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33Giovedì11 Marzo 2004

ILGIORNALEDIVICENZA

Con la collaborazionedi Silvia Maria DuboisSilvia Maria Dubois

Il petto villoso dell’uomoraffrontato a quello del volatile

Nel 1890 il sultanodel Marocco mandòuna sua rappresen-tanza in Italia, gui-

data dall’ambasciatore SidAgi el Maranzi, a scoprireil Paese. Il Governo Crispisi preoccupò di fornire agliospiti un quadrocompleto dellanazione, nonsolo dal puntodi vista sto-rico-artistico,ma anche indu-striale.Ecco perchénell ’ it inerariodei Marocchinifu prevista unatappa a Schiola “Manchesterd’Italia” e unavisita agli stabi-limenti del Lani-)cio Rossi.Naturalmente laMissione Maroc-china partendoin treno daVenezia, giunsea Vicenza, testadi ponte per ilsuccessivo tra-sferimento a Schio. La dele-gazione vicentina con in testail sindaco Giuseppe Zanella(fratello del poeta Giacomo)primo cugino di AlessandroRossi, e il prefetto Minghelli-Vaini con il seguito di asses-sori e funzionari ministeriali,ossequiò gli ospiti e pranzòcon loro all’Albergo Roma.Più tardi avvenne il trasferi-mento, per ferrovia, a Schiodella Missione Marocchinaalla quale si aggregarono leautorità vicentine.All’ingresso del Lani)cio Rossi

scoppia “la bomba”, la dele-gazione vicentina viene fer-mata; poiché non era statainvitata, le viene negato l’ac-cesso alla fabbrica.“Apriti cielo...”, si avvertì ilprefetto, intervenne il sena-tore Lampertico... “Niente

da fare Alessandro Rossi èpadrone in casa sua, chi nonè invitato non ha accesso aglistabilimenti.”La delegazione vicentinarientrò mestamente “inpatria”, con l’intento di ven-dicare l’affronto.Subito vennero spediti tele-grammi di protesta, memo-rabile quello del sindaco diVicenza: “Divieto posto dallaS. V. alla Giunta municipale,invitata dal prefetto accom-pagnare missione maroc-china visita lani)cio ferisce

ne miei colleghi me stesso enella Giunta la città”.Alcuni striscioni convoca-rono il popolo vicentino inPiazza Castello per infor-marlo dell’”offesa ricevuta”,venne proposto che il Consi-glio comunale togliesse la cit-

tadinanza onoraria ad Ales-sandro Rossi.La vicenda ebbe ampi stra-scichi nella stampa nazio-nale, ma questa con buonapace dei vicentini, riconobbele buone ragioni del SenatoreRossi e l’incidente fu prestodimenticato.Alla )ne furono i bambini del-l’Asilo Rossi di Schio a rice-vere il maggior bene)ciodalla visita, grazie alla gene-rosa elargizione di 1000 LIREORO fatta dall’ambasciatoremarocchino a loro favore.

Presso la Biblioteca Civica di Bassanodel Grappa, fondata nel 1828 grazieal lascito del naturalista Giambatti-sta Brocchi - che nel suo testamento

donava alla città natale manoscritti, opere astampa e una somma in denaro da destinarsial bibliotecario - è conservato l’Archivio storicocomunale. Esso custodisce un ricco patrimoniodocumentario, che abbraccia sette secoli di sto-ria: la storia nel senso più ampio, ricca di fattinoti e intessuta di episodi ignoti. L’Archivio dàla possibilità di soddisfare ricerche e curiositàsugli aspetti più vari della vita della comuni-tà bassanese a partire dal lontano 1211, datadella più antica pergamena. Fonti primarie perricostruire le vicende politiche, civili e ammini-strative della città sono gli Statuti (con originalidel XIII secolo) e gli Atti del Consiglio. Attraver-so lo studio delle vicende di istituzioni culturali,congregazioni religiose e ospedali, la rilettura diantichi ordini e disposizioni per la costruzione diedi)ci, strade e ponti, l’analisi della gestione deibeni patrimoniali e delle proteste per pedaggi,gabelle e dazi, viene restituita la micro-storiadi Bassano e dei suoi uomini. Un registro ma-noscritto ottocentesco, compilato dal segretariomunicipale Giovanni Merlo prima e da GirolamoFabris poi, fornisce, in ordine cronologico e si-stematico per materia, gli estratti degli Atti dimaggior interesse.Primo movente per la costituzione di un archivioè l’esigenza di memoria in quanto autodocu-mentazione. Ma la memoria, per diventarestoria, deve essere anche protetta e organiz-zata; l’archivio deve farsi struttura, e dotarsidi regole e strumenti di conservazione, sele-zione, trasmissione. Bassano sente l’esigenzadi tutelate le proprie scritture notarili a partiredal ‘600. Data al 20 luglio 1603 un documentocontenuto negli “Atti del Consiglio”, in cui si de-

