Guareschi L'Italia sulla graticola, un paese preso a colpi di vignette · 2019. 6. 28. · vignette...

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---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- 28 VENERDÌ 28 GIUGNO 2019 CULTURA [email protected] OCCHIELLO titolo titolo titolo titolo Guareschi L'Italia sulla graticola, un paese preso a colpi di vignette «Scritti e disegni per “il Borghese” 1963-1964»: il volume ripercorre la collaborazione al settimanale fondato da Longanesi, iniziata due anni dopo la chiusura del Candido pace di descrivere, non solo l’Italia pre e post Concilio Va- ticano II, ma anche l’Italia del boom economico, rimasta sempre e comunque quell’I- talia “provvisoria” che Gio- vannino aveva descritto già nel dopoguerra. Profetico, co- me lo stesso Pierpaolo Paso- lini che con lui, giusto nel 1963, firmerà il film “La Rab- bia”, descrivendo “fanciulli dagli occhi neri e dalle nuche ricciute che con innocente violenza entrano nel nostro mondo”, anche Guareschi ve- de molto in là e la vignetta che accompagna questo articolo “Ventennale della democra- zia”, sembra uscire dalle cro- nache dell’operazione “Gri - milde” di pochi giorni or sono. Una lettura e una raccolta di vignette straordinaria, questa de “L’Italia sulla graticola”, cu- rata da Alberto Guareschi, fi- glio e custode delle memorie attualissime di Giovannino, con autentica maestria: quel- la che viene solo dall’amore. © RIPRODUZIONE RISERVATA p t e s t a o a EGIDIO BANDINI p Aveva un titolo simile «L’I- talia in graticola», il volume edito proprio dal “Borghese” nel 1968, come “ricordo di Guareschi”, scomparso il 22 luglio di quell’anno. Oggi, nell’anno del 50° della morte (si concluderà fra tre settimane circa) esce, per i ti- pi di Rizzoli (458 pagine, 35 Euro) «L’Italia sulla gratico- la», sottotitolo «Scritti e di- segni per “il Borghese” 1963-1964». Il volume, cui ne seguirà un secondo, ripercorre la colla- borazione di Giovannino Gua- reschi al settimanale fondato da Leo Longanesi e diretto da Mario Tedeschi, iniziata due anni dopo la chiusura del “Candido” da parte del Com- mendator Rizzoli e prosegui- ta da Guareschi, sino alla mor- te. Alessandro Gnocchi, nella prefazione, indica quel perio- do come la terza “prigionia” di Giovannino, dopo la prima nei Lager nazisti e la seconda nel carcere di Parma dopo il pro- cesso De Gasperi. Una prigio- nia creata dall’indifferenza, da un isolamento dal quale, però, Guareschi non si fece sopraffare: un ostracismo che non riuscì ad abbatterlo, so- prattutto perché il papà di Peppone e don Camillo era in- capace di odiare e proprio questo lo rendeva invincibile, insieme alla sua innata pro- pensione al perdono. Ciò non toglie che, a dispetto dei tanti che hanno dipinto Giovanni- no come “finito”, addirittura dopo l’uscita dal carcere, quello che troviamo è un Gua- reschi non solo combattivo come sempre, ma addirittura più lucido, più analitico, più cronista occhiuto e pungente che inventore di racconti, ca- Rassegna «Il pensiero degli uomini» a Bocca di Magra PIETRO RAZZINI p Bocca di magra, il «mare dei parmigiani» nel segno della cultura e del costume. Ripar- te, in luglio, la rassegna «I Grandi Temi», ideata e orga- nizzato dall’avvocato Anna- maria Bernardini de Pace, già giunta alla sua decima edizio- ne. Un’edizione che, quest’anno, ha un tema ben specifico: «Il Pensiero degli Uomini». Gli ospiti presenti dal 3 all’8 luglio nella splendida Villa Romana di Bocca di Magra, saranno tutti maschi: «Di ge- nerazioni diverse e di ogni orientamento sessuale», pre- cisa la padrona di casa. E quindi spazio all’avvocato Davide Steccanella con il suo libro sul mondo del rock (mercoledì 3), a Vittorio Feltri (giovedì 4), all’influencer Francesco Sole (venerdì 5), al- la simpatica coppia televisiva formata da Raffaello Tonon e Luca Onestini (sabato 6), al- l’avvocato «giallista» Nicola Fiorin (domenica 7) e a Fabio Canino (lunedì 8). Conclude Annamaria Bernardini De Pa- ce: «Questa rassegna è come un figlio per me: mi rende or- gogliosa vedere oltre 400 per- sone ogni sera e offrire ai no- stri ospiti un mix tra cultura, buon cibo e musica». Già perché alle presentazioni saranno abbinate canzoni a tema che allieteranno il pub- blico. Un'occasione per sca- vallare la Cisa che si presenta a pochi chilometri dalla no- stra provincia. © RIPRODUZIONE RISERVATA CULTURA [email protected] RAI5 La vera natura di Caravaggio raccontata da Montanari Destra e sinistra, categorie inutili per valutare la grandezza artistica p Negli ultimi anni del Cinquecento Caravaggio dipinge molto ed è pronto a spiccare il volo. L'occasione per il salto di qualità - la prima grande opera pubblica, che lo consacra come un pittore di storie e un artista in grado di misurarsi con grandi pale d’altare - gli viene dalla chiesa romana di San Luigi dei Francesi, dov'è chiamato, grazie ai buoni uffici del cardinal Del Monte, a dipingere le storie di san Matteo nella Cappella Contarelli. Il risultato sarà un vero e proprio spartiacque, non solo nella vicenda artistica di Caravaggio, ma nella stessa storia dell’arte moderna. Lo racconta Tomaso Montanari nel quinto episodio della serie «La vera natura di Caravaggio», in onda stasera alle 21.15 su Rai5. TAMBURI LONTANI di EMILIO ZUCCHI p Céline, Borges, Ezra Pound: scrittori notoriamente comunisti, ecco perché la maggior parte dei grandi letterati di sinistra li ha da sempre celebrati e ammirati. Erano, quei due ipnotici e tragici narratori, e quel vertiginoso, supre- mo poeta, comunisti accaniti non meno di Nietzsche e Heidegger, im- prescindibili pensatori che, pro- prio in virtù della propria collet- tivistica purezza, hanno irrorato di nuova linfa la filosofia marxiana da- gli anni Sessanta ad oggi (Marcuse, Foucault e Vattimo, tra i tanti). E Montale? Altro noto comunista. Non si spiegherebbe, diversamen- te, perché gli sia stato assegnato il Nobel. Lo stesso dicasi di Pirandel- lo, assai caro agli intellettuali di si- nistra non per la sua forza dram- maturgica e la sua umana verità, ma perché addobbato di falce e martello. Che cosa? Portava la fe- luca di accademico d'Italia? Se la intendeva con Mussolini? Ma no, scherzava: in realtà, sotto l'unifor- me indossava l'eskimo. E l'elenco potrebbe continuare. Quello, vale a dire, dei grandi poeti e narratori e saggisti stimatissimi a sinistra an- corché schierati su posizioni che andavano dalla rispettabile destra all'ignominioso fascismo. La grandezza della poesia e, talvolta, anche quella del pensiero non han- no, nella propria essenza, colore po- litico: ecco perché Pasolini amava co- sì tanto Pound, e Marcuse si nutriva di Nietszche, e Vattimo onora Hei- degger. Tutto questo per mettere in guardia dalle rampogne che alla scomparsa, o alla commemorazione, di qualche pur bravo, e giustamente celebre, ma non davvero grande ar- tista di destra provengono da certi giornali di area conservatrice; i quali sovente attribuiscono la non piena fortuna critica dell'autore in questio- ne al fatto, appunto, di essere di de- stra, e non al fatto di essere di livello artistico non altissimo e, come tal- volta accade, di stile e toni atti a con- fermare nel pubblico medio luoghi comuni estetici non certo funzionali alla maturazione di riflessioni cri- tiche sgradite a chi tifa per un ge- neralizzato appiattimento mentale. Per concludere: erano forse comu- nisti Carlo Bo e Ungaretti, quando testimoniarono a favore di Pasolini nel processo contro «Ragazzi di vi- ta»? E, infine, è forse di destra l'au- torevolissimo Pier Vincenzo Men- galdo, marxista, quando dichiara che il più grande prosatore italiano del '900 è il liberale Benedetto Croce? © RIPRODUZIONE RISERVATA L’Italia sulla graticola di Giovannino Guareschi Rizzoli, pag. 458, A 35,00 IDEATRICE Bernardini de Pace.

