SUL FIUME Po con Don CAMILLO - Giovannino Guareschi€¦ · Guareschi amava anche la bicicletta e...

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NOV 2018 TOURING 35 34 TOURING NOV 2018 SUL FIUME Po con Don CAMILLO A cinquant’anni dalla scomparsa di Giovannino Guareschi, in bicicletta sui luoghi della Bassa cari al poliedrico giornalista, vignettista, scrittore, autore della saga tra le più tradotte al mondo Testo di ISABELLA BREGA Foto di NICOLETTA VALDISTENO Emilia-Romagna Rigosa di Roccabianca, lungo l’argine del Po, tanto amato dallo scrittore: «Spesso vado a sedermi sulla riva del gran fiume e mentre mastico un filo d’erba penso: si sta meglio qui, su questa riva...». Guareschi amava anche la bicicletta e nel 1941 sul Corriere della Sera pubblicò una serie di ciclocorrispondenze su un suo viaggio di 1200 chilometri in bici da Milano a Riccione e ritorno via Ravenna, Ferrara, Verona, lago d’Iseo: «Si può addirittura affermare che la bicicletta è la mia seconda patria per l’amore che porto a questo popolare, economico e fascinoso mezzo di locomozione». @Guareschi_Nov_Layout 1 18/10/18 12:10 Pagina 34

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    SUL FIUMEPo con Don

    CAMILLO

    A cinquant’anni dalla scomparsa di Giovannino Guareschi, inbicicletta sui luoghi della Bassa cari al poliedrico giornalista,

    vignettista, scrittore, autore della saga tra le più tradotte al mondoTesto di ISABELLA BREGA - Foto di NICOLETTA VALDISTENO

    Emilia-Romagna

    Rigosa di Roccabianca, lungol’argine del Po, tanto amatodallo scrittore: «Spesso vado asedermi sulla riva del granfiume e mentre mastico un filod’erba penso: si sta meglioqui, su questa riva...».Guareschi amava anche labicicletta e nel 1941 sul Corrieredella Sera pubblicò una serie diciclocorrispondenze su un suoviaggio di 1200 chilometri inbici da Milano a Riccione eritorno via Ravenna, Ferrara,Verona, lago d’Iseo: «Si può addirittura affermareche la bicicletta è la miaseconda patria per l’amore che porto a questo popolare,economico e fascinoso mezzodi locomozione».

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    QUESTO È IL RACCONTO DIUN LUOGO senza nome, diun paese senza tempo, diun fiume che noncomincia e non finisce.Questa è la storia di un

    prete senza paura, di un sindacocomunista non prigioniero dell’ideologia,di un Crocifisso che parla. Il tutto fracampi pettinati, strisciate di pioppi,cappelle per Madonnine dalle labbra dicorallo agli incroci di strade che siperdono nel nulla, campanili senza grilliper la testa, elemento di orgoglio eidentità di un’intera comunità, chespettegolano con i piccioni e arginiimpennacchiati di ciuffi di canne cheritagliano nell’orizzonte ciclisti e

    pescatori. Questo è il Mondo Piccolo diun grande scrittore. Questa è la Bassa,zolle di terra grosse e grasse a panciaall’aria, quinte di nebbia o di calura,grandi cieli, sciami di zanzare, trattoricorteggiati da uccelli bianchi, casecoloniche fradice di umidità chegalleggiano sul granoturco in quella fettadi pianura fra il Po e l’Appennino. Unmondo apparentemente immobile, unageografia dell’anima, fatta per chi non hapaura di restare solo con i propri pensieri,in cui è bello perdersi, «dove il solepicchia come un martello sulla testa dellagente, dove spesso si ragiona con i pugni... dove ciascuno lotta a suo modo percostruire un mondo migliore e doveaccadono cose che non accadono in

    nessuna altra parte del mondo».Sono passati cinquant’anni dallascomparsa di Giovannino Guareschi, loscrittore italiano del Novecento piùtradotto all’estero, oggi conosciutosoprattutto per la saga cinematograficadi Don Camillo e Peppone, tratta daisuoi racconti e interpretata da GinoCervi e dal francese Fernandel:«Peppone e Don Camillo li ha creati laBassa. Io li ho incontrati, li ho presisottobraccio e li ho fatti camminare su egiù per l’alfabeto. E, sul finire del 1951,quando il grande fiume ha spaccato gliargini e ha allagato i campi felici dellaBassa e da lettori stranieri mi sonoarrivati pacchi di coperte e indumenti“per la gente di Don Camillo e di

    Il museo di Fontanelle, nella scuola del paese nativo dello scrittore, qui raffigurato, e dove fu maestra la madre LinaMaghenzani. Geniale ma poco fortunato negli affari il padre Primo Augusto Teodosio, che inventò un macchinario per

    imballare i petali di rose e fu il primo in paese a vendere la macchina da cucire, la motocicletta e il grammofono.

