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Le Litanie di Mater Admirabilis Lettura teologica di un testo mariano della pietà popolare a cura di Sr. Antonella Orlando rscj

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Le Litanie di

Mater Admirabilis

Lettura teologica di un testo mariano della pietà popolare

a cura di

Sr. Antonella Orlando rscj

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INDICE

Premessa. pag. 5

Litanie di Mater Admirabilis. pag. 6

Prima parte: lettura analitica. pag. 9

- Riferimenti biblici e teologici. pag. 12

Seconda parte: riflessione personale e critica. pag. 19

- Il linguaggio delle litanie pag. 20

- Linee teologiche presenti pag. 20

- Rapporto litanie – dipinto pag. 21

Terza parte: lettura sistematica. pag. 25

- Bibliografia. pag. 29

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Lavoro svolto per l’esame di Mariologia presso la Pontificia Facoltà Teologica

di Sicilia “ GIOVANNI EVANGELISTA”. Palermo, anno accademico 1999 – 2000

BIBLIOGRAFIA

Documenti della Congregazione:

* Costituzioni della Società del Sacro Cuore

* Commentario delle litanie di Mater Admirabilis di una religiosa

del Sacro Cuore ( S.de Valon)

* Lettere circolari della Superiora Generale M.de Lescure

* Le Loisirs de l’abbaye di P. Perdreau

* M.T.Virnot – Il carisma di Santa Maddalena Sofia Barat

Testi di teologia

S.De Fiores – MARIA LA MADRE DI GESU’ - EDB, 1992

B.Forte – MARIA LA DONNA ICONA DEL MISTERO ,

Ed. S.Paolo 1989

C.M.Martini – LIBERTA’ CHE SI DONA – Ed. PIEMME,

1995

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L’annunciazione quindi manifesta per la prima volta la Trinità come il “grembo adorabile” che accoglie Maria e contempora-neamente Maria come “grembo” di Dio, per cui fra la Trinità e Maria c’è una relazione intrinseca ed unica.

7 Cfr. op: cit. pag.159

8 Ivi, pag.160.

Le litanie di Mater la pongono, quindi, sulla linea dell’essere questa icona trinitaria: in relazione con il Padre dal quale è scelta e colmata di grazia, in relazione con lo Spirito dal quale è adombrata e fecondata spiritualmente, in relazione con il Fi-glio del quale è la prima e più perfetta seguace e collaboratrice. Maria, donna, icona del Mistero, è contemporaneamente icona del Padre, dello Spirito e del Figlio e icona delle loro relazioni di Comunione e armonia, icona trinitaria che vuol dire poi, an-che, icona della Chiesa, nata da questo Amore Trinitario e in cammino verso il totale svelamento del Mistero. In conclusione possiamo, allora, dire che il dipinto e le litanie di Mater Admirabilis sono icona dell’Icona.

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Premessa

Perché ho scelto come testo di pietà popolare le litanie di Mater Ad-

mirabilis?

La scelta nasce da un’esigenza interiore di profonda ammirazione e

gratitudine alla Vergine Maria per la sua vicinanza nella mia vita,

mediata spesso dall’affresco di Mater Admirabilis, che si trova a

Roma, a Trinità dei Monti, presso l’Istituto del Sacro Cuore. Le lita-

nie che tratterò in questo lavoro di lettura teologica sono, infatti, i-

spirate ad esso e nate dalla devozione alla Vergine Maria nella So-

cietà del Sacro Cuore, congregazione religiosa di cui faccio parte

come ex alunna e, soprattutto, come religiosa. Per comprendere le

litanie è necessario rifarsi al dipinto e alla sua storia.

Un altro motivo personale, affettivo, che mi lega Mater Admirabilis

è l’aver fatto il mio ingresso nella società del Sacro Cuore proprio in

un lontano 20 ottobre, festa liturgica di Mater.

L’immagine fu chiamata agli inizi, nel 1844, MADONNA DEL GI-

GLIO e battezzata come MATER ADMIRABILIS il 20 ottobre

1846, dopo la visita di Pio IX, che guardandola pieno di ammirazio-

ne esclamò: “ E’ veramente ammirabile!”, titolo che da allora le è

rimasto.

Il dipinto si può collocare come una forma intermedia, sintesi tra la

pittura occidentale e l’iconografia orientale, sia per le linee figurati-

ve, sia per la forte simbologia teologica del quadro d’insieme.

