a C Quella voltache imarocchini “scavalcarono” ipolitici · 2017. 1. 28. · Piazza Castello...

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33 Giovedì 11 Marzo 2004 IL GIORNALE DI VICENZA ilvia Maria Dubois Il petto villoso delluomo raffrontato a quello del volatile N el 1890 il sultano del Marocco mandò una sua rappresen- tanza in Italia, gui- data dallambasciatore Sid Agi el Maranzi , a scoprire il Paese. Il Governo Crispi si preoccupò di fornire agli ospiti un quadro completo della nazione, non solo dal punto di vista sto- rico - artistico, ma anche indu- striale. Ecco perché nell itinerario dei Marocchini fu prevista una tappa a Schio la Manchester dItaliae una visita agli stabi- limenti del Lani- )cio Rossi. Naturalmente la Missione Maroc- china partendo in treno da Venezia, giunse a Vicenza, testa di ponte per il successivo tra- sferimento a Schio. La dele- gazione vicentina con in testa il sindaco Giuseppe Zanella (fratello del poeta Giacomo) primo cugino di Alessandro Rossi , e il prefetto Minghelli- Vaini con il seguito di asses- sori e funzionari ministeriali , ossequiò gli ospiti e pranzò con loro allAlbergo Roma. Più tardi avvenne il trasferi- mento, per ferrovia, a Schio della Missione Marocchina alla quale si aggregarono le autorità vicentine. Allingresso del Lani)cio Rossi scoppia la bomba”, la dele- gazione vicentina viene fer - mata; poiché non era stata invitata, le viene negato lac- cesso alla fabbrica. Apriti cielo...”, si avvertì il prefetto, intervenne il sena- tore Lampertico... Niente da fare Alessandro Rossi è padrone in casa sua, chi non è invitato non ha accesso agli stabilimenti.” La delegazione vicentina rientrò mestamente in patria”, con lintento di ven- dicare laffronto. Subito vennero spediti tele- grammi di protesta, memo- rabile quello del sindaco di Vicenza: Divieto posto dalla S. V . alla Giunta municipale, invitata dal prefetto accom- pagnare missione maroc- china visita lani)cio ferisce ne miei colleghi me stesso e nella Giunta la città”. Alcuni striscioni convoca- rono il popolo vicentino in Piazza Castello per infor - marlo dell’”offesa ricevuta”, venne proposto che il Consi- glio comunale togliesse la cit - tadinanza onoraria ad Ales- sandro Rossi. La vicenda ebbe ampi stra- scichi nella stampa nazio- nale, ma questa con buona pace dei vicentini , riconobbe le buone ragioni del Senatore Rossi e lincidente fu presto dimenticato. Alla )ne furono i bambini del- lAsilo Rossi di Schio a rice- vere il maggior bene)cio dalla visita, grazie alla gene- rosa elargizione di 1000 LIRE ORO fatta dallambasciatore marocchino a loro favore. P resso la Biblioteca Civica di Bassano del Grappa, fondata nel 1828 grazie al lascito del naturalista Giambatti- sta Brocchi - che nel suo testamento donava alla città natale manoscritti, opere a stampa e una somma in denaro da destinarsi al bibliotecario conservato lArchivio storico comunale. Esso custodisce un ricco patrimonio documentario, che abbraccia sette secoli di sto- ria: la storia nel senso più ampio, ricca di fatti noti e intessuta di episodi ignoti. L Archivio dà la possibilità di soddisfare ricerche e curiosità sugli aspetti più vari della vita della comuni- tà bassanese a partire dal lontano 1211, data della più antica pergamena. Fonti primarie per ricostruire le vicende politiche, civili e ammini- strative della città sono gli Statuti (con originali del XIII secolo) e gli Atti del Consiglio. Attraver- so lo studio delle vicende di istituzioni culturali, congregazioni religiose e ospedali, la rilettura di antichi ordini e disposizioni per la costruzione di edi)ci, strade e ponti, lanalisi della gestione dei beni patrimoniali e delle proteste per pedaggi, gabelle e dazi, viene restituita la micro-storia di Bassano e dei suoi uomini. Un registro ma- noscritto ottocentesco, compilato dal segretario municipale