libera di consegnare e raccogliere i protocolli ele scritture dei notai defunti in “armadj”, sotto ilcontrollo di un notaio eletto dal Consiglio notari-le della città. Ma bisogna aspettare una deliberadel 25 giugno 1673 perché il Consiglio cittadinodecida per un riordino complessivo e organicodi tutte le scritture pubbliche:“Riuscendo molto dif)cile gli interessi di questoPubblico all’occorrenza in riguardo al ritrouar-si le scritture dello stesso Pubblico confuse, etsenza regola et ordine, al )ne però di rendergli affari, et interessi stessi in ogni occorrenzafacili et praticabili, si propone parte di elegerdoi di questo consiglio con facoltà di regolarle scritture publiche, et quelle alfabbetar conquella recognitione, che fatta l’opera sarà sti-mata propria, et ragionevole” (Atti del Consiglio1670-1680, Biblioteca civica di Bassano delGrappa, v. 29, c. 50-51).Ad essere eletti come “archivisti” furono MarioSale, con 30 voti favorevoli e 7 contrari, e Pao-lo di Vettor Vittorelli, con 33 voti favorevoli e 2contrari.Dell’inedito ruolo di Mario Sale (1640-1682)non dimenticò di scrivere lo storico bassaneseG.B. Verci. Nelle sue “Notizie intorno alla vitadegli scrittori della città di Bassano” (Venezia1775) ricorda che il valente avvocato laurea-tosi a Padova in “ambo le leggi”, appassionatostudioso di storia medioevale, e che dal Con-siglio di Bassano fu investito delle “cariche piùluminos”, venne chiamato all’arduo compito di“rivedere e regolar le scritture, e tutti i roto-li antichi, che si conservano in questo pubblicoarchivio della città … Egli le mise in effetto conordine, le ridusse a capi, e le distinse in 64 vo-lumi co’ loro numeri. Aggiustò anche a cadaunodi questi nel principio un picciolo repertorio del-le materie, acciò ritrovar si potesse con facilità,tutto ciò che potesse occorrere”.

I tesori della provincia: Schio e Bassano (parte 1a)

Franco Bernardi ([email protected])

7 secoli di storiain un archivio

Mattea Gazzola ([email protected])

106 opere per 185 volumi di caratterestorico, artistico e letterario, tra cui duecinquecentine, sono il lascito di FrancescoFormenton alla Biblioteca cittadina. Natoil 25 giugno 1799 da Domenico e Anna

Bardella, Francesco si laureò in matematicae diresse per molti anni l’uf)cio tecnico delComune di Vicenza dove divenne direttore

dei Lavori pubblici. Della sua attivitàtecnica sono rimasti alcuni interventi astampa sulla necessità e le modalità dimanutenzione della rete viaria; libelli, vada sé, conservati in Bertoliana. La vita

tranquilla di questo coscienzioso funzionariocomunale sarebbe stata turbata “pei fattidel ‘48”. Coinvolto nel dibattito politico

che animava Vicenza nel breve periodo dilibertà dal giogo austriaco (marzo - giugno1848), Formenton diede alle stampe il suoCatechismo politico al popolo, opuscolodi 38 pagine articolato in domande erisposte in cui pesanti erano i giudiziindirizzati all’Impero austriaco. “Quel

governo era tristo dovunque, tristissimonel Regno Lombardo-Veneto”, “tristissimo”perché materiato di “lentezza, tenebre,paura, avidità, corruzione, tradimento”.paRiconquistata Vicenza dagli Austriaci,

Formenton, compromesso politicamente,Forfu costretto all’esilio. Fu ad Este, Rovigo,fu

Ferrara e Bologna. A Vicenza poté rientraresolo nell’agosto del 1849.

