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MINIFOCUS Notiziario Scientiico a cura degli alunni del biennio ISTITUTO TECNICO STATALE “Manlio Capitolo” - TURSI (MT) Anno 1 Numero Unico - Maggio 2017 EUTANASIA SI, EUTANASIA NO I PERCHE’ DELL’ALIMENTAZIONE La grande sfida dell’uomo: scoprire altri mondi, altre forme di vita Come è fa(o? Come funziona? Un lucano sulla LUNA

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MINIFOCUS

NotiziarioScienti ico

acuradeglialunnidelbiennio

ISTITUTOTECNICOSTATALE

“ManlioCapitolo”-TURSI(MT)

Anno1NumeroUnico-Maggio2017

EUTANASIA SI, EUTANASIA NO

I PERCHE’ DELL’ALIMENTAZIONE

La grande sfida dell’uomo: scoprire altri mondi, altre forme di vita

Come è fa(o? Come funziona?

Un lucano sulla LUNA

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EUTANASIA Ancora aperto il diba�to sulla legalizzazione della dolce morte.

Sono 232 le persone che dal 2015 si

sono rivolte alle associazioni per

chiedere informazioni su come

o(enere l'eutanasia all'estero. Nu-

meri in crescita anche secondo al-

cune associazioni Italiane, che

so(olineano come "in media, sono

circa 50 l'anno gli italiani che chie-

dono e in mol5 casi o(engono il

suicidio in Svizzera", come il caso di

Dj Fabo, il ragazzo rimasto cieco e

tetraplegico dopo un grave inci-

dente stradale nel 2014.

Gli italiani necessitano di risposte

adeguate dallo Stato, che dovreb-

be tutelare il proprio ci(adino in

ogni caso, sia potenziando la ricer-

ca di farmaci e terapie per risolvere

le mala;e gravi sia offrendo scelte

alterna5ve come l'u5lizzo di tra(a-

men5 o cure pallia5ve.

Solo il testamento biologico offre

la possibilità di spiegare le proprie

volontà in caso non si abbia in fu-

turo la capacità di intendere e di

volere.

E' auspicabile che la legislazione

a(uale sia integrata e garan5sca le

richieste di cure adeguate e la li-

bertà di ognuno.

Si è sviluppato a tal proposito un

confronto e un interessante di-

ba;to, dal quale sono emerse due

posizioni chiaramente contrappo-

ste. La prima mira a o(enere il ri-

conoscimento del diri(o di ogni

individuo di disporre liberamente

della propria esistenza e di rifiutare

le cure indesiderate, ponendo così

fine alle proprie sofferenze. La se-

conda posizione, ne(amente con-

traria, è quella sostenuta anche

dalla Chiesa ca(olica, che conside-

ra l'eutanasia alla stregua dell'omi-

cidio e che amme(e solo la rinun-

cia all'accanimento terapeu5co.

L'eutanasia o suicidio assis5to è il

procurare intenzionalmente e nel

suo interesse la morte di un indivi-

duo la cui qualità della vita sia per-

manentemente compromessa da

una mala;a, menomazione o con-

dizione psichica.

Classe 2^A Turismo

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PERCHE' DIRE “SI” ALL'EUTANASIA

Chi è a favore sos5ene che:

• ogni malato terminale deve avere la possibilità di scegliere di porre fine al

suo calvario;

• è un modo per tutelare la dignità di ognuno;

• nel caso di persone tenute in vita ar5ficialmente, l'interruzione delle terapie

e degli aiu5 meccanici sono considera5 l'evoluzione naturale della mala;a;

• Maurizio Mori, uno dei principali esponen5 della bioe5ca laica, sos5ene che

ognuno di noi deve avere il diri(o di rifiutare una vita che non è vita;

• ogni società civile deve dare risposte certe e legali.

PERCHE' DIRE “NO” ALL'EUTANASIA

Chi è contro sos5ene che:

• non esiste l'autodeterminazione totale della propria vita;

• è "volontaria" solo se il paziente è in grado di intendere e di volere, affinchè

possa prendere la decisione finale;

• la vita umana deve essere tutelata fino ai suoi estremi, nessuno può arro-

garsi il diri(o di porre fine prima del suo esito ul5mo;

• l'eutanasia di alcuni o tu; è moralmente inacce(abile, perchè è considera-

ta un 5po di omicidio o suicidio, come sos5ene monsignor Marco Tarquinio,

vicedire(ore del quo5diano ca(olico "Avvenire";

• non esiste alcun diri(o di pretendere che la classe medica e lo Stato siano

complici della propria morte, il giuramento di Ippocrate impegna i medici a

operare a favore della vita.

