Risveglio pentecostale marzo 2001

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Risveglio P E N T E C O S T A L E Organo ufficiale delle Chiese Cristiane Evangeliche Assemblee di Dio in Italia marzo 2011 Risveglio Pentecostale - Anno LXV - numero 3 - Periodico Mensile - Poste Italiane spa - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L.353/2003 (conv. in L.27/02/2004 n.46) art.1 comma 2, DCB Vicenza “La tua parola è una lampada al mio piede e una luce sul mio sentiero” (Salmo 119:105) « Da lui tutto il corpo ben collegato e ben connesso mediante l’aiuto fornito da tutte le giunture, trae il proprio sviluppo nella misura del vigore di ogni singola parte, per edificare sé stesso nell’amore » (Efesini 4:16)

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RisveglioP E N T E C O S T A L E Organo ufficiale delle Chiese Cristiane Evangeliche Assemblee di Dio in Italia

marzo 2011

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“La tua parola è una lampada al mio piedee una luce sul mio sentiero” (Salmo 119:105)

«Da lui tutto il corpo ben collegato e ben

connesso mediante l’aiuto fornito da tutte

le giunture, trae il proprio sviluppo nella

misura del vigore di ogni singola parte, per

edificare sé stesso nell’amore» (Efesini 4:16)

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Organo ufficiale delle Chiese Cristiane Evangeliche“Assemblee di Dio in Italia”

Ente Morale di Culto D.P.R. 5.12.1959 n.1349 Legge 22.11.1988 n.517

Pubblicato dal Consiglio Generale delle Chiese Presidente: Felice A. LoriaVice Presidente: Vincenzo Spec chiSegretario: Davide Di Iorio Tesoriere: Giu sep pe TilenniConsiglieri: Eliseo Cardarelli, Salvatore Cusumano, Paolo Lombardo, Gaetano Montante, Vito Nuzzo

Presidente emerito: Francesco ToppiConsigliere onorario: Francesco Rauti

Direzione, Redazione e Amministrazione:Via Altichieri da Zevio, 135132 PadovaTel. 049. 605127 fax 049.612565e mail: [email protected]

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Direttore Responsabile:Vincenzo Specchi

Comitato di Redazione Risveglio Pente­costale ­ Cristiani Oggi: Vincenzo Spec­chi (sostituto del presidente ex officio), Salvatore Esposito, Lorenzo Framarin, Domenico Modugno, Elio Varricchione

RisveglioP E N T E C O S T A L EP E N T E C O S T A L E

Nella Bibbia, nel libro di 1 Re, emer-ge la bella figura di Nabot, un uomo che non volle cedere al re Acab la terra che apparteneva ai suoi padri.

Nabot con coraggio rispose al sovra-no: “Mi guardi il Signore dal darti l’ere-dità dei miei padri!» E Acab se ne tor-nò a casa sua triste e irritato per quella parola dettagli da Nabot d’Izreel: «Io non ti darò l’eredità dei miei padri!» (I Re 21:3,4).

Acab, re apostata, non ebbe timo-re di chiedere a Nabot la vigna avuta in eredità pur consapevole che questo era contrario alla volontà di Dio (Nu-meri 36:7).

Per Nabot, invece, la volontà di Dio era prioritaria nella sua vita e per que-sta ragione non accettò la richiesta del re.

La vita di Nabot è di grande insegna-mento ad ogni credente, incoraggia-to ad essere a Dio fedele fino alla fine (Apocalisse 2:10). Dalla sua vita impa-riamo tre lezioni importanti sui perico-li che oggi la chiesa deve evitare.

IL PERICOLO DEL COMPROMESSONabot non scese a compromessi! Il pericolo maggiore che la Chie-

sa oggi deve affrontare e superare è quello del compromesso. Quante vol-te abbiamo ascoltato la frase: “Ma che male c’è? Che male c’è nel frequenta-re certi luoghi (stadio, discoteca, cine-ma ecc)? Che male c’è nel frequentare

persone non convertite, uscire con lo-ro, intrattenersi con loro, essere loro amici... Che cosa c’è di male”?

Quante volte abbiamo ascoltato una simile frase da credenti? Coloro che sono nati di nuovo, non devono oblia-re ciò che la Scrittura insegna: “Ogni cosa mi è lecita, ma non ogni cosa è utile. Ogni cosa mi è lecita, ma io non mi lascerò dominare da cosa alcuna” (I Corinzi 6:12).

Un vecchio canto dice: “Il mondo non è più per me” e così deve essere per quanti si reputano cittadini del cie-lo: “Non amate il mondo né le cose che sono nel mondo. Se uno ama il mon-do, l’amore del Padre non è in lui. Per-ché tutto ciò che è nel mondo, la con-cupiscenza della carne, la concupiscen-za degli occhi e la superbia della vita, non viene dal Padre, ma dal mondo. E il mondo passa con la sua concupiscen-za; ma chi fa la volontà di Dio rimane in eterno” (I Giovanni 2:15-17).

Studiamoci quindi di essere credenti veri, per non cadere nelle trappole del nemico delle anime nostre, che sussur-ra continuamente al nostro orecchio: “Che male c’è? Lo fanno tutti”!

In antitesi a ciò, non disprezziamo la comunione fraterna, il ritrovarsi insie-me, anche al di fuori dei culti, per con-dividere la predicazione della Parola di Dio ascoltata e per pregare insieme (Atti 2:1,44).

Un credente consacrato al Signore,

I pericoli per la Chiesa di oggi

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come Nabot, è una persona separata dalle cose del mondo, che non scen-de a compromessi!

IL PERICOLO DELLA “MATEMA-TICA”

Nabot non si fece dei calcoli. Non disse: “Mi converrebbe,

...starei meglio economicamente con la mia famiglia... Che affare mi ha proposto il re!”. Possa es-sere la nostra decisione per il Si-gnore, come quella di Nabot, sen-za calcoli!

Il cristiano non fa calcoli! Esempi tristi nella Parola di Dio

sono Anania e Saffira (Atti 5:1-5). Di contro abbiamo esempi lu-

minosi come Giuseppe. Unirsi alla moglie di Potifar gli avrebbe pro-curato tanti vantaggi, ma Giusep-pe non fece calcoli, che avrebbe-ro danneggiato la sua comunio-ne con Dio: “Come dunque potrei fare questo gran male e pecca-re contro Dio?» Benché lei gliene parlasse ogni giorno, Giuseppe non acconsentì a unirsi né a stare con lei” (Genesi 39:9,10).

È vero che Giuseppe finì in car-cere, ma in molti punti è scritto che il Signore era con Giuseppe (Genesi 39:2,5,21).

Alcune chiese hanno introdot-to “programmi alternativi”. Han-

no “cal-colato” che per tenere uni-ti i giovani biosogna trasformare la chiesa in un “coffe bar” oppure in una “sa-la da ballo”. Poi questi program-mi alternativi diventano così es-senziali all’interno della comunità che i giovani si recano in chiesa solo per queste attività e non per ascoltare la Parola di Dio.

Alcune chiese hanno abbassato il “livello di santificazione” per di-ventare chiese “accessibili”.

Ci si sforza di offrire al mondo una diversa immagine della chie-sa. Si cerca di rinnovare l’imma-gine del ministero pastorale nella speranza di renderlo più attraen-te agli occhi dei non credenti.

Le innovazioni proposte so-no inaudite come “culti” che non prevedono alcuna predicazione e, al suo posto, si ricorre a musi-ca, scenette e altri mezzi di comu-nicazione per “rappresentare” il messaggio.

