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Mario Benassi Economia e Organizzazione Aziendale - CdL Comunicazione Digitale (1) 1 Prima Lezione Programma, obiettivi e metodologie del corso Regole del gioco L’economia aziendale: un inquadramento La pluralità di definizioni e profili tipologici Gli elementi comuni L’economia aziendale: le invarianti I fini aziendali I soggetti Il funzionamento

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Mario Benassi Economia e Organizzazione Aziendale - CdL Comunicazione Digitale (1)

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Prima Lezione Programma, obiettivi e metodologie del corso Regole del gioco

L’economia aziendale: un inquadramento La pluralità di definizioni e profili tipologici Gli elementi comuni

L’economia aziendale: le invarianti I fini aziendali I soggetti

Il funzionamento

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Programma del corso

11 marzo 1 Introduzione e concetti di base

12 marzo 2 Funzionamento e forme societarie

13 marzo 3 Il Soggetto Economico e la Governance

18 marzo 4 Competizione e Mercato

19 marzo 5 Analisi di Settore: concetti di base

20 marzo 6 Analisi di Settore: barriere e concentrazione

25 marzo 7 Esercitazione: concentrazione

26 marzo 8 Analisi di Settore: prodotti sostitutivi e potere contrattuale

27 marzo 9 Vantaggi di costo e di differenziazione

1 aprile 10 Strategia nei settori maturi e in quelli innovativi

2 aprile 11 L’organizzazione dell’azienda

3 aprile 12 Risorse umane

8 aprile 13 PRIMA PROVA SCRITTA

Data # lezione Argomento

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Programma del corso: segue

Data # lezione Argomento

9 aprile 14 Analisi della Domanda: fondamenti

10 aprile 15 Analisi della Domanda: ciclo di vita e previsione

15 aprile 16 Esercitazione: analisi della domanda

16 aprile 17 I costi

17 aprile 18 I prezzi

29 aprile 19 Relazione Costi-Volumi-Prezzi

30 aprile 20 Esercitazione: Costi e Break-Even Point

6 maggio 21 Analisi degli Investimenti

7 maggio 22 Bilancio: fondamenti

8 maggio 23 Bilancio: i prospetti

13 maggio 24 Bilancio: riclassificazione e indici

14 maggio 25 Esercitazione: Bilancio

15 maggio 26 SECONDA PROVA SCRITTA

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Obiettivi e metodologie

Far comprendere anche a ‘non esperti’ come funziona una azienda e in quale contesto si inserisce

Saper cogliere i ‘momenti-chiave’ nel processo di crescita e sviluppo aziendale (es. lancio di nuovi prodotti, entrata in nuovi mercati, etc.)

Saper districarsi tra le variabili-chiave che regolano il successo-insuccesso nei diversi business (es. economie di scala, barriere all’entrata, etc.)

Saper interpretare un bilancio e apprezzare gli elementi fondamentali della dinamica finanziaria (riferimento a progetti)

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Metodologie:tre momenti d’aula La didattica in aula è impostata secondo tre

differenti situazioni: Lezione frontale Caso aziendale Esercitazione

Ciascuna situazione risponde a finalità didattiche complementari ed è evidenziata da un differente format delle slide.

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6Mario Benassi

Format blu: LEZIONI

Indica slide dedicate alla teoria aziendale. Le slide sono di supporto alla lezione frontale e contengono i concetti fondamentali

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Format beige: CASI

Indica slide dedicate ai casi aziendali: si tratta di narrazioni di eventi esemplari che aiutano a evidenziare i concetti e a collocarli nei corretti contesti

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Format rosso: ESERCITAZIONI

Indica le esercitazioni, progettate sulla base di quanto fino al momento appreso e impostate secondo una logica di interazione con l’aula

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Regole del gioco

Come si supera l’esame Frequentanti: due prove intermedie su appunti delle lezioni,

esercitazioni, lucidi Non frequentanti: esame orale (testo: F.Favotto ‘Economia

aziendale’, Mc Graw Hill (tutto)) FAQ

Chi è un frequentante? Chi partecipa alle lezioni (presenze certificate, max assenze: 3)

