mercati battono i sondaggi -...

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di Gary Stix t - SCIENZA DELLE PREVISIONI I mercati finanziari on line prevedono i risultati elettorali meglio dei sondaggi. E offrono pronostici .ffidabili sia sugli incassi del nuovo film di George Clooney sia sulla gravità della prossima epidemia di influenza . - _ - IN SINTr Nel 1988 l'Università dell'Iowa lanciò un esperimento per verificare se un mercato di titoli per ogni candidato presidenziale fosse in grado di prevedere il risultato dell'elezione. Nelle elezioni presidenziali dal 1988 al 2004, l'Iowa Electronic Market (IEM) ha previsto i risultati finali meglio dei sondaggi tre volte su quattro. a Tuttavia, malgrado i successi dell'IEM, il funzionamento dei prediction market è ancora oscuro, e gli economisti continuano a cercare di sviluppare una teoria che fornisca risposte definitive. 94 LE SCIENZE Quando i mercati battono i sondaggi N el marzo 1988 tre economisti dell'Uni- versità dell'Iowa si ritrovarono a chiac- chierare davanti a un boccale di birra sulla notizia del giorno: Jesse Jackson aveva ot- tenuto il 55 per cento dei voti alle primarie nel Michigan, un risultato che nessun sondaggio elettorale aveva anticipato. Dopo un po' di bor- bottii sull'inaffidabilità dei sondaggi, ai tre venne un'idea. All'epoca era da poco in voga l'economia sperimentale, in cui le teorie economiche sono ve- rificate osservando il comportamento di gruppi di individui; questo spinse i tre economisti al bar a chiedersi se un mercato avrebbe funzionato me- glio dei sondaggi. Un mercato di candidati politici sarebbe stato un nuovo modo per verificare la teoria secondo cui tutte le informazioni su un titolo sono contenute nel suo prezzo. Il prezzo di un'azione o di altri tito- li finanziari riassume, tra l'altro, ciò che sanno gli operatori sui fattori che influenzano l'eventualità che un'azienda raggiunga i suoi obiettivi di profitto oppure che le sue vendite crollino. Invece di chie- dere ai volontari di simulare «acquirenti» o «vendi- tori» di merci e servizi, come in altri test economi- ci, i partecipanti a quel mercato elettorale avreb- bero scambiato contratti il cui profitto dipendeva dalla percentuale di voti ottenuta dai vari candida- ti. Se l'ipotesi dell'efficienza del mercato fosse sta- ta applicabile ai candidati politici come alle azio- ni della General Electric, avrebbe offerto uno stru- mento per capire chi è in testa e chi è in svantaggio in una campagna politica. Forse un mercato eletto- rale avrebbe previsto la vittoria di Jackson. Quelle chiacchiere davanti a una birra hanno prodotto uno dei più notevoli successi dell'econo- mia sperimentale, fiorita come sottodisciplina de- dicata allo studio di prediction market, o merca- ti delle previsioni, dove si può investire - o scom- mettere, scegliete il termine che vi sembra più adatto - non solo sulle elezioni, ma anche sul fu- turo del clima, sugli incassi dei film, sulla prossima campagna militare degli Stati Uniti. Fate la vostra puntata Quando i tre accademici - George R. Neumann, Robert Forsythe e Forrest Nelson - chiesero il so- stegno dell'Università, il preside della Facoltà di economia, sostenitore del libero mercato, accettò 477 maggio 2008 entusiasta. Il preside della Facoltà di scienze poli- tiche, invece, definì la proposta «la cosa più stupi- da che abbia mai sentito», ricorda Neumann. «Nel- la migliore delle ipotesi - disse - sarebbe un'om- bra dei sondaggi». L'appoggio della Facoltà di economia bastò ad andare avanti. I tre intendevano usare denaro ve- ro per incentivare i partecipanti a prendere le cose sul serio, ma avevano bisogno di un permesso per consentire a studenti e professori di scommettere legalmente nel campus. Il consiglio generale del- l'ateneo si oppose, ma il procuratore generale del- l'Iowa diede il via libera in base a una legge dello Stato che permetteva le scommesse tra colleghi sul posto di lavoro. Quando l'Iowa Political Stock Market aprì uf- ficialmente i battenti, il 1° giugno 1988, circa 200 studenti e professori iniziarono ad acquista- re via Internet contratti su George H. W. Bush, Mi- chael Dukakis e Jesse Jackson. Un contratto Bush o Dukakis veniva acquistato o venduto in un mer- cato dei future, lo stesso tipo di mercato in cui gli allevatori dell'Iowa commerciano in pancetta di maiale. Invece dei suini, gli investitori della Borsa www.lescienze.it Politica dell'Iowa scambiavano contratti sulla per- centuale di voti che un candidato avrebbe ottenu- to alle elezioni. Gli operatori continuarono a effettuare le loro transazioni fino alla mattina del voto, rispettando la regola che vietava di investire più di 500 dollari. Per dare un esempio, dopo le elezioni un contratto Bush sul mercato delle percentuali di voto pagava 0,53 dollari, pari al 53 per cento dei voti ottenuti da Bush, e un contratto Dukakis valeva 0,45 dol- lari, cioè la percentuale di voto popolare del can- didato democratico. Se aveste acquistato un titolo Bush a 0,50 dollari prima che il mercato chiudesse la mattina delle elezioni, avreste ottenuto un gua- dagno di 3 centesimi (si veda il box a pp. 96-97). Dal punto di vista dei tre economisti, scoprire chi perdeva o guadagnava denaro - oppure le ele- zioni - era meno importante che capire se l'esperi- mento rispondeva alla domanda che si erano po- sti al bar: la percentuale di voti rappresentata dai prezzi di chiusura del mercato il giorno del voto sarebbe stata più vicina alla percentuale reale ot- tenuta dai candidati rispetto a quella indicata dai sondaggi? Il test funzionò. Il prezzo di mercato fi- LE SCIENZE 95

