i L C DEL ingotto...2013/04/08  · lulare eccitato di fuochi fatui e folletti: un ’ac-censione...

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Auditorium Giovanni Agnelli lunedì 8 aprile 2013 ore 20.30 Orchestra Sinfonica del Teatro Mariinskij di San Pietroburgo Valery Gergiev direttore Nobuyuki Tsujii pianoforte i C ONCERTI DEL L ingotto 2012-2013

Transcript of i L C DEL ingotto...2013/04/08  · lulare eccitato di fuochi fatui e folletti: un ’ac-censione...

  • Auditorium Giovanni Agnelli

    lunedì 8 aprile 2013ore 20.30

    Orchestra Sinfonica del TeatroMariinskij di San Pietroburgo

    Valery Gergievdirettore

    Nobuyuki Tsujiipianoforte

    i CONCERTIDELLingotto

    2012-2013

  • Ufficivia Nizza 262 int. 73 – 10126 Torinotel. 011 6677415e-mail: [email protected]

    Biglietteria via Nizza 280 int. 41 tel. 011 6313721

  • Giuseppe VerdiOuverture da La forza del destino

    Pëtr Il’ič ČajkovskijConcerto per pianoforte e orchestra

    n. 1 in si bemolle minore op. 23

    Allegro non troppo e molto maestosoAndantino semplice

    Allegro con fuoco

    * * *

    Dmitrij ŠostakovičSinfonia n. 5 in re minore op. 47

    ModeratoAllegretto

    LargoAllegro non troppo

  • PROSSIMI CONCERTI

    martedì 7 maggio 2013 ore 20.30Sala CinquecentoSorion QuartetMusiche di Beethoven, Schulhoff e Bartók

    domenica 19 maggio 2013 ore 20.30Auditorium “Giovanni Agnelli”Mahler Chamber Orchestra Leif Ove Andsnes direttore e pianoforteMusiche di Beethoven e Stravinskij

    RINGRAZIAMENTI

    In quasi vent’anni di storia la rassegna dei Con-certi del Lingotto ha portato sul podio dell’Audi-torium Giovanni Agnelli le massime orchestre pre-senti sul panorama internazionale insieme a moltidei più importanti direttori e solisti. L’Associazio-ne Lingotto Musica vuole ringraziare il propriopubblico per la costante e appassionata parteci-pazione ai molteplici programmi offerti, nonchétutti gli enti, pubblici e privati, che nel corso deglianni ne hanno sostenuto l’attività, rendendo pos-sibile anche quest’anno una nuova serie di appun-tamenti con la grande musica.

    Gianluigi Gabettipresidente

    Francesca Gentile Cameranadirettore artistico

  • Giuseppe Verdi(1813-1901)

    Ouverture da La forza del destino

    La Sinfonia della Forza del destino fu scrittada Verdi in occasione della seconda versionedell’opera, quella che andò in scena allaScala di Milano il 27 febbraio 1869, ver-sione che portava alcuni decisivi migliora-menti rispetto alla prima, rappresentata aPietroburgo nel 1861: tra cui appunto laSinfonia, che nella prima versione mancavadel tutto, rimasta poi in repertorio comepezzo da concerto accanto alla Sinfonia deiVespri siciliani e, meno frequentemente, aquelle del Nabucco e della Luisa Miller. Ilsuono di Verdi è già tutto manifesto negliunisoni d’apertura martellati dagli ottoni(basso tuba, tromboni, trombe, corni, piùdue fagotti), scabro sipario al moto ondosodegli archi che rappresenta l’incalzare inces-sante del destino in cui s’ingarbugliano i casiumani; seguono, secondo la ricetta tradi-zionale del pot-pourri, alcuni dei temi prin-cipali dell’opera, il cantabile (Andante) diDon Alvaro “Le minaccie, i fieri accenti”,quindi il volo lirico di Leonora “Pietà di me,Signore”, il corale dei frati, l’umorismo diMastro Trabuco e di Fra’ Melitone, gli squillidi guerra al campo di Velletri; ma tutta diVerdi è poi la capacità di dare a questo irre-quieto centone di motivi diversi la compat-tezza e l’unità direzionale di una sintesi es-senziale e rapinosa.

