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Pensieri, spunti, riflessioni dalla PAROLA DI DIO e dalla Vita Mese di MAGGIO 2006

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Pensieri, spunti, riflessioni dalla

PAROLA DI DIO e dalla Vita

Mese di MAGGIO 2006

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Cuore divino di Gesù, io ti offro per mezzo del Cuore Immacolato di Maria, madre della Chiesa, in unione al Sacrificio eucaristico, le preghiere e le azioni, le gioie e le sofferenze di questo giorno: in riparazione dei peccati, per la salvezza di tutti gli uomini, nella grazia dello Spirito Santo, a gloria del divin Padre.

In particolare:

Perché la ricchezza dei doni, che lo spirito santo dispensa nella Chiesa, contribuisca a far crescere la pace e la giustizia nel mondo.

Perché nei Paesi di missione i responsabili delle pubbliche istituzioni promuovano e difendano, con opportune leggi, la vita umana dal suo concepimento al suo termine naturale.

Perché Maria ci ottenga il dono di amare sempre di più Gesù, suo Figlio e nostro Salvatore.

Cuore di Gesù, guida con la tua mano i sacri ministri e infiammali di santo zelo per la tua gloria.

Stampato in proprio

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…all’ incontro di preghiera ed adorazione per ritrovare

Nella PAROLA il senso della VITA

MARTEDI’

9 MAGGIO 2006

ORE 20,45

Per Giovani, Famiglie e Adulti

Presso la Comunità Piccola Betania

Vicoforte Fiamenga

Sei invitato/a

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MAGGIO 2006

LUNEDI’ 1 MAGGIO

Una scheggia di preghiera:

GGEESSUU‟‟,, GGIIUUSSEEPPPPEE,, MMAARRIIAA,, SSIIAATTEE LLAA SSAALLVVEEZZZZAA DDEELLLL‟‟AANNIIMMAA MMIIAA

Tra i santi di oggi ricordiamo: ANDEOLO, Santo, Martire

Era stato inviato da Policarpo di Smirne ad evangelizzare le Gallie ma

fu arrestato da Settimio Severo, fu torturato e gettato in un forno

ardente. Il 1° maggio 208.

Parola di Dio: At 6,8-15; Sal 118; Gv 6,22-29

Parola di Dio nella festa di San Giuseppe lavoratore:

Gen 1,26-2,3; Sal 89; Mt 13,54-57

Dal Vangelo secondo Matteo 13, 54-57

In quel tempo, Gesù venuto nella sua patria insegnava nella loro sinagoga e la gente rimaneva stupita e diceva: "Da dove mai viene a costui questa sapienza e questi miracoli? Non è egli forse il figlio del carpentiere? SUA MADRE NON SI CHIAMA MARIA e i suoi fratelli Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle non sono tutte fra noi? Da dove gli vengono dunque tutte queste cose?". E si scandalizzavano per causa sua. Ma Gesù disse loro: "Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua". Parola del Signore

Molti di noi, specialmente quelli che cominciano ad avere un numero

di anni abbastanza consistente, hanno dei ricordi legati al mese di

maggio. Non soltanto il mese delle rose o della primavera inoltrata

che giunge alla sua pienezza di colori e di luci, ma forse anche il

ricordo di certi momenti di preghiera in cui con tanta dolcezza nel

cuore ci si rivolgeva a Maria, mamma di Gesù e mamma nostra, per

affidarci totalmente a lei. Pur lasciando un po‟ da parte il

romanticismo di certi ricordi (e chi ha detto che tutto ciò che è

romantico sia sbagliato o solo svenevole?), ci ricordiamo che il mese

che iniziamo è sempre stato dedicato dalla Chiesa alla preghiera a

Maria e con Maria, la Madonna non tanto come figura femminile

quasi a controbilanciare un Dio maschilista (niente di più lontano dal

Dio di Gesù) quanto come Colei che avendo avuto un ruolo

preferenziale nei confronti di Gesù ed avendo risposto con fede alla

chiamata di Dio, può esserci di esempio e di aiuto nel cammino della

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fede. Penso sia estremamente bello e proficuo per la fede che

ciascuno di noi trovi in questo mese un qualche suo modo particolare

di onorare Maria, di meditare con Maria, di pregare con Maria.

Un primo suggerimento può venirci dalla festa odierna di San

Giuseppe Lavoratore. Giuseppe è l‟uomo di Maria, è il padre che Dio

ha voluto per Gesù qui sulla terra, e la figura di un ultimo grande

patriarca dell‟antico di testamento, di un uomo che nella semplicità,

nel lavoro, è vissuto di fede.

Maria e Giuseppe erano profondamente innamorati l‟uno dell‟altra.

Come si fa a condividere un progetto di Dio come il loro se non ci si

vuole bene e si crede l‟uno nell‟altro? Maria e Giuseppe vivono con

gioia il mistero della maternità e della paternità (pensate: sono

chiamati ad insegnare la fede al Figlio di Dio!). Il loro ruolo è quello

di essere ombra del Padre per Gesù e, come gli antichi uomini e

donne di fede della Bibbia, essi gioiosamente si abbandonano alla

mano di Dio. Che bel clima doveva esserci in quella casa! E, che cosa

posso fare perché un po‟ di quel clima ci sia anche in casa mia?

MARTEDI’ 2 MAGGIO

Una scheggia di preghiera:

SSIIGGNNOORREE,, DDAACCCCII SSEEMMPPRREE QQUUEESSTTOO PPAANNEE

Tra i santi di oggi ricordiamo: ROMANO BORIS E DAVID GLEB,

Santi e martiri della Russia.

Erano figli di San Vladimiro, primo principe cristiano della Russia. Alla

morte Vladimiro volle dividere il suo regno tra i suoi dodici figli, ma

uno di essi, Sviatopolk che aveva eredita il granducato di Kiev,

voleva tutto per sé e decise di far uccidere i fratelli. Boris e Gleb

furono uccisi nel 1015, poi un altro fratello uccise il loro uccisore.

Parola di Dio: At 7,51-8,1a; Sal 30; Gv 6,30-35

Dal Vangelo secondo Giovanni 6, 30-35.

In quel tempo, la folla disse a Gesù: “Quale segno dunque tu fai perché vediamo e possiamo crederti? Quale opera compi? I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: Diede loro da mangiare un pane dal cielo”. Rispose loro Gesù: “In verità, in verità vi dico: non Mosè vi ha dato il pane dal cielo, ma il Padre mio vi da il pane dal cielo, quello vero; il pane di Dio è colui che discende dal cielo e da la vita al mondo”. Allora gli dissero: “Signore, dacci sempre questo pane”. Gesù rispose: “IO SONO IL PANE DELLA VITA; chi viene a

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me non avrà più fame e chi crede in me non avrà più sete”. Parola del Signore

Un termine che noi usiamo per indicare il nostro partecipare

all‟Eucaristia è il termine “comunione” e se esso deriva, almeno

biblicamente dagli antichi “sacrifici di comunione”, dove il mangiare

insieme la vittima che era stata sacrificata significava partecipare

all‟unione con la divinità e all‟unione di quanti compivano il gesto,

esso anche nella nostra lingua significa: “comune unione”.

Chiediamoci: tra le nostre esperienze umane quali sono i gesti più

significativi di comunione? Potremo rispondere che il massimo

dovrebbe essere quando l‟unione tra un uomo e una donna è

contemporaneamente fisica, spirituale e totale e quando una mamma

per nove mesi vive in simbiosi con il proprio bambino fino a portarlo

a “maturazione” per la nascita. Penso allora a quanto sia stata bella,

profonda, misteriosa, la comunione di Maria con Gesù nel periodo

della gestazione. Maria era un tabernacolo vivente, un tutt‟uno con

suo Figlio: Lei stava dando la vita all‟autore della vita e la comunione

con Gesù si apriva alla comunione con tutti i fratelli di Gesù, quelli

per cui Lui è venuto sulla terra. Che bello pensare che Maria fin dal

momento della sua gravidanza ha portato anche tutti noi nel suo

cuore, si è preparata fin da quel momento a dire il suo “sì” totale e

definitivo ai piedi della croce quando Gesù le chiederà di diventare

madre di tutti noi.

Ripenso allora alle mie comunioni eucaristiche, spesso distratte e

superficiali o ridotte a un rito che si ripete. Eppure quando ricevo

Gesù io sono come Maria: porto il Signore nel mio cuore, Lui il Dio

della vita che vuol nascere in me e attraverso me e con Lui porto

tutti i suoi e miei fratelli! Maria, fa‟ che ricevere Gesù non sia mai per

noi un rito e suscita in noi, ogni volta, la meraviglia e il

ringraziamento per un Dio che per dirmi “Ti voglio bene” si fa

“mangiare da me”.

MERCOLEDI’ 3 MAGGIO

Una scheggia di preghiera:

MMAARRIIAA,, RRIIFFUUGGIIOO DDEEII PPEECCCCAATTOORRII,, AACCCCOOGGLLIICCII TTRRAA LLEE TTUUEE BBRRAACCCCIIAA

Tra i santi di oggi ricordiamo: FILIPPO DI ZELL, Santo

Vissuto nell‟VIII – IX secolo era oriundo inglese. Fu ordinato

sacerdote a Roma visse poi a Zell in Baviera dove costruì un oratorio.

E‟ considerato protettore dei bambini ed è invocato contro i ladri e i

sacrileghi.

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Parola di Dio nella festa degli apostoli Filippo e Giacomo:

1Cor 15,1-8; Sal 18; Gv 14,6-14

Parola di Dio del giorno: Atti 8,1-8; Sal 65; Gv. 6,35-40

Dal Vangelo secondo Giovanni 6, 35-40.

In quel tempo, disse Gesù alla folla: “Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà più sete. Vi ho detto però che voi mi avete visto e non credete. Tutto ciò che il Padre mi da, verrà a me; colui che viene a me, non lo respingerò, perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. E QUESTA È LA VOLONTÀ DI COLUI CHE MI HA MANDATO, CHE IO NON PERDA NULLA DI QUANTO EGLI MI HA DATO, MA LO RISUSCITI NELL'ULTIMO GIORNO. Questa infatti è la volontà del Padre mio, che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; io lo risusciterò nell'ultimo giorno”. Parola del Signore

Se meditassimo a fondo questa affermazione di Gesù decadrebbe in

maniera definitiva la maschera con la quale abbiamo camuffato Dio

rendendolo un padrone terribile, sempre alla cerca del peccato per

punirlo, ideatore di inferni sadici, contrario ad ogni felicità dell‟uomo,

propinatore di sofferenze per metterci alla prova. Gesù è venuto per

fare la volontà di Dio, ora se Dio fosse come lo abbiamo mascherato

noi, Gesù dovrebbe essere uno che va alla caccia dei peccatori per

stanarli e punirli, invece Gesù va alla ricerca di essi per salvarli,

dovrebbe metterci sulla schiena norme e leggi pesanti da piegarci e

invece ci parla di amore che raccoglie tutte le leggi, dovrebbe

metterci addosso una paura sconfinata di Dio e delle sue punizioni e

invece lo chiama Padre, dovrebbe dipingere di nero la nostra natura

e invece gioisce per i fiori del campo e non disdegna di partecipare ai

banchetti e di cambiare acqua in vino di festa. Dunque, il Padre di

Gesù, il nostro Dio, desidera che noi siamo felici, salvati, e per

questo, come il padre della parabola, non ci rinfaccia neppure le

nostre colpe ma ci ridona la dignità di figli, non chiede la nostra

sofferenza ma soffre Lui per e con noi. E anche oggi mi viene

spontaneo riferirmi a Maria. Noi che pur la chiamiamo Immacolata

cioè senza peccato la invochiamo anche come “Rifugio dei peccatori”:

Maria la “tutta pulita” non disdegna di sporcarsi le mani con coloro

che “puliti non sono” e come Suo Figlio intercede per tutti i suoi figli

lontani. Quando mi riscopro peccatore perché allora chiudersi in se

stessi, disperare della misericordia di Dio? Non è forse meglio correre

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ad abbracciare nostra madre, che con amore ci prende in braccio e ci

porta da Gesù per fare insieme la gioia del Padre?

GIOVEDI’ 4 MAGGIO

Una scheggia di preghiera:

SSEEII TTUU,, SSIIGGNNOORREE IILL PPAANNEE;; UUNN CCIIBBOO SSEEII PPEERR NNOOII

Tra i santi di oggi ricordiamo: GOTTARDO, Santo, Monaco

Nacque in Baviera a Reichersdorf verso il 960, fu benedettino a

Niederaltaich e qui abate nel 996. Nel 1022 fu nominato vescovo di

Hildesheim. Sostenitore della riforma di Cluny, fece costruire varie

chiese e monasteri, tra cui il duomo di Hildesheim con una scuola e il

convento del San Gottardo. Morì in Sassonia a Hildesheim nel 1038.

Parola di Dio: At 8,26-40; Sal 65; Gv 6,44-51

Dal Vangelo secondo Giovanni 6, 44-51.

In quel tempo, Gesù disse alla folla: “Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell'ultimo giorno. Sta scritto nei profeti: E tutti saranno ammaestrati da Dio. Chiunque ha udito il Padre e ha imparato da lui, viene a me. Non che alcuno abbia visto il Padre, ma solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. In verità, in verità vi dico: chi crede ha la vita eterna. Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia. Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e IL PANE CHE IO DARÒ È LA MIA CARNE PER LA VITA DEL MONDO”. Parola del Signore

Dio, nel suo infinito amore, fece quello che noi uomini non sappiamo

e non riusciamo a fare: ossia non ci ha donato qualcosa ma ha

donato il suo amore divenendo una cosa sola con noi, facendosi

carne della nostra carne, sangue del nostro sangue. Eppure quando

Gesù annunciò l‟Eucaristia, non fu capito. i Giudei si misero a

discutere: “Come può costui darci la sua carne da mangiare?” e, alla

risposta di Gesù sul mangiare il suo corpo per avere la vita eterna,

molti di quelli che lo seguivano, se ne andarono e non tornarono più.

