Metodi spettroscopici: si basano sulla misura delle variazioni di energia che si verificano a carico...
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Metodi spettroscopici: si basano sulla misura delle variazioni di energia che si verificano a carico di nuclei, atomi o molecole in seguito ad interazione tra una radiazione elettromagnetica e la materia
Spettroscopia di assorbimento: si basa sulla riduzione della intensità della radiazione elettro magnetica come conseguenza della sua interazione con l’analita
Spettroscopia di emissione: determinazione dell’intensità della radiazione emessa quando l’analita viene eccitato con energia termica elettrica o radiante
Spettroscopia atomica Spettroscopia molecolare
La radiazione elettromagnetica è una forma di energia che viene trasmessa nello spazio ad elevate velocità
La radiazione elettromagnetica può essere descritta sia in termine di onde (1) che di particelle
Modello ondulatorio: la radiazione e.m. è generalmente prodotta dal movimento periodico di una carica elettrica e consiste in campi magnetici e campi elettrici oscillanti e tra loro perpendicolari
(1) Proprietà dell’ onda elettromagnetica: (lunghezza d’onda) = distanza che intercorre tra due creste d’onda
I = ampiezza o intensità della radiazione
E, H vettore elettrico e magnetico generati dalla radiazione, che nel caso di una
radiazione polarizzata, vibrano in 2 piani tra loro perpendicolari
(frequenza) = è il numero di onde o oscillazioni contenuti nell’unità di tempo
= c
Nel vuoto la luce viaggia alla max velocità (c).
c= velocità della luce (2.998x108 m/s nel vuoto). In qualsiasi altro mezzo la
velocità della luce è c/n, dove n è l’indice di rifrazione del mezzo.
NB: la frequenza è una grandezza caratteristica di una vibrazione luminosa e
pertanto è indipendente dal mezzo in cui avviene la propagazione.
Quando la luce attraversa due mezzi con n diverso, la sua frequenza rimane
invariata ma la cambia
c
=
Da un punto di vista energetico possiamo considerare la radiazione e.m. come un treno di particelle (quanti) ciascuno dei quali è dotato di una certa energia
E= hEquazione di Planck
h = costante di Planck = 6.63 x10-22 erg sec-1
c
=Dato che
si deduce che l’energia di una radiazione e.m. è direttamente
proporzionale alla frequenza e inversamente proporzionale alla
lunghezza d’onda
E= hc/
SPETTRO ELETTROMAGNETICO
COPRE UN INTERVALLO ENORME DI ENERGIE, FREQUENZA E LUNG. D’ONDA
Mostra le regioni dello spettro e.m. usate nei metodi spettroscopiciTipi di transizioni che risultano dalle interazioni della radiazione con un campione
Metodi ottici
Spettroscopia di assorbimento di radiazioni (UV-VIS-IR)
Le interazioni delle radiazioni e.m. con le molecole può indurre:
1) Variazione della frequenza di rotazione della molecola intorno ad un loro asse (spettri
rotazionali)
2) Variazione della frequenza di vibrazione a carico di un legame tra due atomi (spettri
vibrazionali)
3) La transizione di un elettrone di valenza nel caso di atomi o di un elettrone di un orbitale
molecolare nel caso di molecole, da un livello interno ad uno più esterno (spettro
elettronico)
I tre tipi di spettri si ottengono con energie molto diverse: infatti una transizione
elettronica può essere prodotta solo da radiazioni UV-VIS, mentre le transizioni
vibrazionali e rotazionali da radiazioni IR lontano o vicino
Orbitali atomici
Gli orbitali atomici interessati nelle transizioni elettroniche sono quelli di tipo s, p,d
Orbitali s: a simmetria sferica: la carica dell’elettrone è distribuita in modo
simmetrico rispetto al nucleo. Si possono rappresentare con una sfera entro la
quale la funzione d’onda è sempre positiva.
Nell’orbitale 1s non ci sono nodi, ossia non ci sono punti in cui la probabilità di
trovare l’elettrone sia nulla.
