Marzo 2010

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anno XVI n. 3 - marzo 2010 Registrazione del Tribunale di Napoli n° 5185 del 26 gennaio 2001 SEGNI DEI TEMPI www.segnideitempi.it Nel 1970 il bradisismo e lo sgombero del Rione Terra. Dal 1982 un manufatto di cemento al posto di “Vicienzo ‘a Mmare” IL LUNGOMARE LIBERATO L’ecomostro di Pozzuoli sarà demolito. Intanto si aspetta il recupero completo dell’acropoli R ecupereremo il lungomare fin sotto l’acropoli del Rione Ter- ra, ma prima dobbiamo abbattere questo ecomostro di via Napoli, che da decenni deturpa lo stupen- do panorama sul golfo di Pozzuoli». Una frase ad effetto, pronunciata dal governatore della Campania nel giorno dell’inaugurazione uffi- ciale del nuovo lungomare “Sandro Pertini” di via Napoli, sviluppando il progetto dell’architetto Pasquale Manduca. Accanto al presidente della Regione, quel giorno dello scorso giugno, c’era il sindaco di Pozzuoli che mostrò subito la pro- pria determinazione nell’abbattere quel manufatto che nelle intenzioni doveva essere il ristorante “Vicienzo ‘a Mmare”, ma che è rimasto uno scheletro di cemento e pilastri su un lungomare tra i più belli e suggestivi dell’intera Campania. Dopo sette mesi Regione e Comune si sono incontrati di nuovo: all’or- dine del giorno lo stanziamento di due milioni e mezzo di euro per de- molire l’ecomostro di via Napoli e riqualificare l’intera linea del litorale che da via Napoli arriverà così - sen- za soluzione di continuità - ai piedi dell’acropoli del rinato Rione Terra. (continua a pag. 3) Nello Mazzone Celebrare Pergolesi per conoscerlo davvero Incubatori di impresa L’addio a monsignor Imbò A Bagnoli e a Pozzuoli ci sono spazi attrezzati per aiutare a cre- scere le giovani aziende. A Città della Scienza il migliore pro- gramma autogestito europeo Pag. 4 - 5 Fu segretario del cardinale Ca- staldo e memoria storica della diocesi di Pozzuoli: nel ricordo del vescovo Pascarella una rifles- sione sulla missione sacerdotale Pag. 9 Anche Pozzuoli ricorda il grande musicista del ‘700. Un evento della Nemea con Alessandro Migliaccio Pag. 2 Pozzuoli, nei parchi condo- miniali scatta l’esperimento della differenziata: cittadini più responsabili Pag. 15 Raccolta porta a porta per il riciclaggio Dai caldi paesi del Sud del mondo alle fumanti tazzine dei napoletani passando per il carcere femminile di Poz- zuoli. È nato il caffè “Lazza- relle” prodotto direttamente nella Casa circondariale fle- grea. I chicchi provenienti da paesi come Brasile, Costa Rica, Colombia, Guatemala, India e Uganda vengono to- stati artigianalmente e con- fezionati da dieci detenute. È un caffè dall’inequivoca- bile sapore equo e solidale confezionato in uno spazio attrezzato dell’istituto pe- nitenziario di via Pergolesi. Un esperimento che mette insieme economia solidale e volontà di emancipazione delle donne recluse. A rea- lizzare il progetto “Chicco Solidale” – con un budget di 215 mila euro - è il Mi- nistero di Grazia e Giustizia insieme alla Regione Cam- pania con la collaborazione di una rete di associazioni e cooperative napoletane. Le donne – scelte tra coloro che hanno i requisiti previsti dalla legge sulla detenzione e che hanno manifestato la loro disponibilità – hanno già partecipato a un corso di formazione e già stanno pro- ducendo i primi pacchetti. (continua a pag. 11) Ciro Biondi Il caffè del carcere? È più “buono” Un progetto equo e solidale che sta coinvolgendo dieci detenute a Pozzuoli Il manufatto in cemento armato sul lungomare sottostante il Rione Terra (foto di Luca Scognamiglio) Il manufatto in cemento armato sul lungomare sottostante il Rione Terra (foto di Luca Scognamiglio)

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Segni dei Tempi, testata di attualità sociale, culturale e religiosa

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anno XVIn. 3 - marzo 2010

Registrazione del Tribunale di Napoli n° 5185 del 26 gennaio 2001SEGNI DEI TEMPI

www.segnideitempi.it

Nel 1970 il bradisismo e lo sgombero del Rione Terra. Dal 1982 un manufatto di cemento al posto di “Vicienzo ‘a Mmare”

IL LUNGOMARE LIBERATO L’ecomostro di Pozzuoli sarà demolito. Intanto si aspetta il recupero completo dell’acropoliRecupereremo il lungomare fin

sotto l’acropoli del Rione Ter-ra, ma prima dobbiamo abbattere questo ecomostro di via Napoli, che da decenni deturpa lo stupen-do panorama sul golfo di Pozzuoli». Una frase ad effetto, pronunciata dal governatore della Campania nel giorno dell’inaugurazione uffi-ciale del nuovo lungomare “Sandro Pertini” di via Napoli, sviluppando il progetto dell’architetto Pasquale Manduca. Accanto al presidente della Regione, quel giorno dello scorso giugno, c’era il sindaco di Pozzuoli che mostrò subito la pro-pria determinazione nell’abbattere quel manufatto che nelle intenzioni doveva essere il ristorante “Vicienzo ‘a Mmare”, ma che è rimasto uno scheletro di cemento e pilastri su un lungomare tra i più belli e suggestivi dell’intera Campania. Dopo sette mesi Regione e Comune si sono incontrati di nuovo: all’or-dine del giorno lo stanziamento di due milioni e mezzo di euro per de-molire l’ecomostro di via Napoli e riqualificare l’intera linea del litorale che da via Napoli arriverà così - sen-za soluzione di continuità - ai piedi dell’acropoli del rinato Rione Terra. (continua a pag. 3)

Nello Mazzone

Celebrare Pergolesiper conoscerlo davvero

Incubatori di impresa L’addio a monsignor ImbòA Bagnoli e a Pozzuoli ci sono spazi attrezzati per aiutare a cre-scere le giovani aziende. A Città della Scienza il migliore pro-gramma autogestito europeo

Pag. 4 - 5

Fu segretario del cardinale Ca-staldo e memoria storica della diocesi di Pozzuoli: nel ricordo del vescovo Pascarella una rifles-sione sulla missione sacerdotale

Pag. 9

Anche Pozzuoli ricorda il grande musicista del ‘700. Un evento della Nemea con Alessandro Migliaccio

Pag. 2

Pozzuoli, nei parchi condo-miniali scatta l’esperimento della differenziata: cittadini più responsabili

Pag. 15

Raccolta porta a portaper il riciclaggio

Dai caldi paesi del Sud del mondo alle fumanti tazzine dei napoletani passando per il carcere femminile di Poz-zuoli. È nato il caffè “Lazza-relle” prodotto direttamente nella Casa circondariale fle-grea. I chicchi provenienti da paesi come Brasile, Costa Rica, Colombia, Guatemala, India e Uganda vengono to-stati artigianalmente e con-fezionati da dieci detenute. È un caffè dall’inequivoca-bile sapore equo e solidale confezionato in uno spazio attrezzato dell’istituto pe-nitenziario di via Pergolesi. Un esperimento che mette insieme economia solidale

e volontà di emancipazione delle donne recluse. A rea-lizzare il progetto “Chicco Solidale” – con un budget di 215 mila euro - è il Mi-nistero di Grazia e Giustizia insieme alla Regione Cam-pania con la collaborazione di una rete di associazioni e cooperative napoletane. Le donne – scelte tra coloro che hanno i requisiti previsti dalla legge sulla detenzione e che hanno manifestato la loro disponibilità – hanno già partecipato a un corso di formazione e già stanno pro-ducendo i primi pacchetti. (continua a pag. 11)

Ciro Biondi

Il caffè del carcere? È più “buono”Un progetto equo e solidale che sta coinvolgendo dieci detenute a Pozzuoli

Il manufatto in cemento armato sul lungomare sottostante il Rione Terra (foto di Luca Scognamiglio)Il manufatto in cemento armato sul lungomare sottostante il Rione Terra (foto di Luca Scognamiglio)

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Il Rione Terra celebra i 300 anni di PergolesiDalla sua musica un invito a riflettere sull’arte

Giaceva supino, alto la testa su-gli origlieri, respirava affannato,

l’occhio aveva incerto e semispento, nondimeno il tenea verso la immagi-ne della Vergine addolorata, stringeva nella destra il crocifisso, che spesso si recava alle labbra per baciarlo, con fil di voce percettibile appena venia ri-petendo QUANDO CORPUS MO-RIETUR con quel che segue in tutta la strofa; dopo un gran sospiro abban-donò la testa verso la destra spalla. Le labbra alabastrine, la bocca semiaper-ta, le narici affilate, una lagrima cri-stallina che gli cadea dall’occhio giù per la gota significarono all’assistente sacerdote e ad altri presenti che il Per-golesi era morto: intonarono su di lui il Deprofundis, e non mancò chi gli prestasse il pietoso ufficio di chiuder-gli la bocca e gli occhi. Egli che avea musicato l’ineffabil dolore della madre divina, morì nel terzo venerdì di mar-zo, che ad una con gli antecedenti e susseguenti la pietà de’ fedeli consacra all’Addolorata…». Con queste parole Giovanni Annibaldi descriveva, nel 1890, la morte di Giovan Battista Per-golesi avvenuta a Pozzuoli il 16 marzo 1736, a soli ventisei anni. Era nato in-fatti a Jesi, nelle Marche, il 4 gennaio 1710.Si celebra dunque quest’anno il terzo centenario della nascita del celebre musicista e tale ricorrenza non può – e non deve – passare inosservata. È vero che su nessun musicista italiano di quell’epoca, se si eccettuano Arcan-gelo Corelli (1653–1713) e Giovanni Pierluigi da Palestrina (1525–1594), si è incentrato un interesse così duraturo ed approfondito ma è pur vero che la sua figura è stata oggetto di un pro-cesso di mitizzazione e idealizzazione che ha fatto rapidamente perdere di vista i caratteri eccezionali che fanno

del Pergolesi – malgrado la scomparsa assolutamente prematura – una delle figure fondamentali della cultura mu-sicale italiana.È stato detto che il Pergolesi fu il com-positore che meglio seppe interpretare la nuova drammaturgia nata dal mo-dello melodrammatico inventato da Pietro Metastasio (1698–1782). È stato pure affermato che la sua musica supera gli schemi tardo barocchi così cari ad un altro genio della musica operoso in quello scorcio di secolo, Alessandro Scarlatti (1660–1725), e si oppone alla degenerazione degli abusi introdotti dai virtuosi – tanto cantanti quanto musicisti – alla costante ricer-ca del colpo ad effetto e della partitura mirabile e stupefacente. Tuttavia non è stato ancora del tutto chiarito quanto Pergolesi abbia creato ex novo e quan-to invece abbia portato a maturazione un processo iniziato già prima della sua apparizione sulla scena nelle due grandi capitali della cultura musicale dell’epoca: Venezia e Napoli. Infine è stato autorevolmente sostenuto che Pergolesi fu il primo compositore in assoluto a concepire la musica come immediato specchio della natura ma, se si eccettuano pochi esempi – peral-tro di eccellente fattura, dovuto mol-to spesso al genio artistico di Roberto De Simone – questo aspetto del suo repertorio viene troppo spesso lasciato in secondo piano, privilegiando at-mosfere e accenti più convenzionali e stereotipati.Pergolesi è stato ininterrottamente – ma soprattutto in epoca romantica – al centro dell’interesse di numerosi scrittori. Il suo sventurato destino, la sua morte desolata hanno stimolato numerose composizioni e, come spes-so accade, alla storia è subentrato il mito e la fantasia.La leggenda dell’amore disperato per la nobildonna napoletana Maria Spi-nelli e la successiva monacazione di costei nel chiostro di santa Chiara, la morte della giovinetta, avvenuta l’11 marzo 1735, giusto un anno prima di quella del compositore jesino, ha fi-nito per gettare una luce fantastica e irrazionale sul catalogo delle opere del Pergolesi, mentre va ribadito con forza che la musica del nostro autore non riflette la sua vicenda biografica, non è da essa condizionata e nemmeno dà ad essa una spiegazione ed una inter-pretazione.Chissà che queste celebrazioni non costituiscano l’occasione propizia per una riconsiderazione delle problema-

tiche cui si è velocemente accennato e sgomberare finalmente il campo da tutte le leggende e le sovrastrutture mitologiche accumulatesi nel corso del tempo. È l’occasione giusta per riflettere sulla grandezza dello Spirito

umano e sulle altezze cui esso è capa-ce di ascendere, quando è sostenuto da purezza di pensiero e larghezza d’ani-mo: non sono forse queste le qualità di cui abbiamo oggi più bisogno e che dovremmo andare incessantemente ri-cercando?

