Marco Sgarbi Il Risveglio Dal Sonno Dogmatico

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    ARCHIVIO

    DI STORIA DELLA CULTURAANNO XXV - 2012

    ISSN 2037 - 688X

    LIGUORI EDITORE

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    La pubblicazione di questo numero si avvale di un contributo della Fondazione Pietro Piovani per

    gli Studi Vichiani.

    Autorizzazione del Tribunale di Salerno n. 688 del 16.11.1988

    Archivio di Storia della Cultura is a Peer-Reviewed Journal

    Volume XXV - Anno 2012

    ISSN 2037-688X

    Questa opera protetta dalla Legge 22 aprile 1941 n. 633 e successive modificazioni. Lutilizzo del libro elettro-nico costituisce accettazione dei termini e delle condizioni stabilite nel Contratto di licenza consultabile sul sitodellEditore allindirizzo Internet http://www.liguori.it/ebook.asp/areadownload/eBookLicenza.Tutti i diritti, in particolare quelli relativi alla traduzione, alla citazione, alla riproduzione in qualsiasi forma, allusodelle illustrazioni, delle tabelle e del materiale software a corredo, alla trasmissione radiofonica o televisiva, allapubblicazione e diffusione attraverso la rete Internet sono riservati. La duplicazione digitale dellopera, anche separziale vietata. Il regolamento per luso dei contenuti e dei servizi presenti sul sito della Casa Editrice Liguori disponibile allindirizzo Internet http://www.liguori.it/politiche_contatti/default.asp?c=legall

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    2012 by Liguori Editore, S.r.l.Tutti i diritti sono riservatiPrima edizione italiana Ottobre 2012

    ISBN-13 978 - 88 - 207 - 5876 - 9

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    Archivio

    di storia della cultura

    diretto da Fulvio Tessitore

    Consiglio scientifico: Joaqun Abelln, Heribert Bder, Francesco Paolo Casa-vola, Claudio Cesa, Valeria Fiorani Piacentini, Giuseppe Galasso, GiuseppeGiarrizzo, Matthias Kaufmann, Lamberto Maffei, Carlo Maria Ossola, Alber-to Quadrio Curzio, Gennaro Sasso, Biancamaria Scarcia Amoretti, Jos M.Sevilla Fernandez, Maurizio Torrini, Jrgen Trabant, Cesare Vasoli, EdoardoVesentini, Pasquale Villani, Maurizio Vitale.

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    La direzione ricorda con riconoscenza i maestri che hanno fatto partedel Consiglio scientifico di questo Archivio:

    Karl ChristFrancesco De MartinoFurio DiazFrancesco GabrieliAntonio GarzyaEugenio GarinEttore Lepore

    Giuliano MariniArnaldo MomiglianoSabatino MoscatiGiovanni NencioniManfred RiedelCinzio Violante

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    ARCHIVIO XXV (2012)

    SOMMARIO

    MEMORIE

    ALESSANDROSTILE, Alchimia e geometria delle passioni: Mozart e Mes-

    mer

    MARCOIVALDO, Fichte. Lineamenti della dottrina della religione

    FULVIOTESSITORE, Gli storici e lunit dItalia

    FRANCESCODONADIO, ber die philosophische Bedeutung der Freund-schaft zwischen W. Dilthey und Graf P. Yorck von Wartenburg

    GIOVANNICIRIELLO, Alle origini dellantropologia di Herman Nohl

    FULVIOTESSITORE, Ermeneutica contro Historismus

    MARKUS MESSLING / MARKUS LENZ, Filologia e razzismo. Leredit diEdward W. Said e la storia critica delle scienze linguistiche e filologiche

    GIROLAMOCOTRONEO, Un percorso delletica: dallAma il prossimo tuoal Vivre pour autrui

    DISCUSSIONI E RASSEGNE

    ROBERTOTOTTOLI, Ventanni di studi sulla vita di Muhammad

    pag. 3

    15

    33

    79

    89

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    153

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    VIII Sommario

    RAFFAELECARBONE, Barbarie e stagnazione agli albori della modernit.A partire da alcuni studi recenti su Montaigne

    RICCARDOPOZZO, La filosofia italiana del diciottesimo secolo nellUeber-weg

    MARCO SGARBI, Il risveglio dal sonno dogmatico e la rivoluzione del1772

    SILVIACAIANIELLO, A proposito di Droysen

    ROBERTAVISONE, Linquietudine e lideale: un recente libro su Carlo Mi-chelstaedter

    DANIELABANDIERA, Vivere sentire: fenomenologia della sensibilit indue recenti saggi di Vincenzo Costa

    GIUSEPPECACCIATORE,La religione dello storicismo. Per avviare il dibattito

    ROBERTO CELADA BALLANTI, Religione, storia, libert. Contributo a unconfronto tra la religione dello storicismo e il pensiero religioso li-berale

    FRANCESCODONADIO, Lo storicismo tra religione e religiosit

    GIUSEPPELISSA, Fulvio Tessitore eLa religione dello storicismo

    DOMENICOVENTURELLI, Attimo, coscienza e storia. Appunti e riflessionia partire daLa religione dello storicismodi Fulvio Tessitore

    FULVIOTESSITORE, Un ringraziamento

    GIORGIOLUNGHINI, Come uscire dalla crisi: crescita ed intervento pub-blico

    MASSIMOFERRARI, Saper leggere? Una replica a Fulvio Tessitore

    FULVIOTESSITORE, Una risposta al prof. Ferrari

    FABRIZIOLOMONACO, Bibliografia degli scritti di Fulvio Tessitore (2007-2011)

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    237

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    Sommario IX

    TESTI

    RAFFAELERUSSO, Il saggio di Locke sullinfallibilit del papa

    JOHNLOCKE, necessario che ci sia, nella Chiesa, un infallibile interpretedella Sacra Scrittura? No

    GIANCARLO MAGNANO SAN LIO, Storia e Geisteswissenschaften: HermannUsener e il rinnovamento della filologia

    HERMANNUSENER, Filologia e scienza storica

    GIOVANNICIRIELLO, Nota alla traduzione italiana del saggio di HermanNohlAntropologia pedagogica

    HERMANNOHL, Antropologia pedagogica (1928)

    IVANARANDAZZO, Il processo di ideazione simbolica tra medicina e filo-sofia: le lettere di Ernst Cassirer a Kurt Goldstein (1925-1941)

    ERNSTCASSIRER, Lettere a Kurt Goldstein

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    479

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    IL RISVEGLIO DAL SONNO DOGMATICOE LA RIVOLUZIONE DEL 1772!

    di Marco Sgarbi

    1. Il risveglio dal sonno dogmatico e la rivoluzione terminologica

    Nella Vorredeai Prolegomena zu einer jeden knftigen Metaphysik, die als Wissenschaft wirdauftreten knnen si trova la famosa frase di Kant: io lo confesso apertamente: fulammonimento di David Hume che molti anni fa primariamente ruppe in me ilsonno dogmatico e diede alle mie ricerche nel campo della filosofia speculativatuttaltro indirizzo1.

