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Pensieri, spunti, riflessioni dalla PAROLA DI DIO e dalla Vita Mese di NOVEMBRE 2004

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Pensieri, spunti, riflessioni dalla

PAROLA DI DIO e dalla Vita

Mese di NOVEMBRE 2004

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Cuore divino di Gesù, io ti offro per mezzo del Cuore Immacolato di Maria, madre della Chiesa, in unione al Sacrificio eucaristico, le preghiere e le azioni, le gioie e le sofferenze di questo giorno: in riparazione dei peccati, per la salvezza di tutti gli uomini, nella grazia dello Spirito Santo, a gloria del divin Padre.

In particolare:

Perché ogni uomo e ogni donna cristiani,

prendendo consapevolezza della propria vocazione nella Chiesa, rispondano con

generosità alla chiamata di Dio e camminino verso la santità nei loro ambienti di vita.

Perché nel Continente latino-americano aumenti

e sia sempre più qualificata la presenza dei cattolici nella vita nazionale e nei mezzi di

comunicazione sociale.

Perché la nostra vita testimoni anche ai lontani e agli indifferenti la perenne novità del Vangelo.

Cuore di Gesù, attrai a te i presbiteri che in tuo nome agiscono in mezzo al tuo popolo.

Stampato in proprio

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NOVEMBRE 2004

LUNEDI’ 1 NOVEMBRE

FESTA DI TUTTI I SANTI

Una scheggia di preghiera:

DDOONNAACCII,, SSIIGGNNOORREE,, DDII PPAARRTTEECCIIPPAARREE AALLLLAA TTUUAA SSAANNTTIITTAA’’

Tra i santi di oggi ricordiamo: ARALDO, Santo, Re

Era il re di Danimarca intorno al 980. Si convertì al cristianesimo e

cercava di diffondere nel suo Regno questa religione. Trovò però

l‟ostilità di molti pagani e anche quella del figlio detto Barba fiorente.

Proprio durante una battaglia con il figlio Araldo fu ferito e morì.

Parola di Dio: Ap. 7,2-4.9-14; Sal.23; 1Gv. 3,1-3; Mt. 5,1-12

Dal Vangelo secondo Matteo 5,1-12

[1]Vedendo le folle, Gesù salì sulla montagna e, messosi a sedere, gli si avvicinarono i suoi discepoli. [2]Prendendo allora la parola, li ammaestrava dicendo: [3]<<Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. [4]Beati gli afflitti, perché saranno consolati. [5]Beati i miti, perché erediteranno la terra. [6]Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. [7]Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. [8]BEATI I PURI DI CUORE, PERCHÉ VEDRANNO DIO. [9]Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. [10]Beati i perseguitati per causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. [11]Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. [12]Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti hanno perseguitato i profeti prima di voi.

Perché in una festa sola ricordare tutti i Santi, sia quelli noti, quelli che

pur essendo riconosciuti tali dalla Chiesa non hanno una data fissa di

celebrazione, quelli che santi ufficiali non lo saranno mai ma che lo

furono nelle scelte della loro vita?

Credo per ricordarci che l‟origine della santità è una sola perché solo

Dio è Santo, ma anche per ricordarci che molteplici sono i modi di

partecipare a questa santità manifestandola con la propria persona.

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* Ma abbiamo bisogno dei santi? Non dovrebbe bastarci guardare a

Dio, a Gesù, allo Spirito Santo?

Certo il nucleo della nostra fede è il mistero dell‟amore di Dio per noi e

da questo dobbiamo partire, a questo mirare, a questo rispondere, ma

non è forse bello vedere come Dio ha amato in modo unico tanti nostri

fratelli ed essi hanno saputo rispondere con altrettanto amore?

* Se guardo alla vita di certi santi mi spavento: io non potrò mai essere

come loro.

E infatti nessuno di noi deve diventare come loro. I santi non sono da

copiare: ne faremmo solo delle brutte copie. La santità che io devo

realizzare (cioè la mia risposta all‟amore di Dio o, meglio, il mio

accogliere l‟amore di Dio) è unica e personale. Io posso diventare santo

con i doni e con i limiti che mi ritrovo.

* Ma non è un‟ utopia diventare santi se non ce la faccio neanche a

vincere certi aspetti del mio carattere?

Si potrebbe rispondere in tanti modi a questa obiezione ma forse basta

guardare al Vangelo. Gesù crocifisso dice: “Oggi sarai con me in

paradiso” ad un ladro crocifisso che riconosce i suoi limiti e che

riconosce la bontà di Gesù. Se il primo santo sicuro e ufficiale della

Chiesa è uno che è stato ladro…

*Si dice che la Chiesa è santa… ma…

Forse la Chiesa nella sua realtà storica ci dà proprio la misura e l‟idea

vera di che cosa sia la santità. E‟ il popolo di coloro che sono chiamati

alla salvezza attraverso Gesù. Un popolo chiamato a partecipare alla

santità di Dio ma in cammino con tante difficoltà, un popolo di santi e

di peccatori ma un popolo nonostante tutto amato da Dio a cui Lui

continua sempre a dare ancora una possibilità. Un popolo che è già in

comunione con i santi del cielo, un popolo che se accoglie il dono dello

Spirito Santo può manifestare proprio nella povertà perdonata la

grandezza della santità di Dio.

MARTEDI’ 2 NOVEMBRE

COMMEMORAZIONE DI TUTTI I FEDELI DEFUNTI

Una scheggia di preghiera:

LL’’EETTEERRNNAA GGIIOOIIAA DDOONNAA AA LLOORROO,, OO SSIIGGNNOORREE,,

EE SSPPLLEENNDDAA AADD EESSSSII LLAA LLUUCCEE PPEERRPPEETTUUAA

Tra i santi di oggi ricordiamo: BENIGNO DI DIGIONE, Santo, Martire

Pochissime le notizie storicamente certe su questo santo, presente però

nella venerazione di tanti specialmente in Francia. Fu prete, e fu

martire a Digione probabilmente nel II secolo.

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Parola di Dio: Gb. 19,1.23-27; Sal. 26; Rom. 5,5-11; Gv. 6,37-40

Dal Vangelo secondo Giovanni 6,37-40

[37]Tutto ciò che il Padre mi dá, verrà a me; colui che viene a me, non lo respingerò, [38]perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. [39]E QUESTA È LA VOLONTÀ DI COLUI CHE MI HA MANDATO, CHE IO NON PERDA NULLA DI QUANTO EGLI MI HA DATO, MA LO RISUSCITI NELL'ULTIMO GIORNO. [40]Questa infatti è la volontà del Padre mio, che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; io lo risusciterò nell'ultimo giorno>>.

Ricordare oggi i nostri defunti ci aiuta a dare uno sguardo indietro e

uno avanti.

Guardiamo indietro e ricordiamo. Ricordiamo le persone che sono

passate, gli affetti, i fatti e in noi giustamente c‟è nostalgia

specialmente per i nostri cari, per le persone con cui abbiamo condiviso

un tratto di cammino, per tutti coloro che in qualunque modo ci hanno

donato qualcosa, ci hanno fatto camminare. E guardando indietro

scopriamo anche la precarietà della vita e questo, al di là della paura

che può ingenerare, ci fa bene perché se scopro che nessuno è eterno

in questa vita, dovrebbero poco per volta mutare i valori che la

indirizzano. Ad esempio se il denaro, il potere, il successo sono così

effimeri, vale la pena puntare tutto su di essi?

Ma noi cristiani oggi guardiamo anche in avanti, non ci fermiamo solo

alle tombe umane che onoriamo per rispetto a quei corpi che abbiamo

amato e che per noi non sono solo un cumulo di ossa, ma in modo

misterioso e per forza divina sono destinati a risorgere. Noi guardiamo

a qualcuno che questo passaggio lo ha già fatto: Gesù, Figlio di Dio,

morto sulla croce e risorto e vivo tutt‟ora anche con il suo corpo

glorioso che reca ancora i segni della sua passione.

Noi oggi in particolare, ma sempre, preghiamo per i nostri morti perché

siano con Dio, preghiamo con i nostri morti perché nella Chiesa siamo

una sola famiglia viva e reale che si rivolge insieme alla misericordia

del Signore, preghiamo i nostri morti perché in Gesù siamo certi che

essi vedendo Dio in Lui sanno quale sia il nostro vero bene e per

l‟affetto che ci unisce glielo chiedono.

Qualcuno mi ha chiesto se i morti mi facciano paura. No! Può farmi

paura la morte per il mistero che la circonda e, soprattutto per la mia

debolezza e paura del mistero di sofferenza che la circonda, ma i morti

non mi fanno paura, anzi essi mi parlano di vita, di eternità, di

misericordia di Dio, di Redenzione. Se essi sono con Dio anche i piccoli

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o grandi aspetti negativi che c‟erano tra noi quando essi erano in terra

sono superati dall‟amore di Dio, dal perdono che essi hanno ricevuto,

dalla purificazione da ogni male.

In queste prime giornate di novembre mi piace allora canticchiare in

sordina quel vecchio spiritual negro che dice: “Camminiamo sulla

strada che han percorso i santi tuoi, tutti ci ritroveremo dove eterno

splende il solo. E quando in ciel dei santi tuoi la grande schiera

arriverà, o Signore, come vorrei che ci fosse un posto per me”.

MERCOLEDI’ 3 NOVEMBRE

Una scheggia di preghiera:

SSIIGGNNOORREE,, AAUUMMEENNTTAA LLAA NNOOSSTTRRAA FFEEDDEE IINN TTEE

Tra i santi di oggi ricordiamo: SILVIA, Santa

Silvia aveva sposato un nobile romano ed ebbe da lui un figlio che

diventerà Papa Gregorio Magno. Dopo la moglie del marito si ritirò a

vita solitaria presso la chiesa di San Saba, nelle vicinanze dell‟Aventino,

Morì tra il 592 e il 594.

Parola di Dio: Fil. 2,12-18; Sal.26; Lc. 14,25-33

Dal Vangelo secondo Luca 14,25-33

[25]Siccome molta gente andava con lui, Gesù si voltò e disse: [26]<<Se uno viene a me e non odia suo padre, sua madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo. [27]Chi non porta la propria croce e non viene dietro di me, non può essere mio discepolo. [28]Chi di voi, volendo costruire una torre, non si siede prima a calcolarne la spesa, se ha i mezzi per portarla a compimento? [29]Per evitare che, se getta le fondamenta e non può finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: [30]Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro. [31]Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? [32]Se no, mentre l'altro è ancora lontano, gli manda un'ambasceria per la pace. [33]COSÌ CHIUNQUE DI VOI NON RINUNZIA A TUTTI I SUOI AVERI, NON PUÒ ESSERE MIO DISCEPOLO.

Ci sono dei giorni in cui leggendo il Vangelo e cercando di applicarlo

alla mia vita mi sento scoraggiato. Gli anni passano e mi accorgo di

essere ancora molto lontano dalla scelta radicale che Gesù chiede ai

suoi discepoli per seguirlo. Sì, è vero che una ragionata esegesi di

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questo e di altri brani ci fa capire che Gesù non intendeva che il

discepolo non deve avere affetti umani, ma saperli guidare alla luce

della scelta di Dio, che la povertà non è indicata come fine a se stessa

ma che deve essere il modo di esprimere la fiducia e l‟abbandono in

Dio, eppure nonostante tutto mi sento ancora lontano da ciò che Dio

vuole da me e mi accorgo che, essendo ancora troppo legato alle cose

di questa terra, non riesco neppure a godere appieno del dono di

essere amato da Dio e di poterlo amare nel quotidiano.

E la tentazione va avanti: se non sei riuscito ad essere un buon

discepolo in tutti questi anni, allora vale ancora la pena di riprovarci?

A questo punto mi fermo e mi chiedo: Perché Gesù ci invita alla

perfezione e alle scelte radicali? Per farci sentire colpevoli e incapaci?

Per portarci al punto di dire: “Non ce la faccio e mi ritiro?”.

Se Gesù a volte ci rimprovera, se ci indica la strada della perfezione

non lo fa mai per scoraggiarci ma per rinnovare in noi le capacità di

seguirlo e amarlo con tutto il cuore. “Ma io non ci riesco!” E Gesù

sembra risponderci: “Da solo,è vero non ce la fai e non ce la farai mai,

ma se Dio è con te, se lo lasci operare nella tua vita, pensi che Lui non

possa portarti alla sua volontà e alla tua vera felicità?”

E allora capisco: ogni volta che faccio dipendere tutto dalle mie velleità,

ogni volta che credo di salvarmi da solo, sono sicuro di essere

sconfitto; tutte le volte che sento la mia incapacità ma mi fido di Dio,

Egli può operare in me secondo suo amore e allora si possono spostare

le montagne.

Il riconoscere le proprie incapacità e il chiedere aiuto a Dio allora non è

il passivismo della volontà e la preghiera del perdente, è solo preparare

il terreno perché Dio servendosi proprio delle mie debolezze possa

manifestare la sua grandezza.

GIOVEDI’ 4 NOVEMBRE

Una scheggia di preghiera:

TTUU HHAAII CCOOMMPPAASSSSIIOONNEE DDII TTUUTTTTII EE NNUULLLLAA DDIISSPPRREEZZZZII

DDII QQUUAANNTTOO HHAAII CCRREEAATTOO,, OO SSIIGGNNOORREE,, AAMMAANNTTEE DDEELLLLAA VVIITTAA

Tra i santi di oggi ricordiamo: FRANCESCA D’AMBOISE, Beata

Era nata nel 1427. Figlia maggiore di Luigi d'Amboise e sposa di Pietro

II, figlio di Giovanni V, duca di Bretagna. Si sposò nel 1448 con il duca

di Bretagna, si dedicò alla carità e fondò un monastero di clarisse a

Nantes. Rimasta vedova (1457), si fece carmelitana a Vannes e fu

priora di Nantes, qui morì nel 1485.

