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Pensieri, spunti, riflessioni dalla PAROLA DI DIO e dalla Vita Mese di GENNAIO 2004

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Pensieri, spunti, riflessioni dalla

PAROLA DI DIO e dalla Vita

Mese di GENNAIO 2004

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Cuore divino di Gesù, io ti offro per mezzo del Cuore Immacolato di Maria, madre della Chiesa, in unione al Sacrificio eucaristico, le preghiere e le azioni, le gioie e le sofferenze di questo giorno: in riparazione dei peccati, per la salvezza di tutti gli uomini, nella grazia dello Spirito Santo, a gloria del divin Padre.

In particolare:

Perché tutti gli uomini si riconoscano membri dell‟unica famiglia di Dio e cessino fra loro guerre, ingiustizie e discriminazioni.

Perché ogni giovane Chiesa di missione si impegni per la formazione degli operatori pastorali.

Perché i laici cristiani vivano con coraggio la loro missione di testimoni del Vangelo.

Cuore di Gesù, fa che l’Eucarestia diventi sempre più il centro della vita dei tuoi sacerdoti.

Stampato in proprio

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GENNAIO 2004

GIOVEDI’ 1 GENNAIO

FESTA DI MARIA SANTISSIMA MADRE DI DIO

Una scheggia di preghiera:

MMAARRIIAA,, MMAADDRREE DDII DDIIOO,, PPRREEGGAA PPEERR NNOOII IINN QQUUEESSTTOO NNUUOOVVOO AANNNNOO

Tra i santi di oggi ricordiamo: FRANCA, Santa nel Piceno

Se non abbiamo dubbi sull‟esistenza di questa santa, la sua storia è

però storicamente non troppo sicura. Era una ragazza bellissima ma

non volle sposarsi e si ritirò a vita solitaria. Fu però più volte costretta

a cambiare eremi perché la sua bellezza attirava uomini e anche

sacerdoti che la volevano per le proprie mire. Morì in solitudine intorno

all‟anno 1050 assistita da una pia donna che le procurava il necessario.

Parola di Dio: Num. 6,22-27; Sal. 66; Gal. 4,4-7; Lc 2,16-21

Dal Vangelo secondo Luca 2,16-21

[16]Andarono dunque senz'indugio e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, che giaceva nella mangiatoia. [17]E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. [18]Tutti quelli che udirono, si stupirono delle cose che i pastori dicevano. [19]Maria, da parte sua, serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore. [20]I pastori poi se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com'era stato detto loro. [21]Quando furon passati gli otto giorni prescritti per la circoncisione, GLI FU MESSO NOME GESÙ, COME ERA STATO CHIAMATO DALL'ANGELO PRIMA DI ESSERE CONCEPITO NEL GREMBO DELLA MADRE.

Sembra proprio che Maria, per le sue festività, “non abbia fortuna”: la

festa dell‟Immacolata cade nell‟Avvento ed è giorno in cui negozi e

supermercati tengono aperto per permettere gli acquisti Natalizi; non

parliamo poi della festa dell‟Assunta, avviene in pieno ferragosto e più

che guardare al cielo, a Maria regina degli angeli e dei santi si guarda

alle ferie, alla tintarella, alle mangiate e bevute per festeggiare la

nostra materialità. E la festa di oggi? E‟ una festa importante, ci viene

presentata Maria nel suo compito principale: dichiarandosi serva di Dio

disposta ad accettare i suoi doni e la sua volontà essa diventa la Madre

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di Gesù, il figlio di Dio fatto uomo ed anche la madre nostra perché

siamo tutti figli di Dio e fratelli salvati proprio da Gesù. Eppure anche la

festa di oggi rischia di essere quasi dimenticata, sia dalla Chiesa che

oggi celebra la giornata mondiale della pace, ma soprattutto dai

credenti che ieri sera hanno “buttato via un anno vecchio” tra petardi e

brindisi e che oggi hanno occhi assonnati e si preparano a festeggiare

l‟anno nuovo tra pranzi, vacanze invernali, cinematografo e chi più ne

ha più ne metta. Ma credo che la Madonna non sia offesa da queste

cose. Maria è sempre stata una donna concreta, legata al suo popolo,

alle sue feste religiose e civili, Maria sa il valore della nostra

concretezza materiale, del nostro corpo, di un sorriso rasserenante, di

un‟accoglienza gioiosa, di un pranzetto ben preparato… Maria non ci

rimprovera se il nostro desiderio di vita ci fa festeggiare una data per

indicare un periodo nuovo di tempo, ci chiede soltanto di accorgerci

nella gioia della festa che c‟è un festeggiato, che nel tempo viene il

Figlio di Dio, che è Lui che pacifica il cielo e la terra e che quindi Lui

fonda la nostra faticosa conquista quotidiana della pace. No, né Maria

né Gesù non vogliono togliere nulla né alla nostra gioia né al nostro

festeggiare, ci insegnano solo a festeggiare bene, senza dimenticarci di

chi ha poco da festeggiare perché oppresso da mali pesanti, ci

ricordano che la fratellanza, protetta da una così cara Madre di tutti, è

un impegno, a volte faticoso, ma necessario per poter vivere nella

serenità senza continuamente farci la guerra. Maria mostrandoci oggi

suo Figlio, il Figlio di Dio fatto uomo, sembra ripeterci quella antica

benedizione che abbiamo sentito nella prima lettura: “Ti benedica il

Signore e ti protegga, faccia brillare il suo volto su di te e ti sia

propizio. Il Signore rivolga su te il suo volto e ti conceda la pace”. Sia

questo il vero augurio per l‟anno nuovo che la misericordia di Dio ci ha

concesso di iniziare.

VENERDI’ 2 GENNAIO

Una scheggia di preghiera:

SSIIGGNNOORREE,, CCHHEE HHAAII PPOOSSTTOO LLAA TTUUAA TTEENNDDAA IINN MMEEZZZZOO AA NNOOII,, NNOONN

AABBBBAANNDDOONNAARRCCII

Tra i santi di oggi ricordiamo: GERARDO DI VALENZA, Beato

Era nato a Valenza, in provincia di Alessandria. Rimasto orfano a 14

anni distribuì i suoi beni e divenne pellegrino in Italia fino a scegliere

vita eremitica in Sicilia. Divenne poi francescano e morì lasciando

esempi di vita cristiana a Palermo nel 1342.

Parola di Dio: 1Gv. 2,22-28; Sal. 97; Gv. 1,19-29

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Dal Vangelo secondo Giovanni 1,19-29

[19]E questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da Gerusalemme sacerdoti e leviti a interrogarlo: <<Chi sei tu?>>. [20]Egli confessò e non negò, e confessò: <<Io non sono il Cristo>>. [21]Allora gli chiesero: <<Che cosa dunque? Sei Elia?>>. Rispose: <<Non lo sono>>. <<Sei tu il profeta?>>. Rispose: <<No>>. [22]Gli dissero dunque: <<Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?>>. [23]Rispose: <<Io sono voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, come disse il profeta Isaia>>. [24]Essi erano stati mandati da parte dei farisei. [25]Lo interrogarono e gli dissero: <<Perché dunque battezzi se tu non sei il Cristo, né Elia, né il profeta?>>. [26] GIOVANNI RISPOSE LORO: <<IO BATTEZZO CON ACQUA, MA IN MEZZO A VOI STA UNO CHE VOI NON CONOSCETE, [27]UNO CHE VIENE DOPO DI ME, AL QUALE IO NON SON DEGNO DI SCIOGLIERE IL LEGACCIO DEL SANDALO>>. [28]Questo avvenne in Betània, al di là del Giordano, dove Giovanni stava battezzando. [29]Il giorno dopo, Giovanni vedendo Gesù venire verso di lui disse: <<Ecco l'agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato del mondo!

Quanto mi piace questo Giovanni il battista che sa stare al suo posto.

Ha ricevuto da Dio l‟incarico di precorrere Gesù. di preparare la strada,

di gridare con autorità affinché la gente si converta e lui queste cose ha

fatto vivendo prima di tutto nella sua vita la conversione che chiedeva

agli altri. Ora, visto il suo „successo‟, la solita „commissione di inchiesta‟

mandata dai benpensanti timorosi che qualcosa del religioso sfugga

dalle loro mani, cerca di adularlo: “Sei tu il Messia?”. Giovanni è

categorico, non si arroga compiti non suoi, dice che non è degno di

essere neanche lo schiavo del Messia: “Io devo diminuire affinché Lui

cresca”. Giovanni , “il più grande tra i nati di donna”, come lo definirà

Gesù stesso, fa spazio al suo Signore e lo farà fino al punto di

anticipare, con il suo martirio, la croce di Gesù.

Quanto è diverso l‟atteggiamento di certi cristiani e di certa Chiesa

quando, invece di proporci Gesù o addirittura con la scusa di Gesù,

impongono se stessi. “Solo nel nostro gruppo si prega nella maniera

giusta”, “Se la pensi diverso da noi sei molto vicino all‟eresia”.

Sapessimo tutti stare al nostro posto, dare con gioia ma con umiltà la

nostra testimonianza e lasciare che Cristo operi nel modo migliore, lui

che conosce i cuori. Qualche tempo fa ho lasciato tra l‟esterrefatto e lo

scandalizzato (ma lo rifarei di nuovo) una signora che mi raccontava di

non aver quasi più tempo per la sua famiglia tante erano le “opere

buone” che compiva nel nome di Gesù e che si meravigliava che di

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certe sue amiche che “perdevano tempo” in cose molto meno

importanti o pregando. Le dissi: “Guarda che il mondo lo ha già salvato

Gesù e quando pretendiamo di salvarlo noi siamo come un discepolo

che vuole andare oltre al maestro e qui Pietro insegna: quando succede

questo il minimo con cui può chiamarci Gesù e col nome Satana”.

SABATO 3 GENNAIO

Una scheggia di preghiera:

TTUU SSEEII LL’’AAGGNNEELLLLOO DDII DDIIOO CCHHEE TTOOGGLLII IILL PPEECCCCAATTOO DDEELL MMOONNDDOO

Tra i santi di oggi ricordiamo: ANTERO PAPA Santo

Ricordiamo oggi il Papa Antero che è il patrono della città di Giaveno.

Egli forse era oriundo della Magna Greca e venne eletto papa mentre

era ancora vivo il suo predecessore che si era allontanato da Roma. Il

suo Papato fu brevissimo dal Novembre del 235 al 3 Gennaio del 236.

Morì prima del suo predecessore, ma non sappiamo se sia morto

martire. Fu sepolto nel cimitero di San Callisto.

Parola di Dio: 1Gv. 2,29-3,6; Sal 97; Gv. 1,29-34

Dal Vangelo secondo Giovanni 1,29-34

[29]Il giorno dopo, Giovanni vedendo Gesù venire verso di lui disse: <<ECCO L'AGNELLO DI DIO, ecco colui che toglie il peccato del mondo! [30]Ecco colui del quale io dissi: Dopo di me viene un uomo che mi è passato avanti, perché era prima di me. [31]Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare con acqua perché egli fosse fatto conoscere a Israele>>. [32]Giovanni rese testimonianza dicendo: <<Ho visto lo Spirito scendere come una colomba dal cielo e posarsi su di lui. [33]Io non lo conoscevo, ma chi mi ha inviato a battezzare con acqua mi aveva detto: L'uomo sul quale vedrai scendere e rimanere lo Spirito è colui che battezza in Spirito Santo. [34]E io ho visto e ho reso testimonianza che questi è il Figlio di Dio>>.

Giovanni Battista ci presenta Gesù come l‟Agnello di Dio. Noi nella

Messa ripetiamo le stesse parole chiedendo a questo Agnello immolato

di aver misericordia e pietà di noi. Proviamo a capire attraverso la

Bibbia alcuni significati profondi di questo titolo che noi rivolgiamo a

Gesù. Innanzitutto l‟agnello è la ricchezza del pastore. Un popolo come

Israele che in gran parte si dedicava alla pastorizia era un popolo

legato ai suoi greggi. Gesù quindi è il dono di Dio, l‟agnello che

rivitalizza il gregge, che dà nuova speranza ai pastori e al popolo.

L‟agnello poi è un animale pacifico non è carnivoro, non ha artigli, non

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si impone e Gesù viene nel mondo proprio con queste caratteristiche,

viene a proporre amore e non violenza per il potere, non si impone ma

chiede di essere accolto per portarci i suoi doni. L‟agnello poi nella

Bibbia era stato figura del servo di Dio che si lascia condurre come un

agnello innocente al supplizio. E Gesù per dirci il suo amore accetterà

di essere ucciso come quegli agnelli che venivano offerti in sacrificio a

Dio. Ancora, l‟agnello pasquale è quello che con il suo sangue apposto

sugli stipiti delle case ha salvato i primogeniti di Israele dall‟angelo

della morte ed è servito come pasto di sostentamento prima del lungo

viaggio della liberazione dalla prigionia egiziana e Gesù ha offerto il suo

sangue per noi e si fa cibo nell‟Eucarestia per il nostro cammino verso il

Regno definitivo. E nel libro dell‟Apocalisse, Giovanni ci presenta

l‟agnello seduto a fianco di Dio, con tutta la potenza che viene da Lui,

che a sua volta si fa ancora pastore per condurci verso la gloria eterna.

Ecco in breve come con una parola la Bibbia riesce a tratteggiarci chi

sia Gesù, Colui che è venuto e viene per la nostra salvezza.

DOMENICA 4 GENNAIO

II DOMENICA DOPO NATALE

Una scheggia di preghiera:

GGLLOORRIIAA AA TTEE CCRRIISSTTOO,, AANNNNUUNNZZIIAATTOO AA TTUUTTTTEE LLEE GGEENNTTII,,

GGLLOORRIIAA AA TTEE CCRRIISSTTOO,, CCRREEDDUUTTOO NNEELL MMOONNDDOO

Tra i santi di oggi ricordiamo: BEATA ANGELA DA FOLIGNO

E‟ una delle principali mistiche del secolo XIII. Dopo una gioventù

dispersiva e mondana si era sposata con un marito altero e signorile

dal quale ebbe parecchi figli, ma in poco tempo gli morirono tutti i suoi

cari. Poco per volta e con fatica si convertì e, liberatasi dei suoi beni

terreni, scelse di consacrarsi nel Terz‟Ordine Francescano. Nel 1292,

durante un pellegrinaggio ad Assisi attraversò una crisi spirituale

fortissima. Il suo confessore, un certo frate Arnaldo, le impose di

dettargli tutto quanto stava vivendo ed anche le esperienze mistiche e

doni che le venivano fatti. Nacque così un testo nel quale Angela

racconta i diciotto passi attraverso i quali completò la sua conversione

e dove misticamente racconta l‟opera di Gesù in lei. Morì nel 1309.

Parola di Dio: Sir. 24,1-4.9-12; Sal. 146; Ef 1,2-6.15-18; Gv. 1,1-18

Dal Vangelo secondo Giovanni 1,1-18

[1]IN PRINCIPIO ERA IL VERBO, il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. [2]Egli era in principio presso Dio: [3]tutto è stato fatto per mezzo di lui,

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e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste. [4]In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; [5]la luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l'hanno accolta. [6]Venne un uomo mandato da Dio e il suo nome era Giovanni. [7]Egli venne come testimone per rendere testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. [8]Egli non era la luce, ma doveva render testimonianza alla luce. [9]Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. [10]Egli era nel mondo, e il mondo fu fatto per mezzo di lui, eppure il mondo non lo riconobbe. [11]Venne fra la sua gente, ma i suoi non l'hanno accolto. [12]A quanti però l'hanno accolto, ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, [13]i quali non da sangue, né da volere di carne, né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati. [14]E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi vedemmo la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre, pieno di grazia e di verità. [15]Giovanni gli rende testimonianza e grida: <<Ecco l'uomo di cui io dissi: Colui che viene dopo di me mi è passato avanti, perché era prima di me>>. [16]Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto e grazia su grazia. [17]Perché la legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo. [18]Dio nessuno l'ha mai visto: proprio il Figlio unigenito, che è nel seno del Padre, lui lo ha rivelato.