Ci auguriamo che Jesi e Pozzuoli, la città natale e quella in cui il Pergolesi trascorse gli ultimi giorni della sua vita e in cui fu sepolto - seppure nella fossa comune della Cattedrale, destinata ai poveri e agli stranieri - sappiano ce-

lebrare tale evento con cerimonie ed eventi adeguati e solenni. Ai puteolani ci sembra sia riservato il compito di illustrare in maniera critica le vicende biografiche del musicista ed illustrarne il ruolo nel panorama napoletano.

Alessandro Migliaccio

PRIMO PIANOSEGNI FLEGREI

2marzo 2010

Nel mese di febbraio, nella sala del Museo virtuale diocesano l'associa-zione Nemea, attraverso immagini e ricostruzioni storiche curate dal professor Alessandro Migliaccio, ha proposto alcuni aspetti inediti della vita di Giovanni Battista Pergolesi. All’evento, organizzato in sinergia con il Centro diocesano per la pa-storale della cultura, erano presenti il vescovo monsignor Gennaro Pascarella e l’assessore alla cultura del Comune di Pozzuoli, Maria Laura D’Amore.

Direttore Responsabile: Salvatore MannaDirettore Editoriale: Carlo LettieriRedazione: Paolo Auricchio, Pino Natale, Ciro Biondi, Armando PatiernoCollaborano: Maddalena Annigliato, Ida Artiaco,Vincenzo Boccardi, Valentina Cavaliere, Fabio Cutolo, Eugenio d'Accardi, Gaetano Lombardi, Nello Mazzone, Maria Rosaria Merone, Giovanni Moio, Alessan-dro Napolitano, Gianni Palmers, Raffaela Pingi, Angelo VolpeSegni dei Tempi on-line: Riccardo Lettieri - Francesco Schiano di Cola (portale)Grafica e impaginazione: Ciro Biondi, Luca Scognamiglio (ZendoADV.com)Fotografie: Redazione Segni dei Tempi Stampa delle 4.000 copie: ATTENZIONEPubblicità e amministrazione: coop. Ifocs

Mensile della Diocesi di Pozzuoli, realizzato presso il Centro Studi per il Volontariato - Caritas diocesana, grazie alle collaborazioni gratuite ed all’utilizzo dei contributi giunti da: “otto per mille” e privati.Registrazione del Tribunale di Napoli n° 5185 del 26 gennaio 2001

Redazione c/o Centro Studi per il Volontariato Via N. Fasano, 9 - 80078 Pozzuoli (NA) telefax 081.853.06.26 - 393.586.19.41 - e-mail: [email protected]

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anno XVI - n. 3 - marzo 2010

Associato all’USPI

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Associato alla Fisc

SEGNI DEI TEMPI

GUSTAVO NACCIARONE, 1890Le ultime ore di Giovan Battista Pergolesiolio su tela; cm 64 X 106Napoli, Museo Nazionale di San Martino

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SEGNI FLEGREI

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PRIMO PIANO

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(segue dalla prima pagina)

Ventotto anni di polemiche, pe-tizioni, lotte ambientaliste e de-

nunce dello scempio ambientale. Tut-to spazzato da un accordo-quadro che punta ad uno nuovo step del progetto di rilancio dell’intero comparto Rio-ne Terra-Porto. L’annuncio ufficiale avverrà presto, ma il sindaco ha otte-nuto il via libera allo stanziamento dei fondi regionali, che serviranno a rida-re fiato a quanti, in tutti questi lun-ghissimi 28 anni, avevano più volte chiesto di cancellare dal panorama di Pozzuoli quel pugno nell’occhio rima-sto cantiere aperto per troppo tempo. Una storia singolare, quella di “Vi-cienzo ‘a Mmare”. Tutto comincia nel 1982, quando fu aperto ufficialmente il cantiere edile e furono avviati i la-vori, sulla base della regolare licenza edilizia rilasciata dall’Ufficio tecnico comunale di Pozzuoli ai richiedenti, che erano Antonio Pietropaolo, Giu-seppina Buzzurro ed Elena Razzino. Un progetto regolare e pienamente legittimo. Presto, però, i lavori si are-narono: complici la terra ballerina dei Campi Flegrei e l'ondata di scosse bra-disismiche, ma colpa anche di questio-ni burocratiche. Tutto restò bloccato, quasi come se i lavori di realizzazione si fossero “congelati”, lasciando il lun-gomare deturpato da quell’accenno di struttura turistica. Pozzuoli, 28 anni dopo, cambia volto. Almeno ci prova, puntando sul rinno-vato concetto di recupero della costa e delle sue incomparabili bellezze. I due

milioni e mezzo di euro della Regio-ne, così, serviranno per gli espropri e gli abbattimenti. «In due mesi dall’avvio dell’abbat-timento del secondo e terzo piano dell’ecomostro – spiega il sindaco - ci sarà il prolungamento della passeggia-ta del nuovo lungomare fino al por-ticciolo-darsena sotto il Rione Terra e un parcheggio a raso da 250 posti auto, che sarà la zona di sosta per i bus dei turisti diretti all’acropoli e al Duo-mo del Rione Terra. Il pianterreno dell’edificio, invece, sarà trasformato in bar-caffetteria, book-shop e area giochi». Una bonifica del territorio che è, insieme, riappropriazione di un luogo rimasto per troppi anni un “non-luogo”, sospeso tra il degrado e la bellezza. Oltre 5mila metri cubi di cemento tra il lungomare e l’acropoli di Pozzuoli finiti più volte nel mirino della procura. Come il Fuenti di Vie-tri sul Mare e il complesso Alimuri, sulla costiera sorrentina. Capitoli di una lunga storia. Sfondo di una vicenda che trova fi-nalmente la sua positiva conclusione, con il recupero in chiave moderna e funzionale di una struttura ormai fati-scente. Il Duomo del Rione Terra che risorge dalle proprie ceneri e il lungo-mare che cancella quella ferita impres-sa sul suo volto. A 40 anni dall’esodo del Rione Terra per il bradisismo (2 marzo 1970), Pozzuoli volta pagina e riparte dal mare e dall’acropoli. Il suo cuore pulsante, fin dalla notte dei tempi.

Nello Mazzone

La bonifica del lungomareSi riparte dal Rione Terra

L'ospizio dei Cappuccini e (sotto) il ristorante Matacena.Dal sito del comune di Pozzuoli

C’era una volta a Pozzuoli – e non c’è più – un ospizio dei Cappuccini, che i frati del conven-to della Solfatara utilizzavano come residen-za stagionale, d’estate; vi erano ospitati anche stranieri venuti per le cure termali. Si trovava sulla spiaggia sottostante il Rione Terra, dal lato della strada per Napoli, e in quel secolo, il Seicento, la zona circostante veniva chiamata Bucciarìa perché vi si macellavano le vacche. Di fronte si trovava un altro convento, quello dei Domenicani di Gesù e Maria con la chiesa di San Vincenzo, attualmente con ingresso su via Matteotti. Il bradisismo intanto cambiava la linea di costa e già a metà Settecento l’ospi-zio appariva circondato per tre lati dal mare. E proprio l’effetto combinato di abbassamento ed erosione marina portò all’abbandono del con-vento a metà dell’Ottocento. La struttura ormai diruta passò al Demanio e fu acquistata da un imprenditore che voleva farne un centro di al-levamento ittico. Tuttavia nel 1883 l’edificio, o meglio quel che ne restava, fu trasformato in ristorante. Da Napoli venne Gennaro Polisano, nipote di Pietro, l’inventore della prima trat-toria ferroviaria d’Italia (inaugurata nel 1839 alla stazione del Granatello in occasione della nascita della Napoli-Portici). E anche Genna-

ro, sulle orme del nonno Pietro, fu un pioniere della cucina “turistica”, perché nell’antico con-vento, collegato alla terraferma da una sottile lingua di terra, creò uno dei più celebrati risto-ranti del Golfo, ovviamente specializzato nella gastronomia a base di pesce che veniva allevato nel vivaio sottostante le arcate del complesso, dunque direttamente in mare. Anzi, la vecchia struttura finì per essere adibita solo a vivaio di murene (come ai tempi degli imperatori roma-ni) e di altri pesci mentre Gennaro Polisano si trasferiva in un piccolo palazzo di via Napoli (nel tratto che oggi è via Matteotti). Studiò e rielaborò la cucina francese ma non abbandonò la tradizione napoletana: inventò i “cannoni Armstrong” - i… cannelloni, dal nome del-la fabbrica puteolana di armi che in seguito si trasformò nella Sofer - e si specializzò nella zuppa di mare (con molluschi e filetti di pe-sce senza spine), non trascurando la pasticceria con la preparazione di una prelibatissima pa-stiera pasquale, fino a meritarsi la definizione di “vero Lucullo moderno”. Famoso all’estero e ingaggiato ogni volta che occorreva realizza-re un pranzo importante, per esempio per la famiglia reale, Polisano fu anche il mecenate che contribuì a far nascere il teatro Sacchini a

Pozzuoli nel 1906, due anni prima della sua morte. La destinazione a ristorante del vecchio ospizio comunque continuò per gran parte del Novecento, con vari cambi di gestione: rilevan-te quella di Matacena, che caratterizzò la trat-toria con la passerella di legno che scavalcava il mare, in anni in cui Pozzuoli era frequentata per le cure termali e per la tradizione di buona gastronomia, “missione” che continuò con “Vi-cienzo ‘a Mmare”, ovvero il famosissimo Vin-cenzo Maiorano i cui eredi dopo l’abbandono nel 1972 per effetto del bradisismo tentarono di far rinascere dalle ceneri l’antico ospizio. Ma, pur con le debite autorizzazioni, ne venne fuori l’orribile struttura di cemento armato. E per rivedere cos’era quel ristorante non ci restano che le immagini d’epoca, come quelle di “Pro-cesso alla città”, il film con Amedeo Nazzari (1952, regia di Luigi Zampa) che immortalò uno storico pranzo di camorra e la battaglia di un coraggioso magistrato. Mentre tra le curiosi-tà va annoverata anche l’interrogazione parla-mentare del 24 novembre 1959 con la quale il deputato Clemente Maglietta chiedeva perché mai la Questura di Napoli impedisse di fittare il locale per le riunioni sindacali.