    Sopra, nei dintorni di Brescello, dove l’Enza, lungo la quale vennero trasportati i marmiper la Steccata di Parma, confluisce nel Po. Sotto, Roccabianca, inizialmente

    proposto come set per la saga. Le opere di Guareschi sono tradotte in più di 80 lingue.

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    Il Manifesto del Grande Fiume IL 29 MAGGIO 2017, presso la sededella Fondazione Cariplo a Milano,12 organizzazioni – tra cui il Tci –hanno sottoscritto il Manifesto delPo, un documento con l’obiettivo diriportare all’attenzione dell’opinionepubblica e della politica il GrandeFiume e il suo territorio. Il Po è infattiil più importante fiume del nostroPaese: si snoda per 652 chilometri eattraversa quattro regioni con unbacino – quello della Valle Padana– che si estende per più di 70milachilometri quadrati, in cui abitanooltre 20 milioni di persone. Lo statodi salute del Po presenta aspetticritici, destinati ad acutizzarsi inconseguenza dei cambiamenticlimatici, che richiedono una presadi coscienza che non può esseredemandata alla sommatoria diinterventi locali frammentari. Ciò chemanca, dunque, è una compiutapercezione dei suoi ecosistemi e deipaesaggi. Il più grande fiumeitaliano richiede un approcciointegrato che oggi non esiste.

    Nella foto, la statuadi bronzo di DonCamillo e la chiesa diS. Maria Nascente aBrescello, dovefurono girati i cinquefilm della saga. Per esigenzecinematograficheall’edificio, risalenteal XIX secolo e checonserva alcune teledi Palma il Giovane ele reliquie di SanGenesio, venneaddossato un protiroin travertino che èpoi rimasto. A lato, ilvolume del Bagagliodi viaggio del Tci nelquale si parla anchedel progetto VenTo,la ciclabile Venezia-Torino lungo il Po. A fronte, passeggiatalungo gli argini delGrande Fiume.

    COME PREVISTO DAL MANIFESTOSTESSO è stato realizzato un dossierper fare il punto sulla situazione delfiume con l’obiettivo di creare,momenti di incontro e discussionecon tutti i soggetti coinvolti. Nelmaggio 2018 è stato compiuto unpasso importante: la firma delProtocollo d’Intesa con l’Autorità diBacino distrettuale del Po. Dal 20 al23 novembre Milano ospiterà la XVedizione di Urbanpromo Progetti peril Paese: nella giornata del 20,presso la Triennale, si terrà ilConvegno del Manifesto per il Po,un’occasione per tornare a parlare diquesto tema.

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    Peppone” allora mi sono commossocome se, invece di essere un cretinoqualsiasi, fossi un cretino importante».Sottovalutato o ignorato dalla critica,liquidato come uno scrittore popolare,Guareschi è stato prima di tutto ungalantuomo. Non ha avuto paura diguardare la vita negli occhi e ha pagato lesue scelte in campo politico e religioso. Hapassato due anni nei lager nazisti peressersi rifiutato di aderire alla Repubblicadi Salò e nel 1954 non ha chiesto la graziaa una giustizia che non riconosceva e hascontato in carcere 400 giorni per unavignetta sul presidente Einaudi e per averepubblicato in buona fede sul Candido, larivista satirica di cui era direttore, alcunelettere, poi rivelatesi false, in cui DeGasperi invitava gli Alleati a bombardareRoma per ottenere la sollevazione dellapopolazione contro i tedeschi.