Quale differenza con la Chie-sa delle origini che si vantava del martirio di Policarpo, il vec-chio discepolo dell’apostolo Gio-

I PERICOLI PER LA CHIESA DI OGGICarmine Lamanna ................................. pag.2­4

I SEGNI DEL VERO PASTOREArthur Pink ............................................. pag.5­6

ABRAMO E LOT. UNITI DALLA FEDESEPARATI DAGLI AFFARIAlessio Festa ............................................pag.7­8

RICEVERETE POTENZA QUANDO LO SPIRITO SANTO VERRÀ SU DI VOIDaniele Vitale ........................................ pag.9­11

IL CORAGGIO DI RICOMINCIAREGeremia Cammarano .......................... pag.12­13

L'ARTE DI EVITAREAniello A. Esposito .............................. pag.14­15

MISSIONE ALBANIAAngelo Gargano ................................. pag.16­17

AIUTI IN ROMANIASilvano Basile ........................................... pag.18

OTTO PER MILLE .................................. pag.19

CONGRESSO MONDIALE DELLE ASSEMBLEE DI DIODavid Mortelliti ........................................ pag.20

NOTIZIE DALLE NOSTRE COMUNITÀ ......................................... pag.21­23

APPUNTAMENTI ...................................pag.24

Per notizie aggiornate consultate il sito www.assembleedidio.org

marzo 2011

in questo numero

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vanni che era uno dei responsabili cristiani dell’Asia minore! Fu arrestato dalle autorità romane e portato in un gigantesco stadio pieno di gente che lo voleva morto! Il pro-console romano gli disse: “Insulta Cristo e io ti libererò”.

La risposta di Policarpo, diventata famo-sa, fu: “L’ho servito per ottantasei anni e non mi ha mai deluso. Come potrei bestem-miare il mio Re che mi ha salvato? Io sono cristiano!”

Nabot rispose subito al re: “Io non ti darò l’eredità dei miei padri”.

L’apostolo Paolo poteva dire: “Io so in chi ho creduto”.

La nostra eredità è la vita eterna, è la be-nedizione di Dio, è la presenza di Dio, è la guida dello Spirito Santo.

C’è qualcosa di meglio con cui barattare quest’eredità?

IL PERICOLO DI ANDARE OLTRE LA PAROLANabot rifiutò la proposta del re perché

amava Dio e la Sua Parola. Al rifiuto della Parola di Dio di non ven-

dere l’eredità dei padri, doveva corrispon-dere il rifiuto di Nabot.

Per amore di Dio e della Parola, anche noi dobbiamo essere pronti a rispondere nello stesso modo alle proposte che il mon-do ci fa: “Non amate il mondo né le cose che sono nel mondo. Se uno ama il mondo, l’amore del Padre non è in lui. Perché tutto ciò che è nel mondo, la concupiscenza della carne, la concupiscenza degli occhi e la su-

perbia della vita, non viene dal Padre, ma dal mondo. E il mondo passa con la sua con-cupiscenza; ma chi fa la volontà di Dio rima-ne in eterno” (I Giovanni 2:15-17).

Nel Salmo 119 è espresso ripetutamen-te il grande amore del Salmista per la Paro-la di Dio.

La volontà di Dio è espressa nella Sua Pa-rola; infatti, Gesù dirà: «Non chiunque mi dice: Signore, Signore! entrerà nel regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli”.

È scritto che chi ascolta la Parola e la mette in pratica (come Nabot) sarà parago-nata a colui che ha costruito la sua casa sul-la roccia (Luca 6:46-49).

Non andiamo “oltre la Parola”, ma come Nabot rimaniamo ad essa legati!

Cosa avrebbe fatto Acab della vigna di Nabot? Un semplice orto da erbe: “Dammi la tua vigna, acciocchè io ne faccia un or-to da erbe; perciocchè ell’è vicina allato alla mia casa” (Diodati – I Re 21:2).

Il diavolo vuole prendere e distruggere la nostra “vigna in fiore” e, per fare questo, usa ogni mezzo, ivi compreso il mondo con le sue attrattive.

Caro fratello, cara sorella, sia ferma la tua decisione: “Io non ti darò l’eredità di mio Padre”. Ricordati che Dio onora quelli che Lo onorano (2 Samuele 2:30).

Carmine Lamanna

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Chi pensa di entrare nel ministerio deve diligentemente esaminare le motivazioni che lo spingono a tale decisione.

Molti, troppi, hanno abusato di ciò, pen-sando di ricavarne un facile guadagno, o per mero desiderio di esercitare autorità e di guadagnare, in questo modo, una certa reputazione; senza sapere, invece, di subir-ne “...un più severo giudizio” (cfr. Giacomo 3:1).

Altri hanno occupato questo delicato ufficio in modo improprio per spogliare il gregge invece di cibarlo, rubandone l’onore che spetta soltanto a Cristo ed affamando il Suo popolo.

È oltremodo solenne considerare quanto duramente il Signore denuncia questi falsi pastori ai Suoi giorni (cfr. Matteo 23).

Come J. C. Ryle ha osservato: “Nulla è più offensivo agli occhi di Cristo come un falso insegnante,

un falso profeta o un falso pastore. Alla Chiesa nulla deve incutere

maggior paura di questi, e deve es-sere perciò chiaramente biasimato, denunciato e combattuto”.

Quali sono, perciò, alcuni dei segni peculiari di un vero pasto-re?

Prima di tutto il vero pasto-

[John Charles Ryle fu energico predica-tore e ministro della Chiesa d’Inghilterra. Nato nel Cheshire nel 1816, ebbe grande capacità di trattare temi di profondità spirituale rendendoli comprensibili alle persone comuni, coniugando dottrina con vita pratica e mettendo in risalto l’importanza della santità cristiana]

I Segnidel VeroPastore

Un vero pastore deve avere i segni di un vero ministerio cristiano...

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re, deve avere la dottrina di Cristo nelle sue labbra.

Sono coloro che possono vivere e dichiarare: “...abbiamo rifiutato gli intrighi vergognosi e non ci comportiamo con astuzia né falsifichiamo la parola di Dio, ma rendendo pubblica la verità, raccomandiamo noi stessi alla coscienza di ogni uomo davanti a Dio” (II Corinzi 4:2).

Il cristianesimo di oggi è infestato di persone piene d’inganno e ipocrisia, pronte a girare le vele laddove soffia il vento della pubblica opi-nione.

Il vero servitore del Signore non si trattiene dal dichiarare la verità, per quanto essa possa sembrare spiacevole agli orecchi del suo udito-rio.

Egli è uno che non esalta se stesso, neppure la propria chiesa, ma soltanto Cristo Gesù, la Sua divina Persona, annuncia il Suo Evangelo ed il Suo sangue espiatorio.

Un autentico pastore, inoltre, possiede lo Spirito di Cristo nel suo cuore.

Può non possedere titoli accademici o altre qualità meramente umane, ma è lo Spirito Santo che gli svela i misteri dell’Evangelo per poterli amministrare avvedutamente.

Egli sarà, allora, un servo “...fedele e pruden-te...” (Matteo 24:45).

È lo stesso Spirito che gli dona amore per le pecore così da guidarle nei “paschi erbosi” della Parola di Dio.

È lo Spirito di Cristo che lo fa agire con grande franchezza (cfr. II Corinzi 3:12), tale da annunciare tutto il consiglio di Dio.

È sempre lo Spirito Santo che lo guida a predicare la Parola, ad insistere in ogni occa-sione favorevole e sfavorevole, a convincere, rimproverare ed esortare con ogni sorta di in-segnamento, perché verrà il tempo che non si sopporterà piú la sana dottrina, ma, per prurito di udire, si cercheranno maestri in gran numero secondo le proprie voglie (cfr.2 Timoteo 4:2,3).

È lo Spirito Santo, di fatto, che rende efficace il suo ministerio, rendendolo fruttuoso secondo la grazia sovrana del Signore.

In ultimo, un vero pastore rispecchia la vita di Cristo nella sua.

Infatti, egli si studia di poter conformare la sua esistenza a quella del Signore Gesù, il Mae-stro perfetto.

