche l’unico mezzo che la giustizia gli forniva per difendersi, cioè il ricorso in

appello e, avendo perso la condizionale nella precedente condanna a otto mesi per vilipendio del

Presidente della Repubblica Luigi Einaudi per la vignetta «Al Quirinale» di Carlo Manzoni

pubblicata su «Candido» - nonostante fosse stata nel frattempo decretata un’amnistia che riguardava

reati ben più gravi - andò direttamente in prigione. Non chiese grazie o agevolazioni, non usufruì di

condoni e, durante la sua incarcerazione, gli venne assommata la pena della precedente condanna.

Scontò in carcere 409 giorni uscendone in forza di legge e grazie alla qualifica di “buono” ottenuta

in carcere. Scontò i rimanenti sei mesi in libertà vigilata.

Dopo la sua scarcerazione Giovannino Guareschi riprese la direzione di «Candido» continuando a

fatica a collaborarvi fino al 1957, anno in cui la direzione passò ad Alessandro Minardi. Collaborò

fino all’ottobre 1961 e quando diede le dimissioni, Angelo Rizzoli chiuse il settimanale.

Da allora non ebbe più un suo giornale: collaborò ad «Oggi» – diretto da Vittorio Buttafava - con

una rubrica di critica televisiva e di costume; disegnò vignette per il quotidiano della sera «La

Notte» – diretto da Nino Nutrizio - e tenne una rubrica sul «Borghese» diretto da Mario Tedeschi.

Gli ultimi anni della sua vita furono anni amari perché, a causa della cortina di silenzio che era stata

stesa su di lui e non avendo più il colloquio quotidiano con i suoi lettori che gli potesse confermare

il loro costante affetto, si sentiva superato e dimenticato. Ma i suoi lettori non lo abbandonarono

mai, neppure dopo la sua morte, avvenuta a Cervia il 22 luglio del 1968, e ancor oggi, a distanza di

trentasei anni dalla sua morte, riesce a far sorridere, a commuovere e a far pensare ancora migliaia

di lettori di ogni età e i film tratti dai suoi racconti vengono riproposti ogni anno e radunano ancora

davanti al televisore due o tre generazioni di spettatori che vogliono respirare, per una serata, una

boccata di aria pulita.

Alberto e Carlotta Guareschi

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Le sue opere: La scoperta di Milano (1941), Il destino si chiama Clotilde (1942), Il marito in

collegio (1944), La favola di Natale (1945), Italia provvisoria (1947), Mondo piccolo – Don

Camillo (1948), Lo zibaldino (1948), Diario clandestino (1949), Don Camillo e il suo gregge

(1953), Corrierino delle famiglie (1954), Il compagno don Camillo (1963), La calda estate del

Pestifero (1967).

Le opere postume: L’anno di don Camillo (1986), Osservazioni di uno qualunque (1988), Ritorno

alla base (1989), Mondo Candido 1946-1948 (1991), Mondo Candido 1948-1951 (1992), Chi

sogna nuovi gerani? Giovannino Guareschi – “Autobiografia” (1993), Vita con Gio’ (1995), Ciao,

don Camillo (1996), Don Camillo e don Chichì (1996), Mondo Candido 1951-1953 (1997), Don

Camillo della Bassa (1997), Piccolo mondo borghese (1998), Tutto don Camillo (1998), Bianco e

nero, (2001), La figlia del maresciallo, (2002), Mondo Candido 1953-1958 (2003), Chico e altri

racconti (2004).

Profilo biografico cronologico di Giovannino Guareschi

1908

1° maggio: nasce a Fontanelle di Roccabianca (PR) Giovannino Oliviero Giuseppe

Guareschi figlio di Lina Maghenzani, maestra elementare del paese, e di Primo Augusto,

negoziante di biciclette, macchine da cucire e macchine agricole. La casa natale è anche sede

della «Cooperativa Socialista» che, in occasione della «Festa del Lavoro», ha organizzato un

comizio. Le bandiere rosse delle sezioni socialiste della Bassa si ammassano sotto le finestre

di casa Guareschi.

1914

ottobre: la famiglia di Giovannino si trasferisce a Parma, in Vicolo di Volta Ortalli al

numero 3. La madre maestra è stata trasferita a Marore, un paesino confinante con Parma e

fa la spola tra la città e il paese. Il padre ha cambiato lavoro e vive commerciando con poca

fortuna stabili e facendo il mediatore. Viene richiamato alle armi come operaio militare, e

verrà congedato nel 1918. Giovannino viene iscritto nella Scuola elementare «Jacopo

Sanvitale» dove frequenterà tutt’e quattro le classi (1914 - 1918). La sua chiesa - San

Bartolomeo - è retta da don Pietro Zarotto.

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La “carriera scolastica” di GG

1914-1918 Scuola elementare «Jacopo Sanvitale»

1918-1920 R. Istituto Tecnico «Pietro Giordani» (ripete la prima poi viene ritirato)

1920-1925 R. Ginnasio «Romagnosi» (Convittore al «Maria Luigia»)

1925-1928 R. Liceo «Romagnosi (da esterno)

1929-1931 Iscritto all’Università di Parma alla facoltà di legge senza frequentare.

1918

ottobre: Giovannino viene iscritto all’Istituto Tecnico «Pietro Giordani» di Parma. Ripete la

1ª nel 1919.