Parola di Dio: Fil. 3,3-8; Sal. 104; Lc. 15,1-10

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Dal Vangelo secondo Luca 15,1-10

[1]Si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. [2]I FARISEI E GLI SCRIBI MORMORAVANO: <<COSTUI RICEVE I PECCATORI E MANGIA CON LORO>>. [3]Allora egli disse loro questa parabola: [4]<<Chi di voi se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va dietro a quella perduta, finché non la ritrova? [5]Ritrovatala, se la mette in spalla tutto contento, [6]va a casa, chiama gli amici e i vicini dicendo: Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora che era perduta. [7]Così, vi dico, ci sarà più gioia in cielo per un peccatore convertito, che per novantanove giusti che non hanno bisogno di conversione. [8]O quale donna, se ha dieci dramme e ne perde una, non accende la lucerna e spazza la casa e cerca attentamente finché non la ritrova? [9]E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, dicendo: Rallegratevi con me, perché ho ritrovato la dramma che avevo perduta. [10]Così, vi dico, c'è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte>>.

Noi, con molta superficialità e restando fedeli ad antichi luoghi comuni,

dividiamo il mondo in buoni e cattivi e pensiamo che tutti i buoni

debbano stare insieme anche per far fronte ai cattivi. Stupiva dunque i

contemporanei di Gesù e può forse stupire anche noi il fatto che Egli

accolga pubblici peccatori e prostitute. Noi spesso, anche nelle nostre

comunità parrocchiali, vorremmo una Chiesa di puri, di persone

“perbene” e quando qualche prete o qualche laico prende la strada per

avvicinare persone lontane, diverse dal nostro credo (sempre e solo

religioso?), persone magari in difficoltà, “cattivi” che vivono ai margini

della società, strizziamo il naso. Se poi qualcuno di questi “lontani”

viene avviato per entrare nei nostri gruppi, magari non lo mandiamo

via, ma facciamo di tutto per farlo sentire “diverso” o per creare

attorno a lui barriere tali che spesso non gli permettono di sentirsi a

casa.

L‟atteggiamento di Gesù è totalmente diverso. Egli è venuto nel mondo

per portare la salvezza. Ma per poterla ricevere bisogna sapere di

averne bisogno. Chi crede di potersi salvare con l‟appartenenza a un

popolo o ad una religione, chi crede di potersi salvare obbedendo a

norme religiose o pagando tributi rituali non ha bisogno di salvezza:

pensa di farcela da solo. Con lui la salvezza di Gesù è sprecata.

Gesù, invece, cerca coloro che sono lontani da Lui, ha fiducia che

queste persone riconoscano il loro bisogno di Lui.

Noi siamo mandati ad essere testimoni di Gesù a chi? A coloro che

pensano già di essere salvi o a coloro che forse non conoscono neppure

Gesù ma sentono il bisogno di essere salvati?

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La testimonianza dei cristiani è quella di chiudersi in chiesuole fatte di

“puri” per la paura di contaminarsi o quella di testimoniare l‟amore di

Gesù per tutti in particolare per chi non lo conosce o per chi si è

allontanato con il peccato? I peccatori sono tutti da bruciare per

salvaguardare la fede o sono da accogliere come ha fatto Gesù

donando loro la vita?

VENERDI’ 5 NOVEMBRE

Una scheggia di preghiera:

IINNSSEEGGNNAACCII,, SSIIGGNNOORREE,,

AADD UUSSAARREE BBEENNEE DDEEII DDOONNII CCHHEE CCII HHAAII AAFFFFIIDDAATTOO

Tra i santi di oggi ricordiamo: EMERICO, Santo

Figlio del primo re d‟Ungheria, Santo Stefano, sposò una principessa

bizantina e di comune accordo vissero in perfetta castità. Morì in un

incidente di caccia nel 1031.

Parola di Dio: Fil. 3,14-4,1; Sal. 121; Lc. 16,1-8

Dal Vangelo secondo Luca 16,1-8

[1]Diceva anche ai discepoli: <<C'era un uomo ricco che aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi. [2]Lo chiamò e gli disse: Che è questo che sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non puoi più essere amministratore. [3]L'amministratore disse tra sé: Che farò ora che il mio padrone mi toglie l'amministrazione? Zappare, non ho forza, mendicare, mi vergogno. [4]So io che cosa fare perché, quando sarò stato allontanato dall'amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua. [5]Chiamò uno per uno i debitori del padrone e disse al primo: [6]Tu quanto devi al mio padrone? Quello rispose: Cento barili d'olio. Gli disse: Prendi la tua ricevuta, siediti e scrivi subito cinquanta. [7]Poi disse a un altro: Tu quanto devi? Rispose: Cento misure di grano. Gli disse: Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta. [8]IL PADRONE LODÒ QUELL'AMMINISTRATORE DISONESTO, perché aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce.

La parabola dell‟amministratore disonesto è una di quelle che

maggiormente ci lascia perplessi perché sembra che alla fine il padrone

(Dio) rimanga ammirato di fronte alla ulteriore astuzia disonesta messa

in atto da colui che sentendosi licenziato utilizza ancora i beni del

padrone per crearsi degli amici che in seguito sappiano essergli

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riconoscenti. Ma l‟ammirazione di Dio non è per la disonestà (il

disonesto era già stato licenziato e continuerà ad esserlo) quanto

perché quest‟uomo per i suoi piccoli beni terreni ha saputo essere

intelligente ed ha usa di cose per salvaguardare se stesso.

Se Dio ci ha dato l‟intelligenza ce l‟ha data perché noi la usassimo e

non per nasconderla dietro abitudini, riti e luoghi comuni.

Sentendo questa parabola sembra quasi di accorgersi che Dio è stufo di

credenti senza scelte personali, di scodinzolanti religiosi senza un nerbo

proprio, di esterioristi senza cuore, di persone dalle mani troppo pulite

ma solo perché non le hanno mai usate.

Noi siamo amministratori di tanti beni che non sono nostri (la vita, la

salvezza, i sacramenti, le capacità umane di ciascuno…), ma essendo

amministratori (come ricorda la parabola dei talenti) non dobbiamo

sotterrarli per paura di perderli ma trafficarli per il nostro e l‟altrui

bene.

Gesù tutt‟altro che inibirci in una religione di massa ci invita ad essere

persone che usano bene sia della propria intelligenza che dei doni

ricevuti. Noi dobbiamo essere staccati dai beni della terra, come ci

veniva detto ieri, ma non nel senso di disprezzare le cose terrene ma

nel senso di saperne usare bene per noi e per gli altri.

SABATO 6 NOVEMBRE

Una scheggia di preghiera:

SSIIGGNNOORREE,, TTUU MMII SSCCRRUUTTII EE MMII CCOONNOOSSCCII,,

MMII CCOONNOOSSCCII IINN OOGGNNII MMOOMMEENNTTOO DDEELLLLAA MMIIAA VVIITTAA..

Tra i santi di oggi ricordiamo: ALVAREZ PEREIRA NUNO, Beato

Nacque in Portogallo il 24 giugno 1360. Crebbe in mezzo ai cavalieri di

suo padre. A 13 anni fu ammesso alla corte del re Ferdinando, fu scelto

come scudiero della regina. Si sposò nel 1376 ed ebbe tre figli, ma

presto rimase vedovo. Combatté per l‟indipendenza del Portogallo dalla

Castiglia e quando il fratello di Ferdinando fu proclamato re del

Portogallo egli divenne il capo della milizia. Al valore militare egli

aggiungeva una profonda pietà cristiana, Conquistata la pace il 15

agosto 1423, lasciò i suoi averi e le armi e divenne Carmelitano

chiedendo di fare i lavori più umili. Morì il 1° Aprile 1431.

Parola di Dio: Fil. 4,10-19; Sal. 11; Lc. 16,9-15

Dal Vangelo secondo Luca 16,9-15

[9]Ebbene, io vi dico: Procuratevi amici con la disonesta ricchezza, perché, quand'essa verrà a mancare, vi accolgano nelle dimore eterne.

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[10]CHI È FEDELE NEL POCO, È FEDELE ANCHE NEL MOLTO; E CHI È DISONESTO NEL POCO, È DISONESTO ANCHE NEL MOLTO. [11]Se dunque non siete stati fedeli nella disonesta ricchezza, chi vi affiderà quella vera? [12]E se non siete stati fedeli nella ricchezza altrui, chi vi darà la vostra? [13]Nessun servo può servire a due padroni: o odierà l'uno e amerà l'altro oppure si affezionerà all'uno e disprezzerà l'altro. Non potete servire a Dio e a mammona>>. [14]I farisei, che erano attaccati al denaro, ascoltavano tutte queste cose e si beffavano di lui. [15]Egli disse: <<Voi vi ritenete giusti davanti agli uomini, ma Dio conosce i vostri cuori: ciò che è esaltato fra gli uomini è cosa detestabile davanti a Dio.

“Reverendo, il peccato che ho fatto è mortale o solo veniale?”.

Istintivamente mi vien da rispondere: “O è peccato o non lo è!”. E‟ vero

che c‟è differenza tra il rubare la caramella e fare una rapina a mano

armata ma è anche vero che nell‟uno e nell‟altro caso è rubare. E‟ vero

che ledere il buon nome di una persona denigrandola e uccidere un

uomo è diverso, ma la sostanza è sempre uccidere fisicamente o

moralmente.

E lo stesso vale per il positivo: e vero che dare la vita per l‟altro è ben

più grande che dargli un aiuto in denaro perché ne ha bisogno, ma di

nuovo, entrambi i gesti se fatti con amore sono amore vero, totale.

“lo non ho mai ammazzato, non ho fatto furti grossi; ho bestemmiato,

ma solo quando ero arrabbiato, ho pregato tutte le volte che avevo

bisogno... Sono a posto!

Gesù, nel Vangelo di oggi, conclude così: “Voi vi ritenete giusti davanti

agli uomini, ma Dio conosce i vostri cuori”.

Questa frase di Gesù può spaventarci o riempire il cuore di speranza e

di tenerezza. Può spaventarci se siamo falsi, ipocriti, insinceri.

Possiamo nasconderci davanti agli uomini, farci apparire diversi da

quello che siamo, falsare la realtà, in certi casi possiamo perfino

cercare di ingannare noi stessi, ma Lui conosce il cuore, le intenzioni e

“tutto quello che dite nel segreto sarà conosciuto da tutti”.

Ma Dio conosce anche che, nonostante la mia poca buona volontà, gli

voglio bene, che anche se spesso cado nel giudizio del mio prossimo,

non vorrei mai vederlo soffrire, che nonostante il caratteraccio che mi

ritrovo vorrei sempre essere in pace con tutti, che tante volte mi lascio

condizionare dagli avvenimenti ma nello stesso tempo vorrei essere

capace di amare tutti in ogni situazione.

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DOMENICA 7 NOVEMBRE

XXXII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO C.

Una scheggia di preghiera:

TTUU SSEEII LLAA RRIISSUURRRREEZZIIOONNEE EE LLAA VVIITTAA,,

CCHHII CCRREEDDEE IINN TTEE NNOONN MMOORRIIRRAA’’ IINN EETTEERRNNOO!!

Tra i santi di oggi ricordiamo: ENGELBERTO I DI COLONIA, Santo

Visse tra il 1185 circa e il 1225. Per aver parteggiato per Ottone IV, fu

scomunicato da Innocenzo III. Riconciliatosi col papato, prese parte

attiva alla lotta contro gli albigesi (1212). Eletto arcivescovo di Colonia

nel 1216 fu tutore di Enrico, figlio di Federico II, e reggente della

Germania. Con la sua politica favorevole alla Chiesa si attirò l'inimicizia

dei nobili: fu ucciso da un suo nipote.

Parola di Dio: 2Mac. 7,1-2.9-14; Sal. 16; 2Tes 2,16-3,5; Lc. 20,27-38

Dal Vangelo secondo Luca 20,27-38

[27]Gli si avvicinarono poi alcuni sadducei, i quali negano che vi sia la risurrezione, e gli posero questa domanda: [28]<<Maestro, Mosè ci ha prescritto: Se a qualcuno muore un fratello che ha moglie, ma senza figli, suo fratello si prenda la vedova e dia una discendenza al proprio fratello. [29]C'erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. [30]Allora la prese il secondo [31]e poi il terzo e così tutti e sette; e morirono tutti senza lasciare figli. [32]Da ultimo anche la donna morì. [33]Questa donna dunque, nella risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l'hanno avuta in moglie>>. [34]Gesù rispose: <<I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; [35]ma quelli che sono giudicati degni dell'altro mondo e della risurrezione dai morti, non prendono moglie né marito; [36]e nemmeno possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, essendo figli della risurrezione, sono figli di Dio. [37]Che poi i morti risorgono, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando chiama il Signore: Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe. [38]DIO NON È DIO DEI MORTI, MA DEI VIVI; PERCHÉ TUTTI VIVONO PER LUI>>.

L‟occasione in cui Gesù dice la frase che meditiamo oggi è una

discussione con i sadducei che, a differenza dei farisei, consideravano

la dottrina della resurrezione dei morti, cresciuta lentamente nella

riflessione del popolo un‟inutile aggiunta alla dottrina di Mosé. Gesù

non si lascia coinvolgere nell‟accademica discussione della moglie dei

sette mariti ma pone la riflessione ad un piano diverso, invita gli uditori

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ad alzare lo sguardo da questa visione che proietta nell‟oltre morte, di

fatto, le ansie e le attese della vita terrena. E‟ una nuova dimensione

quella che Gesú propone, una pienezza iniziata e mai conclusa, che non

annienta gli affetti, che contraddice la visione attuale della

reincarnazione che ci spinge ad avere fiducia in un Dio dinamico e vivo,

non imbalsamato!

E qui voglio fermarmi ad approfondire la lapidaria affermazione di

Gesù: Dio è Dio dei vivi, perché tutti vivono in lui. Poniamoci un duplice

domanda: credo nel Dio dei vivi? E io, sono vivo?