È vero, tragicamente vero, che nessuno potrà mai rispecchiare autenticamente la figura del Signore nella propria, all'esterno.

Eppure è vero che molti hanno soltanto le forme della pietà, ma ne hanno rinnegato la potenza.

Questa si potrà sperimentare solamente quando il desiderio ultimo di ogni vero servito-re si appaia a quello dell’apostolo che esclama-va: “Per me vivere è Cristo!” (Filippesi 1:21).

Sarà la comunione con il Maestro, la medita-zione della Sua Parola che tracceranno il profilo di Gesù nella vita di ogni credente e del pastore in particolare, cosicché la gente possa dire: “Si vede che sono stati con Gesù”.

Dio cerca cuori umili che, come argilla, si lascino formare dalla Sue mani

Dio cerca operai per la Sua mèsse. Preghia-mo, pertanto “ il Signore della mèsse perché spin-ga degli operai nella sua mèsse”, formati e amma-estrati da Lu,i ben disposti a servirLo.

Arthur Pink,Studies in the Scriptures,

maggio 1939

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Alla morte di Terah, Abramo, Sara e Lot, il lo-ro giovane nipote che avevano allevato come un figlio, si incamminano verso una destinazio-ne sconosciuta.

Abramo ha spiegato a sua moglie e a suo ni-pote che Dio gli era apparso e gli aveva ordina-to di cominciare a muoversi per fede.

Sara e Lot condividono da subito la fede di Abramo, non si oppongono, ma si uniscono a lui, diventando partecipi della stessa promessa. Sono tutti e tre adoratori dell’unico Dio e Crea-tore e nello stesso tempo eredi della promessa fatta ad Abramo.

Sono di pari sentimento, quindi in perfetta comunione.

Arrivati in Canaan si stanziano in zone adatte per il loro bestiame.

Sono partiti con tutti i beni ereditati da Terah e dal padre di Lot.

Soggiornano nel nuovo paese e dopo qual-che tempo il loro bestiame continua a crescere.

Dio li benedice a tal punto che essi diventano gli uomini più potenti e ricchi del Paese: sono invidiati da tutti.

Abramo si occupa di curare il bestiame rice-vuto da suo padre Terah e Lot cura il bestiame ricevuto da suo padre Haran.

“Anche Lot, che viaggiava con Abramo, aveva

greggi, armenti e tende” (Gen.13:5)Per curare tutta questa abbondanza crescen-

te, Abramo e Lot sono costretti ad assumere nuovi pastori; devono decidere se accontentar-si di quelli portati da Carran e allevati nella co-noscenza della fede nel Dio vero, o assumerne dei nuovi presi dal luogo in cui abitavano come forestieri.

La scrittura dice: “I Cananei e i Ferezei abita-vano in quel tempo nel paese” (Gen.13:7).

Questi popoli sono pagani e adorano Baal-Zebub ed altre divinità. A questo punto Abramo e Lot commettono due gravi errori: decidono di accrescere le loro ricchezze e per fare que-sto devono prendere in casa loro molti pastori pagani, ai quali viene affidata la cura dei beni e della casa di entrambi i padroni credenti.

Dice la Scrittura: “La pietà, con animo con-tendo del proprio stato, è un gran guadagno. Infatti non abbiamo portato nulla nel mondo, e neppure possiamo portarne via nulla; ma aven-do di che coprirci e di che nutrirci saremo di questo contenti. Invece quelli che vogliono ar-ricchire cadono vittime di tentazioni, di inganni e di molti desideri insensati e funesti, che affon-dano gli uomini nella rovina e nella perdizione” (1Tim.6:6-10).

Ancora dice la Bibbia: “Non vi mettete con

ABRAMO E LOTUNITI DALLA FEDE, DIVISI DAGLI AFFARI

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gli infedeli sotto un giogo che non è per voi; in-fatti, che rapporto c’è tra la giustizia e l’iniqui-tà? O quale comunione tra la luce e le tene-bre? E quale accordo tra Cristo e Beliar? O qua-le relazione c’è tra il fedele e l’infedele? E che armonia c’è fra il tempio di Dio e gli idoli?” (2 Cor.6:14-16).

In seguito a una grave carestia Abramo de-cide di scendere in Egitto e Lot lo segue fedel-mente.

In Egitto il soggiorno di tutti è una esperien-za da dimenticare!

Abramo rischia di essere ucciso dal re d’Egit-to, Sara deve nascondere di essere sposata con Abramo, Lot deve tenere sotto controllo i pa-stori pagani che non capiscono cosa stesse suc-cedendo.

Tornati di nuovo in Canaan, dopo un lungo viaggio pesante e snervante attraverso il de-serto del Negev, arrivano finalmente a Bethel. Stanchi, e pericolosamente nervosi, basta poco perché nasca una disputa.

Ecco un nuovo problema: “Il paese, cioè Be-thel, non era in grado di sostenerli se essi fosse-ro rimasti insieme perché i loro beni erano co-sì grandi che non potevano stare insieme. Sor-se perciò una contesa fra i pastori del bestia-me di Abramo e i pastori del bestiame di Lot” (Gen13:6-7). La contesa è così aspra che è ine-vitabile dividersi.

La divisione tra il credente Abramo e il cre-dente Lot è causata non da motivi di fede ma da motivi legati a interessi terreni.

Attenzione quindi a non confondere i nostri personali interessi con gli interessi dell’opera, che sono puramente spirituali.

Alessio Festa

Crediamo e accettiamo l’intera Bib-bia come la ispirata Parola di Dio, unica, infallibile e autorevole rego-la della nostra fede e della nostra condotta (II Tim.3: 15 -17; II Pie.1:21; Ro m.1:16; I Tes s.2:13).

Crediamo nell’unico vero Dio, E ter-no, Onnipotente, Creatore e Signo-re di tutte le cose e che nella Sua u-nità vi sono tre distinte Per sone: Pa-dre, Fi glio e Spirito San to (Efe.4:6; Matt.28:19; Luca 3: 21-22, I Gio v.5:7).

Crediamo che il Signore Gesù Cri-sto fu concepito dallo Spirito San-to e assunse la natura umana in se-no di Maria vergine. Vero Dio e vero uomo (Gio v.1:1,2, 14; Luca 1:34,35; Matt.1:23).

Crediamo nella Sua vita senza pecca-to, nei Suoi miracoli, nella Sua morte vicaria, come “prezzo di riscatto per tutti” gli uomini, nella Sua resurre-zione, nella Sua ascensione alla de-stra del Padre, quale unico mediato-re, nel Suo personale e imminente ritorno per i redenti e poi sulla terra in potenza e gloria per stabilire il Suo regno (I Pie.2:22; II Cor.5:21; Atti 2:22; I Pie.3:18; Rom.1:4; 2:24; I Cor.15:4; Atti 1:9-11, Gio v.14:1-3; I Cor.15:25; I Tim.2:5).

Crediamo all’esistenza degli angeli creati tutti puri e che una parte di questi, caduti in una corruzione e perdizione irreparabili, per diretta azione di Satana, angelo ribelle, sa-ranno con lui eternamente puniti (Mat t.25:41; Efe.6:11-12).

Crediamo che soltanto il ravvedi-mento e la fede nel prezioso sangue di Cristo, unico Sommo Sa cer do te, siano indispensabili per la purifica-zione dal peccato di chiunque Lo ac-cetta come personale Sal va tore e Si gnore (Rom.3:22-25; Atti 2:38; I Pie.1:18,19; Efe.2:8).

Crediamo che la rigenerazione (nuo-va nascita) per opera dello Spi rito San to è assolutamente essenziale per la sal vezza (Giov.3:3; I Pie.1:23; Tito 3:5).