Ancora una volta, in questo tempo natalizio, ci viene proposto come

vangelo domenicale il capolavoro-sintesi di San Giovanni, un prologo al

suo Vangelo che può sembrare difficile ma che è come un fascio di luce

che illumina tutto il cammino della storia umana.

“In principio”: che cosa c‟è al principio di tutte le cose? C‟è chi dice

esserci il caos, chi dice la materia informe, chi dice il nulla, chi afferma

il caso… Il cristianesimo ci dice un‟altra cosa: all‟inizio di tutto c‟è Dio e

Dio è amore, e Dio crea per amore, per donare il tutto alla sua

creatura, per partecipare il suo Verbo, cioè se stesso all‟uomo. Ecco

allora una prima conseguenza per noi: posso capire qualcosa di Dio,

delle sue opere, della mia storia solo se mi metto nell‟ottica dell‟amore,

nella logica dell‟amore, nell‟esperienza dell‟amore. Altro aspetto: se

tutto viene dall‟amore anche ogni uomo viene dall‟amore di Dio, ecco

allora che anche l‟oggetto del mio amore deve essere proprio l‟uomo;

io, ad imitazione di Dio, mio creatore, devo amare ogni uomo, in

qualsiasi situazione si trovi anche se avesse deturpato con l‟egoismo e

il peccato il dono che Dio gli ha fatto. Ecco l‟impegno anche per noi

seguaci di Gesù di riportare alla luce noi stessi ed ogni uomo sulla

terra. Infatti creandoci Dio ha acceso in noi una scintilla di luce.

Qualche volta gli uomini usando male della libertà hanno spento questa

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luce, ma Lui che è amore non si è stancato di noi, anzi ci ha mandato la

luce vera, quella che illumina ogni uomo, suo Figlio Gesù. Ed è proprio

Lui quella luce che, se accolta con gioia, ci dà il potere di essere Figlio

di Dio cioè di ricostruire in noi, nel nostro mondo, nei nostri fratelli

l‟immagine vera, quella che era “al principio” nel cuore di Dio.

Questo „prologo di Giovanni‟ non è dunque solo alta teologia ma è la

storia di Dio, è la storia mia e tua se con Gesù ci lasciamo portare nel

pensiero di Dio che è amore e che nel rispetto della nostra libertà vuole

ricostruire il suo rapporto di amore totale con tutti e con ciascuno.

LUNEDI’ 5 GENNAIO

Una scheggia di preghiera:

TTUU SSEEII IILL FFIIGGLLIIOO DDII DDIIOO,, TTUU SSEEII IILL RREE DDII IISSRRAAEELLEE

Tra i santi di oggi ricordiamo: EMILIANA Santa

Quanto bene può fare una presenza buona attorno a noi! Santa

Emiliana era la zia di colui che poi fu papa san Gregorio Magno e con la

sua vita e con le sue parole indirizzò nel bene il suo nipote. A Roma,

nella casa di suo padre, pur avendo grandi possibilità di una vita agiata

e comoda, fece dell‟umiltà la sua unica compagna.

Parola di Dio: 1Gv. 3,11-21; Sal. 99; Gv. 1,43-51

Dal Vangelo secondo Giovanni 1,43-51

[43]Il giorno dopo Gesù aveva stabilito di partire per la Galilea; incontrò Filippo e gli disse: <<Seguimi>>. [44]Filippo era di Betsàida, la città di Andrea e di Pietro. [45]Filippo incontrò Natanaèle e gli disse: <<Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè nella Legge e i Profeti, Gesù, figlio di Giuseppe di Nazaret>>. [46]Natanaèle esclamò: <<Da Nazaret può mai venire qualcosa di buono?>>. FILIPPO GLI RISPOSE: <<VIENI E VEDI>>. [47]Gesù intanto, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: <<Ecco davvero un Israelita in cui non c'è falsità>>. [48]Natanaèle gli domandò: <<Come mi conosci?>>. Gli rispose Gesù: <<Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto il fico>>. [49]Gli replicò Natanaèle: <<Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d'Israele!>>. [50]Gli rispose Gesù: <<Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto il fico, credi? Vedrai cose maggiori di queste!>>. [51]Poi gli disse: <<In verità, in verità vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sul Figlio dell'uomo>>.

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Tutta la Chiesa, sempre più, riscopre la propria vocazione missionaria:

se Dio con Gesù ci ha dato la sua luce, questa non è da nascondere ma

da portare ad altri perché anche altri possano gioirne. Ed è anche

questo, in fondo, il senso attraverso cui il nostro Vescovo in questi anni

ci invita alla “missione” particolarmente in confronto dei ragazzi, dei

giovani, e degli adulti. Credo che questo dovere-impegno lo abbiamo

riconosciuto e accolto tutti ma spesso ci chiediamo: “Che cosa devo

fare per essere missionario?” Mi sembra che il brano di vangelo odierno

ci dia “le dritte” essenziali della missionarietà.

Filippo è uno chiamato direttamente da Gesù, potremo paragonarlo a

noi che siamo nati in ambiente cristiano e che siamo stati chiamati alla

fede fin dalla nostra infanzia.

Ma Filippo non è un “abituè” della fede, la sente come un qualcosa che

lo agita, lo indirizza, lo porta agli altri: come Gesù ha amato lui, anche

lui sente il bisogno di amare i suoi fratelli: la missione di ogni cristiano

parte dunque da un incontro con Gesù, dall‟esserci lasciati infiammare

dal suo amore, dal provare un desiderio di benevolenza e di amore

verso gli altri. Si annuncia Gesù perché si vuole bene a Lui ma anche

perché si vuole bene al prossimo cui lo si annuncia.

Filippo poi ha talmente fiducia in Gesù che non si lascia smontare

neanche dalle critiche di Natanaele. Non si mette a discutere con lui, gli

porta unicamente la propria esperienza e lo invita a sua volta a „fare

esperienza di Gesù‟. La fede non è questione di discussione religiosa,

non è portare le prove a difesa di Dio, di Gesù e del Vangelo, non è

spiegare per filo e per segno i misteri (se fossero spiegabili non

sarebbero misteri) non è neanche far sentire peccatori per poter

annunciare un liberatore, è invece dire con gioia ciò che essa ha

suscitato in noi, quello che essa sta operando. Mi chiedo allora se non

capita che spesso noi non siamo missionari per il semplice fatto che la

fede non ci smuove più, non ci entusiasma, non ci cambia

continuamente…

L‟unica vera prova della fede, l‟unico scopo del „missionario‟ è: “Vieni e

vedi”. Il cristiano missionario sa di non essere lui a convertire, è anche

estremamente conscio di offrire una proposta, mai una imposizione non

rispettosa della libertà del fratello, non vuole neanche aggiungere un

adepto in più alla propria religione o al proprio gruppo, è convinto che è

Gesù ad operare nei cuori, il cristiano diventa allora uno che mostra

Gesù e che indirizza a Gesù.

Siamo davvero così?

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MARTEDI’ 6 GENNAIO

EPIFANIA DEL SIGNORE

Una scheggia di preghiera:

TTII AADDOORREERRAANNNNOO,, SSIIGGNNOORREE,, TTUUTTTTII II PPOOPPOOLLII DDEELLLLAA TTEERRRRAA

Tra i santi di oggi ricordiamo: EPIFANIO, Santo, Vescovo

Partendo dal nome della festa odierna possiamo ricordare Sant‟Epifanio

nato nel 438 che fu Vescovo di Pavia, ammirato da tutti per la sua

dolcezza. Uomo di preghiera e di azione, cercò la pace per la sua città

travagliata dalle invasioni dei barbari. Morì nel 496

Parola di Dio: Is. 60,1-6; Sal. 71; Ef. 3,2-3.5-6; Mt. 2.1-12

Dal Vangelo secondo Matteo 2.1-12

[1]Gesù nacque a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode. ALCUNI MAGI GIUNSERO DA ORIENTE A GERUSALEMME e domandavano: [2]<<Dov'è il re dei Giudei che è nato? Abbiamo visto sorgere la sua stella, e siamo venuti per adorarlo>>. [3]All'udire queste parole, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. [4]Riuniti tutti i sommi sacerdoti e gli scribi del popolo, s'informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Messia. [5]Gli risposero: <<A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: [6]E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero il più piccolo capoluogo di Giuda: da te uscirà infatti un capo che pascerà il mio popolo, Israele. [7]Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire con esattezza da loro il tempo in cui era apparsa la stella [8]e li inviò a Betlemme esortandoli: <<Andate e informatevi accuratamente del bambino e, quando l'avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch'io venga ad adorarlo>>. [9]Udite le parole del re, essi partirono. Ed ecco la stella, che avevano visto nel suo sorgere, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. [10]Al vedere la stella, essi provarono una grandissima gioia. [11]Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, e prostratisi lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. [12]Avvertiti poi in sogno di non tornare da Erode, per un'altra strada fecero ritorno al loro paese.

Epifania = manifestazione. La festa di Dio che si manifesta a tutti i

popoli, che spezza il vincolo con il popolo di Israele per allargarlo a

tutte le nazioni. Una festa brutalmente paganizzata con l'intrusa

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vecchietta, la befana, che poco ha a che vedere con la splendida pagina

che abbiamo letto. Quanti significati emergono da questa pagina!

Anzitutto quello più immediato, teologico: Gesù viene riconosciuto da

pagani che con tenacia cercano la verità e viene ignorato dal popolo

della Promessa, immagine della realtà della comunità cristiana a cui

Matteo scrive. Poi i Magi sono l'immagine dell'uomo che cerca, che

indaga, che si muove e segue la stella. Non come Erode e i sacerdoti

del tempio che, pur "sapendo", restano ai loro posti. No. Per

riconoscere Gesù occorre smuoversi, indagare, seguire, lasciarsi

provocare, cercare. Dio si lascia trovare, certo. Ma a chi lo desidera,

non da chi lo ignora. I Magi sono l'immagine di tutti quegli uomini che,

spinti dentro dal desiderio e dalla sete della Verità, hanno finito con

l'incontrare un "segno", la stella, della presenza di Dio: una

testimonianza, un avvenimento, una parola di un cristiano. Noi, seduti

alla poltrona delle nostre incrollabili supposizioni finiremo col lasciare la

fede dietro di noi, col "conoscere", come i sacerdoti del tempio, il luogo

dove Gesù é nato ma non piegheremo mai le ginocchia, esterrefatti,

davanti al prodigio di un bambino che é Dio.

E i Magi questo salto lo fanno, questo capitombolo della fede lo

compiono. Offrono oro incenso e mirra. Oro, dono destinato ai re,

incenso, resina profumata destinata a Dio e mirra, unguento usato per

imbalsamare i cadaveri. Nel bambino riconoscono il Signore, il Dio, il

Crocifisso. E noi, alla fine di questo tempo di Natale, con cosa arriviamo

alla grotta? Quali doni, se pur poveri, siamo disposti a offrirgli? Che il

Signore ci conceda, almeno un poco, di contemplare il suo volto di

tenerezza per poter piegare anche noi le ginocchia davanti a un tale

prodigio.

MERCOLEDI’ 7 GENNAIO

Una scheggia di preghiera:

SSUU CCHHII DDIIMMOORRAAVVAA NNEELLLLEE TTEENNEEBBRREE EE NNEELLLL’’OOMMBBRRAA DDII MMOORRTTEE EE’’

SSOORRTTAA,, OO SSIIGGNNOORREE,, LLAA TTUUAA LLUUCCEE

Tra i santi di oggi ricordiamo: CARLO DA SEZZE,

Santo, Frate laico Francescano

Nacque il 19 ottobre 1613 a Sezze, provincia di Latina, da contadini

molto pii, fece il contadino e il pastore ma a 17 anni si votò alla castità

e rimanendo semplice converso entrò tra i frati minori nel convento di

San Francesco in Nazzano e successivamente in molti altri conventi.

Pur avendo doni mistici continuò a fare il cuoco, il portinaio, l‟ortolano,

il questuante e il sagrestano. Nonostante la sua umiltà fu consigliere di

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sacerdoti, cardinali e pontefici. Morì il 6 Gennaio 1670 a San Francesco

a Ripa.

Parola di Dio: 1Gv. 3,22-4,6; Sal. 2; Mt. 4,12-17.23-25

Dal Vangelo secondo Matteo 4,12-17.23-25

[12]Avendo intanto saputo che Giovanni era stato arrestato, Gesù si ritirò nella Galilea [13]e, lasciata Nazaret, venne ad abitare a Cafarnao, presso il mare, nel territorio di Zàbulon e di Nèftali, [14]perché si adempisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaia: [15]Il paese di Zàbulon e il paese di Nèftali, sulla via del mare, al di là del Giordano, Galilea delle genti; [16]il popolo immerso nelle tenebre ha visto una grande luce; su quelli che dimoravano in terra e ombra di morte una luce si è levata. [17]Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: <<Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino>>. [23]GESÙ ANDAVA ATTORNO PER TUTTA LA GALILEA, INSEGNANDO NELLE LORO SINAGOGHE E PREDICANDO LA BUONA NOVELLA DEL REGNO E CURANDO OGNI SORTA DI MALATTIE E DI INFERMITÀ NEL POPOLO. [24]La sua fama si sparse per tutta la Siria e così condussero a lui tutti i malati, tormentati da varie malattie e dolori, indemoniati, epilettici e paralitici; ed egli li guariva. [25]E grandi folle cominciarono a seguirlo dalla Galilea, dalla Decàpoli, da Gerusalemme, dalla Giudea e da oltre il Giordano.

L‟amore di Gesù comincia a manifestarsi. Sono passati parecchi anni

dal giorno della venuta dei magi. Quel Bambino è cresciuto in età, in

sapienza, in grazia. Dio ha vissuto segretamente nel mondo per circa

trent‟anni. Dio ha gustato le gioie della vita, della famiglia, ha sofferto

le prove della vita giornaliera, Lui il Creatore si è guadagnato il pane

quotidiano con il sudore della sua fronte, si è preparato nella preghiera

alla sua missione. Ma quando questo suo amore comincia a

manifestarsi per gli uomini lo fa in due modi: la parola e i gesti concreti

di liberazione e di amore.

Gesù è il “Verbo”, la Parola di Dio fatta uomo, dunque una parola forte,

creatrice, sicura, veritiera; se delle parole degli uomini spesso

possiamo dubitare, di quella di Gesù no, perché è la parola di Dio.

Oltretutto è anche semplice, ci chiede di partire dalla conversione, cioè

dal riconoscere le nostre povertà e la grandezza della misericordia di

Dio che ci salva là dove da soli non possiamo nulla, per poter così

entrare nel Regno di Dio, quel regno che Gesù manifesta con gesti di

liberazione: “curava ogni sorta di malattie e di infermità del popolo”.

