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Auditorium Giovanni Agnelli martedì 29 ottobre 2013 ore 20.30 Kammerorchester Basel Estonian Philharmonic Chamber Choir Paul McCreesh direttore Kaia Urb soprano Iris Oja contralto Oliver Kuusik tenore Uku Joller basso i C ONCERTI DEL L ingotto 2013-2014

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Auditorium Giovanni Agnelli

martedì 29 ottobre 2013ore 20.30

Kammerorchester Basel

Estonian PhilharmonicChamber Choir

Paul McCreesh direttore

Kaia Urb sopranoIris Oja contralto

Oliver Kuusik tenoreUku Joller basso

i CONCERTIDELLingotto

2013-2014

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AVVISO AL PUBBLICO

Si avvisa il gentile pubblico che, a differenza di quanto stam-pato nel programma di sala, il Requiem di Mozart, nella ver-sione di Robert D. Levin oggi eseguita, prevede che laSequenza sia costituita da 7 movimenti, invece dei 6 dellaversione tradizionale di Franz Xaver Süßmayr.

Nel 1962 il musicologo Wolfgang Plath scoprì nella DeutscheStaatsbibliothek di Berlino un foglio autografo contenente,inter alia, schizzi per il Rex tremendae e un soggetto e con-trosoggetto per una fuga sul testo Amen che, secondo le sup-posizioni di numerosi studiosi doveva essere posta a suggellodella Sequenza, dopo il Lacrimosa con cui termina il com-pletamento di Süßmayr.

La struttura della Sequenza nell’edizione di Levin è dunquecosì costituita:

III. SEQUENZ

Dies irae

Tuba mirum

Rex tremendae

Recordare

Confutatis

Lacrimosa

Amen

Lingotto Musica si scusa con il proprio pubblico per l’involon -taria omissione nel programma di sala.

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Johann Sebastian BachKomm, Jesu, komm BWV 229

Felix Mendelssohn BartholdyMitten wir im Leben sind op. 23 n. 3

Charles ParryLord, let me know mine End

da Songs of Farewell

* * *

Wolfgang Amadeus MozartRequiem in re minore

per soli, coro e orchestra KV 626(ed. Robert D. Levin)

I INTROITUSRequiem aeternam

II KYRIE

III SEQUENZDies irae

Tuba mirumRex tremendae

RecordareConfutatisLacrimosa

IV OFFERTORIUMDomine Jesu

Hostias

V SANCTUS

VI BENEDICTUS

VII AGNUS DEI

VIII COMMUNIOLux aeterna

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PROSSIMI CONCERTI

lunedì 11 novembre 2013 ore 20.30Sala CinquecentoQuartetto HermèsPrimo premio al Councours de Genève 2011Omhar Bouchez violinoElise Liu violinoYung-Hsin Chang violaAnthony Kondo violoncelloMusiche di Schumann e Verdi

martedì 3 dicembre 2013 ore 20.30Auditorium «Giovanni Agnelli»Prague Chamber OrchestraVadim Repin direttore e violinoMusiche di Dvorák, Mendelssohn, Mozart e Waxman

RINGRAZIAMENTI

In vent’anni di storia la rassegna dei Concerti delLingotto ha portato sul podio dell’Auditorium Gio-vanni Agnelli le massime orchestre presenti sulpanorama internazionale insieme a molti dei piùimportanti direttori e solisti. L’Associazio ne Lin-gotto Musica vuole ringraziare il proprio pubblicoper la costante e appassionata partecipazione aimolteplici programmi offerti, nonché tutti gli enti,pubblici e privati, che nel corso degli anni ne hannosostenuto l’attività, rendendo possibile anche que-st’anno una nuova serie di appuntamenti con lagrande musica.

Gianluigi Gabettipresidente

Francesca Gentile Cameranadirettore artistico

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Johann Sebastian Bach(1685 - 1750)

Komm, Jesu, komm BWV 229

Non possediamo informazioni certe sulladata e le circostanze precise che hanno de -terminato la nascita di questo Mottetto BWV229 a doppio coro; si può tuttavia ritenerlocomposto per qualche cerimonia funebre,dal momento che il testo utilizza due strofedi un’Aria di Paul Thymisch messa inmusica nel 1684 da Johann Schelle, appuntoper le esequie di un rettore della Scuola diSan Tommaso a Lipsia; in un costume im -mutato nel tempo, Bach, secondo l’ipotesipiù attendibile degli studiosi, avrebbecompo sto il suo Mottetto per i funerali avve-nuti il 3 giugno 1731 di Johann Schmidt,professore di teologia e più volte rettoremagnifico nell’Università di Lipsia. Il generedel Mottetto aveva conservato la sua tessi-tura eminentemente polifonica anche nellamusica dell’età barocca, anche se la scrit-tura “a cappella”, cioè per voci sole, nellaprassi generale prevedeva ormai anche l’ac-compagnamente del basso continuo; lo “stileantico” alla Palestrina e la scrittura a dop-pio coro della scuola veneziana (cioè per duecori a quattro voci che si contrappongono osi sommano) continuavano tuttavia a essereapplicati come paradigmi di stile severo inlingua latina; da questo tronco si era poistaccato il ramo fiorente del mottetto in lin-gua tedesca, da Schütz a Reinken, Buxte-hude e Pachelbel, fino ai sei Mottetti super-stiti di Bach: fra le sue creazioni più alte,per quella sintesi di suprema dottrina e di