1920

ottobre: Giovannino viene messo in collegio , al «Maria Luigia di Parma e frequenta il

Regio Ginnasio «Romagnosi» . Il suo professore di greco e di latino è Ferdinando Bernini,

traduttore delle «Croniche» di fra Salimbene de Adam e profondo conoscitore

dell’umorismo europeo. Anche in lui, come in altri ginnasiali che diverranno illustri,

imprime il marchio indelebile della curiosità intellettuale.

1921

la famiglia si trasferisce da Parma nel nuovo palazzo delle Scuole di Marore e Giovannino la

raggiunge per i fine settimana e le vacanze.

1924

Inizia l’Istruzione premilitare (Milizia Volontaria Sicurezza Nazionale) iscrivendosi alla

Società di Tiro a Segno di Parma e continuerà fino al 1929.

1925

giugno: Giovannino giunge allo scrutinio finale con ottimi voti ma a giugno, nell’esame

d’ammissione alla 1ª liceo, viene rimandato con 5 in latino e 4 in storia e geografia. La

situazione economica familiare precipita tanto che, il 4 novembre, il padre viene dichiarato

fallito. Giovannino è in crisi. Cesare Zavattini - suo istitutore di pochi anni più vecchio che

ne ha intuito le doti di irrefrenabile umorismo - deve scrivere, nella nota dell’ultimo

trimestre firmata dal rettore, che è diventato«un caposquadra pericoloso». Nell’estate va a

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ripetizione di latino da don Lamberto Torricelli, il parroco di Marore e a ottobre passa con

due 8.

ottobre: Giovannino si iscrive deve abbandonare il convito «Maria Luigia» e frequenta il

Liceo «Romagnosi» da esterno.

1927

ottobre, 23 partecipa alla vita sociale del liceo candidandosi alla presidenza

dell’Associazione liceale venendo eletto presidente. Inizia a fare piccoli lavori come

cartellonista per avere qualche soldo in tasca.

1928

luglio: ottiene la maturità classica.

fine anno: Giovannino inizia a correggere le bozze al Corriere Emiliano che, il 30 giugno, ha

assorbito la Gazzetta di Parma.

1929

gennaio, 8: si iscrive alla facoltà di legge dell’Università di Parma. Rimarrà iscritto fino al

1931 (senza dare esami) per poter rimandare il servizio militare sino a quando avrebbe

trovato un lavoro fisso. Continua a fare il correttore di bozze al Corriere Emiliano.

maggio, 17: inizia a collaborare al settimanale La Voce di Parma con articoli, poesie e

disegni. Il primo articolo è la cronaca del viaggio degli universitari di Parma a Roma. Firma

i suoi pezzi “Michelaccio”

luglio, 10: vince il concorso indetto dalla Voce di Parma con la novella «Silvania, dolce

terra».

agosto, 6: viene assunto come portiere allo zuccherificio di Parma della «Ligure Lombarda»

per la stagione che termina in ottobre.

dicembre, 5: viene assunto come istitutore nel convito «Maria Luigia» (novembre - giugno

1930). Fa delle xilografie per il numero unico La Valanga.

1930

si iscrive per il secondo anno all’università. Continua a fare il correttore di bozze al Corriere

Emiliano.

marzo: collabora ai settimanali La Fiamma e La Voce di Parma

maggio: fa le xilografie per due testate di numeri unici: La Caffettiera e Corse al Trotto

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luglio: appaiono sul Tevere un suo pezzo firmato “Petronio” e le sue illustrazioni di cinque

racconti brevi di Cesare Zavattini.

agosto: fa la stagione allo zuccherificio di Parma della «Ligure Lombarda» fino a settembre.

dicembre: collabora a La Guardia del Brennero, numero speciale di Natale della Voce di

Parma .

1931

continua la sua collaborazione a La Fiamma e inizia una collaborazione fissa al Corriere

Emiliano che lo passa redattore con articoli, cronaca, capicronaca, corsivetti, novelle e

disegni (anche politici) iniziando come aiuto cronista poi cronista e infine capo cronistae tale

durerà fino al giugno del 1935.

febbraio: fa la xilografia per la testata del numero unico Sua Maestà il Carnevale.

aprile: viene assunto come ufficiale supplente per il Censimento del 21 aprile.

giugno, 23: Mino Maccari - viste le sue incisioni su linoleum sul Corriere Emiliano - gli

propone di collaborare al Selvaggio.

agosto: nel mese di vacanza concesso dal Corriere Emiliano fa la fa la stagione allo

zuccherificio di Parma della «Ligure Lombarda» fino a settembre.

novembre: collabora con pezzi, poesie e disegni al numero unico Bazar. Si trasferisce da

Marore a Parma nella soffitta di Borgo del Gesso n. 17 e 19.

1932

collabora regolarmente al Corriere Emiliano con pezzi, la rubrica «Bianco e nero» che

teneva nel 1929 su La Fiamma e che firma ancora “Michelaccio”; collabora con pezzi,

disegni e incisioni riprese anche da altri giornali a La Fiamma; fa incisioni su linoleum per

disegni pubblicitari,

agosto: fa la stagione allo zuccherificio di Parma della «Ligure Lombarda» fino a settembre.

dicembre: collabora al numero unico La Cometa con disegni, pezzi e poesie

1933

collabora regolarmente al Corriere Emiliano

febbraio: fa incisioni e disegni per il numero unico Bazar e per La Fiamma.

maggio: incide su linoleum la testata del Numerunico

giugno: viene “messo a libretto” dal Corriere Emiliano e conosce Ennia, la futura moglie e

compagna per tutta la vita.

