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Redazione sportiva Racing Team Napoli - Via Ferrandina, 10 - Tel. 081.42.21.50 [email protected]

Salone di GinevraLa kermesse svizzera fra storia ed ecologia 7Salone di GinevraAnteprime mondiali vallette della regina Peugeot 308 12Salone di GinevraIl Padiglione 3 fa emozionare gli amanti della 24 ore di Le Mans 18Prova su strada > Ford Focus Wagon Ecoboost:“Mille” ragioni per sceglierla! 22Novità Auto > Nuova MINI Aumenta il piacere di guida “premium” 27Eventi New Scuderia Vesuvio una rentrée... a tutto gas 30Viaggiare Alla scoperta delle Asturie 34Rassegna di attrezzature per la fotografia e il videoPhoto Video Show alla Mostra d’Oltremare 38Alimentazione Il tartufo 46

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Vespa PrimaveraIl ritorno del mito 50Benetti Classic Supreme 132 Petrus II Evoluzione estrema 59Associazione “Un Ponte nel Vento”Allegra con brio, vela e impegno sociale 65Tappa a Napoli di tre corvette della “Scuola Comando Navale”La formazione dei comandanti della Marina Militare 70Azimut Grande 120SLPronto al varo la terza unità della rinnovata collezione 76

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Salone di Ginevra

La kermesse svizzerafra storia ed ecologia

Sempre affascinante il Geneva International Motor Show, giunto alla sua 84esima edizione, svoltasi dal 6 al 16 marzo. Cresciuto in dimensioni, con un’attenzione più mirata nei riguardi della mobilità elettrica, la manifestazione elvetica ha nuovamente offerto una straordinaria visione dell’auto di oggi ma anche le premesse delle “quattro ruote” che verranno

L’elezione dell’auto dell’anno, 65 conferenze stampa, una miriade di anteprime mondiali e concept particolarmen-te interessanti, ed un occhio allo sport automobilistico, alla sua storia: questo è il Salone Internazionale di Gine-

vra giunto alla 84esima edizione. Ed in perfetta forma.

La kermesse elvetica non perde smalto, anzi conquista ancora spazi con ben 250 espositori distribuiti su 110.000 metri qua-drati. Fra loro alcuni esordi come quello di Zenvo Automotive ed Ermini Automobili fra i costruttori, Kasslen e Nimrod fra i preparatori oltre all’Università di Helsinki e il gruppo AKKA che hanno svelato i loro studi sulla mobilità elettrica.

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Una pista di prova per piccoli veicoli elettrici è stata disposta su una superficie di 870 me-tri quadrati nel Padiglione 1, al centro del Pala Expò, ed i visitatori hanno avuto la possibilità di conoscere le particolarità e il funzionamento di questi veicoli. C’è stata la possibilità di te-stare l’accelerazione, il comfort e il silenzio di queste city car messe a disposizione da BMW, Citroen, Mitsubishi e Renault.

Fra le iniziative, è stato divulgato un opuscolo prodotto da Motor Show e SuisseEnergie in cui sono stati presentati tutti i veicoli economici ed ecologici che emettono non più di 95 grammi di CO2 per chilometro.

Infine, nei 1.800 metri quadrati del Padiglione 3, si sono potute ammirare 20 vetture che riper-corrono la storia di 90 anni della 24 ore di Le Mans, in una mostra retrospettiva realizzata in collaborazione con l’ Automobil Club de l’ Ou-est ( AOC) e il supporto del cronometrista Rolex.

Ilio Ascione


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Pieno di novità all’84esimo Salone di Gine-vra, capace come pochi di regalare agli ap-passionati sensazioni forti. Auto da sogno, ma non solo, affollano i padiglioni del Palex-

po elvetico, senza remore in un campo considerato neutro dai grandi costruttori.

Anteprime mondiali vallettedella regina Peugeot 308

La media francese eletta “Auto dell’anno 2014” esattamente alla vigilia dell’apertura dell’Expò svizzero che ha messo in vetrina tante novità ma non solo dream car, benché la rassegna elvetica resti il luogo migliore per...sognare

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Salone di Ginevra

Anteprime mondiali vallettedella regina Peugeot 308

Peugeot 308

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L’AMG presenta la S65: l’ammiraglia nasconde sotto il cofano un biturbo da 630 cavalli e 1000 Nm di coppia controllati da una sofisticata elet-tronica. L’Audi presenta la terza serie della TT: è un’auto completamente nuova, con un estetica al passo dei tempi e tecnologia rinnovata che verrà divulgata a partire da questa estate.

Pieno di personalità allo stand Ferrari dove Montezemolo scopre la California T: 145 caval-li litro per la nuova nata che raggiunge 560 ca-valli con una coppia di 750 Nm grazie al turbo che quest’anno è ritornato anche in Formula 1.

La Jaguar cerca nuovi spazi e lo fa con la XFR SportBrake, una vettura che punta a levare il monopolio tedesco in questo segmento: 550 cavalli 670 Nm di coppia, 300 Km/h ed accele-razione da 0 a 100 in soli 4,8 secondi.Ferrari California

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La Koenigsegg presenta la One 1 e dimenticate le Agera: la nuova nata svedese ha oltre 1300 cavalli e raggiunge i 400 Km/h in soli 20 secon-di. La velocità massima? Non è stata ancora dichiarata.

La Maserati punta sull’eleganza italiana pro-ponendo la serie limitata griffata Ermenegildo Zegna della Quattroporte: un matrimonio di gran classe per una vettura che ha saputo con-quistare un grande spazio.

I cinesi continuano a crescere ed il marchio Qoros propone la 3 Hatch: la versione a coda tronca sembra più idonea al mercato europeo, ma Qoros punta soprattutto sulla qualità dei suoi prodotti.

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Rolls Royce presenta la seconda serie della Ghost con un leggero e sobrio lifting come si addice ad una regina. Quello che cresce espo-nenzialmente è invece il lusso degli interni: sembra assurdo ma è così.

La Subaru presenta in Europa la WRX STi: l’i-cona dei rally si avvale ora di 310 cavalli spre-muti dal boxer 2.5 litri, una nuova elettronica per il controllo della trazione ed una scocca decisamente più rigida.

Ma la regina di Ginevra è la nuova Peugeot 308, eletta auto dell’anno 2014 da una giuria di giornalisti specializzati proprio alla vigilia del salone: un altro riconoscimento importante per la media francese.

Ilio Ascione

Rolls Royce

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Peugeot 308

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L’84° Geneva International Motor Show, con un riscontro massiccio di circa 700.000 visitatori, ha presentato quest’an-no una mostra eccezionale: con la colla-

borazione dell’Automobile Club de l’Ouest, che organizza la 24 Ore di Le Mans, e spon-sorizzato da Rolex, cronometrista ufficiale della manifestazione, ha riunito 20 auto che hanno fatto la storia di Le Mans.

Queste macchine eccezionali e storicamente importanti sono state date in prestito dal Mu-seo dell’Automobile della Sarthe, e sono state

Il Padiglione 3 fa emozionaregli amanti della 24 ore di Le Mans

Uno show eccezionale: in mostra le vetture più significative fra quelle che hanno partecipato alla corsa di durata più bella del mondo. Un omaggio alla storia del più blasonato automobilismo sportivo

presentate per celebrare l’82esima edizio-ne della corsa di durata che si svolgerà il 14 e 15 Giugno, con il rientro della Porsche Ibrida che sfiderà Audi e Toyota per la vittoria assoluta. Altri prototipi tutti elettrici o alimentati a idrogeno saranno in competizione sul circuito di 13,6 km, su cui più di 250.000 spettatori fanno il pellegrinaggio annuale .