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  • Pëtr Il’ič Čajkovskij(1840-1893)

    Concerto per pianoforte e orchestra n. 1 in si bemolle minore op. 23

    Appena completata la sua opera Vakula il fab-bro, nel settembre 1874 Čajkovskij si dedicaalla composizione di un concerto per piano-forte e orchestra, genere cui inclinava datempo sotto l’influenza di personaggi come ifratelli Anton e Nicolai Rubinstein, Milij Balakirev, il più giovane Sergeij Taneev: tuttiillustri pianisti usciti dalla scuola di quel Lisztche aveva seminato in abbondanza nelle capi-tali musicali russe. Čajkovskij voleva dedi-carlo all’amico Nicolai Rubinstein, in procintodi partire per una serie di concerti a New York,e il 5 gennaio 1875 gli suonò l’opera nonancora orchestrata ma ormai definita; senon-ché l’amico (che tale doveva poi restare tuttala vita), dopo averla inghiottita in totale silen-zio, la distrusse con una grandinata di criti-che, come di musica sciatta, pasticciata, so-pra tutto ineseguibile per pianoforte; preten-dendo inoltre, per una eventuale assunzionenel suo repertorio, un quasi totale rifacimento,rifiutato con sdegno dal compositore (è assaiprobabile, tuttavia, che il contrasto sia statoestremizzato dal racconto di Čajkovskij, l’u-nico disponibile). Fatto sta che il Concertoviene dedicato al grande pianista e musicistatedesco Hans von Bülow, che dopo aver elo-giato l’opera (“forma perfetta, matura e pienadi stile, dove sforzo e maestrìa sono ovunquedissimulati”) la esegue la prima volta a Bostonnell’ottobre 1875; nel novembre il Concertoè presentato a Pietroburgo, Gustav Kross soli-

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  • sta, direttore Nápravník, nel dicembre aMosca, con Taneev al pianoforte e sul podioproprio Nicolai Rubinstein, evidentementericonciliato; critiche quasi tutte tiepide, pub-blico sempre al settimo cielo.

    Oggi sappiamo che nell’opera famosissima,mai logorata nella sua freschezza inventivada innumeri esecuzioni e sfruttamenti incolonne sonore, era senza dubbio il pubblicoad avere ragione; le perplessità della criticaerano dovute, specie per l’estesissimo primomovimento, alla sua forma rivoluzionaria checercava di innestare un istinto rapsodico nelloschema del concerto classico. Questa vulca-nica meraviglia muove da una travolgente in-troduzione (Allegro non troppo e molto mae-stoso) spalancata sulla sonorità dei corni esulla massa voluminosa degli archi che il pia-noforte incorona di trionfali cascate di ac-cordi; alla maniera di Liszt il solista imboccasubito una cadenza, quasi improvvisando,quindi prende l’iniziativa con un tema di ot-tave in capriccioso stile di “humoresque” einfine, riprendendolo dal clarinetto, proponeun nuovo tema di schietto sapore schuman-niano: ma quello che conta sopra tutto è lalibertà con cui questi e altri motivi non menosignificativi s’inseguono e s’intrecciano, spa-riscono e ritornano, coprendo tutti i registriespressivi, dalla spavalda aggressività alla piùscoperta tenerezza, tutte le sfumature di unasensibilità assetata di rivelarsi. L’Andantinosemplice incomincia con la minuziosa delica-tezza di un pizzicato di archi sul quale si posail soffio del flauto con una melodia incante-vole, subito ripresa dal pianoforte dove sem-bra fiorire come un nuovo bocciolo dallo stesso

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  • ramo della Berceuse di Chopin; seguono, conla solita sovrabbondanza di idee, un agresteepisodio dei legni e, come intermezzo, un pul-lulare eccitato di fuochi fatui e folletti: un’ac-censione fantastica che comprende pure un’i-dea più orecchiabile, già usata in Vakula ilfabbro, e che sa come tornare al pudore se-greto, alla consapevole “semplicità” del-l’inizio. L’ossatura del finale (Allegro confuoco) è quella circolare del rondò, domi-nata da un tema di vivacità zingaresca chesi alterna nelle sue apparizioni con unamelodia ad ali spiegate, assunta in conclu-sione a trionfale epilogo.