Anastasia Manna

Dall’ospizio dei Cappuccini al tempio della gastronomia

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TERRITORIO

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SEGNI FLEGREI

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Invitalia è l’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo svi-luppo d’impresa: opera per cogliere e valorizzare le vocazioni e le potenzia-lità del Sistema Territoriale Campano, lavorando in sinergia con le istituzioni e le amministrazioni locali. La società - risultato della fusione per incorpo-razione di Sviluppo Italia Campania in Cisi Campania - ha raccolto l'espe-rienza e le competenze di entrambe le società nei servizi a sostegno dello sviluppo territoriale, nella creazione e sviluppo delle piccole e medie imprese e nell'assistenza tecnica alla Pubblica Amministrazione anche attraverso la gestione di fondi comunitari, nazionali e regionali. Sviluppo Italia Campania è attiva in diversi ambiti di intervento come la creazione d’impresa (gestione agevolazioni), lo sviluppo territoriale (consulenza e assistenza tecnica per le istituzioni) e due incubatori uno sito a Pozzuoli e l’altro nell’area ASI di Mar-cianise, questo ultimo da poco diven-tato anche sede legale e operativa di Sviluppo Italia Campania. E’ pronto

un terzo incubatore sito nella zona industriale di Pontecagnano, Fuorni, Salerno. Tra le attività svolte si sottoli-nea l’appoggio alla Regione Campania nella organizzazione e messa a punto del progetto “Reddito di Cittadinan-za”, la collaborazione con la Provincia di Napoli per la realizzazione di un processo di riqualificazione dei servi-zi erogati dai Centri per l’Impiego, la progettazione, per l’Amministrazione comunale di Napoli, di un percorso formativo rivolto ai “Disoccupati di lunga durata”. Sempre con il comune di Napoli si segnala il progetto, aggiu-dicato in ATI con Città della Scienza, denominato “Casa della Socialità”. Il “Cuore” del progetto è rappresentato dalla creazione e gestione di un Incu-batore di imprese (Piazza telematica nel quartiere di Scampia) per acco-gliere venti aziende femminili. Svi-luppo Italia Campania è impegnata a sostenere la nascita di nuove imprese innovative e sempre più a supporto dei settori strategici.

v. c.

La scheda di Invitalia

«Non diamo soldi, ma aiutiamo le imprese a crescere»All’Incubatore dei Campi Flegrei il 90% ce l’ha fattaCreare un’impresa è un’im-

presa. Non è un gioco di parole. Ma è la realtà in un si-stema economico difficile reso ancora più spinoso dalle leggi e dalle competenze necessarie per iniziare prima ancora di conquistare il mercato. Ecco perché sono nati gli incubato-ri d’impresa. Si tratta di spazi attrezzati che offrono servizi alle imprese. «Tra gli incubatori più antichi in Italia ci sono quelli di Poz-zuoli e di Marcianise – spiega Antonio Arcese, dirigente di Invitalia, amministratore uni-co di Sviluppo Italia Campa-nia – che sono nati negli anni ’70. e per prima è stata una società, la Spi, che era con-trollata dal Gruppo Iri. Ades-so tutto gestito da Sviluppo Italia, attualmente Invitalia. La Spi creò una società per

ognuno degli incubatori pro-prio per aiutare la nascita di imprese nel Meridione. La lo-gica è sempre la stessa: creare un ambiente protetto per lo start up, l’inizio, dell’attività dell’impresa. All’interno del-lo spazio si troveranno una serie di servizi utili e in co-mune con le altre imprese ma anche l’accesso a fondi di ga-ranzia. Uno degli aspetti che più si segue con gli incubatori è anche il prestito d’onore. Il sistema degli incubatori siste-ma funziona ancora di più su territori che possiamo defini-re “pericolosi” per la presenza della criminalità organizzata che può uccidere sul nascere l’impresa. Insomma, l’incu-batore aiuta a creare la pro-pria impresa e anche dopo, quando si lascia la struttura, si resta in contatto con Invi-

talia. Attualmente gli incuba-tori hanno raggiunto risultati incoraggianti, vengono con-siderati come una buona pra-tica. Una cosa però bisogna smentirla: spesso chi vuole entrare negli incubatori pen-sa che noi diamo contributi: noi non diamo soldi e non garantiamo sulle agevola-zioni. Anzi, le imprese che seguiamo sono imprese che devono essere sane e forti. L’incubatore aiuta all’inizio, poi bisogna fare i conti con tutte le leggi del mercato».

L’incubatore di Pozzuoli è in funzione dal 1995 con la de-nominazione Cisi Campania oggi Sviluppo Italia Campa-nia. Attualmente sono inse-diate 20 imprese operanti nei settori della informatica, della biotecnologia, dell’elet-tronica, dell’impiantistica e della meccanica di precisio-ne. Tra le iniziative più in-teressanti di collaborazione con le realtà del territorio c’è l’attività di formazione continua (Legge 236/93), ri-volta a 34 imprese, manifat-

turiere e di servizi, operanti nell’area flegrea. E’ stata for-nita consulenza al comune di Bacoli in tutte le fasi di realizzazione del Patto ter-ritoriale dei Campi Flegrei che ha interessato i Comuni di Bacoli, Monte di Procida, Pozzuoli, Quarto. Fino ad oggi le attività imprendito-riali incubate sono state 73. Ed è del 90% la percentuale di imprese che, una volta la-sciato l’incubatore, resistono sul mercato.

Ciro Biondi

Trovi gli articoli di queste paginee approfondimenti su

www.segniflegrei.it

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TERRITORIO

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SEGNI FLEGREI

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L’Incubatore Tecnologico d’Impresa di Città della Scienza premiato nel 2009 come il migliore programma autogestito in Europa

A Coroglio giovani aziende cresconoTanti progetti di ricerca e di cooperazione nel quartiere del futuro. Ma occorrono nuovi spaziNel cuore di Città della Scienza, a

due passi dall’ex area industriale di Bagnoli, sorge un luogo dove cultu-ra scientifica e giovane imprenditoria si incontrano per dare vita a innovazio-ne e business. Si tratta dell’Incubatore Tecnologico d’Impresa, un edificio di ultima generazione, nato su progetti dell’architetto Massimo Pica Ciamarra afferente alla ABM, la rete degli Incu-batori d’Europa. Questa struttura futu-ristica, dispone di 4.000 metri quadra-ti, suddivisi in uffici che vanno dai 50 ai 100 metri, ospitanti giovani aziende in fase di start-up specializzate nella pro-duzione di beni e servizi, nuove tecno-logie nel campo della comunicazione e gestione delle risorse ambientali. Queste imprese sono state seleziona-te da Città della Scienza mediante un bando pubblico che richiede il rispetto di criteri d’innovazione e piani impren-ditoriali volti alla crescita economica e strutturale del territorio. I vantaggi di cui usufruiscono le aziende vincitrici sono molteplici e comprendono servizi logistici e gestionali di importanza stra-tegica per la loro crescita professionale. Una struttura virtuosa, dunque, che dal 2003, anno della sua creazione, ha ospi-tato illustri personalità del campo della politica e delle scienze, tra cui la senatri-

ce Rita Levi Montalcini e il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, ma vi sono anche tanti esponenti del mondo della ricerca universitaria e del-la Commissione Europea. Il prestigio che vanta il centro è attestato, inoltre, dall’importante riconoscimento ricevu-to nel 2009 quale miglior Incubatore autogestito a livello europeo. E, in ef-

fetti, i numeri sono tutti dalla sua parte. Secondo dati forniti da Bruno Uccel-lo, presidente del Consorzio Area Tech Coroglio, gruppo consortile nato per favorire l’integrazione tra aziende, il fat-turato annuo complessivo delle attività imprenditoriali ammonta a 15.000.000 euro, e, in un anno, si è passati da 200 a 250 persone impiegate. Una crescita del

25% di cui andare fieri, considerando altrettanti progetti del quartiere peren-nemente pubblicizzati ma mai entrati in attività. Ufficialmente l’Incubatore è in gestione da Città della Scienza s.p.a., agenzia della Regione Campania; tale dipendenza, però, si può definire esclu-sivamente di tipo formale, in quanto, il pagamento del canone mensile dovuto dalle aziende presenti fornisce le risorse finanziarie necessarie per l’amministra-zione autonoma di progetti e servizi. A tal riguardo, in previsione di una costan-te crescita, sono in programma diverse iniziative che prevedono l’assunzione di un ruolo di maggior influenza nello svi-luppo dell’area Ovest di Napoli presso Istituti, Associazioni, Università e Cen-tri di Ricerca, e il rafforzamento della condivisione del know-how di tutte le aziende consorziate assieme all’incen-tivazione, mediante appoggi logistici, di progetti di ricerca. Ma per oliare ul-teriormente tutto il sistema, bisogna, come sottolinea il presidente, vagliare diverse soluzioni, mantenendo la coe-sione tra aziende e partendo, come pri-mo step fondamentale, dal reperimento di spazi, sempre nella zona di Coroglio, per agevolare la collaborazione e l’inter-scambio tra le imprese incubate.

Valentina Cavaliere

tel 081 229 67 53 fax 081 372 04 [email protected]

Numero di aziende incubate: 32Numero di aziende in fase di inserimento: 4Fatturato annuo complessivo dell'Incubatore: 15.000.000 €Numero di persone attualmente occupate: 250Settori di interesse: Ambiente ed Energia - Information and communication technology - Aeronautica e Aerospazio Servizi erogati dalla struttura: Uffici privati e spazi comuni comprensivi di manu-tenzione – assistenza e tutoraggio – assistenza al networking tra aziende e clienti

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Per iscrizioni rivolgersi al

1° piano(citofonare all'esterno "asilo nido")

Associazione La Roccia

Informazioni: 333.684.68.96

Il Centro Arcobaleno è anche:L’Officina TeatraleLaboratorio delle emozioni per diversamente abiliAttività di socializzazione per bambini e anzianiServizio di consulenza psicologica ed educativaNuova sala per festeInfo: 348.968.07.35

Page 6: Marzo 2010

6marzo 2010

Associazione culturale di volontariato NEMEA Segreteria Itinerari: c/o Centro Studi per il Volontariato

Via N. Fasano, 9 – Pozzuoli (NA)Telefax 081.853.06.26 – Cell. 388.112.71.88 –388.101.97.12

www.nemeaonlus.it - [email protected]

Sede legale: Via Campi Flegrei, 12 – 80078 Pozzuoli (NA)

Sedi operative: c/o Palazzo vescovile - Museo Diocesano Virtuale - Chiesa SS. Corpo di Cristo - Rione Terra - Pozzuoli (NA)

c/o Centro Arcobaleno - Officina TeatraleVia Cumana, 48 - Fuorigrotta Napoli

Centro Diocesano per la pastorale della culturaVia Campi Flegrei, 12 - Pozzuoli (NA)

[email protected]

itine2010

>> i Campi Flegrei

L’Associazione NEMEApromuove i suoi Itineraristorico-religiosi,sviluppando visitetematiche, rivolte inparticolare alle scuoledi ogni ordine e grado.

I Campi Flegrei hanno sempre esercitato un fascino particolare, dall’antichità più remota all’epoca del Grand Tour.L’Associazione invita ad un viaggio straordinario tra miti, leggende, storia, monumenti, alla scoperta dei tesori qui racchiusi.