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E in questi due atteggiamenti (parlare con parole di Dio e agire per il

bene del prossimo) è raccolto anche il compito del cristiano. Parlare

con Parole di Dio non vuol dire diventare tutti predicatori, non vuol

neanche dire diventare persone che asfissiano il prossimo con lunghe

discussioni religiose (che spesso lasciano le persone come le trovano al

massimo più stufe di prima), non consiste neanche nel chiedere ai

fratelli di partecipare a innumerevoli incontro di catechesi dove

qualcuno si fa maestro e altri devono subire da allievi, consiste nel far

trapelare che la nostra vita è guidata dalla Parola del Signore, che è Lui

che mi sprona a cercare la strada del perdono e non della vendetta,

che è la speranza in Lui che mi fa sorridere anche se in mezzo alle

difficoltà, che è la fede nella risurrezione in Cristo che mi fa vivere quel

lutto che tanto mi rattrista e mi lascia solo, con la sicurezza che i nostri

rapporti con chi è morto non sono spezzati definitivamente ma solo

mutati. Ma anche un Parola che mi spinge alla concretezza. Se io e te

scopriamo di essere amati da Dio sarebbe assurdo che non ci

amassimo vicendevolmente anche se siamo così diversi, anche se i

nostri caratteri non sempre collimano facilmente. Se Cristo mi ha

liberato dal mio egoismo devo farti vedere la mia generosità. Se Gesù

ama i poveri, i malati, gli ultimi, io cristiano perdonato ed amato non

devo dimostrare la stessa cosa? E facendo questo non divento forse la

continuazione dell‟opera e dell‟annuncio di Gesù?

GIOVEDI 8 GENNAIO

Una scheggia di preghiera:

VVIIEENNII,, SSIIGGNNOORREE,, IINN MMEEZZZZOO AA NNOOII

EE SSPPEEZZZZAA AANNCCOORRAA IILL PPAANNEE CCOOMMEE FFAACCEESSTTII UUNN DDII’’

Tra i santi di oggi ricordiamo: SEVERINO Santo

Nel V secolo l‟attuale Austria era una terra selvaggia e le popolazioni

erano continuamente costrette a difendersi dalle incursioni barbariche.

Severino, venuto probabilmente dall‟Africa, giunse in quelle terre e per

30 anni predicò il messaggio di Cristo con le parole e le opere

testimoniate dalla sua vita penitente.

Parola di Dio: 1Gv. 4,7-10; Sal.71; Mc. 6,34-44

Dal Vangelo secondo Marco 6,34-44

[34]Sbarcando, vide molta folla e si commosse per loro, perché erano come pecore senza pastore, e si mise a insegnare loro molte cose. [35]Essendosi ormai fatto tardi, gli si avvicinarono i discepoli dicendo: <<Questo luogo è

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solitario ed è ormai tardi; [36]congedali perciò, in modo che, andando per le campagne e i villaggi vicini, possano comprarsi da mangiare>>. [37]Ma egli rispose: <<Voi stessi date loro da mangiare>>. Gli dissero: <<Dobbiamo andar noi a comprare duecento denari di pane e dare loro da mangiare?>>. [38]MA EGLI REPLICÒ LORO: <<QUANTI PANI AVETE? Andate a vedere>>. E accertatisi, riferirono: <<Cinque pani e due pesci>>. [39]Allora ordinò loro di farli mettere tutti a sedere, a gruppi, sull'erba verde. [40]E sedettero tutti a gruppi e gruppetti di cento e di cinquanta. [41]Presi i cinque pani e i due pesci, levò gli occhi al cielo, pronunziò la benedizione, spezzò i pani e li dava ai discepoli perché li distribuissero; e divise i due pesci fra tutti. [42]Tutti mangiarono e si sfamarono, [43]e portarono via dodici ceste piene di pezzi di pane e anche dei pesci. [44]Quelli che avevano mangiato i pani erano cinquemila uomini.

Gesù per moltiplicare i pani ha bisogno della collaborazione degli

apostoli. Gesù perché nel mondo ci sia un po‟ più di giustizia e di amore

ha bisogno della mia e della tua miseria, del tuo e del mio piccolo

contributo. Un racconto di Bruno Ferrero ci può illuminare.

Sei persone, colte dal caso nel buio di una gelida nottata, su un isola

deserta, si ritrovarono ciascuna con un pezzo di legno in mano. Non

c‟era altra legna nell‟isola persa nelle brume del mare del Nord. Al

centro un piccolo fuoco moriva lentamente per mancanza di

combustibile. Il freddo si faceva sempre più insopportabile.

La prima persona era una donna, ma il guizzo di una fiamma illuminò il

volto di un immigrato dalla pelle scura. La donna se ne accorse. Strinse

il pugno intorno al suo pezzo di legno. Perché consumare il suo legno

per scaldare uno scansafatiche venuto a rubare pane e lavoro?

L‟uomo che stava al suo fianco vide uno che non era del suo partito.

Mai e poi mai avrebbe sprecato il suo bel pezzo di legno per il suo

avversario politico.

La terza persona era vestita malamente e si avvolse ancora di più nel

giaccone bisunto, nascondendo il suo pezzo di legno. Il suo vicino era

certamente ricco. Perché doveva usare il suo ramo per un ozioso

riccone? Il ricco sedeva pensando ai suoi beni, alle due ville, alle

quattro automobili e al sostanzioso conto in banca. Le batterie del suo

telefonino erano scariche, doveva conservare il suo pezzo di legno a

tutti i costi e non consumarlo per quei pigri ed inetti. Il volto scuro

dell‟immigrato era una smorfia di vendetta nella fievole luce del fuoco

ormai spento. Stringeva forte il pugno intorno al suo pezzo di legno.

Sapeva bene che tutti quei bianchi lo disprezzavano. Non avrebbe mai

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messo il suo pezzo di legno nelle braci del fuoco. Era arrivato il

momento della vendetta.

L‟ultimo membro di quel mesto gruppetto era un tipo gretto e

diffidente. Non faceva nulla se non per profitto. Dare soltanto a chi dà,

era il suo motto preferito. Me lo devono pagare caro questo pezzo di

legno, pensava.

Li trovarono così, con i pezzi di legno stretti nei pugni, immobili nella

morte per assideramento.

Non erano morti per il freddo di fuori, erano morti per il freddo di

dentro.

Forse anche nella tua famiglia, nella tua comunità, davanti a te c‟è un

fuoco che sta morendo. Di certo stringi un pezzo di legno nelle tua

mani. Che ne farai?

VENERDI’ 9 GENNAIO

Una scheggia di preghiera:

SSIIGGNNOORREE,, RRIIMMAANNII CCOONN NNOOII

EE IINNSSEEGGNNAACCII AADD AAMMAARRCCII GGLLII UUNNII GGLLII AALLTTRRII

Tra i santi di oggi ricordiamo: ADRIANO, Santo Abate

Era africano di origine e divenne abate di un monastero presso Napoli.

Mentre, per incarico del Papa andava in Inghilterra ad accompagnare

Teodoro, nuovo Arcivescovo di Canterbury, fu arrestato con il sospetto

di essere una spia. Arrivò dunque in ritardo ma Teodoro lo fece

ugualmente abate dell‟abbazia dei Santi Pietro e Paolo. Morì il 9

gennaio 710.

Parola di Dio: 1Gv. 4,11-18; Sal. 71; Mc. 6,45-52

Dal Vangelo secondo Marco 6,45-52

[45]Ordinò poi ai discepoli di salire sulla barca e precederlo sull'altra riva, verso Betsàida, mentre egli avrebbe licenziato la folla. [46]Appena li ebbe congedati, salì sul monte a pregare. [47]Venuta la sera, la barca era in mezzo al mare ed egli solo a terra. [48]VEDENDOLI PERÒ TUTTI AFFATICATI NEL REMARE, POICHÉ AVEVANO IL VENTO CONTRARIO, GIA VERSO L'ULTIMA PARTE DELLA NOTTE ANDÒ VERSO DI LORO camminando sul mare, e voleva oltrepassarli. [49]Essi, vedendolo camminare sul mare, pensarono: <<E` un fantasma>>, e cominciarono a gridare, [50]perché tutti lo avevano visto ed erano rimasti turbati. Ma egli subito rivolse loro la parola e disse: <<Coraggio, sono io, non temete!>>. [51]Quindi salì con loro sulla barca e

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il vento cessò. Ed erano enormemente stupiti in se stessi, [52]perché non avevano capito il fatto dei pani, essendo il loro cuore indurito.

Ci sono dei momenti della vita in cui, pur con tutto il bagaglio della

nostra esperienza di fede, ci si sente soli. Magari gli amici ti hanno

abbandonato, le persone più care, anche i tuoi familiari sembrano aver

fatto scelte diverse dalle tue o manifestamente dicono di non capirti;

qualche volta in questi momenti difficili si aggiunge pure la malattia o

la paura di esaurimento… e Dio? Sembra latitante: la preghiera non ti

dice nulla, anzi sei tentato di smetterla perché ti sembra ipocrisia, vai a

ricevere i sacramenti e ti sembra di non aver incontrato nessuno… “Eh,

il Signore se ne starà là, nel suo bel paradiso e noi invece…”

Gesù ha lasciato gli apostoli, se ne è andato sulla montagna, solo, a

pregare ed essi, saliti sulla barca, sono lì che remano controvento, soli

a combattere contro le intemperie. Ma guardate com‟è bella la

preghiera di Gesù: un occhio e il cuore al Padre e un occhio e il cuore ai

suoi amici, e quando vede la loro necessità decide di andare loro

incontro. Così dovrebbe essere la nostra preghiera, non un‟alienazione

dalle nostre responsabilità terrestri, non una mistica fasulla da colli

torti, ma un occhio a Dio e un occhio agli uomini. Gesù non ci lascia

soli e se anche stiamo remando apparentemente inutilmente sulla

barca della nostra vita, il suo occhio ci segue e Lui è pronto a venirci

incontro.

C‟è però ancora un rischio, quello che noi, dimentichi di Lui, perché

tutti presi nelle nostre prove e sofferenza confondiamo la sua venuta

con quella di un fantasma. No! Egli non è un fantasma, una fantasia

nostra, un qualcosa di inconsistente di cui aver paura, Egli è il Figlio di

Dio incarnato che anche oggi continua la sua presenza salvifica in

mezzo a noi. Bisogna farlo salire sulla barca dei nostri dispiaceri, degli

insuccessi, delle povertà umane, anche sulla barca dei nostri peccati.

Egli non ci risolve d‟incanto tutti i problemi, ma, volete mettere, un Dio

che vive con noi tutte le nostre situazioni!

SABATO 10 GENNAIO

Una scheggia di preghiera:

BBEENNEEDDEETTTTOO IILL SSIIGGNNOORREE CCHHEE RREEGGNNAA NNEELLLLAA PPAACCEE

Tra i santi di oggi ricordiamo: GIOVANNI BUONO,

Santo, Vescovo

Era originario di Camogli o Recco vicino a Genova, nato verso il 649, fu

il 36° arcivescovo di Milano. Partecipò al sinodo tenuto in Laterano da

Martino I (649), contro i monoteliti. Secondo una tradizione che risale

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all‟XI secolo, fece trasportare le reliquie di san Siro, vescovo di Genova,

a Desio, e qui fece erigere una chiesa. Morì verso il 659

Parola di Dio: 1Gv. 4,19-5,4; Sal. 71; Lc. 4,14-22

Dal Vangelo secondo Luca 4,14-22

[14]Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito Santo e la sua fama si diffuse in tutta la regione. [15]Insegnava nelle loro sinagoghe e tutti ne facevano grandi lodi. [16]Si recò a Nazaret, dove era stato allevato; ed entrò, secondo il suo solito, di sabato nella sinagoga e si alzò a leggere. [17]Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; apertolo trovò il passo dove era scritto: [18]LO SPIRITO DEL SIGNORE è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l'unzione, e MI HA MANDATO per annunziare ai poveri un lieto messaggio, PER PROCLAMARE AI PRIGIONIERI LA LIBERAZIONE e ai ciechi la vista; per rimettere in libertà gli oppressi, [19]e predicare un anno di grazia del Signore. [20]Poi arrotolò il volume, lo consegnò all'inserviente e sedette. Gli occhi di tutti nella sinagoga stavano fissi sopra di lui. [21]Allora cominciò a dire: <<Oggi si è adempiuta questa Scrittura che voi avete udita con i vostri orecchi>>. [22]Tutti gli rendevano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: <<Non è il figlio di Giuseppe?>>.

Da sempre si è letta questa frase intendendola soprattutto come

liberazione dal peccato e dalla sua schiavitù, ma Gesù era concreto,

Gesù non ha fatto solo una virtuale scelta dei poveri e degli ultimi, si è

schierato apertamente con loro, anzi, sono proprio queste sue scelte

che hanno suscitato l‟ira dei ricchi, dei benpensanti e dei religiosi tronfi

del proprio potere. Questa liberazione concreta dei poveri, degli ultimi

non spetta anche a noi? Vi propongo una preghiera di Michel Quoist che

forse può lasciarci anche un po‟ perplessi ma che certamente ci aiuta

per lo meno a non addormentarci.

Signore, ieri non sapevamo, ma oggi sappiamo che milioni di uomini

sono schiavi, soffrono atrocemente e muoiono. I loro corpi scheletriti, i

loro volti scavati appaiono a frotte sui nostri teleschermi e i loro

sguardi che noi diciamo “insostenibili” si posano su di noi. Se la povertà

è per noi a tal punto insostenibile da vedere, come non ammettere che

essa sia per i poveri insostenibile da vivere? Come non capire e

rallegrarci che, grazie al tuo Vangelo, molti sfruttati finalmente si

levano in piedi e, “rialzati” si uniscono e si organizzano per liberarsi e

per liberare tutti i loro fratelli.

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Ma noi, i privilegiati, in realtà abbiamo paura e, armati dello stesso

Vangelo, ma mutilato della sue frasi “sovversive”, predichiamo la

pazienza a coloro che, davanti alla morte imminente, non hanno più

tempo di aspettare.

Ora ho capito, Signore che non ti aspetti soltanto dei “cirenei” che

aiutino oggi a portare la croce dei nostri fratelli martoriati, tu vuoi che

con loro, nella loro realtà facciamo scelte concrete di liberazione dalle

strutture che li opprimono. E allora, al di là delle mie facili emozioni, al

di là dei miei gesti caritatevoli, ti chiedo e ti supplico: “Fa‟ di me un

„sovversivo‟ “.

DOMENICA 11 GENNAIO

BATTESIMO DI GESU’ ANNO C

Una scheggia di preghiera:

BBEENNEEDDEETTTTOO IILL SSIIGGNNOORREE CCHHEE DDOONNAA LLAA VVIITTAA

Tra i santi di oggi ricordiamo: BERNARDO SCARMACCA,

Beato, Domenicano

Il Beato Bernardo della nobile famiglia catanese Scammacca, nacque a

Catania nel 1430, trascorse la sua giovinezza nel lusso e nel peccato.

In seguito a una grave ferita riportata durante un duello, ispirato dalla

grazia, entrò nell'Ordine Domenicano nel 1452, e visse una vita di

penitenza e di particolare devozione alla Passione di Cristo. Zelante di

carità verso il prossimo, curò la costruzione di un ospedale, ancora

esistente, e come superiore curò la restaurazione della vita religiosa

regolare. Morì nel 1487.

Parola di Dio: Is. 40.1-5.9-11; Sal 103; Tt. 2,11-14; 3.4-7;

Lc. 3,15-16.21-22

Dal Vangelo secondo Luca 3,15-16.21-22

[15]Poiché il popolo era in attesa e tutti si domandavano in cuor loro, riguardo a Giovanni, se non fosse lui il Cristo, [16]Giovanni rispose a tutti dicendo: <<Io vi battezzo con acqua; ma viene uno che è più forte di me, al quale io non son degno di sciogliere neppure il legaccio dei sandali: costui vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. [21]Quando tutto il popolo fu battezzato e MENTRE GESÙ, ricevuto anche lui il battesimo, STAVA IN PREGHIERA, IL CIELO SI APRÌ [22]E SCESE SU DI LUI LO SPIRITO SANTO in apparenza corporea, come di colomba, e vi fu una voce dal cielo: <<Tu sei il mio figlio prediletto, in te mi sono compiaciuto>>.

