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Pensieri, spunti, riflessioni dalla PAROLA DI DIO e dalla Vita Mese di FEBBRAIO 2004

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Pensieri, spunti, riflessioni dalla

PAROLA DI DIO e dalla Vita

Mese di FEBBRAIO 2004

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Cuore divino di Gesù, io ti offro per mezzo del Cuore Immacolato di Maria, madre della Chiesa, in unione al Sacrificio eucaristico, le preghiere e le azioni, le gioie e le sofferenze di questo giorno: in riparazione dei peccati, per la salvezza di tutti gli uomini, nella grazia dello Spirito Santo, a gloria del divin Padre.

In particolare:

Perché possa realizzarsi la pacifica convivenza fra cristiani, ebrei e mussulmani in Terra Santa.

Perché in Oceania vengano curate in modo speciale le vocazioni sacerdotali e religiose al servizio dell‟evangelizzazione in ogni Chiesa particolare.

Perché i consacrati siano nella Chiesa e nel mondo segno della forza e della radicalità del Vangelo.

Cuore di Gesù, fa che la trasparenza di vita dei tuoi ministri sia offerta gradita al Padre.

Stampato in proprio

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FEBBRAIO 2004 DOMENICA 1 FEBBRAIO

IV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO C

Una scheggia di preghiera:

BBEENNEEDDEETTTTOO SSEEII TTUU,, PPAADDRREE DDEELL CCIIEELLOO EE DDEELLLLAA TTEERRRRAA..

PPEERRCCHHEE’’ AAII PPIICCCCOOLLII AAII RRIIVVEELLAATTOO II MMIISSTTEERRII DDEELL RREEGGNNOO DDEEII CCIIEELLII

Tra i santi di oggi ricordiamo: ANNA MICHELOTTI, Santa,

Fondatrice

Nacque il 29 agosto 1843 ad Annecy (Ducato di Savoia) da padre

originario da Almese (Valsusa) e da madre savoiarda. Si formò alla

scuola spirituale del grande conterraneo san Francesco di Sales,

unendo una forte tensione interiore di preghiera e di contemplazione

all‟impegno di carità verso i più deboli e i più emarginati. Venuta a

Torino si dedicò alla cura gratuita a domicilio degli ammalati privi di

ogni assistenza. Fondò, secondo questo ideale, la Congregazione delle

Piccole Serve del Sacro Cuore di Gesù e degli ammalati poveri. Morì a

Torino il 1° febbraio 1888.

Parola di Dio: Ger. 1,4-5.17-19; Sal. 70; 1Cor 12,31-13,13;

Lc. 4,21-30

Dal Vangelo secondo Luca 4,21-30

[21]Allora cominciò a dire: <<Oggi si è adempiuta questa Scrittura che voi avete udita con i vostri orecchi>>. [22]Tutti gli rendevano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: <<Non è il figlio di Giuseppe?>>. [23]Ma egli rispose: <<Di certo voi mi citerete il proverbio: Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafarnao, fàllo anche qui, nella tua patria!>>. [24]Poi aggiunse: <<NESSUN PROFETA È BENE ACCETTO IN PATRIA. [25]Vi dico anche: c'erano molte vedove in Israele al tempo di Elia, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; [26]ma a nessuna di esse fu mandato Elia, se non a una vedova in Sarepta di Sidone. [27]C'erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo, ma nessuno di loro fu risanato se non Naaman, il Siro>>. [28]All'udire queste cose, tutti nella sinagoga furono pieni di sdegno; [29]si levarono, lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte sul quale la loro città era situata, per gettarlo giù dal precipizio. [30]Ma egli, passando in mezzo a loro, se ne andò.

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Gesù, utilizzando questo proverbio della sapienza popolare, afferma

prima di tutto qualcosa che riguarda se stesso: Lui è il profeta che Dio

ha mandato, Lui è la Parola di Dio incarnata, Lui ha tutta l‟autorità e il

diritto di richiamarci ai valori di Dio. Ma, misteriosamente, i profeti non

furono ben accetti, la loro missione dovette compiersi in mezzo a mille

rischi e molti di essi per essere fedeli al messaggio che Dio aveva dato

loro, finirono male. Anche nei confronti di Gesù c‟è diffidenza,

contrarietà, paura del nuovo, incomprensione e, quello che stupisce

ancor di più è che questa ostilità nasce proprio là, tra i conoscenti, i

parenti, i correligionari, dove uno si aspetterebbe invece maggior

disponibilità, attenzione, comprensione.

E nella vita della Chiesa non è sempre successo così? Pensate alla vita

dei santi, per loro non fu mai una passeggiata tra ovazioni di gloria e di

onore, fu sempre un dover lottare, un essere non capiti proprio da

parte dei più vicini, dei parenti, di coloro che magari in un primo tempo

li avevano seguiti. Quanti santi fondatori furono cacciati fuori dal loro

stesso ordine, e quanti altri oggi onorati hanno rischiato addirittura di

essere bruciati come eretici da parte della Chiesa stessa!

Perché questa deve essere la sorte degli amici di Dio, di coloro che

cercano di espletare la missione che Dio ha affidato loro? Il motivo è

semplice ed evidente. Perché là dove c‟è il bene si accanisce il male,

perché là dove si cerca di essere fedeli alla Parola, il male, che sa di

essere perdente, fa di tutto per rovinare il bene.

Quando nella nostra vita spirituale, quando nel nostro tentativo di

testimonianza cristiana incontriamo difficoltà, opposizione, quando

nelle nostre comunità cristiane troviamo nemici che si oppongono, non

tanto a noi come persone, ma per il messaggio che cerchiamo di

portare, è buon segno, vuol dire che il male sta facendo di tutto perché

il messaggio che in qualche modo stiamo cercando di portare gli da

fastidio, gli fa nascere prima la paura e poi la consapevolezza di essere

vinto. Gesù, nella sua via Crucis dirà alle pie donne: “Se hanno fatto

questo al legno verde, che cosa ne sarà di quello secco?”. Non

stupiamoci dunque per quella che è persecuzione religiosa, anzi,

accogliamola come un segno che Dio si sta servendo di noi e, “se Lui è

con noi, di chi avremo paura?”

LUNEDI’ 2 FEBBRAIO

Una scheggia di preghiera:

VVIIEENNII,, SSIIGGNNOORREE,, NNEELL TTUUOO TTEEMMPPIIOO SSAANNTTOO

Tra i santi di oggi ricordiamo: ADALBALDO, Santo

Tutti santi in casa! Era nipote di Santa Geltrude, si sposò con Santa

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Rictrude ed ebbero 4 figli, tutti o santi o beati. Fu ucciso verso il 650 in

Aquitania. Sulla sua tomba avvennero miracoli e a clamor di popolo fu

santo.

Parola di Dio nella festa della

PRESENTAZIONE DEL SIGNORE AL TEMPIO:

Mal 3, 1-4; Sal. 23; Eb. 2,14-18; Lc. 2,22-40

Dal Vangelo secondo Luca 2,22-40

[22]Quando venne il tempo della loro purificazione secondo la Legge di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per offrirlo al Signore, [23]come è scritto nella Legge del Signore: ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore; [24]e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o di giovani colombi, come prescrive la Legge del Signore. [25]Ora a Gerusalemme c'era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e timorato di Dio, che aspettava il conforto d'Israele; [26]lo Spirito Santo che era sopra di lui, gli aveva preannunziato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Messia del Signore. [27]Mosso dunque dallo Spirito, si recò al tempio; e mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per adempiere la Legge, [28]lo prese tra le braccia e benedisse Dio: [29]<<Ora lascia, o Signore, che il tuo servo vada in pace secondo la tua parola; [30]perché I MIEI OCCHI HAN VISTO LA TUA SALVEZZA, [31]PREPARATA DA TE DAVANTI A TUTTI I POPOLI, [32]LUCE PER ILLUMINARE LE GENTI E GLORIA DEL TUO POPOLO ISRAELE>>. [33]Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. [34]Simeone li benedisse e parlò a Maria, sua madre: <<Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione [35]perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trafiggerà l'anima>>. [36]C'era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto col marito sette anni dal tempo in cui era ragazza, [37]era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. [38]Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme. [39]Quando ebbero tutto compiuto secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nazaret. [40]Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era sopra di lui.

L‟uomo da sempre ha bisogno di luce. Senza il sole non ci sarebbe vita.

La luce riscalda, illumina, guida… La luce caccia le tenebre, difende

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dalle paure…Oggi, festa della „candelora‟ o della luce noi andiamo ad

accendere (come nella notte di Pasqua) le nostre candele da Gesù “luce

di ogni uomo”.

L‟uomo è un mistero di grandezza e di piccolezza, racchiude in se tutti i

misteri dell‟universo ma non riesce a spiegarseli. Crede con la sua

scienza di aver raggiunto conoscenze impensate e poi basta un piccolo

microbo ad ucciderlo. Anche il cuore dell‟uomo è un abisso: può

arrivare ad amare nella totale dedizione e può albergare sentimenti di

odio e di vendetta capaci di distruggere l‟universo… Abbiamo bisogno di

luce! E non ci sono sufficienti le piccole luci fatue che pensatori e

filosofi spesso in contraddizione fra di loro ed anche con se stessi,

cercano di accendere per spiegarci il senso della vita, della morte, di

noi stessi; non sono neanche sufficienti le cose del mondo che pur

soddisfacendo in un momento, poi passano; e non bastano neanche gli

affetti di cui abbiamo pur estremamente bisogno per colmare ogni sete

ed ogni desiderio di risposta al nostro essere. Solo Dio può colmare

l‟uomo sua creatura. E Dio è fedele. Dio viene. Dio trova il modo di

comunicare con noi. Dio si è fatto piccolo perché il piccolo possa

accoglierlo. Dio si è fatto Luce, non luce smagliante che abbaglia e

spesso acceca ma luce piccola e costante che si può tenere in mano e

portare nel tessuto della nostra vita. Gesù uomo-Dio è davvero la luce

sulla nostra misura, la risposta alle nostre domande, la forza per il

nostro cammino. In questa festa il vecchio e il nuovo si incontrano e si

integrano. Simeone è un vecchio che diventa giovane e luminoso

offrendo Gesù al Padre. Noi offrendo Gesù al Padre nella Messa

ripetiamo questo gesto, rendiamo a Dio la luce che ci ha mandato e

che, se vogliamo, anche oggi può illuminare la nostra giornata.

MARTEDI’ 3 FEBBRAIO

Una scheggia di preghiera:

NNEELLLL’’OORRAA DDEELLLL’’AANNGGOOSSCCIIAA SSOOCCCCOORRRRIIMMII,, SSIIGGNNOORREE

Tra i santi di oggi ricordiamo: PIETRO DA RUFFIA,

Beato, Martire. Domenicano

Lasciata Ruffia (Cn) dove era nato da una famiglia della nobiltà

piemontese, entrò nell'Ordine domenicano a Savigliano, praticando

eroicamente la povertà, il rinnegamento di sé e applicandosi

intensamente allo studio. Fu inquisitore della fede a Torino e non

risparmiò fatica per salvaguardare dall'eresia le popolazioni del

Piemonte e della Liguria. Mentre era ospite a Susa dei Frati Minori, fu

pugnalato dai valdesi a Susa il 2 febbraio 1365.

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Parola di Dio: 2Sam. 18,9-10.14. 24-25.30-19,4; Sal.85; Mt. 5,21-43

Dal Vangelo secondo Matteo 5,21-43

[21]Essendo passato di nuovo Gesù all'altra riva, gli si radunò attorno molta folla, ed egli stava lungo il mare. [22]Si recò da lui uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, vedutolo, gli si gettò ai piedi [23]e lo pregava con insistenza: <<La mia figlioletta è agli estremi; vieni a imporle le mani perché sia guarita e viva>>. [24]Gesù andò con lui. Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno. [25]Or una donna, che da dodici anni era affetta da emorragia [26]e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza nessun vantaggio, anzi peggiorando, [27]udito parlare di Gesù, venne tra la folla, alle sue spalle, e gli toccò il mantello. Diceva infatti: [28]<<Se riuscirò anche solo a toccare il suo mantello, sarò guarita>>. [29]E subito le si fermò il flusso di sangue, e sentì nel suo corpo che era stata guarita da quel male. [30]Ma subito Gesù, avvertita la potenza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: <<Chi mi ha toccato il mantello?>>. [31]I discepoli gli dissero: <<Tu vedi la folla che ti si stringe attorno e dici: Chi mi ha toccato?>>. [32]Egli intanto guardava intorno, per vedere colei che aveva fatto questo. [33]E la donna impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità. [34]Gesù rispose: <<Figlia, la tua fede ti ha salvata. Và in pace e sii guarita dal tuo male>>. [35]Mentre ancora parlava, dalla casa del capo della sinagoga vennero a dirgli: <<Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?>>. [36]Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: <<Non temere, continua solo ad aver fede!>>. [37]E non permise a nessuno di seguirlo fuorchè a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo. [38]Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava. [39]Entrato, disse loro: <<Perché fate tanto strepito e piangete? La bambina non è morta, ma dorme>>. [40]Ed essi lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della fanciulla e quelli che erano con lui, ed entrò dove era la bambina.[41]Presa la mano della bambina, le disse: <<Talità kum>>, che significa: <<Fanciulla, io ti dico, alzati!>>. [42]Subito la fanciulla si alzò e si mise a camminare; aveva dodici anni. Essi furono presi da grande stupore. [43]Gesù raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e ORDINÒ DI DARLE DA MANGIARE.

Ogni volta che ho letto questa pagina direi così gloriosa del Vangelo mi

sono sempre stupito che terminasse con una annotazione diremmo

quasi banale, quella in cui Gesù inviata a dar da mangiare alla bambina

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morta e risuscitata. Noi, educati alla teoria dell‟eroe senza macchia né

paura da imitare nella nostra vita consideravamo quasi una banalità

tutto quello che poteva essere sentimento o riferimento al materiale.

Poi, con l‟andare della vita, mi sono accorto che l‟errore non era una

svista di scrittura da parte di Matteo, era un grave errore di lettura del

Vangelo da parte nostra.

Gesù non è l‟eroe indomito, l‟avventuriero che toglie ai ricchi per dare

ai poveri, l‟astuto che riesce a prendere tutti per il naso, e non è

neppure colui che al momento della croce dice solo belle parole

sprezzante della sofferenza… Gesù è il classico antieroe ma che proprio

per le sue scelte controcorrente diventa il modello non solo del

comportamento di Dio nei nostri confronti, ma anche nostro nei

confronti di Dio e della vita.