    Qui, dove la bicicletta fa parte del codicegenetico, le due ruote sono il modomigliore per accostarsi al Mondo Piccolonarrato da Guareschi. Le tappe di questopellegrinaggio partono da Fontanelle,coronata da un viale di 300 tigli, econducono al museo del Mondo Piccolo,dedicato allo scrittore e alla storia dellaBassa, e alla casa da cui, come nellascena in cui Peppone mostra alla follafestante il suo ultimo nato, un orgogliosoPrimo Augusto Teodosio Guareschi siaffacciò con il neonato Giovannino. Era il1° maggio 1908 e una folla di bracciantiassisteva a un comizio che dallo stessobalcone teneva Giovanni Faraboli,sanguigno padre delle cooperative rosseemiliane. Affittata simbolicamente aGuareschi senior, la casa era all’epoca lasede della locale cooperativa che Primoaveva trasformato in un poco fortunatoemporio. «Oggi è nato un nuovocompagno» annunciò Faraboli, e mise alcollo del neonato il suo fazzoletto rosso.Mai affermazione fu più sbagliata.Giovannino non divenne un socialistama i baffoni e la rettitudine di Faraboligli ispirarono la figura di Peppone,mentre quella dell’irruente e burberoDon Camillo, grandi muscoli e grandefede, al di là dei nomi di religiosi chesono stati fatti, fu la summa dei rudipreti “di trincea” della rossa Val Padanain un’epoca di forti contrasti ideologici.

    Uscito di prigione lo scrittore era stato messoal bando dal mondo culturale, gli editorinon volevano stampare i suoi libri: «Nonmi fanno più scrivere sui giornali, e allorami metto a scrivere il menu». Era il 1957 eGuareschi aprì a Roncole Verdi, vicinoalla casa natale di Giuseppe Verdi,un’osteria, poi ristorante, gestito fino al1995 dal figlio. Oggi, grazie all’amore ealla dedizione dei suoi eredi, Alberto eCarlotta, scomparsa nel 2015, e allapassione del Club dei 23, la sua operacontinua a vivere in una bella mostrapermanente e nell’archivio di 200miladocumenti fra cui vignette, foto, libri.È la vecchia torre campanaria di Diolo adospitare un altro, imperdibile, pezzodell’epopea guareschiana, il più tenero.Qui, dall’amicizia con lo scrittore diCesare e Caterina Bertozzi, persone d’altritempi che sembrano uscite da uno deisuoi racconti per la loro semplice,commovente umanità, è nato il Centro del

    Boscaccio, piccolo ma denso di affetti ememorie, con cimeli e ricordi diGiovannino. Qui il Mondo Piccolo siarrampica sulle pareti e anima larappresentazione naif del Grande Fiumeche ricopre metà di una stanza. Se il cuore del mondo di Guareschi è nelmagico cerchio parmense, l’animacinematografica (e commerciale) dellasaga vive a Brescello, nella Bassareggiana, scelto come set nel 1952 dalregista del primo film, il francese JulienDuvivier, noto per Il porto delle nebbie. Unpaesone anonimo fatto di portici, di unachiesa senza manie di grandezza e unmunicipio affacciati su una piazza,nessun edificio con la pretesa di darsi untono. Brescello è tutto qui ed è di tutti.Appartiene ai ricordi in bianco e nero dimolti di noi. Luoghi veri e al tempostesso reinventati in cui ognuno si possaritrovare, perché la letteratura siispira alla realtà ma ricrea il vero.

    Sopra, il crocifisso dei film, e che aveva la voce di Ruggero Ruggeri, uno dei più importanti attoriteatrali dell’epoca, consacrato a furor di popolo e ora nella chiesa di Brescello. Nella pagina a sinistra, in alto, Cesare Bertozzi, anima, insieme alla moglie Caterina, del Centro del Boscacciodi Diolo di Soragna; sotto, il carro armato di Brescello, che ricorda quello apparso in Don Camillo e l’onorevole Peppone, terzo film della saga, girato come il successivo da Carmine Gallone.

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    Per scoprire la terra di Guareschi inbicicletta è possibile raggiungere Parmacon il treno. Da lì, su piste ciclabili lungo ilfiume, si può seguire un itinerario segnalatoche conduce a Colorno, spingendosi fino aRoncole Verdi, dove si trovano la tombadello scrittore e Casa Guareschi, con lamostra antologica (su prenotazione, tel.0524.92495), l’archivio e la sede del Clubdei 23. Proseguendo per Soragna siraggiungono Fontanelle, con il suo museo(mondopiccolofontanelle.it), il Centro delBoscaccio di Diolo, frazione di Soragna,(museoguareschi-cdb. org) e Brescello, conil museo di Peppone e Don Camillo e quellosu Brescello e Guareschi (visitbrescello.it).