    Il passo di Kant divenuto cos importante e decisivo nella Kant-Forschungdafar affermare ad uno studioso del calibro di Alois Riehl, nella sua seminale operaDer philosophische Kritizismusdel 1908, che ohne Hume kein Kant2.

    Sono innumerevoli gli studi dedicati allargomento che a partire dalla finedel XIX secolo hanno segnato in modo indelebile limmagine di Kant e della suaevoluzione spirituale come legata ai problemi della causalit e delle antinomie3,

    !Tutte le citazioni di Immanuel Kant sono da I. Kant, Kants gesammelte Schriften (=KGS), Berlin,1900s., secondo il numero del volume e della pagina.

    1KGS, IV, p. 260.2A. Riehl, Der philosophische Kritizismus. Geschichte und System, Leipzig, 19082, p. 310.3

    Per una panoramica delle pi diverse interpretazioni cfr. K. Fischer, Geschichte der neueren Phi-losophie. Entstehung und Begrndung der kritischen Philosophie, Mannheim, 1860; F. Paulsen, Versuch einerEntwicklungsgeschichte der Kantischen Erkenntnistheorie, Leipzig, 1875; B. Erdmann, Reflexionen Kants zurkritischen Philosophie, Leipzig, 1882; C. Siegel, Kants Antinomienlehre im Lichte der Inaugural-Dissertation, inKant-Studien, XXX, 1925, pp. 67-86; H.J. de Vleeschauwer,La dduction transcedentale dans lOeuvre deKant, Antwerp, 1934; R.P. Wolff, Kants Debt to Hume via Beattie, in Journal of the History of Ideas,

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    come si evince anche dalla lettera del 21 settembre 1798 a Christian Garve doveil filosofo di Knigsberg presenta il problema delle antinomie quale motivo ispi-

    ratore della propria indagine4.In questa sede si vuole analizzare e valutare la consistenza dellaffermazione

    kantiana ed eventualmente determinare lepoca entro la quale circoscrivere questarivoluzione di Kant attraverso lausilio della metodologia della storia intellettuale,della storia dei concetti e della storia delle fonti5.

    Per comprendere laffermazione di Kant non bisogna leggere semplicementequelle sole tre righe appena menzionate, ma necessario andare pi oltre. Neipassi successivi Kant scrive che Hume non si pose il problema nella sua tota-lit, ma ne vide solo una parte, la quale, quando non si afferri il tutto, non pu

    condurre ad alcun risultato utile6. Kant rileva perci linsufficienza dellanalisihumeana notando che il concetto della connessione causale ben lungi dalles-sere il solo, per mezzo del quale lintelletto stabilisce a priori dei collegamenti

    XVII, 1960, pp. 117-123; G. Tonelli, Die Umwlzung von 1679 bei Kant, Kant-Studien, 54 (1963), pp.369-377; N. Hinske, Kants Begriff der Antinomie und die Etappen seiner Ausarbeitung, in Kant-Studien, LVI,1965, pp. 485-496; N. Hinske, Kants Weg zur Transzendentalphilosophie. Der dreiigjhre Kant, Stuttgart, 1970;N. Hinske,Antinomie I, in J. Ritter (a cura di), Historisches Wrterbuch der Philosophie, Basel, 1971, I, col.393-396; J. Schmucker, Was entzndete in Kant das groe Licht von 1769?, in Archiv fr Geschichte der

    Philosophie, LVIII, 1976, pp. 393-434; M. Khn, Humes Antinomies, in Hume Studies, IX, 1983,pp. 25-45; M. Khn, Kants Conception of Humes Problem, in Journal of the History of Philosophy,XXI, 1983, pp. 175-193; W. Carl, Kants First Draft of the Deduction of the Categories, in E. Frster (a curadi), Kants Transcendental Deductions. The Three Critiques and the Opus Postumum, Stanford, pp. 3-20; L. Krei-mendahl, Kant Der Durchbruch von 1769, Dinter, Kln, 1990; R. Brandt, Rezension Lothar Kreimendahl:Kant Der Durchbuch von 1769, in Kant-Studien, LXXXIII, 1992, pp. 100-111; L. Falkenstein, TheGreat Light of 1769 A Humeian Awakening? Comments on Lothar Kreimendahls Account of Humes Influenceon Kant, in Archiv fr Geschichte der Philosophie, LXXVII, 1995, pp. 63-79; N. Hinske, Prolegomenazu einer Entwicklungsgeschichte der Kantschen Denkens. Erwiderung auf Lothar Kreimendahl, in R. Theis e C.Weber (a cura di), Von Christian Wolff bis Louis Lavalle. Geschichte der Philosophie und Metaphysik, Hildesheim,1995; W. Ertl, David Hume und die Dissertation von 1770. Eine Untersuchung zur Entwicklungsgeschichte derPhilosophie Immanuel Kants, Frankfurt-Bern-New York, 1999.

    4KGS, XII, pp. 256-258.5Esempio di storia intellettuale cfr. G. Tonelli,Elementi metodologici e metafisici in Kant dal 1745 al

    1768. Saggio di sociologia della conoscenza, Torino, 1959; G. Tonelli, Conditions in Knigsberg and the Makingof Kants Philosophy, in A.J. Bucher, H. Dre e T.M. Seebohm (a cura di), Bewusst-sein, Bonn, 1975, pp.126-144; P. Rumore,Lordine delle idee. La genesi del concetto di rappresentazione in Kant attraverso le sue fontiwolffiane (1747-1787), Firenze, 2007, pp. 19-39. Esempi di studi di storia dei concetti legati a questoperiodo cfr. G. Tonelli, Der historische Ursprung der Kantischen Termini Analytik und Dialektik, in Archivfr Begriffsgeschichte, VII, 1962, pp. 120-139; G. Tonelli, Das Wiederaufleben der deutsch-aristotelischenTerminologie bei Kant whrend der Entstehung der Kritik der reinen Vernunft, in Archiv fr Begriffsgeschichte,IX, 1964, pp. 238-242; N. Hinske, Kants neue Terminologie und ihre alten Quellen. Mglichkeiten und Grenzender elektronischen Datenverarbeitung im Felde der Begriffsgeschichte, in Aa.Vv.,Akten des 4. Internationalen Kant-

    Kongresses Mainz April 6-10, 1974, Berlin-New York, 1974, I, pp. 68-85; G. Tonelli,Analysis and Synthesisin XVIIIth Century Philosophy prior to Kant, in Archiv fr Begriffsgeschichte, XX, 1976, pp. 178-213.Per la metodologia della storia delle fonti cfr. N. Hinske, Che cosa significa e a qual fine si pratica la storiadelle fonti? Alcune osservazioni di storia delle fonti sulla antinomia kantiana della libert, in Studi Kantiani,XIX, 2006, pp. 113-120.

