di, · 2016-03-01 · 2 iniziata attraverso le fatâwâ dei loro `ulamâ’ fra i qubûriyyûn...

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    di, Shaykh Nâsir ibn Hamad al-Fahd

    (fakkaLlâhu asrahu)

    Nel nome di Allâh, il Compassionevole, il Misericordioso. Tutta la lode appartiene ad Allâh, e possano le preghiere e la pace essere sul Messaggero di Allâh, sulla sua

    famiglia e sui suoi compagni e tutti coloro che lo seguono.

    Per procedere:

    Questo è un breve studio che chiarifica la realtà dello stato Ottomano, che molti tra coloro che sono

    chiamati “pensatori islamici” elogiano e ne parlano in favore, e lo descrivono come l’ultimo dei bastioni di

    al-Islâm, la distruzione del quale ha tolto l'onore dei musulmani.

    Chiarifica anche la realtà della posizione della da`wah di Shaykh Muḥammad ibn `Abd Al-Waḥḥab –

    rahimahullâh – riguardo questo stato.

    Lo abbiamo diviso in due sezioni:

    - Sezione Prima: Riguardo lo stato Ottomano - Sezione Seconda: Riguardo il punto di vista della da`wah dello Shaykh riguardo ad esso.

    In verità, chiunque considera la natura dello stato ottomano, dalla sua origine alla sua caduta, non ha alcun

    dubbio riguardo al suo diretto contributo nella corruzione della `Aqiidah (credo) dei Musulmani, e questo

    diviene chiaro attraverso due questioni:

    - la prima: attraverso il suo spargere e diffondere dello shirk - la seconda: attraverso la sua guerra contro il Tawhiid

    “Coloro che difendono la guerra degli ottomani contro ad-Da'wah as-Salafiyyah proclamano che questa fu

    una guerra politica, ma la realtà non è questa; invece, fu sin dall’inizio una guerra basata sulla `Aqiidah,

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    iniziata attraverso le fatâwâ dei loro `ulamâ’ fra i qubûriyyûn (adoratori di tombe)”. [Si veda Hâshiyat Ibn

    'Âbidîn, 4/262.]

    E lo stato ottomano diffuse lo shirk attraverso il tasawwuf basato sullo shirk che è fondato sull’adorazione

    delle tombe e degli awliyâ’, e questo è un fatto stabilito sul quale nessuno può argomentare, neanche

    coloro che lo difendono. E citerò in quello che segue, alcune prove a riguardo, dagli stessi simpatizzanti

    dello stato ottomano:

    'Abd al-'Azîz ash-Shanâwi disse, a titolo di elogio, nel suo libro “ad-Dawlah al-'Uthmâniyyah: Dawlah

    Islâmiyyah Muftarâ 'Alayhâ (Lo Stato Ottomano: Uno Stato Islamico calunniato) (1/5)” – a titolo di lode:

    “E una delle manifestazioni della direzione religiosa nel sistema dello stato fu l’incoraggiamento al

    tasawwuf fra gli ‘Uthmaniyyûn. E lo stato diede ai mashâykh delle ṭarîqah sufi grande autorità e

    poteri sui loro studenti e seguaci. E queste ṭuruq iniziarono a diffondersi in centro-Asia, poi nella

    maggioranza delle aree dello stato… E lo stato estese una mano d’aiuto finanziario ad alcune delle

    ṭuruq sufi… e alcune delle più importanti furono la ṭarîqah Naqshabandiyyah, Mawlawiyyah,

    Baktâshiyyah e Rifâ'iyyah...”. [Fine citazione]

    E queste ṭuruq sono tutte fondate sull’adorazione delle tombe e degli awliyâ’, e quindi sullo shirk in

    Rubûbiyyah nel quale i mushrikûn arabi confermarono il credo, e il credo dei sufi in "al-ghawth", "al-aqtâb",

    "al-abdâl", e altri che loro pretendono controllino l’universo. Riferendosi a questo, Shaykh al-Islâm [Ibn

    Taymiyyah] ha scritto a proposito della sûfiyyah, e i suoi dibattiti con i seguaci della rifâ’iyyah (al-Fatâwâ,

    volume 11), e riferimenti a quello che Iḥsan Ilâhi Dhahîr ha scritto a proposito della sûfiyyah e di queste

    ṭarîqah e le loro pratiche di shirk, nel suo libro “Dirâsât fit-Tasawwuf (Studi Relativi il Tasawwuf)”, e quello

    che As-Sindi ha scritto nel suo libro “At-Tasawwuf fî Mîzân al-Bahth wat-Tahqîq (Tasawwuf nella Bilancia di

    Indagini e Verifiche)”, e quello che al-Wakîl ha scritto nel suo libro “Hâdhihi Hiyas-Sufiyyah (Questo è il

    Sufismo)”. E una dettagliata descrizione di alcune di queste ṭarîqah seguirà, in shâ’ Allâh.

    E Muḥammad Qutb disse nel suo libro “Wâqi'unâ al-Mu'âsir (La nostra situazione presente)” a pagina 155:

    “Il Sufismo iniziò a diffondersi nella società abbaside, tuttavia rimase un angolo isolato della società.

    Ma nello stato ottomano, e in turchia per esattezza, esso divenne la società stessa, e divenne la

    religione stessa”. [Fine citazione]

    In “al-Mawsu'ah al-Muyassarah fil-Adyân wal-Madhâhib al-Mu'âsirah (Il Compendio Semplificato Delle

    Religioni e Sette Contemporanee)”, pagina 348:

    “Al-Baktâshiyyah: i turchi ottomani erano affiliati a questa ṭarîqah ed essa continua a essere diffusa

    in albania. Essa è più vicina al tasawwuf shiita che al tasawwuf sunnita1… ed essa ebbe grande

    autorità sui regnanti degli ottomani stessi”. [Fine citazione]

    1 Va precisato che tutto ciò che riguarda il tasawwuf è un innovazione e una bid`ah, e non esiste alcun tasawwuf

    sunnita.