Gesù è l‟uomo dei sentimenti forti, segue Giairo non per fare un

miracolo strappa applausi, ma perché è partecipe fino in fondo del

dolore di un padre. Gesù si lascia schiacciare dalla folla non perché ha

bisogno di stringere tante mani per ottenere tanti voti, ma perché ha

compassione di questa folla che è come un gregge privo di pastore,

Gesù si lascia strappare i miracoli di dosso perché si meraviglia e

gioisce della fede di altri, Gesù non ha paura di prendere in giro i riti

solenni quanto ipocriti che hanno sempre circondato la morte, Gesù

non solo ridà la vita a questa bambina ma vuol ristabilire l‟ordine

normale delle cose: i miracoli, la presenza di Gesù non devono far

dimenticare che la vita è fatta di tante cose, non ultima quella di

mangiare.

L‟eroe come certa letteratura ci ha presentato e certi educatori hanno

cercato di inculcarci è solo uno sciocco, spesso intransigente, incapace

di dialogo perché si sente superiore agli altri, che spesso compie gesti

tanto grandiosi quanto inutili. Gesù è il vero eroe che condivide tutto

con gli uomini, che ama e dialoga a fondo, che serve la verità e che per

questa pagherà con una sofferenza vera, ma che proprio perché non

dimentica la nostra realtà concede anche ad un pauroso o ad un

timoroso come me (e forse anche te) di fare scelte importanti senza

per questo dimenticare la realtà in cui viviamo.

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MERCOLEDI’ 4 FEBBRAIO

Una scheggia di preghiera:

PPEERRDDOONNAA,, SSIIGGNNOORREE,, IILL MMIIOO PPEECCCCAATTOO

Tra i santi di oggi ricordiamo: ANDREA CORSINI,

Santo, Vescovo

Nato nel 1301 da nobile famiglia, in Firenze fu in giovinezza focoso e

mondano. Sentì pero la necessità di convertirsi ed iniziò una vita tutta

nuova fatta di penitenza e preghiera, Fu eletto provinciale dell'ordine

della Madonna del Carmelo. Scoppiata la peste in Firenze si dedicò a

sanare le piaghe morali e materiali della città. Mandato a Bologna dal

papa dovette anche affrontare il carcere ma riuscì a pacificare gli animi

in quella città. Fu poi vescovo attento alle necessità dei poveri nella

città di Fiesole. Morì nel 1373.

Parola di Dio: 2Sam. 24,2.9-17; Sal. 31; Mc. 6,1-6

Dal Vangelo secondo Marco 6,1-6

[1]Partito quindi di là, andò nella sua patria e i discepoli lo seguirono. [2]Venuto il sabato, incominciò a insegnare nella sinagoga. E molti ascoltandolo rimanevano stupiti e dicevano: <<Donde gli vengono queste cose? E che sapienza è mai questa che gli è stata data? E questi prodigi compiuti dalle sue mani? [3]Non è costui il carpentiere, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle non stanno qui da noi?>>. E si scandalizzavano di lui. [4]Ma Gesù disse loro: <<Un profeta non è disprezzato che nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua>>. [5]E non vi potè operare nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi ammalati e li guarì. [6]E SI MERAVIGLIAVA DELLA LORO INCREDULITÀ. Gesù andava attorno per i villaggi, insegnando.

Ci sono situazioni in cui è veramente difficile credere, ad esempio

davanti alla sofferenza di un innocente è difficile pensare alla paternità

di Dio, ma ci sono anche altre situazioni in cui la fede, almeno a prima

vista sembra evidente al punto da sembrare sciocchi nel volerla negare.

Gesù è andato ad annunciare l‟amore di Dio a Nazaret, la città dove è

cresciuto e vissuto. Non è andato a chiedere qualcosa a suoi

concittadini, ma a dire loro che Dio li ama, è andato per insegnare con

l‟autorità che gli viene dal fatto di essere Figlio di Dio, è andato per

operare i miracoli, doni gratuiti di Dio, e proprio dai suoi riceve

freddezza, incomprensione, disprezzo. I pagani i peccatori sono gioiosi

nell‟accoglierlo, gli appartenenti al suo popolo, alla sua religione, i suoi

stessi paesani non lo accettano. Eppure spesso è così anche oggi:

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capita di trovare valori cristiani vissuti, disponibilità al dialogo e alla

ricerca, sincerità di gesti, capacità di affetti veri e profondi là dove la

fede o non è manifesta o addirittura negata, tutte cose che rischi di non

trovare in ogni comunità cristiana. Perché questo? Credo che una delle

causa sia quella che abbiamo ridotto la fede ad un abito che

indossiamo, ad una abitudine ben sistemata in norme e riti che non le

permettono più di accogliere la novità e la gioia continua del Regno di

Gesù. Gli abitanti di Nazaret conoscevano troppo bene l‟umanità di

Gesù per accettarne la divinità, erano dei buoni teologi dell‟ebraismo

per poter anche solo lontanamente pensare che Dio, l‟Unico, fosse

nell‟uomo Gesù, erano talmente pieni di sé che non pensavano che un

loro concittadino potesse avere qualcosa in più di loro. E così Gesù, non

solo fu “meravigliato dalla loro incredulità”, ma non poté neppure

“operare miracoli”. Fin che ci chiudiamo in noi stessi, fin che pensiamo

di possedere Dio perché seguiamo alcune norme religiose, fin che

diamo per scontata la nostra bontà, troverà Gesù posto in casa nostra

e potrà operare per noi i miracoli del suo amore?

GIOVEDI’ 5 FEBBRAIO

Una scheggia di preghiera:

TTUUOO EE’’ IILL RREEGGNNOO,, TTUUAA LLAA PPOOTTEENNZZAA EE LLAA GGLLOORRIIAA NNEEII SSEECCOOLLII

Tra i santi di oggi ricordiamo: ADELAIDE DI VILICH,

Santa, Badessa

Figlia di nobili nacque verso il 960 nel castello di Geldern. I suoi

genitori costruirono il monastero di Vilich e lei ne fu badessa e lo mise

sotto la regola di san Benedetto. Oddone III le chiese di guidare anche

il monastero di Colonia. Era una donna di preghiera e di penitenza,

prudente e caritatevole. Morì il 5 febbraio 1015.

Parola di Dio: 1Re. 2,1.4.10-12; Cantico da 1Cr 29,10-12; Mc. 6,7-13

Dal Vangelo secondo Marco 6,7-13

[7]Allora chiamò i Dodici, ed incominciò a mandarli a due a due e diede loro potere sugli spiriti immondi. [8]E ORDINÒ LORO CHE, OLTRE AL BASTONE, NON PRENDESSERO NULLA PER IL VIAGGIO: né pane, né bisaccia, né denaro nella borsa; [9]ma, calzati solo i sandali, non indossassero due tuniche. [10]E diceva loro: <<Entrati in una casa, rimanetevi fino a che ve ne andiate da quel luogo. [11]Se in qualche luogo non vi riceveranno e non vi ascolteranno, andandovene, scuotete la polvere di sotto ai vostri piedi, a testimonianza per loro>>. [12]E partiti,

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predicavano che la gente si convertisse, [13]scacciavano molti demòni, ungevano di olio molti infermi e li guarivano.

Quel bastone che Gesù permette agli apostoli di portare con sé nella

missione ha sempre fatto discutere esegeti e teologi. A noi poco

interessano le fini disquisizioni, a noi interessa il senso del Vangelo

perché lì è la nostra gioia e la nostra salvezza, e allora la prima cosa

bella di questo brano di vangelo è che noi siamo chiamati ad essere

collaboratori del regno dell‟amore di Gesù. La nostra vita non è solo un

cammino personale ma è anche un cammino verso gli altri. Ma chi ci

autorizza, chi ci sostiene in questo cammino? E‟ Gesù il buon Pastore e

allora, proprio guardando a Lui, quel bastone assume i suoi veri

significati. Il bastone serviva al pastore per sostenersi: da soli

incespichiamo, rischiamo di cadere se la forza di Gesù non ci sostiene.Il

bastone serviva al pastore per difendersi dalle bestie selvatiche: la

nostra non è una passeggiata, nel cammino della vita incontriamo il

nemico che non solo vuole distoglierci dalla nostra meta ma che in tutti

i modi cerca di aggredire noi e il gregge; questo è l‟unico momento in

cui “il bastone” della forza di Dio può e deve essere usato a difesa. Il

bastone serviva al pastore anche per tener unito il gregge e per

indirizzarlo: la fede è allora quel mezzo che ci deve tenere uniti non

imponendosi ma con la delicatezza di chi ci indica la via. Un buon

pastore non ammazza le sue pecorelle a suon di botte e anche quando

le tosa non le spella mai.

Dunque il bastone, come quello di Mosè, può servire a compiere

miracoli, a sostenere, a guidare a difendersi a sorreggere, ma mai a

bastonare.

VENERDI’ 6 FEBBRAIO

Una scheggia di preghiera:

VVIIVVAA IILL SSIIGGNNOORREE.. SSIIAA EESSAALLTTAATTOO IILL DDIIOO DDEELLLLAA MMIIAA SSAALLVVEEZZZZAA

Tra i santi di oggi ricordiamo: ANGELO DA FURCI, Beato

Era nato a Furci, in provincia di Chieti nel 1246: Educato

religiosamente, nel 1266 entrò fra gli agostiniani di Vasto dove divenne

sacerdote. Mandato a studiare alla Sorbona, vi rimase cinque anni. Al

ritorno si dedicò all‟insegnamento in vari conventi. Poi rimase a Napoli.

Fu un grande oratore. Morì il 6 Febbraio 1327 nel convento di

Sant‟Agostino della Zecca a Napoli.

Parola di Dio: Sir. 47,2-11; Sal. 17; Mc. 6,14-29

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Dal Vangelo secondo Marco 6,14-29

[14]Il re Erode sentì parlare di Gesù, poiché intanto il suo nome era diventato famoso. Si diceva: <<Giovanni il Battista è risuscitato dai morti e per questo il potere dei miracoli opera in lui>>. [15]Altri invece dicevano: <<E` Elia>>; altri dicevano ancora: <<E` un profeta, come uno dei profeti>>. [16]Ma ERODE, AL SENTIRNE PARLARE, DICEVA: <<QUEL GIOVANNI CHE IO HO FATTO DECAPITARE È RISUSCITATO!>>. [17]Erode infatti aveva fatto arrestare Giovanni e lo aveva messo in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo, che egli aveva sposata. [18]Giovanni diceva a Erode: <<Non ti è lecito tenere la moglie di tuo fratello>>. [19]Per questo Erodìade gli portava rancore e avrebbe voluto farlo uccidere, ma non poteva, [20]perché Erode temeva Giovanni, sapendolo giusto e santo, e vigilava su di lui; e anche se nell'ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri. [21]Venne però il giorno propizio, quando Erode per il suo compleanno fece un banchetto per i grandi della sua corte, gli ufficiali e i notabili della Galilea. [22]Entrata la figlia della stessa Erodìade, danzò e piacque a Erode e ai commensali. Allora il re disse alla ragazza: <<Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò>>. [23]E le fece questo giuramento: <<Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metà del mio regno>>. [24]La ragazza uscì e disse alla madre: <<Che cosa devo chiedere?>>. Quella rispose: <<La testa di Giovanni il Battista>>. [25]Ed entrata di corsa dal re fece la richiesta dicendo: <<Voglio che tu mi dia subito su un vassoio la testa di Giovanni il Battista>>. [26]Il re divenne triste; tuttavia, a motivo del giuramento e dei commensali, non volle opporle un rifiuto. [27]Subito il re mandò una guardia con l'ordine che gli fosse portata la testa. [28]La guardia andò, lo decapitò in prigione e portò la testa su un vassoio, la diede alla ragazza e la ragazza la diede a sua madre. [29]I discepoli di Giovanni, saputa la cosa, vennero, ne presero il cadavere e lo posero in un sepolcro.

Quando si dice: cattiva coscienza! Erode, annebbiato dal potere, dal

sesso e dal vino ha fatto uccidere Giovanni Battista del quale pure

aveva timore se non rispetto e adesso, lui che vede nemici da tutte le

parti e che quindi non sa neanche godere del suo ruolo di potente,

crede che Gesù sia la reincarnazione di Giovanni che viene per

tormentarlo. Dio ha messo dentro di noi una sentinella: la coscienza,

essa prima o poi lancia segnali per farci capire il bene e il male. Noi

però siamo capaci di tacitarla o di camuffare la sua voce. Qualche

esempio: abbiamo coscienza che nella precarietà della nostra vita non

sono i denari a fare la felicità, però ugualmente spesso diamo loro il

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primo posto giustificandoci che oggi “qualunque cosa vuoi fare se non

hai denari…”. La coscienza ci invita all‟onestà nelle piccole cose e noi

sappiamo che anche tenerci un resto non corretto non è giusto, ma ce

lo teniamo lo stesso dicendo: “Va in cambio di tutte le volte che l‟hanno

rubato a me”. Sappiamo benissimo che dovremmo dedicare un po‟ più

di tempo ai figli alla famiglia, ai nostri anziani, “ma con tutte le cose

che ho da fare?.” Sappiamo benissimo che la guerra è sempre un male,

che l‟odio è un peso terribile che non può produrre alcun bene né per

noi né per gli altri, “eppure è il mio unico modo per difendermi”. Altre

volte poi ci stordiamo con le cose, gli affari, le preoccupazioni per

tacitare quella voce… Non sarebbe meglio confrontarci con quella voce,

con il profondo di noi stessi? Certo non è facile, certo, non ci piace

l‟immagine che lo specchio della coscienza qualche volta ci rimanda di

noi stessi, certo, fare questo significa poi modificarci, ma io credo sia

meglio avere una coscienza che ci richiama e qualche volta ci tormenta

che averla uccisa perdendo la nostra vera identità e caricandoci di pesi

e di colpe che poi in qualche modo il profondo di noi stessi ci fa già

pagare in questa vita e che apparirà chiaro davanti a Dio e a tutti

nell‟eternità.

SABATO 7 FEBBRAIO

Una scheggia di preghiera:

DDOONNAAMMII,, SSIIGGNNOORREE,, LLAA SSAAPPIIEENNZZAA DDEELL CCUUOORREE

Tra i santi di oggi ricordiamo: ZUCCHI GUGLIELMO, Beato

Nacque ad Alessandria nel secolo XIV. Non si conosce nulla della sua

giovinezza tranne che per un certo periodo fece l‟eremita. Ordinato

sacerdote fu prefetto della cattedrale fino alla sua morte il 7 febbraio

1377. Vicende complesse ebbero anche le spoglie del beato che sono

attualmente nella Cattedrale e che ogni anno vengono esposte nel

giorno della festa.

Parola di Dio: 1Re 3,4-13; Sal.118; Mc. 6,30-34

Dal Vangelo secondo Marco 6,30-34

[30]Gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e insegnato. [31]Ed egli disse loro: <<VENITE IN DISPARTE, IN UN LUOGO SOLITARIO, E RIPOSATEVI UN PÒ>>. Era infatti molta la folla che andava e veniva e non avevano più neanche il tempo di mangiare. [32]Allora partirono sulla barca verso un luogo solitario, in disparte. [33]Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città cominciarono ad accorrere là a piedi e li precedettero.

