Mater misericordiae 2016

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Maria usava anche il sale Un arbitrario esercizio di immaginazione può introdurci nella casa di Nazaret per spiare come Maria preparava ogni giorno, per trent’anni, i pasti per tutta la famiglia. Secondo le buone tradizioni di Israele, Giuseppe e Gesù apprezzavano le cipolle e le lenticchie, la carne alla griglia e il pane fragrante, le salse piccanti e un bicchiere di vino denso e forte, i datteri e il formaggio di capra, e i dolci al miele. Maria curava di combinare i gusti con sapienza e misura. Ma quello che era straordinario di Maria era l’amore con cui faceva ogni cosa. L’amore, la pazienza, la misericordia erano grazie che le riempivano il cuore, ma per condire bene ogni piatto doveva usare i diversi condimenti. Per quanto si possa dire che Maria fosse “dolce”, non credo però che mettesse il miele nelle lenticchie! Mi permetto questa incursione un po’ fantastica nella cucina di Nazaret, per invitare a contemplare Maria, Mater misericordiae, con un saggio realismo. C’è infatti il rischio che la celebrazione del giubileo della misericordia faccia circolare la parola riesumata dall’immenso patrimonio della tradizione cristiana e la semini dappertutto come un ingrediente irrinunciabile, ripetuto per un anno intero. Il rischio è che l’abuso del termine giunga fino a generare una specie di fastidio, che indurrà ad archiviarlo alla fine del giubileo. La misericordia - espressione della vita divina e desiderio profondo del cuore umano - non è come il miele, ingrediente ottimo, ma non per ogni piatto. Maria, donna di casa avveduta e premurosa, usava il miele per fare i dolci, ma usava anche il sale per insaporire le sue ottime minestre. L’opera di Dio e degli amici di Dio non è una specie di accondiscendenza sdolcinata che “lascia perdere”, dando l’impressione che va tutto bene, che fare il bene e fare il male siano, in sostanza, la stessa cosa. L’opera di Dio e dei suoi amici, l’arte di amare, che trova in Maria una manifestazione sublime, è fatta di dolcezza e di fortezza, di benevolenza e di esigenza, di festosa accoglienza e di austera disciplina, insomma di miele e di sale. La misericordia è gratuita: non si può comprarla neppure con le opere buone, sarebbe insensato pretenderla, nessuno la merita, ma si rivolge a tutti, perché il Padre che sta nei cieli non vuole che si perda nessuno di quelli che ha creato. La misericordia è, insieme, esigente, perché perdona sempre, ma chiede anche una vita nuova; comprende tutte le debolezze, ma ha stima di tutti e si aspetta che produca molto frutto il bene seminato nel peccatore perdonato, nell’umile servo che riceve la rivelazione di essere figlio, nella creatura chiamata ad assomigliare - addirittura! - al Creatore. La contemplazione di Maria, madre della misericordia, è un esercizio di preghiera che approfondisce la conoscenza delle dinamiche proprie della misericordia, vissuta con tutta la sua bellezza e la sua serietà. Il materiale raccolto e ordinato da mons. Erminio Villa in questa pubblicazione conduce per tutto il mese di maggio e per tutti i mesi, a prendere sul serio i giorni dell’anno giubilare della misericordia e sperimentarne la bellezza semplice e complessa, affascinante e impegnativa. L’invito ad essere misericordiosi come è misericordioso il Padre che sta nei cieli, Gesù l’ha rivolto ai suoi discepoli e l’ha visto realizzato in sua madre che in cucina usava il miele e anche il sale. E com’era bello sedersi a tavola, nella casa di Nazaret! + Mario Delpini 1

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La contemplazione di Maria è un esercizio di preghiera che approfondisce le conoscenze proprie della Misericordia, vissuta con tutta la sua bellezza e serenità. La Misericordia è gratuita: non si può comprarla, sarebbe insensato pretenderla, nessuno la merita, ma si rivolge a tutti.