Creata nel 1923 per iniziativa della ACO, la 24 Ore di Le Mans è diventato un evento da non perdere, con la sua lun-ga fila di successi che hanno scritto parte


Salone di Ginevra

Il Padiglione 3 fa emozionaregli amanti della 24 ore di Le Mans

della storia dell’automobilismo. Nel 2012, un sondaggio condotto dalla prestigiosa American National Geographic Society ha posto la 24 Ore di Le Mans in cima a tutti gli eventi sportivi in tutto il mondo.

A Ginevra i 1800 metri quadri nel nuo-vo Padiglione 3 al Palexpò hanno accolto dalla Chenard & Walcker che ha vinto la prima gara nel 1923 fino all’ibrida Audi R18 E - Tron Quattro, che ha trionfato lo scorso anno, passando attraverso l’in-dimenticabile Bentley Speed Six , Ferra-ri 166MM , Jaguar D-Type e XJR9, Ford GT40, Matra 670, Porsche 917, 956 e GT1, Sauber Mercedes C9, Mazda 787B Rotativa, Rondeau M379B e Peugeot 905 e 908, fornendo un’esperienza di grandi ricordi ed emozioni.

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La sensazione principale, nel nostro long run, è stata quella di aver “tutto sotto controllo” a bordo della media americana equipaggiata con il 3 cilindri benzina da un litro. Massimo divertimento e gran piacere di guida soprattutto sulle strade di montagna

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è stato giudicato uno dei migliori motori a benzina degli ultimi anni e, sulla carta, le qualità ci sono tutte: stiamo parlando dell’unità 3 cilindri benzina da 1 litro

denominata Ecoboost. La Ford sta montando questo motore su molti suoi prodotti riuscendo a trovare la quadratura del cerchio.

Le prestazioni sono paragonabili ad un buon 1,6 litri benzina ed i consumi ad un Diesel di pari cilindrata. Il vantaggio viene da un rispar-mio notevole del costo di acquisto e di gestione della vettura equipaggiata con il piccolo Eco-boost. Oggetto della nostra prova su strada è la Ford Focus Wagon equipaggiata con il piccolo mille. Probabilmente la prova più difficile per la media americana che nel contesto se l’è cavata egregiamente.

Il primo assaggio in autostrada ci sembra po-sitivo: la Focus Wagon si muove con agilità ed è prontissima di acceleratore pur mantenendo il regime basso. Questo ci incute sicurezza. Un occhio ai consumi e notiamo con piacere che ai 110 “imposti” dalla pioggia ci attestiamo in-torno ai 18 chilometri al litro.

Il divertimento ed il piacere con l’Ecoboost viene sulle strade di montagna. La Ford del-

la nostra prova si arrampica con grandissima agilità e con risposte dinamiche da segmento superiore. Il motore è pieno in un range che va dai 1500 ai 5000 giri ed una coppia che in Overboost arriva a 200 Nm. L’impianto frenan-te risponde bene e non va soggetto ad affati-camento. Il cambio ha innesti corti e rapidi e non notiamo impuntature anche con la vettura in appoggio.

In città i consumi sono sotto controllo grazie allo Stop&Start ed al Cruise control che fun-ziona a partire dai 30 Km/h. La media consumi del nostro Long Run si è attestata intorno ai 17 chilometri al litro ma la cosa che ci è piaciuta di

Il propulsore è in allestimento 125 cavalli con 170 Nm di coppia già a 1500 giri. Più che suffi-ciente per muovere la Focus Wagon con agilità. La qualità Ford non si discute: si accetta! An-che se con qualche piccola mancanza ci siamo trovati materiali e finiture di un buon livello accoppiati ad un design piacevole. Il posto di guida è come piace a noi: seduta bassa e co-mandi a portata di mano. Il quadro strumenti è completo e ben leggibile ed apprezziamo il di-splay centrale che riassume in un solo quadro tutti i dati di bordo ed le indicazioni principali del navigatore. La sensazione è di “tutto sotto controllo” e ci accingiamo al nostro long run.

più è la progressione del motore che non dice mai di no anche con le marce alte in salita.

Ottima per famiglie, con grande spazio per i passeggeri ed un bagagliaio da vera Station Wagon, la Ford Focus Wagon 1.0 Ecoboost 125 cavalli Stop&Start della nostra prova su strada ha prezzi di listino a partire da 20.250 euro.

Ilio Ascione


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novità auto > nuova Mini

Aumenta il piacere di guida “premium”

Un raffinato “appeal” emotivo contraddistingue la più recente evoluzione della mitica “piccola di Issigonis” che propone più efficienza, eccellenti valori di consumi, tecnologia avanzata, maggior comfort, incremento dello spazio, ma senza mai tradire il “go kart feeling” tipico della sua originalità

➠➠


Arriva la nuova MINI: l’originale compat-ta premium ha ora un design a forte ca-rica emotiva, tipico del brand, un’ulte-riore ottimizzazione del rapporto tra di-

vertimento di guida e consumo di carburante, tecnologia innovativa di collegamento in rete e funzioni sofisticate. Sono stati fatti significati-vi progressi a livello di abitabilità, di sicurezza, di equipaggiamenti, di qualità dei materiali e della loro lavorazione nonché di sportività e di comfort di guida.

Lo sviluppo evolutivo del design esterno con il linguaggio formale, le proporzioni e l’archi-tettura della scocca sono tipici del marchio: presenti i caratteristici tratti di stile, come la ca-landra del radiatore esagonale, i gruppi ottici e le luci posteriori con grossa cornice cromata, la nuova interpretazione dell’indicatore latera-le di direzione e della fascia nera che avvolge la carrozzeria senza soluzione di continuità, accentuata ulteriormente dalla lavorazione delle superfici circostanti. I dettagli di alta qua-lità evidenziano il carattere maturo del nuovo modello; le nuove vernici esterne sono cinque, con tetto in colore di contrasto disponibile a ri-chiesta senza sovrapprezzo.

Rispetto al modello precedente, aumenta la lunghezza della vettura di 98 millimetri, la lar-ghezza di 44 millimetri, l’altezza di 7 millimetri, inoltre il passo è allungato di 28 mm e la car-reggiata allargata. L’abitabilità è stata ottimizza-ta in tutti e quattro i posti, maggiore è lo spazio per spalle e gambe dei passeggeri ed il volume del bagagliaio è aumentato di 51 litri arrivando a 211 litri.

Al momento di lancio saranno disponibili tre varianti di modello: MINI Cooper con motore a benzina tre cilindri da 136 CV, MINI Cooper S con motore a benzina quattro cilindri da

192 CV e MINI Cooper D con motore diesel tre cilindri 116 CV. La gamma si amplia con le varianti d’ingresso MINI One D tre cilindri diesel, 95 CV e MINI One tre cilindri a ben-zina, 102 CV. Il cambio è manuale di serie a sei rapporti e, come optional, automatico a sei rapporti oppure cambio automatico spor-tivo sviluppati ex novo. Il più grande progres-so nel campo dell’efficienza è stato realizzato nella MINI Cooper equipaggiata con cambio automatico: accelerazione da 0 a 100 km/h migliorata di 2,6 secondi, consumo di car-burante abbattuto del 27 percento. La MINI Cooper D ha i più bassi valori di consumo di carburante e di CO2: 3,4 – 3,5 litri/100 km, 89 - 92 g/km.