E deve essere stata grande la delusione del Signore, nel costatare

che i suoi non riuscivano a entrare nel tabernacolo dell‟amore di Dio

e farsi invadere totalmente da Lui.

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Anche noi, spesso, non comprendiamo a fondo questo dono, ci

arriviamo distratti, stanchi, slegati fra di noi. Eppure Lui è lì che ci

attende, che ci chiama, che ci raduna da ogni parte, che ci fa suo

popolo, sua famiglia.

E‟ Lui che ci accoglie, che ci rianima, ci illumina con la sua parola. Ci

fortifica. Ci rende il vero senso della nostra vita. E‟ il Signore che ci

prepara il banchetto del suo Corpo e del suo Sangue e chiede il

nostro modesto, umile, quasi insignificante contributo, perché ci

vuole partecipi, attivi, corresponsabili. In ogni Eucaristia il Signore ci

chiede con insistenza se noi lo amiamo, dimenticando i nostri

tradimenti, le nostre inadempienze, le nostre infedeltà.

In ogni Eucaristia il Signore ci coinvolge nella sua missione verso il

suo gregge, anche se in maniera diversa gli uni dagli altri e ci ripete

il suo invito: “Seguimi”. In ogni Eucaristia il Signore ci dona la forza,

nonostante le difficoltà e le contraddizioni, di annunciare il suo nome,

di proclamare che Lui è il Cristo, il Signore, e di rimanere nella pace

anche quando siamo oltraggiati per amore del suo nome, come

avveniva per gli apostoli, per i primi cristiani, come avviene ancora

oggi per gli autentici testimoni della fede.

VENERDI’ 5 MAGGIO

Una scheggia di preghiera:

PPEERR IILL MMIISSTTEERROO DDEELLLLAA TTUUAA PPAASSSSIIOONNEE,, MMOORRTTEE EE RRIISSUURRRREEZZIIOONNEE,,

SSAALLVVAACCII OO GGEESSUU‟‟

Tra i santi di oggi ricordiamo: ATANASIO DI CORINTO,

Santo Vescovo

Fu Vescovo metropolita di Corinto tra il 976 e il 1028. Difese i

cristiani dalle eresie allora imperanti specialmente dai giacobiti.

Abbiamo ancora qualche brano di un suo discorso dove spiega il

perché della morte in croce di Gesù.

Parola di Dio: At 9,1-20; SaI 116; Gv 6,52-59

Dal Vangelo secondo Giovanni 6, 52-59.

In quel tempo, i Giudei si misero a discutere tra di loro: “Come può costui darci la sua carne da mangiare?”. Gesù disse: “In verità, in verità vi dico: SE NON MANGIATE LA CARNE DEL FIGLIO DELL'UOMO E NON BEVETE IL SUO SANGUE, NON AVRETE IN VOI LA VITA. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell'ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e

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beve il mio sangue dimora in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia di me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo, non come quello che mangiarono i padri vostri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno”. Queste cose disse Gesù, insegnando nella sinagoga a Cafarnao. Parola del Signore

Quello che Gesù fa è un discorso scandaloso per gli Ebrei che lo

ascoltano. Mangiare la carne di un altro è scandalo, è in quasi tutte

le culture una della cose più abominevoli, ancor di più lo è il sangue.

Anche noi ci facciamo la stessa domanda dei Giudei: “Come può

costui darci la sua carne da mangiare?”.

Gesù, mette in relazione queste sue parole con la donazione totale

che farà di se stesso sulla croce. L‟Eucaristia è dunque il reale

memoriale della Passione e Morte di Gesù. Chi fa l‟Eucaristia,

mangiando il suo Corpo, entra in comunione con questo mistero, ne

partecipa, è chiamato a viverlo. Certe forme di facile spiritualismo

hanno fatto sì che troppe volte abbiamo ridotto la Comunione a un

momento intimistico: ci esaminiamo se non abbiamo fatto qualche

peccato grave, diciamo una bella serie di preghiere, andiamo a

ricevere l‟Eucaristia, ci coccoliamo “il nostro Gesù”! Tutto questo, pur

essendo valido, è riduttivo. Se celebro e ricevo l‟Eucaristia annuncio

e proclamo il Signore risorto, mi unisco e accetto la sua Passione e

Morte, attendo con gioia e fermezza il suo ritorno che preparo con la

mia vita resa conforme a Colui che ho ricevuto.

Già una volta avevo proposto questa antica preghiera che può forse

urtare contro la sensibilità moderna ma che mi sembra valida per

riportarci al senso concreto della Eucaristia.

“Il tuo Corpo santo, per noi crocifisso, noi lo mangiamo, il tuo

Sangue versato per la nostra liberazione, noi lo beviamo. Che il tuo

Corpo sia la nostra salvezza, e il tuo Sangue perdono delle nostre

colpe!

Per il fiele che hai bevuto per noi, risparmiaci dal fiele del peccato!

Per l‟aceto che hai bevuto per noi, dona forza alla nostra debolezza!

Per gli sputi che hai ricevuto per noi, fa‟ che la rugiada della tua

bontà ci ricopra! Per la canna che ti ha colpito, aprici il tuo Regno!

Per le spine di cui sei stato coronato, donaci la corona della vita! Per

il sudario che ti ha avvolto nella tomba, rivestici della tua invincibile

potenza! Per il sepolcro nuovo in cui sei stato deposto, rinnova i

nostri corpi e le nostre anime! Per la risurrezione che ti ha richiamato

in vita, fa‟ che anche noi torniamo a vivere un giorno, per sempre!

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SABATO 6 MAGGIO

Una scheggia di preghiera:

LLAA TTUUAA PPAARROOLLAA,, SSIIGGNNOORREE,, EE‟‟ PPAARROOLLAA DDII VVIITTAA EETTEERRNNAA

Tra i santi di oggi ricordiamo: MARTIRI DI LAMBESA

Sotto questo nome ricordiamo un gruppo di martiri che furono uccisi

a Lambesa, nelle vicinanze della attuale Costantine dell‟Algeria. Ne

facevano parte due vescovi, Agapio e Secondino, Mariano che era

lettore. Ad essi si aggiunsero Emiliano, soldato Tertulla e Antonia,

vergini e un gruppo di altri cristiani. L‟esecuzione avvenne il 6

maggio 258.

Parola di Dio: At 9,31-42; Sal 115; Gv 6,60-69

Dal Vangelo secondo Giovanni 6, 60-69.

In quel tempo, molti tra i discepoli di Gesù, dissero: “Questo linguaggio è duro; chi può intenderlo?”. Gesù, conoscendo dentro di sé che i suoi discepoli proprio di questo mormoravano, disse loro: “Questo vi scandalizza? E se vedeste il Figlio dell'uomo salire là dov'era prima? E’ lo Spirito che da la vita, la carne non giova a nulla; le parole che vi ho dette sono spirito e vita. Ma vi sono alcuni tra voi che non credono”. Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. E continuò: “Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre mio”. Da allora molti dei suoi discepoli si tirarono indietro e non andavano più con lui. Disse allora Gesù ai Dodici: “Forse anche voi volete andarvene?”. Gli rispose Simon Pietro: “SIGNORE, DA CHI ANDREMO? TU HAI PAROLE DI VITA ETERNA; noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio”. Parola del Signore

Vi propongo a commento un brano di Chiara Lubich:

Pietro aveva capito che le parole del suo Maestro erano diverse da

quelle degli altri maestri. Le parole che vanno dalla terra alla terra,

appartengono e hanno il destino della terra. Le parole di Gesù sono

spirito e vita perché vengono dal Cielo: una luce che scende dall‟Alto

ed ha la potenza dell‟Alto. Le sue parole possiedono uno spessore ed

una profondità che le altre parole non hanno, siano esse di filosofi, di

politici, di poeti. Sono "parole di vita eterna" perché contengono,

esprimono, comunicano la pienezza di quella vita che non ha fine,

perché è la vita stessa di Dio. Gesù è risorto e vive, e le sue parole,

anche se pronunciate nel passato, non sono un semplice ricordo, ma

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parole che egli rivolge oggi a tutti noi e a ciascuna persona di ogni

tempo e di ogni cultura: parole universali, eterne.

Le parole di Gesù! Devono essere state la sua più grande arte, se

così si può dire. Il Verbo che parla in parole umane: che contenuto,

che intensità, che accento, che voce!

Teresa di Lisieux in una lettera del 9 maggio 1897 scrive: "Qualche

volta, quando leggo certi trattati spirituali... il mio povero piccolo

spirito non tarda a stancarsi. Chiudo il libro dei sapienti che manda in

pezzi la mia testa e dissecca il mio cuore, e prendo in mano la Sacra

Scrittura. Allora tutto mi diventa luminoso, una sola parola dischiude

all‟anima mia orizzonti infiniti e la perfezione mi sembra facile" .

Sì, le parole divine saziano lo spirito fatto per l‟infinito; illuminano

interiormente non solo la mente, ma tutto l‟essere, perché sono luce,

amore e vita. Danno pace quella che Gesù chiama sua: "la mia pace"

anche nei momenti di turbamento e di angoscia. Danno gioia piena

pur in mezzo al dolore che a volte attanaglia l‟anima. Danno forza

soprattutto quando sopraggiungono lo sgomento o lo

scoraggiamento. Rendono liberi perché aprono la strada della Verità.

DOMENICA 7 MAGGIO 4^ DOMENICA DI PASQUA B

Una scheggia di preghiera:

TTUU SSEEII IILL BBUUOONN PPAASSTTOORREE,, NNUULLLLAA MMII MMAANNCCHHEERRAA‟‟

Tra i santi di oggi ricordiamo: BENEDETTO II Santo, Papa

Romano di origine venne eletto Papa il 26 giugno 684. Era umile e

mansueto, compassionevole con tutti, generoso. Ottenne

dall'imperatore Costantino IV che l'elezione papale fosse ratificata

dall'esarca di Ravenna anziché dall'imperatore bizantino. Esercitò la

tutela sui figli di Costantino IV, Giustiniano II ed Eraclio. Ricondusse i

Visigoti di Spagna all'obbedienza alla Chiesa romana. Morì, dopo

breve malattia l‟8 maggio 685.

Parola di Dio: At 4,8-12; SaI 117; 1Gv 3,1-2; Gv10,11-18

Dal Vangelo secondo Giovanni 10, 11-18.

In quel tempo, Gesù disse: “Io sono il buon pastore. Il buon pastore offre la vita per le pecore. Il mercenario invece, che non è pastore e al quale le pecore non appartengono, vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge e il lupo le rapisce e le disperde; egli è un mercenario e non gli importa delle pecore. Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, come il Padre conosce me e io conosco il Padre; e offro la vita per le pecore. E HO ALTRE PECORE

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CHE NON SONO DI QUEST'OVILE; ANCHE QUESTE IO DEVO CONDURRE; ASCOLTERANNO LA MIA VOCE E DIVENTERANNO UN SOLO GREGGE E UN SOLO PASTORE. Per questo il Padre mi ama: perché io offro la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. Nessuno me la toglie, ma la offro da me stesso, poiché ho il potere di offrirla e il potere di riprenderla di nuovo. Questo comando ho ricevuto dal Padre mio”. Parola del Signore

L‟amore di Gesù è universale. Non si contenta di avere molti fratelli,

molti discepoli, molti seguaci: il suo sguardo e il suo cuore si

rivolgono a tutti. Senza eccezione alcuna, abbraccia tutti, senza

escludere nessuno. Egli non è il pastore soltanto dei cristiani, è il

pastore di tutti, anche di coloro che non lo conoscono e che non lo

accettano come Salvatore. Egli, come dice san Pietro “è la pietra che

scartata dai costruttori, è divenuta testata d‟angolo. In nessun altro

c‟è salvezza; non vi è infatti altro nome dato agli uomini sotto il cielo

nel quale è stabilito che possiamo essere salvati”.

Tutti noi partecipiamo al servizio pastorale di Gesù, ciascuno secondo

il dono ricevuto, e ciascuno di noi deve essere pronto a darsi agli altri

senza riserve, prendendosi a cuore i bisogni dei nostri fratelli. Il

nostro rapporto con gli altri dovrebbe modellarsi su quello di Gesù,

divenendo sempre più attento, premuroso, cordiale, fraterno. Inoltre

la nostra attenzione dovrebbe rivolgersi a tutti, vicini e lontani,

desiderosi che ciascuno, in qualche modo, anche se misteriosamente,

si incontri con il Signore, unico Salvatore e Buon pastore di tutti.

LUNEDI’ 8 MAGGIO

Una scheggia di preghiera:

SSIIGGNNOORREE,, VVAALLGGOO PPOOCCOO,, MMAA QQUUEELL PPOOCCOO TTEE LLOO OOFFFFRROO

Tra i santi di oggi ricordiamo: VITTORE,

Santo, Martire di Milano

Secondo gli “Atti dei martiri” era un soldato mauritano di stanza a

Milano, e qui fu decapitato per la fede nel 304. Patrono dei prigionieri

e degli esuli, è da lui prende nome il carcere giudiziario di Milano

Parola di Dio: At11,1-18; SaI 41e42; Gv 10,1-10

Dal Vangelo secondo Giovanni 10, 1-10.

In quel tempo, disse Gesù: “In verità, in verità vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore per la porta, ma vi sale da un'altra parte, è un ladro e un brigante. Chi invece entra per la porta, è il pastore delle

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pecore. Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore una per una e le conduce fuori. E quando ha condotto fuori tutte le sue pecore, cammina innanzi a loro, e le pecore lo seguono, perché conoscono la sua voce. Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei”. Questa similitudine disse loro Gesù; ma essi non capirono che cosa significava ciò che diceva loro. Allora Gesù disse loro di nuovo: “In verità, in verità vi dico: io sono la porta delle pecore. Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. IO SONO LA PORTA: SE UNO ENTRA ATTRAVERSO DI ME, SARÀ SALVO; entrerà e uscirà e troverà pascolo. Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza”. Parola del Signore

A commento di questa frase di Gesù vi offro una storia (sì, proprio

una favola!) significativa che ho trovato girando su Internet (anche

lì, in mezzo a tanta porcheria, ci sono cose buone!)