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Maria usava anche il sale

Un arbitrario esercizio di immaginazione può introdurci nella casa di Nazaret per spiare come Maria preparava ogni giorno, per trent’anni, i pasti per tutta la famiglia. Secondo le buone tradizioni di Israele, Giuseppe e Gesù apprezzavano le cipolle e le lenticchie, la carne alla griglia e il pane fragrante, le salse piccanti e un bicchiere di vino denso e forte, i datteri e il formaggio di capra, e i dolci al miele. Maria curava di combinare i gusti con sapienza e misura. Ma quello che era straordinario di Maria era l ’amore con cui faceva ogni cosa.L’amore, la pazienza, la misericordia erano grazie che le riempivano il cuore, ma per condire bene ogni piatto doveva usare i diversi condimenti. Per quanto si possa dire che Maria fosse “dolce”, non credo però che mettesse il miele nelle lenticchie!Mi permetto questa incursione un po’ fantastica nella cucina di Nazaret, per invitare a contemplare Maria, Mater misericordiae, con un saggio realismo.C’è infatti il rischio che la celebrazione del giubileo della misericordia faccia circolare la parola riesumata dall ’immenso patrimonio della tradizione cristiana e la semini dappertutto come un ingrediente irrinunciabile, ripetuto per un anno intero. Il rischio è che l ’abuso del termine giunga fino a generare una specie di fastidio, che indurrà ad archiviarlo alla fine del giubileo.La misericordia - espressione della vita divina e desiderio profondo del cuore umano - non è come il miele, ingrediente ottimo, ma non per ogni piatto. Maria, donna di casa avveduta e premurosa, usava il miele per fare i dolci, ma usava anche il sale per insaporire le sue ottime minestre.L’opera di Dio e degli amici di Dio non è una specie di accondiscendenza sdolcinata che “lascia perdere”, dando l ’impressione che va tutto bene, che fare il bene e fare il male siano, in sostanza, la stessa cosa. L’opera di Dio e dei suoi amici, l ’arte di amare, che trova in Maria una manifestazione sublime, è fatta di dolcezza e di fortezza, di benevolenza e di esigenza, di festosa accoglienza e di austera disciplina, insomma di miele e di sale.La misericordia è gratuita: non si può comprarla neppure con le opere buone, sarebbe insensato pretenderla, nessuno la merita, ma si rivolge a tutti, perché il Padre che sta nei cieli non vuole che si perda nessuno di quelli che ha creato.La misericordia è, insieme, esigente, perché perdona sempre, ma chiede anche una vita nuova; comprende tutte le debolezze, ma ha stima di tutti e si aspetta che produca molto frutto il bene seminato nel peccatore perdonato, nell ’umile servo che riceve la rivelazione di essere figlio, nella creatura chiamata ad assomigliare - addirittura! - al Creatore. La contemplazione di Maria, madre della misericordia, è un esercizio di preghiera che approfondisce la conoscenza delle dinamiche proprie della misericordia, vissuta con tutta la sua bellezza e la sua serietà. Il materiale raccolto e ordinato da mons. Erminio Villa in questa pubblicazione conduce per tutto il mese di maggio e per tutti i mesi, a prendere sul serio i giorni dell ’anno giubilare della misericordia e sperimentarne la bellezza semplice e complessa, affascinante e impegnativa. L’invito ad essere misericordiosi come è misericordioso il Padre che sta nei cieli, Gesù l ’ha rivolto ai suoi discepoli e l ’ha visto realizzato in sua madre che in cucina usava il miele e anche il sale. E com’era bello sedersi a tavola, nella casa di Nazaret! + Mario Delpini