L’immagine, che ritrae la vergine adolescente al tempio, in atteggia-

mento di preghiera contemplativa e insieme di operosità femminile,

è diventata un vero patrimonio di famiglia, simbolo e sintesi della

spiritualità delle Religiose del Sacro cuore e Patrona della scuola

dell’Istituto di tutto il mondo.

Proprio recentemente, dopo 156 anni, il dipinto ha subito dei dete-

rioramenti, ma, soprattutto grazie all’intervento delle ex alunne, le-

gatissime a questa sacra immagine, sta per essere restaurato.

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Litanie di Mater Admirabilis

1) Madre Ammirabile, prega per noi

2) Madre Ammirabile, giglio della valle, fiore dei campi,

3) Madre Ammirabile che spandi attorno a te un profumo di

innocenza,

4) Madre Ammirabile che rendi tutto facile,

5) Madre Ammirabile la cui vista trasporta al di sopra delle cose

della terra,

6) Madre Ammirabile che fai amare Gesù,

7) Madre Ammirabile che spezzi le catene dei peccatori più induriti,

8) Madre Ammirabile che ispiri il disprezzo delle gioie e degli onori

mondani,

9) Madre Ammirabile che riveli ai tuoi amici i segreti del

Tabernacolo,

10) Madre Ammirabile, più pura del giglio di cui offuschi il candore,

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al di sopra delle cose terrene”. Come sottolinea ancora B.Forte citando Evdokimov (“L’icona è la visione delle cose che non si vedono”), in Maria “si offre all’occhio del cuore credente la fi-nestra del Mistero, il ponte fra il visibile e l’invisibile”. 6 5 Cfr. B.Forte – MARIA LA DONNA ICONA DEL MISTERO ,

Ed.San Paolo 1989, pag.158. 6 Cfr. ivi, pag. 158

Più avanti, accennando alla caratteristica di una mariologia narrativa e simbolica insieme, che è profondamente biblica, ri-leva come nella contemplazione dell’icona si integrano la via della verità e la via della bellezza, la concretezza del racconto e la nutriente densità del simbolo, e conclude con una riflessione che condivido pienamente applicandola alle litanie di Mater: “Per queste sue caratteristiche, radicate nella testimonianza oggettiva della Scrittura ricevuta nella storia della fede, questa mariologia farà non di meno appello alla soggettività di chi contempla: se il visibile dell’icona è percepibile a tutti, l’invisibile si offre a chi vi si avvicina con cuore umile e con do-cilità interiore.” 7

Così anche le litanie sono soggette a questa legge: solo chi si avvicina con cuore umile e docile all’Icona di Mater può coglie-re l’invisibile che esse esprimono.

Mistero – E’ l’eterno disegno di salvezza nascosto un tempo ma ora rivelato in Cristo Gesù, e Maria è tutta relativa a questo Mi-stero. L’annunciazione è il luogo dell’essere avvolta dal Mistero di Dio che Maria accoglie in sé per opera dello Spirito Santo.

B.Forte, riprendendo una riflessione di H.Urs von Balthasar precisa: “Si tratta di una scena di significato trinitario; la sua struttura narrativa rivela in modo assolutamente chiaro per la prima volta la Trinità di Dio.” 8

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chiave di lettura più adeguata, che emerge dal testo e dal dipin-to insieme alla luce della teologia contemporanea. Mi sembra che questa chiave di lettura possa individuarsi nella linea della dimensione trinitaria come sintesi della teologia, in quanto all’interno di essa e alla luce di essa si comprendono tutte le altre dimensioni della teologia. L’immagine e le litanie di MATER ADMIRABILIS si inseriscono, secondo me, in quella linea di sviluppo teologico che vede Ma-ria come via, itinerario verso la Trinità, anzi, forse, più specifi-camente come “MARIA, la DONNA ICONA DEL MISTERO, di cui è significativo testimone B.Forte.

Anche se non potrò seguire lo sviluppo della triplice condizio-ne di Maria, vergine, madre e sposa, che B.Forte presenta nel suo testo, non facilmente identificabile nel testo delle litanie, mi sembra però che, globalmente, la teologia di Mater Admirabilis, quale vergine dell’Invisibile e dell’Essenziale, dell’essere Ammi-rante e in attesa di Ammirare, si ricolleghi alla prospettiva di Maria icona del Mistero.