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verità drammatica e penetrazione umana dicui solo Bach conosceva il segreto. Così nel nostro Mottetto, dedicato in mas-sima parte all’elaborazione della primastrofa del testo: al principio, la sensazionedella stanchezza del corpo (“Mein Leib istmüde”) ha il sopravvento sulla festositàdella venuta (“Vieni, Gesù, vieni”), in unprocedere esitante di accordi in Sol minore,come timoroso di non essere degno di quel-l’arrivo incomparabile; esordio poeticis-simo, pervaso di quella nostalgia cristianache Bach, come Sant’Agostino, ben conoscequando la stanchezza della materia si frap-pone come un velo alla luce dello spirito.Un nuovo episodio (“Die Kraft versch-windt”, “Le mie forze svaniscono”) intro-duce la scrittura imitativa in un fugato coni due cori che si rispondono, quindi riap-paiono le figure cullanti dell’esordio con lenote fraseggiate due a due; in “Der saureWeg” (“L’aspro cammino”) Bach introduceun canone su un tema di quattro note cheè un vero “topos” di stile liturgico, più volteusato da Bach e ancora ripreso da Mozartnei Vesperae solennes de ConfessoreKV 339e nella celebre fuga sul Kyrie del RequiemKV 626. L’episodio più sviluppato del Mot-tetto è dedicato all’ultimo versetto dellastrofa, “Du bist der rechte Weg” (“Tu sei lavera via”), su un ritmo danzante di 6/8 erivolto alla più lieta fiducia, come esprimonogli alati vocalizzi su “Leben” e il dialogo adistanza sempre più ravvicinata fra i duecori. Tutta la seconda strofa (”Mi metto dun-que nelle tue mani”), che Bach chiama“Aria”, è trattata nella sobria scrittura di

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un corale a quattro parti con i due coririuniti; gli stessi concetti prima illuminatida diverse maniere compositive, qui ven-gono ripresi nello stile piano di una pre-ghiera, senza bisogno di altri artifici.

Felix Mendelssohn Bartholdy(1809 - 1847)

Mitten wir im Leben sind op. 23 n. 3

Alla data di questa composizione, 20novembre 1830, Mendelssohn contava soloventun anni, ma era già Mendelssohn: bastiricordare che nel 1826 aveva già compostol’ouverture per il Sogno d’una notte d’e-state, rivelazione inconfutabile del suo ge -nio, e che il 10 marzo 1829 aveva diretto aBerlino la mitica riesumazione della Pas-sione secondo Matteo di Bach, pietra miliaredella storia della musica moderna. La suaprodigiosa precocità, incominciata a undicianni con sonate, quartetti, Lieder, atti uniciper il teatro da camera, comprendeva anchecomposizioni sacre in lingua latina, nate allascuola di Carl Friedrich Zelter direttore del-l’Accademia di Canto berlinese e grandemèntore del culto di Bach. Nel giugno1830Mendelssohn parte per il suo viaggio di for-mazione in Italia; nei giorni in cui nasce ilnostro Mottetto, terzo dei Tre pezzi sacri op.23, era a Roma dove frequentava illustrieruditi come Fortunato Santini e GiuseppeBaini, primo biografo di Palestrina; ma inquanto alle musiche ascoltate nelle cappellepapali il suo giudizio era fortemente nega-

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tivo, sia sulle esecuzioni, sia sulla sostanzareligiosa delle musiche stesse; lo costernavapoi la pressochè totale ignoranza dell’operadi Bach. Non è impossibile che in questocontesto il giovane Mendelssohn abbiavoluto reagire con un saggio di musica dachiesa tedesca che più tedesca di così nonsi poteva, affermazione orgogliosa di seve-rità protestante, spoglia di ogni fasto e diogni gesto esteriore. La composizione si divide in tre strofe, leprime due a loro volta divise in tre episodi.La luttuosa considerazione della primastrofa, “A metà della nostra vita siamoaccerchiati dalla morte”, è affidata alle vocimaschili su un tema in Do minore in stiledi Corale; la sua casuale analogia con il tema“antico tedesco” che Brahms userà nell’An-dante della sua Sonata op.1 conferma le sueprofonde radici nella tradizione popolaregermanica. All’angosciosa domanda “Chi cisoccorre? Da chi otteremo grazia?”,risponde il pronto soccorso morale delle vocifemminili: “Sei tu Signore, tu solo”, in unangelico registro acuto; segue (Vivace) unepisodio festoso “Heilige Herre Gott”, dap-prima con carattere di inno accordale, poiin stile imitativo (“Non consentire alla mortedi sopraffarci”) che si conclude in un gran-dioso Kyrie eleison. La successione dei treepisodi si ripresenta con minime variantinella seconda strofa; la terza e ultima sezioneè tutta trattata in stile di Corale sullo stessotema d’apertura, ma ora con il coro distesoin tutta la tessitura delle otto voci. Salvoun’ultima, risentita invocazione (“Non per-mettere che qualcosa ci allontani dalla vera

