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MENO DI 10 EURO Il vaccino Covid di Sanofi? Costerà poco LECLERC E VETTEL KO Gp di Monza, Ferrari da incubo STIMOLA IL CUORE Pacemaker senza fili impiantato a Roma a pagina 3 a pagina 16 a pagina 12 Il ministro della Salute Roberto Speranza è tornato a parlare di uno dei temi più sentiti in merito al Co- ronavirus: il vaccino, che potrebbe davvero mettere fine alla contesa tra il Covid-19 e l’uomo. Nel corso di un’intervista rilasciata al ‘Corrie- re della sera’, ha continuato a dir- si fiducioso sull’arrivo del vaccino stesso nei prossimi mesi. Il ministro della Salute Speranza: "Le prime dosi dovranno andare ad anziani e operatori sanitari" "Il vaccino pronto per la fine dell'anno, ma all'inizio non ce ne sarà per tutti" a pagina 6 a pagina 10 PRESIDENZIALI AMERICANE Una radicalizzazione che ricorda gli anni '60 del '900 segue a pagina 3 segue a pagina 16 I numeri relativi al Covid sono, purtrop- po, impressionanti. Eppure, un migliaio di dimostranti si sono riu- niti sabato per protesta- re contro una presunta dittatura sanitaria, l’uso delle mascherine, i vacci- ni presenti e futuri e (pro- babilmente) essendo (...) G iuseppe Conte, uno e due. Ma i numeri non hanno niente a che fare con le sue espe- rienze di governo. Ri- guardano ciò che ha detto dopo una lunga pausa di silenzio. Il premier Giu- seppe Conte ha (...) Conte, Draghi e il debito pubblico di BRUNO TUCCI Credere che il virus non esiste di ANDREA MAMMONE alle pagine 8 e 9 Schiavone: "Intervenire subito sulla scuola italiana all'estero" L'ALLARME DEL SEGRETARIO GENERALE DEL CGIE In Italia l’attenzione posta sulla ripresa delle attività scolastiche di ogni ordine e grado è vissuta da mesi con grande apprensio- ne tant’è che il mondo politi- co, quello sindacale e i diretti protagonisti: alunni, studenti, docenti, professori e personale ATA da mesi sono in fermento per le incertezze legate (...) EL INSTITUTO NACIONAL DE ESTADÍSTICA (INE), COMUNICÓ MONTEVIDEO (Uypress) En el período ene- ro-julio, el poder adquisitivo de los salarios bajó 0,34%. El salario real de los trabajadores pri- vados retrocedió 1,21%, mientras que el de los funciona- rios públicos se in- crementó 1,24%. a pagina 11 Se deteriora el poder de compra de los salarios en últimos 12 meses QUOTIDIANO D’INFORMAZIONE INDIPENDENTE - FONDATO NEL 1999 EDIZIONE SUDAMERICA Lunedì 7 Settembre 2020 || Anno XXII - n° 204 || Direttore Mimmo Porpiglia || www.genteditalia.org Direzione, Amministrazione Porps International Inc. || Miami, FL || Trademark n°75/829279 || Venduto in abbinamento con "El Pais" (60 pesos)

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MENO DI 10 EURO

Il vaccino Covid di Sanofi? Costerà poco

LECLERC E VETTEL KO

Gp di Monza,Ferrari da incubo

STIMOLA IL CUORE

Pacemaker senza filiimpiantato a Roma

a pagina 3 a pagina 16 a pagina 12

Il ministro della Salute Roberto Speranza è tornato a parlare di uno dei temi più sentiti in merito al Co-ronavirus: il vaccino, che potrebbe davvero mettere fine alla contesa tra il Covid-19 e l’uomo. Nel corso di un’intervista rilasciata al ‘Corrie-re della sera’, ha continuato a dir-si fiducioso sull’arrivo del vaccino stesso nei prossimi mesi.

Il ministro della Salute Speranza: "Le prime dosi dovranno andare ad anziani e operatori sanitari"

"Il vaccino pronto per la fine dell'anno,ma all'inizio non ce ne sarà per tutti"

a pagina 6

a pagina 10

PRESIDENZIALI AMERICANE

Una radicalizzazione che ricorda gli anni '60 del '900

segue a pagina 3

segue a pagina 16

I numeri relativi al Covid sono, purtrop-po, impressionanti.

Eppure, un migliaio di dimostranti si sono riu-niti sabato per protesta-re contro una presunta dittatura sanitaria, l’uso delle mascherine, i vacci-ni presenti e futuri e (pro-babilmente) essendo (...)

Giuseppe Conte, uno e due. Ma i numeri non hanno niente

a che fare con le sue espe-rienze di governo. Ri-guardano ciò che ha detto dopo una lunga pausa di silenzio. Il premier Giu-seppe Conte ha (...)

Conte, Draghie il debitopubblicodi BRUNO TUCCI

Credere che il virus non esiste

di ANDREA MAMMONE

alle pagine 8 e 9

Schiavone: "Intervenire subito sulla scuola italiana all'estero"

L'ALLARME DEL SEGRETARIO GENERALE DEL CGIE

In Italia l’attenzione posta sulla ripresa delle attività scolastiche di ogni ordine e grado è vissuta da mesi con grande apprensio-ne tant’è che il mondo politi-co, quello sindacale e i diretti protagonisti: alunni, studenti, docenti, professori e personale ATA da mesi sono in fermento per le incertezze legate (...)

EL INSTITUTO NACIONAL DE ESTADÍSTICA (INE), COMUNICÓ

MONTEVIDEO(Uypress) En el período ene-ro-julio, el poder adquisitivo de los salarios bajó 0,34%.El salario real de los trabajadores pri-vados retrocedió 1,21%, mientras que el de los funciona-rios públicos se in-crementó 1,24%.

a pagina 11

Se deteriora el poder de comprade los salarios en últimos 12 meses

QUOTIDIANO D’INFORMAZIONE INDIPENDENTE - FONDATO NEL 1999 EDIZIONE SUDAMERICA

Lunedì 7 Settembre 2020 || Anno XXII - n° 204 || Direttore Mimmo Porpiglia || www.genteditalia.org Direzione, Amministrazione Porps International Inc. || Miami, FL || Trademark n°75/829279 || Venduto in abbinamento con "El Pais" (60 pesos)

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2 || La Gente d’Italia || LUNEDÌ 7 SETTEMBRE 2020ATTUALITÀ

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IL FONDATORE DI WIKILEAKS RISCHIA 175 ANNI DI CARCERE

Oggi il processo contro JulianAssange presso l’Old Bailey Cour: urge una mobilitazione civile

Oggi 7 di settembre entrerà nel vivo il processo contro Julian Assange presso l’Old Bailey Court della prigione di massima sicurezza di Bel-marsh, in cui è detenuto il fondatore di WikiLeaks.Il dibattimento riguarda la richiesta di estradizione richiesta dagli Stati Uniti (quella della Svezia è caduta per strada), che intendono a loro volta mettere sul banco degli imputati il coraggioso disvelatore di tanti possibili crimini di guerra, nonché di zone buie e indicibili del po-tere. Il rischio serissimo che corre il giornalista australiano è di essere condannato a qual-cosa come 175 anni di car-cere duro, pena comminata eventualmente dal tribunale "dello spionaggio" dell’East Virginia, dove – per questio-ni territoriali e logistiche- la giuria popolare è composta per l’85% da giurati legati a Cia, Fbi, Pentagono, home security.È il primo grado di giudizio quello in corso. Seguiranno gli ulteriori gradi e certamen-te verrà adita la Corte euro-pea dei diritti dell’uomo, cui gli avvocati ricorreranno.Nel frattempo, se il corpo as-sai provato del "presunto col-pevole" cedesse? Speriamo, ovviamente, di no. Tuttavia, a pensar male in questo caso non si fa peccato, anzi si con-quistano crediti per il para-diso.Già, dieci anni di detenzione, tra segregazione nell’amba-sciata dell’Ecuador (con tan-to di microspie gentilmente offerte da qualche responsa-

bile della sicurezza all’amico americano) e carcere speciale logorerebbero un superman.Naturalmente, una detenzio-ne avvolta dal segreto, come d’uso anchenei paesi più o meno demo-cratici quando si tratta di ter-rorismo o spionaggio.Ecco il punto, che rende la terribile vicenda emblema-tica di qualcosa di grave e pericoloso che sta accaden-do sulla libertà di stampa. Il punto di riferimento del vasto gruppo di attivisti di WikiLeaks non gode delle prerogative riconosciute ad un giornalista di inchiesta, ma è classificato come infor-matore di paesi stranieri. Se-condo una vecchissima legge di guerra. Nel mirino c’è proprio As-sange, capro espiatorio de-signato, a differenza dei prestigiosi quotidiani che

L'arresto di Julian Assange

ne hanno pubblicato le ri-velazioni (New York Times, Guardian, Spiegel). Colpir-ne uno per educarne cento, mille? Chi ha portato alla luce i misfatti degli Stati uni-ti in Afghanistan, in Iraq, a Guantanamo o i cablo com-promettenti dai quali emerge l’attività di sorveglianza per-sino dei e sui leader dei paesi alleati è colpevole, mentre i veri colpevoli sono innocen-ti?Magari in giro per il mondo a tenere conferenze ben remu-nerate? 700.000 documen-ti, di cui ha parlato con cura l’infaticabile giornalista Ste-fania Maurizi, sono la prova provata di misfatti atroci. Anzi. Testimoniano la cru-deltà di un imperialismo un po’ ammaccato e comunque crudele. Se c’è una giustizia, questa dovrebbe occuparsi di Blair, Sarkozy, Bush jr, in-

nanzitutto.E la filiera è lunga. Non basta neppure l’inferno, probabil-mente. Il caso, dunque, evo-ca un problema generale e segna una fase storica, in cui la buona informazione indi-pendente e non omologata è un rischio vero. Beata la sta-gione che non ha bisogno di eroi, si direbbe. Purtroppo, oggi diventare eroine o eroi sembra quasi una necessità.È urgente una mobilitazione civile per Assange. Forse è un personaggio difficile, ma va difeso strenuamente. Perché se perde lui, perde la libertà di informazione.Non a caso si sono espressi la federazione internazio-nale dei giornalisti, quella italiana, l’associazione "Ar-ticolo21". Lo stesso inviato speciale delle Nazioni unite (nette nel 2015 contro la de-tenzione) contro la tortura Nils Melzer si è mostrato molto preoccupato e ha de-nunciato le gravi responsabi-lità dei diversi paesi implica-ti: Stati uniti, Gran Bretagna, Svezia ed Ecuador.In fondo, la sgradevole storia è una sorta di autobiografia di un processo post-demo-cratico nell’era post-demo-cratica.Attenzione a sottovalutare ciò che sta accadendo sotto i nostri occhi.Sarebbe augurabile un’ini-ziativa nei parlamenti italia-no ed europeo, con risoluzio-ni volte a chiedere conto in base alle stesse leggi e con-venzioni internazionali. Tira una brutta aria, dall’Unghe-ria, dalla Polonia, dalla Slo-vacchia, da Malta, dalla Rus-sia e, udite udite, dalla nobile terra della Regina.

di VINCENZO VITA

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|| 3LUNEDÌ 7 SETTEMBRE 2020 || La Gente d’Italia