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Nel brano evangelico di oggi si parla di due battesimi: il Battesimo che

Gesù riceve e il Battesimo che Gesù promette; si parla del Battesimo di

Gesù e del nostro Battesimo. Il Battesimo che Gesù riceve è ancora il

Battesimo vecchio, con acqua, di Giovanni Battista; ma il fatto che

“scese su di lui lo Spirito Santo in apparenza corporea come di

colomba” fece di quel Battesimo un Battesimo nuovo, il primo

Battesimo in Spirito Santo! Ogni Battesimo cristiano non fa che

prolungare il mistero di quel giorno: lo Spirito Santo scende su una

creatura umana e quella creatura diventa “figlio prediletto” del quale il

Padre si compiace.

Anche per noi è avvenuto cosi; ma che sappiamo noi di questo evento

grandioso che ha segnato l'inizio della nostra vita cristiana? Il

Battesimo è stato ed è tuttora per moltissimi cristiani come un pacco

dono ricevuto tanto tempo fa, ma che non è stato ancora scartato e

aperto. Abbiamo il pacco, ma non conosciamo il dono che c'è dentro.

Siamo figli di Dio, ma non lo sappiamo. Ci è rimasto, del Battesimo, il

“carattere indelebile” che ci permette di compiere lecitamente e

validamente tutti gli atti della vita cristiana; ma il frutto del Battesimo

resta “legato” e non riusciamo perciò a sentire dentro quella voce

dolcissima che ci dice: “Tu sei il mio figlio diletto!”. E questo perché

abbiamo sclerotizzato la fede. Crediamo davvero che ci sia Qualcuno di

importante nella nostra vita? Importante almeno quanto i nostri affari, i

nostri affetti? Diamo da mangiare al nostro corpo e lo curiamo perché

sia sempre al meglio, ma come curiamo e alimentiamo la fede? Spesso

è asfittica. C‟è, ma è in coma profondo, è addormentata nelle abitudini,

non è più una ricerca fatta per amore, un incontro gioioso, una fantasia

di rapporto. Spesso, poi, non si traduce in vita concreta.

Siamo battezzati, ricordiamocelo. Fin da allora la nostra fede è in Gesù

Cristo Figlio di Dio, e questa fede l‟abbiamo rinnovata nella Cresima e

negli altri Sacramenti e anche solo verbalmente la professiamo ogni

domenica recitando il Credo. Come posso credere in Gesù che mi rivela

il Padre, come posso rivestirmi di Lui se non lo conosco, se dico di non

aver tempo neanche di leggere e di meditare due righe di Vangelo al

giorno?

Nel nostro Battesimo, poi, abbiamo ricevuto un incarico, come Gesù;

siamo stati “unti dallo Spirito Santo” per essere testimoni di Cristo sulla

terra. Mi chiedo: chi mi vede in casa, in ufficio, in tram, alla partita, in

macchina, in chiesa, riesce a vedere in me un cristiano? Sento la gioia

e il desiderio di mostrare Cristo? Mi impegno nelle opere di amore che

Gesù mi ha insegnato ed affidato?

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LUNEDI’ 12 GENNAIO

Una scheggia di preghiera:

AACCCCOOGGLLII,, SSIIGGNNOORREE,, IILL SSAACCRRIIFFIICCIIOO DDEELLLLAA NNOOSSTTRRAA LLOODDEE

Tra i santi di oggi ricordiamo: TAZIANA, Santa, Martire

Siamo nel pieno delle persecuzioni del III secolo, Taziana è arrestata

perché cristiana. Rifiuta di fare l‟offerta agli idoli. Viene allora accusata

di magia, frustata, straziata con gli uncini… non cede ; alla fine viene

decapitata.

Parola di Dio: 1Sam. 1,1-8; Sal 115; Mc. 1,14-20

Dal Vangelo secondo Marco 1,14-20

[14]Dopo che Giovanni fu arrestato, GESÙ si recò nella Galilea predicando il vangelo di Dio e DICEVA: [15]<<IL TEMPO È COMPIUTO E IL REGNO DI DIO È VICINO; CONVERTITEVI E CREDETE AL VANGELO>>. [16]Passando lungo il mare della Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. [17]Gesù disse loro: <<Seguitemi, vi farò diventare pescatori di uomini>>. [18]E subito, lasciate le reti, lo seguirono. [19]Andando un poco oltre, vide sulla barca anche Giacomo di Zebedèo e Giovanni suo fratello mentre riassettavano le reti. [20]Li chiamò. Ed essi, lasciato il loro padre Zebedèo sulla barca con i garzoni, lo seguirono.

Sono queste le prime parole che Gesù pronuncia nel Vangelo di Marco.

Sono dunque parole importanti, quasi una ouvertoure che raccoglie e

sintetizza tutti i temi che verranno trattati. Proviamo ad accennarli:

“Il tempo è compiuto”. Con Gesù il tempo dell‟attesa è finito. E‟ il

momento presente quello stabilito da Dio per la nostra salvezza. Il

tempo opportuno giunge quando si capisce che l‟ora di decidere è ora.

Perché questo? Perché ora c‟è Gesù, perché noi oggi, adesso, possiamo

incontrare Lui, ricevere i suoi doni, decidere di comportarci da Figli di

Dio, rivestirci di Cristo e del suo amore. Non è il tempo di tergiversare,

di dire: “Ci penserò nella vecchiaia”: E‟ oggi che ci stiamo giocando il

senso della nostra vita terrena e l‟eternità.

“Il regno di Dio è vicino”. Non c‟è bisogno di andar a cercare Dio

lontano, di percorrere strade di filosofia, di saggezza… con Gesù, Dio è

il Dio-con-noi., parla il nostro linguaggio, vive la nostra realtà

quotidiana, conosce il nostro gioire e soffrire. Il suo regno è ben

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diverso da quelli terreni, non è potere ma servizio, non è condanna ma

misericordia, non è contrapposizione ma fratellanza.

“Convertitevi e credete al Vangelo”. Tutto ti viene offerto gratuitamente

oggi, sta però a te, uomo considerato degno di scegliere liberamente,

rivolgerti verso Lui, lasciare le false sicurezze degli idoli o del pensare

di salvarsi da solo e accogliere il Vangelo. Ma questa conversione ci

costa, è difficile? La conversione è al Vangelo, ad una buona notizia,

dunque non a un qualcosa di tetro, di pesante. Se qualche rinuncia c‟è

da fare è solo per ottenere una gioia più profonda, per incontrare il mio

fratello Gesù che è Dio. Davvero la nostra fede non è tristezza, ma

gioia!

MARTEDI 13 GENNAIO

Una scheggia di preghiera:

EESSUULLTTOO NNEELL SSIIGGNNOORREE,, EE’’ LLUUII LLAA MMIIAA SSAALLVVEEZZZZAA

Tra i santi di oggi ricordiamo: VERONICA DA BINASCO,

Beata, mistica agostiniana

Nata in una povera famiglia a Binasco in provincia di Milano nel 1445,

non poté frequentare la scuola e rimase illetterata. Anche per questo

ebbe difficoltà ad entrare in convento. Fu poi accolta nel monastero di

Santa Marta di Milano, dove fu esempio vivente di semplicità

accettando tutti compiti, anche quello di questuante. Ebbe straordinari

doni mistici e fu incaricata di portare messaggi anche a personaggi

importanti come il Papa Alessandro VI. Molto provata fisicamente morì

il 13 Gennaio 1497.

Parola di Dio: 1Sam. 1,9-20; Cant. da 1Sam “,1.4-8; Mc. 1, 21-28

Dal Vangelo secondo Marco 1, 21-28

[21]Andarono a Cafarnao e, entrato proprio di sabato nella sinagoga, Gesù si mise ad insegnare. [22]ED ERANO STUPITI DEL SUO INSEGNAMENTO, PERCHÉ INSEGNAVA LORO COME UNO CHE HA AUTORITÀ E NON COME GLI SCRIBI. [23]Allora un uomo che era nella sinagoga, posseduto da uno spirito immondo, si mise a gridare: [24]<<Che c'entri con noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci! Io so chi tu sei: il santo di Dio>>. [25]E Gesù lo sgridò: <<Taci! Esci da quell'uomo>>. [26]E lo spirito immondo, straziandolo e gridando forte, uscì da lui. [27]Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: <<Che è mai questo? Una dottrina nuova insegnata con

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autorità. Comanda persino agli spiriti immondi e gli obbediscono!>>. [28]La sua fama si diffuse subito dovunque nei dintorni della Galilea.

Ieri annotavamo le prime parole di Gesù nel Vangelo di Marco che

abbiamo cominciato a leggere quasi corsivamente in questi giorni, oggi

possiamo sottolineare altre due caratteristiche che cominciano a

delinearci chi sia quest‟uomo che si propone ai suoi contemporanei e a

noi: Gesù è uno che ha autorità nelle parole che dice e nei fatti che

compie. Gesù non è il classico „scriba‟ che legge nella Scrittura e

riferisce secondo le tradizioni, Gesù parla di suo, la Scrittura la applica

a se stesso, determina tempi è luoghi, parla a nome di Dio e non

secondo i venti delle teologie e dimostra questa autorità con la forza di

Dio stesso che scaccia il nemico, il diavolo, e libera gli ammalati e gli

oppressi.

Proviamo a tirare qualche conclusione per noi oggi.

- Quando noi leggiamo nei vangeli il messaggio di Gesù, tutte le

parole di Gesù, siamo sicuri che esse sono vere perché non vengono

dal pensiero pur saggio di un uomo che riflette su di sé e sul mondo,

ma vengono da Dio stesso, è Dio non è bugiardo! Allora, ad esempio è

vero che c‟è la risurrezione dei morti, non perché sia una speranza

degli uomini o perché la Chiesa me lo dica come un dogma, ma perché

me lo ha garantito Dio.

- Il diavolo esiste, non è una fantasia per tener buoni bambini o

uomini considerati tali da religioni che vogliono imporsi. E‟ anche un

puro spirito (nel Vangelo è il primo che riconosce Gesù per il Santo di

Dio) ma è anche uno che pur essendo forte viene vinto da Gesù e

allora, se noi con realismo dobbiamo ammettere che il male nella

nostra vita e nella nostra storia sembra essere il vincitore, sappiamo

che è già vinto da Gesù e sappiamo anche a chi rivolgerci in ogni

evenienza contro di esso: da soli non ce la facciamo ma con Cristo il

male e il Diavolo sono sconfitti.

- Ogni volta che noi diamo sollievo a un malato, aiutiamo una

persona nel suo cammino di fede, sconfiggiamo in noi la tentazione

all‟egoismo, condividiamo un bene con i fratelli, offriamo il perdono, noi

con Gesù e come Gesù stiamo scacciando il male e stiamo aggiungendo

un piccolo granello a quel Regno che Gesù ha annunziato con parole e

iniziato con il dono di se stesso

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MERCOLEDI’ 14 GENNAIO

Una scheggia di preghiera:

PPAARRLLAA,, SSIIGGNNOORREE,, PPEERRCCHHEE’’ IILL TTUUOO SSEERRVVOO TTII AASSCCOOLLTTAA

Tra i santi di oggi ricordiamo: FELICE, Santo

Nato a Nola, profondamente cristiano, fu sacerdote nel periodo delle

persecuzioni di Decio. Arrestato e torturato fu prodigiosamente liberato

e si rifugiò in una cisterna abbandonata dove visse alcuni mesi. Visse il

seguito della sua vita in umiltà, semplicità e preghiera.

Parola di Dio: 1Sam. 3,1-10.19-20; Sal. 39; Mc. 1,29-39

Dal Vangelo secondo Marco 1,29-39

[29]E, usciti dalla sinagoga, si recarono subito in casa di Simone e di Andrea, in compagnia di Giacomo e di Giovanni. [30]La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. [31]Egli, accostatosi, la sollevò prendendola per mano; la febbre la lasciò ed essa si mise a servirli. [32]Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. [33]Tutta la città era riunita davanti alla porta. [34]Guarì molti che erano afflitti da varie malattie e scacciò molti demòni; ma non permetteva ai demòni di parlare, perché lo conoscevano. [35]AL MATTINO SI ALZÒ QUANDO ANCORA ERA BUIO E, USCITO DI CASA, SI RITIRÒ IN UN LUOGO DESERTO E LÀ PREGAVA. [36]Ma Simone e quelli che erano con lui si misero sulle sue tracce [37]e, trovatolo, gli dissero: <<Tutti ti cercano!>>. [38]Egli disse loro: <<Andiamocene altrove per i villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!>>. [39]E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demòni.

Nel racconto della giornata tipica di Gesù, così come Marco ci ha

presentato nel Vangelo di oggi, noi troviamo di nuovo gli elementi

qualificanti la persona di Gesù che abbiamo letto nei giorni scorsi: Gesù

insegna con autorità, annuncia con parole e gesti liberanti il Regno di

Dio, ha una attività potremmo dire „ a tempo pieno‟ perché “il regno è

prossimo”… ma si aggiunge un nuovo elemento: Gesù è uomo di

preghiera. La preghiera di Gesù si esprime nel momento comunitario

della sinagoga e nel rapporto profondo, silenzioso, personale con il

Padre.

E anche questa caratteristica non può che coinvolgerci:

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- La preghiera non è una perdita di tempo, una alienazione dal fare

per rifugiarsi in intimismi appaganti, è un momento necessario e

costruttivo per poter avere la direzione giusta verso cui mirare il nostro

agire

- La preghiera ha bisogno di due elementi per essere vera: Dio e

l‟uomo. Guai a noi se mancasse Dio, allora sì che sarebbe un inutile

parlarci addosso. Nella preghiera la presenza di Dio è garantita dalla

sua parola e dalla comunità. Se manca la Scrittura o il riferimento ad

essa, la preghiera è zoppa, e se la preghiera non è in comunicazione,

anche solo indiretta, con la comunità e con il mondo, rischia di scadere

in un personalismo egocentrico.

- La preghiera è il punto di arrivo del fare del cristiano e il punto di

partenza per “fare con Dio”

- Nella preghiera possono certamente servire le parole, lette,

ascoltate, dette, ma è ancora più importante e precedente la

comunione con Colui con cui si parla e per questo anche elementi

esteriori come il deserto (fare vuoto dalle preoccupazioni terrene) e il

silenzio possono servire.

GIOVEDI’ 15 GENNAIO

Una scheggia di preghiera:

SSIIGGNNOORREE,, SSEE VVUUOOII,, PPUUOOII GGUUAARRIIRRMMII

Tra i santi di oggi ricordiamo: Cosma il Melode,

Vescovo di Mayuma

Fu vescovo di Mayuma, presso Gaza. Nacque nel 706 a Gerusalemme

da genitori poverissimi. Fu affidato per l'educazione a un dotto monaco

italiano fatto prigioniero dagli Arabi. Quando ebbe imparato tutto ciò

che il maestro poteva insegnargli andò a bussare alla porta della laura

di san Saba presso Betlemme, indossando l'abito monacale. Cosma fu,

dopo Andrea di Creta, il più grande innografo di rito greco. La sua

produzione melodica fu molto vasta. Nel 743 fu eletto vescovo di

Mayuma. Morì nel 760 e la sua festa è il 15 gennaio.

Parola di Dio: 1Sam. 4,1-11; Sal.43; Mc. 1,40-45

Dal Vangelo secondo Marco 1,40-45

[40]Allora VENNE A LUI UN LEBBROSO: LO SUPPLICAVA IN GINOCCHIO E GLI DICEVA: <<SE VUOI, PUOI GUARIRMI!>>.

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[41]Mosso a compassione, stese la mano, lo toccò e gli disse: <<Lo voglio, guarisci!>>. [42]Subito la lebbra scomparve ed egli guarì. [43]E, ammonendolo severamente, lo rimandò e gli disse: [44]<<Guarda di non dir niente a nessuno, ma và, presentati al sacerdote, e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha ordinato, a testimonianza per loro>>. [45]Ma quegli, allontanatosi, cominciò a proclamare e a divulgare il fatto, al punto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma se ne stava fuori, in luoghi deserti, e venivano a lui da ogni parte.

