Cuore Immacolato di Maria, Sacro Cuore, S. Antonio, Gli altri · separarci da Dio, renderci...

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FOGLIO DI INFORMAZIONE INTERPARROCCHIALE PARROCCHIE DI MOGLIANO VENETO www.parrocchiemogliano.it Collaborazione Pastorale di: Cuore Immacolato di Maria, Sacro Cuore, S. Antonio, S.Carlo, S. Elena Imperatrice, S. Marco, S. Maria Assunta, SS. Teonisto e Comp. Martiri nr. 229 Domenica 27 ottobre 2019 In quel tempo, Gesù disse ancora questa parabola per alcuni che avevano l'intima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altri: «Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l'altro pubblicano. Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: “O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adulteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che possiedo” [...]». Una parabola “di battaglia”, in cui Gesù ha l'audacia di denunciare che pregare può essere pericoloso, può perfino separarci da Dio, renderci “atei”, adoratori di un idolo. Il fariseo prega, ma come rivolto a se stesso, dice letteralmente il testo; conosce le regole, inizia con le parole giuste «o Dio ti ringrazio», ma poi sbaglia tutto, non benedice Dio per le sue opere, ma si vanta delle proprie: io prego, io digiuno, io pago, io sono un giusto. Per l'anima bella del fariseo, Dio in fondo non fa niente se non un lavoro da burocrate, da notaio: registra, prende nota e approva. Un muto specchio su cui far rimbalzare la propria arroganza spirituale. Io non sono come gli altri, tutti ladri, corrotti, adulteri, e neppure come questo pubblicano, io sono molto meglio. Offende il mondo nel mentre stesso che crede di pregare. Non si può pregare e disprezzare, benedire il Padre e maledire, dire male dei suoi figli, lodare Dio e accusare i fratelli. Quella preghiera ci farebbe tornare a casa con un peccato in più, anzi confermati e legittimati nel nostro cuore e occhio malati. Invece il pubblicano, grumo di umanità curva in fondo al tempio, fermatosi a distanza, si batteva il petto dicendo: «O Dio, abbi pietà di me peccatore». Una piccola parola cambia tutto e rende vera la preghiera del pubblicano: «tu», «Signore, tu abbi pietà». La parabola ci mostra la grammatica della preghiera. Le regole sono semplici e valgono per tutti. Sono le regole della vita. La prima: se metti al centro l'io, nessuna relazione funziona. Non nella coppia, non con i figli o con gli amici, tantomeno con Dio. Il nostro vivere e il nostro pregare avanzano sulla stessa strada profonda: la ricerca mai arresa di qualcuno (un amore, un sogno o un Dio) così importante che il tu viene prima dell'io. La seconda regola: si prega non per ricevere ma per essere trasformati. Il fariseo non vuole cambiare, non ne ha bisogno, lui è tutto a posto, sono gli altri sbagliati, e forse un po' anche Dio. Il pubblicano invece non è contento della sua vita, e spera e vorrebbe riuscire a cambiarla, magari domani, magari solo un pochino alla volta. E diventa supplica con tutto se stesso, mettendo in campo corpo cuore mani e voce: batte le mani sul cuore e ne fa uscire parole di supplica verso il Dio del cielo (R. Virgili). Il pubblicano tornò a casa perdonato, non perché più onesto o più umile del fariseo (Dio non si merita, neppure con l'umiltà) ma perché si apre – come una porta che si socchiude al sole, come una vela che si inarca al vento – a Dio che entra in lui, con la sua misericordia, questa straordinaria debolezza di Dio che è la sua unica onnipotenza. ( di Ermes Ronchi ) DOMENICA XXX DEL TEMPO ORDINARIO Anno C ( Luca 18, 9-14)

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FOGLIO DI INFORMAZIONE INTERPARROCCHIALE PARROCCHIE DI MOGLIANO VENETO www.parrocchiemogliano.it

Collaborazione Pastorale di: Cuore Immacolato di Maria, Sacro Cuore, S. Antonio, S.Carlo, S. Elena Imperatrice, S. Marco, S. Maria Assunta, SS. Teonisto e Comp. Martiri

nr. 229 Domenica 27 ottobre 2019

In quel tempo, Gesù disse ancora questa parabola per alcuni che avevano l'intima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altri: «Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l'altro pubblicano. Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: “O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adulteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che possiedo” [...]».