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    E nel libro “al-Fikr as-Sufi fi Dhaw' al-Kitâb was-Sunnah (Il Pensiero Sufi nella Luce del Libro e la Sunnah)”, a

    pagina 411:

    “E i sultani ottomani entrarono in competizione uno con l’altro nella costruzione di tekke, zâwiyahs e

    le tombe dei baktâshiyyah. Così, alcuni dei sultani ne furono sostenitori, altri si opposero seguendo

    una differente ṭarîqah”. [Fine citazione]

    Per questa ragione, non è sorprendete che lo shirk e il kufr divennero diffusi, e il Tawhiid iniziò a essere

    abbandonato nelle terre che essi regnarono. E Shaykh Ḥusayn ibn Ghannâm disse descrivendo le loro terre:

    “Molte delle genti nel suo tempo (di Shaykh Muḥammad ibn 'Abd al-Wahhâb) erano sprofondate

    nella sporcizia e macchiati dall’impurità al punto che caddero nello shirk, dopo che la Sunnah fu

    sepolta… Così tornarono ad adorare gli awliyâ’ e i retti, e abbandonarono il Tawhiid e il Diin. Così si

    impegnarono nel cercare aiuto da loro nei tempi di difficoltà, incidenti ed eventi disastrosi e

    correvano da loro per chiedere di adempiere ai loro bisogni e rimuovere le loro difficoltà; fra i vivi

    presso di loro così come fra i morti. E molti credevano che oggetti inanimati potessero portare

    soccorso o causare danno…”

    Poi menziona le forme di shirk che erano esistite nel Najd, Al-Hijâz, Al-`Irâq, Ash-Sham, Egitto e altrove.

    [Fine citazione] [Rawdhat al-Afkâr, p. 5]

    E Imâm Sa`ood ibn `Abd al-`Azîz (1229 Hijri) disse, in una delle sue lettere al governatore ottomano in Iraq,

    descrivendo la condizione del suo stato:

    “Così gli sha’â’ir (simboli) di kufr e shirk in Allâh, questa è la situazione che esiste tra voi. Tali come

    costruire cupole sulle tombe, accendere lampade su di esse, appendere tendaggi su di esse, visitarle in

    modi non legiferati da Allâh e dal Suo Messaggero, celebrare ricorrenze annuali presso di esse e

    chiedere a coloro che sono sepolti in esse di adempiere i bisogni, rimuovere le difficoltà e rispondere

    alle suppliche; tutto questo insieme all’abbandonamento dei doveri obbligatori della Religione che

    Allâh ha ordinato di stabilire, come le cinque Preghiere ed altro. Per chi vuole pregare, prega da solo,

    e chi lascia la Preghiera, non viene fatta obiezione su di lui. E allo stesso modo per la Zakah. E questa

    questione si è diffusa ed è diventata ben conosciuta, e ha riempito le orecchie di molti nelle terre di

    ash-Shâm, al-`Irâq ed Egitto e altrove fra le regioni”. [Ad-Durar as-Saniyyah, 1/382]

    Questa fu, in breve, la situazione dello stato ottomano. Se le citazioni sopra non sono sufficienti a

    convincere una persona di questo, allora non c’è speranza per lui di capire. E per quanto riguarda la

    situazione dei loro sultani – che ho brevemente già menzionato - è di questo tipo. E menzionerò un numero

    di esempi vari di questi sultani, al fine di chiarificare la loro situazione:

    - 1 - Sultano orkhân I (morto nel 761 H.):

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    Fu il secondo sultano di questo stato, dopo suo padre `Uthmân (726 H.). Il suo regno durò 35 anni. E questo

    sultano fu un sufi seguace della ṭarîqah baktâshi. [Vedi Târîkh ad-Dawlah al-'Aliyyah al-'Uthmâniyyah, p. 123; e

    al-Fikr as-Soofi, p. 411; e al-Baktâshiyyah 2

    ]

    E la ṭarîqah baktâshi – che ho già menzionato diverse volte - è una una ṭarîqah sufi, shii`i, bâtini fondata da

    Khankâr Muḥammad Baktâsh al-Khurasâni, che la diffuse in turchia nell’anno 761H. Essa è un misto di

    `aqiidah in wahdat al-wujûd (l’unificazione di tutta l’esistenza, essenzialmente negando la separazione di

    Allâh dalla Sua creazione – quindi kufr), adorazione e deificazione dei mashâykh, `aqiidah dei râfidhah

    riguardo gli imâm, ed esagerano riguardo il Profeta in una maniera tale che li pone fuori da Al-Islâm.

    E da ciò, la formulazione dello studente o murîd quando vuole entrare a far parte di questa ṭarîqah: “Sono

    venuto con desiderio alla porta della Verità come un mendicante, affermando Muḥammad e Haydar (cioè

    `Ali), e cercando il segreto (as-sirr) e al-faydh da entrambi e da az-Zahrâ’ (Fâtimah) e Shubayr e Shabar (al-

    Husain e al-Hasan)”. Poi dice: “E con amore sottometto il mio io come servo della famiglia di al-`Abbâs, e il

    mio rifugio è al-Hâjj Baktâsh, il qutb (centro/fulcro) degli awliyâ’”. E dice al suo shaykh: “Il tuo volto è un

    lume e un faro di guida, il tuo volto è un indicatore della forma della Verità, il tuo volto è il ḥajj e la `Umrah e

    il Ziayârah, il tuo volto è per l’obbediente, la qiblah del comando, il tuo volto è un riassunto del Qur’ân”.

    E la awrâd dei baktâshiyyah sono sulla `aqiidah degli itnâ’ `Ashariyyah râfidhah, ed essi hanno nella loro

    `aqiidah, dai loro bâtini awrad e il modo in cui visitano le tombe per ottenere la loro “accettazione” basata

    sullo shirk, cose che sono troppo orribili da menzionare.” [Vedi nel dettaglio in al-Fikr as-Soofi fi Dhaw' al-Kitâb

    was-Sunnah, p. 409-424]

    - 2- Sultano Muḥammad II (Al-Fâtih) (morto nel 886 H.):

    Fu uno dei più famosi sultani di questo stato e regnò per 31 anni. Dopo aver conquistato Costantinopoli

    nell’857 Hijri, scoprì la locazione della sepoltura di Abu Ayyoob al-Ansari e fece costruire una tomba al di

    sopra, e vicino fece costruire un Masjid. Il Masjid fu decorato con pietre bianche. Fece costruire sulla tomba

    di Abu Ayyûb una cupola. E la consuetudine degli ottomani, nel loro seguire ciecamente i sultani, fu che

    sarebbero venuti in grande processione a questo Masjid quando il nuovo sultano sarebbe entrato in questa

    tomba, e avrebbe ricevuto la spada del Sultano `Uthmân I dallo shaykh della ṭarîqah mawlawi. [Vedi ad-

    Dawlah al-'Uthmâniyyah: Dawlah Islâmiyyah Muftarâ 'Alayhâ, 1/64.]