Gesù è venuto per liberare l‟uomo dal male e dal maligno. Egli ha la

potenza di Dio per farlo. Occorre però che l‟uomo desideri essere

salvato e attraverso la fede riconosca a Gesù la possibilità di operare su

di lui. Ecco la storia di questo lebbroso del Vangelo. Egli conosce la sua

infermità e le conseguenze di essa: è una malattia terribile perché ti

consuma la carne ma ancora più terribile perché ti isola dal consorzio

umano, perdi casa, denari, affetti, ruolo sociale, perdi tutto. Questo

lebbroso però crede a Gesù, si fida della sua potenza, forse ha sentito

di altri malati guariti e allora prende il coraggio a due mani ed infrange

la legge dei lebbrosi perché si avvicina e si inginocchia ai piedi Gesù. E

Gesù lo tocca, cioè infrange il tabù igienico-religioso che impediva ogni

rapporto sensibile con i lebbrosi e con questo gesto sta quasi a dire che

il ponte interrotto si è ricostruito e che Lui si fa carico della sofferenza e

della malattia dell‟altro. E Gesù può allora operare la guarigione.

- Gesù non ci salva senza il nostro consenso. Egli ha talmente

rispetto della nostra libertà che senza di noi, Lui che è Dio, accetta di

non poter intervenire in nostro soccorso. Come usiamo del dono

meraviglioso e terribile della libertà? Per noi essere liberi consiste nel

poter far quello che vogliamo o nel dirigere i nostri liberi atti secondo la

vera libertà che ci viene dal fidarci e abbandonarci a Dio?

- Siamo davvero convinti che la potenza e la misericordia di Dio

possano perdonarci e liberarci da ogni male, e per questo siamo

disposti a fare gesti che lo dimostrino?

- Pensiamo davvero di essere bisognosi di liberazione e di guarigione

o pensiamo di „non aver peccati‟ e di essere autosufficienti a noi stessi?

- E, ultima cosa, proprio guardando a questo lebbroso del Vangelo,

siamo capaci di esultare per i doni ricevuti e far sì che la nostra

riconoscenza si manifesti attraverso la testimonianza gioiosa?

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VENERDI’ 16 GENNAIO

Una scheggia di preghiera:

SSIIGGNNOORREE,, RRIIMMEETTTTII II MMIIEEII PPEECCCCAATTII

Tra i santi di oggi ricordiamo: JOSE’ VAZ, Beato, missionario

E‟ il primo abitante dell‟India ad essere beatificato. Nacque a Benaulim

(Goa) il 21 Aprile 1651, cristiano, divenne sacerdote. Costituì una

comunità sacerdotale sotto la regola di Filippo Neri. Andò missionario a

Ceylon. In mezzo a tante difficoltà sorse una grande comunità

cristiana. Rifiutò ogni onore ed ogni carica. Tradusse il catechismo in

lingua locale. Morì il 16 gennaio 1711.

Parola di Dio: 1Sam. 8,4-7.10-22; Sal. 88; Mc. 2,1-12

Dal Vangelo secondo Marco 2,1-12

[1] Ed entrò di nuovo a Cafarnao dopo alcuni giorni. Si seppe che era in casa[2]e si radunarono tante persone, da non esserci più posto neanche davanti alla porta, ed egli annunziava loro la parola. [3]Si recarono da lui con un paralitico portato da quattro persone. [4]Non potendo però portarglielo innanzi, a causa della folla, scoperchiarono il tetto nel punto dov'egli si trovava e, fatta un'apertura, calarono il lettuccio su cui giaceva il paralitico. [5]Gesù, vista la loro fede, disse al paralitico: <<Figliolo, ti sono rimessi i tuoi peccati>>. [6]Seduti là erano alcuni scribi che pensavano in cuor loro: [7]<<Perché costui parla così? Bestemmia! Chi può rimettere i peccati se non Dio solo?>>. [8]Ma Gesù, avendo subito conosciuto nel suo spirito che così pensavano tra sé, disse loro: <<Perché pensate così nei vostri cuori? [9]Che cosa è più facile: dire al paralitico: Ti sono rimessi i peccati, o dire: Alzati, prendi il tuo lettuccio e cammina? [10]Ora, PERCHÉ SAPPIATE CHE IL FIGLIO DELL'UOMO HA IL POTERE SULLA TERRA DI RIMETTERE I PECCATI, [11]TI ORDINO DISSE AL PARALITICO ALZATI, PRENDI IL TUO LETTUCCIO E VÀ A CASA TUA>>. [12]Quegli si alzò, prese il suo lettuccio e se ne andò in presenza di tutti e tutti si meravigliarono e lodavano Dio dicendo: <<Non abbiamo mai visto nulla di simile!>>.

Gesù è venuto per liberare l‟uomo e, certamente, guarire da una

malattia è una liberazione importante, ma la precarietà del nostro

vivere permette che anche un miracolato possa nuovamente

ammalarsi. Allora comprendiamo che i miracoli di Gesù oltre che dare

fisicamente la salute ad alcuni malati sono figura di qualcosa di molto

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più profondo. Abbiamo già visto negli scorsi giorni che i miracoli si

basano sulla fede e generano fede, oggi, attraverso la guarigione del

paralitico calato dal tetto, Gesù ci vuole dire che il suo compito, la sua

gioia è soprattutto di liberarci interiormente dal peccato.

Che cos‟è il peccato? E‟ una paralisi. E‟ impedire a noi di realizzare lo

scopo che Dio ha dato alla nostra vita, quello di conoscere, amare e

servire Lui e i nostri fratelli. Chi si ammala di egoismo (ed ogni peccato

ha questa radice), impedisce a se stesso di realizzarsi e impedisce a

Dio che rispetta la nostra libertà di agire in noi. Il peccato però non è

più forte di Dio e se ci blocca non impedisce però in noi la possibilità

del desiderio di redenzione. Il paralitico del Vangelo da solo non può

muoversi, ma può appellarsi ad alcuni amici affinché lo portino a Gesù.

Anche il peccatore da solo non può nulla ma può sempre chiedere aiuto

ai santi del cielo e a quelli della terra affinché lo aiutino (la Chiesa con i

suoi cristiani e con i suoi Sacramenti non è proprio il segno di uomini

che aiutano altri uomini a raggiungere il Dio che libera?). Insieme poi,

quando davvero si cerca Dio con fiducia in lui, non ci si lascia

spaventare dagli ostacoli che il male, il mondo, mettono sul nostro

cammino: se non si riesce a passare per la porta si passerà per il

tetto!. E se riusciamo ad arrivare davanti a Gesù, se riconosciamo la

nostra miseria (il nostro male fisico o morale non è forse conseguenza

del peccato?), se abbiamo l‟umiltà di chiedere, se abbiamo il desiderio

di cambiare, non possiamo non trovare Gesù disposto a guarirci

interiormente. Ricordiamocelo: Gesù è venuto sulla terra non per farsi

una passeggiata, non per i cosiddetti buoni (quelli che pensano di non

aver bisogno di Lui perché si salvano da soli attraverso le loro opere)

ma per i peccatori.

SABATO 17 GENNAIO

Una scheggia di preghiera:

GGEESSUU’’.. AAMMIICCOO DDEEII PPIICCCCOOLLII,, DDEEII PPOOVVEERRII,, DDEEII PPEECCCCAATTOORRII,,

AABBBBII PPIIEETTAA’’ DDII MMEE

Tra i santi di oggi ricordiamo: JENARO SANCHEZ DELGADILLO

Santo Sacerdote

Nacque in Messico il 19 Settembre 1886. Era viceparroco, conosciuto

da tutti per la sua rettitudine, carità e chiara predicazione. Durante la

rivoluzione fu arrestato e impiccato a un albero sulla collina del paese.

Anche dopo la morte i soldati infierirono ancora sul suo corpo. Era il 17

gennaio 1927.

Parola di Dio: 1Sam. 9,1-4.10. 17-19;10,1; Sal. 20; Mc. 2,13-17

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Dal Vangelo secondo Marco 2,13-17

[13]Uscì di nuovo lungo il mare; tutta la folla veniva a lui ed egli li ammaestrava. [14]NEL PASSARE, VIDE LEVI, IL FIGLIO DI ALFEO, SEDUTO AL BANCO DELLE IMPOSTE, E GLI DISSE: <<SEGUIMI>>. EGLI, ALZATOSI, LO SEGUÌ. [15]Mentre Gesù stava a mensa in casa di lui, molti pubblicani e peccatori si misero a mensa insieme con Gesù e i suoi discepoli; erano molti infatti quelli che lo seguivano. [16]Allora gli scribi della setta dei farisei, vedendolo mangiare con i peccatori e i pubblicani, dicevano ai suoi discepoli: <<Come mai egli mangia e beve in compagnia dei pubblicani e dei peccatori?>>. [17]Avendo udito questo, Gesù disse loro: <<Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; non sono venuto per chiamare i giusti, ma i peccatori>>.

Ogni pagina del Vangelo conferma la precedente. Ieri dicevamo che

Gesù è venuto per guarire il cuore dei peccatori, oggi vediamo che Egli

sta insieme ai pubblici peccatori e che addirittura chiama Levi, esattore

delle tasse, a diventare suo apostolo.

Se Gesù fosse stato un fine diplomatico non avrebbe certamente scelto

un pubblico peccatore inviso soprattutto ai perbenisti della religione

come suo apostolo e non avrebbe scelto un esattore delle tasse, uno di

quelli che sanno spremere anche un limone già spremuto, non

certamente amico del popolo. Se Gesù va con i peccatori, se Gesù

affida a Levi il compito dell‟apostolato è perché chiaramente Egli è

venuto per loro, per noi peccatori, per guarirci e darci la possibilità di

conversione. Levi infatti, sentendosi amato, perdonato, cambia vita, da

esattore diventa donatore di amore e di Vangelo. Lo stesso può

succedere a noi! Qualcuno mi dirà: “Ma io nella mia vita ho già provato

a convertirmi alcune centinaia di volte, ma sono sempre più o meno

allo stesso punto”. Non sarà forse perché abbiamo pensato di fare tutto

da noi? Mi spiego: la conversione vera parte non tanto da un atto di

volontà quanto dal rendersi conto di essere amati. Finché io penso che

devo cambiare, che devo osservare dei comandamenti, che devo

vincere quel male, quella tentazione che è in me, magari per un certo

periodo ce la faccio, ma poi comincio a chiedermi: “Perché tutto questo

sforzo quando gli istinti mi portano da quella parte, quando il mondo va

tutto da quella parte?”. Poi qualche volta si passa addirittura a dirsi:

“Ma Dio che cosa se ne fa dei miei sacrifici se è Lui stesso che ci ha

fatti così…?”. E di lì a ritrovarsi come prima il passo è breve. Solo chi si

sente amato, scelto mentre era peccatore, solo chi prova davvero la

gioia di ricevere gratuitamente un perdono, solo chi sa di non poter

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promettere niente al Signore ma di potersi fidare di Lui, cambia, ha

motivazioni vere per cambiare, ha la forza di Dio per convertirsi e sente

questa necessità continua nella sua vita perché contemporaneamente

sente di essere amato sempre di più da Dio.

DOMENICA 18 GENNAIO

II DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO C

Una scheggia di preghiera:

HHAAII FFAATTTTOO NNUUOOVVEE,, SSIIGGNNOORREE,, TTUUTTTTEE LLEE CCOOSSEE

Tra i santi di oggi ricordiamo: CRISTINA DA L’AQUILA,

Beata, monaca

Nacque a Colle di Lucoli (L'Aquila) nel 1480 e fino a 25 anni trascorse la

vita in famiglia esercitandosi nella preghiera e nella penitenza. Entrata

nel monastero agostiniano di Santa Lucia a L‟Aquila, mutò il nome di

Mattia in Cristina e coltivò fedelmente l'osservanza regolare, l'amore ai

poveri e la pazienza nelle sue lunghe infermità. Contro la sua volontà fu

eletta per diverse volte badessa del suo monastero. Morì il 18 gennaio

1543.

Parola di Dio: Is. 62,1-5; Sal. 95; 1Cor 12,4-11; Gv. 2,1-12

Dal Vangelo secondo Giovanni 2,1-12

[1]Tre giorni dopo, ci fu uno sposalizio a Cana di Galilea e c'era la madre di Gesù. [2]Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli. [3]Nel frattempo, venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: <<Non hanno più vino>>. [4]E Gesù rispose: <<Che ho da fare con te, o donna? Non è ancora giunta la mia ora>>. [5]LA MADRE DICE AI SERVI: <<FATE QUELLO CHE VI DIRÀ>>. [6]Vi erano là sei giare di pietra per la purificazione dei Giudei, contenenti ciascuna due o tre barili. [7]E Gesù disse loro: <<Riempite d'acqua le giare>>; e le riempirono fino all'orlo. [8]Disse loro di nuovo: <<Ora attingete e portatene al maestro di tavola>>. Ed essi gliene portarono. [9]E come ebbe assaggiato l'acqua diventata vino, il maestro di tavola, che non sapeva di dove venisse (ma lo sapevano i servi che avevano attinto l'acqua), chiamò lo sposo [10]e gli disse: <<Tutti servono da principio il vino buono e, quando sono un pò brilli, quello meno buono; tu invece hai conservato fino ad ora il vino buono>>.

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[11]Così Gesù diede inizio ai suoi miracoli in Cana di Galilea, manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui. [12]Dopo questo fatto, discese a Cafarnao insieme con sua madre, i fratelli e i suoi discepoli e si fermarono colà solo pochi giorni

Bellissimo il Vangelo di oggi perché ci propone proprio l‟essenza stessa

del Vangelo: una festa di nozze. Giovanni pone questo „segno‟ come

apertura della vita pubblica di Gesù. Non parla di miracolo, Giovanni:

ha paura che la gente corra dietro agli stregoni, ai guru, e Gesù non lo

è. I suoi „segni‟ invitano a non fermarsi all‟evento straordinario ma a

cercarne il senso profondo. Giovanni raffigura queste nozze come le

nuove nozze tra Dio e l‟umanità. La vecchia alleanza col popolo di

Israele è diventata statica, pesante: le sei giare della purificazione sono

di pietra, emblema della vecchia alleanza e sono sei: cioè sette

(numero perfetto) meno uno, incomplete. La storia tra Dio e l‟umanità

si è trascinata fino a qui, stancamente, l‟uomo fatica ad accettare Dio

per quello che è; serve qualcosa di nuovo, arriva il Signore Gesù a

svelare il volto di Dio, definitivamente. Maria è la figura di quel pezzo di

Israele rimasto fedele E tutto diventa festa: l‟acqua trasformata in vino

è il segno messianico della presenza di Dio, del nuovo banchetto, dei

tempi nuovi inaugurati da Cristo. Tutto, ora è festa anche per noi se

ascoltiamo le parole indicative di Maria. Sono le uniche parole che dice

Maria nel Vangelo di Giovanni: “Fate quello che vi dirà” . Occorre

riscoprire il discepolato, la sequela del Maestro. Occorre togliere quella

sottile sufficienza (arroganza?) che ci fa tutti sapienti teologi perché

abbiamo sopportato qualche anno di catechismo nell‟infanzia. No: così

non si resta cristiani, così non si diventa discepoli. A chi lo desidera Dio

propone un cammino, un percorso di luce in luce, che ci porta a

scoprire le nuove nozze tra Dio e l‟umanità. Nozze a cui posso

partecipare e che posso addirittura favorire, giorno per giorno, attimo

per attimo, realizzando il sogno di Dio.