Una parabola “di battaglia”, in cui Gesù ha l'audacia di denunciare che pregare può essere pericoloso, può perfino separarci da Dio, renderci “atei”, adoratori di un idolo. Il fariseo prega, ma come rivolto a se stesso, dice letteralmente il testo; conosce le regole, inizia con le parole giuste «o Dio ti ringrazio», ma poi sbaglia tutto, non benedice Dio per le sue opere, ma si vanta delle proprie: io prego, io digiuno, io pago, io sono un giusto. Per l'anima bella del fariseo, Dio in fondo non fa niente se non un lavoro da burocrate, da notaio: registra, prende nota e approva. Un muto specchio su cui far rimbalzare la propria arroganza spirituale. Io non sono come gli altri, tutti ladri, corrotti, adulteri, e neppure come questo pubblicano, io sono molto meglio. Offende il mondo nel mentre stesso che crede di pregare. Non si può pregare e disprezzare, benedire il Padre e maledire, dire male dei suoi figli, lodare Dio e accusare i fratelli. Quella preghiera ci farebbe tornare a casa con un peccato in più, anzi confermati e legittimati nel nostro cuore e occhio malati. Invece il pubblicano, grumo di umanità curva in fondo al tempio, fermatosi a distanza, si batteva il petto dicendo: «O Dio, abbi pietà di me peccatore». Una piccola parola cambia tutto e rende vera la preghiera del pubblicano: «tu», «Signore, tu abbi pietà». La parabola ci mostra la grammatica della preghiera. Le regole

sono semplici e valgono per tutti. Sono le regole della vita. La prima: se metti al centro l'io, nessuna relazione funziona. Non nella coppia, non con i figli o con gli amici, tantomeno con Dio. Il nostro vivere e il nostro pregare avanzano sulla stessa strada profonda: la ricerca mai arresa di qualcuno (un amore, un sogno o un Dio) così importante che il tu viene prima dell'io. La seconda regola: si prega non per ricevere ma per essere trasformati. Il fariseo non vuole cambiare, non ne ha bisogno, lui è tutto a posto, sono gli altri sbagliati, e forse un po' anche Dio. Il pubblicano invece non è contento della sua vita, e spera e vorrebbe riuscire a cambiarla, magari domani, magari solo un pochino alla volta. E diventa supplica con tutto se stesso, mettendo in campo corpo cuore mani e voce: batte le mani sul cuore e ne fa uscire parole di supplica verso il Dio del cielo (R. Virgili). Il pubblicano tornò a casa perdonato, non perché più onesto o più umile del fariseo (Dio non si merita, neppure con l'umiltà) ma perché si apre – come una porta che si socchiude al sole, come una vela che si inarca al vento – a Dio che entra in lui, con la sua misericordia, questa straordinaria debolezza di Dio che è la sua unica onnipotenza. (di Ermes Ronchi )