Di quelli ancora esistenti e di quelli, purtroppo, dissipati; non per camminare sui sentieri della nostalgia, ma per contri-buire a proporre prospettive di sviluppo e di riscatto.

1. ITINERARIO PAOLINOMacellum “Tempio di Serapide” - Porto e Borgo marinaro – Chiesa Assunta a mare - Chiesa S. Maria delle Grazie - Chiesa S. Vincenzo Ferrer - Chiesa S. Maria della Purificazi-one (cripta) - S. Raffaele - Chiesa Corpo di Cristo e Tempio Duomo sul Rione Terra

2. ITINERARIO PALEOCRISTIANO PUTEOLANONecropoli di via Celle e S. Vito - Cappella rurale S. Vito

3. ITINERARIO IANUARIANOCratere Solfatara - Santuario S. Gennaro e convento Cappuccini - Anfiteatro Flavio

4. ITINERARIO PALEOCRISTIANO CUMANOAcropoli di Cuma - Antro della Sibilla - Resti basilica paleocristiana (Tempio di Apollo) - Resti basilica paleocristiana (Tempio di Giove)

5. ITINERARIO PALEOCRISTIANO MISENATEParco Archeologico di Baia - Castello di Baia - Cento Camerelle - Piscina Mirabile - Chiesa S. Anna a Bacoli - Chiesa S. Maria delle Grazie e S. Sosso a Miseno

6. BIBLIOTECA VESCOVILE E MUSEO DIOCESANO Biblioteca - Sala espositiva - Museo virtuale

7. ALLE PORTE DEI CAMPI FLEGREICrypta Neapolitana e Tomba di Virgilio

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DENTRO LA DIOCESI

7

La Cei: “La forza della vita: una sfida nella povertà”A Quarto la marcia e la riflessione per la Giornata

La Giornata delle Migrazioni di quest’anno ha rappresentato un’occasione per sintonizzarci con lo sguardo e le prospettive missionarie e pastorali della Chiesa: prestare attenzione con-creta all’uomo, ad ogni uomo, al suo dramma, alle sue soffe-renze e speranze. Così, è stato posto l’accento sulla presenza sempre più numerosa di minori immigrati, i quali soffrono di ulteriori fragilità rispetto ai loro coetanei italiani: a volte sono discriminati, a volte sono ostacolati nell’integrazione, a volte non sono accompagnati dagli adulti e si trovano esposti a maggiori pericoli. La crescita umana e religiosa degli immi-grati non può restare estranea allo sguardo, alla preoccupazione e all’iniziativa delle nostre comunità cristiane: diocesi, uffici pastorali, parrocchie, ordini religiosi, movimenti.La giornata nella diocesi di Pozzuoli è stata promossa dall’Uf-ficio Migrantes diocesano e organizzata dal gruppo volontari “Salus-Migrantes”, e ha visto il coinvolgimento di diverse co-munità straniere presenti nel nostro territorio, con immigrati provenienti dall’Ucraina, Romania, Bulgaria, Moldavia, Ni-geria, Ghana, Marocco, Tanzania, Rep. Dominicana. In apertura della serata, i presenti hanno partecipato alla ce-lebrazione Eucaristica, presieduta dal direttore diocesano del-la Migrantes, don Paul Opara, e concelebrata con il vicario

episcopale per la carità, don Fernando Carannante, alcuni sacerdoti della Tanzania e il segretario dell’Ufficio Migrantes, il diacono Vincenzo Lanzaro. L’evento intendeva rappresen-tare un momento di amicizia festosa tra tutte le etnie e le popolazioni presenti nei Campi Flegrei e nelle zone limitrofe. La giornata non ha voluto avere un carattere confessionale ma

piuttosto è stata finalizzata a costruire simbolicamente ponti culturali e sociali tra popoli di religioni diverse. L’impostazio-ne della festa è stata impron-tata sulla spontaneità e si è voluto privilegiare l’autonoma espressione delle varie culture che hanno manifestato libera-

mente anche attraverso un momento di canti e danze tradi-zionali. La serata è stata resa maggiormente piacevole, grazie alla presentazione di alcuni piatti significativi della cultura gastronomica di diverse etnie presenti alla serata.Durante l’incontro è stato sottolineato che l’amore deve essere fattivo, perché la fede va vissuta nel quotidiano e che la cosa più importante è considerare innanzitutto le persone.Le cose di cui l’uomo ha assolutamente bisogno, che sono ri-spetto, comprensione, attenzione, partecipazione, fiducia, amicizia, amore, affetto – non sono soggette a programmazio-ne e non hanno prezzo. (articolo completo su sdt on line)

Giornata diocesana delle migrazioni

marzo 2010

Anche la Diocesi di Pozzuoli in marcia per difendere la vita. Nella

forania di Quarto si è tenuta l’edizio-ne 2010 della “Marcia della Vita” in occasione della Giornata della Vita, celebrata domenica 7 febbraio in tutta Italia ed organizzata dalla Conferenza Episcopale Italiana. «I bambini qui presenti – ha detto il vescovo, monsi-gnor Gennaro Pascarella, nelle sue ri-flessioni a termine della marcia – testi-moniano che la vita è un bene prezioso dal momento del concepimento fino al suo spegnersi naturale». Il vescovo ha parlato nella parrocchia di San Ca-strese davanti alla platea composta da centinaia di partecipanti provenienti da tutte le foranie della Diocesi. Ani-matori della manifestazioni sono stati i tanti gruppi dei movimenti cattolici presenti nelle parrocchie della Chie-sa puteolana. Due sono stati i cortei che hanno attraversato la cittadina di Quarto: uno partito dalla parrocchia Santa Maria Libera nos a Scandalis e l’altro dalla parrocchia San Pietro e Paolo. I due gruppi si sono poi uniti sul corso Italia per raggiungere la par-rocchia San Castrese in via De Curtis. «Viviamo in un clima culturale che

in nome della qualità della vita – ha continuato il presule – porta a perdere il senso della vita». Il tema di questa XXXII edizione è stato “La forza della vita: una sfida nella povertà”. I vesco-vi italiani, nel loro messaggio, hanno sottolineato come la Chiesa, fedele al messaggio di Gesù, si «impegna per lo sviluppo umano integrale, che richiede anche il superamento dell’indigenza e

del bisogno». E monsignor Gennaro Pascarella ha calato nella realtà locale i timori e le speranze del documento del Consiglio Permanente della Cei. Il vescovo di Pozzuoli ha ricordato il dramma dei barboni, «il popolo in-visibile che cresce sempre di più», la «drammaticità della crisi finanziaria» e la «responsabilità della denuncia dei meccanismi economici che feriscono

la vita», richiamando tutti, i politi-ci in particolare, ad assumersi le loro responsabilità. «E’ necessario – ha di-chiarato il vescovo – educare le giovani generazioni ad un’economia solidale». La Chiesa di Pozzuoli ha voluto por-tare anche alcune importanti testimo-nianze del lavoro che viene portato avanti dalla Caritas Diocesana per la lotta alla povertà. «Il tema di questa giornata dà il senso del nostro lavoro – ha spiegato don Fernando Caran-nante, vicario episcopale per la Cari-tà e direttore della Caritas diocesana di Pozzuoli – la vita ha una forza tale che è difficile spegnarla, nonostante le difficoltà e la disperazione». Tre gli esempi del lavoro portato avanti dal-la Caritas Diocesana: la lotta all’usura dall’associazione “Occhi sul mondo” (sono intervenuti l’avvocato Domeni-ca Centola e una vittima dell’usura); è stata letta una lettera di una detenuta che sta collaborando con il progetto “Donna Nuova” per il recupero delle detenute e, infine, Tonino Testa, vo-lontario della Caritas, ha relazionato sui primi passi del “Prestito della Spe-ranza” promosso dalla Cei.

c.b.

Monsignor Pascarella ha ringraziato i tanti bambini presenti (foto di Paola Visone)

Domenica 21 marzo Parrocchia Desolata - Bagnoli (ore 17)Via Crucis Giovani presieduta dal vescovo

UFFICIO PER LE CELEBRAZIONILITURGICHE DEL VESCOVOSETTIMANA SANTA

Chiesa Concattedrale S. Paolo

Domenica 28 marzo (ore 9.45)Benedizione delle Palme,processione e Santa Messa

Giovedì 1 aprile (ore 10)Santa Messa del Crisma

TRIDUO PASQUALE

Giovedì 1 aprile (ore 18)Santa Messa nella Cena del Signore

Venerdì 2 aprile (ore 17.30)Celebrazione della Passionedel Signore

Sabato 3 aprile (ore 22.30)Veglia Pasquale nella notte santa

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DENTRO LA DIOCESI

8marzo 2010

Il catechismo del vissuto

Sono tante le detenute che scelgono di parteci-

pare ai momenti di preghiera, partecipando alla

recita del Rosario oppure alla lettura della Bibbia.

Attesa è la celebrazione eucaristica domenicale

nella cappella del carcere (struttura che in passato

era un convento). Il momento è molto partecipa-

to. «Il segreto di questo successo – spiega suor

Claudia - è che le donne sono poste di fronte alla

novità della Parola di Dio. Un Dio vicino e presente,

che prende a cuore la loro vita. La Parola nel no-

stro catechismo non è concettuale, ma è esperien-

ziale: la parola che ascolto è Dio che mi ascolta e

che guarisce l’anima, allontanando l’odio. Di solito

partiamo dal loro vissuto per illuminarle con la

Parola. Certo il percorso non è facile. C’è rabbia

e insoddisfazione. Ma molte sono entusiaste di

questo cammino. Noi riusciamo a trasmettere que-

sto entusiasmo perché dimostriamo loro che noi

veramente crediamo in quello che facciamo. Molte

pregano indipendentemente da noi. Anzi, quando

ci sono nuovi arrivi ce le segnalano per iniziare il

cammino».

Le straniere e la religione

Secondo i dati di fine anno 2009 del Ministero

di Grazie e Giustizia in Italia ci sono circa 3400

detenute di cui 2.700 straniere. Interessante è

l’attenzione delle immigrate verso l’attività della

Pastorale carceraria della diocesi. «Sono moltissime

le straniere che si avvicinano alla Parola – racconta

suor Claudia – si tratta sia di un riavvicinamento

di cattoliche oppure di donne di altre religioni, in

modo particolare si tratta di musulmane e orto-

dosse. Ovviamente c’è una differenza di approccio

rispetto alla loro cultura. Le ragazze africane, molte

delle quali provenienti anche dalle religioni ani-

miste oppure con un’educazione religiosa mista,

hanno uno spiccato senso di spiritualità, con una

conseguente disponibilità e apertura al sacro.

Le donne che vengono dai paesi dell’est Europa

hanno molte cose in comune con la religione cat-

tolica. Molte si avvicinano e vogliono partecipare

semplicemente perché noi annunciamo la Parola di

Dio e loro vogliono ascoltare con grande interesse.

Quindi non c’è nessuna barriera che possa resistere

all’ascolto».

Le feste e la collettività

La Pastorale carceraria organizza anche momenti

comunitari per le detenute. Molte sono le occasioni di

festa, come è stato per il pranzo di Natale e per l’Epi-

fania. Al pranzo del 27 dicembre – in contemporanea

con il pranzo di Papa Benedetto XVI con i poveri della

comunità di Sant’Egidio a Roma - offerto da alcuni

ristoranti puteolani (Il Sileno, Il Grottino. Europa, Sale

e Pepe e il Ranch dei Camaldoli) e organizzato anche

grazie alle parrocchie della Forania 1, alla parrocchia

San Pietro e Paolo di Soccavo e al Gruppo “Signo-

re nostra giustizia” del movimento Rinnovamento

nello Spirito - hanno partecipato la direttrice del

carcere, Stella Scialpi, alcuni membri della Comunità

di Sant’Egidio, i dipendenti del carcere oltre a don

Fernando e alle suore Piccole Missionarie Eucaristiche.