    Dmitrij Šostakovič(1906-1975)

    Sinfonia n. 5 in re minore op. 47

    La Quinta Sinfonia di Dmitrij Šostakovič ètuttora famosa sopra tutto per la didascaliascritta dal compositore in capo alla partitura:“risposta pratica d’un artista a una criticagiusta”; nessun dubbio, siamo nell’UnioneSovietica del 1937, sullo sfondo di epurazionie processi sommari toccati anche a perso-naggi vicinissimi al musicista. Šostakovič,professore di composizione al Conservatoriodi Leningrado, attraversa uno dei periodi piùdrammatici della sua carriera per le accusedi formalismo, di soggettivismo borghese,imputategli dalla “Pravda” e ispirate dal so-lito gregge dei mediocri proni alla direttivedel partito dominante; se la sua Lady Mac-beth viene immeditamente ritirata dalle sceneper il distruttivo pessimismo e la scandalosa

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  • sensualità, la musica sinfonica, costruzionedi pure note, è un campo meno esposto all’oc-chio della censura e il compositore non ècostretto a tradirsi; come atto di contrizione,insomma, era bastata la frase della “criticagiusta e della risposta pratica”, lasciando lamusica in libertà vigilata, in ogni caso alriparo da ottimismi a buon mercato. Inco-minciata nell’aprile 1937 la Sinfonia è con-clusa in tre mesi; la concertazione e la primaesecuzione, novembre 1937, è affidata a ungrande direttore, Evgenij Mravinskij alla testadell’Orchestra Filarmonica di Leningrado,che guida pure le riprese a Mosca nel gennaioe a Parigi nel giugno 1938; intanto, nell’a-prile, un altro grande, Arthur Rodziński, nedirige una versione radiofonica negli StatiUniti, e da allora la Quinta è sempre rimastauna delle Sinfonie più eseguite e amate diŠostakovič.

    Il primo movimento (Moderato) è deter-minante per cogliere il senso dell’opera:blocco impressionante di musica quasi oppri-mente e scoraggiante, è aperto dai soli archicon figure che sembrano muoversi guardin-ghe in un’immensa solitudine; ancora gliarchi avviano qualcosa di nuovo con un ritmoinsistente (una nota lunga seguita da duebrevi, cioè un dàttilo) su cui si appoggianole note smarrite del flauto piccolo; ma anchequesta volta Šostakovič non affonda il colpo,continua a preparare qualcosa, con tasselliisolati, strane illuminazioni senza conse-guenze. Tutto cambia quando entra in scenail pianoforte assieme al pizzicato di contrab-bassi e violoncelli: il ritmo d’improvviso s’inasprisce in un’acre danza della morte,

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    tutto si anima, le figure si assiepano in unAllegro non troppo, esaltante cavalcata di pu-ro vitalismo che ancora sfocia in un colpo discena quando con tamburo militare, piatti etimpani appare l’evidenza infernale delletrombe; un meccanismo che avanza trion-fando e stritolando fino al suo culmine (Lar-gamente) con tutti gli strumenti assommatiin uno spasimante unisono. A questo solle-vamento segue un diminuendo in cui l’ariaa poco a poco si purifica nei disegni deglistrumenti soli: flauto piccolo, violino solo e,tocco finale, la celesta, lo strumento della Fa-ta Confetto di Čajkovskij, qui stranito comeun fiore sulla bocca di un vulcano.

    Gli altri tre movimenti sembrano un ripen-samento del primo nei termini tradizionali discherzo, tempo lento e finale; ma non c’è, onon s’avverte, un procedimento lineare versouna conclusione, si resta fermi, a girareattorno ai problemi posti dal primo movi-mento. Nell’Allegretto si afferma un temacapriccioso a ritmi puntati di beffarda leg-gerezza; i trilli, gli sforzati, gli ottoni gradassisi avvicinano molto a Mahler, al quale si pensasopra tutto nell’episodio centrale, un “trio”,dove il violino solo si abbandona al profumodi un valzer viennese alla Schubert. Il Largosi sviluppa nella sonorità degli archi divisi inotto parti, con movimenti riflessivi come temidi fughe bachiane, postillati dai pallidi coloridi flauto e arpe; anche in questa pagina sirialzano gli unisoni disperati del primo movi-mento, prima di un graduale diminuendo cheapproda nell’ultimo accordo a una perfettaconsonanza in maggiore: conclusione tradi-zionalmente positiva, che Šostakovič, al suo