Grazie ad ampi interventi di ottimizzazione della tecnica di assetto, accompagnati dalla riduzione del peso e dall’incremento della ri-gidità, aumenta l’intensità del tipico go-kart


feeling MINI e, tramite il nuovo optional MINI Driving Modes, è possibile variare la taratura della vettura attraverso una manopola inserita alla base della leva del cambio o del seletto-re di marcia. La nuova MINI rivela anche un concetto evoluto di visualizzazione e comando, con una strumentazione combinata completa e ben leggibile.

Nonostante l’ampliamento dell’equipaggia-mento, il peso di quasi tutte le nuove varianti MINI è inferiore ai modelli precedenti e si regi-stra un aumento del comfort acustico e vibra-zionale ed un miglioramento delle caratteristi-che di aerodinamica.

La mitica compatta inglese si presenta inoltre con un’offerta nettamente ampliata di innova-tivi sistemi di assistenza al guidatore, con un programma di In-Car-Infotainment a struttura nuova, un vasto equipaggiamento di serie e pregiati optional per aumentare il comfort, le caratteristiche premium e il grado di persona-lizzazione. In commercio da questa primavera, la nuova MINI ha prezzi a partire da 20.700 euro.

Marina Federico


Da sin Acampora, Rivellini, De Fazio, Riccio, Scola D., Nappi C., Loffredo, La Vecchia

Da sin Liguori, Nappi C., Acampora, Cusani, Troise, Borrellii

Da sin Troise, Cusani, La Vecchia Da sin Turizio, Liguori, Cusani

Una festa dei motori in grande stile quel-la che ha avuto luogo sul Circuito del Sele a Battipaglia lo scorso 9 marzo, con l’organizzazione della rinata Scu-

deria Vesuvio, presieduta dal dinamico Va-lentino Acampora, in onore dei 44 anni dalla fondazione del mitico team automobilistico napoletano, ma voluta anche per celebrare il 2013 della rinnovata compagine, in attesa di una stagione 2014 che si preannuncia densa di emozioni.

Nata nel capoluogo campano, fra il 1970 e il 1971, la Scuderia Vesuvio aprì i battenti grazie alla determinazione di due giovani appassiona-ti, Ciro Nappi e Dario Cusani, a cui si aggiun-sero, come soci fondatori, Giuseppe Cannella e l’indimenticato Antonio Carrotta: quest’ul-timo operò il salto di qualità, conducendo la Scuderia Vesuvio negli ambiti più importanti. I risultati conseguiti fino a metà degli anni ‘80 furono a dir poco straordinari, tanto da impor-si alla ribalta del panorama motoristico inter-nazionale. Tra le fila della Scuderia Vesuvio si contarono piloti del calibro di Arturo Merzario e Henry Pescarolo e, restando in Campania,

New Scuderia Vesuviouna rentrée... a tutto gas


Il presidente onorario Ciro Nappi e l’attuale presidente Valentino Acampora

Da sin domenico scola jr, leandro la vecchia, antonino la vecchia, domenico scola sr, bepi, carlo scola

eventi

New Scuderia Vesuviouna rentrée... a tutto gas

Dopo oltre 40 anni dalla fondazione, torna sulla scena del motorismo nazionale il team più glorioso del Centro Sud Italia negli anni ‘70 e ‘80: rigorosamente “made in Naples”, raggiunse livelli sportivi di assoluto rilievo. Ora riparte da Agerola e il suo “Racing Day”, happening rievocativo svoltosi sul circuito del Sele, ha riscosso un successo oltre le aspettative che fa ben sperare per il futuro

portacolori di spicco furono Cosimo Turizio, Mennato Boffa, Renato Arfè, Piero Nappi e poi il “lupo della Sila” Domenico “Mimì” Scola e tanti altri, tutti da menzionare, come l’affabile Toni Padrone.

In occasione del Racing Day voluto dalla Scu-deria Vesuvio che oggi ha sede ad Agerola, in costiera sorrentina, oltre 200 vetture si sono riversate nel paddock dell’impianto salernitano per dar vita ad un happening di forte impat-to emozionale che ha coinvolto l’intero com-parto automobilistico del Centro Sud Italia,

➠➠


e non solo, risvegliando ricordi mai sopiti le-gati a pagine sportive memorabili scritte da un team che ha segnato la storia del motorismo italiano.

Lo “Scuderia Vesuvio Racing Day” si è rileva-to un momento di incontro di assoluto risalto che ha stupito tutti i partecipanti, alla presenza dei magnifici tre, i fondatori, Ciro Nappi, Da-rio Cusani e Geppino Cannella, in compagnia del giornalista e driver Sergio Troise che fu la voce del meraviglioso team. Rivederli insieme, dopo oltre 40 anni, ripensando a quanto han-no saputo creare, con tenacia e passione, ci ha commosso e sorpreso.

Con ritmo incalzante, nel weekend dell’8 e 9 marzo, si sono susseguite, al sabato, le prove li-bere e domenica quelle cronometrate delle nu-merosissime vetture iscritte che, suddivise nelle varie categorie, si sono cimentate in continue performance ed esibizioni, surriscaldando la pista cilentana e invadendo l’aria con il loro sound, in un incessante e adrenalinico rombo di motori.

In primo piano, protagonista principale dell’e-vento, la trasgressiva F1 Hesketh 308-E di Co-simo Turizio, monoposto del 1977 con cui ha preso parte, negli ultimi anni, al “Fia Historic Formule One Championship”. Parlare della Scuderia Vesuvio equivale a parlare di Turizio, in termini di successi sportivi. Il brillante gen-tleman driver napoletano vanta un eccellente

palmares che lo ha condotto ad un passo dalla Formula 1. A Battipaglia in compagnia del fido alleato, Michele Liguori, sulla bella Lola T296 Cosworth, Turizio è oggi impegnato nel pro-getto di riapertura del Circuito di Cellole che dovrebbe compiere un importante passo in avanti entro la fine dell’anno.

Non è mancato davvero nessuno al “Racing Day” della Scuderia Vesuvio: in campo ov-viamente tutti gli alfieri del team agerolese, in primis Rosario Iaquinta, impegnato nel TIVM e CIVM, accanto alle squadre più attive del Cen-troSud e a piloti come Gianluigi Picchi, su Alfa Romeo GT AM 2000, solo per citarne alcuni. Fra gli altri, al volante di una Formula Ford della Henry Morroghs Racing Drivers School, di base sul Circuito del Sele, anche Vito Boffa, figlio talentuoso del grande Mennato Boffa, dai più ritenuto il più significativo pilota napoleta-

no di tutti i tempi, fatta eccezione per Maria Teresa De Filippis, la prima donna che ebbe accesso alla Formula 1.

Un rendez vous decisamente positivo, inau-gurale del nuovo corso della Vesuvio ma so-prattutto rievocativo, tale da far ben sperare nel futuro, grazie ad iniziative promosse con slancio dallo staff della scuderia agerolese, im-pegnata in diverse specialità agonistiche e ca-peggiata dall’infaticabile Valentino Acampora, vera anima della New Vesuvio: consapevole dell’immensa “eredità” ricevuta, Valentino la-vora con grande fervore per trasmetterla alle nuove generazioni.

E ancora, che dire? Bentornata Scuderia Vesu-vio, grazie ragazzi, e che il vostro cammino sia nuovamente glorioso.