OPINIONI A CONFRONTO: Le ragioni del “SI “e le ragioni del “NO”

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Si dis5nguono vari 5pi :

• eutanasia a va dire#a, quando il decesso è provocato da somministra-

zione di farmaci che inducono la morte;

• eutanasia a va indire#a, quando l'impiego di mezzi per allievare la

sofferenza causa, come effe(o secondario, la diminuizione dei tempi di

vita;

• eutanasia passiva, quando è provocata dall'interruzione di un tra(a-

mento medico necessario alla sopravvivenza di un individuo (nutrizione

ar5ficiale);

• eutanasia volontaria, quando segue la richiesta esplicita del sogge(o,

espressa essendo in grado di intendere e di volere oppure il cosidde(o

testamento biologico ;

• eutanasia non volontaria, nei casi non sia il sogge(o stesso ad espri-

mere tale volontà ma un sogge(o designato (eutanasia infan5le o disa-

bilità mentale);

L’eutanasia arriva in parlamento per la prima volta nella storia italiana, una proposta di legge sul “fine vita” sarà discussa in Aula.

Sul tavolo, anche il testamento biologico. Ma qual è la differenza rispe(o all’eutanasia? E perché in Italia è cosi difficile far appro-

vare questa legge?

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IPERCHE’DELL’ALIMENTAZIONEGli “esperti” rispondono

Quante domande sorgono parlando di alimentazione!! Alcune trovano rispo-

ste immediate, altre hanno bisogno di qualche approfondimento……….

Nella nostra alimentazione è così determinante la scelta fra carni rosse o bianche? Se il consumo di carne è moderato, la scelta fra carni rosse o bianche non sembra incidere in

maniera così determinante. La differenza dipende dalla quan5tà di mioglobina in essa conte-

nuta. Si tra(a di una proteina che conferisce alla carne la sua 5pica colorazione: le carni con

maggiori quan5tà di mioglobina sono rosse, mentre le altre bianche. La differenza tra esse

dipende dall’età dell’animale e dalla sua 5pologia di carne. Si preferisce, normalmente, la

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Perché le proteine sono così importan� nella dieta quo�diana? Cosa succe-de se assumiamo poche proteine con i cibi? Cosa succede se assumiamo troppe proteine con i cibi?

Le proteine sono i cos5tuen5 fondamentali di muscoli, capelli, pelle, di tu; gli organi

"interni" e di tu(e le cellule dell’organismo. Regolano il modo con cui si trasme(ono gli

impulsi nervosi, controllano i livelli di sali minerali e dello zucchero del nostro sangue. Sono

in grado di accelerare o rallentare il modo con cui il nostro organismo u5lizza i nutrien5.

Se manca un certo 5po di ma(one (aminoacido) il nostro organismo non riesce a costruire

bene tu; gli edifici proteici necessari ed è molto più difficile fornire materiale essenziale

per la crescita e la riparazione delle diverse par5 del corpo. Il processo di fabbricazione e

demolizione delle proteine dei tessu5 del nostro corpo è incessante, perché in tempi diver-

si quasi tu; i tessu5 del nostro organismo vengono completamente sos5tui5. Ogni protei-

na del nostro organismo ha, infa;, una funzione specifica e se la proteina non viene rinno-

vata si rischia di alterare qualche funzione specifica. Mangiare troppe proteine con il cibo

non serve perché quelle in eccesso vengono "demolite" a livello del fegato che amministre-

rà diversamente ciò che resta dell’edificio proteico: una parte dovrà essere eliminata con

le urine a(raverso il rene e l’altra, se c´è già un sufficiente apporto di energia da grassi e

carboidra5, andrà a riempire le riserve so(o forma di grassi.

Non bisogna peraltro pensare che "un po´ di più facciano comunque bene!"

Troppe proteine significano lavoro in più per il rene, per il fegato ed i sistemi che regolano

gli equilibri interni e se ci sono contemporaneamente troppe calorie anche un po più di

ciccia!

