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SCENARI IMMOBILIARI ISTITUTO INDIPENDENTE DI STUDI E RICERCHE VIALE LIEGI, 14 - 00198 ROMA TEL. 06/8558802 FAX 06/84241536 WEB SITE: www.scenari-immobiliari.eu E-MAIL: [email protected] IL MERCATO IMMOBILIARE ITALIANO AL 2020 RAPPORTO REALIZZATO PER “FORUM DEL SUDLecce, 8 aprile – Matera, 9 aprile 2016

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SCENARI IMMOBILIARI ISTITUTO INDIPENDENTE DI STUDI E RICERCHE

VIALE LIEGI, 14 - 00198 ROMA – TEL. 06/8558802 – FAX 06/84241536 WEB SITE: www.scenari-immobiliari.eu E-MAIL: [email protected]

IL MERCATO IMMOBILIARE

ITALIANO AL 2020

RAPPORTO REALIZZATO PER “FORUM DEL SUD”

Lecce, 8 aprile – Matera, 9 aprile 2016

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Il 2015 ha confermato le aspettative di ripresa del mercato immobiliare italiano, con un incremento del 7,2 per cento di compravendite rispetto all’anno precedente. È un indicatore di ritrovata fiducia verso il mercato residenziale attribuibile al miglioramento dello scenario economico, ma, soprattutto, all’effetto combinato del processo di defiscalizzazione, seppure ancora in fase iniziale, e all’incremento dei mutui erogati, quasi raddoppiati negli ultimi dodici mesi. La progressiva normalizzazione dei rapporti tra sistema bancario e mercato immobiliare residenziale è confermata dall’aumento di abitazioni acquistate con l’ausilio del mutuo, salita nell’ultimo anno dal 45 al 55 per cento, nonostante l’alta percentuale di surroghe. L’accesso al mutuo è una delle condizioni necessarie per stimolare la domanda potenziale, stimata intorno a un milione di famiglie. La leggera ripresa dell’occupazione, soprattutto giovanile, contribuisce a rilanciare il mercato della casa anche in questa fascia di età, che negli ultimi anni si era orientata verso la locazione. Il crollo dei prezzi reali delle abitazioni nella fase recessiva, quantificabile in una media del venti per cento con punte del 25 per cento (escluse le top location), ha reso il mercato accessibile a settori sempre più ampi di popolazione, perché i redditi sono rimasti stabili. La ripresa del 2015 si è concentrata soprattutto nelle grandi città, anche al sud, dove è più forte la pressione abitativa. Milano anticipa le dinamiche del mercato immobiliare, con uno sviluppo particolarmente accentuato nel comparto residenziale. Il numero di transazioni è cresciuto di circa il dodici per cento e la domanda è in costante aumento, a fronte di una progressiva erosione dell’offerta disponibile. I tempi medi di vendita si sono ridotti di quasi il quaranta per cento negli ultimi dodici mesi. Nel 2016 si attende un ampliamento della ripresa al resto del Paese. A fronte di un aumento della domanda e delle compravendite, le quotazioni medie nazionali hanno mostrato ancora una lieve flessione, intorno allo 0,6 per cento, nel corso dell’anno. Tuttavia, nelle zone più richieste, come i centri storici o le aree residenziali di pregio, ci sono stati incrementi lievi rispetto all’anno precedente.