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fede”), il segno distintivo di Mendelssohn sifa sentire nella discrezione della conclu-sione, in un diminuendo che porta il branoa spegnersi in pianissimo, nella dolcezzafiduciosa dell’ultimo Kyrie eleison.

Charles Parry(1848 - 1918)

Lord, let me know mine Endda Songs of Farewell

Nato nel 1848 a Bournemouth e morto nel1918 a Rustington nell’Oxfordhire, CharlesHubert Parry è uno dei musicisti più rap-presentativi dell’età vittoriana, di basilareimportanza per la rinascita della culturamusicale inglese nella seconda metà del-l’Ottocento. In gioventù, mentre lavoravacome assicuratore ai Lloyd’s di Londra, stu-diò pianoforte e composizione con vari mae-stri, fra cui William Sterndale Bennett,musicista impregnato di Mendelssohn eSchumann; quindi entrò alla scuola diEdward Dannreuther, illustre pianista, cheoltre a Wagner, di cui era devoto, gli fececonoscere le opere di Liszt, Cajkovskij eBrahms, stimolandolo a una fitta produ-zione in ogni campo di musica strumentalee vocale: una massa di musica che merite-rebbe di essere vagliata e riconsiderata. MaParry doveva poi conquistare larga famaspecialmente con le sue composizioni dimusica corale, cantate e oratori, fra cuiemergono i sei mottetti Songs of Farewell(1916-1918), tuttora considerati il culminedella musica inglese “a cappella”. Inse-

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gnante nei più importanti istituti della vitamusicale inglese, fu anche storico e saggi-sta e applicò alla storia della musica (TheArt of Music, 1893) la concezione darwi-niana dell’evoluzione; nel 1894 prese il po -sto di George Grove nella direzione del RoyalCollege of Music, mantenendo la presidenzadi altre società musicali fino alla morte.“Lord, let me know mine End”, ultimo mot-tetto dei Songs of Farewell, intona i versetti5-15 del Salmo 39, lo stesso affrontato daBrahms nel terzo movimento del suoRequiem tedesco. Per Parry la comprensionedella parola è legge, e sommo è il rispettodel testo, da cui deriva una scrittura pre-valente per accordi omoritmici, in modo chegli accenti tonici coincidano in tutte le voci;inoltre, il tipico procedere dei versetti sal-modici, per concetti paralleli, ha un riscon-tro generale nella scrittura per doppio coro,con un gruppo che propone e l’altro cherisponde a incastro, talvolta con effetto dieco. Un ideale di equilibrio e armoniositàdomina il campo sonoro di Parry, senza frat-ture o crudezze, e una melodia sembra sor-volare il tutto passando da un coro all’altrocome un flusso continuo; a rinforzare i con-cetti intervengono talvolta ripetizioni di pa -role, come il rintocco di “vanity” alle vocimaschili nella prima sezione del mottettodedicata alla vanità dell’esistenza umana.Le im magini si muovono con i riscontri fratimbri maschili e femminili, i rari blocchidelle otto voci assieme e i misurati fortis-simi, il primo su And make me not a rebuke(“Non farmi un rimprovero”). Punta dram-matica di tutto il mottetto è Take Thy pla-

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gue away from me (“allontana da me i tuoicolpi”) dove la scrittura verticale per accordilascia il passo alla polifonia imitativa, conle voci che si inseguono e si accavallano asignificare la forza terribile della manodivina. Il quadro si ricompone con la massadi calma del coro completo a otto voci, decli-nando in un’ultima meditazione sul destinodell’uomo come “straniero” e poi scompa-rendo in un pianissimo pieno di mistero.