SEGUE DALLA PRIMA PAGINA

(...) pure in disaccordo con tutte le misure prese dal governo italiano. Questa manifestazione fa il pari con quelle già tenutesi all’estero. Tra gli intervenuti abbiamo fran-ge dell’ultradestra, no-vax, gilet di vario colore, oltre a qualche altra sigla sconosciuta. Di tante prote-ste che potevano organizzarsi in questo periodo questa sembra ef-fettivamente la più paradossale e c’è da chiedersi se la stessa sareb-be avvenuta con un altro governo. Chi protesta lo fa ovviamente per varie ragioni. Il loro negazio-nismo, legittimato da posizioni ambigue di importanti leader po-litici, ha però un qualche comune denominatore: un complottismo patologico (che va dagli aspetti storici alle questioni sanitarie) che è legato al rifiuto della "ragione". Quello dei covid-negazionisti è es-senzialmente un approccio anti-scientifico difficile da contrastare con la logica e con i dati.Poco importa che qualche com-plottista in giro per il mondo si sia ammalato e pentito. Ognuno guarda al proprio orticello e chi cambia idea sarà semplicemente un venduto. Poco interessa anche il ricovero dell’imprenditore Fla-

vio Briatore a causa di quel virus che per alcuni non esiste e per al-tri è semplicemente meno serio di come viene descritto (differente il caso di Berlusconi che effettiva-mente ha tarpato un po’ le ali ai suoi alleati estremisti) . Briatore viene colpito da una sor-te di legge del contrappasso: pro-prio in questi ultimi mesi, e non si sa a che titolo (forse la residenza fiscale all’estero?) e in base a quale specializzazione, era diventato un ascoltato fustigatore del governo e delle misure relative al corona-virus. Da ultimo, insieme alla "virologa" Daniela Santanché, aveva parlato di mancate evidenze scientifiche, di limiti alla libertà e della neces-sità di aprire le discoteche sicure per evitare che i giovani s’infettino in altro modo. Il divertimento, in pratica, non si può fermare. Sap-piamo tutti come è andata a finire la questione e il focolaio Billionai-re."Lo stesso Briatore che ha fatto a meno della mascherina per stare con i suoi amici, forse perché pen-sava di essere invincibile", scrive Eugenio Barone, un professore di biochimica presso La Sapien-

za e autore di un blog molto se-guito durante il lockdown , "Ma di fronte a questo virus, ormai lo abbiamo imparato bene, nessuno è invincibile ... Sapete però quale è la cosa più triste? È che Bolsona-ro, Johnson, Briatore e chi altro come loro si dovesse ammalare ri-ceverà tutte le cure possibili e im-maginabili perché grazie alla loro ricchezza potranno permettersi di essere curati nei posti migliori … Se si ammalano i nostri nonni o i nostri genitori, non so se potran-no accedere alle stesse attenzioni sanitarie". La chiusura della movida ha pro-tetto il sistema sanitario di molte regioni che non avrebbero potuto in alcuna maniera far fronte a si-tuazioni di criticità. I problemi in realtà sono a monte. Finanche un coleottero avrebbe capito che in determinate situazioni gli assem-bramenti (e i contagi) sarebbero stati naturali e difficilmente con-trollabili.Mi pare ci sia anche molta confu-sione e ipocrisia. Alcuni di quelli che hanno fatto diventare la cac-cia all’untore il proprio sport prin-cipale fino a ieri non hanno mai usato una mascherina e neanche

ne hanno preteso una. Ricordia-mo finanche un filo di derisione verso chi le usava. Questa categoria, che definirei i covid-egoisti, hanno ben accettato i pochi controlli e le false cene nei locali che puntualmente si trasfor-mavano in discoteca e non hanno mostrato preoccupazione quando, ben assembrati, si abbracciavano pur di poter fare un selfie figo da pubblicare sui social. Quello che né i covid-negazionisti né i co-vid-egoisti hanno ben compreso è che una maggiore "attenzione" serve perché abbiamo una re-sponsabilità morale nei confronti di tutte le nostre persone anziane. Pensare che siano solo gli "altri", o gli immigrati, quelli da scacciare e additare è una abominevole fesse-ria oltre che un inglorioso atto di ulteriore deresponsabilizzazione. Credere che il virus non esiste è invece un semplice atto d’igno-ranza. In nessuno dei due casi si tiene comunque in considerazione l’esistenza, la paura, gli sforzi e la reale voglia di non riprendere a vivere fermarsi (in sicurezza) di un’umanità che li circonda spesso in silenzio e rispettando le regole.

ANDREA MAMMONE

Credere che il virus non esiste

EMERGENZA CORONAVIRUS

Una dose del vaccino con-tro il Covid-19 in via di elaborazione in Francia da parte dei laboratori Sano-fi e GSK costerà meno di dieci euro: lo ha dichiara-to il presidente di Sanofi France, Olivier Bogillot, in un'intervista. "Stiamo valutando l'insie-me dei costi di produzio-ne che affronteremo nei prossimi mesi - ha detto il presidente del laboratorio

farmaceutico - ma arrive-remo a meno di dieci euro" per ogni dose, ha stimato. Il costo contenuto, ha spiegato, si deve alla "con-divisione dei rischi con lo Stato". Per spiegare la dif-ferenza rispetto al prezzo annunciato dal laboratorio anglo-svedese AstraZene-ca, pari a 2,50 euro per una dose, Bogillot ha spiegato che per produrre il vaccino Sanofi utilizza tutte le sue

risorse interne, dai ricer-catori alle fabbriche per la produzione. "Francesi ed Europei avranno il vaccino Sanofi contemporaneamente ai pazienti americani - ha as-sicurato - Gli Usa avranno circa 100 milioni di dosi, i paesi europei 300 milioni e il Regno Unito 60 milio-ni". Altri milioni di dosi saran-no invece destinati ai Paesi

in via di sviluppo. Per la parte europea, il vaccino sarà prodotto in Francia, a Vitry-sur-Seine (Val-de-Marne). Commentando l'alleanza con la britannica

L'annuncio del presidente del gruppo farmaceutico

GSK, il presidente di Sano-fi ha detto che "non è fre-quente associarsi con un concorrente, ma è molto sano farlo per combattere il Covid".

Il vaccino Covid di Sanoficosterà meno di dieci euroGli Usa avranno circa 100 milioni di dosi, i Paesieuropei 300 milioni e il Regno Unito 60 milioni

L'ANNUNCIO DEL GRUPPO FARMACEUTICO FRANCESE

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4 || La Gente d’Italia || LUNEDÌ 7 SETTEMBRE 2020POLITICA

Anche se si può pensare che il referendum può esse-re usato solo come occasio-ne per pronunciarsi con-tro, o a favore, dell’attuale governo, non credo che sia così. Il taglio dei deputa-ti che verrebbe operato se vincesse il Sì è grave perché la questione riguarda un problema generale: le sorti della democrazia.Non solo per il valore sim-bolico dell’immagine di quelle poltrone svuotate euforicamente mostrate davanti a Montecitorio, come a dire il parlamento non serve a niente.È grave perché quella pro-posta che il Sì avallerebbe si inserisce nel contesto di una crisi molto pesante, e ormai di lunga data, dell’in-tero sistema democratico.Crisi principalmente ita-liana, ma non solo: di tut-to l’Occidente che pure continua a sbandierare la democrazia rappresentati-va come il punto di per sé più alto della storia dell’u-manità. Quella che avreb-be giustificato tutti i tanti interventi militari "umani-tari" intesi a instaurare la democrazia dove non era stata mai sperimentata.Intendiamoci: diritto uni-versale al voto, libertà di opinione e Parlamento sono beni essenziali, ma di per sé non bastano affatto. Hanno valore e senso se sono accompagnati da una consapevole e generalizza-ta partecipazione dei citta-dini alle scelte politiche che vengono assunte, altrimen-ti si riducono ad un eserci-zio formale.Oggi come sappiamo bene questa partecipazione è mi-nima: un voto sempre più casuale per candidati ai più semisconosciuti, al meglio in base al giudizio su pro-blemi di cui si ignorano le complessità, perché manca ogni occasione di confron-to se non quello passivo di auditore (o lettore di me-

dia detti non si sa perché "social"). Basterebbe in queste condizioni anziché procedere alla faticosa pra-tica delle elezioni ricorrere al tiro a sorte, così, anzi, si avrebbe anche una rap-presentanza più "auten-ticamente" popolare, non contaminata dalla politica. (Chissà che un giorno non si arrivi anche a questo !) .Oppure scelti in base al ri-chiamo comunitario, senza valutare che le comunità locali sono importantissi-me ma possono anche es-sere pessime se diventano autoreferenziali e xenofobe contro chiunque non faccia parte della propria. Ricordo – permettetemi questo mio consueto richiamo nostal-gico – le vecchie sezioni del Pci, tutte radicatissime nel proprio territorio ma che ogni settimana dedicavano una serata a conoscere e ri-flettere su quanto accadeva nel mondo, in Europa, in Italia, alla propria città, poi anche al tram che non arri-vava, o alla fontanella sen-za acqua . Ma così a lotta-re perché questi problemi locali fossero risolti, uno non si sentiva un povero disgraziato, ma parte di un grande movimento mon-diale che voleva cambiare il mondo. Dove avviene oggi una simile riflessione, dove si incontra chi sa cosa si deve fare e ne discute con la propria comunità?Potremmo per l’ennesima volta, piangere perché non ci sono più i partiti, o me-glio quelli che erano davve-ro partiti. Io piango, o me-glio rimpiango, e credo che non dovremmo farci tra-volgere dall’odio e discre-dito che ormai li accompa-gna. Ma non c’è dubbio che

occorre ormai reinventare nuove forme di espressione e partecipazione. Sapendo che questa non si ottiene con una nuova legge eletto-rale pur indispensabile.Non si tratta di regole o leggi. Si tratta di riafferma-re nella pratica l’importan-za della politica come solo strumento che consente agli umani di controllare le decisioni che li coinvolgo-no senza farsi abbindolare dall’idea che le scelte sono "oggettive", e misurate dal famoso pilota automatico, il mercato. E perciò vanno affidate ai tecnici, come quelli che guidano i Cda delle Banche o delle azien-de, altrimenti detta "gover-nance".Se si è arrivati alla crisi de-mocratica attuale è perché è finita per prevalere in buona parte della sinistra l’ossessione governista, quasi che tutto dipendes-se dall’andare o meno ad occupare l’esecutivo. Ab-bandonando a sé stessa la società, via via sempre più ripiegata sull’"io forse me la cavo", quasi che la mag-gior parte dei problemi di ognuno non fosse uguale a quella del vicino.Dunque problema colletti-vo, e dunque, proprio per questo, politico.Colpe anche, diciamocelo con franchezza, della sini-stra-sinistra, che questo guasto dei partiti che ha otturato i canali di parteci-pazione l’ha subito, senza avere le fantasia e la forza di dare ai movimenti che pure ha continuato ad animare, la indispensabile ulteriore capacità di inventarsi for-me stabili di gestione della società, (i "Consigli", come suggeriva Gramsci) in gra-

do di riappropriarsi attra-verso la partecipazione po-litica, dell’amministrazione dei beni comuni. (Non del-lo Stato, i comunisti sono antistatalisti!).Capaci, però, anche, a par-tire da questi nuovi punti di forza, di tener aperti i ca-nali di comunicazione con le istituzioni democratiche rappresentative, che se non ridotte a forma è bene aver-le a cuore.Anche questo non è proble-ma che risolverà neppure la migliore riforma della legge elettorale. Ma è cer-to che tagliare il numero dei deputati renderebbe questo difficile tentativo di rianimazione della demo-crazia anche più difficile, perché una volta che il Par-lamento diventasse preda di una maggioranza e di una opposizione inevitabil-mente non più articolata, anche più distante dalle pulsioni, esigenze, propo-ste, energie della società, il senso di impotenza e dun-que la spoliticizzazione di-venterebbero ben più gravi.Voglio dire che certo il No non risolverà tutti questi problemi, ma la vittoria del Sì non comportereb-be solo una riduzione dei parlamentari con tutte le ripercussioni negative che quasi tutti i costituzionali-sti ci hanno indicato nella battaglia che stanno con-ducendo. Significherebbe molto di più: accelerare ulteriormente il già peri-colosissimo processo di svuotamento della demo-crazia rappresentativa che gestisce le nostre società occidentali. E a quel punto i rischi di ogni possibile av-ventura autoritaria sareb-bero gravi.

