Marzo2Ol4Focus - brainrefreshlab.it · basa I'arte del mentalismo. Innanzitut-to forzare: consiste...

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Gabry

Marzo2Ol4Focus 117

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Chi è il mentalista?Non è certo lîomo

dell'impossibilema solo l'artista

dello straordinario

dio", negliAnni'70, con il successo di UriGeller, che rivoluzionò il mentalismo,I'accento si spostò sulla parapsicologia ele capacità Esp (percezioni extrasenso-riali). Oggi che i fenomeni paranormalihanno perso credibilità, non essendomai stato possibile accertarli in condi-zioni tali da escludere trucchi, il pubbli-co non ci crederebbe piir e così nessunopiu li cita. Così, per apparire credibili, imentalisti condiscono i loro spettacolicon riferimenti ai messaggi subliminalio alla Pnl (programmazione neurolin-guistica): è una disciplina molto contro-versa che si fonda sull'idea che sarebbepossibile influire sul comportamento diuna persona tramite la manipolazionedei suoi processi neurologici grazie a unuso particolare del linguaggio>.In altre parole, il mentalista oggi non èpiir l'uomo dell'impossibile ma l'uomodello straordinario. Non fa piùr affer-mazioni difficili da credere, che met-terebbero lo spettatore sulla difensiva.Piuttosto, sostiene di utilizzare capacitàche potrebbero anche essere vere, Rac-conta Francesco Tesei: <Un esempio dimentalismo? Un uso preciso delle pa-role. Se utilizzate nel modo opportuno,hanno la capacità di indurre certe scelte.Provate il gioco di carte illustrato in altoa destra che è un piccolo esempio dellecose che faccio>. Continua Tesei: <Certo,non sono solo le parole a condizionare Ie

scelte, quella è solo una forma di misdi-rectíon, depistaggio insomma. Credocomunque che si possa dimostrare benecome, sfruttando certi meccanismi delcervello, si riesca a creare esibizioni stu-pefacenti>. Per esempio, il fatto che lanostra attenzione ha forti limiti e ci portaa notare solo i dettagli che ci interessano..È quello che cerco di fare nei miei spet-tacoli. Tuttavia, non affermo di compieremiracoli né di avere chissà quali poteri>conclude Tesei. <Ma è anche vero, comediceva lo psichiatra Milton Erickson, cheognuno dinoi è molto pirìdi ciò chepensadi essere e sa molto dipiu di ciò che pensadi sapere>.

FORTI PERSONALITÀ. Nel mentalismola verità è sempre molto sfuggente. ,,Èvero> dice Derren Brown, uno dei pirì fa-mosi mentalisti contemporanei: <spessonon sono sincero nel parlare delle mietecniche, ma lo sono sul fatto di esseredisonesto. Lo dico prima di ogni spet-tacolo: "Io mescolo magia, suggestione,psicologia, inganno e istrionismo". Am-metto senza problemi di barare, fa partedel gioco. E unpo'del divertimento perlospettatore staproprio nel non sapere checosa è vero e che cosa non lo è>.Non si tratta però di un'arte alìa porta-ta di tutti. Occorre una forte personali-tà e saper recitare. Infatti i veri maestrisi contano sulle dita di una mano. Traquesti I'americano Max Maven, che hatrasformato se stesso, anche nell'aspettofisico, in un essere quasi ai confini della

SCACCO AL RE. Tesei (asinistra) con il Gran Maestrodi scacchi Sabino Brunellodurante una puntatade ll mentalista,Si esibisce anche a teatrocon Mind Juggler.

La sfidaSTATE AL GIOCO. FrancescoTesei vi sfida. Osservate le 6 cartequi sotto, non fate scorrere losguardo, memorizzatene solo una.

favete fatto? Bene, adesso andatealla pagina di fine servizio e vedreteche la carta da voi fissata non c'èpiù. Ueffetto è sorprendente.

realtà. Ventiquattr'ore al giorno, Ma-ven si veste di nero e porta un taglio dicapelli assolutamente originale che gliconferisce un aspetto mefistofelico. <Adifferenza di ciò che awiene per il clas-sico prestigiatore, con il mentalismo sideve creare la sensazione che ciò a cui sista per assistere potrebbe appartenerea qualche strana dimensione. Nessunocrede dawero che David Copperfield ta-gli le sue assistenti in due, molti invecepotrebbero pensare che un mentalistapossa intuire i pensieri altrui>.

