Marzo 2009

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ASSOCIAZIONE ITALIANA CONTRO LE LEUCEMIE - ONLUS SEZIONE PROVINCIALE DI TREVISO Periodico semestrale dell’AIL Treviso - Anno XVI - n.1 (Marzo 2009) Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB TV In caso di mancato recapito restituire all’ufficio di Treviso CPO detentore del conto, per la restituzione al mittente che si impegna a pagare la relativa tariffa Quando un torneo di calcio diventa Gran Premio della solidarietà

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Rivista dell'AIL sezione Provinciale di Treviso

Transcript of Marzo 2009

ASSOCIAZIONE ITALIANA CONTRO LE LEUCEMIE - ONLUSSEZIONE PROVINCIALE DI TREVISO

Periodico semestrale dell’AIL Treviso - Anno XVI - n.1 (Marzo 2009)Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale

D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB TVIn caso di mancato recapito restituire all’ufficio di Treviso CPO detentore del conto, per la restituzione al mittente che si impegna a pagare la relativa tariffa

Quando un torneo di calcio diventa

Gran Premiodella solidarietà

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Sommario

AIL NOTIZIE - Periodico dell’Associazione Italiana contro le Leucemie ONLUS - Sezione Provinciale di Treviso (Iscritto al n. 923 del registro

stampa del Tribunale di Treviso il 4 febbraio 1994). Presidente Mariotto Pelos Teresa - sede operativa: via Zoppè, 37 - 31020 S. Fior (TV)

Tel. e Fax 0438/777415 - per la corrispondenzaAILAssociazione Italiana contro le Leucemie ONLUS - C.P. 45 - S. Fior (TV) - Direttore responsabile Giovanni

Dan - Redazione e impaginazione a cura di Gianfranco Dal Mas - Stampa: GRAFICHE V. BERNARDI s.r.l. - Pieve di Soligo (Tv)

Per eventuali donazioni a favore dell’AIL Treviso:

CCP n° 13278312 Bonifico: BANCA DELLA MARCA CREDITO COOPERATIVO IBAN IT 07 V 07084 61880 T20990040050

www.ailtreviso.it [email protected] [email protected]

In copertina istantanee dal Tenni di Treviso, calcio e solidarietà.

IN 10.000 A TREVISOPER IL GRAN PREMIO

DELLAPubblico in delirio al Tenniper cantanti, piloti,Schumi mondiale ed una olada guinnes dei primatil grande cuore di Treviso ha accolto nel suo stadio un avveni-mento sportivo eccezionale. Ma non è stato solo questo arendere unico l’incontro del 9 novembre scorso: il rettangoloverde del Tenni ha visto la discesa in campo di un triangolaredel tutto particolare con la finalità di raccogliere fondi destina-ti alla ricerca nell’ambito della Sanità. La conosciutissima edamata Nazionale Italiana Cantanti si è cimentata con laNazionale Piloti, formazione agonistica altrettanto amata, e ilTeam Bosch con il prezioso supporto di alcuni medici dellasquadra Cral dell’ospedale Ca’ Foncello di Treviso. Si è tratta-to di un vero e proprio GRAN PREMIO DELLA SOLIDARIE-TA’- TROFEO BOSCH dove giocatori, sponsor, volontari epubblico hanno dato il meglio di loro stessi facendo sì che l’ini-ziativa riscuotesse il massimo consenso e successo. E così èstato. Uno stadio esaurito in ogni ordine di posti e la genero-sità degli sponsor, senza il cui sostegno sarebbe stato impossi-bile realizzare una così grande impresa. La conduzione dellaserata è stata affidata alla professionalità ed alla verve diMoreno Morello conosciuto da tutti come uno dei pilastri diStriscia la Notizia, che ha saputo coinvolgere sempre più il pub-blico presente, che ininterrottamente e calorosamente ha tifa-to per tutti gli atleti che si sono alternati sul campo. Parte delricavato (25.000 euro) è stata donata all’AIL, che a Trevisoopera da 22 anni e che è diventata un punto di riferimentograzie all’impegno quotidiano e capillare della signora TeresaPelos. Alla sua instancabile vitalità si deve la realizzazione diquesto meraviglioso incontro sportivo volto alla solidarietà.Non si è trattato di un impegno da poco, ma per la signoraTeresa nulla diventa impossibile quando si tratta di alleviare lesofferenze dei suoi ammalati, come lei ama definirli. LaNazionale Italiana Cantanti ha messo in campo i suoi migliorigiocatori, da Enrico Ruggeri a Paolo Belli, da Pupo adAlessandro Giacobbe, Luca Barbarossa, Giò di Tonno,Francesco Facchinetti, Paolo Mengoli, Mogol, Paolo Vallesi ,Nicolò Fabi, Francesco Rapetti, Daniele Battaglia, FrancescoFacchin, Neri Marcorè, Stefano Dall’Armelina, Fio Zanotti. Leloro prestazioni sportive hanno saputo scatenare l’entusiasmo

del pubblico oltre a far riaffiorare i ricordi di mai dimenticatemelodie sopratutto negli spettatori un po’ brizzolati. LaNazionale Piloti, con l’inserimento di campioni di altri sport,con Matteo Munari, Riccardo Patrese, Michel Fabrizio, KristianGhedina, Giancarlo Fisechella, Giorgio Pantano, Luca Filippi,Vitali Zanotti ed il campionissimo per eccellenza MichaelSchumacher ha sconfitto due volte la Nazionale ItalianaCantanti battutasi con impegno e generosità. Ed i ragazzini abordo campo sembravano impazziti nel vedere Schumi mon-diale. Il Top Team Bosch, una generosissima formazione com-posta da rivenditori e commercianti della Bosh, già vincitricedel torneo Bosch Cup 2008, ha dato il meglio battendosi convigore e sconfiggendo la Nazionale Cantanti, motivo dunqueper essere contenti. I medici del Ca’ Foncello di Treviso nonsono stati da meno, con un impegno pari a quello profuso nel-l’ambito della loro preziosa attività. Il pubblico non ha manca-to, come detto, di incitare incessantemente tutte le squadre incampo ripartendo equamente il tifo. Affetto ed entusiasmo,con applausi, urla di gioia e tante, tantissime ola che il cronistaMoreno, oltre che sottolineare con entusiasmo, passione edumorismo, ha anche contato, incitando il pubblico a continua-re per entrare nel guiness dei primati, cosa che secondo lui èriuscita avendo battuto il numero di ola di Genova. Sarà vero?E’ bello anche questo, inventarsi traguardi per ridere e gioire inun mondo che racchiude in sé anche grandi dolori. E’ stata unaesperienza bellissima, meravigliosa, densa di calore e soprattut-to di amore verso chi soffre, un amore dato nel segno anche

solidarietà

L’incontro tra la nostra presidente e Gio’ di Tonno. Il cantante pescarese, vincitoredel Festival di San Remo 2008, è un grande sostenitore della nostra Associazione.Il suo brano “L’amore è un elefante” è diventato l’inno nazionale dell’AIL.