14

[34]Sbarcando, vide molta folla e si commosse per loro, perché erano come pecore senza pastore, e si mise a insegnare loro molte cose.

C‟ è stato un periodo della mia vita (e la tentazione a volte ritorna

ancora oggi) in cui ho pensato di aver io tutto da fare nel mondo:

l‟annuncio del Vangelo, la catechesi, l‟organizzazione parrocchiale, la

cura dei poveri…Mi sembrava di essere fuori posto se non riuscivo ad

arrivare a tutto, a partecipare ad ogni riunione… insomma, è la

tentazione di sentirsi al centro della storia della salvezza e

dell‟esasperazione delle proprie responsabilità fino al punto di pensare

che il mondo dobbiamo salvarlo noi e non basti già quello che ha fatto

Gesù. Eppure è proprio Gesù, colui che ha mandato in missione gli

apostoli, che al loro ritorno li invita a riposare un po‟. Il cristiano è

dunque uno che deve imparare ad andare e a stare, a parlare e ad

ascoltare, a testimoniare sia con la sua azione che con la sua

contemplazione. Il cristiano è uno che sa di essere incaricato di

collaborare per la venuta del Regno ma anche uno che sa che il Regno

viene quando e come vuole, è uno che annuncia la parola di Dio ma

non le impone tempi e modi di realizzazione. Se è vero che certi

cristiani vanno continuamente stimolati perché sono dei cristiani

addormentati è anche vero che certi vescovi, preti e laici cristiani

dovrebbero imparare a riposare con Cristo, a ritrovare momenti di

serenità, di preghiera personale, di riscoperta meravigliata della

creazione e del bello. Certi cristiani sempre “occupati” dovrebbero poter

aver un po‟ di tempo per riscoprire che appartengono ancora al genere

degli uomini e riscoprire i valori umani che una frequentazione

esasperata dello spirituale (o meglio di quello che si ritiene spirituale

ma che spesso è solo esteriorismo religioso) ha fatto loro dimenticare.

E poi con Gesù non preoccupiamoci! Come succede nel vangelo di oggi

anche un riposo programmato può poi saltare davanti alla compassione

di vedere una folla che è “come pecore senza pastore”.

DOMENICA 8 FEBBRAIO

V DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO C

Una scheggia di preghiera:

SSIIGGNNOORREE,, AALLLLOONNTTAANNAATTII DDAA MMEE CCHHEE SSOONNOO UUNN PPEECCCCAATTOORREE

Tra i santi di oggi ricordiamo: GIROLAMO EMILIANI, Santo

Nato a Venezia, Girolamo (1486-1537) era militare quando fu fatto

prigioniero e si convertì. Da allora si dedicò al servizio dei poveri, degli

ammalati; degli orfani, servizio che è lo scopo della congregazione da

lui fondata (i Somaschi). Curando gli appestati , si ammalò anch'egli di

15

peste e morì. E' patrono dei bambini abbandonati.

Parola di Dio: Is. 6,1-8; Sal. 137; 1Cor. 15,1-11; Lc. 5,1-11

Dal Vangelo secondo Luca 5,1-11

[1]Un giorno, mentre, levato in piedi, stava presso il lago di Genèsaret [2]e la folla gli faceva ressa intorno per ascoltare la parola di Dio, vide due barche ormeggiate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. [3]Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedutosi, si mise ad ammaestrare le folle dalla barca. [4]Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: <<Prendi il largo e calate le reti per la pesca>>. [5]Simone rispose: <<Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti>>. [6]E avendolo fatto, presero una quantità enorme di pesci e le reti si rompevano. [7]Allora fecero cenno ai compagni dell'altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche al punto che quasi affondavano. [8]Al veder questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: <<SIGNORE, ALLONTANATI DA ME CHE SONO UN PECCATORE>>. [9]Grande stupore infatti aveva preso lui e tutti quelli che erano insieme con lui per la pesca che avevano fatto; [10]così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: <<Non temere; d'ora in poi sarai pescatore di uomini>>. [11]Tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.

Quando da bambino sentivo parlare di „vocazione‟, mi immaginavo che

fosse Gesù, o la Madonna, o un Angelo ad arrivare e a dire con

chiarezza: “Io ti ho scelto per fare questo e questo”. Poi mi sono

accorto per esperienza personale che la chiamata non era così. Infatti

mi sono ritrovato al Seminario minore per una serie di concause che di

certo non seguivano nessuna apparizione. Io stesso avevo mille dubbi

che quella fosse la mia strada e solo con gli anni ho poi maturato il

pensiero che forse attraverso la strada del sacerdozio avrei potuto

rispondere all‟amore del Signore. Così pure, avendo poi avuto la

fortuna di conoscere e di entrare nelle confidenze di migliaia di persone

mi sono accorto che non tutti i matrimoni sono nati da un colpo di

fulmine di innamoramento e che non tutte le famiglie felici lo devono

soltanto all‟attrazione fisica. Credo insomma, senza precludere a Dio

qualunque altra strada, che la vocazione, alla fede, al servizio, alle

scelte specifiche di vita, va cercata con semplicità nei fatti della nostra

stessa vita ma, essenziale di ogni vocazione sia il riconoscere la propria

povertà e il bisogno dell‟altro sia uomo, sia Dio. In una coppia, perché

un rapporto funzioni, occorre riconoscere di essere in due, di aver

16

bisogno l‟uno dell‟altro. In una vocazione sacerdotale o religiosa

occorre riconoscere la propria miseria e il grande amore del Signore,

altrimenti diventa un mestiere o una carriera. E tutte queste cose non

si devono fare solo una volta nella vita ma devono essere quotidiane.

LUNEDI’ 9 FEBBRAIO

Una scheggia di preghiera:

PPAADDRREE,, PPEERR AAMMOORREE DDII GGEESSUU’’ NNOONN RREESSPPIINNGGEERREE IILL TTUUOO SSEERRVVOO

Tra i santi di oggi ricordiamo: RINALDO, Santo

Di nobile famiglia Umbra, visse la giovinezza come eremita e, più

tardi, fu nominato vescovo di Nocera: da allora, ogni giorno, un piccolo

orfano aveva un posto d'onore alla sua mensa. La sua vita esemplare

finì nel 1222.

Parola di Dio: 1Re 8,1-7.9-13; Sal. 131; Mc. 6,53-56

Dal Vangelo secondo Marco 6,53-56

[53]Compiuta la traversata, approdarono e presero terra a Genèsaret. [54]Appena scesi dalla barca, la gente lo riconobbe, [55]e ACCORRENDO DA TUTTA QUELLA REGIONE COMINCIARONO A PORTARGLI SUI LETTUCCI QUELLI CHE STAVANO MALE, DOVUNQUE UDIVANO CHE SI TROVASSE. [56]E dovunque giungeva, in villaggi o città o campagne, ponevano i malati nelle piazze e lo pregavano di potergli toccare almeno la frangia del mantello; e quanti lo toccavano guarivano.

La malattia e la speranza della guarigione sono realtà profondamente

umane e misteriose. Spesso su questi argomenti si rischia anche da

parte di cristiani di dire delle stupidaggini e di far dire a Dio delle cose

che certamente Lui non avrebbe detto. Mi è capitato sottomano un

pensiero di Davide Maria Turoldo detto ad una riunione di malati

quando lui stava lottando contro il cancro che poi lo portò alla morte.

Forse è un po„ difficile ma ve lo ripropongo così come uscito dalla bocca

di quel poeta innamorato di Dio.

“Abbiamo qui dei malati che sono venuti apposta a chiederci delle

preghiere. Io sono malato come loro, però devo dire questo: sempre

pregare secondo lo Spirito e chiedere la serenità, chiedere la forza,

chiedere certamente l‟aiuto perché da soli non ce la facciamo, ma per

tutto il resto sia fatta la sua volontà. Non tanto perché Lui ci vuole

malati, ma perché deve essere sempre rispettato l‟ordine delle cose per

cui Lui stesso è un‟Onnipotenza condizionata. E anche rispetto alle sorti

17

umane, sapendo di ricavare sempre il bene anche dal male. Questo è lo

spirito più sano, più vero per affrontare anche la malattia ed essere

sempre sereni.”

MARTEDI’ 10 FEBBRAIO

Una scheggia di preghiera:

AASSCCOOLLTTAA LLAA PPRREEGGHHIIEERRAA

CCHHEE OOGGGGII IILL TTUUOO SSEERRVVOO IINNNNAALLZZAA IINNNNAANNZZII AA TTEE

Tra i santi di oggi ricordiamo: GUGLIELMO DI MALAVALLE,

Santo, eremita

Forse era di origine belga; dopo una giovinezza scapestrata si convertì,

e dopo un viaggio penitenziale in Terrasanta si fece eremita verso la

metà del XII secolo a Lupocavio presso Pisa e poi in una grotta presso

Siena detta Malavalle. Morì nel 1175.

Parola di Dio: 1Re 8,22-23.27-30; Sal. 83; Mc. 7,1-13

Dal Vangelo secondo Marco 7,1-13

[1]Allora si riunirono attorno a lui i farisei e alcuni degli scribi venuti da Gerusalemme. [2]Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani immonde, cioè non lavate [3]i farisei infatti e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavate le mani fino al gomito, attenendosi alla tradizione degli antichi, [4]e tornando dal mercato non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione, come lavature di bicchieri, stoviglie e oggetti di rame [5]quei farisei e scribi lo interrogarono: <<Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani immonde?>>. [6]Ed egli rispose loro: <<Bene ha profetato Isaia di voi, ipocriti, come sta scritto: QUESTO POPOLO MI ONORA CON LE LABBRA, MA IL SUO CUORE È LONTANO DA ME. [7]Invano essi mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini. [8]Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini>>. [9]E aggiungeva: <<Siete veramente abili nell'eludere il comandamento di Dio, per osservare la vostra tradizione. [10]Mosè infatti disse: Onora tuo padre e tua madre, e chi maledice il padre e la madre sia messo a morte. [11]Voi invece dicendo: Se uno dichiara al padre o alla madre: è Korbàn, cioè offerta sacra, quello che ti sarebbe dovuto da me, [12]non gli permettete più di fare nulla per il padre e la madre, [13]annullando così la parola di Dio con la tradizione che avete tramandato voi. E di cose simili ne fate molte>>.

18

Gesù, usando la frase di Isaia che meditiamo oggi e applicandola alla

situazione religiosa del suo popolo ci invita in maniera molto chiara a

superare ogni ipocrisia religiosa che in sé è una bruttissima forma di

ateismo perché quasi pretende che Dio non conosca la realtà delle cose

e delle persone e si accontenti dell‟esteriorità.

E‟ vero che noi uomini non possiamo giudicare perché vediamo le

apparenze e spesso non conosciamo l‟intimo dei nostri fratelli, ma non

vi sembra che questa ipocrisia religiosa sia tuttora imperante in mezzo

a noi e qualche volta giochi la sua parte anche in noi stessi? Capita

sovente di entrare in certe chiese e di vedere come molte persone

siano lì senza saper troppo bene il perché, a volte si capisce che per lo

stesso celebrante la Messa è una serie di riti da assolvere nel modo più

veloce possibile per poter passare ad altro, altre volte vedi persone che

sbuffano e che guardano l‟orologio in continuazione, ci sono poi

parecchi che, appena fatta la comunione, escono di chiesa: avranno

tutti appuntamenti importantissimi o bambini piccoli di cui prendersi

cura? Ma non ci scopriamo un po‟ ipocriti noi stessi quando preghiamo

personalmente e alla fine delle preghiere ci accorgiamo di aver pensato

a tutto fuorché al Signore? Non siamo un po‟ ipocriti quando magari

siamo scrupolosi nell‟osservare l‟astinenza dalle carni i venerdì di

quaresima e poi lasciamo passare pensieri e disonestà con la scusa che

intanto fanno tutti così?

Dio non lo si inganna, egli conosce il nostro intimo e certamente

davanti a Lui questo può scusarci per certe azioni esteriori non

completamente corrette ma dettate da amore, ma nello stesso tempo

ci condanna per quelle apparenze di buonismo religioso che non

corrispondono all‟atteggiamento del cuore.

MERCOLEDI’ 11 FEBBRAIO

Una scheggia di preghiera:

AAPPRRII,, SSIIGGNNOORREE IILL NNOOSSTTRROO CCUUOORREE

EE CCOOMMPPRREENNDDEERREEMMOO LLEE PPAARROOLLEE DDEELL FFIIGGLLIIOO TTUUOO

Tra i santi di oggi ricordiamo: ELOISA, Santa

Ancor giovane rimase vedova. Donò allora gran parte dei suoi beni

all‟abbazia benedettina di Meulan, si risposò ma rimase nuovamente

vedova e decise allora di consacrarsi totalmente a Dio. Si fece murare

in una cella presso la basilica di Coulombs. Morì in grande

considerazione di santità nel 1060.

Parola di Dio: 1Re 10,1-10; Sal. 36; Mc. 7,14-23

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Dal Vangelo secondo Marco 7,14-23

[14]Chiamata di nuovo la folla, diceva loro: <<Ascoltatemi tutti e intendete bene: [15]non c'è nulla fuori dell'uomo che, entrando in lui, possa contaminarlo; sono invece le cose che escono dall'uomo a contaminarlo>>. [16]. [17]Quando entrò in una casa lontano dalla folla, i discepoli lo interrogarono sul significato di quella parabola. [18]E disse loro: <<Siete anche voi così privi di intelletto? Non capite che tutto ciò che entra nell'uomo dal di fuori non può contaminarlo, [19]perché non gli entra nel cuore ma nel ventre e va a finire nella fogna?>>. Dichiarava così mondi tutti gli alimenti. [20]Quindi soggiunse: <<CIÒ CHE ESCE DALL'UOMO, QUESTO SÌ CONTAMINA L'UOMO. [21]Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono le intenzioni cattive: fornicazioni, furti, omicidi, [22]adultèri, cupidigie, malvagità, inganno, impudicizia, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. [23]Tutte queste cose cattive vengono fuori dal di dentro e contaminano l'uomo>>.

Continua anche oggi il discorso di Gesù sull‟ipocrisia religiosa e mette in

evidenza una altra forma della sua presenza in mezzo a noi. Siccome ci

è difficile accettare le nostre miserie, vedere il nostro peccato e poi

combatterlo con tutte le nostre forze, noi spesso preferiamo vederne la

causa fuori di noi e attribuirne la colpa a qualcun altro. Non è forse

vero che, magari proprio nel momento in cui ci confessiamo, diciamo

che “Siamo uomini, siamo deboli”, “Facciamo i peccati di tutti” o che

“Io sono bravo ma il diavolo mi tenta e mi fa peccare”.