Donna – vediamo, infatti, molto chiaramente espressa la sua dimensione di creaturalità umile, libera e responsabile, la sua operosità femminile nella quotidianità della fatica, del dovere, dei sacrifici per cui è icona, paradigma o archetipo della donna concreta di ogni tempo e della dimensione femminile dell’essere umano come sottolinea il Papa Giovanni Paolo II nella Mulieris Dignitatem.

Icona – come rileva B.Forte: ”E’ questo gioco di visibile concre-tezza ed invisibile profondità che fa parlare di Maria come un’icona” . 5 Come esprimono le litanie, Maria è ICONA perché in lei si compie la rivelazione del nascosto, la presenza

dell’Eterno nella storia, l’invito all’Essenziale che “innalza 26

11) Madre Ammirabile, rimedio per tutte le ferite,

12) Madre Ammirabile, tesoro di calma e serenità,

13) Madre Ammirabile, emblema della vera grandezza,

14) Madre Ammirabile, vicino alla quale si vorrebbe sempre restare,

15) Madre Ammirabile che non si prega senza diventare migliori,

16) Madre Ammirabile, consolatrice per eccellenza,

17) Madre Ammirabile, umile violetta solitaria e nascosta,

18) Madre Ammirabile che inondi il cuore di dolce gioia,

19) Madre Ammirabile che fai pregustare il cielo,

20) Madre Ammirabile che dai la forza di compiere i più grandi

sacrifici,

21) Madre Ammirabile, delizia della terra e del Cielo,

22) Madre Ammirabile il cui ricordo riposa il cuore,

23) Madre Ammirabile che dici a tutti una parola di vita,

24) Madre Ammirabile che trasporti col tuo sguardo in un mondo

migliore,

25) Madre Ammirabile che apri ai tuoi amici la via dei progressi

interiori,

26) Madre Ammirabile che rialzi il coraggio abbattuto,

27) Madre Ammirabile, tanto modesta quanto grande,

28) Madre Ammirabile di cui il nome solo richiama al dovere,

29) Madre Ammirabile che da lungo tempo hai rivelato quanto

questo titolo ti sia caro,

30) Madre Ammirabile che non s’invoca mai invano, prega per noi.

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TERZA PARTE Lettura sistematica

Non è facile fare una lettura sistematica delle litanie per la lo-ro complessità e per la complementarietà e riferimento al di-pinto. Tenterò, comunque, di cogliere quella che mi sembra la

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PRIMA PARTE

Lettura analitica

Il testo delle litanie scaturisce, come abbiamo accennato, dalla devozione non solo delle religiose ma anche e soprattutto delle alunne ed ex alunne, che, fin dall’inizio, dinanzi all’immagine hanno ricevuto una parola di vita e di trasformazione interiore. Infatti, tra i numerosi miracoli che continuano ad essere segna-lati fino ai nostri giorni emergono i miracoli di guarigione inte-riore, spirituale e di vere conversioni di vita. Sono litanie “laudative”che nascono da uno sguardo contemplativo dell’Invisibile e dell’Essenziale che l’immagine, incarnandolo, trasmette a chi la visita.

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Prima di analizzare il testo sotto il profilo biblico e teologi-co dobbiamo fare cenno al dipinto, all’atteggiamento della Vergine in esso rappresentato e ai simboli presenti, in quan-to è ad essi che le litanie fanno riferimento. Innanzitutto vediamo la Vergine, giovane adolescente, sedu-ta in una sedia semplice e accanto a lei:

☼ Un giglio, simbolo della pienezza della grazia, il ke-charitomene, quella radicale purezza di cuore che la rende specchio della presenza di Dio e trasparenza del suo amore. La bellezza esteriore e interiore, dono e riflesso dell’armonia del Creatore, si esprime in uno sguardo semplice, retto e orientato al Suo amore.

☼ Il fuso tra le mani e il ciuffo della conocchia, simbolo dell’operosità femminile e, ancor prima, del suo esse-re donna, del suo essere disponibile al servizio e al dono, nella consapevolezza di essere impegnata da Qualcuno e per qualcosa.

☼ Il cestino vuoto e il libro aperto e posato sul cestino senza lavoro, simbolo di un momento di sosta in mez-zo all’attività, di preghiera, di meditazione, di ascolto e interiorizzazione.