Wolfgang Amadeus Mozart(1756 - 1791)

Requiem in re minoreper soli, coro e orchestra KV 626

Nel luglio del 1791, assillato dal lavoro egià minato dal male che pochi mesi dopol’avrebbe condotto alla tomba, Mozart fuavvicinato da un intermediario che con-trattò la composizione di un Requiem ingrande stile (cioè per soli, orchestra e coro)per conto di un committente coperto dal-l’anonimato; costui si svelò poi per il conteFranz Walsegg-Stuppach che aveva pretesedi musicista e non di rado spacciava perproprie partiture acquistate da altri com-positori. Turbato dalla comparsa di quello“straniero in grigio”, misterioso come unmessaggero dell’al di là, Mozart, pur essendoin piena composizione del Flauto magico,affronta bravamente il nuovo impegno e inpoco tempo riesce a concludere i primi duenumeri: l’Introitus e la possente fuga ba -chiana del Kyrie, che resteranno, di tuttal’opera, i soli brani sicuri e compiuti in tutte

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le parti dalla mano di Mozart. Il quale, aquesto punto, si deve interrompere per farefronte a un nuovo incarico, la composizionedella Clemenza di Tito per l’incoronazionedi Leopoldo II a re di Boemia (Praga, 6 set-tembre) e quindi per riprendere e comple-tare il Flauto magico che va in scena aVienna il 30 settembre. Subito dopo, Mozartsi rimette sotto con il Requiem e nelle pochesettimane prima della morte, avvenuta il 5dicembre, riesce a mettere su carta estesiabbozzi delle varie parti del Dies irae finoal Lacrimosa rimasta interrotta dopo ottobattute: abbozzi che consistevano nelle partivocali scritte per intero in partitura, nelladefinizione del basso numerato e in accennie indicazioni per le parti strumentali. Dellostesso genere sono gli abbozzi sopravvissutidi due brani dell’Offertorio: Domine Jesu eHostias, mentre, delle altre parti dellaMessa, Sanctus, Benedictus e Agnus Dei,non è rimasta alcuna traccia. Morto l’au-tore, siccome il conte Walsegg aveva pagatoin anticipo, la vedova di Mozart si preoc-cupò di far completare l’opera prima dellaconsegna, e allo scopo venne scelto dalla cer-chia più confidenziale degli amici FranzXaver Süssmayr, l’allievo che aveva assistitopiù da vicino, fin sul letto di morte, allagenesi del Requiem; Süssmayr portò a ter-mine l’impresa come potè, sulla base diappunti e indicazioni verbali del maestro ealla fine, per rinsaldare il tutto, decise diriprendere nota per nota la grande fuga delKyrie sulle nuove parole “Cum sanctis tuisin aeternum”. Bastano le prime note, con il lieve ánsito

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del ritmo e il colore scuro, di schietto tonomassonico, di corni di bassetto, fagotti etromboni, a tracciare una netta separa-zione dallo stile delle Messe scritte da Mo -zart in gioventù a Salisburgo e a to gliereal Requiem ogni sentore di retorica uffi-ciale; e lo stesso si può dire dei frammentidi genio che come lampi argentati solcanoil corso dell’opera. Ma sia per il problemadel completamento e delle incertezze filo-logiche, sia per i colori romanzeschi in cuiè nato, il Requiem di Mozart è sempre statoconsiderato come un unicum, una crea-zione a sè stante; averlo ricondotto nel-l’alveo generale del catalogo mozartiano èil merito del saggio di Ernesto Napolitano:Mozart Verso il Requiem Frammenti di feli-cità e di morte (Einaudi 2004), dove l’o-pera diviene il punto di fuga di due per-corsi, ricerca delle felicità e familiarità conla morte, perseguiti in tutti i momenti dellacreatività mozartiana; a riconfermarequella sintesi mai più ripetuta di materiae spirito, di terreno e trascendente, testi-moniato da tutta l’arte di Mozart.

Giorgio Pestelli

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Komm, Jesu, komm BWV 229

Komm, Jesu, komm,mein Leib ist müde,die Kraft verschwindt je mehr und mehr,ich sehne mich nach deinem Frieden;der saure Weg wird mir zu schwer.Komm, komm, ich will mich dir ergeben,du bist der rechte Weg,die Wahrheit und das Leben.

Drum schließ ich mich in deine Händeund sage, Welt, zu guter Nacht.Eilt gleich mein Lebenslauf zu Ende,ist doch der Geist wohl angebracht.Er soll bei seinem Schöpfer schweben,weil Jesus ist und bleibtder wahre Weg zum Leben.

Mitten wir im Leben sind op. 23 n. 3

Mitten wir im Leben sindmit dem Tod umfangen.Wen seh’n wir, der Hülfe tu’,dess’ wir Gnad erlangen?Das bist du, Herr, alleine.Uns reuet unser Missetat,die dich, Herr, erzürnet hat.Heiliger Herre Gott,Heiliger, starker Gott,Heiliger, barmherziger Heiland,Du ewiger Gott,laß uns nicht versinkenin des bittern Todes Not!Kyrie eleison.

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Vieni, Gesù, vieni BWV 229

Vieni, Gesù, vieni,il mio corpo è stanco,le mie forze svaniscono sempre di più,io bramo la tua pace;l’aspro cammino mi è troppo difficile.Vieni, vieni, io mi darò tutto a te,tu sei la vera via,la verità e la vita.

Mi metto dunque nelle tue manie al mondo dico addio.Il corso dell’esistenza procede veloce,ma lo spirito è pronto.Si presenterà al suo Creatore,poiché Gesù è rimane,la vera via alla vita.