Giovanni Merlo prima e da Girolamo Fabris poi, fornisce, in ordine cronologico e si- stematico per materia, gli estratti degli Atti di maggior interesse. Primo movente per la costituzione di un archivio è lesigenza di memoria in quanto autodocu- mentazione. Ma la memoria, per diventare storia, deve essere anche protetta e organiz- zata; larchivio deve farsi struttura, e dotarsi di regole e strumenti di conservazione, sele- zione, trasmissione. Bassano sente lesigenza di tutelate le proprie scritture notarili a partire dal 600. Data al 20 luglio 1603 un documento contenuto negli Atti del Consiglio”, in cui si de- libera di consegnare e raccogliere i protocolli e le scritture dei notai defunti in armadj”, sotto il controllo di un notaio eletto dal Consiglio notari- le della città. Ma bisogna aspettare una delibera del 25 giugno 1673 perché il Consiglio cittadino decida per un riordino complessivo e organico di tutte le scritture pubbliche: Riuscendo molto dif)cile gli interessi di questo Pubblico alloccorrenza in riguardo al ritrouar- si le scritture dello stesso Pubblico confuse, et senza regola et ordine, al )ne però di render gli affari, et interessi stessi in ogni occorrenza facili et praticabili, si propone parte di eleger doi di questo consiglio con facoltà di regolar le scritture publiche, et quelle alfabbetar con quella recognitione, che fatta lopera sarà sti- mata propria, et ragionevole”(Atti del Consiglio 1670-1680, Biblioteca civica di Bassano del Grappa, v . 29, c. 50-51). Ad essere eletti come archivistifurono Mario Sale, con 30 voti favorevoli e 7 contrari, e Pao- lo di Vettor Vittorelli, con 33 voti favorevoli e 2 contrari. Dellinedito ruolo di Mario Sale (1640-1682) non dimenticò di scrivere lo storico bassanese G.B. Verci. Nelle sue Notizie intorno alla vita degli scrittori della città di Bassano”(Venezia 1775) ricorda che il valente avvocato laurea- tosi a Padova in ambo le leggi”, appassionato studioso di storia medioevale, e che dal Con- siglio di Bassano fu investito delle cariche più luminos”, venne chiamato allarduo compito di rivedere e regolar le scritture, e tutti i roto- li antichi, che si conservano in questo pubblico archivio della città… Egli le mise in effetto con ordine, le ridusse a capi, e le distinse in 64 vo- lumi coloro numeri. Aggiustò anche a cadauno di questi nel principio un picciolo repertorio del- le materie, acciò ritrovar si potesse con facilità, tutto ciò che potesse occorrere”. I tesori della provincia: Schio e Bassano (parte 1 a ) Franco Bernardi (franco.bernardi@comune.schio. vi.it ) 7 secoli di storia in un archivio Mattea Gazzola (archivio@bibliotecabertoliana.it) 106 opere per 185 volumi di carattere storico, artistico e letterario, tra cui due cinquecentine, sono il lascito di Francesco Formenton alla Biblioteca cittadina. Nato il 25 giugno 1799 da Domenico e Anna Bardella, Francesco si laureò in matematica e diresse per molti anni luf)cio tecnico del Comune di Vicenza dove divenne direttore dei Lavori pubblici. Della sua attività tecnica sono rimasti alcuni interventi a stampa sulla necessità e le modalità di manutenzione della rete viaria; libelli, va da sé, conservati in Bertoliana. La vita tranquilla di questo coscienzioso funzionario comunale sarebbe stata turbata pei fatti del 48”. Coinvolto nel dibattito politico che animava Vicenza nel breve periodo di libertà dal giogo austriaco (marzo - giugno 1848), Formenton diede alle stampe il suo Catechismo politico al popolo, opuscolo di 38 pagine articolato in domande e risposte in cui pesanti erano i giudizi indirizzati allImpero austriaco.