Che ci sia il diavolo che tenta è vero, che noi abbiamo un carattere

debole può essere vero (come mai però in certe situazioni in cui ci

pungono su cose di nostro interesse il nostro carattere è tutt‟altro che

debole?), ma è altrettanto vero che le scelte morali dipendono da noi:

siamo noi che decidiamo o meno di ingannare il nostro prossimo, siamo

noi che diamo spazio alla superbia, all‟impudicizia, siamo ancora noi

che decidiamo di vivere per amore o per i soldi, per gli affetti sinceri o

per il possesso dell‟altro. Il male e il bene, ci dice Gesù sono nel tuo

cuore, certo il diavolo, il mondo, la tua propensione a trovare

soddisfazione immediata nelle cose, il fatto che siano in molti a

scegliere così, ti rendono più allettante la strada del male, ma se tu

non contrapponi la strada del bene, le indicazioni di Gesù, la forza del

suo Spirito che se invocato viene in tuo soccorso, sarai tu a sceglierla.

Oggi ricordando le apparizioni della Madonna a Lourdes, pensiamo al

messaggio che Maria ci porta tutte le volte in cui appare: convertirsi,

lavarsi dai peccati. Ma per poterlo fare occorre riconoscere il male

20

dentro di noi e ripartire con la forza di Dio per fare emergere il bene

che è altrettanto seminato nel nostro cuore e che sta a noi tirare fuori.

GIOVEDI’ 12 FEBBRAIO

Una scheggia di preghiera:

PPEERRDDOONNAA,, SSIIGGNNOORREE,, LLEE NNOOSSTTRREE IINNFFEEDDEELLTTAA’’

Tra i santi di oggi ricordiamo: NICOLA DI LONGOBARDI, Beato

Era nato a Longobardi, in Calabria nel 1649. Figlio di poveri fu umile e

semplice ma ricco di Dio. Attratto dalla spiritualità di San Francesco da

Paola entrò nei “Minimi”. Visse nella preghiera e nel servizio. Sopportò

con amore penitenze e malattia. Morì nel 1679.

Parola di Dio: 1Re 11,4-13; Sal. 105; Mc. 7,24-30

Dal Vangelo secondo Marco 7,24-30

[24]Partito di là, andò nella regione di Tiro e di Sidone. Ed entrato in una casa, voleva che nessuno lo sapesse, ma non potè restare nascosto. [25]Subito una donna che aveva la sua figlioletta posseduta da uno spirito immondo, appena lo seppe, andò e si gettò ai suoi piedi. [26]Ora, quella donna che lo pregava di scacciare il demonio dalla figlia era greca, di origine siro-fenicia. [27]Ed egli le disse: <<Lascia prima che si sfamino i figli; non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini>>. [28]Ma essa replicò: <<SÌ, SIGNORE, MA ANCHE I CAGNOLINI SOTTO LA TAVOLA MANGIANO DELLE BRICIOLE DEI FIGLI>>. [29]Allora le disse: <<Per questa tua parola và, il demonio è uscito da tua figlia>>. [30]Tornata a casa, trovò la bambina coricata sul letto e il demonio se n'era andato.

Mi è capitato sovente di incontrare persone che, quasi a chiedere al

sacerdote se fosse giusto, mi dicevano: “Io non so se prego perché il

più delle volte non di dico le preghiere, ma con Dio ci parlo”. E mi è

anche capitato di incontrare qualcuno che mi ha detto: “Io con il

Signore ci litigo”.

La preghiera non ha limiti, la preghiera è il dialogo dell‟uomo con Dio e

di Dio con l‟uomo. Se noi ci ricordiamo di questo e non mettiamo nella

preghiera il formalismo freddo delle formule e se non ci mettiamo noi al

centro del pregare, ma se davvero mettiamo Lui riconoscendo chi sia,

poi possiamo tutto: la preghiera diventa ascolto,lode silenziosa,

contemplazione meravigliata e riconoscente attraverso la natura,

invocazione per noi e per altri, espressione dei nostri dubbi e

interrogativi per cercare una risposta…

21

Questa donna siro-fenicia è venuta da Gesù per due motivi: primo

perché sua figlia è malata, indemoniata, e lei le vuole bene e

desidererebbe vederla guarita e poi perché crede che Gesù possa fare il

miracolo. Non si lascia allora smontare dalle prime parole di Gesù che

sembrano non considerarla perché straniera, anzi la sua fede la porta a

rispondere con rispetto ma per le rime a Gesù, ed è questa la fede che

Gesù si aspetta da noi: una fede, sincera, non ipocrita, coraggiosa, non

paurosa, che non si ferma davanti alle prime difficoltà, che sa

rispondere con fermezza anche davanti alla prime apparenti risposte

negative di Dio. Questa è la fede e la preghiera che “riescono a

spostare le montagne”.

VENERDI’ 13 FEBBRAIO

Una scheggia di preghiera:

FFAA’’ CCHHEE AASSCCOOLLTTIIAAMMOO,, SSIIGGNNOORREE,, LLAA TTUUAA VVOOCCEE

Tra i santi di oggi ricordiamo: FOSCA, Santa Martire

Di nobile famiglia pagana, Fosca ancora quindicenne si fece battezzare

insieme alla sua nutrice Maura. Siamo nel 250 mentre imperversa la

persecuzione contro i cristiani. Il padre di Fosca denunciò lui stesso la

figlia. Fosca e Maura vennero torturate e poi decapitate. Le

reliquie delle due sante unite in vita e in morte dalla fede si trovano

tuttora riunite nella chiesa dell'isola di Torcello, vicino a Venezia.

Parola di Dio: 1Re 11,29-32;12.19; Sal. 80; Mc.7,31-.37

Dal Vangelo secondo Marco 7,31-.37

[31]Di ritorno dalla regione di Tiro, passò per Sidone, dirigendosi verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli. [32]E GLI CONDUSSERO UN SORDOMUTO, PREGANDOLO DI IMPORGLI LA MANO. [33]E portandolo in disparte lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; [34]guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro E DISSE: <<EFFATÀ>> CIOÈ: <<APRITI!>>. [35]E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente. [36]E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo raccomandava, più essi ne parlavano [37]e, pieni di stupore, dicevano: <<Ha fatto bene ogni cosa; fa udire i sordi e fa parlare i muti!>>.

Ricordo che ad una riunione di preti di parecchi anni fa, quando ancora

c‟era serenità nell‟incontrarsi, si era letto proprio questo brano di

Vangelo e un giovane pretino cercava di interpretare l‟ “Apriti” di Gesù

in questo modo: “Ci sarebbe bisogno oggi che si aprissero tante

22

orecchie che non sanno più ascoltare la Parola di Dio e che si aprissero

tante bocche per dire la realtà del nostro cristianesimo”. Sorridendo

bonario, un anziano parroco gli rispondeva: “Sono d‟accordo per le

orecchie: tutti dovremmo imparare ad ascoltare di più, specialmente

noi preti dovremmo imparare ad ascoltare sia Dio che le necessità della

nostra gente, ma in quanto alle bocche…E‟ vero che qualcuna dovrebbe

testimoniare maggiormente la fede, ma altre stessero un po‟ zitte

invece di fare tanti inutili salotti religiosi, invece di partecipare alla fiera

delle vanità religiose, invece di predicare teologie astruse dimenticando

la semplicità del Vangelo.”

Credo proprio che entrambi i preti avessero ragione nell‟interpretare

questo miracolo di Gesù. Lui è la Parola e la Parola per portare frutto

deve essere ascoltata e accolta. Ci vogliono orecchie non solo capaci di

ascoltare, ma anche di discernere tra le tante parole suadenti che

giungono a noi e la Sua che è una Parola di Vita. Proprio questa Parola

poi ci invita all‟amore e quindi ad essere attenti ai fratelli, ai loro

bisogni, alle necessità, alle paure, alle gioie, alle prove e alle

sofferenze. E poi ci vuole lingua, cioè tutta la nostra vita, dopo la

venuta di Gesù non può più essere la stessa ma deve diventare un

annuncio gioioso della buona notizia che è giunta a noi. Ma questo non

lo si fa a base di chiacchiere, lo si esprime con tutto se stessi, con le

proprie scelte, con la coerenza. Le parole certamente servono, possono

comunicare, Gesù stesso le ha usate, ma le sue non erano parole

difficili, non erano parole ipocrite o false, erano invece parole semplici,

misurate, adatte alle orecchie di chi lo ascoltava. Sorridendo anche noi

possiamo allora riflettere e attenerci a quel vecchio motto che dice: “Il

Signore ti ha dato due orecchie per sentire e una lingua sola per

parlare per di più con dei denti per tenerla legata”, ci sarà un motivo?

SABATO 14 FEBBRAIO

Una scheggia di preghiera:

SSIIGGNNOORREE,, HHAAII MMAANNIIFFEESSTTAATTOO LLAA TTUUAA SSAALLVVEEZZZZAA

Tra i santi di oggi ricordiamo: VALENTINO,

Santo Vescovo di Terni, Martire

Poco sappiamo di questo Santo patrono degli innamorati. Una “passio”

narra che Valentino, vescovo di Terni fosse stato chiamato a Roma per

pregare per un malato e per guarirlo. Lì fu riconosciuto come cristiano

e decapitato. Un‟altra tradizione dice che, arrestato, ridiede la vista alla

figlia cieca del giudice che si convertì. Ma l‟imperatore mise a morte

tutti e tre.

23

Parola di Dio nella festa dei santi CIRILLO E METODIO:

Is. 52,7-10; Sal. 95; Mc. 16,15-20

Dal Vangelo secondo Marco 16,15-20

[15]Gesù disse loro: <<Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura. [16]Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato. [17]E questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno i demòni, parleranno lingue nuove, [18]prenderanno in mano i serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno, imporranno le mani ai malati e questi guariranno>>. [19]Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu assunto in cielo e sedette alla destra di Dio. [20]ALLORA ESSI PARTIRONO E PREDICARONO DAPPERTUTTO, MENTRE IL SIGNORE OPERAVA INSIEME CON LORO E CONFERMAVA LA PAROLA CON I PRODIGI CHE L'ACCOMPAGNAVANO.

Oggi, festa dei santi Cirillo e Metodio che furono missionari del Vangelo

presso i popoli slavi, ancora rifacendoci al pensiero che meditavamo ieri

circa le orecchie e la bocca da aprire vi propongo una preghiera di

Michel Quoist in cui mi sono abbastanza rispecchiato e che penso possa

avere diversi suggerimenti per ciascuno:

Signore perdona l‟errore o la segreta compiacenza di coloro che, nel

tuo nome, si rifugiano nelle sacrestie o nelle chiese, disertando il

mondo. Ma perdona anche a noi, e soprattutto a me, perché sappiamo

che sei in mezzo a noi, infinitamente presente, e lo dimentichiamo così

spesso.

Perché mai avere paura e guardare sempre il lato oscuro delle cose e

degli avvenimenti? Perché non essere quel “veggente” che ti scopre

bisognoso in mezzo a noi?

Non devo affatto fuggire il mondo, dal momento che tu mi aspetti nel

mondo. Non devo cercare di “collocarti nella vita” dal momento che tu

mi precedi in essa. Non devo diffidare dell‟azione, dal momento che tu

mi chiedi di raggiungerti nella tua.

Guarisci la mia cecità, o Signore, perché possa vederti, mentre mi fai

segno. Guarisci la mia sordità, perché possa sentire i tuoi appelli e,

avendoti riconosciuto, possa un giorno pronunciare il tuo nome.

Donami di non parlare di te come un Dio lontano, per tutti

inaccessibile, ma come un Amico venuto in mezzo a noi, a lavorare

assieme a noi al regno del Padre tuo.

“Il Regno di Dio è in mezzo a voi”. Perdonami, Signore, di dimenticarlo

così spesso. “Io sarò con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo”.

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Perdonami, Signore, di agire, nel mio orgoglio, come se fossi solo nel

cantiere del mondo.

DOMENICA 15 FEBBRAIO

VI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO C

Una scheggia di preghiera:

BBEEAATTOO CCHHII PPOONNEE LLAA SSPPEERRAANNZZAA NNEELL SSIIGGNNOORREE

Tra i santi di oggi ricordiamo: FAUSTINA, Santa

Nella metà del IV secolo, nei pressi di Piacenza, due sorelle, Faustina e

Liberata, si innamorarono di Cristo. Desiderose entrambe di vivere

questo amore in modo radicale ed esclusivo, si ritirarono a vita ascetica

nei pressi di Como e vi fondarono un monastero. Qui, sempre più

innamorate di Cristo, morirono verso il 580.

Parola di Dio: Ger. 17,5-8; Sal 1; 1Cor. 15,12.16-20; Lc. 6,17.20-26

Dal Vangelo secondo Luca 6,17.20-26

[17]Disceso con loro, si fermò in un luogo pianeggiante. C'era gran

folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da

Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidone. [20]Alzati gli occhi verso

i suoi discepoli, Gesù diceva: <<BEATI VOI poveri, perché vostro è il

regno di Dio. [21]BEATI VOI che ora avete fame, perché sarete

saziati. BEATI VOI che ora piangete, perché riderete. [22]BEATI VOI

quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e

v'insulteranno e respingeranno il vostro nome come scellerato, a causa

del Figlio dell'uomo. [23]Rallegratevi in quel giorno ed esultate, perché,

ecco, la vostra ricompensa è grande nei cieli. Allo stesso modo infatti

facevano i loro padri con i profeti. [24]Ma GUAI A VOI, ricchi, perché

avete gia la vostra consolazione. [25]GUAI A VOI che ora siete sazi,

perché avrete fame. GUAI A VOI che ora ridete, perché sarete afflitti e

piangerete. [26]GUAI quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo

stesso modo infatti facevano i loro padri con i falsi profeti.

Se mi guardo intorno sembra che nel nostro mondo tutti sappiano in

che cosa consiste la felicità: sei felice se hai un bel fisico, se ti tieni in

forma (e sei sano!), se hai un bel lavoro di responsabilità con molti,

molti soldi, se sai parlare, hai fascino, sei un po‟ spregiudicato,

politicamente corretto, se hai una bella moglie e magari anche una

altrettanto bella amante, sei hai una macchina bella, casa bella, se…

se… se… Poi magari ci guardiamo allo specchio e scopriamo che non

sono un gran bellezza, il lavoro è solo discreto e ho sempre a che fare

25

con quel problema di stomaco, eccomi quindi declassato alla categoria

degli infelici. Allora, il raggiungimento della felicità è destinato a pochi,

pochissimi eletti?