E’ raro incontrare immagini della Madonna con un libro. Per lo più oggetto delle pitture sono la Maternità o l’Immacolata Concezione. Tutto il dipinto è pieno di fascino ma ciò che forse coinvolge di più il visitatore, il pellegrino, è l’atteggiamento di questa fanciulla, dagli occhi abbassati e lo sguardo perduto in con-templazione, le mani dolcemente abbandonate sul ginoc-chio. E’ l’espressione di un’armonia raggiunta e completa, sia esteriormente che interiormente. Sul capo 12 stelle contribuiscono a dare solennità e insieme

unità e circolarità a tutti gli elementi. Sopra le stelle, nello 10

e della sua straordinaria armonia antropologica, non è, però, motivo di distanza o allontanamento dal popolo, ma anzi moti-vo di grande vicinanza, solidarietà, compagnia nel cammino di fede, guida nella sequela del Cristo Gesù, suo Figlio e Signore della storia di cui essa è l’”Ammirante” per eccellenza insieme all’ammirazione per il Padre e lo Spirito. Il valore principale delle litanie mi sembra essere, allora, pro-prio l’espressione di una Bellezza e di una Bellezza vicina di Maria, inconfondibile con le altre. Sono il riflesso di una bel-lezza estetica ma soprattutto interiore. Infatti, anche se non contengono tutta la ricchezza biblica e teologica del dipinto, ne evidenziano alcune dimensioni fondamentali quali quelle antropologica, cristologia ed escatologica. L’immagine delineata dalle litanie è di una Donna ammirante e in attesa di ammirare; è la tensione del “già e non ancora”, che, lungi dal renderla irraggiungibile e disincarnata, mostra que-sta Donna abitata dallo Spirito di Dio, “qualcuno vicino alla quale si vorrebbe sempre rimanere”, come dice la litania n.14. Certamente è difficile per chi non conosce il dipinto, cogliere il valore delle litanie, perché è dal dipinto che emana un fascino e una forza comunicativa del messaggio evangelico e solo pensando all’immagine si può pregare la litania. Molti visitatori e pellegrini, infatti, osservano, dopo averlo visto, “ci troviamo dinanzi ad una presenza, a qualcuno vivente, che sembra di poter toccare”. E’ l’arte dell’icona; è il mistero dell’icona. Possiamo concludere perciò che, nonostante i limiti, le litanie contengono un valore teologico e spirituale non lontano dalle linee postconciliari della mariologia e, pur nella ripetitività, hanno una profonda unità nel lodare la Vergine dell’Invisibile e dell’Essenziale, l’Ammirabile perché Ammirante.

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☼ il cestino e il libro – “Si faccia di me secondo la tua Parola”.

In questo quadro simbolico-biblico mi sembra di poter leggere tutto il Disegno salvifico dalla stella di Giacobbe e la stirpe di Davide alla Stella del Mattino con la glorificazione del cristiano nel Signore Gesù. Il disegno di salvezza passa attraverso la nube, segno della teofania di Dio, della presenza dello Spirito, della potenza con cui il Padre, l’Altissimo, avvolgerà la serva del Signore, chiamata a divenire luogo dell’Incarnazione del Figlio.

Il Figlio è Parola Vivente del Padre, libro aperto e rivelatore del Padre attraverso il suo mistero di Morte e Resurrezione nel Costato trafitto (simbolicamente rappresentato dalla spaccatu-ra della nube: “Il velo del tempio si squarciò nel mezzo”, Lc.23,45). Dal costato trafitto la nascita della Chiesa, dove la presenza di Maria è generatrice di luce e di vita. Le 12 stelle, riferite a Maria o alla Chiesa, sono comunque un riferimento ecclesiale, il punto di un incontro tra l’A.T. e il N.T., tra il popo-lo antico e il nuovo popolo che è la Chiesa di cui Maria è tipo e figura. La Chiesa trova, infatti, in Maria la vergine pura e silen-te, la serva umile del Signore, la Vergine Madre, sapiente e fe-dele, il modello compiuto del cristiano.

b. Le Litanie

Le litanie, pur nel limite del linguaggio, esprimono comunque le categorie della bellezza (“Guardate i gigli come crescono”, Lc.12,27) e della purezza, dell’operosità femminile, della contem-plazione e dell’interiorità, presenti nel dipinto. Questa bellezza

esteriore e interiore, sintesi dell’umanità perfetta di Maria 22

sfondo del tempio, in alto, una nube spaccata in due e, nel mez-zo, una stella.