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di Gary Stix

t

-•

SCIENZA DELLE PREVISIONI

I mercati finanziari on line prevedono i risultatielettorali meglio dei sondaggi. E offrono pronostici

.ffidabili sia sugli incassi del nuovo film di GeorgeClooney sia sulla gravità della prossima

epidemia di influenza

. -_

-

IN SINTr• Nel 1988 l'Università

dell'Iowa lanciò un

esperimento per verificare

se un mercato di titoli

per ogni candidato

presidenziale fosse in grado

di prevedere il risultato

dell'elezione.

• Nelle elezioni presidenziali

dal 1988 al 2004, l'Iowa

Electronic Market (IEM) ha

previsto i risultati finali

meglio dei sondaggi tre

volte su quattro.

a Tuttavia, malgrado i

successi dell'IEM, il

funzionamento dei

prediction market è ancora

oscuro, e gli economisti

continuano a cercare di

sviluppare una teoria che

fornisca risposte definitive.

94 LE SCIENZE

Quando i mercati battono i sondaggiN

el marzo 1988 tre economisti dell'Uni-versità dell'Iowa si ritrovarono a chiac-chierare davanti a un boccale di birra

sulla notizia del giorno: Jesse Jackson aveva ot-tenuto il 55 per cento dei voti alle primarie nelMichigan, un risultato che nessun sondaggioelettorale aveva anticipato. Dopo un po' di bor-bottii sull'inaffidabilità dei sondaggi, ai tre venneun'idea. All'epoca era da poco in voga l'economiasperimentale, in cui le teorie economiche sono ve-rificate osservando il comportamento di gruppi diindividui; questo spinse i tre economisti al bar achiedersi se un mercato avrebbe funzionato me-glio dei sondaggi.

Un mercato di candidati politici sarebbe statoun nuovo modo per verificare la teoria secondo cuitutte le informazioni su un titolo sono contenutenel suo prezzo. Il prezzo di un'azione o di altri tito-li finanziari riassume, tra l'altro, ciò che sanno glioperatori sui fattori che influenzano l'eventualitàche un'azienda raggiunga i suoi obiettivi di profittooppure che le sue vendite crollino. Invece di chie-dere ai volontari di simulare «acquirenti» o «vendi-tori» di merci e servizi, come in altri test economi-

ci, i partecipanti a quel mercato elettorale avreb-bero scambiato contratti il cui profitto dipendevadalla percentuale di voti ottenuta dai vari candida-ti. Se l'ipotesi dell'efficienza del mercato fosse sta-ta applicabile ai candidati politici come alle azio-ni della General Electric, avrebbe offerto uno stru-mento per capire chi è in testa e chi è in svantaggioin una campagna politica. Forse un mercato eletto-rale avrebbe previsto la vittoria di Jackson.

Quelle chiacchiere davanti a una birra hannoprodotto uno dei più notevoli successi dell'econo-mia sperimentale, fiorita come sottodisciplina de-dicata allo studio di prediction market, o merca-ti delle previsioni, dove si può investire - o scom-mettere, scegliete il termine che vi sembra piùadatto - non solo sulle elezioni, ma anche sul fu-turo del clima, sugli incassi dei film, sulla prossimacampagna militare degli Stati Uniti.

Fate la vostra puntataQuando i tre accademici - George R. Neumann,

Robert Forsythe e Forrest Nelson - chiesero il so-stegno dell'Università, il preside della Facoltà dieconomia, sostenitore del libero mercato, accettò

477 maggio 2008

entusiasta. Il preside della Facoltà di scienze poli-tiche, invece, definì la proposta «la cosa più stupi-da che abbia mai sentito», ricorda Neumann. «Nel-la migliore delle ipotesi - disse - sarebbe un'om-bra dei sondaggi».

L'appoggio della Facoltà di economia bastò adandare avanti. I tre intendevano usare denaro ve-ro per incentivare i partecipanti a prendere le cosesul serio, ma avevano bisogno di un permesso perconsentire a studenti e professori di scommetterelegalmente nel campus. Il consiglio generale del-l'ateneo si oppose, ma il procuratore generale del-l'Iowa diede il via libera in base a una legge delloStato che permetteva le scommesse tra colleghi sulposto di lavoro.