Crediamo alla guarigione divi-na, secondo le Sacre Scritture me-

diante la preghiera, l’unzione dell’olio e l’imposizione delle mani (Isa.53:4-5; Matt.8:16-17; I Pie.2:24; Mar.16:17-18; Giac.5:14-16).

Crediamo al battesimo nello Spi-rito Santo, come esperienza susse-guente a quella della nuova nascita, che si manifesta, secondo le Scrit-ture, con il segno del parlare in altre lingue e, praticamente, con una vita di progressiva santificazione, nell’ub-bidienza a tutta la verità delle Sacre Scritture, nella potenza del l’an nun-cio di “Tutto l’E van ge lo” al mondo (Atti 2:4; 2:42-46, 8:12-17; 10:44-46; 11:14-16; 15: 7-9; 19:2-6; Mar. 16:20; Gio v.16:13; Matt.28:19-20).

Crediamo ai carismi e alle grazie del-lo Spirito Santo nella vita dei cristiani che, nell’esercizio del sacerdozio uni-versale dei credenti, si manifestano per l’edificazione, l’esortazione e la consolazione della comunità cristia-na e, conseguentemente, della so-cietà umana (I Cor.12:4-11; Gal.5:22; Ebr.13:15; Rom.12:1).

Crediamo ai ministeri del Signore glo rificato, quali strumenti autore-voli di guida, d’insegnamento, di e-dificazione e di servizio nella comu-nità cristiana, rifuggendo da qualsiasi forma gerarchica (Efe.1:22-23; 4:11-13; 5:23; Col.1:18).

Crediamo all’attualità e alla validità delle deliberazioni del Con cilio di Ge-ru sa lem me, riportate in Atti 15:28-29; 16:4.

Crediamo alla resurrezione dei mor-ti, alla condanna dei reprobi e alla glorificazione dei redenti, i quali han-no perseverato nella fede fino alla fi-ne (Atti 24:15; Matt.25:46; 24:12,13).

Celebriamo il battesimo in acqua per immersione, nel nome del Pa-dre e del Figliolo e dello Spirito San-to, per coloro che fanno professione della propria fede nel Si gnore Gesù Cristo come personale Salvatore (Matt.28:18-19; Atti 2:38; 8:12).

Celebriamo la cena del Signore o San ta Cena, sotto le due specie del pa ne e del vino, rammemorando così la morte del Signore e annunziando-ne il ritorno, amministrata a chi un-que sia stato battezzato secondo le regole dell’Evangelo e vive una vita degna e santa davanti a Dio e alla so-cietà (I Cor.11:23-29; Luca 22:19-20).

ARTICOLI DI FEDE

riceverete potenza...

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ARTICOLI DI FEDE

Mentre i discepoli di Gesù godono della visione del Cristo risorto, cercano di conoscere gli avvenimenti futuri, Gesù sposta la loro curiosità su un soggetto diverso.

Mentre cercano di conoscere meglio i tempi e i momenti del ristabilimento del regno a Israele, Gesù li informa di un avvenimento che a loro interessa di più, l’avvento dello Spirito Santo su loro. Essi pensavano a un regno terre-no, Gesù li porta a considerare che essi stessi sarebbero stati “regno di Dio”.

Gesù in precedenza aveva già par-lato di questo avvenimento; in questo caso vediamo come il Suo desiderio sia quello di mettere in cima ai loro pensieri questo e non altri avvenimenti,

la venuta dello Spirito Santo. È chia-ro che questa potenza è un aspetto dell’opera e della presenza dello Spirito Santo, e che non si deve pensare possa essere frutto di una forza soltanto.

Quando arriva lo Spirito, siamo diversi da prima; lo Spirito viene su noi, abita in noi, agita il nostro essere, ispira le nostre parole, orienta la nostra volontà, la Sua presenza ci sensibilizza nei confronti di tutto ciò che è contra-rio al bene, al vero, al giusto; lo Spirito è potenza che cambia.

La presenza dello Spirito in noi è portatrice di uno slancio d’amore per Cristo.

Chi ha lo Spirito Santo è un devoto di Cristo!

...quando lo Spirito Santo verrà su di voi...

riceverete potenza...

[Atti1:8]

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Page 10: Risveglio pentecostale marzo 2001

Lo Spirito ci fa parlare di Gesù in maniera reale, per lo Spirito Santo Gesù è vivente in noi.

Lo Spirito verrà, prima non c’era la pro-messa, ma ora Gesù l’ha detto: “Lo Spirito verrà!”. Siamo certi che verrà su di noi.

È lo Spirito che compunge il cuore; è lo Spirito che contende con l’uomo e lo met-te in crisi. Dio compie l’opera di salvezza mediante la persona e l’opera dello Spirito Santo.

“Quando lo Spirito Santo verrà su di voi...” Nel vangelo di Giovanni leggiamo che “di-mora con voi, e sarà in voi”; è una presenza vi-cina e intima, con e in, termini che esprimo-no vicinanza e intima presenza, ci portano a pensare come il cristiano sia qualcuno che, in realtà, non mai è solo.

La presenza di Dio in noi è reale, lo Spirito Santo ci testimonia che siamo figli di Dio! Non abbiamo più dubbi sul fatto che Gesù ci abbia riconciliati al Padre, e questa sicurezza ci è testimoniata interiormente della Spirito Santo.

Non dobbiamo rimanere alla soglia delle esperienze spirituali che Gesù ci ha promesso e che sono alla portata di tutti coloro che credono. La fede cristiana è una continua esperienza spirituale che si rinnova. Mentre

le passioni si accendono, col tempo si affie-voliscono e solo per pochi durano a lungo, al contrario l’esperienza dello Spirito Santo in noi non stanca, non si sfuma, si rinnova.

Ad esempio, quasi tutti da giovani abbia-mo fatto un po’ di sport.

Ma, a distanza di qualche anno, sono pochi coloro che perseverano, continuando a praticarne uno.

Gli impegni spesso diventano un ostacolo insormontabile per continuare la pratica di una disciplina sportiva.

Lo stesso si può dire dell’istruzione. Tutti abbiamo frequentato la scuola dell’obbligo, ma pochi sono coloro che, a distanza di al-cuni decenni, leggono in maniera sistematica per elevare il proprio livello culturale.

Questi esempi sono a dimostrazione che nel campo del vissuto quotidiano le passioni hanno un andamento a volte intenso, ma di breve durata.

Non così deve essere nel campo della fede cristiana. Mentre le passioni sportive, culturali o professionali hanno fasi di forte intensità, la venuta dello Spirito Santo nella nostra vita è foriera di una continua, costante passione verso tutto ciò che è santo, giusto, vero, amabile... Lo Spirito esercita un’azione intima di guida, anima la nostra vita, la ren-

riceverete potenza...

quando lo Spirito Danto verrà su di voiR i s v e g l i o P e n t e c o s t a l e - M a R z o 2 0 1 110

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de gioiosa, serena, ripiena della grazia di Dio. Gesù disse che la venuta dello Spirito

Santo sugli apostoli avrebbe caratterizzato il loro ministero per la potenza dall’alto rice-vuta! Molte persone sono in cerca di potere; il desiderio di comandare e quello di essere guida degli altri talvolta si spingono fino al parossismo.

Nel cristiano la potenza dello Spirito Santo serve la causa di Dio per la salvezza delle anime.

Lo possiamo leggere nei capitoli del libro degli Atti degli Apostoli, quando vediamo come i discepoli, in virtù di questa potenza dall’alto, operarono potenti miracoli.