    E questo sultano fu il primo a gettare le basi del "diritto civile" e "diritto penale". Così sostituì le punizioni

    corporali shar`î che sono narrate nel Libro e nella Sunnah – cioè, dente per dente, occhio per occhio – con

    multe, in una chiara metodologia che era stata completata dal Sultano Sulaymân al-Qânooni.3 [Vedi Târîkh

    ad-Dawlah al-'Aliyyah, p. 177, e Fath al-Qustantîniyyah wa-Muḥammad al-Fâtih, p. 177]

    E ha anche emesso una legge - che ha continuato ad essere attuata dopo di lui – tale che ogni sultano salito

    al potere, poteva uccidere tutti i suoi fratelli, in modo che il trono sarebbe stato assicurato solo a lui. [Vedi

    ad-Dawlah al-'Uthmâniyyah: Dawlah Islâmiyyah...", 1/64]

    2 è scritto anche al-Bakdâshiyyah (co una "dâl" د ) e al-Baktashiyyah (con una "tâ'" ط ). E gli storici hanno parlato di

    questo sultano che ha aiutato il re romano contro il re serbo, perché il re romano promise di dargli sua figlia in matrimonio. Vedi Târîkh ad-Dawlah, page 125. 3 Vedi Târîkh ad-Dawlah al-'Aliyyah, p. 177, e Fath al-Qustantîniyyah wa-Muḥammad al-Fâtih, p. 177

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    Egli cominciò ad applicare questa norma uccidendo il suo infante fratello Aḥmad! [Târîkh ad-Dawlah al-

    'Aliyyah, page 161]

    - 3- Sultan Sulaymân Al-Qanooni (cioè, il legislatore) (morto nel 974 H.):

    Ed è anche uno dei più famosi sultani dello stato ottomano, e il suo regno fu di circa 46 anni. Quando entrò

    a Baghdâd costruì una cupola sopra la tomba di Abû Ḥaniifa. E visitò i luoghi ‘santi’ dei rafidhah in an-Najaf

    e Karbalâ', e ricostruì le strutture che avevano cominciato a deteriorarsi. [Si veda ad-Dawlah al-'Uthmâniyyah:

    Dawlah Islâmiyyah...", 1/25, e Târîkh ad-Dawlah al-'Aliyyah, p. 223.]

    E fu chiamato "Al-Qanooni", perché fu il primo a introdurre le leggi europee sui Musulmani, e farle

    applicare nei tribunali. Inoltre, influenzato dagli ebrei e dai cristiani a farlo. [Si veda Wâqi'unâ al-Mu'âsir, p.

    160, and Târîkh ad-Dawlah al-'Aliyyah, p. 177 e p. 198]

    - 4- Sultan Salîm Khân III (morto nel 974 H.):

    Imâm Sa`ûd ibn `Abd Al-`Azîz disse nella sua lettera al governatore di Baghdâd, che noi precedentemente

    abbiamo menzionato:

    “La vostra situazione, e la situazione dei vostri imaam e dei vostri sultani, testimonia la vostra falsità e le

    vostre menzogne a riguardo (cioè, la pretesa di Al-Islâm). Perché noi abbiamo visto, quando abbiamo

    aperto Al-Hujrah ash-Sharîfah (la stanza del Profeta), su di lui siano le migliori Preghiere e Pace, una lettera

    dal vostro sultano Salîm, inviata attraverso suo cugino al Messaggero di Allâh, chiedendo aiuto da lui e

    invocandolo per concedergli la vittoria sui nemici. E conteneva abbastanza bassezza, umiliazione e

    annientamento da testimoniare la vostra falsità. Comincia:

    ‘Dal tuo piccolo schiavo, Sultan Salîm.’

    Per procedere:

    ‘Yâ Rasûlallâh, abbiamo sperimentato difficoltà e disagio che non siamo in grado di allontanare, e gli

    schiavi della croce hanno preso il sopravvento sugli schiavi di Ar-Raḥmân! Ti chiediamo di concederci

    la vittoria su di loro e di aiutarci contro di loro.’

    Ed ha citato molte parole di questo significato generale. Quindi, guardare a questo enorme shirk e kufr in

    Allâh, l'Unico, l'Onnisciente! Il mushrikîn non avevano chiesto nemmeno questo dai loro idoli al-'Uzza e al-

    Lât, per quando disagio e calamità si fossero abbattute su di loro, hanno usato invocare solo il Creatore di

    tutti gli esseri!” [Fine citazione] [Si veda ad-Durar as-Saniyyah, p. 160, e Târîkh ad-Dawlah al-'Aliyyah, p. 177 e p.

    190]

    - 4- Sultan `Abd Al-Hamîd II (morto nel 1327 H.):

    Questo sultano fu un fanatico sufi della ṭarîqah shâdhili. Qui è una lettera da lui allo shaykh della ṭarîqah

    shâdhili del suo tempo. Egli dice in essa:

    “Tutta la lode appartiene ad Allâh… elevo la richiesta mia allo shaykh della luce della ṭarîqah shâdhili,

    e che versa lo spirito e la vita, lo shaykh della gente della sua era, Shaykh Mahmood Effendi, Abush-

    Shâmât, e bacio le sue due benedette mani, sperando nella sua retta preghiera. Mio signore: Con il

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    tawfîq di Allâh ta'âlâ sto costantemente recitando awraad di Shadhiliyya notte e giorno, e chiedo di

    continuare a essere in costante bisogno delle vostre preghiere.” [Si veda Imâm at-Tawhîd, di Ahmad al-

    Qattân e Muḥammad Zayn, p. 148, e at-Tarîq ilal-Jamâ'ah al-Umm, p. 56, e la sporca rivista de Kuwait Al-`Arabi,

    n. 157-169.]