“Quel governo era tristo dovunque, tristissimo nel Regno Lombardo-Veneto”, “tristissimoperché materiato di lentezza, tenebre, paura, avidità, corruzione, tradimento”. Riconquistata Vicenza dagli Austriaci, rmenton, compromesso politicamente, For fu costretto allesilio. Fu ad Este, Rovigo, u Ferrara e Bologna. A Vicenza poté rientrare solo nellagosto del 1849. Il lascito librario, che appunto costituisce il Legato Formenton”, entrò in Biblioteca in più riprese. Nel 1868, pochi anni prima della morte avvenuta il 4 dicembre 1874, donò alcuni manoscritti titolati Storie e guida di Vicenza e Descrizione di alcune città dItalia, nonché lopera in due volumi, sempre manoscritti, di Giovanni Da Schio, Dizionario geogra)co, topogra)co e del dialetto vicentino. Nel frattempo, Formenton con il piglio analitico e ordinato del tecnico, aveva iniziato a scrivere la Cronaca vicentina dal 1867 al 1 dicembre 1874, opera nata come continuazione della pubblicazione delle Memorie storiche di Vicenza dalla sua origine )no al 1867”. “La Cronaca”, tuttora ineditain nove volumi manoscritti ed è una sorta di diario minimo della Città oggi fonte utilissima per gli storici. Altra pubblicazione interessante per Vicenza è“La storia del teatro Eretenio di Vicenza dalla sua fondazione sino il giorno 22 settembre 1867”. Alessandro Baù scrivi@biblioteca bertoliana.it Bassano F r a ncesco F ormenton tra tecnica , cronaca e politica Antiche carte Antiche carte D immi che pelo h a i ... D immi che pe e ti dir ò chi sei ! e ti dir ò chi C ontinuiamo a sfogliare anche per questa settimana le ontinuiamo a sfogliare anche per questa pagine de La )sionomia dellhuomo, trattato del 1652 ne de La )sionomia dellhuomo, trattato del 1652 del medico napoletano Giambattista della Porta che si medico napoletano Giambattista della Porta che occupa di )siognomica e, accanto alle curiose af)nità upa di )siognomica e, accanto alle curiose af)nità che sembrano esistere - allepoca grandemente considerate - sembrano esistere - allepoca grandemente considerate tra uomini ed animali, ci accorgiamo che non solo le fattezze del omini ed animali, ci accorgiamo che non solo le fattezz viso e del corpo sarebbero rivelatrici di nascosti comportamenti ebbero rivelatrici di nascosti comportame della natura umana, ma lo stesso colore dei capelli era criterio della natura umana, ma lo stesso colore dei capelli era criter per stabilire il carattere dellindividuo. I capelli neri, ad esempio, per stabilire il carattere dellindividuo. I cape dimostrano senza dubbio alcuno,“timidità & astutia con frode ostrano senza dubbio alcuno,“ [...]perché coloro che habitano luoghi brusciati e caldi, come sono glEtiopi, sono paurosi e fraudolentima se il crine non è molto nero allora luomo sarà ingegnoso e amoroso di retta giu- stizia. Se, viceversa, la capigliatura si muove verso toni chiari, sino ad arrivare al biondo, luomo avrà senza dubbio prontez- za nellimparare le scienze, & unegregia sottilezza dingegno”. Naturalmente, lanalisi che viene effettuata a partire dal colore dei capelli, andrà accompagnata ad analoghe osservazioni sulla natura e quantità della barba sfoggiata dagli uomini. Anche in questo caso la gamma è vasta: dalla barba scura e folta, chia- ra indicazione di lussuria, alluomo imberbe, identi)cato come certamente crudele, da evitare accuratamente perché, come recitava un adagio allora molto in voga: Poca barba, e men co- lore, sotto il ciel non è peggiore”. ChiaraGiacomello scrivi@bibliotecabertoliana.it Quella volta che i marocchini “scavalcarono” i politici Pagina degli statuti del comune di Bassano del Grappa Telegramma del 22 gennaio 1890, ore 14,21 del sindaco di VicenzaGiuseppe Zanella ad Alessandro Rossi. Biblioteca civica R. Bortoli.”, Schio Archivio Senatore Alessandro Rossi, b. 28.27 Lettera a )rma di Francesco Crispi, Presidente del Consiglio e Ministro degli Esteri, ad Alessandro Rossi. Si comunica lelargizione di 1000 LIRE ORO dellambasciatore marocchino a favore dellAsilo infantile di Schio. Biblioteca civica R. Bortoli”, Schio - Archivio senatore Alessandro Rossi, b. 10.4