Di questa forte simbologia biblica, di cui forse non era consape-vole la giovane e dilettante pittrice, è stato sempre recepito dalla tradizione della congregazione, innanzitutto, il riferimento all’Annunciazione (Lc 1,26 – 38). E’ caratteristico della spirituali-tà della fondatrice il continuo riferimento alla Scrittura nelle sue lettere circolari e in quelle personali, come anche la dimensione cristologica; per esempio, per la festa dell’annunciazione nelle sue conferenze parla, più che della Vergine, del Cristo e del suo annientamento nel seno della madre per la salvezza del mondo.

Per quanto riguarda la dottrina e la devozione mariana possia-mo notare che Santa Maddalena Sofia Barat, fondatrice della “piccola” Società del Sacro Cuore, come amava chiamarla, nell’ottocento mostrava di avere una visione quasi post-conciliare. Convinta dell’inseparabilità del culto di Maria da quello del Cristo, aveva voluto inserirlo nelle Costituzioni, dove leggiamo: “Il culto di Maria, nei disegni di Dio e nella pratica co-stante della chiesa, è inseparabile da quello del suo Divin Figlio; la Società del Sacro Cuore sarà, quindi, consacrata anche al Sa-cro Cuore di Maria e alla diffusione del suo culto”.1

Le religiose troveranno in Maria un modello, non solo per la vita contemplativa, ma anche per l’opera educativa: “Così le religiose del Sacro Cuore si mostreranno sue degne spose (di Gesù) e, per la mediazione del cuore di Maria, gli presenteranno una moltitu-dine incalcolabile di giovani formate sul suo modello, che ne dif-fonderanno nel mondo il culto, l’amore e la gloria”. 2

1 Costituzioni della Società del Sacro Cuore citate in M.T.Virnot rscj – Il carisma di

S.Maddalena Sofia Barat – tipografia Pontificia Università Gregoriana 1991,

pag.324.

2 ivi, pag.325 – 326.

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E’ alla luce di questa spiritualità che ha lavorato, senza dubbio, l’autrice del dipinto, che, pur non essendo ancora religiosa ma giovane in ricerca e discernimento, diremmo oggi, ha mostrato di possedere già lo spirito della congregazione.

Riferimenti biblici e teologici Tra i vari riferimenti biblici quello che prevale è il passo dell’Annunciazione; per semplificare e dare maggior unità al lavoro cercherò di individuare i gruppi di litanie a secondo del riferimento tematico al simbolo, con relativa numerazione delle litanie. 1) Litanie che ruotano intorno al simbolo del giglio La n. 2, 3, 5, 8, 10, 13, 17, 18, 27. Esse fanno riferimento al testo di Luca 1,26 – 37, in particolare al v. 28: “Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te” che tro-va poi una pienezza di senso nel v. 30: “Non temere, Maria, per-ché hai trovato grazia presso Dio” e nel v. 35: “Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell’Altissimo”. Kecharitomene (lc 1,28) sembra essere il nome nuovo di Maria; vuol dire “colma del favore divino”, quindi amata da Dio con favore regale, gratuito, gratificante perché dotato di grazia. Po-tremmo chiamare Maria allora “Gratuità di Dio” indicando con questo tutto il mistero di Maria. Tale primo nucleo sottolinea, infatti, questa realtà di gratuità nel candore e purezza (n.2), co-me innocenza e semplicità d’essere (n.3), come capacità di sguardo soprannaturale sulla realtà (n.5).

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gica. Prevale, inoltre, un’espressione di religiosità individuale, anche se ricca e carica di una forte e profonda spiritualità con-templativa e insieme missionaria. Rapporto Litanie – dipinto

Anche se la giovane e inesperta dilettante, l’autrice del dipinto, la francese Pauline Perdrau, è ancora agli inizi della vita consa-crata, è innegabile che il profilo figurativo e simbolico impresso nel dipinto sia straordinariamente ricco sia di riferimenti biblici, sia di tematiche teologiche, sia d’intuizioni spirituali. Nel confronto con il dipinto, le litanie appaiono riduttive, forse, anche per la forza comunicativa dell’immagine che va spesso a scapito della parola. Nel dipinto sono presenti, infatti, quasi tutti i principali temi o linee della fede e della teologia cristiana, che non trovano, secondo me, adeguata espressione nelle litanie.