    6KGS, IV, p. 260.

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    Il risveglio dal sonno dogmatico e la rivoluzione del 1772 239

    fra le cose, che anzi la metafisica interamente costituita da concetti di questogenere7. Con ci Kant pone laccento sullesistenza di numerosi concetti dello

    stesso tipo della causalit, sulla base dei quali lintera filosofia speculativa sarebbefondata. Il suo obiettivo perci di stabilire se losservazione di Hume nonpotesse venir tradotta in una formula universale, cio di ricercare una soluzio-ne al problema humeano non solo in un caso speciale, ma in rapporto a tuttala facolt della ragion pura8. Non a caso, egli prosegue affermando: io cercaidi assicurarmi del loro numero ed essendo riuscito, secondo il mio desiderio,di derivarli tutti da un principio, procedetti quindi alla giustificazione di questiconcetti, dei quali io mi ero ormai assicurato, che non derivano, come Humetemeva, dallesperienza, ma dallintelletto puro9. Da queste parole sembra evi-

    dente che Kant non si riferisce n al problema della causalit in s e nemmeno aquello delle antinomie, ma piuttosto sembra riferirsi alla questione delle categoriee della loro deduzione.

    In che senso allora si pu parlare di una influenza di Hume?10 Hume haprobabilmente suggerito a Kant che il concetto di causalit non un concettoontologico-metafisico appartenente alla realt stessa, ma che piuttosto esso unconcetto dellintelletto attraverso il quale possibile conoscere il mondo, ma chein nessuno modo pu essere in esso come le varie ontologie eclettiche, fra lequali quella di Johann Heinrich Lambert, volevano11. Daltra parte lo stesso Kant

    aveva mostrato nello scritto ber die Deutlichkeitlimpossibilit dei concetti primio irresolubili in campo metafisico12.

    Se quando Kant si riferisce a Hume pensa, come si appena suggerito, allecategorie, possibile determinare che il terminus ad quemdellinflusso humeano siao lanno 1771 o comunque i primi mesi del 1772, cio prima della famosa letteraa Marcus Herz del 21 febbraio 1772 con la quale a buon diritto si pu far iniziarelavventura della filosofia critica.

    7Ibid.8Ibid.9Ibid.10Non del tutto da scartare, e ha un suo fondamento, lipotesi di Lewis Robinson per il quale il

    passo dei Prolegomenanon deve essere forzatamente inteso come uno schizzo autobiografico kantiano.Cfr. L. Robinson, Contributions a lhistoire de lvolution philosophique de Kant, in Revue de mtaphysiqueet de morale, XXXI, 1924, pp. 269-353.

    11Cfr. C.A. Crusius, Weg zur Gewissheit und Zuverlssigkeit der menschlichen Erkenntniss, Leipzig, 1747pp. 243-245; J.H. Lambert,Neues Organon, Leipzig, 1764, pp. 472-477; J.H. Lambert,Anlage zur Archi-tektonik, oder Theorie des Einfachen und des Ersten in der philosophischen und mathematischen Erkenntnis, Riga,Hartknoch, 1771, I, p. 1; J.H. Lambert,Logische und philosophische Abhandlungen, Berlin, Bernoulli, 1782,

    pp. 15-56. Nel passo di Crusius, in modo particolare, la dottrina dei concetti irresolubili viene para-gonata a quella delle categorie di Aristotele, ma questultima viene criticata perch le categorie sonoconcepite principalmente comegenera summadellessere.

    12Ho mostrato altrove il motivo dellabbandono della dottrina dei concetti irresolubili e il passag-gio alla dottrina delle categorie, cfr. M. Sgarbi, Logica e metafisica nel Kant precritico. Lambiente intellettualedi Knigsberg e la formazione della filosofia kantiana, Frankfurt-Bern-New York, 2010.

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    In questa lettera compare per la prima volta non solo la dottrina delle cate-gorie, ma anche, novit assoluta per il lessico kantiano, lo stesso termine Ka-

    tegorie13. proprio a partire dal 1771 che Kant inizia a parlare delle categorie,come dimostra la famosa Reflexion 4276, nella quale sono elencate proprio le diecicategorie e sono definite come le operazioni dellintelletto in relazione alle cose at-traverso le quali un oggetto in generale pu essere pensato o posto nellintelletto14.Nella Reflexion 2137del 1772, Kant scrive che la possibilit di una conoscenzain se stessa dipende dalla categoria subiecti15. Lo stesso gruppo di Reflexionendalla 4449alla 4457, datate intorno il 1772, ha come tema centrale le categorie epresenta strette analogie con la lettera scritta a Herz. Attraverso la lettera a Herzsi pu stabilire che queste riflessioni le sono immediatamente precedenti, cio

    sono dei lavori preparatori allannuncio che Kant doveva fare allamico della suagrande scoperta. La dottrina delle categorie di Aristotele messa in confrontocon le teorie degli antichi, quali Pitagora e Platone, e a quelle dei moderni, qualiLocke e Leibniz. interessante inoltre notare come in questi frammenti ricorranomolti termini latini, anche di derivazione greca16, legati soprattutto alla tradizio-ne logica aristotelica come quaestiones, paralogismos, petitiones principii,demonstratio oppositi e organon17.

    Lutilizzo del termine Kategorie, contestualmente con la scoperta delladottrina delle categorie di Aristotele, cio a quello che si visto essere il risveglio

    dal sonno dogmatico, segue la comparsa di altri termini appartenenti alla logicaaristotelica che segnano una vera rivoluzione linguistico-terminologica nel pen-siero kantiano18.