Perché le fibre non apportano calorie? E´ vero che le fibre alimentari ci proteggono dal cancro? Il nostro organismo non possiede gli enzimi capaci di “rompere” i legami e assorbire gli

zuccheri elementari di cui sono composte le fibre alimentari. Ecco perché si dice che non

sono “metabolizzate” nel nostro intes5no, che assorbe gli zuccheri subito “dopo” lo sto-

maco. La maggior parte di ques5 zuccheri non viene u5lizzata come fonte di energia.

Quando arrivano invece nel colon vengono u5lizzate dai nostri ba(eri intes5nali, che si

alimentano proprio di ques5 componen5. Alcuni di loro producono delle sostanze che

vengono u5lizza5 dalle cellule del colon migliorandone la difesa. Molte fibre contenute

nei vegetali sembrano contribuire ai processi di difesa dell’organismo, in maniera dire(a

a(raverso propri componen5 an5ossidan5, e in maniera indire(a, limitando l’assorbi-

mento del ferro e di conseguenza i fenomeni ossida5vi di questo metallo.

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I grassi del pesce sono meno dannosi di quelli di altre carni?

I grassi contenu5 nel pesce sono prevalentemente di 5po insaturo, contengono cioè un 5po di

acidi grassi che non incrementa la quan5tà di colesterolo circolante e man5ene meglio l’integri-

tà delle par5 interne delle arterie. Alcuni pesci sono anche ricchi di un 5po par5colare di grassi

polinsaturi: gli omega 3 (ω3). Ques5 grassi, proteggono le cellule da elemen5 che possono dan-

neggiarle, così come possono influire sui processi di coagulazione del sangue rendendolo diver-

samente fluido.

I pesci più “dota5” di omega 3 sono gli sgombri, le trote di lago, l’aringa, il tonno fresco, il salmo-

ne e l’acciuga, ma anche la spigola, il merluzzo o il nasello ne contengono, anche se in misura

decisamente minore.

I pesci d’allevamento sembrano essere più ricchi di grassi, totali ma meno ricchi di ques5 par5-

colari 5pi di grasso.

Cos’è la celiachia? Come si manifesta? Cosa mangiare e cosa evitare?

La celiachia è un’intolleranza al glu5ne, componente proteica che troviamo nella maggior

parte dei cereali come grano, orzo, farro, segale, avena. In realtà il glu5ne non è presente

nel chicco del cereale, ma si forma solo in seguito con l’aggiunta di acqua. La celiachia,

inoltre, è una patologia autoimmune (il sistema immunitario non riesce a contrastare i

processi indirizza5 contro l’organismo) ed è chiamata enteropa5a. Con il termine

“Enteropa5a” si intende la mala;a dell’intes5no il quale non riesce ad assimilare il glu5ne

che di conseguenza viene considerato tossico. Inoltre questa mala;a non è causata esclu-

sivamente del glu5ne, bensì anche da alcuni fa(ori gene5ci. Infa; la celiachia è una delle

mala;e gene5che più frequen5.

Per quanto riguarda i sintomi, essi variano da persona a persona e sopra(u(o sono diversi

negli adul5 e nei bambini. Nei bambini i sintomi si concentrano per lo più nel tra(o dige-

rente e comprendono: gonfiore e dolore addominale, vomito, cos5pazione, dimagrimen-

to. Mentre negli adul5 abbiamo: mancanza di ferro, dolore alla ossa, formicolio agli ar5,

eruzioni cutanee, convulsioni.

Essendo una mala;a derivante dal glu5ne, per l’alimentazione, bisogna eliminare comple-

tamente il glu5ne. Inoltre bisogna seguire una dieta varia con cibi preferibilmente biologici

In cosa consiste una dieta vegetariana? E’ salutare?

Molte persone affermano di seguire o preferire una dieta vegetariana

ma ne esistono diverse varian5 a seconda delle scelte alimentari incluse

o escluse. La dieta vegana o rigidamente vegetariana prevede solo ali-

men5 vegetali: fru(a, ortaggi, legumi, cereali, fru(a secca e semi. La

dieta la(o-vegetariana include (oltre agli alimen5 vegetali) anche la(e e

prodo; deriva5, formaggi. La dieta la(o-ovo-vegetariana include anche

le uova, mentre lo s5le alimentare semi-vegetariano esclude le carni

rosse, ma prevede il consumo di pollo e pesce.

Tu(e le diete vegetariane prevedono un minore consumo di prodo; di

origine animale, quindi un minore apporto in grassi, grassi saturi e cole-

sterolo. Mol5 studi hanno verificato che questo 5po di abitudini alimen-

tari espone ad un minore rischio verso l’obesità, le mala;e coronariche

(che sono responsabili dell’infarto), l’ipertensione, il diabete e alcune

forme di tumore.