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Il 2016 dovrebbe rappresentare una fase di stabilizzazione delle quotazioni medie, con tendenza alla riduzione degli sconti in sede di trattativa. Tra le grandi città, l’aumento più consistente è atteso a Verona, seguita da Milano, Roma e Venezia. Il mercato sarà sempre più “qualitativo”, con accentuazione del divario tra nuovo e usato e tra i diversi segmenti. I prodotti di classe energetica elevata in localizzazioni centrali manterranno il proprio prezzo o vedranno un lieve rialzo, a seconda delle zone, mentre l’usato registrerà ulteriori contrazioni dei valori. Anche nel mercato locativo la domanda è in aumento, soprattutto di alloggi di piccole dimensioni nelle grandi città, mentre i canoni sono in lieve calo. La tendenza dovrebbe proseguire nel 2016. Sebbene i bassi tassi di interesse, accompagnati dal ridimensionamento dei prezzi e dalla maggiore disponibilità delle banche, abbiano comportato un ritorno all’acquisto residenziale, il mercato locativo è destinato a registrare un forte sviluppo a medio termine in tutta Italia. Un ostacolo è rappresentato dalla carenza di servizi professionali da parte delle property companies, che in altri Paesi europei svolgono un ruolo di primo piano nell’ambito del mercato locativo. Il settore delle costruzioni residenziali continua a essere fortemente penalizzato e un possibile aumento dell’Iva, con la legge di Stabilità, potrebbe avere un impatto estremamente pesante su volumi già modesti. Nel 2015 si calcolano investimenti in costruzioni per un valore inferiore a 130 miliardi di euro, il trenta per cento in meno rispetto a dieci anni fa. Inoltre, le 54mila licenze edilizie residenziali rilasciate l’anno scorso rappresentano meno di un sesto rispetto ai livelli del 2007 e riportano il Paese ai volumi del 1936. Il volume di attività dovrebbe crescere di circa il dieci per cento nel prossimo triennio, grazie anche alle novità contenute nella legge di Stabilità e alla proroga delle agevolazioni fiscali per la ristrutturazione edilizia e l’efficientamento energetico, che dovrebbero dare impulso al settore delle ristrutturazioni, in linea con quanto avviene negli altri Paesi europei.

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La situazione è favorevole per il Mezzogiorno, dove si presentano mutamenti positivi sia per il complesso delle compravendite delle unità immobiliari che per i trasferimenti ad uso abitativo. Le Isole registrano rispettivamente un aumento dell’otto e dieci per cento, valori in linea alla media nazionale. Le compravendite a metro quadro nell’ultimo anno hanno avuto un aumento del 2,5 per cento, portandosi a 37 milioni di metri quadri. Rispetto al 2005 si è registrato un calo in tutta la penisola, con una diminuzione pari al 46,8 per cento, senza rilevanti differenziazioni tra comuni capoluogo e non, con valori che si aggirano rispettivamente intorno al quarantatré e quarantanove per cento in meno. Un andamento migliore si attesta al sud, dove la variazione mostra un calo del 31,2 per cento.

Più precisamente, osservando lo storico dei volumi compravenduti negli ultimi dieci anni in Italia, si nota che nei comuni non capoluogo la variazione percentuale scende ancora ed è pari al 49,2 per cento con un valore di 20,6 milioni di metri quadri compravenduti in meno rispetto al 2005, cioè quasi il doppio rispetto ai comuni capoluogo, in cui la perdita reale è di circa undicimila metri quadri.

Anche i capoluoghi non riservano dati positivi, anzi la variazione, anche se minore rispetto a quella del resto della provincia, si attesta a soglie molto basse, con un valore del 43,2 per cento in meno rispetto al 2005.

È evidente una forte differenza tra i valori registrati al Meridione e quelli del resto d’Italia. Al nord e al centro la diminuzione delle compravendite al metro quadro si allinea con la media italiana, con valori rispettivamente del 45,5 e del 43,3 per cento. Al sud, sebbene permanga il segno negativo, la variazione sale di più di dieci punti percentuali, attestandosi attorno al trentuno per cento, cioè un milione di metri quadri in meno rispetto al 2005, contro i sei del nord e i tre del centro.

Questo è un primato per i capoluoghi del Mezzogiorno, il quale può vantare una delle sue regioni come capolista della classifica italiana per le compravendite negli ultimi dieci anni: si tratta della Basilicata, che dà uno stacco alle altre diciannove regioni, con una variazione positiva del 53,6 per cento rispetto al 2015. Ma è bene precisare che si sta parlando di numeri piccoli. Infatti, la Basilicata registra un lieve aumento di 28mila metri quadri, un numero ben

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diverso da quello registrato dalla Lombardia, che perde circa due milioni di metri quadri compravenduti negli ultimi dieci anni. Le variazioni positive si mostrano comunque in controtendenza rispetto sia alle altre regioni, che alla media italiana. Seguono il Trentino Alto Adige, con una perdita dell’uno per cento circa nell’ultimo decennio, e ancora una sfilata di regioni meridionali nella top ten, che si conclude, però, con la Lombardia, prima delle regioni del nord, posizionatasi appena dopo la Puglia. Il centro, ad eccezione del Lazio che si aggiudica l’ottavo, si colloca in basso con Marche e Umbria all’ultimo posto.