di LUCIANA CASTELLINA

Un "No" per impedire una brutta svolta

ECCO PERCHÉ IL TAGLIO DEI PARLAMENTARI SAREBBE GRAVE

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|| 5LUNEDÌ 7 SETTEMBRE 2020 || La Gente d’Italia POLITICA

Durante la campagna re-ferendaria sulla riduzione dei parlamentari si sente spesso la considerazione che il taglio dei parlamen-tari costituirebbe un attac-co alla democrazia e alle istituzioni. Un senatore in Parlamento da oltre un quarto di secolo, chiara-mente terrorizzato dall’i-dea di cercarsi un lavoro, ha persino evocato Mus-solini.Non entrando nella mi-schia ideologica che ac-compagna queste discus-sioni, e nel rispetto delle posizioni di ciascuno, non si può però non osservare la più totale infondatezza di considerazioni che si basano sul mero valore di una soglia aritmetica.Negli Stati Uniti, 330 mi-lioni di abitanti, il Senato è composto da 100 sena-tori, e la Camera da 435 rappresentanti. Nel caso di approvazione del refe-

rendum, in Italia avremo 200 senatori e 400 depu-tati. Con una enorme dif-ferenza della popolazione, 60 milioni contro appunto 330 milioni. Quindi negli USA non c’è democrazia?Se applicassimo agli Stati Uniti la proporzione tra popolazione e parlamen-tari che abbiamo in Italia, il Congresso, cioè l’assem-blea legislativa nazionale, dovrebbe essere formato da circa 5197 tra senatori e rappresentanti.E in Europa? Ebbene, nes-suno tra i 27 Paesi dell’U-nione Europea ha così tanti parlamentari quanti l’Italia. Questo dovrebbe bastare a mettere da parte le voci se-condo cui "il taglio ai par-lamentari è un taglio alla democrazia", altrimenti dobbiamo prendere atto che, eccetto noi, tutti gli al-tri 26 membri dell’Unione Europea non sono Paesi democratici. "Il Parlamen-to non potrà funzionare

con meno parlamentari": quindi negli altri 26 Stati europei i Parlamenti non funzionano?Unicità italiana è il record del "cambio di casacche" che avviene in ogni legisla-tura, cosa impensabile in democrazie come gli Stati Uniti. A oggi si contano già oltre 100 cambi di gruppo par-lamentare. Nella prece-dente legislatura Il Sole 24 Ore ha contato 566 cambi di partito da parte degli eletti in Parlamento. Come se alla Camera degli Stati Uniti, su 435 rappresen-tanti democratici e repub-blicani, oltre 200 cambias-sero partito e costituissero un partitino di "responsa-bili".Inoltre, all’estero vi è una profonda difficoltà nel comprendere come sia possibile che in Italia vi siano presidenti del Con-siglio non eletti e non le-gittimati dagli elettori. I sindaci vengono eletti dai

cittadini, il primo mini-stro (che ha poteri di gran lunga superiori ai sindaci) viene invece pescato qua e là e a volte i cittadini non sanno neppure chi sia.Ricordiamo la nomina di Monti, con procedure sulle quali spetterà agli storici ogni valutazione di legitti-mità. E a seguire i governi Letta, Renzi e Gentiloni nella scorsa legislatura, nessuno di loro passato attraverso l’approvazione degli elettori. E ora Giu-seppe Conte, mai eletto in Parlamento o alla guida del governo perché nem-meno mai candidato.Per noi è la normalità, ma è una normalità malata quella che non si pone il problema della legittima-zione popolare della guida del governo, e non riflette sul fatto che la maggioran-za dei parlamentari du-rante la legislatura cambia partito formando maggio-ranze mai elette o volute dai cittadini.E vogliamo parlare delle decine e decine di deputati e senatori che sono assenti a più del 50 per cento delle sedute? Se un operaio ac-cumula il 20 per cento di assenze viene licenziato, per i parlamentari invece è consuetudine e lo stipen-dio rimane intatto.Il noto libro "La casta" vide la luce su stimolo di una affermazione di Walter Veltroni: "Quando i partiti si fanno caste di professio-nisti, la principale campa-gna antipartiti viene dai partiti stessi".Prima di vedere un attacco alle istituzioni in una mo-desta riduzione di eletti, sarebbe opportuno pen-sare a come funzionano le democrazie come quella americana. Ma anche il Bundestag tedesco, l’As-semblea Nazionale france-se, o la Camera dei Comuni inglese. Lì nessuno forma gruppetti di "responsabili" da soddisfare con le mance della legge finanziaria.

di CORRADO M. DACLON

Un "Si" perchè non è unattacco alla democrazia

UNA PROPORZIONE DICE CHE SI VA VERSO LA DIREZIONE GIUSTA

DANTE 2021, PARLA ALESSANDRO MASI

Dante simbolo dell'Italia nel mondo

La Società Dante Alighieri ade-risce con entusiasmo alle cele-brazioni del 700° anniversario della morte di Dante, inaugurato alla presenza del Presidente del-la Repubblica Sergio Mattarella nell’evento ravennate del 5 set-tembre. Con l’occasione, sono stati riaperti sia la Tomba del Poeta che il vicino Quadrarco di Braccioforte, entrambi restaura-ti da poco. “Commemorare Dante significa rendere omaggio al padre della nostra lingua e ad un caposaldo della letteratura europea e mon-

diale. Significa anche celebrare il simbolo che racconta al mondo l'Italia, il suo umanesimo e la sua identità fatta di bellezza e acco-glienza” ha dichiarato il Segreta-rio Generale della Società Dante Alighieri Alessandro Masi, pre-sente alla cerimonia inaugurale. Nel 2021 il nome del Sommo Po-eta risuonerà in tutto il mondo, con iniziative d’arte e cultura re-alizzati in tutta la rete dei Comi-tati Dante e con nuovi progetti per promuovere e rilanciare la bellezza dell’Italia, l’Italia di Dan-te.

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6 || La Gente d’Italia || LUNEDÌ 7 SETTEMBRE 2020EMERGENZA CORONAVIRUS

Il ministro della Salute Roberto Speranza

IL RICOVERO DEL CAVALIERE

Zangrillo: "Fase delicata,ma Berlusconi reagisce benealle cure mediche"

"Il vaccino pronto per la fine dell'anno, ma all'inizio non ce ne sarà per tutti"Speranza: "L'autunno non sarà facile, ma sono ottimista, i fondi per la sanità servono, sia se fanno parte del Recovery Fund sia del Mes"

LE PAROLE Il ministro: "Saranno disponibili circa 3 milioni di dosi, da dare ad anziani e operatori sanitari" I DATI

Contagi in calo,8 invece i mortiLombardia semprela più colpita

I dati di ieri, pur influen-zati da 30mila tamponi effettuati in meno, par-lano di una leggera dimi-nuzione dei nuovi posi-tivi al coronavirus: 1.297 in 24 ore (sabato erano 1.695) su circa 76mila test, per un totale di 277.634 casi. Lombardia, Veneto ed Emilia-Ro-magna le Regioni più colpite. Il Ministero della Salute ha informato che le vittime registrate sono 8, in calo rispetto ai se-dici di due giorni fa, por-tando il totale dall'inizio della pandemia a 35.542 unità. I nuovi dimessi sono 405, per un totale di 210.015. Sono poi 32.078 gli attual-mente positivi in Italia. 12 in più invece i ricoveri all’interno delle terapie intensive che portano il totale a 133.

Ma come sta realmente Sil-vio Berlusconi, da giovedì sera ricoverato al San Raf-faele di Milano perché po-sitivo al Coronavirus e con un principio di infezione polmonare? Ovviamente il Cavaliere è blindatissi-

mo all’interno della ‘suite’ che occupa, ma ieri il suo medico personale Alber-to Zangrillo ha cercato di fare chiarezza, affermando che "sta rispondendo ade-guatamente alle cure". Ma nello stesso tempo il pro-

fessore ha confermato che ci troviamo "in una fase de-licata", ma che comunque "manifesto un cauto otti-mismo che ribadisco, ma questo non vuol dire canta-re vittoria dato che appar-tiene alla categoria definita più fragile.In generale il decorso è re-golare e il paziente è tran-quillo". Il Cavaliere non è in ossigenoterapia e vie-ne curato con l’antivirale Remdesivir. Ricordiamo che anche la compagna Marta Fasci-

na e due suoi figli, Luigi e Barbara, sono risultati positivi. Tanti i messaggi di sostegno che sono arri-vati a Berlusconi in questi giorni difficili, a partire dall’ex moglie Veronica Lario e dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Così Gregorio Fontana, re-sponsabile nazionale Orga-nizzazione di Forza Italia: "Arrivano telefonate e di mail da militanti, simpatiz-zanti, comuni cittadini che vogliono esprimergli vici-nanza".

Il ministro della Salute Ro-berto Speranza è tornato a parlare di uno dei temi più sentiti in merito al Coro-navirus: il vaccino, che po-trebbe davvero mettere fine alla contesa tra il Covid-19 e l’uomo. Nel corso di un’in-tervista rilasciata al ‘Corriere della sera’, ha continuato a dirsi fiducioso sull’arrivo del vaccino stesso nei prossimi mesi: "Penso – le sue paro-le - che il traguardo non sia troppo lontano. Il contratto con AstraZeneca prevede le prime dosi a fine anno". Ma il problema che si porrà sarà quello cui destinare le prime dosi, dato che all’ini-zio ci sarà una disponibilità che non dovrebbe superare i tre milioni: "La mia propo-sta – ha detto Speranza – è che sia gratuito e che arrivi prima agli operatori sanitari e agli anziani con patologie, in particolare nelle Rsa". I tanti casi di contagi degli ul-timi giorni non scoraggiano il ministro, anche se ovvia-mente il suo invito è quello

di non abbassare la guardia: "Sono preoccupato anche ora. L'autunno non sarà faci-le e ritengo vada gestito con la massima cautela. Eppure sono ottimista, vedo la luce in fondo al tunnel. Nel giro di alcuni mesi avremo risul-tati incoraggianti sia per le cure che per i vaccini. Ora dobbiamo resistere". Quan-to al rischio di un nuovo lockdown, risponde: "Non è nostra intenzione fermare di nuovo il Paese. Abbiamo

investito molte risorse e raf-forzato il Servizio sanitario nazionale. Non chiudiamo, anzi riapriamo le scuole". In merito alle polemiche sui verbali delle riunioni del Comitato tecnico scientifico resi noti solo qualche giorno fa, con il leader della Lega Matteo Salvini che sfida il governo a "spiegare, davan-ti al Parlamento e a tutto il Paese, perché ha taciuto i rischi del virus, Speranza ha siegato che l'esecutivo "non

ha mai disposto nessuna se-cretazione su nessun atto, è stata una scelta del Cts". Poi l’accusa al numero uno del Carroccio: "Lui è un leader piccolo, che divide l'Italia". Ospite poi della festa del ‘Fatto quotidiano’, Speranza è tornato a chiedere quanto prima soldi per la sanità ita-liana: "Con il premier Conte e con il ministro dell’Eco-nomia Gualtieri siamo as-solutamente convinti che la salute deve essere il primo capitolo dei nostri investi-menti, la mattonella prin-cipale. Penso che le risorse siano fondamentali e abbia-mo bisogno di prenderle con tutto il coraggio di cui c’è bi-sogno: io le chiedo per il Re-covery Fund e non ho paura a chiederle per il Mes e non ho paura a chiederle per il bilancio dello Stato e il de-bito pubblico". In merito al classico vaccino influenza-le che sarà gratuito, infine, Speranza lo consiglia a tutti i cittadini, "ma soprattutto ai soggetti che sono a rischio".