Io sono ok, tu non sei ok! Come la strega di Biancaneve, tutti noi abbiamo nella nostra casa interiore uno specchio magico al quale chiediamo ogni giorno di confermare l’idea che abbiamo di noi stessi. Gli altri, infatti, con i loro limiti ci infastidiscono, ci irritano. Con i loro giudizi, ci turbano. Improvvisamente ci rendiamo conto che lo specchio che custodiamo non è l’unico. Gli altri, spesso senza volerlo, ci fanno continuamente da specchio mostrandoci quello che non ci piace di noi stessi. In genere quello che non amiamo negli altri evoca qualcosa in noi. Gli altri ci danno fastidio o perché vediamo in loro qualcosa che anche noi siamo, ma che non vogliamo ammettere di essere, o perché hanno qualcosa che non abbiamo, ma che noi vorremmo avere. Quando ti senti infastidito, chiediti sempre cosa stai dicendo a te stesso. Il fariseo di questo testo del Vangelo, per esempio, non sopporta la sua imperfezione. Ha paura di sbagliare. E nel profondo sa di poterlo fare. Per questo motivo sposta la sua imperfezione sugli altri, illudendosi così di allontanarla da se stesso. La consegna agli altri, pensando che così se ne potrà liberare. Ricordati: quello che stai consegnando agli altri, è proprio quello che ti appartiene! La preghiera qui diventa il luogo in cui venir fuori per quello che siamo: dimmi come preghi, e ti dirò chi sei! Il fariseo usa la preghiera proprio come lo specchio magico della strega: per essere confermato nell’immagine positiva di se stesso. Egli esagera quei comportamenti che lo confermano nella sua idea di perfezione, illudendosi così di non vedere il proprio limite. Io: questo è l’unico pronome che ricorre nella sua preghiera. Al contrario, il pubblicano non ha paura di vedere il suo limite e si riconosce peccatore. Ma soprattutto si mette davanti allo sguardo di un altro. Nella sua preghiera si rivolge a un Tu: abbi pietà di me! Ecco cosa vuol dire dunque andarsene riconciliati oppure no: il pubblicano è riconciliato con il suo limite, con la sua imperfezione e con il suo peccato. Proprio perché lo riconosce, può veramente consegnarlo ed esserne liberato. Il fariseo non se ne va riconciliato perché non si è guardato dentro, non ha riconosciuto ciò che veramente si porta dentro, proietta sugli altri ma non si libera dal suo peso, continua a portare con sé la fatica di dover vivere nascondendo ciò che è veramente. La vita del fariseo è una vita non riconciliata. Isolato nel suo Io, il fariseo non troverà mai nessuno con cui condividere la sua paura di non essere perfetto. Da G.Piccolo, www.cajetanusparvus.com, 05/08/2016.

DOMENICA XXX DEL TEMPO ORDINARIO

Anno C

( Luca 18, 9-14)

Sentirsi giusti e disprezzare gli altri: ecco, Gesù, una miscela esplosiva che tiene lontano da Dio e di fatto gli impedisce di cambiarci la vita. Chi può dire, infatti, di non aver bisogno della misericordia di Dio, della sua bontà? Chi può affermare, in tutta onestà, di non essere in debito nei suoi confronti? Chi può essere talmente orgoglioso da considerarsi in credito verso di lui? Cosa può fare, Dio, se uno ha solamente dei meriti da sciorinare al suo cospetto? Certo, le opere devote non mancano, né l’osservanza scrupolosa della legge e neppure l’impegno di fare molto più di quello che la legge richiede… Ma tutto questo è intaccato, deturpato, rovinato in modo implacabile dalla voglia di mettersi addirittura alla pari con Dio e di costituirsi giudice del proprio fratello, un giudice severo che si erge, forte delle sue benemerenze. La sentenza che tu emetti, Gesù, alla fine del racconto della parabola, ci deve indurre tutti ad atteggiamenti diversi. Perché Dio fa misericordia anche ai peccatori più incalliti che riconoscono la loro colpa, ma lascia sprofondare nella loro presunzione quelli che si esaltano ai suoi occhi.

Roberto Laurita

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Sabato 26 Ottobre(Rm 8,1-11; Sal 23; Lc 13,1-9)ore 18.30 Def.ti Olga Boraldo e Giovanni

Cappellesso; def.ti famiglia Silvio Prete; def.ti Luigia Cappellesso e Guerrino; def.ti sac. don Narciso, don Mario, don Giacomo e don Orfeo

Domenica 27 Ottobre - XXX del tempo ordinario(Sir 35,15-17.20-22; Sal 33; 2Tm 4,6-8.16-18; Lc 18,9-14)ore 09.30 Per il popolo

Lunedì 28 Ottobre - Santi SImone e Giuda(Ef 2,19-22; Sal 18; Lc 6,12-19)ore 17.30 NON C’È LA MESSA