Credo nel Dio dei vivi se per me la fede è ricerca, non stanca abitudine,

doloroso e irrequieto desiderio, non noioso dovere, slancio e preghiera,

non rito e superstizione. Dio per me è vivo se mi lascio incontrare come

Zaccheo, convertire come Paolo, per cui, dopo il suo incontro, nulla è

più come prima. Credo in un Dio vivo se accolgo la Parola (viva!) che

mi sconquassa, m‟interroga, mi dona risposte.

E io sono vivo se non mi lascio ingannare dalle sirene che mi

promettono ogni felicità se possiedo, appaio, recito, produco,

guadagno, seduco eccetera, se so perdonare, se so cercare, se ho

capito che questa vita ha un trucco da scoprire, un “di più” nascosto

nelle pieghe della storia, della mia storia.

LUNEDI’ 8 NOVEMBRE

Una scheggia di preghiera:

NNOOII CCEERRCCHHIIAAMMOO IILL TTUUOO VVOOLLTTOO,, SSIIGGNNOORREE

Tra i santi di oggi ricordiamo: ADEODATO, Santo, Papa

Era nato a Roma. Figlio del suddiacono Stefano. Fu consacrato Papa il

19 ottobre 615. Durante il suo Pontificato successe un grave terremoto

a Roma e una ancor più grave epidemia di peste che lo vide a servizio

dei sofferenti, noncurante del contagio. Morì l‟8 novembre del 618.

Parola di Dio: Tito 1,1-9; Sal.23; Lc. 17,1-6

Dal Vangelo secondo Luca 17,1-6

[1]Disse ancora ai suoi discepoli: <<E` INEVITABILE CHE AVVENGANO SCANDALI, MA GUAI A COLUI PER CUI AVVENGONO. [2]E` meglio per lui che gli sia messa al collo una pietra da mulino e venga gettato nel mare, piuttosto che scandalizzare uno di questi piccoli. [3]STATE ATTENTI A VOI STESSI! Se un tuo fratello pecca, rimproveralo; ma se si pente, perdonagli. [4]E se pecca sette volte al giorno contro di te e sette volte ti dice: Mi pento, tu gli perdonerai>>. [5]Gli apostoli dissero al Signore: [6]<<Aumenta la nostra fede!>>. Il

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Signore rispose: <<Se aveste fede quanto un granellino di senapa, potreste dire a questo gelso: Sii sradicato e trapiantato nel mare, ed esso vi ascolterebbe.

Anche la parola “scandalo” è una parola che segue i suoi tempi: quello

che poteva essere scandalo una volta oggi fa sorridere davanti a

scandali ben più grossi. Ma non è il caso di fare la graduatoria degli

scandali. Quando Gesù usa questo termine intende: “tutto quello che

può essere di inciampo alla fede del fratello” e allora se guardo alla

storia sono scandali tutte le testimonianze negative che i cristiani

hanno dato o danno sia nel pubblico che nel privato. E‟ scandaloso che

molti sedicenti cristiani siano tra i più ricchi della terra e usando le

logiche dell‟economia e del profitto affamino i più poveri come è

scandalo quello del prete che dal pulpito dà indicazioni morali che poi

bellamente e tranquillamente si permette di non vivere, ma è anche

scandalo quando nascondiamo la nostra fede e non diamo ai fratelli

viva testimonianza di ciò che diciamo di credere.

Credo, però che uno dei maggiori scandali che noi possiamo dare, oggi,

sia quello di una fede sciatta, abitudinaria, fatta di credenze, formule e

riti che per noi hanno perso significato. Se il mezzo miliardo di cristiani

che ci sono sulla terra non fossero in gran parte addormentati, ma

svegli e testimoni gioiosi della Buona Notizia di Gesù, non sarebbero

fermento per tutta l‟umanità? Se nella nostra comunità parrocchiale,

invece di parlarci addosso o di subire una religiosità quasi imposta, ogni

cristiano cominciasse a vivere la propria fede come un dono da

condividere con gli altri, se invece di appiattirsi sulle solite quattro

iniziative si ritrovasse l‟entusiasmo dello Spirito Santo, se non ci si

lasciasse spegnere (magari anche dal prete!) ma si sentisse profondo

nel cuore il desiderio della verità, della giustizia, se si riscoprisse la

vera umiltà del servizio gioioso, non potremmo almeno evitare lo

scandalo, a volte vero o scusa, a cui molti si appellano per non

impegnarsi: “Se fanno così quelli che vanno in chiesa è meglio non

andarci!”

MARTEDI’ 9 NOVEMBRE

Una scheggia di preghiera:

TTII AADDOORRIIAAMMOO,, OO SSIIGGNNOORREE,, NNEELLLLAA TTUUAA SSAANNTTAA DDIIMMOORRAA

DEDICAZIONE DELLA BASILICA DEL LATERANO

Il nome Laterano deriva da una nobile famiglia romana che aveva posto

sul colle Celio la sua residenza. La costruzione della chiesa fu iniziata

da Papa San Silvestro sul luogo dove sorgeva un palazzo a lui donato

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da Costantino Magno. La basilica fu consacrata nel 324. Questa

basilica è stata e rimane tutt'oggi la chiesa cattedrale di Roma. Per

secoli il palazzo adiacente fu la sede dei Papi e vi si tennero cinque

concili ecumenici. Oggi quel palazzo è la sede del vicariato della diocesi

di Roma.

Parola di Dio nella festa odierna: 1Re 8,22-23.27-30 (1Pt. 2,4-9);

Sal. 94; Gv. 4,19-24

Dal Vangelo secondo Giovanni 4,19-24

[19]Gli replicò la donna: <<Signore, vedo che tu sei un profeta. [20]I nostri padri hanno adorato Dio sopra questo monte e voi dite che è Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare>>. [21]Gesù le dice: <<Credimi, donna, è giunto il momento in cui né su questo monte, né in Gerusalemme adorerete il Padre. [22]Voi adorate quel che non conoscete, noi adoriamo quello che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei. [23]Ma è giunto il momento, ed è questo, in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità; perché il Padre cerca tali adoratori. [24]DIO È SPIRITO, E QUELLI CHE LO ADORANO DEVONO ADORARLO IN SPIRITO E VERITÀ>>.

E‟ vero che come uomini abbiamo bisogno di cose concrete, del tempio,

di formule di preghiera, di leggi, di formule di fede: ma Dio è più

grande di tutto questo, arriva a noi attraverso strade diverse dalle

nostre... E poi anche l‟uomo non è soltanto materia, ma spirito ed è

proprio quando lo spirito dell‟uomo si ricongiunge allo Spirito di Dio che

c‟è vera comunione. Gesù, dicendo che dobbiamo adorare Dio in Spirito

e Verità non voleva escludere il valore del tempio, del luogo dove

pregare: Lui stesso andava ogni sabato alla preghiera nella sinagoga e

nelle grandi feste si recava al Tempio di Gerusalemme. Gesù voleva

indicarci il modo valido di incontrare Dio in ogni momento, sia nel

quotidiano, sia quando andiamo in chiesa. Dio è ovunque, in Lui

“viviamo, ci muoviamo, siamo”. Dio lo puoi incontrare adesso che stai

leggendo questa pagina; oggi, facendo la spesa, come in ufficio,

domenica partecipando con i tuoi fratelli all‟Eucaristia di Gesù. Dio è

libero, non è prigioniero di nessuno e di nessuna istituzione, neanche

religiosa. L‟importante, però, è essere disponibili a cercarlo, a vederlo,

a incontrarlo. Quando materializziamo troppo Dio rischiamo di costruirci

un idolo a nostra misura e quando le religioni perdono la dimensione

dello spirituale, del mistero rischiano di diventare delle terribili

costruzioni che non aprono l‟uomo a valori eterni ma lo schiavizzano a

riti e a gesti non più rispettosi né di Dio, né dell‟uomo stesso.

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MERCOLEDI’ 10 NOVEMBRE

Una scheggia di preghiera:

TTII RREENNDDIIAAMMOO GGRRAAZZIIEE,, SSIIGGNNOORREE,, PPEERR OOGGNNII TTUUOO DDOONNOO

Tra i santi di oggi ricordiamo: LEONE MAGNO, santo, Papa e

Dottore della Chiesa

Eletto papa nel 440, Leone (c. 395 - 461) fu un predicatore di grande

ricchezza dottrinale e un pastore che, di fronte alle eresie, seppe

formulare il mistero della persona del Cristo, Dio e uomo, in termini che

verranno adottati dal concilio di Calcedonia (451). Con i suoi interventi

coraggiosi, salvò per due volte la città di Roma dalla devastazione di

cui la minacciavano gli Unni di Attila e i Vandali di Genserico.

Parola di Dio: Tito 3,1-7; Sal. 22; Lc. 17,11-19

Dal Vangelo secondo Luca 17,11-19

[11]Durante il viaggio verso Gerusalemme, Gesù attraversò la Samaria e la Galilea. [12]Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi i quali, fermatisi a distanza, [13]alzarono la voce, dicendo: <<Gesù maestro, abbi pietà di noi!>>. [14]Appena li vide, Gesù disse: <<Andate a presentarvi ai sacerdoti>>. E mentre essi andavano, furono sanati. [15]Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce; [16]e si gettò ai piedi di Gesù per ringraziarlo. Era un Samaritano. [17]Ma Gesù osservò: <<Non sono stati guariti tutti e dieci? E gli altri nove dove sono? [18]NON SI È TROVATO CHI TORNASSE A RENDER GLORIA A DIO, ALL'INFUORI DI QUESTO STRANIERO?>>. E gli disse: [19]<<Alzati e và; la tua fede ti ha salvato!>>.

Chi è che dice sinceramente: “Grazie!”? E‟ la persona che riconosce di

non aver nessun merito per ciò che ha ricevuto, chi sa di aver ricevuto

gratis un dono. L‟ ingrato, invece è colui che pensa che tutto gli sia

dovuto. Il ragazzo che sfrutta cose e affetti della sua famiglia pensando

che tutti gli debbano tutto è un ingrato, l‟adulto che non sa vedere i

piccoli costanti gesti di amore e di servizio che gli vengono fatti, è un

ingrato, il vecchio che ha solo pretese e che si nasconde dietro il fatto

che i figli devono tutto ai genitori è un ingrato. Ma quante volte siamo

ingrati anche noi davanti a Dio! “Io ce l‟ho con Dio, mi diceva una

persona, perché se Lui fosse giusto avrebbe dovuto farmi questa e

quest‟altra grazia” e non ci accorgiamo delle grazie che già abbiamo.

Io, questa mattina mi sono alzato e sto scrivendo questa riflessione: e

non è una grazia? Tu stai leggendola: e non è una grazia? Certo, ci

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sono anche le prove, le sofferenze, i desideri inappagati, ma quanti

doni, e doni gratuiti. Dio ha forse degli obblighi verso di me? Sono

amato gratuitamente, Gesù è morto sulla croce per offrirmi se stesso e

non certo per i miei meriti! Posso andare a ricevere il Corpo di Cristo

non perché sono “buono”, ma perché Lui è “buono” con me fino a farsi

mio pane per il cammino.

E chi sa dire : “Grazie!” è anche un grande saggio perché riconoscendo

di non aver alcun diritto ma di ricevere gratuitamente sa anche dare il

giusto valore alle cose. Se una cosa non è mia ma mi è donata per

amore, solo nell‟amore e nella condivisione può essere utilizzata, quindi

non mi attacco alle cose con senso di possesso, ma ne gioisco e le uso

per condividerle con altri.

GIOVEDI’ 11 NOVEMBRE

Una scheggia di preghiera:

PER TUTTA LA VVIITTAA LODERO’ IL SIGNORE

Tra i santi di oggi ricordiamo:

BARTOLOMEO IL GIOVANE, chiamato GROTTAFERRATA,

Nacque a Rossano Calabro verso il 981, fu consacrato per voto dai

genitori alla Madonna, fu discepolo di san Nilo e, dopo la morte di

questo, divenne abate nel monastero di San Giovanni Calabita, presso

Rossano. Indusse Benedetto IX, che di lui aveva grande stima, ad

abdicare al papato e a ritirarsi a vita monastica a Grottaferrata. Prese

parte ai sinodi romani del 1036 e 1044. Fu valente innografo e scrisse

la vita di san Nilo. Morì a Grottaferrata nel 1055.

Parola di Dio: Filemone 7-20; Sal. 145; Lc. 17,20-25

Dal Vangelo secondo Luca 17,20-25

[20]Interrogato dai farisei: <<Quando verrà il regno di Dio?>>, rispose: [21]<<IL REGNO DI DIO NON VIENE IN MODO DA ATTIRARE L'ATTENZIONE, e nessuno dirà: Eccolo qui, o: eccolo là. Perché il regno di Dio è in mezzo a voi!>>. [22]Disse ancora ai discepoli: <<Verrà un tempo in cui desidererete vedere anche uno solo dei giorni del Figlio dell'uomo, ma non lo vedrete. [23]Vi diranno: Eccolo là, o: eccolo qua; non andateci, non seguiteli. [24]Perché come il lampo, guizzando, brilla da un capo all'altro del cielo, così sarà il Figlio dell'uomo nel suo giorno. [25]Ma prima è necessario che egli soffra molto e venga ripudiato da questa generazione.

Qualcuno dice: “Sono passati duemila anni dalla venuta di Gesù e dov‟è

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questo Regno di Dio promesso? L‟uomo è sempre lo stesso se non

peggio. La verità è un‟utopia e per la giustizia e la pace basta leggere

un giornale!”.

Qualcun altro che identifica il Regno di Dio con la Chiesa, dice: “La

prova che il regno di Dio c‟è, è che la Chiesa dopo duemila anni di

storia burrascosa è ancora viva e trionfante.