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luglio: organizza una mostra per l’Opera Nazionale Balilla

agosto: nel mese di vacanza concesso dal Corriere Emiliano fa la stagione allo zuccherificio

di Parma della «Ligure Lombarda»

1934

collabora regolarmente al Corriere Emiliano e cura l’edizione annuale del Bazar

pubblicando suoi pezzi in prosa e in versi e disegni.

agosto: nel mese di vacanza concesso dal Corriere Emiliano fa la stagione allo zuccherificio

di Parma della «Ligure Lombarda»

novembre, 8: parte per il servizio militare. Destinazione la Scuola Allievi Ufficiali di

complemento di Potenza. Alla Scuola collabora al Numero unico «Macpizero» con

«L’epistolario amoroso del soldato Pippo» (testo e disegni) e con altre caricature.

1935

in forza al Corriere Emiliano fino a luglio collabora, quasi settimanalmente, al Secolo

Illustrato con dei disegni, fino al febbraio 1936.

maggio, 10: torna a Parma in licenza in attesa di nomina ad aspirante ufficiale e inizia la

collaborazione con disegni e pezzi al Secolo Illustrato.

luglio, 31: viene licenziato dal Corriere Emiliano per esubero di personale. Collabora a Il

Lunedì. Compare un suo disegno sulla Domenica del Corriere («Le Cartoline del

pubblico»). Ne compariranno altri in agosto e settembre

settembre: inizia la sua collaborazione a Cinema Illustrazione - diretto da Zavattini - dove

pubblica, settimanalmente, un disegno fino a dicembre.

ottobre: pubblica un suo disegno su Menelik

novembre: cura l’edizione annuale del Bazar e collabora con disegni, incisioni pubblicitarie

e pezzi.

1936

febbraio: inizia il servizio di prima nomina al 6° Reggimento di Corpo d’Armata di Modena

come aspirante ufficiale. Viene promosso sottotenente di complemento in maggio.

luglio: termina il servizio di prima nomina.

agosto, 8: Angelo Rizzoli gli scrive proponendogli il posto di redattore al Bertoldo.

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settembre: si trasferisce a Milano assieme a Ennia e inizia a lavorare al Bertoldo come

redattore, collaborando con pezzi e disegni. Abita in una stanza d’affitto in via Gustavo

Modena.

1937

redattore e collaboratore con pezzi e disegni al Bertoldo, collabora con disegni e pezzi al

Secolo Illustrato, pubblica dei disegni su L’Asso firmandosi con il cognome di Ennia

(Pallini).

febbraio: viene promosso redattore capo di Bertoldo con l’impegno di curare anche

l’impaginazione dell’Almanacco Arcibertoldo (uscirà in agosto) e collaborare con pezzi e

disegni.

marzo: collabora con pezzi, con la rubrica «Bianco e Nero» (firma “Michelaccio”) e con

disegni al Corriere Emiliano fino all’aprile.

giugno: dietro sollecitazione di Leo Longanesi invia delle tempere e una viene pubblicata su

Omnibus

settembre: Compare un suo disegno sulla Domenica del Corriere («Le Cartoline del

pubblico»).

dicembre: cura l’edizione annuale del Bazar e collabora con disegni, incisioni pubblicitarie

e pezzi.

1938

caporedattore e collaboratore al Bertoldo. Si trasferisce in un appartamento al quarto piano

del numero 18 di Via Ciro Menotti. Collabora all’Ambrosiano come illustratore di novelle e

con vignette. Collabora con la rubrica «Dizionarietto della signora» ad Annabella. Collabora

a Kines e Kinema, Piccola,

aprile: diventa redattore e collaboratore del settimanale Tutto di Rizzoli.

marzo: compare un suo disegno sul numero unico E vi farem vedere (i sorci verdi).

luglio: collabora con pezzi, con la rubrica «Bianco e Nero» (firma “Michelaccio”) e con

disegni.

agosto: scrive per l’E.I.A.R.: i testi delle attualità «Partenze», «Caccia e cacciatori»,

«Storielle di stagione» e «Pompieri». Inizia a collaborare alla Stampa con delle strip.

Continuerà fino all’ottobre del 1942.

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settembre: scrive per l’E.I.A.R.: (a sei mani con Marchesi, Metz, Morbelli, Nizza e Rosi) il

testo di «Attenti al martellone», “radioallegria”; il testo dell’attualità «Ritorno a piedi» e

«Casa mia, casa mia»; i testi «È arrivato l’annunciatore» e «Intervista col Trio Lescano»;

ottobre: cura l’impaginazione e collabora con scritti e disegni all’Arcibertoldo. Scrive per

l’E.I.A.R. i testi «Voci del mondo - L’ora delle cassiere» e «Il grattacielo n. 15» (1ª puntata).

Partecipa alla trasmissione «Al gatto bianco» assieme a Carletto Manzoni.

novembre: illustra il un romanzo a puntate di Notari sull’Ambrosiano.

dicembre: cura l’edizione annuale del Bazar e collabora con disegni, incisioni pubblicitarie

e pezzi.

1939

Caporedattore e collaboratore al Bertoldo, collabora al Guerin Meschino con pezzi e disegni.

