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Marzo 2007 Anno II - n. 1 NOTTE PRIMA DELL’ESAME Ansie e paure di una matricola alla sua prima volta Destinazione Erasmus: a marzo il nuovo bando Tivù spazzatura: l’altra faccia del relativismo “3+2” ancora in tempo per scappare! Nemica sigaretta: ma quanto ci costi? Non lasciamo decidere agli altri... 27 gennaio una giornata per non dimenticare Partecipo ergo sum Come si sente una matricola la notte che pre- cede il suo primo esame? E’ in pieno esauri- mento nervoso! segue a pag. 3 Molte volte la libertà di fare ciò che vogliamo, di organizzarci le giornate e lo studio come meglio crediamo, ci allonta- na sempre più dalla nostra facoltà, da quel luogo d'incontro e di confronto di una generazione che in un futuro non molto lontano reggerà le redini della società. segue a pag. 2 8 studentigiurisprudenza.it Associazione riconosciuta dall’Università degli Studi di Napoli “Federico II” - Distribuzione Gratuita -

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Marzo 2007 Anno II - n. 1

NOTTE PRIMA DELL’ESAMEAnsie e paure di una matricola alla sua prima volta

DestinazioneErasmus: a marzo ilnuovo bando

Tivù spazzatura:l’altra faccia delrelativismo

“3+2”ancora in tempo per scappare!

Nemicasigaretta: ma quanto ci costi?

Non lasciamodecidere aglialtri...

27 gennaio una giornataper non dimenticare

Partecipo ergo sum

Come si sente una matricola la notte che pre-cede il suo primo esame? E’ in pieno esauri-mento nervoso!

segue a pag. 3

Molte volte la libertà di fare ciò chevogliamo, di organizzarci le giornate e lostudio come meglio crediamo, ci allonta-na sempre più dalla nostra facoltà, da quelluogo d'incontro e di confronto di unagenerazione che in un futuro non moltolontano reggerà le redini della società.

segue a pag. 2

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segue dalla prima

È proprio per questo che bisogna viverel'università, prendere il meglio, partecipa-re, fare associazione, proporre e organiz-zare iniziative positive per gli studenti,perchè la formazione non proviene solodai libri. Ebbene c'è un'Associazione chefa della crescita culturale, dell'amicizia edella solidarietà umana ragioni ispiratricidella sua esistenza, che pubblica un bollet-tino d'informazione per dare voce a tutticoloro che hanno da denunciare, proporre,raccontare, consigliare. Un'associazioneche si propone di fare iniziative, di orga-nizzare eventi culturali e momenti d'incon-tro che facciano della nostra esperienzauniversitaria non solo un momento di cre-scita attraverso lo studio ma anche attra-verso quei valori di partecipazione demo-cratica e di sensibilità verso gli interessigenerali. In quale luogo, se non aGiurisprudenza, dove i principi diDemocrazia e di Eguaglianza sono i pila-stri della formazione giuridica, ciò puòessere più formativo? Il 27 e 28 marzo cisarà un appuntamento importante, il rinno-vo delle Rappresentanze Studentesche nelConsiglio degli Studenti di Facoltà,d'Ateneo e nel C.U.S. (Comitato per loSport Universitario). Coloro che hanno giàsostenuto l'esame di Diritto Costituzionalenon hanno sicuramente dimenticato lepagine del Martinez, le parole del profes-sore, e di sicuro non gli sarà difficile ricor-dare che la Democrazia è un principio nonassodato ma che necessita di essere affer-mato e sorvegliato giorno per giorno.