Quando l'Iowa Political Stock Market aprì uf-ficialmente i battenti, il 1° giugno 1988, circa200 studenti e professori iniziarono ad acquista-re via Internet contratti su George H. W. Bush, Mi-chael Dukakis e Jesse Jackson. Un contratto Busho Dukakis veniva acquistato o venduto in un mer-cato dei future, lo stesso tipo di mercato in cui gliallevatori dell'Iowa commerciano in pancetta dimaiale. Invece dei suini, gli investitori della Borsa

www.lescienze.it

Politica dell'Iowa scambiavano contratti sulla per-centuale di voti che un candidato avrebbe ottenu-to alle elezioni.

Gli operatori continuarono a effettuare le lorotransazioni fino alla mattina del voto, rispettandola regola che vietava di investire più di 500 dollari.Per dare un esempio, dopo le elezioni un contrattoBush sul mercato delle percentuali di voto pagava0,53 dollari, pari al 53 per cento dei voti ottenutida Bush, e un contratto Dukakis valeva 0,45 dol-lari, cioè la percentuale di voto popolare del can-didato democratico. Se aveste acquistato un titoloBush a 0,50 dollari prima che il mercato chiudessela mattina delle elezioni, avreste ottenuto un gua-dagno di 3 centesimi (si veda il box a pp. 96-97).

Dal punto di vista dei tre economisti, scoprirechi perdeva o guadagnava denaro - oppure le ele-zioni - era meno importante che capire se l'esperi-mento rispondeva alla domanda che si erano po-sti al bar: la percentuale di voti rappresentata daiprezzi di chiusura del mercato il giorno del votosarebbe stata più vicina alla percentuale reale ot-tenuta dai candidati rispetto a quella indicata daisondaggi? Il test funzionò. Il prezzo di mercato fi-

LE SCIENZE 95

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illustrato mostra in forma semplificata come ha funzionato un mercato

durante le presidenziali del 2004. Un operatore acquista un portafoglio al

L'Iowa Electronic Market consente a chiunque abbia 5 dollari a

disposizione di acquistare e vendere titoli nelle elezioni. L'esempio qui

dollaro, ottenendo un contratto per Bush e uno per Kerry. Dopo il voto, il

dividendo si basa sulla percentuale di voti ottenuta da ogni candidato.

Malgrado le piccole somme, i prezzi del mercato prima del voto si sono

dimostrati sorprendentemente efficaci nel prevedere il risultato elettorale.

APERTURA DEL MERCATOSull'Iowa Electronic Market sono appena

iniziati gli scambi di contratti future che

generano dividendi in base alla percentuale

di voti che otterrà un candidato.

ACQUISTO DI UN PORTAFOGLIO

L'IEM vende un singolo portafoglio, che

consiste in un contratto per entrambi i

candidati, a un dollaro. Joe Citizen decide

di acquistare un portafoglio.

IL RAGIONAMENTO DI JOE

Joe Citizen osserva i prezzi sull'IEM e decide che

non sono in linea con il loro reale valore. Secondo

lui, le chance di Kerry indicano che il suo contratto

dovrebbe avere un prezzo più alto di quello di Bush.

CONSOLIDAMENTO DELLA POSIZIONE

Joe sceglie di vendere il contratto Bush,

che ritiene abbia un prezzo troppo

alto, e acquistarne uno in più su Kerry,

che considera sottovalutato.

IL GRANDE MOMENTO

Se Kerry avesse ottenuto il 60 per cento di voti previsto

da Joe, i due contratti che possiede varrebbero 1,20dollari (0,60 x 2), con guadagno netto di 0,20. Ma i

risultati (arrotondati) mostrano la vittoria di Bush.

IL DIVIDENDO

L'IEM paga a Joe 0,98 dollari per due azioni

Kerry (0,49 x 2). Joe ha perso. Dopo aver

sottratto il costo di 1 dollaro per l'acquisto del

portafoglio, ha subito una perdita di 0,02 dollari.

TRADER: JOE CITIZEN

Bush a 53 cent...No, no... dovrebbeessere 40 cent. Kerry ame:a 47 cent? Non cisiamo: dovrebbe 4,essere 6041114.

ELLCTIONFINA'REF

BUSH"al

KERRY

izi zil~k

COMEPARTECIPARE

IEM Iowa ElectronicMarkets

Chiunque abbia 5 dollari può

partecipare all'Iowa Electronic

Market. Ma non serve un agente di

borsa: si può investire solamente sul

sito web dell'IEM (www.biz.uiowa.

edu/iem), in cui istruzioni dettagliate

spiegano come acquistare futures su

Hillary Clinton, Barak Obama o John

McCain.

96 LE SCIENZE www.lescienzejt

Come investire su un presidente

I PADRI FONDATORI dell'Iowa

Electronic Market - George R.

Neumann, Robert Forsythe e Forrest

Nelson - ebbero l'idea di un mercato

elettorale dopo la vittoria di Jesse

Jackson in Michigan alle primarie

del 1998, che i sondaggi non erano

riusciti a prevedere.

nate corrispose alle percentuali di Bush e Dukakispiù dei sondaggi di Gallup, Harris, CBS/New YorkTimes e altre tre autorevoli aziende del settore.