Le detenute hanno poi consegnato alla comunità di

Sant’Egidio un piccolo aiuto economico per i dete-

nuti africani che vivono in condizioni di estrema in-

digenza. I regali offerti alle detenute sono stati una

coperta in pile, cioccolata e una busta affrancata:

un invito a scrivere a casa e agli amici per rinsaldare

legami con chi li aspetta fuori dal carcere.

Con le detenute alla riscoperta della Parola di DioNella Casa di Pozzuoli la Pastorale delle CarceriIl nostro obiettivo è aiutare

le donne detenute a vivere la sofferenza per riscoprire il senso della vita, ascoltando e sperimentando la Parola di Dio». A parlare è suor Clau-dia Corsaro delle Piccole Mis-sionarie Eucaristiche nonché responsabile diocesana per la pastorale carceraria. Insieme a don Fernando Carannante (vicario episcopale per la Ca-rità, direttore della Caritas Diocesana e Cappellano del carcere) e a suor Grazia svolge attività all’interno della Casa circondariale femminile di Pozzuoli. Dal 2004 il compito di segui-re spiritualmente le detenu-te è stato infatti affidato alle “suore Corsaro” (anche così vengono chiamate le Piccole Missionarie Eucaristiche, dal nome della fondatrice, Madre Ilia Corsaro). «All’inizio – di-chiara suor Claudia – aveva-mo dei timori. Non avevamo mai svolto questa attività. Poi, invece, questi timori si sciol-sero perché noi crediamo in quello che facciamo: agiamo

con passione e misericordia e senza nessun pregiudizio. La nostra attività nel carcere è diventata una chiamata nella chiamata». «Le persone dete-nute – spiega don Fernando – sono disposte a seguirci per-ché sono alla ricerca della di-gnità, alla ricostruzione della loro parte morale: così voglio-no confrontarsi con le persone che insegnano la strada, facen-dosi provocare dalla Parola di Dio. La loro è un’inquietudi-ne che si trasforma in bisogno di spiritualità avvicinandosi a valori alti come la nonviolen-za, il rispetto reciproco. Ulti-mamente mi ha stupito il loro interesse per Haiti. Sono state alcune detenute ad organizza-re una piccola raccolta fondi da destinare alle vittime del terremoto». Attualmente sono circa centosessanta le recluse italiane e di varie nazionali-tà nella struttura puteolana. Le donne detenute svolgono varie attività. Alcune utiliz-zano il tempo da trascorrere in detenzione per completare gli studi o per imparare nuo-

vi mestieri grazie ai vari corsi che, spesso, sono seguiti dai volontari delle associazioni accreditate presso la struttura carceraria. «Noi colloquiamo con queste ragazze – spiega suor Claudia - stiamo insieme a loro e ri-flettiamo sulla loro vita. Uno dei momenti più importanti è quando, una volta a settima-na, ci dedichiamo alla Parola di Dio. Poi, una alla volta col-loquiano, come se fosse una sorta di confessione, con don Fernando. Rileggono la loro storia, vengono ascoltate af-

fettuosamente e alla fine non c’è mai un giudizio, perché per noi c’è solo accoglienza. Ecco, la formula è: fare sen-tire loro che le accogliamo, che vogliamo loro bene». E l’attività di don Fernando e delle suore ha sortito risulta-ti importanti. Sono in molte le detenute che chiedono di ricevere i sacramenti. Alcune non sono nemmeno battez-zate, altre invece, chiedono di seguire la catechesi per la Pri-ma Comunione o per la Cre-sima. Spesso don Fernando e le suore seguono le detenute

anche quando vengono tra-sferite nelle altre carceri. «Ci scambiamo delle lettere mera-vigliose - conclude Suor Clau-dia – per queste figlie è il dopo che fa paura. L’uscita dal car-cere è il momento più diffici-le: quando ritornano nel loro ambiente e non hanno lavoro e allo stesso momento sono tentate dalle cose negative. Ecco perché la Caritas Dioce-sana ha avuto l’idea di creare il centro “Donna Nuova”, un modo per sperimentare uno stile di vita di famiglia».

Ciro Biondi

Cappella Casa Circondariale Femminile di Pozzuoli

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DENTRO LA DIOCESI

9 marzo 2010

Il 16 gennaio, come un fulmine a ciel sereno ci è giunta la notizia della morte improvvisa di monsignor Imbò. La sorpresa della notizia faceva fatica ad essere accolta perché, nonostante gli 87 anni sorprendeva tutti; era giovane nel deside-rio di offrire la sua testimonianza di servizio generoso e instancabile. Con felice intuito, il vescovo, monsignor Pascarella, nell’omelia della Messa esequiale, ha sottolineato che monsignor Imbò in li-nea col suo personaggio riservato e discreto se ne è andato quasi in punta di piedi, timoroso di non arrecare fastidio. Memoria storica, tutta la storia della Diocesi degli ultimi 50 anni è “passata” per le sue mani. Memoria prodigio-sa, lavoratore appassionato, sapeva muoversi con assoluta padronanza ma indiscussa competenza nel groviglio e nel marasma di tutte le pratiche da inoltrare e seguire presso tutte le Amministrazioni. Da Vicario Generale ha battuto a macchina, con la sua sorprendente velocità, tutti gli atti ufficiali della Curia, le lettere pastorali del vescovo, nomi-ne dei parroci, etc. Umile e discreto ha inteso la sua vita come servizio. La sua è stata una vita contrassegnata da un alone di riservatezza e di naturale pudore, assicurando la sua disponibilità alla diocesi in tanti e delicati uffici che la fiducia dei suoi superiori chiamò a svolgere, confi-dando sulla sua competenza, con il suo sgarbo signorile e mai con freddezza, supponenza, ma sempre con amabilità e coinvolgente accoglienza di un fratello maggiore. Le tap-pe fondamentali del suo servizio per rapidi cenni possono così sintetizzarsi. Fedele segretario particolare del “suo” car-dinale Alfonso Castaldo, vicario generale, moderatore di

curia, arcidiacono della cattedrale, insegnante di religione, direttore per molti anni del bollettino diocesano, responsabile dell’Usmi, cappellano delle Figlie della Carità, curatore della vita pastorale di S. Filippo a Lucrino, confessore oculato e prudente. Anche in età avanzata poteva onestamente ripetere non “recuso laborem” perché non

si è sottratto a nessuna fatica apostolica, sempre disponibile e sorridente. A lui si ricorreva per i casi e per le situazio-ni più difficili, sicuri di trovare nella sua dottrina e nella sua provata saggezza ed esperienza le auspicate soluzioni ai problemi prospettati. Non c’erano barriere né ostacoli intor-no a lui perché disponibilità, servizio, accoglienza gli erano quasi connaturali unite ad un garbo d’altri tempi e ad una soffusa e discreta signorilità di tatto: insomma non potevi non volergli bene se non quasi d’istinto (articolo completo su sdt on line).

don Nicola Rispoli

Caro Ignazio, ci hai improvvisamente lasciati e sei ritorna-to alla casa del Padre. Quel Padre che hai fedelmente servito attraverso il ministero sacerdotale. Sei stato un autentico testimone della fede, perché ciò che hai sempre insegnato nella linea del rinnovamento conciliare ha trovato confer-ma nel tuo stile di vita, contrassegnato da spirito di servizio e assoluto disinteresse personale. Caro Ignazio, queste poche espressioni certo non riescono a descrivere compiutamente la tua figura, però mi consentono di dire che sei stato per noi un premuroso fratello e un impareggiabile maestro.

don Gennaro Romeo di Santillo

Una luminosa figura del Clero puteolano

Il ricordo del vescovo Pascarella: «Memoria storica della diocesi di Pozzuoli, quando muore un anziano, scompare una biblioteca»

Quel grande cuore di monsignor ImbòUn giovane di 87 anni, sereno e bonario. Legatissimo ai vescovi, fu segretario del cardinale CastaldoMonsignor Ignazio Sal-

vatore Imbò ha vissuto tutta la sua vita nell’umiltà, nel nascondimento, nel servizio e ha terminato la sua esistenza terrena in punta di piedi come ha vissuto: si è “addormentato” in Cristo. Carico di anni, era consapevole dell’inesorabilità della morte: la speranza cristia-na, che ha sempre alimentata, superava la naturale paura di essa. Era abbandonato alla volontà di Dio, pronto ad ac-cogliere anche “sorella morte” come sua volontà. Il radicarsi nella volontà di Dio gli dava pace, che trasmetteva attorno a sé. Incontrarlo era diventa-re partecipe della sua serenità. Come dimenticare i suoi inter-venti briosi, ricchi di sana iro-nia, densi di sapienza o i suoi “paraustielli”? Era per me come un fratello maggiore. Mi ha sempre im-pressionato il suo rispetto per l’autorità. Non era un rispetto formale. Esso aveva radici pro-fonde nella sua visione di fede del Vescovo: un apostolo di Gesù Cristo, un suo “rappre-

sentante”. Pur essendo più gio-vane di lui, mi ha sempre visto come “suo” Vescovo. Questo suo atteggiamento “filiale”, di obbedienza, mi spingeva sempre di nuovo a prendere rinnovata consapevolezza del dono che mi è stato fatto con l’episcopato. Questa visione soprannaturale del Vescovo è stata una costante nella sua vita: sono cambiati i Vescovi, ma intatta è rimasta la sua “de-vozione”. Un rapporto privile-giato lo ha avuto con il cardi-nale Alfonso Castaldo: quando parlava di lui gli si illuminava-no gli occhi! Nelle sue memo-rie ha voluto raccontare di lui! Qui su questa terra è stato suo fedele segretario, nel paradiso potrà riabbracciarlo!Nell’ultimo incontro personale è venuto per portarmi un’of-ferta per il Seminario. Aveva molto a cuore i seminaristi e non ha fatto mai mancare il suo aiuto concreto! Era un po’ affaticato, ma sereno. In questi ultimi anni in Curia è stata una presenza discreta, ma capace di trasmettere bonomia.

Era una memoria storica vi-vente della nostra diocesi. Era naturale ricorrere a lui per ave-re informazioni soprattutto sul passato non più recente. Con la sua morte mi è ritornato in mente un proverbio africano, che avevo evidenziato per la

morte di don Angelo: “Quan-do muore un anziano, scompa-re una biblioteca”.Ripensando alla morte di mon-signor Imbò, sono riecheggiate dentro di me in modo nuovo alcune parole dell’Inno: «O Gesù, re di gloria, unisci i tuoi

fedeli al trionfo pasquale sul male e sulla morte. Fa’ che un giorno veniamo incontro a te, Signore, sulle nubi del cielo nel regno dei beati. Trasformati a tua immagine, noi vedremo il tuo volto; e sarà gioia piena nei secoli dei secoli. Amen».Le nozze di Cana (Gv 2,1-11) mi hanno richiamato, sulla scia del commento spirituale dei Pa-dri della Chiesa, una dimensio-ne fondamentale del sacerdote: essere “sposo” della Chiesa. Unito a Cristo, capo, pastore, servo, sposo della Chiesa, il sa-cerdote è in Lui e con Lui “di fronte” alla Chiesa. Da questa relazione sponsale scaturisce una paternità spirituale. Spiri-tualmente il sacerdote, se vive autenticamente e senza com-promessi la sua vocazione, non è mai sterile: c’è una paternità spirituale, che continua anche dopo la morte. Il celibato per il Regno è amare di più, amare come si ama in Cielo. E l’amo-re vero non è mai infecondo! Dobbiamo raccogliere l’eredità spirituale di monsignor Imbò!