Martedì 29 Ottobre(Rm 8,18-25; Sal 125; Lc 13,18-21) ore 17.30 Per i migranti

Mercoledì 30 Ottobre(Rm 8,26-30; Sal 12; Lc 13,22-30)ore 18.30 Per gli ammalati

Giovedì 31 Ottobre(Rm 8,31-39; Sal 108; Lc 13,31-35)ore 17.30 Per le famiglie in difficoltà

Venerdì 1 Novembre - TUTTI I SANTI(Ap 7,2-4.9-14; Sal 23; 1Gv 3,1-3; Mt 5,1-12)ore 09.30 Def.ta Letiziaore 15.00 Liturgia della Parola in cimitero

Sabato 2 Novembre - Comm. di tutti i fedeli defunti(Gb 19,1.23-27; Sal 26; Rm 5,5-11; Gv 6,37-40)ore 18.30 Def.ti Gino Marton (in anniv.) e famigliari

Miatto

Domenica 3 Novembre - XXXI del tempo ordinario(Sap 11,22-12,2; Sal 144; 2Ts 1,11-2,2; Lc 19,1-10)ore 09.30 Def.ti Guerrino, Luigia, Ines Codato e

Attilio, Emilia e familiari Marton; def.ti fam. Sante Codato

ParrocchiaSAN CARLOINTENZIONI DELLA SETTIMANA

ParrocchiaSANT’ELENAINTENZIONI DELLA SETTIMANA

Sabato 26 Ottobre(Rm 8,1-11; Sal 23; Lc 13,1-9)ore 18.30 Def.ti Irma e Andrea Simionato; def.to

Francesco Biadene; def.to Emilio Aceto (nel 10° anniv.); def.ti Emma e Romolo

Domenica 27 Ottobre - XXX del tempo ordinario(Sir 35,15-17.20-22; Sal 33; 2Tm 4,6-8.16-18; Lc 18,9-14)ore 09.00 Def.ti famiglia Peguriore 11.00 Def.to Nerino Vianello e Gabriela; def.ti

Massimino Loss e famigliari; def.ta Maria Tegon e famigliari

Lunedì 28 Ottobre - Santi SImone e Giuda(Ef 2,19-22; Sal 18; Lc 6,12-19)ore 18.30 LITURGIA DELLA PAROLA

Martedì 29 Ottobre(Rm 8,18-25; Sal 125; Lc 13,18-21) ore 19.00 MESSA UNICA A S.M. ASSUNTA

Mercoledì 30 Ottobre(Rm 8,26-30; Sal 12; Lc 13,22-30) ore 18.30 Def.to Ottavio Eula

Giovedì 31 Ottobre(Rm 8,31-39; Sal 108; Lc 13,31-35)ore 09.00 Per le famiglie in difficoltà

Venerdì 1 Novembre - TUTTI I SANTI(Ap 7,2-4.9-14; Sal 23; 1Gv 3,1-3; Mt 5,1-12)ore 09.00 Per i giovani e le vocazioni consacrateore 11.00 Per il popolo

Sabato 2 Novembre - Comm. di tutti i fedeli defunti(Gb 19,1.23-27; Sal 26; Rm 5,5-11; Gv 6,37-40)ore 18.30 Def.ti famiglia Casarin; def.ti Pasquale,

Adele, Pietro e Giancarlo; def.to Aldo Mazzilli; def.ta Palmira Busatto

Domenica 3 Novembre - XXXI del tempo ordinario(Sap 11,22-12,2; Sal 144; 2Ts 1,11-2,2; Lc 19,1-10)ore 09.00 Def.to Mario e famiglia Pavanore 11.00 Per la comunità parrocchiale

SAN CARLO: 041.453102 [email protected]

SEGRETERIA: LUNEDI 9.30-11.30 MARTEDI 9.30-11.30 + 15.00-18.00 MERCOLEDI 9.30-11.30 GIOVEDI 9.30-11.30 + 16.00-18.00 VENERDI 9.30-11.30 SABATO CHIUSO

SANT’ELENA: 041.457383 [email protected]

SEGRETERIA: DA LUNEDI A VENERDI: 9.00-11.30

SEGRETERIAPARROCCHIALE

Don Edoardo è reperibile telefonando al 3408119646. Confessioni: prima o dopo le Messe feriali o previo accordo.