Nel 1992 l'Iowa Political Stock Market fu ribat-tezzato Iowa Electronic Market (IEM), e le transa-zioni furono aperte a chiunque, da San Franciscoa Pechino, potesse investire la somma simbolica di5 dollari. La Commodity Futures Trading Commis-sion (CFTC) aveva concesso all'Università dell'Iowaun'esenzione dai regolamenti perché l'lEM è gestitofondamentalmente a fini di ricerca e le transazioniriguardano piccole somme.

Da allora la borsa elettorale ha regolarmentebattuto i sondaggi nelle elezioni presidenziali, e avolte anche in quelle per il Congresso e in alcunecampagne politiche internazionali. Un documen-to attualmente in fase di elaborazione confronta lacapacità di previsione dell'lEM per le elezioni pre-sidenziali dal 1988 al 2004 con 964 sondaggi ef-fettuati nello stesso periodo, mostrando che il mer-cato si è avvicinato di più al risultato elettorale nel74 per cento dei casi. Il mercato, inoltre, prevede irisultati meglio dei sondaggi non soltanto nei gior-ni immediatamente precedenti al voto, ma addirit-tura 100 giorni prima (si veda il box a p. 98).

UlEM non sarà mai la Borsa di New York. Ma,nonostante i limiti imposti dal CFTC, ha prospera-to sempre più. Il numero di contratti scambiati èpassato da 15.286 nel 1988 (per una somma com-plessiva di 8123 dollari) a 339.222 (46.237 dolla-ri) nel 2004. Un altro mercato lEM, che fornisce

dividendi soltanto a chi indovina il vincitore diun'elezione, ha registrato nel 2004 un'attività an-cora maggiore: 1.106.722 contratti, per un totaledi 327.385 dollari.

Anche i commentatori televisivi hanno ricono-sciuto questo nuovo barometro dell'umore deglielettori citando qualche volta i prezzi del mercatonei mesi precedenti a un'elezione. E dopo un picconelle transazioni durante le presidenziali del 2004,flEM ha ricevuto segnalazioni secondo le quali lospeculatore finanziario George Soros stava cer-cando di manipolare il mercato al fine di creare uneffetto favorevole al candidato democratico JohnKeny (ma la cosa non è mai stata dimostrata).

Il come e il perchéUlEM non è solo uno strumento di previsione,

ma anche un ambiente dinamico in cui gli studen-ti possono imparare di più sui mercati e, cosa for-se più importante, un terreno di prova su cui gli

economisti sperimentali possono testare ipotesi sucome e perché i mercati riescono a dare previsio-ni accurate. I suoi dati sono forse la migliore provaempirica finora disponibile a favore dei mercati diprevisione. Tuttavia quando si è tentato di risalirealla fonte, cercando teorie che spieghino perché imercati sono un efficace strumento predittivo, nonsono arrivate subito risposte dirette.

D'istinto, l'idea di un mercato capace di profetiz-zare un risultato elettorale non suscita molta sor-presa. Dopo tutto, il presidente della Federal Re-

477 maggio 2008

serve o il responsabile economico della GoldmanSachs seguono normalmente il prezzo di titoli ebeni per elaborare previsioni sull'economia, e ilmercato dei future del succo d'arancia prevede iltempo in Florida meglio del Servizio meteorologi-co nazionale.

Secondo i responsabili dell'lEM, la differenzatra un sondaggio e un mercato è che quest'ultimonon rileva per chi la gente ha intenzione di votare,ma chi è convinta che vincerà, e il denaro punta-to indica la forza di quella convinzione. Nel 2004,per esempio, un elettore può aver votato per Ker-ry, perché ne condivideva la posizione sulla guerrain Iraq, ma convinto che avrebbe vinto George W.

Bush. Al momento di tirare fuori i soldi, è probabi-le che avrebbe scelto di puntare su Bush.

problema del modo in cui le convinzioni di unindividuo - che le azioni IBM aumenteranno o cheBush sarà eletto - si combinano con quelle deglialtri traducendosi in un prezzo che offre una pre-visione accurata continua a far discutere accani-tamente. I teorici non hanno ancora capito esatta-mente perché questo nuovo strumento di previsio-ne elettorale funziona meglio dei metodi collauda-ti delle scienze sociali.

A un esame attento, le caratteristiche degli ope-ratori lEM farebbero impazzire uno statistico. Peresempio non sono affatto un campione rappresen-tativo della popolazione nel, che è il prerequisito diqualunque sondaggio. All'epoca del mercato elet-torale per le presidenziali 2004, la maggior partedegli operatori erano maschi bianchi, repubblicani,benestanti e di buon livello culturale, che tendeva-no ad avere un'alta opinione della propria capaci-tà di analisi politica dello scontro tra Bush e Keny:insomma, tutt'altro che campione ben assortito.