A metà della nostra vita op. 23 n. 3

A metà della nostra vitasiamo accerchiati dalla morte.Chi ci soccorre?Da chi otterremo grazia?Sei Tu, Signore, Tu solo.Ci pentiamo dei nostri misfattiche hanno suscitato la tua collera Signore.Signore Dio Santo,Dio Santo e potente, Santo, misericordioso Salvatore,Tu Dio eterno,non consentirealla morte di sopraffarci.Signore pietà.

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Mitten in dem Tod anfichtuns der Höllen Rachen.Wer will uns aus solcher Notfrei und ledig machen?Das tust du, Herr, alleine.Es jammert dein Barmherzigkeitunser Sünd’ und großes Leid.Heiliger Herre Gott,Heiliger, starker Gott,Heiliger, barmherziger Heiland,Du ewiger Gott,laß uns nicht verzagenvor der tiefen Höllen Glut!Kyrie eleison.

Mitten in der Höllen Angstunser Sünd’ uns treiben.Wo soll’n wir denn fliehen hin,da wir mögen bleiben?Zu dir, Herr Christ, alleine.Vergossen ist dein teures Blut,das g’nug für die Sünde tut.Heiliger Herre Gott,Heiliger, starker Gott,Heiliger, barmherziger Heiland,Du ewiger Gott,laß uns nicht entfallenvon des rechten Glaubens Trost!Kyrie eleison.

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Nella morte si oppongonoa noi gli abissi dell’Inferno.Chi da tali pene ci libererà?Solo Tu, Signore, puoi farlo.La tua misericordia piangePer i nostri peccati e il nostro dolore.Signore Dio Santo,Dio Santo e potente, Santo, misericordioso Salvatore,Tu Dio eterno,non ci lasciare sprofondarenelle profonde fiamme dell’Inferno.Signore pietà.

Nel mezzo dell’Inferno la pauradei nostri peccati ci opprime.Dove dobbiamo andareper trovare rifugio?Solo presso di te Signore.Il tuo sangue prezioso è stato versatoper l’espiazione dei nostri peccati.Signore Dio Santo,Dio Santo e potente, Santo, misericordioso Salvatore,Tu Dio eterno,non permettere che qualcosaci allontani dalla vera fede.Signore pietà.

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Lord, let me know mine End

Lord, let me know mine end and the number of[my days,

That I may be certified how long I have to live.Thou hast made my days as it were a span long;And mine age is as nothing in respect of Thee,And verily, ev’ry man living is altogether vanity,For man walketh in a vain shadowAnd disquieteth himself in vain,He heapeth up riches and cannot tell who shall

[gather them.And now, Lord, what is my hope?Truly my hope is even in Thee.Deliver me from all mine offencesAnd make me not a rebuke to the foolish.I became dumb and opened not my mouthFor it was Thy doing.Take Thy plague away from me,I am even consumed by means of Thy heavy

[hand.When Thou with rebukes does chasten man for sin

Thou makest his beauty to consume awayLike as it were a moth fretting a garment;Ev’ry man therefore is but vanity.Hear my pray’r, O LordAnd with Thy ears consider my calling,Hold not Thy peace at my tears!For I am a stranger with Thee and a sojourner

As all my fathers were.O spare me a little, that I may recover mystrength before I go henceAnd be no more seen.

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Signore, lasciami conoscere la mia fine

Signore, fammi conoscere la mia fine e il [numero dei miei giorni,

che possa essere sicuro di quanto devo vivere.Tu hai reso i miei giorni lunghi un momento, e la mia età non è nulla di fronte a Te,e in verità la vita dell’uomo non è altro che vanità,poiché l’uomo cammina in un’ombra vana,e si affanna invano,ammucchia ricchezze e non sa dire chi le

[raccoglierà.E ora, Signore, quale è la mia speranza?In vero la mia speranza è proprio in Te.Liberami dai miei peccatinon farmi un rimprovero allo stolto.Sono diventato muto e non ho aperto boccapoiché era la Tua volontà.Allontana da me i tuoi colpi,sono completamente distrutto dalla Tua mano

[pesante.Quando Tu con rimproveri castighi l’uomo

[per il peccatoTu distruggi la sua bellezza come una tarma divora la veste;L’uomo, dunque, non è che vanità.Ascolta la mia preghiera, O Signore,e presta orecchio alla mia chiamata,non restare insensibile alle mie lacrime!Poiché io sono uno straniero per te

[e un ospite temporaneocome tutti i miei padri sono stati.Risparmiami un po’, che io possa recuperare le forze prima che io me ne vada di quie non sia più visto.

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Requiem

I. Introitus

Requiem (Adagio)Requiem aeternam dona eis, Domine,et lux perpetua luceat eis.Te decet hymnus Deus in Sion,et tibi reddetur votum in Jerusalem.Exaudi orationem meam,ad te omnis caro veniet.Dona eis Domine, dona eis requiem aeternam,et lux perpetua luceat eis.