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pubblico così entusiasta è difficile trovarlo.Un rinnovato grazie va a tutti coloro che con impegno hannovoluto realizzare questo momento ed un particolare ringra-ziamento, ancora una volta, alla signora del volontariato,TeresaPelos dell’AIL Treviso alla quale diciamo FORZA per tutti noi.

A.M.

dell’allegria, un’allegria contagiosa, genuina nata dal cuore gene-roso della gente trevigiana che ha saputo, con generosità, tra-sformare un incontro sportivo particolare in un momento digrande umanità. Una promessa è stata fatta dalle tre forma-zioni sportive: di ritornare molto presto a Treviso, perchè un

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UN PO’ DI STORIA…LA LUNGA STORIA DELL’

TREVISOLa lunga storia dell’AIL Treviso e della Ematologianel capoluogo della Marca parte nel 1986,quando lasignora Teresa Pelos, in memoria del figlio unicoBenedetto, perduto per leucemia acuta a 15 anni,decise di dedicare tutte le sue energie, 24 ore algiorno, 7 giorni alla settimana, a favore di una asso-ciazione che nel Trevigiano operasse a favore deipazienti colpiti da malattie ematologiche. Partita dalnulla, da un paese, San Fior, di poche migliaia di abi-tanti in prossimità di Conegliano e a circa 30 km daTreviso, ha saputo rapidamente costruire, conincrollabile tenacia e laboriosità, una associazioneche è diventata un modello di riferimento per l’in-tero volontariato, non solo a livello locale ma anchea livello nazionale. 22 anni fa. nella Provincia diTreviso, che conta circa 750.000 abitanti, non esiste-va alcuna struttura ospedaliera dedicata specifica-mente al trattamento delle più severe patologie del sangue, edi pazienti ed i loro famigliari erano costretti a dolorosi e fati-cosi viaggi della speranza presso diversi centri di Ematologiadel Triveneto o anche presso sedi più lontane. Primo obbietti-vo della signora Pelos è stato perciò quello di sensibilizzare ecoinvolgere le autorità sanitarie regionali circa la assolutanecessità di costruire una realtà ematologica assistenziale aTreviso, dovendosi scontrare, tuttavia, con molteplici resisten-ze politico-burocratiche e con note difficoltà economiche. Male sue doti di saper coinvolgere e motivare tante personeverso il fine di fare del bene a chi è più sfortunato e di nonspaventarsi di fronte a nessun ostacolo, anche apparentemen-te insormontabile, la fiducia e credibilità che ha saputo rapida-mente suscitare attraverso la assoluta trasparenza e onestà deibilanci, la capacità di raccogliere fondi mediante innumerevoliiniziative, grandi e piccole, che quotidianamente vengono por-tate avanti dai volontari dei diversi Gruppi AIL della provinciatrevigiana, nonché mediante donazioni da enti pubblici masoprattutto dai pazienti e dai loro familiari, grati per la enormedisponibilità ed il sostegno morale e materiale elargiti dall’AILTreviso, hanno creato le condizioni per ottenere il via liberaper l’istituzione di una struttura di Ematologia pressol’Ospedale Ca’ Foncello di Treviso, ufficialmente operativa apartire dal 2001. A dirigere tale struttura fu chiamatodall’Istituto di Ematologia ed Oncologia “L. e A. Seràgnoli” dellaUniversità di Bologna il dottor Filippo Gherlinzoni, affiancatoda due medici, il dottor Piero Maria Stefani e la dottoressaCristina Danesin. In partenza l’Unità Operativa di Ematologia

includeva unicamente un Day Hospital ed una attività ambula-toriale, allocati presso spazi pre-esistenti, che ben presto sidimostrarono insufficienti per il rapido afflusso di un numerosempre maggiore di pazienti, provenienti anche da AziendeSanitarie limitrofe. Non esistevano ancora posti letto di degen-za ordinaria, e solo grazie alla disponibilità del Primario diMedicina Generale del nosocomio trevigiano, dottorGiancarlo Foscolo, furono messi a disposizione i primi 6 letticompletamente dedicati ai pazienti ematologici. L’esigenza diun reparto autonomo di Ematologia era assolutamente inelu-dibile, e fu l’AIL Treviso a contribuire con un ingente sostegnoeconomico alla sua progettazione ed alla sua realizzazione.L’apertura di tale reparto avvenne nel settembre 2003, allapresenza dell’allora Ministro della Sanità. Professor GirolamoSirchia. Si tratta di un reparto con 12 posti letto, dotato del-l’impiantistica più moderna per ridurre la contaminazione degliambienti da agenti infettivi, cioè di un impianto di condiziona-mento a filtrazione assoluta, nonché di filtri sanitari posizionatiin corrispondenza dei due accessi in reparto. E’ stato così pos-sibile iniziare a trattare a Treviso pazienti ad altissimo rischioinfettivo, quali, ad esempio, leucemie acute in induzione e con-solidamento e ad intraprendere l’attività di trapianto autologodi cellule staminali emopoietiche, in stretta sinergia con ilCentro Trasfusionale dell’Ospedale. Va ricordato che, fin dallasua apertura, nel Reparto di Degenza ogni mattina è presen-te una volontaria che svolge la propria opera nell’affiancare ilPersonale infermieristico in alcune specifiche attività e nell’of-frire sostegno e ascolto ai ricoverati.Tutte le volontarie hanno

Le volontarie AIL del Ca’ Foncello. Per la loro presenza silenziosa e discretaun paziente le ha battezzate “gli angeli dell’Ematologia”

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seguito corsi di formazione programmati dall’Associazione.E’ noto che una appropriata gestione dei pazienti con le piùsevere malattie ematologiche presuppone la dotazione di ade-guati laboratori per la diagnosi, la prognosi ed il monitoraggiodi tali malattie. L’AIL Treviso si è fatta carico di finanziare l’ac-quisto delle apparecchiature necessarie alla nascita del

Laboratorio di Citogenetica, nel 2003, e del Laboratorio diBiologia Molecolare, nel 2006, e di sostenere diversi contrattiper biologhe e tecnici che operano in tali laboratori.

