Martedì 9 Agosto 2016 La Voce .ROVGI O C U LT U R A E ... fileCanasta, da giocare con Fo-resti, e...

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Agosto 2016 Martedì 9 13 TEATRO DELLE REGIONI La compagnia “Il Mosaico” strappa applausi nel 17esimo festival “Donna Canasta” chiude col botto Applausi per l’ultimo spettacolo di domenica sera nel suggestivo chiostro degli Olivetani Applausi all’ultimo appuntamento per il “Teatro delle regioni”. Ottima cornice di pubblico nella 17esima edizione La Voce . R OVIGO CULTURA E SPETTACOLI Maria Chiara Pavani ROVIGO - Quinto ed ultimo appuntamento, a Rovigo, con il 17esimo festival “Tea- tro delle regioni”, promosso dal gruppo teatrale “Il Mo- saico”, grazie al sostegno economico della fondazione Rovigo Cultura e Rovigo- Banca, con il patrocinio del Comune, della Provincia di Rovigo e della Regione Vene- to. Si tratta della brillante e simpatica commedia, in dialetto polesano, “Donna Canasta” del rodigino Miro Penzo, rappresentata, do- menica sera, dalla compa- gnia “Il Mosaico”, nella sug- gestiva location del chiostro degli Olivetani. Il Mosaico, associazione culturale nata nel 1980, organizza rassegne di teatro e spettacoli per ra- gazzi, oltre a mettere in sce- na pluripremiate commedie classiche e in dialetto vene- to . E’ il caso di “Donna Ca- nasta”, che rientra nell’am- bito della grande tradizione del Teatro Veneto e che, pri- ma di approdare nella no- stra città, è stata portata in scena in molti teatri italia- ni. L’autore è il compianto Miro Penzo, professore e preside, assai noto a Rovigo, ma anche critico teatrale e scrittore di commedie, co- me “Commendatore a rate”, “47 morto che parla”, e “Tre poveri veci”, messe in scena da compagnie professionali qualificate, alcune delle più famose tradotte e rappre- sentate all’estero. L’edizio- ne de Il Mosaico, commedia polesana in due atti, diretta da Emilio Zenato e interpre- tata, oltre che da Zenato, da tutti i componenti la com- pagnia, segue il testo origi- nale, ambientato negli anni ’50, prima a Rovigo, e poi a Venezia. La pièce, che punta il dito sulle frivolezze e gli intrighi amorosi della vita salottiera dell’epoca, ne co- stituisce anche un intenso spaccato. Protagonista è un piccolo impiegato, Filippo Sormani, detto Pippo, im- personato magistralmente da Emilio Zenato, che, dalla sua Cavarzere, per lavoro, si trasferisce a Rovigo, adat- tandosi, per il quieto vivere, ai capricci della moglie Regi- na e alle angherie della suo- cera Bice. Così, in un inter- no arredato modestamente, va in scena la vicenda di una famiglia piccolo-borghese che mira all’ostentazione sociale e a vivere al di sopra delle proprie possibilità, an- che a prezzo della rovina. Infatti, molti sono i creditori che braccano il povero Filip- po, che esclama: “una de ste volte i ne copa e ze finia”. In casa c’è fermento perché sta per arrivare il commendator Romeo Foresti, ammini- stratore delegato dello scato- lificio dove lavora Filippo e che è stato invitato da Regi- na, nella speranza di poter migliorare l’incarico lavora- tivo del marito. L’ennesima richiesta di Regina, detta Regi, sono allora 4mila lire per quattro mazzi di carte Canasta, da giocare con Fo- resti, e altri due amici, il gay Rudi e l’amica Nenè, perso- naggi anch’essi fatui e su- perficiali. Regina, che blan- disce il marito chiamandolo “Fili”, lo tiene allo scuro di tutto, ma questi reagisce agli accadimenti più ina- spettati con battute ironiche e sarcastiche che suscitano, ogni volta, l’ilarità del pub- blico. Si innescano così i meccanismi comici, attra- verso una storia connotata da colpi di scena, resa più vivace e briosa dall’uso del dialetto polesano e da una coerente interpretazione. Spassosi, altresì, sono gli al- tri personaggi: Menega, ra- gazza rozza e incolta, antico amore di Filippo, che diven- terà un’improbabile serva per l’arrivo del commenda- tore e Sparapan, l’ufficiale giudiziario, incaricato di ri- levare i mobili di casa. La partita, quindi, non si farà perché le sedie saranno, ahi- mè, portate via. Ma le cose, in casa Sormani, stanno cambiando, infatti, Regina non resiste al fascino del- l’industriale Romeo, e, tra buffetti e schermaglie, ac- cetta la corte dell’uomo. La nuova scena è a Venezia, in un interno di lusso, dove Fi- lippo, riccamente vestito, è avvicinato e adulato da Rudi e da Nenè, che addirittura vorrebbe sedurlo, mentre la tresca amorosa della moglie è sulla bocca di tutti. A que- sto punto, la svolta, il prota- gonista, privato del tutto della sua dignità, trova la forza di ribellarsi e si licen- zia, e, a sorpresa si aggiunge sorpresa, inaspettatamen- te, Regina, alla proposta di tornare a Rovigo, ritrova il giudizio ed anche un risvol- to umano decidendo di “da- re l’addio a Venezia perché non è la sua città”. Un pro- lungato e caloroso applauso del pubblico, infine, e la de- gustazione del gradito risot- to alla zucca, offerto dalla Casa del pollo di Rovigo, hanno concluso la bella se- rata. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Agosto 2016Martedì 9