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l’Ascolto

Abbiamo bisogno di contemplare il mistero della miseri-cordia. È fonte di gioia, di serenità e di pace. È condizione della nostra salvezza. Misericordia: è la parola che rivela il mistero della SS. Trinità. (Misericordiae vultus, n.1)

la Meditazione

La dignità fondamentale di Maria è quella di “Madre del Figlio”, che viene espressa nella dottrina e nel culto cristiano con il titolo di “Madre di Dio”.Madre del Figlio, Maria è “iglia prediletta del Padre” in modo unico. A lei è concessa una somiglianza del tutto speciale tra la sua maternità e la paternità divina.E ancora è “tempio dello Spirito Santo”: “Lo Spirito Santo è già sceso su di lei, che è diventata la fedele sua sposa nell’annunciazione, accogliendo il Verbo di Dio vero”. (Redemptoris Mater, n.26)

La relazione privilegiata di Maria con la Trinità le conferisce una dignità

che supera di molto quella di tutte le altre creature. Ciononostante è solidale con ciascuno di noi: “È congiunta nella stirpe di Adamo con tutti gli uomini bisognosi di salvezza”. (Lumen Gentium, n.53)

LA PREGHIERA

Grazie, o Santa Trinità, per il “mistero” della donna e

per ogni donna. Per l’eterna misura della sua dignità

femminile. Per le grandi cose che hai fatto per mezzo del-

la donna, nella storia delle generazioni umane. Per tutte

le donne, come sono uscite dal tuo cuore. Per come sono

state abbracciate, o Dio, dal tuo eterno Amore più profon-

do, capaci di custodire e di donare la vita. Ma soprattutto

grazie perché nella donna e per mezzo della donna hai

operato l’evento più grande nella storia dell’uomo: l’Incar-

nazione di Gesù in Maria, Colei che dopo il lungo inverno

dell’attesa ha ridonato all’umanità la primavera della

nuova creazione. (San Giovanni Paolo II)

l'Impegno

La preghiera dei semplici, considerata talvolta

come rituale e infantile, è ancora uno

dei pochi parafulmini rimasti, capaci

di salvarci dalle grandinate causate

dal secolarismo, dal relativismo, dal

fatalismo e dalla superstizione, che

devastano i “vigneti” dei giovani,

delle famiglie, delle comunità

cristiane della nostra Europa.

Nell’“Evangelii gaudium” il Papa,

parlando pure dei limiti di questa

religiosità popolare, afferma che

«ogni cultura e ogni gruppo sociale

necessita di purificazione e maturazione.

Alcune debolezze devono ancora essere

sanate dal Vangelo. Ma è proprio la pietà

popolare il miglior punto di partenza

per sanarle e liberarle». (EG n. 69).

1 MARIA,FACCIA NASCOSTA DELLA TRINITÀ

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L’Ascolto

Misericordia: è l ’atto ultimo e supremo con cui Dio ci viene incontro; è la via che unisce Dio e l ’uomo, perché apre il cuore alla speranza di essere amati per sempre nonostante il nostro peccato. (Misericordiae vultus, n.2)

la Meditazione

Dio mandò il suo Figlio perché noi fossimo igli. Lo mandò “nato da donna”, scrive S. Paolo, attraverso Maria. È commovente il fatto che il Figlio di Dio si è fatto come noi, perché noi fossimo consapevoli di essere igli, in Lui amati da sempre e per sempre. Figli di Dio e igli di Maria. È nell’ordine naturale - scrive San Luigi de Monfort - che ogni creatura abbia un padre ed una madre. Ebbene la Madre ce l’ha data Gesù dalla croce, ed è vera madre.

A ricordarcelo è Giovanni, ‘il discepolo che Gesù amava’. “Ecco tua madre”, gli disse Gesù. E Giovanni “la prese in casa sua”. Secondo il testo greco si traduce così: “la prese fra i suoi affetti più cari”. Questo è dono e responsabilità. Ci è stata data una madre che ci ama accogliendoci, così come siamo, con immensa tenerezza e con materna misericordia.

LA PREGHIERA

Ricordati, o dolcissima Vergine Maria, che tu sei mia

madre ed io sono tuo iglio, che tu sei potente ed io sono debole. Ti prego di guidarmi e difendermi in tutto quello

che faccio. O Vergine bella, non dirmi che non puoi, per-

ché il tuo Figlio ti ha dato ogni potere in cielo e in terra;

non dirmi che non devi, perché sei Madre di tutti e mia

in particolare; non dirmi che non vuoi, perché sei buona.