Don Davide è disponibile per incontri e confessioni presso la canonica di Zerman (cell. don Davide 346 783 4766); il Mercoledì a San Carlo (dalle ore 17.00) e il Sabato a Zerman (9.00-12.00).

MESSE ALL’ISTITUTO GRIS- Sabato: ore 16.00 (via Torni);- Domenica: ore 10.00 (Geriatrico).

CONFESSIONI- Ogni sabato, dalle 16.00, un confessore a Santa

Maria Assunta.

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CRESIMANDI 2-3 MEDIA SAN CARLOSabato 26 e domenica 27 ottobre, giornate di ritiro e preparazione alla Cresima (domenica 27 anche per i genitori). La Cresima sarà amministrata da Mons. Giuliano Brugnotto domenica 17 novembre (ore 11.00).

CHIERICHETTI E ANCELLEDI SAN CARLO E DI ZERMANMartedì 29 ottobre, nella chiesa di Santa Maria Assunta, Santa Messa alle ore 19.00 con tutti i chierichetti delle parrocchie di Mogliano; a seguire pizza e giochi in Centro Pastorale. Dare le ultime adesioni entro… oggi (Ivan o Giacomo)!

FESTA DI TUTTI I SANTI E COMMEMORAZIONE DEI DEFUNTICONFESSIONI – Giovedì 31 ottobre In preparazione alla Solennità dei Santi e per accompagnare la preghiera di suffragio invocando l’indulgenza per i defunti:Don Edoardo confessa a San Carlo (dopo la messa delle ore 9.00) e a Santa Maria Assunta (dalle 16.00 alle 18.00).Don Davide confessa a Zerman (presso la sua abitazione).Nota: Giovedì 31 ottobre, a San Carlo, la Messa sarà solo al mattino (ore 9.00, salvo funerali). Una Messa alle ore 19.00 (festiva) sarà a Santa Maria Assunta e alle 18.30 a Sacro Cuore.

CELEBRAZIONIVenerdì 1 novembre – Solennità dei SantiSante Messe a San Carlo (9 e 11) e Zerman (ore 9.30).In cimitero a Zerman: Liturgia della Parola (ore 15.00) e benedizione delle tombe.Sabato 2 novembre – Comm. dei defuntiCimitero a Zerman: preghiera Rosario (ore 10). Cimitero a Mogliano: Santa Messa (ore 15).Nota: Sabato 2 novembre, a San Carlo e a Zerman, la Messa delle ore 18.30 è quella festiva della domenica (3 novembre).

ParrocchiaSANT’ELENA AVVISI

Parrocchie:SANT’ELENASAN CARLO AVVISI COMUNI

ParrocchiaSAN CARLO AVVISI

CASTAGNATA Sabato 9 novembreIl Gruppo Famiglie per l’Oratorio invita tutta la comunità a festeggiare con “Castagne e San Martin” presso il Centro polivalente: ore 17.00 accensione dei fuochi; 18.30 Santa messa (in chiesa); 20.00 pizza, castagne e premiazione dei dolci di San Martino. Premi per tutti e animazione per i bambini (vd. volantino per l’adesione).

FESTA DI SAN CARLO BORROMEO“Carità e profezia” Come è noto, la memoria liturgica di San Carlo è il 4 novembre. Quest’anno però vorremmo celebrarla dedicando due momenti comunitari:

Domenica 3 novembreRipercorrendo il tratto caritativo di San Carlo, padre Giorgio Padovan presiederà alla Messa delle ore 11.00 aiutandoci in una riflessione su “Carità e profezia”. Padre Giorgio, missionario comboniano, segretario del SUAM (Istituti Missionari), di ritorno da Roma per il Sinodo sull’Amazzonia, a conclusione del mese Missionario “Battezzati e inviati” saprà offrire spunti di riflessione e preghiera per la missione della Chiesa e delle nostre comunità!