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TEATRO DELLE REGIONI La compagnia “Il Mosaico” strappa applausi nel 17esimo festival

“Donna Canasta” chiude col bottoApplausi per l’ultimo spettacolo di domenica sera nel suggestivo chiostro degli Olivetani

Applausi all’ultimoappuntamento per il “Te a t rodelle regioni”. Ottimacornice di pubblico nella17esima edizione

La Voce .ROV I G O C U LT U R A E SPETTACOLI

Maria Chiara Pavani

ROVIGO - Quinto ed ultimoappuntamento, a Rovigo,con il 17esimo festival “Tea -tro delle regioni”, promossodal gruppo teatrale “Il Mo-s ai co ”, grazie al sostegnoeconomico della fondazioneRovigo Cultura e Rovigo-Banca, con il patrocinio delComune, della Provincia diRovigo e della Regione Vene-t o.Si tratta della brillante esimpatica commedia, indialetto polesano, “D o nn aCanasta” del rodigino MiroPenzo, rappresentata, do-menica sera, dalla compa-gnia “Il Mosaico”, nella sug-gestiva location del chiostrodegli Olivetani. Il Mosaico,associazione culturale natanel 1980, organizza rassegnedi teatro e spettacoli per ra-gazzi, oltre a mettere in sce-na pluripremiate commedieclassiche e in dialetto vene-to. E’ il caso di “Donna Ca-nasta”, che rientra nell’am -bito della grande tradizionedel Teatro Veneto e che, pri-ma di approdare nella no-stra città, è stata portata inscena in molti teatri italia-ni. L’autore è il compiantoMiro Penzo, professore epreside, assai noto a Rovigo,ma anche critico teatrale escrittore di commedie, co-me “Commendatore a rate”,“47 morto che parla”, e “Tr epoveri veci”, messe in scenada compagnie professionaliqualificate, alcune delle piùfamose tradotte e rappre-sentate all’estero. L’edizio -ne de Il Mosaico, commediapolesana in due atti, direttada Emilio Zenato e interpre-tata, oltre che da Zenato, datutti i componenti la com-pagnia, segue il testo origi-nale, ambientato negli anni’50, prima a Rovigo, e poi aVenezia. La pièce, che puntail dito sulle frivolezze e gliintrighi amorosi della vitasalottiera dell’epoca, ne co-stituisce anche un intensospaccato. Protagonista è unpiccolo impiegato, FilippoSormani, detto Pippo, im-personato magistralmenteda Emilio Zenato, che, dallasua Cavarzere, per lavoro, sitrasferisce a Rovigo, adat-tandosi, per il quieto vivere,ai capricci della moglie Regi-

na e alle angherie della suo-cera Bice. Così, in un inter-no arredato modestamente,va in scena la vicenda di unafamiglia piccolo-borgheseche mira all’os ten ta zio nesociale e a vivere al di sopradelle proprie possibilità, an-che a prezzo della rovina.Infatti, molti sono i creditoriche braccano il povero Filip-po, che esclama: “una de stevolte i ne copa e ze finia”. Incasa c’è fermento perché staper arrivare il commendatorRomeo Foresti, ammini-stratore delegato dello scato-lificio dove lavora Filippo e

che è stato invitato da Regi-na, nella speranza di potermigliorare l’incarico lavora-tivo del marito. L’ennesimarichiesta di Regina, dettaRegi, sono allora 4mila lireper quattro mazzi di carteCanasta, da giocare con Fo-resti, e altri due amici, il gayRudi e l’amica Nenè, perso-naggi anch’essi fatui e su-perficiali. Regina, che blan-disce il marito chiamandolo“Fili”, lo tiene allo scuro ditutto, ma questi reagisceagli accadimenti più ina-spettati con battute ironichee sarcastiche che suscitano,

ogni volta, l’ilarità del pub-blico. Si innescano così imeccanismi comici, attra-verso una storia connotatada colpi di scena, resa piùvivace e briosa dall’uso deldialetto polesano e da unacoerente interpretazione.Spassosi, altresì, sono gli al-tri personaggi: Menega, ra-gazza rozza e incolta, anticoamore di Filippo, che diven-terà un’improbabile servaper l’arrivo del commenda-tore e Sparapan, l’ufficialegiudiziario, incaricato di ri-levare i mobili di casa. Lapartita, quindi, non si farà

perché le sedie saranno, ahi-mè, portate via. Ma le cose,in casa Sormani, stannocambiando, infatti, Reginanon resiste al fascino del-l’industriale Romeo, e, trabuffetti e schermaglie, ac-cetta la corte dell’uomo. Lanuova scena è a Venezia, inun interno di lusso, dove Fi-lippo, riccamente vestito, èavvicinato e adulato da Rudie da Nenè, che addiritturavorrebbe sedurlo, mentre latresca amorosa della moglieè sulla bocca di tutti. A que-sto punto, la svolta, il prota-gonista, privato del tutto

della sua dignità, trova laforza di ribellarsi e si licen-zia, e, a sorpresa si aggiungesorpresa, inaspettatamen-te, Regina, alla proposta ditornare a Rovigo, ritrova ilgiudizio ed anche un risvol-to umano decidendo di “da -re l’addio a Venezia perchénon è la sua città”. Un pro-lungato e caloroso applausodel pubblico, infine, e la de-gustazione del gradito risot-to alla zucca, offerto dallaCasa del pollo di Rovigo,hanno concluso la bella se-r at a .

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