Marina Federico


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Alla scoperta delle AsturieviaGGiare

Questa regione del nord della spagna vanta, oltre a scenari di rara bellezza e tesori d’arte, una grande tradizione gastronomica: ha la fama di essere uno dei luoghi dove si mangia meglio di tutto il paese.

Verso Cubo de Penas, un tratto di costa spezza-to da spiagge e dune, si raggiunge Avilès dove la magnifica plaza de Espana svela palazzi del Trecento e Quattrocento. La cittadina poi è piena di negozi e ristoranti aperti fino a tarda sera. A 20 km, Curdillero è considerato il più bel villaggio di pescatori delle Asturie, con le sue strade che si inerpicano in collina e risto-ranti di pesce che servono sardine freschissime e sidro. Quanto alla costa, un tratto suggestivo si trova anche a est di Gijon: i villaggi di pe-scatori Villaviciosa, Ribadesella e Llanes sono il buen retiro di chi cerca quiete e natura in-contaminata.

A Llanes, in particolare, non si è mai soli. Il porticciolo con ottimi ristoranti di pesce, il quartiere medievale e le oltre trenta spiagge conquistano turisti di tutta l’Europa. Da Riba-desella, inoltre, si può fare un’escursione fino a Covadonga, nella parte occidentale del Parco

Nazionale del Picos de Europa, per scoprire il santuario sorto nel luogo dove il nobile guer-riero asturiano Pelayo sconfisse i mussulmani nell’VIII secolo.

Coste selvagge e villaggi intatti, chiese e musei: la regione delle asturie offre at-trattive per tutti i gusti. E per chi ama il trekking e’ un vero paradiso. Un angolo

segreto di Spagna, defilato, poco battuto, tutto da scoprire, alla scoperta di scenari di rara bel-lezza, coste selvagge, villaggi intatti, tesori d’ar-te e di una grande tradizione gastronomica: il Principato delle Asturie ha la fama di essere uno dei luoghi dove si mangia meglio di tutta la Spagna.

Tappa obbligata Gijon, la più grande città del-le Asturie, con un porto industriale e una città vecchia allungata su un promontorio che rega-la scorci unici sul Mar Cantabrico. è qui e attor-no a Plaza Mayor che si concentrano musei e gallerie, a cominciare da palazzo Revillagigedo, splendido esempio di architettura militare del XVII secolo che ospita dal 1991 un centro di arte moderna. Nei pressi di Plaza Mayor si tro-vano le terme romane del I secolo a.C. mentre in Paseo Doctor Fleming si apre il Museo del Pueblo de Asturias, dove conoscere le tradizio-ni e la storia delle Asturie.


Alla scoperta delle Asturie

Ma è soprattutto il monastero di Valdedios, situato nelle vicinanze, che vale la pena visi-tare, con la sua cappella preromanica di San Salvador e l’armonia degli edifici conventuali, immersi nel verde.

A Oviedo ci si ferma volentieri non solo per esplorare il più antico centro cristiano del Pae-se e per perdersi nelle viuzze della città vecchia, ma anche per entrare nelle celebri chiese roma-niche come Santa Maria del Naranco, San Mi-guel de Lillo, San Julian de Los Prados, spesso isolate nella campagna circostante, dove si può

ritrovare il fascino dell’arte preromanica. In cit-tà vale la pena fare una puntata al Museo de Bellas Artes che conserva una ricca collezione di arte spagnola dal XV al XX secolo.

I più sportivi non potranno invece perdersi i Picchi d’Europa, quella corona di montagne che raggiungiamo i 2.648 metri d’altezza e sono il regno del trekking e delle arrampicate oltre che di piacevoli passeggiate tra valli e pa-esi come Arenas de Cabrales, dove si produce il famoso formaggio cabrales. Vallette e villag-gi si raggiungono anche in auto: il parco offre buone strade e terrazze che regalano orizzonti straordinari. ➠➠


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La Mostra d’Oltremare di Napoli ha ospita-to Photo Video Show, un evento dedicato alla fotografia e al video che ha richiama-to professionisti e fotoamatori. Il Padiglio-

ne 10 della fiera partenopea ha ospitato vari stand che hanno presentato attrezzature spe-cifiche per la ripresa. Photo Video Show era inserito nella più ampia rassegna Ham Radio

Photo Video Showalla Mostra d’Oltremare

raSSeGna di attrezzature Per la FotoGraFia e il video

testo e foto di Giuseppe Farace


Photo Video Showalla Mostra d’Oltremare


Show, salone del radioamatore, dell’elettroni-ca e dell’informatica, che si è svolto il 22 e 23 febbraio.

Photo Video Show è stato realizzato dalla se-zione ARI di Pompei con la collaborazione di NCItaliafoto srl. Gli espositori hanno presen-tato una panoramica di fotocamere, videoca-mere, obiettivi, flash e tanti accessori. Erano presenti attrezzature di marchi tra i più noti, in particolare Nikon, Fuji, Olympus e Manfrotto. Una novità presentata in anteprima a Napoli, era l’obiettivo tele-zoom Tamron 150-600mm che vanta un ottimo rapporto prezzo qualità; è stato possibile provarlo direttamente in fie-ra. Purtroppo non era esposta la nuovissima e tanto attesa Nikon D4s, ammiraglia delle reflex Nikon, che è stata presentata ufficialmente po-chi giorni dopo la conclusione della fiera.

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Particolarmente interessanti le ultime soluzioni steady-cam per una ripresa video perfettamen-te stabilizzata, tra cui alcuni modelli abbastan-za compatti e leggeri. I professionisti hanno potuto valutare attrezzature specifiche per gli studi fotografici, in particolare sistemi di illu-minazione a luce continua e flash con relativi supporti e accessori, e soluzioni di stampa di-gitale. I fotomatori hanno invece partecipato a una mostra fotografica, seguito dei workshop ed effettuato alcune riprese grazie al set alle-stito per l’occasione, con la partecipazione di fotogeniche modelle.


Campionati di appartenenza per tutti gli iscritti - Servizio pulmino a richiesta

Campione d’ItaliaGiovanissimi 1999/2000 - 2000/2001

Campione Regionale CampaniaAllievi 1989/1990 - 1995/1996 1998/1999 - 2006/2007

Campione Regionale CampaniaGiovanissimi 1991/1992 - 1994/1995 1997/1998 - 1999/2000 2000/2001 - 2003/2004

Campione Under 21Juniores 1992/1993

Torneo Nazionale M. BarendsonGiovanissimi 2000

Coppa e Super Coppa CampaniaAllievi 2000/2001

Coppa e Super Coppa CampaniaGiovanissimi 1997/1998

Campione ProvincialiEsordienti 2003/2004Minigiovanissimi 2004/2005 2006/2007Giovanissimi 2005/2006

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Polpa nera solcata da sottili venature bianche. Si presenta così il tuber manosporum, che in cucina si esalta “al chiuso “, ovvero nei ripieni, nei pate’ o nelle salse calde.

Il tartufoaliMentazione


E’ iniziata ieri “Nero Norcia”, la mostra mercato del tartufo nero pregiato e dei prodotti tipici, un appuntamento goloso tra i più importanti e attesi dai

gourmet. Il momento cruciale della rassegna umbra, giunta alla 50° edizione, sarà nel pros-simo weekend, quando si approfondiranno le tematiche per cui è stata inoltrata all’Unesco la richiesta di riconoscimento della cultura tartu-figena come Patrimonio immateriale dell’uma-nità. Il protagonista dell’evento si chiama Tar-tufo nero pregiato di Norcia, pur se i francesi difendono il loro diamant noir chiamandolo truffe du pèrigord. Poco male: L’Italia resta la prima produttrice per qualità e quantità e la ricetta più famosa, benché nata a Parigi, porta la firma di Gioacchino Rossini (Tournedos alla Rossini, un filetto con fegato grasso e tartufo).