Qual è la maniera migliore se non attivar-si in prima persona per rappresentare eassicurare gli interessi della collettivitàstudentesca? E' per questo che la nostraassociazione ha deciso di partecipare aquesto appuntamento elettorale presentan-do la lista STUDENTIGIURISPRUDENZA.IT alConsiglio di Facoltà. Nella speranza chequesto momento di partecipazione demo-cratica, quale le elezioni delleRappresentanze Studentesche, sia l'ennesi-ma possibilità per crescere e per appassio-narci sempre più allo studio del diritto e aisuoi valori, auguriamo un in bocca al lupoalla nostra associazioneStudentigiurisprudenza.it e a tutte quelleorganizzazioni studentesche che sonomosse dai nostri stessi sentimenti.

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Partecipo ergo sum

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NON LASCIAMO DECIDERE AGLI ALTRIÈ’ da poco iniziatoil mese di febbraioe ormai siamo inpieno clima diesami: ansia, preoc-cupazione, paura,talvolta delusioni,diventano gli statid’animo più getto-nati dagli universi-

tari. S’inizia a fare i conti con il rimpianto dinon esserci svegliati prima per studiare, oaddirittura di non avere deciso di alzarci daldivano o esserci staccati dal computer. Moltidi noi si ritroveranno dinanzi ai primi insuc-cessi, magari dopo carriere “gloriose”, eallora è d’obbligo la conclusione di aver fal-lito le aspettative. Il problema è chiedersi dichi realmente siano le aspettative: le nostre?quelle dei nostri genitori? quelle degliamici? È sicuramente inquietante il pensie-ro di aver mancato qualche obiettivo, ma ciòdi cui maggiormente bisogna liberarsi è lapaura di avere deluso le aspettative altrui. Sitratta di un qualcosa che nella vita, indipen-dentemente dalla carriera universitaria, deveessere evitato. Gli altri devono abbandonarela pretesa di scommettere su di noi, cosìcome si fa con le partite di calcio o con icavalli.Nessuno può permettersi di scegliere per noiil numero di esami da sostenere in un seme-

stre, perché solo noi possiamo fare i conticon le nostre possibilità, i nostri impegni e lenostre capacità. Probabilmente gli altridovrebbero tener conto che già riceviamoquotidianamente le nostre dosi di stress perragioni sicuramente più importanti rispetto aciò che gli altri vorrebbero da noi. È questoil motivo per cui di fronte all’insuccesso cisi sente doppiamente afflitti: non solo dob-biamo subire l’evento in sé, come insoddi-sfazione personale, ma siamo anche costret-ti a guardare in faccia le persone più vicine,che invece di dare conforto per superare ilproblema nella maniera più quieta possibile,sono pronti a puntare il dito contro e mette-re maggiormente in evidenza l’accaduto. Èbene che in tali casi si prendano le distanzepsicologiche e che si effettui un isolamentomentale. Il miglior modo d’agire è rifletterebene sulle cause dell’insuccesso che, talvol-ta, non coinvolgono la nostra responsabilità,e cercare di vivere la situazione con calma elucidità.Sono convinto che tutte quelle dita puntatenon riusciranno mai a farci superarel’esame ma solo le nostre capacità, volontàe determinazione che in una società come lanostra sono le uniche cose che realmentefanno andare avanti gli individui, trascor-rendo un’esistenza serena ma dinamica epiena di soddisfazioni.