    A fianco del termine Kategorie compare quasi contemporaneamente quellodi Schematismus, associato allafacultas characteristicaecome capacit di esibire, at-traverso segni figurati e simboli, tutte le conoscenze19. Nella Reflexion 896del 1776lo schema , invece, gi pensato come un monogramma distinto dallimmagine20.

    Sono introdotti in questi anni anche i concetti di Analytik come logica dellaverit e Dialektik come logica dellapparenza. Il termine Analytik compare

    13 Cfr. G. Tonelli, Kategorie; Kategorienlehre III, in J. Ritter (a cura di), Historisches Wrterbuch derPhilosophie, Basel, 1976, IV, coll. 725-727.

    14KGS, XVII, p. 493.15KGS, XVI, p. 248.16Solitamente quando Kant usa termini latini o greci sta menzionando un testo particolare.17KGS, XVII, pp. 557-558.18Sul cambiamento terminologico in quegli anni cfr. N. Hinske, Kants neue Theorie der Sinnlichkeit

    und ihre Sprachregelungen, in M. Bianchi (a cura di), Sensu. Sensatio. VIII Colloquio Internazionale del LessicoIntellettuale Europeo, Firenze, 1995, pp. 527-540; E. Conrad, Kants Logikvorlesungen als neuer Schlssel zur

    Architektonik der Kritik der reinen Vernunft. Di Ausarbeitung der Gliederungsentwrfe in den Logikvorlesungen alsAuseinandersetzung mit der Tradition, Stuttgart-Bad Cannstatt, 1994, pp. 75-118; R. Pozzo, Dallintellectuspurus alla reine Vernunft. Note sul passaggio dal latino al tedesco prima e dopo Kant, in Giornale critico dellafilosofia italiana, XC, 2001, pp. 231-245.

    19KGS, XV, p. 710.20KGS, XV, p. 391.

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    Il risveglio dal sonno dogmatico e la rivoluzione del 1772 241

    nella Reflexion 4446del 1772 la quale ha molti tratti in comune con la lettera a Herzche la fanno ritenere coeva. Lanalitica qui intesa come domus conceptuum

    intellectualium in riferimento ai Loci Metaphysici Aristotelis ed in opposizione allaphysiologia intellectus, la quale tratta della genesi dei concetti21. Nella Reflexion 1694del 1773 lanalitica dellintelletto rappresenta la scomposizione delle sue azioni etratta le semplici forme della conoscenza, cio le intuizioni e i concetti, e non lamateria della conoscenza22. Nella Reflexion 4772del 1775 si parla di una analiticadelle categorie che tratta della differenza fra i concetti puri dellintelletto da quelliapplicati ai fenomeni23. Fra il 1775 e il 1776 si consolida lutilizzo del termineanalitica nel senso di analitica dei concetti e dei principi appartenente alla logicatrascendentale, come dimostrano le Reflexionen 1675e 476224.

    Una ricerca sul termine Dialektik assai meno significativa, in quanto ilnome veniva utilizzato allepoca per designare comunemente la logica in gene-rale. Kant lo utilizza frequentemente agli inizi degli anni Settanta per designareprincipalmente la logica degli antichi nella Logik Blomberg e nellaLogikPhilippi. Inqueste Vorlesungennon vi ancora una distinzione fra la dialettica come dottrinadella probabilit e logica dellapparenza, cos come compare nella Kritik der reinenVernunft, perch i termini Schein, Erscheinung e Wahrscheinlichkeit nonsono ancora ben distinti25.

    Tuttavia, gi a partire dal 1772, il termine Dialektik inizia ad assumere un

    duplice significato: in primo luogo la dialettica rappresenta la tipica argomenta-zione scettica e in secondo luogo definita logica dellapparenza. La Dialektikcome logica dellapparenza occorre per la prima volta nella Reflexion 1579 data-bile sicuramente dopo 1772, anche se la sua datazione rimane assai incerta vistele numerose annotazioni fatte in tempi diversi26. In questa ReflexionKant scrivedialectica estdisciplina apparentiae logicae27, e aggiunge che pu essere o sofistica, cioLogik des Scheins, o critica, cio scettica28. A partire dalla Reflexion 3033del 1776 ladialettica diviene stabilmente arte o logica dellapparenza29.

    Questi elementi terminologici aristotelici non possono essere spiegati ricor-

    rendo ai manuali di logica della scuola wolffiana o ai compendi di storia della filo-sofia dellepoca, perch entrambe queste tipologie di opere erano ben conosciuteda Kant sin dallinizio della sua carriera filosofica e quindi la loro terminologia

    21KGS, XVII, p. 554.22KGS, XVI, pp. 85-86.23KGS, XVII, p. 723.24KGS, XVI, p. 74; KGS, XVII, p. 718.25 T. Pinder, Zu Kants Logik-Vorlesung um 1780, anllich einer neu aufgefundenen Nachschrift, in R.

    Brandt e W. Stark (a cura di), Kant Forschungen. Neue Autographen und Dokumente zu Kants Leben, Schriftenund Vorlesungen, Hamburg, 1987, p. 92.26Ivi, p. 109.27KGS, XVI, p. 21.28KGS, XVI, p. 23.29KGS, XVI, p. 765.

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    dovrebbe essere stata presente sin dalla seconda met degli anni Cinquanta. Lafonte kantiana devessere stata dunque unaltra.

    2. Linfluenza dellaristotelismo di Knigsberg e la svolta critica di Kant

    Ad ogni modo necessario capire, come ha ben suggerito Giuseppe Micheli, per-ch Kant, dopo il 1770, decise di utilizzare il termine aristotelico categoria, siapure con la precisazione della necessit di un filo conduttore per dare completezzaalla tavola? Di una tavola dei concetti primi, non ulteriormente analizzabili, Kantaveva parlato [] anche prima. Perch utilizzare un termine che la filosofia del

    XVIII secolo, e lo stesso Kant fino a quel momento, aveva preferito non usarein quanto lo considerava una inutile sopravvivenza scolastica?30. Il motivo puforse essere, come sostiene Giorgio Tonelli nel suo seminale articolo Das Wiede-raufleben der deutsch-aristotelischen Terminologie bei Kant whrend der Entstehung der Kritikder reinen Vernunft, che per sottolineare la sua originalit, ed evitare nello stessotempo confusioni tra i propri concetti e quelli dei contemporanei [] Kant hapreferito richiamarsi a quellantica e rispettabile tradizione chera laristotelismo,la cui terminologia non era certo pi in voga, ma nellambiente accademico erapur sempre ancora comprensibile31. Questa motivazione, ad unattenta analisi,

    appare assai estrinseca, anche se supportata dai famosi passi della Kritik der reinenVernunftnei quali si afferma che meglio utilizzare dei termini antichi con nuovisignificati piuttosto che coniarne di nuovi32.