Domenica 10 novembreUnica Santa Messa alle ore 10.00 e, a seguire, ASSEMBLEA comunitaria.“Carità e profezia” sono stati anche i tratti di don Antonio Pezzuto che ha voluto e avviato questa parrocchia di San Carlo partendo quasi 40 anni fa dalle stanze del nostro attuale Oratorio. Da qualche anno si riscontra l’esigenza di dover affrontare alcuni interventi straordinari proprio alle nostre principali strutture (chiesa e Oratorio). Per quanto riguarda l’Oratorio, oltre al preannunciato adeguamento dei servizi igienici, con i Consigli pastorali (CPP e CPAE) si è valutata l’opportunità e la possibilità di riorganizzare gli spazi esterni rendendoli più accoglienti, volendo anche rilanciare e accompagnare le attività giovanili e per le famiglie (vedi il nuovo slancio dato dal Gruppo Scout e dall’Associazione NOI). Da questa domenica, nella bacheca in fondo alla chiesa, potete prendere visione di quello che è un “progetto complessivo” sugli ambienti dell’Oratorio: vorremmo presentarvi i “primi lavori” da cui iniziare, raccogliendo anche il vostro interesse e consenso, i vostri contributi e la vostra partecipazione… Abbiamo così pensato per domenica 10 novembre, un’unica Santa Messa alle ore 10.00 e, a seguire, una ASSEMBLEA parrocchiale, con tutti voi e quanti riusciamo a coinvolgere. Nel pomeriggio, Festa di San Carlo in Oratorio con “spettacolo” e giochi per bambini e ragazzi, castagnata e lotteria Caritas. Ci sta a cuore migliorare la nostra comunità… ci sta a cuore continuare insieme nella Carità e nella profezia!

PUNTO SOLIDALE & ADOZIONI A VICINANZASABATO 2 E DOMENICA 3 NOVEMBRE Nelle parrocchie di San Carlo e di Sant’Elena, al termine delle messe, si raccoglieranno gli alimenti per il Punto Solidale e i contributi per le Adozioni a vicinanza.

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FOGLIO DI INFORMAZIONE INTERPARROCCHIALE PARROCCHIE DI MOGLIANO VENETO www.parrocchiemogliano.it

Collaborazione Pastorale di: Cuore Immacolato di Maria, Sacro Cuore, S. Antonio, S.Carlo, S. Elena Imperatrice, S. Marco, S. Maria Assunta, SS. Teonisto e Comp. Martiri

nr. 229 Domenica 27 ottobre 2019

In quel tempo, Gesù disse ancora questa parabola per alcuni che avevano l'intima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altri: «Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l'altro pubblicano. Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: “O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adulteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che possiedo” [...]».

Una parabola “di battaglia”, in cui Gesù ha l'audacia di denunciare che pregare può essere pericoloso, può perfino separarci da Dio, renderci “atei”, adoratori di un idolo. Il fariseo prega, ma come rivolto a se stesso, dice letteralmente il testo; conosce le regole, inizia con le parole giuste «o Dio ti ringrazio», ma poi sbaglia tutto, non benedice Dio per le sue opere, ma si vanta delle proprie: io prego, io digiuno, io pago, io sono un giusto. Per l'anima bella del fariseo, Dio in fondo non fa niente se non un lavoro da burocrate, da notaio: registra, prende nota e approva. Un muto specchio su cui far rimbalzare la propria arroganza spirituale. Io non sono come gli altri, tutti ladri, corrotti, adulteri, e neppure come questo pubblicano, io sono molto meglio. Offende il mondo nel mentre stesso che crede di pregare. Non si può pregare e disprezzare, benedire il Padre e maledire, dire male dei suoi figli, lodare Dio e accusare i fratelli. Quella preghiera ci farebbe tornare a casa con un peccato in più, anzi confermati e legittimati nel nostro cuore e occhio malati. Invece il pubblicano, grumo di umanità curva in fondo al tempio, fermatosi a distanza, si batteva il petto dicendo: «O Dio, abbi pietà di me peccatore». Una piccola parola cambia tutto e rende vera la preghiera del pubblicano: «tu», «Signore, tu abbi pietà». La parabola ci mostra la grammatica della preghiera. Le regole