GIORGIO MEZZANOTTI

LISTASTUDENTIGIURISPRUDENZA.IT

Luigi DI MAIOAntonio DONNARUMMA

Gennaro Demetrio PAIPAISGiacomo PRIVITERA

Valerio RUSSOCiro DE MARTINOJessica MANCINI

Claudia MARASCORosa REA

Nicola MAZZUOCCOLOFrancesco CASOLARO

Sogno di tanti studenti, realtà di pochi.Perché? Beh essenzialmente per la cattivainformazione che come al solito dilaga neinostri “palazzi” ma anche e soprattutto per lanostra poca fiducia nella possibilità effettivadi vincere la borsa di studio. Mai c’è statoerrore più grave di questo. Il bando di concor-so viene pubblicato ogni anno sul sitodell’Università verso la metà di febbraio e ladomanda si compila on line. Le destinazionisono varie e sono indicate nella guida:Parigi, Barcellona, Alicante, Bordeaux, Bonnper citarne alcune. Vi verranno richiesti gliesami sostenuti ed i relativi voti oltre natural-mente i vostri dati personali. Ora qualche pic-colo trucco: 1) la media conta ma solo se rap-portata a quelle degli altri dunque se aspiratea Paris V o a Barcellona più alta è meglio è;2) quando indicate le destinazioni scrivetelein ordine di preferenza perché a parità di meri-to partirà lo studente che l’ha indicata comeprima scelta; 3) con la media non troppo altapuntate alle destinazioni in cui ci sono più

borse di studio; 4) seconoscete la lingua èun di più ma non unrequisito essenziale.Già a questo puntomolti staranno facendo “capa e muro” per nonaver mai provato a concorrere, beh è giusto,infatti come vedete è accessibile a tutti e tuttihanno buone possibilità di partire tanto piùche l’anno scorso molte destinazioni sonorimaste scoperte a causa dell’alta percentualedi rinunce. Il contributo mensile dellaCommissione Europea non è molto alto, siaggira intorno ai 130 € ma se siete in posses-so dei requisiti per una borsa dell’A.DI.SUavete diritto ad una borsa per l’estero. Dunquenon avete più scuse, occhio al sito e compila-te il bando!! Per i vincitori ci si rivede su que-ste pagine o sul nostro sito il mese prossimo. Per ulteriori informazioni :www.relint.unina.it/estero_socrates_mnu.htm

DIANA FERRARA

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Destinazione Erasmus

È da qualche giorno che inizio ad odiare quellanuvoletta grigia che fuoriesce da quella cosa, a mioparere inutile, poiché non fumo, chiamata sigaret-ta. Il mio rancore verso questo “passatempo” ènato quando mi sono resa conto che mio padre,fumando un pacchetto di sigarette al giorno, sot-trae alla famiglia 4 euro, che in una set-timana fanno 28. Ma il mio calcolo nonfinisce qui, perché riflettendo sul costomensile si arriva a ben 112 euro. Cioèpiù di 100 euro ogni mese vanno a finireletteralmente in fumo!!!. La mia non èsolo una questione di salute, certo che citengo a quella di mio padre, ma è ancheuna questione di principio. C’è gente cherinuncia ad andare al cinema solo per

fumare un po’ di più, magari risparmia su altre cosema non certo sul tabacco, forse rifugiandosi dietrola bugia di non avere altri vizi oltre la sigaretta. Pernon parlare poi di quei soggetti cronici ma soprat-tutto furbi che pur rinunciando a comprare le siga-rette e così risparmiando, con tanto di faccia tosta,non rinunciano a “scroccarne” da amici e peggioancora da sconosciuti, considerandoli simpatica-mente compagni di fumo….Non so se mio padre,

così come tutti quelli che portano avantionestamente una famiglia, capirannol’errore di una boccata in più, io nel miopiccolo continuerò la mia battaglia salvastipendio. Chissà se, dopo aver fatto iconti delle spese che comporta l’”amicasigaretta”, qualcuno non pensi di sce-gliere altre amicizie. Ovviamente menocare e più salutari.

MADDALENA CASTALDO

Nemica sigaretta

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L’ALTRA FACCIA DEL RELATIVISMO

Relativismo. È una delletendenze filosofico-cultu-rali più affermate nellasocietà contemporanea,segno di civiltà, conquistadell’uomo, nella misura incui si pone come plurali-smo dei valori (e chi di noi,studenti di giurisprudenza,non ne ha almeno una voltaletto un elogio sui testi uni-versitari?). Ma, come tuttele “grandi conquiste”, pre-senta due facce. Per definizione è una ten-denza a considerare ogniaspetto della realtà comenon fondato su valori asso-luti. In sostanza è rispettoreciproco, che pone fine aiproblemi derivanti dalsecolare “vizio” umanodell’intolleranza.L’altra faccia del relativi-smo, o, meglio, la suadegenerazione è ben indi-viduabile in quella sorta di“anarchia morale”, per cuiil rispetto dell’altrui libertàdi espressione costituiscenon più un “fine”, ma un“mezzo” di cui l’uomo siserve per giustificare ognisua stravaganza.In quest’ultimo senso ildiscorso si ricollega all’or-