II. Kyrie (Allegro)Kyrie eleison, Christe eleison.

III. Sequenz

1. Dies irae (Allegro assai)Dies irae, dies illa,solvet saeclum in favilla,teste David cum Sibylla.Quantus tremor est futurus,quando judex est venturus,cuncta stricte discussurus!

2. Tuba mirum (Andante)Tuba mirum spargens sonumper sepulchra regionum,coget omnes ante thronum.Mors stupebit, et natura,cum resurget creatura,judicanti responsura.Liber scriptus proferetur,in quo totum continetur,unde mundus judicetur.

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Requiem

I. Introitus

L’eterno riposo dona loro, Signore,e splenda ad essi la luce perpetua.In Sion, Signore, ti si addice la lode,in Gerusalemme a te si compia il voto.Ascolta la mia preghiera,poiché giunge a te ogni vivente.L’eterno riposo dona loro, Signore,e splenda ad essi la luce perpetua.

II. KyrieSignore, pietà. Cristo, pietà.

III. Sequenz

1. Dies iraeGiorno d’ira sarà quel giorno,quando il mondo diventerà cenerecome annunziarono Davide e la Sibilla.Quale spavento ci sarà all’appariredel Giudice, che su tuttofarà un esame severo!

2. Tuba mirumL’alto squillo di tromba passerà ovunquesulle tombe e raccoglieràtutti dinanzi al trono.Natura e morte, con stupore,vedranno gli uomini risorgereper rendere conto al Giudice.Allora sarà aperto il librosul quale tutto è segnato,per il giudizio del mondo.

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Judex ergo cum sedebit,quidquid latet, apparebit:Nil inultum remanebit.Quid sum miser tunc dicturus?Quem patronum rogaturus,cum vix justus sit securus?

3. Rex tremendaeRex tremendae majestatis,qui salvandos salvas gratis,salva me, fons pietatis.

4. RecordareRecordare, Jesu pie,quod sum causa tuae viae:ne me perdas illa die.Quaerens me, sedisti lassusredemisti crucem passus:tantus labor non sit cassus.Juste judex ultionis,donum fac remissionisante diem rationis.Ingemisco, tamquam reus:culpa rubet vultus meussupplicanti parce Deus.Qui Mariam absolvisti,et latronem exaudisti,mihi quoque spem dedisti.Preces meae non sunt dignae:sed tu bonus fac benigne,ne perenni cremer igne.Inter oves locum praesta,et ab haedis me sequestra,statuens in parte dextra.

5. Confutatis (Andante)Confutatis maledictis,flammis acribus addictis.Voca me cum benedictis.Oro supplex et acclinis,

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Davanti al Giudice, assiso in trono,apparirà ogni segreto:niente rimarrà impunito.Nella mia miseria, che dirò?Quale avvocato inviterò,se il giusto è appena sicuro?

3. Rex tremendaeO Re di terribile maestà,che salvi chi vuoi, per tuo dono,salvami, o sorgente d’amore!

4. RecordareO Gesù amoroso,ricorda che per me sei venuto:non lasciarmi perire in quel giorno.Per cercarmi ti sei affaticato,per salvarmi hai sofferto la croce:non sia inutile tale sofferenza.O Giudice, giusto nel punire,concedimi il perdonoprima del giorno del giudizio.Come un colpevole io tremo:il rossore è sul mio volto,o Dio, perdona chi ti supplica!Tu, che hai perdonato Mariaed esaudito il ladrone,a me pure hai dato speranza.Le mie suppliche non sono degne:ma tu buono concedi benignoche io non bruci nel fuoco eterno.Mettimi fra gli agnelli,e, separandomi dai capri,ponimi alla tua destra.

5. ConfutatisMentre saranno confusi i maledettie condannati al fuoco divorante,tu chiamami insieme ai benedetti.Ti supplico umilmente prostrato,

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cor contritum quasi cinis:gere curam mei finis.

6. Lacrimosa (Larghetto)Lacrimosa dies illa,qua resurget ex favillajudicandus homo reus:huic ergo parce, Deus.Pie Jesu Domine,dona eis requiem. Amen.

IV. Offertorium

1. Domine Jesu (Andante con moto)Domine Jesu Christe, Rex gloriae,libera animas omnium fidelium defunctorumde poenis inferni,et de profundo lacu.Libera eas, de ore leonis,ne absorbeat eas Tartarus,ne cadant in obscurum.Sed signifer sanctus Michaelrepraesentet eas in lucem sanctam:quam olim Abrahae promisisti,et semini ejus.

2. Hostias (Andante)Hostias et preces tibi Dominelaudis offerimus.Tu suscipe pro animabus illis,quarum hodie memoriam facimus.Fac eas, Domine,de morte transire ad vitam,quam olim Abrahae promisisti,et semini ejus.

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con il cuore spezzato, come polvere:prendi a cuore il mio destino.