    A mio parere la ragione della svolta terminologica kantiana deve essere com-presa proprio alla luce del risveglio dal sonno dogmatico ed in connessione anuove letture scolastico-aristoteliche. Se il risveglio dal sonno dogmatico coin-cide con la scoperta della dottrina delle categorie, necessario capire perch iprecedenti tentativi kantiani di ricerca di una tavola di concetti dellintelletto eranotutti falliti, o meglio, che cosa la dottrina della categorie di Aristotele offriva di pi

    rispetto alle dottrine dei concetti primi o irresolubili che altri filosofi e lo stessoKant avevano elaborato negli anni precedenti.

    Preziose indicazioni vengono proprio dal passo dei Prolegomena sul risvegliodal sonno dogmatico, nel quale Kant sembra suggerire che i concetti puri dellin-telletto, cio le categorie, siano dei modi considerandi o cognoscendi, cio forme dellaconoscenza della realt e non anche elementi costitutivi di essa.

    A tale conclusione Kant non era giunto per esempio nella Dissertatiodel 1770,dove pure si parlava di concetti dellintelletto come leggi insite nella mente, ma

    30G. Micheli,La terminologia aristotelico-scolastica e il lessico kantiano, in G. Piaia (a cura di),La presenzadellAristotelismo Padovano nella filosofia della prima modernit, Roma-Padova, 2002, p. 451.

    31Tonelli, Das Wiederaufleben der deutsch-aristotelischen Terminologie bei Kant, cit., p. 241.32KGS, III, A 312-313/B 369. Cfr. M. Sgarbi, Kantian Dictionaries Project at the Instituto per il Lessico

    Intellettuale Europeo e Storia delle Idee, in Intellectual History Review, XVIII, 2008, pp. 275-277.

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    Il risveglio dal sonno dogmatico e la rivoluzione del 1772 243

    non veniva spiegata affatto la loro funzione, tanto che la parte a loro dedicata laquarta definita da Kant come un lavoro di poca importanza o irrilevante33.

    Nella stessa lettera a Herz, Kant afferma esplicitamente che nella sua Dissertatiomancava ancora qualcosa di essenziale34, cio determinare il fondamento sul qu-ale poggia la relazione fra la rappresentazione e loggetto. Inoltre Kant aggiungeche nella Dissertatiomi ero accontentato di esprimere in modo soltanto negativola natura delle rappresentazioni intellettuali: esse cio non sarebbero modifica-zioni dellanima da parte delloggetto. Passai sotto silenzio per come sia cospossibile una rappresentazione che si riferisca alloggetto senza essere in qualchemodo impressionata da esso35. Evidentemente Kant non aveva ancora trovatonel 1770 la soluzione a questo essenziale problema, che fra il 1771 e il 1772 in-

    dividua nella dottrina delle categorie: mentre cercavo le fonti della conoscenzaintellettuale senza le quali non si possono determinare la natura ed i limiti dellametafisica, suddivisi questa scienza in parti essenzialmente diverse e cercai la filo-sofia trascendentale, ossia di ricondurre tutti i concetti della ragione interamentepura ad un certo numero di categorie; tuttavia non come Aristotele, che nei suoidieci predicamenti le colloc luna accanto allaltra meramente a caso, cos comele trov, ma cos come esse si dividono da se stesse in classi grazie ad alcunepoche leggi fondamentali dellintelletto36.

    Anche le Reflexionen degli anni precedenti al 1770 sembrano confermare che

    Kant non era ancora giunto alla soluzione del problema del rapporto fra i concettidellintelletto e loggetto della conoscenza. Reflexionencome la 3930, 3978 e la 3988,tutte datate intorno al 1769, lanno della grande luce, parlano di concetti puridellintelletto (conceptus intellectus puri), come quelli di realt, possibilit, ne-cessit, causa, unit e molteplicit, tutto e parte, semplice e composto37,ma questi erano considerati piuttosto come concetti irresolubili laLambert, ocome leggi dellintelletto senza alcun reale rapporto con lesperienza38, oppure,infine, cosa che complica assai di pi la situazione, in relazione ai trascendentali.In aggiunta, come giustamente ha sostenuto Riehl, nella Dissertationon c alcuna

    particolare traccia dellinfluenza humeana, quindi, a meno di considerare loperadel 1770 cos come faceva Tonelli, cio un lavoro di reflusso39, doveroso con-cludere che il risveglio dal sonno dogmatico non era ancora avvenuto40.

    33KGS, X, pp. 96-99.34KGS, X, p. 130.35KGS, X, pp. 130-131.36KGS, X, p. 132.37KGS, XVII, pp. 352-377.38

    G. Tonelli, Kant, dallestetica metafisica allestetica psicoempirica: studi sulla genesi del criticismo (1754-1771) e sulle sue fonti, in Memorie della Accademia delle scienze di Torino, serie III, Tomo 3, Parte II, 1955,pp. 322-325.

    39Ibid., p. 336.40Inoltre iNachtgedanken eines Zweiflers, cio la conclusione del primo libro del Treatise on the Hu-

    man Naturedi Hume, furono tradotti e pubblicati da Johann Georg Hamann solo nel 1771, quindi

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    Evidentemente fra la pubblicazione della Dissertatio e il febbraio del 1772,Kant aveva trovato nella dottrina delle categorie di Aristotele quellaspetto essen-

    ziale che andava cercando per risolvere il problema del rapporto fra sensibilit eintelletto41. La sua mancata determinazione portava, infatti, non solo allo scambionel loro uso, cio allanfibolia, ma anche alle antinomie se non si fosse fatta unapreliminare critica dei limiti delle facolt conoscitive: il risultato era la concezionedei concetti puri dellintelletto come categorie capaci di determinare una cono-scenza oggettiva del mondo, senza pensare che siano costitutive di esso.