C'era in un piccolo paese di montagna un chiesa molto famosa per i

suoi meravigliosi quadri, dipinti da artisti di ogni secolo. Questa

chiesa era così famosa che andava a visitarla anche gente

proveniente da paesi lontani. Oltre a questi meravigliosi capolavori,

in un angolo quasi dimenticato, vi era anche un crocifisso di legno; a

differenza dei quadri, ben visibili a tutti i visitatori perché illuminati

da potentissimi fari che evidenziavano contorni e colori delle

immagini, il piccolo crocifisso, posto nel buio, passava quasi sempre

inosservato. Così era molto triste e sconfortato, perché si rendeva

conto che nessuno poteva vederlo e quindi non poteva fare quello

che doveva fare.

Un giorno, uno spiraglio di luce riuscì ad illuminare una zona di

quell'angolino. Il crocifisso, incuriosito da questo fascio di luce, cercò

di vedere cosa c'era lì attorno e con grande sorpresa, notò proprio

accanto a lui,due lumini. Con un po' di coraggio tentò di attirare la

loro attenzione: "Salve, io sono il Crocifisso di legno ed avrei un gran

bisogno del vostro aiuto".

Uno dei due lumini, con aria da superiore e un po' infastidito,

rispose: "Il mio aiuto? E perché dovrei aiutarti? Non ho proprio voglia

di fare niente! E poi non saprei proprio cosa poter fare per te".

Il crocifisso, turbato dalla risposta, ribatté al primo lumino: "Come

non sai come potermi aiutare?! Non sai che tu hai la capacità di

generare luce?!".

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Riprese il primo lumino: "Luce? E come potrei produrla? A me

nessuno ha mai detto per che cosa sono stato creato; mi hanno

lasciato qui e qui sono rimasto, senza farmi tante domande".

Replicò il crocifisso: "Allora te lo dico io. Tu, con la tua cera e con il

tuo stoppino, hai la possibilità di dar vita ad una luce piccola, ma

sufficiente ad illuminarmi. Purtroppo però, questa luce non è eterna:

la fiamma da cui proviene scioglie, con il suo calore, la cera e la

consuma".

E il primo lumino, spaventato: "Cosa vuoi dire? Che perderò la mia

forma rotonda e alta? Che mi vedrò morire a poco a poco?".

Rispose il crocifisso: "Sì. E voglio dirti che ad un certo punto non ci

sarai più".

"Neanche a pensarci!" disse il lumino, "io non farò niente di quello

che tu mi hai detto. Preferisco stare qui, in questo angolo buio,

piuttosto che rovinarmi e perdere ciò che ho".

Il crocifisso, ascoltate le parole del lumino, perse la speranza.

Ad un tratto però, si sentì chiamare: "Scusa. Ehi crocifisso, mi senti?

Posso parlarti un secondo?".

Il crocifisso volse lo sguardo; capì che quella vocina proveniva dal

secondo lumino e rispose: "Sì che puoi parlarmi!".

Allora il secondo lumino domandò: "Ma è vero che io ho il dono di

creare luce? E che così facendo potrei aiutarti?".

Rispose il crocifisso: "Sì, è proprio vero. Ma è anche vero che per

aiutarmi dovrai sacrificare te stesso".

Il secondo lumino stette un po' in silenzio; poi, con sicurezza,

sentenziò: "Ok, ti aiuterò. Lo faccio perché è ciò che voglio fare. Ora

che sono a conoscenza del mio dono, voglio farlo fruttificare, anche

se dovrò andare incontro alla mia fine. Tu non preoccuparti perché

aiutando te, farò qualcosa anche per me stesso: mi potrò realizzare".

Il crocifisso, commosso, ringraziò di tutto cuore il lumino. Si sentiva

molto felice perché adesso, illuminato dal suo piccolo amico, poteva

fare ciò per cui era stato creato.

Da quel giorno, nella chiesetta, non sono più solo i quadri ad attirare

l'attenzione dei fedeli visitatori: c'è un oggettino che esprime umiltà

e semplicità; è illuminato da una luce tiepida e tenue che

misteriosamente richiama chiunque lo noti, a fermarsi un attimo.

Non è un quadro artisticamente meraviglioso, ma ha qualcosa di

particolare: mostra l'immagine del Figlio di Dio, Gesù, colui che ha

posto i doni del Padre al nostro servizio, dando loro così, un valore

ancora più grande. E come se non bastasse, ha infine sacrificato se

stesso, facendosi crocifiggere, per noi, perché quello era il destino

che Qualcuno aveva disegnato.

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Nella chiesetta risuona ancora oggi la storia di un lumino, che oramai

vecchio e coperto di polvere, è rimasto abbandonato e solo nel suo

buio angolino; e di un lumino che ormai non c'è più, ma che ha fatto

la sua storia, lasciando traccia di sé nel cuore di un crocifisso che,

grazie al suo amico lumino, narra, ancora oggi, l'umiltà e la bontà di

chi ha scelto di vivere e morire per noi.

MARTEDI’ 9 MAGGIO

Una scheggia di preghiera:

AAIIUUTTAAMMII,, SSIIGGNNOORREE AA SSCCOOPPRRIIRREE IILL SSUUOONNOO DDEELL TTUUOO PPAASSSSOO,,

PPEERR AAPPRRIIRREE EE AACCCCOOGGLLIIEERRTTII

Tra i santi di oggi ricordiamo: LUMINOSA DI PAVIA,

Santa, Vergine

Era una pia e santa donna a cui S. Epifanio affidò la sorella minore,

Onorata, per educarla. Siamo negli anni sulla fine del 400. E‟ patrona

dei venditori delle bancarelle di libri. Il suo nome significa: “Colei che

splende di luce propria”.

Parola di Dio: At 11,19-26; Sal 86; Gv 10,22-30

Dal Vangelo secondo Giovanni 10, 22-30.

Ricorreva in quei giorni a Gerusalemme la festa della Dedicazione. Era d'inverno. Gesù passeggiava nel tempio, sotto il portico di Salomone. Allora i Giudei gli si fecero attorno e gli dicevano: “Fino a quando terrai l'animo nostro sospeso? SE TU SEI IL CRISTO, DILLO A NOI APERTAMENTE”. Gesù rispose loro: “Ve l'ho detto e non credete; le opere che io compio nel nome del Padre mio, queste mi danno testimonianza; ma voi non credete, perché non siete mie pecore. Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno mai perdute e nessuno le rapirà dalla mia mano. Il Padre mio che me le ha date è più grande di tutti e nessuno può rapirle dalla mano del Padre mio. Io e il Padre siamo una cosa sola”. Parola del Signore

Quante persone, come quei giudei vorrebbero vedere chiaramente

Gesù; anche noi qualche volte dentro di noi pensiamo: “Se tu o Gesù

ti manifestassi con potenza…”. Mi è venuta in mente una vecchia

preghiera di riflessione di Rauol Follereau: ve la ripropongo con

qualche piccolo adattamento nell‟attualità degli esempi:

Se Cristo, domani, busserà alla vostra porta, Lo riconoscerete?

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Sarà, come una volta, un uomo povero, certamente un uomo solo.

Sarà senza dubbio un operaio, forse un disoccupato, e anche, se lo

sciopero è giusto, uno scioperante. Salirà scale su scale, senza mai

finire. Busserà a tutte le porte, anche alla tua porta.

Ma la vostra porta è così difficile da aprire.

”Non mi interessa” comincerete prima d'ascoltarlo. E sbatterete la

porta in faccia al povero che è il Signore.

Sarà forse un profugo, uno dei quindici milioni di profughi, uno di

quelli che per sfuggire la fame e per seguire un sogno salgono sulle

carrette del mare e mettono a repentaglio la propria vita e sono

sfruttati da altri, uno di coloro che nessuno vuole, e che vagano in

questo deserto che è diventato il Mondo; uno di coloro che devono

morire ”perché dopo tutto non si sa da dove arrivino persone di

quella risma...”

O meglio ancora, in certi paesi “perbene”, un uomo nero, un negro

come dicono loro, stanco di mendicare un buco negli alloggi di una

grande città come una volta a Betlemme la Vergine Nostra Signora...

Se Cristo, domani, busserà alla vostra porta, Lo riconoscerete?

MERCOLEDI’ 10 MAGGIO

Una scheggia di preghiera:

GGEESSUU‟‟,, MMOOSSTTRRAACCII IILL PPAADDRREE!!

Tra i santi di oggi ricordiamo: SOLANGE, Santa, Vergine

La storia di Solange è molto simile ad una altra storia avvenuta più di

dieci secoli dopo, quella di Maria Goretti. Solange era una bella

ragazzina, era povera, faceva la pastora, voleva conservarsi anima e

corpo per Dio. Ma un ricco signore del posto concepì per lei una

violenta passione. Alle risposte negative della ragazza la fece rapire.

Solange si difese come poteva affidandosi a Dio e il suo rapitore,

reso furioso dalla sua resistenza la uccise. Era l‟anno 880 nella

regione del Berry, in Francia

Parola di Dio: At 12,24-13,5a; Sal 66; Gv 12,44-50

Dal Vangelo secondo Giovanni 12, 44-50.

In quel tempo, Gesù gridò a gran voce: “Chi crede in me, non crede in me, ma in colui che mi ha mandato; CHI VEDE ME, VEDE COLUI CHE MI HA MANDATO. Io come luce sono venuto nel mondo, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre. Se qualcuno ascolta le mie parole e non le osserva, io non lo condanno; perché non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvare il mondo. Chi mi

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respinge e non accoglie le mie parole, ha chi lo condanna: la parola che ho annunziato lo condannerà nell'ultimo giorno. Perché io non ho parlato da me, ma il Padre che mi ha mandato, egli stesso mi ha ordinato che cosa devo dire e annunziare. E io so che il suo comandamento è vita eterna. Le cose dunque che io dico, le dico come il Padre le ha dette a me”. Parola del Signore

Oggi capita sempre più spesso di incontrare persone “ben pensanti”

che con molta magnanimità dicono: “Dio è lo stesso Dio di tutte le

religioni, che lo si chiami con un nome o con l‟altro, che lo si onori in

un modo o in altro…”. Molti altri poi si accontentano di un Dio

“universale” che proprio perché così vago è privo di identità propria e

quindi anche molto più comodo perché disincarnato.

Ma io nel mio cuore desidero conoscere chi sia Dio, che cosa pensi

del mondo, se è un Padre o un padrone, se devo difendermi da Lui o

se è possibile amarlo, se è un Dio che ha inventato il male o se è con

me nella lotta contro di esso. Se è vero che a Dio si può giungere per

mille strade diverse ed è altrettanto vero che nessuno può giudicare

la fede di un altro, non per questo noi dobbiamo perdere la nostra

identità, dimenticandoci di Gesù, il Figlio di Dio che è venuto nel

mondo per rivelarci il volto del Padre. Gesù è Figlio di Dio, Gesù non

può raccontarmi fandonie su Dio perché lo è lui stesso. Egli è la

trasparenza del Padre. Le parole che ci ha detto, sono quelle del

Padre. Noi possiamo arrivare al cuore del Padre tramite il suo “Figlio

prediletto”. Gesù Cristo, poi, non solo ci ha rivelato il volto del Padre,

ma è anche la strada privilegiata per giungere al suo cuore.

E allora perché tanta ignoranza su Gesù anche presso di noi cristiani?

Perché tanti credenti si accontentano di una figura di Gesù molto

vicina a quella delle favole che è frutto di racconti sentiti da bambini?

Perché, spesso, quando proponi un cammino di fede e di conoscenza

di Cristo, spesso ti senti rispondere: “Non ho tempo, e poi di Gesù

sappiamo già tutto!” Se davvero conoscessimo un po‟ di più Gesù,

come cambierebbe anche la nostra idea di Dio, quante maschere

pseudoreligiose cadrebbero, quanto saremmo veramente più liberi e

gioiosi!

19

GIOVEDI’ 11 MAGGIO

Una scheggia di preghiera:

SSIIGGNNOORREE,, DDOONNAACCII OOCCCCHHII,, MMAANNII EE CCUUOORREE PPEERR SSEERRVVIIRREE II FFRRAATTEELLLLII

Tra i santi di oggi ricordiamo: ANASTASIO E 73 COMPAGNI,

Santi Martiri

Anastasio sarebbe nato a Lerida, in Spagna, era un soldato di

Diocleziano e perché cristiano sarebbe stato giustiziato con altri 73

compagni a Badalona. E‟ il patrono di Lerida.

Parola di Dio: At 13,13-25; Sal 88; Gv 13,16-20

Dal Vangelo secondo Giovanni 13, 16-20.

In quel tempo, DOPO CHE EBBE LAVATO I PIEDI AI DISCEPOLI, GESÙ DISSE LORO: “IN VERITÀ, IN VERITÀ VI DICO: UN SERVO NON È PIÙ GRANDE DEL SUO PADRONE, né un apostolo è più grande di chi lo ha mandato. Sapendo queste cose, sarete beati se le metterete in pratica. Non parlo di tutti voi; io conosco quelli che ho scelto; ma si deve adempiere la Scrittura: Colui che mangia il pane con me, ha levato contro di me il suo calcagno. Ve lo dico fin d'ora, prima che accada, perché, quando sarà avvenuto, crediate che Io Sono. In verità, in verità vi dico: Chi accoglie colui che io manderò, accoglie me; chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato”. Parola del Signore

Prendo spunto per il commento odierno da uno scritto di Don

Giovanni Salvioni.

Accanto al fonte della vita nuova, la Pasqua ci consegna anche un

catino d'acqua sporca. Ne ha fatto uso il maestro e nessuno ancora lo

ha tolto dalla tavola curandosi di svuotarlo. Anche noi potremmo

immaginare quel recipiente sul nostro altare tra le tovaglie ben

stirate, i fiori freschi e il cero pasquale: è la memoria dell'ultimo

gesto all‟apparenza stravagante di Gesù.