    E la ṭarîqah Shadhili è una ṭarîqah sufi, basata sull’adorazione di tombe e shirk, piena di sufficienti enormità

    e blasfemie da classificarla tra i kuffâr adoratori di idoli. [Si vedano alcune delle sue forme di shirk, deviazione e

    bid`ah in Dirâsât fit-Tasawwuf, p. 235, e at-Tasawwuf fî Mîzân al-Bahth wat-Tahqîq, p. 327.] In quanto alle storie delle

    relazioni di questo stato con ebrei e cristiani e altri kuffâr nella loro assegnazione di posizioni di potere, aiutarli e

    anche uguagliandoli ai Musulmani, allora sono molti. Si veda, se lo desiderate, in Târîkh ad-Dawlah al-'Aliyyah and ad-

    Dawlah al-'Uthmâniyyah: Dawlah Islâmiyyah... e sarà difficile trovare un solo sultano ottomano la cui vita non

    presenta qualcosa di questo. Si veda, per esempio, la vita di `Abd al-Majîd ibn Maḥmûd, che ha emesso il Decreto

    Gulkhânah nel 1255H anno, in cui dichiarò totale libertà nelle questioni personali e nelle idee, e rese i non-musulmani

    uguali ai Musulmani. Si veda Târîkh ad-Dawlah al-'Aliyyah, p. 455, e al-Islâm wal-Hadhârah al-Gharbiyyah, p. 15.]

    Sezione: Per quanto riguarda la guerra degli ottomani contro il Tawḥiid, questo è ben noto. Perché dichiararono

    guerra contro la da`wah di Shaykh Muḥammad ibn `Abd al-Wahhab - rahimahullah - come è conosciuto.

    "Vobbero spegnere la Luce di Allâh con le loro bocche." E hanno inviato campagna dopo campagna di guerra

    contro la Gente del Tawḥiid, fino a quando non ebbero compito questa guerra con la distruzione di ad-

    Dir`iyah, la capitale di Ad- Da`wah as-Salafiyyah, nel 1233H anno. [Per conoscere alcuni dei loro crimini si veda

    'Unwân al-Majd, 1/157.]

    E gli ottomani, nella loro guerra contro il Tawḥiid, hanno cercato aiuto dai loro fratelli cristiani. Così, uno dei ricercatori in europa ha scoperto documenti di corrispondenza tra Napoleone Bonaparte, il sovrano di

    Francia, e "al-Bâb al-`Âli" ("la Porta Elevata", il titolo dei regnanti ottomani), riguardo la da`wah di Shaykh

    Muḥammad ibn `Abd al-Wahhab, e la necessità di prendere provvedimenti decisivi contro di essa, poiché

    era una minaccia per i loro interessi in Oriente. [L’introduzione di 'Atiyyah Sâlim al libro al-Imâm Muḥammad ibn

    'Abd al-Wahhâb, di Ibn Bâz. E il ricercatore era Aḥmad at-Tawîl, presentando il suo dottorato]

    E durante le guerre degli ottomani contro la Gente del Tawḥiid, furono commesse tali atrocità che rendono

    quelle dei crociati deboli in confronto. Ecco qualche esempio:

    - Lo stato ottomano voleva incitare le sue truppe a uccidere la Gente del Tawḥiid, quindi emise un decreto

    che ogni soldato avrebbe ricevuto una ricompensa per ogni individuo ucciso, e era necessario che il soldato

    provava di averlo ucciso, tagliando le orecchie della sua vittima e inviandole alla capitale al-Astânah

    (Istanbul). Così hanno fatto ad al-Madînah, al-Qunfudhah, al-Qassim, Dharma, e altrove. [Si veda nel dettaglio

    Târîkh al-'Arabiyyah as-Sa'oodiyyah, p. 173, 183, 176, e 184.]

    Per quanto riguarda la loro distruzione di villaggi e città, e anche il loro incendiare i Masajid (Moschee), si

    veda questo in 'Unwân al-Majd, 1/157-219, e anche nel riferimento precedente.

    E tra i loro crimini vi è che hanno preso le donne e i bambini della Gente del Tawḥiid come prigionieri, e

    venduti come schiavi. Al-Jabarti ha detto nel suo Târîkh: "E il mese di Safar è cominciato in un Venerdì

    nell’anno 1235H... e durante, un gruppo di truppe arabe e Maghariba è arrivato, che era stato nella terra di

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    al-Hijâz. E furono accompagnati da color che erano stati catturati dei "Wahhabiyyah", donne, ragazze e

    ragazzi. Sono stati venuti ad al-Hamâyil, e li hanno venduti a chi li comprava, anche se erano Musulmani e

    gente libera." [Fine citazione]. [Târîkh 'Ajâ'ib al-Âthâr, 3/606. Ma attenzione riguardo questo libro, perché al-

    Jabarti, come risulta dal suo Târîkh, era un sufi khalwati che venerava le tombe degli awliyâ', anche i devianti eretici,

    come lo zindîq Ibn 'Arabi]

    E concludo con questo evento che è stato narrato da uno storico russo. Egli ha detto: "Nell’anno 1818 M. -

    cioè 1234H - `Abdullâh (Imâm `Abdullâh ibn Sa`ood ibn `Abd al-`Azîz ibn Muḥammad ibn Sa`ood) fu

    condotto ad al-Astânah (Istanbul), accompagnato da due dei vicini a lui, all'inizio di Kânoon al-Awwal