Silvio Berlusconi

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|| 7LUNEDÌ 7 SETTEMBRE 2020 || La Gente d’Italia POLITICA

L'OBIETTIVO Il ministro dell'Economia Gualtieri: “Sulla mia scrivania pila altissima di progetti per usare le risorse europee”

Recovery fund, adesso il dibattito entra nel vivo

di STEFANO GHIONNI

FRECCIATA A 5S

Di Maio a Crimi: "La alleanze? \Andavano gestite meglio"

Clima da lunghi coltelli in casa 5Stelle. In un'in-tervista a Radionorba, l'ex leader pentastellato Luigi Di Maio ha lancia-to una critica "velata" all’attuale reggente Vito Crimi. Alla domanda "se fosse stato ancora capo politico del Movimento avrebbe gestito diver-samente la questione delle alleanze nelle Re-gioni?", il ministro degli Esteri ha replicato: "Si va al voto in sei regioni e in molti Comuni, quindi probabilmente le allean-ze andavano coordinate meglio". Insomma, l'ex vicepremier sembra non aver gradito quel refe-rendum organizzato in fretta e furia sulla piat-taforma Rousseau, per dire sì o no all'alleanza con il Pd, quando ormai i candidati 5Stelle erano già schierati in tutte le regioni, poco inclini a un passo indietro. Troppo tardi, per l'ex capo poli-tico.

VERSO IL VOTO Il leader del Carroccio sogna la spallata: "Governo tira a campare, vinceremo 7 a 0"

Regionali, Salvini punta al cappottoGiorgia Meloni concorde con il leghista: "Non è un obiettivo distante"

Obiettivo: cappotto. A due settimane al voto per le regionali, il leader della Lega Matteo Salvini pun-ta a fare bottino pieno in Valle d'Aosta, Veneto, Li-guria, Toscana, Marche, Campania e Puglia, dove il 20 e 21 settembre si voterà per il rinnovo dei Consigli regionali. "Se dovessi fare un pronostico, dico che vinceremo 7 a 0", ha di-chiarato ieri il segretario del Carroccio. "Gli esiti sa-ranno sorprendenti anche in Campania. Non vedo l'ora di contare i voti veri", ha aggiunto l'ex ministro dell'Interno incassando l'endorsement di Giorgia Meloni: "7-0 per il centro-destra? non lo considero neanche un obiettivo così distante", ha commentato la leader di Fratelli d'Ita-lia. "Mi pare - ha rincara-to la dose la parlamentare romana - che da una parte ci sia un consenso diffu-so verso il centrodestra e dall'altra ci sia un dissen-

so diffuso verso un centro-sinistra che non è stato in grado di dare risposte né nelle Regioni né a livello nazionale". E proprio tra Lega e FdI si gioca una delle partite più interes-santi del voto settembri-no.Una partita tutta inter-na al centrodestra, con lo

schieramento di via Belle-rio quotato sempre come primo della coalizione (se-condo gli ultimi sondag-gi), ma incalzato da Fra-telli d'Italia, data in forte crescita e Forza Italia, in questi giorni, con gli occhi puntati sul San Raffaele, dove è ancora ricoverato il leader Silvio Berlusconi.

Nel centrosinistra, intan-to, dopo i timori espressi nelle ultime ore anche dal premier Giuseppe Conte con l'appello caduto nel vuoto per l'alleanza allar-gata anche a livello locale, l'ottimismo non sembra essere di casa. "Conte non sta facendo campagna elettorale e di sicuro non si vota sul governo. Cer-to è che in tante regioni rischiamo di non vincere perché siamo divisi. Que-sto non va bene", ha am-monito il ministro della Salute Roberto Speranza (Leu). "Il mio auspicio - ha pro-seguito l’esponente della maggioranza - è che gli elettori siano migliori di noi e facciano nelle urne quello che noi non siamo riusciti a fare prima". Sal-vini, dal canto suo, ha am-messo di sognare la spal-lata a un governo "che tira a campare". Intanto, però "il Paese muore di non de-cisioni", ha sbottato il se-gretario leghista lancian-do il guanto di sfida.

Matteo Salvini

Roberto Gualtieri

Entra nel vivo la partita del Recovery fund. E si accende il dibattito sul modo in cui uti-lizzare le "risorse europee". Questo pomeriggio, in Com-missione Bilancio alla Camera, è in programma l’audizione del Cnel sull'individuazione delle priorità nell'utilizzo del fondo. "Sulla mia scrivania ho una pila altissima di progetti" Fund e "ne stanno arrivando altri" ma "credo che sia un fatto positivo" ha affermato il ministro dell'e-conomia Roberto Gualtieri. "Generalmente – ha aggiunto – si tratta di progetti nuovi. Alcu-

ni sono complessi, altri devono essere trasformati. Avremo dei cluster di investimento per rag-giungere obiettivi chiari e misu-rabili che il paese dovrà poi mo-nitorare nel suo avanzamento". Gualtieri ha quindi sottolineato come il governo punterà "sulle infrastrutture digitali e anche quelle sociali come ad esempio l'aumento degli asili nido per garantire anche una maggiore occupazione femminile". "Nei prossimi giorni ci saranno del-le riunioni del Ciae. L'obiettivo fondamentale del Recovery è fare gli investimenti nei settori

cruciali: sanità, digitalizzazio-ne, ambiente, scuola, infra-strutture. Se noi rilanciamo quei settori permettiamo al paese di uscire dalla più gran-de crisi vissuta dal dopoguerra a oggi" gli ha dato manforte il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio. "Sono favorevole all'u-tilizzo dei soldi del Recovery Fund, che rischiano di arrivare molto tardi e di non essere ri-solutivi. Ma credo siano risorse che vanno spese sulle grandi infrastrutture strategiche" ha commentato la leader di Fdi, Giorgia Meloni.

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8 || La Gente d’Italia || LUNEDÌ 7 SETTEMBRE 2020ATTUALITÀ

Schiavone: "Intervenire subito sulla scuola italiana all'estero"

L'ALLARME DEL SEGRETARIO GENERALE DEL CGIE

In Italia l’attenzione posta sulla ripresa delle attività scolastiche di ogni ordine e grado è vissuta da mesi con grande apprensione tant’è che il mondo politi-co, quello sindacale e i di-retti protagonisti: alunni, studenti, docenti, profes-sori e personale ATA da mesi sono in fermento per le incertezze legate alla pandemia, alla sicurezza sanitaria, all’agibilità e alla ricettività delle strut-ture scolastiche alle quali si aggiunge l’affannoso re-clutamento dei docenti.La lunga attesa per l’a-pertura del nuovo anno scolastico è claudicante e incerta nonostante le ras-sicurazioni del governo.Per la ripartenza dell’an-no scolastico si parla di 80'000 nuove assunzioni che garantiranno la rego-larità degli studi. Gli stessi patemi sono vis-suti all’estero nelle scuole pubbliche, paritarie, nelle sezioni bilingui o interna-zionali, nelle università e in particolare nei Corsi di lingua e cultura italiane dove le difficoltà si riflet-tono con maggiore pro-blematicità per la propag-gine delle norme italiane e delle scelte ministeriali. A lungo andare all’estero il sistema organizzativo, sul quale per decenni si è dipanata la promozione culturale, linguistica e for-mativa italiana è imploso e gli auspicati cambia-menti legati all’applica-zione dell’ultima riforma legislativa della "Buona scuola" non sono mai at-tecchiti.La diversità dei sistemi scolastici in giro per il mondo rappresenta uno

scoglio ostico da supera-re, ma non impossibile; sono molti i paesi dove negli ultimi mesi il mondo scolastico non si è mai fer-mato, altri dove le scuole sono riprese dopo le va-canze estive e sono in at-tesa di insegnanti inviati da Roma.Gli scompensi causati dai ritardi e la disorganizza-zione producono perdita d’immagine, di credibilità e tendono ad allontanare gli studenti dagli studi: di conseguenza le scuo-le chiudono, gli studenti diminuiscono e l’idea di integrare la promozio-ne culturale e linguistica nell’internazionalizzazio-ne del sistema paese alla quale si è cercato di dare una prospettiva è lungi dall’addivenire realtà.Il Ministero dell’Istru-zione e la direzione ge-nerale del sistema paese del Ministero degli Affari Esteri e della Coopera-zione internazionale sono

chiamati con urgenza a intervenire con provvedi-menti straordinari, quasi emergenziali per colma-re i ritardi organizzativi e garantire la ripartenza dell’intero comparto, che ha bisogno di uno scosso-ne e di un soprassalto di iniziative strutturali come quelle avviate in Italia: rafforzamento dell’orga-nico da inviare all’estero, flessibilità della didattica e lezioni a distanza, pun-tualità nell’erogazione dei contributi alle scuole e ai soggetti promotori dell’of-ferta scolastica, semplifi-cazione delle procedure amministrative senza le quali i miracoli non po-tranno più essere replicati in nessuna parte del mon-do.I primi segnali di allar-me arrivano dall’Eritrea e dalla Spagna, affrontarli con determinazione è un dovere nonché un obbli-go.In materia di divulgazione

e diffusione della lingua e della cultura italiana da sempre i nostri governi hanno promosso delle po-litiche espansive, perciò, si auspica che l’informa-zione sulla promozione della lingua italiana all’e-stero diffusa nelle pagine web del MAECI, riporta-ta di seguito, tenga fede e rispetti concretamente quanto enunciato nei pro-grammi ministeriali. La promozione della lin-gua italiana all’estero è uno dei principali stru-menti di cui dispone il nostro Paese e riveste un ruolo di interesse priori-tario per la politica estera italiana.La conoscenza della lin-gua italiana rappresenta infatti la chiave di lettura necessaria per entrare in contatto con la nostra cul-tura in senso ampio e per meglio comprendere le di-namiche del "Vivere all’i-taliana". Dall’analisi dei dati sulla diffusione dell’i-

taliano nel mondo emerge che oltre due milioni di stranieri scelgono di stu-diare la nostra lingua per avvicinarsi al nostro ric-chissimo patrimonio arti-stico e creativo.Con gli Stati Generali del-la lingua italiana del 2014 abbiamo presentato il pri-mo censimento completo sulla diffusione dell’in-segnamento dell’italiano all’estero. In questi anni abbiamo migliorato i metodi di rac-colta dei dati. Tale attività è la base fondamentale per la programmazione della nostra strategia di pro-mozione linguistica. Di-sporre di una ricognizione esaustiva della diffusione dell’italiano significa in-fatti avere uno strumento con il quale orientare in maniera mirata le attività culturali della rete diplo-matico-consolare e degli Istituti Italiani di Cultura.Negli ultimi anni è sempre più evidente l’esistenza di un forte legame tra l’ita-liano ed il Made in Italy. La lingua italiana è infatti