Nel 2005 l’attività di Day Hospital è stata trasferita in alcunilocali più spaziosi ed accoglienti, in grado di garantire un ade-guato livello di operatività a medici ed infermieri e soprattut-to un miglior comfort per i pazienti ed i loro familiari, tenen-do presente che sono attualmente circa 8000 gli accessi annuia tale Day Hospital. I lavori per adeguare i locali allenecessità più moderne sono stati finanziati dall’AILTreviso. All’interno di questo Day Hospital è presen-te una piccola “gemma”, fortemente voluta dallasignora Pelos, che testimonia della particolare atten-zione verso il paziente che è alla base dellaEmatologia trevigiana. Si tratta di un punto di risto-ro, aperto tutti i giorni dalle ore 7.30 alle ore 13,gestito dalle volontarie dell’Associazione e quindicompletamente gratuito, dove i pazienti ed i lorofamiliari possono fare colazione, sedersi ad un tavo-lino, scambiare alcune chiacchiere nell’attesa dellavisita o della esecuzione delle terapie, evitando, adesempio, di accedere al bar del PresidioOspedaliero, che è situato in una sede piuttosto lon-tana rispetto al Day Hospital e quindi scomodo daraggiungere, soprattutto in caso di pazienti anziani ocon difficoltà nella deambulazione.

Il ruolo indispensabile che l’AIL Treviso ha svolto e svolge afavore della quotidiana attività dell’Ematologia di Treviso èdimostrata dal numero di contratti per giovani professionistiche essa finanzia. Allo stato attuale, usufruiscono di contratti suprogetto 3 medici specialisti in ematologia, 4 biologhe, 2 psico-loghe. 1 tecnica di laboratorio, 1 segretaria. Inoltre, sono finan-

ziati dall’Associazione 2 medici specializzandi inEmatologia presso la Scuola di Specializzazionedell’Università di Verona.Costante è stata l’attenzione per la ricerca in campoematologico, documentata in passato dalla istituzionedi varie borse di studio per giovani ricercatori pres-so alcune Università del Triveneto. Attualmente, oltrea sostenere economicamente l’attività scientifica nel-l’ambito del GIMEMA.L’AIL Treviso finanzia tre progetti di ricerca (sulla leu-cemia acuta mieloide, sui linfomi cerebrali e sul mie-loma multiplo) che vengono portati avanti presso iLaboratori di Anatomia Patologica e del CentroTrasfusionale dell’Ospedale di Treviso: inoltre vienestanziata annualmente una cospicua somma perappoggiare l’attività di ricerca del Reparto diEmatologia Pediatrica dell’Università di Padova. Inlinea con lo scopo di divulgare e promuovere leconoscenze nel campo delle malattie del sangue,

l’Associazione supporta e patrocina importanti convegniscientifici a Treviso che sono diventati degli appuntamenti fissinel panorama congressuale nazionale.Nel 2006 è stata aperta nelle strette vicinanze dell’OspedaleCa’ Foncello di Treviso una Casa di Accoglienza con 5 postiletto per ospitare i malati provenienti da lontano e i loro fami-liari. E’ un appartamento che e stato ristrutturato dai volonta-ri delle Penne Nere del Gruppo Alpini di San Fior ed è statoarredato grazie a molteplici donazioni gratuite. Più recente-

Il bar del Day Hospital

Casa AIL di Treviso

mente ha iniziato la sua attività un Servizio diAssistenza Domiciliare per i pazienti ematologiciresidenti nel territorio dell’Azienda ULSS 9 diTreviso, articolato sulla attività di un medico specia-lista ematologo e di un infermiere professionale conlunga esperienza nella gestione dei pazienti emopa-tici, entrambi sostenuti da contratti finanziati dall’AIL.Un’altra impresa vincente assolutamente unica chela signora Pelos ha voluto intraprendere è stataquella di poter ospitare durante l’estate alcunipazienti ematologici ed i loro familiari per consenti-re loro un sereno periodo di riposo in manieraassolutamente gratuita. E’ così sorta la Casa Vacanzedi Lamosano, in Provincia dì Belluno, generosamenteconcessa dalla locale Amministrazione Comunale,ristrutturata e ammodernata grazie all’opera divolontari trevigiani e bellunesi. Durante il mese diagosto si alternano turni di circa 20 persone. Naturalmente,custode, gestore, cuoco, animatore della Casa Vacanze è sem-pre lei, la signora Pelos.Vanno poi ricordate altre iniziative che si sono succedute nelcorso degli anni. Ad esempio, gli acquisti di numerosi arredivolti a migliorare l’assistenza ed il comfort dei pazienti ricove-rati, come i letti-bilancia, i televisori con schermo al plasma, ifrigoriferi, i letti ergonomici con comando elettrico,oppure la stampa del giornalino dell’Associazione “AILNotizie”, che esce due volte all’anno e stampa circa 20000copie, in cui vengono riportate le cronache delle attività deivari gruppi e le nuove scoperte in campo diagnostico-terapeu-tico riferite dai medici dell’Ematologia di Treviso. O ancora l’ac-quisto di farmaci particolarmente costosi o difficilmente repe-ribili in Italia. Ma soprattutto ciò che ha caratterizzato e conti-

nua a caratterizzare l’AIL Treviso, e la signora Pelos che ne è ilmotore infaticabile, è l’enorme disponibilità nel sostenerecoloro che sono caduti, spesso in maniera assolutamenteimprovvisa, nel tunnel della sofferenza e cercano nell’AIL unoscoglio a cui aggrapparsi.Tale disponibilità si traduce non soloin eventuali aiuti economici, laddove siano necessari, ma ancordi più nell’infondere coraggio e fiducia anche nei momenti piùdifficili, nel farsi carico dei dolori e delle paure, anche nell’offri-re l’assistenza al letto del malato, passando le notti accanto alui in Reparto.Tutto questo ha fatto dell’AIL Treviso una realtàconosciuta, apprezzata e profondamente radicata nel tessutosociale della collettività trevigiana, e ha consentito alla giovaneEmatologia di Treviso di bruciare le tappe nel raggiungere ele-vati livelli di prestazioni assistenziali e scientifiche.

F. Gherlinzoni

Il dottor Gherlinzoni e la signora Pelos

Sì cari amici, anche quest’anno, nonostante tutte le difficoltà che ci portavano a rinun-ciare a questa manifestazione in favore dell’AIL, siamo riusciti ad organizzare e por-tare a termine la nostra serata. Un grande ringraziamento agli sponsor del BorgoChiesa di Codognè, agli Alpini ed al Milan Club che, oltre ad averci fornito le panchi-ne affinché la gente intervenuta potesse trovare posto a sedere, ci hanno sostenutoin questa iniziativa spronandoci a continuare nonostante gli impedimenti che si pro-spettavano insormontabili.Tutto è andato per il meglio ancora una volta! L’orchestraSeverino e le Sensazioni spera di poter ripetere anche l’anno prossimo questa bellamanifestazione.