1s
Aumentando il numero quantico passiamo all’orbitale 2s, sferico, in cui è presente un nodo (> energia)
(+) (-)
Orbitale 2p: orbitale di tipo di ellissoide, con segni opposti di nei due lobi (esiste un nodo)
nodo
Orbitale 3s: 2 nodi (aumentando il numero quantico aumentano i nodo e l’energia)
Orbitali molecolari
La combinazione lineare di due orbitali 1s può dare luogo a due diversi orbitali , uno definito legante e l’altro antilegante
La radiazione UV di 120 nm determina una transizione *
Sovrapposizione orbitali 2p
Un terzo tipo di orbitale molecolare è costituito dagli orbitali non leganti, formati cioè dagli elettroni atomici esterni, non impegnati in un legame molecolare (es. gli elettroni non condivisi dell’ossigeno dei gruppi carbonilici).
Questi elettroni possono essere promossi dall’orbitale non legante “n” stabile, ad uno antilegante
n *
n *
Tipi di transizione
ene
rgia
Antilegante *
Antilegante *
Non legante n
legante
legante
* L’energia perché avvenga tale transizione è molto elevata: fornita solo da
radiazioni UV lontano Un elettrone in un orbitale di legame s viene eccitato al
corrispondente orbitale di non legame. L’energia richiesta è grande. Ad esempio il metano,
che possiede solo legami s C-H, può dar luogo solo a questo tipo di transizione mostra un
massimo di assorbanza a 125nm . Transizioni di questo tipo non sono quindi visibili con i
normali spettrofotometri e bisogna far ricorso a tecniche di registrazione “in vuoto”.
Transizioni tipiche degli idrocarburi
n * corrisponde alla promozioni di un e di non legame ad uno di antilegame * (es
eteri, ammine, solfuri, alogenuri). Le transizioni n * possono dare luogo ad assorbimento
a diverse, a seconda della natura dell’eteroatomo: alcoli ed eteri assorbono nell’UV
lontano e sono quindi trasparenti nella zona di lunghezza d’onda > 180 nm; ammine, solfuri,
alogenuri assorbono nell’UV vicino a causa del fatto che i loro rispettivi elettroni di non
legame sono trattenuti meno stabilmente nei corrispondenti orbitali atomici di non legame
208Bromuro di metileBromuro
173Cloruro metilicoCloruro
259Ioduro metilicoIoduro
213MetilamminaAmminico
210DimetilsolfuroTioetere
185DietiletereEtere
231ButantioloSulfidrile
183MetanoloOssidrile
176AcquaOssidrile
max (nm)EsempioGruppo
Esempi di transizioni n *
Alcoli ed eteri assorbono nell' UV lontano dipende dalla natura dell' eteroatomo
* composti che contengono un solo doppio legame etilenico, triplo legame
di tipo acetilenico o nitrilico danno luogo a transizioni * nell’ UV lontano,
mentre composti contenenti gruppi carbonilici (aldeidi-chetoni), carbossilico,
azo, nitro, nitroso, nitrato, nitrito danno
* ( > 200 nm) nell’ UV vicino
Le bande * si suddividono in:
a) K o di coniugazione - sistemi molto delocalizzati come sistemi aromatici e coniugati 220 – 750 nm > 104
a) B benzenoide – aromatici, banda classica benzene, non permessa dalla restrizioni di simmetria e quindi poco intensa
= 270 nm > 102
a) E etilenica – tipica di sistemi insaturi non coniugati = 180 – 230 nm = 2x103- 104
Orbitale di antilegame C=O
Orbitale di non legame O
Orbitale di legame C=O
Orbitale di legame
Diagramma degli orbitali molecolari della formaldeide
C O
H
H
C O
H
H
Cromoforo: porzione della molecola responsabile dell’assorbimento.Tutti i gruppi cromofori producono shift BATOCROMICI (o shift rosso),cioè uno spostamento del massimo di assorbimento verso lunghezzed’onda maggiori. Solitamente cromofori isolati danno assorbimenti di bassa intensità e a valori di < 200 nm. Quando in una molecola sono presenti cromofori tra loro coniugati si ottengono picchi di assorbimento intensi e a > 200 nm. La saturazione di un gruppo insaturo produce uno shift IPSOCROMICO (o shift blu), cioè unospostamento verso minori.