Vedi bene, o Maria, che sei costretta a consentire a tutte

le mie domande. Per amore del tuo Figlio divino, accogli-

mi come iglio, senza guardare ai miei peccati e alla mia miseria. Liberami l’anima ed il corpo da ogni male

e donami tutte le virtù, specialmente l’umiltà.

(San Francesco di Sales)

l’Impegno

Fiducia nella provvidenza. Santa Teresa di Gesù Bambino non riu-

sciva a dire il Padre nostro. Quando pronunciava la parola “Padre”

entrava in contemplazione estatica. Come, da

piccola creatura, poteva chiamare Padre il

Creatore dell’Universo? Bastava quella

parola alla sua preghiera. Dovrem-

mo pensarci di più, dovremmo

ascoltare la voce dello Spirito

che grida dentro di noi, che

“vince la nostra sordità” -

come direbbe

S. Agostino. Dovremmo da figli

avere un abbandono fiducioso

al suo amore, alla sua provvi-

denza sempre attenta al nostro

bisogno, ed alla sua volontà nella

quale è la nostra pace.

2 MARIA, TRA GLI AFFETTI PIU’ CARI

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l’Ascolto

Teniamo fisso lo sguardo sulla misericordia per diventare noi stessi segno efficace dell ’agire del Padre. Il Giubileo Straordinario della Misericordia renda più forte ed efficace la testimonianza dei credenti. (Misericordiae vultus, n.3)

la Meditazione

La parola “misericordia” - composta dalle parole “mise-ria” e “cuore” - signiica amore che guarda alla miseria della persona umana, nel senso che si prende cura della miseria della persona umana per liberarla. È anzitutto Dio “ricco di misericordia” (cfr. Ef 2,4), perché ha compassione delle nostre miserie. L’amore ‘misericor-dioso’ di Dio “sente” la nostra miseria come fosse la sua e fa di tutto per toglierla. Dio dimostra di avere “viscere di misericordia” (cfr. Lc 1,78) attraverso la vita, la morte e la risurrezione di Gesù,

che è la perfetta rivelazione della misericordia del Padre.

“In questo si è manifestato l’amore di Dio per noi: Dio ha mandato il suo unigenito Figlio

nel mondo perché noi avessimo la vita per Lui. In questo sta l’amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è Lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati” (1Gv 4,9-10).

LA PREGHIERA

A te, Madre del bell’Amore, consacro il mio cuore, perché

divenga come il tuo sorgente d’amore tenero e attento,

umile e concreto, e, come te, arca dell’Alleanza, porti a

quanti incontrerò la gioia della presenza dell’Amato. A te,

che canti le meraviglie compiute da Dio nell’umiltà della

tua storia e della nostra, afido pensieri, parole e opere di ogni giorno, perché nella fedeltà al dono dell’Amore siano

tutti pensieri di pace, cantici di lode, parole di speranza,

opere di giustizia e carità. O tutta bella regina del cielo e

della terra, intercedi per me perché venga a cantare con

te e con tutti i Santi il cantico nuovo dell’Agnello nella

Gerusalemme eterna. (Mons. Bruno Forte)

l’Impegno

Fa grazia della conversione.

Nell’Anno santo della misericordia,

la Madonna ci ottenga la grazia di

convertirci al Dio della misericor-

dia. Ci converta alla vera immagine

del Dio di Gesù che è il Dio della

tenerezza e della compassione, di

un Dio che è Padre e Madre insie-

me. Da una corretta immagine di

Dio dipende la qualità della nostra

vita cristiana. E, soprattutto quanti

di noi sono stati educati all’immagi-

ne di un Dio severo e di una legge

morale che ci fa sentire sempre peccatori anche quando non

serve, devono cancellare questa immagine di Dio per sostituirla

con quella più vera e più tenera, anche se non meno esigente,

del Dio che Gesù è venuto ad annunciare.