Cosa succede se Non supero una delle due prove intermedie? Orale sulla parte

relativa Non supero entrambe le prove intermedie? Esame da non

frequentante Entro quando posso dare l’orale di riparazione? Entro 2° appello

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Altre informazioni

E_mail:[email protected]; [email protected]

Sito web:

http://homes.dsi.unimi.it/~mbenassi/

Orario di ricevimento:giovedi ore 11-12.30 c/o DICO, Via Comelico 39

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11Mario Benassi

Economia aziendaleun inquadramento Termine azienda: 1090 k siti con altavista, 1150 k con google Pluralità di definizioni (aziende che offrono lavoro in rete,

imprese di distribuzione, società commerciali, società che operano nel business to consumer, etc) che accomuna diverse entità

Difficoltà a trovare corrispondenti in lingua inglese (firm, business, establishment, unit)

Due matrici: quella giuridica e quella latino-spagnola “complesso di beni organizzati dall’imprenditore per

l’esercizio della impresa” (codice civile) Hacienda, faccenda, le cose da fare

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12Mario Benassi

Economia aziendaleun inquadramento Quali i minimi comuni denominatori tra soggetti così

diversi (grandi e piccoli, industriali e commerciali, etc.?)

Insieme di elementi diversie tra loro interconnessi

Che concorronoalla

Realizzazionedi un prodotto(o servizio)

Che vieneRealizzato per

Soddisfazionedi un bisogno

CREAZIONE DI RICCHEZZADUREVOLE ATTRAVERSO IL RILASCIO DI OUTPUT > INPUT

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13Mario Benassi

Economia aziendaleun inquadramento I diversi piani di analisi

Azienda come sistema economico in tutte le sue articolazioni e classi (azienda famigliare, azienda pubblica, azienda di produzione)

Soggetti ed interessi (portatori di capitale e lavoro;stakeholders) Assetti istituzionali ed organizzativi (e.g. gruppi) Modalità di svolgimento di attività di produzione e di consumo Condizioni di equilibrio e di economicità

La “nascita” (Zappa) Scopo

studiare la azienda come entità autonoma, analizzare le teorie che spiegano le condizioni di buon funzionamento

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14Mario Benassi

I fini della azienda

Azienda Ha propri fini o li ha l’istituzione di cui fa parte (famiglia, banca, etc.) ? Azienda: garantire le condizioni economiche che permettano alla

istituzione di raggiungere i propri fini Fini della azienda: soddisfazione delle attese sul versante economico del

soggetto (o dei soggetti) che ne definiscono gli obiettivi istituzionali (e.g. apportatori di capitale e di lavoro)

Alcuni aspetti di rilievo: il tempo (soddisfatti a breve, a medio, a lungo?), le prospettive (rapporto tra passato e futuro)

La economicità (= soddisfazione sul versante economico) La durabilità L’autonomia L’equilibrio (reddituale: ricavi e costi; finanziario: entrate ed uscite)

mercato vs non mercato

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15Mario Benassi

I soggetti

Azienda riunisce più persone (necessario distinguere i diversi ruoli)

Soggetto economico (chi definisce le linee di sviluppo di una istituzione) e soggetto giuridico (chi assume i diritti e i doveri connessi con l’attività aziendale)

Gli stakeholders I clienti I fornitori Le istituzioni locali

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Gli stake-holders:il caso Orange Juice inc. Il settore delle bevande analcoliche e delle bevande a base di frutta è popolato

da imprese molto diverse tra loro per raggio di azione, obiettivi e strategie. Una di queste, famosa soprattutto a livello locale, è Orange Juice, azienda localizzata nella Sun Valley, in California. Orange Juice si è sempre distinta per la sua politica legata alla qualità (il prodotto principale, il succo di arancia, è frutto di politiche di selezione del prodotto molto accurate e di processi di lavorazione all’avanguardia per quanto riguarda i diversi aspetti ‘bio’) e per il suo forte collegamento con il territorio (OJ ha sempre coinvolto gli agricoltori e le istituzioni locali nelle sue politiche) e per la relazione con i clienti (ha avviato da molto tempo canali di comunicazione privilegiata con i clienti stessi, svolge campagne per sensibilizzarli rispetto alla qualità del cibo, investe in campagne ‘sociali’)