LUNEDI’ 19 GENNAIO

Una scheggia di preghiera:

AACCCCOOGGLLII,, SSIIGGNNOORREE,, IILL SSAACCRRIIFFIICCIIOO DDEELLLLAA NNOOSSTTRRAA LLOODDEE

Tra i santi di oggi ricordiamo: ABBONDANZA, Santa, Vergine

Le notizie certe che abbiamo di questa santa sono relativamente

poche: sappiamo che era spoletana, visse tra l‟VII e il IX secolo, fu

pellegrina in Terrasanta per un periodo abbastanza lungo con i suoi

genitori. Ritornata a Spoleto, alla morte del padre, spese l‟eredità per i

poveri e contribuì alla costruzione della chiesa di San Gregorio.

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Parola di Dio: 1Sam. 15,16-23; Sal. 49; Mc. 2,18-22

Dal Vangelo secondo Marco 2,18-22

[18]Ora i discepoli di Giovanni e i farisei stavano facendo un digiuno. Si recarono allora da Gesù e gli dissero: <<Perché i discepoli di Giovanni e i discepoli dei farisei digiunano, mentre i tuoi discepoli non digiunano?>>. [19]Gesù disse loro: <<Possono forse digiunare gli invitati a nozze quando lo sposo è con loro? Finché hanno lo sposo con loro, non possono digiunare. [20]Ma verranno i giorni in cui sarà loro tolto lo sposo e allora digiuneranno. [21]Nessuno cuce una toppa di panno grezzo su un vestito vecchio; altrimenti il rattoppo nuovo squarcia il vecchio e si forma uno strappo peggiore. [22]E NESSUNO VERSA VINO NUOVO IN OTRI VECCHI, ALTRIMENTI IL VINO SPACCHERÀ GLI OTRI E SI PERDONO VINO E OTRI, MA VINO NUOVO IN OTRI NUOVI>>.

Gesù ci parla di novità del Vangelo. In questi giorni avremo tempo a

capire che il suo regno è un regno dei cuori e non un regno dalle tante

leggi. Il racconto di oggi però mi sembra ci aiuti a comprendere che se

vogliamo costruire con Lui non servono vecchi castelli di pietra, ma

atteggiamento completamente nuovo del cuore

C‟era una volta un sovrano potente. Sapeva che il numero dei giorni

che gli restavano da vivere diminuiva inesorabilmente ed era

preoccupato. Che cosa avrebbe potuto fare il giovane principe, quel

figlio troppo giovane e inesperto, avuto in età troppo avanzata, davanti

ai nemici che attorniavano il suo impero? Dove poteva rifugiarsi? Chi lo

avrebbe protetto? Questi pensieri tormentavano il vecchio re tanto che

un giorno disse al principe: “Figlio mio io non regnerò più per lungo

tempo. Ci sono molti nemici intorno a noi. Ho paura per l‟impero che ho

costruito ed anche per te. Morirei tranquillo se sapessi che hai un

rifugio sicuro che ti protegga in caso di pericolo”.

Il giovane partì, percorse tutto il paese e dove trovava un posto

conveniente faceva costruire grandi fortezze solide e imponenti. Dopo

un certo tempo, il giovane tornò da suo padre. Stanco, dimagrito ma

soddisfatto d‟aver portato a termine il compito gli disse: “Padre, in

tutto il paese ho innalzato fortezze imprendibili!”. Ma il vecchio re

scuoteva la testa come in preda ad un forte dispiacere: “Non è questo

quello che io avevo in mente per te, figlio mio. Devi tornare indietro e

ricominciare. Le fortezze che tu hai costruito non ti proteggeranno

assolutamente in caso di pericolo: tu sarai solo e non per quei muri e

quelle pietre potrai sfuggire alle imboscate e alle trappole dei tuoi

nemici. Tu devi costruirti dei rifugi nei cuori delle persone oneste e

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buone. Devi cercare queste persone e guadagnarti la loro amicizia:

soltanto allora saprai dove rifugiarti nei momenti difficili.”

Il principe si rimise in cammino ma questa volta per andare in mezzo

alla gente per costruire rifugi come si immaginava suo padre. E questo

richiese molti più sforzi e fatiche che costruire castelli, ma il principe

non li rimpianse mai infatti, quando dopo un certo tempo il vecchio

sovrano morì. il principe non aveva più nessun nemico di cui temere.

MARTEDI’ 20 GENNAIO

Una scheggia di preghiera:

CCRRIISSTTOO,, IINNSSEEGGNNAACCII LLAA SSTTRRAADDAA DDEELLLLAA VVEERRAA LLIIBBEERRTTAA’’

Tra i santi di oggi ricordiamo: ANASTASIO Monaco, Santo

Fu monaco di San Solutore (Torino). Le sue reliquie trovate insieme a

quelle di San Goslino furono traslate a Torino nel 1536 e nel 1575

deposte nella chiesa dei gesuiti. Di Lui non si hanno altre notizie.

Parola di Dio: 1Sam. 16,1-13; Sal. 88; Mc. 2,23-28

Dal Vangelo secondo Marco 2,23-28

[23]In giorno di sabato Gesù passava per i campi di grano, e i discepoli, camminando, cominciarono a strappare le spighe. [24]I farisei gli dissero: <<Vedi, perché essi fanno di sabato quel che non è permesso?>>. [25]Ma egli rispose loro: <<Non avete mai letto che cosa fece Davide quando si trovò nel bisogno ed ebbe fame, lui e i suoi compagni? [26]Come entrò nella casa di Dio, sotto il sommo sacerdote Abiatàr, e mangiò i pani dell'offerta, che soltanto ai sacerdoti è lecito mangiare, e ne diede anche ai suoi compagni?>>. [27]E diceva loro: <<IL SABATO È STATO FATTO PER L'UOMO E NON L'UOMO PER IL SABATO! [28]Perciò il Figlio dell'uomo è signore anche del sabato>>.

Gesù viene a liberare l‟uomo dalla schiavitù della legge. Ma, attenti! Se

io vi dicessi che con la venuta di Gesù sono aboliti i dieci

comandamenti, non credetemi. Gesù non ci invita all‟anarchia. La legge

di Dio era stata un dono per Israele e lo è tuttora per ogni uomo. Ma

purtroppo la legge codificata dalla religione spesso è diventata fonte di

ipocrisia e schiavitù inutile dell‟uomo. Quei farisei che se la prendono

con i discepoli di Gesù perché in giorno di sabato strappano qualche

spiga sono l‟esempio concreto di quanto una legge buona e giusta

come quella del riposo festivo per la glorificazione del Signore era

invece diventata sterile osservanza di un innumerevole numero di

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leggine che se osservate tutte inorgoglivano ipocritamente (“Quanto

sono buono io!”), che rischiavano di far sentire sempre fuori posto i più

scrupolosi, che toglievano il gusto e la gioia della festa, che, alla fine,

non rendevano gloria al Signore ma solo a se stessi. Gesù non dice di

non osservare il sabato (per noi la domenica) ma ci invita a ridare al

giorno di festa il vero senso.

Provo ad applicare questo principio ad alcune situazioni della nostra

vita cristiana. La Messa domenicale è il culmine e la sorgente della vita

cristiana, ma se ci vado solo per obbligo, per paura di un eventuale

peccato, per sentirmi a posto con Dio, io ho ottemperato a una legge,

ma non ho compreso il motivo per cui mi è stata data e non ho saputo

gioire del dono. Se per me il riposo festivo è solo stordirmi con ogni

forma di piacere “perché poi mi tocca sgobbare gli altri giorni”, non ho

capito che il riposo è „ricreazione‟, cioè creare nuovamente se stessi,

poter dedicare più tempo agli affetti, alla famiglia, poter scoprire il

prossimo in modi diversi da quanto ce lo permetta il nostro correre

feriale.

Gesù ci vuole liberi, ma libero non significa fare tutto quello che voglio,

significa invece riappropriarsi nel profondo dei valori e delle leggi che

guidano i nostri rapporti umani e anche il nostro rispetto di Dio, non

come leggi che ci opprimono, ma come doni che ci liberano.

MERCOLEDI’ 21 GENNAIO

Una scheggia di preghiera:

TTUU HHAAII CCOOMMPPAASSSSIIOONNEE DDII TTUUTTTTII EE NNUULLLLAA DDIISSPPRREEZZZZII DDII QQUUAANNTTOO

HHAAII CCRREEAATTOO,, OO SSIIGGNNOORREE,, AAMMAANNTTEE DDEELLLLAA VVIITTAA

Tra i santi di oggi ricordiamo: CRISTIANA DI ASSISI, Beata

Cristiana, della famiglia di Suppo di Bernardo, abitava nella stessa casa

di Chiara di Assisi e la seguì nella sua scelta di povertà a San Damiano.

Forse fu la fondatrice del convento di Carpello, vicino a Foligno. Morì

nel 1253.

Parola di Dio: 1Sam. 17,32-33.37.40-51; Sal.143; Mc. 3,1-6

Dal Vangelo secondo Marco 3,1-6

[1]Entrò di nuovo NELLA SINAGOGA. C'ERA UN UOMO CHE AVEVA UNA MANO INARIDITA, [2]e lo osservavano per vedere se lo guariva in giorno di sabato per poi accusarlo. [3]Egli disse all'uomo che aveva la mano inaridita: <<Mettiti nel mezzo!>>. [4]Poi domandò loro: <<E` lecito in giorno di sabato fare il bene o il male, salvare una vita o toglierla?>>. [5]Ma essi tacevano. E

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guardandoli tutt'intorno con indignazione, rattristato per la durezza dei loro cuori, disse a quell'uomo: <<Stendi la mano!>>. La stese e la sua mano fu risanata. [6]E i farisei uscirono subito con gli erodiani e tennero consiglio contro di lui per farlo morire.

Il Vangelo di oggi è l‟esemplificazione di quanto Gesù ci aveva già

suggerito con le sue parole di ieri: il Vangelo è liberazione non solo

dalle malattie e dal male ma anche dalle pastoie di una legge miope.

Gesù guarisce un malato e questi stupidi imbecilli religiosi non sanno

che vedere un peccato e a questo ne aggiungono subito un altro, quello

di cospirare contro Gesù per farlo morire.

Ma al di là di questo insegnamento vorrei oggi fermarmi con voi su un

piccolo particolare. Nella sinagoga si trova un uomo con la mano

rattrappita: è una mano che non sa aprirsi, è una mano che non puoi

stringere, è una mano che non può né ricevere ne dare, è una mano

che non saluta, che non accarezza il capo di un bambino, è un qualcosa

da mettere in tasca o da nascondere dietro alla schiena… Forse la mia è

un‟esegesi azzardata ma penso che nelle nostre comunità parrocchiali

domenicali spesso ci sono parecchie persone, qualche volta persino il

prete, che soffrono di „mano rattrappita‟: siamo lì per ricevere il più bel

dono settimanale e al momento qualcuno si rifiuta di riceverlo, altri

invece con facilità allungano la mano per prendere… e andarsene come

prima; si parla di necessità di fratelli e spesso la mano è rattrappita

nel donare con generosità, altre volte è rattrappita, direi adunghiata

pur di prendere, ci si scambia una stretta di mano, ma spesso lo si fa

perché non se ne può fare a meno e capita pure che prima di Messa ho

già scelto le persone cui stare vicino, perché “a quello là, piuttosto

morto prima di dargli la mano”. Gesù, scegliendo di guarire l‟uomo

dalla mano rattrappita nella sinagoga, proprio nel giorno di festa non

avrà voluto anche dirci che se noi comprendiamo bene quello che

celebriamo e vogliamo viverlo nel suo spirito gli diamo anche la

possibilità di guarire le nostre mani rattrappite?

GIOVEDI’ 22 GENNAIO

Una scheggia di preghiera:

TTII RRIINNGGRRAAZZIIOO,, OO SSIIGGNNOORREE,, PPEERRCCHHEE’’ MMII HHAAII LLIIBBEERRAATTOO DDAALLLLAA MMOORRTTEE

Tra i santi di oggi ricordiamo: ANTONIO DA SAN GERMANO

VERCELLESE, Beato

Nato nel 1394 dai marchesi Della Chiesa dei Bobbi, che contrastarono

senza successo la sua vocazione, egli si fece domenicano in San Paolo

di Vercelli. Fu mandato a Venezia, poi a Como dove si fece conoscere

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soprattutto come valente predicatore e riformatore dell‟Ordine sulla

scia di Santa Caterina e del Beato Giovanni Dominici. A Como divenne

Priore e molto operò per l‟unità della Chiesa allora divisa tra il papa

Eugenio IV e l‟antipapa Felice V. Morì il 22 gennaio 1459 ed in questa

data è ricordato. Fu sepolto a Como ma nel 1808 i suoi concittadini di

San Germano lo vollero nella chiesa parrocchiale dove è esposto in

un‟urna.

Parola di Dio: 1Sam. 18,6-9; 19,1-7; Sal 55; Mc. 3.7-12

Dal Vangelo secondo Marco 3.7-12

[7]Gesù intanto si ritirò presso il mare con i suoi discepoli e LO SEGUÌ MOLTA FOLLA dalla Galilea. [8]Dalla Giudea e da Gerusalemme e dall'Idumea e dalla Transgiordania e dalle parti di Tiro e Sidone una gran folla, sentendo ciò che faceva, si recò da lui. [9]Allora egli pregò i suoi discepoli che gli mettessero a disposizione una barca, a causa della folla, perché non lo schiacciassero. [10]Infatti ne aveva guariti molti, così che quanti avevano qualche male gli si gettavano addosso per toccarlo. [11]Gli spiriti immondi, quando lo vedevano, gli si gettavano ai piedi gridando: <<Tu sei il Figlio di Dio!>>. [12]Ma egli li sgridava severamente perché non lo manifestassero.

Mi ha sempre colpito la presenza e il ruolo della folla nei racconti

evangelici. La folla, il popolo si riunisce intorno a Gesù e la folla a volte

è composta da poveri bisognosi, da curiosi, da gente che ha sentito

parlare di Gesù, da persone che hanno bisogno di una parola di

speranza. Gesù non disdegna la folla anche se qualche volta ne deve

prendere la distanza per non diventare un fenomeno da baraccone.

Gesù si commuove davanti alle folle che vede come gregge senza

pastori, istruisce le folle ma non approfitta mai di esse e anche in

mezzo alle folle riesce sempre a cogliere e ad approfondire il rapporto

personale. Le folle poi sono terribilmente mutevoli. Ora si lasciano

prendere dall‟entusiasmo e cantano: “Osanna” mentre pochi giorni

dopo sobillate da personaggi di potere urlano: “A morte! Sia crocifisso!”

Io faccio parte della folla, sono uno dei circa sei miliardi uomini che

oggi sono sulla terra, piccolo puntolino quasi insignificante per la vita

del mondo. Sono contento di essere parte del popolo, di riconoscere

negli altri dei fratelli che camminano con me, ma non voglio, non posso

essere solo folla guidata dagli interessi di qualcuno, questo non per

sentirmi speciale, diverso dagli altri, ma perché non voglio vendere la

mia testa a nessuno. E Gesù in questo mi aiuta. Lui si è incarnato, ha

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fatto parte della nostra umanità, anche Lui era un piccolo puntolino in

mezzo a miliardi di altri puntolini, ma aveva una sua identità precisa,

una sua missione particolare. Lui, facendosi uomo mi ha detto che sono

importante per Dio, unico davanti a Lui; per Lui la folla non è una

massa amorfa ma un insieme di persone tutte amate individualmente e

allora guai a chi approfitta delle folle per i propri interessi ma anche

guai a rinunciare alle proprie capacità personali nello scegliere e nel

decidere. Amo l‟umanità, ne faccio parte ma non voglio e non posso

essere solo un numero in essa.