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la seconda più utilizzata nel panorama delle inse-gne commerciali in tutto

il mondo anche in settori economici diversi da quel-li tradizionali, a dimostra-zione di come l’italiano sia considerato una lingua che piace anche perché associato, nell’immagi-nario collettivo, alle tante produzioni di eccellenza del nostro paese.Le scuole Italiane all'E-stero - La rete delle istitu-zioni scolastiche all’estero costituisce una risorsa per la promozione della lingua e cultura italiana, nonché per il manteni-mento dell’identità cul-turale dei figli dei conna-zionali e dei cittadini di origine italiana. Presenti in tutto il mondo, le scuo-le italiane rappresentano uno strumento di diffu-sione di idee, progetti, iniziative, in raccordo con Ambasciate e Conso-lati e con le priorità della politica estera italiana. Le scuole italiane, infine, sono spesso un punto di riferimento nei Paesi in

cui operano, potendo pro-durre per l’Italia ritorni di lunga durata in tutti i set-tori: culturale, politico ed economico. La rete delle scuole ita-liane all’estero (infanzia, primaria, secondaria di primo e di secondo grado) comprende:- 8 istituti statali omni-comprensivi con sede ad Addis Abeba, Asma-ra, Atene, Barcellona, Istanbul, Madrid, Parigi e Zurigo;- 43 scuole italiane pa-ritarie, la maggior parte delle quali è costituita da istituti omnicomprensivi, presenti in tutte le aree geografiche nel mondo: Europa, Africa-subsaha-riana, Mediterraneo e Medio Oriente, Americhe, Asia e Oceania;- 7 sezioni italiane presso scuole europee: 3 a Bru-xelles ed 1 a Lussembur-go, Francoforte, Monaco di Baviera e Varese;- 79 sezioni italiane presso

scuole straniere, bilingui o internazionali, di cui 63 in Unione Europea, 13 in Pa-esi non UE, 1 nelle Ameri-che e 2 in Asia e Oceania;- 2 scuole non paritarie con sedi a Smirne e Basi-lea.A tale rete si affiancano le iniziative per la lingua e la cultura italiana all’e-stero, ex art. 10 del D. Lgs. 64/2017, ed i lettorati d’i-taliano presso le Universi-tà straniere.Con riferimento all’an-no scolastico 2019/2020, il contingente scolastico del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazio-ne Internazionale preve-de 607 posti di personale docente (210 unità nelle scuole statali, 30 unità nelle scuole paritarie, 94 unità nelle sezioni italiane presso scuole straniere, bilingui o internazionali, 3 unità su cattedre miste, 143 unità sui corsi e 127 unità sui lettorati), 46 po-sti di dirigente scolastico

(8 unità nelle scuole stata-li e 38 unità presso le Am-basciate e i Consolati) e 21 posti di personale am-ministrativo (8 unità sul-la scuole statali e 13 unità sui corsi). Nel contingente delle Scuole europee figu-rano, inoltre, 116 unità di personale docente italia-no.Circa 30.000 alunni fre-quentano queste scuole: la presenza di studenti stranieri è molto elevata.Nelle difficoltà e nei mo-menti di malessere siamo sempre riusciti a trovare le forze e l’orgoglio di ri-spondere con determina-zione e vigore alle avver-sità, cosa che vorremmo si avverasse anche per supe-rare l’impasse nella quale si trovano molte realtà scolastiche all’estero.Lo dobbiamo alla storia, al presente e al futuro del mondo della scuola e della cultura italiane all’estero.

MICHELE SCHIAVONESEGRETARIO GENERALE CGIE

MICHELESCHIAVONE

Ecco il testo del quesito del referendum:"Approvate il testo della legge costituzionale con-cernente "Modifiche agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari", approvato dal Parlamento e pubbli-cato nella Gazzetta Uffi-ciale della Repubblica ita-liana n.240 del 12 ottobre 2019?"Il referendum costituzio-nale confermativo sulla riduzione del numero dei parlamentari è nel pieno del suo svolgimento nella circoscrizione estero e a partire dal 6 settembre tutte le elettrici e gli elet-tori aventi diritto di voto, che non hanno ricevuto il plico elettorale possono richiederlo per email o te-lefonicamente direttamen-

te ai Consolati italiani di iscrizione AIRE così come i temporanei all’estero, che hanno chiesto di votare

nella residenza provviso-ria.All’estero diversi paesi sono ancora coinvolti nel-

le limitazioni sanitarie che riducono gli spostamen-ti delle persone, alcuni consolati purtroppo sono chiusi per ragioni di sicu-rezza e, comunque, do-vrebbero e assicureranno la gestione dei plichi.Il Consiglio Generale degli Italiani all’Estero rivol-ge un appello accorato ai 4'616'000 elettori aventi diritto di voto invitandoli a partecipare al referendum e di esprimere il voto libe-ramente, ricordando che il voto oltre ad essere un diritto è anche un dovere civico.I plichi elettorali dovranno essere rinviati per posta ai Consolati con la busta di ritorno affrancata con-

siderando che dovranno giungere a destinazione entro il 15 settembre alle ore 16.00. Si ricorda che ai sensi dell’articolo 20, comma 1-bis della legge 459/2001 nei seguenti 24 paesi non è ammesso il voto per cor-rispondenza per il referen-dum del 20-21 settembre 2020: Burkina Faso, Ca-merun, Ciad, Costa d'Avo-rio, Cuba, El Salvador, Eri-trea, Guinea Equatoriale, Indonesia, Iraq, Liberia, Libia, Niger, Repubblica Centraficana, Repubblica Sud Sudan, Repubblica Popolare Democratica di Corea, Sierra Leone, Siria, Somalia, Timor Orientale, Ucraina, Yemen, Zimbawe.

IL VOTO OLTRE AD ESSERE UN DIRITTO È ANCHE UN DOVERE CIVICO

Ultimo appello del Cgie al votoreferendario nella circoscrizione estero

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10 || La Gente d’Italia || LUNEDÌ 7 SETTEMBRE 2020

di MASSIMO TEODORI

Una radicalizzazione chericorda gli anni '60 del '900

PRESIDENZIALI AMERICANE

Nelle presidenziali ame-ricane si avverte un clima radicalizzato analogo a quello degli anni ’60 del Novecento. Joe Biden, cer-to, non è Lyndon B. John-son, e Donald J.Trump è altra cosa da Richard M. Nixon. È vero che la sto-ria non si ripete eguale a se stessa, ma il razzismo delle polizie locali, le pro-teste di massa dei neri ac-compagnate dalle rabbiose rivolte dei gruppi margina-li, e l’invocazione di Law and Order richiamano alla memoria quella lontana stagione della storia ame-ricana.Il vice presidente L.B.John-son, subentrato all’assassi-nio di J.F.Kennedy, otten-ne un’imponente vittoria al voto del 1964 battendo Barry M. Goldwater (486 a 52), paladino della destra Repubblicana. Il Demo-cratico, insieme a Martin Luther King e Bobby Ken-nedy, aveva portato l’inte-ro partito in Congresso ad approvare la legge sui di-ritti civili che metteva fino alla segregazione. Poi, da presidente, aveva promos-so all’insegna della War on

Poverty le più importanti leggi del welfare (Medicare e Medicaid) approvate dai tempi di F.D.Roosevelt.Alla Casa bianca il naviga-to politico texano si rivelò un gigante all’interno ma un apprendista stregone in politica estera. Volle l’esca-lation in Vietnam pensan-do di risolvere la questione con la forza brutale delle armi, e provocò la rivolta massiccia contro la guer-

ra che mobilitò milioni di americani. In quel periodo il movimento nonviolento di King fu esautorato dal Black Power e dalle Pante-re nere che enfatizzavano l’uso delle armi per l’"auto-difesa". Furono assassinati Malcom X, M.L.King e Ro-bert Kennedy. Nel 1968 gli estremismi dominavano le piazze.Alle presidenziali del ’68 Johnson lasciò il campo

al suo vice Hubert.H. Hu-mphrey, un Democratico centrista, pro-diritti civi-li e amato dai sindacati. I Dixiecrat (Democratici del sud), proposero la candi-datura "terza" del razzista George C. Wallace che con la sua presenza sulla sche-da contribuì alla vittoria del Repubblicano Nixon.Richard M.Nixon invocò "Legge ed Ordine", patro-cinò l’intervento della poli-zia e della Guardia federale per reprimere le ribellioni dei neri, le manifestazioni contro la guerra e le rivolte nei campus con i giovani resistenti alla leva. L’ex vice di Eisenhower (1952-1960) Nixon, che aveva perso contro J.F.Kennedy, riuscì otto anni dopo a salire alla Casa bianca nel 1968, grazie alla radicalizzazione per il Vie-tnam e per i riots dei neri a cui oppose la ricetta della mano forte per ristabilire

"legge e ordine". Da pre-sidente agì all’opposto di Johnson: fu grande in po-litica estera con l’apertura alla Cina grazie al segreta-rio di Stato Henry Kissin-ger, e un trasgressore delle libertà civili in politica in-terna, abuso che lo portò al primo completo impea-chment della storia degli Stati Uniti.Non vogliamo necessaria-mente paragonare oggi i personaggi di mezzo seco-lo fa. Tuttavia temiamo che la radicalizzazione su cui punta Donald Trump, che non ha mai condannato l’operato illegittimo delle polizie le quali continuano a colpire gli inermi di co-lore, sia divenuta la strada maestra per condizionare il voto. Per la prima volta, un presidente imposta la campagna tentando di ap-piattire l’immagine dell’av-versario sul crimine nelle piazze.

PER DIMOSTRARE CHE IL SISTEMA ELETTORALE È FRAUDOLENTO

Trump agli americani: "Votate due volte", ma è illegaleMancano meno di otto settimane alle elezioni presidenziali del 3 no-vembre e il presidente Trump, in difficoltà nei sondaggi, insiste sulla sicurezza e regolarità del voto. In North Carolina, tappa del tour elet-torale, Trump ha suggerito agli elet-tori di fare una sorta di stress test del sistema di voto. Come? Votando due volte, una volta via mail e una volta di persona. Lo riportano tutti i maggiori quo-tidiani anglosassoni, New York Ti-mes, Washington Post, Guardian. Il doppio voto è proprio quello che denuncia Trump, la frode contro cui, dice, lui combatte. Trump ne ha parlato durante un incontro con i giornalisti, occasio-

ne in cui gli è stato chiesto della sua fiducia nel sistema statale del Nor-th Carolina che prevede appunto il voto postale Voto postale che ci si aspetta sarà utilizzato in modo mol-to più massiccio in questa tornata elettorale a causa della pandemia da Covid19. Per mettere in dubbio la validità del sistema elettorale, Trump ha suggerito il giorno dell’E-lection Day, prima di spedire il pro-prio voto via email e poi di andare di persona a votare. "Se questo si-stema è buono come dicono che sia, non sarà possibile votare due volte" è la sfida di Trump. Ma - questo è lo scandalo - Trump suggerisce agli elettori di fare qualcosa di illecito ma in queste settimane si assiste a

questa dinamica: più gli americani dichiarano che voteranno per posta più Trump denuncia il diffondersi della frode nel sistema elettorale.Facebook e Twitter hanno segnala-to i post del presidenteFacebook e Twitter hanno segna-lato i post del presidente degli Sta-ti Uniti Donald Trump, l'ultimo sforzo delle società per reprimere le informazioni di voto fuorvianti. Twitter ha aggiunto etichette a due tweet di Trump per "incoraggiare le persone a votare potenzialmen-te due volte", ha detto la società. Trump ha suggerito su Twitter che le persone votino di persona e per posta per essere sicure che il voto sia contato. Ciò potrebbe essere

interpretato come un consiglio alle persone di votare due volte, il che è illegale. Lo stesso post è stato se-gnalato anche su Facebook, dove la società ha aggiunto un'etichetta che indirizzava gli utenti al proprio cen-tro informazioni sul voto. "Il voto per posta ha una lunga storia di af-fidabilità negli Stati Uniti e lo stesso è previsto quest'anno", ha scritto Facebook sull'etichetta allegata al post del presidente. Trump ha cri-ticato i voti per corrispondenza, suggerendo che il sistema porterà a elezioni fraudolente o truccate. Si prevede che molti americani vote-ranno per posta quest'anno a causa dei problemi di salute causati dal coronavirus.