sono semplici e valgono per tutti. Sono le regole della vita. La prima: se metti al centro l'io, nessuna relazione funziona. Non nella coppia, non con i figli o con gli amici, tantomeno con Dio. Il nostro vivere e il nostro pregare avanzano sulla stessa strada profonda: la ricerca mai arresa di qualcuno (un amore, un sogno o un Dio) così importante che il tu viene prima dell'io. La seconda regola: si prega non per ricevere ma per essere trasformati. Il fariseo non vuole cambiare, non ne ha bisogno, lui è tutto a posto, sono gli altri sbagliati, e forse un po' anche Dio. Il pubblicano invece non è contento della sua vita, e spera e vorrebbe riuscire a cambiarla, magari domani, magari solo un pochino alla volta. E diventa supplica con tutto se stesso, mettendo in campo corpo cuore mani e voce: batte le mani sul cuore e ne fa uscire parole di supplica verso il Dio del cielo (R. Virgili). Il pubblicano tornò a casa perdonato, non perché più onesto o più umile del fariseo (Dio non si merita, neppure con l'umiltà) ma perché si apre – come una porta che si socchiude al sole, come una vela che si inarca al vento – a Dio che entra in lui, con la sua misericordia, questa straordinaria debolezza di Dio che è la sua unica onnipotenza. (di Ermes Ronchi )

Io sono ok, tu non sei ok! Come la strega di Biancaneve, tutti noi abbiamo nella nostra casa interiore uno specchio magico al quale chiediamo ogni giorno di confermare l’idea che abbiamo di noi stessi. Gli altri, infatti, con i loro limiti ci infastidiscono, ci irritano. Con i loro giudizi, ci turbano. Improvvisamente ci rendiamo conto che lo specchio che custodiamo non è l’unico. Gli altri, spesso senza volerlo, ci fanno continuamente da specchio mostrandoci quello che non ci piace di noi stessi. In genere quello che non amiamo negli altri evoca qualcosa in noi. Gli altri ci danno fastidio o perché vediamo in loro qualcosa che anche noi siamo, ma che non vogliamo ammettere di essere, o perché hanno qualcosa che non abbiamo, ma che noi vorremmo avere. Quando ti senti infastidito, chiediti sempre cosa stai dicendo a te stesso. Il fariseo di questo testo del Vangelo, per esempio, non sopporta la sua imperfezione. Ha paura di sbagliare. E nel profondo sa di poterlo fare. Per questo motivo sposta la sua imperfezione sugli altri, illudendosi così di allontanarla da se stesso. La consegna agli altri, pensando che così se ne potrà liberare. Ricordati: quello che stai consegnando agli altri, è proprio quello che ti appartiene! La preghiera qui diventa il luogo in cui venir fuori per quello che siamo: dimmi come preghi, e ti dirò chi sei! Il fariseo usa la preghiera proprio come lo specchio magico della strega: per essere confermato nell’immagine positiva di se stesso. Egli esagera quei comportamenti che lo confermano nella sua idea di perfezione, illudendosi così di non vedere il proprio limite. Io: questo è l’unico pronome che ricorre nella sua preghiera. Al contrario, il pubblicano non ha paura di vedere il suo limite e si riconosce peccatore. Ma soprattutto si mette davanti allo sguardo di un altro. Nella sua preghiera si rivolge a un Tu: abbi pietà di me! Ecco cosa vuol dire dunque andarsene riconciliati oppure no: il pubblicano è riconciliato con il suo limite, con la sua imperfezione e con il suo peccato. Proprio perché lo riconosce, può veramente consegnarlo ed esserne liberato. Il fariseo non se ne va riconciliato perché non si è guardato dentro, non ha riconosciuto ciò che veramente si porta dentro, proietta sugli altri ma non si libera dal suo peso, continua a portare con sé la fatica di dover vivere nascondendo ciò che è veramente. La vita del fariseo è una vita non riconciliata. Isolato nel suo Io, il fariseo non troverà mai nessuno con cui condividere la sua paura di non essere perfetto. Da G.Piccolo, www.cajetanusparvus.com, 05/08/2016.