Manente Severino

Ce l’abbiamo fatta

Gli amici dell,Ail

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BILANCIO CONSUNTIVO ANNO 2008

ENTRATE Valori in EuroSaldo Cassa 31/12/07......................................................................................................................... 645.686,08NTRATE CORRENTI, CONTRIBUTI, SOTTOSCRIZIONI,INTERESSI MATURATI, ELARGIZIONI E LIBERALITAʼ SALDO ATTIVO 2007RIMBORSI TITOLI INVESTITI ED INTERESSI RELATIVI.................................................................. 1.089.050,31TOTALE ............................................................................................................................................... 1.734.736,39

USCITESPESE CORRENTI:BORSE DI STUDIO, CONVENZIONI CON LE UNIVERSITAʼ,ATTREZZATURE OSPEDALIERE....................................................................................................... 746.217,95CONTRIBUTI ALLE FAMIGLIE............................................................................................................ 13.900,75Per Stelle, Uova, Assicurazioni, Segreteria, Ristoro,Case AIL, Rimborso spese chilometriche Storno ................................................................................ 276.783,94TOTALE USCITE 2008........................................................................................................................ 1.036.902,64SALDO ATTIVO CONTO DI TESORERIA ......................................................................................... 697.833,75DA CONTO CORRENTE POSTALE.................................................................................................... 94.156,15DA CONTO C/O CREDITO TREVIGIANO .......................................................................................... 463,65DA CONTO C/O BANCA DELLA MARCA ........................................................................................... 18.717,25DA CONTO C/O UNICREDIT BANCA................................................................................................. 7.306,93

TOTALE DISPONIBILITAʼ al 31/12/08 ................................................................................................ 818.477,73

IMPEGNI ASSUNTI PER BORSE DI STUDIO, CONVENZIONIUNIVERSITARIE, CONTRIBUTI ALLE FAMIGLIE, PERSONALEPER EMATOLOGIA OSPEDALE CAʼ FONCELLO, CENTROLEUCEMIE INFANTILI DI PADOVA, C.R.O. DI AVIANO,PRODOTTI PER SOTTOSCRIZIONI ................................................................................................ 818.477,73

AVANZO............................................................................................................................................... 0,00

BILANCIO PREVENTIVO PER IL 2009

ENTRATEENTRATE CORRENTI, CONTRIBUTI, SOTTOSCRIZIONI,ELARGIZIONI E LIBERALITAʼ ............................................................................................................. 850.000,00

TOTALE ENTRATE ............................................................................................................................. 850.000,00

USCITECONTRIBUTI ALLE FAMIGLIE............................................................................................................ 15.000,00BORSE DI STUDIO, CONVENZIONI CON LE UNIVERSITAʼ,ATTREZZATURE OSPEDALIERE....................................................................................................... 600.000,00MATERIALE PER SOTTOSCRIZIONI, CONVEGNI,SEGRETERIA, ASSICURAZIONI E TIPOGRAFIA.............................................................................. 235.000,00

TOTALE GENERALE USCITE............................................................................................................ 850.000,00

La nostra scuola, la S. Giovanna D’Arco di Vittorio Veneto, haavuto l’onore di ospitare un noto cantante, nonché comico eautore. Ho apprezzato il suo spessore umano quando parlavadella vita e delle molteplici difficoltà che essa ci pone.Era presente anche la signora Teresa Pelos, presidente e fonda-trice della sezione trevigiana dell’AIL. AIL è un’organizzazioneche ha come scopo principale la ricerca sulle possibili cure dellaleucemia. Dopo averci raccontato la sua forte esperienza per-sonale,Teresa ci ha invitato a partecipare attivamente alla parti-ta benefica che si sarebbe svolta il giorno 9 novembre allo sta-dio Omobono Tenni di Treviso.Senza averci pensato due volte, io e Lorenzo Errante, un ragaz-zo che frequenta la classe prima, ci siamo incaricati di venderei biglietti all’interno della scuola.Inizialmente, ci sono state messe a disposizione 40 entrate.I professori e gli studenti che volevano contribuire furono piùdel doppio. Il giorno 9 lo stadio era gremito, 10.000 persone lìad aiutare la ricerca, i malati e le loro famiglie.Questo episodio mi rimarrà in mente perchè fino a quelmomento non avevo mai creduto che insieme, volontariamen-te, si può far molto per davvero.La simpatia del cantante Paolo Belli e la grande umanità dellasignora Pelos mi hanno aperto la mente verso un mondo chenon conoscevo: il mondo del volontariato. Avevo sentito parla-re di FAO, UNICEF,WWF senza mai preoccuparmi di che cosasi occupano e come lo fanno.

I contatti con la signora Pelos non si interruppero al termine dellapartita. Il giorno 27 novembre ricevetti una telefonata nella qualemi invitava a partecipare alla vendita delle stelle di Natale perraccogliere fondi da destinare alla cura dei malati di leucemia.Il giorno 7 e 8 dicembre, si è svolta la Campagna “Stelle di Natale”.E’ stata per me un’esperienza di grande crescita interiore. Le gior-nate erano molto fredde, ma quando confezionavamo una stella,l’amore e la voglia di aiutare ricevuta dalle persone ci scaldavanomolto più del vin brulè che non mancò in quelle ore.Questi inviti sono stati opportunità per entrare in una visualedi vita nuova.Tutti, o quasi, sfortunatamente abbiamo avuto momenti di dif-ficoltà, ora io voglio aiutare chi soffre, perchè il futuro dell’uma-nità, come ha detto il cantante Pupo presentando la partita, sigiocherà sul Volontariato.Concludo riportando una frase detta da Paolo Belli che è statala scintilla che mi ha aperto la mente:“Il primo aiuto che si puòdare ad una persona in difficoltà, è un abbraccio”. Questo vuoldire che io, che abbraccio te, sono al tuo fianco e a fianco a tecamminerò per superare il momento che stai vivendo. Quandoavremo superato l’ardua via, ci separeremo per andare adabbracciare altre persone.Questo è il futuro dell’umanità, l’aiuto reciproco.