† Gennaro, vescovo

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DENTRO LA DIOCESI

10marzo 2010

La formazione e i riferimenti dei “cristiani giovani”In 150 al corso diocesano per animatori della pastoraleAnche quest’anno l’ufficio dioce-

sano per la pastorale giovanile ha proposto un appuntamento educativo e formativo. Il corso per animatori di PG si è articolato in tre incontri, tenu-ti nel teatro del Villaggio del Fanciul-lo nei giorni 13, 20 e 27 gennaio. Le tematiche scelte, sono state discusse nell’ambito di ogni presentazione con gli oltre centocinquanta uditori, tra giovani e meno giovani, formatori di gruppi giovanili o aspiranti a esserlo. Don Pasquale Incoronato, incaricato diocesano per la pastorale giovanile dell’arcidiocesi di Napoli, ha propo-sto delle attente e meditate riflessioni su: giovani e spiritualità, famiglia e giovane, rapporti tra sacerdoti e gio-vani cristiani. Anzi. Cristiani giovani è, secondo il docente, l’accezione più esatta per definire questa tanto di-scussa categoria della Chiesa e della vita sociale. Troppo spesso, infatti, il dirsi giovane diventa motivo di di-simpegno e superficialità; il cristiano

giovane è, invece, espressione di uno stadio del percorso (di crescita e ma-turazione) che ciascuno compie nella propria esistenza di uomo. Questa la premessa fondamentale. Ma, quale è la migliore spiritualità per il nostro tempo? Sia sicuramente comprensi-va di questi tre atteggiamenti: umile coscienza di sé, conservare un atteg-giamento di serenità, ascoltare Dio nella preghiera. La fiducia in Dio, qualunque sia la forma prescelta del nostro raccoglimento, è un presup-posto importante per sentirsi ascolta-ti, accompagnati e amati di un amore gratuito. Il tema della famiglia è sta-to, poi, trattato con altrettanta co-scienza critica. Le riflessioni si sono concentrate su alcuni punti precisi, cruciali per affrontare la questione e problematizzarla, in particolare sulla famiglia come espressione della con-nessione dell’umano con il divino. I diversi aspetti possono essere risolti insieme perché vanno nella stessa di-

rezione. Occorre, infatti, ri-orientare il cammino della famiglia con degli accorgimenti importanti. Il padre e la madre devono “ritornare ai loro posti”, riaffermare l’autorevolezza dei loro ruoli; insieme aiutare i propri figli a stare dentro i confini della vita, assa-porandola tutta e mostrando il modo in cui, da adulti, essi vivono questa esperienza con gusto e con gioia; la famiglia, infine, è soprattutto dialogo. Negli ultimi anni, la figura del prete è stata oggetto, e continua a esserlo, di

interesse e di critiche. Egli resta una figura essenziale per la crescita umana e spirituale di ogni comunità cristia-na e, pertanto, del cristiano giovane. Si è detto a proposito della necessità di una guida spirituale per il giovane; criterio di elezione del sacerdote come guida del proprio cammino sono la coerenza di vita e la gratuità del servi-zio. L’amore gratuito diventa, ancora e finalmente, bussola che orienta le scel-te presenti e prepara il futuro.

Gennaro Buono

Il Centro Sportivo Italiano - Centro Zona di Pozzuoli si appresta a vara-re due importanti iniziative per favorire nelle parrocchie della Diocesi e presso gli oratori l’attuazione di momenti di formazione e ludico-spor-tivi. Per la formazione sono stati varati i corsi per "Animatori Culturali e Sportivi in Parrocchia". Un’esperienza che il Csi Pozzuoli ha già pro-posto e condotto negli anni passati con risposte e risultati soddisfacenti. L’iniziativa formativa, che partirà nelle prossime settimane, viene ripresa e ampliata per consentire approfondimenti e adeguamenti delle cono-scenze in quanti già hanno svolto la fase propedeutica. Il corso di formazione, pertanto, verrà proposto su tre livelli, in modo da permettere una scelta oculata ai partecipanti. Il corso base (primo livello) mira ad approfondire le caratteristiche della figura dell'animato-re. Permetterà di acquisire gli strumenti base per la gestione del singolo e del gruppo. L'aspirante animatore potrà scegliere tra sei laboratori, avendo la possibilità di frequentarne quattro. La struttura laboratoriale si articolerà in ludico-motorio, grafico-pittori-co, mimico-teatrale, multimediale, filmico (organizzazione cineforum) e giocoleria. Un corso definito di secondo livello permetterà, invece, ai corsisti di completare il percorso laboratoriale cominciato nel pri-mo step. Questo percorso ha per obiettivo la formazione di un "Re-sponsabile di Oratorio". Nel corso degli interventi si punterà a dare gli strumenti pratici per aiutare gli animatori ad occuparsi praticamente di un Oratorio e della sua gestione. Verranno trattate: Tematiche pratico-organizzative (es. gestione locali, orari ecc...); Tematiche economiche: come affrontare le varie spese; Tematiche mediche: primo soccorso ed educazione alla salute. Il corso di terzo livello o Master finale, infine, completa e integra il

secondo livello attuando un percorso sulla progettualità, fornendo gli strumenti per avanzare progetti, richiedere fondi e sponsorizzazioni per le attività promosse. Mira, inoltre, alla formazione di un vero e proprio formatore Csi, tenendo in considerazione anche aspetti più teorico-di-dattici (comunicazione/psicologia/pedagogia ecc...). Accanto all’attività formativa, come già lo scorso anno, il Csi Pozzuoli ha programmato lo svolgimento della “Gazzetta Cup 2010” una iniziativa di calcio a cinque e calcio a sette che viene scolta di intesa con la “rosea” il più noto dei quotidiani sportivi e che lo scorso giugno a Quarto, sede della tappa della nostra diocesi, riscosse notevole successo. Già aperte le iscrizioni. Possono partecipare le fasce di età Junior (nati dall’1.1.99 al 31.12.01) e Young (nati dall’1.1.97 al 31.12.999). La manifestazione, che si struttura in tre fasi, consente ai team parteci-panti di vincere premi per tutti e soprattutto di divertirsi. Per la Diocesi di Pozzuoli previsti due concentramenti le cui sedi sono in via di defi-nizione.

Giuseppe MoioTorneo Under 14In pieno svolgimento il torneo Under 14 di calcio a cinque tra i giovani delle parrocchie di Licola, Soccavo e Pozzuoli. All’inizio del girone di ri-torno in testa alla classifica a punteggio pieno i giovani della Parrocchia Santa Maria delle Grazie che sopravanzano i coetanei della Medaglia Miracolosa. Sarà un duello interessante fino alla fine visto che la squa-dra di San Vincenzo Ferrer dopo un avvio stentato sta venendo fuori alla distanza con efficacia. Appena conclusa questa manifestazione il Csi Pozzuoli farà partire un successivo torneo per il quale sono già aperte le iscrizioni.

Animatori culturali e sportivi in parrocchia

PENNELLATE FLEGREE. Appuntamenti dedicati alla storia dei Campi Flegrei con Mario Sirpettino, giornalista e scrittore. Dopo il primo incontro “I cam-pi abbruciati: aspetti geofisici dei Campi Flegrei” (giovedì 11 febbraio), gli appuntamenti proseguono il 4 marzo con “Puteoli: la Roma di zolfo – origine storica dei Campi Flegrei – Puteoli romana”; l’11 marzo con “La terra della Sibilla – l’archeologia flegrea oggi” e l’8 aprile con “Così sprofondò l’impero – paganesimo e cristianesimo”. Gli incontri si tengono sempre alle ore 19 nell’auditorium della parrocchia San Luca e Santi Acuzio ed Eutiche in piazza Aldo Moro ad Arco Felice.

Ufficio diocesano per la pastorale della famiglia e della vita

Giovedì 18 marzo

Auditorium I. NewtonCittà della Scienza - Bagnoli Serata in memoria di monsignor Luigi Saccone

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11 marzo 2010

IDEE E PROGETTI

Torrefazione nella casa circondariale di Pozzuoli: il Progetto Chicco Solidale è anche una sfida al mercato da parte delle donne

“Lazzarelle”, il caffè delle detenuteIniziative della Regione anche in altre carceri campane. Don Tonino Palmese: un fiammifero nel buio

Nello scorso gennaio al Palazzo Dusme-nil dell’Università Orientale di Napoli, la Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale ha promosso una tavola ro-tonda dalla sul tema del cittadino e la città. Nell’incontro del 18 gennaio è sta-to anche presentato il libro “La Persona nella Città per un nuovo progetto di con-vivenza” di Giulio Parnofiello docente di etica della Facoltà Teologica di S. Luigi. Sono intervenuti Guido D’Agostino, or-dinario di Storia Moderna dell’Univer-sità Federico II, Fabrizio Giustino, re-sponsabile della redazione napoletana di “La Repubblica”, e Carlo Greco, preside della Facoltà Teologica dell’Italia Me-ridionale; moderatrice Lida Viganoni, Rettore dell’Università “L’Orientale”. Il tema è stato molto interessante perché ri-guardava la città di Napoli e le prospet-tive future e l’impegno della Chiesa per una teologia della città, con particolare attenzione ai problemi sociali e alle ne-cessità dell’uomo, in dialogo costante con le altre istituzioni culturali presenti nel territorio, che per missione sociale hanno proprio il compito di istruire e formare il

futuro degli uomini. Il professor D’Ago-stino ha evidenziato che Napoli è com-posta da quattro substrati: città dei nor-mali (25%), città dei mediocri- (25%), città dei “menefreghisti” (25%) e città di delinquenti, camorristi e prepotenti. La doppia difficoltà sta nel far dimi-nuire quell’ultimo 25% che a parere di Giustino sarebbe diminuito rispetto agli anni ’90, e nel far aumentare il primo 25% di cittadini napoletani. Questo sarà il tema del convegno che si terrà il prossimo anno presso la Facoltà Ponti-ficia Meridionale Sezione San Luigi. Il professor Carlo Greco, che è stato anche il curatore della prefazione del libro, ha sottolineato la necessità del dialogo tra esperti di varie discipline per attivare il canale di comunicazione tra ambiti spes-so considerati distanti, ma che hanno in comune l’interesse per la vita dell’uomo. La conclusione dei lavori è stata fatta dal cardinale Crescenzio Sepe, Gran Cancel-liere della Facoltà, al quale il tema della città e delle problematiche legate ad essa, sta molto a cuore.

Lucia Nocerino

Per una nuova convivenza

(segue dalla prima pagina)

Quella di Pozzuoli è la prima torrefazione di caffè in carcere del Centro Sud. Un’esperien-za analoga si trova al carce-re “Le Vallette” di Torino. Ora la sfida è dare continu-ità all’esperienza che dovrà affrontare le dure leggi del mercato. I primi pacchetti da

250 grammi sono già vendu-ti nei negozi del circuito del commercio equo e solidale della provincia di Napoli e già si pensa ad allargare la di-stribuzione a tutta la regione. «Bisogna che le detenute – ha spiegato Alfonsina De Felice, assessore regionale alle poli-tiche sociali durante la con-ferenza di presentazione – si

costituiscano in cooperativa diventando socie lavoratrici. Si dovrà studiare un piano di commercializzazione evi-tando che questa esperienza diventi un fatto occasionale e meramente caritatevole». Esperienze simili a quella di Pozzuoli si stanno avendo anche in altri istituti della Campania. A Secondigliano è stata allestita una serra dove si coltivano fiori e piante mentre al carcere di Fuorni, in provincia di Salerno, è at-tiva una camiceria. «Bisogna credere nella speranza. Que-sto progetto è innanzitutto speranza – ha dichiarato don Tonino Palmese, referente in Campania per l’associazione “Libera” – anche se si tratta di una piccola esperienza dob-biamo ricordare il proverbio che dice: accendere un fiam-mifero nell’oscurità è sempre meglio che maledire il buio».