Quel catino è la freschezza di un uomo che quando è a tavola non ce

lo si può trattenere seduto a lungo. Gesù si è alzato per lavare i piedi

come un servo. Il catino con l'acqua sporca ci invita chiaramente a

metterci scomodi prendendoci cura degli altri senza indugiare alla

"tavola delle lunghe discussioni", senza intrattenerci in quei

festeggiamenti dello "stiamo bene tra noi" che odorano di

tradimento. Solo chi è scattante e sa alzarsi da tavola impara a

lasciare il posto ad altri, ai più giovani perché è convinto che di pane

ce n'è per tutti. Quel catino è la scioltezza e l'equilibrio di mani

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allenate ad accarezzare. Ad uno ad uno tutti i piedi dei discepoli

hanno provato il ristoro di quel tratto di cui solo l'artista che li ha

plasmati è capace. Il catino con l'acqua sporca ci racconta di poche

parole e di tanti piccoli gesti precisi e geniali... insomma un bene

fatto bene senza le lentezze e gli appesantimenti delle abitudini.

Quel catino è il coraggio di smascherare la propria bellezza. Sotto la

crosta polverosa della sporcizia Gesù ha ridato vigore e candore ai

piedi dei suoi messaggeri. Il Cristo ha confermato ad uno ad uno i

suoi lavandone i piedi. Il catino con l'acqua sporca ci risveglia alla

straordinaria potenza del perdono che non fa conto

dell'inadeguatezza ma riporta il cuore allo splendore originario. Solo

chi guarda in faccia all'acqua sporca smette di giudicare e ritrova

quel coraggio che non confonde. Solo chi vede il maestro piegato sui

propri piedi non ha più dubbi.

La paura di sbagliare non è l'ultima parola, perché ciò che dà bellezza

è il perdono e l'accoglienza.

VENERDI’ 12 MAGGIO

Una scheggia di preghiera:

SSTTAARR CCOONN TTEE,, OO GGEESSUU‟‟ EE‟‟ IILL MMIIOO DDEESSIIDDEERRIIOO

Tra i santi di oggi ricordiamo: DESIDERATO, Santo, Vescovo

Era nato a Soisson ed era fratello del martire Doedato. Fu in un

primo tempo alla corte di Clotario e di Childeberto, ma nel 544 venne

eletto Vescovo di Bourges, succedendo a S. Arcadio. Fu presente al

quinto concilio di Orleans e al secondo di Alvernia. Combatté contro

le eresie di Nestorio e di Eutiche. Morì nel 550

Parola di Dio: At 13,26-33; Sal 2; Gv 14,1-6

Dal Vangelo secondo Giovanni 14, 1-6.

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: “Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. NELLA CASA DEL PADRE MIO VI SONO MOLTI POSTI. Se no, ve l'avrei detto. IO VADO A PREPARARVI UN POSTO; quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, ritornerò e vi prenderò con me, perché siate anche voi dove sono io. E del luogo dove io vado, voi conoscete la via”. Gli disse Tommaso: “Signore, non sappiamo dove vai e come possiamo conoscere la via?”. Gli disse Gesù: “Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me”. Parola del Signore

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Per meditare sulle parole di Gesù vi presento due raccontini di Bruno

Ferrero, dal suo libretto: Il segreto dei pesci rossi.

Una vecchietta serena, sul letto d'ospedale, parlava con il parroco

che era venuto a visitarla. "Il Signore mi ha donato una vita

bellissima. Sono pronta a partire". "Lo so" mormorò il parroco.

"C'è una cosa che desidero. Quando mi seppelliranno voglio avere un

cucchiaino in mano".

"Un cucchiaino?". Il buon parroco si mostrò autenticamente sorpreso.

"Perché vuoi essere sepolta con un cucchiaino in mano?".

"Mi è sempre piaciuto partecipare ai pranzi e alla cene delle feste in

parrocchia. Quando arrivavo al mio posto guardavo subito se c'era il

cucchiaino vicino al piatto. Sa che cosa voleva dire? Che alla fine

sarebbero arrivati il dolce o il gelato".

"E allora?".

"Significava che il meglio arrivava alla fine! E proprio questo che

voglio dire al mio funerale. Quando passeranno vicino alla mia bara si

chiederanno: Perché quel cucchiaino? Voglio che lei risponda che io

ho il cucchiaino perché sta arrivando il meglio".

Un medico era assillato da un paziente che aveva una gran paura di

morire.

"Come sarà quel momento, dottore? Che mi succederà?".

Il dottore apri la porta della stanza per andarsene e il cagnolino del

malato entrò di gran carriera. Abbaiando e scodinzolando di gioia,

saltò sul letto e sommerse mani e volto del padrone di leccatine

affettuose. Il dottore disse:

"Sarà proprio così. Qualcuno aprirà la porta e ...".

SABATO 13 MAGGIO

Una scheggia di preghiera:

SSIIGGNNOORREE,, EECCCCOOTTII LLAA MMIIAA MMIISSEERRIIAA PPEERRCCHHEE‟‟ TTUU VVII PPOOSSSSAA OOPPEERRAARREE

Tra i santi di oggi ricordiamo: ANDREA UBERTO FOURNET, Santo

Era nato a Sian Pierre de Maillè e fu parroco di quella città, rifiutò il

giuramento alla costituzione civile del clero ed emigrò in Spagna.

Tornato in patria fondò con santa Giovanna Elisabetta Bichier des Ages la

congregazione delle figlie della Croce. Morì a Le Puye nel 1834.

Parola di Dio: At 13,44-52; Sal 97; Gv 14,7-14

Dal Vangelo secondo Giovanni 14, 7-14.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Se conoscete me, conoscerete anche il Padre: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto”.

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Gli disse Filippo: “Signore, mostraci il Padre e ci basta”. Gli rispose Gesù: “Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me ha visto il Padre. Come puoi dire: Mostraci il Padre? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me; ma il Padre che è con me compie le sue opere. Credetemi: io sono nel Padre e il Padre è in me; se non altro, credetelo per le opere stesse. In verità, in verità vi dico: anche CHI CREDE IN ME, COMPIRÀ LE OPERE CHE IO COMPIO E NE FARÀ DI PIÙ GRANDI, perché io vado al Padre. Qualunque cosa chiederete nel nome mio, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò”. Parola del Signore

È questa una di quelle affermazioni di Gesù che appaiono più

sbalorditive: come mai i suoi discepoli potranno fare opere come le

sue o addirittura superiori alle sue? Non sono miracoli su miracoli

quelli che Egli ha compiuto durante la sua vita? Non ha Gesù persino

risuscitato i morti?

Ma forse si può capire quello che Egli ha detto approfondendo ciò che

qui intende per opere “più grandi”.

Gesù non intende parlare qui di qualsiasi azione, ma di quelle che

compie Lui, in continuità cioè con tutto ciò che Egli ha fatto, per

riaprire agli uomini la comunione col Padre, per comunicare loro la

salvezza.

E non significa che i discepoli saranno superiori al Maestro, perché,

attraverso il loro operare, è Gesù stesso che, anche dopo il suo

ritorno al Padre, continua ad agire nel mondo

Quanto alle “Opere più grandi”, che Gesù farà mediante chi crede in

Lui, consistono essenzialmente nel dare agli uomini la vita divina, la

forza dello Spirito e, quindi, l'adozione a figli di Dio. E questa Gesù la

otterrà in pienezza soltanto nella sua morte e risurrezione. Dipende

da noi allora che Gesù ripassi oggi sulla terra a compiere l'opera

sua: Egli agisce mediante noi, se lo lasciamo fare.

Anche per la sua prima venuta sulla terra Dio ha chiesto il consenso

di Maria, una di noi. Maria ha creduto: ha aderito totalmente ai piani

del Padre. Abbiamo anche noi una grande responsabilità: dobbiamo

credere in Gesù perché Egli possa vivere in noi e operare tramite noi.

Dobbiamo accogliere e mettere in pratica le sue Parole, che si

sintetizzano nel comandamento dell'amore ed Egli allora potrà

operare in noi e attraverso noi.

23

DOMENICA 14 MAGGIO 5^ DOMENICA DI PASQUA B

Una scheggia di preghiera:

GGEESSUU‟‟,, TTIIEENNIIMMII UUNNIITTOO AA TTEE,, VVIICCIINNOO AALL TTUUOO CCUUOORREE

Tra i santi di oggi ricordiamo: MARIA MAZZARELLO, Santa

Nacque a Monrese il 9 maggio 1837 da famiglia contadina. Era una

ragazza sana, tenace, forte di temperamento. A 17 anni fondò

l‟Unione delle Figlie di Maria Immacolata. Nell‟ottobre 1864 incontrò

Don Bosco che nel 1872 fondò, partendo da quella Unione di ragazze,

le suore Figlie di Maria Ausiliatrice. La Mazzarello sarà eletta

superiora. Fu sempre umile e modesta. Ebbe lo stesso spirito di don

Bosco. Mandò le sue suore anche in missione e ci andò lei stessa.

Morì il 14 Maggio 1881.

Parola di Dio: At 9,26-31; Sal 21; 1Gv 3,18-24; Gv 15,1-8

Dal Vangelo secondo Giovanni 15, 1-8.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Io sono la vera vite e il Padre mio è il vignaiolo. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo toglie e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete gia mondi, per la parola che vi ho annunziato. RIMANETE IN ME E IO IN VOI. Come il tralcio non può far frutto da se stesso se non rimane nella vite, così anche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e si secca, e poi lo raccolgono e lo gettano nel fuoco e lo bruciano. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quel che volete e vi sarà dato. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli”. Parola del Signore

Noi siamo i tralci e siamo invitati a rimanere in comunione con Cristo

nel quale siamo inseriti col battesimo e per il quale abbiamo vita.

Notiamo che Gesù dice: “rimanere” e non “entrare” in Lui: questo

esprime il carattere di dono che ci è fatto di questo legame intimo e

vitale col Signore davanti al quali i nostri atteggiamenti non possono

che essere due, accettazione o rifiuto. La nostra unione a Cristo è poi

possibile nonostante le nostre diversità, come è diverso ciascun

tralcio che forma un‟unica pianta con la vite.

Rimanere nel Signore è necessario per la nostra crescita di discepoli

fino a giungere ad una maturità della fede che non ci è data una

volta per sempre, ma che esige una continua limatura e liberazione

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da scorie e limitazioni di vario genere pensate ad esempio al

magismo, alle superstizioni, alla ricerca di forti emozioni, alla paura

di Dio, al mettere Dio sullo stesso piano dei nostri tanti idoli.

La crescita nell‟adesione di fede è faticosa, ma va compiuta se non

vogliamo rimanere tralci inutili e ingombranti. In questa fatica però

non siamo soli, c‟è lo Spirito del Signore risorto che ci illumina, ci

sostiene nel cammino. Se rimaniamo attaccati a Gesù, la vera vite,

porteremo le sue opere di santità e di consolazione.

LUNEDI’ 15 MAGGIO

Una scheggia di preghiera:

TTUU SSEEII LL‟‟UUNNIICCOO DDIIOO,, OO SSIIGGNNOORREE

Tra i santi di oggi ricordiamo: ACHILLIO IL TAUMATURGO o

ACHILLE, Santo, Arcivescovo

Nacque in Cappadocia. Ebbe una profonda educazione cristiana. Alla

morte dei suoi genitori distribuì tutto ai poveri ed andò pellegrino in

Terrasanta e poi a Roma da dove partì per viaggi missionari.

Arrivato a Larissa, in Tessaglia, lo fecero arcivescovo della città. Nel

325 partecipò al Concilio di Nicea. Aveva il dono dei miracoli e di

cacciare il demonio. Morì verso la metà del IV secolo. Le sue reliquie

furono portate in Bulgaria nella città di Presbo che mutò in seguito il

nome in Achilli.

Parola di Dio: At 14,5-18; Sal113B; Gv 14,21-26

Dagli Atti degli Apostoli 14, 5-18.

In quei giorni, a Iconio ci fu un tentativo dei pagani e dei Giudei con i loro capi per maltrattare e lapidare Paolo e Barnaba; essi se ne accorsero e fuggirono nelle città della Licaònia, Listra e Derbe e nei dintorni, e là continuavano a predicare il vangelo. C'era a Listra un uomo paralizzato alle gambe, storpio sin dalla nascita, che non aveva mai camminato. Egli ascoltava il discorso di Paolo e questi, fissandolo con lo sguardo e notando che aveva fede di esser risanato, disse a gran voce: “Alzati diritto in piedi!”. Egli fece un balzo e si mise a camminare. La gente allora, al vedere ciò che Paolo aveva fatto, esclamò in dialetto licaonio e disse: “Gli dei sono scesi tra di noi in figura umana!”. E chiamavano Barnaba Zeus e Paolo Hermes, perché era lui il più eloquente. Intanto il sacerdote di Zeus, il cui tempio era all'ingresso della città, recando alle porte tori e corone, voleva offrire un sacrificio insieme alla folla. Sentendo ciò, gli apostoli Barnaba e Paolo si strapparono le vesti e si precipitarono tra la folla, gridando:

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“Cittadini, perché fate questo? ANCHE NOI SIAMO ESSERI UMANI, MORTALI COME VOI, e vi predichiamo di convertirvi da queste vanità al Dio vivente che ha fatto il cielo, la terra, il mare e tutte le cose che in essi si trovano. Egli, nelle generazioni passate, ha lasciato che ogni popolo seguisse la sua strada; ma non ha cessato di dar prova di sé beneficando, concedendovi dal cielo piogge e stagioni ricche di frutti, fornendovi il cibo e riempiendo di letizia i vostri cuori”. E così dicendo, riuscirono a fatica a far desistere la folla dall'offrire loro un

sacrificio. Parola di Dio

Questo episodio di Paolo e Barnaba scambiati per dèi, dopo aver

guarito uno storpio, fa venire in mente come spesso è facile

confondere il divino con l'umano. La nostra sete di miracoli, di

straordinario spesso ci confonde le idee. Il "santo", il "veggente"

diventano più importanti di Dio stesso, certe devozioni diventano

talmente importanti quasi da farci dimenticare che sono indirizzate a

Dio e non formule magiche per conquistare una grazia o per

appropriarsi della divinità, certi gruppi diventano fine a se stesso per

cui alla fine è più importante il gruppo o il personaggio carismatico

che lo rappresenta che non Gesù stesso.