    (dicembre). E l'ambasciatore russo in al-Astânah diede le seguenti informazioni: “La settimana scorsa, il

    leader dei Wahhabiyya, il suo ministro e il suo Imâm, che erano stati catturati a ad-Diriyah e poi condotti

    alla capitale, sono stati decapitati. Cercando di aggiungere all'impressione della sua vittoria sui peggiori

    nemici delle due città che sono considerate la culla di al-Islâm, il sultano ha ordinato in quel giorno una

    riunione da effettuare nel vecchio palazzo della capitale, e hanno portato al palazzo i tre prigionieri, legati a

    catene pesanti e circondati da folle di spettatori. E dopo le formalità introduttive, il sultano ha ordinato

    l'esecuzione, in modo che il leader è stato decapitato davanti al cancello principale di "Hagia Sofia" e il

    ministro è stato decapitato davanti all’"Entrata Sarây", e il terzo è stato decapitato in uno dei principali

    mercati della capitale. E i loro corpi sono stati messi fuori in mostra con la testa sotto le ascelle, e dopo tre

    giorni sono stati gettati in mare. E sua maestà ha ordinato l'osservanza di una speciale preghiera di

    ringraziamento a Dio per la vittoria delle armate del sultano, e per lo sterminio del gruppo che aveva

    devastato Makkah e al-Madînah, diffondendo la paura nei cuori dei Musulmani e li ha esposti al pericolo".

    [Fine citazione] [Târîkh ad-Dawlah as-Sa'oodiyyah, di Vasiliev, p. 186.]

    Sezione: Così questa è stata la loro inimicizia verso il Tawḥîd e la sua gente, e questa era la loro diffusione dello shirk e del kufr. Così come si può affermare che questo corrotto stato infedele era un "Khilafah

    Islamico"? Che Allâh abbia misericordia di Imâm Sa`ûd ibn `Abd al-`Azîz (morto nel 1229H) quando il

    governatore ottomano di al-`Irâq gli disse: “Perché noi siamo Musulmani nella verità, e questo è ciò su cui

    tutti i nostri Imâm hanno concordato, da tutti e quattro i madhâhib, e i mujahiddûn del Dîn e la Millah.” Così

    l’Imâm rispose: "Abbiamo spiegato dalle Parole di Allâh ta'âlâ, le parole del Suo Messaggero, e le parole dei

    seguaci dei quattro imâm quello che smentisce il vostro debole caso e sconfigge la vostra falsa

    dichiarazione. Poiché non ognuno che fa un proclama, tale è dimostrato dalle sue azioni. E una persona

    povera non diventa ricca semplicemente dicendo: "un migliaio di dinari"; e una lingua non brucia

    semplicemente dicendo: "fuoco". Perché, in verità, gli Ebrei, i nemici del Messaggero di Allâh saws hanno

    detto al Messaggero di Allâh, quando lui li ha chiamati all’Islâm: “noi siamo Musulmani!” E i cristiani hanno

    detto similmente a riguardo. E così Fir`awn ha detto alla sua gente: “E vi mostro nient’altro che quello che

    vedo essere corretto, e vi guido a nient’altro che la via della correttezza.” Eppure mentì, e pronunciò falsità”.

    [Fine citazione] [Ad-Durar as-Saniyyah, 1/391.]

    E allo stesso modo, chi sostiene che lo stato ottomano era uno stato Musulmano, allora ha detto una

    menzogna e una falsità, e la più grande falsificazione a questo proposito è che si trattava di un Khilafah

    Islamico! [Il fatto è che lo stato ottomano era uno stato kâfir non necessita di takfîr di ognuno, e i due figli di Shaykh

    Muḥammad ibn `Abd al-Wahhâb (Husayn and `Abdullâh) – rahimahumullâhu ta'âlâ – dissero: “Può essere che questo

    villaggio è nel kufr, e la sua gente sono kuffâr la cui sentenza è quella sui kuffâr, ma non è giudicato che ogni singolo

    individuo di loro sia un kâfir, poiché è possibile che tra loro vi siano coloro che appartengono all'Islâm che sono stati

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    scusati dal compiere hijrah, o chi ha mostrato apertamente la sua religione, e ancora i Musulmani non lo conoscono.”

    Majmoo'at al-Masâ'il, 1/44.]

    E sappiate, fratelli miei, che nessuno sostiene che lo stato ottomano fosse uno stato Islamico a parte una di

    queste due persone: (a) In entrambi i casi un deviato sviato che considera che lo shirk sia al-Islâm. (b) O una

    persona ignorante della condizione di questo stato.

    Per quanto riguarda colui che capisce il Tawḥîd, e che capisce che cosa fu questo stato, e ha ancora dubbi in

    merito alla sua vicenda, tale allora è in una posizione molto pericolosa, wAllâhul-musta'ân (e da parte di

    Allâh è richiesta tutto l'aiuto).

    ḥ `

    Una delle incomprensioni che spesso è sollevata riguardo la da`wah di Shaykh Muḥammad ibn 'Abd al-

    Wahhab - rahimahuLlah Ta'ala - è che egli si levò contro il khilâfah ottomano, e divise i Musulmani.

    Molti `ulamâ' che hanno difeso la da`wah dello Shaykh hanno cercato di rispondere a questa idea sbagliata,

    ma il massimo che potevano dire era: "Il Najd è stato, fin dall'inizio, indipendente dallo stato ottomano,

    quindi per questo motivo l’avvento dello Shaykh non era una rivolta contro di esso". [Si veda Da'âwâ al-

    Munâwi'în, 233-240.]

    E la realtà è che quest’affermazione non è corretta, per tre motivi:

    Primo: lo stato ottomano aveva dominio nominale sul Najd, poiché governava su al-Hijâz, al-Yemen, al-

    Ahsâ', al-`Irâq e ash-Shâm, e le tasse degli emiri del Najd giungevano allo stato attraverso alcuni di questi

    paesi. [Vedi ad-Dawlah al-'Uthmâniyyah... 1/20, e 'Unwân al-Majd, 1/97]

    Secondo: anche se dovessimo ritenere che il Najd era indipendente, la da`wah dello Shaykh aveva

    raggiunto al-Hijaz, al-Yemen, al-Ahsâ ', al-Khalîj, e le zone periferiche di al-`Irâq e ash-Shâm. Hanno

    attaccato Karbalâ' e assediato Dimashq, e tutti questi erano indiscutibilmente sotto il controllo dello stato

    ottomano.