Una razione vegetariana è però salutare e completa solo se accurata-

mente pianificata, onde includere tu; i nutrien5 essenziali: ciò che si

deve evitare è un eccesso di apporto calorico ed una carenza specifica di

nutrien5.

CLASSE II AFM e CLASSE II CAT

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COMEE’FATTOCOMEFUNZIONA

IlSismografo

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Le cronache degli ul5mi mesi riportano con sempre

maggiore frequenza no5zie di scosse sismiche che si

verificano in Italia e in tu(o il mondo.

I meccanismi e le cause dei sismi non possono essere

studia5 dire(amente, perché il punto in cui si origina il

terremoto è situato so(o la superficie terrestre; si

possono però o(enere informazioni indire(e regi-

strando e analizzando le onde che esso provoca.

Fin dall’an5chità si è avuto l’interesse per l’osservazio-

ne dei terremo5 e i primi strumen5 erano di facile

realizzazione, u5lizzavano materiali facilmente reperi-

bili, venivano chiama5 sismoscopi perché erano in

grado di registrare terremo5 anche di lieve intensità,

individuarne la provenienza, ma non erano in grado di

fornire ulteriori informazioni.

L’idea di creare uno strumento che rilevi i terremo5 è

molto an5ca: il primo congegno di cui si abbia no5zia

è un’invenzione cinese risalente circa all’anno 132 d.C.

denominato “sismoscopio di Zhang Heng”. Si tra(a di

un recipiente di bronzo, sulle cui pare5 ci sono delle

teste di drago che tengono in bocca una biglia, fissato

su un basamento rigido e solidale con il terreno su cui

erano posizionate delle rane, sempre di bronzo. Le

onde sismiche muovono il pendolo che c’è all’interno

provocando la caduta di una pallina dalla bocca di un

drago. La rana, posta sulla base dell’apparecchio, in

cui cade la pallina indica la direzione dell’epicentro del

terremoto. Il rumore metallico generato dalla pallina

che cadeva, avver5va del pericolo.

Con il passare del tempo l’uomo in questo campo ha

fa(o numerosi progressi proge(ando strumen5 sem-

pre più sofis5ca5 e tecnologici. Ai giorni nostri, l’ener-

gia liberata da un terremoto può essere rilevata a(ra-

verso vari metodi, sistemi e strumen5 con tecniche

avanzate. Lo strumento più u5lizzato e più ada(o per

misurare e anche per registrare l’energia dei terremo5

è a(ualmente il sismografo.

Il sismografo è cos5tuito da un telaio metallico, fissato

al suolo, al quale è sospeso un corpo di grande massa

che, per inerzia, tende a mantenere il proprio stato di

quiete. La massa inerte (pendolo) è provvista di un

pennino che sfiora un cilindro rotante su cui è avvolto

un foglio di carta. Quando il telaio è scosso dalle onde

sismiche, il pennino si sposta insieme al suolo e al ci-

lindro rotante, mentre l’inerzia della massa fa sì che

essa tenda a rimanere ferma: il pennino segna, così

sulla carta i movimen5 del sostegno e pertanto quelli

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del suolo.

Mentre un tempo la massa inerte era cos5tuita

da un vero e proprio pendolo, oggigiorno le mo-

derne tecnologie e la microele(ronica hanno

rimpiazzato la meccanica. Il vecchio pendolo ha

così ceduto il posto ai moderni sensori e la regi-

strazione del moto del suolo, che un tempo era

analogica, è ora digitale. Infa;, i moderni sismo-

grafi sono cos5tui5 da un sensore

(o sismometro), che trasforma l'informazione del

moto del suolo in un segnale ele(rico, e da un

acquisitore, che registra l'informazione su sup-

porto digitale.

Per analizzare corre(amente il movimento del

suolo, in ogni stazione sismica funzionano tre si-

smografi: uno serve per registrare lo spostamento

ver5cale del suolo, un altro per registrare lo spo-

stamento orizzontale in direzione nord-sud e il

terzo per registrare lo spostamento orizzontale in

direzione est-ovest.