"Sant'Antonio supera il Santissimo in fatto di candele" mi raccontava

sorridendo un amico parroco da anni in un paese della cintura

Torinese. Ma qualche volta anche il "Reverendo tal dei tali" supera il

buon Dio se: "vado a messa solo quando la dice lui". L'umanità e i

suoi rapporti sono importanti e nulla vieta che ci sia una "simpatia"

particolare con certe persone, ma ricordiamoci: Dio è talmente umile

e misericordioso che si fa pane anche alla messa del più scalcinato,

arruffone, peccatore prete di questo mondo.

MARTEDI’ 16 MAGGIO

Una scheggia di preghiera:

SSIIGGNNOORREE,, FFAA‟‟ DDII MMEE UUNNOO SSTTRRUUMMEENNTTOO DDEELLLLAA TTUUAA PPAACCEE

Tra i santi di oggi ricordiamo: ANDREA BOBOLA,

Santo, Martire

Nato nel 1591 scelse di entrare tra i Gesuiti. Fu ordinato sacerdote

nel 1622. Fu apostolo della Lituania, si dedicò alla predicazione, alla

assistenza dei malati e degli appestati. Si creò molti nemici.

Arrestato da una banda di cosacchi fu torturato e poi ucciso il 16

maggio 1657.

Parola di Dio: At 14,19-28; Sal 144; Gv 14,27-31a

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Dal Vangelo secondo Giovanni 14, 27-31

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: “VI LASCIO LA PACE, VI DO LA MIA PACE. NON COME LA DÀ IL MONDO, IO LA DO A VOI. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. Avete udito che vi ho detto: Vado e tornerò a voi; se mi amaste, vi rallegrereste che io vado dal Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l'ho detto adesso, prima che avvenga, perché quando avverrà, voi crediate. Non parlerò più a lungo con voi, perché viene il principe del mondo; egli non ha nessun potere su di me, ma bisogna che il mondo sappia che io amo il Padre e faccio quello che il Padre mi ha comandato”. Parola del Signore

Ogni popolo, ogni persona avverte un profondo anelito alla pace, alla

concordia, all‟unità. Eppure, nonostante gli sforzi e la buona volontà,

dopo millenni di storia ci ritroviamo incapaci di pace stabile e

duratura.

Gesù è venuto a portarci la pace, una pace - ci dice - che non è come

quella che "dà il mondo" , perché non è soltanto assenza di guerra,

di liti, di divisioni, di traumi. La "sua" pace è anche questo, ma è

molto di più: è pienezza di vita e di gioia, è salvezza integrale della

persona, è libertà, è fraternità nell‟amore fra tutti i popoli. Lui stesso

è la nostra pace.

E cosa ha fatto Gesù per donarci la "sua" pace? Ha pagato di

persona. Proprio mentre ci prometteva pace, veniva tradito da uno

dei suoi amici, consegnato nelle mani dei nemici, condannato ad una

morte crudele e ignominiosa. Anche a noi la costruzione della pace

richiede un amore forte, capace di amare perfino chi non

contraccambia, capace di perdonare, di superare la categoria del

nemico, di amare la patria altrui come la propria. Essa domanda di

trasformarci da persone pusillanimi, concentrate magari sui propri

interessi e sulle proprie cose, in piccoli eroi quotidiani che, giorno

dopo giorno, servendo i fratelli e le sorelle, sono pronti a donare

persino la vita in loro favore. Essa ancora esige da noi cuore e occhi

nuovi per amare e vedere in tutti altrettanti candidati alla fratellanza

universale.

Ci possiamo chiedere: "Anche nei condomini litigiosi? Anche nei

colleghi di lavoro che intralciano la mia carriera? Anche in chi milita

in un altro partito o in una squadra di calcio antagonista? Anche nelle

persone di religione o di nazionalità diverse dalla mia?"

Sì, ognuno mi è fratello e sorella. La pace inizia proprio qui, dal

rapporto che so instaurare con ogni mio prossimo.

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MERCOLEDI’ 17 MAGGIO

Una scheggia di preghiera:

NNEELLLLEE TTUUEE MMAANNII,, SSIIGGNNOORREE,, AAFFFFIIDDOO MMEE SSTTEESSSSOO

Tra i santi di oggi ricordiamo: ANTONIA MESINA, Beata,

Nacque ad Orgosolo il 21 giugno 1919. Seconda di nove fratelli

apparteneva ad una famiglia semplice. Nel 1929 si iscrisse all'Azione

Cattolica. Amava l‟Eucarestia, il Cuore di Gesù, viveva la spiritualità

del quotidiano. Rimanendo colpita dal martirio di S. Maria Goretti,

manifestò più volte con le amiche che anche lei, in quelle circostanze

avrebbe fatto la stessa cosa. Il 17 maggio 1935, mentre si trovava

in campagna a raccogliere legna con l'amica Anna Castangia, fu

uccisa a colpi di pietra da un giovane al quale Antonia si era opposta

con tutte le sue forze per difendere la sua purezza.

Parola di Dio: At 15,1-6; Sal 121; Gv 15,1-8

Dal Vangelo secondo Giovanni 15, 1-8.

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: “Io sono la vera vite e il Padre mio è il vignaiolo. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo toglie e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete gia mondi, per la parola che vi ho annunziato. Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può far frutto da se stesso se non rimane nella vite, così anche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto, perché SENZA DI ME NON POTETE FAR NULLA. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e si secca, e poi lo raccolgono e lo gettano nel fuoco e lo bruciano. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quel che volete e vi sarà dato. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli”. Parola del Signore

Si può aver paura se siamo attaccati al Signore?

In un paesino di montagna c'è un'usanza molto bella. Ogni primavera

si svolge una gara tra tutti gli abitanti. Ciascuno cerca di trovare il

primo fiore della primavera. Chi trova il primo fiore sarà il vincitore e

avrà fortuna per tutto l'anno. A questa gara partecipano tutti, giovani

e vecchi.

Un anno, quando la neve iniziava a sciogliersi e larghi squarci di terra

umida rimanevano liberi, tutti gli abitanti di quel paesino partirono

alla ricerca del primo fiore. Per ore e ore iniziarono a cercare alle

pendici del monte, ma non trovarono alcun fiore. Stavano già

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ritornando verso casa quando il grido di un bambino attirò

l'attenzione di tutti. "È qui! L'ho trovato". Tutti accorsero per vedere.

Quel bambino aveva trovato il primo fiore, sbocciato in mezzo alle

rocce, qualche metro sotto il ciglio di un terribile dirupo. Il bambino

indicava col braccio teso giù in basso, ma non poteva raggiungerlo

perché aveva paura di precipitare nel terribile burrone. Il bambino

però desiderava quel fiore anche perché voleva vincere la gara.

Cinque uomini forti portarono una corda. Intendevano legare il

bambino e calarlo fino al fiore. Il bambino però aveva paura. Aveva

paura che la corda si rompesse e di cadere nel burrone. "No, no -

diceva piangendo – ho paura!". Gli fecero vedere una corda più forte

e quindici uomini che l'avrebbero tenuto. Tutti lo incoraggiavano. Ad

un tratto il bambino cessò di piangere. Tutti fecero silenzio per

sentire che cosa avrebbe fatto il bambino. "Va bene – disse il

bambino – andrò giù se mio padre terrà la corda!".

Se sai di essere nelle mani del Padre, sei sicuro, non guardi più in

basso verso il precipizio ma alle sue mani forti che ti sostengono.

GIOVEDI’ 18 MAGGIO

Una scheggia di preghiera:

SSIIGGNNOORREE,, CCOONN TTEE NNOONN CC‟‟EE‟‟ TTRRIISSTTEEZZZZAA

Tra i santi di oggi ricordiamo: FELICE DA CANTALICE, Santo

Il suo nome era Felice Porri ed era nato a Cantalice, vicino a Rieti nel

1515. Contadino fino a trent'anni poi frate converso a Roma, svolse

intensa opera di carità con sereno ottimismo. Fu soprannominato

«frate Deogratias» dalla sua abituale formula di saluto. Fu amico di

san Filippo Neri e san Carlo Borromeo. Morì a Roma nel 1587.

Parola di Dio: At 15,7-21; Sal 95; Gv 15,9-11

Dal Vangelo secondo Giovanni 15, 9-11

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: “Come il Padre ha amato me, così anch'io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. QUESTO VI HO DETTO PERCHÉ LA MIA GIOIA SIA IN VOI E LA VOSTRA GIOIA SIA PIENA”. Parola del Signore

Se analizziamo i momenti di gioia della nostra vita scopriamo che

essi hanno tutti un qualcosa in comune. La gioia nasce dalla

consapevolezza di essere amati e di poter amare. Se so di essere

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amato, stimato, provo gioia e forza e sono contento se vedo questa

gioia allargarsi attorno a me.

Se divento cosciente dell‟amore che Dio ha per me, della sua stima,

del suo perdono, della fiducia che ripone in me, non posso non aver

gioia: Dio, il Creatore, il Sapiente, l‟Unico, mi ama di un amore totale

e personale, e me lo ha dimostrato e dimostra attraverso suo Figlio

Gesù. Posso ancora essere pessimista, triste, posso ancora sentirmi

solo? E se io sono amato così, posso temermelo per me solo o non

devo sprizzare gioia da tutti i pori? Il mondo ha bisogno della mia

gioia... Nel mondo c‟è il grande contagio del possedere, della

tristezza, io ho l‟antidoto della gioia e ce l‟ho in abbondanza; perché

non regalarlo? Se farò così scoprirò un‟altra meraviglia: donare gioia

non ci impoverisce di essa, anzi, ce la moltiplica.

Pensate che uno scrittore tutt‟altro che ridanciano, Alber Camus ha

scritto così:

Quando si è visto una volta sola lo splendore della felicità sul viso di

una persona che si ama, si sa che per un uomo non ci può essere

altra vocazione che suscitare questa luce sui visi che lo circondano.

VENERDI’ 19 MAGGIO

Una scheggia di preghiera:

CCOOMM‟‟EE‟‟ BBEELLLLOO SSIIGGNNOORR SSTTAARREE IINNSSIIEEMMEE

EEDD AAMMAARRCCII CCOOMMEE AAMMII TTUU:: QQUUII CC‟‟EE‟‟ DDIIOO

Tra i santi di oggi ricordiamo: AGOSTINO NOVELLO, Beato

Nacque a Taormina nella prima metà del sec. XIII. L‟appellativo

“Novello” gli fu dato solo per distinguerlo dagli altri Agostino. Studiò

diritto a Bologna e fu nominato prefetto della curia del re di Napoli.

Partecipò alla battaglia di Benevento nel 1266 e fu ferito. Guarito

provvidenzialmente entrò nell‟Ordine degli Agostiniani e si recò alla

ricerca di pace nei romitori presso Siena. Nel 1298 venne eletto

generale dell‟Ordine. Due anni dopo rinunziò al mandato desiderando

ritirarsi a vita solitaria, cosa che fece nei pressi di Siena. Di lui si

ricorda l‟umiltà, il distacco dai beni terreni, la disciplina, il fervore

religioso. Morì nel romitorio di san Leonardo al Lago (Siena) il 19

maggio 1309.

Parola di Dio: At 15,22-31; Sal 56; Gv 15,12-17

Dal Vangelo secondo Giovanni 15, 12-17

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: “Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati.

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Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici. VOI SIETE MIEI AMICI, se farete ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre l'ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: amatevi gli uni gli altri”. Parola del Signore

Che bello poter essere amici nientemeno che con Gesù, il Figlio di

Dio! L‟amicizia terrena è una delle poche cose che rallegrano la vita

ed è così raro trovarla e donarla. Eccovi una bella preghiera di San

Claudio La Colombiere

Gesù, sei Tu, il solo e vero Amico;

Tu non solo partecipi a ogni mia sofferenza, ma la prendi addirittura

su di Te e conosci il segreto per mutarmela in gioia.

Tu mi ascolti con bontà e quando ti racconto le mie amarezze non

manchi di addolcirle.

Ti trovo dappertutto, non ti allontani mai e se sono costretto a

cambiare residenza. Ti trovo dovunque io vada.

Non soffri la noia nell'ascoltarmi; non ti stanchi mai di farmi del

bene.

Se ti amo, sono sicuro di essere riamato; non hai bisogno dei miei

beni, né ti impoverisci a darmi i tuoi.

Anche se sono un povero uomo, nessuno (nobile, intelligente o santo

che sia) potrà rubarmi la tua amicizia.

La stessa morte, che divide tutti gli amici, mi riunirà a Te.

Tutte le avversità dell'età o del caso, non riusciranno mai ad

allontanarmi da Te;

Anzi al rovescio, non godrò mai tanto pienamente della tua presenza

e Tu non mi sarai mai tanto vicino, quanto il momento, nel quale

tutto sembrerà cospirare contro di me. Morendo, si resuscita alla

vita.