    Individuata la soluzione del problema del rapporto fra i concetti intellettualie loggetto conosciuto attraverso le categorie, rimangono da capire due questionifondamentali. In primo luogo necessario spiegare perch linfluenza aristotelica si

    esercit solo a partire dal 1771. In secondo luogo necessario capire quale sia statala sua fonte aristotelica, cio perch Kant chiami categorie, cio modi cognoscendio forme della conoscenza, i concetti puri dellintelletto attribuendole allo studiodella logica, se spesso ha accusato Aristotele di non aver riservato alla logica unaparte dedicata ai concetti attraverso i quali le cose possono essere pensate, madi averli compresi nella metafisica: infatti, la logica ha a che fare con concetti, iquali anche sono, e tratta solo i loro rapporti42. Solo che se ha criticato Aristoteleper aver posto le categorie nella metafisica, anzich nella logica, e di averne fattosemplicemente i generi sommi dellessere, perch allora Kant ha continuato a

    impiegare il termine Kategorie per definire i concetti puri dellintelletto?Per rispondere a questa domanda bisogna scavare nella vita di Kant. Il primo

    aspetto che balza subito agli occhi che la svolta terminologica kantiana, conco-mitante con il risveglio dal sonno dogmatico, coincise con lattivit di bibliotecarioche Kant svolse fra il 1766 e il 1772 presso la Schlossbibliothekdi Knigsberg43. LaSchlossbibliothek sin dalla sua fondazione nel 1529 da parte del duca Albrecht erauna delle pi ricche della Germania protestante e arriv a contare verso la metdel XVI secolo quasi duemila volumi44. Secondo il catalogo della biblioteca datato

    lecito supporre una loro influenza solo dopo la Dissertatio. Di questa opinione Manfred Khn, cfr.Khn, Kants Conception of Humes Problem, cit., pp. 177-186. Contro questa opinione, e a favore di unacircolazione manoscritta della traduzione di Hamann prima del 1769 a Knigsberg, sono sia LotharKreimendahl che Wolfgang Ertl cfr. Kreimendahl, Kant Der Durchbruch von 1769, cit., pp. 93-94; W.Ertl, Humes Antinomy and Kants Critical Turn, in British Journal for the History of Philosophy, X,2002, pp. 628-629. I pessimi rapporti che intercorrevano fra Hamann e Kant gi a partire dalla finedegli anni Cinquanta lascia supporre che questultimo non avesse avuto accesso privato al manoscrittodella traduzione prima della pubblicazione.

    41 Anche secondo Lewis White Beck Kant nella Dissertatio non aveva risposto al problema dicome i concetti dellintelletto potessero riferirsi in sensu realiagli oggetti. Cfr. L.W. Beck,Early German

    Philosophy. Kant and His Predecessors, Cambridge, 1969, p. 464.42KGS, XVII, p. 556.43Cfr. A. Warda, Kants Bewerbung um die Stelle des Sub-Bibliothekars an der Schlossbibliothek , in Alt-

    preussische Monatsschrift, XXXVI, 1899, pp. 473-524.44Cfr. E. Kuhnert, Geschichte der Staats- und Universitts-Bibliothek zu Knigsberg. Von ihrer Begrndung

    bis zum Jahre 1810, Leipzig, 1926; C. Krollmann, Die Schlobibliothek in Knigsberg, in Altpreuische

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    6 ottobre 1758, la biblioteca vantava novecentosessantasei volumi di filosofia45. Sesi studiano poi gli Auktionskatalogedelle biblioteche private che furono acquistati

    dalla Schlossbibliothek, spicca la presenza delle collezioni degli aristotelici AndreasHedio e Paul Rabe, nonch del loro editore Heinrich Boye, e del maestro diKant, Martin Knutzen46. Il catalogo di Hedio, purtroppo lunico rimasto, forni-sce un dettagliato resoconto dei libri presenti della biblioteca indicandone bencentosettantaquattro solo per i testi platonici e aristotelici, e altri centotre di librifilosofici vari47. Dagli Auktionskataloge inoltre possibile evincere che fra il 1759e il 1773, cio mentre Kant era bibliotecario, non vi furono grandi acquisizioni,ma piuttosto vi fu un generale riassetto della biblioteca alla quale il filosofo deveaver partecipato48. Inoltre la prima importante acquisizione dopo il 1759 fu quella

    dellaristotelico Johann Jakob Quandt nel 177349, segno che gli aristotelici e le lorobiblioteche destavano ancora un certo interesse.

    Fra i libri che Kant aveva liberamente a disposizione ogni giorno durantequesto periodo di lavoro alla biblioteca cerano senzaltro, come si appena visto,numerosi testi aristotelici50, fra i quali quelli dellaristotelico Paul Rabe. Pu esserestato Rabe la fonte aristotelica di Kant?51Osservando che cercare le fonti ungioco piacevole [] ma un gioco pericoloso se giocato con un fine troppo serio

    cio giocato come se un filosofo possa scrivere solo ci che ha letto in un altrolibro, Lewis White Beck concludeva che la pi seria occupazione di Kant in que-

    sti anni era di pensare a pensieri che nessuno aveva mai pensato prima52. Se nonsi pu non essere daccordo con la premessa di Beck, un po di dubbi permangonosulla conclusione, soprattutto dopo un confronto fra le dottrine aristoteliche diRabe e il nuovo orientamento assunto da Kant in quegli anni.

    Nel 1704 Rabe pubblic lunico commentario del XVIII secolo alle Categoriaedi Aristotele intitolato Primitiae professionis logico-metaphysicae sive commentarii in librumcategoriarum Aristotelis. In questopera Rabe parla delle categorie formaliter come

    Forschungen, IV, 1927, pp. 128-149.45K. Lavrinovic, Kataloge der Knigsberger Bibliotheken aus der Zeit des Siebenjhrigen Krieges, in A. Walter

    (a cura di), Knigsberger Buch- und Bibliotheksgeschichte, Kln-Weimar-Wien, 2004, p. 350.46 J. Tondel, Auktionskataloge im alten Knigsberg, in A. Walter (a cura di), Knigsberger Buch- und

    Bibliotheksgeschichte, cit., pp. 400, 402, 404, 413.47T. Stich, Die Bibliothek Andreas Hedio, in A. Walter (a cura di), Knigsberger Buch- und Bibliotheks-

    geschichte, cit., p. 428.48Tondel,Auktionskataloge im alten Knigsberg, cit., p. 413.49Ibid.50 inoltre proprio di questi anni anche la Reflexion 4161 nella quale Kant menziona lunico

    autore dellaristotelismo moderno, cio Micheal Piccart e la sua opera Isagoge in lectionem Aristotelis. Cfr.

    KGS, XVII, p. 439. Sul rapporto fra Kant e Piccart cfr. Francesco Valerio Tommasi, Michael Piccart,Kant, e i termini primi. Il trascendentale nel rapporto tra filosofia e linguaggio, in Archivio di filosofia, LXXIII,2005, pp. 369-390.