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    solito, corrode con gli acidi della sua ama-rezza. Il finale, Allegro non troppo, parte tam-bureggiando, impennandosi subito in unamarcia di trombe e tromboni e seguitandoincalzante come una cabaletta verdiana finoa riprendere fiato in un episodio più calmo:i violini in pianissimo ripetono un disegnocullante quasi idillico, sul melodizzare delcorno e il muoversi di violoncelli e bassi,ombre di forze non vinte ma messe fra paren-tesi; poi, partendo da lontano al ritmo di tim-pani e tamburo, riprende il suo passo fino aestuare nel maggiore conclusivo, con untrionfalismo di circostanza che più che appa-garci, sembra disegnare, come ha scritto unavolta Fedele d’Amico, “i contorni di unvuoto”.

    Giorgio Pestelli

  • Orchestra Sinfonica del TeatroMariinskij di San Pietroburgo

    L’Orchestra Sinfonica del Teatro Mariinskij èuna delle più antiche istituzioni musicalirusse. Le sue origini risalgono agli inizi delXVIII secolo, ai tempi della Cappella Reale.Durante il XIX secolo l’Orchestra fiorì sottola guida di Eduard Nápravník, che ne fu l’a-nima per più di cinquant’anni. Il livello di ec-cellenza raggiunto dall’Orchestra è stato spes-se volte riconosciuto dai prestigiosi direttoriche l’hanno guidata, come Hector Berlioz,Richard Wagner, Hans von Bulow, Pëtr Il’ičČajkovskij, Gustav Mahler, Arthur Nikisch eSergei Rachmaninov. In epoca sovietica taletradizione di eccellenza venne portata avantida direttori quali Vladimir Dranishnikov, ArijPazovskij, Evgenij Mravinskij, KonstantinSimeonov e Yuri Temirkanov.

    L’Orchestra ha avuto l’onore di interpre-tare tante prime esecuzioni: opere e ballettidi Čajkovskij e Prokofiev; opere di Glinka,Musorgskij, Rimsky-Korsakov e balletti diŠostakovič, Chačaturjan e Asaf’ev.

    Dal 1988 l’Orchestra è diretta da ValeryGergiev, straordinario musicista e perso-naggio di primo piano nel panorama mu-sicale mondiale. Il suo arrivo ha significatoper l’Orchestra l’ingresso in una nuova era conun repertorio sempre più ampio che orainclude tutte le sinfonie di Beethoven, Mahler,Prokof’ev e Šostakovič, i Requiem di Mozart,Berlioz, Verdi, Brahms e Tiščenko e nume-rose opere di Stravinsky, Dutilleux, Henze,Shchedrin, Gubaidulina, Kancheli e Karet-nikov.

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  • L’Orchestra esegue regolarmente pro-grammi sinfonici in concerti in Europa, Ame-rica, Giappone e Australia. Nel 2008, l’Or-chestra Sinfonica del Teatro Mariinskij, gra-zie anche alla guida di Valery Gergiev, è statainserita nell’elenco delle migliori venti orche-stre del mondo dalla rivista «Gramophone».

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    Valery Gergiev

    Valery Gergiev è Direttore Artistico e Diret-tore Generale dell’Orchestra Sinfonica delTeatro Mariinskij, Direttore Principale dellaLondon Symphony Orchestra, DirettorePrincipale della World Orchestra for Peace,Presidente del Comitato Organizzativo delConcorso Internazionale Čajkovskij, Presi-dente Onorario del Festival Internazionaledi Edimburgo e Preside della Facoltà di Artedell’Università di San Pietroburgo. Il 23gennaio 2013 è stato unanimamente votatocome Direttore Principale dei MünchnerPhilharmoniker; entrerà in carica nel 2015succedendo a Lorin Maazel. Dal 2013 guidaanche la National Youth Orchestra degliUSA, fondata a New York su iniziativa dellaCarnegie Hall.

    Global Partners del Teatro Mariinskij

  • Ha dato vita e dirige il Gergiev Festival(Paesi Bassi), Le Stelle delle Notti Bianchee il Festival di Pasqua di Mosca.