Franco Pasquot

L’AIL È ARRIVATAANCHE NELLA NOSTRA SCUOLA

Paolo Belli parla di solidarietà agli alunni della S. Giovanna D’Arco

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Gli amici dell,Ail

Gli amici dell,Ail

A favore dell’AIL di Treviso, nelloscorso mese di settembre sono statiraccolti dei fondi, nell’ambito di unincontro che Rosetta ha voluto perricordare i dieci anni della scompar-sa del marito Aldo, mancato a segui-to di una leucemia.All’incontro, svoltosi in un clima diserenità e gioia, seppur velata dalricordo di chi purtroppo non hapotuto essere presente, hanno par-tecipato anche il professor FilippoGherlinzoni, primario del reparto diEmatologia del Ca’ Foncello diTreviso, la signora Teresa Pelos, il sin-daco di Pordenone, SergioBolzonello, e tantissimi amici di Aldoe Rosetta. Clou dell’incontro la pre-senza di un gruppo di validissimi pit-tori come Cecchin Luciano, RassattiUgo, Cavazzon Giovanni, SerafinoCesare, Zonzat Giovanni, GiorgioAltio, Giorgio Igne, Sergio Altieri eGiancarlo Magri, che hanno donatoun’opera ciascuno, opere che, suc-cessivamente acquistate, hanno con-tribuito a raccogliere una discretasomma destinata all’AIL.Rosetta Saccotelli Pavan, che haconosciuto e vissuto sulla propriapelle l’esperienza del mieloma multi-plo al terzo stadio, ha voluto dedica-re all’Ematologia e all’AIL di Trevisoquesto pomeriggio di solidarietà,amicizia ed amore, sottolineando aipresenti che non sono sempre glialtri destinatari di brutte malattie, matutti possiamo esserne facili prede.Sostenere pertanto la ricerca ed aiu-tare coloro che sono nella malattianon lo si deve considerare solocome un atto generoso a sé stante,ma deve rientrare nel quotidianopensare ed agire di tutti noi.Grazie all’AIL e alla signoraTeresa per aver accolto questomodesto omaggio.Alla prossima.

R. S.

UN QUADRO PER L’AIL

Teresa Pelos, Gherlinzoni ed artisti alla presentazione della mostra

LA BAMBINA CONIL CAPPOTTO ROSSOEra come un puntino di colore in mezzo alla piazza resa grigia dal freddo di dicem-bre e dai colori sobri che la gente usa indossare durate l’inverno. Si è avvicinatacon passo sicuro rassicurata dallo sguardo dolce e sereno della mamma chel’aspettava un po’ più indietro sorridendo. Con i soldini in mano ha afferrato la stel-la di Natale e si è allontanata con lo sguardo fiero di chi compie una cosa impor-tante, una cosa da grandi! In realtà è stato proprio un gesto importante e prezio-so, come quello della nonnetta che ogni anno mi aspetta fuori della chiesa, comefosse un rituale, per la stella di Natale, non con poco sacrificio visto che la pensio-ne non le permette di strafare.....

Grazie a tutte due per il grande cuore che vi accomuna. Grazie a tutti quei bam-bini che offrono i soldini della prima Santa Comunione o del compleanno, rinunciando ai regali, e ai loro genitori che li hanno educati così bene. Grazie a tutti

gli anziani che ci sostengono con i loro sguardi affascinanti in questa societàche si dimentica spesso delle cose importanti. Io credo che ibambini e gli anziani insieme, abbiano le cose piùpreziose del mondo: l’innocenza e la sag-gezza. Sorrido pensando allabambina col cappottinorosso e alla nonnetta checamminano per mano, un pun-tino di colore, una piazza grigiae tanta tenerezza.

Paola,AIL Oderzo

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Gli amici dell,Ail

La mattina di lunedì 8 dicembre 2008, nonostante un bellissi-mo sole, faceva un gran freddo. Le auto erano ricoperte dighiaccio e ci sono voluti diversi minuti per sbrinarle. E’ statodifficile alzarsi dal letto e raggiungere le piazze del comune diCordignano per la terza e ultima giornata della campagna“Stelle di Natale”. Tra noi volontari c’era chi era tornato tardida una festa di laurea e chi aveva passato una notte movimen-tata perché la figlioletta era stata male, chi aveva rinun-ciato a farsi un giro sulla neve caduta abbon-dante pochi giorni prima sui monti equalcun altro che si era dato animononostante un fastidioso raffred-dore. Eppure alle 8 e mezzoeravamo ognuno al proprioposto, come avevamo con-cordato il giorno prima.Come non mai, proprio nelleprime ore del giorno coipiedi congelati e una gransonno, ci siamo sentiti uniti, unasquadra, amici che cercavano difare del loro meglio per sostenerel’AIL.La crisi finanziaria ed economica nonregalava buoni presagi, avevamo faticato infatti atrovare lo stesso numero di sostenitori AIL degli anni pre-cedenti. Il sabato sera, dopo le Messe, e la domenica trascorsisottotono avevano abbassato il nostro morale. Ora, ultimogiorno di campagna, volevamo mettercela tutta.La giornata ci ha regalato momenti di grande umanità: daisacerdoti alle persone anziane, dalle famiglie con più bambinie fino a qualche giovane, abbiamo visto materializzarsi la genui-nità, la bontà e lo spirito solidale di cui tanto si parla ma chepoi rimane spesso parola morta. Dobbiamo ringraziare letante persone che ci hanno sostenuto e incoraggiato, coloroche hanno raschiato il fondo del portamonete per trovare gliultimi euro pur di contribuire, i bambini coi loro sorrisi e lemamme che li hanno avvicinati ai nostri tavoli.Per tante persone, così ci è sembrato di intuire, i dodici europer l’AIL sono ancora un investimento di speranza che va oltrela crisi, una spesa che ha molto più valore di altre, una gioiosarinuncia a qualcosa di meno significativo rispetto alla solidarie-tà e alla sensibilità verso chi vive la malattia e il disagio. Le per-

sone semplici ci hanno stupito, praticando molto meglio ditante teste “pensanti” dell’oggi la strada da seguire per andareoltre questo momento economicamente difficile: arrivaredove qualcun altro non arriva, aiutare chi è nel bisogno, soste-nere la ricerca, risanare la società egoista ritrovando lo spiritodella vicinanza reciproca, togliere dal vocabolario l’affermazio-ne “s’arrangino!” (citato dall’omelia di Don Terenzio di

Pinidello).Certo, molti giovani non ci hanno sostenuto,

qualcuno ci ha squadrati come fossimoalieni ma di sicuro il colore delle stelle

ha regalato a noi e a tanti una gior-nata diversa, una festa

dell’Immacolata davvero specia-le.La felicità è nel dare. Dodicieuro possono essere tanti ma,se si possono spendere, sono

un grande regalo che si fa a sestessi… almeno questo ci

hanno insegnato le persone chesono venute a chiedere di aiutare

l’AIL.Alla fine della giornata, quattordici persone

in meno rispetto al 2007 avevano sostenuto l’as-sociazione… anzi, 214 persone l’avevano presa a cuore e se

l’erano portata a casa, 214 case che si sono regalate un sorri-so e un po’ di calore in più, 214 grazie che diciamo aCordignano,Villa di Villa, Pinidello e Silvella per aver creduto inun Natale di solidarietà silenziosa, discreta, concreta!Una stella contro la crisi, economica ma non solo economica.Una stella per un mondo, nel piccolo dei nostri paesi, un po’migliore. Una stella che si aggiunge alle tante iniziative e ai tantigesti concreti d’amore che ancora oggi, nonostante tutto,vediamo realizzarsi attorno a noi.Anche quando le cose non vanno al meglio, la speranza è l’ul-tima a morire, anzi, è una delle poche cose che non si perdee non si svaluta.Noi giovani dell’AIL di Cordignano siamo usciti più ricchi daquesta esperienza e invitiamo, chi volesse, ad unirsi a noi permettere insieme le forze e condividere fatiche e soprattuttogioie (328.8738728 o [email protected]).Grazie.