Compravendite mq del settore residenziale nei capoluoghi italiani per area geografica

Nord: Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Lombardia, Piemonte, Trentino Alto Adige, Valle d'Aosta, Veneto. Centro: Abruzzo, Lazio, Marche, Toscana, Umbria. Sud: Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia. Fonte: Scenari Immobiliari

Area 2005 2015 Var % 2015/2005

Nord 16.885.200 9.207.000 -45,5

Centro 7.540.900 4.266.000 -43,4

Sud 3.290.700 2.265.500 -31,2

Totale capoluoghi

27.716.800 15.738.500 -43,2

Resto provincia

41.883.200 21.261.500 -49,2

Italia 69.600.000 37.000.000 -46,8

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Compravendite mq del settore residenziale nei capoluoghi italiani per regione

Classifica Regione 2005 2015 Var % 2015/2005

1  Basilicata  53.400 82.000 53,6

2  Trentino Alto Adige  354.300 350.000 ‐1,2

3  Calabria  171.000 163.500 ‐4,4

4  Molise  48.100 41.000 ‐14,8

5  Sardegna  176.800 126.000 ‐28,7

6  Sicilia  1.220.000 831.000 ‐31,9

7  Lazio  3.675.000 2.356.000  ‐35,9

8  Campania 786.400 503.000 ‐36 

9  Puglia  835.000 519.000 ‐37,8

10  Lombardia 5.146.000 3.197.000  ‐37,9

11  Val d'Aosta  49.800 28.000 ‐43,8

12  Liguria  1.227.600 678.000 ‐44,8

13  Abruzzo  417.500 224.000 ‐46,3

14  Toscana  2.288.500 1.211.000  ‐47,1

15  Emilia Romagna  3.189.700 1.627.000  ‐49 

16  Piemonte 3.550.600 1.736.000  ‐51,1

17  Friuli  992.600 474.000 ‐52,2

18  Veneto  2.374.600 1.117.000  ‐53 

19  Marche  569.500 249.000 ‐56,3

20  Umbria  590.400 226.000 ‐61,7

  Totale capoluoghi 27.716.800 15.738.500  ‐43,2

Fonte: Scenari Immobiliari

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Compravendite mq del settore residenziale nei capoluoghi italiani

Classifica Regione Capoluoghi 2005 2015 Var % 2015/2005

1 Basilicata Potenza 17.000 29.000 70,6

2 Basilicata Matera 36.400 53.000 45,6

3 Calabria Vibo Valentia 13.000 15.500 19,2

4 Calabria Crotone 17.500 20.000 14,3

5 Sicilia Enna 9.000 10.000 11,1

6 Sicilia Agrigento 10.000 11.000 10,0

7 Campania Benevento 17.500 19.000 8,6

8 Molise Isernia 12.000 13.000 8,3

9 Trentino Trento 245.300 265.000 8,0

10 Calabria Reggio Calabria 70.000 71.000 1,4

11 Sicilia Ragusa 32.000 31.000 -3,1

12 Sardegna Sassari 41.000 39.000 -4,9

13 Sardegna Nuoro 12.800 12.000 -6,3

14 Sicilia Caltanissetta 18.000 16.000 -11,1

15 Campania Salerno 100.300 84.000 -16,3

16 Calabria Cosenza 28.000 23.000 -17,9

17 Lombardia Pavia 98.000 80.000 -18,4

18 Puglia Bari 300.000 240.000 -20,0

19 Calabria Catanzaro 42.500 34.000 -20,0

20 Toscana Firenze 471.500 371.000 -21,3

21 Trentino Bolzano 109.000 85.000 -22,0

22 Molise Campobasso 36.100 28.000 -22,4

23 Sicilia Siracusa 140.000 104.000 -25,7

24 Sicilia Messina 198.000 147.000 -25,8

25 Lombardia Lodi 58.000 42.000 -27,6

26 Toscana Pisa 143.000 103.000 -28,0

27 Lombardia Milano 3.080.000 2.210.000 -28,2

28 Emilia Romagna Bologna 732.000 496.000 -32,2

29 Lombardia Mantova 65.000 44.000 -32,3

30 Sicilia Palermo 468.000 317.000 -32,3

31 Lazio Roma 3.280.000 2.150.000 -34,5

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32 Lazio Frosinone 40.000 26.000 -35,0