VENERDI’ 23 GENNAIO

Una scheggia di preghiera:

AA TTEE MMII AAFFFFIIDDOO:: SSAALLVVAAMMII,, OO SSIIGGNNOORREE

Tra i santi di oggi ricordiamo: ILDEFONSO, Santo Vescovo

Spagnolo, di Toledo, entrò giovanissimo. in monastero e divenne

discepolo di Sant‟lsidoro. Fatto vescovo fu pieno di attenzioni per il suo

popolo. Dotato di profonda spiritualità scrisse anche un trattato sulla

verginità di Maria. Morì nel 667.

Parola di Dio: 1Sam. 24,3-21; Sal. 56; Mc. 3,13-19

Dal Vangelo secondo Marco 3,13-19

[13]Salì poi sul monte, passò la notte in preghiera,… CHIAMÒ A SÉ QUELLI CHE EGLI VOLLE ed essi andarono da lui. [14]NE COSTITUÌ DODICI CHE STESSERO CON LUI [15]e anche per mandarli a predicare E perché AVESSERO IL POTERE DI SCACCIARE I DEMÒNI. [16]Costituì dunque i Dodici: Simone, al quale impose il nome di Pietro; [17]poi Giacomo di Zebedèo e Giovanni fratello di Giacomo, ai quali diede il nome di Boanèrghes, cioè figli del tuono; [18]e Andrea, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso, Giacomo di Alfeo, Taddeo, Simone il Cananèo [19]e Giuda Iscariota, quello che poi lo tradì.

Ieri parlavamo di folla e dicevamo che pur sentendocene parte non

vogliamo ne possiamo dimenticare la nostra individualità e missione. E

puntualmente il Vangelo di oggi ce ne dà una conferma. Gesù ama ogni

uomo però “sceglie quelli che voleva” per costituirli apostoli, cioè siamo

amati personalmente e ciascuno di noi ha un compito particolare. I

criteri di scelta di Gesù non sono quelli del nostro mondo, i dodici non

sono i più intelligenti, i più fidati, i più buoni, i più generosi, tra essi ci

sono zeloti (gente che aveva a che fare con estremismi e attentati), ci

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sono Giovanni e Giacomo (che chiederanno posti di potere), c‟è

Tommaso che dubita se non tocca, c‟è Pietro che promette e poi

rinnega, c‟è chi si addormenta nell‟orto degli ulivi, ci sono persone

paurose, c‟è perfino un traditore, ma sono anche undici che

diventeranno testimoni capaci del dono della vita per Gesù. Se Gesù

chiama è perché si fida anche delle nostre povertà. Il compito nostro è

quello di stare con Lui, di guardare Lui, di imparare da Lui, di diventare

poco per volta come Lui. Vedete, la nostra fede si fonda su Gesù e su

quei dodici che lungo i secoli, nonostante le povertà della Chiesa ci

hanno testimoniato che il suo amore può realizzare cose grandi. Anche

noi, Chiesa di oggi, non migliori degli altri, o più furbi, o più fidati, ma

chiamati dalla bontà di Gesù continuiamo ad avere i due compiti che

Gesù ha dato agli apostoli: stare con Lui e annunciare con le parole con

le opere che il male, qualunque male, può essere vinto perché Gesù lo

ha già vinto.

SABATO 24 GENNAIO

Una scheggia di preghiera:

AAPPRRII,, SSIIGGNNOORREE,, IILL NNOOSSTTRROO CCUUOORREE EE CCOOMMPPRREENNDDEERREEMMOO

LLEE PPAARROOLLEE DDEELL FFIIGGLLIIOO TTUUOO

Tra i santi di oggi ricordiamo: PAOLA GAMBARA, Beata

Nacque a Brescia il 3 marzo 1463. Bellissima ragazza fu data sposa al

conte Lodovico Costa, un dissoluto. Richiamata ai valori della fede da

Angelo da Chivasso, si convertì ai valori morali del cristianesimo.

Questo non piacque al marito che la vessò in molti modi, anche

portandole in casa una sua amante. Rimasta vedova, si ritirò

dedicandosi alla preghiera e alla penitenza, assistendo con amore i

poveri e gli abbandonati. Morì a Binaco (Milano) il 24 gennaio 1515.

Parola di Dio: 2 Sam. 1,1-4.11-12.17.19.23-27; Sal. 79; Mc. 3,20-21

Dal Vangelo secondo Marco 3,20-21

[20]Entrò in una casa e si radunò di nuovo attorno a lui molta folla, al punto

che non potevano neppure prendere cibo. [21]ALLORA I SUOI, SENTITO QUESTO, USCIRONO PER ANDARE A PRENDERLO; POICHÉ DICEVANO: <<E` FUORI DI SÉ>>.

Spesso il confine che noi lasciamo tra quello che è diverso dal solito

modo di pensare e la pazzia è molto labile. I parenti di Gesù non

riescono a capire come, Lui, che è uomo come loro, accetti di essere

riconosciuto come Figlio di Dio, non capiscono i suoi miracoli, hanno

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quasi paura dell‟autorità che usa nei confronti della Parola di Dio,

soprattutto, da uomini posati, sanno che queste cose non sono gradite

né al potere religioso né a quello civile e allora dare del pazzo a Gesù

diventa una giustificazione per se stessi ed anche un modo per salvare

Gesù da eventuali rappresaglie: pensano di salvare Gesù facendolo star

zitto. Non si accorgono però che questo loro equilibrato e anche

amorevole modo di comportarsi è esattamente l‟opposto della volontà

di Gesù. Gesù è tutt‟altro che una persona equilibrata: Gesù è sempre

squilibrato in Dio e squilibrato nell‟amore per gli uomini. Gesù non è

uno che si accontenta dei luoghi comuni, neanche quelli della religione,

è sempre novità assoluta. Gesù non è uno che si accontenta delle

mezze misure: o con Lui o contro di Lui. Gesù non ama con il

contagocce o solo se ne riceve contraccambio, ci ama fino alla croce

“mentre eravamo peccatori” e con la chiara percezione che per molti il

suo sacrificio sarà inutile. Anche i veri seguaci di Gesù, i santi, sono

degli eterni squilibrati: Francesco resta nudo per „Madonna povertà‟,

Papa Giovanni dà il via ad un Concilio contro il buon senso della Curia

che ne vedeva solo i rischi, Giuseppe Cottolengo si fida della

Provvidenza per la sua opera. No, il cristiano non è un esaltato che

rischia di diventare un intransigente ma certamente deve essere uno

che ha scelto e si è buttato decisamente in Cristo, uno che “ha perso

l‟equilibrio” per Lui.

DOMENICA 25 GENNAIO

III DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO C

Una scheggia di preghiera:

LLEE TTUUEE PPAARROOLLEE,, SSIIGGNNOORREE,, SSOONNOO SSPPIIRRIITTOO EE VVIITTAA

Tra i santi di oggi ricordiamo: GIRLANI ARCANGELA Beata

Nacque nella seconda metà del XV secolo a Trino nel Monferrato.

Voleva farsi suora ed entrò nel monastero del suo paese. Ci furono

però problemi con la propria famiglia si fece allora Carmelitana a Parma

nel monastero della Congregazione Mantovana di cui presto divenne

priora. Il 18 febbraio 1492 inaugurò a Mantova il nuovo monastero di

Santa Maria del Paradiso. Morì il 25 Gennaio 1495

Parola di Dio: Ne. 8,2-6.8-10; Sal 18; 1Cor. 12,12-31;

Lc. 1,1-4; 4,14-21

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Dal Vangelo secondo Luca 1,1-4; 4,14-21

[1:1]Poiché molti han posto mano a stendere un racconto degli avvenimenti successi tra di noi, [2]come ce li hanno trasmessi coloro che ne furono testimoni fin da principio e divennero ministri della parola, [3]così ho deciso anch'io di fare ricerche accurate su ogni circostanza fin dagli inizi e di scriverne per te un resoconto ordinato, illustre Teòfilo, [4] “(HO SCRITTO QUESTO VANGELO) PERCHÉ TI POSSA RENDERE CONTO DELLA SOLIDITÀ DEGLI INSEGNAMENTI CHE HAI RICEVUTO.[4:14]Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito Santo e la sua fama si diffuse in tutta la regione. [15]Insegnava nelle loro sinagoghe e tutti ne facevano grandi lodi. [16]Si recò a Nazaret, dove era stato allevato; ed entrò, secondo il suo solito, di sabato nella sinagoga e si alzò a leggere. [17]Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; apertolo trovò il passo dove era scritto: [18]Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l'unzione, e mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio, per proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; per rimettere in libertà gli oppressi, [19]e predicare un anno di grazia del Signore. [20]Poi arrotolò il volume, lo consegnò all'inserviente e sedette. Gli occhi di tutti nella sinagoga stavano fissi sopra di lui. [21]Allora cominciò a dire: <<Oggi si è adempiuta questa Scrittura che voi avete udita con i vostri orecchi>>.

San Luca inizia il suo Vangelo con un‟introduzione dove ci viene dato lo

scopo del suo scrivere. Il racconto della storia di amore di Gesù, il Figlio

di Dio, di ciò che ha detto e fatto, è ciò che è alla base di ogni

insegnamento cristiano. Dunque la fede parte da un incontro, quello

con Gesù e matura ogni suo insegnamento e atteggiamento di vita su

di Lui. Ecco allora alcune “schegge” su questo argomento.

Noi dovremmo sempre ricordarci che la nostra è una fede cristiana. Noi

non siamo filosofi che ammettono attraverso ragionamento l‟esistenza

di un Dio, noi siamo i credenti nel Dio di Gesù che ha un volto concreto,

un nome concreto, una storia concreta legata alla nostra storia.

Noi ci gloriamo del nome di cristiani, ma Gesù Cristo lo conosciamo? La

nostra conoscenza religiosa si ferma alle quattro nozioni che abbiamo

imparato al catechismo? Ciascuno, a proprio livello, in che maniera ha

approfondito la fede? Quattro evangelisti hanno scritto da angolature

diverse la storia di Gesù: li conosco? Li amo i Vangeli? Li interrogo ed

essi interrogano le scelte della mia vita?

Siamo portati spesso, per educazione e per comodità, a confondere

fede con religione, Chiesa con Gesù Cristo ma chiediamoci: le scelte

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morali della mia vita, gli atti di religione che compio, il mio sentirmi

Chiesa e partecipare alle sue iniziative da che cosa derivano? Dalla

tradizione? Dalla abitudine? Dal sentirsi buoni? Dall‟aver paura? O dal

confronto continuo con Gesù e con il Vangelo?

LUNEDI’ 26 GENNAIO

Una scheggia di preghiera:

GGEESSUU’’,, PPRREEPPAARRAACCII IILL TTUUOO RREEGGNNOO

Tra i santi di oggi ricordiamo: PAOLA ROMANA,

Santa, Vedova, Monaca

Nata a Roma nel 347 da una famiglia patrizia, fu sposa a 15 anni ed

ebbe 5 figli. Rimasta vedova a 32 anni, trasformò la propria casa in una

specie di monastero. Dopo eventi calunniosi nei suoi confronti, decise

di seguire San Girolamo in Terrasanta dove, a Betlemme fondò due

monasteri, uno maschile e uno femminile. Morì il 26 Gennaio 404.

Parola di Dio nella festa dei Santi TITO e TIMOTEO: 2Tim. 1,1-8;

Sal. 88. Lc. 22,24-30

Dal Vangelo secondo Luca 22,24-30

[24]Sorse anche una discussione, chi di loro poteva esser considerato il più grande. [25]Egli disse: <<I re delle nazioni le governano, e coloro che hanno il potere su di esse si fanno chiamare benefattori. [26]Per voi però non sia così; ma chi è il più grande tra voi diventi come il più piccolo e chi governa come colui che serve. [27]Infatti chi è più grande, chi sta a tavola o chi serve? Non è forse colui che sta a tavola? Eppure io sto in mezzo a voi come colui che serve. [28]Voi siete quelli che avete perseverato con me nelle mie prove; [29]e IO PREPARO PER VOI UN REGNO, COME IL PADRE L'HA PREPARATO PER ME, [30]perché possiate mangiare e bere alla mia mensa nel mio regno e siederete in trono a giudicare le dodici tribù di Israele.

Oggi, festa di due grandi missionari dei primi tempi del cristianesimo ci

viene proposto un brano evangelico dove Gesù parla del suo servizio al

Regno e dove ci indica nel servizio l‟unica chiave di accesso al suo

Regno. Mi permetto di citare a voi e a me una bella riflessione di un

amico laico che ogni mese manda a me e a tanti altri amici via

computer le sue riflessioni sulla Parola di Dio della domenica. Questo

piccolo brano era inserito nella festa di Cristo Re.

Se ragioniamo in termini di affinità con i regni di questo mondo, il

Regno di Gesù

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- Si gloria della bandiera del “servizio ai piccoli e ai deboli”,

- Ha come “logo” la Croce su cui il Figlio di Dio ha siglato la sua

obbedienza al Padre,

- Porta sullo stemma i segni incarnati delle “beatitudini” evangeliche,

- Esegue come inno nazionale il “Magnificat” degli umili,

- Celebra come festa di stato “la Pasqua di risurrezione”,

- Richiede come unico tributo da versare quello dell‟ “amore

vicendevole”,

- Non organizza censimenti, perché la carità non guarda alle quantità

ma al cuore,

- Non ha confini se non quelli dello Spirito Santo che soffia come e

dove vuole;

- Ha un solo tribunale che è quello della misericordia,

- Non ha bisogno di eserciti e di missili intelligenti, dato che usa

l’intelligenza per fare il bene,

- Non si pone problemi di gestione del welfare (pensioni e così via), in

quanto Dio pensa Lui a tutti i suoi figli,

- Ha un sovrano davvero molto particolare, che ha dato la vita per i

suoi concittadini!

MARTEDI’ 27 GENNAIO

Una scheggia di preghiera:

TTUU CCII HHAAII CCHHIIAAMMAATTOO AAMMIICCII,,

SSIIGGNNOORREE,, EE CCII HHAAII FFAATTTTOO CCOONNOOSSCCEERREE LLAA VVOOLLOONNTTAA’’ DDEELL PPAADDRREE

Tra i santi di oggi ricordiamo: ANGELA MERICI Santa, Fondatrice

Angela (1470 - 1540) dopo un lungo periodo trascorso nella preghiera

e nel sacrificio maturò l‟idea di rimediare alla allora dilagante

rilassatezza dei costumi formando donne capaci di portare nelle proprie

famiglie lo spirito del Vangelo. Per questo fondò le “Orsoline”, istituto di

educatrici di ragazze che come motto aveva: “Attirare le ragazze con

amore”.

Parola di Dio: 2Sam. 6,12-15.17-19; Sal. 23; Mc. 3, 31-35

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Dal Vangelo secondo Marco 3, 31-35

[31]Giunsero sua madre e i suoi fratelli e, stando fuori, lo mandarono a chiamare. [32]Tutto attorno era seduta la folla e gli dissero: <<Ecco tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle sono fuori e ti cercano>>. [33]Ma egli rispose loro: <<Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?>>. [34]Girando lo sguardo su quelli che gli stavano seduti attorno, disse: <<ECCO MIA MADRE E I MIEI FRATELLI! [35]CHI COMPIE LA VOLONTÀ DI DIO, COSTUI È MIO FRATELLO, SORELLA E MADRE>>.