    Terzo: i detti degli Imâm della Da`wah - rahimahumuLlah - sono d'accordo che lo stato ottomano era Dâr

    Harb (in stato di guerra con i Musulmani), ad eccezione di coloro che hanno risposto alla da`wah del

    Tawḥîd, come vedremo più avanti, in Shâ’ Allâh Ta'âlâ.

    Perché la da`wah dello Shaykh - rahimahuLlah - è stata la da`wah al puro Tawḥîd e la guerra contro lo shirk

    e la sua gente. E uno dei più grandi difensori dello shirk a quel tempo era lo stato ottomano. Così la da`wah

    era un atto di guerra contro di esso. E riporterò, nel seguito, varie citazioni dagli Imâm della da`wah e i loro

    seguitori, che chiariscono il loro punto di vista riguardo a questo stato:

    Imâm Sa`ûd ibn `Abd Al-`Azîz – ra – [1229H]:

  • 9

    Ho già riportato alcune citazioni da lui per quanto riguarda la condizione di questo stato. Qui vi sono delle

    sue dichiarazioni nella lettera che inviò al governatore di Baghdâd:

    “E per quanto riguarda il vostro dire:

    ‘Come si può così arditamente e incautamente suscitare fitnah facendo takfîr dei Musulmani e la

    gente della Qiblah, e la lotta contro un popolo che crede in Allâh e nell'Ultimo Giorno...?’

    “Così noi diciamo:

    ‘Abbiamo già detto che noi non facciamo takfîr a causa dei peccati, ma piuttosto lottiamo solo contro

    coloro che hanno commesso shirk contro Allâh e hanno attribuito associati ad Allâh, invocandoli

    come invocano Allâh, macellando per loro come macellano per Lui, giurando su di loro come giurano

    su Allâh, temendoli come temono Allâh, invocando il loro soccorso nelle difficoltà e per ottenere il

    bene, e combattendo per difendere gli idoli e le cupole costruite sulle tombe che sono state prese

    come idoli adorati oltre ad Allâh. Quindi, se siete sinceri nella vostra affermazione, che voi siete sulla

    Millah di Ibrâhîm e state seguendo il Messaggero (sallAllâhu 'alayhi wa-sallam), allora demolite

    quegli idoli, tutti, e livellateli al suolo. E pentitevi ad Allâh per tutto lo shirk e la bid`ah.”

    Quindi disse:

    “O, se vi ostinate in questa vostra condizione, e non vi convertite dallo shirk su cui siete e osservate

    correttamente la religione di Allâh con cui Egli ha inviato il Suo Messaggero, lasciando lo shirk, la

    bid'ah e le superstizioni, allora noi non smetteremo di combattervi fino a quando sarete tornati alla

    corretta Religione di Allâh.” [Ad-Durar as-Saniyyah, 7/397.]

    Shaykh Sulaymân ibn `Abdillâh ibn ash-Shaykh – rahimahuLlâh – (morto nel 1233H):

    Quando i turchi invasero la terra del Tawḥîd, Shaykh Sulaymân ibn `Abdillâh scrisse un libro intitolato

    ad-Dala'il (le prove), per quanto riguarda l'apostasia e il kufr di chi li avesse aiutati e si fosse schierato

    con loro, anche se non era sulla loro religione di shirk. E ha citato in esso più di venti prove di questo,

    e ha fatto riferimento all'esercito invasore come "le truppe delle cupole e dello shirk". [Ad-Durar as-

    Saniyyah, 7/57-69]

    Shaykh `Abd al-Latîf ibn `Abd ar-Raḥmân ibn Ḥasan – rahimahuLlâh (morto nel 1293H):

    In una sua lettera a Shaykh Ḥamad ibn `Atiq - rahimahuLlah - per quanto riguarda il caso di `AbduLlâh ibn

    Faysal, l'Imâm in quel momento, in cerca di aiuto da parte degli ottomani contro il fratello Sa`ûd ibn Faysal,

    quando quest'ultimo lo sconfisse nella battaglia di Joodah durante gli eventi attorno all’anno 1289H, ha

    detto:

    "E `AbduLlah aveva una legittimità e bay`ah in generale, ma in seguito ho scoperto che aveva una

    corrispondenza con lo stato kafir (cioè, lo stato ottomano), ha cercato aiuto da esso e lo ha portato

    nelle terre dei Musulmani. Così è diventato come quello di cui si dice [poesia]:

    ‘E colui che cerca la protezione con ‘Amr nella sua difficoltà, è come colui che cerca la

    protezione con il fuoco dal calore ardente.’

    “Così ho parlato con lui verbalmente, opponendomi alla sua azione e dichiarando la mia dissociazione

    da esso, e ho parlato con durezza a lui, dicendogli che questa è la distruzione dei fondamenti di al-

  • 10

    Islâm e lo sradicamento delle sue basi, e che è stato questo e quello ed altro... i dettagli della quale

    conversazione non mi ricordo in questo momento, così ha espresso pentimento e rimpianto, e ha reso

    molto istighfâr. E ho scritto, sotto sua dettatura al governatore di Baghdad:

    ‘Allâh è sufficiente, reso facile e organizzato per gli abitanti del Najd e i beduini quello che ha

    compiuto il nostro bisogno, in Shâ' Allâh. Quindi non abbiamo più bisogno dell'esercito dello

    Stato’,

    e parole in tal senso. E ritengo che abbia inviato la lettera e si sia dissociato da quello che era

    accaduto, e si trattò di una lunga lettera." [Fine citazione] [Ad-Durar as-Saniyyah, 7/184, e Tadhkirat Ulin-

    Nuhâ wal-'Irfân, eventi dell’anno 1289H, dal primo volume.]