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CULTURAc u l t u ra @ ga z ze t t a d i pa r m a . i t

OCCHIELLO

titolotitolotitolotitolo

Guareschi L'Italia sulla graticola,un paese preso a colpi di vignette«Scritti e disegni per “il Borghese” 1963-1964»: il volume ripercorre la collaborazioneal settimanale fondato da Longanesi, iniziata due anni dopo la chiusura del C a n d id o

pace di descrivere, non solol’Italia pre e post Concilio Va-ticano II, ma anche l’Italia delboom economico, rimastasempre e comunque quell’I-talia “p rov v i s o r i a” che Gio-vannino aveva descritto giànel dopoguerra. Profetico, co-me lo stesso Pierpaolo Paso-lini che con lui, giusto nel1963, firmerà il film “La Rab-bi a”, descrivendo “fanciullidagli occhi neri e dalle nuchericciute che con innocenteviolenza entrano nel nostrom o n d o”, anche Guareschi ve-de molto in là e la vignetta cheaccompagna questo articolo“Ventennale della democra-z i a”, sembra uscire dalle cro-nache dell’operazione “Gri -m i l d e” di pochi giorni or sono.Una lettura e una raccolta divignette straordinaria, questade “L’Italia sulla graticola”, cu-rata da Alberto Guareschi, fi-glio e custode delle memorieattualissime di Giovannino,con autentica maestria: quel-la che viene solo dall’a m o re.

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EGIDIO BANDINI

pAveva un titolo simile «L’I-talia in graticola», il volumeedito proprio dal “B o rg h e s e”nel 1968, come “ricordo diGu a re s c h i”, scomparso il 22luglio di quell’a n n o.Oggi, nell’anno del 50° dellamorte (si concluderà fra tresettimane circa) esce, per i ti-pi di Rizzoli (458 pagine, 35Euro) «L’Italia sulla gratico-la», sottotitolo «Scritti e di-segni per “il Borghese”1 9 6 3 -1 9 6 4 » .Il volume, cui ne seguirà unsecondo, ripercorre la colla-borazione di Giovannino Gua-reschi al settimanale fondatoda Leo Longanesi e diretto daMario Tedeschi, iniziata dueanni dopo la chiusura del“C a n d id o” da parte del Com-mendator Rizzoli e prosegui-ta da Guareschi, sino alla mor-te. Alessandro Gnocchi, nellaprefazione, indica quel perio-do come la terza “p r i g io n i a” diGiovannino, dopo la prima neiLager nazisti e la seconda nelcarcere di Parma dopo il pro-cesso De Gasperi. Una prigio-nia creata dall’i n d i f fe re n za ,da un isolamento dal quale,però, Guareschi non si fecesopraffare: un ostracismo chenon riuscì ad abbatterlo, so-prattutto perché il papà diPeppone e don Camillo era in-capace di odiare e proprioquesto lo rendeva invincibile,insieme alla sua innata pro-pensione al perdono. Ciò nontoglie che, a dispetto dei tantiche hanno dipinto Giovanni-no come “f i n i to”, addiritturadopo l’uscita dal carcere,quello che troviamo è un Gua-reschi non solo combattivocome sempre, ma addiritturapiù lucido, più analitico, piùcronista occhiuto e pungenteche inventore di racconti, ca-

Rassegna«Il pensierodegli uomini»a Boccadi Magra

PIETRO RAZZINI

pBocca di magra, il «mare deiparmigiani» nel segno dellacultura e del costume. Ripar-te, in luglio, la rassegna «IGrandi Temi», ideata e orga-nizzato dall’avvocato Anna-maria Bernardini de Pace, giàgiunta alla sua decima edizio-n e.Un’edizione che, quest’a n n o,ha un tema ben specifico: «IlPensiero degli Uomini».Gli ospiti presenti dal 3 all’8luglio nella splendida VillaRomana di Bocca di Magra,saranno tutti maschi: «Di ge-nerazioni diverse e di ogniorientamento sessuale», pre-cisa la padrona di casa.E quindi spazio all’av vo c atoDavide Steccanella con il suolibro sul mondo del rock(mercoledì 3), a Vittorio Feltri(giovedì 4), all’i n f lue n c e rFrancesco Sole (venerdì 5), al-la simpatica coppia televisivaformata da Raffaello Tonon eLuca Onestini (sabato 6), al-l’avvocato «giallista» NicolaFiorin (domenica 7) e a FabioCanino (lunedì 8). ConcludeAnnamaria Bernardini De Pa-ce: «Questa rassegna è comeun figlio per me: mi rende or-gogliosa vedere oltre 400 per-sone ogni sera e offrire ai no-stri ospiti un mix tra cultura,buon cibo e musica».Già perché alle presentazionisaranno abbinate canzoni atema che allieteranno il pub-blico. Un'occasione per sca-vallare la Cisa che si presentaa pochi chilometri dalla no-stra provincia.