I micologi- i tartufi non sono altro che funghi che crescono sotto terra – lo chiamano Tuber melanosporum ed è facile distinguerlo dagli al-tri tartufi che nascono nei nostri boschi perché è l’unico con la polpa nera solcata da sottili ed evidenti venature bianche. Questo netto con-trasto di colore e la finezza delle vene è anche segno di una completa maturazione.

Sul mercato ha un valore commerciale media-mente della metà del rispetto al tartufo bianco, pur se il prezzo varia molto, anche da un gior-no all’altro, in base all’andamento climatico. Da almeno due secoli la sua diffusione viene potenziata dalla coltivazione degli alberi (so-prattutto querce) con cui questo fungo vive in simbiosi: un tempo lo facevano in modo empirico, oggi con tecniche scientifiche sofi-sticate che garantiscono un risultato certo. Ma a condizione di rispettare la natura: gli albe-ri simbionti devono essere piantati in località dove già il tartufo vive e, comunque, il pregia-to tubero nasce solo quando ci sono le condi-

Il tartufozioni climatiche adatte. La sua stagione va da gennaio a metà marzo e, in cucina, si usa in modo molto diverso rispetto al tartufo bianco: affettato crudo sulle vivande rende molto poco, si esalta invece “al chiuso”, ovvero nei ripie-ni, nei patè, nelle terrine, in salse calde in cui viene aggiunto fuori dal fuoco ma facendo in modo che si scaldi e amalgami. Il suo profumo è di frutta matura, molto complesso, più fresco e fragrante- seppure meno possente - di quello del bianco.

Norcia merita a buon diritto di dargli il nome perché è la località che più ne ha diffusa la cul-tura ed è, insieme a quasi tutta l’Umbria ( in particolare Spoleto e le valli intorno al monte Subasio), un territorio di buona produzione. Tuttavia il nero pregiato è molto più diffuso del bianco e lo troviamo in quasi tutte le regioni, ma soprattutto in Liguria in Val Bormida (Sv), intorno ai laghi di Como e di Garda, in Lessi-nia tra Vicentino e Veronese, nell’Oltrepò Pa-vese, nelle basse vallate appenniniche emiliane e romagnole, ad Acqualagna (Pu) e nelle valli marchigiane che salgono verso i Monti Sibillini, in provincia di L’Aquila, in Molise, a Leonessa nel Lazio e in Irpinia (Av).

A parte la mostra mercato di Norica, le sagre dedicate al tartufo sono più frequenti in autun-no quando ci sono il bianco e il nero meno pregiato, tuttavia il prezioso tubero è presen-te in tutti i mercatini e le feste gastronomiche: va comprato solo se non esposto all’aria, ov-vero coperto da una campana di vetro o da un canovaccio. Solo il tubero fresco vale il suo prezzo, le conserve non hanno profumo o sono inquinate da un aroma sintetico poco salubre e di pessima qualità. Per garantirsi un prodotto davvero buono è molto meglio comprarlo sui luoghi di raccolta direttamente dai tartufai: non è difficile farseli indicare sul posto.


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Metti tutto sul conto di Charlotte, ingenua fanciulla innamorata: Crede che tutto è eternoL’amore non ha vita eterna, vive fi no a quando ha luce propria; si spegne come il tramonto spegne il giorno, ma gli basta un raggio di sole per rinascere: come nasce il giorno nuovo.

Per l’amore non servono regole, nè i perché ... perché l’amare è minorenne a vita, e come tale non conosce né ostacoli, nè regole ... non serve un conto in banca per dimostrare che è grande.

L’amare si carica di tutto ciò che è visto palpabile.

L’amare odia ieri e non conosce domani, vive l’attimo, corre senza una meta è paragonabile a una foglia spinta dal vento.

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Il ritorno del mitoV

espa Primavera nasce, nella sua prima versione, nel 1968. E’ l’anno che segna la presa di coscienza delle giovani generazioni che si presentano al mondo urlando tutta la loro voglia di libertà. E’ l’anno della rottura di ogni schema, che segna per sempre la storia della cultura occidentale. Dalle università della

California alle piazze parigine un nuovo soggetto sociale, quello dei giovani, reclama il proprio posto nella società che muta tumultuosamente.

Vespa Primavera nasce in quel sommovimento di idee e di passioni e ne diventa protagonista mettendo due ruote e un motore a disposizione del mondo che cambia, elevandosi al ruolo di eroina di una stagione indimenticabile. ➠➠


Linee leggere, fresche, prestazioni brillanti, sem-plicità e gioia nella guida, Vespa Primavera ar-riva come una ventata di novità in un mondo che ha fame di cambiamento. Diventerà uno dei modelli più longevi e più amati nella storia di Vespa.

Vespa Primavera ritorna oggi, ricca di quei valo-ri che ne fondarono la leggenda.

Giovane, innovativa, tecnologicamente all’a-vanguardia, agile e dinamica, attenta alla salva-guardia dell’ambiente nel quale è protagonista, Vespa Primavera nasce protagonista del suo tempo, ereditando tutta la freschezza e la gioia di vivere che si accompagnano alla storia di un modello rimasto mitico nell’albero genealogico di Vespa.

Vespa Primavera rinasce facendo sue alcune delle soluzioni stilistiche e tecniche di Vespa 946, il modello più prezioso e tecnologicamente avanzato mai concepito.

è una Vespa tutta nuovaLa storia di Vespa è il racconto di una continua evoluzione tecnica e stilistica che, sin dai primi modelli ha visto la due ruote più famosa e ama-ta al mondo evolversi per anticipare i mutamen-ti sociali. Spesso da un modello al successivo le modifiche sono state minime, a volte più impor-tanti ma sempre nel rispetto di un’idea originaria che ha posto l’eleganza, l’avanguardia tecnica e il piacere di guida al centro del progetto.

Lungo una storia così lunga e unica ci sono stati però alcuni punti di svolta, momenti di rinnovamento più marcato. Si tratta di poche pietre miliari nella linea evolutiva di Vespa che ne hanno influenzato il prosieguo per genera-zioni.

Accadde con Vespa GS nel 1955, quando Ve-

spa si scoprì sportiva, capace di prestazioni mozzafiato. Erano gli anni del Rock’n Roll che arrivava dall’America, gli anni di una genera-zione che voleva correre e Vespa ne interpretò perfettamente i sogni e i bisogni.

Accadde nel 1978, con Vespa PX. Via dagli anni ’70 le generazioni più giovani scoprivano la vo-glia di viaggiare, varcare i confini. ➠➠


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Avvertivano il desiderio di un mezzo sempre più prestante con linee profondamente di-verse, più importanti e moderne, adatte a un mondo che correva verso una rivoluzione so-ciale e tecnologica. Vespa PX segnò quell’epo-ca, dettò lo stile delle varie famiglie di Vespa che si sarebbero succedute e diventò l’esem-plare dal più grande successo commerciale, con oltre tre milioni di pezzi.

La Primavera si propone da subito come un punto di evoluzione importante nella storia di Vespa. In fase di progettazione ogni soluzione è stata volta all’aumento del livello di comfort, della sicurezza e del piacere di guida rispetto alla precedenti - e anche recenti - generazioni, per continuare una evoluzione che da quasi settanta anni e dopo oltre 18 milioni di veicoli diffusi nei cinque continenti, fa di Vespa la due ruote più giovane e più amata al mondo.