Anche Dio ha qualcosa da dire a proposito di felicità. Una pagina forte e

forse anche indigesta, il Vangelo di oggi. Però, dobbiamo ammetterlo,

visto che è Dio che ci ha costruiti, fabbricati, magari sa meglio di tutti

come funzioniamo,che cosa ci rende felici. “Beati” dice Gesù. E subito

una delusione: “beati voi poveri… voi che piangete…”. Ma come? Cosa

significa? Prima di tutto la beatitudine, la felicità non consiste certo

nella povertà, nella sofferenza (non facciamo dire stupidaggini a Gesù:

Dio non ama la sofferenza!) ma in Dio, perché chi soffre, chi ha fame si

rivolge a lui. E‟ come se Gesù dicesse: “Se, malgrado la povertà, la

sofferenza, la persecuzione, sei felice, allora la tua felicità è posta

altrove: beato”. Sì, amici, Gesù svela che l‟origine della felicità è nel

sentirsi amato da Dio, nel leggere la propria storia nella grande storia

d‟amore di Dio. La beatitudine è altrove, è dentro, è in Dio. Beato se

capisci questo: allora neppure la sofferenza, la povertà, la fame

possono distaccarti da questo grande oceano di felicità che è il cuore di

Dio. E Luca aggiunge a sorpresa quattro “guai”: ce lo vediamo Gesù

che alza lo sguardo verso Gerusalemme e vede i ricchi, i sazi, i

prepotenti e annuncia loro i “guai”. No, Gesù non maledice, Dio è

incapace di augurare il male lui che è bene. Gesù vede la conseguenza

di una ricchezza, di un‟arroganza che chiudono il cuore. Un cuore sazio

si dimentica, un cuore affannato non si accorge della verità, un cuore in

ansia per la ricchezza è schiavo, non libero, del proprio potere. Siamo

dunque posti di fronte a due scelte: la mentalità di questo mondo che

ci dice che per essere felici occorre essere e possedere, riuscire e

apparire, o quella di Gesù che dice che basta lasciarsi incontrare da

Dio.

LUNEDI’ 16 FEBBRAIO

Una scheggia di preghiera:

DDOONNAACCII,, SSIIGGNNOORREE LLAA TTUUAA SSAAPPIIEENNZZAA

Tra i santi di oggi ricordiamo: LUCILIA Santa Martire

Una delle più grandi persecuzioni contro i cristiani fu quella di

Diocleziano. Anche Lucilia fu una delle tante giovani che, piuttosto che

rinnegare Cristo preferì la morte lasciando insieme agli altri martiri la

testimonianza che per Cristo e con Cristo si può soffrire sorridendo,

cantando, pregando

Parola di Dio: Gc. 1,1-11; Sal. 118; Mc. 8,11-13

26

Dal Vangelo secondo Marco 8,11-13

[11]Allora VENNERO I FARISEI E INCOMINCIARONO A DISCUTERE CON LUI, CHIEDENDOGLI UN SEGNO DAL CIELO, PER METTERLO ALLA PROVA. [12]Ma egli, traendo un profondo sospiro, disse: <<Perché questa generazione chiede un segno? In verità vi dico: non sarà dato alcun segno a questa generazione>>. [13]E lasciatili, risalì sulla barca e si avviò all'altra sponda.

Ci sono persone che pensano che la fede si conquisti in base a

discussioni, ragionamenti o segni straordinari. Mi piace l‟atteggiamento

di Gesù nei confronti di questi farisei amanti delle dispute religiose e

ricercatori di segni straordinari del cielo: non li maltratta, non ricorda

loro che la Parola di Dio la si accoglie e non la si discute, non dice a

loro che il segno di Dio lo hanno davanti agli occhi e proprio perché

presi da sé stessi non riescono a vederlo, ma sospira deluso della loro

durezza di cuore e li lascia alle loro chiacchiere religiose andandosene.

“Reverendo, mi dimostri l‟esistenza di Dio in modo inconfutabile, solo

allora io crederò”. Una volta, anch‟io credevo che con la ragione, la

filosofia, la scienza si potesse dare una risposta a tutti gli interrogativi

della vita, credevo che lo studio, il dialogo, la discussione fossero

sufficienti per conoscere tutto, oggi dico che lo studio è necessario, che

il dialogo è un‟ottima strada per confrontarsi con altri, ma sempre più

sono convinto che le nostre conoscenze scientifiche sono molto limitate

e che per la fede occorra una conoscenza diversa, vitale ed esistenziale

perché essa possa radicarsi in noi; credo nel valore delle parole, dei

ragionamenti ma so che essi sono talmente legati alla persona che

anche chi cerca di essere più corretto non può essere asettico durante

una discussione e poi per esperienza posso dire che se dopo certe

discussioni, dopo certi ragionamenti si può uscire rasserenati, dopo la

maggioranza di essi si esce con le idee da cui si era partiti o anche

rafforzati in esse e pure con un certo astio per chi non la pensa come

noi.

La Bibbia ha tanto da insegnarci: essa parla di una unità antropologica

dell‟uomo. Cerco di spiegare: l‟uomo in qualunque atto, si pone con

tutto se stesso, anima, corpo, ragionamenti, sentimenti, storia passata,

paure, carattere, desideri e speranze. Noi non cerchiamo solo una

risposta intellettuale e ragionata ai misteri, noi cerchiamo Qualcuno che

dia senso a tutta la nostra vita.

Auguro a me e a tutti voi di fare questa esperienza: lasciamo per una

volta da parte gli interrogativi, le discussioni, le parole e proviamo ad

incontrarci con Gesù Cristo a tu per tu, portando senza paura tutto noi

stessi, contraddizioni comprese. Sono convinto che quando lo avremo

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incontrato, non solo molti dubbi passeranno, ma troveremo anche il

vero volto di noi stessi.

MARTEDI’ 17 FEBBRAIO

Una scheggia di preghiera:

LLAA TTUUAA GGRRAAZZIIAA,, SSIIGGNNOORREE,, CCII SSOOSSTTIIEENNEE

Tra i santi di oggi ricordiamo: FULDRADO O FULRADO, Santo,

Monaco

Era nato in Alsazia all‟inizio del secolo VIII . Discendente da nobile

famiglia, consigliere di Pipino il Breve, fondò chiese e monasteri e si

adoperò attivamente per la restaurazione del potere temporale del

papa in Italia. Morì nell‟abbazia di Saint Denis nel 784 .

Parola di Dio: Gc. 1,12-18; Sal 93; Mc. 8,14-21

Dal Vangelo secondo Marco 8,14-21

[14]Ma i discepoli avevano dimenticato di prendere dei pani e non avevano con sé sulla barca che un pane solo. [15]Allora egli li ammoniva dicendo: <<FATE ATTENZIONE, GUARDATEVI DAL LIEVITO DEI FARISEI E DAL LIEVITO DI ERODE!>>. [16]E quelli dicevano fra loro: <<Non abbiamo pane>>. [17]Ma Gesù, accortosi di questo, disse loro: <<Perché discutete che non avete pane? Non intendete e non capite ancora? Avete il cuore indurito? [18]Avete occhi e non vedete, avete orecchi e non udite? E non vi ricordate, [19]quando ho spezzato i cinque pani per i cinquemila, quante ceste colme di pezzi avete portato via?>>. Gli dissero: <<Dodici>>. [20]<<E quando ho spezzato i sette pani per i quattromila, quante sporte piene di pezzi avete portato via?>>. Gli dissero: <<Sette>>. [21]E disse loro: <<Non capite ancora?>>.

Per non correre lo stesso rischio dei discepoli che sentendo questa frase

di Gesù pensavano al pane che avevano dimenticato di comperare,

chiediamoci anche noi quale sia il lievito dei farisei e di Erode.

In queste settimane abbiamo letto diversi brani di Vangelo in cui Gesù

rimproverava i farisei di ipocrisia religiosa: la colpa dei farisei non è

quella di essere credenti legati all‟osservanza della legge di Dio è aver

utilizzato la legge di Dio per garantire la propria bontà e per sentirsi

così capaci, grazie all‟osservanza, di ottenere da soli la salvezza ed

ergersi quindi giudici del prossimo. Il lievito di Erode, re di Israele che

dovrebbe anche esprimere l‟unità della fede del suo popolo, è aver

mischiato potere e fede al punto che la fede se ne è andata ed è

rimasta solo la ricerca del potere. Il lievito poi, se messo nella pasta la

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fa lievitare tutta, allora sia Erode che i farisei hanno sulla coscienza non

solo di aver travisato il pensiero di Dio, non solo vivono loro una forma

di ateismo che ha sostituito se stessi al posto di Dio, ma hanno la

grande colpa di trasmettere questa mentalità al popolo intero.

Quello di oggi è dunque un grande esame di coscienza per noi cristiani

e soprattutto per chi ha maggiori responsabilità nei confronti del

popolo. Quando la religione, l‟osservanza, il ritualismo prendono il

posto della fede, non solo oscurano Dio ma fanno perdere il vero senso

della fede agli altri. Esempi grandi nella storia della Chiesa: tutte le

volte che per voler difendere a tutti i costi l‟ortodossia della fede (o

spesso delle istituzioni religiose umane) ci si è dimenticati del

comandamento dell‟amore, dell‟attenzione al fratello, del dialogo

costruttivo, del perdono vicendevole nella comunità, sono nate le cacce

alle streghe, i roghi della Inquisizione, l‟intransigenza religiosa con

conseguente grande rischio di ateismo non solo per i religiosi ma anche

per tutto il popolo. Se noi, oggi, lamentiamo una certa disaffezione o

formalismo religioso di buona parte del popolo non sarà anche per

colpa di chi con motivazioni pseudo-religiose ha voluto tener lontana la

gente dalla Scrittura, di chi ha preferito rifugiarsi nel potere gerarchico

senza tener conto dei veri bisogni delle persone? E noi personalmente

non corriamo il rischio di lasciarci infettare dal lievito di Erode e dei

farisei tutte le volte che utilizziamo il religioso per i nostri interessi

personali, per apparire diversi da quello che in realtà siamo, per

conquistare, anche all‟interno del religioso, la nostra piccola fetta di

potere?

MERCOLEDI’ 18 FEBBRAIO

Una scheggia di preghiera:

DDOONNAACCII,, SSIIGGNNOORREE,, OOCCCCHHII PPEERR VVEEDDEERREE IILL TTUUOO VVOOLLTTOO

Tra i santi di oggi ricordiamo: COSTANZA DI Vercelli Santa

Visse nella prima metà del secolo VI ed era sorella di Costanzo, Santo

Vescovo di Vercelli. Fu persona umile e modesta negli atti e,

consacrandosi a Lui, dedicò tutta la sua vita al Signore.

Parola di Dio: Gc. 1,19-27; Sal. 14; Mc. 8,22-26

Dal Vangelo secondo Marco 8,22-26

[22]Giunsero a Betsàida, dove GLI CONDUSSERO UN CIECO PREGANDOLO DI TOCCARLO. [23]Allora preso il cieco per mano, lo condusse fuori del villaggio e, dopo avergli messo della saliva sugli occhi, gli impose le mani e gli chiese: <<Vedi qualcosa?>>. [24]Quegli, alzando

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gli occhi, disse: <<Vedo gli uomini, poiché vedo come degli alberi che camminano>>. [25]Allora gli impose di nuovo le mani sugli occhi ed egli ci vide chiaramente e fu sanato e vedeva a distanza ogni cosa. [26]E lo rimandò a casa dicendo: <<Non entrare nemmeno nel villaggio>>.

Questo brano di vangelo mi fa entrare ammirato e in punta di piedi nel

mistero dell‟umanità di Gesù. Egli è il Figlio di Dio Onnipotente, con una

sua parola può calmare il mare, la sua stessa presenza fa fuggire i

demoni, con una parola richiama Lazzaro dalla tomba, ma Gesù, il

Figlio di Dio, nato povero per stare con i poveri e per salvare i poveri,

non usa mai arbitrariamente dei suoi poteri e solo in casi estremi e

come testimonianza per noi manifesta la sua superiorità sull‟ordine

delle cose. La maggioranza dei suoi miracoli sono invece un linguaggio

semplice perché noi poveri uomini capiamo Lui e il suo amore. Qui

Gesù è davanti ad un cieco (e nella vita quanti di noi sono non vedenti

del bello, del vero, di Dio…), lo portano da Gesù perché da solo non

può arrivarci (quanto grande amore è il compito di coloro che portano

altri da Gesù), gli chiedono, secondo tutta una serie di credenze di

toccarlo (basta il contatto tra il divino e l‟umano perché l‟umano sia

risanato e santificato). Gesù non solo gli toccherà gli occhi ma lo

prende per mano (Gesù è la mano di Dio per la nostra umanità). Poi lo

porta fuori del villaggio (la vera guarigione portata da Gesù è

soprattutto interiore, non ha bisogno di chiasso, di chiacchiere, deve

avvenire in un tu per tu di cuori) e compie dei gesti che sembrano

quelli di un guaritore (Gesù può tutto ma per farsi capire e amare usa il

linguaggio dei segni che noi uomini possiamo comprendere). Gesù

accetta che la guarigione del cieco avvenga “a puntate” (Gesù non

forza mai la nostra umanità accetta con pazienza i nostri “tempi

lunghi”). Una volta guarito il cieco è invitato a non entrare neanche nel

villaggio (per Gesù la testimonianza è una cosa che deve nascere dal

cuore e non attraverso un battage pubblicitario e poi Gesù rispetta

l‟uomo nella sua totalità: chi è arrivato a vederci deve prima maturare

il senso di quello che ha ricevuto, poi lo manifesterà ad altri).

GIOVEDI’ 19 FEBBRAIO

Una scheggia di preghiera:

CCEELLEEBBRRAATTEE CCOONN MMEE IILL SSIIGGNNOORREE,, EESSAALLTTIIAAMMOO IINNSSIIEEMMEE IILL SSUUOO NNOOMMEE

Tra i santi di oggi ricordiamo: MANSUETO, Santo Vescovo

Mansueto fu vescovo di Milano verso il 670 e contrariamente a quanto

il suo nome indicava, si trovò a lottare contro gli eretici: scrisse,

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predicò, condannò. Ad una cosa sola si arrese con mansuetudine: alla

morte.

Parola di Dio: Gc. 2,1-9; Sal. 33; Mc. 8,27-33

Dal Vangelo secondo Marco 8,27-33

[27]Poi Gesù partì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarèa di Filippo; e per via interrogava i suoi discepoli dicendo: <<Chi dice la gente che io sia?>>. [28]Ed essi gli risposero: <<Giovanni il Battista, altri poi Elia e altri uno dei profeti>>. [29]Ma egli replicò: <<E VOI CHI DITE CHE IO SIA?>>. Pietro gli rispose: <<Tu sei il Cristo>>. [30]E impose loro severamente di non parlare di lui a nessuno. [31]E cominciò a insegnar loro che il Figlio dell'uomo doveva molto soffrire, ed essere riprovato dagli anziani, dai sommi sacerdoti e dagli scribi, poi venire ucciso e, dopo tre giorni, risuscitare. [32]Gesù faceva questo discorso apertamente. Allora Pietro lo prese in disparte, e si mise a rimproverarlo. [33]Ma egli, voltatosi e guardando i discepoli, rimproverò Pietro e gli disse: <<Lungi da me, satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini>>.