    51Su Rabe come fonte di Kant cfr. M. Sgarbi, Kant, Rabe e la logica aristotelica, in Rivista di storiadella filosofia, LXIV, 2009, 2, pp. 289-313.

    52Beck,Early German Philosophy. Kant and His Predecessors, cit., p. 457.

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    modi considerandi53. Rabe si rifaceva direttamente alle posizioni dellaristotelismopuro di Jacopo Zabarella e del suo allievo Giulio Pace, i quali ritenevano che le

    categorie fossero concetti attraverso i quali era possibile esprimere e conoscere glienti. Lo stesso Tonelli, che pure non riusc a consultare il commentario di Rabeche dava per disperso, sulla scia dei lavori di Wilhelm Risse, fu costretto alla finead ammettere linfluenza della tradizione dellinterpretazione nominalistica dellecategorie secondo la quale esse sono delle costruzioni mentali, o concetti di unordine mentale al quale non corrisponde un ordine delle cose; perci esse nonsono genera summa54, come invece pensava fossero nellarticolo del 1964 doveaffermava perentoriamente: le categorie di Kant non sono certo riconducibilialle categorie aristoteliche55. La dottrina nominalistica delle categorie non era

    per niente diffusa nel XVIII secolo, tanto che linterpretazione delle categoriecome generi sommi dellessere era quella che per lo pi era citata e per questoanche criticata56.

    In tutti i suoi lavori Rabe sostiene che le categorie spettano in modo spe-cifico al campo della dialettica, intesa in senso generale come logica, cos comela stessa tradizione dellaristotelismo puro aveva stabilito, e non alla metafisica:ineriscono alla logica secondo losservazione di Tonelli perch rappresenta-no semplicemente il nostro modo di concepire le cose57. In modo particolare,Rabe assegna lo studio delle categorie allanalitica58. A quanto mi risulta Rabe il

    primo regiomontano, e forse il primo aristotelico tedesco in assoluto, ad inserirelanalisi delle categorie nellanalitica; infatti, il suo maestro, Andreas Hedio, trattavale categorie ancora nella parte dialettica59. Linclusione della dottrina delle catego-rie nella logica era possibile solo per coloro che sostenevano uninterpretazionenominalistica delle categorie, cio le concepivano come forme della conoscenzae non come i generi sommi dellessere. Questa particolare interpretazione dellecategorie e la sua inclusione nellanalitica doveva assai piacere a Kant e doveva

    53P. Rabe, Primitiae professionis logico-metaphysicae, sive Commentarious in librum categoriarum Aristotelis,Knigsberg, 1704, p. 35.

    54G. Tonelli, KantsCritique of Pure Reason within the Tradition of modern Logic, Hildesheim-Zrich-New York, 1994, p. 165.

    55Tonelli, Das Wiederaufleben der deutsch-aristotelischen Terminologie bei Kant, cit., p. 236. Cfr. G. To-nelli, La tradizione delle categorie aristoteliche nella filosofia moderna sino a Kant, in Studi Urbinati, XXXII,1958, pp. 121-143.

    56La critica di Kant alle categorie come generi sommi dellessere probabilmente deriva propriodalla manualistica del tempo. Cfr. C. Thomasius, Introductio in philosophiam aulicam, Leipzig, 1688, p. 140;S. Christian Hollmann, Philosophia rationalis quae logica vulgo dicitur, Gttingen, 1767, pp. 126-127.

    57Tonelli, KantsCritique of Pure Reason within the Tradition of modern Logic, cit., p. 166. Cfr. W.

    Risse, Die Logik der Neuzeit (1500-1640), Stuttgart-Bad Cannstatt, 1964, pp. 280, 348; W. Risse, DieLogik der Neuzeit (1640-1780), Stuttgart-Bad Cannstatt, 1970, p. 315.58 Rabe, Primitiae professionis logico-metaphysicae, sive Commentarious in librum categoriarum Aristotelis,

    cit., p. 43.59A. Hedio, Organum Aristoteleum ad vera Aristotelis et ad Graecorum mentem ac methodum ex optimis

    interpretibus vetustioribus ac recentioribus concinnatum, Knigsberg, 1686, pp. 80-86.

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    essere il motivo che spingeva il filosofo di Knigsberg a chiamare con il terminearistotelico categorie i suoi concetti puri dellintelletto: egli, alla stregua di questo

    tardo aristotelico, concepiva le categorie non come generi sommi dellessere, macome modi cognoscendi.

    Riguardo alle categorie, vi da aggiungere che Rabe distingueva poi un usoa priori da un uso a posteriori, proprio come Kant. A priori la categoria in snon ha un significato determinato, ma ha semplicemente la funzione di affirmatioalicujus de aliquo60, cio di essere un predicato universale di un qualsiasi oggettoparticolare, che esattamente ci che scrive pi volte Kant nella Kritik der reinenVernunft sia alla fine del 14 e del capitolo sullo schematismo trascendentale 61.Le categorie assumono per entrambi i filosofi un significato solo quando sono

    connesse con un oggetto, altrimenti sono vuote funzioni. Esse assumono questosignificato solo allinterno del pi ampio problema dello schema delle categorieche compare in Rabe, certo in modo piuttosto diverso rispetto a Kant62, ma conaltrettanta significativit: per entrambi gli schemi delle categorie sono, a variotitolo, i diversi modi in cui la mente pu significare lessere63. In particolare,citando direttamente Aristotele, Rabe afferma che lo schema delle categorie lafigura o il modo della predicazione in concreto, e non in abstracto, del predicato alsoggetto singolare64.

    Infine, Rabe sembra essere lunica fonte probabile per la stessa distinzione

    fra analitica e dialettica, che lo stesso Kant riconduce ad Aristotele e alla tradi-zione aristotelica65. Infatti n Johann Joachim Darjes, n Georg Friedrich Meier,e nemmeno Johann Jakob Brucker, i quali sono stati tutti indicati come fontikantiane, presentano una distinzione simile a quella esposta nella Kritik der reinenVernunft66. In modo particolare la distinzione kantiana fra dialettica come dot-

    60 Rabe, Primitiae professionis logico-metaphysicae, sive Commentarious in librum categoriarum Aristotelis,cit., p. 65.

    61KGS, III, B 128-129; KGS, III, A 147/B186-187.62 Molti studiosi ritengono che il problema dello schema delle categorie sia una novit intro-

    dotta da Kant nella storia della filosofia. Cfr. T.K. Seung, Kants Transcendental Logic, New Haven andLondon, 1969, p. 55: Schema era uno dei nuovi termini tecnici che sono stati introdotti nella sualogica trascendentale. Cfr. W. Stegmaier, Schema, Schematismus, in Joachim Ritter (a cura di), HistorischesWrterbuch der Philosophie, Schwabe, 1992, 8, pp. 1247-1261.