Potremmo dire che da un dipinto biblico, iconico della storia della salvezza e della Chiesa, sono scaturite delle bellissime lodi a Maria di devozione estatica e dinamica, cariche di sentimento e tenerezza ma non altrettanto di linguaggio biblico.

a) Il dipinto

Nel dipinto troviamo, come già rilevato, la presenza di numerosi elementi biblici che qui riassumo: ☼ la giovane Maria adolescente ☼ il tempio ☼ la nube ☼ la stella di Giacobbe ☼ le 12 stelle ed elementi simbolici con valenza biblica: ☼ il giglio – la “Piena di Grazia” ☼ il fuso e la spola – la “Serva del Signore”

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del Vaticano II, pur risentendo ancora del linguaggio dell’epoca.

Cercherò di articolare la riflessione nei seguenti punti: 1) Il linguaggio delle litanie. 2) Linee teologiche presenti nelle litanie. 3) Rapporto litanie – dipinto. Avrei voluto far seguire un quarto punto – proposta di una nuova versione delle litanie – ma non ho potuto maturarla e ri-mane perciò una bozza che spero di curare in seguito.

Il linguaggio delle Litanie Soprattutto alla luce della teologia del post-concilio e del lin-guaggio popolare d’oggi, le litanie appaiono evidentemente ri-flesso della spiritualità ottocentesca, specialmente in alcune espressioni, piene di poesia e sentimento che rischiano di esse-re lette in chiave mariocentrica, poiché piuttosto incentrate sul-la lode a Maria senza sufficiente relatività al Cristo.

Esse presentano in maniera palese una forte valenza simbolica che attingono, del resto, dal dipinto che le ispira. Alcune ripeto-no gli stessi temi, anche se con sfumature di significato. Manca soprattutto il linguaggio biblico così presente, invece, nel dipin-to.

Linee teologiche presenti

Mi sembra che predomini la dimensione antropologica, cristo-logia ed escatologica della mariologia, come, mi pare, si evi-denzia dall’analisi precedente; e all’interno della dimensione cristologia la linea kenotica e pasquale della vita cristiana. Un po’ più deboli mi appaiono le linee storico-salvifiche ed ec-

clesiali, presenti, ma celate, quelle trinitaria e pneumatolo-20

Questa pienezza di grazia si traduce in Maria in capacità di discernimento dei valori veri, distinti dalle cose effimere e dal-la vanagloria (n.8). Una straordinaria luce e bellezza emana da Maria e dalla sua libertà dal male e dal peccato (n.10); pro-prio per la sua purezza e umiltà, essa diviene emblema della vera grandezza (n.13), che deriva dalla consapevolezza della sua creaturalità e che si esprime nel nascondimento e nell’interiorità (n.17), nella gioia del “Rallegrati, Maria”, che inonda il cuore non solo di Maria, ma anche di chi ne fa me-moria (n.18).

Maria è allora veramente ammirabile, come disse il papa Pio IX, perché partecipe del mistero bassezza- innalzamento dei giusti di Israele e, soprattutto, del figlio suo Gesù di cui è in-sieme madre e discepola (n.27). La sua modestia-grandezza è allora teofania di Dio che si rivela agli umili, ai piccoli, ai po-veri: “Il Signore è con te”.

2) Litanie che ruotano intorno al simbolo del fuso e della spola La n. 1, 4, 7, 11, 16, 20, 26, 28, 30.

Esprimono l’operosità femminile di Maria, che scaturisce da quella risposta pronta alla chiamata del Signore e l’autodefinirsi “serva del Signore”. “Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto”(LC.1,38).

Il servizio, già nell’A.T., è legato al culto della Parola, all’obbedienza fedele ad essa, nella disponibilità radicale di tutto l’essere a Dio. Così Maria s’inserisce nella storia della salvezza, tra coloro che, scelti da Dio per una missione, di-ventano strumento. Ma Maria riceve una missione unica: quel-la di accogliere il figlio di Dio e collaborare quale mediatrice e corredentrice. Questo nucleo di litanie sottolinea, infatti, questo potere-servizio di intercessione di Maria che prega

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per noi (n.1), che, con il suo amore materno, aiuta nel difficile cammino del quotidiano (n.4), che induce anche i peccatori più induriti a convertirsi (n.7),che vigila come madre piena di compassione per tutte le sofferenze. Lei, che ha sofferto con il Figlio e per il Figlio sulla croce, è capace di consolare, confortare e infonde-re forza e coraggio, speranza anche nelle prove più dure, per continuare il cammino della vita in dimensione pasquale (n.11, 16, 20 e 26). Maria, strumento di salvezza, diventa contempora-neamente il modello del salvato, il modello compiuto del disce-polo del Signore (n.1).