Nel principio del secolo scorso la testi-monianza del Vangelo arrivò nell’isola di Pantelleria per la strumentalità di una ra-gazza, Angela Gutterez. Questa giovane iniziò a testimoniare e il Vangelo cominciò a farsi strada tra le donne che si trovavano a pregare. Mentre pregavano, lo Spirito Santo li riempì a tal punto che le loro riunioni di preghiera diventarono così conosciute che, quanti ne parlavano, affibbiarono loro un titolo particolare: “quelli della potenza”. Così i pentecostali a Pantelleria erano conosciuti fin dall’inizio come “quelli della potenza”. In seguito un fratello, capitano di veliero, diede

nome “La potenza” alla sua imbarcazione. Così, quando le donne aspettavano i mariti sul molo (allora non c’erano i telefoni), guar-dando lontano, riuscivano a stabilire qual era il veliero in arrivo, e dicevano: “Sta arrivan-do... La Potenza!”

Gloria a Dio per i modi e i mezzi che Lui ha usato per la Sua gloria!

Oggi viviamo un’epoca diversa da quella degli apostoli, ma i bisogni della società sono gli stessi: l’uomo ha bisogno di Dio!

Il cristiano ha bisogno di ricevere una capacità sovrannaturale per penetrare la du-rezza delle coscienze. Un vecchio, bellissimo inno dice: “Questa potenza oggi noi bramia-mo”!

Se desideriamo capacità spirituali con lo scopo della salvezza delle anime, Dio non ci farà attendere molto.

Gli apostoli dopo non molti giorni rice-vettero lo Spirito Santo promesso. Così, se anche noi desideriamo servire il Signore, Egli non ci lascerà senza questa potenza!

Gesù si compiace di donarci tutto ciò che riguarda la vita e la pietà (2 Pietro 1:3).

Daniele Vitale

riceverete potenza...

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I fallimenti sono stati, sono e saranno un’esperien-za costante per l’uomo.

Nessuno fa eccezione, così anche il credente è sog-getto al fallimento.

Quante volte ci siamo ripromessi di non cadere ne-gli stessi sbagli per il nostro bene, per il bene della nostra famiglia e per il nostro Signore, ma poi ci sia-mo ritrovati nella stessa condizione non trovando più la forza di reagire? Ebbene, anche se tutto ciò capita, occorre il coraggio di ricominciare.

La vicenda di questi pescatori, citati nell’Evangelo di Luca, parla di una grande fatica: l’intera notte è tra-scorsa in mare aperto, nel buio, nei pericoli e nell’in-sonnia, ma senza alcun risultato.

Delusi per non aver pescato nulla, ormeggiata la barca, quegli uomini lavano le reti.

Chissà quali pensieri passano per la loro mente... forse è il caso di provare a pescare in un nuovo po-sto…

Quante volte ci siamo ritrovati in questa condizio-ne? Malgrado i nostri sforzi, l’impegno, la consacra-zione, il risultato è stato così deludente da mettere in dubbio ogni cosa e da non riuscire più a ricominciare.

Ritornando alla vicenda, mentre i pescatori sono assorti nei loro pensieri, Gesù si avvicina, sale su una barca e, come se fosse su un pulpito, inizia a parlare alla folla accorsa lì.

La Parola del Signore crea l’attenzione in un cuore desideroso e disposto a recepire il Suo messaggio.

La Parola è autorevole e, se siamo degli uditori at-tenti, Essa crea la fede, la forza e il vigore.

Spesso siamo distratti, ma quando ci ritroviamo nella prova, nella difficoltà, la nostra attenzione di-venta massima.

La Parola è una promessa eterna. In campagna elettorale ciascun politico utilizza la

parola per esprimere le proprie idee, per promettere condizioni di vita migliori, ma il più delle volte quelle promesse rimangono poi parole al vento. Solo le pro-messe di Dio sono sempre fedeli, attuali e ci portano a scoprire la Sua grazia!

La Parola svela i segreti del cuore e mette a nudo i pensieri; forse ci sta incoraggiando, esortando o rim-proverando, ma Essa arriva dove nessuno può arriva-re: nell’intimo del cuore.

Ecco quanto accade a questi pescatori: sono sco-raggiati, tristi, fermi sulla riva, quando il loro cuore è contattato da Gesù. Egli dice a Simon Pietro: “Prendi il largo e getta le reti per pescare”. È come dire: “Forza, alziamoci, muoviamoci!”

Pietro non comprende, Gesù gli sta dicendo di fare qualcosa di illogico: ritornare nello stesso luogo e, per di più, di giorno! Lui, che è esperto pescatore, sa che il momento ideale per uscire con la barca per pesca-re è la notte! Nondimeno Pietro ubbidisce e risponde: “Maestro, tutta la notte ci siamo affaticati e non ab-biamo preso nulla; però, secondo la tua parola, gette-rò le reti”.

il coraggiodi ricominciare[LUCA 5:1-11]

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A volte accade che il Signore ci riporti indietro e ci inviti a ricominciare.

Nell’Antico Testamento Elia, dopo aver riportato tante benedizioni e vittorie nel nome dell’Iddio Altissi-mo, fugge nel deserto davanti alle minacce di Izebel.

Impaurito, implora Dio di prendere la sua vita, poi-ché egli non vale più dei suoi padri. Grazie a Dio che il nostro Signore non ascolta tutte le nostre preghiere!

Con grande amore un angelo lo tocca e lo esorta ad alzarsi per mangiare, bere e ricominciare il suo cam-mino a ritroso.

Elia deve ritornare sui suoi passi, camminando per quaranta giorni e quaranta notti.

Noi uomini mortali siamo limitati, non riusciamo a guardare oltre, ma se L’Iddio Onnisciente, che vede ciò che noi non riusciamo a vedere, ci ordina di met-terci in marcia, di proseguire il cammino, anche fosse per tornare indietro, allora dobbiamo rispondere: “Sia fatto secondo la Tua Parola”.

La ribellione è innata nell’uomo che disubbidisce al-le autorità, ai genitori, agli insegnanti, usa la furbizia per non sottostare a regole e leggi.

Dio parla del continuo e consiglia su che cosa fare, mentre l’ostinatezza dell’uomo spesso prevale, riget-tando il Suo volere.

La prima cosa che Dio desidera è l’ubbidienza. In 1 Samuele Dio usa parole dure contro il re Saul

quando disubbidisce: “L’ubbidire è meglio del sacrifi-cio, dare ascolto vale più del grasso dei montoni; in-

fatti la ribellione è come il peccato della divinazione e l’ostinatezza è come l’adorazione degli idoli e degli dei domestici. Poichè tu hai rigettato la parola del Signo-re, anch’Egli ti rigetta come re”.

Non prendiamo esempio dai ribelli, ma da uomi-ni che sono stati fedeli alla Parola, affinché un giorno possiamo sentire rivolgerci dal Signore queste parole: “Va bene, servo buono e fedele; sei stato fedele in po-ca cosa, ticostituirò sopra molte cose; entra nella gioia del tuo Signore”.

Per ricominciare ci vuole coraggio; non sempre è piacevole!

Ricominciare può portare con sé un senso di scon-fitta, che il nemico delle anime è sempre pronto a evi-denziare. Ma noi possiamo ancora sperare nella grazia di Dio!

Egli ci ricorda che, quando siamo deboli, allora sia-mo forti, con il Suo aiuto.

Anche se talvolta non comprendiamo, vogliamo agire per fede, e fare tutto quello che Egli ci dice di fa-re!

C’è di più. Soltanto dopo aver ubbidito al comando del Signo-

re, potremo gustare il privilegio di diventare pescato-ri d’uomini e vivere quell’elevazione spirituale che Dio ha promesso ai Suoi figli.

Geremia Cammarano

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Più volte, nelle pregevo-li lettere a Timoteo e a Tito, l’apostolo Paolo incoraggia i due giovani servitori a evitare certe situazioni, argomenti e persone.

Bisogna dire che l’arte di evi-tare non è molto praticata nella nostra società.

L’attuale è l’epoca della sfida verbale, della discussione, del diverbio, della contrapposizione.

Anche quando è presentato come chiarimento, il confronto d’idee spesso non è altro che lite, tentativo di affermare il proprio pensiero, di prevalere sull’altro.