Il tracciato che si o;ene è de(o sismogramma. Da

tale tracciato si ricavano molte informazioni: si pos-

sono calcolare la potenza del terremoto, la sua du-

rata, la posizione precisa dell’epicentro, la profon-

dità dell’ipocentro, le proprietà fisiche dei materiali

a(raversa5 dalle onde sismiche, le dimensioni della

sorgente e l’ampiezza del moto rela5vo tra i blocchi

separa5 dalla faglia generatrice delle onde sismi-

che.

Il sismogramma è il grafico o tracciato a(raverso

cui è possibile ricavare i da5 riguardan5 l’evento

sismico : lo spostamento, la velocità o l’accelerazio-

ne del suolo in funzione del tempo. In base alle

differenze dei tempi di arrivo delle onde P e S, presi

in almeno tre stazioni di registrazione, preferibil-

mente disposte in senso circolare, è possibile risali-

re alla distanza dall’epicentro di un sisma.

CLASSE IA INFORMATICA

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La“GrandeS ida”dell’uomo

La ricerca di nuove terre, nuovi mondi , nuovi esseri

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Fin dalla sua comparsa sulla Terra, avvenuta circa 250.000

anni fa, l’uomo ha sempre cercato nuove terre alla ricerca di

ambien5 più ospitali dal punto di vista clima5co e più ricchi

di risorse alimentari, infa; sono state trovare tes5monianze

fossili di spostamen5 dei primi ominidi dall’Africa verso l’Eu-

ropa e l’Asia.

In tempi più recen5, quando la preistoria lascia il posto alla storia, si hanno

tes5monianze di migrazioni , viaggi ed esplorazioni di nuove terre da parte di

cretesi, egizi, fenici, cartaginesi e greci che, a par5re dal 3000 a.c., hanno

esplorato tu(o il bacino del Mediterraneo per scopi commerciali e per colo-

nizzare nuove terre.

I Greci si concentrarono sopra(u(o sull'Europa e sull'Asia; raggiunsero

le coste italiane e quelle spagnole. Ai geografi greci, tra cui Eratostene, risalgono i primi tenta5vi

di disegnare carte geografiche.

Le conquiste romane del II secolo a. c., consentono di esplorare terre sconosciute e

aree interne di territori, di cui i Greci conoscevano solo le coste. I Romani diedero un

contributo fondamentale alla conoscenza di regioni come la Gallia, la Spagna,

la Germania. Giulio Cesare parlerà per la prima volta

dell'isola della Britannia (a(uale Inghilterra). Con Nerone si diede impulso nuovamente

all'esplorazione dell'Africa, in par5colare delle aree più interne.

Nel Medioevo le esplorazioni geografiche subirono una ba(uta d'arresto ad

eccezione dei viaggi effe(ua5 da missionari cris5ani verso le regioni di prove-

nienza dei barbari . Cominciarono anche i viaggi in Terra Santa dei pellegrini

cris5ani che mirava però non alla conoscenza di nuove terre, ma alla ricerca

delle tes5monianze materiali della Bibbia e del Vangelo. Dopo l'Anno Mille un

risvegliato interesse culturale portò diversi viaggiatori e geografi europei ad

intraprendere nuovi viaggi in Asia, alcuni si spinsero anche oltre il mondo arabo

raggiungendo la Mongolia e la Cina.

Tra ques5 è da segna-

lare Marco Polo (1254–1324), un veneziano che fra il 1271 e

il 1295 intraprese un lungo viaggio che gli permise di raggiungere

la Cina via terra, percorrendo la cosidde(a via della seta. Par5to

insieme al padre Niccolò e allo zio Ma(eo, giunto in Cina, o(enne i

favori del Kubilai Khan, divenendone consigliere e successivamen-

te ambasciatore. Mentre tornava a Venezia per mare, ca(urato e

fa(o prigioniero dalle navi genovesi, raccontò i suoi viaggi che furo-

no trascri; ne Il Milione, un'opera che contribuì a far conoscere

agli europei le regioni centrali e orientali dell'Asia.

A par5re dal X secolo, i Vichinghi , guerrieri originari della Scandinavia e del-

la Danimarca, a bordo di lunghe barche fecero scorrerie sulle coste delle isole

britanniche, della Francia e di altre par5 d'Europa arrivando anche in 'Islan-

da, da cui par5rono e raggiunsero nel 985 con Erik il Ros-

……..fa� non foste a viver come bru$, ma per seguir virtute e canoscenza…... (Dante Alighieri—Inferno )

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so la Groenlandia fondandovi una prospera colonia tanto importante che nel 1112 diventò sede vescovile. I vichinghi sono cono-

sciu5 anche per essere sta5 i primi scopritori del Nordamerica, raggiunto tra la fine del X e gli inizi dell'XI secolo cioè cinque secoli

prima dei viaggi di Cristoforo Colombo.