33 Sicilia Catania 231.000 147.000 -36,4

34 Toscana Siena 129.600 82.000 -36,7

35 Abruzzo Chieti 54.500 34.000 -37,6

36 Sardegna Cagliari 88.000 54.000 -38,6

37 Campania Napoli 549.100 336.000 -38,8

38 Friuli Trieste 468.000 285.000 -39,1

39 Liguria Imperia 51.000 31.000 -39,2

40 Abruzzo L'Aquila 110.000 66.000 -40,0

41 Sardegna Oristano 35.000 21.000 -40,0

42 Campania Caserta 72.000 42.000 -41,7

43 Toscana Massa 84.000 49.000 -41,7

44 Emilia Romagna Parma 340.000 195.000 -42,6

45 Liguria Genova 956.000 547.000 -42,8

46 Marche Ascoli Piceno 60.100 34.000 -43,4

47 Val d'Aosta Aosta 49.800 28.000 -43,8

48 Puglia Taranto 150.000 83.000 -44,7

49 Lombardia Bergamo 249.000 134.000 -46,2

50 Veneto Padova 470.200 252.000 -46,4

51 Veneto Treviso 164.600 87.000 -47,1

52 Lazio Viterbo 134.200 71.000 -47,1

53 Puglia Lecce 218.000 115.000 -47,2

54 Toscana Lucca 170.600 90.000 -47,2

55 Veneto Venezia 510.000 268.000 -47,5

56 Piemonte Asti 108.000 56.000 -48,1

57 Piemonte Torino 2.423.200 1.252.000 -48,3

58 Marche Ancona 188.000 97.000 -48,4

59 Liguria Savona 99.000 51.000 -48,5

60 Abruzzo Pescara 182.000 92.000 -49,5

61 Lazio Rieti 73.400 37.000 -49,6

62 Lombardia Monza 400.000 200.000 -50,0

63 Puglia Brindisi 51.000 25.000 -51,0

64 Lazio Latina 147.400 72.000 -51,2

65 Puglia Foggia 116.000 56.000 -51,7

66 Veneto Belluno 66.600 32.000 -52,0

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67 Emilia Romagna Piacenza 202.600 97.000 -52,1

68 Friuli Gorizia 63.000 30.000 -52,4

69 Toscana Pistoia 126.200 60.000 -52,5

70 Lombardia Brescia 400.000 189.000 -52,8

71 Emilia Romagna Rimini 251.200 118.000 -53,0

72 Lombardia Cremona 136.500 64.000 -53,1

73 Piemonte Novara 380.000 178.000 -53,2

74 Marche Macerata 81.400 38.000 -53,3

75 Campania Avellino 47.500 22.000 -53,7

76 Emilia Romagna Modena 383.400 177.000 -53,8

77 Friuli Pordenone 115.000 53.000 -53,9

78 Veneto Rovigo 148.000 68.000 -54,1

79 Abruzzo Teramo 71.000 32.000 -54,9

80 Emilia Romagna Forlì 204.500 92.000 -55,0

81 Veneto Verona 675.000 303.000 -55,1

82 Lombardia Como 185.000 82.000 -55,7

83 Emilia Romagna Reggio Emilia 386.000 165.000 -57,3

84 Toscana Arezzo 162.100 69.000 -57,4

85 Sicilia Trapani 114.000 48.000 -57,9

86 Emilia Romagna Ferrara 345.000 145.000 -58,0

87 Toscana Prato 363.000 151.000 -58,4

88 Piemonte Alessandria 200.000 83.000 -58,5

89 Emilia Romagna Ravenna 345.000 142.000 -58,8

90 Piemonte Cuneo 160.000 65.000 -59,4

91 Umbria Terni 150.400 61.000 -59,4

92 Liguria La Spezia 121.600 49.000 -59,7

93 Piemonte Verbania 84.000 33.000 -60,7

94 Piemonte Vercelli 90.200 35.000 -61,2

95 Toscana Livorno 382.000 148.000 -61,3

96 Umbria Perugia 440.000 165.000 -62,5

97 Lombardia Lecco 119.500 42.000 -64,9

98 Toscana Grosseto 256.500 88.000 -65,7

99 Marche Pesaro 240.000 80.000 -66,7

100 Lombardia Varese 284.000 92.000 -67,6

101 Piemonte Biella 105.200 34.000 -67,7

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102 Veneto Vicenza 340.200 107.000 -68,5