La coniugazione consente una delocalizzazione degli elettroni di legame con
conseguente stabilizzazione degli orbitali di antilegame * e conseguente
abbassamento del loro livello energetico.
Auxocromo: un gruppo saturo con elettroni non leganti che quando legato ad un
cromoforo comporta una variazione dell’intensità e della (es. OH, NH2, Cl-)Un effetto che produca una variazione del coefficiente di estinzione molare viene definito IPERCROMICO oIPOCROMICO, a seconda che la variazione si positiva o negativa. Effetti Iper- ed Ipocromici sono causati da sostituenti non cromofori detti AUXOCROMI e sono rappresentati in genere da gruppi contenti doppietti elettronici non condivisi.
200 250 300 350 400
Shift batocromico (red shift)Shift ipsocromico (blu shift)
Shift ipercromico
Shift ipocromico
Transizioni energetiche
A temperatura ambiente atomi e molecole si trovano nel rispettivo stato fondamentale, cui
corrisponde la minima energia; quando vengono sollecitati da una opportuna quantità di
energia, passano in uno stato eccitato, cui corrisponde una maggiore energia.
Lo stato eccitato non è stabile e dura per tempi brevissimi, atomi e molecole tendono a
tornare allo stato fondamentale restituendo all’ambiente l’energia assorbita (l’energia
assorbita viene riemessa sotto forma di calore, radiazione)
E1
E2
Assorbimento Rilassamento
+E - E
Energia interna delle molecole
Come nel caso degli atomi, anche le molecole hanno una energia interna dovuta ai diversi
contributi:
Emolecola= Eelettronica +Erotazionale+Evibrazionale
Erotazionale è associata alla rotazione della molecola su se stessa (intorno a uno o più assi),
Evibrazionale è associata al movimento reciproco degli atomi nella molecola
Erotazionale+ Evibrazionale definiscono la energia cinetica della molecola (proporzionale alla
temperatura).
Tipi di vibrazioni molecolari
Rappresentazione schematica dei livelli energetici molecolari. A ogni livello elettronico sono associati diversi livelli vibrazionali e a ciascuno di questi, a sua volta, diversi livelli rotazionali
Eto
tale =
Eel
ettr
onic
a +
Ero
tazi
onal
e+E
vibr
azio
nale
Stati elettronici Stati vibrazionali Stati rotazionali
L’energia delle molecole (come quella degli atomi) è quantizzata, per cui
sono “permessi” solo determinati livelli di energia
La banda di assorbimento consiste quindi di un numero molto elevato di linee, corrispondenti alle diverse transizioni vibrazionali e rotazionali.
In una soluzione, le specie assorbenti sono circondate dal solvente e la natura a banda dell’assorbimento diventa slargata poiché le collisioni che si verificano in soluzione tendono ad allargare le energie degli stati quantici
Spettro UV-VIS della1,2,4,5 tetrazina
Regole di selezione
Le regole di selezione, previste dalla meccanica quantistica, indicano quali transizioni sono permesse e quali no, o più precisamente, quali sono le transizioni più probabili.
La regola di selezione principale è che in corrispondenza di una transizione energetica è necessario che il sistema possa comportarsi come un dipolo elettrico oscillante (un dipolo è un sistema costituito da due cariche di segno opposte distanziate).
Questa regola si spiega tenendo presente che il campo elettrico associato a ogni radiazione e.m. può scambiare energia con la materia solo a condizione che quest’ultima possa comportarsi in modo analogo: un dipolo oscillante genera un campo elettrico oscillante in grado di interagire con quello della radiazione
La probabilità di transizione è tanto maggiore quanto più il momento di transizione è diverso da zero : una molecola può assorbire energia solo se i momenti dipolari elettrici dello stato eccitato e di quello fondamentale sono diversi da 0
La legge dell’assorbimento
Legge sperimentale che descrive i fenomeni di assorbimento di radiazioni elettromagnetiche (legge di Lambert-Beer): la q.tà di radiazione attenuata (assorbita) dipende dalla concentrazione delle molecole che assorbono e dal cammino ottico nel quale avviene l’assorbimento
Trasmittanza (T) = P
P0
T% = P
P0
X 100Assorbanza (A) = - logT = log
P0
P
Trasmittanza è la frazione diluce incidente trasmessa dallasoluzione.