Pubblica un disegno su Milano in fiore. Collabora alla Stampa con delle streep.

febbraio: scrive il testo per l’E.I.A.R. «Rivista dei luoghi comuni: Inverno». Cura e

collabora con pezzi e disegni l’Arcibertoldo «Il Gastone».

marzo: Cura e collabora con pezzi e disegni l’Arcibertoldo «Il Postiglione».

aprile: scrive il testo per l’E.I.A.R. «Presto si parte». Collabora alla sceneggiatura del film

di Francini «Imputato, alzatevi» che sarà interpretato da Macario.

maggio: richiamato alle armi è in forza al 2° Reggimento di Art. di C. A.- XXIII° Gruppo

105/28 nella caserma di Acqui (AL)

luglio: per tutto il mese e anche in agosto si sposta in vari campi: Carcare, Spotorno,

Albissola, Finale Ligure, Alassio e Cairo M.

settembre: Viene trasferito a Sambuco (CN). Scrive per l’E.I.A.R. la 2ª, 3ª e 4ª puntata de

«Il grattacielo n. 15».

ottobre: Scrive per l’E.I.A.R. la 5ª e 6ª puntata de «Il grattacielo n. 15».

novembre: trasferito a Pietraporzio. Scrive per l’E.I.A.R il testo («Battista») per la rubrica a

puntate «Dimmi il tuo nome». Collabora con pezzi e disegni all’Arcibertoldo

dicembre: Ritorna ad Acqui. Torna a Milano in licenza straordinaria per un mese. Scrive per

l’E.I.A.R il testo («Camillo») per la rubrica a puntate «Dimmi il tuo nome». Collabora con

pezzi e disegni l’Arcibertoldo «Il Cannone».

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1940

Viene iscritto all’Ordine dei Giornalisti. Caporedattore e collaboratore al Bertoldo.

Collabora con delle novelle a Gioia. Collabora a Stampa Sera compilando la rubrica

(illustrata con un suo disegno) «Oh, che bel mestiere!» Collabora alla Stampa con delle

streep.

gennaio: Scrive assieme a Cavaliere il testo per cinque puntate della rubrica «Salotti» per

l’E.I.A.R

10 febbraio: si sposa con Ennia. Collabora come redattore al Marc’Aurelio. Come redattore

e con pezzi e disegni al Settebello di Rizzoli.

marzo: scrive il testo per una “Conversazione” e per la scena «Quel povero galantuomo di

un ladro» per l’E.I.A.R.

maggio: nasce il figlio Alberto. Presenta il 15 maggio a Lecco e il 30 maggio a Bologna la

«Serata del dilettante» .

agosto: scrive assieme a Manzoni il testo per la rivista «Tutto per tutti e niente per nessuno»

settembre: collabora a Novella-Film con disegni e novelle.

novembre: pubblica due disegni su Storia di ieri e di oggi. Inizia la collaborazione

con elzeviri e novelle al Corriere della Sera

dicembre: Collabora con un articolo al numero speciale Juvenilia

1941

Caporedattore e collaboratore al Bertoldo . Collabora al Corriere della Sera con elzeviri.

Collaborare alla Stampa con delle streep. Collabora con disegni e pezzi al Settebello.

Collabora a Film. Illustra la rubrica in versi di A. Cavaliere «Cronache per tutte le ruote»

sulla Illustrazione Italiana.

gennaio: collabora con una novella a Scena Illustrata. Cura l’Almanacco dell’Arcibertoldo

«L’Albione» e collabora con due pezzi e molti disegni.

luglio: fa un cicloreportage per il Corriere della Sera

ottobre: scrive assieme a Carletto Manzoni il testo della fantasia musicale «Giovanni

dammi la lira». Collabora a Novella-Film con una rubrica illustrata con suoi disegni.

novembre: esce «La scoperta di Milano»

dicembre: Collabora con un fumetto al mensile della Cassa di Risparmio delle Provincie

lombarde Fonteviva.

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1942

Caporedattore e collaboratore al Bertoldo. Collabora al Corriere della Sera con elzeviri fino

al 4 novembre e collabora alla Stampa con delle streep sino al 16 ottobre 1942. Le

collaborazioni terminano dopo il suo arresto del 14 ottobre dovuto a denuncia per aver

diffamato Mussolini e il Regime nel corso di una sbornia. Pubblica alcune vignette

pubblicitare sul Travaso.

Scrive per l’E.I.A.R. alcune puntate della rubrica in versi «La classe degli asini». La

collaborazione gli viene tolta dopo il suo arresto del 14 ottobre.

Illustra l’opuscolo in versi di propaganda anti-inglese di A. Cavaliere «Sentinelle del cielo».

marzo: collabora alla Radio Militare fino all’ottobre/novembre. Illustra 5 numeri di una

storia a fumetti con testo di Brancacci per Ridere : «La famiglia Brambilla (naviga, vola,

trema e viaggia)» termina in aprile.

aprile: Illustra il fumetto con testo di Brancacci «Pasticca & C» per Ridere

maggio: scrive il testo per la commedia radiofonica «Il doppio fidanzato di Chiaravalle»

luglio: esce «Il destino si chiama Clotilde»

14 ottobre: arrestato dall’UPU per avere “diffamato” - durante una sbornia - Mussolini &

compagni. Verrà liberato il giorno dopo ma, in dicembre, verrà richiamato per punizione.

novembre: scrive assieme a Cavaliere e Buzzichini il testo per l’E.I.A.R. «Mani in alto!»

per la rubrica «Terziglio»

dicembre: viene richiamato alle armi (per punizione) destinato all 11° art. 1060 Battaglione

di Alessandria. Inizia a collaborare con pezzi e disegni all’Illustrazione del Popolo

pubblicando a puntate «Il marito in collegio».