ATTUALITÀ

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|| 11LUNEDÌ 7 SETTEMBRE 2020 || La Gente d’Italia ATTUALITÀ

Se deteriora el poder de compra de los salarios en últimos 12 meses

EL INSTITUTO NACIONAL DE ESTADÍSTICA (INE), COMUNICÓ MONTEVIDEO (Uypress) En el período enero-julio, el poder adquisitivo de los salarios bajó 0,34%. El salario real de los trabaja-dores privados retrocedió 1,21%, mientras que el de los funcionarios públicos se incrementó 1,24%.El Instituto Nacional de Estadística (INE), comu-nicó que el Índice Medio de Salarios (IMS) subió en julio 1,49% (+2,19% en el caso de los trabaja-dores privados y +0,25% para los funcionarios pú-blicos). En el acumulado del año el IMS sube 7,01% (+6,08% para privados y +8,7% para públicos) y en los 12 meses a julio se in-crementa 7,51% (+6,68% y +9,01% respectivamente).El poder de compra de los

salarios mejoró en julio por segundo mes consecu-tivo, si bien en el acumula-do del año y en los últimos 12 meses los trabajadores pierden poder adquisitivo.En julio el poder de com-pra de los salarios subió 0,94%, es el segundo mes seguido de mejora del po-der adquisitivo. En el caso de los asalariados priva-dos, el poder de compra de los salarios se incrementó 1,63%, mientras que el de los públicos cayó 0,29%.

En los 12 meses cerrados a julio el poder de compra de los salarios acumulaba una pérdida de 2,38%. Esto

marca implica un deterio-ro del poder adquisitivo salarial en el acumulado de 12 meses, ya que en los 12

meses a junio la caída del salario real era de 1,94%. Los asalariados privados tienen una reducción de su poder de compra en los 12 meses a julio de 3,13%, mientras que en el caso de los funcionarios públicos la caída del salario real es de 1,01% en ese lapso. Se-gún la consultora Grant Thornton Uruguay "en el promedio anual el salario real cae 0,5%, por debajo del promedio registrado desde el 2006 (2,9%).

ESTUDIO LO DESTACA MÁS POR SUS INSUMOS QUE POR SUS PRODUCTOS

Chile primer lugar en innovaciónen América latina y CaribeEl Indice Global de Innovación situó a Chile en el primer lugar entre las economías de América Latina y el Caribe por su capa-cidad de innovación, relevando el liderazgo sostenido a nivel re-gional en esta materia.El indicador es desarrollado por la Organización Mundial de la Propiedad Intelectual (OMPI), la Universidad de Cornell y contiene parámetros detalla-dos acerca de los resultados de innovación de 130 países y economías de todo el mundo, dando cuenta de la multiplici-dad de elementos que afectan el ecosistema de innovación en las economías que forman parte del estudio. Dentro de las prin-cipales conclusiones generales de este año, el estudio destaca como la crisis del COVID-19 necesariamente repercutirá en la innovación, lo que hace ne-cesario que se adopten acciones para pasar de la contención a la recuperación.Añade que la búsqueda conjun-ta de soluciones médicas duran-te la pandemia ha demostrado,

entre otras cosas, la fuerza de la cooperación, agregando que la mayoría de las economías que han subido posiciones en la clasificación del Índice, se han beneficiado enormemente de su integración en las cadenas de valor y las redes de innova-ción mundiales. La edición de este año es liderada por Suiza, Suecia y Estados Unidos y Chile a nivel mundial ocupa el puesto 54to, tres posiciones más aba-jo respecto a la versión 2019, obteniendo una puntuación inferior a la media, dentro del grupo de economías de altos ingresos. El índice señala que Chile tiene mejores resultados en cuanto a insumos de inno-vación (innovation inputs), más

que a productos de innovación (innovation outputs), señalan-do que las debilidades de la eco-nomía chilena se encuentran en temas vinculados a la facilidad para la obtención de créditos; la difusión del conocimiento, y las exportaciones de servicios TIC.En cuanto a las fortalezas men-ciona sus instituciones, parti-cularmente en su sofisticación regulatoria y estado de dere-cho; en el nivel educacional; en factores de competencia, esca-la de mercado, capitalización de mercado y tasa arancelaria aplicada; y en la sofisticación empresarial, particularmente en los ítems de capacitación y pagos por propiedad intelec-tual. La subsecretaría de Rela-ciones Internacionales subrayó la importancia de este indica-dor "para orientar el rol que la innovación debe tener en nues-tro país, que permita a los inno-vadores nacionales acceder no sólo a una amplia red de mer-cados, sino que también de po-nerlos en contacto con las ideas del mundo".

EL PRÓXIMO 1 DE OCTUBRE

Perú reanuda los vuelos internacionales

Los vuelos internacionales se reanudarán en Perú el próximo 1 de octubre tras ser suspendidos desde marzo a causa de la pandemia de coronavirus que ya provo-có 657 mil casos y 29 mil 068 decesos en todo el país. Lo confirmó hoy el ministro peruano de Transportes, Carlos Estrema-doyro. "La fecha ya está definida, haga-mos una programación mensual de los vuelos. Será el 1 de octubre y ya esta fijada la fecha", dijo el funcionario citado por Ra-dio RPP. Estremadoyro subrayoïque por el momento está evaluando reanudar los vuelos con Estados Unidos, México, Espa-ña. Chile, Uruguay , Argentina y Brasil en una primera etapa, el número de vuelos será limitado. El funcionario precisó que este mes se definirá el protocolo sanitario a seguir, juntos a las compañías aéreas y a los ministerios de Comercio Exterior y de Turismo, de Exteriores y Economía y Finanzas

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12 || La Gente d’Italia || LUNEDÌ 7 SETTEMBRE 2020ATTUALITÀ

Impiantato a Roma un pacemaker senza fili LA CARDIOCAPSULA CHE STIMOLA IL CUORE

Impiantato per la prima volta a Roma il disposi-tivo Micra AV a doppia camera, un pacemaker senza fili della grandezza di una piccolissima cap-sula, che viene immesso direttamente nel cuore senza alcuna incisione. Un device rivoluzionario nella storia della stimola-zione cardiaca, che, iniet-tato, giunge fino al cuore e grazie ai suoi minuscoli denti rimane agganciato alla parete dell’organo. Ad eseguire con successo que-sto eccezionale intervento è stata l’équipe dell’Unità di Aritmologia del Fate-benefratelli-Isola Tiberi-na, composta da Stefano Bianchi (Direttore UOC di Cardiologia), Pietro Ros-si (Responsabile UOS di Aritmologia) e dai medici Filippo Cauti e Luigi Iaia. Questo pacemaker – par-

ticolarmente indicato nei soggetti con pause pato-logiche del ritmo cardiaco o con blocchi atrio-ventri-colari che necessitano di stimolazione ventricolare guidata dall’atrio – offre una soluzione molto im-portante per quei pazienti che non possono impian-tare un dispositivo stan-dard, poiché hanno avuto in passato episodi di infe-zione. Infatti, rispetto al pacemaker tradizionale, che normalmente viene posizionato in una tasca sottocutanea sotto la clavi-cola con gli elettrocateteri (tubicini in silicone) che dalle vene del torace arri-vano al cuore, l’innovativo device viene inserito attra-verso un temporaneo cate-tere venoso dalla gamba e impiantato direttamente nel muscolo cardiaco al quale viene "ancorato".In

questo modo viene azze-rato il rischio di infezione che negli anni può colpi-re la tasca sottocutanea a causa della presenza degli

elettro-cateteri. Inoltre, il dolore post-operatorio è praticamente nullo, poi-ché non è stato effettuato alcun taglio chirurgico.

A differenza poi dell’im-pianto di un pacemaker standard, il paziente non ha limitazioni post-opera-torie e può subito ripren-dere la mobilità degli arti superiori, con conseguen-te riduzione dei tempi di ospedalizzazione.Per il trattamento delle Aritmie, nell’Ospedale Fatebene-fratelli all’Isola-Tiberina vengono effettuati annual-mente circa 800 interventi l’anno. "Si tratta di proce-dure complesse che posso-no essere effettuate solo in centri altamente specializ-zati – spiega Stefano Bian-chi, Direttore dell’Unità di Cardiologia dell’Ospedale –. Grazie ai nuovi macchi-nari e alla nuova strumen-tazione acquisita, oggi è possibile eseguire queste procedure sofisticate con maggiore facilità ed effica-cia".

UNO STUDIO SVELA L'INTELLIGENZA VEGETALE

Le piante riconoscono i parenti e sanno contareLe specie vegetali sono in grado di compiere astrazioni, di ricono-scere i propri parenti, di prendere decisioni e persino contare. A rivelarlo una serie di studi pub-blicati sulle riviste Journal of Comparative Psychology, Natu-re-Scientific Reports e Psychologi-cal Bulletin & Reviews e condotti dagli esperti dell'Università di Padova, che hanno analizzato le risposte delle piante agli stimo-li esterni, notando che, pur non dotate di organo cerebrale, esse sembrano in grado di adempiere funzioni cognitive."Sono sempre più numerose – di-chiara Umberto Castiello dell'U-niversità di Padova – le prove a sostegno delle teorie che vedono le piante in grado di rispondere in maniera complessa agli stimoli, comunicando, ricordando, deci-dendo e persino contando".

Il team ha studiato, tra le altre spe-cie, la Dionea, o 'Venere acchiap-pamosche', che sembra in grado di contare il numero di passi com-

La Venere Dionaea

piuti dalla preda. "Abbiamo nota-to – sostiene il ricercatore – che la pianta intrappola la preda solo quando l’insetto la innesca due volte entro un tempo massimo di 20 secondi, il che suggerisce che le piante possono ricordare il pri-mo segnale per un breve periodo". Secondo gli esperti le piante po-trebbero aver bisogno di contare i passi delle prede per risparmiare energia e ottimizzare così le pro-prie risorse."In un altro esperimento – prose-gue Castiello – abbiamo dimostra-to che la pianta in fiore di mimo-sa può ricordare di essere caduta. Abbiamo lasciato cadere la pianta da un minimo di sei fino a un mas-simo di 60 volte da un’altezza mi-nima, e alla fine dell'esperimento la mimosa non ha più piegato le foglie in risposta difensiva, dopo aver compreso che non avrebbe

avuto conseguenze nel cadere da quella altezza". L’autore sottolinea che la risposta è stata osservata fino a un mese di distanza, il che dimostra l’acquisizione e l’espres-sione di una memoria di lunga du-rata."Gli arbusti – afferma Castiello – possono riconoscere i loro parenti, tanto che rilasciano sostanze chi-miche quando vengono piantati in prossimità, e questo li aiuta a scac-ciare i predatori. Quando le pian-te soffrono di mancanza d’acqua possono condividere queste infor-mazioni con i loro vicini inviando segnali attraverso le radici". Gli esperti aggiungono che in questo modo la pianta inizia a conservare l’acqua. "La domanda che dobbia-mo porci – conclude lo scienziato – non è se le piante siano o meno organismi cognitivi, ma come uti-lizzino le loro capacità cognitive".

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|| 13LUNEDÌ 7 SETTEMBRE 2020 || La Gente d’Italia

Letteratura, scuola, democraziaLA CITTÀ ASSENTE, UN ROMANZO DI RICARDO PIGLIA...