    E disse in un'altra lettera a uno degli studenti di conoscenza per quanto riguarda la stessa vicenda:

    “In quanto a Imâm `AbduLlâh ibn Faysal, allora l'ho consigliato, come ho già detto, con consigli molto

    duri. E gli ho ricordato nel consiglio delle âyât di Allâh e il suo diritto, e l'obbligo di preferire il suo

    compiacimento, e tenersi lontano dai nemici della Sua religione, la gente di ta`dîl (negazione della

    Sharî`ah ), shirk, e chiaro kufr. E ha espresso il pentimento e rimpianto..." [Fine citazione] [Majmoo'at ar-

    Rasâ'il, 2/69]

    E ha detto per quanto riguarda l'ingresso degli ottomani alla penisola nell’anno 1298H:

    "Quindi, chiunque capisce questo principio fondamentale – cioè il Tawḥîd - capirà il danno della fitnah

    che è in corso in questi tempi per quanto riguarda gli eserciti turchi. E capirà che essa (cioè la fitnah)

    torna a questo principio, infrangendolo e demolendolo e cancellandolo assolutamente. E conduce al

    predominio dello shirk e ta'dîl, e l'innalzamento delle sue bandiere di kufr.” [Ad-Durar as-Saniyyah,

    7/148-152.]

    E ha detto in un poema sulla sua relazione:

    Ed il leader della gente ha portato ai turchi uno stato

    nel quale hanno commesso contro la Millah di al-Islâm, il più grande reato

    E contiene:

    E hanno viaggiato verso il popolo dello shirk e a loro si sono sottomessi.

    E vennero a loro ogni calunniatore e ogni mago.

    E contiene:

    E il potere è andato alla gente dello shirk e della negazione,

    e da loro è stato decretato il mercato del male e della distruzione.

    Ed i luoghi per la sodomia e viltà tra loro sono ritornati,

    che sono frequentati da ogni immorale.

    E l'unità della religione è stata distrutta, e la sua fune tagliata,

    ed è divenuta perduta tra le fila dei soldati.

    E contiene:

    E avete reso alleanza con la gente del Fuoco, nella vostra stupidità,

    e siete divenuti il primo kâfir per la religione di Allâh.

  • 11

    Quindi domanda all'abitante di al-Ahsâ', sei un credente

    in questo e cosa è contenuto nei libri autentici?

    [Ad-Durar as-Saniyyah, 7/187-191, e Tadhkirat Ulin-Nuhâ... 1/198-202. E ha fatto particolare menzione di al-Ahsâ’ qui

    perché gli ottomani, dopo che Imâm `AbduLlâh richiese aiuto a loro, entrarono ad al-Ahsâ’. Vedi i dettagli di questo

    negli eventi dell’anno 1289H, da Tadhkirat Ulin-Nuhâ 1/197, dalla sua formulazione: “La menzione di ciò che è

    avvenuto e si è svolto con l'arrivo dei "soldati ottomani e le truppe turche”]

    E ha detto in un altro poema:

    Quando gli eserciti della deviazione apparvero,

    per annientare la terra della guida e delle leggi del bene,

    un popolo intossicato, il loro compagno non si sarebbe svegliato,

    mai, e sarebbe finito nella perdizione,

    un popolo, li vedi correre ad ogni raduno

    in cui è rovina e ad ogni kufr è intimo,

    invero, nel quale le leggi dei nasara sono eseguite

    senza alcun testo che dal Qur’ân sia venuto

    così guarda ai fiumi di kufr che sono sgorgati,

    loro si sono scontrati con la Sharî`ah di Ar-Raḥmân.

    [Ad-Durar 192-194, at-Tadhkirah 1/203-206. E la cosa sorprendente è che questa è la descrizione delle "truppe

    ottomane nell’anno 1289H e nel Tarîkh di al-Jabarti vi è una descrizione identica delle truppe che sono entrate nella

    penisola intorno all’anno 1226H, come dice nel suo Târîkh (3/341): "E alcuni dei loro, di alto rango, che chiamano per

    la giustizia e la pietà mi ha detto: Come faremo a ottenere la vittoria quando la maggior parte dei nostri soldati non

    sono nella Millah, e tra loro ci sono quelli che non praticano la Religione? E casse di bevande inebrianti sono state

    portate con noi, e mai sentireste nelle nostre file l’Adhan essere chiamato, né essere stabilita la Salah obbligatoria tra

    loro, e non hanno dato alcuna preoccupazione a tutti i simboli della Religione, ecc ..." Fine citazione.]

    Shaykh Hamad ibn `Atîq – rahimahuLlâhu ta`âlâ – (morto nel 1301H):

    Egli - rahimahuLlahu ta'ala - fu uno dei più duri degli `ulamâ' nella sua posizione riguardo questo stato. Si

    vedano le lettere scritte tra lui e Shaykh `Abd al-Latîf ibn `Abdur-Raḥmân ibn Ḥassân nel settimo e ottavo

    volume di ad-Durar as-Saniyyah, e ho citato alcuni di loro. E quando gli eserciti dei kuffâr ottomani

    entrarono nella penisola araba, alcuni dei traditori e deviati dei beduini sono entrati nei loro ranghi. Così

    come Shaykh Sulaymân ibn `AbdiLlâh – rahimahuLlah ta'âlâ - scrisse il libro ad-Dalâ'il, quando gli ottomani

    entrarono nella penisola nel suo tempo, riguardo la sentenza di assisterli, allo stesso modo lo Shaykh

    Ḥamad - rahimahuLlâhu ta'âlâ - scrisse un libro intitolato Sabîl un-Najâh wal-Fikâk min Muwâlât al-

    Murtaddîn wal-Atrâk (la via della salvezza e liberazione contro l’alleanza con gli apostati e i turchi), per

    quanto riguarda il takfîr di chi aiuta questi eserciti che sono stati chiamati "Islamici"!! [Questo libro è ben

    conosciuto con il nome di Sabîl un-Najâh wal-Fikâk min Muwâlât al-Murtadîn wa-Ahl al-Ishrak (la via della salvezza e

    liberazione dall'alleanza con gli apostati e il popolo dello Shirk) invece di Wal-Atrâk (e i turchi), e il nome corretto è

    quella che abbiamo indicato per le seguenti ragioni: (a) La copia scritta originale era di questo documento, e fu dal

    tempo dello Shaykh. Vedere Sabîl un-Najâh con la redazione di al-Faryan, pagina 12. (b) Lo Shaykh stesso ha parlato di

    questo documento nella khutbah introduttiva del suo libro Sabîl an-Najâh, pagina 24. (c) Il tempo della scrittura del

    libroe anche il suo contenuto puntano a questo titolo, come a pagina 35: "O voi che credete! Non prendere gli ebrei e

    nasara come awliyâ'..." E allo stesso modo chi si allea con i turchi diventa uno dei turchi". E Allâh sa meglio]