Inoltre in una transazione su cinque gli opera-tori non avevano opinioni personali sui temi cal-di della campagna elettorale. Erano «robot»: pro-grammi automatici di trading che comprano evendono quando il software rileva che il prezzodi un titolo è troppo alto o troppo basso. È il ge-nere di programmi che opera abitualmente a WallStreet. E gli studiosi del mercato elettorale dell'IEMstanno ancora cercando di capire che cosa aggiun-

LE SCIENZE 97

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L'Iowa Electronic Market si è dimostrato quasi sempre più accurato dei sondaggi nel

prevedere le percentuali di voto dei candidati alle elezioni presidenziali degli Stati Uniti. La

tabella riportata qui sotto mostra il grado di precisione delle previsioni dei due metodi

nelle presidenziali a partire dal 1988, confrontando i mercati con tutti i sondaggi effettuati

in ciascuna competizione. Nel 2004, per esempio, i sondaggi sono stati più accurati in 110

casi, ma sono stati battuti dai mercati 258 volte.

Tutti i giorni dall'apertura del mercato

°REVISIONI MIGLIORI 1988 1992 1996 2000 2004 Tutto

Sondaggi 25 43 21 56 110 255Mercato 34 108 136 173 258 709Mercato in percentuale 58% 72% 87% 76% 70% 74%

Più di 100 giorni prima dell'elezione

Sondaggi 1 20 3 2 66 92Mercato 13 49 30 47 129 268Mercato in percentuale 93% 71% 91% 96% 66% 74%

Ultimi 5 giorni prima dell'elezione

Sondaggi 0 1 4 8 12 125Mercato 6 5 7 17 18 53Mercato in percentuale 100% 83% 64% 68% 60% 68%

Mercato e sondaggi Le analisi dialcuni economisticontraddiconoil crescenteconsenso sullavalidità deimercati nelfornire previsionisu eventi futuri

gono le modalità di scambio di una macchina al-la capacità del mercato di dedurre il risultato diun'elezione.

Il team dell'Iowa iniziò a sondare le ragioni percui PLEM prevede i risultati delle urne con tantaprecisione già dopo la campagna presidenziale del1988. Scartando il caso fortuito e la possibilità chegli operatori costituiscano un campione rappre-sentativo della popolazione, il team ha analizza-to le modalità di trading, e ha scoperto un grup-po selezionato di »operatori marginali» che com-pravano e vendevano attivamente quando il prez-zo del titolo non era valutato correttamente. Peresempio compravano le azioni di Bush se il prez-zo era molto al di sotto di quella che, secondo lo-ro, era la percentuale di voti che avrebbero ottenu-to i repubblicani.

Quegli operatori erano i »grandi affaristi» dellasituazione: investivano in media 56 dollari, il dop-pio del segmento dei partecipanti meno attivi, cheinvece tendevano semplicemente ad acquistare econservare i contratti del candidato a loro più con-geniale, senza soffermarsi sulle sue reali possibi-lità. Questi soggetti meno intraprendenti in gene-re non ricavano nulla dalle transazioni, mentre glioperatori marginali ottenevano un profitto del 9,6per cento (ovvero 5,38 dollari: le ragioni per cuisomme così esigue incentivino gli operatori sonoanch'esse oggetto di attente ricerche).

La scoperta degli operatori marginali, pubblica-ta nel 1992 sull'«American Economic Review», haspinto più di un personaggio di Wall Street a tele-fonare, incuriosito da nuove prospettive di rispo-sta alla perenne domanda su quali siano le carat-teristiche di una persona in grado di battere il mer-cato. Ma oltre a notare che la maggior parte de-gli investitori è maschio, finora i ricercatori del-l'Iowa non sono riusciti a identificare tratti specifi-ci di questa particolare classe di operatori.

È anche possibile che questi operatori non esi-stano. Secondo il columnist del »New Yorker» Ja-mes Surowiecki, uno tra i primi a occuparsi deimercati delle previsioni, l'operatore marginale èuna leggenda: nessun individuo o sottogruppo inun mercato avrebbe gli strumenti per far oscillare iprezzi nel modo suggerito dall'ipotesi dell'operato-re marginale.

Solamente parole?Forse la critica più incisiva ai mercati delle pre-

visioni è quella mossa da Charles F. Manski, eco-nometrista alla Northwestern University, le cui ri-cerche si concentrano su come le persone attri-buiscono una probabilità a eventi futuri. I soste-nitori dei mercati delle previsioni spesso chiama-

no in causa l'economista Friedrich Hayek, che nel1945 sostenne che i prezzi aggregano informazio-ni in possesso di un gruppo — »pezzetti dissemina-ti di conoscenza incompleta e spesso tra loro con-traddittori posseduti separatamente da ogni singo-lo individuo». Quella conoscenza si combina in unprezzo che esprime la desiderabilità relativa di unbene o di un sentimento pubblico in un dato mo-mento, che si tratti di pancetta di maiale o di uncandidato alla Casa Bianca. Riesaminando diretta-mente i lavori di Hayek alla ricerca dei fondamentiquantitativi delle sue idee, Manksi ha notato che ilconcetto di saggezza collettiva della folla non erasostenuto da numeri. «È un'argomentazione moltoapprossimativa», spiega Manksi. »Non è una teorianel senso moderno del termine, ma solo un ragio-namento espresso in parole».