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CULTURAcultura@gazzet tadiparma.it

RAI5

La vera naturadi Caravaggioraccontatada Montanari

Destra e sinistra, categorie inutiliper valutare la grandezza artistica

pNegli ultimi anni del Cinquecento Caravaggio dipinge molto ed è prontoa spiccare il volo. L'occasione per il salto di qualità - la prima grande operapubblica, che lo consacra come un pittore di storie e un artista in grado dimisurarsi con grandi pale d’altare - gli viene dalla chiesa romana di SanLuigi dei Francesi, dov'è chiamato, grazie ai buoni uffici del cardinal DelMonte, a dipingere le storie di san Matteo nella Cappella Contarelli. Ilrisultato sarà un vero e proprio spartiacque, non solo nella vicendaartistica di Caravaggio, ma nella stessa storia dell’arte moderna. Loracconta Tomaso Montanari nel quinto episodio della serie «La veranatura di Caravaggio», in onda stasera alle 21.15 su Rai5.

TAMBURI LONTANI di EMILIO ZUCCHI

pCéline, Borges, Ezra Pound:scrittori notoriamente comunisti,ecco perché la maggior parte deigrandi letterati di sinistra li ha dasempre celebrati e ammirati.Erano, quei due ipnotici e tragicinarratori, e quel vertiginoso, supre-mo poeta, comunisti accaniti nonmeno di Nietzsche e Heidegger, im-prescindibili pensatori che, pro-prio in virtù della propria collet-tivistica purezza, hanno irrorato dinuova linfa la filosofia marxiana da-gli anni Sessanta ad oggi (Marcuse,Foucault e Vattimo, tra i tanti).

E Montale? Altro noto comunista.Non si spiegherebbe, diversamen-te, perché gli sia stato assegnato ilNobel. Lo stesso dicasi di Pirandel-lo, assai caro agli intellettuali di si-nistra non per la sua forza dram-maturgica e la sua umana verità,ma perché addobbato di falce emartello. Che cosa? Portava la fe-luca di accademico d'Italia? Se laintendeva con Mussolini? Ma no,scherzava: in realtà, sotto l'unifor-me indossava l'eskimo. E l'elencopotrebbe continuare. Quello, vale adire, dei grandi poeti e narratori e

saggisti stimatissimi a sinistra an-corché schierati su posizioni cheandavano dalla rispettabile destraall'ignominioso fascismo.La grandezza della poesia e, talvolta,anche quella del pensiero non han-no, nella propria essenza, colore po-litico: ecco perché Pasolini amava co-sì tanto Pound, e Marcuse si nutrivadi Nietszche, e Vattimo onora Hei-degger. Tutto questo per mettere inguardia dalle rampogne che allascomparsa, o alla commemorazione,di qualche pur bravo, e giustamentecelebre, ma non davvero grande ar-

tista di destra provengono da certigiornali di area conservatrice; i qualisovente attribuiscono la non pienafortuna critica dell'autore in questio-ne al fatto, appunto, di essere di de-stra, e non al fatto di essere di livelloartistico non altissimo e, come tal-volta accade, di stile e toni atti a con-fermare nel pubblico medio luoghicomuni estetici non certo funzionalialla maturazione di riflessioni cri-tiche sgradite a chi tifa per un ge-neralizzato appiattimento mentale.Per concludere: erano forse comu-nisti Carlo Bo e Ungaretti, quandotestimoniarono a favore di Pasolininel processo contro «Ragazzi di vi-ta»? E, infine, è forse di destra l'au-torevolissimo Pier Vincenzo Men-galdo, marxista, quando dichiara cheil più grande prosatore italiano del'900 è il liberale Benedetto Croce?

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L’Italia sulla graticoladi Giovannino GuareschiRizzoli, pag. 458, A 35,00

IDEATRICE Bernardini de Pace.