DOMENICA XXX DEL TEMPO ORDINARIO

Anno C

( Luca 18, 9-14)

Sentirsi giusti e disprezzare gli altri: ecco, Gesù, una miscela esplosiva che tiene lontano da Dio e di fatto gli impedisce di cambiarci la vita. Chi può dire, infatti, di non aver bisogno della misericordia di Dio, della sua bontà? Chi può affermare, in tutta onestà, di non essere in debito nei suoi confronti? Chi può essere talmente orgoglioso da considerarsi in credito verso di lui? Cosa può fare, Dio, se uno ha solamente dei meriti da sciorinare al suo cospetto? Certo, le opere devote non mancano, né l’osservanza scrupolosa della legge e neppure l’impegno di fare molto più di quello che la legge richiede… Ma tutto questo è intaccato, deturpato, rovinato in modo implacabile dalla voglia di mettersi addirittura alla pari con Dio e di costituirsi giudice del proprio fratello, un giudice severo che si erge, forte delle sue benemerenze. La sentenza che tu emetti, Gesù, alla fine del racconto della parabola, ci deve indurre tutti ad atteggiamenti diversi. Perché Dio fa misericordia anche ai peccatori più incalliti che riconoscono la loro colpa, ma lascia sprofondare nella loro presunzione quelli che si esaltano ai suoi occhi.

Roberto Laurita

AVVISI INTERPARROCCHIALI

Domenica 27 ottobre, apertura dell’anno pastorale nelle parrocchie.

Martedì 29 ottobre ore 19.00 incontro chierichetti e ancelle della Collaborazione: S.Messa S.M.Assunta con tutti i don e a seguire pizza e giochi.

Giovedì 31 ottobre confessioni per gli adulti della Collaborazione in preparazione alla Solennità di Tutti i Santi e alla giornata di Commemorazione dei defunti: ore 9-12 e 15-18 chiesa di S.M.Assunta; ore 9.30-11.30 chiesa di S.Marco.

Per commemorare i defunti, in cimitero a Mogliano, venerdì 1 novembre ore 15.00 celebrazione liturgica, sabato 2 novembre ore 15.00 S.Messa.

Giovedì 7 novembre ore 20.30 centro pastorale assemblea dei Consigli Pastorali delle parrocchie della Collaborazione.

La Collaborazione di Mogliano organizza una visita ad alcuni detenuti seguiti da don Marco Pozza presso il carcere Due Palazzi di Padova. Chi desidera partecipare deve far avere i suoi dati personali alla segreteria delle parrocchie entro il 10 novembre.

VICARIATO DIOCESI

Domenica 27 ottobre ore 15.30 Treviso San Nicolò, convegno dei ministri straordinari della santa Comunione.

Sabato 9 novembre ore 14.30 Treviso Casa Toniolo, Adulti pieni di tempo. Come dare oggi pienezza al nostro tempo? Convegno adulti AC.

Sabato 9 novembre ore 15.30 Treviso Auditorium Pio X, Mandami la tua posizione: meeting di pastorale giovanile per educatori, animatori e insegnanti. Info e iscrizioni: pastoralegiovanile.it.

Sabato 9 e domenica 10 Treviso, seminario vescovile, weekend animatori ACR e Giovanissimi. Info e iscrizioni online: actreviso.it entro il 4 novembre.

S.TA MARIA ASSUNTA: TEL. 041.5900375 - CELL. 334.2590290SEGRETERIA: ORARIO 11-13 DAL LUNEDÌ AL VENERDÌ[email protected]

SEGRETERIAPARROCCHIALE