Anche la Chiesa e in piccolo le parrocchie e i gruppi corrono il rischio di

credere che il Regno di Dio sia simile ai regni della terra. i regni della

terra calcolano il numero dei sudditi per vedere quante tasse possono

spremere o per vedere se c‟è forza sufficiente per fare una guerra;

calcolano le capacità in base a prodotti lordi e bilance dei pagamenti;

valutano in base a prestigio e potere.

O Gesù intendeva qualcos‟altro per il Regno di Dio o ci ha raccontato

bugie!

Il Regno non è un‟utopia perché il Figlio di Dio lo ha fondato sulla

donazione di se stesso sulla croce. Il Regno di Dio c‟è perché lo si può

trovare nel fondo del cuore di ogni uomo assetato di verità, di giustizia,

di pace, di Dio. Il Regno di Dio c‟è perché tanti ci hanno creduto e ci

credono, hanno dato e danno in silenzio la propria vita di donazione per

esso.

Il Regno di Dio viene, non con il rumore di guerre o di applausi ma

nell‟umiltà, nel nascondimento, nella speranza. Se usiamo gli stessi

criteri efficentisti del nostro mondo non lo vediamo o rischiamo di

identificarlo con qualcosa di sbagliato, se sappiamo tacere, vedere con

gli occhi di Dio, vivere nella speranza, scopriamo che esso è ogni giorno

qui, in mezzo a noi, capiamo che Cristo non è morto invano, che noi, se

vogliamo, siamo già nella situazione di poter essere gli uomini nuovi di

questo Regno.

VENERDI’ 12 NOVEMBRE

Una scheggia di preghiera:

DDOONNAACCII DDII CCOOGGLLIIEERREE II SSEEGGNNII DDEELLLLAA TTUUAA PPRREESSEENNZZAA,, SSIIGGNNOORREE

Tra i santi di oggi ricordiamo: EVASIO Santo, Vescovo

Casale è il luogo dove maggiormente viene ricordato questo santo. La

città, infatti nel Medioevo, in onore del Patrono si chiamava Casale

Sant‟Evasio. Un racconto leggendario composto nel secolo IX fa di

Evasio un Vescovo di Casale, ucciso da un certo duca Attubalo. Altri

pensano che Evasio sia stato vescovo di Asti. In ogni caso si pensa sia

vissuto nella seconda metà del 700.

Parola di Dio: 2Gv. 1,3-9; Sal. 118; Lc. 17,26-37

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Dal Vangelo secondo Luca 17,26-37

[26]Come avvenne al tempo di Noè, così sarà nei giorni del Figlio dell'uomo: [27]mangiavano, bevevano, si ammogliavano e si maritavano, fino al giorno in cui Noè entrò nell'arca e venne il diluvio e li fece perire tutti. [28]Come avvenne anche al tempo di Lot: MANGIAVANO, BEVEVANO, COMPRAVANO, VENDEVANO, PIANTAVANO, COSTRUIVANO; [29]ma nel giorno in cui Lot uscì da Sòdoma piovve fuoco e zolfo dal cielo e li fece perire tutti. [30]COSÌ SARÀ NEL GIORNO IN CUI IL FIGLIO DELL'UOMO SI RIVELERÀ. [31]In quel giorno, chi si troverà sulla terrazza, se le sue cose sono in casa, non scenda a prenderle; così chi si troverà nel campo, non torni indietro. [32]Ricordatevi della moglie di Lot. [33]Chi cercherà di salvare la propria vita la perderà, chi invece la perde la salverà. [34]Vi dico: in quella notte due si troveranno in un letto: l'uno verrà preso e l'altro lasciato; [35]due donne staranno a macinare nello stesso luogo: l'una verrà presa e l'altra lasciata>>. [36]. [37]Allora i discepoli gli chiesero: <<Dove, Signore?>>. Ed egli disse loro: <<Dove sarà il cadavere, là si raduneranno anche gli avvoltoi>>.

La nostra vita è un insieme di contraddizioni ad esempio noi viviamo

come se dovessimo essere eterni eppure quotidianamente siamo a

contatto con la morte.

Diciamocelo con sincerità: lo sappiamo che la nostra vita è precaria,

che basta un attimo. Lo sappiamo che nel mondo anche oggi migliaia di

persone che si sono alzate non termineranno la giornata: sono a rischio

coloro che vivono in paesi dove c‟è la guerra come sei a rischio tu sulla

tua automobile o tu che stai bene di salute ma che non ti accorgi che

dentro di te quel virus, quella cellula, quella vena stanno concludendo il

tuo cammino terreno.

E allora? Dobbiamo fare suonare le trombe del giudizio, rivestirci di

sacco, cospargerci il capo di cenere?

Non credo che Gesù volesse dirci questo, che volesse terrorizzarci.

Gesù voleva e vuole solo svegliarci.

Non è che, nascondendo la morte, la si elimini. Il guaio più grosso è

che noi, spesso, non ci accorgiamo neanche del dono del tempo che è il

momento in cui noi possiamo accogliere i doni di Dio e, donandogli una

risposta, anche giocarci la nostra eternità. Gesù, mettendoci in guardia,

non fa del terrorismo psicologico o religioso, ci ricorda solo, nella

precarietà del nostro vivere, di costruire su qualcosa che duri. Se io so

che il mio affannarmi, che il denaro, che il successo non possono

comprarmi la vita e se invece capisco di poter già anticipare in tante

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cose la mia eternità, mi verrà più facile, anche tra le corse della

giornata di oggi, fare una scala di valori e imparare anche ad aspettare

il “diluvio” non come la fine, ma come il passaggio definitivo all‟eterno.

SABATO 13 NOVEMBRE

Una scheggia di preghiera:

AA TTEE,, SSIIGGNNOORREE,, IINNNNAALLZZOO LL’’AANNIIMMAA MMIIAA

Tra i santi di oggi ricordiamo: ABBONE DI FLEURY, Santo, Benedettino

Era nato tra il 940-980 e, ancora giovane, entrò nel monastero di San

Benedetto sulla Loira a Fleury. Presto per la sua cultura fu destinato

all‟insegnamento e, dopo un periodo in cui fu direttore della scuola di

Ramsey, in Inghilterra, divenne abate di Fleury. Fu un riformatore.

Ebbe coraggio nel rivendicare la libertà dei monasteri dal potere civile.

Morì il 13 Novembre 1004.

Parola di Dio: 3Gv. 5-8; Sal 111; Lc. 18,1-8

Dal Vangelo secondo Luca 18,1-8

[1]DISSE AI SUOI DISCEPOLI UNA PARABOLA SULLA NECESSITÀ DI PREGARE SEMPRE, SENZA STANCARSI: [2]<<C'era in una città un giudice, che non temeva Dio e non aveva riguardo per nessuno. [3]In quella città c'era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: Fammi giustizia contro il mio avversario. [4]Per un certo tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: Anche se non temo Dio e non ho rispetto di nessuno, [5]poiché questa vedova è così molesta le farò giustizia, perché non venga continuamente a importunarmi>>. [6]E il Signore soggiunse: <<Avete udito ciò che dice il giudice disonesto. [7]E Dio non farà giustizia ai suoi eletti che gridano giorno e notte verso di lui, e li farà a lungo aspettare? [8]Vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell'uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?>>.

Gesù presenta la situazione di una donna debole, calpestata

ingiustamente che però non si stanca di chiedere giustizia a un giudice

freddo, insensibile, disumano. Il giudice della parabola è una figura

odiosa, Gesù non vuol certo farlo sembrare il Padre, non vuol portarlo

ad esempio, bensì vuole sottolineare il comportamento della donna che

non si stanca di pregare: e vince lei, la vedova. E ottiene giustizia.

Diceva Alexis Carrel medico e premio Nobel per la biologia:

“Pregare è una necessità. L‟uomo ha bisogno di Dio come ha bisogno di

acqua e di ossigeno. Quando la preghiera manca agli uomini, questa

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mancanza li impoverisce anche fisicamente, mentre, se fosse presente,

li arricchirebbe non solo come salvezza ma anche come salute”.

Monsignor Camara osservava:

“Due mani giunte ottengono molto più che due pugni chiusi”.

Madre Teresa diceva apertamente: “Se non pregassi non farei niente”.

E Papa Giovanni Paolo I diceva: “Una giornata senza preghiera è una

giornata persa”

DOMENICA 14 NOVEMBRE

XXXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO C.

Una scheggia di preghiera:

VVIIEENNII,, SSIIGGNNOORREE,, AA GGIIUUDDIICCAARREE IILL MMOONNDDOO

Tra i santi di oggi ricordiamo: VENERANDA, Santa, Martire

Il nome “Veneranda” significa “persona degna di venerazione”. Visse in

Francia nel I-II secolo. Nata pagana si convertì con profonda fede al

cristianesimo e consacrò al Signore la propria verginità. Sui trent‟anni

cominciò a predicare e attraversate le Alpi giunse a Roma. Qui, in

tempo di persecuzione, fu arrestata e torturata. La sua forza d‟animo

convertì anche alcuni dei suoi torturatori. Veneranda finì decapitata

proclamando fino all‟ultimo la propria fede.

Parola di Dio: Malachia 3,19-20; Sal. 97; 2Tes. 3,7-12; Lc. 21,5-19

Dal Vangelo secondo Luca 21,5-19

[5]MENTRE ALCUNI PARLAVANO DEL TEMPIO E DELLE BELLE PIETRE E DEI DONI VOTIVI CHE LO ADORNAVANO, DISSE: [6]<<VERRANNO GIORNI IN CUI, DI TUTTO QUELLO CHE AMMIRATE, NON RESTERÀ PIETRA SU PIETRA che non venga distrutta>>. [7]Gli domandarono: <<Maestro, quando accadrà questo e quale sarà il segno che ciò sta per compiersi?>>. [8]Rispose: <<Guardate di non lasciarvi ingannare. Molti verranno sotto il mio nome dicendo: "Sono io" e: "Il tempo è prossimo"; non seguiteli. [9]Quando sentirete parlare di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate. Devono infatti accadere prima queste cose, ma non sarà subito la fine>>. [10]Poi disse loro: <<Si solleverà popolo contro popolo e regno contro regno, [11]e vi saranno di luogo in luogo terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandi dal cielo. [12]Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni,

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trascinandovi davanti a re e a governatori, a causa del mio nome. [13]Questo vi darà occasione di render testimonianza. [14]Mettetevi bene in mente di non preparare prima la vostra difesa; [15]io vi darò lingua e sapienza, a cui tutti i vostri avversari non potranno resistere, né controbattere. [16]Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e metteranno a morte alcuni di voi; [17]sarete odiati da tutti per causa del mio nome. [18]Ma nemmeno un capello del vostro capo perirà. [19]Con la vostra perseveranza salverete le vostre anime.

In queste ultime domeniche dell‟anno liturgico Gesù ci invita a chiederci

per chi stiamo correndo e l‟esempio del Tempio di Gerusalemme,

considerato dai contemporanei di Gesù come una delle meraviglie del

mondo e invece indicato da Gesù come “belle pietre destinate alla

distruzione”, mi sembra ci faccia capire con chiarezza che anche tra

credenti si può seguire Gesù oppure seguire la falsa religione che si

ferma alle esteriorità e che è destinata a crollare.

Penso alle meravigliose cattedrali costruite un po„ su tutto il continente

europeo. Esse ci dicono certamente la fede dei nostri padri ma oggi

spesso sono diventate musei per turisti che, incantati, possono anche

cogliere in esso il segno della fede, ma che spesso le visitano per

scoprire solo l‟arte o, peggio ancora, per poter dire: “Ci sono stato” o

per poter aggiungere nel carnet dei luoghi visitati un altro nome di cui

poter parlare con sufficienza negli incontri salottieri con gli „amici‟.

Mi chiedo se la mia fede è diventata una religione, museo di cose

vecchie, magari anche pregevoli e belle, ma morte o è viva, in

costruzione.

Come le antiche basiliche e cattedrali cristiane hanno senso per Colui

che è vivo in esse nell‟Eucaristia e per la fede dei cristiani che da Lui

prendono forza, così la mia religione ha senso solo se mi fa incontrare e

mi fa manifestare Colui che non è un insieme di idee o di norme

religiose, un insieme di riti ma Colui che è il centro vivo del mio essere

e del mio agire.

Abbiamo tutti bisogno di essere rivitalizzanti, di incontrare il Dio vivo e

vero e non le apparenze di una religiosità putrescente e ormai priva di

vita.

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LUNEDI’ 15 NOVEMBRE

Una scheggia di preghiera:

TTUU,, OO GGEESSUU’’,, SSEEII LLAA LLUUCCEE DDEELL MMOONNDDOO

Tra i santi di oggi ricordiamo: ABIBO, Santo, Diacono, Martire

Era diacono ad Edessa ed era riuscito a sfuggire alla persecuzione di

Galerio nella quale morirono i santi martiri Giura e Samona. Esercitò il

suo ministero di servizio per svariati anni fino alla persecuzione di

Licinio quando, rimasto insensibile davanti a lusinghe de tormenti,

diede la sua testimonianza essendo bruciato vivo per la sua fede il 15

novembre del 322

Parola di Dio: Ap. 1,1-4; 2,1-5; Sal. 1; Lc. 18,35-43

Dal Vangelo secondo Luca 18,35-43

[35]MENTRE SI AVVICINAVA A GERICO, UN CIECO ERA SEDUTO A MENDICARE LUNGO LA STRADA. [36]Sentendo passare la gente, domandò che cosa accadesse. [37]Gli risposero: <<Passa Gesù il Nazareno!>>. [38]Allora incominciò a gridare: <<Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!>>. [39]Quelli che camminavano avanti lo sgridavano, perché tacesse; ma lui continuava ancora più forte: <<Figlio di Davide, abbi pietà di me!>>. [40]Gesù allora si fermò e ordinò che glielo conducessero. Quando gli fu vicino, gli domandò: [41]<<Che vuoi che io faccia per te?>>. Egli rispose: <<Signore, che io riabbia la vista>>. [42]E Gesù gli disse: <<Abbi di nuovo la vista! La tua fede ti ha salvato>>. [43]Subito ci vide di nuovo e cominciò a seguirlo lodando Dio. E tutto il popolo, alla vista di ciò, diede lode a Dio.