103 Friuli Udine 346.600 106.000 -69,4

104 Lombardia Sondrio 71.000 18.000 -74,6

Totale capoluoghi 27.716.800 15.738.500 -43,2

Fonte: Scenari Immobiliari L’analisi più dettagliata, che prende in esame tutti i 104 capoluoghi italiani, conferma la preminenza delle città meridionali su quelle centro-settentrionali riguardo alle compravendite al metro quadro. A parte qualche eccezione, sono tutti del sud i comuni capoluogo che si collocano ai vertici della classifica. Ancora in testa la Basilicata, con entrambe le città che riportano una variazione positiva del 70,6 per cento per Potenza e del 45,6 per cento per Matera; seguono Vibo Valentia e Crotone per la Calabria, Enna e Agrigento per la Sicilia, Benevento per la Campania, Isernia per il Molise; solo nona si posiziona Trento per il Trentino Alto Adige, per poi ripartire con il sud, fino alla diciassettesima Pavia. Reggio Calabria, all’undicesimo posto, è la prima città che registra una variazione negativa del tre per cento circa, mentre si colloca in ultima posizione Sondrio, in Lombardia, con una diminuzione dei volumi del 74,6 per cento negli ultimi dieci anni. Occorre precisare anche in questo caso che le variazioni più ingenti spettano ai capoluoghi di Lombardia, Lazio e Piemonte, che perdono circa un milione di metri quadri a testa, mentre si parla di piccole differenze per i capoluoghi del sud come Matera, che guadagna 12mila metri quadri, o i comuni della Sicilia, dove le compravendite a metro quadro possono dirsi stabili, visto che l’aumento è di circa mille metri quadri. In conclusione, è il sud a rendere meglio per questo indicatore. Solo alcune città, in controtendenza rispetto al resto del Meridione, si collocano in basso nella classifica, come Foggia per la Puglia al sessantacinquesimo posto con 60mila metri quadri in meno, Avellino per la Campania, con un calo di 25.500 metri quadri, Trapani per la Sicilia, anche questa con circa 60mila metri quadri compravenduti in meno, ognuna con dieci posizioni di distanza. Per avere un quadro completo sul settore immobiliare residenziale in Italia, è utile esaminare anche la serie storica dei prezzi medi nominali delle regioni. Il 2014 era stato un anno contraddistinto da un calo maggiore dei prezzi medi

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nominali nelle regioni del centro e del sud Italia e da una maggiore tenuta a nord, mentre il 2015 ha visto peggiorare la situazione anche al settentrione: la Liguria ha perso in media il 4,7 per cento dei prezzi a metro quadro, seguita dal Friuli Venezia Giulia, che ha registrato una flessione del 6,4 per cento. L’andamento medio dei prezzi nominali nell’ultimo decennio registra una variazione negativa, minore rispetto a quella delle compravendite, e comunque in ripresa rispetto al 2014, con una media italiana del 7,4 per cento in meno rispetto a dieci anni fa. Secondo questo indicatore è il nord a comportarsi meglio, registrando una variazione lievemente positiva attestata a 0,9 per cento, al contrario del sud, dove il tasso della variazione scende a meno 17,4 per cento.

Classifica della variazione percentuale dei prezzi medi nominali per macro aree tra 2015 e 2005

Nord: Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Lombardia, Piemonte, Trentino Alto Adige, Valle d'Aosta, Veneto. Centro: Abruzzo, Lazio, Marche, Toscana, Umbria. Sud: Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia.