Tutto dipende dalla risposta che diamo a questa domanda.

C‟ è qualcuno che non è interessato e quindi non risponde, c‟è qualcuno

che risponde solo con le parole, ma alla fine di Gesù non gliene importa

molto: ha tante altre cose a cui pensare.

Poi ci sono le risposte umane: Gesù è un uomo buono, Gesù è un

giusto che ha insegnato una morale che se fosse osservata da tutti

staremmo meglio, Gesù e il movimento che ha suscitato hanno

cambiato in bene e in male la storia, Gesù è il prodotto di una forma di

isteria religiosa collettiva che si è costruita attorno ad un personaggio,

Gesù è un mistificatore che si è fatto passare per quello che non era,

Gesù è ben diverso da quello che il cristianesimo ci presenta, Gesù è un

santone come ce ne sono tanti, Gesù è l‟universalità del messaggio che

sta al fondo di ogni cuore umano…

E poi c‟ è la risposta di fede, quella di Pietro: “Tu sei il Cristo, il Figlio di

Dio!”. Se noi arriviamo anche grazie allo Spirito Santo a dare questa

risposta allora cambia tutto. Perché se Gesù è solo un uomo buono,

anche i buoni possono ingannarsi mentre Dio non può essere bugiardo,

perché se Gesù è solo un uomo come me possiamo con Lui fare una

rivoluzione sociale, culturale ma otterremo solo di cambiare un ordine

per costituirne un altro con dei limiti terreni; ma se Lui è il Figlio di Dio

può cambiarci all‟interno del cuore; se è solo un fondatore di religioni

avremmo una religione in più delle tante che già ci sono ma se è Figlio

di Dio, grazie a Lui Figli di Dio lo siamo anche noi; se è solo un uomo

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tutto finisce su questa terra, ma se è Dio tutto odora di resurrezione e

di eternità…

Lasciando da parte le abitudini, le tradizioni, proviamo oggi a dare una

risposta sincera alla domanda di Gesù vedendo in concreto che cosa

essa comporta per la nostra vita e per le nostre scelte.

VENERDI’ 20 FEBBRAIO

Una scheggia di preghiera:

LLAA TTUUAA LLEEGGGGEE,, SSIIGGNNOORREE,, EE’’ FFOONNTTEE DDII GGIIOOIIAA

Tra i santi di oggi ricordiamo: CHERUBINO DI AVIGLIANA, Beato

Era nato nel 1451 ad Avigliana dalla nobile famiglia Testa. Sentì fin da

ragazzo il desiderio di darsi totalmente a Dio e vestì l‟abito degli

Eremitani che avevano un convento proprio ad Avigliana. Era un

mistico, contemplativo. Passava ore e ore a piangere davanti al

crocifisso. Ebbe una vita breve (morì a 29 anni) ma il suo stile era

quello della preghiera, della mortificazione e della obbedienza. Muore il

17 settembre 1479. Vengono citati alcuni fatti miracolosi ad esempio il

giorno della sua morte tutte le campane di Avigliana e dei dintorni si

misero a suonare da sole e a festa quasi a sottolineare il suo transito ai

cieli. Riesumando il suo corpo trovarono che sul suo cuore era fiorito un

giglio segno della sua purezza

Parola di Dio: Gc. 2,14-24.26; Sal. 11; Mc. 8,34-9,1

Dal Vangelo secondo Marco 8,34-9,1

[8:34]Convocata la folla insieme ai suoi discepoli, disse loro: <<Se qualcuno vuol venire dietro di me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. [35]Perché chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del vangelo, la salverà. [36]CHE GIOVA INFATTI ALL'UOMO GUADAGNARE IL MONDO INTERO, SE POI PERDE LA PROPRIA ANIMA? [37]E che cosa potrebbe mai dare un uomo in cambio della propria anima? [38]Chi si vergognerà di me e delle mie parole davanti a questa generazione adultera e peccatrice, anche il Figlio dell'uomo si vergognerà di lui, quando verrà nella gloria del Padre suo con gli angeli santi>>.[9:1]E diceva loro: <<In verità vi dico: vi sono alcuni qui presenti, che non morranno senza aver visto il regno di Dio venire con potenza>>.

Ma, abbiamo ancora un anima?

A Natale un amico mi ha regalato un bel libro di Gianfranco Ravasi:

“Breve storia dell‟anima”, uno di quei libri che a me piace definire come

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miniera dove trovi di tutto. Riprendo proprio dall‟introduzione alcune

osservazioni che ci aiutano a comprendere la parola di Gesù di oggi.

Diceva Michaele Ende: “Siamo andati avanti così rapidamente in tutti

questi anni che ora dobbiamo sostare un attimo per consentire alle

nostre anime di raggiungerci.”

Si, la vita contemporanea si è fatta sempre più frenetica, la tecnica

sempre più sofisticata, la corsa al piacere sempre più accelerata.

L‟anima che ha bisogno di quiete, di serenità, di distacco, che si nutre

di riflessione e di silenzio, è rimasta indietro, persa nelle brume delle

campagne abbandonate, sospesa sulle vette dei monti, ondeggiante

nelle distese marine, ove, forse la si ritrova per qualche istante durante

la sosta per le feste estive, Ma subito dopo la si perde, la si lascia per

strada mentre si corre ad immergersi nel frastuono della città, nella

rete degli impegni, nel flusso delle cose e degli eventi.

Abbiamo bisogno di riscoprire che abbiamo un anima e che questa per

non morire va alimentata, ha sete di infinito, che in noi battono ancora

i fremiti della coscienza, che si possono ancora fare esperienze

spirituali. Non possiamo dimenticarla: è l‟anima il nostro vero volto, è

lei che ci porta all‟eternità e a Dio.

SABATO 21 FEBBRAIO

Una scheggia di preghiera:

IILL TTUUOO VVOOLLTTOO,, SSIIGGNNOORREE,, IIOO CCEERRCCOO

Tra i santi di oggi ricordiamo: PIER DAMIANI, Vescovo e Dottore

Nato a Ravenna nel 1007, a 28 anni entrò nel monastero di Fonte

Avellana, rinunciando a tutto tranne che all'arte dello scrivere. Si servì

di questo per promuovere la riforma del clero, dei monasteri e del

laicato. Nominato suo malgrado vescovo, cardinale e conte di Ostia,

riuscì abbastanza rapidamente a farsi sollevare da questi incarichi

onorevoli. Ridivenne semplice monaco e come tale morì nel 1072.

Parola di Dio: Gc.3,1-10; Sal.11; Mc. 9,2-13

Dal Vangelo secondo Marco 9,2-13

[2]Dopo sei giorni, GESÙ prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li portò sopra un monte alto, in un luogo appartato, loro soli. SI TRASFIGURÒ DAVANTI A LORO [3]e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. [4]E apparve loro Elia con Mosè e discorrevano con Gesù. [5]Prendendo allora la parola, Pietro disse a Gesù: <<Maestro, è bello per noi stare qui; facciamo tre tende, una per te, una per Mosè e una per

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Elia!>>. [6]Non sapeva infatti che cosa dire, poiché erano stati presi dallo spavento. [7]Poi si formò una nube che li avvolse nell'ombra e uscì una voce dalla nube: <<Questi è il Figlio mio prediletto; ascoltatelo!>>. [8]E subito guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo con loro. [9]Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare a nessuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell'uomo fosse risuscitato dai morti. [10]Ed essi tennero per sé la cosa, domandandosi però che cosa volesse dire risuscitare dai morti. [11]E lo interrogarono: <<Perché gli scribi dicono che prima deve venire Elia?>>. [12]Egli rispose loro: <<Sì, prima viene Elia e ristabilisce ogni cosa; ma come sta scritto del Figlio dell'uomo? Che deve soffrire molto ed essere disprezzato. [13]Orbene, io vi dico che Elia è gia venuto, ma hanno fatto di lui quello che hanno voluto, come sta scritto di lui>>.

La Trasfigurazione: momento in cui Gesù svela il suo mistero,

momento in cui Gesù vuole accanto a sé i suoi amici per mostrare loro

il suo vero volto; ed è luce, bagliore, gioia pura e accecante al punto

che gli apostoli stessi faticano a descriverla... La Trasfigurazione è la

méta a cui siamo chiamati. Guai se non fosse così! Troppi pensano al

cristianesimo come alla religione della penitenza e della mortificazione!

Troppi si avvicinano a Dio nella sofferenza e fermano il loro sguardo

alla croce. No: non c‟è salvezza nella croce se non dopo la

Resurrezione. E il cristianesimo è anzitutto la religione del Tabor che ci

permette di salire sul Golgota. La sofferenza nella vita c‟è, e lo

sappiamo. Vorremmo ignorarla o toglierla. Dio fa di più: la trasfigura,

la feconda, la vivifica. Il Vangelo di oggi ci dice che credere può essere

splendido. Varrebbe la pena ricuperare dentro di noi questo senso dello

stupore e della bellezza, questo ascolto dell‟interiorità che ci porta in

alto, sul monte, a fissare lo sguardo su Cristo. Certo: la vita non è

sempre Tabor e alle volte si fatica, e tanto. Ma, ricordate che la nostra

patria è altrove?

DOMENICA 22 FEBBRAIO

VII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO C

Una scheggia di preghiera:

DDOONNAACCII DDII AATTTTUUAARREE NNEELLLLEE PPAARROOLLEE EE NNEELLLLEE OOPPEERREE CCIIOO’’ CCHHEE EE’’

CCOONNFFOORRMMEE AALLLLAA TTUUAA VVOOLLOONNTTAA’’

Tra i santi di oggi ricordiamo: MARGHERITA DA CORTONA, Santa

Nacque a Laviano, sul lago Trasimeno nel 1247. Orfana di madre ebbe

una matrigna che era gelosa di lei. Per le angherie subite a 18 anni

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seguì un amante, ma quando questi fu ucciso si ritirò col suo bambino

presso i Francescani di Cortona. Divenne terziaria. Fondò un ospedale,

dette assistenza alle gestanti. Era anche una mistica. Morì nel 1297.

Parola di Dio: 1Sam 26,2.7-9.12-13.22-23; Sal. 102; 1Cor 15,45-49;

Lc. 6,27-38

Dal Vangelo secondo Luca 6,27-38

[27]Ma a voi che ascoltate, io dico: AMATE I VOSTRI NEMICI, fate del bene a coloro che vi odiano, [28]BENEDITE COLORO CHE VI MALEDICONO, pregate per coloro che vi maltrattano. [29]A chi ti percuote sulla guancia, porgi anche l'altra; a chi ti leva il mantello, non rifiutare la tunica. [30]DÁ A CHIUNQUE TI CHIEDE; e a chi prende del tuo, non richiederlo. [31]Ciò che volete gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro. [32]Se amate quelli che vi amano, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso. [33]E se fate del bene a coloro che vi fanno del bene, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso. [34]E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, che merito ne avrete? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto. [35]AMATE INVECE I VOSTRI NEMICI, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e il vostro premio sarà grande e sarete figli dell'Altissimo; perché egli è benevolo verso gl'ingrati e i malvagi. [36]Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro. [37]Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e vi sarà perdonato; [38]DATE e vi sarà dato; una buona misura, pigiata, scossa e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con cui misurate, sarà misurato a voi in cambio>>.

Una pagine difficile di Vangelo quella che ci viene proposta oggi, ma

una pagina che dovrebbe scuoterci dal nostro torpore abitudinario di

cristiani della domenica. Una riflessione di don Curtaz ci aiuta

Gesù è crudo ma vero, ci ama ma ci spinge al meglio: si vede che sei

discepolo? Non per la croce al collo, ma per la croce appesa alle tue

scelte famigliari e lavorative. Si vede? Se impresti soldi e li vuoi

indietro, se giudichi come tutti, se ami chi ti ama, che fai di così

straordinario? Ah, Signore! Che frustata sulla coscienza! Già tutti

contenti di essere entrati nel club dei bravi ragazzi, subito ci chiedi di

più, troppo. Gesù sogna, esige, perché dà. Ci guarda e ci chiede il

coraggio del paradosso, il brivido della santità, il coraggio della logica

evangelica: perdona i nemici, ama senza contraccambio, sii

trasparenza. Alza il tiro, il Signore, chiede di essere discepoli, come lui,

fino in fondo. Gesù per primo ha amato i nemici, lui per primo non ha

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detto il male, lui per primo si è donato fino al brivido della morte. Gesù

chiede testimoni, non cristiani part-time. Chiede incendiari d‟amore,

non adolescenti cresciuti che si specchiano nei propri limiti. Gesù vuole

discepoli che diventino riflesso della vera condizione dell‟uomo, che in

qualche modo illustrino con la loro vita che è possibile credere, che è

possibile amare. Forte, vero? E tutti a deprimerci, a dire: “chi può

farlo?” Risposta: nessuno, ovvio. Se la smettessimo di pensare che la

fede è uno sforzo e la santità è una conquista! No, Gesù spiega il

come: il Padre è misericordioso. Possiamo diventare misericordiosi se ci

lasciamo raggiungere dal Padre, se lo lasciamo agire, se ne siamo

riempiti. Perciò il Vangelo inizia con un invito pressante: “a voi che

ascoltate dico…” Gesù sa bene che l‟ascolto precede l‟azione, che la

morale è conseguenza della fede, che la vita nuova in Cristo è possibile

solo perché, appunto, c‟è Cristo. Una pagina ad alto profilo, quindi,

anche se un po‟ indigesta. E un invito, finale, a guardare intorno a noi

con lo sguardo interiore. E vedrete il Vangelo di oggi mille volte

vissuto, mille volte realizzato. Da anonimi cristiani che sanno

pazientare, amare, sperare, ragionare secondo la logica del Vangelo.

Penso a quella famiglia che ha aperto la propria casa a un bimbo che

nessuno voleva, per dargli un po‟ d‟amore; penso a quei giovani scout

che dedicano le loro vacanze al volontariato in Africa a far giocare i

bambini; a quella ragazzina che ha scelto di far nascere il bambino che

aveva in grembo contro il parere di tutti, penso a quel dirigente che

contesta (a proprio rischio) una linea di condotta troppo aggressiva e

spavalda della propria azienda, penso a quell‟infermiera che ha scelto

di stare tra i neonati in rianimazione, dove nessuno ha il cuore per

stare. Sì amici, se lasciassimo cadere dai nostri occhi e dalla nostra

mente pregiudizi e chiacchiere vedremmo uomini e donne fragili

compiere prodigi, vedremmo spazi di nuova umanità che cresce sul

ceppo invecchiato della nostra fede abitudinaria. Come Gesù, milioni di

uomini e donne, ora, stanno vivendo il paradosso del Vangelo.