mai incontrollabile svilup-po dei mass-media. Miriferisco, qui, al comunemezzo televisivo, in cuidilagano programmiimprontati proprio allasuddetta “anarchia” mora-le. Insomma: la tanto criti-cata e, tuttavia, seguita inmisura sempre più preoc-cupante “tivù spazzatura”. Dal reality al talk-show, le

reti propongono la (loro)“nuova società”, fondataufficialmente sul relativi-smo, ma in realtà basatasull’esasperazione dellalibertà, che diventa “culto”gratuito della trasgressio-ne, ricerca ostentata delpettegolezzo. È, questa, lasocietà dei “Grandi fratel-li” e delle “Grandi sorelle”,

degli “Amici”, di“Uomini” e “Donne” (perla serie “ogni riferimento èpuramente casuale”), in cuinon si mira più alla valoriz-zazione del sentimento, masolo alla sua spettacolariz-zazione. Il relativismo, allora, fon-dato sulla libertà, parados-samente diviene negazionedella più importante liber-tà, quella di pensiero!Come? Inducendo il tele-spettatore ingenuo adaccettare senza appelliquesto modello di società,confezionato e messo invetrina in maniera tale dafarne entrare tutti a farparte, anche se lo si rifiutaapertamente. Questo discorso non vuolessere un assurdo e anacro-nistico intervento da cen-sore della moralità, ma unsemplice monito a non per-dere di vista quei valoriche, se per rispetto del rela-tivismo non possono esseredefiniti “assoluti”, almenosi riconoscano “universal-mente” come “positivi”.

WALTER GIACOMOCATURANO

Come si rovescia il pluralismo dei valori nella “tivù spazzatura”

Dopo aver incontrato iragazzi di STUDENTIGIURI-SPRUDENZA.IT, ho decisodi accettare il loro invito ascrivere riguardo la miascelta di rimanere al 3+2 evorrei soffermarmi soprat-tutto sulla situazione nella

quale ci siamo trovati noi che abbiamo decisodi non passare al “nuovissimo”. All’inizioavere la possibilità di scegliere se cambiareordinamento o no era incoraggiante, quindidopo aver vagliato attentamente le opportunitàscelsi di non cambiare ordinamento, prima ditutto perché mi era stato assicurato che i pro-grammi dei vari esami non sarebbero variati,inoltre non avevo intenzione di fare delle inte-grazioni su esami che già di loro mi eranocostati grande fatica, senza parlare della noiaburocratica che tale scelta comportava. In rap-porto con queste aspettative ho iniziato il 3°anno e, come spesso accade, non tutte le aspet-tative rispecchiano la realtà, infatti per noi chesiamo rimasti al “Vecchio Ordinamento” lavita universitaria è diventata un inferno, segui-re i corsi è diventato quasi impossibile vistoche quasi tutti sono stati messi in contempora-nea, e ho dovuto rinunciare a seguirne alcuni.Oltre al problema dei corsi, mi è stato fattonotare che, per quanto ci avessero assicuratoche non vi sarebbero stati problemi con i pro-grammi, alcuni professori li hanno ampliatoper adattarli al Nuovissimo Ordinamento,senza prendere in considerazione la nostrascelta. Ora spero che questo articolo nonrimanga isolato e che il consiglio di facoltà sioccupi di questo problema al più presto.

GIACOMO PRIVITERA

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Perchè sonorimasto al 3+2?