così fl INGANNo. Ma come fa il mentali-sta a creare questa illusione? Per Mavensono in sostanza tre Ie tecniche su cui sibasa I'arte del mentalismo. Innanzitut-to forzare: consiste nel manipolare unospettatore a dire, fare o pensare qualco-sa che sembra una libera scelta, ma è inrealtà una scelta condizionata. Poi ruba-re: nel senso di ottenere tramite qualchesotterfugio informazioni. Infine, ma-nipolare i fatti: per esempio, mostraredi avere previsto in anticipo qualcosa,quando in realtà la "previsione" è statarealizzata solo dopo che l'informazionein questione è stata ottenuta. Un altroprincipio basilare consiste nel fare inmodo che il mentalista si trovi sempre >

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118 | Focus Marzo2014

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LA MAGIA? UNA SCIENZA.Sopra, il mentalista ingleseDerren Brown e, a sinistra,Martin Gardner, scienziato eillusionista, grande espertodi giochi matematici.

e di porre il dito sul 3 di fiori. Owiamen-te, nessuno può sapere dove sia, quindilo spettatore tocca una carta a caso. IImentalista la guarda e Ia mette da partesenza dire niente. Chiede poi a un altrodi trovare il 7 di picche, e quello toccaun'altra carta a caso che il mentalistaguarda e mette via. Infine, ci prova lui edice che troverà il fante di cuori. Quandopoi mostra l'identità delle tre carte scel-te si vedrà che sono proprio quelle cheaveva detto lui in anticipo. Il segreto?L'artista conosce, prima di cominciare,l'identità di una carta, in questo caso sadovè il 3 di fiori. Può per esempio averlamessa in cima al mazzo e poi, quando losparpaglia, la sistema in un punto dovela può riconoscere facilmente. Così, alprimo spettatore suggerisce di prendereil 3 di fiori, quello indica una carta a caso,il mentalista non la fa vedere a nessunoma la guarda, come per accertarsi se haindovinato. Invece, prende nota men-talmente di che carta è (per esempio il7 di picche) e allo spettatore che vienedopo chiederà di trovare proprio quellacarta. Quello, invece, toccherà un'altra

LA VERIÀ NELLE PUPILLE

Sì o no? Una recente ricerca, condottada un gruppo di studiosi dell'Universítàdi Amsterdam e pubblicata online suProceedings of the National Academyof Sclences, potrebbe fornire aimentalisti uno strumento in più per"leggere" nella mente degli interlocutori.I ricercatori hanno dimostrato di poteranticipare la risposta affermativa onegativa a una domanda osservando gliocchi dei soggetti sotto esperimento.Nelle persone che stanno perrispondere sì, infatti, le pupille siallargano di più rispetto alle pupille deisoggetti che diranno no. Tutto awienenei pochi istanti che precedono larisposta, mentre si sta prendendo ladecisione. La scoperta potrebberivelarsi utile negli studi di psicologiaper individuare pregiudizi o incertezzenei soggetti sottoposti ai test.

carta (per esempio il fante di cuori), mail mentalista quando la guarda finge chesia quella giusta. A questo punto, per ri-solvere il gioco, non gli resta che annun-ciare che troverà il fante di cuori e pun-tare il dito sulla carta di cui conosce lavera identità, owero il 3 di fiori. Quandovolterà le tre carte dovrà solo mescolarleprima di mostrarle per evitare che qual-cuno riconosca lbrdine in cui sono statetolte dal mazzo>.

LUOGI{I COMUNI. Qualche volta il men-talista fa anche buon uso di certi luoghicomuni. Invitacioè qualcuno apensare aqualcosa di specifico, per esempio un nu-mero o un animale,lo spettatore crede diavere un'ampia scelta ma in realtà non sache questa è molto limitata. <Per esem-pio> dice Maven <se io vi chiedessi ades-so di pensare a un numero dispari da unoadieci, auncolore, al nome di un musici-sta di opere liriche e a un fiore, sono cer-to che molti di voi risponderanno: 7, ros-so, GiuseppeVerdie rosa. E risponderestecosì perché in genere sono quelli a cui sipensa per primi>. Non sarà magia, ma Iospettacolo è assicurato. OMassimo Polidoro

I mentalistisfudiano

come raglonail nostro

cervello ene sfruttanole debolezze

un passo avanti rispetto agli spettatori,in modo da sapere in anticipo qualcosache saràrivelato in seguito come fosse ungrande portento.<Un esempio classico è quello in cui ilmentalista stende rtn mazzo di carte,a faccia in giu> spiega Tesei. <Quindi,chiede a uno spettatore di concentrarsi

La soluzione

Chi non avesse capito comefunziona, confronti le carte diquesta pagina con quelleprecedenti. Queste sono tuttediverse, anche se somigliano alleprime. Si ha la sensazione chemanchi proprio quella pensata.ln realtà mancano tutte,

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