A = k d c
Dove A = assorbanza (adimensionale)
d = cammino ottico (cm) (spessore della soluzione attraversata dal
raggio)
C = concentrazione della specie che assorbe (espressa in mol/L o g/L o
g/100 ml)
k = è una costante che dipende dalla sostanza esaminata, dal solvente,
dalla lunghezza d’onda ed ha valori numerici e sigle diversi a seconda delle unità
di misura utilizzate per esprimere la concentrazione
L’assorbanza si determina sperimentalmente mediante strumenti chiamati spettrofotometri, ponendo la soluzione da esaminare in una cella (cuvetta) trasparente alla radiazione e.m. e di cammino ottico noto
In particolare:
-Quando C è espressa in moli/L, k , indicato con prende il nome di assorbività
molare o coefficiente di estinzione molare. Le dimensione di sono quindi L
mol-1 cm -1
-Quando C viene espresso in g/L, k, indicato con la lettera a, prende il nome di
assorbività. Le dimensione di a sono L g-1 cm-1. Questo modo di esprimere k è
tipico della letteratura americana e si utilizza quando il PM non è noto
-Qundo C viene espresso in g/100 ml, k, viene indicato con A(1%, 1cm) e prende
il nome di assorbanza specifica (si trova anche espresso come E(1%1cm), coeff.
di estinzione specifico)
La conversione da una forma all’altra è possibile tramite le relazioni seguenti:
aA(1%,1cm)
10
PM= =
Il valore della costante k dipende dalla lunghezza d’onda a cui viene effettuata la misura dell’assorbanza. Per convenzione viene riportato il valore di misurato alla max (max)
Caratteristiche di assorbimento di composti organici
1. Composti contenenti solo elettroni Idrocarburi saturi. Dato che l’energia per transizioni * è dell’ordine di 185
kcal/mole, tale transizione avviene solamente nell’UV lontano <180 nm
2. Composti saturi contenenti elettroni n
Composti saturi contenenti eteroatomi come ossigeno, azoto, zolfo o alogeni,
posseggono elettroni non leganti (n) oltre a elettroni di tipo . La transizione n
* richiede meno energia * e questo consente un assorbimento 200-
220nm. Solfuri, disolfuri, tioli, ammine, bromuri e ioduri possono mostrare un
assorbimento > 200 nm ma solitamente di debole intensità per essere
considerato diagnostico
3. Composti contenenti elettroni Cromofori singoli assorbono nel lontano UV e non nel vicino UV (solo
assorbimento di bassa intensità)
3.1 Cromofori etileniciIl cromoforo etilenico isolato assorbe nell’UV lontano (*). La sostituzione alchilico comporta uno shift batocromico e aumenta all’aumentare del numero di sostituenti alchilici. Le caratteristiche di assorbimento dei cicloalcheni è simile a quelle dei composti aciclici
Quando una molecola contiene due o più legami etilenici, isolati tra loro da almeno un gruppo metilenico, la molecola assorbe alla stessa di una molecola contenente un solo legame etilenico (l’intensità è proporzionale al numero di doppi legami presenti)
200 250 300 350 400
Shift batocromico (red shift)Shift ipsocromico (blu shift)
Shift ipercromico
Shift ipocromico
In un sistema dienico coniugato (es 1,3 butadiene), quando la coplanarità lo permette, si instaura una sovrapposizione degli orbitali , che risulta in un sistema - coniugato.La coniugazione comporta la creazione di due nuovi stati energetici
Antileganti *
Leganti *
All’aumentare della
coniugazione, la di
energia tra orbitali e *
diminuisce: aumentano gli
orbitali per combinazione
lineare dei singoli
cromofori
Un metodo empirico per predire l’effetto batocromico di sostituenti alchilici
nell’1,3butadiene è stato formulato da Fieser e Woodward (buona predizione fino a 4 doppi
legami):
- Ogni gruppo alchilico (o residuo di anello) legato al sistema dienico comporta uno shift
batocromico di 5 nm
- Ogni doppio legame esociclico comporta un ulteriore contributo di 5 nm