.

La scoperta più celebre della storia dell’umanità fu però quella dell’America. La

data ufficiale è quella del 12 o(obre 1492, quando Cristoforo Colombo mise piede

sull’isola di San Salvador, nelle a(uali Bahamas. Colombo era convinto di poter

raggiungere le Indie navigando verso ovest. O(enne l'appoggio di Isabella di Ca-

s5glia, regnante di Spagna, che finanziò la spedizione. Salpato da Palos de la Fron-

tera il 3 agosto 1492, ha raggiunto San Salvador il 12 o(obre 1492. L’arrivo di

Colombo stabilì una ro(a permanente verso queste terre e le inglobò nel mondo

conosciuto. Ma non è solo al navigatore genovese che va dato il merito della sco-

perta. Dopo di lui, infa;, altri esploratori fecero viaggi decisivi. Giovanni Caboto,

al soldo della corona inglese, scoprì la Nuova Scozia. Pedro Cabral, per conto dei

portoghesi, scoprì il Brasile. Amerigo Vespucci percorse a lungo le coste dell’Ame-

rica La5na e fu il primo a rendersi conto che non ci si trovava in Asia ma in un

nuovo con5nente, che fu ba(ezzato col suo nome.

Iniziò così una corsa ad impossessarsi delle nuove terre americane, ricche di minerali preziosi e di aree fer5lissime, u5li per

l'agricoltura. Gli spagnoli e i portoghesi si concentrarono nell'area meridionale, mentre francesi, inglesi e olandesi si contesero

il Nordamerica.

Nel 1520, Ferdinando Magellano, al servizio dei reali di Spagna, oltrepassò

la Terra del Fuoco ed esplorò il mare che chiamò Oceano Pacifico. Magellano

raggiunse le Filippine dove fu ucciso ma una parte del suo equipaggio, riuscì a

toccare l'India, l'Africa e finalmente tornò in Spagna compiendo la prima cir-

cumnavigazione del globo. Nel 1523 Giovanni da Verrazzano raggiunge l'a(ua-

le New York.

Nel XVII secolo pionieri olandesi iniziarono a esplorare le prime isole

dell'Oceania. Si scoprì l'Australia, l'isola, chiamata Tasmania , la Nuova Zelan-

da, le isole Tonga, le Isole Figi.

Nel XVIII secolo nacquero con fini esclusivamente scien5fici le "Società Geografiche" come

quella inglese che finanziò i viaggi dell'inglese James Cook che esplorò approfonditamente

l'Australia orientale, prendendone possesso in nome del re d'Inghilterra

Des5nate a passare alla leggenda, saranno le imprese di David Livingstone (1841) e Henry

Stanley (1870) che percorsero il centro dell'Africa.

Alla fine dell’O(ocento il mondo non era più un mistero, per i geografi. Le navi solcavano tu;

gli oceani, e nel giro di qualche decennio gli aerei avrebbero permesso di spostarsi da un con5-

nente all’altro con grande velocità. Eppure rimanevano ancora due terre da conquistare. Due

terre tra loro molto diverse, ma contrassegnate dall’estrema difficoltà clima5ca: i due poli.

Nella prima metà del XX secolo si compì l'esplorazione e la conquista delle regioni polari.

Il 6aprile 1909 lo statunitense Robert Edwin Peary raggiunse il Polo Nord e il 14di-

cembre 1911 il norvegese Roald Amundsen arrivò al Polo Sud. I satelli5 e la carto-

grafia aerea hanno permesso di o(enere approfondite conoscenze di aree ancora

poco conosciute come l'Africa equatoriale, l'Amazzonia, l'interno dell'Antar5de e

l'Himalaya.

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Durante il corso delle epoche storiche, l’uomo. Però, non si è accontentato di scoprire e colonizzare nuove terre, di incontrare

nuove popolazioni con cui interagire e confrontarsi, ma è stato sempre a(ra(o da tu(o ciò che si trovava nella volta celeste, desi-

deroso di esplorare lo spazio interplanetario che circonda il nostro pianeta.

