mercato obbligazionario Mai rendimenti così bassi · Lucilla Incorvati + Rendimenti sotto zero. In...

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6 | Plus24 - Il Sole 24 Ore SABATO 1 OTTOBRE 2016 | N. 732 cover story mercato obbligazionario I cassetti del presente e del futuro H a un che di patologico la recente attenzione generale per la pensione e per le misure che il Governo intende inserire nella legge di Bilancio per favorire il pensionamento dei lavoratori prossimi all’età. Non c’è televisione, quotidiano o sito web che non abbia approfondito l’anticipo pensionistico. Se ne parla dalla scorsa primavera e si deciderà a ridosso di Natale con l’approvazione della manovra 2017. È ovviamente naturale occuparsi di un traguardo fondamentale per il proprio destino. Ma questo insistente interesse appare come un “abbandonate la nave”, il sintomo di un disinteresse nei confronti dell’attività lavorativa, ossia per la parte centrale - e non solo temporalmente - della propria esistenza. Colpisce che molta meno eco ottengano le notizie sugli investimenti anch’essi annunciati dal Governo nelle ultime settimane: l’iperammortamento al 250%, ad esempio, per chi investe in innovazione e sviluppo; merce rara in un paese in cui il 69% delle imprese opera in un territorio privo di adsl o banda larga, ma con il doppino offerto da un unico operatore telefonico. Altro che connessione globale e ecommerce (nonostante le potenzialità del territorio italiano). Il punto è che chi oggi pensa più alla pensione futura che al lavoro presente, rimarrà molto probabilmente deluso dall’anticipo pensionistico: secondo le elaborazioni degli esperti pubblicate sul Sole 24 Ore, l’Ape farà sì che la rendita pensionistica anticipata sarà superiore a quella percepita in un secondo momento e solo 20 anni dopo l’età del pensionamento, terminato di pagare l’anticipo, la rendita tornerà piena. E tutte saranno inferiori a quella di chi è oggi in pensione, vista la progressiva riduzione dei tassi di sostituzione. Insomma si sceglie guardando al passato, per incapacità di pianificare il futuro. D’altronde, è evidente quale sia il cassetto mentale più importante per gli italiani: l’analisi di come è ripartita la torta di Tfr dice che: dei 25 miliardi in uscita dalle buste paga dei dipendenti, 13,7 restano in azienda, 5,6 miliardi vanno al Fondo di Tesoreria per le spese correnti dello Stato (dai dipendenti di aziende con più di 50 dipendenti non aderenti alla previdenza complementare), mentre una quota inferiore, 5,5 miliardi vanno ai fondi pensione, ossia al futuro. © RIPRODUZIONE RISERVATA SOLDI IN TESTA Marco lo Conte Mai rendimenti così bassi per i corporate bond Lucilla Incorvati + Rendimenti sotto zero. In uno scenario con tassi ai minimi storici non è più una sorpresa vedere il se- gno meno davanti ai rendimenti di molte obbligazioni societarie. Qualche esempio? Le emissioni ne- gative collocate dalle tedesche Henkel, Bmw e Deutsche Bahn, dal- la francese Sanofi e dalla britannica Bp. Per trovare un vistoso segno più bisogna stare su scadenze che supe- rano i cinque anni. Secondo Société Generale, attual- mente ci sarebbero 1.250 miliardi di euro di titoli con rendimenti sotto l’1%. E in vista delle possibili mosse della Fed lo scenario non è dei miglio- ri. Le politiche monetarie rimangono molto accomodanti in Europa e ab- bastanza accomodanti negli Usa per cui sono in molti a non aspettarsi crollo di questa asset class. Rimane il fatto che storicamente i rendimenti dei corporate bond non sono mai sta- ti così bassi e nel lungo periodo corre- zioni severe dei prezzi sono assai probabili: se la Fed, infatti, dovesse alzare in maniera più aggressiva i tas- si, anche le quotazioni dei bond so- cietari scenderebbero parecchio. Un altro segnale che l’investitore deve sempre tenere sotto osservazio- ne è la liquidità nel mercato dei cor- porate bond che, al momento, è criti- camente bassa. «I requisiti di capitale obbligano le banche a ridurre l’attivi- tà di marketing making sui bond, so- prattutto corporate - precisa Marco Aboav, macro portfolio manager di MoneyFarm -. Se mai ci dovesse esse- re l’attesa rotazione verso l’azionario dai bond, l’illiquidità aumenterà per- chè avremo solo venditori». Ma quali sono gli altri rischi che corre l’investi- tore che guarda a questa asset class? Sono di due tipi. In primis il rischio tasso (legato ai rendimenti dei gover- nativi dell’area dell’emittente) e poi l’eventuale default, legato alla qualità dell’emittente. Secondo molti opera- tori di mercato il primo dovrebbe re- stare basso ancora per un pò, il secon- do oggi è mediamente sottostimato. Da un punto di vista geografico, negli Stati Uniti, secondo Aboav, sembra esserci un aumento del tasso di de- fault sui titoli ad alto rendimento, che al momento è attenuato dalla politica accomondante della Fed. Non solo. I corporate bond americani sarebbero i più esposti alla volatilità soprattutto con riferimento ai titoli legati al setto- re energetico e minerario. Per quanto riguarda l’Europa, il mercato è molto condizionato dalla politica monetaria, anche nei titoli societari. Questo significa un grado di rischio inferiore, ma