Il solo nome di Madre ammirabile dice le meraviglie del suo u-mile lavoro di filatrice e, quindi, diventa modello e memoria del-la fedeltà al dovere quotidiano, un richiamo alla responsabilità dell’”Ecce Ancilla” (n.28). 3) Litanie che ruotano intorno al simbolo del cestino e del libro La n. 6, 9, 12, 15, 23, 25.

Il riferimento biblico più evidente è quello di Luca sulla capaci-tà di Maria di “serbare nel suo cuore”. E’ l’attitudine sapienzia-le di Maria che l’evangelista pone , innanzitutto, nel contesto dell’adorazione dei pastori: “ E Maria, da parte sua, conservava tutte queste cose meditandole nel suo cuore” (Lc. 2,19). Il Cardi-nale C. M. Martini, nel suo libro su Maria, Libertà che si dona, traduce: “Al contrario, Maria tutte conservava queste parole”. Precisa che la particella avversativa al contrario sottolinea il silenzio di Maria rispetto alle acclamazioni, alle lodi, allo stu-pore degli altri. E “tutte rivela l’attenzione ad ogni particolare annotandolo, recependolo e ordinandolo interiormente”. 3

Conservava è il conservare il vino buono, è mettere in serbo qualcosa di prezioso per utilizzarlo poi al momento opportuno.

3 Cfr.C.M.Martini – LIBERTA’ CHE SI DONA – Centro Ambrosiano – 14

SECONDA PARTE Riflessione personale e critica

Premetto che l’analisi che ho presentato è solo una delle possi-bili piste da seguire ed anche per questo lavoro non ho trovato sufficiente materiale di commento.

Nella congregazione, di specifico sulle litanie possediamo solo un piccolo commentario, sotto forma di preghiera, che sviluppa in maniera un po’ ripetitiva il tema di ciascuna litania, arric-chendola però di un contenuto teologico che la semplice e-spressione laudativa non lascia sempre intravedere. Il commen-tario composto dalla Madre S. de Valon, Generale dal 1958 al 1967, invitata uditrice al Concilio Vaticano II, anche se risale al 1964, appare in molte litanie in sintonia con il pensiero

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Edizioni Piemme 1955, pag.114.

Queste parole è l’espressione pregnante per indicare sia le pa-role-oracoli, sul bambino, sia le parole-eventi o eventi significati-vi. E’ chiaro che Maria medita e contempla l’Evento di cui lei stessa è partecipe: il Figlio di Dio diventa Uomo, il Verbo di Dio si fa carne in lei, Parola per lei e per tutti gli uomini. Maria coglie gli Eventi; il suo meditare è symbàllousa, cioè, dalla stessa radi-ce di simbolo, mettere insieme, quindi soppesare, confrontare. Con questo termine Luca “puntualizza l’attività ermeneutica di Maria; esso significa appunto dare la retta spiegazione, indivi-duarne il giusto senso di un avvenimento o di una situazione che suscita meraviglia mista ad incomprensione”.4 E nel suo cuore: Maria medita con meraviglia l’Evento-Gesù. Non è solo un fatto intellettuale, ma coinvolgimento affettivo e totale dinnanzi al Mi-stero del Figlio. Più avanti Luca ripete l’espressione, anche se in un contesto diverso, ma con lo stesso significato: ”Sua Madre serbava tutte queste cose nel suo cuore” (Lc.2,51). Maria si pone con tutta se stessa di fronte al Mistero, anzi cerca di “entrarvi dentro”. L’icona di Mater rivela questa fondamentale attitudine della giovane vergine-madre, nel momento chiave della sua vita e del-la storia della salvezza, e ispira la lode appassionata a lei pro-prio per questa sua relazionalità a Lui, suo Figlio. E’ lei che, divenuta luogo dell’Evento dell’Incarnazione, insegna e guida a contemplarlo ed amarlo con sguardo ammirativo e a tradurre in amore la contemplazione (n.6), a conoscere nel senso sapien-ziale i segreti dell’Eucarestia e cogliere in lei il mistero di picco-lezza e grandezza, annientamento, nascondimento, glorificazio-ne e rivelazione, e a tradurre la contemplazione e l’amore in a-dorazione (n.9).