Matteo GhirardiAIL Cordignano

UNA STELLA CONTRO LA CRISI

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Gli amici dell,Ail

LA MARCIA DEL CODOLOLa marcia del Codolo, è l’appuntamento podistico organizzato ogni prima domenica di novembre dalla nostra Associazione. Per unbreve tratto segue lo scorrere del fiume in mezzo alle brume ed ai silenzi della campagna, poi prende altre vie, meno suggestivedal punto di vista paesaggistico, ma per certi versi tutte da scoprire. La partecipazione è di anno in anno sempre più numerosa equesta edizione ha potuto contare 1.300 partecipanti con un incasso record di 6.000 euro. Uno spettacolo di colori con “atleti” adue e a quattro zampe, di tutte le età, più o meno allenati, gare appassionate tra amici ed andature tranquille. Un incontro dove sicorre o si cammina (ma nessuno… “marcia”) nel segno dell’amicizia.Un vivo ringraziamento all’associazione TRAVISANDO che da sempre ci sostiene nell’organizzazione.

Il 20 giugno ‘09 presso la Sala Convegni del Ca’ Foncello di Treviso si terrà il Seminario interattivo“AIL Pazienti Linfomi” con la presenza dei migliori ematologi italiani. L’AIL ritiene fonda-

mentale che i pazienti possano incontrarsi con altri malati e con familiari ed amici, medici, ricerca-tori, infermieri, volontari e quanti altri partecipano alla loro assistenza, così da migliorare la qualità

della loro vita, facilitando la comunicazione interpersonale e lo scambio di informazioni ed esperienze.Per informazioni contattare la Sede AIL (tel. 0438 777415).

La terapia dei Linfomi non Hodgkin a fenotipo B in questi ultimi10 anni ha registrato consistenti progressi migliorando in modosignificativo la prognosi e le possibilità di guarigione dei pazienti.La possibilità di innescare una reazione immunologica (e quindi didifesa) nei confronti di una malattia tumorale è un campo che haimpegnato da sempre la ricerca medica. Il problema da risolvereconsisteva nel trovare un antigene (una sostanza costituita da zuc-cheri e proteine che viene “riconosciuta” dal sistema immunitario)che potesse essere “visibile” dalle cellule e dai fattori che sonodeputati a difendere l’organismo dagli agenti esterni: i requisiti idea-li di questo antigene dovevano quindi essere l’esposizione e la sta-bilità sulla superficie delle cellule malate da distruggere, l’assenza diespressione sulle cellule immature sane in modo da non compro-metterne la possibilità di normale maturazione dopo il trattamen-to. L’antigene CD20 che è espresso solo sui linfociti B maturi pre-senta tutte queste caratteristiche ed i risultati ottenuti “costruen-do” un anticorpo che si lega a questo antigene (Rituximab) hannocambiato in modo radicale le prospettive di cura anche in pazien-ti che per età o per la presenza di altre patologie non potevanoricevere un trattamento chemioterapico ottimale.Il Rituximab distrugge le cellule linfomatose utilizzando le difesedell’organismo ed è noto che non tutti i pazienti rispondono allostesso modo a questo tipo di terapia. Considerando la notaradiosensibilità delle cellule di linfoma, si è pensato allora di sfrut-tare la selettività del farmaco utilizzandola per dirigere in modo“chirurgico” il trattamento radioterapico: da qui il nome di“radioimmunoterapia”. La radioterapia è infatti un “vecchio” maancora validissimo caposaldo della terapia dei linfomi, ma presen-ta dei limiti dati dall’impossibilità di proteggere i tessuti sani daidanni che si inducono nei tessuti malati. La radioterapia in parti-colari aree del corpo infatti può causare non pochi problemi(infiammazione della cute e dei tessuti molli, nausea, vomito, diar-rea, mucosite ecc).La ricerca scientifica è riuscita a identificare un farmaco in gradodi legare l’antigene CD20 ad un elemento radioattivo. L’Yttrio90

è stato scelto in quanto emette una radiazione che si esaurisce inbrevissimo tempo e nell’arco di pochissimi millimetri: è chiaro chein questo modo il danno è estremamente localizzato, non vi sonorischi per il personale né per i familiari del paziente al rientro dal-l’ospedale in quanto anche la piccola quota di farmaco eliminatocon le urine si esaurisce prima del rientro a domicilio. Questo far-maco (Ibritumomab-Tiuxetan coniugato con Yttrio90) richiedecomunque autorizzazioni regionali specifiche per essere prepara-to e somministrato in quanto l’elemento radioattivo deve essereconiugato con l’anticorpo al momento: questo richiede che ilServizio di Medicina Nucleare (la struttura autorizzata a tale fine)

provveda a tale delicata operazione nel rispetto delle più rigoro-se norme di protezione del personale del paziente e dei suoifamigliari.I risultati ottenuti in questi anni sono assolutamente lusinghieri inquanto anche pazienti con malattia di lunga data ottenevano nuo-vamente la remissione. Sulla base di tali evidenze, il passo succes-sivo è stato proporre tale farmaco anche per pazienti con malat-tia in fase iniziale in modo da andare ad eliminare la malattia in uncondizione in cui non si siano generate resistenze al trattamento.Il limite a questa ulteriore tappa è dato dal fatto che un piccolaquota del farmaco, soprattutto se vi è coinvolgimento di malattiadel midollo emopoietico, determina un irraggiamento anche atale livello e quindi un modesto grado di tossicità ematologica.Nei pazienti in cui una procedura trapiantologia in un qualsiasimomento potesse essere indicata e proponibile, l’entità di questatossicità potrebbe essere tale da compromettere un’adeguatamobilizzazione di cellule staminali periferiche, pertanto la terapiadi mobilizzazione dovrebbe comunque sempre precedere il trat-tamento radioimmunoterapico.Attualmente l’indicazione ministeriale registrata per questa formadi trattamento riserva tale terapia solo a pazienti affetti da Linfomanon Hodgkin follicolare in ricaduta dopo un trattamento che inclu-deva il Rituximab. Questa limitazione deve essere consideratacome una forma di estrema tutela per far sì che tale terapia vengaerogata solo a quei pazienti che presentano la patologia in cui èmassima l’esperienza con tale farmaco ed in modo da ridurre il piùpossibile i rischi e le probabilità di complicanze inattese.Un’ulteriore area di indagine è incentrata sulla possibilità di inte-grare un trattamento radioimmunoterapico con la chemioterapiaad alte dosi con supporto di cellule staminali; tale proceduraattualmente deve essere proposta solo in ambito di studi clinicicontrollati multicentrici o al massimo in casi estremamente sele-zionati. Comunque in nessun modo può essere considerata comeun trattamento “consolidato”.La Divisione di Ematologia di Treviso nuovamente è in prima lineaanche con questa forma di trattamento avendo trattato a tuttog-gi 18 pazienti ed in questo momento è il Centro nella RegioneVeneto che può vantare la casistica più vasta.Nei nostri pazienti l’entità e la durata della tossicità ematologicache rappresenta il fattore limitante di maggior rilievo, non si è maidiscostata complessivamente da quanto prevedibile e si è limita-ta un modesto e transitorio fabbisogno trasfusionale. La qualità ela durata delle risposte ottenute è risultata sovrapponibile ai datidella letteratura scientifica.