Il processo di lavorazione dei succhi di arancia e delle bevande a base di frutta è, dal punto di vista tecnologico, relativamente consolidato. Peraltro, il concatenamento e l’interdipendenza tra le diverse fasi (lavorazione del prodotto sua spremitura, pastorizzazione, imbottigliamento, stoccaggio, etc.) non lo rende esente da rischi di ‘contaminazione’ ad opera di agenti batteriologici e non

Il controllo di qualità rappresenta quindi un aspetto di grande importanza per riuscire ad assicurare prodotti freschi ed esenti da rischi

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Gli stake-holders:il caso Orange Juice inc. (segue)

Nel marzo 1996 si verificarono in California alcuni casi di morte sospetta, dovuti ad infezione alimentare che aveva innescato reazioni ‘a catena’ in soggetti già debilitati; l’intervento delle autorità che si preoccupano della catena alimentare fu molto tempestivo, e tra le ipotesi fatte, basate sulla ricostruzione analitica di quanto era stato ingerito dalle persone colpite da alimentazione, vi fu quella secondo cui a provocare i problemi fossero state alcune partite di succhi di arancia

Invece di reagire con la classica ‘politica dello struzzo’, Orange Juice rispose in modo articolato e altamente responsabile, diramando comunicati per avvertire i clienti di quanto stesse succedendo, facendo controlli ed ispezioni a tappeto sugli stock in lavorazione, coinvolgendo le strutture di vendita e distributive, e giungendo a ritirare dal mercato ingenti partite di prodotto solo per svolgere analisi ulteriori

Le condizioni di mercato ed economiche di OJ peggiorarono drasticamente, anche in relazione alla fobia dei consumatori per i succhi di arancia in genere: gli ordini calarono vistosamente, le vendite subirono un crollo, mentre i costi dei controlli e delle verifiche mise in discussione la solidità e la tenuta finanziaria della azienda

OJ avrebbe rischiato la bancarotta in breve tempo, se gli stakeholders non avessero riconosciuto quanto di buono aveva fatto sino ad allora: i distributori si impegnarono volontariamente ‘ a fare propaganda’ presso i consumatori finali, la forza vendita accettò una momentanea riduzione delle provvigioni e dei margini di guadagno, le banche concessero prestiti a tasso agevolato e le istituzioni locali affiancarono OJ nel definire politiche di prevenzione e di testing delle lavorazioni

OJ ringraziò i propri stakeholders con un annuncio sui quotidiani locali, raccontando i fatti per come si erano svolti .. In breve tempo la azienda riuscì a risollevarsi

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18Mario Benassi

Il funzionamento

Le operazioni di base per soddisfare un bisogno

1. Acquisizione di mezzi finanziari

2. Acquisizione di fattori produttivi

3. Trasformazione dei fattori in prodotti/servizi

4. Vendita dei prodotti/servizi ottenuti

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19Mario Benassi

Il funzionamento: primo passoacquisizione di mezzi finanziari Lo scopo è dotare l’azienda di risorse

I soci mettono risorse a disposizione dell’iniziativa: il capitale proprio (di solito mezzi monetari, oppure beni utilizzabili dalla azienda), cioè un capitale iniziale

Il capitale proprio non ha vincoli contrattuali di remunerazione o restituzione (non è un BOT, chi lo versa rischia) ed è quindi un capitale di rischio

La parte che i soci non mettono a disposizione può essere reperita all’esterno: il capitale di prestito (definito secondo diverse modalità: scoperto, obbligazione, mutui; vi sono oneri per la disponibilità di mezzi non di proprietà: interessi passivi)

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Acquisizione di mezzi finanziari:il caso “H2O Engine SpA” Mentre stanno lavorando alla tesi di laurea sulle potenzialità del motore ad acqua,

4 brillanti studenti del Politecnico di Torino mettono a punto un prototipo funzionante. A differenza dei prototipi fino ad ora costruiti, questo motore si compone di un numero estremamente limitato di pezzi.