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33Giovedì11 Marzo 2004

ILGIORNALEDIVICENZA

Con la collaborazionedi Silvia Maria DuboisSilvia Maria Dubois

Il petto villoso dell’uomoraffrontato a quello del volatile

Nel 1890 il sultanodel Marocco mandòuna sua rappresen-tanza in Italia, gui-

data dall’ambasciatore SidAgi el Maranzi, a scoprireil Paese. Il Governo Crispisi preoccupò di fornire agliospiti un quadrocompleto dellanazione, nonsolo dal puntodi vista sto-rico-artistico,ma anche indu-striale.Ecco perchénell ’ it inerariodei Marocchinifu prevista unatappa a Schiola “Manchesterd’Italia” e unavisita agli stabi-limenti del Lani-)cio Rossi.Naturalmente laMissione Maroc-china partendoin treno daVenezia, giunsea Vicenza, testadi ponte per ilsuccessivo tra-sferimento a Schio. La dele-gazione vicentina con in testail sindaco Giuseppe Zanella(fratello del poeta Giacomo)primo cugino di AlessandroRossi, e il prefetto Minghelli-Vaini con il seguito di asses-sori e funzionari ministeriali,ossequiò gli ospiti e pranzòcon loro all’Albergo Roma.Più tardi avvenne il trasferi-mento, per ferrovia, a Schiodella Missione Marocchinaalla quale si aggregarono leautorità vicentine.All’ingresso del Lani)cio Rossi

scoppia “la bomba”, la dele-gazione vicentina viene fer-mata; poiché non era statainvitata, le viene negato l’ac-cesso alla fabbrica.“Apriti cielo...”, si avvertì ilprefetto, intervenne il sena-tore Lampertico... “Niente

da fare Alessandro Rossi èpadrone in casa sua, chi nonè invitato non ha accesso aglistabilimenti.”La delegazione vicentinarientrò mestamente “inpatria”, con l’intento di ven-dicare l’affronto.Subito vennero spediti tele-grammi di protesta, memo-rabile quello del sindaco diVicenza: “Divieto posto dallaS. V. alla Giunta municipale,invitata dal prefetto accom-pagnare missione maroc-china visita lani)cio ferisce

ne miei colleghi me stesso enella Giunta la città”.Alcuni striscioni convoca-rono il popolo vicentino inPiazza Castello per infor-marlo dell’”offesa ricevuta”,venne proposto che il Consi-glio comunale togliesse la cit-

tadinanza onoraria ad Ales-sandro Rossi.La vicenda ebbe ampi stra-scichi nella stampa nazio-nale, ma questa con buonapace dei vicentini, riconobbele buone ragioni del SenatoreRossi e l’incidente fu prestodimenticato.Alla )ne furono i bambini del-l’Asilo Rossi di Schio a rice-vere il maggior bene)ciodalla visita, grazie alla gene-rosa elargizione di 1000 LIREORO fatta dall’ambasciatoremarocchino a loro favore.

Presso la Biblioteca Civica di Bassanodel Grappa, fondata nel 1828 grazieal lascito del naturalista Giambatti-sta Brocchi - che nel suo testamento

donava alla città natale manoscritti, opere astampa e una somma in denaro da destinarsial bibliotecario - è conservato l’Archivio storicocomunale. Esso custodisce un ricco patrimoniodocumentario, che abbraccia sette secoli di sto-ria: la storia nel senso più ampio, ricca di fattinoti e intessuta di episodi ignoti. L’Archivio dàla possibilità di soddisfare ricerche e curiositàsugli aspetti più vari della vita della comuni-tà bassanese a partire dal lontano 1211, datadella più antica pergamena. Fonti primarie perricostruire le vicende politiche, civili e ammini-strative della città sono gli Statuti (con originalidel XIII secolo) e gli Atti del Consiglio. Attraver-so lo studio delle vicende di istituzioni culturali,congregazioni religiose e ospedali, la rilettura diantichi ordini e disposizioni per la costruzione diedi)ci, strade e ponti, l’analisi della gestione deibeni patrimoniali e delle proteste per pedaggi,gabelle e dazi, viene restituita la micro-storiadi Bassano e dei suoi uomini. Un registro ma-noscritto ottocentesco, compilato dal segretariomunicipale Giovanni Merlo prima e da GirolamoFabris poi, fornisce, in ordine cronologico e si-stematico per materia, gli estratti degli Atti dimaggior interesse.Primo movente per la costituzione di un archivioè l’esigenza di memoria in quanto autodocu-mentazione. Ma la memoria, per diventarestoria, deve essere anche protetta e organiz-zata; l’archivio deve farsi struttura, e dotarsidi regole e strumenti di conservazione, sele-zione, trasmissione. Bassano sente l’esigenzadi tutelate le proprie scritture notarili a partiredal ‘600. Data al 20 luglio 1603 un documentocontenuto negli “Atti del Consiglio”, in cui si de-