Ci hanno insegnato che la nostra fede dipende dal vedere: conoscere

Dio e riconoscerlo; dal sentire: la sua parola, la sua storia d‟amore per

noi, dall‟accettare i suoi doni; dal seguire ciò che Lui ci ha insegnato.

Nel racconto del cieco di Gerico, noi vediamo un uomo che ha dei limiti:

non ha il dono della vista ma in compenso ci sente bene, sa gridare

forte, sa chiedere, sa alzarsi e andare da Gesù e, dopo la guarigione, è

disposto a seguirlo.

Anche noi possiamo avere dei limiti: forse possiamo non vedere troppo

bene nella vita la presenza di Dio, possiamo forse non conoscere

approfonditamente la sua parola... Ma Gesù passa nella nostra vita

come è passato sulla strada di Gerico e passa proprio per me: vuole

stimolare la mia fede, vuole riempire i miei vuoti, vuole donarmi la sua

misericordia e quindi la sua gioia.

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Posso essere cieco, zoppo, peccatore ma non posso permettermi di

lasciarlo passare inutilmente se no rischio di rimanere seduto sul mio

mantello ad elemosinare per tutta la vita.

Se davvero sono disposto ad alzarmi e ad incontrarlo, mi dirà con

semplicità e disponibilità come ha detto al cieco: “Che vuoi che io faccia

per te?”.

MARTEDI’ 16 NOVEMBRE

Una scheggia di preghiera:

VVIIEENNII,, SSIIGGNNOORREE,, NNEELLLLAA NNOOSSTTRRAA CCAASSAA EE PPOORRTTAA LLAA TTUUAA SSAALLVVEEZZZZAA

Tra i santi di oggi ricordiamo: AGNESE DI ASSISI, Santa

Era la sorella minore di Santa Chiara. Nata in Assisi nel 1197, nel 1212

raggiunse la sorella che aveva seguito l‟ideale di Francesco. I parenti

arrivarono a percuoterla pur di dissuaderla, ma non ci fu niente da fare.

San Francesco condusse poi Chiara e lei a San Damiano. Agnese vide la

morte di sua sorella e poco tempo dopo morì a sua volta il 16

Novembre 1253.

Parola di Dio: Ap. 3,1-6. 14-22; Sal. 14; Lc. 19,1-10

Dal Vangelo secondo Luca 19,1-10

[1]Entrato in Gerico, attraversava la città. [2]ED ECCO UN UOMO DI NOME ZACCHEO, capo dei pubblicani e ricco, [3]cercava di vedere quale fosse Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, poiché era piccolo di statura. [4]Allora corse avanti e, per poterlo vedere, salì su un sicomoro, poiché doveva passare di là. [5]Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: <<Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua>>. [6]In fretta scese e lo accolse pieno di gioia. [7]Vedendo ciò, tutti mormoravano: <<E` andato ad alloggiare da un peccatore!>>. [8]Ma Zaccheo, alzatosi, disse al Signore: <<Ecco, Signore, io do la metà dei miei beni ai poveri; e se ho frodato qualcuno, restituisco quattro volte tanto>>. [9]Gesù gli rispose: <<Oggi la salvezza è entrata in questa casa, perché anch'egli è figlio di Abramo; [10]il Figlio dell'uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto>>.

Zaccheo chi era? Un uomo molto simile a noi. Era un benestante, un

arricchito attraverso metodi certamente poco onesti. Potremmo dire

che era un „arrivato‟.

Ma arrivato dove? Arrivato al traguardo del guadagno ma insoddisfatto.

Zaccheo pero nella sua “povertà” cerca. In questo sta il suo grande

merito e la sua onestà: mettere in discussione se stesso, riconoscere di

25

aver sbagliato, ma cercare ancora, anche se questo può spingerlo a

perdere la faccia e ad arrampicarsi, come un bambino, su una pianta.

E Dio lo cerca proprio lì e lo trova lì disponibile alla gioia di poter

accogliere il Cristo in casa sua.

Cristo sceglie di entrare nella casa di Zaccheo. Noi glielo vorremmo

impedire. A noi che pensiamo di aver già incontrato Cristo, di essere

già al suo seguito, di possederlo già pienamente verrebbe voglia di

impedirgli questo gesto, di suggerirgli: “Signore, non andare: così ti

comprometti davanti alla gente e davanti ai rappresentanti della tua

religione”. Ma Cristo va a casa di Zaccheo e se noi non andiamo con

Lui, non entriamo in casa di Zaccheo, allora Egli ci abbandona, ci lascia

sulla strada.

Solo convertendoci alla misericordia possiamo trovare Dio, perché Dio è

Misericordia.

MERCOLEDI’ 17 NOVEMBRE

Una scheggia di preghiera:

SSAANNTTOO EE’’ IILL SSIIGGNNOORREE,, DDIIOO DDEEII VVIIVVEENNTTII

Tra i santi di oggi ricordiamo: ELISABETTA D’UNGHERIA

Elisabetta fu data sposa a 14 anni a Luigi IV dei duchi di Turingia.

Nonostante il matrimonio combinato fu sposa innamorata; diceva: “Se

amo tanto una creatura mortale, quanto dovrei amare di più il Signore

immortale!” Fu madre di 3 figli. Ben presto però rimase vedova e

contro di lei si scatenarono le cupidigie dei cognati. Venne scacciata dal

castello, le furono tolti i figli per i quali rinunciò all‟eredità. Povera,

divenuta terziaria francescana, si dedicò con amore al servizio dei

poveri e morì a 24 anni, nel 1231.

Parola di Dio: Ap. 4,1-11; Sal. 150; Lc. 19,11-28

Dal Vangelo secondo Luca 19,11-28

[11]Mentre essi stavano ad ascoltare queste cose, Gesù disse ancora una parabola perché era vicino a Gerusalemme ed essi credevano che il regno di Dio dovesse manifestarsi da un momento all'altro. [12]Disse dunque: <<Un uomo di nobile stirpe partì per un paese lontano per ricevere un titolo regale e poi ritornare. [13]Chiamati dieci servi, consegnò loro dieci mine, dicendo: Impiegatele fino al mio ritorno. [14]Ma i suoi cittadini lo odiavano e gli mandarono dietro un'ambasceria a dire: Non vogliamo che costui venga a regnare su di noi. [15]Quando fu di ritorno, dopo aver ottenuto il titolo di re, fece chiamare i servi ai quali aveva consegnato il denaro, per vedere quanto ciascuno avesse guadagnato. [16]Si presentò il

26

primo e disse: Signore, la tua mina ha fruttato altre dieci mine. [17]Gli disse: Bene, bravo servitore; poiché ti sei mostrato fedele nel poco, ricevi il potere sopra dieci città. [18]Poi si presentò il secondo e disse: La tua mina, signore, ha fruttato altre cinque mine. [19]Anche a questo disse: Anche tu sarai a capo di cinque città. [20]Venne poi anche l'altro e disse: SIGNORE, ECCO LA TUA MINA, CHE HO TENUTA RIPOSTA IN UN FAZZOLETTO; [21]avevo paura di te che sei un uomo severo e prendi quello che non hai messo in deposito, mieti quello che non hai seminato. [22]Gli rispose: Dalle tue stesse parole ti giudico, servo malvagio! Sapevi che sono un uomo severo, che prendo quello che non ho messo in deposito e mieto quello che non ho seminato: [23]perché allora non hai consegnato il mio denaro a una banca? Al mio ritorno l'avrei riscosso con gli interessi. [24]Disse poi ai presenti: Toglietegli la mina e datela a colui che ne ha dieci [25]Gli risposero: Signore, ha gia dieci mine! [26]Vi dico: A chiunque ha sarà dato; ma a chi non ha sarà tolto anche quello che ha. [27]E quei miei nemici che non volevano che diventassi loro re, conduceteli qui e uccideteli davanti a me>>. [28]Dette queste cose, Gesù proseguì avanti agli altri salendo verso Gerusalemme.

Uno dei personaggi che incontriamo facilmente nella nostra società è il

qualunquista, l‟indifferente, il cinico, l‟uomo che si lascia andare.

Questa assenza di voglia di vivere e di credere nasce spesso dalla

disillusione, dalla sfiducia verso gli uomini e le istituzioni, da una

religiosità abitudinaria, senza nerbo. Di qui nasce spesso un

atteggiamento di insensibilità verso i valori, un atteggiamento di

immoralità intesa come mancanza di coscienza interiore, una

superficialità nella concezione dei progetti di vita. Ci vuole molta

maturità per sentire “la voglia di vivere”.

Propongo alla mia e alla vostra meditazione un brano di San Giovanni

Crisostomo che in modo semplice ci dice che cosa fare davanti a questo

tipo di tentazioni:

“Per quale motivo sono molti che non riescono a vivere virtuosamente?

Per il semplice motivo che non lo vogliono.

Quale ne è la causa?

La loro pigrizia: se davvero lo volessero vedresti che ne sarebbero

all‟altezza.

Vuoi davvero proporti di diventare un uomo nuovo?

Prova a cominciare.

Dimmi un po‟: non accade la stessa cosa per tutti i mestieri di questo

mondo?

Uno vuol fare il commerciante: non si limiterà a dire: lo voglio, ma, al

contrario, comincerà a farlo sul serio.

27

Un altro vuol fare un viaggio all‟estero. Non dirà anche in questo caso:

“Voglio andarci”, ma cercherà di rendere possibile il suo desiderio.

In ogni cosa quindi non basta essere velleitari, ma sono necessarie,

oltre alla volontà, anche quelle scelte pratiche che mi possono condurre

alla meta”.

GIOVEDI’ 18 NOVEMBRE

Una scheggia di preghiera:

TTUU,, GGEESSUU’’,, SSEEII VVEERRAAMMEENNTTEE IILL FFIIGGLLIIOO DDII DDIIOO

Tra i santi di oggi ricordiamo: SALOMEA DA CRACOVIA, Beata, Monaca

Nata a Cracovia il 1211, fu data in sposa a Colomanno, figlio di Andrea

II, re d‟Ungheria. Alla morte del marito, Salomea volle indossare l‟abito

francescano fra le Clarisse di Cracovia. Nel monastero diede eccellenti

esempi di umiltà e di obbedienza. Morì nel 1268.

Parola di Dio nella dedicazione delle Basiliche di San Pietro e

Paolo: Atti 28,11-16.30-31; Sal. 97; Mt. 14,22-33

Dal Vangelo secondo Matteo 14,22-33

[22]Subito dopo ordinò ai discepoli di salire sulla barca e di precederlo sull'altra sponda, mentre egli avrebbe congedato la folla. [23]CONGEDATA LA FOLLA, SALÌ SUL MONTE, SOLO, A PREGARE. Venuta la sera, egli se ne stava ancora solo lassù. [24]La barca intanto distava gia qualche miglio da terra ed era agitata dalle onde, a causa del vento contrario. [25]Verso la fine della notte egli venne verso di loro camminando sul mare. [26]I discepoli, a vederlo camminare sul mare, furono turbati e dissero: <<E` un fantasma>> e si misero a gridare dalla paura. [27]Ma subito Gesù parlò loro: <<Coraggio, sono io, non abbiate paura>>. [28]Pietro gli disse: <<Signore, se sei tu, comanda che io venga da te sulle acque>>. [29]Ed egli disse: <<Vieni!>>. Pietro, scendendo dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù. [30]Ma per la violenza del vento, s'impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: <<Signore, salvami!>>. [31]E subito Gesù stese la mano, lo afferrò e gli disse: <<Uomo di poca fede, perché hai dubitato?>>. [32]Appena saliti sulla barca, il vento cessò. [33]Quelli che erano sulla barca gli si prostrarono davanti, esclamando: <<Tu sei veramente il Figlio di Dio!>>.

Anche Gesù „congeda‟ la folla. E‟ necessario, per poter incontrare Dio

nella preghiera. Ma Gesù congeda la folla dopo averla saziata e se l‟ha

„congedata‟ non si è separato da essa, dai suoi problemi, dalle sue

28

difficoltà.

Noi abbiamo bisogno di sottrarci, in certi momenti, alla folla; dobbiamo

allontanarci dai luoghi della superficialità, delle chiacchiere, delle

futilità. Non c‟è vero incontro con Dio se non troviamo il coraggio di

licenziare lo strepito, opporci alla dispersione, voltare le spalle ai

cerimoniali dell‟insignificanza. Ma tutto questo non significa rifugiarsi in

facili spiritualismi. Se devi far tacere il futile e l‟inutile, non puoi

dimenticare la realtà, le persone, i problemi. Essi fanno parte della

preghiera e la preghiera, se è vera, ti rimanderà ai problemi con la

forza di Dio.

Gesù, dopo la moltiplicazione dei pani ha bisogno di ritirarsi, di quasi

fuggire davanti a coloro che vogliono farlo re perché ha dato loro da

mangiare gratis.

Gesù ha bisogno di silenzio, di preghiera e sale, solo, sulla montagna.

Ma mentre il suo cuore incontra Dio, il suo occhio vede in basso, là, sul

lago di Tiberiade, quella piccola e fragile barca di Pietro che lotta contro

le onde e allora la preghiera di Gesù si trasforma in presenza:

addirittura si mette a camminare sulle acque per andare loro incontro.

La nostra preghiera dovrebbe essere così: il pensiero rivolto a Dio e

l'occhio attento all'uomo per portare l'uomo a Dio e Dio all'uomo.