Sistema eteroanulare
Sistema omoanulare
Nel caso in cui il poliene coniugato contiene più di quattro doppi legami, si utilizzano le
regole di Fieser Kuhn
Licopene
-carotene
Cromofori carbonilici
I composti carbonilici contengono: -una coppia di e -una coppia di e -due coppie di e di non legame
Quindi le possibili transizioni sono le seguenti: * (150 nm)- n * (190 nm)- n * (270-300nm – banda R- , molto debole <30)
Aldeidi e chetoni saturi
L’assorbimento n * di aldeidi e chetoni è estremamente debole. L’introduzione di un -alogeno ha un minimo effetto
Aldeidi e chetoni ,-insaturi
Composti contenenti un gruppo carbonilico coniugato con un gruppo etilenico
sono chiamati enoni. Da un punto generale gli enoni sono caratterizzati da
una intensa banda di assorbimento (banda K) nella regione 215-250 nm ( 10000-20000) e una banda debole (n *) (banda R) a 310-330 nnm
Acidi carbossilici saturi e coniugati
Acidi carbossilici saturi mostrano un debole assorbimento a circa 200 nm dovuto
alla transizione proibita n *
Acidi carbossilici insaturi mostrano una caratteristica e intensa banda K a 200
nm e = 10000
Esteri e lattoni
Esteri e sali sodici di acidi carbossilici mostrano un assorbimento a lunghezze
d’onda e di intensità comparabile ai corrispondenti acidi. La coniugazione ha un
effetto simile ai corrispondenti acidi
Regole per la predizione assorbimento di enoni e dienoni
Dato che i composti carbonilici sono polari, risentono dell’effetto solvente. La banda R risente dell’effetto ipsocromico associato all’aumentata polarità del solvente
STRUMENTAZIONE
SORGENTESORGENTE
MONOCROMATOREMONOCROMATORE
CELLACELLA
RIVELATORERIVELATORE
ELABORATORE DATIELABORATORE DATI
-sorgente: lampada che emette radiazioni nell’intervallo spettrale di misura
-monocromatore: sistema che permette di selezionare r.e.m monocromatiche
-cella: in cui è posto il campione
-rivelatore: che misura intensità della radiazione
111
È costituita da lampade che emettono radiazioni nell’intervallo spettrale di misura, che può essere il campo spettrale dell’UV oppure del visibile.
regione del visibilevisibile. Si usano lampade a incandescenza come quelle a filamento di tungsteno. Coprono l’intervallo di lunghezza d’onda da 930 a 320 nm
regione dell’UV. Si usano lampade a deuterio. Si tratta di lampade ad arco in cui il bulbo di quarzo è riempito di deuterio che, eccitato, emette uno spettro continuo di radiazioni al di sotto di 400nm.
Sorgente
Lampada al D2Lampada al tungsteno
112
MONOCROMATORI
Le lampade emettono radiazioni in tutte le direzioni dello spazio e quindi per
ottenere un fascio di luce sottile e ben focalizzato, è necessario un sistema ottico
costituito da lenti, specchi e fenditure. Tale fascio viene quindi inviato sul
monocromatore che “scompone” la radiazione policromatica in bande il più
possibile monocromatiche. La PRECISIONE d’analisi dipende dal fatto che la
radiazione incidente sul campione sia monocromatica
Ne esistono di due tipi:
FILTRIFILTRI, che assorbono una parte delle componenti spettrali della radiazione
incidente e ne trasmettono una gamma più o meno ampia
• PRISMI o RETICOLIPRISMI o RETICOLI, che diffrangono la luce policromatica “separandola” nelle
diverse componenti monocromatiche
114
1) AMPIEZZA DELLA BANDA PASSANTE
Intervallo di lunghezze d’onda del fascio che emerge dalla fenditura con
un’energia superiore al 50%dell’energia della radiazione nominale (espressa
in nm)
Imax
½ Imax
Inte
nsità
de
lla r
adi
azio
ne
(nm)
1
0.5
580560 600
Una radiazione di 580 nm (nominale), di
un monocromatore con banda banda
passante passante di 20 nm, comprende anche
le radiazioni fra 570 nm e 590 nm, con
intensità pari alla metà (0.5 Imax) di
quella nominale.