Fonte: Scenari Immobiliari

Macro aree Var % 2015/2005

Nord  0,9

Centro  ‐8,0

Sud  ‐17,4

Italia  ‐7,4 

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Classifica della variazione percentuale dei prezzi medi nominali per regione 2015/2005

Fonte: Scenari Immobiliari

  

  Regione Var % 2015/2005

1  Lombardia 7,92  Lazio 3,43  Veneto 2,84  TrentinoAltoAdige 2,45  Valled'Aosta 1,76  EmiliaRomagna 1,67  Piemonte 1,08  Toscana ‐3,89  Liguria ‐4,7

10  FriuliVeneziaGiulia ‐6,411  Umbria ‐8,612  Sardegna ‐10,913  Marche ‐11,014  Puglia ‐12,115  Molise ‐15,616  Sicilia ‐18,217  Basilicata ‐20,218  Abruzzo ‐21,019  Campania ‐22,520  Calabria ‐23,4

  Italia  ‐7,4 

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Fonte: Scenari Immobiliari

Secondo una suddivisione per macro aree, a trainare il mercato immobiliare con un andamento dei prezzi nominale in crescita è il nord, seppur in maniera minima. Mentre il centro e il sud si collocano al secondo e terzo posto della classifica con valori al di sotto di quelli del 2005, scelto come anno di riferimento. Il calcolo della variazione tra i prezzi dell’ultimo anno e quelli del 2005 aiuta a confrontare le tre aree dello Stivale. Il sud si colloca all’ultimo posto, ma è interessante approfondire questi dati per scoprire lo status di ogni regione.

La Lombardia registra una variazione annua dei prezzi medi positiva del 7,9 per cento tra il 2015 e il 2014. Per il centro, già al secondo posto, si posiziona il Lazio, sempre con un valore positivo del 3,4 per cento. Tuttavia, i dati vanno contestualizzati: in queste regioni sono presenti i due centri metropolitani più grandi del Paese: Milano e Roma. Scorrendo la classifica si leggono ancora i nomi delle regioni del centro e del nord. Al quattordicesimo posto la Puglia, prima regione del Meridione in classifica, se si esclude la Sardegna. Questa regione registra una variazione percentuale negativa del 12,1 per cento, in linea con la tendenza italiana, anch’essa negativa, del 7,4 per cento. La Puglia supera tutte le altre regioni del sud, specie Campania e Calabria, che occupano le ultime due posizioni con un calo dei prezzi di più del venti per cento. Anche la

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differenza con la Sardegna, in cui operano meccanismi di mercato legati al real estate, è solo l’un per cento circa. La variazione media dei prezzi nei capoluoghi italiani negli ultimi dieci anni vede un calo del 4,3 per cento, con Milano, che tira le fila del mercato attestandosi su un valore positivo del 12,8 per cento, seguita da Roma, dove la variazione si attesta al 12,4 per cento, Venezia, con l’undici e Firenze con il 9,7 per cento in più rispetto al 2005. Le ultime posizioni sono tutte occupate da capoluoghi del sud, ad eccezione de L’Aquila alla posizione numero novantotto. Nel Meridione la variazione assume quasi sempre il segno negativo, fino ad arrivare a punte del ventotto per cento in meno rispetto a dieci anni fa. Questo dato si riscontra in Sicilia, con Caltanissetta e in Campania con Avellino. Migliore la situazione della Calabria, dove la variazione raggiunge il venti per cento con segno negativo a Vibo Valentia e Cosenza. Situazione migliore per Salerno e Bari, le prime città del sud in classifica, rispettivamente al quarantanovesimo e cinquantasettesimo posto con una variazione in calo del 2,8 e del 5 per cento.

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Classifica della variazione 20015/2005 dei prezzi medi del settore residenziale nei capoluoghi italiani