VENERDI’ 19 NOVEMBRE

Una scheggia di preghiera:

NNEELLLLEE TTUUEE PPAARROOLLEE,, SSIIGGNNOORREE,, EE’’ LLAA MMIIAA GGIIOOIIAA

Tra i santi di oggi ricordiamo: ANASTASIO II, Santo, Papa

Succedette al soglio di Pietro a Papa Gelasio e fu eletto il 24 novembre

496. Cercò accordi con Bisanzio e per questo fu criticato da una parte

della Chiesa. Durante il suo pontificato avvenne la conversione dei

Franchi. Morì il 19 novembre 498.

Parola di Dio: Ap. 10, 8-11; Sal. 118; Lc. 19,45-48

Dal Vangelo secondo Luca 19,45-48

[45]Entrato poi nel tempio, COMINCIÒ A CACCIARE I VENDITORI, [46]DICENDO: <<STA SCRITTO: LA MIA CASA SARÀ CASA DI PREGHIERA. MA VOI NE AVETE FATTO UNA SPELONCA DI LADRI!>>. [47]Ogni giorno insegnava nel tempio. I sommi sacerdoti e gli scribi cercavano di farlo perire e così anche i notabili del popolo; [48]ma non sapevano come fare, perché tutto il popolo pendeva dalle sue parole.

29

Gesù si “arrabbia”. Penso ci faccia bene meditare su questo. Non tanto

per rinfocolare le idee di coloro che vedono in Dio un castigamatti

sempre pronto al minimo peccato a scagliare le sue frecce contro i

cattivi, ma per comprendere che, quando si vuol nascondere il male

dietro il bene, quando dietro al “religioso” si nasconde l‟interesse, il

lucro, l‟egoismo, la falsità, il “buon” Gesù diventa colui che con la

sferza in mano fa piazza pulita.

Gesù è sempre disposto a perdonare il peccatore ma non sopporta

l‟ipocrisia di far passare per religioso ciò che è commercio.

Gesù ama il tempio, ed è per questo che diventa violento, grida, sbatte

fuori. Egli vuole purificare il Tempio, togliere le false superstizioni,

cancellare in questo luogo di Dio l‟ateismo imperante dettato dalla

legge del commercio e del potere.

Come possiamo reinterpretare oggi questa scena del Vangelo? Penso

che Gesù vorrebbe purificarci dalla falsa religiosità per portarci alla

fede. La religiosità non è sempre sbagliata o ipocrita. Essa dovrebbe

essere il linguaggio, la manifestazione della fede. Ma è ancora la fede la

base di certe religiosità? Quando vado a chiedere il Battesimo per mio

figlio come fosse solo un segno di buon augurio o una convenzione

sociale, quando vado a sposarmi in chiesa perché la cerimonia è più

bella di quella del comune e le foto vengono meglio? Non è forse falsa

religiosità certa pseudo mistica che fa della preghiera e delle sue

formule un rifugio e una fuga dalla concretezza dell‟impegno? Si è

venditori del tempio” non solo vendendo immaginette sacre o candele,

ma tutte le volte che pensiamo di comprare Dio con delle preghiere

fatte o fatte fare, quando approfittiamo della religione per giudicare il

nostro prossimo, per apparire giusti.

Abbiamo bisogno di ritrovare una religiosità che esprima fede e non

esteriorità, abbiamo bisogno di smetterla con l‟ipocrisia religiosa: essa

è la più stupida delle ipocrisie. Dio non lo puoi ingannare!

SABATO 20 NOVEMBRE

Una scheggia di preghiera:

SSEEII TTUU,, SSIIGGNNOORREE,, MMIIOO RRIIFFUUGGIIOO EE MMIIAA SSAALLVVEEZZZZAA

Tra i santi di oggi ricordiamo: RAINERI LUIGI Servo di Dio

Nasce a Torino nel 1895. Entrò tra i Barnabiti a Genova. Prima di

terminare gli studi fu reclutato nel distretto di Tortona e in seguito alla

scuola ufficiali di Caserta. Promosso tenente fu inviato in zona di

guerra. Riusciva a conciliare la disciplina militare con la fede. Appena

terminata la guerra sempre per la sua scrupolosità nell‟osservare gli

30

ordini fu colpito da broncopolmonite e in tre giorni morì il 20 novembre

1918.

Parola di Dio: Ap. 11,4-12; Sal. 143; Lc. 20,27-40

Dal Vangelo secondo Luca 20,27-40

[27]Gli si avvicinarono poi alcuni sadducei, i quali negano che vi sia la risurrezione, e gli posero questa domanda: [28]<<Maestro, Mosè ci ha prescritto: Se a qualcuno muore un fratello che ha moglie, ma senza figli, suo fratello si prenda la vedova e dia una discendenza al proprio fratello. [29]C'erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. [30]Allora la prese il secondo [31]e poi il terzo e così tutti e sette; e morirono tutti senza lasciare figli. [32]Da ultimo anche la donna morì. [33]Questa donna dunque, nella risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l'hanno avuta in moglie>>. [34]Gesù rispose: <<I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; [35]ma quelli che sono giudicati degni dell'altro mondo e della risurrezione dai morti, non prendono moglie né marito; [36]e nemmeno possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, essendo figli della risurrezione, sono figli di Dio. [37]Che poi i morti risorgono, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando chiama il Signore: Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe. [38]DIO NON È DIO DEI MORTI, MA DEI VIVI; PERCHÉ TUTTI VIVONO PER LUI>>. [39]Dissero allora alcuni scribi: <<Maestro, hai parlato bene>>. [40]E non osavano più fargli alcuna domanda.

Gesù non si ferma alla discussione fatta di parole e di teorie con i

sadducei, non scende in particolari e non sappiamo molto di come vivrà

l‟uomo nell‟aldilà. Un fatto certo è che la risurrezione sarà un

prolungamento sostanziale della vita presente, non in senso fisico

materiale, ma nel senso che la vita e le scelte di oggi e la ricchezza

personale di ognuno diventano premessa e anticipazione di ciò “che Dio

ha riservato a coloro che lo amano”.

Su questo argomento vi offro due “schegge” una di San Pietro

Crisologo e poi una preghiera davanti alla morte di un amico di

Umberto De Vanna

“Inutilmente, o fratelli, ha abbracciato la fede, e inutilmente è vissuto,

chi pensa di essere nato solo per morire. O uomo, che cosa sorge per

te che non tramonti? E che cosa tramonta per te che non risorga?

Il sole ogni giorno nasce, ogni giorno muore: poi risorge la mattina.

Le stagioni quando passano muoiono; quando ritornano, rivivono.

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Perciò, o uomo, credi almeno ai tuoi occhi, non opporti alle cose che ti

predicano incessantemente la tua risurrezione.

Prendi un chicco secco di frumento, scava la terra, seppelliscilo.

All‟improvviso rivive, diventa germe, cresce e matura, risorge in tutta

la bellezza e la forma che tu piangevi morta.”

“ Steso su quel lettino non sembri più tu: gli occhi chiusi, senza vita, le

mani fredde, la tua storia dipinta sul viso.

In silenzio gustavi la vita che cominciavi a scoprire ed anche se non

sempre traspariva, gioivi per il sole, per il cielo, per gli amici.

Sarebbe angosciante credere che per te tutto sia finito l‟attimo in cui il

respiro è cessato, il cuore si è fermato, gli occhi si sono chiusi.

Non avrebbero senso le tue fatiche, i tuoi sforzi, i tuoi sogni: sarebbero

stati fine a se stessi, noti soltanto a te.

Invece ogni tuo dolore, ogni tua angoscia, ogni tua fatica trova un

posto nel cuore di Dio che, amandoti anche ora che te ne stai immobile

e freddo, ti richiama alla vita.”.

DOMENICA 21 NOVEMBRE

FESTA DI CRISTO RE * ANNO C.

Una scheggia di preghiera:

RREEGGNNAA SSIIGGNNOORREE NNEELLLLEE NNOOSSTTRREE CCAASSEE,,

EE CCOONN TTEE VVII SSIIAA LLAA VVEERRAA PPAACCEE

Tra i santi di oggi ricordiamo: ROMEO, Santo, Monaco

Era nato in Spagna, nella provincia di Gerona. Sentì precocemente la

vocazione e divenne frate domenicano. Particolarmente innamorato

della Vergine era di un‟osservanza scrupolosa e di grande zelo

apostolico. Fu priore e morì a Carcassonne nel 1261

Parola di Dio: 2Sam. 5,1-3; Sal. 121; Col. 1,12-20; Lc. 23,35-43

Dal Vangelo secondo Luca 23,35-43

[35]Il popolo stava a vedere, i capi invece lo schernivano dicendo: <<Ha salvato gli altri, salvi se stesso, se è il Cristo di Dio, il suo eletto>>. [36]Anche i soldati lo schernivano, e gli si accostavano per porgergli dell'aceto, e dicevano: [37]<<Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso>>. [38]C'era anche una scritta, sopra il suo capo: Questi è il re dei Giudei. [39]Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: <<NON SEI TU IL CRISTO? SALVA TE STESSO E ANCHE NOI!>>. [40]Ma l'altro lo rimproverava: <<Neanche tu hai timore di Dio e sei dannato alla stessa pena? [41]Noi giustamente, perché riceviamo il giusto per le nostre

32

azioni, egli invece non ha fatto nulla di male>>. [42]E aggiunse: <<Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno>>. [43]Gli rispose: <<In verità ti dico, oggi sarai con me nel paradiso>>.

Oggi si conclude l‟anno liturgico con la festa di “Cristo Re

dell‟Universo”. Ma questa non è solo una festa per ricapitolare quanto

abbiamo meditato durante l‟anno, è una festa che, forse

scandalizzandoci ci presenta il vero volto di Dio. Noi pensiamo che Dio

sia Eterno, Onnipotente, Onnipresente, Assoluto, ce lo immaginiamo

come Colui che sovrasta l‟Universo e la Storia, girando lo sguardo sulle

sue creature... Eppure oggi ci viene presentato un Dio fragile e

sconfitto, un re senza trono e senza scettro, appeso nudo ad una croce,

un re che necessita di un cartello per identificarlo. Ecco: questo è il

nostro Dio, un Dio sconfitto. Ma un Dio sconfitto per amore, un Dio che

manifesta la sua grandezza nell‟amore e nel perdono. Dio si mette in

gioco, si scopre, si svela, si consegna, si manifesta.

Gesù è venuto a dire Dio, a raccontarlo. Lui, figlio del Padre ci dona e ci

dice veramente chi è Dio. E l‟uomo replica. “No, grazie”. Forse

preferiamo un dio un po‟ severo e scostante, sommo egoista bastante a

sé stesso, potente da convincere e tenere buono. Forse l‟idea pagana di

dio che ci facciamo ci soddisfa maggiormente perché ci assomiglia di

più, non ci costringe a conversione, ci chiede superstizione; non piega i

nostri affetti, solo li solletica.

La chiave di lettura del vangelo di oggi è tutta in quell‟inquietante

affermazione della folla a Gesù: “Se tu sei il re dei Giudei, salva te

stesso”. Vero: per noi il potente salva se stesso, può permettersi di

pensare solo a se, ha i mezzi per essere soddisfatto, senza bisogno

degli altri. Dio è ciò che non possiamo permetterci di essere. E‟ la

proiezione dei nostri più nascosti e inconfessati desideri, è ciò che

ammiriamo nell‟uomo politico riuscito, ricco e sicuro. No, il nostro Dio

non salva se stesso, salva noi, salva me. I due ladroni sono la sintesi

del diventare discepoli. Il primo sfida Dio, lo mette alla prova: se esisti

fa che accada questo, liberami da questa sofferenza, salva te stesso (di

nuovo!) e noi, e me. Concepisce Dio come un re di cui essere suddito.

Ma non ammette le sue responsabilità, non è adulto nel rileggere la sua

vita, tenta il colpo. Non è amorevole la sua richiesta: trasuda piccineria

ed egoismo. Come, spesso, la nostra fede. Cosa ci guadagno se credo?

L‟altro ladro, invece, è solo stupito. Non sa capacitarsi di ciò che

accade: Dio è lì che condivide con lui la sofferenza. Una sofferenza

conseguenza delle sue scelte, la sua. Innocente e pura quella di Dio.

Ecco l‟icona del discepolo: colui che si accorge che il vero volto di Dio è

la compassione e che il vero volto dell‟uomo è la tenerezza e il

33

perdono. Nella sofferenza possiamo cadere nella disperazione o ai piedi

della croce e confessare: davvero quest‟uomo è il Figlio di Dio.

LUNEDI’ 22 NOVEMBRE

Una scheggia di preghiera:

PPUURRIIFFIICCAA IILL CCUUOORREE,, SSIIGGNNOORREE,,

PPEERRCCHHEE’’ LLAA NNOOSSTTRRAA LLOODDEE SSIIAA VVEERRIITTIIEERRAA

Tra i santi di oggi ricordiamo: PEDRO ESQUEDA RAMIREZ,

Santo, Sacerdote

Era nato in Messico il 29 aprile 1887. Vicario parrocchiale, curava

particolarmente la catechesi. Anche in mezzo alla persecuzione

organizzò con varie famiglie una adorazione perenne all‟Eucarestia.

Arrestato fu ucciso il 22 novembre 1927.

Parola di Dio: Ap. 14,1-5; Sal. 131; Lc. 21,1-4

Dal Vangelo secondo Luca 21,1-4

[1]Alzati gli occhi, vide alcuni ricchi che gettavano le loro offerte nel tesoro. [2]Vide anche una vedova povera che vi gettava due spiccioli [3]e disse: <<In verità vi dico: questa vedova, povera, ha messo più di tutti. [4]TUTTI COSTORO, INFATTI, HAN DEPOSTO COME OFFERTA DEL LORO SUPERFLUO, QUESTA INVECE NELLA SUA MISERIA HA DATO TUTTO QUANTO AVEVA PER VIVERE>>.

Grazie al cielo c‟è qualcosa che non si giudica in base alle sole regole

dell‟economia.