1943

Caporedattore e collaboratore al Bertoldo.

aprile: viene bombardata e distrutta la casa di Via Ciro Menotti e Giovannino partecipa allo

spegnimento delle fiamme andando sul tetto.

Inizia la prigionìa di Giovannino. Queste le tappe :

maggio: termina la pubblicazione a puntate sull’Illustrazione del Popolo de «Il marito

settembre: Prepara testo e disegni per l’album a fumetti «Ciccio Pasticcio e i due compari»

per gli Albi Ragazzi Avventurosi. (Uscirà in ottobre quando è prigioniero in Polonia). Inizia

la sua prigionìa in Polonia e Germania.

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Le tappe della prigionìa di Giovannino

1943

9 settembre: viene fatto prigioniero dai tedeschi nella caserma di Alessandria. Il

13 parte dalla stazione di Alessandria e arriva a Breemerwörde D da dove il

18 va, a piedi, nell'OFLAG XB di Sandbostel. Riparte, sempre a piedi, il

23 per la stazione di Bremerwörde (D) da dove riparte subito e arriva il

27 alla stazione di Czestokowa Polonia,poi alla NORDKASERNE STALAG 367. Il

12 ottobre viene condotto in visita al Santuario di Czestokowa. Nei primi giorni di

novembre parte dalla stazione di Czestokowa e arriva il

10 a Beniaminowo OFLAG 73 STALAG 333 dove rimane fino al 30 marzo 1944.

1944

30 marzo Riparte per la Germania e arriva alla stazione di Bremerwörde (D) il

1° aprile Da lì, a piedi, viene condotto all'OFLAG X B di Sandbostel (D).

1945

Rimane a Sandbostel (D) dal 1° aprile 1944 fino al

29 gennaio quando raggiunge a piedi la stazione di Bremerwörde (D) da dove il

30 riparte per l'OFLAG 83 di Wietzendorf (D) dove arriva il

31 Gli Alleati lo liberano il

16 aprile e viene portato nella cittadina di Bergen (D) il

22 da dove rientra nell'OFLAG 83 di Wietzendorf (D) il

1° maggio dove rimane fino alla data del suo rimpatrio, il

29 agosto e arriva a Parma il 1° settembre 1945.

novembre, 13: nasce la figlia Carlotta

1944

agosto: viene pubblicato «Il marito in collegio».

1945

settembre: ritorna a Milano con la famiglia che era sfollata a Marore (PR) e occupa

l’appartamento di Via Pinturicchio n. 25.

ottobre: collabora con pezzi e disegni a Tempo Perduto fino a novembre.

novembre: Viene assunto da Rizzoli.

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dicembre: viene assunto a Milano Sera come redattore ordinario rimanendo in forza fino al

30 marzo 1946. Fonda assieme a Mosca e Mondaini il settimanale Candido collaborando

con scritti e disegni. Rimarranno condirettori fino al 1950 quando Mosca verrà allontanato

da Rizzoli. Rimarrà unico direttore fino al 10 novembre 1957. Poi subentrerà Alessandro

Minardi.

A Candido lavoreranno scrittori e disegnatori come Carletto Manzoni, Massimo Simili,

Giaci

Mondaini, Vittorio Metz, Bruno Angoletta,

Disegnatori come Walter Molino, Ferdinando Palermo, Sergio Toppi, Giorgio Cavallo,

Resio, Vidris,

Per le rubriche e servizi: Pietrino Bianchi (Volpone), Oreste del Buono (Strabicus,

Melitretto, Domenico Pomeriggio), Eugenio Gara (Bardolfo), Enrico Piceni (Picus),

Vittorio Metz (Gaius), Nino Nutrizio (Domenico pomeriggio), Jader Jacobelli, Massimo

Rendina, Giorgio Pillon, Pagliano, Roberto Cantalupo, Cucchia, Teodoro Celli, Giorgio

Torelli, Lino Rizzi, Giovanni Cavallotti (Vice), Enrico Mattei (Quirinetto, L’osservatore),

Ferdinando Palmieri (Laerte), Leo Longanesi (Il Borghese), Indro Montanelli, Lorenzo

Bocchi (Lorenzaccio), Giuseppe Biscossa (Leponto), Vittore Castiglioni (Micromega),

Leonida Fietta (Il Provinciale), Luisa Castagnin (Luca), eccetera.

Collaboreranno, tra gli altri, Massimo Pallottino, Giorgio De Chirico.

Segretaria di redazione la fedelissima Rosanna Manca di Villahermosa.

Pubblica La Favola di Natale.

1946

dirige assieme a Mosca il Candido collaborando con scritti e disegni e conduce una strenua

battaglia a favore della monarchia in occasione del Referendum istituzionale. Collabora con

una rubrica a Oggi. Collabora con una rubrica e novelle a Gioia.

febbraio: collabora con disegni fino all’aprile a Riscatto.

giugno: collabora al Giornale dell’Emilia con disegni e rubriche fino ad agosto.

settembre: pubblica un articolo su Le Alpi.

dicembre, 23: collabora con un disegno e un pezzo al Sanbartolomeo. Pubblica due disegni

su Il Reduce. Pubblica il primo racconto della serie “Mondo piccolo” su Candido n. 3 con il

titolo «Don Camillo».