Contemplazione, amore, adorazione diventeranno in Maria pro-fonda e totale armonia, pace, serenità che si comunica e suona come invito a porre il nostro “tesoro”, che nessuno potrà mai 15

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4 Cfr.S.De Fiores – MARIA MADRE DI GESU’ – EDB 1992, pag.85.

toglierci, nella Parola Rivelata nel Figlio e dal Figlio Gesù (n.12). Da questa contemplazione può scaturire per noi una trasforma-zione interiore, una crescita spirituale che ci unisce e ci confor-ma alla pienezza del Cristo, nel suo dinamismo pasquale di morte e resurrezione e nella nostra consapevolezza di essere creature fragili, ma chiamate alla sua sequela e alla santità (n. 15 e 25). L’unica Parola di vita è Cristo Gesù e Maria è per noi memoria di questa realtà che, nell’universale apertura a tutti gli uomini, essa, come a Cana, continua a ripetere: “Fate quello che vi dirà” (Giov. 2,25), indicando a tutti così la via della Vita (n.23). Maria s’inserisce così in maniera sapienziale nel cammino stori-co salvifico che ha per centro Cristo e il suo Mistero Pasquale, di cui sono simbolo in alto, nel dipinto, la stella e la nube spaccata in due, richiamo alla stella di Giacobbe (Num.24,17) e alla stella del mattino (Ap. 2,28 e 22,16). 4) Litanie che ruotano intorno al simbolo delle 12 stelle La n. 19, 21, 24.

C’è poi qualche litania il cui riferimento biblico sembra ricondu-cibile alla donna vestita di sole con le 12 stelle dell’Apocalisse (Ap.12,1). E’ la dimensione escatologica presente nelle litanie do-ve Maria è lodata come anticipazione profetica della gioia finale del Regno, della pienezza di comunione dei Cieli nuovi e terra nuova (n.19), come ponte tra dio e l’uomo, fra il cielo e la terra, sintesi di tutto il Mistero di salvezza rivelato dal Figlio (n.21).

Mater Admirabilis suscita, allora, in chi la guarda, il desiderio, la nostalgia del cielo, nell’attesa di questo mondo nuovo che por-tiamo dentro (n.24). Non è solo il segno delle 12 stelle, ma è tutto

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l’atteggiamento dell’immagine, di ascolto e interiorizzazione, che, riferendosi ad un “momento di attesa”, diventa paradigma di quell’attesa escatologica che ci fa ripetere: “Lo Spirito e la Sposa dicono vieni e chi ascolta ripeta vieni “ (Ap. 22,17). 5) Litanie che si riferiscono a tutto l’insieme La n. 14, 22, 29.

Rivelano tutta la tenerezza e la forza della devozione, della re-lazione affettiva a Maria e sintetizzano le lodi di cui essa è de-gna: ☼ Madre Ammirabile, vicino alla quale si vorrebbe sempre

rimanere. ☼ Madre Ammirabile, il cui ricordo riposa il cuore. ☼ Madre Ammirabile, che da lungo tempo hai rivelato quanto

questo titolo ti sia caro.

Il fascino umano e soprannaturale dell’immagine dimostrano, in conclusione, che il titolo di ammirabile non è legato alle qualità umane e soprannaturali di Maria quanto all’Autore che ha ispirato l’immagine di Lei, nella quale e con la quale ha ope-rato meraviglie nella storia della Salvezza. Potremmo allora tradurre: “Madre Ammirabile perché Dio è Ammirabile in te e perché tu sei ammirante di Dio”.

La teologia riflessa in queste litanie e sviluppata nella tradizio-ne della Chiesa si riconduce a quella dell’Immacolata Conce-zione, del Cuore Immacolato di Maria, di Maria Mediatrice e Modello del cristiano e, in parte, alla devozione di Nostra Si-gnora dei sette dolori, leggibile in alcune espressioni litaniche lauretane riguardanti Maria consolatrice delle ferite, difficoltà, sacrifici, doveri quotidiani, e relative ad alcune litanie laureta-ne quali “Salute degli infermi “, Rifugio dei peccatori, Consola-trice degli afflitti.

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