SABATO 20 MAGGIO

Una scheggia di preghiera:

DDOONNAACCII,, SSIIGGNNOORREE DDII SSPPAARRGGEERREE CCOONN FFIIDDUUCCIIAA IILL TTUUOO SSEEMMEE

Tra i santi di oggi ricordiamo: ARCANGELO TADINI,

Beato, Parroco

Nacque in una famiglia nobile e benestante, il 12 ottobre 1846 a

Verolanuova (Brescia). Entrò nel seminario di Brescia nel 1864. Fu

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viceparroco e maestro elementare in Val Trompia e successivamente

cappellano nella periferia di Brescia fino al 1885; si distinse per la

pietà, per la predicazione e per l‟educazione dei fanciulli. Nel 1887

divenne parroco a Botticino Sera (Brescia), carica che tenne fino alla

morte. Fondò nel 1893 la Società di Mutuo Soccorso e nel 1898 una

filanda per evitare l‟emigrazione delle ragazze del paese per trovare

lavoro; inoltre un pensionato per lavoratrici. Per assicurare

l‟assistenza alle giovani, fondò nel 1900 una Congregazione religiosa

dal nome „Suore Operaie della S. Casa di Nazareth‟. Dovette

superare molte difficoltà e incomprensioni, anche da parte di

sacerdoti che non ritenevano opportuno che delle religiose facessero

anche le operaie. Fu sempre cagionevole di salute, ma visse una vita

intensa di opere, morì il 20 maggio 1912 in Botticino Sera.

Parola di Dio: At 16,1-10; Sal 99; Gv 15,18-21

Dal Vangelo secondo Giovanni 15, 18-21.

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: “SE IL MONDO VI ODIA, SAPPIATE CHE PRIMA DI VOI HA ODIATO ME. Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma io vi ho scelti dal mondo, per questo il mondo vi odia. Ricordatevi della parola che vi ho detto: Un servo non è più grande del suo padrone. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra. Ma tutto questo vi faranno a causa del mio nome, perché non conoscono colui che mi ha mandato”. Parola del Signore

I primi cristiani hanno incontrato quasi tutti il martirio per la fede.

Anche oggi è impressionante scoprire quanti sono ancora martiri veri

e propri per la testimonianza cristiana nel mondo. Ma quello che più

spesso incontriamo nel nostro mondo è una indifferenza alla fede,

tante volte ancora più scoraggiante che una aperta ostilità. E

l‟indifferenza, l‟abitudine, il “tanto tutti fanno così”, può mettere a

dura prova la testimonianza cristiana: è un martirio che non arriva

tutto di un colpo, ma uno stillicidio che se non stai attento presto ti

smonta, ti toglie l‟entusiasmo, ti appiattisce. Il cristiano, seguendo il

suo Maestro, è uno che non demorde, che non cerca risultati umani,

che continua nella sua testimonianza sicuro che l‟importante è

seminare e qualche volta bagnare il terreno con un po‟ di sudore, un

po‟ di lacrime e qualche goccia di sangue. A far crescere, a tempo

opportuno, ci penserà il Signore stesso.

Diceva T. Carlyle: L'opera di un uomo buono è come una sorgente di

acqua nascosta nel sottosuolo che, in segreto, rende l'erba più verde.

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E raccontava Hans Marcie: Spinto da un milione di ali di fuoco accese

dall'uomo, il razzo si fa un tunnel nel cielo, e tutti acclamano. Spinta

da un solo pensiero di Dio, la piantina si fa strada con urgenza nello

spessore nero, e quando ha bucato il cielo pesante del suolo e si

lancia su verso gli spazi esterni, neanche uno le batte le mani.

Continuiamo a seminare anche se è solo un granellino di senapa,

perché Gesù sa che nulla va perso e che tutto crescerà, anche se

magari servirà solo per il nido di un uccellino.

DOMENICA 21 MAGGIO 6^ DOMENICA DI PASQUA B

Una scheggia di preghiera:

CCRREEDDOO IINN UUNN SSOOLLOO DDIIOO

Tra i santi di oggi ricordiamo: BENVENUTO DA RECANATI,

Beato,

Benvenuto, nato a Recanati (Mc) chiese ed ottenne di entrare nei

francescani L'ubbidienza lo destinò all'umile ufficio di cuoco.

Frequenti erano le sue estasi . La sua morte avvenne a Recanati il 6

maggio 1269.

Parola di Dio: At 10,25-27.34-35.44-48; Sal 97; IGv 4,7-10;

Gv 15,9-17

Dagli Atti degli Apostoli 10, 25-27. 34-35. 44-48

Avvenne che, mentre Pietro stava per entrare (nella casa di CORNELIO), QUESTI ANDANDOGLI INCONTRO SI GETTÒ AI SUOI PIEDI PER ADORARLO. MA PIETRO LO RIALZÒ, DICENDO: “ALZATI: ANCHE IO SONO UN UOMO!!. Poi, continuando a conversare con lui, entrò e trovate riunite molte persone disse loro: Pietro prese la parola e disse: “In verità sto rendendomi conto che Dio non fa preferenze di persone, ma chi lo teme e pratica la giustizia, a qualunque popolo appartenga, è a lui accetto. Pietro stava ancora dicendo queste cose, quando lo Spirito Santo scese sopra tutti coloro che ascoltavano il discorso. E i fedeli circoncisi, che erano venuti con Pietro, si meravigliavano che anche sopra i pagani si effondesse il dono dello Spirito Santo; li sentivano infatti parlare lingue e glorificare Dio”. Allora Pietro disse: “Forse che si può proibire che siano battezzati con l'acqua questi che hanno ricevuto lo Spirito Santo al pari di noi?”. E ordinò che fossero battezzati nel nome di Gesù Cristo. Dopo tutto questo lo pregarono di fermarsi alcuni giorni. Parola di Dio

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Anche se la frase che meditiamo oggi non è il tema di fondo della

liturgia di questa domenica, tema che tra l‟altro abbiamo già più

volte meditato in questa settimana, mi piace fermarmi a questa frase

di Pietro

Pietro ne ha fatta tanta strada nella fede: dopo le sue sicurezze, le

sue ricerche di potere, ha sperimentato la sua povertà e defettibilità

e l‟amore di Gesù che lo ha perdonato, e questa volta, davanti a

qualcuno che si inginocchia davanti a lui, subito lo rialza

ricordandogli di essere solo un pover„uomo.

Questa frase esprime il rifiuto di un atteggiamento “clericale” di

privilegio, non esige protezioni speciali dovute al suo ruolo di primo

papa, non pretende neppure di essere chiamato “santità”, “eminenza

reverendissima” o “signor parroco”, esige di essere considerato

“uomo”, uomo strumento di Dio, uomo peccabile. E‟ come se Pietro

dicesse: “Non confondiamo le parti. Non scambiatemi per quello che

non sono. Non dirottate su di me neppure una scheggia di quella

gloria che va riconosciuta esclusivamente a Lui. Anch‟io sono un

uomo e quindi non posso sostituirmi a Dio. Né, tantomeno, ho diritto

di dominare la tua coscienza, calpestare la tua libertà.”

C‟è motivo di esame di coscienza in particolare per tutta la chiesa

gerarchica, ma anche per ciascuno di noi: Pietro dopo la lavanda dei

piedi e il perdono ricevuto ha capito che cosa significhi servire nel

nome di Gesù.

LUNEDI’ 22 MAGGIO

Una scheggia di preghiera:

SSPPIIRRIITTOO DDII DDIIOO GGUUIIDDAAMMII DDAA GGEESSUU‟‟

Tra i santi di oggi ricordiamo: AGRIPPA, Santo, Martire

Era prefetto della Siria e fu convertito al cristianesimo da Laurentino

con il quale subì il martirio insieme ad un gran numero di credenti in

Mesopotamia durante la persecuzione di Massimiano.

Parola di Dio: At 16,11-15; Sal 149; Gv 15,26-16,4

Dal Vangelo secondo Giovanni 15, 26 - 16,4.

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: “QUANDO VERRÀ IL CONSOLATORE CHE IO VI MANDERÒ DAL PADRE, LO SPIRITO DI VERITÀ CHE PROCEDE DAL PADRE, EGLI MI RENDERÀ TESTIMONIANZA; e anche voi mi renderete testimonianza, perché siete stati con me fin dal principio. Vi ho detto queste cose perché non abbiate a scandalizzarvi. Vi scacceranno dalle

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sinagoghe; anzi, verrà l'ora in cui chiunque vi ucciderà crederà di rendere culto a Dio. E faranno ciò, perché non hanno conosciuto né il Padre né me. Ma io vi ho detto queste cose perché, quando giungerà la loro ora, ricordiate che ve ne ho parlato”. Parola del Signore

Uno dei rischi che corrono i cristiani, dal momento in cui Gesù ci ha

chiamati ad essere suoi collaboratori nell‟annuncio e nella

testimonianza del Vangelo è quello di pensare di essere noi l‟unico

mezzo attraverso il quale l‟evangelizzazione può giungere ad altri,

ma come ci dice Gesù nel Vangelo di oggi l'efficacia della

predicazione dipende dall'azione dello Spirito Santo nel cuore di chi

ascolta, molto più che dalle qualità del predicatore.

Scott Hahn, il famoso biblista e predicatore americano, passato dal

protestantesimo alla Chiesa cattolica, da anni si dedica a predicare

appassionatamente, con lunghi discorsi e con abbondanza di

argomenti la Parola di Dio.

Un giorno ha incontrato un signore che non conosceva, che gli ha

detto: "Io tre anni fa ascoltai una sua conferenza sulla Lettera agli

Ebrei e da allora mi sono convertito, sono un'altra persona..."

Allora Scott Hahn gli ha chiesto incuriosito: "Ah, e quale idea l'ha

colpita così tanto da convertirla?"

"È stato quando lei ha detto 'Ora passiamo al seguente capitolo'. Io

allora ho capito che dovevo cambiare vita, che dovevo lasciare le

cose che stavo facendo ed aprirmi alla grazia di Dio e mi sono andato

a confessare...".

MARTEDI’ 23 MAGGIO

Una scheggia di preghiera:

GGEESSUU‟‟,, SSEEII LLAA MMIIAA VVIITTAA,, SSEEII LLAA MMIIAA SSPPEERRAANNZZAA,,

SSEEII LLAA MMIIAA GGIIOOIIAA,, AALLLLEELLUUIIAA

Tra i santi di oggi ricordiamo: EUFEBIO o EUFEBO, Santo, Vescovo

Fu l‟ottavo Vescovo di Napoli, visse alla fine del III secolo. Data la

sua bontà e attenzione agli umili gli furono attribuiti parecchi

miracoli. Le sue spoglie riposano nella chiesa dei santi Fortunato e

Massimo, Napoli.

Parola di Dio: At 16,22-34; Sal 137; Gv 16,5-11

Dagli Atti degli Apostoli 16, 22-34.

In quei giorni, la folla degli abitanti di Filippi insorse contro Paolo e Sila, mentre i magistrati, fatti strappare loro i vestiti, ordinarono di

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bastonarli e dopo averli caricati di colpi, li gettarono in prigione e ordinarono al carceriere di far buona guardia. Egli, ricevuto quest'ordine, li gettò nella cella più interna della prigione e strinse i loro piedi nei ceppi. Verso mezzanotte Paolo e Sila, in preghiera, cantavano inni a Dio, mentre i carcerati stavano ad ascoltarli. D'improvviso venne un terremoto così forte che furono scosse le fondamenta della prigione; subito tutte le porte si aprirono e si sciolsero le catene di tutti. Il carceriere si svegliò e vedendo aperte le porte della prigione, tirò fuori la spada per uccidersi, pensando che i prigionieri fossero fuggiti. Ma Paolo gli gridò forte: “Non farti del male, siamo tutti qui”. Quegli allora chiese un lume, si precipitò dentro e tremando si gettò ai piedi di Paolo e Sila; poi li condusse fuori e disse: “SIGNORI, COSA DEVO FARE PER ESSER SALVATO?”. Risposero: “Credi nel Signore Gesù e sarai salvato tu e la tua famiglia”. E annunziarono la parola del Signore a lui e a tutti quelli della sua casa. Egli li prese allora in disparte a quella medesima ora della notte, ne lavò le piaghe e subito si fece battezzare con tutti i suoi; poi li fece salire in casa, apparecchiò la tavola e fu pieno di gioia insieme a tutti i suoi per avere creduto in Dio. Parola di Dio

Il carceriere di Paolo e Sila, stupito davanti alla liberazione

miracolosa dei due, chiede loro che cosa debba fare per essere

salvato. Anche noi vorremmo delle risposte chiare a questa

domanda. Se ci dicessero che per essere salvati bisogna fare un

pellegrinaggio, saremmo disposti a partire; se ci dicessero che

bisogna fare determinate cose, magari contrattando, saremmo

disposti a farle. Ma la conversione, prima di essere una serie di cose

da fare è incontrare una persona viva, Gesù, e credere in Lui. La fede

deve concretizzarsi in opere, ma prima deve essere fiducia in Colui

che ci salva.

Chi è Gesù per me?

Forse nella nostra vita ce lo siamo già chiesto tante volte, ma è una

domanda da ripetersi tante volte: quando si è amati e si ama,

bisogna non correre il rischio di lasciare che l‟abitudine accumuli

polvere sul nostro rapporto; con Gesù è la stessa cosa. Se dai per

scontato il tuo rapporto con Lui, corri il rischio di confonderlo con

qualcosa di vago, se invece lo scopri nuovo ogni giorno, dai a Lui la

possibilità di versare ogni giorno su di te i suoi doni e allora ti sarà

più facile tradurre in azione ciò che Lui ti suggerisce per il tuo bene.

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MERCOLEDI’ 24 MAGGIO

Una scheggia di preghiera:

SSIIGGNNOORREE,, DDOOVV‟‟EE‟‟ TTRRIISSTTEEZZZZAA CCHHEE IIOO PPOORRTTII LLAA TTUUAA GGIIOOIIAA

Tra i santi di oggi ricordiamo: VINCENZO DI LERINS,

Santo, Monaco

Dopo aver trascorso una giovinezza piuttosto turbolenta Vincenzo

sentì il bisogno di cambiare totalmente e si ritirò nel monastero di

Lerens fondato da San Onorato. Oltre ad una vita di profonda ascesi,

da uomo di grande cultura, lasciò un manuale di vita spirituale in cui

si rifà alla dottrina dei grandi padri della chiesa. Morì prima del 450.