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1947

Dirige assieme a Mosca il Candido collaborando con scritti e disegni. Collabora con una

rubrica e con disegni a Oggi . Collabora con una novella a Gioia.

gennaio: collabora con dei disegni al Giornale del Popolo di Lugano fino a marzo.

aprile: Scrive i testi per la rubrica radiofonica pubblicitaria per il Calzaturificio di Varese

«Caccia ai ricordi».

maggio: scrive per Il Commento un pezzo sul «Giro d’Italia». Scrive un articolo su

Valtellina.

novembre: pubblica «Italia provvisoria». Scrive i testi per la serie pubblicitaria per la

«Gazzoni» dei Radioprocessi «Signori, entra la corte» (8 puntate)

1948

Dirige assieme a Mosca il Candido collaborando con scritti e disegni e conducendo una forte

battaglia contro il Fronte Popolare per le elezioni politiche. Continua la serie pubblicitaria

per la «Gazzoni» dei Radioprocessi «Signori, entra la corte» di sua produzione (11 puntate).

maggio-giugno: pubblica «Un po’ di Valtellina e Val Chiavenna» su Valtellina e Val

Chiavenna.

marzo: pubblica «Mondo piccolo - Don Camillo»

dicembre: pubblica «Lo Zibaldino»

1949

Dirige assieme a Mosca il Candido collaborando con scritti e disegni. Continua la serie

pubblicitaria per la «Gazzoni» dei Radio-processi «Signori, entra la corte» di sua produzione

(10 puntate).

giugno: scrive il testo per il volumetto «Storia dell’automobile» per la «Ardiv» di Milano.

dicembre: esce «Il Diario clandestino»

1950

Dirige assieme a Mosca il Candido collaborando con scritti e disegni. Si trasferisce nella

casa di Via Augusto Righi, n. 6.

giugno: Scrive il soggetto, la sceneggiatura e i dialoghi per il film «Gente così»

luglio, 13: muore la madre, la signora Maestra Lina Maghenzani. Seppellita a Milano, tre

giorni dopo Giovannino la fa riesumare e trasportare a casa, a Marore. Tre mesi dopo, il 16

ottobre 1950, le giungerà il «Diploma di benemerenza di prima classe con facoltà di

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fregiarsi di medaglia d’oro. Quattro anni dopo, 15 maggio 1954, il Ministero della Pubblica

Istruzione le riconoscerà il diritto alla pensione.

agosto, 22: quaranta giorni dopo la madre muore il padre, Primo Augusto.

ottobre: Mosca viene allontanato dal Candido da Rizzoli e Giovannino rimane direttore

unico del settimanale.

dicembre, 4: 4 dicembre: viene assolto assieme a Manzoni nel processo Einaudi

(“Nebiolo”) dall’accusa di vilipendio al Presidente della Repubblica Luigi Einaudi. Il

Procuratore Generale della Repubblica ricorre in appello. Il 10 aprile 1951 verrà condannato

in appello assieme a Manzoni in appello, a otto mesi con la condizionale.

1951

Dirige il Candido collaborando con scritti e disegni. Scrive il soggetto, la sceneggiatura e i

dialoghi per il film «Don Camillo»

aprile, 10: viene condannato assieme a Manzoni, in appello, a otto mesi con la condizionale

nel processo Einaudi (“Nebiolo”) per avere offeso, a mezzo stampa, il Presidente della

Repubblica Luigi Einaudi.

1952

Dirige il Candido collaborando con scritti e disegni.

agosto: si trasferisce con la famiglia alle Roncole (PR) e fa il pendolare con Milano dove

vive tre giorni alla settimana lavorando per il Candido.

1953

Dirige il Candido collaborando con scritti e disegni. Scrive il soggetto, la sceneggiatura e i

dialoghi per il film «Il ritorno di don Camillo».

Pubblica «Don Camillo e il suo gregge»

Giovannino è un Guareschi del ramo “Bazziga” e, come tale, ama la campagna e le

macchine. Dopo aver cercato di riacquistare, senza successo, le vecchie ex proprietà dei

suoi, compra diversi poderi, risistemando, dove necessario, i terreni, rimodernando e

ampliando le abitazioni dei mezzadri e affittuari e costruendo - quasi sempre ex novo stalle

moderne, barchesse, rustici. Li attrezza con macchine moderne: Ma la nuova politica agraria

pare voglia penalizzare le persone come lui che hanno investito danaro nella terra. Dopo

pochi anni Giovannino, deluso, inizierà a svendere i suoi poderi.

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1954

Dirige il Candido collaborando con scritti e disegni fino al giorno della sua carcerazione.

gennaio: inizia la vicenda Guareschi - De Gasperi («Il Tapum del “Cecchino”»)

26 maggio: entra nelle Carceri di San Francesco a Parma. Alla vigilia della scadenza del

termine per ricorrere in appello inatteso arrivo di Scelba in Via Righi: Giovannino non lo

riceve ma questi aspetta tre ore prima di andarsene.

dicembre: esce il «Corrierino delle famiglie»

«Il Tapum del “Cecchino”»

Guareschi pubblica su Candido il 20 e 27 gennaio due lettere attribuite a De Gasperi con un

duro commento. Nei primi giorni di febbraio: De Gasperi querela Giovannino. Viene

istruito il processo e, dopo due rinvii, il 13 e 14 aprile hanno luogo la seconda e terza

udienza del processo e Giovannino, il 15 aprile viene condannato a dodici mesi per

diffamazione. Non ricorre in appello e il 26 maggio entra nelle Carceri di San Francesco a

Parma (Alla vigilia della scadenza del termine per ricorrere in appello inatteso arrivo di

Scelba in Via Righi: Giovannino non lo riceve ma questi aspetta tre ore prima di

andarsene.) da cui uscirà il 4 luglio 1955 (405 giorni) in libertà vigilata. Il

26 gennaio 1956 termina la libertà vigilata.