Dott. Pietro Maria Stefani (Ematologia diTreviso)

Filo direttocon il medico

PROGRESSI NELLA TERAPIA DEI LINFOMI NON HODGKIN A FENOTIPO B

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“Addio alle armi”, unfilm tratto dal notissi-mo romanzo di . Maisentito parlare né di“Addio alle armi”, nédel suo autore, ma tutticapirono che sarebbestata una bella esperienza.Marcia di trasferimento verso la cittadina carnica ed allesti-mento del campo sulle prima balze della montagna. La primanotte un violento temporale fece volare le tende, che il gior-no dopo furono rimontate doppie.Poi furono quattro settimane indimenticabili, e cioè una pac-chia che durò quattro settimane.Si trattava di girare delle scene dove la Batteria, dopo averlasciato il paese, saliva con i muli sulla montagna, cantandonenie alpine, e veniva poi sopraffatta dall’avversario, scenden-do disordinatamente, sotto il crepitare delle bombe, simulan-do il contrattacco nemico a Caporetto.I militari attraversavano con muli al seguito la piazza, rincorsida una schiera di bambini e salutati dalla gente del paese cheoffriva loro pane e vino. Uscendo da Venzone percorrevano laPontebbana, chiusa al traffico, che, essendo asfaltata, era stataprima ricoperta da ghiaia scaricata da camion.Gli artiglieri della 22ma erano equipaggiati con armi e divisedella guerra 15-18, il cappello alpino invece era quello perso-nale.Tutto era d’epoca, anche le ambulanze, cui però era statosostituito il motore.Sulle pendici della montagna, dentro una vecchia casa diroccatabombole di gas simulavano un incendio, con fiamme altissimeche uscivano dalle finestre. Il copione prevedeva che la scenadella battaglia si svolgesse sotto la pioggia. Nelle statistiche, dasempre la Carnia risulta essere le zona più piovosa d’Italia: se siesclude il fortunale della prima notte, quei giorni di aprile nonpiovve mai, così la pioggia cadeva dal cielo lanciata da pompeartificiali. Alcune scene furono girate di notte, ed i lampi dipotenti fari illuminavano a giorno il costone della montagna.All’interno di questa battaglia finta, per le comparse della 22ma

c’era una guerra vera che consisteva nell’andare a recuperarei muli che scappavano per la montagna, imbizzarriti, allo scop-pio dei petardi che simulavano le bombe. La scena fu girata piùvolte, ma i muli non volevano saperne di starsene calmi, finchéla regia decise di girare la presa diretta degli scoppi senza laloro presenza.Furono, per Giorgio e compagni, quattro settimane indimenti-cabili. Nulla di faticoso, anzi la novità di un mondo sconosciu-

La storia

L“Addio alle armi” del 1957 è il secondo film tratto dall’omo-nimo romanzo di Ernest Hemingway, dopo quello di FrankBorzage del 1932.Tentando di perseguire una linea di maggiorrealismo e aderenza al romanzo, il film fu realizzato in Italia, fraFriuli-Venezia Giulia e Veneto, non lontano dai luoghi descrittidall’Autore americano, teatro della prima guerra mondiale. Ilfilm è centrato sulla storia d’amore tra un giovane tenente euna crocerossina, interpretati da Rock Hudson e Jennifer Jones.Buone le interpretazioni degli attori italiani (Vittorio De Sica eAlberto Sordi su tutti) che in qualche caso riescono a surclas-sare quelle dei loro colleghi americani. Memorabile la scena incui Hudson riesce a convincere la Jones a far partire la love-story dicendole “Suvvia si lasci andare, in fondo la vita èbreve!”.

***Giorgio Pompeo partì da Colfosco (Susegana) per la naia il 2marzo 1956.Tre mesi di CAR a Bassano, poi a Pontebba, 22ma

Batteria del Gruppo Artiglieria da Montagna “Belluno”. Belricordo quello di Pontebba: naia dura, un capitano che facevasputar sangue, marce sotto il sole, la pioggia o la neve, laBatteria che saliva e scendeva le montagne, i pezzi degli obicisu e giù dai muli.I muli, erano loro i protagonisti della vita in una caserma diArtiglieria da Montagna, perché attorno ad essi ruotava tuttal’attività del giorno e della notte. Ed era vita dura.Maledette bestiacce per alcuni, curiosi quadrupedi per altri,amati ed odiati, coccolati e vezzeggiati o ignobilmente vilipesi.A Giorgio era toccata Persiana, una mula buona e docilissima,cui si era affezionato. I muli cattivi se li erano contesi i condu-centi abruzzesi che si sfidavano a chi riusciva a gestire quellopiù cattivo della Batteria. Gente strana gli abruzzesi. Quando,arrivati in caserma, il maresciallo responsabile della scuderiaaveva chiesto chi volesse in consegna i muli più pericolosi, loroavevano alzato tutti la mano. Erano generalmente piccoli distatura, non parlavano mai ed erano loro a contendersi la vit-toria in quella gara demenziale che consisteva nel fare di corsail giro del cortile della caserma reggendo i 106 chili della boccada fuoco del 75/13.Bel ricordo, si diceva, quello di Pontebba, perché a Pontebba simangiava divinamente: risotto il martedì, gnocchi il giovedì epasticcio ogni domenica. Si mangiava bene e si beveva meglio adifferenza di Bassano, dove il rancio era immangiabile ed il vinorimaneva sulla tavola, chè non si sapeva di cosa fosse fatto.A fine marzo ‘57, appena terminato il campo invernale, arrivòper la 22ma Batteria, artiglieri e muli, l’ordine di trasferirsi aVenzone, dove un noto regista americano stava girando