rendimenti più ridotti, mentre l’indicatore sin- tetico del costo delle protezioni sui default sta risalendo dai minimi. In più i corporate bancari europei sof- frono in alcuni casi per la potenziale applicazione delle regole sul bail-in. «Vediamo meno rischio spread nei prossimi mesi sia in America, sia in Europa - aggiunge Aboav -, ma il ve- ro rischio è avere un portfoglio ob- bligazionario concentrato. Per que- sto consigliamo di diversificare at- traverso gli Etf. Inoltre, in questo contesto economico, l’asset class che può risultare ancora la vera sor- presa a livello globale sono le obbli- gazioni high yield». La ragione? Secondo l’esperto of- frono un rendimento elevato, per- mettono di partecipare a mercati rial- zisti e hanno un rischio minore ri- spetto all’azionario o alle obbligazio- ni governative ad elevata scadenza. [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA Monetari, fondi avari di soddisfazioni Isabella Della Valle + Investire sui fondi monetari og- gi non ha molto senso. Nemmeno per parcheggiare la liquidità. È ve- ro che la maggior parte dei prodot- ti che appartengono a questa tipo- logia non prevede commissioni di ingresso, ma è altrettanto vero che, per quanto basse, ci sono sempre quelle di gestione che vanno a inci- dere su rendimenti già da tempo ridotti a lumicino. Qualche tempo fa lo stimolo principale a investire su tale tipo- logia di prodotti era proprio la ge- stione professionale, vale a dire la possibilità offerta al gestore di mo- vimentare il portafoglio in manie- ra efficiente, acquistando e ven- dendo più titoli. Un’attività in gra- do di conseguire guadagni soprat- tutto in conto capitale, ossia sul differenziale tra il prezzo di acqui- sto e di vendita del titolo. Possibilità che oggi però non c’è praticamente più: con i tassi a que- sti livelli, i prezzi dei bond sono già molto elevati e grandi margini di manovra non ci sono. Lo si vede facilmente soprattut- to sulle quotazioni dei titoli gover- nativi a breve termine, vale a dire proprio quelli in cui investono un’importante parte del portafo- glio i fondi monetari. Il gestore di patrimoni è un pro- fessionista, non un mago. In un’epoca di tassi negativi non può offrire al proprio cliente quello che sul mercato non c’è, a patto di non correre dei rischi sul fronte valutario. In questo caso infatti il discorso cambia. Per esempio, chi lo scorso anno ha investito sui prodotti monetari denominati in yen e in dollari australiani nella migliore delle ipotesi ha portato a casa rendimenti nell’ordine del 19%, del 18 e del 9,6% (rispettiva- mente Pictet Short term money Market Jpy, Goldman Sachs Yen Liquid e Ubs money market Aud). Chi, invece, si è affidato a prodotti denominati in sterline ha accusa- to perdite superiori al 15% (Jpm Sterling Liquidity, Fidelity Ster- ling Cash e Goldman Sachs Ster- ling Governemt Liquid), sulla scia del crollo della divisa britannica in seguito a Brexit. Per i risparmiatori che hanno puntato sui prodotti denominati in euro il quadro è totalmente dif- ferente. Soltanto in fondo, il Pha- rus Sicav Liquidity, ha portato a ca- sa un rendimento su base annua superiore all’1 per cento, rivelan- dosi il miglior prodotto della cate- goria, ma scorrendo tra le prime dieci posizioni della classifica dei prodotti monetari in euro, non si va oltre lo 0,3% e quattro fondi hanno il segno meno (-0,1%). Tra i peggiori, allo stesso modo, le per- dite sono contenute e inferiori al punto percentuale. Anche allar- gando l’arco temporale a tre anni il quadro non cambia molto; i pro- dotti che su base annua hanno ot- tenuto i risultati migliori, nel tri- ennio non arrivano al 3 per cento. © RIPRODUZIONE RISERVATA Il rischio di default oggi è sottostimato sia in Usa sia in Europa: meglio investire su Etf evitando portafogli concentrati Rendimenti a lumicino Il prodotti che ha reso di più ha offerto in un anno l’1,4% isin società coupon scadenza data emissione tasso a scadenza FR0011321330 Unibail Rod. 0,75 1/1/18 19/9/12 -17,89 FR0011629344 Fonciere des Reg 0,875 1/4/19 20/11/13 -6,13 ES0213211016 Banco Bilbao 9,37 22/12/16 5/7/96 -4,55 XS0579438663 Industrivarden 1,875 27/2/17 27/1/11 -2,45 FR0011262591 Unedic 2,125 1/7/18 1/6/12 -0,48 FI4000171053 Tyottomyysva kuutusrahasto 0,25 15/10/18 15/10/15 -0,33 FR0122684055 Unedic 0,13 27/10/16 27/10/14 -0,27 FR0122999099 Bpifrance Fin. 0,02 19/3/18 19/3/15 -0,25 FR0010762765 Lvmh Moet 4,775 29/6/17 29/6/09 -0,25 XS0311212723 Deutsche Bahn F. 5 24/7/19 24/7/07 -0,18 Le obbligazioni societarie con rendimenti sotto zero Selezione di bond societari europei con scadenza triennale denominati in € fonte: Ufficio Studi Il Sole 24 Ore fondo var % a 1 anno var % a 3 anni i migliori Pharus SICAV Liquidity 1,44 2,94 AZ Fd1 Cash 12 Mesi A-AZ Fd Acc 0,28 2,70 BNP Paribas Money 3M IC 0,13 0,88 Amundi 3 - 6 M I 0,10 0,89 Gan Court Terme I 0,03 0,19 i peggiori Esperia Fds SICAV Duemme Money Mkt C Acc -0,78 -0,75 Interfund Euro Liquidity -0,74 -0,99 Allianz Liquidità A -0,68 -1,32 ANIMA Liquidity A -0,67 -1,23 Rossini Lux Fund Euro Monetario R -0,59 -0,80 Monetari sotto pressione I migliori e i peggiori 5, dati al 23/09/2016 fonte: Morningstar