In un mondo che agisce così, il servitore del Signore che cosa deve fare?

Paolo consiglia che l’uomo di Dio abbia, tra le altre doti, anche la virtù dell’“evitare”:

“O Timoteo... evita i discorsi vuoti e profani e le obiezioni di quella che falsamente si chiama scienza”

“Ma evita le chiacchiere pro-fane, perché quelli che le fanno avanzano sempre più nell’empie-tà”

“Evita inoltre le dispute stolte e insensate, sapendo che generano contese” (1 Timoteo 6:20; 2 Timo-teo 2:16,23).

“Ma quanto alle questioni stolte, alle genealogie, alle contese, e alle dispute intorno alla legge, evitale, perché sono inutili e vane. Ammo-nisci l ’uomo settario una volta e anche due; poi evitalo” (Tito 3:9, 10).

È singolare come molti si ricordino dell’invito paolino circa il ministerio della Parola di “riprendere, sgridare, ed esorta-re” dimenticando che, riguardo ad alcuni argomenti e dinanzi a certe persone, lo stesso apostolo per lo Spirito Santo, ordina a due ministri del Vangelo (che, dunque, sono “in prima linea”) di evitare inutili contese, vuoti discorsi, stolte discussioni, di-

L’ARTE DI EVITARE“Ma quanto alle questioni stolte, alle genealogie, alle contese, e alle dispute intorno alla legge, evitale, perché sono inutili e vane” (Tito 3:9)

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L’ARTE DI EVITARE

spute amare, conflitti di carat-tere.

Quante volte abbiamo do-vuto riconoscere che, in certe occasioni, sarebbe stata “nostra gloria astenerci da una conte-sa” secondo l’insegnamento di Proverbi 20:3?

Il segreto per evitare non è nell’applicare uno “schema” comportamentale meccanico basato sul buonsenso, ma nel ricercare la guida dello Spirito Santo che saprà indicarci - sem-pre, ovunque e con chiunque - se parlare o tacere, intervenire o astenersi, rispondere o no.

Nei giorni a venire potremmo incontrare persone che voglio-no cavillare, contendere, fare polemiche religiose ed esser tentati di controbattere, discu-tere e argomentare per mostrare l’infondatezza delle loro tesi.

L’amore per la verità, il desi-derio di difendere la sana dot-trina, di annunziare Cristo e di

proclamare la Sua grazia non ci facciano “lasciare la mano dello Spirito Santo”, che talvol-ta è costretto a “strattonarci” per sottrarci a inutili dispute, mentre le persone intorno a noi hanno tanto bisogno della po-tenza dell’Evangelo di Cristo.

Ricordiamo quando i disce-poli discutevano con gli scribi, mentre un demonio tormentava un povero ragazzo?

E quello che il Signore rispo-se alle loro perplessità?

«Questa specie di spiriti non si può fare uscire in altro modo che con la preghiera» (cfr. Marco 9:14-29).

Se imparo l’arte di evitare, forse avrò un po’ più di tempo per pregare e ottenere vere vit-torie spirituali, la cui gloria sarà attribuita a Cristo e non alle mie capacità.

Aniello A. Esposito

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Nella riunione di dicembre 2009 il Consiglio Gene-rale delle Chiesa ha istituito il Dipartimento Missio-ni Estere delle Assemblee di Dio in Italia, nominando un Comitato per coordinarne il lavoro. Si sono presi contatti con la vicina Albania, terra di missione, dove il numero di credenti è minimo, considerata la popola-zione e dove per anni non è stato possibile andare per predicare il Vangelo. Con ai fratelli principali del luo-go si è definito un programma di aiuti, che aveva co-me finalità quello di sostenere i credenti, aiutandoli a essere più incisivi nell’evangelizzazione che svolgono sul territorio, e approntare alcuni programmi evan-gelistici che vedessero coinvolti anche credenti pro-venienti dall’Italia. Il programma di collaborazione è stato stabilito in tre punti:

1. Manuali di Scuola DomenicaleEssendo un’opera giovane, le chiese albanesi non

dispongono ancora di materiale proprio per l’insegna-mento nella Scuola Domenicale, per cui in collabora-zione con il servizio ADI-MEDIA sono stati messi a disposizione dei manuali di studio che i fratelli si sono impegnati a tradurre in lingua albanese, mentre per la stampa ne prenderà carico il Fondo del Dipartimento Missioni Estere.

2. Collaborazione nell’Attività EvangelisticaPer quanto riguarda l’impegno evangelistico, con

i fratelli principali dell’Opera Albanese è stato stilato un programma che vede coinvolti attivamente gruppi di credenti provenienti dall’Italia, mettendo in agen-da cinque visite per il 2011, nei mesi di gennaio, apri-le, luglio, ottobre e dicembre. In accordo con il Con-siglio Generale delle Chiese, si è stabilito di assegnare ciascun periodo a una Zona diversa delle Assemblee di Dio in Italia. Nel periodo previsto, il Comitato di quella Zona, avrebbe indiviato 14 credenti in Albania per svolgere una missione di 7-8 giorni in collabora-

zione con i credenti del posto. Le Zone impegnate per quest’anno sono: Italia Nord Ovest, Lombardia, Italia Nord Est, Campania e Molise, Puglia e Lucania.

3. Aiuti UmanitariEssendo l’Albania ancora una nazione povera, ci so-

no molte famiglie bisognose. L’aiuto umanitario che si intende offrire non ha solo lo scopo di sostenere ma-terialmente, ma anche quello di stabilire un contatto, per annunciare l’Evangelo di Gesù Cristo che redime e libera.

Credenti della Zona Italia Nord OvestCome stabilito, nel mese di gennaio il Comitato

Missioni Estere, in collaborazione e con il Comita-to di Zona Italia Nord Ovest, ha organizzato la pri-ma missione in Albania per collaborare con i creden-ti nell’annuncio della Buona Novella. Tredici credenti, tra cui alcuni pastori, hanno dedicato otto giorni per annunciare l’Evangelo al popolo albanese, portando anche doni alle famiglie bisognose. Lunedì 24 genna-io, il gruppo è partito per l’Albania alimentato dall’ar-dente desiderio di essere utili alla causa dell’Evange-lo tra gli abitanti di quella nazione ed è stato ricevuto cordialmente dal fratello Gezim Spajia, Presidente del-le Assemblee di Dio in Albania.

Ogni giorno questi credenti provenienti da diver-se chiese della zona Italia Nord Ovest, si sono mossi sin dal mattino per raggiungere villaggi e piccole città dove annunciare l’Evangelo. L’attività giornaliera pre-vedeva la celebrazione di almeno due culti al Signore in luoghi stabiliti ai quali, oltre ai credenti locali, ve-nivano invitati anche amici e conoscenti. I pastori par-te del gruppo sono stati impegnati nelle predicazioni. Ad ogni incontro sono state organizzate visite a fami-glie per portare pacchi dono del peso di circa 30 chilo-grammi, contenenti beni di prima necessità, una Bib-bia in lingua albanese e altra letteratura cristiana.

MISSIONE ALBANIA

I fratelli Giuseppe Tilenni e Angelo Gargano con Gezim Spajia

Un momento di adorazione durante una riunione di culto

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Molti momenti trascorsi in queste famiglie sono sta-ti toccanti, infatti si è notato una grande apertura al messaggio del Vangelo tanto che, in quasi in tutte le case, le visita si sono concluse in preghiera. Sono sta-ti sette giorni intensi di lavoro, ma di grande benedi-zione. Durante la missione i fratelli Giuseppe Tilen-ni e Angelo Gargano, membri del Comitato Missioni Estere, hanno raggiunto il gruppo in Albania e hanno gioito con la fratellanza, edificando con l’annuncio del Vangelo, predicato in varie occasioni. Un ringrazia-mento particolare va alle chiese della Zona Italia Nord Ovest che, oltre ad inviare questo gruppo di preziosi credenti, ha finanziato interamente sia la missione sia i pacchi di viveri che sono stati donati a famiglie biso-gnose dell'Albania.