3 MARIA, VISCERE DI MISERICORDIA

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l’Ascolto

Dio ha pensato e voluto che Maria diventasse la Madre del Redentore dell ’uomo. Dinanzi al peccato, Dio risponde con la pienezza del perdono. Non c’è limite all ’amore di Dio che perdona. (Misericordiae vultus, n.3)

la Meditazione

Scelta per essere la Madre del Figlio di Dio, Maria è stata da sempre preparata dall’amore del Padre per essere Arca dell’Alleanza tra Dio e gli uomini. Ha custodito nel suo cuore la divina misericordia in perfetta sintonia con suo Figlio Gesù. Come cantiamo nella “Salve Regina”, la Ma-donna è la vita perché ha portato in grembo Colui che è la

vita e lo ha donato a tutti noi. È la dol-cezza perché Gesù è la mani-festazione della tenerezza del Padre. È la speranza perché il suo amore per noi e per suo Figlio ci rende certi che ci donerà sempre suo Figlio e sempre ci strapperà

al male. Il suo nome di ma-dre è più importante ancora di quello di Vergine, di Immacola-ta, di Regina, di Assunta. Madre di Dio, per questo è madre di misericordia. Dio è misericordia

e ha mandato suo Figlio per rivelarlo a tutti gli uomini. “Il nome della misericordia è Gesù”, ha scritto Giovanni Paolo II nella “Dives in misericordia”.

LA PREGHIERA

Santa Maria, segno della vicinanza del Padre -

gioia della misericordia del Figlio -

frutto della fecondità dello Spirito, intercedi per noi.

Santa Maria, iglia prediletta del Padre - madre del Figlio, re dei secoli -

gloria dello Spirito Santo, intercedi per noi.

Santa Maria, dimora consacrata al Padre -

discepola perfetta del Verbo incarnato -

Vergine adombrata dallo Spirito, intercedi per noi.

Santa Maria, testimone del volto materno del Padre -

partecipe della vita del Figlio, il Signore -

tempio dello Spirito Santo, intercedi per noi.

Insegnaci a conidare nella Provvidenza del Padre - a cercare Gesù, Via, Verità e Vita -

ad essere docili allo Spirito Santo. Amen.

l’Impegno

Nelle case di Maria. I Santuari mariani testimoniano la sollecitu-

dine di Maria Santissima per le anime di tutti i figli a lei affidati,

che vuole condurre al suo Figlio Gesù. La storia di ogni santuario

è particolare, ma in tutti Ella si rivela come madre intervenendo

a favore nostro, perché vuole la nostra conversione e salvezza.

In questi luoghi - autentiche “oasi dello spirito” o sempre

attrezzati “ospedali da campo” - dobbiamo pregare non solo

per noi, ma anche per il mondo; tutti infatti abbiamo bisogno

dell’intercessione di Maria. La Madonna ci chiede la Confessione

e la Comunione, perché abbiamo la forza di abbandonare

le vie del male e perseverare nella vita buona.

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MARIA, VOLTO MATERNO DEL PADRE

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l’Ascolto

Chiunque entrerà dalla Porta della Misericordia potrà sperimentare l ’amore di Dio che consola, perdona e dona speranza. Nei Santuari tanti pellegrini, per grazia, trovano la via della conversione. (Misericordiae vultus, n.3)

la Meditazione

Come ci piace giudicare gli altri, sparlare di loro!. Eppure il Signore è chiaro: “Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati”. È certamente una strada non facile, che incomincia con l’accusa di se stesso. Per la vergogna del nostro peccato, sentiamo il bisogno del perdono di Dio poiché conidia-mo nella sua misericordia. Proprio da quel primo passo si arriva poi ad essere mi-sericordiosi, a non giudicare nessuno, a non condannare nessuno, ad essere generosi con gli altri. Preghiamo chie-dendo al Signore di darci la grazia di imparare ad accusare noi stessi, ognuno nella sua solitudine, domandandoci: «Ma io sono capace di fare questo?». E pregando così: «Abbi pietà di me, Signore, aiutami a vergognarmi e dammi misericordia, così io potrò essere misericordioso con gli altri». (Papa Francesco)

