Meditazione Quaresimale

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  • 8/19/2019 Meditazione Quaresimale

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    Meditazione quaresimale S. Anselmo

    Il primo giorno della quaresima tutta la chiesa ha ricevuto le ceneri sul capo dei singoli,ascoltando una parola che ci ha ricordato la fugacità della vita («ricorda che sei polvere, e in

     polvere tornerai» e il !isogno, perci", della pronta conversione («convertitevi, e credete al#angelo». $utti sappiamo !ene che queste due realtà non si esauriscono nel tempoquaresimale, ma sono costanti della vita cristiana e ci accompagnano ogni giorno% siamoconsapevoli della nostra fragilità, della nostra de!olezza corporale e spirituale, e che laconversione, oltre ad essere un passo concreto, & un processo che non finisce mai in questaterra. 'ual & allora la differenza di entram!e le due dimensioni tra la sperienza che ci vieneofferta da questi quaranta giorni da quellaltra che a!!iamo in tutto il resto dellanno)

    San *aolo nella prima lettera ai +orinzi, nella conclusione del suo discorso sulla veracitàdella risurrezione di +risto, si chiede% «ov&, o morte, la tua vittoria) ov&, o morte, il tuo

     pungiglione) Il pungiglione della morte & il peccato e la forza del peccato & la legge» (-+o

    -,/0. *ro!a!ilmente facendo riferimento ad un inno utilizzato già nella liturgia,lapostolo ci mette nella tradizione !i!lica e teologica nella quale si capisce il peccato comeferita cos1 grave che lumanità, lasciata da sola, non ha altro destino che la morte. 2uomo hauna ferita di morte e deve essere guarito profondamente, se vuole veramente raggiungere la#ita. *aolo risponde alla sua domanda rivolgendosi al Signore, vero medico che ci guarisce eci salva% «Siano rese grazie a io che ci dà la vittoria per mezzo del Signore nostro 3es4+risto5» (-+o -,6. 2ui & il vero Al!ero della #ita, 2ui il vero 7armaco dimmortalitàcontro qualsiasi malattia che conduce alla morte spirituale.

    $uttavia, purtroppo, questa realtà indiscussa, si diluisce nella quotidianità di ogni giorno,nella fretta con cui gestiamo i nostri affari e anche nellesperienza personale dei nostri limitie peccati con la conseguente scansione particolare del perdono e della guarigione delle qualia!!iamo !isogno. Il nostro «ritmo vitale personale» fa che siamo noi stessi quelli chedecidiamo quando e come avvicinarci al Signore per ricevere la sua misericordia, che ci aiutia superare una qualche situazione di peccato. +& la tentazione di svolgere un «rapportodiretto e immediato» con il +risto, sotto la premessa di una vicinanza pi4 stretta a 2ui. Avolte pensiamo% chi di tutti conosce meglio questa realtà che mi affligge, se non me e il

    Signore) A volte, dunque, lasciamo perdere qualsiasi mediazione tra noi e 2ui o, almeno, proviamo a minimizzare i contatti con gli altri, sopportandoli con disagio, oppurenascondendoci dietro una grata.

    'uesta forma di concepire il modo di essere guariti rassomiglia 8 nella nostra posturaspirituale nella preghiera, nella liturgia, nella vita giornaliera 8 alla statua !ronzea nominatalo «Spinario», che si trova qui a 9oma, nei Musei +apitolini. In questa piccola scultura del

     primo secolo avanti +risto, si vede un giovinetto nellatto di levarsi una spina dal piede, conuna posa singolare e particolarmente aggraziata della figura% sorpreso in un gesto inconsueto,

    il ragazzino ha incrociato la gam!a sinistra e, con lo sguardo fisso sulla pianta del piede, &impegnato con entram!e le mani a togliersi la spina (oppure un pungiglione, possiamo

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    ipotizzare che lo ha ferito. In un atto cos1 solitario, luomo pensa di essere pi4 vicino a io,che & dappertutto e perci" anche l1 nel pi4 profondo isolamento.

     :on & questo il volto della vera conversione, della guarigione che il Signore vuole operarein noi, anche se, purtroppo, spesso, cadiamo in una simile trappola% pensiamo che, per nonappesantire oltre gli altri con i nostri peccati, 8 peccati che alla fine sono altrettante offesecontro di loro 8, cerchiamo di cavarcela da soli. 2esperienza quaresimale, invece, ci portasu unaltra strada molto diversa che & raffigurata in unimmagine dellaula gotica delMonastero dei Santi 'uattro +oronati, anchessa qui a 9oma. In quella stanza, tra tantiaffreschi del trecento, si pu" contemplare un calendario che caratterizza ogni mese a secondadellattività pi4 consueta. :el mese di marzo, si vede un uomo nudo. Il suo viso, chinato evolto allindietro, dimostra uno sguardo sofferente. Mentre una mano aperta e tesa, attorno al

     petto, sem!ra allungare il dolore fino alle estremità, laltra sostiene la gam!a sinistra tuttaretta verso una donna, la quale, inginocchiata verso di lui, & elegantemente vestita, ha un velosul capo e un mantello attorno al collo. 'uesta, con un atteggiamento delicato, guardando

    luomo, ha preso il suo piede con una delle proprie mani avvolta nel mantello; laltra & alzatae mostra la spina appena tolta. < la +hiesa che, tramite il tempo e le pratiche quaresimali,aiuta 8 nel nome del Signore 8 luomo ferito a guarire dal suo peccato.

    < questo, tra laltro, il nocciolo di questo tempo. :on si tratta affatto di cercare laconversione, la guarigione del peccato, come un compito da singoli, a seconda del proprio

     !isogno e della propria misura. :on si tratta di fare i conti tra me e io, tra me e il Signore,come un «accordo privatizzato». Ma la quaresima, vera e !ella sintesi della storia dellasalvezza con la sua incoronazione pasquale, ci permette di sperimentare molto di pi4 la

    +hiesa come «ospedale da campo», avviandoci in un ritmo di guarigione comunitario,armonizzando il mio tempo di ricovero con quello degli altri, con tutta la comunità.Scoprendo, al contempo, che non sono da solo di fronte al mio peccato, ma che appartengoad un popolo !isognoso di conversione e che questi miei fratelli ammalati diventano, lorostessi, infermieri, inviati dal Signore 8 lunico medico 8 a curarci a vicenda, riconoscendoche non si pu" cercare la propria salute senza quella altrui.

    2invito quaresimale di lasciarsi guarire da +risto, in questo tempo, & la sfida, quindi, disintonizzare la propria marcia con il ritmo penitenziale della Madre +hiesa, nelle pratiche

    liturgiche ed esistenziali. Il Signore stesso, infatti, prendendosi cura di noi e caricandoci sullesue spalle, ha voluto rimetterci in rapporto salutare con tutto quello che ci circonda e perci",consapevole dei nostri !isogni, ci ha affidati allal!ergo ecclesiale. Si tratta, allora, di rifareinsieme la strada a ritroso, tornando a casa come fratelli pr=dighi, !isognosi pure di rientrareancora nel grem!o santo dal quale, un giorno, siamo tutti nati.