Parola di Dio: At 17,15.22-18,1; Sal 148; Gv 16,12-15

Dagli Atti degli Apostoli 17, 15-22 - 18, 1.

In quel tempo, quelli che scortavano Paolo lo accompagnarono fino ad Atene e se ne ripartirono con l'ordine per Sila e Timòteo di raggiungerlo al più presto. Mentre Paolo li attendeva ad Atene, fremeva nel suo spirito al vedere la città piena di idoli. Discuteva frattanto nella sinagoga con i Giudei e i pagani credenti in Dio e ogni giorno sulla piazza principale con quelli che incontrava. Anche certi filosofi epicurei e stoici discutevano con lui e alcuni dicevano: “Che cosa vorrà mai insegnare questo ciarlatano?”. E altri: “Sembra essere un annunziatore di divinità straniere”; poiché annunziava Gesù e la risurrezione. Presolo con sé, lo condussero sull'Areòpago e dissero: “Possiamo dunque sapere qual è questa nuova dottrina predicata da te? Cose strane per vero ci metti negli orecchi; desideriamo dunque conoscere di che cosa si tratta”. Tutti gli Ateniesi infatti e gli stranieri colà residenti non avevano passatempo più gradito che parlare e sentir pa rlare. Allora Paolo, alzatosi in mezzo all'Areòpago, disse: “Cittadini ateniesi, vedo che in tutto siete molto timorati degli dei. Passando infatti e osservando i monumenti del vostro culto, ho trovato anche un'ara con l'iscrizione: Al Dio ignoto. QUELLO CHE VOI ADORATE SENZA CONOSCERE, IO VE LO ANNUNZIO. Il Dio che ha fatto il mondo e tutto ciò che contiene, che è signore del cielo e della terra, non dimora in templi costruiti dalle mani dell'uomo né dalle mani dell'uomo si lascia servire come se avesse bisogno di qualche cosa, essendo lui che da a tutti la vita e il respiro e ogni cosa. Egli creò da uno solo tutte le nazioni degli uomini, perché abitassero su tutta la faccia della terra. Per essi ha stabilito l'ordine dei tempi e i confini del loro spazio, perché cercassero Dio, se mai arrivino a trovarlo andando

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come a tentoni, benché non sia lontano da ciascuno di noi. In lui infatti viviamo, ci muoviamo ed esistiamo, come anche alcuni dei vostri poeti hanno detto: Poiché di lui stirpe noi siamo. Essendo noi dunque stirpe di Dio, non dobbiamo pensare che la divinità sia simile all'oro, all'argento e alla pietra, che porti l'impronta dell'arte e dell'immaginazione umana. Dopo esser passato sopra ai tempi dell'ignoranza, ora Dio ordina a tutti gli uomini di tutti i luoghi di ravvedersi, poiché egli ha stabilito un giorno nel quale dovrà giudicare la terra con giustizia per mezzo di un uomo che egli ha designato, dandone a tutti prova sicura col risuscitarlo dai morti”. Quando sentirono parlare di risurrezione di morti, alcuni lo deridevano, altri dissero: “Ti sentiremo su questo un'altra volta”. Così Paolo uscì da quella riunione. Ma alcuni aderirono a lui e divennero credenti, fra questi anche Dionigi membro dell'Areòpago, una donna di nome Dàmaris e altri con loro. Dopo questi fatti Paolo lasciò Atene e si recò a Corinto. Parola di Dio

Gli Atti degli Apostoli, raccontandoci le vicende di Paolo, ci

suggeriscono il modo di predicare il Vangelo usato dall‟Apostolo.

Paolo parte dalla realtà dei suoi uditori: è passato per Atene, ha visto

altari dedicati a tutti gli dèi, ce n‟era perfino uno dedicato “al Dio

ignoto”. E‟ l‟occasione per annunciare Gesù. La nostra predicazione e

testimonianza cristiana dovrebbe partire proprio dalla realtà di tutti i

giorni. Non è il caso di fermare le persone per strada ma quante

occasioni per parlare di Dio e testimoniarlo!

Il nostro mondo secolarizzato ha un profondo bisogno di spiritualità;

spesso dietro la scorza di indifferenza e di autosufficienza si

nascondono povertà e desiderio di buono e di bello. Una parola di

incoraggiamento, un richiamo discreto al Vangelo, una testimonianza

di solidarietà possono far sbocciare la fede. Ricordo di essere passato

un giorno nel deserto di Giuda e di aver visto l‟aridità più assoluta.

Nella notte cadde un po‟ di pioggia, il giorno seguente ripassando di lì

restai stupito, mi sembrava di essere in un altro posto: il deserto

cominciava a fiorire.

GIOVEDI’ 25 MAGGIO

Una scheggia di preghiera:

SSPPEERROO NNEELL SSIIGGNNOORREE EE AASSPPEETTTTOO SSUULLLLAA SSUUAA PPAARROOLLAA

Tra i santi di oggi ricordiamo: AUGUSTIN CALOCA CORTES, Santo, Martire

Era nato in Messico il 5 maggio 1898, fu vice parroco e assistente in

Seminario. Durante la rivoluzione, dopo aver aiutato i seminaristi a

fuggire fu arrestato e fucilato il 25 maggio 1927.

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Parola di Dio: At 18,1-8; Sal 97; Gv 16,16-20

Dal Vangelo secondo Giovanni 16, 16-20.

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: “Ancora un poco e non mi vedrete; un po’ ancora e mi vedrete”. Dissero allora alcuni dei suoi discepoli tra loro: “Che cos'è questo che ci dice: Ancora un poco e non mi vedrete, e un po’ ancora e mi vedrete, e questo: Perché vado al Padre?”. Dicevano perciò: “Che cos'è mai questo "un poco" di cui parla? Non comprendiamo quello che vuol dire”. Gesù capì che volevano interrogarlo e disse loro: “Andate indagando tra voi perché ho detto: Ancora un poco e non mi vedrete e un po’ ancora e mi vedrete? In verità, in verità vi dico: voi piangerete e vi rattristerete, ma il mondo si rallegrerà. VOI SARETE AFFLITTI, MA LA VOSTRA AFFLIZIONE SI CAMBIERÀ IN GIOIA. Parola del Signore

Qui Gesù non soltanto vuol aiutare i suoi amici ad essere preparati

alla sofferenza della sua passione e alla gioia della sua risurrezione,

ma in fondo vuol descrivere in breve il percorso della vita di ognuno

di noi.

Noi siamo fatti per la gioia e, in un modo o nell‟altro, tutto il nostro

pellegrinare sulla terra sta nel ricercarla. Non sempre, però la

incontriamo, ed anche quando ci sembra di sperimentarla, magari in

un affetto, in un momento sereno, ci accorgiamo subito della sua

precarietà e di quanto sia facile vederla deturpare dal tempo, dal

dolore, dalle prove. Altre volte facciamo l‟esperienza opposta, quella

di passare da un grande dolore, da una tristezza profonda, a

qualcosa di estremamente gioioso, coinvolgente, appagante.

Se poi pensiamo a quanto Gesù ci ha insegnato, ci rendiamo conto di

essere persone chiamate alla gioia e alla serenità ma che spesso si

accorgono che nella vita c‟è un prevalere immediato della fatica e

della sofferenza, persone chiamate a partecipare alla festa della

Pasqua di Gesù e nostra ma che contemporaneamente devono

accettare il cammino della croce.

A questo punto l‟insegnamento diventa ancora più importante: il

dolore, la sofferenza, le prove attraverso cui siamo chiamati a

passare non vanno vissute come un‟iniquità contro di noi o come

noncuranza di Dio nei nostri confronti o come fini a se stesse, ma

quale intrinseco fardello da portare coraggiosamente, quale

momento in cui morire per rinascere come il chicco di grano di cui ha

parlato Gesù. L‟importante è sapere che tutto in Dio ha un senso, e

che la prova è una soglia da superare per entrare nella gioia piena e

definitiva.

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Soprattutto è importante sapere che Cristo è sempre con noi:

domani nella nostra gioia, anzi come causa della stessa, oggi come

pellegrino e fratello che vive nella nostra stessa afflizione.

VENERDI’ 26 MAGGIO

Una scheggia di preghiera:

MMIIOO SSIIGGNNOORREE,, CCOONN TTEE NNOONN HHOO PPAAUURRAA

Tra i santi di oggi ricordiamo: BERENGARIO, Santo Monaco

Era un monaco nel monastero di Saint-Papoul. Visse praticando le

virtù monastiche e operando miracoli. Morì il 26 maggio 1093.

Parola di Dio: At 18,9-18; Sal 46; Gv 16,20-23a

Dal Vangelo secondo Giovanni 16, 20-23.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “In verità, in verità vi dico: voi piangerete e vi rattristerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete afflitti, ma la vostra afflizione si cambierà in gioia. La donna, quando partorisce, è afflitta, perché è giunta la sua ora; ma quando ha dato alla luce il bambino, non si ricorda più dell'afflizione per la gioia che è venuto al mondo un uomo. Così anche voi, ora, siete nella tristezza; ma vi vedrò di nuovo e il vostro cuore si rallegrerà e NESSUNO VI POTRÀ TOGLIERE LA VOSTRA GIOIA”. Parola del Signore

Tutte le volte che nel Vangelo (e succede molto più spesso di quanto

si creda) sento parlare di gioia mi viene istintivo pensare a Maria. E'

molto bello che nel vangelo di Giovanni la prima presentazione di

Maria avvenga a una festa di nozze, in un momento di gioia intensa e

partecipata. Se il messaggio di Gesù è un "vangelo", cioè un lieto

annuncio, non poteva esserci momento più significativo per

proclamarlo. Non meraviglia che la prima a capirlo e a viverlo così sia

proprio sua madre. Era abituata a gustare e a condividere la gioia

umana più profonda e autentica (con Elisabetta, con il Magnificat,

con i pastori, con Simeone e Anna) perché viveva vicino alla sorgente

di quella gioia, Gesù.

Chi pensa e vive la propria fede cristiana come un peso schiacciante

e un impegno severo che non lascia spazio a manifestazioni di gioia e

a distrazioni festose, non ha capito il vangelo. La gioia che Dio ci può

dare non conosce tramonto, non teme intrighi, non corre alcun

rischio: è al sicuro. Perché non legata a beni che da un momento

all'altro possono sparire, essere rubati o liquidati, corrotti o appassiti,

bensì prodotta dalla presenza divina, che nessuno e nessuna cosa

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potrà mai toglierci: Egli è sempre e dovunque. E, se lo vogliamo, è

sempre con noi. Né la malattia, né la vecchiaia, né un dolore, né una

disavventura o contrarietà ce lo potrà mai strappare dal cuore. Le

prove potranno farci gemere, potranno anche farci versar delle

lacrime, ma non potranno mai estirpare la gioia che solo Dio può

accendere nel cuore. Potremmo nella vita incontrare dei ricchi

disperati o trovare dei giovani nauseati e dei dotti smarriti, ma non

capiterà mai di incontrare un solo santo malinconico o disperato.

Perché il santo sa che tutto può essergli tolto, che le prove della vita

possono farlo soffrire e anche condurlo alla morte ma mai potrà

essere tolto loro il Signore.

Il volto del cristiano deve essere il riflesso del Dio della gioia. Maria

insegna a tutti a condividere e a comunicare la gioia di vivere. E' la

prima e la più semplice testimonianza del vangelo che il Signore ci

chiede.

SABATO 27 MAGGIO

Una scheggia di preghiera:

TTUU SSEEII UUNN PPAADDRREE BBUUOONNOO,, MMIISSEERRIICCOORRDDIIOOSSOO,, LLEENNTTOO AALLLL‟‟IIRRAA,,

PPIIEENNOO DDII GGRRAAZZIIAA

Tra i santi di oggi ricordiamo: GIULIO, Santo, Martire

Era un soldato accusato per il suo cristianesimo durante la

persecuzione di Diocleziano, subì il martirio a Durostoro nella Mesia

nel 228 o nel 303.

Parola di Dio: At 18,23-28; Sal 46; Gv 16,23b-28

Dal Vangelo secondo Giovanni 16, 23-28.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “In verità, in verità vi dico: se chiederete qualche cosa al Padre nel mio nome, egli ve la darà. Finora non avete chiesto nulla nel mio nome. Chiedete e otterrete, perché la vostra gioia sia piena. Queste cose vi ho dette in similitudini; ma verrà l'ora in cui non vi parlerò più in similitudini, ma apertamente vi parlerò del Padre. In quel giorno chiederete nel mio nome e io non vi dico che pregherò il Padre per voi: IL PADRE STESSO VI AMA, poiché voi mi avete amato, e avete creduto che io sono venuto da Dio. Sono uscito dal Padre e sono venuto nel mondo; ora lascio di nuovo il mondo, e vado al Padre”. Parola del Signore

La grande rivelazione di Gesù è quella di averci fatto scoprire il volto

paterno di Dio. Poi ci ha insegnato anche a pregarlo con il Padre

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nostro. Mi pare però bello pensare che mentre noi lo invochiamo

Padre anche lui che ci ama totalmente dice la preghiera per i figli:

“Figlio mio, che sei in terra preoccupato, solitario e tentato;

conosco bene il tuo nome e lo pronuncio santificandolo, perché ti

amo.

Non sarai mai solo; io abito in te

e assieme spargeremo il regno della vita che ti darò in eredità.

Ho piacere che faccia la mia volontà, infatti io voglio la tua felicità.

Avrai il pane di ogni giorno, non ti preoccupare;

però io ti chiedo di spartirlo con i tuoi fratelli.

Sappi che ti perdono tutti i peccati,

anche prima che tu li commetta,

ma ti chiedo che anche tu perdoni a quelli che ti offendono.

E per non soccombere alla tentazione

afferra con tutta la tua forza la mia mano

e ti libererò dal male, mio povero e caro figlio.”