ADDIO ALLE ARMI

Giorgio con Persianadurante un campo invernale

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La storia

to, quello delle riprese di un film, e tutto da scoprire. Per ilresto, una volta governati i muli, si passavano le giornate abighellonare nel campo, a godere di questa inaspettata occa-sione di riposo pensando, senza nessun rimpianto, ai compagnidelle altre Batterie del “Belluno” impegnati a “farsi il mazzo” incaserma. Distesi nell’erba pancia all’aria a godersi la primaverache ormai era scoppiata con tutti i suoi suoni e colori, pensan-do alla morosa, chi l’aveva, o ad immaginare come avrebbepotuto essere, chi, come Giorgio, non l’aveva ancora.Il tutto in attesa che arrivasse sera,quando si poteva scendere nellavicina Venzone per celebrare, comesanno fare gli alpini, la libera uscita emangiare e bere in compagnia,senza badare a spese, tanto forag-giava la regia. Cantare davanti ad unbicchiere le gesta del famosoCapitan della Compagnia di cui ilcaso ora li faceva interpreti. EGiorgio ricorda anche qualchebevuta abbondante.Ma non era finita qui: la cosa piùstraordinaria era che la fortuna dacui gli artiglieri della 22ma eranostati baciati veniva anche lautamen-te retribuita.13.000 lire a settimana: era questo ilcompenso ad ogni alpino per la suapartecipazione come comparsa, unrimborso spese altissimo se si pensache il contributo che madre patriaelargiva allora ai suoi militari ognidieci giorni era di 1.200 lire (ladecade). Ma c’erano di mezzo gliamericani e si sa che gli americaninon badano e non hanno mai bada-to a spese. Sembrava molto generosa la direzione dello staff:gli autisti al seguito si beccavano 40.000 lire la settimana, ed ibambini che arrivavano da Udine su due corriere per fare lecomparse nella piazza di Venzone erano gratificati con 600 lireal giorno.Solo una volta Giorgio Pompeo vide: saliva la montagna davan-ti alla Batteria in una scena ripresa da telecamere fisse, poi nonvide mai nessuno, né Sordi né De Sica, né mai seppe dove equando si girassero le altre scene. Ma la cosa più importanteera che a fine settimana sotto la tenda della fureria passassel’ufficiale pagatore…I primi di maggio, quelli della 22ma rientrarono a Pontebbacon la stessa modalità con cui erano scesi: a piedi.Alla prima licenza Giorgio affidò alla madre Angela la custodiadei suoi preziosi risparmi. Il 9 agosto 1957 arrivò il congedo epoté così realizzare l’acquisto di un orologio. Ora la cosa puòapparire inverosimile, ma allora avere un orologio al polso era

molto importante. Negli anni ’50 la cresima era una cerimoniamolto attesa, e non tanto per l’apporto che sarebbe sceso conlo Spirito Santo ma perché era tradizione che il santolo rega-lasse proprio l’orologio. Ma bisognava avere un bon santol.Giogo era stato cresimato il 27 dicembre 1942, il giorno dopoSan Stefano a Susegana, a 8 anni. Allora non esisteva che iragazzi indossassero pantaloni lunghi, e così ricorda tutto ilfreddo patito con le braghesse curte che il padre aveva acqui-stato il giorno prima al mercato di Pieve di Soligo. Per riparar-

si dal gelo di quella domenica,aveva trovato riparo sotto la lungamantella del santolo. Ed il regalodel santolo era stato un pacchetti-no di biscotti, merce comunquerara e preziosa, che Giorgio avreb-be consumato uno al giorno.10.000 lire andarono, si diceva, perl’orologio, altre 5.000 sarebberostati impegnati per l’anello di fidan-zamento una volta trovata lamorosa, Augusta (gennaio 1958),che poi sposerà nell’aprile dell’an-no dopo.Lo portò per un tanti anni l’orolo-gio, la moglie quell’anello lo portaancora in occasione delle feste.Nell’ottobre 1958 “Addio allearmi” era programmatoall’Accademia di Conegliano. Maquel giorno pioveva a dirotto eGiorgio (macchine allora non cen’erano) dovette rinunciare allatrasferta in bici. Lo vide per laprima volta in televisione setteanni dopo, e da allora non lo hamai perso quando viene program-

mato nei vari canali televisivi.Ed ogni volta è come se fosse la prima. Non riesce mai a rico-noscersi nel gruppo degli alpini che salgono e scendono lamontagna mentre la battaglia infuria, ma poco importa. Le sen-sazioni sono sempre le stesse.E bastano quelle scene per ricordargli tutte in una volta la naia,le marce, i muli, la docile Persiana, gli artiglieri abruzzesi che sisfidavano correndo con la bocca da fuoco attorno al cortiledella caserma, il Friuli e la sua gente, la bufera che la primanotte si portò via le tende a Venzone, le telecamere cheriprendevano la Batteria che fingeva la guerra su per le balzedei monti con i muli imbizzarriti al crepitar delle bombe, lebevute nelle osterie di Venzone, la paga a fine settimana equell’anello di fidanzamento che gli ha cambiato la vita.Nostalgia per gli amici di quell’avventura e quei posti che nonha mai più rivisto. E, sopratutto, nostalgia dei 20 anni.

Da “Alpini a Colfosco”

In attesa del ciak.Giorgio Pompeo è il primo da sinistra

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Irto il camminodel “cuore”...

Parve un dì lontano, una Voce richiamarel’attenzione. Sussurrava compiti sollevando patemi

e riflessioni.D’un tratto, rapita dal pensiero, meditavo un cammino.Irto potrei definirlo ma di grande valore umano.Non ebbi dubbi, accolsi con gioia quest’incarico Divinoe mi apprestai al dovere del Cuore...Nulla temevo, la forza lentamente mi dominava ed ora,volgendo il mio sguardo all’indietro, mi accorgo di aver

percorso un lungo tratto…Non per ambizione, non per eroismo, non per protagonismo…ma solo una mano.... Lunga e Tesa... che dal Ciclo ”chiama e chiede”....Ed io prontamente obbedisco... con OnorePassione... Speranza.... Amore....C’è nell’aria un frastuono di voci.... Un chiasso continuo di Anime chenon si rassegnano e turbano la quiete dell’Uomo... che un dì.... ascolteràe risponderà al Richiamo.... Perchè nessuno può sottrarsi alla Chiamatainteriore: più urgente del quotidiano, più esplosiva di un terremoto,eppure così capace di gratificare l’ “Essere” nella Sua interezza.Questa sarà la Vera Rinascita: quella della “Luce”

Dedicata a Teresa Pelosuna Donna che alla “Chiamata Interiore”ha saputo dare se stessa….

Con la Gioia di averLa incontrata nellaMia Vita…..

Manuela Venerandi

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CampagnaUova di Pasqua27 - 28 - 29 marzo 2009