Classifica Regione Capoluogo Var % 2015/2005

1  Lombardia MILANO 12,8 2  Lazio ROMA 12,4 3  Veneto VENEZIA 11,0 4  Toscana FIRENZE 9,7 5  Lombardia COMO 9,5 6  Lombardia BERGAMO 9,0 7  Emilia Romagna BOLOGNA 8,7 8  Lombardia MONZA 8,3 9  Emilia Romagna RIMINI 8,2 10  Lombardia LECCO 8,2 11  Lombardia MANTOVA 8,0 12  Lombardia BRESCIA 7,9 13  Lombardia CREMONA 7,8 14  Lombardia PAVIA 7,5 15  Lombardia LODI 7,3 16  Lombardia SONDRIO 6,7 17  Piemonte TORINO 6,3 18  Toscana SIENA 6,2 19  Emilia Romagna FERRARA 6,0 20  Veneto VERONA 5,8 21  Veneto VICENZA 5,7 22  Trentino BOLZANO 4,5 23  Lombardia VARESE 3,8 24  Emilia Romagna PARMA 3,5 25  Lazio RIETI 3,5 26  Liguria GENOVA 3,2 27  Val d'Aosta AOSTA 3,0 28  Trentino TRENTO 2,8 29  Veneto PADOVA 2,5 30  Veneto TREVISO 2,3 31  Piemonte NOVARA 1,6 

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32  Lazio LATINA 1,5 33  Piemonte ALESSANDRIA 1,5 34  Piemonte VERBANIA 1,4 35  Piemonte BIELLA 1,3 36  Emilia Romagna REGGIO EMILIA 1,2 37  Piemonte ASTI 0,8 38  Piemonte CUNEO 0,7 39  Piemonte VERCELLI 0,5 40  Lazio FROSINONE ‐1,2 41  Friuli TRIESTE ‐1,3 42  Veneto BELLUNO ‐1,3 43  Veneto ROVIGO ‐1,5 44  Friuli UDINE ‐1,7 45  Emilia Romagna PIACENZA ‐1,8 46  Emilia Romagna MODENA ‐2,1 47  Lazio VITERBO ‐2,3 48  Toscana PISA ‐2,6 49  Campania SALERNO ‐2,8 50  Emilia Romagna RAVENNA ‐2,9 51  Emilia Romagna FORLì ‐3,5 52  Liguria LA SPEZIA ‐3,5 53  Toscana PISTOIA ‐3,5 54  Toscana AREZZO ‐3,8 55  Marche PESARO ‐4,0 56  Toscana LUCCA ‐4,2 57  Puglia BARI ‐5,0 58  Toscana PRATO ‐5,0 59  Campania NAPOLI ‐5,3 60  Toscana LIVORNO ‐5,3 61  Liguria SAVONA ‐5,4 62  Puglia LECCE ‐5,7 63  Friuli GORIZIA ‐6,0 64  Umbria PERUGIA ‐6,2 65  Liguria IMPERIA ‐7,2 66  Sicilia PALERMO ‐8,0 

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67  Toscana MASSA ‐8,0 68  Sardegna SASSARI ‐8,3 69  Sardegna CAGLIARI ‐8,6 70  Umbria TERNI ‐9,3 71  Puglia BRINDISI ‐9,6 72  Toscana GROSSETO ‐9,8 73  Marche ASCOLI PICENO ‐10,0 74  Calabria REGGIO CALABRIA ‐10,2 75  Sicilia ENNA ‐10,3 76  Basilicata MATERA ‐10,5 77  Sicilia MESSINA ‐10,5 78  Puglia FOGGIA ‐10,7 79  Sardegna NUORO ‐10,8 80  Sardegna ORISTANO ‐11,3 81  Molise CAMPOBASSO ‐11,5 82  Abruzzo PESCARA ‐11,8 83  Puglia TARANTO ‐12,3 84  Friuli PORDENONE ‐13,0 85  Marche MACERATA ‐13,0 86  Campania CASERTA ‐13,2 87  Marche ANCONA ‐13,2 88  Abruzzo CHIETI ‐13,5 89  Basilicata POTENZA ‐13,8 90  Molise ISERNIA ‐16,0 91  Sicilia AGRIGENTO ‐16,0 92  Abruzzo TERAMO ‐16,5 93  Sicilia CATANIA ‐16,5 94  Calabria CATANZARO ‐17,6 95  Calabria CROTONE ‐18,2 96  Sicilia RAGUSA ‐18,6 97  Sicilia SIRACUSA ‐19,3 98  Abruzzo L'AQUILA ‐19,5 99  Sicilia TRAPANI ‐19,8 100  Campania BENEVENTO ‐20,0 101  Calabria COSENZA ‐20,6 

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102  Calabria VIBO VALENTIA ‐24,8 103  Campania AVELLINO ‐27,9 104  Sicilia CALTANISSETTA ‐28,6 