PER NONDIMENTICARENon tutti conoscono bene alcune “parentesi”della storia dell’umanità, fatti ed eventi chehanno cambiato il mondo ed in qualche modoci hanno toccato, se pur da lontano, in modosignificativo. Gli uomini purtroppo fin dagliantipodi per soddisfare le proprie esigenzehanno dovuto rovinare o distruggere qualcosa,soprattutto per la sete di potere. Hitler diede vitaalla più grande pazzia fatta nella storia dell’u-manità: lo sterminio degli Ebrei. Per creare unnuovo mondo, dove tutti dovevano essere per-fetti ed uguali fu costruito un grande campo diprigionia: Auschwitz. Un luogo dove venivaannullata la vita, i sacrifici, le speranze e la stes-sa esistenza degli uomini. Non si conta il san-gue versato per un qualcosa di assurdo, ancoraoggi non si capisce come l’uomo possa esserearrivato a tanto e così in basso. Hitler, stavasterminando tutto ciò di cui aveva paura ma nonha potuto sterminare il coraggio dei sopravvis-suti, che ancora oggi, raccontano e ricordanoall’umanità, quegli avvenimenti strazianti.Il 27 Gennaio del 1945, finalmente fu posta laparola fine a tutto quello strazio, allorché letruppe russe, durante l’avanzata verso Berlino,arrivarono ad Auschwitz ed ebbero modo diconstatare che di lì la morte non aveva rispar-miato nessuna delle sue forme. Quello fu l’ini-zio del “ricordo”, quel ricordo che ancora oggiè sempre vivo in noi. Per non dimenticare, il 27gennaio, con la legge 20 luglio 2000, è statoproclamato Giorno dellaMemoria, per comme-morare le vittime delnazismo e dell’olocau-sto. Tutto questo in unasola parola: Shoah.

VIRGINIA DESIDERIO

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“NOTTE PRIMA DELL’ESAME”segue dalla prima

In ogni ospedale al repartoneurologico dovrebbeesserci una sala riservata aipazienti affetti da “ANSIAPRE-ESAME”. L’iniziodella carriera universitariaè sicuramente un momentostrabiliante per una matri-cola, aspettative, incontri,nuove amicizie, ma èanche paura, di non sapergestire l’eccessiva libertàdecisionale, di farsi caricodelle conseguenze derivan-ti magari da un pò di super-ficialità per il nuovo meto-do di studio, ma è sopratut-to PAURA DELL’ESAME.C’è chi in attesa del fatidi-co giorno si concedepomeriggi in compagnia,serate folli e chi entra inve-ce in simbiosi con il testoda studiare e non lo abban-dona mai...ne sarà ripaga-to? E’ un dilemma che non

ha ancora trovato soluzio-ne, si, perchè puntualmenteaccade che chiunque studiseguendo il motto “si faquel che si può” riescesempre a cavarsela e chiinvece ha trascorso nottiinsonni sui libri per unmotivo o per un altro con-sumato dalla tensione, nonrende! E’ una legge mate-matica, potremmo definirla“TEOREMA UNIVERSI-TARIO”. Com’era queldetto? L’attesa aumenta ilpiacere...sembra più unaguerra di logoramento, omeglio di posizione!Inchiodato su una sediaattendi trepidante ilmomento in cui toccherà ate, e così tra una chiacchie-ra ed una sfuggente occhia-ta al testo, scruti quella cat-tedra e la solitudine di per-sone che la circondano, iloro visi, i loro gesti e tuttoquello che riesci a sentire

entro te è il vuoto.. e quan-do ormai hai deciso dialzarti e tornare a casaecco il tuo nome. Ti alzi edattraversi la sala, prendiposto e guardi il tuo esami-natore pensando è la fine!La prima domanda è sem-pre quella decisiva, ti gio-chi tutto o quasi. Comeandrà a finire? Non è unafiaba, il lieto fine non èassicurato...chi vivràvedrà, anzi mi correggo chiha studiato passerà!!

FEDERICA D’APUZZO