Uno stile preziosoPrimavera è una Vespa modernissima, dise-gnata per vivere la mobilità nell’eleganza di un design esclusivo, ma senza rinunce alla como-dità.

Il Centro Stile Piaggio, grazie all’esperienza maturata nel progetto di Vespa 946, ha svolto un lavoro rilevante e innovativo sulle superfici e sulle sezioni della carrozze-ria pensando segni decisi che, senza tradire la morbidezza di linee che ogni Vespa deve avere, riescono a conferirle un di-namismo tutto nuovo e moderno.

Vespa Primavera eredita così l’esclusiva e raf-finata eleganza di Vespa 946 mantenendone inalterato lo spirito formale. Ma pur ripren-

dendo le caratteristiche peculiari della Vespa più preziosa di tutti i tempi non rinuncia alla funzionalità e alle comodità di una Vespa da vi-vere tutti i giorni, protagonista quotidiana della mobilità urbana.

Vespa Primavera nasce figlia della migliore tec-nologia del suo tempo, il suo progetto e il suo disegno rappresentano una decisa evoluzione rispetto alle generazioni che l’hanno precedu-ta: le dimensioni globali rimangono quelle che hanno decretato il successo di Vespa LX, ma l’aumento di alcune quote fondamentali otti-mizza ergonomia, abitabilità e facilità di utiliz-zo.

La parte centrale, con la sua caratteristica for-ma ad omega, migliora la posizione di guida e riconsegna alla Vespa più moderna un eviden-te segno stilistico, ripreso dalla storia di modelli mitici, che sale come una “spina dorsale” fino alla base del manubrio. E’ una citazione ele-gante dei “Vespini” degli anni ’60 e ‘70 che lasciavano a vista la struttura in lamiera che sosteneva lo scudo e lo sterzo. La pedana, ora più stretta nelle parti laterali, unita alla ridotta altezza da terra della sella, permette un più fa-cile appoggio a terra dei piedi per rider di ogni altezza.

Uno sguardo alla Primavera riporta immedia-tamente alla memoria lo stile più classico di Ve-spa; Primavera lo fa suo ma, senza indugiare in facili elaborazioni vintage, lo elabora in una visione proiettata verso il futuro.

La coda torna ad essere appuntita ed allun-gata, proprio come quella del primo prototipo che grazie alla sua somiglianza con l’insetto, ispirò il nome Vespa. La luce posteriore allun-gata contribuisce a slanciare ulteriormente la linea della scocca.

Le forme della carrozzeria, nell’alternarsi di su-perfici piene e vuote, rispettano i canoni più classici di Vespa, ma grazie all’attento studio dei riflessi che la luce genera su di esse, espri-mono una definitiva modernità. Dolcezza e ro-tondità si fondono con la tensione di segni de-cisi che donano dinamismo all’intero veicolo.

Gli indicatori di direzione e le luci di posizio-ne a LED, contengono la loro dimensione per lasciare libero lo scudo anteriore e sono raffi-natamente montate a filo carrozzeria per non “sporcare” le linee nitide di Vespa Primavera.


benetti claSSic SuPreMe 132

Petrus IIEvoluzione estrema

Petrus II, questo il nome del gioiello di Benetti, e il primo sca-fo del nuovo modello Classic – US premiere al Miami Yacht & BroKerage Show 2014. Petrus II rappresenta un’ulteriore evoluzione delle linee esterne Benetti interpretate magistral-

mente dell’Architetto Righini in piena armonia con il resto della gamma Benetti Class che oggi spazia dai 93 ai 145 piedi…

Benetti Classic Supreme 132 misura 40,24 metri in lunghezza per 8.28 metri di baglio massimo. Lo studio del progetto e stato guidato dall’esigenza di offrire al mercato un’imbarcazione ancora più com-petitiva insieme all’instancabile tensione verso l’inno- vazione di Benetti. Il terrazzino nella cabina Armatore, una doppia Jacuzzi - a prua sull’upper-deck oltre che sul sun-deck - e le scale aeree esterne sono solo alcuni esempi delle innovazioni di questo nuovo modello.

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Benetti Classic Supreme 132’ è stato disegnato esaltando le caratteristiche di uno yacht dislo-cante, di grandi volumi interni ed esterni, abbi-nati ad un elevato comfort a bordo. Ampie fine-strature a tutta altezza nel main e nell’upper-deck danno maggiore luminosita ai ponti interni ed una linea decisamente più filante al profilo dello yacht. La cura nella progettazione si puo percepi-re anche da alcuni innovativi dettagli: le alette di pilotaggio esterno rotanti a scomparsa nella fal-chetta, i fanali di via che grazie al nuovo design si integrano con le linee esterne dello yacht e lo rendono più moderno ed accattivante.

Il progetto degli interni e dell’architetto François Zuretti in collaborazione con il team di Architetti interno al cantiere. I mobili interni, di questa pri-ma unita Petrus II, sono realizzati in rovere natu-


rale e wengé arricchiti con inserti in pelle impunturata a mano. Sono stati utilizzati inoltre materiali particolari quali il wengé strutturato (particolare lavorazione che imprime al legno un ef-fetto 3D), pannelli in cuoio naturale diamantati color avorio che nelle cabine vip ed armatore salgono dietro la testiera del letto e continuano nel soffitto, mentre in altri locali come il salone sono utilizzati nei plafoni re- cessati. Nei bagni e stato utilizzato un mix di marmo finitura leather e mosaici. Come sempre, gli interni di Benetti sono totalmente customizzabili.

Coerentemente agli altri modelli della gamma Class, Benetti Classic Supreme 132’ e dotato di sistemi tecnologici innovativi. La piattaforma BEST Benetti’s Exclusive Sea Technology che integra tutti i sistemi elettronici e gli impianti di bordo (intratte-nimen- to, domotica, comunicazioni e sicurezza) con un’unica interfaccia user-friendly. L’innovativo sistema di Plancia Inte-grata che permette l’interfaccia di tutte le strumentazioni di na-vigazione e di comunicazione dello yacht rendendo la gestione affidabile e sicura.

La plancia integrata anche nelle forme del cruscotto permette di avere in un design moderno e più essenziale: 3 monitor, 3 touch panel e 3 manipolatori per gestire e controllare tutto lo yacht con pochi strumenti di interfaccia e tanta tecnologia.


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le lodevoli iniziative dell’aSSociazione “un Ponte nel vento” che ha Sede a iSchia

Allegra con brio,vela e impegno sociale

Il ketch di legno, lungo 13 metri, sarà restaurato e diventerà la nave scuola per tanti giovani

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Andrea Proto, uno skipper di fama internazionale

Ketch Allegra scheda tecnica

costruito dal cantiere Palomba (Torre del Greco) nel 1977

tipologia: ketch

lunghezza f.t: 13 mt

larghezza: 3,67 mt

pescaggio: 1,80 mt

doppia timoneria (esterna e interna)

peso: 18 tonn (12 la chiglia di ghisa e 6 lo scafo)

motore entrobordo diesel Ford 120 cv

velocità di crociera a motore: 7 nodi

serbatoi carburante: 2x700 lt

serbatoi acqua: 2x175 lt

Nel mondo della vela, Andrea Proto è un perso-naggio noto; skipper, istruttore FIV con esperienza pluri decennale di navigazione a livello professio-nale, ha effettuato due giri del mondo nella re-gata Whitbread Round the World Race a bordo di Gatorade e Brooksfield. Ha partecipato a Fastnet, Sydney – Hobarth, Newport – Bermuda, Middle Sea Race, che sono tra le più importanti e impe-gnative regate a livello internazionale, e vissuto tante altre esperienze di navigazione sia sportive che educative. Nei nove anni vissuti in Australia si è occupato di adolescenti in progetti di navigazio-ne a vela che hanno coinvolto centinaia di giovani in percorsi educativi a bordo di barche e navi a vela. Ideatore e responsabile per l’attività velica del progetto “Un Ponte nel Vento per riprendersi la vita” destinato a minori dell’area penale e di esperienze in barca a vela con equipaggi misti con diverse abilità, fa parte dell’Unione Italiana Vela Solidale. Nel 2013 è stato skipper a bordo dello splendido 12 metri stazza internazionale “Vanity”, premiato nelle regate “Le Vele d’Epoca a Napoli”.