Breve commento: Giovannino, querelato da De Gasperi con ampia facoltà di prova,

consegnò al Tribunale le lettere accompagnate da una perizia calligrafica che non venne

tenuta in considerazione dal Tribunale. Nel procedimento l’ampia facoltà di prova, in

pratica, gli fu negata perché non gli furono concessi né le nuove perizie richieste né l’ascolto

di testimoni a suo favore. Sulla base delle testimonianze a favore di De Gasperi, del suo alibi

morale e del suo giuramento che le lettere erano false, il Tribunale decise di aver raggiunto

la prova storica del falso condannando Giovannino per diffamazione. La sentenza metteva in

evidenza il fatto che, anche nel caso di una perizia grafica favorevole all’imputato, «una

semplice affermazione del perito non avrebbe potuto far diventare credibile e certo ciò che

obiettivamente è risultato impossibile e inverosimile». Per questa ragione Giovannino non

ricorse in appello e, avendo perso la condizionale, andò in prigione. Non chiese grazie o

agevolazioni, non usufruì di condoni, gli venne assommata la pena per la prima condanna

(“Nebiolo”) nonostante fosse stata nel frattempo decretata un’amnistia che riguardava reati

ben più gravi. Uscì dal carcere ed ebbe la libertà vigilata in forza di legge e grazie alla

qualifica di “buono” ottenuta in carcere.

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Coda. Nel 1956, nel corso del processo intentato in contumacia contro Enrico De Toma, il

fornitore delle due famose lettere a Giovannino, il Tribunale di Milano affidò a un collegio

di tre periti l’esame delle due lettere negato due anni prima a Giovannino. La conclusione

dei perite fu che «non esistevano prove tali da stabilire inequivocabilmente la falsità delle

lettere». Il Tribunale incaricò un successivo superperito che dichiarò le lettere «sicuramente

false». La difesa di De Toma impugnò la superperizia e ne chiede una di parte. Sconcertante

il responso dei periti della difesa che dichiararono di rilevare «palesi diversità fra dette

lettere e quelle pubblicate su Candido». Il 17 dicembre 1958 il Tribunale dichiarò estinto per

amnistia il reato di falso e assolse De Toma dall’accusa di truffa per insufficienza di prove,

con l’ordine di distruggere i documenti.

1955

Scrive in carcere il soggetto, la sceneggiatura e i dialoghi per il film «Don Camillo e

l’onorevole Peppone»

luglio, 4: esce dal carcere e riprende a dirigere il Candido collaborando con scritti e disegni.

1956

Dirige il Candido collaborando con scritti e disegni

Partecipa, come ospite d’onore, alla «Kermesse aux Etoiles» a Parigi.

1957

27 settembre: realizza una sua passione aprendo un piccolo caffè alle Roncole, di fianco alla

casa natale di Giuseppe Verdi. Il progetto, l’arredamento e le direttive per la conduzione

sono suoi. È stato il primo (e forse l’unico) locale pubblico dove, in vetrina, era appiccicato

il cartello: «In questo locale non c’è Juke box» ... Amplierà la sua “attività turistica”

aggiungendo nel 1964 un ristorante.

novembre, 10: lascia la direzione di Candido continuando a collaborare con articoli e

disegni.

1959

ottobre: scrive «Il compagno don Camillo» che appare a puntate sul Candido (uscirà in

volume nel 1963) a Cademario (Cadegigi) in Ticino dove, dal 1956, passa l’autunno e

l’inverno.

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1961

Scrive il soggetto, la sceneggiatura e i dialoghi per il film «Don Camillo monsignore... ma

non troppo».

ottobre, 22: lascia il Candido e il giornale viene chiuso da Rizzoli. Va a Cademario.

novembre: Roncole

1962

aprile: va a Lecce in macchina per il giuramento del figlio Alberto, allievo ufficiale di

complemento.

maggio: inizia una breve collaborazione con quattro disegni al quotidiano La Notte diretto

dall’amico Nino Nutrizio. La collaborazione continuerà - con pause dovute a malattia - fino

al 22 maggio 1968.

luglio: viene colpito da infarto e va in casa di cura prima e a Milano Marittima in autunno.

1963

gennaio: è a Roma dove rimane fino al 26 marzo per scrivere il soggetto, la sceneggiatura, i

dialoghi e curare la regia della seconda parte del film «La Rabbia». La prima parte è di Pier

Paolo Pasolini.

febbraio: comincia a collaborare al Borghese, diretto da Mario Tedeschi, con rubriche,

articoli e disegni che compariranno settimanalmente - salvo interruzioni per malattia - fino al

30 maggio del 1968. Collabora dal 24 al Giornale di Bergamo, diretto da Alessandro

Minardi, inviando 19 disegni fino al 5 maggio.

marzo, 26: ritorna alle Roncole.

aprile, 11 parte per Vipiteno a trovare il figlio che fa il servizio di prima nomina e ritorna

alle Roncole 1l 16. Il 29 e 30 è a Cervia (RA) . Passerà a Cervia tutte le estati sino al 1968.

novembre: alle Roncole. Riprende a collaborare con più vignette giornaliere al quotidiano

La Notte.

luglio, 3: parte per Cervia (RA) e vi rimane fino al 9 settembre, poi rientra alle Roncole.

dicembre: a Cademario, fino al 31 marzo 1964. Esce «Il compagno don Camillo»

1964

Collabora al Borghese e alla Notte tutto l’anno. Inizia in ottobre la collaborazione a Oggi.

marzo, 31 ritorna alle Roncole.