6. LacrimosaGiorno di pianto sarà quel giorno,quando dalle ceneri risorgeràil peccatore per ascoltare la sentenza:o Dio, concedigli il perdono!O pietoso Signore Gesù,dona loro il riposo. Amen.

IV. Offertorium

1. Domine JesuSignore Gesù Cristo, Re della gloria,libera le anime di tutti i fedeli defuntidalle pene dell’infernoe dell’abisso.Salvali dalla bocca del leone,che non li afferri l’infernoe non scompaiano nel buio.L’arcangelo San Micheleli conduca alla santa lucecome tu un giorno hai promessoad Abramo e alla sua discendenza.

2. HostiasNoi ti offriamo, Signore,sacrifici e preghiere di lode.Accettali per l’anima di colorodi cui oggi ci ricordiamo.Fa’ che passino, Signore,dalla morte alla vita,come tu un giorno hai promessoad Abramo e alla sua discendenza.

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V. Sanctus (Adagio)Sanctus Dominus Deus Sabaoth!Pleni sunt coeli et terra gloria tua.(Allegro)Osanna in excelsis.

VI. Benedictus (Andante)Benedictus qui venitin nomine Domini.(Allegro)Osanna in excelsis.

VII. Agnus DeiAgnus Dei,qui tollis peccata mundi:dona eis requiem sempiternam.

VIII. CommunioLux aeterna luceat eis, Domine,cum sanctis tuis in aeternum,quia pius es.Requiem aeternam dona eis, Domine,et lux perpetua luceat eis.(Allegro)Cum sanctis tuis in aeternum,quia pius es.

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V. SanctusSanto, il Signore Dio dell’universo!I cieli e la terra sono pieni della tua gloria.

Osanna nell’alto dei cieli.

VI. BenedictusBenedetto Colui che vienenel nome del Signore.

Osanna nell’alto dei cieli.

VII. Agnus DeiAgnello di Dioche togli i peccati del mondo:dona loro il riposo eterno.

VIII. CommunioSplenda ad essi la luce perpetua, o Signore,insieme ai tuoi santi in eterno,perché tu sei buono.L’eterno riposo dona loro, Signoree splenda ad essi la luce perpetua.

Insieme ai tuoi santi in eterno,perché tu sei buono.

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Kammerorchester Basel

Apprezzata per il suono orchestrale flessi-bile e trasparente, la KammerorchesterBasel è alla continua ricerca di nuove stradeinterpretative che la portano a coniugaremusica antica e moderna, come era nellatradizione della storica Basler Kammeror-chester di Paul Sacher a cui si ispira. Fondata nel 1984 da musicisti provenientida vari conservatori svizzeri, tiene una sta-gione regolare di concerti a Basilea ed èestremamente attiva sul piano internazio-nale, vantando inviti presso le maggiori isti-tuzioni musicali del mondo. Pur esibendosi anche sotto la guida delproprio primo violino, ha instaurato un rap-porto spe ciale con direttori come Paul Good-win, Kristjan Järvi, Paul McCreesh e Gio-vanni Antonini. Con quest’ultimo sta effet-tuando una premiata incisione delle Sinfo-nie di Beethoven per l'etichetta Sony Clas-sical, mentre altri riconoscimenti le sonostati tributati per il CD “Classical modern”prodotto con Christopher Hogwood, per leincisioni di Opere e Oratori di Händel sottola direzione di Paul Goodwin e per le Ariedi Telemann registrate con Nuria Rial. Trai solisti con cui ha collaborato meritanomenzione Cecilia Bartoli, Andreas Scholl,Matthias Goerne, Sabine Meyer, AngelaHewitt, Renauld Capuçon e Victoria Mul-lova. Nel 2013 Clariant si è affiancata a CreditSuisse in qualità di main sponsor dellaKammeror chester Basel.

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Estonian Philharmonic Chamber Choir

L’Estonian Philharmonic Chamber Choir(EPCC) è il più famoso coro delle Repub-bliche del Baltico, fondato nel 1981 da TõnuKaljuste, che ne è stato direttore principalee direttore artistico per vent’anni. Dal 2001al 2007 il suo posto è stato preso dall’in-glese Paul Hillier e successiva mente, nel2008, da Daniel Reuss. Il vasto repertorio del coro spazia dal gre-goriano al tardo barocco, fino alla musicadel XX secolo, con un interesse particolarealle opere di compositori estoni quali Pärt,Tormis, Tüür, Gri goryeva, Tulev, Kõrvits eTulve. Ogni stagione il coro è impegnato in circa70 concerti in Estonia e all’estero. Hacollabora to con celebri direttori tra cui Hel-muth Rilling, Eric Ericson, Iván Fischer,Ward Swingle, Joseph Jennings, NeemeJärvi, Paavo Järvi, Nikolai Alekseyev,Andrew Lawrence-King, Roland Böer, Frie -der Bernius, Stephen Layton, Marc Min-kowski e con prestigiose orchestre comeConcerto Copenhagen, Concerto Palatino,Camerata Salzburg, le orchestre da cameradi Stoccarda, Praga, Norve gia, Lituania eAustralia, Les Musiciens du Louvre e, natu-ralmente, l’Estonian National SymphonyOrchestra e la Tallinn Chamber Orchestra.È ospite regolare di importanti festival tracui BBC Proms, Edinburgh InternationalFestival, Abu Gosh Music Festival, MoscowEaster Festival, Bergen International Festi-