Invitiamo i credenti delle nostre chiese affinché si uniscano in preghiera chiedendo al Signore di alimen-tare una visione missionaria nelle nostre chiese, chia-mando uomini e donne a un lavoro missionario che possa svolgersi anche “oltre Gerusalemme”.

Un fratello che ha partecipato a questa missione in Albania, ha espresso così in uno scritto alcune sue sen-sazioni e sentimenti: “La frase che ci ha accompagnato alla fine del nostro viaggio è stata pronunciata dal fra-tello Gezim Spajia: «Con tutti i fratelli, italiani e non, che sono passati di qui, abbiamo avuto solo un motivo per “litigare”, quello di decidere chi era stato benedet-to di più dall’altro». Ci hanno detto che noi siamo sta-ti di benedizione e incoraggiamento per la parte ma-teriale e, soprattutto, per la parte spirituale, ma noi af-fermiamo di aver fatto ben poco, e che loro ci hanno arricchito e incoraggiato tantissimo. Non so chi vin-ca nel “litigio” delle benedizioni, ma è stata un’espe-rienza molto preziosa. A oggi, non ritengo esser sta-to “missionario” in Albania, erano i fratelli pastori ad aver dato il contributo spirituale alla missione, ma quest’esperienza mi dà modo di intraprendere un’altra missione, quella di far conoscere i fratelli che stanno

al di là del mare Adriatico, i loro problemi, le loro dif-ficoltà, ma anche il loro cuore, il loro amore per Cri-sto e per noi tutti. Farli conoscere alla mia comunità, cercare di trasmettere la necessità di pregare per loro, di aiutare per quel che si può (quanti bisogni urgen-ti abbiamo anche intorno a noi) e tenere vivo il ricor-do dell’affetto che hanno per tutti noi. Pur non cono-scendoci, ci amano di un amore non comune, quel-lo di Cristo! Preghiamo che molti in Albania possano conoscere il nostro amato Salvatore Gesù Cristo e a Lui aprire il cuore.”

Il prossimo gruppo di fratelli che saranno impegna-ti per una nuova missione in Albania saranno quelli della zona Lombardia. Preghiamo per loro, affinché il Signore li usi potentemente per la Sua gloria e per l’avanzamento del Suo Regno.

Desidero, attraverso le pagine del Risveglio Pente-costale, rispondere a quanti sentono il forte desiderio di contribuire economicamente con il progetto missio-nario delle Assemblee di Dio in Italia. È possibile far giungere la propria offerta attraverso la Cassa Nazio-nale ADI, utilizzando il Conto Corrente Postale nu-mero 317503, intestato a: Assemblee di Dio in Italia C.P. 3085, 50127 FIRENZE, specificando nella Cau-sale del Versamento PRO MISSIONI ESTERE.

Ancora oggi il grande mandato del nostro Signore Gesù Cristo conserva la sua attualità e validità: “Anda-te per tutto il mondo, predicate il vangelo a ogni crea-tura. Chi avrà creduto e sarà stato battezzato sarà sal-vato; ma chi non avrà creduto sarà condannato” (Mar-co 16:15,16); come anche rimane attuale il monito dell’apostolo Paolo: “Così dunque, finché ne abbiamo l’opportunità, facciamo del bene a tutti; ma specialmen-te ai fratelli in fede” (Galati 6:10).

Il Signore ci aiuti a rimanere fedeli alla santa chia-mata che ci ha rivolto.

per il Comitato Missioni Estere ADI Angelo Gargano

Gruppo della zona Italia Nord Ovest con i fratelli Giuseppe Tilenni, Angelo Gargano e Gezim Spajia, Presidente delle Assemblee di Dio in Albania

Un momento del culto presso la Scuola Bibica di Tirana

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Il 15 Novembre 2010 una commissione di fratelli

incaricati dal Consiglio Genera-le delle Chiese ADI costituita dai fratelli Ciuciu Mircea, Silvano Ba-sile e Domenico Milo, si sono re-cati in Romania in risposta alla ri-chiesta d’aiuto pervenutaci dalla fratellanza a seguito dell’alluvione di giugno che ha distrutto la citta-dina di Dorohoi, nella quale mol-te abitazioni di credenti sono state sommerse da acqua e fango. Parti-ti dall’aeroporto di Bergamo, dopo due ore di volo siamo giunti a Bu-carest. Attraversata la città in au-to, siamo giunti alla sede del mo-vimento cristiano “Culto Penteco-stale Romania”, dove siamo stati ricevuti dal Presidente dell’Ente, il fratello Pavel Rivis Tipei, che ci ha raccontato della sua visita in Italia nel 1996 durante la quale incontrò il fratello Francesco Toppi. Con-cluso l’incontro, ci siamo avvia-ti per un viaggio di 600 chilome-tri verso nord. Dopo un viaggio di otto ore su strade di collegamen-to difficoltose, siamo arrivati nel-la cittadina di Dorohoi (provincia di Suceava, in Moldavia), dove sia-mo stati accolti dal pastore loca-le e Segretario di zona, il fratello Scioltuzu Aurel. Dopo aver cena-to in atmosfera di “pari sentimen-to”, abbiamo pernottato nei locali della comunità pentecostale locale. L’indomani visitando il centro, ab-biamo notato i visibili segni dell’al-luvione di giugno. In quei giorni il locale di culto è stato utilizzato come centro di raccolta per centi-naia di bambini rimasti senza casa. La comunità locale si è fatta carico di ospitare e sostenere varie fami-glie che avevano perso ogni cosa. Il fratello Aurel ci ha consigliato di concentrare gli aiuti delle Assem-blee di Dio in Italia a favore del vil-laggio di Corjauti, distante circa 10 Km da Dorohoi, abitato da fa-miglie di credenti Rom. Arrivati

al municipio di Corjauti, abbiamo incontrato il sindaco, che è un cre-dente. Dopo aver condiviso alcune esperienze spirituali e le difficoltà sopraggiunte alla già difficile situa-zione economica, ci ha raccontato come la bicicletta, unico mezzo di trasporto, gli sia stata portata via dall’acqua e come da mesi con dif-ficoltà si debba spostare a piedi per visitare i credenti. Grazie a Dio ab-biamo potuto acquistarne una di nuova e consegnargliela! Ci siamo poi spostati presso le famiglie di credenti. Appena arrivati ci siamo subito resi conto della difficilissima situazione: case crollate, condizioni igienico-sanitarie al limite, carenza di ogni bene essenziale e sistema-zioni precarie. È stato affidato al fratello Aurel il coordinamento de-gli aiuti. Con l’apporto ADI le fa-miglie dei credenti avranno risorse per ultimare il proprio alloggio con la copertura del tetto prima che il gelido freddo invernale raggiun-gesse i 40 gradi sotto zero. Dopo aver visitato il villaggio e pregato con i credenti costretti a letto per infermità, ci siamo radunati nel lo-cale di culto e qui il fratello Basile ha illustrato il motivo della nostra visita, precisando come il contri-buto delle Assemblee di Dio in Ita-lia fosse destinato all’acquisto di materiali edili per il ripristino delle abitazioni.