libera di consegnare e raccogliere i protocolli ele scritture dei notai defunti in “armadj”, sotto ilcontrollo di un notaio eletto dal Consiglio notari-le della città. Ma bisogna aspettare una deliberadel 25 giugno 1673 perché il Consiglio cittadinodecida per un riordino complessivo e organicodi tutte le scritture pubbliche:“Riuscendo molto dif)cile gli interessi di questoPubblico all’occorrenza in riguardo al ritrouar-si le scritture dello stesso Pubblico confuse, etsenza regola et ordine, al )ne però di rendergli affari, et interessi stessi in ogni occorrenzafacili et praticabili, si propone parte di elegerdoi di questo consiglio con facoltà di regolarle scritture publiche, et quelle alfabbetar conquella recognitione, che fatta l’opera sarà sti-mata propria, et ragionevole” (Atti del Consiglio1670-1680, Biblioteca civica di Bassano delGrappa, v. 29, c. 50-51).Ad essere eletti come “archivisti” furono MarioSale, con 30 voti favorevoli e 7 contrari, e Pao-lo di Vettor Vittorelli, con 33 voti favorevoli e 2contrari.Dell’inedito ruolo di Mario Sale (1640-1682)non dimenticò di scrivere lo storico bassaneseG.B. Verci. Nelle sue “Notizie intorno alla vitadegli scrittori della città di Bassano” (Venezia1775) ricorda che il valente avvocato laurea-tosi a Padova in “ambo le leggi”, appassionatostudioso di storia medioevale, e che dal Con-siglio di Bassano fu investito delle “cariche piùluminos”, venne chiamato all’arduo compito di“rivedere e regolar le scritture, e tutti i roto-li antichi, che si conservano in questo pubblicoarchivio della città … Egli le mise in effetto conordine, le ridusse a capi, e le distinse in 64 vo-lumi co’ loro numeri. Aggiustò anche a cadaunodi questi nel principio un picciolo repertorio del-le materie, acciò ritrovar si potesse con facilità,tutto ciò che potesse occorrere”.

I tesori della provincia: Schio e Bassano (parte 1a)

Franco Bernardi ([email protected])

7 secoli di storiain un archivio

Mattea Gazzola ([email protected])

106 opere per 185 volumi di caratterestorico, artistico e letterario, tra cui duecinquecentine, sono il lascito di FrancescoFormenton alla Biblioteca cittadina. Natoil 25 giugno 1799 da Domenico e Anna

Bardella, Francesco si laureò in matematicae diresse per molti anni l’uf)cio tecnico delComune di Vicenza dove divenne direttore

dei Lavori pubblici. Della sua attivitàtecnica sono rimasti alcuni interventi astampa sulla necessità e le modalità dimanutenzione della rete viaria; libelli, vada sé, conservati in Bertoliana. La vita

tranquilla di questo coscienzioso funzionariocomunale sarebbe stata turbata “pei fattidel ‘48”. Coinvolto nel dibattito politico

che animava Vicenza nel breve periodo dilibertà dal giogo austriaco (marzo - giugno1848), Formenton diede alle stampe il suoCatechismo politico al popolo, opuscolodi 38 pagine articolato in domande erisposte in cui pesanti erano i giudiziindirizzati all’Impero austriaco. “Quel

governo era tristo dovunque, tristissimonel Regno Lombardo-Veneto”, “tristissimo”perché materiato di “lentezza, tenebre,paura, avidità, corruzione, tradimento”.paRiconquistata Vicenza dagli Austriaci,

Formenton, compromesso politicamente,Forfu costretto all’esilio. Fu ad Este, Rovigo,fu

Ferrara e Bologna. A Vicenza poté rientraresolo nell’agosto del 1849.