  • 12

    Shaykh `AbduLlâh ibn `Abd al-Latîf – ra – (morto nel 1339H):

    A lui –ra- fu chiesto di coloro che non fanno takfîr dello stato – cioè, lo stato ottomano – e colui che li porta

    a combattere contro i Musulmani, e ha scelto la loro wilâyah (autorità) e che fosse obbligatorio compiere il

    Jihâd al loro fianco, e riguardo un altro che non ha quest’opinione ma, anzi, dicesse che lo stato e quelli che

    lo supportano siano Musulmani trasgressori (bughât), e non è lecito trattare con loro eccetto nel modo in

    cui i Musulmani trasgressori sono tratti, e che quello che fu preso come bottino di guerra dai beduini era

    ḥarâm. Così rispose: “Chiunque non conosce il kufr dello stato, e non fa differenza tra loro e i Musulmani

    trasgressori, allora non conosce il significato di “Lâ ilâha illa-Allâh. Così se crede, insieme a questo, che lo

    stato (ottomano) sia Musulmano, allora questo è anche peggio e più grave, perché dubita del kufr di colui

    che ha commesso kufr in Allâh e shirk contro di Lui. E chiunque li ha sostenuti e aiutati contro i Musulmani,

    con qualsiasi forma di aiuto, allora questa è chiara apostasia (riddah).” [Fine citazione] [Ad-Durar as-

    Saniyyah, 8/242.]

    Shaykh Sulaymân ibn Sahmân – ra – (morto nel 1349H):

    Egli –ra- ha detto in uno dei suoi poemi:

    E ciò che è detto della descrizione dei turchi riguardo il loro kufr, dunque è vero, perché loro sono il più

    miscredente dei popoli (akfar an-nâs) nelle religioni.

    E la loro inimicizia verso i Musulmani e il loro male, cresce e si alimenta nella deviazione, più delle

    altre sette. E chiunque prende i kâfirûn come awliyâ’ dunque è come loro, e non c’è dubbio riguardo il

    suo takfîr per chiunque possiede intelletto. [Dîwân ibn Sahmân, page 191]

    Shaykh `AbduLlâh ibn Muḥammad ibn Salîm – ra – (morto nel 1351H):

    Lo shaykh –ra- era seduto, un pomeriggio, nell’angolo di al-Masjid al-Jâmi`, attendendo la preghiera del

    Maghrîb e nella prima fila c’erano uomini che non sapevano che lo Shaykh era lì presente. Così uno di loro

    disse al suo compagno: “Ed è giunto a noi che lo stato ottomano ha predominato, e che le sue bandiere

    sono diventate vittoriose!” E proseguì elogiandoli. Così lo shaykh prego con lui e dopo la ṣalâh fece un

    sermone toccante, e continuò a rimproverare gli ottomani e rimproverare quelli che li amavano e li

    elogiavano [dicendo]: “Chi ha detto quello che ha detto, deve rimpiangere quello che ha detto e pentirsi per

    questo! Che religione vi è per chi ama il kuffâr ed è felice con il loro predominio e il loro avanzamento?! Se il

    Musulmano non fa unione con i Musulmani, allora con chi egli sarà unito?" [Tadhkirat Ulin-Nuhâ, 3/275]

    Shaykh Husayn ibn `Alî ibn Nufaysah [uno dei contemporanei di Shaykh Sulaymân ibn Sahmân] ha detto in

    uno dei suoi poemi:

    Così, O stato dei turchi, possa il vostro potere mai tornare

    a noi, e alle nostre terre, possiate mai ritornare,

    voi avete preso potere, e opposto la via del nostro Profeta,

    e i mali e gl’intossicanti avete autorizzato.

    Avete preso i simboli dei mushrikûn come vostri simboli,

    così siete stati più veloci di quanto furono loro a commettere shirk.

    avete dato alla religione dei nasara preminenza,

  • 13

    così vete trasportato impurità su grande impurità.

    Quindi lontano da voi, senza voi, sconfitta su di voi

    e chiunque vi ama ed è incline verso voi.

    [Tadhkirat Ulin-Nuhâ, 2/149. E in un poema di Ṣâliḥ ibn Salîm, in memoria di Ibn Saḥmân:

    Ed egli ha chiarito in esso la sentenza sui turchi e il loro kufr e la sentenza di amicizia e alleanza con lo stato. (Tadhkirat Ulin-Nuhâ, 3/254.)] E Ab dar-Raḥmân ibn `Abd al-Latîf ibn `AbdiLlâh ibn `Abd al-Latîf Âl ash-Shaykh ha detto:

    “Ed è noto che lo stato turco fu un adorateore di idoli, la cui religione era lo shirk e la bid`ah e che

    usava difendere queste cose.” [Fine citazione] [`Ulamâ' ad-Da'wah, scritto da lui, p. 56]

    Sezione: è chiaro da ciò che ha preceduto che gli Imâm della da`wah videro il kufr dello stato ottomano, e che era un dâr al harb; e questa è una questione esplicita e chiara – mi riferisco al kufr dello stato ottomano

    – e non credo che coloro che avranno letto o sentito della loro condizione di shirk, o che hanno già letto

    quello che gli Imâm della da`wah hanno detto riguardo il loro punto di vista su questo stato, continuerà ad

    avere qualche dubbio su di loro.

    In caso contrario, una delle seguenti tre si addice per lui. (Poiché) O egli:

    a) accusa gli Imâm della da`wah di ignoranza, o

    b) considera il Tawḥîd una materia secondaria, o

    c) è un testardo rifiutatore.

    Chiediamo ad Allâh di concederci la sincerità e la conformità nella nostra conoscenza e azioni, e che Allâh

    benedica e conceda la pace al nostro Profeta Muḥammad, la sua famiglia e tutti i suoi Compagni.

    __________________ "Umiliati, sarai come una stella scintillante per l’osservatore sulla superficie dell'acqua, anche se è elevata".