Concludo con il grido di Camus, straordinario e inquieto scrittore del

secolo scorso, ateo, che scriveva: “siate realisti: chiedete l‟impossibile!”

LUNEDI’ 23 FEBBRAIO

Una scheggia di preghiera:

CCRREEDDOO:: AAIIUUTTAAMMII NNEELLLLAA MMIIAA IINNCCRREEDDUULLIITTAA’’

Tra i santi di oggi ricordiamo: POLICARPO DI SMIRNE, Santo,

Vescovo Martire

Nato verso il 69 fu discepolo di Giovanni Evangelista, vescovo di

Smirne fu martirizzato sotto il proconsolato di Stazio Quadrato. Di lui si

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conserva una Lettera ai Filippesi relativa al viaggio di Ignazio di

Antiochia.

Parola di Dio: Gc. 3,13-18; Sal. 18; Mc. 9,14-29

Dal Vangelo di Marco 9,14-29

[14]E giunti presso i discepoli, li videro circondati da molta folla e da scribi che discutevano con loro. [15]Tutta la folla, al vederlo, fu presa da meraviglia e corse a salutarlo. [16]Ed egli li interrogò: <<Di che cosa discutete con loro?>>. [17]Gli rispose uno della folla: <<Maestro, ho portato da te mio figlio, posseduto da uno spirito muto. [18]Quando lo afferra, lo getta al suolo ed egli schiuma, digrigna i denti e si irrigidisce. Ho detto ai tuoi discepoli di scacciarlo, ma non ci sono riusciti>>. [19]Egli allora in risposta, disse loro: <<O generazione incredula! Fino a quando starò con voi? Fino a quando dovrò sopportarvi? Portatelo da me>>. [20]E glielo portarono. Alla vista di Gesù lo spirito scosse con convulsioni il ragazzo ed egli, caduto a terra, si rotolava spumando. [21]Gesù interrogò il padre: <<Da quanto tempo gli accade questo?>>. Ed egli rispose: <<Dall'infanzia; [22]anzi, spesso lo ha buttato persino nel fuoco e nell'acqua per ucciderlo. Ma se tu puoi qualcosa, abbi pietà di noi e aiutaci>>. [23]Gesù gli disse: <<Se tu puoi! Tutto è possibile per chi crede>>. [24]Il padre del fanciullo rispose ad alta voce: <<CREDO, AIUTAMI NELLA MIA INCREDULITÀ>>.

Tutto il brano del Vangelo che racconta la guarigione del ragazzo

posseduto dallo spirito muto si gioca intorno al termine “fede”. C‟è una

prima fede speranzosa, forse un po‟ superstiziosa di questo padre che

ha portato il figlio dagli Apostoli, ma c‟anche l‟insuccesso che non solo

mina la fede di questo padre ma manda in crisi anche gli amici di Gesù

che non sono stati in grado di guarire il ragazzo. C‟è Gesù che sbotta

davanti all‟incredulità della sua generazione e davanti a questa sete

quasi esclusiva di miracolismi facili. C‟è ancora questo padre che usa il

condizionale nei confronti di Gesù: “Se puoi qualcosa…” e c‟è Gesù che

risponde che “Tutto è possibile a chi ha fede”, c‟è ancora questo padre

che dice di aver fede ma di essere consapevole delle proprie debolezze

e incredulità. Anche davanti al miracolo c‟è ancora la paura di molti che

la morte abbia avuto il sopravvento sulla vita, c‟è l‟affermazione che

solo la preghiera può operare sulla fede e quindi sanare

definitivamente…In tutte queste contraddizioni mi ritrovo pienamente:

Io credo in Gesù, ho anche cercato di giocare almeno in parte la mia

vita per Lui, credo al valore della preghiera e cerco in tutti i modi di

farla diventare sospiro del cuore, credo che nulla è impossibile a Dio

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ma poi mi ritrovo pieno di dubbi e di interrogativi, dico di amare Dio

con tutto il cuore e poi gran parte del mio tempo e dei miei affetti si

riversano sulle cose, dico di attendere ansiosamente la venuta di Gesù

e poi prego perché il Signore procrastini a lungo il momento della mia

morte…”Signore, ma è ancora fede questa?”

Proprio rileggendo questa pagina mi pare di cogliere ciò che Gesù mi

risponde. Prima, giustamente, mi rimprovera: “Fino a quando dovrò

continuare a sopportarti!”. Ma Lui è troppo buono, è venuto per i

peccatori, quindi non mi abbandona, mi invita a mettermi davanti a lui

con le mie miserie perché con Lui perfino l‟incredulità può trasformarsi

in fede, perfino i dubbi e gli interrogativi possono diventare un atto di

abbandono nella sua misericordia, perfino uno spirito sordo e muto può

ascoltare la voce di colui che lo scaccia, perfino un apparente morto,

preso per mano da Gesù può essere ridonato alla vita. Forse il giorno in

cui mi interesserò di meno al fatto se ho o non ho la fede ma mi

appoggerò solo al cuore di Gesù, allora Lui potrà operare in me ed

anche attraverso di me.

MARTEDI’ 24 FEBBRAIO

Una scheggia di preghiera:

GGEETTTTOO IINN TTEE IILL MMIIOO AAFFFFAANNNNOO,, NNOONN PPEERRMMEETTTTEERREE CCHHEE IIOO VVAACCIILLLLII

Tra i santi di oggi ricordiamo: TOMMASO MARIA FUSCO, Beato

Nacque a Pagani (Salerno) il 1° dicembre 1831. Entrato in seminario

divenne sacerdote nel 1855. Nel 1887 entrò nella Congregazione dei

Missionari Nocerini. Ebbe una particolare attenzione verso i bambini e

gli orfani e fondò la Congregazione delle Figlie della Carità del

Preziosissimo Sangue per l‟aiuto alle orfane. Fu un gran predicatore

impegnato in molti luoghi diversi, confessore attento, uomo di carità.

Fu perseguitato dai propri confratelli ma si sostenne sempre con la fede

illimitata nel Signore. Morì il 24 febbraio 1891.

Parola di Dio: Gc. 4,1-10; Sal.54; Mc. 9,30-37

Dal Vangelo secondo Marco 9,30-37

[30]Partiti di là, attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse. [31]Istruiva infatti i suoi discepoli e diceva loro: <<Il Figlio dell'uomo sta per esser consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma una volta ucciso, dopo tre giorni, risusciterà>>. [32]Essi però non comprendevano queste parole e avevano timore di chiedergli spiegazioni. [33]Giunsero intanto a Cafarnao. E quando fu in casa, chiese loro: <<DI CHE COSA STAVATE DISCUTENDO LUNGO LA VIA?>>.

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[34]Ed essi tacevano. Per la via infatti avevano discusso tra loro chi fosse il più grande. [35]Allora, sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: <<Se uno vuol essere il primo, sia l'ultimo di tutti e il servo di tutti>>. [36]E, preso un bambino, lo pose in mezzo e abbracciandolo disse loro: [37]<<Chi accoglie uno di questi bambini nel mio nome, accoglie me; chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato>>.

Una sera di alcuni anni fa ritornavo a casa, passata ormai la

mezzanotte, da una riunione zonale di sacerdoti. Ero anche un po‟

appesantito non solo dalla stanchezza ma anche dal fatto non

riuscendo spesso a trovarci d‟accordo si pensava ugualmente di

terminare queste riunioni “in fraternità”, cioè bevendo due bicchieri di

vino e mangiando due paste. Prima di coricarmi, com‟ è mia abitudine,

diedi un occhiata al vangelo del giorno successivo, e mi capitò proprio

questo brano. Mi sembrava di sentire Gesù che mi poneva la stessa

domanda: “Di che cosa avete parlato questa sera?”.

“Ci siamo trovati noi preti, tuoi servi. Ci siamo riuniti nel tuo nome, lo

hai sentito abbiamo perfino fatto il segno di croce e detto un Padre

nostro prima di cominciare e poi abbiamo cominciato a discutere sulle

strategie da usare in campo pastorale, sul come far venire a Messa

quelli che non ci vengono, sul come obbligare a una serie di incontri

tutti coloro che vogliono i sacramenti, sul come organizzarci per

chiedere al comune il contributo per gli oratori, sul come fare

attenzione a quel gruppo di laici che vogliono prenderci la

mano…Abbiamo discusso, ognuno ha detto la sua, abbiamo fatto un

po‟ di battute sul vescovo e sulla curia poi però ci siamo detti che, se

anche non troppo convinti delle loro indicazione, dovevamo almeno

salvare la facciata… e poi ci siamo lasciati pensando che poi, in fondo,

nella mia parrocchia sono padrone io e faccio poi quello che voglio”.

Mi ritrovai sorpreso di aver risposto così, ma purtroppo era vero e

purtroppo è vero anche per molte riunioni di laici quando piuttosto che

far riferimento alla Parola di Dio si fa riferimento a se stessi, alla

semplice organizzazione, alla distribuzione di compiti, onori, doveri.

Il Signore lo ripete ancora a noi oggi: “Se vuoi essere il primo impara

ad essere l‟ultimo e il servo di tutti”, Se vuoi davvero amare il tuo

gregge renditi disponibile alle sue necessità, fatti trovare dalla gente,

fatti mangiare da essa, sii il loro pane, usa pure bene i tuoi talenti,

organizza in modo razionale le poche forze parrocchiali ma non far

diventare la parrocchia un‟industria, un ufficio burocratico, un luogo

dove si pagano tasse religiose, non sbarazzarti dei poveri dicendo:”C‟è

un ufficio centrale che ci pensa”, non nascondere il tuo disinteresse per

i bambini dicendo che bisogna interessarsi degli adulti: è vero, ma

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anche i bambini hanno bisogno di Dio. Prendi con serietà tutte le

indicazioni che arrivano dai grandi cervelloni ma guarda in concreto se

esse servono davvero a te e ai tuoi fratelli. Metticela tutta per portare il

Vangelo ma poi fidati: non sei tu che salvi il mondo, Gesù è già morto

in croce ed è risorto per tutti e per ciascuno.

MERCOLEDI’ 25 FEBBRAIO

MERCOLEDI’ DELLE CENERI

Una scheggia di preghiera:

PPEERRDDOONNAACCII,, SSIIGGNNOORREE,, AABBBBIIAAMMOO PPEECCCCAATTOO

Tra i santi di oggi ricordiamo: CESARIO, Santo

Nato in una famiglia di santi (ricordiamo particolarmente il fratello:

San Gregorio di Nazianzo) studiò geometria, astronomia e medicina e

fu medico di corte a Costantinopoli. Ma ben presto, sempre più attratto

da Cristo, donò tutto ai poveri e si ritirò a vita penitente. Morì ancora

giovane nel 369.

Parola di Dio: Gl. 2,12-18; Sal 50; 2Cor. 5,20-6,2; Mt. 6,1-6.16-18

Dal Vangelo secondo Matteo 6,1-6.16-18

[1]GUARDATEVI DAL PRATICARE LE VOSTRE BUONE OPERE DAVANTI AGLI UOMINI PER ESSERE DA LORO AMMIRATI, altrimenti non avrete ricompensa presso il Padre vostro che è nei cieli. [2]Quando dunque fai l'elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade per essere lodati dagli uomini. In verità vi dico: hanno gia ricevuto la loro ricompensa. [3]Quando invece tu fai l'elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, [4]perché la tua elemosina resti segreta; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. [5]Quando pregate, non siate simili agli ipocriti che amano pregare stando ritti nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, per essere visti dagli uomini. In verità vi dico: hanno gia ricevuto la loro ricompensa. [6]Tu invece, quando preghi, entra nella tua camera e, chiusa la porta, prega il Padre tuo nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. [16]E quando digiunate, non assumete aria malinconica come gli ipocriti, che si sfigurano la faccia per far vedere agli uomini che digiunano. In verità vi dico: hanno gia ricevuto la loro ricompensa. [17]Tu invece, quando digiuni, profumati la testa e lavati il volto, [18]perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo tuo Padre che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.

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So che la maggioranza dei lettori di “Una Parola al Giorno” ha un certo

numero di anni quindi mi permetto di andare indietro anche nei miei

ricordi sicuro che qualcuno, almeno in parte, si ritroverà in essi.

Quando ero ragazzo l‟inizio della Quaresima era un qualcosa di

importante per noi. Innanzitutto c‟era un velo di malinconia: finiva il

carnevale, (e allora finiva davvero mentre oggi dura tutto l‟anno), ma

poi iniziava anche un tempo molto serio e il giorno del mercoledì delle

ceneri con il suo digiuno era uno dei giorni dell‟anno in cui avevi più

fame del solito, poi quel “Ricordati che sei polvere e in polvere

ritornerai” dava un po‟ fastidio, ma comunque era un‟occasione per

cominciare a fare tutto un cammino di fioretti, di preghiere, di

catechismo che, se era un po‟ duro però, aveva come meta la gioia

della festa di Pasqua. Oggi superati in gran parte i digiuni, andati in

disuso i fioretti ci possono essere due atteggiamenti con cui iniziare la

quaresima: quello del disinteresse e quello delle velleità un po‟ ipocrite

di fare di questo tempo l‟unico adatto alla conversione.

Proprio all‟inizio della Quaresima Gesù ci invita a non essere ipocriti.

Non è la Quaresima in sé che ci porta alla conversione, essa è solo

un‟occasione che, se sappiamo sfruttare, può aiutarci nel nostro

cammino di fede. E poi questa conversione a cui siamo chiamati non è

un qualcosa di improvviso, di grandioso, ma un rimettere al giusto

posto Dio e i suoi valori.

Cominciamo lo sgombero quaresimale cercando di allontanare da noi

l‟ipocrisia: Dio non se ne fa nulla di false apparenza cristiane, Dio

guarda il cuore. A Dio non importa se mangiamo pesce o carne o se

digiuniamo, a Dio importa che dividiamo le nostre cose con i fratelli. A

Dio non importa il falso buonismo, o la carità fatta per sentirci a posto

o per comprarci una fetta di paradiso, importa un cuore generoso che

sappia ricevere e dare gratis. A Dio non importa che aumentiamo le

preghiere, le ore di adorazione, le veglie per questo o per quello,

importa che mettiamo Lui e il suo Vangelo al centro della nostra vita e

delle nostre scelte. Quindi, qualsiasi sia la forma esteriore che vogliamo

dare a questa Quaresima, a Lui importa se noi siamo disponibili ad

accettare il dono della sua misericordia.

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GIOVEDI’ 26 FEBBRAIO

Una scheggia di preghiera:

LLOODDEE AA TTEE,, OO CCRRIISSTTOO,, RREE DDII EETTEERRNNAA GGLLOORRIIAA

Tra i santi di oggi ricordiamo: NESTORE, Santo

Era il Vescovo amato di Magido in Panfilia. Durante la persecuzione di

Decio nel 250 gli fu chiesto di abiurare alla fede. Ma egli non cedette e

con gioia e riconoscenza accettò di morire come Gesù, sulla croce.