In un racconto di Jorge Luis Borges, Il Sud, il pro-tagonista sta leggendo un libro in un locale quando viene sfidato a duello da due individui che sono infastiditi proprio dal fat-to che sta leggendo. Nella sua prefazione a La città assente, un romanzo di Ricardo Piglia – che fino a pochi anni fa è stato uno degli scrittori e critici let-terari più influenti in Ar-gentina – Tommaso Pin-cio racconta che una sera, verso mezzanotte, mentre da Trastevere si stava di-rigendo verso il rione Re-gola leggendo un libro, fu affrontato e preso a male parole da un gruppo di giovani che erano infasti-diti, anche in questo caso, dal fatto che stesse leggen-do. Quando riuscì, con una discreta dose di sangue freddo, ad attraversare incolume il gruppo cha lo aveva per qualche istante circondato sentì che dietro ancora gridavano: "legge ancora, lo scemo. T’am-mazziamo di botte, ti pe-stiamo a sangue".La città assente è un libro in cui i protagonisti entra-no ed escono dalla trama e che mentre incontrano amici o sconosciuti attra-versano porte che li con-ducono in altre trame e in altre storie, come chi odia i libri, o è loro indif-ferente, non potrà mai fare altrettanto bene. La con-cezione narrativa su cui si fonda il romanzo di Piglia deriva in parte dall’opera di Macedonio Fernández, ma esso trae qualche ispi-razione anche da Se una notte d'inverno un viag-giatore di Italo Calvino e da Tlön, Uqbar, Orbis Ter-tius di Borges. "Mi piaceva l’idea – scrive Piglia nella postfazione alla sua opera – di una trama che è come una strada: apri una porta

e all’improvviso la tua vita è completamente diversa. È da qui, forse, che è nata la mia decisione di usare la città come metafora dello spazio del romanzo".Sempre nella stessa postfa-zione, Piglia spiega come la letteratura sia in grado d’interrompere il flusso della lingua, di alterarne le consuetudini espressive e i riferimenti valorali in essa impliciti ed è dunque perfettamente normale che possa essere avvertita come un pericolo. Su que-sto tema, del resto la stessa letteratura si è intrattenu-ta più volte, anche con del-le opere che sono divenute dei classici, come ad esem-pio Fahrenheit 451, in cui Ray Bradburydescrive una società in cui leggere o pos-sedere libri è considerato un reato grave. In effetti, come si è visto, leggere in pubblico può rivelarsi per alcuni perfino un’offesa, perché può essere avverti-to come una minaccia a un insieme di valori e stili di vita che con la lettura sono praticamente incompati-bili. Sempre meglio, co-munque, dell’indifferenza sempre più diffusa in cui la

lettura è progressivamente scivolata nel nostro Paese, dato che in essa la mag-gioranza degli italiani non ravvisa alcun pericolo, di-mostrando così di non per-cepire la contraddizione, che può invece essere per-cepita anche da un gruppo di balordi per strada, tra il leggere e la propria vita.Questa diffidenza, o indif-ferenza, per i libri carat-terizza a tal punto la so-cietà italiana che, stando a quanto ci dice l’Istat, solo il 41 per cento legge almeno

Ricardo Piglia

un libro all’anno. Si tratta a ben vedere dello scena-rio ideale per l’insorgere di qualche forma più o meno originale di totalitarismo. La lettura, e in particolare quella di romanzi, ovvero la letteratura, costituisco-no infatti un esercizio fon-damentale per imparare ad adottare punti di vista diversi dal proprio abi-tuale, a sintonizzarsi con altre prospettive e stati d’animo, con disposizioni che ci sono normalmente estranee e che stentiamo a comprendere. Sono, in altri termini, un apprendi-stato di democrazia, tant’è che potremmo misurare il livello di totalitarismo pre-sente in una data società dalla quantità e varietà di libri che questa censura, proibisce o addirittura di-strugge. Quando quest’e-sercizio viene meno, quan-do una maggioranza della popolazione rinuncia a svi-luppare quella disposizio-ne dialogica e comunica-tiva che sta alla base della vita democratica navigan-do tra i personaggi di un romanzo o di un racconto si gettano le basi per l’im-plosione di qualsiasi forma

di civiltà degna di questo nome, ovvero una civiltà che non sia incapace d’in-terrogarsi e di comprende-re cosa muove o determina le scelte e i comportamenti degli individui e delle mas-se che la popolano.La scuola, che potrebbe opporsi a quest’incom-bente scenario, non lo fa in maniera efficace, no-nostante che siano molti i docenti che combattono da sempre e anche con buoni risultati per impe-dire almeno un più celere deterioramento della si-tuazione e nonostante che autorevoli rappresentanti degli stessi docenti abbia-no scritto libri illuminan-ti a riguardo. Basterebbe ricordare quelli di Daniel Pennac, di Paola Mastro-cola, di Claudio Giunta(gli ultimi due potrebbero es-sere ministri della Pubbli-ca istruzione finalmente all’altezza della situazione dopo decenni), o alcune opere di un filosofo e psi-coanalista come Umberto Galimberti, che sulla scuo-la ha fornito spesso fran-chi e preziosi contributi, per capire che la direzione intrapresa ormai da anni, sotto la guida di un tristo e politicamente trasversa-le "ceto buro-pedagogico", va in una direzione oppo-sta a quella da loro auspi-cata; va cioè verso un tipo di formazione sempre più rigidamente vincolata da regole sterili, complicate e artificiose che in teoria do-vrebbero garantire fanto-matiche valutazioni ogget-tive, ma che in realtà non valorizzano né la lettura né il lavoro di coloro che cercano ostinatamente di restituirle il ruolo cruciale che le compete all’interno di ogni processo formati-vo.

di GUSTAVO MICHELETTI

ATTUALITÀ

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14 || La Gente d’Italia || LUNEDÌ 7 SETTEMBRE 2020

Un miraggio la ripresa di agosto. L’illusione di un mese. Settembre ha ripor-tato il vuoto. Il flop che se-gnala il crollo del turismo in Italia. Persi cento miliar-di. Sì, cento miliardi, la vo-stra lettura, amici lettori, è corretta e precisa. La cifra è questa, enorme, una mon-tagna di soldi. "Si è voluto raccontare di una crescita che non c’è stata", chiari-sce con dolore e amarezza Confcommercio, il dito ac-cusatore contro i dati gon-fiati. Ma l’allarme vero, to-sto e inquietante, lo lancia Istat. "Sei riprese su dieci pensano di non sopravvi-vere". Ovvero di chiudere. Sono saltate le vacanze, e questo ha contribuito al poderoso rosso finale del turismo. Saltate perché il cinquantadue per cento degli italiani ha preferito non farle, le vacanze, causa la pandemia di Covid 19. Il diciotto per cento ha prefe-rito rinuncia per mancanza di disponibilità economi-che. La rinuncia di massa ha evidenziato inoltre la tendenza italiana a rispar-miare denaro. La rinuncia del sesto per cento motiva-ta dall’impossibilità di rag-giungere la meta prescelta inizialmente. Ma quale destinazione hanno scelto gli italiani per consumare un segmento di vacanze estive? La doman-da ha una risposta sconta-ta: il novantasei per cento non si è mosso dall’Italia. La Puglia la destinazione preferita; al secondo posto la Toscana con un non di-sprezzabile tredici per cen-to; l’Emilia Romagna fer-ma al dieci. Ma non sono

pochi gli italiani che hanno preferito trasferire all’este-ro i soldi delle loro vacan-ze. In Grecia il ventisei per cento, il ventidue in Fran-cia, il diciassette si è ferma-to in Austria. Il dato finale complessivo dice questo: il quaranta per cento degli italiani non ha fatto le va-canze. I commercianti, per primi, hanno scoperto che la ri-presa completa si sarebbe rivelata un miraggio. Poi, ristoratori e albergatori e titolari di strutture balnea-re e le organizzazioni muse-ali. I siti d’arte in particola-re hanno registrato pesanti defezioni rispetto all’anno precedente, il 2019. L’illu-sione l’ha creata in parti-colare Ferragosto, con le spiagge affollate e persone in fila lungo i sentieri di montagna. A settembre quasi nessuno è andato fi-nora in vacanza. "Fatturati azzerati a giugno, luglio a singhiozzo, buone aspet-tative in agosto, ma erano situazioni alimentate più che altro dalla speranza", informano dagli uffici del settore turismo della Con-fcommercio. "Il tutto esau-rito in agosto in realtà non

c’è mai stato". Le località turistiche si era-no riempite, ma a fronte bisogna considerare che il settanta per cento delle strutture delle città turisti-che e il venti per cento di quelle al mare e in monta-gna non hanno mai riaper-to dopo il lockdown. "Una settimana dopo Ferragosto si è verificato un nuovo crollo. I numeri sono im-pietosi, l’indice della pro-pensione degli italiani a viaggiare è sceso tra luglio e agosto". Un pianto. Il turismo è sta-to il primo settore a entrare in crisi per il Coronavirus. "E sarà l’ultimo a uscir-ne", prevede Alberto Corti, responsabile del turismo di Confcommercio. Ma è un’altra la previsione tecni-ca che preoccupa, inquieta, allarma. "Ci vorranno al-meno tre anni per recu-perare il terreno perso, se

tutto andrà per il meglio". Significa cosa? Semplice-mente questo: il meglio è aleatorio perché legato all’incognita su quando le aziende riapriranno dav-vero. L’Istat ha fatto la previsione sopra esposta (drammatica: "sei impre-se su dieci pensano di non riaprire"), con tutto quello che comporta in termini occupazionali. Ulteriore preoccupazione prende corpo, si sviluppa per il rigurgito estivo del-la pandemia. In realtà, chi diceva che sarebbe andato in vacanza a settembre, lo faceva solo per prendere tempo. Almeno questo è il pensiero obiettivo di Con-fcommercio. "Settembre poi è sparito dal calendario vacanziero per effetto del-la nuova ondata del virus, dell’election day e della complicazione relativa alla riapertura delle scuole".

Settembre scomparso come i turisti stranieri da marzo in poi. Alla fine di quest’anno si registrerà un calo di venticinque milioni di presenze dall’estero e la totale latitanza di turisti intercontinentali, (innan-zitutto americani e cinesi), che sono per tradizione quelli che spendono di più. Il presidente di Confturi-smo, Luca Patanè, prevede "un lungo viaggio pieno di incognite". L’unica spe-ranza che un’inversione di tendenza possa mani-festarsi è il prossimo Na-tale. Ma molto dipenderà dall’eventuale lancio del vaccino. Laddove non aiu-ta l’evidente diffusione del-lo smart working, che sta distruggendo l’intera filiera legata agli uffici e ai viaggi per affari. Il governo ha aiutato con la Cassa Covid, ma i soldi sono arrivati troppo tardi e tante aziende hanno chiu-so. Adesso si presenta la grande occasione del Reco-very Found. Sarebbe auspi-cabile una interlocuzione con gli altri Paesi europei. Servirebbe ad assicurare alle aziende una partenza in sicurezza. Fotografato da BankIta-lia a maggio, alla fine del lockdown, il saldo del pa-gamento della bilancia turistica ha segnato un avanzo di appena ottanta-sette milioni. A fronte di 2,1 miliardi nel corrispon-dente periodo del 2019. Le spese dei viaggiatori stra-nieri in Italia sono dimi-nuite dell’87,9%. I numeri, impietosi, come sempre dicono tutto. Superfluo aggiungere altro: in Italia il turismo ha bruciato 100 miliardi.