Il lascito librario, che appunto costituisceil “Legato Formenton”, entrò in Bibliotecain più riprese. Nel 1868, pochi anni primadella morte avvenuta il 4 dicembre 1874,donò alcuni manoscritti titolati Storie eguida di Vicenza e Descrizione di alcune

città d’Italia, nonché l’opera in due volumi,sempre manoscritti, di Giovanni Da

Schio, Dizionario geogra)co, topogra)coe del dialetto vicentino. Nel frattempo,

Formenton con il piglio analitico e ordinatodel tecnico, aveva iniziato a scrivere la

Cronaca vicentina dal 1867 al 1 dicembre1874, opera nata come continuazione dellapubblicazione delle “Memorie storiche di

Vicenza dalla sua origine )no al 1867”. “LaCronaca”, tuttora inedita, è in nove volumimanoscritti ed è una sorta di diario minimo

della Città oggi fonte utilissima per glistorici. Altra pubblicazione interessante perVicenza è “La storia del teatro Eretenio diVicenza dalla sua fondazione sino il giorno

22 settembre 1867”.

Alessandro Baùscrivi@biblioteca bertoliana.it

Bassano

FrancescoFormenton

tra tecnica,cronaca e politicacronaca e politica

Antiche carteAntiche carteDimmi che pelo hai...Dimmi che pee ti dirò chi sei!e ti dirò chi

Continuiamo a sfogliare anche per questa settimana leontinuiamo a sfogliare anche per questapagine de La )sionomia dell’huomo, trattato del 1652gine de La )sionomia dell’huomo, trattato del 1652del medico napoletano Giambattista della Porta che sil medico napoletano Giambattista della Porta cheoccupa di )siognomica e, accanto alle curiose af)nitàccupa di )siognomica e, accanto alle curiose af)nità

che sembrano esistere - all’epoca grandemente considerate -e sembrano esistere - all’epoca grandemente consideratetra uomini ed animali, ci accorgiamo che non solo le fattezze deluomini ed animali, ci accorgiamo che non solo le fattezzviso e del corpo sarebbero rivelatrici di nascosti comportamentirebbero rivelatrici di nascosti comportamedella natura umana, ma lo stesso colore dei capelli era criteriodella natura umana, ma lo stesso colore dei capelli era criterper stabilire il carattere dell’individuo. I capelli neri, ad esempio,per stabilire il carattere dell’individuo. I capedimostrano senza dubbio alcuno, “timidità & astutia con frodemostrano senza dubbio alcuno, “[...]perché coloro che habitano luoghi brusciati e caldi, comesono gl’Etiopi, sono paurosi e fraudolenti” ma se il crine non èmolto nero allora l’uomo sarà ingegnoso e amoroso di retta giu-stizia. Se, viceversa, la capigliatura si muove verso toni chiari,sino ad arrivare al biondo, l’uomo avrà senza dubbio “prontez-za nell’imparare le scienze, & un’egregia sottilezza d’ingegno”.Naturalmente, l’analisi che viene effettuata a partire dal coloredei capelli, andrà accompagnata ad analoghe osservazioni sullanatura e quantità della barba sfoggiata dagli uomini. Anche inquesto caso la gamma è vasta: dalla barba scura e folta, chia-ra indicazione di lussuria, all’uomo imberbe, identi)cato comecertamente crudele, da evitare accuratamente perché, comerecitava un adagio allora molto in voga: “Poca barba, e men co-lore, sotto il ciel non è peggiore”.

Chiara [email protected]

Quella volta che i marocchini“scavalcarono” i politici

Pagina degli statuti del comune di Bassano del Grappa

Telegramma del 22 gennaio 1890, ore 14,21del sindaco di Vicenza Giuseppe Zanella

ad Alessandro Rossi.Biblioteca civica “R. Bortoli.”, Schio

Archivio Senatore Alessandro Rossi, b. 28.27

Lettera a )rma di Francesco Crispi,Presidente del Consiglio e Ministro degli Esteri, ad Alessandro Rossi.Si comunica l’elargizione di 1000 LIRE ORO dell’ambasciatore marocchinoa favore dell’Asilo infantile di Schio.Biblioteca civica “R. Bortoli”, Schio - Archivio senatore Alessandro Rossi, b. 10.4

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