Presente anche Tommaso Contestabile, provveditore regionale dell’Amministra-zione Penitenziaria: «Perché Pozzuoli? Perché ritengo che la condizione delle donne detenute sia più drammatica di quella degli uomini. E poi perché qui a Pozzuoli ci sono molte donne immigrate». In prima fila nell’aiuto alle dete-nute è lo staff del Carcere di

Pozzuoli. «Ora viene la fase più delicata – annuncia la di-rettrice Stella Scialpi – perché bisogna stabilire il prezzo e commercializzare il prodotto non solo nel circuito delle botteghe del commercio equo e solidale ma anche, possibil-mente, coinvolgendo le salu-merie e i negozi della città di Pozzuoli».

Ciro Biondi

IL MARCHIO SCELTO per il caffè - “Lazzarelle” - riporta alla mente la famosa canzone di Domenico Modugno e di Riccardo Pazzaglia evocando il concetto della femminilità napoletana. Il logo, anche questo pensato dalle detenute, è una locomotiva che esce veloce da un tunnel, mentre il fumo della ciminiera è prodotto da una calda tazzina di caffè. Sullo sfondo il golfo di Napoli.

Nell’auditorium della parrocchia Santa Maria Immacolata a Fuorigrotta (via Leopardi 128), è in programma per marzo ed aprile un ciclo di proiezioni dedicato al tema dell’immigrazione. “Migrantes, rassegna cinematografica sui percorsi dei migranti” partirà il 2 marzo con la proiezione del film “Ma-chan” di Umberto Pasolini. Le proie-zioni si terranno ogni martedì alle ore 20.30. L’idea parte dalla necessità di aprire un dibattito su molte tematiche sociali che vedono coinvolti i cittadini e i cristiani ogni giorno. «Si tratta – spiegano i giovani promotori della rassegna - di organizzare dei per-corsi di approfondimento, attraverso il cinema, dei temi più scottanti e attuali. Per esempio l'immigrazione e la nostra risposta fattiva, sul nostro territorio e nelle scelte personali. Articoleremo il “cineforum migrantes” attraverso 5 tappe e una tavola rotonda conclusiva; la visione di questi film, porterà ciascu-no a fare delle valutazioni sul problema, da condividere poi nella tavola rotonda con alcuni rappresentanti della società

civile come politici, amministratori, Chiesa, Caritas, sindacati e associazioni di immigrati». L’iniziativa punta anche a rendere più accogliente Fuorigrotta, diventato un quartiere universitario sia per la presenza di nuove facoltà, come nella zona tra Monte Sant’Angelo e il Parco san Paolo, e sia per la conseguen-te presenza di molti studenti fuori-sede. A questi ultimi gli organizzatori del ci-neforum offrono l'opportunità di vive-re a pieno il territorio in cui, anche se per un periodo breve ma significativo della loro vita, appartengono. Il cinefo-rum è aperto a tutti ed è gratuito. «Ci aspettiamo – concludono gli organiz-zatori - l'intervento, indistintamente di giovani e adulti, credenti e non, stu-denti e lavoratori, tutti uniti dalla pas-sione per il cinema e per la discussione costruttiva, accogliente, aperta». Sul social network Facebook è stato aper-to un apposito gruppo (“cineforum migrantes”) che vuole essere sia uno strumento per pubblicizzare l’evento che un luogo di discussione sui temi dell’immigrazione.

Il Cineforum che apre la menteA Fuorigrotta l’esperienza di “Migrantes” per studenti e residenti

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13 marzo 2010

CULTURA

In occasione del Giorno della Memo-ria (27 gennaio) e del Giorno del Ri-cordo (10 febbraio) all’Iti “Tassinari” di Pozzuoli sono state organizzate una mostra e una conferenza su due delle più drammatiche vicende che hanno segnato il ‘900: la Shoah e le Foibe. Il 4 febbraio si è svolto il tradizionale in-contro organizzato dal professor Procolo Pisano a cui hanno preso parte alcune scuole cittadine: i Circoli didattici 3°, 4° e 6°, le scuole medie “Annecchino”, “Diaz” e “Pergolesi II”, gli istituti su-periori “Petronio” e “Pitagora” e il liceo artistico “Majorana”. Alla conferenza sul tema “Gli orrori del ‘900: la Sho-ah e le Foibe”, moderata dal giornalista Ciro Biondi, hanno partecipato Dario Sessa (dirigente scolastico dell’Iti), Otta-vio Di Grazia (Università Suor Orsola Benincasa) e due studentesse dell’istituto impegnate nel percorso didattico sulle Foibe promosso dai docenti Angelica Sorrentino (V sezione D Linguistico) e Rosa Maione (IV sezione D Linguisti-co). Ospite la signora Alberta Temin, te-stimone del dramma degli ebrei italiani

e delle conseguenze delle leggi razziali imposte dal regime fascista. E’ seguita la performance di teatro-danza “Memoria divisa” per la regia di Emma Cianchi e con la partecipazione dell’attore Ema-nuele Esposito: una rappresentazione sensoriale (attraverso suoni e partico-lari effetti scenici) degli ultimi minuti di una vittima delle Foibe. L’autrice, Emma Cianchi, è figlia di due profughi istriani ed è nipote di un “infoibato”. Nella sola provincia di Napoli sono stati circa 8 mila gli esuli scampati alle perse-cuzioni dell’esercito jugoslavo. In questi giorni è possibile visitare la mostra sul-la Seconda Guerra Mondiale promossa dagli alunni delle scuole coinvolte e la mostra documentaria a cura della Bi-blioteca Civica e dell’Archivio del Co-mune di Pozzuoli. Quest’ultima ricorda le vittime puteolane internate nei campi di concentramento. Alla manifestazione, patrocinata dal Comune e dall’Azienda di turismo , erano presenti Maria Laura D’Amore, assessore comunale alla cultu-ra, e Tommaso Scotto di Minico, consi-gliere provinciale.

Gli orrori del ‘900 all’Iti

Intervento. A Pozzuoli tornano i laboratori di Scuole Aperte della Regione Campania, due “azioni” al “Virgilio” e al VI Circolo

Dai siti archeologici alla solidarietàI temi del 2010: “L’apertura all’altro come strumento di pace” e “Il girotondo della legalità”L’Istituto “Virgilio” di Poz-

zuoli, guidato dalla diri-gente scolastica Renata Scala, continua, anche per il corren-te anno scolastico l’esperienza del progetto “Scuole Aperte – Regione Campania”. L’op-portunità di aprire la scuola al territorio in orari extra cur-riculari amplia l’offerta for-mativa e pone la scuola come centro propulsore di aggrega-zione e diffusione di culture.Il progetto complessivo si snoda in due azioni: A e B, che promuovono moduli e laboratori “aperti” per due giorni alla settimana. “L’aper-tura all’altro come strumento di pace” è il titolo dell’azione A. Le attività di tale azione prevedono percorsi tenden-ti, tutti trasversalmente, ad avvicinare, attraverso storie, testimonianze e simulazioni, e ad approfondire le temati-che della globalità, solidarietà, integrazione culturale, nel ri-spetto di regole condivise.“Il girotondo della legalità” è il titolo dell’azione B, in rete con il sesto circolo didattico

di Pozzuoli, guidato dalla di-rigente scolastica Rosa Caran-nante. Questa seconda azione persegue, attraverso due labo-ratori, le finalità sopra indica-te, attraverso la pratica dello sport e l’approfondimento delle tematiche generazionali in sinergia tra gli allievi del sesto circolo e quelli del Vir-

gilio. Le attività si svolgono nelle due scuole, ma anche nei siti archeologici del territorio e nelle sedi delle tante associa-zioni partecipanti al progetto.Non a caso, infatti, tra gli obiettivi dell’iniziativa c’è il desiderio di incentivare il col-legamento con le associazioni locali e con gli enti. Ognuno,

con la propria esperienza, ar-ricchisce l’offerta e costituisce le basi per una fruttuosa colla-borazione.Importante è anche coinvol-gere gli alunni diversamente abili nei moduli e nei labo-ratori, per favorire una piena integrazione e per valorizzare l’impegno e la solidarietà. In-

fatti, la partecipazione fino-ra evidenzia l’importanza di questi momenti. L’intero progetto è monitora-to, in itinere, con incontri tra tutti i partecipanti, coordinati dal dottor Nazario Festeggia-to, funzionario della Regione Campania. La verifica dell’at-tività è infatti fondamentale per comprendere pienamente i punti forti ed i punti deboli, in maniera da perseguire gli obiettivi previsti.Il 7 marzo prossimo, nel cor-so della mattinata, al cinema Sophia di Pozzuoli, all’interno del modulo – azione A “storie al femminile” è prevista una manifestazione che vuole esse-re un momento di riflessione condivisa sul cammino delle donne, attraverso filmati, te-stimonianze e dibattito, aper-to a tutti coloro che vorranno partecipare. E’prevista la par-tecipazione di rappresentanti della Regione Campania, di associazioni, di esperti, per un confronto interculturale e in-tergenerazionale.

Maddalena Annigliato

Le associazioni “Amici di Città della Scienza” e “Lux in Fabula” promuovo-no il concorso fotografico “Aspettando il Forum”. E’ una delle iniziative organizzate per far nascere sinergie tra associazioni ed enti sul territorio in vista del Forum univer-sale delle culture che si terrà nel 2013 tra Fuorigrotta, Coroglio e Bagnoli, in particolare sul programma “Memoria del futuro: conoscere le proprie radici per progettare il futuro comune”. Per quanto riguarda il concorso fotografico i temi a scelta sono due: “Unitas multi-plex: unità e diversità in una società eu-romediterranea” e “Napoli e Pozzuoli: cerniere tra passato, presente e futuro”. Il concorso è gratuito ed è aperto a tutti i cittadini campani che abbiano com-piuto 18 anni e non superato i 25 anni alla data del 30 maggio 2010. Le foto potranno essere in bianconero o a colo-ri, inedite o edite, anche premiate in al-tri concorsi. Sono accettate anche foto rielaborate al computer. Il formato do-vrà essere in jpg, dimensione massima 6Mb per foto. Ogni partecipante potrà

concorrere con un numero massimo di dieci foto. I parametri presi in considerazione sa-ranno: il messaggio, il contenuto sim-bolico, la qualità tecnica ed estetica e l’originalità dell’immagine. A valutare gli scatti la giuria formata da Claudio Correale, Alma Carrano, Ciro Biondi, Nando Romeo, Vincenzo Au-litto, Laura Cascio, Stefano Fittipaldi. I primi due classificati vinceranno in premio un viaggio a Belgrado, tutto compreso, in occasione delle Olim-piadi Giovanili della Cultura dall’8 al 15 maggio 2010, sezione laboratorio fotografico: viaggio offerto dalla Re-gione Campania, con ospitalità presso famiglie.Le foto dovranno essere inviate, insie-me al modulo online, all´indirizzo e-mail: [email protected] entro il 21 marzo 2010. Va compilata per intero la scheda d’iscrizione pubblicata sul sito internet dell’associazione Lux in Fabula http://www.luxinfolio.org/ (alla pagina concorso fotografico). Per maggiori in-formazioni: tel. 081.0203336.