Turisti stranieri spariti, molti italiani a casa, il turismo conta i danni: persi 100 miliardi

UN’UNICA SPERANZA: IL PROSSIMO NATALE

di FRANCO ESPOSITO

Giugno con fatturati azzerati, luglio con an-damento a singhiozzo, agosto con numeri ridotti, permanenze medie più brevi e spesa contratta, mentre le prospettive per settem-bre sono ridimensionate

ATTUALITÀ

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|| 15LUNEDÌ 7 SETTEMBRE 2020 || La Gente d’Italia

Lucia Riina

Il fiume Tevere

Un'esperienza di viaggio da vivere lentamente e in modo ecosostenibile, per valorizzare quell'Italia "mi-nore", lontana dal turismo di massa, e rivitalizzare il "fiume sacro ai destini di Roma" scoprendone segre-ti e bellezza: è partito saba-to il 5 settembre "Oltre Te-vere", il percorso culturale e naturalistico di oltre 400 km (da fare rigorosamente a piedi) che si propone di realizzare un'indagine vi-suale collettiva dei territori lambiti dal fiume sovrano della città eterna attraver-so il coinvolgimento di sei fotografi professionisti - Pietro Vertamy, Ilaria Di Biagio, Claudia Gori, Mar-co Zorzanello, Giuseppe Chiantera e Claudia Borgia - e il documentarista e so-ciologo Marco Saverio Lo-perfido. Il progetto, a cura di Sarah Carlet e Arianna Catania, si snoda lungo 4

regioni toccando ben 56 comuni d'Italia e si con-cluderà il 4 ottobre con un evento sul barcone Marevi-vo in occasione del Tevere Day.Saranno tanti i luoghi con cui chi parteciperà al viag-gio entrerà in contatto: dal Monte Fumaiolo nell'e-stremo sud della Roma-gna (vicino alla cui vetta a

1268 metri s.l.m si trova la sorgente del Tevere), fino all'Idroscalo di Ostia e a Roma, passando per Bal-ze, Pieve Santo Stefano, Sansepolcro (AR) Città di Castello (PG), Marsciano, Todi, Baschi, Alviano, la riserva naturale Nazzano Tevere-Farfa, le bellezze paesaggistiche dei laghi di Montedoglio e Corbara,

l'Oasi naturalistica di Al-viano. L'obiettivo è quello di far scoprire, in un cam-mino di un mese intero, la bellezza di di viaggiare in diverso modo, prenden-dosi il tempo di osservare e godere dell'ambiente e del paesaggio, di interagire senza fretta con le comu-nità locali, di tutelare la natura, di lasciare andare

libero il pensiero.Alla guida del gruppo (a cui chiunque può unirsi) ci sarà Pietro Vertamy, che ha girato l'Italia e l'Europa con il collettivo Around the Walk, fondato con Ilaria Di Biaggi: camminando e os-servando, i partecipanti re-stituiranno ciò che hanno amato e scoperto durante il percorso attraverso una documentazione fotografi-ca d'autore consultabile sul canale Instagram e succes-sivamente sul sito di Oltre Tevere.Inoltre, per rendere fru-ibile il percorso anche successivamente, sarà re-alizzata una mappatura georeferenziata, che verrà resa disponibile online sul sito oltretevere.it, sul sito dell'Autorità di Bacino di-strettuale dell'Appennino Centrale e su ammappali-talia.it, partner del proget-to.

400 CHIILOMETRI A PIEDI, LUNGO 4 REGIONI D'ITALIA

"Oltre Tevere", un viaggio per vivere il fiume di Roma

Svanito in pochi mesi il sogno della figlia del boss Riina: chiuso il bistrot

ERA SBARCATA A PARIGI NELL’AUTUNNO DEL 2018 È svanito in pochi mesi il sogno di cambiare vita tra-sferendosi nella Ville Lu-miere per Lucia Riina, 40 anni, una dei quattro figli del boss corleonese stra-gista Totò, morto nel 2017 in carcere dove era finito dopo 24 anni di latitanza. La più giovane dei ram-polli Riina era sbarcata a Parigi nell’autunno 2018 aprendo il bistrò "Corle-one by Lucia Riina" dove alle pareti aveva appeso le sue opere pittoriche. A gennaio 2019 dopo che la notizia si era diffusa e i media avevano fatto ser-vizi provocando reazioni anche del sindaco di Cor-leone cui non era piaciu-to il nome della cittadina nell’insegna, e suscitando anche l’aggressività del marito di Lucia, Vincenzo Bellomo, che ha inseguito operatori televisivi lan-ciandogli contro oggetti, la

coppia aveva deciso di to-gliere il nome pesante dal ristorante. "Non ho cercato di provo-

care né di offendere nessu-no - aveva detto Lucia - vo-levo soltanto valorizzare la mia identità di artista-pit-trice. E anche mettere in risalto la cucina siciliana. Affinché non ci sia nessun malinteso, vi annuncio che ho deciso di ritirare il mio nome dall’insegna del ri-storante e dalle pubblicità, anche se mi dispiace che la mia identità di pittrice e di donna venga negata". Ma nel luglio 2019 Lucia con marito e figlia ha de-ciso di salutare rue Daru e tornare a Corleone. Nel paese dei boss che hanno gestito Cosa nostra per un

quarantennio però la don-na da qualche tempo non si vede. C’è chi dice si sia trasferita scegliendo una meta lontana. Nessuno in paese parla apertamente ma qualcuno sussurra che i Bellomo siano andati in Canada.Pascal Fratellini, ultimo discendente della fami-glia di un celebre trio di artisti circensi originari di Firenze che fece fortuna in Francia, socio dei Bel-lomo nel locale parigino, dice che Lucia ha lascia-to Parigi nell’estate 2019 "non avevano legami, non parlavano bene il francese,

e forse mancavano loro i familiari". "Andare a tro-vare lo zio - aggiunge - o il fratello che sono in carcere era molto difficile. Per loro i legami sono importanti. Quando stavano in Fran-cia la madre chiamava tut-ti i giorni per avere notizie: "Cosa succede a Parigi?" Il bistrò parigino non ha ri-aperto dopo il lockdown. Fratellini spera di riaprire a breve anche se "il risto-rante è solo una parte della mia attività, il mio princi-pale business sono i loca-li notturni che scontano però la crisi in modo più forte".

ATTUALITÀ

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16 || La Gente d’Italia || LUNEDÌ 7 SETTEMBRE 2020

SEGUE DALLA PRIMA PAGINA

(...) ragione quando si oppone alla riapertura degli stadi e alla chiusura delle discoteche (che non avrebbero mai dovuto riattivarsi). Ha torto marcio (e probabilmente lo sa) quando sostiene che le regio-nali non causeranno la crisi e che tutto continuerà senza scossoni.Né dice la verità quando afferma di non temere la concorrenza di Draghi. In entrambe i casi, il pre-sidente del Consiglio cerca una via d’uscita, perché sa perfettamente che le due ipotesi nascondono un pericolo reale, concreto ed eviden-te. In primis, le consultazioni del 20 settembre, quelle che riguardano il rinnovo dei governatori (per il referendum sul taglio dei Parla-mentari il premier si è schierato nettamente con il si).Ebbene, l’avvocato del popolo ripete con forza che un eventua-le vittoria del centro destra non vorrà significare nulla per il suo

governo. Resterà saldamente a Palazzo Chigi perché sono elezioni amministrative e non politiche.Non è così e Conte ne è consape-vole. Un flop farebbe lanciare un grido d’allarme serio e quanti sono perplessi sull’attività dell’e-secutivo prenderebbero la palla al balzo per aprire un dibattito che dovrebbe portare alla sostituzione del premier o, in seconda analisi, ad un profondo rimpasto.Le grida non verrebbero soltanto da destra (prevedibili e naturali) ma anche da una parte della mag-gioranza che ritiene la crisi econo-mica grave. E da affrontare in modo comple-tamente diverso. Non bisogna dimenticare a pro-posito il precedente di Massino D’Alema che dopo una sconfitta del genere, dovette abbandonare la poltrona di Palazzo Chigi.Se poi si dovesse arrivare ad un rimpasto, se la sentirebbe il pre-

mier di guidare un governo a lui non più congeniale? C’è anche da tener ben presente una battuta ri-ferita ieri da Nicola Zingaretti il quale ritiene che "il Pd è un partito libero e tutto sarà deciso dopo le regionali".Chiaro no? Ai 5Stelle e allo stesso premier manda a dire che in caso di un flop la situazione cambierà notevolmente e tutto potrà succe-dere da quel momento in poi. In secondo luogo, ma non per questo meno importante, il pericolo Dra-ghi, ossia la sua concorrenza per la poltrona che Conte occupa da un paio d’anni."E’ un rischio che non corro perché fui proprio io a proporlo come pre-sidente della UE, ma lui mi rispose che era stanco e non ne voleva più sapere di occuparsi dell’Europa". Può darsi, anzi diamo credito a quel che dice Conte, ma i più mali-gni rispondono: "Forse non lo fece già allora per evitare che Draghi

gli soffiasse il posto?"Non solo, ma alle domande dei giornalisti ha dribblato il quesi-to che lo stesso Draghi pose venti giorni al meeting di Rimini:" At-tenzione al debito pubblico". Nien-te da fare, il presidente del Consi-glio ha taciuto sull’argomento ed ha continuato a ripetere che l’ex presidente della BCE gli rispose che era stanco e che era inutile ti-rarlo ancora per la giacchetta.Sergio Mattarella? "Vedrei volen-tieri una sua rielezione, sarebbe un bene per l’Italia". Ma l’avvocato del popolo che con-tinua a dire no ai soldi del MES, non ha sentito forse quel che il capo dello Stato ha ribadito pro-prio ieri: "Il Paese ha bisogno dei fondi europei, prima arrivano meglio è".Insomma, il ritornello è sempre lo stesso: "Fate presto, basta liti e polemiche, l’Italia non aspetta".

BRUNO TUCCI

Conte, Draghi e il debito pubblico

Domenica da incubo della Ferrari aMonza: Vettel e Leclerc si ritirano...

DAL TRIONFO DELLO SCORSO ANNO DI LECLERC ALLA DURA REALTÀ DI ADESSO

Monza dopo un anno è un incubo per la Ferrari. Dal trionfo dello scorso anno di Leclerc alla dura realtà di adesso.La Ferrari è passata dall’essere la prima anta-gonista della Mercedes ad essere una squadra che vale i bassifondi della clas-sifica mondiale di Formula 1.Ovviamente questa situa-zione va avanti da molto tempo ma a Monza, nel gran premio di casa, la Rossa ha toccato il punto più basso della sua storia.Dopo delle qualifiche umi-lianti, dove sia Leclerc che Vettel sono stati elimina-ti nel Q3, è andata anche peggio in gara dove en-trambi i piloti si sono riti-rati prima della metà del gran premio.Vettel è uscito praticamen-te subito per un problema ai freni, mentre Vettel è

uscito di scena al 25° giro in seguito ad un incidente da paura (per fortuna il pi-lota è uscito illeso dalla sua vettura).Al tredicesimo giro, Vettel non ha eseguito la curva ed è uscito di pista. Il pilo-

ta tedesco è stato costretto al ritiro perché i freni della sua vettura erano compro-messi. Per fortuna è riu-scito a rallentare in tempo utile ed è uscito illeso dalla sua vettura.Dodici giri dopo, nel mo-

mento migliore della sua gara, è uscito di scena an-che Leclerc. Dopo un pit stop per tutti, con pit lane aperta, il pilota monegasco si era ritrovato in quarta posizione.Al venticinquesimo giro, Leclerc ha spinto sull’ac-celeratore per portarsi in zona podio ma è uscito di pista all’altezza della Para-bolica.Lo schianto della sua vet-tura, a 220 km/h, è stato impressionante ma per fortuna il pilota monega-sco è uscito dalla sua vet-tura illeso.E’ da inizio mondiale che facciamo sempre gli stessi discorsi. Gara dopo gara, la Ferrari sta facendo sem-pre peggio.

E’ passata dall’essere una vettura da titolo, all’esse-re l’ultima ruota del carro del mondiale di Formula 1. Una situazione assurda frutto di una serie di errori in serie. E’ normale che in questo scenario debbano essere messi in seria discussione sia il team principal Binot-to che il resto dello staff.Forse i piloti sono gli ul-timi colpevoli ma in ogni caso Vettel è già con la te-sta altrove, perché è stato fatto fuori ancor prima dell’inizio del mondiale, mentre Leclerc cerca di fare il massimo ma questo è uno sport dove è la vet-tura a fare la differenza e questa Ferrari va più piano di tutti.

L'incidente di Leclerc

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