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aprile: inaugura alle Roncole un piccolo ristorante a fianco del caffè aperto nel 1957, anche

questo realizzato e condotto su suo disegno e direttive. Condotto dal figlio con la sua

famiglia, rimarrà aperto per più di trent’anni e nel 1995 chiuderà per cedere il posto alla

Mostra antologica permanente «Tutto il mondo di Guareschi», al piccolo Centro Studi,

all’Archivio Guareschi e alla sede del «Club dei Ventitré».

Il 24 parte per Cademario dove scrive la presceneggiatura per «Il compagno don Camillo»

che terminerà in giugno.

giugno, 6 torna alle Roncole da dove, il 21, parte per Cervia (RA) .

luglio, 5 ritorna alle Roncole.

agosto, 2 parte per Cervia (RA) .

settembre, 6 torna alle Roncole

ottobre, 10 inizia a collaborare con una rubrica di critica televisiva e costume e con disegni

a Oggi. Continuerà fino al maggio del 1968. Il 15 va a Roma e torna alle Roncole il 27.

novembre, dicembre: scrive il soggetto, la sceneggiatura e i dialoghi del 1° tempo del

«Compagno don Camillo». Il 15 va a Cademario.

1965

Collabora al Borghese, a Oggi e alla Notte.

gennaio: scrive il soggetto, la sceneggiatura e i dialoghi del 2° tempo del «Compagno don

Camillo».

marzo, 8 torna alle Roncole.

luglio 9 parte per Cervia (RA) . Inizia a collaborare con la Paul Film scrivendo i testi per

caroselli pubblicitari «Motta».

agosto: scrive il dialogo per lo speaker del «Compagno don Camillo».

1966

Collabora al Borghese, a Oggi e alla Notte

gennaio: Il 17 va a Cademario.

febbraio: collabora con la Paul Film febbraio. Scrive una novella pubblicitaria per Mondo

Singer. Il 10 è a Zurigo a presentare l’edizione tedesca del «Compagno» nei negozi Jelmoli.

Torna a Cademario.

marzo: compare un suo pezzo sotto forma di intervista su Der Österreischiche Schulfunk.

aprile: collabora con la Paul Film per caroselli di «Motta» e «Tanara».

giugno, 30 torna alle Roncole.

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luglio: collabora con la Paul Film scrivendo il testo per per un libro pubblicitario illustrato

da Paul Campani: «La calda estate di Gigino Pestifero» Il 17 parte per Cervia (RA) .

ottobre: il 9 torna alle Roncole e va a Cademario.

A Cademario scrive per Oggi quasi tutte le puntate di «Don Camillo e don Chichì» (su Oggi

si chiama «Don Camillo e la ragazza yé yé»). Il libro, preparato da Giovannino, uscirà

postumo e incompleto nel 1969 col titolo «Don Camillo e i giovani d’oggi» . La Rizzoli lo

ha riproposto nel 1996 in forma integrale e col titolo originale.

dicembre: scrive un pezzo per il Biscioneide. Fa 4 disegni per il Giornale di Bergamo. Per

Natale sale a Cademario.

1967

Collabora ad Oggi con regolarità tutto l’anno. Al Borghese tranne agosto, novembre e

dicembre. Alla Notte fino al 7 marzo.

gennaio: Scrive una novella per Il Vittorioso.

Esce «La calda estate di Gigino Pestifero»

Il titolo e il testo sono stati modificati a sua insaputa. Giovannino consente all’editore di

vendere la 1ª edizione diffidandolo dal farne altre. Verrà ristampato, col testo originale e

senza disegni, nell’aprile del 1994 dalla Rizzoli, col titolo scelto da Giovannino: «La calda

estate del Pestifero».

1968

Collabora al Borghese, La Notte e Oggi fino a maggio compreso.

febbraio: scrive un racconto per Rabadan (Bellinzona).

marzo: scrive un pezzo pubblicitario per Vendere.

22 luglio muore a Cervia (RA) per infarto cardiaco.

FONTI BIBLIOGRAFICHE E ICONOGRAFICHE

Archivio Documenti, Corrispondenza, Stampa e Disegni Guareschi.

Archivio Fogliaccio.

Candido 1945 - 1961.

Chi sogna nuovi gerani? Giovannino Guareschi, di A&CG, Rizzoli, Milano 1993.

Milano 1936 - 1943 - Guareschi e il Bertoldo, di A&CG, Rizzoli, Milano, 1994

Comitati Nazionali per le celebrazioni e le manifestazioni culturali – http://www.comitatinazionali.it22

Page 23: MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITÀ CULTURALIlibrari.beniculturali.it/export/sites/dgbid/it/documenti/Profilo... · Giovannino Guareschi ha descritto nella saga di don Camillo e Peppone

Fantasie della Bionda, di A&CG, Rizzoli Milano 1995

Tutto il materiale è consultabile nel nostro Centro Studi

Comitati Nazionali per le celebrazioni e le manifestazioni culturali – http://www.comitatinazionali.it23