La qualità di un monocromatore è definita da due parametri: l’ampiezza della banda passante e il potere risolvente
2) POTERE RISOLVENTE (o RISOLUZIONE SPETTRALE)
Capacità del monocromatore di separare fra loro due diverse lunghezze d’onda.
R = / lDifferenza fra le due lunghezze d’onda
Distanza misurata sul piano della fenditura di uscita del monocromatore (mm)
113
FILTRI
I più comuni sono i filtri di assorbimento (simili a quelli un tempo usati in fotografia) e
vengono utilizzati nei colorimetri piu economici. Dato che sono in vetro , non possono
essere utilizzati per analisi nell’UV. La banda passante è solitamente elevata
PRISMI e RETICOLI
Il prisma ottico è in grado di scomporre la luce policromatica nelle sue componenti
monocromatiche. La selezione della radiazione monocromatiche viene quindi effettuata
mediante la fenditura
I reticoli di riflessione (da 3 a 10 cm) sono costituiti da una serie di solchi paralleli (da 200 a 3000 solchi/mm) tracciati sopra una superficie riflettente (resina ricoperta da alluminio oro o platino), piana o concava
Reticolo a gradini
116
Cellette o cuvette
Servono per contenere il campione.
Sono cotruiti con materiale trasparente
alla regione spettrale di interesse:
- vetro o di polistirene (monouso) per il
visibile
- Quarzo per l’UV
Il cammino ottico può variare a seconda
dell’impiego (solitamente 1 cm).
Si distinguono inoltre dalla forma e dal
volume contenuto (es. 1 ml, 3ml)
Solitamente le cuvette sono caratterizzate da due facce ottiche (attraverso le quali passa la
radiazione) e da due facce (opache) che servono per maneggiarle.
Le facce ottiche devono essere perfettamente pulite ed asciutte.
117
Trasforma l’energia radiante in un segnale elettrico, proporzionale all’energia che lo investe.
1)1) Celle fotovoltaicheCelle fotovoltaiche. Si basano sulle proprietà dei semiconduttori (selenio) i cui e più esterni possono essere eccitati con relativa facilità. Le radiazioni UV/visibile hanno sufficiente energia per promuovere queste transizioni elettroniche che a loro volta generano una corrente elettrica (proporzionale al numero di fotoni che raggiunge il rivelatore)
Caratteristiche: intervallo ristretto di (400 – 750 nm) bassa sensibilità tendenza all’affaticamento robusti costi contenuti
RIVELATORE
118
2) Fototubi La risposta di un fototubo è basato sull’effetto fotoelettrico (emissioni di e dalla
superficie di alcuni materiali cui sia applicata una ddp, qualora colpito da una radiazione
luminosa). Un fototubo consiste in un catodo semicilindrico e un anodo a filamento
inseriti in un tubo di vetro o quarzo sottovuoto. Il catodo supporta un materiale
fotoemissivo (metallo alcalino) che emette elettroni quando irradiato con radiazioni di
opportuna energia. I fotoelettroni emessi sono quindi attratti dall’anodo
Caratteristiche:
• intervallo ampio di (190 –
1000 nm)
• migliori prestazioni rispetto
alle celle f.