Con l’aiuto del docente di “Metodologie di produzione” mettono a punto lo studio di una linea di montaggio in grado di produrre il motore con un costo complessivo davvero limitato. L’idea è promettente e i 4 amici decidono di tentare la grande sfida e di avviare una propria impresa.

Secondo i loro calcoli occorrono 10 mln di euro per avviare l’iniziativa (ottenimento del brevetto, acquisto degli impianti di produzione (torni e presse) e degli utensili di linea, affitto del capannone, salari dei dipendenti, costo dell’energia elettrica, varie amministrative); i loro risparmi di studenti arrivano a mala pena a 100.000 euro; anche le loro famiglie decidono di scommettere sull’iniziativa e i genitori entrano nella società come soci portando altri 500.000 euro in tutto. Ma ancora non basta.

Si rivolgono al docente di Economia e Gestione delle Imprese che suggerisce loro di contattare una società di Venture Capital che possa finanziare l’idea apportando del capitale di rischio (diventando socia) per il periodo iniziale. A questo fine li aiuta a sviluppare un Business Plan in cui è riassunta l’idea, è analizzato il mercato di sbocco, i punti di forza e i punti deboli del progetto, e sono messi in evidenza i risultati reddituali previsti e le necessità finanziarie per i primi anni di attività.

La società di VC valuta il dossier e accetta il coinvolgimento nella società apportando 7 mln di euro e diventando socio.

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Acquisizione di mezzi finanziari:il caso “H2O Engine SpA” (segue)

La società dispone di 7.600.000 euro: ne mancano 3.400.000. Il VC prevede di reperire il restante sul mercato dei capitali di debito, tramite accensione di mutui bancari per 2.000.000 ed emissione di obbligazioni a 5 anni per 1.400.000, che esso stesso garantirà.

L’attività della “H2O Engine SpA” viene avviata: la società possiede 7.600.000 euro di capitale e 3.400.000 di debiti, sui quali paga interessi passivi e che deve restituire entro i primi cinque anni

Il motore ad acqua riscuote un successo straordinario: già nel primo anno la società ottiene un reddito netto di 70.000 euro che i soci decidono di non distribuire ma di tenerlo all’interno dell’impresa per finanziare nuovi investimenti in R&S.

Dopo tre anni giunge ai soci una offerta di acquisto da parte di “Universal Motors Inc” per rilevare la maggioranza di azioni. Il VC decide di vendere la partecipazione e Universal Motors diventa il nuovo socio di maggioranza di H2O Engine.

Le intenzioni della Universal Motors, la più importante produttrice al mondo di automobili, sono quelle di chiudere la H2O Engine, estinguendone i debiti e liquidando i soci, per impadronirsi del brevetto del motore ad acqua e svilupparlo all’interno dei propri laboratori.

In una infuocata assemblea degli azionisti la Universal Motors, che detiene la maggioranza assoluta delle azioni, vota la liquidazione della H2O Engine: vengono rimborsati tutti i debiti e agli azionisti viene distribuito, proporzionalmente al numero di azioni possedute, il capitale iniziale più tutti gli incrementi derivanti dal reddito accumulato di anno in anno.

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22Mario Benassi

I finanziamenti attinti:le risorse finanziarie proprie

RedditoDerivante

Dallagestione

Restituzione del Capitale conferito

Raccolta delCapitale di proprietà

Uscite didenaro

Entrate di denaro

Mercato deicapitali

Circuito dei finanziamenti attinti:il capitale di proprietà

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23Mario Benassi

I finanziamenti attinti:risorse finanziarie di terzi

OneriDi

prestito

Estinzione dei Debiti di finanziamento

Accensione di debitiDi finanziamento

Uscite didenaro

Entrate di denaro

Mercato deicapitali

Circuito dei finanziamenti attinti:Reperimento di risorse finanziarieA titolo di debito

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24Mario Benassi

I finanziamenti concessi:il punto di vista dei finanziatori

Proventidel

prestito

Restituzione dei creditidi finanziamento

Concessione diFinanziamenti a

terzi

Entrate didenaro

Uscite di denaro

Mercato deicapitali

Circuito dei finanziamenti concessi:impiego di risorse finanziariea titolo di credito