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6 | Plus24 - Il Sole 24 Ore SABATO 1 OTTOBRE 2016 | N. 732

cover storymercato obbligazionario

I cassettidel presentee del futuro

H a un che di patologico larecente attenzionegenerale per la pensione

e per le misure che il Governo intende inserire nella legge di Bilancio per favorire il pensionamento dei lavoratori prossimi all’età. Non c’è televisione, quotidiano o sito web che non abbia approfondito l’anticipo pensionistico. Se ne parla dalla scorsa primavera e si deciderà a ridosso di Natale con l’approvazione della manovra 2017. È ovviamente naturale occuparsi di un traguardo fondamentale per il proprio destino. Ma questo insistente interesse appare come un “abbandonate la nave”, il sintomo di un disinteresse nei confronti dell’attività lavorativa, ossia per la parte centrale - e non solo temporalmente - della propria esistenza. Colpisce che molta meno eco ottengano le notizie sugli investimenti anch’essi annunciati dal Governo nelle ultime settimane: l’iperammortamento al 250%, ad esempio, per chi investe in innovazione e sviluppo; merce rara in un paese in cui il 69% delle imprese opera in un territorio privo di adsl o banda larga, ma con il doppino offerto da un unico operatore telefonico. Altro che connessione globale e ecommerce (nonostante le potenzialità del territorio italiano). Il punto è che chi oggi pensa più alla pensione futura che al lavoro presente, rimarrà molto probabilmente deluso dall’anticipo pensionistico: secondo le elaborazioni degli esperti pubblicate sul Sole 24 Ore, l’Ape farà sì che la rendita pensionistica anticipata sarà superiore a quella percepita in un secondo momento e solo 20 anni dopo l’età del pensionamento, terminato di pagare l’anticipo, la rendita tornerà piena. E tutte saranno inferiori a quella di chi è oggi in pensione, vista la progressiva riduzione dei tassi di sostituzione. Insomma si sceglie guardando al passato, per incapacità di pianificare il futuro. D’altronde, è evidente quale sia il cassetto mentale più importante per gli italiani: l’analisi di come è ripartita la torta di Tfr dice che: dei 25 miliardi in uscita dalle buste paga dei dipendenti, 13,7 restano in azienda, 5,6 miliardi vanno al Fondo di Tesoreria per le spese correnti dello Stato (dai dipendenti di aziende con più di 50 dipendenti non aderenti alla previdenza complementare), mentre una quota inferiore, 5,5 miliardi vanno ai fondi pensione, ossia al futuro.