    DORMIRE E MANGIAREB&b Stazione Don Camillo, viale Venturini11, Brescello, tel. 366.2840494; bb-stazione-don-camillo.business.site. Confortevole earredato con gusto, colazione da grandhotel servita in dependance. Doppia 70 €.La Bottega via Cavallotti 16, Brescello, tel.348.8148199; trattorialabottega.com. Tutto ilcalore e i sapori del Mondo Piccolo in unambiente accogliente. Da 20 €. Agriturismo Corte degli Angeli, StradaPiacentine 112, Roncole Verdi, tel. 338.1647181; cortedegliangeli.eu. Quattro camereelegantemente arredate nello straordinariocomplesso rurale risalente al XIX secoloche fu il set del film Novecento di BernardoBertolucci. Anche attività didattiche epercorsi naturalistici. Doppia da 100 € Trattoria Campanini, via Roncole Verdi136, loc. Madonna Prati, Roncole Verdi, tel.0524.92569; culatelloandwine.com. Ottimacucina del territorio e salumi. Da 25 €.È lo sfondo ideale per raccontare il Po, i

    villaggi addormentati sulle sue sponde eprotetti da argini che ogni tanto non ce lafanno a tenerlo fermo, il mondocontadino con i suoi valori e la suasaggezza semplice e antica, l’Italia deldopoguerra, provinciale e onesta, diqualsiasi colore fosse, forse migliore diquella di oggi. A Brescello ognuno recita la propria parte.Gli abitanti, come fecero all’epoca deifilm, continuano a sentirsi comparse eraccontano di quei tempi favolosi, ivisitatori seguono le stazioni della ViaGaudiosa guareschiana, il sorriso sullelabbra, alla ricerca dei luoghi legati ai filmrimasti per le strade del paese. Dal museoPeppone e Don Camillo, con cimeli e foto,

    annunciato sulla piazza su cui si affacciada un carro armato che ricorda quellocomparso in alcune pellicole, allalocomotiva 835, alla Geltrude, la grandecampana in vetroresina ora appesa in viaGiglioli, alla casa di Peppone in viaCarducci, all’ex convento usato comeCasa del Popolo. Dopo l’immancabileselfie con le statue dei due protagonisti,imperdibile una tappa in S. MariaNascente, dove in una cappella laterale sitrova il crocifisso realizzato per i film,oggetto della devozione degli abitanti,consacrato a furor di popolo e collocatotrionfalmente in chiesa, lo stesso cheviene portato in processione all’argine delPo per la benedizione delle acque. Oggi ilGrande Fiume è diventato un’attrazione

    Lungo il fiume su due ruote

    Sopra, la stazione di Brescello, che compare nei cinque film della saga: Don Camillo (1952), Il ritorno di Don Camillo (1953), Don Camillo e l’onorevole Peppone (1955), Don Camillo monsignore ma non troppo (1961), Il compagno

    Don Camillo (1965) e Don Camillo e i giovani d’oggi (1970), rimasto incompiuto per la scomparsa di Fernandel.

    Sopra, Alberto Guareschi nell’archivio paterno. «Quando papà scriveva si rinchiudeva per giorni nello studio al primo piano – ricorda – e mia madre, che aveva paura delle scale ripide, dalla cucinagli mandava su il pranzo con un tubo pneumatico». Sotto, cimeli dei film nel museo di Brescello.

    Visa

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    turistica cui la comunità indiana si ègemellata con un po’ di acqua sacra delGange. La gran parte degli abitanti diBrescello lavora per un’azienda di caldaie,per le strade si incontrano ghanesi epakistani, fra i negozi spicca ilparrucchiere Chan e a breve, per aiutareDon Evandro, arriverà un prete di colore.Il nuovo Peppone del primo Comunedell’Emilia-Romagna sciolto nel 2016 permafia è una giovane donna, ElenaBenassi, mentre nei ristoranti, dove lasfoglia la tirano anche prosperose cuocherumene, accanto alle foto dei due attoricompare Zucchero Fornaciari. Eppureanche per questa Italia multietnica,confusa, delusa e affannata Guareschisaprebbe trovare le parole. Quelle giuste.

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