Dove si parla di parentela bisogna sempre andarci cauti. Infatti se la

famiglia è il nucleo della società, se essa è anche il luogo privilegiato

per il cammino dell‟amore e della fede, spesso proprio all‟interno delle

famiglie si perpetrano i misfatti più grandi: ingiustizie, parzialità, forme

di amore opprimenti, ossessionanti, ripicche e vendette, odi che durano

per anni, incomprensioni… E‟ per questo che in tutte le pagine del

vangelo dove si parla di fratellanza, di rapporti genitori e figli bisogna

andarci cauti e comprendere bene quello che il Signore vuole indicarci

con questi termini. Ad esempio, in questo caso i parenti di Gesù e sua

madre coinvolta con essi sono venuti a trovarlo per portarlo a non

esagerare, per invitarlo a non farsi troppi nemici tra i potenti, per

riportarlo a casa con onore. Il loro atteggiamento poteva essere dettato

dal buon senso e anche dall‟affetto sincero nei confronti di Gesù, ma

significava anche non aver capito ed accettato la sua missione. Ecco

allora che Gesù mette a posto i termini. La vera parentela non è

necessariamente quella che passa attraverso i vincoli della carne, la

vera parentela è la comunanza con Gesù nel cercare di fare come Lui

fa, cioè nel compiere la volontà di Dio. Nulla va quindi contro la

parentela terrena: anche tra parenti se ci si vuole davvero bene

bisogna cercare il vero bene dell‟altro che consiste nell‟aiutarlo a

crescere secondo il progetto di Dio, ma il concetto di famiglia si allarga

di molto perché il Dio di Gesù è il Padre di tutti gli uomini.

MERCOLEDI’ 28 GENNAIO

Una scheggia di preghiera:

DDOONNAACCII,, SSIIGGNNOORREE,, DDII AACCCCOOGGLLIIEERREE IILL SSEEMMEE DDEELLLLAA TTUUAA PPAARROOLLAA

Tra i santi di oggi ricordiamo: TOMMASO D’AQUINO,

Santo, Dottore della Chiesa

Nacque a Roccasecca dalla famiglia dei conti d‟Aquino tra il 1225-

1227. A cinque anni è già a Montecassino per la sua formazione.

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Continuerà gli studi all‟Università di Napoli. A 17 anni sceglie di entrare

nell‟ordine dei predicatori domenicani tra contrasti anche pesanti da

parte dei famigliari. Eccolo ancora a studiare prima a Roma e poi a

Colonia. Insegnerà nelle cattedre più prestigiose del suo tempo, sarà

anche un mistico con numerose visioni. Facondo scrittore provò a dare

un ordine a tutta la conoscenza teologica dell‟epoca. Ricordiamo la sua

Summa Theologica (tra l‟altro, rimasta incompiuta). Muore il 7 Marzo

1274.

Parola di Dio: 2Sam. 7,4-17; Sal.88; Mc. 4,1-20

Dal Vangelo secondo Marco 4,1-20

[1]Di nuovo si mise a insegnare lungo il mare. E si riunì attorno a lui una folla enorme, tanto che egli salì su una barca e là restò seduto, stando in mare, mentre la folla era a terra lungo la riva. [2]Insegnava loro molte cose in parabole e diceva loro nel suo insegnamento: [3]<<Ascoltate. ECCO, USCÌ IL SEMINATORE A SEMINARE. [4]Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada e vennero gli uccelli e la divorarono. [5]Un'altra cadde fra i sassi, dove non c'era molta terra, e subito spuntò perché non c'era un terreno profondo; [6]ma quando si levò il sole, restò bruciata e, non avendo radice, si seccò. [7]Un'altra cadde tra le spine; le spine crebbero, la soffocarono e non diede frutto. [8]E un'altra cadde sulla terra buona, diede frutto che venne su e crebbe, e rese ora il trenta, ora il sessanta e ora il cento per uno>>. [9]E diceva: <<Chi ha orecchi per intendere intenda!>>. [10]Quando poi fu solo, i suoi insieme ai Dodici lo interrogavano sulle parabole. Ed egli disse loro: [11]<<A voi è stato confidato il mistero del regno di Dio; a quelli di fuori invece tutto viene esposto in parabole, [12]perché: guardino, ma non vedano, ascoltino, ma non intendano, perché non si convertano e venga loro perdonato>>. [13]Continuò dicendo loro: <<Se non comprendete questa parabola, come potrete capire tutte le altre parabole? [14]Il seminatore semina la parola. [15]Quelli lungo la strada sono coloro nei quali viene seminata la parola; ma quando l'ascoltano, subito viene satana, e porta via la parola seminata in loro. [16]Similmente quelli che ricevono il seme sulle pietre sono coloro che, quando ascoltano la parola, subito l'accolgono con gioia, [17]ma non hanno radice in se stessi, sono incostanti e quindi, al sopraggiungere di qualche tribolazione o persecuzione a causa della parola, subito si abbattono. [18]Altri sono quelli che ricevono il seme tra le spine: sono coloro che hanno ascoltato la parola, [19]ma sopraggiungono le preoccupazioni del mondo e l'inganno della ricchezza

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e tutte le altre bramosie, soffocano la parola e questa rimane senza frutto.[20]Quelli poi che ricevono il seme su un terreno buono, sono coloro che ascoltano la parola, l'accolgono e portano frutto nella misura chi del trenta, chi del sessanta, chi del cento per uno>>.

“I tuoi passi, Signore, io sento, passi sicuri di chi ama la terra, passi

delicati di chi rispetta la sua creatura, passi amorosi di chi vuol donare

a piene mani. E, infatti Tu hai seminato, Tu continui a seminare con

abbondanza. Non ti sei spaventato della mia terra grama, delle zolle

diventate dure come pietre per l‟arsura, per il passaggio continuo di

tanti, non ti spaventano neppure i rovi, che, questi sì, hanno trovato

modo di attecchire e di crescere e che con le loro spine attentano

anche alle tue gambe, non ti spaventi neppure degli uccelli del cielo che

vengono e vanno come i mille pensieri non sempre buoni che portano

via il tuo prezioso seme… Tu ami la tua terra, la tua terra spesso

ingrata che spezza la schiena per un pugno di spighe, eppure è la tua

terra e tu la curi e le doni ciò che hai di più prezioso, la bagni

addirittura con il sangue del tuo Figlio.

Signore se tu mi ami così, ho diritto io ad essere pessimista nei miei

confronti? E‟ vero che i frutti portati sono pochi, è vero che il passare

del tempo più che migliorarmi spesso mette in evidenza le mie

incapacità, ma ci sei Tu, i Tuoi passi amorosi, il tuo gesto largo e sicuro

nel gettare seme abbondante, la tua fiducia e la tua forza: che almeno

qualcuno dei tuoi semi possa portare il frutto per cui lo hai mandato!”

GIOVEDI’ 29 GENNAIO

Una scheggia di preghiera:

DDEEGGNNAATTII,, SSIIGGNNOORREE,, DDII BBEENNEEDDIIRREE LLAA CCAASSAA DDEELL TTUUOO SSEERRVVOO

Tra i santi di oggi ricordiamo: VALERIO, Santo Vescovo

Fu vescovo di Treviri in Germania verso la fine del III secolo. Zelante

nell‟Apostolato percorse più volte tutta la regione per annunciare il

Vangelo che testimoniò con una vita irreprensibile e una carità

generosa.

Parola di Dio: 2Sam. 7,18-19.24-29; Sal 131; Mc. 4,21-25

Dal Vangelo secondo Marco 4,21-25

[21]Diceva loro: <<SI PORTA FORSE LA LAMPADA PER METTERLA SOTTO IL MOGGIO O SOTTO IL LETTO? O piuttosto per metterla sul lucerniere? [22]Non c'è nulla infatti di nascosto che non debba essere

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manifestato e nulla di segreto che non debba essere messo in luce. [23]Se uno ha orecchi per intendere, intenda!>>. [24]Diceva loro: <<Fate attenzione a quello che udite: Con la stessa misura con la quale misurate, sarete misurati anche voi; anzi vi sarà dato di più. [25]Poiché a chi ha, sarà dato e a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha>>.

Se guardo agli interrogativi esistenziali della mia vita: morte,

sofferenza, eternità… Chi è che li illumina? C‟è stato un periodo della

mia vita in cui pensavo che a tutto dovesse esserci una risposta logica,

quella della ragione. Ho passato molto tempo sui libri cercando

risposte. Spesso ho trovato ancora più buio, altre volte qualche

scintilla, certamente; da parte degli onesti, ho trovato l‟ammissione che

il nostro sapere è così povero e minimo da non trovare risposte

soddisfacenti neanche al più piccolo dei problemi. Ho cercato nelle

religioni e spesso nell‟ambito della fede ho trovato spazi ampi,

riposanti, luci attraenti ma spesso nascoste da interessi umani,

formalismi religiosi, esasperazioni, fanatismi. Ho cercato nell‟uomo, nei

sentimenti, negli affetti che riempiono il cuore e lì sì ho trovato

qualcuno con cui dialogare, passioni, emozioni, ma anche spesso

delusione e risposte solo immediate che non saziavano la mia sete.

Guardavo la mia lampada quasi rinsecchita, dalla poca luce,

maleodorante di petrolio e quasi disperavo. “Vai a cercare sotto il letto

dove hai nascosto, dopo la tua infanzia, la luce di Gesù”. Ho trovato

una lampada che credevo di conoscere. Dopo tanto tempo si accendeva

ancora ed era luminosa. Alla sua luce ho riletto il volto di Gesù e vi ho

trovato l‟uomo, con tutti i suoi interrogativi, i suoi dubbi, le sue paure,

le sue gioie, i suoi affetti, vi ho trovato il saggio che non ferma il suo

ragionamento alle parole ma sale a Dio, vi ho trovato la fede di chi si

abbandona totalmente a Dio… Non ho la risposta a tutti gli

interrogativi, spesso dai miei occhi sgorgano ancora lacrime, ma ho

deciso di non nascondere più la lampada sotto il letto ma di tenerla

vicino: ho bisogno della sua luce e del suo calore.

VENERDI’ 30 GENNAIO

Una scheggia di preghiera:

SSIIGGNNOORREE,, LLAA TTUUAA PPAARROOLLAA CCII SSAALLVVAA

Tra i santi di oggi ricordiamo: GIACINTA, Santa monaca

Nata nel 1585 ebbe il nome di Clorice, principessa Marescotti Orsini.

Entrata nel monastero di Viterbo assunse il nome di Giacinta ma

mantenne per 15 anni l‟alterigia e la vanità della principessa, in

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occasione di una malattia che le fece mettere in discussione seriamente

il suo modo di vita, si convertì ai valori della povertà, penitenza

profonda e sofferta umiltà. Terminò la sua vita a 54 anni sopportando

con dolcezza e il sorriso sempre pronto gli atroci dolori della malattia

che la consumò.

Parola di Dio: 2 Sam 11,1-5.10-13-17; Sal. 50; Mc. 4,26-34

Dal Vangelo secondo Marco 4,26-34

[26]Diceva: <<Il regno di Dio è come un uomo che getta il seme nella terra; [27]dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce; come, egli stesso non lo sa. [28]Poiché la terra produce spontaneamente, prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga. [29]Quando il frutto è pronto, subito si mette mano alla falce, perché è venuta la mietitura>>. [30]Diceva: <<A che cosa possiamo paragonare IL REGNO DI DIO o con quale parabola possiamo descriverlo? [31]Esso È COME UN GRANELLINO DI SENAPA che, quando viene seminato per terra, è il più piccolo di tutti semi che sono sulla terra; [32]ma appena seminato cresce e diviene più grande di tutti gli ortaggi e fa rami tanto grandi che gli uccelli del cielo possono ripararsi alla sua ombra>>. [33]Con molte parabole di questo genere annunziava loro la parola secondo quello che potevano intendere. [34]Senza parabole non parlava loro; ma in privato, ai suoi discepoli, spiegava ogni cosa.

“Non ti basta. Signore, di essere il seminatore che ad oltranza con

fiducia e speranza getta il suo seme nel mio terreno. Vista la scarsità di

risultato ti fai tu seme per me. “Se il chicco di frumento non cade nella

terra e muore non porta frutto”, e Tu, Dio fatto uomo ti sei gettato

nella terra, sei morto per portare i frutti che io non riuscivo a portare.

Ti sei fatto tutto terra perché la terra potesse diventare albero grande.

Ecco perché queste tue parabole mi riempiono di fiducia e di speranza:

mi fido sempre di meno di me stesso e cerco sempre più di affidarmi a

te, e anche per i frutti: non sono io che devo giudicarli, devo solo

essere sicuro che se l‟albero è buono lo saranno anche i frutti. Sei

davvero grande nell‟amore perché proprio là dove io ti ho deluso con la

mia grettezza tu hai donato te stesso perché il Padre potesse gioire di

qualche mio frutto e perché qualche fratello potesse riposare all‟ombra

delle tue-mie foglie”.

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SABATO 31 GENNAIO

Una scheggia di preghiera:

MMAAEESSTTRROO,, NNOONN TTII IIMMPPOORRTTAA CCHHEE MMOORRIIAAMMOO??

Tra i santi di oggi ricordiamo: CIRO E GIOVANNI, Santi, Martiri

Giovanni era un soldato e Ciro un medico che si era fatto monaco.

Andati ad incoraggiare delle cristiane arrestate, furono a loro volta

arrestati e decapitati verso il 303, durante la persecuzione di

Diocleziano.

Parola di Dio: 2 Sam. 12,1-7.10-17; sal. 50; Mc. 4,35-40

Dal Vangelo secondo Marco 4,35-40

[35]In quel medesimo giorno, verso sera, disse loro: <<Passiamo all'altra riva>>. [36]E lasciata la folla, lo presero con sé, così com'era, nella barca. C'erano anche altre barche con lui. [37]Nel frattempo si sollevò una gran tempesta di vento e gettava le onde nella barca, tanto che ormai era piena. [38]EGLI SE NE STAVA A POPPA, SUL CUSCINO, E DORMIVA. Allora lo svegliarono e gli dissero: <<Maestro, non t'importa che moriamo?>>. [39]Destatosi, sgridò il vento e disse al mare: <<Taci, calmati!>>. Il vento cessò e vi fu grande bonaccia. [40]Poi disse loro: <<Perché siete così paurosi? Non avete ancora fede?>>.

La questione più importante non è la traversata, non è neanche la

fatica del remare e la tempesta può spaventare ma non abbattere…

L‟importante è avere Lui sulla barca, anche se sembra dormire, ed

essere coscienti di chi è Lui e del bene che ci vuole.

Oggi, particolarmente a Torino, noi ricordiamo quel santo tanto caro

che è don Bosco. Innumerevoli sono gli episodi della sua vita

avventurosi e burrascosi come una traversata in mare in mezzo alla

tempesta. Ma don Bosco aveva Gesù nella sua barca e don Bosco era

cosciente di avere il suo Dio con sè: un piccolo esempio per tutti.

Don Bosco aveva acquistato la tettoia Pinardi, che sarebbe diventata la

sede del suo primo oratorio, per trentamila lire. Ovviamente non aveva

i soldi per pagarla e avrebbe dovuto trovarli entro quindici giorni, pena

la multa di centomila lire. Don Bosco, vedendo sua madre

preoccupatissima per il debito le disse.

" Se tu avessi trentamila lire, me le daresti?"

"Certo" - ripose mamma Margherita.

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"E pensi che Dio, mio Padre, sarà meno generoso di te?"

Otto giorni dopo, infatti, poté pagare la tettoia

Riflessioni di don Franco Locci

Che si possono trovare anche in internet al seguente sito:

http://spazioinwind.libero.it/schegge

L‟ e-mail di posta elettronica con cui poter comunicare è:

[email protected]

Oppure si può scrivere al seguente indirizzo:

Don Franco Locci Via S. Lorenzo 9/5 10060 NONE (TO)

Stampato in proprio dalla Comunità “Piccola Betania”

Via Pasquero, 8 Vicoforte Fiamenga CN

Tel. 0174/563075 fax 0174/569030 e-mail: [email protected]

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*Pro-manuscripto*