In un mondo come il nostro in cui vale chi guadagna, dove tutto ha un

prezzo, il cuore dell‟uomo è ancora quello che dà senso alle sue cose,

alle sue scelte. E Dio vede questo, non si lascia ingannare dalle

apparenze, dalle grandiose donazioni alla chiesa, dalla partecipazione

esteriore a dei riti. Lui sa del superfluo dei ricchi che spesso con

qualche donazione vogliono mettere a tacere la propria coscienza per i

furti commessi, come sa del necessario di questa povera vedova che

con i suoi spiccioli non fa di certo più belle le pietre di un tempio già

straricco, ma sembra nella sua fede semplice e limpida dire a Dio:

“Ecco, ora non ho più nulla. E‟ il momento che tu dimostri in concreto

ciò che la Scrittura dice di te, che se il padre degli orfani e delle

vedove”.

Che bella preghiera: un atto di fede totale e quasi una sfida che questa

povera donna vestita di nero, scansata da tutti o adocchiata da

qualcuno solo per i propri bassi fini, riesce a dare mettendo ancora una

34

volta in evidenza che il Vangelo non è per i ricchi e per i sapienti, ma

che i poveri e gli umili già lo vivono.

E‟ inutile che ci nascondiamo dietro le maschere, Dio ci vede dentro! E‟

inutile ogni accademia religiosa sul Vangelo: o lo si vive o non è una

buona notizia per noi! E, facciamo attenzione noi che vogliamo

riorganizzare la Chiesa secondo i tempi moderni e gli schemi del nostro

mondo: forse quella vecchietta insignificante che „non ha ancora capito

che durante la Messa non si dice il rosario‟ agli occhi di Dio è più pura

di noi preti che, „per onorare Dio‟ abbiamo ridotto l‟Eucaristia ad un

opera teatrale ripetuta senza una vera partecipazione.

MARTEDI’ 23 NOVEMBRE

Una scheggia di preghiera:

LLOODDEE EE GGLLOORRIIAA AA TTEE RREE DDEELLLL’’UUNNIIVVEERRSSOO CCHHEE SSEEII UUNNIICCOO

Tra i santi di oggi ricordiamo: COLOMBANO Santo abate

Era nato in Irlanda nella prima metà del secolo VI. Si fece monaco,

fondò molti monasteri in Francia. Esiliato venne in Italia dove fondò il

monastero di Bobbio. Morì nel 615.

Parola di Dio: Ap. 14,14-19; Sal. 95; Lc. 21,5-11

Dal Vangelo secondo Luca 21,5-11

[5]Mentre alcuni parlavano del tempio e delle belle pietre e dei doni votivi che lo adornavano, disse: [6]<<Verranno giorni in cui, di tutto quello che ammirate, non resterà pietra su pietra che non venga distrutta>>. [7]Gli domandarono: <<Maestro, quando accadrà questo e quale sarà il segno che ciò sta per compiersi?>>. [8]Rispose: <<GUARDATE DI NON LASCIARVI INGANNARE. MOLTI VERRANNO SOTTO IL MIO NOME DICENDO: "SONO IO" e: "Il tempo è prossimo"; non seguiteli. [9]Quando sentirete parlare di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate. Devono infatti accadere prima queste cose, ma non sarà subito la fine>>. [10]Poi disse loro: <<Si solleverà popolo contro popolo e regno contro regno, [11]e vi saranno di luogo in luogo terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandi dal cielo.

Da sempre l‟uomo cerca la Divinità come senso alla propria vita, ma da

sempre in questa ricerca a volte affannosa, faticosa, rischia di farsi

ingannare, di perdere di vista i valori e le cose che ha, per correre

dietro a fantasie, superstizioni, santoni e maghi più o meno in buona

fede. Infatti continuamente c‟è qualcuno o qualcosa che ha la pretesa

35

di presentarsi come salvatore dell‟uomo. Qualche esempio:

“Sono io”, ha gridato la scienza assicurando di avere una risposta

esatta per tutti i problemi dell‟uomo; “Sono io”, ha gridato il

capitalismo, col denaro e con il potere si ha la felicità; “Sono io ha

gridato il nazismo”: io salvo la razza pura; “Sono io” hanno gridato i

vari comunismi pratici: quando gli uomini saranno tutti uguali,

troveranno il paradiso in terra; “Sono io” gridano le nuove religioni e le

nuove mode religiose e i vari santoni che proliferano come funghi...

Abbiamo Gesù, la sua parola, i suoi sacramenti: che bisogno c‟è di

cercare “visioni di conferma” o di correre dietro a sette vaneggianti e

sempre minaccianti futuri più o meno imminenti di morti e distruzioni.

Sappiamo che il nostro futuro è Dio stesso, e che bisogno abbiamo di

andare a guardare in sfere di cristallo, in fondi di caffè, in segni

zodiacali inventati dall‟uomo, in sedute medianiche, per sapere se

saremo ricchi, troveremo l‟amore, o ci romperemo una gamba? E che

dirne dei novelli Gesù che ogni tanto appaiono? Qualcuno può anche

insegnarmi qualcosa di buono! Ma non pensi che nella parola di Dio c‟è

già tutto? Non ti basta che Gesù sia già morto e risorto per te?

MERCOLEDI’ 24 NOVEMBRE

Una scheggia di preghiera:

RREENNDDIICCII PPEERRSSEEVVEERRAANNTTII NNEELLLLAA FFEEDDEE,, SSIIGGNNOORREE,,

FFIINNOO AALLLL’’IINNCCOONNTTRROO DDEEFFIINNIITTIIVVOO CCOONN TTEE

Tra i santi di oggi ricordiamo: ANDREA DUNG-LAC, Santo,

e compagni Martiri vietnamiti

Nacque nel 1795 da genitori pagani ma così poveri che se ne disfecero

volentieri vendendolo ad un catechista. Visse alla missione di Vinh Tri,

dove fu battezzato, istruito diventando anche lui catechista; continuò

gli studi teologici e il 15 marzo 1823 fu consacrato sacerdote, nominato

parroco in varie zone. Alla fine fu arrestato più volte durante la

persecuzione del re Minh-Manh, ogni volta fu riscattato presso i

mandarini, dai cristiani locali, continuando, pericolosamente per lui,

l‟apostolato fra i fedeli e amministrando i sacramenti. Ancora una volta

arrestato fu condotto nella prigione di Hanoi il 16 novembre 1839, fu

sottoposto a snervanti interrogatori e invitato più volte ad apostatare e

calpestare la croce, ma essendo restato fermo nella sua fede venne

condannato alla decapitazione, sentenza eseguita il 21 dicembre 1839.

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Parola di Dio: Ap. 15,1-4; Sal. 97; Lc. 21,12-19

Dal Vangelo secondo Luca 21,12-19

[12]Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e a governatori, a causa del mio nome. [13]Questo vi darà occasione di render testimonianza. [14]Mettetevi bene in mente di non preparare prima la vostra difesa; [15]io vi darò lingua e sapienza, a cui tutti i vostri avversari non potranno resistere, né controbattere. [16]Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e metteranno a morte alcuni di voi; [17]sarete odiati da tutti per causa del mio nome. [18]Ma nemmeno un capello del vostro capo perirà. [19]CON LA VOSTRA PERSEVERANZA SALVERETE LE VOSTRE ANIME.

Gesù non ha mai nascosto il fatto che seguirlo non sia un‟impresa facile,

anzi, spesso ha smorzato i facili entusiasmi di qualcuno: “Chi non prende la

sua croce e non mi viene dietro non è degno di me”, “Chi pon mano

all‟aratro e poi si volta indietro non è degno di me”. Ed anche nel corso del

Vangelo di oggi Gesù mette in guardia i discepoli: “Sarete perseguitati! E

sarà solo la perseveranza a salvarvi!”.

Qualche volta noi pensiamo che la fede sia un qualcosa che una volta

acquistato divenga nostro possesso. E‟ l‟errore di molti che riducono la fede

ad una serie di riti e di abitudini.

Un‟altra tentazione è quella di pensare che, essendo la fede dovuta solo a

noi, alla nostra ricerca e ai nostri sforzi, non la raggiungeremo mai.

Gesù parla di fede, di regno di Dio come di un dono gratuito e prezioso per

il quale vale la pena di vendere tutto per acquistarlo, ma ci dice che è

anche solo attraverso la perseveranza che riusciamo a mantenerlo.

Non spaventarti se ti sembra di aver poca fede. Non arrenderti se scopri in

te stesso sempre gli stessi limiti e manchevolezze, riparti sempre: una casa

vien su mattone dopo mattone, una pietra difficilmente si spacca al primo

colpo di martello. Costruisci giorno per giorno, batti e ribatti sui tuoi difetti.

Continua a fidarti, la pazienza di Dio è grande ma vuole vederti all‟opera

senza scoraggiamenti e, se Dio si fida di te, non puoi essere che ottimista.

GIOVEDI’ 25 NOVEMBRE

Una scheggia di preghiera:

BBUUOONNOO SSEEII TTUU,, SSIIGGNNOORREE,, EETTEERRNNAA EE’’ LLAA TTUUAA MMIISSEERRIICCOORRDDIIAA

Tra i santi di oggi ricordiamo: BELLINO, Santo, Vescovo

Non conosciamo né la data di nascita né la sua infanzia e le sue scelte,

sappiamo però che fu canonico e arciprete della cattedrale di Padova,

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partecipò con il vescovo Sinibaldo al Concilio Lateranense (1123); eletto

vescovo di Padova (1126 circa), difese i diritti e le immunità ecclesiastiche.

Fondò un primo abbozzo di parrocchie, istituì scuole. Morì assassinato nelle

boscaglie di Fratta Polesine nel 1147 ed ebbe subito culto di martire.

Parola di Dio: Ap. 18,1-2.21-23; 19,1-3.9; Sal 99; Lc. 21,20-28

Dal Vangelo secondo Luca 21,20-28

[20]Ma quando vedrete Gerusalemme circondata da eserciti, sappiate allora che la sua devastazione è vicina. [21]Allora coloro che si trovano nella Giudea fuggano ai monti, coloro che sono dentro la città se ne allontanino, e quelli in campagna non tornino in città; [22]saranno infatti giorni di vendetta, perché tutto ciò che è stato scritto si compia. [23]Guai alle donne che sono incinte e allattano in quei giorni, perché vi sarà grande calamità nel paese e ira contro questo popolo. [24]Cadranno a fil di spada e saranno condotti prigionieri tra tutti i popoli; Gerusalemme sarà calpestata dai pagani finché i tempi dei pagani siano compiuti. [25]Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, [26]mentre gli uomini moriranno per la paura e per l'attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte. [27]Allora vedranno il Figlio dell'uomo venire su una nube con potenza e gloria grande. [28]Quando cominceranno ad accadere queste cose, alzatevi e levate il capo, perché LA VOSTRA LIBERAZIONE È VICINA>>.

Il vangelo di oggi parla di distruzione, di morte nel più pieno stile

apocalittico, ma termina con un grido di consolazione e di speranza:

“quando vedrete accadere tutte queste cose negative, alzatevi e levate il

capo, perché la vostra liberazione è vicina”. Quindi non saranno la

distruzione e la morte ad avere la parola definitiva, ma la liberazione e la

vita, perché Cristo Risorto è Signore del cosmo, della storia e dell‟umanità.

Proviamo a pensare quanto sia bello vedere che ogni conversione

personale del cuore, ogni uomo e donna che si aprono all‟azione dello

Spirito di Cristo risorto, ogni vittoria dello spirito sulla carne e dell‟amore

sull‟egoismo, ogni Eucaristia celebrata in comunione fraterna, sono un

tratto di cammino della storia che va verso la venuta gloriosa di Cristo,

verso la liberazione definitiva dell‟uomo.

L‟uomo è un essere che spera, e solo sperando può sopravvivere. Ma non

sono le speranze umane a dargli la libertà definitiva. Nessun altro ci può

liberare, né sotto il cielo né sopra la terra c‟è altro nome, altra persona che

possa salvarci e di cui possiamo fidarci totalmente. Camminiamo dunque

nella speranza: Cristo è già morto e risorto, Cristo sta venendo e verrà.

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VENERDI’ 26 NOVEMBRE

Una scheggia di preghiera:

TTUU,, SSIIGGNNOORREE,, SSEEII CCOOLLUUII CCHHEE SSEEII,, CCHHEE EERRAA EE CCHHEE VVIIEENNEE

Tra i santi di oggi ricordiamo: DELFINA, Beata

Nata dai conti di Marsiglia nel 1283, già a 12 anni veniva fidanzata con

Eleazaro, un giovane nobile. Si sposarono quattro anni dopo, ma i due

sposi scelsero la strada della castità per onorare il Signore e dedicarono

tutta la loro vita alla carità e alla preghiera. Essi, di famiglia ricca, si fecero

poveri per aiutare i poveri. Delfina rimase vedova e continuò la sua vita di

servizio e di intensa preghiera. Ancora viva (morirà novantenne ) vide la

Chiesa considerare santo suo marito.

Parola di Dio: Ap. 20,1-4.11-21,1; Sal. 83; Lc. 21,29-33

Dal Vangelo secondo Luca 21,29-33

[29]E disse loro una parabola: <<Guardate il fico e tutte le piante; [30]quando gia germogliano, guardandoli capite da voi stessi che ormai l'estate è vicina. [31]Così pure, quando voi vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino. [32]In verità vi dico: non passerà questa generazione finché tutto ciò sia avvenuto. [33]IL CIELO E LA TERRA PASSERANNO, MA LE MIE PAROLE NON PASSERANNO.

Provate a pensare a quante parole udrete e direte prima di questa sera:

parole di saluto, convenevoli, chiacchiere da salotto, una media di 40

pagine di parole sul giornale, parole 24 ore al giorno alla televisione e alla

radio, parole che confortano e parole che uccidono, parole per blandire e

parole per riempirsi la bocca... Quante di queste parole “non passeranno”?