Nati in una famiglia animata da un im-menso amore per il mare, Andrea e Lu-isa Francesca Proto hanno ereditato la passione per lo sport velico dal padre,

Natale Proto, ammiraglio della Marina Militare. Sin da bambini, trascorrevano il tempo libero navigando; una passione che hanno continua-to a coltivare. Hanno quindi deciso di mettere a disposizione degli altri risorse e capacità per realizzare concretamente percorsi di crescita e di prevenzione del disagio minorile. E’ nata così l’associazione “Un Ponte nel Vento” che ha sede a Casamicciola, sull’isola d’Ischia, e

promuove iniziative che abbinano lo sport velico all’impegno sociale. La base logistica è situata presso la struttura ricettiva “Ischia Casa della Vela”, la base nautica è il porto turistico di Casamicciola. Il presidente dell’associazione è Luisa Francesca Proto; Il responsabile peda-gogico dei progetti è Alessia Maria Caricato, pedagogista, giudice onorario al Tribunale dei Minori di Roma. L’associazione “Un Ponte nel Vento” è referente in Campania per l’Unione italiana Vela Solidale-UVS.

L’attività è basata soprattutto sui corsi di vela, riservati ai giovani e ai diversamente abili, di-retti personalmente da Andrea Proto, istruttore federale FIV, che vanta un prestigioso curricu-lum sportivo; è stato infatti skipper in occasio-ne delle più prestigiose regate oceaniche (vedi

Box). Finora i corsi si sono svolti a bordo del cabinato X 372 di “Ischia Casa della Vela”. Per ampliare le possibilità operative c’era bisogno di un’altra imbarcazione, possibilmente più capiente. A seguito di un incontro con Renato Martucci, amministratore del cantiere Gagliotta e presidente dell’Associazione Nautica Regio-nale Campana, “Un Ponte nel Vento” ha re-centemente ricevuto, grazie a una donazione della famiglia Capano, il ketch Allegra costruito dai Cantieri Palomba nel 1977. Questa im-barcazione di legno, lunga 13 metri, è rimasta in cantiere per vari anni e richiede importanti interventi di riparazione. Il nuovo progetto “Al-legra con brio” punta al restauro della barca e al suo impiego nell’ambito della scuola di vela. L’Istituto di Istruzione Cristofaro Mennella di Ischia ha già offerto il proprio supporto; si stanno ora cercando sponsor e finanziatori. La prima fase dei lavori di restauro si svolgerà a Torre Annunziata, presso l’Antico Cantiere del Legno di Giovanni Aprea che è specializzato nella riparazione di scafi d’epoca. Allegra sarà poi trasferita a Ischia dove la seconda fase del restauro sarà svolta con la partecipazione atti-va dei giovani allievi della scuola di vela.

Per ulteriori informazioni: http://www.unpontenelvento.org/


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IL Comandante di una nave militare assume un ruolo di grande respon-sabilità; una matura professionalità è fondamentale per dirigere missioni

in alto mare, talvolta in condizioni difficili per l’equipaggio e il mezzo. Per diventare coman-dante di un’unità navale della Marina Militare bisogna seguire una lunga trafila che inizia con l’Accademia Navale di Livorno. Dopo avere superato con successo i corsi, i giovani ufficia-li devono poi imbarcarsi su varie tipologie di navi militari per acquisire esperienza, operan-do direttamente a bordo al fianco di ufficiali esperti. Sono necessari tanti anni di studio e di pratica per accedere al corso della “Scuola Comando Navale” che forma i giovani ufficiali aspiranti all’incarico di “Comandante di unità navale” della Marina Militare.

Da venerdì 21 a domenica 23 febbraio, le tre corvette della Marina Militare, Sfinge, Urania e Fenice, hanno sostato nel porto di Napoli, nei pressi della Stazione Marittima. Queste unità navali appartengono al “Comando delle For-ze da Pattugliamento” (COMFORPAT) che ha sede ad Augusta (SR) e sono state recentemen-

taPPa a naPoli di tre corvette della “Scuola coMando navale”

La formazione dei comandanti della Marina Militare

Il pubblico ha potuto visitare le navi ormeggiate alla Stazione marittima

te impegnate nelle operazioni di salvataggio di centinaia di profughi nel Canale di Sicilia. Suc-cessivamente sono state impiegate per la “263.a Sessione” della “Scuola di Comando Navale”, prestigiosa istituzione che da quasi un secolo è preposta alla formazione dei giovani Tenenti di Vascello che si accingono a ricoprire, per la prima volta, l’incarico di “Comandante di unità navale” della Marina Militare. La sosta nel porto di Napoli, ultima tappa prima del rientro ad Au-gusta, costituiva la fase conclusiva di sei intense settimane, tra lezioni teoriche e attività in mare,

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taPPa a naPoli di tre corvette della “Scuola coMando navale”

La formazione dei comandanti della Marina Militare



durante le quali i dodici ufficiali frequentatori hanno conseguito l’idoneità al comando na-vale.

La “Scuola di Comando Navale” ha sede nel-la città siciliana dal 1983 e dipende dal “Co-mando delle Forze da Pattugliamento per la Sorveglianza e la Difesa Costiera”, retto dal Contrammiraglio Mario Culcasi. La Marina Militare è l’unica tra le Marine della NATO che può vantare un istituto di formazione così par-ticolare e con una tradizione quasi secolare. Infatti, la sua lunga storia, iniziata nel 1926 e interrottasi solo nel corso del secondo conflit-to mondiale, è stata caratterizzata da una co-stante opera di travaso verso numerosissime generazioni di giovani Ufficiali, non solo in ter-mini di conoscenze nautiche, marinaresche e professionali, ma anche di tradizioni, passione e valori morali che sono alla base della figura dell’Ufficiale della Marina Militare. Attualmen-te, questa particolare “Scuola” è diretta dal Capitano di Vascello Silvio Vratogna, che era presente a Napoli.

Le corvette Sfinge, Urania e Fenice appar-tengono alla Classe “Minerva” e sono state

realizzate alla fine degli anni ’80; hanno un equipaggio di circa 100 persone, tra uomini e donne. Nel corso della tappa partenopea, sono stati invitati a bordo i giornalisti delle testate locali. Il pubblico ha poi potuto visitare le unità navali e ricevere informazioni sulla loro attività dagli ufficiali, che hanno accolto i visitatori con

cordialità e competenza. Gli ufficiali in fase di addestramento e il Capitano di Vascello Silvio Vratogna, sono stati ricevuti a Palazzo San Giacomo. Li ha accolti il Capo di Gabinetto Attilio Auricchio che, a nome del sindaco Luigi de Magistris, ha donato loro le medaglie della Città, ricevendo poi il “crest “ della Scuola.