  Media Capoluoghi ‐4,3 

Fonte: Scenari Immobiliari

Previsioni al 2020 per l’Italia A livello macroeconomico dell’Eurozona, le proiezioni al 2020 indicano un notevole incremento dei fatturati immobiliari nei Paesi più importanti nel prossimo triennio, grazie anche alla probabile allocazione di una parte dei capitali in fuga dall’Asia; mentre un ridimensionamento è atteso negli anni successivi, a causa di importanti investimenti che si prevedono per la riqualificazione dei patrimoni esistenti. Questa tendenza al ridimensionamento è ipotizzabile come conseguenza della progressiva trasformazione della domanda, che richiederà la realizzazione di importanti investimenti per la riqualificazione dell’esistente e l’efficientamento dello stock nella maggior parte dei comparti. In Italia, il calo dei fatturati tra il 2018 e il 2020 sarà più evidente, in quanto il processo di trasformazione nel Paese risulta in ritardo rispetto alle nazioni concorrenti, ma la variazione percentuale rispetto al 2015 manterrà sempre il segno positivo. La crescita, invece, proseguirà, seppure ad un ritmo inferiore nell’Unione Europea, grazie alla prevista espansione di una serie di mercati secondari. Una battuta d’arresto, però, è prevista anche per le grandi euro-potenze, che vedranno una stabilizzazione dei propri fatturati dopo il picco raggiunto al 2018.

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°stima *previsione Fonte: Scenari Immobiliari

La variazione percentuale delle previsioni di fatturato del settore immobiliare in Europa tra il 2020 e il 2015

Aree Var % 2020/2015

Ue28 32,0 Ue5 20,5 Italia 15,9

Fonte: Scenari Immobiliari

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Fatturato immobiliare italiano e per macro aree (mln euro)

2015  2016° 2017* 2018* 2019*  2020*

Italia  111.050  115.000 125.000 140.000 132.800  128.750

Var %  3,6 8,7 12,0 ‐5,1  ‐3,0 

Nord  67.300  70.500  77.500  88.300  84.800  83.100 

Var %  4,8  9,9  13,9  ‐4,0  ‐2,0 

Centro  24.750  25.250  27.000  29.200  27.000  25.550 

Var %  2,0  6,9  8,1  ‐7,5  ‐5,4 

Sud  19.000  19.250  20.500  22.500  21.000  20.100 

Var %  1,3  6,5  9,8  ‐6,7  ‐4,3 

°stima *previsione Fonte: Scenari Immobiliari

Il dettaglio delle macro aree per l’Italia rispecchia l’andamento delle previsioni effettuate per lo scenario nazionale ed europeo. Protagonista del mercato immobiliare, secondo quanto ci si aspetta in base ai dati attuali, sarà sempre il nord, il cui fatturato crescerà fino al picco del 2018 di circa 85 miliardi di euro, generando una variazione positiva del 13,9 per cento rispetto all’anno corrente. Cavalcheranno l’onda della crescita anche le altre aree italiane. Si prospetta che il sud, in particolare, si allinei con l’andamento del centro, fino a superarlo nel 2018 con una variazione di quasi il dieci per cento rispetto al 2015, di contro ad una dell’otto per cento per il centro. Il fatturato del Meridione, che al suo picco massimo si dovrebbe attestare su 22,5 miliardi di euro, presumibilmente resterà inferiore a quello del resto dell’Italia, ma la sua percentuale di crescita, se confrontata con i numeri attuali, sarà maggiore e subirà perdite minori di quelle che saranno registrate al centro nella successiva fase di decremento. Gli ultimi due anni del quinquennio preso in considerazione mostrano una diminuzione dei fatturati, ma le cifre si differenziano di poco di anno in anno, facendo sì che si possa parlare di stabilizzazione, più che di perdite. Anche in questa situazione il nord sembra risultare migliore, ma anche il centro e il sud, in particolare, si collocano poco al di sotto della media italiana.

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21

115,9

123,5

103,2

105,8

95

100

105

110

115

120

125

130

135

2015 2016° 2017* 2018* 2019* 2020*

Previsioni sull'andamento del fatturato immobiliare in Italia (2015=100)

Italia Nord Centro Sud

°stima *previsione Fonte: Scenari Immobiliari