• tendenza all’affaticamento
(protetti dalla luce ambientale)
• costo medio
119
3) Fotomoltiplicatori3) Fotomoltiplicatori. Variante dei fototubi, caratterizzati da una sensibilità superiore; gli
e emessi dal catodo vengono accelerati da un campo elettrico e quindi acquistano
energia; quando colpiscono una seconda superficie fotoemissiva (diodo), liberano
un numero di e superiore; gli e cosi liberati colpiscono i dinodi successivi in modo da
amplificare il segnale. Il rapporto di amplificazione (guadagno) può arrivare fino a
109 e per ogni fotone incidente
Caratteristiche:
• elevata sensibilità
• costo elevato
4) FotodiodiIl silicio cristallino è un semiconduttore (conducibilità elettrica intermedia tra quella di un
metallo e di un isolante) 4 e di valenza 4 legami covalenti. A T ambiente, l’energia
è sufficiente a liberare un e dallo stato di legame (formazione carica positiva o buca). La
conduzione comporta lo spostamento di e e buche in direzioni opposte. La conducibilità
è aumentata per aggiunta di piccole q-tà di un elemento del V gruppo (Arsenico, 5 e di
valenza) o del III gruppo (Gallio, 3 e di valenza) doping
Giunzione pn o diodo pn
Gli e e le buche si muovono verso la
giunzione in cui si annullano. Il terminale
neg. induce nuovi e, che continuano il
processo di conduzione. Il terminale pos.
estrae e creando nuove buche
Nel diodo a polarizzazione inversa si
instaura uno strato di deplezione. La luce
incidente comporta la formazione di
coppie e/buche che aumentano la
conducibilità del diodo che viene registrata
Polarizzazione diretta Polarizzazione indiretta
Rivelatore a serie di diodi
E possibilie affiancare su un singolo chip 1000 o più diodi di silicio (larghezza di un diodo
0.02 mm) rivelatori in serie di diodi (DAD= Diode Array Detector).
In tali detector la piastre di diodi è posta sul piano focale del monocromatore in modo che
ogni radiazione a diversa lunghezza d’onda colpisca un singolo diodo. si ottiene la
registrazione contemporanea di tutte le assorbanze alle diverse lunghezze d’onda
simultanea acquisizione dello spettro
Perdite per riflessione e dispersione per una soluzione contenuta in cuvetta
Lo strumento deve essere azzerato prima
di ogni misura ovvero si deve stabilire il
valore di assorbimento nullo (P0)
Trasmittanza (T) = P
P0
T% = P
P0
X 100
Spettro. a mono raggio
Spettro. a doppio raggio
120
Spettrofotometro a singolo raggio
Usati prevalentemente in analisi qualitativa. Lo strumento deve essere azzerato prima di ogni serie di misure per eliminare l’assorbimento, anche se minimo, dovuto al solvente e/o alla matrice in cui l’analita è disperso.
Con questo tipo di strumento, occorre eseguire l’azzeramento ad ogni misura e ad ogni , oppure registrare prima lo spettro del BIANCO poi lo spettro del campione ed infine sottrarre al secondo il primo.
121
Spettrofotometro a doppio raggio
È costituto da un sistema che invia due raggi, identici per frequenza e intensità,
uno attraverso il campione e l'altro attraverso il bianco, per cui si ha un confronto
continuo tra l'assorbanza del campione e quella del bianco. Grazie a queste
caratteristiche è possibile effettuare misure direttamente a qualsiasi senza
ripetere gli azzeramenti.
Spettrofotometro a doppio raggio
122
Spettrofotometro a serie di diodi
Registra simultaneamente (in 1/10 di secondo) tutto lo spettro (non ci sono parti
in movimento; grazie a questo sono adatti ad essere collegati all'uscita di
strumenti di separazione di miscele (tipo HPLC) in modo da registrare in tempo
reale, secondo per secondo, l'intero spettro della miscela in uscita.
Taratura degli strumenti
Taratura della scala di assorbanza
La farmacopea britannica usa una soluzione di bicromato di potassio (0.0065% p/v) in soluzione di H2SO4 0.005M per calibrare la scala di assorbanza di uno spettrofotometro (i valori sono espressi in A(1%1cm)
235 nm (122.9 -126.2)257 nm (142.4-145.7)313 nm (47.0-50.3)350 nm (104.9-108.2)
Taratura della scala della lunghezza d’onda
Solitamente lo strumento si calibra secondo le linee spettrali della lampada a scarica di deuterio. In alternativa si può procedere con una verifica utilizzando come std. una soluzione al 5% di perclorato di olmio. Le tolleranze stabilite dalla farmacopea europea sono:
241.15 1 nm287.15 1 nm361.5 1 nm