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val, Salzburg Fest spiele e Musikfest Bremen. Ha inciso diversi CD per le case discografi-che ECM, Virgin Classics, Carus, HarmoniaMundi, molti dei quali hanno ricevuto pre-stigiosi riconoscimenti internazionali.

Paul McCreesh

Paul McCreesh è fondatore e direttore delGabrieli Consort & Players, con il quale haraggiunto il più alto livello nella cerchiadelle orchestre barocche che eseguono musi-che con strumenti d’e poca. Dal 2006 al2012 è stato Direttore Artistico del festivalWratislavia Cantans in Polonia e nella sta-gione 2013-2014 ha assunto l’incarico diDirettore Principale della GulbenkianOrchestra di Lisbona. Come direttore ospite lavora regolarmentecon numerose formazioni internazionali,eseguendo musiche provenienti da ambitimolto diversi tra loro. Impegni recenti efuturi includono collaborazioni con orche-stre come Gewandhaus, Budapest Festival,Spanish National, Da nish National, BergenPhilharmonic, St. Paul Chamber, HongKong Philharmonic e Sydney Sym phony. Ilsuo repertorio orchestrale si estende dalbarocco sino ai lavori sinfonici di ampiorespiro del XIX e XX secolo e la sua espe-rienza di direzione corale ha portato a ese-cuzioni di riferimento dei maggiori oratori.Attivo anche come direttore d’opera harecentemento diret to in forma semiscenicale Nozze di Figaro al Festival di Verbier. Vincitore insieme al Gabrieli Consort &

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Players di numerosi premi discografici perle incisio ni effettuate con Deutsche Gram-mophone, nel 2011 ha lanciato una propriaetichetta, Winged Lion, esordendo congrande favore di critica con la registrazionedella Grande Messe des Morts di Berliozseguita da Elijah di Mendelssohn.

Kaia Urb

È una delle più importanti cantanti nelrepertorio oratoriale a livello internazionale.Dal 1982 è membro dell’Estonian Phil-harmonic Chamber Choir. Ha ricopertoruoli solistici in numerose opere che vannodal barocco al contemporaneo. Ha lavoratocon importanti direttori tra cui TõnuKaljuste, Neeme Järvi, Paul Hillier, e convari ensemblòes e formazioni orchestralicome The Hilliard Ensemble, GothenburgSymphony Orchestra, Chamber Or chestrasof Lithuania, Prague, Australia, oltre a varigruppi da camera dell’Estonia.

Iris Oja

Contralto solista dell’Estonian Philhar-monic Chamber Choir dal 2000 al 2011,svolge un’intensa attività in ambito orato-riale cantando, tra gli altri, sotto la direzionedi Neeme Järvi, Paul Hillier, e Tõnu Ka -ljuste. Protagonista di numerosi recital solis-tici ha preso parte a produzioni dell’EugeneOnegin di �Cajkovskij e Cavalleria rusticanadi Mascagni. È membro del gruppo Reson-

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abilis, ensemble specializzato in musica con-temporanea che lavora a stretto contatto connumerosi compositori. Nel 2006 ha incisoper Harmonia Mundi un album solisticodedicato a musiche di Rachmaninov eŠostakovic.

Oliver Kuusik

È solista dell’Estonian National Opera dal2008. Il suo repertorio teatrale include iruoli di Faust (Faust), Nemorino (L’elisird’amore), Don Ramiro (La Cenerentola),Sesto (Julius Caesar), Don Ottavio (DonGiovanni), Tamino (Die Zauberflöte) e Fer-rando (Così fan tutte). In passato ha col-laborato con la Clonter Opera Company el’European Opera Center Trust in Gran Bre-tagna. È attivo a livello internazionale anchenel repertorio cameristico e oratoriale.

Uku Joller

Solista dell’Estonian Philharmonic Cham-ber Choir, ha cantato in numerose nazionidi Europa, Stati Uniti, Australia e Giappone.Il suo repertorio include le Messe di Bach,gli Oratori di Händel, il Requiem di Mozarte Passio di Pärt. Ha collaborato con impor-tanti direttori e numerose formazioni dacamera. Sulle scene teatrali ha cantato nelleNozze di Figaro di Mozart, nella Ceneren-tola di Rossini e in Dido and Aeneas di Pur-cell nel ruolo del protagonista.

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Allestimento grafico e stampa:la fotocomposizione - Torino

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