Manski ha quindi cercato di verificare se erapossibile costruire un modello matematico checonfermasse il concetto di Hayek del mercato co-me meccanismo di aggregazione di informazionie, in secondo luogo, offrire un sostegno alle sco-perte empiriche dell'lEM. Manski ha creato un mo-dello di un gruppo diversificato di operatori ser-vendosi del mercato »o tutto o niente» dell'lEM, incui un operatore acquista il contratto di un can-didato che rende un dollaro in caso di vittoria eniente in caso di perdita. Se il mercato funzionas-se secondo l'interpretazione di Hayek dei sosteni-tori dei mercati delle previsioni, il prezzo esprime-

rebbe il valore medio delle convinzioni degli ope-ratori sulle opportunità di vittoria di un candidato.In pratica, un contratto Kerry venduto a 0,49 dol-lari significherebbe una probabilità del 49 per cen-to di vincita per Kerry.

Ma il modello di Manski non ha confermatoquesta ipotesi. In molti casi la media non coinci-deva con il prezzo, e poteva anche discostarsene dimolto. Se per esempio il prezzo fosse 0,50 dollari,la media delle convinzioni degli operatori potrebbedare una percentuale qualsiasi, compresa tra il 25e il 75 per cento, di vittoria di Keny. Manski osser-va che anche se prezzo e media coincidessero nonè detto che la media corrisponda a una probabilitàragionevole delle chance di un candidato.

Manski è uno stimato economista, e le sue sco-perte hanno suscitato un certo scalpore perchécontraddicono l'emergente consenso sull'utilità diquesti mercati per effettuare previsioni su qualsia-si cosa, dalle elezioni alle politiche pubbliche. Madue ricerche successive hanno offerto un modo perriconciliare la disputa. Anch'esse, infatti, confron-tavano i prezzi con la media, includendo però unavariabile detta avversione al rischio, che misura ilmodo in cui gli operatori reagiscono alle incertez-ze del mercato. Nel modello così rivisitato, il prez-zo e la media erano più o meno uguali, il che sem-brava confermare che un prezzo è, effettivamente,una buona misura della probabilità.

Tuttavia il dibattito non ha mai trovato una so-luzione definitiva, e resta ancora da chiarire esat-tamente come facciano i mercati ad avere succes-so. Manski, da parte sua, sospetta che il modellodei suoi critici non tenga conto di tutte le effetti-ve modalità in cui i mercati delle previsioni ope-rano nel mondo reale. »Non ci sarà mai un'inter-pretazione semplice di un certo prezzo di merca-to che funziona sempre come previsione», osserva.«In effetti, dipende dalle convinzioni e dall'atteg-giamento verso il rischio di chi opera nel mercato».Manski inoltre è insoddisfatto della misura in cui isostenitori dell'lEM fanno riferimento alla sua co-stante capacità di battere i sondaggi. »Il confrontocon i sondaggi non è il migliore dei confronti», af-ferma. »I problemi che affliggono i sondaggi sonoben noti, così come è noto che essi rappresentanosolo una parte dell'informazione». In effetti, osser-va ancora Manski, è probabile che, tra i vari fatto-ri in esame al momento di decidere un acquisto ouna vendita, gli operatori lEM tengano conto an-che dei sondaggi.

Anche altri ricercatori hanno analizzato più davicino le statistiche sui mercati delle elezioni chebattono i sondaggi. Un'analisi condotta nel 2005da Robert S. Erikson, della Columbia Universi-

ty, e Christopher Wlezien, della Temple Universi-ty, ha insistito sul punto che i sondaggi e i mercatielettorali non svolgono la stessa funzione e quin-di non possono essere messi a confronto diretto. Idue ricercatori sottolineano che i sondaggi identi-ficano le preferenze di voto nel giorno in cui vieneeffettuato ciascun rilevamento, mentre i prezzi delmercato lEM prevedono che cosa accadrà il gior-no delle elezioni. Nella loro analisi, Erikson e VV1e-zien hanno apportato una serie di correzioni mate-matiche ai sondaggi, che a quel punto sono risul-tati più accurati nel fornire una proiezione dell'esi-to del voto rispetto ai mercati lEM sia del tipo »unvoto un'azione» sia del tipo »o tutto o niente».

Il dibattito si è quindi riaperto più acceso diprima. Justin Wolfers, economista alla WhartonSchool dell'Università della Pennsylvania, cheha condotto analisi approfondite sui mercati del-le previsioni, ha criticato i risultati di Erikson eWlezien sostenendo che il loro studio confronta-va un numero troppo esiguo di elezioni e sondag-gi. Wolfers esprime inoltre il suo disaccordo soste-nendo che l'analisi del 2005 »corregge i sondaggi,ma non effettua una corrispondente correzione deimercati delle previsioni».