Il lascito librario, che appunto costituisceil “Legato Formenton”, entrò in Bibliotecain più riprese. Nel 1868, pochi anni primadella morte avvenuta il 4 dicembre 1874,donò alcuni manoscritti titolati Storie eguida di Vicenza e Descrizione di alcune

città d’Italia, nonché l’opera in due volumi,sempre manoscritti, di Giovanni Da

Schio, Dizionario geogra)co, topogra)coe del dialetto vicentino. Nel frattempo,

Formenton con il piglio analitico e ordinatodel tecnico, aveva iniziato a scrivere la

Cronaca vicentina dal 1867 al 1 dicembre1874, opera nata come continuazione dellapubblicazione delle “Memorie storiche di

Vicenza dalla sua origine )no al 1867”. “LaCronaca”, tuttora inedita, è in nove volumimanoscritti ed è una sorta di diario minimo

della Città oggi fonte utilissima per glistorici. Altra pubblicazione interessante perVicenza è “La storia del teatro Eretenio diVicenza dalla sua fondazione sino il giorno

22 settembre 1867”.

Alessandro Baùscrivi@biblioteca bertoliana.it

Bassano

FrancescoFormenton

tra tecnica,cronaca e politicacronaca e politica

Antiche carteAntiche carteDimmi che pelo hai...Dimmi che pee ti dirò chi sei!e ti dirò chi

Continuiamo a sfogliare anche per questa settimana leontinuiamo a sfogliare anche per questapagine de La )sionomia dell’huomo, trattato del 1652gine de La )sionomia dell’huomo, trattato del 1652del medico napoletano Giambattista della Porta che sil medico napoletano Giambattista della Porta cheoccupa di )siognomica e, accanto alle curiose af)nitàccupa di )siognomica e, accanto alle curiose af)nità

che sembrano esistere - all’epoca grandemente considerate -e sembrano esistere - all’epoca grandemente consideratetra uomini ed animali, ci accorgiamo che non solo le fattezze deluomini ed animali, ci accorgiamo che non solo le fattezzviso e del corpo sarebbero rivelatrici di nascosti comportamentirebbero rivelatrici di nascosti comportamedella natura umana, ma lo stesso colore dei capelli era criteriodella natura umana, ma lo stesso colore dei capelli era criterper stabilire il carattere dell’individuo. I capelli neri, ad esempio,per stabilire il carattere dell’individuo. I capedimostrano senza dubbio alcuno, “timidità & astutia con frodemostrano senza dubbio alcuno, “[...]perché coloro che habitano luoghi brusciati e caldi, comesono gl’Etiopi, sono paurosi e fraudolenti” ma se il crine non èmolto nero allora l’uomo sarà ingegnoso e amoroso di retta giu-stizia. Se, viceversa, la capigliatura si muove verso toni chiari,sino ad arrivare al biondo, l’uomo avrà senza dubbio “prontez-za nell’imparare le scienze, & un’egregia sottilezza d’ingegno”.Naturalmente, l’analisi che viene effettuata a partire dal coloredei capelli, andrà accompagnata ad analoghe osservazioni sullanatura e quantità della barba sfoggiata dagli uomini. Anche inquesto caso la gamma è vasta: dalla barba scura e folta, chia-ra indicazione di lussuria, all’uomo imberbe, identi)cato comecertamente crudele, da evitare accuratamente perché, comerecitava un adagio allora molto in voga: “Poca barba, e men co-lore, sotto il ciel non è peggiore”.

Chiara [email protected]

Quella volta che i marocchini“scavalcarono” i politici

Pagina degli statuti del comune di Bassano del Grappa

Telegramma del 22 gennaio 1890, ore 14,21del sindaco di Vicenza Giuseppe Zanella

ad Alessandro Rossi.Biblioteca civica “R. Bortoli.”, Schio

Archivio Senatore Alessandro Rossi, b. 28.27

Lettera a )rma di Francesco Crispi,Presidente del Consiglio e Ministro degli Esteri, ad Alessandro Rossi.Si comunica l’elargizione di 1000 LIRE ORO dell’ambasciatore marocchinoa favore dell’Asilo infantile di Schio.Biblioteca civica “R. Bortoli”, Schio - Archivio senatore Alessandro Rossi, b. 10.4

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