Passato e futuro in uno scattoUn concorso fotografico nell’area flegrea in vista del Forum Culture

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Da Bagnoli alla Solfatara, c’era una volta il palloneLa storia delle squadre di calcio dei Campi FlegreiC’era un tempo in cui il cal-

cio era solo sport e passio-ne, tifo e agonismo allo stato puro. Si giocava per divertirsi ma anche per onorare la maglia della pro-pria città o anche – con altrettanto orgoglio – la maglia del proprio quartiere. Negli anni ’60 e ‘70 a Pozzuoli c’è stato il boom delle squadre di calcio affiliate alla Figc. C’era di tutto: dalla Pro Palazzine all’Arco Felice, dal Santa Maria Pozzuoli, la squadra dei dipen-denti del mercato ittico e quella dei dipendenti dell’Olivetti, fino a compagini come la Juve Solfatara e l’Interputeolana. Questo solo per citarne alcune. È una scoperta continua, pagina dopo pagina, il libro di Genna-ro Gaudino “Viaggio storico nel calcio flegreo”. Un excursus dal 1902 – anno di fondazione della

mitica Puteolana – fino agli anni ’80. Tutto, ma proprio tutto, sulle società, le formazioni, le statistiche del calcio nei Campi Flegrei. Sul-la copertina un’immagine rende l’idea del libro: una foto sbiadita del derby flegreo per eccellenza, Puteolana – Bagnolese, il 3 febbra-io 1952, Campionato di Quarta Serie. La partita fu giocata ad Arco Felice con il golfo di Pozzuoli sullo sfondo (per la cronaca la partita fu vinta dai puteolani per 2 reti a 0). Alla storia delle società non manca lo spazio per ricordare chi ha fatto grande il calcio minore: intere pa-gine sono dedicate agli uomini che hanno lasciato il segno nello sport locale. Figure come Domenico “Mimì” Conte, più volte sindaco di Pozzuoli e deputato del Pci, ma conosciuto anche per essere stato portiere, attaccante, dirigente e al-

lenatore della Puteolana. Oppure di Agostino Gamba: prima arbi-tro internazionale e poi presidente

della Puteolana. O anche Nicola “Nasone” Fumo, leggendaria ala della Bagnolese. E ancora: France-sco “Ninnillo” Fiore, dirigente sto-rico del calcio flegreo. Nel libro, corredato di immagini storiche c’è spazio anche alle altre realtà calci-stiche degli altri comuni flegrei: la

Sibilla Bacoli, la Juve Baia, l’A. S. Quarto oppure le intraprendenti formazioni del Monte di Proci-da. Ma perché il prolificare delle squadre sportive si interrompe negli anni Ottanta? «La risposta è ovvia – spiega Gennaro Gaudino – con il bradisismo degli anni ’80 anche il calcio è sparito. A questo poi bisogna aggiungere che ci sono sempre più difficoltà economiche per creare una squadra e gestire una formazione, anche se si tratta di dilettanti». Gennaro Gaudino è un riconosciuto esperto di statisti-che del calcio e storico sportivo. È autore con il fratello Vincenzo del libro “I Diavoli Rossi” e con Fran-cesco Lubrano del libro “Puteola-na: storia, iconografia e statistiche dalle origini ad oggi”. Per informa-zioni sui suoi libri: 333.7955235.

c.b.

SPORT

14marzo 2010

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Derattizzazione, disinfestazione, disinfezione, sistemi H.A.C.C.P., interventi immediati, sopralluoghi e preventivi gratuiti.

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L’Arcobaleno dello Sport. Il Coni Provinciale di Napoli, presieduto da Amedeo Salerno, domenica 6 giugno, nel contesto della Giornata Nazionale dello Sport, re-alizzerà a Napoli la manifestazione “L’Arcobaleno dello Sport” riservata ai figli degli immigrati di età compresa tra i 10 e 15 anni, che si esibiranno insieme ai ragazzi napoletani in attività ludico-sportive. A tutti i ragazzi partecipanti verranno donati, per la cerimonia di apertura, una maglietta con il logo della manifestazione e un cappellino con il nome del paese di origine, una medaglia ricordo, oltre a qualche piccolo regalo. La manifestazione è improntata allo spirito di volontariato ed è dedicata al territorio della provincia di Napoli, con il coinvolgimento delle società sportive, parrocchie, scuole, associazioni e comunità etniche, con la presenza degli Enti locali e della Chiesa. Per informazioni e iscrizioni: 081/5604265 – 081/5790184 – 081/5605760 - Fax: 081/5790955; e-mail: [email protected]

Lucia Nocerino

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15 marzo 2010

TAM TAM TAM TAM

Parte la dodicesima edizione del Pre-mio Miseno di Teatro amatoriale ine-dito dedicato a Mario Manduca e Ma-rio Masuottolo. Possono partecipare autori provenienti da tutta l’Italia. Gli autori possono presentare: lavori inediti, scritti in lingua italiana o dia-letto, di vario argomento e genere; cre-azioni teatrali inedite utilizzando in prevalenza la scrittura con la contami-nazione di diversi linguaggi espressivi; testi inediti, scritti in forma teatrale, liberamente tratti da opere letterarie edita; opere di ricerca, storica, cultu-rale, sociale, popolare che volorizzino la tradizione dei Campi Flegrei, e che costituisce sezione valutata e premiata in modo specifico. I premi: borsa di studio di euro 2000,00 alla Compagnia prima classi-ficata; borsa di studio di euro 1000,00 all’autore del miglior testo partecipante alla categoria A1; borsa di studio di Euro 1000,00 al miglior testo even-tualmente presentato sulla “ tradizione e cultura sui Campi Flegrei”; borsa di

studio di Euro 500,00 per la miglior rappresentazione del testo, tra quelli presentati nella categoria 2 o 3 del-la lettera A del regolamento; borsa di studio di Euro 500,00 per la miglior scenografia; borsa di studio di Euro 250,00 ciascun miglior attore e alla migliore attrice; pergamena ricordo a ciascun partecipante alla Rassegna. Una targa ricordo sarà assegnato alla prima compagnia e alla seconda com-pagnia classificata dalla giuria popo-lare. L’E.T.M. assegnerà il premio Miseno alla carriera ad un personaggio del teatro, del cinema o della cultura. La quota di partecipazione per ogni lavoro presentato è di euro 200,00. I testi e eventuali allegati, dattiloscrit-ti in duplice copia, dovranno perve-nire alla segreteria organizzativa alla sede dell’Associazione in via Sacello di Miseno n. 27 80070 Bacoli Napoli fino al 15 aprile del 2010. Per info: 0815234201 cell. 3391102489. Sito www.enteteatromiseni.it; e-mail: [email protected]

Teatro amatoriale a Miseno

Buone notizie. A Pozzuoli parte la raccolta differenziata domiciliare nei grandi condomini: coinvolti direttamente i cittadini

Prove di “porta a porta” per i rifiutiDal 1° febbraio distribuiti vademecum, buste e contenitori per organico, carta e multimaterialeParte la raccolta differen-

ziata domiciliare nei par-chi condominiali di Pozzuoli. Una “pattuglia” di informatori ambientali a gennaio ha preso contatto con i primi caseggia-ti a cui sono stati consegnati i kit per la raccolta (biopattu-miere e sacchi in mater-bi per gli appartamenti e i bidoni con ruote chiamati anche car-rellati per cortili e androni) e distribuiti i vademecum sulle modalità dell’operazione. Gli informatori hanno anche map-pato il territorio ascoltando gli amministratori dei condomìni per raccogliere eventuali segna-lazioni. Quanto ai vademecum per la raccolta, vi è indicato il calendario per il conferimento delle utenze domestiche che vanno depositate tutte tra le ore 20 e le 24. In questa fase sperimentale il calendario pre-vede i seguenti turni: frazione organica (alimenti): domeni-ca, martedì e giovedì; multi-materiale (plastica, alluminio, acciaio e vetro): lunedì e gio-vedì; carta e cartone: martedì; residuo indifferenziato: tutti i

giorni; ingombranti e raee (ri-fiuti elettronici): prenotazione al numero verde. Per le pile e per i farmaci scaduti sono state installati appositi contenitori dai rivenditori mentre da alcu-ni mesi sono state collocate in strada le campane per stracci e vestiti. La prima tappa del progetto lo scorso 1° febbraio. Tra i primi condomìni ad or-ganizzarsi c’è il Parco Olivetti, storico gruppo di edifici al cor-so Terracciano. «La collabora-zione è la cosa più importante – dichiara Mario Del Noce, amministratore del Parco – e infatti quando sono venuti i tecnici del Comune abbiamo fornito indicazioni sul dove posizionare i bidoni. Ora però spetta a tutti sorvegliare che venga fatta una corretta rac-colta e bisogna anche vedere se l’azienda convenzionata con il Comune davvero verrà a ri-tirare regolarmente i rifiuti». Non sono mancati gli “avver-timenti” che l’amministrazione comunale ha inviato a mezzo lettere ai condòmini, ricordan-do loro le sanzioni previste e il

controllo che effettueranno gli agenti della polizia municipale. In effetti se l’amministrazione puteolana ha finalmente co-minciato l’attesa operazione “porta a porta”, sia pure a li-vello sperimentale, così come quella di Napoli (molto più avanzata, intanto, sul terri-torio flegreo l’esperienza di

Monte di Procida), va anche sollecitato l’impegno dei citta-dini. E qui sorgono non pochi problemi: basti pensare che a Pozzuoli così come a Napoli i “soliti” incivili continuano a depositare materiali ingom-branti tipo elettrodomestici (vanno di moda gli apparecchi tv dopo l’avvento del digita-

le) e persino grossi imballaggi in cartone che non vengono ridotti in piccole dimensioni come sarebbe logico e corretto (e in questo caso i “campioni” sono alcuni commercianti). Appare assurda a questo pun-to la pretesa di “punire” interi isolati, a prescindere dal com-portamento dei singoli: è chia-ro che buoni e cattivi possono vivere sotto le stesse mura, ma non si può certo generalizzare. Da qui la necessità sia di giu-ste sanzioni per i contravven-tori effettivamente individuati (con le telecamere?), sia di una capillare informazione. Per il momento c’è un numero ver-de – 800.90.36.26 dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle 13 e dalle 15 alle 17 – a cui rispon-dono gentilmente gli operatori della De Vizia. Ma per alcune risposte – «Quando ci sarà il ricambio dei sacchetti per l’or-ganico? In estate è previsto un prelievo quotidiano dell’orga-nico per evitare disagi legati al caldo?» - occorrerà aspettare una specifica iniziativa del Co-mune.

Puoi trovare il giornale in distribuzione gratuita:

• edicola corso Umberto I a Pozzuoli (altezza Tamoil e zona Gerolomini)

• edicola viale dell’Europa unita al Rione Toiano (sotto il monte)

• edicola via Consalvo 99/D a Fuorigrotta

• edicola Ines, via Marotta, Monterusciello

• bar "Primavera" - giardinetti di via Carmine a Pozzuoli

Su www.segnideitempi.it La fecondità campana non migliora

Il paradosso: il tasso di fecondità aumenta in regioni come

l'Emilia Romagna (con alta occupazione femminile)

e diminuisce in Campania.

Il motivo: l'importanza dei servizi di conciliazione

lavoro-famiglia.

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