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SOLDIIN TESTA

Marcolo Conte

Mai rendimenti così bassi per i corporate bond

Lucilla Incorvati

+ Rendimenti sotto zero. In unoscenario con tassi ai minimi storicinon è più una sorpresa vedere il se-gno meno davanti ai rendimenti dimolte obbligazioni societarie.Qualche esempio? Le emissioni ne-gative collocate dalle tedescheHenkel, Bmw e Deutsche Bahn, dal-la francese Sanofi e dalla britannicaBp. Per trovare un vistoso segno piùbisogna stare su scadenze che supe-rano i cinque anni.

Secondo Société Generale, attual-mente ci sarebbero 1.250 miliardi di euro di titoli con rendimenti sottol’1%. E in vista delle possibili mosse della Fed lo scenario non è dei miglio-ri. Le politiche monetarie rimangonomolto accomodanti in Europa e ab-bastanza accomodanti negli Usa per cui sono in molti a non aspettarsi crollo di questa asset class. Rimane ilfatto che storicamente i rendimentidei corporate bond non sono mai sta-ti così bassi e nel lungo periodo corre-zioni severe dei prezzi sono assaiprobabili: se la Fed, infatti, dovesse alzare in maniera più aggressiva i tas-

si, anche le quotazioni dei bond so-cietari scenderebbero parecchio.

Un altro segnale che l’investitoredeve sempre tenere sotto osservazio-ne è la liquidità nel mercato dei cor-porate bond che, al momento, è criti-camente bassa. «I requisiti di capitaleobbligano le banche a ridurre l’attivi-tà di marketing making sui bond, so-prattutto corporate - precisa Marco Aboav, macro portfolio manager di MoneyFarm -. Se mai ci dovesse esse-re l’attesa rotazione verso l’azionario

dai bond, l’illiquidità aumenterà per-chè avremo solo venditori». Ma qualisono gli altri rischi che corre l’investi-tore che guarda a questa asset class? Sono di due tipi. In primis il rischiotasso (legato ai rendimenti dei gover-nativi dell’area dell’emittente) e poi l’eventuale default, legato alla qualitàdell’emittente. Secondo molti opera-tori di mercato il primo dovrebbe re-stare basso ancora per un pò, il secon-do oggi è mediamente sottostimato. Da un punto di vista geografico, negli

Stati Uniti, secondo Aboav, sembraesserci un aumento del tasso di de-fault sui titoli ad alto rendimento, cheal momento è attenuato dalla politicaaccomondante della Fed. Non solo. Icorporate bond americani sarebberoi più esposti alla volatilità soprattuttocon riferimento ai titoli legati al setto-re energetico e minerario.

Per quanto riguarda l’Europa, ilmercato è molto condizionato dallapolitica monetaria, anche nei titolisocietari. Questo significa un gradodi rischio inferiore, ma rendimentipiù ridotti, mentre l’indicatore sin-tetico del costo delle protezioni suidefault sta risalendo dai minimi. Inpiù i corporate bancari europei sof-frono in alcuni casi per la potenzialeapplicazione delle regole sul bail-in.«Vediamo meno rischio spread neiprossimi mesi sia in America, sia inEuropa - aggiunge Aboav -, ma il ve-ro rischio è avere un portfoglio ob-bligazionario concentrato. Per que-sto consigliamo di diversificare at-traverso gli Etf. Inoltre, in questocontesto economico, l’asset classche può risultare ancora la vera sor-presa a livello globale sono le obbli-gazioni high yield».

La ragione? Secondo l’esperto of-frono un rendimento elevato, per-mettono di partecipare a mercati rial-zisti e hanno un rischio minore ri-spetto all’azionario o alle obbligazio-ni governative ad elevata scadenza.

[email protected]

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Monetari, fondi avari di soddisfazioni

Isabella Della Valle

+ Investire sui fondi monetari og-gi non ha molto senso. Nemmenoper parcheggiare la liquidità. È ve-ro che la maggior parte dei prodot-ti che appartengono a questa tipo-logia non prevede commissioni diingresso, ma è altrettanto vero che,per quanto basse, ci sono semprequelle di gestione che vanno a inci-dere su rendimenti già da tempo ridotti a lumicino.