Il cielo è sempre stato ogge(o di osservazione da parte degli uomini an5chi e di molte civiltà come gli aztechi, cinesi, indiani,

gli arabi, i popoli della Mesopotamia e dell'An5ca Grecia che a(raverso i vari even5 come le eclissi lunari e solari riuscirono a

mantenere i loro calendari precisi. Queste prime osservazioni astronomiche furono fa(e completamente ad occhio nudo e quindi

con risulta5 bassi. Successivamente con l'invenzione del telescopio c'è stato un grande impulso ed ampliamento dell'astronomia

mediante l'osservazione del cielo.

L'invenzione del telescopio viene a(ribuita a Galileo Galilei ( 1609) , il

quale, grazie ad esso, o(enne diverse osservazioni astronomiche che lo

portarono a proporre il sistema eliocentrico. Le osservazioni di Galileo

includono la scoperta delle Macchie solari, maggiori de(agli della Luna e

la scoperta dei principali satelli5 di Giove.

Per secoli, gli uomini hanno sognato di lasciare la Terra e di viaggiare verso

altri mondi , e L'uomo ha conosciuto meglio l'Universo dopo l'invenzione del

telescopio, ma sopra(u(o grazie alle sonde spaziali che sono sta5 lanciate a

par5re dal 1957. Infa; nel 1957, l’Unione Sovie5ca ha compiuto il primo

passo nello Spazio lanciando un piccolo satellite, lo Sputnik.

L’era spaziale ha ini-

zio! Le prime a;vità esplora5ve hanno visto l’Unione Sovie5ca e gli Sta5

Uni5 entrare in compe5zione dando inizio a quella che verrà definita “corsa

allo Spazio”. Il primo uomo a compiere un volo orbitale intorno alla Terra fu

proprio un cosmonauta russo, Yuri Gagarin, nel 1961.

Da allora più di 500 astronau5 hanno viaggiato nello Spazio. L’equipaggio della missione america-

na Apollo 11 fu, invece, il primo a me(ere piede sulla Luna e, ad oggi, sono ven5 gli astronau5

che hanno raggiunto il nostro satellite e 12 coloro che hanno camminato sulla sua superficie.

Sebbene il programma di esplorazione lunare si sia concluso nel 1972, l’esplorazione dello Spazio

non si è fermata. Sonde senza equipaggio sono state inviate verso tu; i piane5 del sistema solare

e verso numerosi satelli5, asteroidi e comete, raccogliendo una serie di informazioni che hanno

ampliato le nostre conoscenze e che potrebbero contribuire a realizzare le future missioni umane

su altri piane5.

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La ricerca di vita e di nuovi mondi fuori dal nostro sistema

solare prosegue senza sosta e sono sta5 già scoper5 mol5

piane5 simili alla Terra. Recentemente la Nasa ha annuncia-

to la scoperta di un intero sistema solare con se(e piane5

simili al nostro, sei dei quali si trovano in una zona tempe-

rata in cui la temperatura è compresa fra zero e 100 gradi.

La stella, chiamata Trappist-1, è distante 39 anni luce. Per

il coordinatore della ricerca, Michael Gillon, “è un sistema

planetario eccezionale, non solo perché i suoi piane5 sono

così numerosi, ma perché hanno tu; dimensioni sorpren-

dentemente simili a quelle della Terra”. I ricercatori hanno

scoperto che tre dei se(e piane5 si trovano nella zona

abitabile, cioè alla distanza o;male dalla stella per avere acqua allo stato liquido. Potrebbero quindi ospitare oceani e, potenzial-

mente, la vita. Il ‘Sole’ di questo sistema planetario Trappist-1 è una stella nana ultrafredda, ossia meno calda e più piccola del Sole.

Par5re, viaggiare sfidando l’incognito e i propri limi5 esaltando

l’ingegno per raggiungere ed esplorare nuove mete. Il deside-

rio di affrontare nuove sfide e scoprire nuovi mondi, di spin-

gersi oltre i confini della conoscenza ampliando i limi5 scien5-

fici e tecnologici. L’esplorazione spaziale ci aiuta ad affrontare

importan5 quesi5 scien5fici e filosofici rela5vi al posto che

occupiamo nell’universo, alla storia del nostro sistema solare e

Parlando delle conquiste spaziali

non possiamo non ricordare il

nostro corregionale Rocco Petrone

che con i suoi studi e il suo impe-

gno contribuì al compimento della

missione “Apollo11” grazie alla

quale l’uomo arrivò sulla Luna.