    63Cfr. Aristotele, Metaphysica, V.7, 1017 a 22-23; Rabe, Primitiae professionis logico-metaphysicae, siveCommentarious in librum categoriarum Aristotelis, cit., p. 66; KGS, III, A 145-146/B 185.

    64 Rabe, Primitiae professionis logico-metaphysicae, sive Commentarious in librum categoriarum Aristotelis,cit., p. 67.

    65KGS, IX, p. 20.66Numerosi studiosi hanno cercato di individuare la fonte kantiana, ma nessuna fra quelle trovate

    giustifica la posizione di Kant a parte Rabe, cfr. Tonelli, Das Wiederaufleben der deutsch-aristotelischen Termi-nologie bei Kant whrend der Entstehung der Kritik der reinen Vernunft, cit., p. 239; N. Hinske,Lambert-Index.Stellenindex zu Johann Heinrich Lambert Neues Organon I, Stuttgart-Bad Cannstatt, 1983, p. X; E. Berti,Contraddizione e dialettica negli antichi e nei moderni, Palermo, 1987, p. 149; E. Conrad, Kants Logikvorlesungenals neuer Schlssel zur Architektonik der Kritik der reinen Vernunft. Die Ausarbeitung der Gliederungsentwrfe inden Logikvorlseungen als Auseinandersetzung mit der Tradition, cit., pp. 75-118; N. Hinske,Zwischen Aufklrung

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    trina della probabilit (Lehre der Wahrscheinlichkeit) e logica dellapparenza (Logikdes Scheins) corrisponde alla distinzione di Rabe fra logica probabilium, la quale ha

    un determinato valore epistemologico67, e logica ex apparentibus, la quale, invece,vuol solo ingannare e persuadere68. Questa terminologia tipica di Rabe e non presente in alcun altro manuale logico del XVIII secolo69. La stessa analiticacomprende per Rabe non solo la dottrina delle categorie, ma anche lo studio deiprincipi, cosa piuttosto prevedibile in seno alla tradizione aristotelica, e compren-deva anche la gnostologia cio quella scienza che studiava il cognoscibile qua cognosci-bile70. Laddove poi il cognoscibile, nella tradizione della Schulmetaphysikdi Knigsbergrisalente ad Abraham Calov, era un oggetto in generale della conoscenza, nel suoduplice aspetto di conoscibile in s, il quale aveva necessariamente un fondamento

    nella rappresentazione, e di intelligibile in quanto solamente pensabile, secondouna terminologia che sar poi meglio specificata da Kant nella distinzione fra laconoscibilit del fenomeno e la mera concepibilit del noumeno71.

    In conclusione il risveglio dogmatico e la rivoluzione terminologica che segueil 1772 si spiegano in modo efficace solo attraverso lappropriazione kantiana ditemi e motivi, nonch concetti, appartenuti alla tradizione logica aristotelica cheKant poteva aver letto proprio durante gli anni da bibliotecario a Knigsberg,tanto da ritenerci autorizzati a dire che ohne Aristoteles kein Kant.

    KANTS AWAKENING FROMTHE DOGMATIC SLUMBERANDTHE TERMINOLOGICALTURN OF1772. In this paper the author aims at showing that Kants awakening from thedogmatic slumber, often related to the reading of Hume, finds its full achievement only by meansof the assimilation of the Aristotelian doctrines. If Hume provided a critique of the concept ofcausality conceiving it as a mere mental representation, in Kants opinion Aristotle provided a

    und Vernunftkritik: Studien zum Kantschen Logikcorpus, Stuttgart-Bad Cannstatt, 1998, p. 28; N. Hinske, Trailluminismo e critica della ragione. Studi sul corpus logico kantiano, Pisa, 1999, pp. 27-31; M. Capozzi, Dialectic,Probability and Verisimilitude in Kants Logic, in V. Fano, G. Tarozzi, M. Stanzione (a cura di), Prospettivedella logica e della filosofia della scienza, Soveria Mannelli, 2001, pp. 32-33.

    67Cfr. R. Bolton, The Epistemological Basis of Aristotelian Dialectic, in D. Devereux e P. Pellegrin (acura di),Biologie, logique, et mtaphysique chez Aristote, Paris, 1990, pp. 185-236; E. Berti, Il valore epistemologicodegli endoxa secondo Aristotele, in Seminarios de Filosofia, XIV-XV, 2001-2002, pp. 111-128.

    68 P. Rabe, Cursus philosophicus, seu Compendium praecipuarum scientiarum philosophicarum, Dialecticaenempe, Analyticae, Politicae, sub qua comprehenditur Ethica, Physicae atque Metaphysicae, ex evidentioribus rectaerationis principiis deductum, methodo scientifica adornatum, et brevi atque perspicuo stylo concinnatum, in gratiam nonsolum Philosophiae cultorum ex professo, sed et imprimis eorum, qui tantum ex ea modo haurire desiderant, quantumsibi in superioribus Facultatibus usui esse potestin Theologia nempe, Jurisprudentia et Medicina, Knigsberg, Boye,1703, pp. 37-38.

    69

    Cfr. M. Sgarbi,LaKritik der reinen Vernunft nel contesto della tradizione logica aristotelica, Hildes-heim-Zrich-New York, 2010.70Rabe, Cursus philosophicus, cit., p. 1207.71 Sullinfluenza dello scolastico Abraham Calov fra il 1768 e il 1772 cfr. M. Sgarbi, Abraham

    Calov and Immanuel Kant. Aristotelian and Scholastic Traces in Kantian Philosophy, in Historia philosophica,IX, 2010, pp. 55-62.

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    new way to conceive all the concepts of intellect, even though in a non-systematic way. Kant foundthe solution of his epistemological problem in the peculiar Aristotelian tradition of Knigsberg,

    according to which the categories are mental constructions or concepts of a mental order. Kantsdebt to Aristotelianism in the matter of the awakening is clear in his terminological turn ofthe years 1771-1772. In those years some important Aristotelian terms such as category,schema, dialectic and analytic appear for the first time. At that time, Kants awaken-ing, influenced by Aristotelianism, was possible because the philosopher has been working as alibrarian at the Schlossbibliothek, where he had at his disposal vast book holdings relatingto the Aristotelian tradition.