DOMENICA 28 MAGGIO ASCENSIONE DEL SIGNORE

Una scheggia di preghiera:

TTUU SSEEII SSEEMMPPRREE CCOONN NNOOII,, SSIIGGNNOORREE GGEESSUU‟‟

Tra i santi di oggi ricordiamo: LANFRANCO DI CANTERBURY,

Beato, Vescovo

Nacque a Pavia verso il 1005. Fu magistrato. Traferitosi in

Normandia aprì una scuola di dialettica. Per un voto si fece monaco

nel monastero di Bec. Nel 1070 fu nominato arcivescovo di

Canterbury dove in mezzo a contese si sforzò di fare opera

riformatrice specialmente nei monasteri. Lanfranco morì il 28 maggio

1089

Parola di Dio: At 1,1-11; Sal 46; Ef 4,1-13; Mc 16,15-20

Dal Vangelo secondo Marco 16, 15-20.

In quel tempo, Gesù apparve agli Undici e disse loro: “Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato. E questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno i demoni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano i serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno, imporranno le mani ai malati e questi guariranno”. Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu assunto in cielo e sedette alla destra di

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Dio. ALLORA ESSI PARTIRONO E PREDICARONO DAPPERTUTTO, MENTRE IL SIGNORE OPERAVA INSIEME CON LORO e confermava la parola con i prodigi che l'accompagnavano. Parola del Signore

Gesù torna al Padre ma non lascia i suoi, Egli rimarrà fra noi fino alla

fine dei tempi. Egli continua ad essere presente anche se in modo

diverso da prima e la sua presenza è attiva e operante, infatti anche

oggi il Cristo opera nella Chiesa e con la Chiesa, opera con i cristiani

che si impegnano a vivere il Vangelo, a testimoniarlo e ad

annunciarlo agli altri, opera con tutti gli uomini di buona volontà che

si adoperano per la giustizia, la pace, la fraternità. Gesù risorto e

asceso al cielo rimane anche sempre l‟Emmanuele, il Dio con noi.

Non dimentichiamo mai questa presenza per non perderci d‟animo,

per non scoraggiarci in mezzo alle difficoltà e anche davanti alla

constatazione dei nostri limiti e incapacità. Egli è con noi e opera con

noi e per mezzo nostro. Non possiamo rimanere con gli occhi in alto

in attesa di qualche bel miracolo, al cristiano non è permesso fuggire

ai propri impegni sentendoli faticosi e pesanti. L‟Ascensione di Gesù

non è il termine di una vicenda ma è l‟inizio del cammino della Chiesa

che attende la manifestazione gloriosa del Signore ma intanto lo sa

riconoscere nella sua Parola, nei Sacramenti, nel pane che spezza e

nell‟amore fraterno.

LUNEDI’ 29 MAGGIO

Una scheggia di preghiera:

SSOOLLOO CCOONN TTEE,, GGEESSUU‟‟,, AAVVRREEMMOO LLAA PPAACCEE VVEERRAA,, QQUUEELLLLAA DDEELL CCUUOORREE

Tra i santi di oggi ricordiamo: GERARDESCA, Beata, Mistica

Era nata a Pisa verso il 1210. Si era sposata ma di comune accordo

con il marito decisero di vivere una vita di perfezione. Gerardesca si

ritirò in una cella del monastero di San Savino come oblata ed ebbe

molti doni mistici, visioni e rivelazioni. Morì nel 1269

Parola di Dio: At 19,1-8; Sal 67; Gv 16,29-33

Dal Vangelo secondo Giovanni 16, 29-33.

In quel tempo, i discepoli dissero a Gesù: “Ecco, adesso parli chiaramente e non fai più uso di similitudini. Ora conosciamo che sai tutto e non hai bisogno che alcuno t'interroghi. Per questo crediamo che sei uscito da Dio”. Rispose loro Gesù: “Adesso credete? Ecco, verrà l'ora, anzi è gia venuta, in cui vi disperderete ciascuno per conto

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proprio e mi lascerete solo; ma io non sono solo, perché il Padre è con me. VI HO DETTO QUESTE COSE PERCHÉ ABBIATE PACE in me. Voi avrete tribolazione nel mondo, ma abbiate fiducia; io ho vinto il mondo!”. Parola del Signore

Ci offre le riflessione per oggi Chiara Lubich.

Sai chi sono gli operatori di pace di cui parla Gesù? Non sono quelli

che chiamiamo pacifici, che amano la tranquillità, non sopportano le

dispute e si manifestano per natura loro concilianti, ma spesso

rivelano un recondito desiderio di non essere disturbati, di non volere

noie.

Gli operatori di pace non sono nemmeno quelle brave persone che,

fidandosi di Dio, non reagiscono quando sono provocate o offese.

Gli operatori di pace sono coloro che amano tanto la pace da non

temere di intervenire nei conflitti per procurarla a coloro che sono in

discordia.

Può essere portatore di pace solo chi la possiede in se stesso.

Occorre essere portatore di pace, anzitutto nel proprio

comportamento di ogni istante, vivendo in accordo con Dio e facendo

la sua volontà. Gli operatori di pace si sforzano poi di creare legami,

di stabilire rapporti fra le persone, appianando tensioni, smontando

lo stato di guerra fredda che incontrano in tanti ambienti di famiglia,

di lavoro, di scuola, di sport, fra le nazioni, ecc.

Anche in casa tua, forse, sei al corrente, magari da tutta la vita, che

il papà non rivolge la parola allo zio, da quando una volta hanno

litigato. Così sai che la tua nonna non parla con la signora del piano

di sopra perché fa sempre rumore. Conosci rivalità sul lavoro fra

qualche tuo amico. Sei forse tu stesso in lite con i compagni di

scuola; e i rapporti con i coetanei, che frequentano gli stessi tuoi

sport, non sono sempre esemplari; domina in te il desiderio sfrenato

di essere il primo, di superare l'altro e non sempre per pura

emulazione. La pace è un aspetto caratteristico dei rapporti

tipicamente cristiani che il credente cerca di instaurare con le

persone con le quali sta in contatto o che incontra occasionalmente:

sono rapporti di sincero amore senza falsità né inganno, senza

alcuna forma di implicita violenza o di rivalità o di concorrenza o di

egocentrismo.

Lavorare e stabilire simili rapporti nel mondo è un fatto

rivoluzionario.

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MARTEDI’ 30 MAGGIO

Una scheggia di preghiera:

MMIIOO DDIIOO,, SSOONNOO NNEELL TTUUOO PPEENNSSIIEERROO DDAA SSEEMMPPRREE EE PPEERR SSEEMMPPRREE

Tra i santi di oggi ricordiamo: ANDREA FRANCHI, Beato

Era nato a Pistoia nel 1335. Di nobile famiglia, entrò nei domenicani

nel 1351. Eletto vescovo di Pistoia, continuò a vestire l'abito

domenicano. Nel 1400 rinunciò alla sede ritirandosi in convento dove

morì il 26 maggio 1400.

Parola di Dio: At 20,17-27; Sal 67; Gv 17,1-11

Dal Vangelo secondo Giovanni 17, 1-11.

In quel tempo, Gesù, alzati gli occhi al cielo, disse: “Padre, è giunta l'ora, glorifica il Figlio tuo, perché il Figlio glorifichi te. Poiché tu gli hai dato potere sopra ogni essere umano, perché egli dia la vita eterna a tutti coloro che gli hai dato. Questa è la vita eterna: che conoscano te, l'unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo. Io ti ho glorificato sopra la terra, compiendo l'opera che mi hai dato da fare. E ora, Padre, glorificami davanti a te, con quella gloria che avevo presso di te prima che il mondo fosse. Ho fatto conoscere il tuo nome agli uomini che mi hai dato dal mondo. Erano tuoi e li hai dati a me ed essi hanno osservato la tua parola. Ora essi sanno che tutte le cose che mi hai dato vengono da te, perché le parole che hai dato a me io le ho date a loro; essi le hanno accolte e sanno veramente che sono uscito da te e hanno creduto che tu mi hai mandato. IO PREGO per loro; non prego per il mondo, ma PER COLORO CHE MI HAI DATO, PERCHÉ SONO TUOI. Tutte le cose mie sono tue e tutte le cose tue sono mie, e io sono glorificato in loro. Io non sono più nel mondo; essi invece sono nel mondo, e io vengo a te”. Parola del Signore

Nel Vangelo di Giovanni, alla fine dei discorsi di addio che hanno

riempito l‟Ultima Cena, troviamo che Gesù sente il desiderio di

pregare. Egli ha bisogno di essere in piena comunione con il Padre

per poter aderire totalmente alla sua volontà, ha bisogno di tutta la

forza dello Spirito di Amore per poterci amare fino in fondo donando

la sua vita per noi in mezzo alle sofferenze della passione e della

croce. Ma ci tocca particolarmente questa preghiera di Gesù perché,

in un momento così estremo della sua vita, Lui non si ferma a

chiedere aiuto per se stesso, ma ha nel cuore principalmente noi. Ci

sente come dono del Padre, valiamo il suo sangue prezioso versato

per noi, quindi Gesù prega il Padre per noi.

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Proprio nel momento della sua passione Gesù pensava a me!

Anche oggi, glorificato nel suo cielo, Gesù pensa a me, parla al Padre

di me!

Amico, non temere, il Maestro ti conosce, ti ama ed ha pregato per

te. Dimora nella serenità, il Signore ti conosce e ti ama.

MERCOLEDI’ 31 MAGGIO

Una scheggia di preghiera:

CCOONN TTEE,, MMAARRIIAA,, GGLLOORRIIFFIICCOO IILL SSIIGGNNOORREE::

AANNCCHHEE IINN MMEE HHAA FFAATTTTOO CCOOSSEE GGRRAANNDDII

Tra i santi di oggi ricordiamo: VITALE DI ASSISI,

Santo, Monaco

San Vitale, monaco ed eremita, nacque a Bastia Umbra nel 1295,

dopo aver trascorso la giovinezza compiendo orrendi peccati,

pentitosi, cercò di espiare le colpe commesse recandosi in

pellegrinaggio nei più importanti santuari italiani ed europei.

Trascorse il resto della sua esistenza nell'eremo di Santa Maria di

Viole, presso Assisi, nella più assoluta povertà. Morì il 31 maggio

1370.

Parola di Dio nella festa della visitazione della beata Vergine Maria:

Sof 3,14-18 app. Rm 12,9- 16; Cantico da Cantico 2,8.10-14;

Lc 1,39-56

Dal Vangelo secondo Luca 1, 39-56

In quei giorni, MARIA SI MISE IN VIAGGIO VERSO LA MONTAGNA e raggiunse in fretta una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò nel grembo. Elisabetta fu piena di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: "Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che debbo che la madre del mio Signore venga a me? Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell'adempimento delle parole del Signore". Allora Maria disse: "L'anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l'umiltà della sua serva. D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente e Santo è il suo nome: di generazione in generazione la sua misericordia si stende su quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili;

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ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato a mani vuote i ricchi. Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva promesso ai nostri padri, ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre". Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua. Parola del Signore

Pensando alla festa della Visitazione, alla Madonna in viaggio per

servire, a Lei che porta Gesù nel cuore, quasi come conclusione di

questo mese di maggio vi offro due raccontini presi da un libretto di

Bruno Ferrero.

Una notte ho fatto un sogno splendido. Vidi una strada lunga, una

strada che si snodava dalla terra e saliva su nell'aria, fino a perdersi

tra le nuvole, diretta in cielo. Ma non era una strada comoda, anzi

era una strada piena di ostacoli, cosparsa di chiodi arrugginiti, pietre

taglienti e appuntite, pezzi di vetro. La gente camminava su quella

strada a piedi scalzi. I chiodi si conficcavano nella carne, molti

avevano i piedi sanguinanti. Le persone però non desistevano:

volevano arrivare in cielo. Ma ogni passo costava sofferenza e il

cammino era lento e penoso. Ma poi, nel mio sogno, vidi Gesù che

avanzava. Era anche lui a piedi scalzi. Camminava lentamente, ma in

modo risoluto. E neppure una volta si ferì i piedi. Gesù saliva e

saliva. Finalmente giunse al cielo e là si sedette su un grande trono

dorato. Guardava in giù, verso quelli che si sforzavano di salire. Con

lo sguardo e i gesti li incoraggiava. Subito dopo di lui, avanzava

Maria, la sua mamma.

Maria camminava ancora più veloce di Gesù. Sapete perché? Metteva

i suoi piedi nelle impronte lasciate da Gesù. Così arrivò presto

accanto a suo Figlio, che la fece sedere su una grande poltrona alla

sua destra.

Anche Maria si mise ad incoraggiare quelli che stavano salendo e

invitava anche loro a camminare nelle orme lasciate da Gesù, come

aveva fatto lei. Gli uomini più saggi facevano proprio così e

procedevano spediti verso il cielo. Gli altri si lamentavano per le

ferite, si fermavano spesso, qualche volta desistevano del tutto e si

accasciavano sul bordo della strada sopraffatti dalla tristezza.

Una mattina un professore di cardiologia condusse gli alunni al

laboratorio di anatomia umana dell'Università.

Stavano osservando alcuni organi, quando notarono un cuore

smisuratamente grande.

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Il professore chiese ai ragazzi se sapevano dire a chi fosse

appartenuto, intendendo quale malattia avesse causato la morte di

quella persona.

"Io lo so" disse un ragazzo, in tono molto serio. "Era il cuore di una

madre".

Riflessioni di don Franco Locci

Che si possono trovare anche in internet al seguente sito:

http://spazioinwind.libero.it/schegge

L‟ e-mail di posta elettronica con cui poter comunicare è:

[email protected]

Oppure si può scrivere al seguente indirizzo:

Don Franco Locci Via S. Lorenzo 9/5 10060 NONE (TO)

Stampato in proprio dalla Comunità “Piccola Betania”

Via Pasquero, 8 Vicoforte Fiamenga CN

Tel. 0174/563075 fax 0174/569030 e-mail:

[email protected]

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*Pro-manuscripto*