LA PREGHIERA

O Madre della Chiesa della Montagna Luminosa, da

secoli Tu risplendi di miracoli e di grazie a Jasna Gora,

sede della tua misericordia. Guarda i nostri cuori che ti

presentano l’omaggio di venerazione e amore. Risveglia

dentro di noi il desiderio della santità, formaci veri apo-

stoli di fede, rafforza il nostro amore verso la Chiesa.

Ottienici questa grazia che tanto desideriamo.

O Madre dal volto sfregiato, nelle tue mani deponiamo

noi stessi e tutti i nostri cari. In Te conidiamo, sicuri della tua intercessione presso tuo Figlio, a gloria della

Santissima Trinità. Sotto la tua protezione ci rifugiamo,

Santa Madre di Dio: guarda a noi che siamo nella

necessità. E prega per noi peccatori!

l’Impegno

Il senso del cammino.

Santa Teresa d’Avila

osservava che nella

vita spirituale non

conta il “dove sia-

mo”, quanto piutto-

sto il “dove stiamo

andando”.

Il tuo affidarti a Maria, Madre di misericordia, inaugura in te

un nuovo modo di essere. Per questo esige fedeltà, continui-

tà, progressività nella vita spirituale. Se ti accontenti del gesto

della preghiera di un momento e non le dai seguito, sei come lo

studente che crede di sapere la lezione semplicemente perché...

porta nello zaino il libro di matematica. Prova quant’è bello fer-

marsi in adorazione davanti al Santissimo Sacramento o sostare

ai piedi di Maria, la madre della Chiesa che tutti attende e per

tutti intercede.

5 MARIA, MADRE DELLA CHIESA

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l’Ascolto

Il pellegrinaggio, segno dell ’Anno Santo, è icona del cammi-no che ognuno compie nella sua vita. Anche per raggiungere la Porta Santa ognuno dovrà fare, secondo le sue forze, un pellegrinaggio. (Misericordiae vultus, n.14)

la Meditazione

Gesù Cristo stesso si dichiara ‘porta’ (Gv 10,7.9). Dio è comparso sulla porta, ha chiamato e chi fu chiamato ven-ne e si sono vicendevolmente ritrovati: la grande felicità di questo incontro noi la chiamiamo salvezza. La redenzione signiica poter essere di nuovo presso il Padre, ritorno dall’“esilio”, per sempre. Per questo Maria è detta anche “Porta di Dio”. Il suo ‘sì’ è l’aprirsi della porta chiusa. Il Paradiso (quello interiore) sommessamente si riapre. L’uomo-Dio, Gesù Cristo, è il nuovo incontro alla “Porta del Cielo”, Maria. Però è necessario piegarsi un poco se

si desidera attraversare la “porta”. Chi è troppo superbo per prendere il cammino che Dio ci

mostra - cioè “per Maria a Cristo” e “per Cristo al Padre” - non troverà il modo di

ritornare al Paradiso interiore: “Nessu-no viene al Padre se non per mezzo di me” (Gv 14,6). Gesù e Maria sono perciò inseparabili l’uno dall’altra.

LA PREGHIERA

Sotto il tuo manto c’è posto per tutti, perché tu sei la

Madre della Misericordia. Il tuo cuore è pieno di tenerez-

za verso tutti i tuoi igli: la tenerezza di Dio, che da te ha preso carne ed è diventato nostro fratello. Guardando te,