Qualche tempo fa lo stimoloprincipale a investire su tale tipo-logia di prodotti era proprio la ge-stione professionale, vale a dire lapossibilità offerta al gestore di mo-vimentare il portafoglio in manie-ra efficiente, acquistando e ven-dendo più titoli. Un’attività in gra-do di conseguire guadagni soprat-tutto in conto capitale, ossia suldifferenziale tra il prezzo di acqui-sto e di vendita del titolo.

Possibilità che oggi però non c’èpraticamente più: con i tassi a que-

sti livelli, i prezzi dei bond sono giàmolto elevati e grandi margini dimanovra non ci sono.

Lo si vede facilmente soprattut-to sulle quotazioni dei titoli gover-nativi a breve termine, vale a direproprio quelli in cui investonoun’importante parte del portafo-glio i fondi monetari.

Il gestore di patrimoni è un pro-fessionista, non un mago. In

un’epoca di tassi negativi non puòoffrire al proprio cliente quelloche sul mercato non c’è, a patto dinon correre dei rischi sul frontevalutario. In questo caso infatti ildiscorso cambia. Per esempio, chilo scorso anno ha investito suiprodotti monetari denominati inyen e in dollari australiani nellamigliore delle ipotesi ha portato acasa rendimenti nell’ordine del

19%, del 18 e del 9,6% (rispettiva-mente Pictet Short term moneyMarket Jpy, Goldman Sachs YenLiquid e Ubs money market Aud).Chi, invece, si è affidato a prodottidenominati in sterline ha accusa-to perdite superiori al 15% (JpmSterling Liquidity, Fidelity Ster-ling Cash e Goldman Sachs Ster-ling Governemt Liquid), sulla sciadel crollo della divisa britannica inseguito a Brexit.

Per i risparmiatori che hannopuntato sui prodotti denominatiin euro il quadro è totalmente dif-ferente. Soltanto in fondo, il Pha-rus Sicav Liquidity, ha portato a ca-sa un rendimento su base annuasuperiore all’1 per cento, rivelan-dosi il miglior prodotto della cate-goria, ma scorrendo tra le prime dieci posizioni della classifica deiprodotti monetari in euro, non siva oltre lo 0,3% e quattro fondihanno il segno meno (-0,1%). Tra ipeggiori, allo stesso modo, le per-dite sono contenute e inferiori alpunto percentuale. Anche allar-gando l’arco temporale a tre anni ilquadro non cambia molto; i pro-dotti che su base annua hanno ot-tenuto i risultati migliori, nel tri-ennio non arrivano al 3 per cento.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Il rischio di default oggiè sottostimato sia in Usasia in Europa: meglio investire su Etf evitandoportafogli concentrati

Rendimenti a lumicinoIl prodotti che ha reso di piùha offerto in un anno l’1,4%

isin società coupon scadenza dataemissione

tasso ascadenza

FR0011321330 Unibail Rod. 0,75 1/1/18 19/9/12 ­17,89

FR0011629344 Fonciere des Reg 0,875 1/4/19 20/11/13 ­6,13

ES0213211016 Banco Bilbao 9,37 22/12/16 5/7/96 ­4,55

XS0579438663 Industrivarden 1,875 27/2/17 27/1/11 ­2,45

FR0011262591 Unedic 2,125 1/7/18 1/6/12 ­0,48

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FR0122684055 Unedic 0,13 27/10/16 27/10/14 ­0,27

FR0122999099 Bpifrance Fin. 0,02 19/3/18 19/3/15 ­0,25

FR0010762765 Lvmh Moet 4,775 29/6/17 29/6/09 ­0,25

XS0311212723 Deutsche Bahn F. 5 24/7/19 24/7/07 ­0,18

Le obbligazioni societarie con rendimenti sotto zero

Selezione di bond societari europei con scadenza triennale denominati in €

fonte: Ufficio Studi Il Sole 24 Ore

fondo var %a 1 anno

var %a 3 anni

i migliori

Pharus SICAV Liquidity 1,44 2,94

AZ Fd1 Cash 12 Mesi A­AZ Fd Acc 0,28 2,70

BNP Paribas Money 3M IC 0,13 0,88

Amundi 3 ­ 6 M I 0,10 0,89

Gan Court Terme I 0,03 0,19

i peggiori

Esperia Fds SICAV Duemme Money Mkt C Acc ­0,78 ­0,75

Interfund Euro Liquidity ­0,74 ­0,99

Allianz Liquidità A ­0,68 ­1,32

ANIMA Liquidity A ­0,67 ­1,23

Rossini Lux Fund Euro Monetario R ­0,59 ­0,80

Monetari sotto pressione

I migliori e i peggiori 5, dati al 23/09/2016

fonte: Morningstar