Parola di Dio: Dt. 30,15-20; Sal. 1; Lc. 9,22-25

Dal Vangelo secondo Luca 9,22-25

[22]<<Il Figlio dell'uomo, disse, deve soffrire molto, essere riprovato dagli anziani, dai sommi sacerdoti e dagli scribi, esser messo a morte e risorgere il terzo giorno>>. [23]Poi, a tutti, diceva: <<Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua. [24]CHI VORRÀ SALVARE LA PROPRIA VITA, LA PERDERÀ, MA CHI PERDERÀ LA PROPRIA VITA PER ME, LA SALVERÀ. [25]Che giova all'uomo guadagnare il mondo intero, se poi si perde o rovina se stesso?

La ricchezza, la bellezza, l‟intelligenza, la laurea, la casa… e tutto ciò

che posso accumulare nel corso della mia esistenza, giungerà presto al

suo termine. Ciò che rimane della vita di una persona è solo l‟amore e

non un amore umano, per grande che sia, ma l‟Amore che ha scoperto

e sviluppato nel dialogo cosciente con Cristo.

Allora perché, a volte, sento che la vita mi sta sfuggendo di mano?

Perché sento che passa tanto veloce e mi fa tristezza?

“Perché non stai vivendo ciò che sei chiamato a vivere! Perché sei

attaccato a quattro cose che oggi ci sono e domani no! A che ti serve

accumulare titoli, cose, “opere buone”, anche “amicizie”, impegni vari,

se poi per questo non vivi? Se poi in un momento tutto può svanire?

Su che cosa fondamenti la tua vita?”

“Gesù, su che cosa la devo fondare?”

Proprio con la Parola di oggi Gesù ci risponde:non si tratta di perdere la

vita fisica, questa inevitabilmente si perde, prima o poi, non si può

optare. Perdere la propria vita per causa di Cristo è individuare la

menzogna, l‟orgoglio, è vivere nella verità, è vivere secondo Cristo, con

Lui…

“Gesù che significa, oggi, perdere la mia vita per te? Che significa

perderla per trovarla?”

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“Significa non attaccarti alle cose passeggere, non fondarti su ciò che è

effimero, perché così ti ritroverai senza niente. Perdere la tua vita per

me è ritrovarla perché significa basarsi, alimentarsi, trasformarsi in ciò

che non passa, in ciò (in Colui) che dura (vive) per sempre!”

Se volete una cartina di tornasole, proviamo oggi a vedere se abbiamo

cercato di salvare la nostra immagine di fronte agli altri o quella di

Gesù.

VENERDI’ 27 FEBBRAIO

Una scheggia di preghiera:

TTUU GGRRAADDIISSCCII,, OO SSIIGGNNOORREE,, UUNN CCUUOORREE PPEENNIITTEENNTTEE

Tra i santi di oggi ricordiamo: GIOVANNI DI GORZE,

Beato, Monaco

Era nato a Vandières sulla Mosella all‟inizio del X secolo. Si fece

pellegrino per fede e venne anche a Montecassino. Tornato in patria si

fece monaco e fu cellerario (933) del monastero di Gorze, riuscì a

ristabilire la prosperità materiale dell'abbazia. Inviato come missionario

(953) presso il califfo di Cordova, „Abd al-Rahman III, vi rimase tre

anni. Ritornato in patria, riprese la sua vita severa di penitenza e di

studio e nel 967 divenne abate di Gorze dove morì nel 976 .

Parola di Dio: Is. 58,1-9; Sal.50; Mt. 9,14-15

Dal Vangelo secondo Matteo 9,14-15

[14]Allora gli si accostarono i discepoli di Giovanni e gli dissero: <<Perché, mentre noi e i farisei digiuniamo, i tuoi discepoli non digiunano?>>. [15]E Gesù disse loro: <<POSSONO FORSE GLI INVITATI A NOZZE ESSERE IN LUTTO MENTRE LO SPOSO È CON LORO? Verranno però i giorni quando lo sposo sarà loro tolto e allora digiuneranno.

Ancora una volta la parola di Dio torna su un tema caro alla

Quaresima: il digiuno, e anche questa volta le indicazioni sembrano

contraddittorie, infatti che rapporto c‟è tra la austerità cui la Quaresima

ci invita e la letizia degli “invitati alle nozze?. Infatti Gesù chiama così i

suoi discepoli ma nello stesso tempo parla anche di porta stretta, di

croce da portare, di vita da perdere. Noi tendiamo a credere che la

gioia di vivere e il digiuno e l‟austerità che il Signore ci chiede siano

contrapposte, ma Lui descrivendo la sua missione ha detto: “Sono

venuto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena”. Forse

allora la vera contrapposizione non è gioia - austerità, ma gioia -

felicità.

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Felicità è essere soddisfatti dalle cose e questa dura poco, gioia è avere

nel cuore il senso di se stessi, delle cose, della vita e di Dio. E‟ allora

anche sapere che la vita in sé, e non solo la sequela di Cristo, chiede

spesso rinunce e sacrifici, perché ogni gioia vera è sempre legata al

coraggio e alla fatica della conquista. Allora anche il digiuno o

l‟austerità della Quaresima possono portarci alla conquista della vera

libertà del cuore, alla serena certezza che nella libertà dello spirito, che

è anche liberazione interiore dal male, si realizza autenticamente la

vita.

SABATO 28 FEBBRAIO

Una scheggia di preghiera:

TTUU SSEEII BBUUOONNOO,, SSIIGGNNOORREE EE PPEERRDDOONNII,,

SSEEII PPIIEENNOO DDII MMIISSEERRIICCOORRDDIIAA CCOONN CCHHII TTII IINNVVOOCCAA

Tra i santi di oggi ricordiamo: ROMANO, Santo, Abate

Romano, nato nel 400, sentì il bisogno di rinnovare nelle foreste del

Giura la fioritura del monachesimo successa nella Tebaide. Fondò

parecchi conventi ed eremi, fu anche esorcista e parecchi miracoli

accompagnarono la sua vita. Morì nel 465.

Parola di Dio: Is. 58,9-14; Sal. 85; Lc. 5,27-32

Dal Vangelo secondo Luca 5,27-32

[27]Dopo ciò egli uscì e vide un pubblicano di nome Levi seduto al banco delle imposte, e gli disse: <<Seguimi!>>. [28]Egli, lasciando tutto, si alzò e lo seguì. [29]Poi Levi gli preparò un grande banchetto nella sua casa. C'era una folla di pubblicani e d'altra gente seduta con loro a tavola. [30]I farisei e i loro scribi mormoravano e dicevano ai suoi discepoli: <<Perché mangiate e bevete con i pubblicani e i peccatori?>>. [31]Gesù rispose: <<NON SONO I SANI CHE HANNO BISOGNO DEL MEDICO, MA I MALATI; [32]IO NON SONO VENUTO A CHIAMARE I GIUSTI, MA I PECCATORI A CONVERTIRSI>>.

Ancora una volta leggendo questo racconto della conversione di Levi mi

meraviglio e lodo il Signore per il suo amore per noi. Lui ci vuole

davvero bene e viene a cercarci. Non si accontenta di offrirci una

formula per salvarci, non ci dà solo delle norme da osservare per

essere moralmente certi di esserci guadagnati il paradiso, no, lui per

liberarci dal peccato si fa peccato per noi. Levi è un pubblico peccatore?

Gesù non punta il dito per condannarlo, ma gli chiede di seguirlo e poi

va a casa sua scandalizzando tutti i perbenisti e gli osservanti. Gesù

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non compra l‟uomo, lo conquista facendosi tutto a lui. Quanto avremmo

da imparare noi da questo atteggiamento di Gesù! Noi Chiesa che per

paura di perdere i nostri diritti, di confrontare le nostre idee spesso

abbiamo innalzato muri invece che costruire ponti, noi cristiani che

spesso abbiamo paura di comprometterci frequentando compagnie

culturali non proprio “dei nostri” o persone che non sono totalmente

ortodosse. Gesù non è un medico che scrive ricette, è un medico che

visita, che si interessa , che si fa tutto a tutti, è uno che non dice:

“Bisogna fare così”, e poi se ne va, ma è uno che fa e poi dice:

“Seguimi”. Davanti ad un amore così grande non perdo la speranza di

potermi convertire neppure io.

DOMENICA 29 FEBBRAIO

I DOMENICA DI QUARESIMA ANNO C

Una scheggia di preghiera:

CCOONNCCEEDDIICCII DDII CCRREESSCCEERREE NNEELLLLAA CCOONNOOSSCCEENNZZAA DDII CCRRIISSTTOO

Tra i santi di oggi ricordiamo: GIOVANNI CASSIANO,

Santo, Monaco

Era nato verso il 360 alle foci del Danubio. Uomo di squisita cultura

cercò in un primo tempo la vita monastica a Betlemme e nella

solitudine della Tebaide. Venuto a Roma per difendere Giovanni

Crisostomo, fu ordinato prete e poi si spostò per una missione nelle

Gallie dove promosse il monachesimo. Morì nel 435.

Parola di Dio: Dt. 26,4-10; Sal. 90; Rm. 10,8-13; Lc. 4,1-13

Dal Vangelo secondo Luca 4,1-13

[1]GESÙ, pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano e FU CONDOTTO DALLO SPIRITO NEL DESERTO [2]DOVE, PER QUARANTA GIORNI, FU TENTATO DAL DIAVOLO. Non mangiò nulla in quei giorni; ma quando furono terminati ebbe fame. [3]Allora il diavolo gli disse: <<Se tu sei Figlio di Dio, dì a questa pietra che diventi pane>>. [4]Gesù gli rispose: <<Sta scritto: Non di solo pane vivrà l'uomo>>. [5]Il diavolo lo condusse in alto e, mostrandogli in un istante tutti i regni della terra, gli disse: [6]<<Ti darò tutta questa potenza e la gloria di questi regni, perché è stata messa nelle mie mani e io la do a chi voglio. [7]Se ti prostri dinanzi a me tutto sarà tuo>>. [8]Gesù gli rispose: <<Sta scritto: Solo al Signore Dio tuo ti prostrerai, lui solo adorerai>>. [9]Lo condusse a Gerusalemme, lo pose sul pinnacolo del tempio e gli disse: <<Se tu sei Figlio di Dio, buttati giù; [10]sta scritto infatti: Ai suoi angeli darà ordine per

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te, perché essi ti custodiscano; [11]e anche: essi ti sosterranno con le mani, perché il tuo piede non inciampi in una pietra>>. [12]Gesù gli rispose: <<E` stato detto: Non tenterai il Signore Dio tuo>>. [13]Dopo aver esaurito ogni specie di tentazione, il diavolo si allontanò da lui per ritornare al tempo fissato.

Sembra quasi che la Chiesa e Gesù, oggi prima domenica di

Quaresima, vogliano portarci nel deserto per dirci: “Giù le maschere,

guardate in voi stessi, cercate di scoprire davvero chi siete, per che

cosa correte, che cosa valete”. Nel deserto non c‟è bisogno di essere

diversi da ciò che si è: l‟apparenza non serve, sono messo alle strette,

senza cedere alle lusinghe del mondo che mi propone modelli di vita

impossibili. No, nel deserto dobbiamo scaricarci di tutto il superfluo, nel

deserto dobbiamo imparare a sopportare l‟inaudito frastuono del

silenzio. Nel deserto leviamo le maschere e scopriamo che siamo

viandanti, pellegrini, la nostra patria è altrove. Occorre pazienza,

quindi, nel raggiungere la meta (a proposito: lo sappiamo dove stiamo

andando?). Il deserto rivela la nostra natura profonda di viandanti; e il

viaggio ricorda parole quali precarietà, essenzialità, disponibilità alla

scoperta e allo stupore, fiducia.

Gesù nel deserto sceglie in che modo essere Messia, rifiuta le tentazioni

per giocare in pieno la sua libertà. Gesù rifiuta la tentazione del pane,

che riduce l‟uomo a sopravvivere intorno alle “cose”: denaro, lavoro,

vacanze, vestiti. Cose utili, ottimi servi, pessimi padroni. L‟uomo non si

riempie il cuore con gli zeri del suo conto in banca. Gesù rifiuta un

messianismo di gloria e di plauso, di facili consensi, di gesti

mirabolanti. Che stupore! Gesù, uomo riuscito, ha un‟autostima tale

che può senza difficoltà fare a meno del giudizio degli altri, Gesù rifiuta

il potere (ma come? Rifiuta ciò che noi desideriamo?). Infine Gesù

rifiuta l‟immagine di un Dio che compie miracoli, un Dio eclatante. Gesù

toglie la maschera anche a Dio e vede un Padre, non un despota

Onnipotente da corrompere.

Vogliamo allora provare anche noi, pellegrini, a passare attraverso la

tentazione per gettare quello che non serve, per guardare al nostro

cuore? La chiesa, da duemila anni, propone tre strade: la preghiera, il

digiuno, l‟elemosina. La preghiera: cinque minuti di silenzio al giorno

con il Vangelo della domenica davanti agli occhi, cinque minuti per

iniziare la giornata entrando nel grande mare della pace interiore che

viene da Dio. Il digiuno: rinunciare a qualcosa per ristabilire un ordine

nella nostra volontà (chi guida la mia vita? Le mie passioni?), per

dedicare del tempo: rinuncia a un‟ora di TV per giocare con tuo figlio,

spegni una sigaretta e fatti un giro nel parco, tieniti leggero e pensa

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alla tua salute. Infine l‟elemosina: rinuncia a qualcosa per un gesto di

solidarietà. E soprattutto: non barricarti dietro un paravento: “chissà

dove finiranno questi soldi? E‟ tutto inutile”. Se avessimo il coraggio di

informarci! Se – almeno un poco – uscissimo dalle nostre piccole

convinzioni per vedere la realtà: l‟umanità che cammina nella miseria e

nella fatica (spesse volte risultato dell‟economia liberista che crea

povertà) e in questa umanità fratelli e sorelle cristiane che aspettano

un segno di aiuto. Segno reso visibile dalla splendida generosità di

molti missionari, ma che può diventare sostegno, aiuto, da parte delle

nostre comunità. Non come obolo dato, bontà nostra, frugando nel

superfluo, ma come dignitoso gesto di amicizia.

Riflessioni di don Franco Locci

Che si possono trovare anche in internet al seguente sito:

http://spazioinwind.libero.it/schegge

L‟ e-mail di posta elettronica con cui poter comunicare è:

[email protected]

Oppure si può scrivere al seguente indirizzo:

Don Franco Locci Via S. Lorenzo 9/5 10060 NONE (TO)

Stampato in proprio dalla Comunità “Piccola Betania”

Via Pasquero, 8 Vicoforte Fiamenga CN

Tel. 0174/563075 fax 0174/569030 e-mail: [email protected]

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*Pro-manuscripto*