    Sotto la sua supervisione, il Teatro Mariin-skij ha dato inizio alla carriera di un vastonumero di grandi cantanti e il suo reperto-rio ballettistico e lirico si è notevolmenteampliato: attualmente infatti abbracciaun’ampia selezione di capolavori classici dalXVIII al XX secolo fino a opere di compo-sitori contemporanei. Il 2 maggio 2013 èinoltre prevista l’apertura del nuovo TeatroMariinskij (Mariinskij II) che sorgerà ac-canto allo storico Teatro Mariinskij.

    Valery Gergiev collabora con il Metropolitandi New York, i Wiener Philharmoniker, la Rot-terdam Philharmonic e con l’orchestra del Tea-tro alla Scala. Inoltre è noto per la fermezzadella sua posizione in difesa dei diritti uma-nitari: ha dato il via a una serie di concerti ascopo benefico dal titolo Beslan: Music for Lifee concerti a favore delle vittime del terremotoin Giappone del 2011. I riconoscimenti che glisono stati conferiti includono premi nazionalidi paesi quali Russia, Germania, Italia, Fran-cia, Giappone, Olanda e Polonia. Nel 2010 siè aggiudicato il Glashütte Original Music Festi-val Prize e nel novembre del 2011 l’impor-tante rivista francese “Classica” lo ha nomi-nato ‘Artista dell’Anno’.

    Valery Giergiev ha fondato l’etichetta“Mariinskij” che, dalla sua nascita nel 2009,ha già all’attivo la pubblicazione di nume-rose incisioni che sono state accolte daifavori di pubblico e critica.

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  • Nobuyuki Tsujii

    Il pianista giapponese Nobuyuki Tsujii, nonvedente dalla nascita, ha vinto la Medagliad’Oro al Concorso Pianistico InternazionaleVan Cliburn.

    Musicista ispirato e in possesso di formi-dabili doti tecniche e di un’inclinazione na-turale per le sfumature di tono, NobuyukiTsujii si è imposto di recente sul panoramamusicale mondiale per le sue straordinarieesibizioni dal vivo.

    Tra le orchestre e i direttori con cui si èesibito come solista figurano l’Orchestra delTeatro Mariinskij di San Pietroburgo e Va-lery Gergiev, Philharmonia Orchestra e Vla-dimir Ashkenazy e l’Orchestra della Sviz-zera Italiana diretta da Thierry Fischer. Gliimpegni futuri di Nobuyuki Tsujii includonoi concerti alla Carnegie Hall con l’OrpheusChamber Orchestra e con l’Orchestra Sin-fonica di Seattle diretta da Ludovic Merlot,oltre a una tournée giapponese con la Filar-monica della BBC e Yutaka Sado.

    Nel 2011 Nobuyuki Tsujii si è esibitopresso lo Stern Auditorium della CarnegieHall riscuotendo un grande successo, men-tre altri recital lo hanno visto protagonistaai Festival di Aspen e Ravinia e nelle cittàdi Washington D.C., Boston, Berlino e Mo-naco di Baviera. Si è esibito come solista nelsuo paese d’origine con tutte le principaliorchestre giapponesi.

    Registra in esclusiva per l’etichetta disco-grafica Avex Classics e negli ultimi anni harealizzato numerose incisioni di grande suc-cesso come il Secondo Concerto per piano-

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  • forte di Rachmaninov con la DeutschesSymphonie Orchester di Berlino, un CD de-dicato a opere di Chopin, il Primo Concertoper pianoforte di Čajkovskij con YukataSado e la Filarmonica della BBC e i Quadrida un’esposizione di Musorgskij. Un DVDcon la registrazione del recital tenuto allaCarnegie Hall è stato pubblicato da Naxosnegli Stati Uniti e da Euroarts in Europa.

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    ANNUNCIO CONFERENZA

    Domenica 19 maggio 2013 h. 18Sala Londra

    Centro Congressi del Lingotto

    Conferenza di Giorgio Pestelli,introduttiva al concerto

    delle 20.30 con la

    Mahler Chamber Orchestrae

    Leif Ove Andsnes

    Musiche di Beethoven e Stravinskij

    Ingresso libero fino ad esaurimento posti

  • Segui Lingotto Musica su

    @LingottoMusica

  • Allestimento grafico e stampa:la fotocomposizione - Torino