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aziMut Grande 120Sl

Pronto al varo la terza unità della rinnovata collezione

Tutta la qualità Azimut-Benetti in questo terzo 36 metri del-la Collezione Azimut Grande. Stile inconfondibile, vivibilità e comfort impareggiabili. Una velocità massima di 39 nodi con due idrogetti laterali e un booster centrale Rolls-Royce

e un allestimento tagliato su misura per l’armatore per il massimo della personalizzazione. Inoltre, con l’aggiunta del nuovo servizio ‘The Crew Network’, si amplia ulteriormente la gamma delle of-ferte after-sales pensate esclusivamente per gli armatori di Azimut Yachts.

Giunta alla terza unità costruita in soli due anni dal lancio, il nuo-vo Azimut Grande 120SL sarà varato nel mese di Aprile 2014 e rappresenta la sintesi delle capacità costruttive del Gruppo Azimut-Benetti. Costituita dalle imbarcazioni plananti oltre i trenta me-tri, Azimut Grande identifica la Collezione più esclusiva di Azimut Yachts e, all’interno della collezione, il 120SL è il progetto più ambizioso nel quale la consueta leadership tecnologica di Azimut nella costruzione di scafi ad alte prestazioni si fonde con la capacità del cantiere di sviluppare soluzioni custom: Azimut Grande 120SL offre al suo armatore un ampio ventaglio di possibilità realizzative proprio delle produzioni navali semi custom.

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Pronto al varo la terza unità della rinnovata collezione


L’offerta del Gruppo, inoltre, si è ampliata con gli anni fino a ad arrivare a coprire un network di servizi after-sales di alto livello pensati esclusiva-mente per migliorare ulteriormente il comfort dell’armatore; ne è prova il servizio di ricerca e selezione gratuita di Capitani altamente qualificati, offerto da ‘The Crew Network’ e dedicato a tutte le imbarcazioni Azimut-Benetti che superino i 24 metri.

Ferma restando la posizione di alcuni elementi fondamentali dello yacht - come motori, sentine e paratie principali - all’armatore è stata lasciata la massima libertà di definizione di ogni dettaglio costruttivo e di decòr. Il concept generale del 120SL e lo stile sono di Stefano Righini, gli interni di Carlo Galeazzi.

Come spiega Paolo Vitelli, presidente del Gruppo Azimut Benetti: “Azi-mut Grande riassume e enfatizza i requisiti richiesti dai nostri armatori: una linea accattivante e distintiva, senza rinunciare a comfort e presta-zioni impeccabili. Severi test e prove in vasca ci hanno consentito di mettere a punto una carena performante in grado di navigare senza problemi anche in condizioni di mare impegnative mentre l’adozione di trasmissioni a idrogetto ha contenuto significativamente vibrazioni e rumori massimizzando il confort a bordo per l’armatore e i suoi ospiti”.

L’ambizione del 120SL? Vivere il mare e lo yacht senza confini, ridu-cendo la percezione tra interni e esterni fino a farla scomparire. Volontà che si respira non appena varcata la passerella: una volta saliti a bordo si arriva al ponte principale dove pozzetto e zona living descrivono un ponte unico da cui è possibile dominare il panorama in qualsiasi mo-mento della giornata.

Questo terzo esemplare di Azimut Grande 120SL, pur mantenendo le caratteristiche che ne hanno fatto un modello senza rivali, ha una mo-torizzazione più spinta, composta da tre MTU 16V 2000 che erogano 2640 cv ciascuno a 2450 giri/minuto, e che gli permettono di arrivare ad una velocità massima di 39 nodi. Internamente viene riproposto il layout del salone principale con la sua superficie di 60 metri quadrati, le finestrature 50 e un’ulteriore apertura dall’alto, in parte mobile, con un’area di oltre 15 metri quadri completa una visione del cielo e del mare regalando un sensazione senza precedenti: si riducono i classici confini tra interni e esterni fino a scomparire e non percepire più la dif-ferenza tra l’uno e l’altro.

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La vivibilità e la ricchezza del volumi interni è enfatizzata dalla possibilità di aprire la porta in vetro che separa il living dal pozzetto e disporre di un locale unico a diretto contatto del mare.

La zona living, che prevede come dotazione iniziale un tavolo da pranzo per dieci persone ad un salone con due divani, può ovviamente anche essere chiuso e condizionato.

Il main deck è una zona dove l’armatore può intervenire ampiamente con il suo gusto e per-sonalizzare gli arredi, l’esperienza progettuale del cantiere e il suo staff tecnico sono a sua di-sposizione per raccogliere i suoi desideri e pro-porre soluzioni che li interpretano e li rendono vivi e reali. Nel ponte inferiore il layout pro-posto da Azimut è un campione di abitabilità.

La cabina armatoriale offre una superficie di 43 metri quadrati, di cui 11 dedicati a due ba-gni, separati per lui e per lei. Le due finestre a murata offrono uno sguardo mozzafiato sul mare e accendono gli interni di luce naturale.

I locali destinati all’equipaggio, tre cabine di cui una matrimoniale, separano e isolano la cabi-na armatore dalla sala macchine garantendo silenziosità e comfort.

Il layout prevede inoltre tre cabine dedicate agli ospiti: una vip matrimoniale di prua e due ca-bine con letti gemelli a centro barca, ciascuna con bagno esclusivo. Al ponte inferiore, inoltre, è previsto un ulteriore day head per eventuali ospiti in giornata.

Tutti gli ambienti della barca sono giocati sui toni chiaro-scuro dei rivestimenti e materiali, tanto dei legni di ebano e rovere sapientemen-te miscelati quanto delle pelli pregiate, abbina-ti a elementi di acciaio e vetro. L’illuminazione è realizzata con plafoni e proiettori led che con-sentono la continua regolazione dell’intensità.

Anche l’esterno è pensato e realizzato per vi-vere al meglio la propria vacanza. A prua un salottino e due grandi prendi-sole consentono

di immergersi nel più profondo relax garan-tendo comunque la necessaria privacy. Tra la parte di tetto apribile sopra il salone e la pop-pa, un flybridge crea una ulteriore zona di vita all’aperto dotata di posto di pilotaggio, vasca idromassaggio e divano dinette. A poppa la spiaggetta sopra le trasmissioni con le scale che salgono al pozzetto.

Il garage, tra i più grandi della categoria, è in grado di ospitare al suo interno un tender di lunghezza fino a 5,50 metri e due jet ski di lun-ghezza massima di 2,90 metri.

I tre motori MTU 2000 16V, accoppiati a tre idrogetti Rolls Royce KaMeWa, due laterali ed un booster centrale, offrono prestazioni da vero purosangue: la velocità massima è di 39 nodi, raggiunta con accelerazione e manegge-

volezza inusuali per una unità di queste dimen-sioni, grazie anche a una assistenza elettronica di alta qualità con elementi originali dei pro-duttori delle propulsioni e delle trasmissioni e con il sistema integrato Naviop. In sentina, un passaggio lungo oltre 21 metri rende possibile l’ispezione delle parti più nascoste dello scafo, fino alla sala macchine.

Questa terza ammiraglia della serie Azimut Grande il gruppo Azimut Benetti rafforza la sua vocazione di player primario nel mondo dei mega yacht confermando la sua capacità di anticipare i bisogni e le richieste degli armatori più esigenti.


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Mercatomotori Marzo 2014

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