Madre, riconosciamo la vittoria della divina Misericordia

sul peccato e le sue conseguenze; e si riaccende in noi

la speranza in una vita migliore, libera da schiavitù,

rancori e paure. Tu chiami tutti a metterci in cammino

verso la Porta, che rappresenta Cristo: “Venite, avvicina-

tevi iduciosi; entrate e ricevete il dono della Misericordia; non abbiate paura o vergogna: il Padre vi aspetta

a braccia aperte per darvi il suo perdono e accogliervi

nella sua casa.”. (Papa Francesco)

l’Impegno

Siamo pellegrini, gente di passaggio. Le lancette dell’orologio

si muovono e con il loro ticchettio ci richiamano alla nostra

condizione di ‘viatores’. Verso dove siamo in cammino? Quali

sono le tappe del nostro viaggio? Le circostanze, le situazioni,

le combinazioni sono come i gradini di una scala. Se le appoggi

al cielo, puoi salire verso il cielo e riempire il tuo spazio, il tuo

respiro di cielo. Qualcuno

ha detto che il vivere non

consiste semplicemente

nel non morire: ed è vero,

nel senso che la vita è

un susseguirsi di tante

possibilità, e dunque

va affrontata nella sua

pienezza; è un ventaglio

di progetti, di desideri, se

vogliamo anche di sogni e

di aspirazioni.

6 MARIA, PORTA DEL CIELO

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l’Ascolto

Il pellegrinaggio è un segno: la misericordia è una mèta da raggiungere con impegno e sacrificio. Attraversando la Porta Santa ci impegneremo ad essere misericordiosi come il Padre. (Misericordiae vultus, n.14)

la Meditazione

Occorre forse una rivoluzione di mentalità per capire che la pace non è un dato, ma una conquista. Non un bene di consumo, ma il prodotto di un impegno. Non un nastro di partenza, ma uno striscione di arrivo. La pace (come la misericordia) richiede lotta, sofferenza, tenacia. Esige alti costi di incomprensione e di sacriicio. Riiuta la tentazione del godimento. Non tollera atteg-giamenti sedentari. Non annulla la conlittualità. Non ha molto da spartire con la banale “vita paciica”. Sì, la pace prima che traguardo, è cammino. E, per giunta, in salita. Vuol dire che ha le sue tabelle di marcia e i suoi ritmi, i suoi percorsi preferenziali ed i suoi tempi tecnici, i suoi rallentamenti e le sue accelerazioni. Forse anche le sue soste. Se è così, occorrono attese pazienti. E sarà beato, perché operatore di pace, non chi pretende di trovarsi all’arrivo senza essere mai partito, ma chi parte. (mons. Tonino Bello)

LA PREGHIERA

Madre del silenzio, che custodisce il mistero di Dio,

liberaci dalla idolatria del presente, a cui si condanna

chi dimentica. Puriica gli occhi dei Pastori con il collirio della memoria: torneremo alla freschezza delle origini,

per una Chiesa orante e penitente. Madre della bellezza,

che iorisce dalla fedeltà al lavoro quotidiano, destaci dal torpore della pigrizia, dalla meschinità e dal disfattismo.

Rivesti i Pastori di quella compassione che santiica e integra: scopriremo la gioia di una Chiesa serva, umile e

fraterna. Madre della tenerezza, che avvolge di pazienza e

misericordia, aiutaci a bruciare tristezze, impazienze e ri-

gidità di chi non conosce appartenenza. Saremo il popolo

di Dio pellegrinante verso il Regno.

l’Impegno

La ricerca del viandante. Gesù ci dice: “Sono venuto a portare

il fuoco sulla terra e quanto vorrei che fosse già acceso!”.

Il fuoco di un fiammifero si spegne subito; il fuoco di una

lanterna risplende fino a quando rimane olio nella lampada. Il

vetro protegge la fiamma contro il vento, e così è possibile ap-

penderla fuori casa per aiutare il viandante a trovare la strada.

L’incendio, poi, è indomabile. Inghiotte tutto quello che trova sul

suo cammino. La fede è un dono, ma dipende anche da te. Di

domenica in domenica il Signore ha qualcosa di nuovo da sugge-

rir ti; ti invoglia verso traguardi più

alti e più eccelsi: ver-

so la “perfezione”

della sua infinita

“misericordia”.

7 MARIA, MADRE DEL SILENZIO

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