Apologia di mercatoCi vorranno anni perché queste polemiche fini-

scano nel dimenticatoio. Ma a dispetto delle conte-stazioni l'lEM è servito da modello per la nascita dialtri mercati delle previsioni, molti dei quali al difuori di un contesto accademico. Sull'HollywoodStock Exchange, gli operatori speculano sugli in-cassi al botteghino per i nuovi film. NewsFutures

LE DIFFERENZETRA SONDAGGIPE MERCATOSONDAGGIO:

Selezionaun campione

rappresentativo

• Indicaun margine di errore

• Esprimele preferenze degli elettori

per uno specifico candidato nel

giorno del rilevamento

MERCATO:

• Accettachiunque voglia partecipare

• Siaffida unicamente alla

fluttuazione dei prezzi

• Usai prezzi per rappresentare

le probabilità di un candidato

di ottenere una certa percentuale

dei voti il giorno delle elezioni

• Adifferenza del sondaggio, offre

un incentivo monetario per fare

la scelta migliore

SCOMMETTERE SUI RISULTATI

ELETTORALI era molto comune nei

primi decenni del Novecento, quasi

sempre nell'ambito di scambi

informali. A volte però chi perdeva non

pagava in denaro, ma sottoponendosi

a qualche tipo di prova, magari un po'

umiliante. Nella foto, due sostenitori

di John W. Davis (battuto alle

presidenziali del 1924 da Calvin

Coolidge) avanzano lungo Fifth Avenue

a New York aggiogati a una carrozza

guidata da Muriel Gordon, che aveva

scommesso su Coolidge.

98 LE SCIENZE

477 maggio 2008

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LE SCIENZE 99

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Entro il 2020 l'ingegneria genetica Il nuovo acceleratore del CERN riuscirà a

produrrà DNA trasmissibile ai figli trovare la «particella di Dio» (il bosone di Higgs) La giornalista Katie Couric lascerà La neve caduta a Central Park supererà Avverrà il contagio uomo-uomo dell'influenza

(Foresight Exchange) (News Futures) il telegiornale della CBS (InTrade) i 180 centimetri (InTrade) aviaria (Avian Influenza Prediction Market)

La Cina sbarcherà sulla Luna entro il 2020(Foresight Exchange)

SCOMMETTO CI L'Iowa Electronic Market ha ispirato l'apertura di altri mercati delle previsioni, in cui le

ransazioni riguardano in pratica qualunque avvenimento, dallo sbarco cinese sulla Luna al licenziamento di una famosa giornalista televisiva.

L'idea di creareun mercatoin cui investiresulle previsionidi attacchiterroristiciha suscitatodisgustoe polemiche, manuovi mercatisugli avvenimentidi attualitàcontinuanoa nasceree prosperare

opera sugli avvenimenti di attualità. Alcuni mer-cati consentono di acquistare e vendere azioni sulleprospettive di nuove idee o innovazioni tecnologi-che. In mancanza dell'esenzione concessa dal CFTCall'lEM, altri mercati americani usano denaro vir-tuale su Internet. In Irlanda, che non è soggetta asimili restrizioni, TradeSports e InTrade, due azien-de dello stesso gruppo, accettano contanti per tran-sazioni sullo sport, le elezioni e altri eventi. InTra-de, per esempio, offriva un contratto che rendeva10 dollari se Stati Uniti o Israele avessero attaccatol'Iran entro il 31 marzo. Un altro contratto rende lastessa somma se l'economia americana dovesse en-trare in recessione nel corso del 2008.

Il posto accordato ai mercati nella società ameri-cana, insieme alla rivoluzione nelle nuove forme dicondivisione delle informazioni consentite dal Web,ha fatto sì che i mercati delle previsioni siano pre-senti sempre più spesso nei processi decisionali, siagovernativi sia privati. L'entusiasmo per le rispostedate dal mercato a volte sconfina nell'iperbole. Ro-bin Hanson, docente di economia alla George Ma-son University, sostiene che se i mercati delle previ-sioni suggeriscono che una particolare misura pro-vocherà una crescita economica e farà diminuire ladisoccupazione, allora i politici dovrebbero auto-maticamente adottarla. Hanson ha persino propo-sto una forma di governo basata su mercati delledecisioni politiche, che ha chiamato »futarchia».

Simili tendenze utopistiche hanno porta-to a spingersi troppo oltre e troppo in fretta. Nel2003 la Defense Advanced Research Project Agen-cy (DARPA) ha pianificato un progetto di ricercachiamato Policy Analysis Market che avrebbe con-sentito di investire sugli avvenimenti di attualità,compresi omicidi, guerre o attacchi terroristici. Seil mercato (di cui Hanson era consulente) attribui-

va un prezzo elevato alla probabilità di un attac-co terroristico, il Department of Homeland Securi-ty avrebbe potuto decidere di alzare lo status di al-larme nazionale da giallo a rosso.

Però l'idea di un »mercato dei future del terro-rismo» disgustò parecchie persone negli ambien-ti politici di Washington, e il progetto si spense ra-pidamente, costringendo il direttore della DARPAJohn Poindexter alle dimissioni (ma non prima cheTradeSports lanciasse un mercato sulle prospettivedella sua uscita di scena).

Ma non tutti provarono lo stesso disgusto. Alcu-ni sostennero addirittura che un mercato delle pre-visioni in grado di servire da efficiente meccanismodi raccolta di informazioni potrebbe aiutare a evita-re una crisi imminente. Scrivendo sul »WashingtonPost», Wolfers e il collega Eric Zitzewitz ipotizza-rono che un contratto sulla probabilità che la Ni-geria vendesse uranio a Saddam Hussein si sareb-be scambiato a prezzo basso all'inizio del 2003, ri-flettendo il sentimento comune che la vendita nonsarebbe mai avvenuta, e minando in questo modoalla base una delle giustificazioni dell'Amministra-zione Bush per la guerra in Iraq.