Rocco Petrone, figlio di immigra5

italiani originari di Sasso Di Castal-

da in Basilicata, nacque nella ci(a-

dina di Amsterdam dello Stato di

New York, il 31 Marzo del 1926.

Dopo la laurea conseguita nel

1946 proseguì gli studi all'Universi-

tà di Massachuse(s Ins5tute of

Technology (MIT) dove conseguì il master in ingegneria meccanica.

Nel 1960 Petrone entrò nella NASA, qui , incontrò l’altra grande mente

del programma spaziale statunitense, il tedesco von Braun, con cui

proge(erano il Saturno V, il colossale razzo protagonista delle missioni

lunari. Nel ’66 divenne dire(ore delle operazioni di lancio di Cape

Canaveral, proprio quando stavano per cominciare le missioni del

programma Apollo e nel ’68, con Apollo 8, inviarono per la prima volta

degli uomini in orbita lunare.

Severo e austero, Petrone godeva di grandissima considerazione pres-

so il Kennedy Space Center. Nel suo lavoro curava me5colosissima-

mente tu; gli aspe; con grande inflessibilità per cui fu gli venne dato

il soprannome di “5gre di Cape Canaveral”. Fu così che gli venne affi-

dato il compito di preparare la missione che avrebbe portato i primi

uomini sulla Luna. E finalmente arriva l’appuntamento con la Storia,

era il 16 luglio del 1969 a Cape Kennedy, il giorno del lancio dell’Apollo

11. A lui, Rocco Anthony Petrone dire(ore delle operazioni di lancio,

toccava la parola defini5va, il “go”, per il via alla missione. A lui tocca-

va realizzare, e nel modo più clamoroso, il “sogno americano”.

Qua(ro giorni dopo, Neil Armstrong lasciava sulla luna la prima im-

pronta di un essere umano.

Il successo della missione fu anche e sopra(u(o il successo di Rocco,

che infa; fu subito nominato dire(ore dell’intero programma Apollo.

Nel 1972 divenne dire(ore del proge(o sperimentale congiunto Apol-

lo-Sojuz, tra Sta5 Uni5 e Unione Sovie5ca.

Negli anni '80 Petrone ricoprì incarichi di ver5ce alla Rockwell Interna-

5onal, l'azienda aereospaziale responsabile della costruzione della

Space Shu(le. Preoccupato delle temperature glaciali della no(e, con-

sigliò di non effe(uare il lancio dello Space Shu(le Challenger che

provocò la morte di se(e astronau5 nel 28 gennaio 1986.

Morì in California, all'età di 80 anni, il 24 Agosto del 2006.

CLASSE IA INFORMATICA

ROCCO PETRONE: Il lucano che portò l’uomo sulla Luna

CLASSE IA INFORMATICA

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IL PONTE ALLA LUNA DI SASSO DI CASTALDA

.

SASSO DI CASTALDA è un piccolo e pi(oresco paese in provincia di Potenza, arroccato

sulle colline dell’Appenino Lucano.

Il 6 aprile 2017, a Sasso di Castalda, è stato inaugurato “Il ponte alla Luna” dedicato

all’illustre conci(adino Rocco Petrone.

Si tra(a di un “ponte Tibetano” che si sviluppa a un'al5tudine di circa 975 metri

sul livello del mare, con una campata lunga 300 metri . Il ponte , con 600 gra-

dini di appoggio, può essere a(raversato in sicurezza in circa 30 minu5. Ol-

tre l’emozione di essere sospesi nel vuoto, si ha la possibilità di osservare un

panorama straordinario, fa(o di boschi secolari e del cara(eris5co borgo di

Sasso di Castalda.

E’ un’ altra delle tante a(ra;ve turis5che che la piccola grande BASILICATA

offre a quan5 vogliono visitarla!!

LA REDAZIONE

Hanno collaborato alla redazione

di questo “MINIFOCUS” gli alunni

delle classi:

⇒ I A Informa5ca

⇒ II A Turismo

⇒ IIA Amministrazione, Finanze

e Marke5ng

⇒ IIA Costruzione, Ambiente e

Territorio

coadiuva5 e coordina5 da

Prof.ssa Ce;na Mormando

Prof.ssa Maria Falcone

Gli ar�coli pubblica� sono fru1o di ricerche fa1e nel web e liberamente rielabora-

te e sintezzitate dagli alunni . Anche le immagini sono state ricercate in rete nel

rispe1o delle norme di copyright.