Gesù è l‟unica e definitiva Parola di Dio e non passerà mai. E‟ la parola che

Dio dice sulla nostra umanità; è la parola di Dio incarnata, che salva

l‟uomo; è la Parola di Dio guidata dallo Spirito che ha fondato e guida la

Chiesa. E‟ questo amore che non passerà mai, perché Dio è fedele e “non

recede dalla sua parola”.

Signore, le tue parole non passeranno. Non passerà la tua promessa di

amicizia con gli uomini. Anche se stento a vederlo, il tuo regno di giustizia,

di verità, di pace, di amore verrà davvero e pienamente. La croce si

tramuterà in risurrezione. Chi mangerà il tuo pane vivrà in eterno. Chi

ascolta e vive la tua Parola è beato. Tu sei con noi tutti i giorni, sei il buon Pastore che ci conduci alla vita.

Grazie, Signore, di questa tua parola immutabile e fa che ciascuno,

amando Te e la tua parola, in essa trovi il senso della propria vita.

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SABATO 27 NOVEMBRE

Una scheggia di preghiera:

VVIIEENNII PPRREESSTTOO,, SSIIGGNNOORREE GGEESSUU’’

Tra i santi di oggi ricordiamo: ACARIO, Santo, Vescovo

Fu monaco a Luxeuil e poi vescovo di Noyon e Tournai. Fu molto attento

alle missioni. Morì il 27 novembre 640. Sembra che anche da morto,

invocato per l‟occasione guarisse coloro che erano malati di malinconia o di

isterismo.

Parola di Dio: Ap. 22,1-7; Sal. 94; Lc. 21,34-36

Dal Vangelo secondo Luca 21,34-36

[34]State bene attenti che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso improvviso; [35]come un laccio esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. [36]VEGLIATE E PREGATE IN OGNI MOMENTO, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che deve accadere, e di comparire davanti al Figlio dell'uomo>>.

L'anno liturgico termina oggi con questo invito di Gesù: è un po' il

riassunto di tutto il cammino di questo anno di sequela di Gesù.

Gesù è colui che ha cambiato e cambia il mondo, ma è anche colui che

passa silenzioso, che giunge di notte a bussare alla tua porta: è facile

perdere l'appuntamento, è facile trovarsi Impreparati o peggio sonnolenti e

allora l'unica strada è stare attenti, vegliare, non con addosso la paura ma

con la trepidazione di essere desti per cogliere gli avvenimenti della nostra

storia della salvezza. E pregare sempre non come mormorazione continua

di preghiere o formule ma come cuore sempre rivolto a lui, come vita che

trasforma il banale quotidiano in inno di lode e di ringraziamento, come

comunione di vita fraterna che diventa anche comunione con Dio.

La vigilanza è dunque la capacità cristiana di leggere in profondità gli

avvenimenti e la preghiera, colei che ci aiuta a leggerli con Dio e a lui farli

tornare.

Mi piace terminare l‟anno liturgico e prepararci ad iniziarne uno nuovo con

questa preghiera di Basilio Caballero:

“Ti benediciamo o Padre perché ci ami con tenerezza.

Insegnaci a contare i nostri giorni alla tua presenza per saper giudicare

tutto quello che non sei Tu e vivere sempre disponibili per te e per i fratelli. Aiutaci, o Signore, a far confluire nella nostra vita la speranza e lo sforzo

per accelerare il giorno glorioso della venuta di Cristo.

Allontana dal nostro cuore l‟appesantimento del peccato; così quando

verrai ci troverai con le mani occupate nel compito che ci avevi affidato.

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Nel frattempo ti diciamo: Vieni presto, Signore Gesù!

DOMENICA 28 NOVEMBRE

I DOMENICA DI AVVENTO ANNO A.

Una scheggia di preghiera:

VVEENNIITTEE AALL SSIIGGNNOORREE CCOONN CCAANNTTII DDII GGIIOOIIAA

Tra i santi di oggi ricordiamo: EUSTACHIO, Santo, Martire

Era un generale romano che, durante un battuta di caccia, scorse tra le

corna di una cerva, l‟immagine luminosa della croce e si convertì. Quando

gli fu chiesto di sacrificare agli dei e rifiutò, fu dato “alle bestie” che però lo

salvarono. Allora fu messo con tutta la sua famiglia in un toro di bronzo

che venne “infuocato”. Questa fu la sua testimonianza per Cristo.

Parola di Dio: Is. 2,1-5; Sal. 121; Rom. 13,11-14; Mt. 24,37-44

Dal Vangelo secondo Matteo 24,37-44

[37]Come fu ai giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell'uomo. [38]Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e marito, fino a quando Noè entrò nell'arca, [39]e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e inghiottì tutti, così sarà anche alla venuta del Figlio dell'uomo. [40]Allora due uomini saranno nel campo: uno sarà preso e l'altro lasciato. [41]Due donne macineranno alla mola: una sarà presa e l'altra lasciata. [42]VEGLIATE DUNQUE, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. [43]Questo considerate: se il padrone di casa sapesse in quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. [44]Perciò anche voi state pronti, perché nell'ora che non immaginate, il Figlio dell'uomo verrà.

Nel nostro mondo contemporaneo abbiamo enormemente migliorato la

qualità della vita: comodità, cibo, cure sanitarie. Tutto ciò permette di

poter usufruire e godere delle tante cose che ci vengono messe a

disposizione. In tempo reale posso comunicare con tutto il mondo, avanzo

un sacco di tempo per vivere, visto che faccio tutto più in fretta.

Eppure l‟impressione è che non sia così.

La vita ci passa addosso, e abbiamo l'impressione di essere come ingannati

da un meccanismo perverso che chiede sempre di più e c'impedisce di

esistere: di godere delle splendide montagne, di coccolare la mia compagna, di giocare con i miei bambini.

Ecco: l'Avvento è il tentativo di darsi una scrollata, di darsi una mossa, di

evitare di essere assonnati, intontiti, assopiti.

Qualcuno dirà: “abbiamo talmente tanto da fare che ci manca anche il

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tempo per dormire”. Appunto. Come ai tempi di Noè, dice il Signore oggi:

tutti trafficavano, senza sapere il perché.

Il rischio è davvero di passare la vita lasciandoci colare addosso i mesi e gli

anni, senza essere davvero protagonisti della nostra storia, senza porci

neppure il problema se esista altro rispetto a ciò che vivo. E la fede è

proprio questo scuoterci, questo diventare protagonisti, questo andare al di

là dell'apparenza.

Dio è il grande assente del nostro tempo proprio perché l'uomo non riesce

ad essere veramente uomo. Ecco allora l'attesa, l'attesa per eccellenza,

l'attesa di Dio.

Avvento è il coraggio di fermarsi e aspettare Dio, come mai ce lo

immaginiamo.

Avvento è il coraggio crudo della messa in discussione delle nostre fragili

certezze.

Avvento è un tempo per scoprire il Tempo grande, la Gerusalemme, là in

fondo, in cima al monte dei nostri desideri reconditi. Allora occorre

svegliarsi, scuotersi, agire. Indossare le armi della luce. Gesú ci dice che il

giorno del Signore arriva all'improvviso, che prende di sorpresa, che Dio

chiede consapevolezza, accoglienza, verità di se stessi.

Tra quattro settimane festeggeremo il Natale: memoria della venuta storica

di Gesù, ricordo della venuta definitiva del Signore Gesù. E domanda

inquietante che ci viene posta: “Dì un po‟: e, nel tuo cuore, Dio è già

nato?”

LUNEDI’ 29 NOVEMBRE

Una scheggia di preghiera:

SSIIGGNNOORREE,, IIOO NNOONN SSOONNOO DDEEGGNNOO CCHHEE TTUU VVEENNGGAA NNEELLLLAA MMIIAA CCAASSAA

MMAA DDII’’ SSOOLLOO UUNNAA PPAARROOLLAA EE SSAARROO’’ SSAALLVVAATTOO

Tra i santi di oggi ricordiamo: RADBODO, Santo,Vescovo

Da giovane studiò a Colonia e poi alla corte di Carlo il Calvo. Ma a 30 anni

si fece monaco. Nel 900 fu eletto Vescovo di Utrech. Fu uomo umile

,scrittore di vite si santi, poeta e compositore musicale. Morì nel 917. E‟

protettore dell‟Università cattolica di Nimega

Parola di Dio: Is. 4,2-6; Sal 121; Mt. 8,5-11

Dal Vangelo secondo Matteo 8,5-11

[5]Entrato in Cafarnao, gli venne incontro un centurione che lo scongiurava: [6]<<SIGNORE, IL MIO SERVO GIACE IN CASA PARALIZZATO E SOFFRE TERRIBILMENTE>>. [7]Gesù gli rispose: <<Io verrò e lo curerò>>. [8]Ma il centurione riprese: <<Signore, io non son degno che tu entri sotto il mio tetto, dì soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. [9]Perché anch'io, che sono un subalterno, ho soldati sotto di me e dico a

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uno: Fà questo, ed egli lo fa>>. [10]All'udire ciò, Gesù ne fu ammirato e disse a quelli che lo seguivano: <<In verità vi dico, presso nessuno in Israele ho trovato una fede così grande. [11]Ora vi dico che molti verranno dall'oriente e dall'occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli.

L‟Avvento ci invita ad una preghiera più profonda e sentita.

Ci può aiutare in questo anche la figura del centurione. Quest‟uomo,

abituato al comando, invasore in un paese straniero ha un servo malato e

si rivolge a Gesù. Non spreca parole. Espone semplicemente e con fiducia

la situazione. Descrive il male. La sua richiesta è scarna come un ordine,

direi più che altro, una constatazione di un fatto. Non chiede per se stesso

ma per un altro, per un suo servo verso il quale di per sé non ha nessun

dovere. Ha una profonda umiltà.

E‟ un pagano ed è perfettamente cosciente di essere un reietto per la

religione giudaica. Ne soffre ma non vuol mettere Gesù in una situazione di

imbarazzo di fronte agli altri e per delicatezza dice a Gesù di non andare

nella sua casa.

Ma la sua preghiera è soprattutto un atto di fiducia profonda.

La vera preghiera non ha formule, si serve delle parole che corrispondono

alla persona e alle situazioni ma ha bisogno sempre di fiducia in Colui a cui

ci si rivolge: io mi fido di te, non ti dico che cosa devi fare, non ti

suggerisco i mezzi ma non dubito che Tu puoi tutto.

Se qualche volta le nostre preghiere sono solo un borbottio di parole è

proprio perché manchiamo di questa fiducia, ci fidiamo più delle formule

che della Persona a cui ci rivolgiamo. La preghiera è Lui, tutto il resto è

mezzo che può cambiare.

MARTEDI’ 30 NOVEMBRE

Una scheggia di preghiera:

SSIIGGNNOORREE,, DDAA CCHHII AANNDDRREEMMOO?? TTUU SSOOLLOO HHAAII PPAARROOLLEE DDII VVIITTAA EETTEERRNNAA

Tra i santi di oggi ricordiamo: GIACOMO L’INTERCISO, Santo,

Martire

Di nobile famiglia persiana, dapprima apostatò dal cristianesimo per

conservare i favori di Bahram V, ma in seguito, indotto dalla madre e dalla

moglie, si ravvide. L'imperatore, allora, lo fece fare a pezzi (donde

l'appellativo di “Interciso”) nell‟anno 421.

Parola di Dio nella festa di S. Andrea: Rom.10, 9-18; Sal. 18; Mt. 4,18-22

Dal Vangelo secondo Matteo 4,18-22

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[18]Mentre camminava lungo il mare di Galilea vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano la rete in mare, poiché erano pescatori. [19]E disse loro: <<SEGUITEMI, VI FARÒ PESCATORI DI UOMINI>>. [20]Ed essi subito, lasciate le reti, lo seguirono. [21]Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo di Zebedèo e Giovanni suo fratello, che nella barca insieme con Zebedèo, loro padre, riassettavano le reti; e li chiamò. [22]Ed essi subito, lasciata la barca e il padre, lo seguirono.

Che cosa può succedere sulle rive di un lago, tra un gruppo di pescatori?

Nulla di straordinario, al di là della vita di ogni giorno.

Eppure proprio tra quelle barche, tra quegli uomini comuni passa Gesù e

arriva una chiamata che cambia la vita di Andrea e dei suoi compagni.

Andrea è uno che incontra, accoglie, lascia la vita vecchia, si fa tramite per

chiamare Pietro, segue Gesù. Nella sua vocazione è racchiusa la vocazione

di ogni cristiano, di ciascuno di noi.

Gesù è venuto incontro a ciascuno, ci ha chiamati ancora piccoli al

battesimo attraverso la fede dei nostri genitori, ha rinnovato il suo incontro

e la sua chiamata in molti altri modi (catechismo, persone buone, vangelo,

sacramenti...).

Anche a noi dice: “Seguimi, fai esperienza di me e con me”.

Bisogna “lasciare le reti” cioè tutto ciò che ci invischia nelle reti

dell‟egoismo e dell‟autosufficienza per trovare la sua libertà, bisogna

“sentire” il gusto, la gioia della sua avventura e allora, come Andrea,

avremo l‟entusiasmo di andare a dire ai nostri fratelli: “Ho incontrato Gesù,

vuoi venire anche tu a seguirlo con gioia?”.

Riflessioni di don Franco Locci

Che si possono trovare anche in internet al seguente sito:

http://spazioinwind.libero.it/schegge

L‟ e-mail di posta elettronica con cui poter comunicare è:

[email protected]

Oppure si può scrivere al seguente indirizzo:

Don Franco Locci Via S. Lorenzo 9/5 10060 NONE (TO)

Stampato in proprio dalla Comunità “Piccola Betania”

Via Pasquero, 8 Vicoforte Fiamenga CN

Tel. 0174/563075 fax 0174/569030 e-mail: [email protected]

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*Pro-manuscripto*