Gli attacchi al Policy Analysis Market ne segna-rono il destino, ma le polemiche scatenate, ampia-mente riprese e rilanciate dalla stampa, servironoad aumentare la conoscenza dei mercati delle pre-visioni tra il grande pubblico. »Ci è voluto il pro-getto della DARPA per catturare l'attenzione dellagente», commenta Joyce Berg, docente di gestioneaziendale e direttrice dell'lEM.

L'influenza, probabilmenteNel tempo, hanno continuato a emergere nuovi

tipi di mercato destinati a contribuire alla formu-lazione di processi decisionali governativi o azien-

dai interni, e l'Università dell'Iowa ha fatto ancorauna volta da battistrada. I suoi mercati per preve-dere le epidemie di influenza ne sono un esempio.In uno di essi, rimasto attivo per sette mesi a par-tire da metà settembre 2004, una consociata del-l'IEM vendette contratti future sull'influenza a ungruppo di 62 operatori sanitari dell'Iowa allo sco-po di prevedere l'estensione della malattia per ognisettimana della stagione interessata. Se un con-tratto relativo alla terza settimana di gennaio pre-vedeva accuratamente la prevalenza del virus in-fluenzale - valutata, in base alla scala dei Centersfor Disease Control and Prevention, come »nessuncontagio», »contagio sporadico», »contagio locale»o »contagio diffuso» - avrebbe reso un dollaro. Ilmercato predisse con precisione l'inizio, il picco ela fine della stagione dell'influenza da due a quat-tro settimane in anticipo rispetto ai rapporti uffi-ciali dei CDC sulla virulenza della malattia.

»I mercati delle previsioni non sostituiranno maile normali tecniche di monitoraggio, ma potrebbe-ro rappresentare una fonte efficiente ed economicadi informazioni per integrare i sistemi di controllodelle malattie già esistenti», afferma Philip M. Pol-green, medico e docente al Carver College of Me-dicine dell'Università dell'Iowa, che ha collabora-to alla gestione di questo mercato. Di recente l'lEM,in collaborazione con Pro-MED mail, un sistema disegnalazione elettronica delle malattie, ha avviatoun mercato progettato per prevedere gli eventi col-legati al virus dell'influenza aviaria H5N1.

Attirate dai poteri apparentemente preveg-genti dei mercati, aziende del calibro di Hewlett-Packard, Google e Microsoft hanno istituito mer-cati interni che permettono ai dipendenti di inve-stire sulla probabilità di raggiungere un obietti-vo commerciale durante il trimestre o di rispettare

una scadenza nel lancio di un nuovo software. Co-me in altri tipi di mercati delle previsioni, gli ope-ratori spesso sembrano più bravi dei sistemi di pre-visione interna.

La Hewlett-Packard ha perfezionato il mecca-nismo dei mercati delle previsioni per farli funzio-nare con gruppi altrimenti troppo esigui per ef-fettuare previsioni accurate. Prima di lanciare unmercato, l'azienda valuta l'esperienza dei parteci-panti e la loro propensione al rischio; questi fat-tori sono quindi usati per aggiustare matematica-mente le previsioni effettuate quando il mercatoè operativo. »In pratica, il nostro meccanismo di-stilla la saggezza di una massa di persone parten-do da un gruppo molto ristretto», spiega BernardoHuberman, direttore del laboratorio di calcolo so-ciale della Hewlett-Packard. Questo processo di fil-traggio dà migliori risultati rispetto a un mercatoda solo o alle previsioni del membro più esperto ditutto il gruppo.

Ritorno al futuroIl crescente interesse nei mercati delle previsioni

ricorda i primi anni del XX secolo, quando i son-daggi non esistevano ancora, e scommettere sui ri-sultati di un'elezione era una pratica diffusa. I gior-nali riportavano regolarmente articoli sulle proba-bilità di vittoria di un certo candidato, che spesso sidimostravano sorprendentemente azzeccati.

In questo senso, i mercati delle previsioni po-trebbero essere una sorta di ritorno al futuro. »Lamia previsione a lungo termine è che nel 2020 igiornali torneranno a pubblicare articoli simi-li, come nel 1920», sostiene Wolfers della Whar-ton School. Se sarà così, vorrà dire che la »saggezzadelle folle» sarà arrivata al punto di uguagliare leriflessioni dei più navigati commentatori politici.

LettureLa saggezza della folla. Surowiecki J.,

Fusi Orari-Internazionale, 2007.

Information Markets:A New Way of

Making Decisions. Hahn R.W. e Tetlock

P.C. (a cura), AEI-Brookings Joint Center

for Regulatory Studies, Washington,

2006. Disponibile su: www.aei-

brookings.org/admin/authorpdfs/page .

php?id=1261.

Infotopia: How Many Minds Produce

Knowledge. Sunstein C.R., Oxford

University Press, 2006.

100 LE SCIENZE

477 maggio 2008

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