Siamo tornati a Dorohoi da cui siamo ripartiti per Bucarest, ove siamo stati ospitati nei locali di un liceo delle chiese pentecostali. Qui siamo stati accolti dal preside, il fratello pastore Nelu Bochian. All’indomani siamo tornati in ae-reo a Bergamo un po’ stanchi, ma soddisfatti per quanto il Signore ci ha dato grazia di poter fare per la Sua preziosa opera. “Nella distret-ta gridasti a me e io ti liberai” (Sal-mo 81:7)

Per il Comitato ADI-MERSilvano Basile

AIUTI IN ROMANIA

Nelle foto, a partire dall’alto: un’abitazione distrutta, l’unico mezzo di trasporto del villaggio,un alloggio senza tetto per una famiglia di 8 persone, un alloggio completato e, qui a fianco, i fratelli Pavel Rivis Tipei e Ciuciu Mircea

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CON IL TUO OTTO PER MILLE FACCIAMO DEL BENE A TUTTIC’è l’opportunità di fare del bene a poveri, bambini delle zone disastrate dalla guerra, profughi, anziani, emarginati, tossicodi-pendenti e a quanti di qualsiasi razza, nazione o religione, hanno bisogno di assistenza. Le Assemblee di Dio in Italia, per mezzo del S.E.A.S., il Servizio Evangelico di Assistenza Sociale, raggiungono molti nel bisogno con i fondi derivanti dall’otto per mille dell’IRPEF.

L’OPERA DI AIUTO UMANITARIO SVOLTA DALLE ASSEMBLEE DI DIO IN ITALIAIl S.E.A.S. promuove e sostiene programmi di aiuto in vari Paesi del mondo con progetti nei settori alimentare, medico, sociale e scolastico per le popolazioni dell’Asia e dell’Africa e nelle situazio-ni di emergenza umanitaria. In Italia il S.E.A.S. interviene per l’Isti-tuto Evangelico Betania-Emmaus attivo nell’assistenza a infanzia e anziani; per l’Istituto Evangelico Betesda per anziani; per il Cen-tro Kades, comunità terapeutica per il recupero e la riabilitazione per quanti hanno dipendenza da droghe, alcool e medicinali.

COME ASSEGNARE IL PROPRIO OTTO PER MILLE ALLE ASSEMBLEE DI DIO IN ITALIAA quanti ricevono i modelli C.U.D. (ex 101, 201, certificati di pen-sione...) e non sono tenuti a presentarli, suggeriamo di: 1 Firmare il modello nella casella: ASSEMBLEE DI DIO IN ITALIA; 2 Firmare in fondo alla copia del modello dove è scritto: FIRMA; 3 Inserire la copia in una busta dove va scritto: SCELTA PER LA DESTINAZIONE DELL’OTTO PER MILLE DELL’IRPEF, oppure munirsi di busta prestampata reperibile presso tabaccai; 4 Sulla busta utilizzata scrivere il proprio codice fiscale, cognome, nome e indirizzo; 5 Consegnare la busta chiusa allo sportello di una banca o di un ufficio postale dopo averla debitamente firmata in corrisponden-za dei lembi di chiusura. Nel caso che venga presentato il Modello 730 o Unico (ex 740), compilare l’apposito modulo che si troverà all’interno dello stesso e inserirlo nella busta di cui sopra. Ricorda che se non firmi o non consegni i Modelli, la tua quo-ta sarà comunque amministrata da altri. Se, invece, credi che questa sia una possibilità per fare del bene direttamente a quanti hanno bisogno, attraverso i nostri pro-grammi di aiuto umanitari, allora firma ed invita altri a firmare. Le scelte non determinano un aumento delle imposte da pa-gare.

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Il 9 febbraio 2011 si è conclu-so l’atteso appuntamento di quat-tro giorni a Chennai, India, ospi-tato dalla chiesaNew life Assem-bly (dal 1973, cresciuta da 7 a più di 40.000 membri) e organizzato dalle Assemblee di Dio d’India.

I responsabili delle Assemblee di Dio mondiali hanno annun-ciato che nel 2014, Dio volendo, questa conferenza sarà tenuta in USA (le data coincide con il cen-tesimo anniversario delle Assem-blies of God).

Durante le sessioni il sovrinten-dente generale delle A.G. USA, il fratello George Wood, è stato ri-eletto come presidente della Co-munione Mondiale delle Assem-blee di Dio per il mandato dei prossimi tre anni.

Il fratello David Mohan, pa-store della chiesa New Life AG di Chennai, sovrintendente genera-le delle A.G. d’India, è stato eletto vicepresidente. Il fratello Lazarus Chakwera, presidente delle As-semblee di Dio in Malawi, è sta-to eletto segretario. Il fratello Ti-tus Poon, sovrintendente generale di Hong Kong, è stato nominato presidente del World A.G. Relief (WAGRA, l’organizzazione per gli aiuti umanitari).

Secondo il fratello Wood il con-gresso non è stato solo un mo-mento di rinnovata comunio-ne spirituale, ma anche di ristoro spirituale nel quale la guida del-lo Spirito Santo è stata evidente. “Prego che, quando ci rivedremo nel 2014 per il settimo triennale Congresso Mondiale che si terrà a Springfield, Missouri” ha detto

Wood, “potremo confermare una massiccia crescita delle Assemblee di Dio nel mondo mediante la po-tenza di Dio, per l’avanzamento del Suo regno”.

Il fratello Wood ha parlato an-che degli obiettivi numerici di chiese e membri di ogni nazione annunciati dal tema "Avanti: Vi-sione Assemblee di Dio 2020”. Ha affermato come, in vista del no-no Congresso triennale Mondiale delle Assemblee di Dio nel 2020, l’obiettivo sia quello di vedere la Comunione Mondiale delle A.G. crescere a 100 milioni di credenti e 500.000 chiese.

Con 74 nazioni rappresenta-te, 1.000 delegati internaziona-li e molti altri nazionali presenti, questo Congresso Mondiale A.G. ha avuto la più numerosa parte-cipazione nella storia di questo evento al quale, nel culto conclu-sivo tenutosi all’aperto, erano pre-senti più di 50.000 credenti.

A questo rilevante congresso i responsabili delle Assemblee di Dio Mondiali, World A.G., han-no espresso gioia per la presenza della delegazione delle Assemblee di Dio in Italia rappresentate dai fratelli Giuseppe Tilenni e Angelo Gargano. Dio continui a benedi-re e portare avanti fino al ritorno di Gesù le Assemblee di Dio nel mondo.

per la WAGFDavid Mortelliti

Concluso a Chennai, India, il sesto Congresso triennale mondiale

CONGRESSO MONDIALE DELLE ASSEMBLEE DI DIO

Nelle foto, dall'alto: il Comitato Esecutivo WAGF; momenti di adorazione nei culti; il fratello Joel Costa durante un seminario; qui a fianco i delegati Terry Peretti, Giuseppe Tilenni, David Di Staulo, David Mortelliti, Angelo Gargano

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Domenica 14 Novembre 2010, nella Comunità di Nichelino si è ce-lebrato un culto di battesimi nel quale due sorelle sono scese nelle acque battesimali testimoniando dell'opera della grazia divina. La Parola di Dio, tratta dal testo di Isaia 26:1-8 , ha attirato l'attenzio-

ne dell'uditorio sul privilegio di contemplare Cristo e realizzare una vera esperienza personale. Dio continui a benedire la Sua Chiesa.

Giuseppe Federico

Innumerevoli sono i motivi di gratitudine verso il nostro amato Signo-re che domenica 26 dicembre 2010, nella Sua misericordia, ci ha for-nito ulteriore prova della Sua fedeltà. Nella Comunità di Orta di Atella (CE) cinque nuove anime hanno pubblicamente riconosciuto ed

accettato Gesù Cristo come proprio Signore e Salvatore. Alla riunione di culto la Parola è stata predicata a circa trecento persone, stipate in ogni ordine di posti, e ha abbeverato l’anima loro. Il fratello Clau-dio D’Antonio, pastore della comunità di Torre Annunziata, è stato valido strumento nella mani dello Spirito Santo. Altro momento di evidente commozione è stato lo scendere nelle acque di un giovane diversamente abile alle gambe. La testimonianza di “sentirsi felice e contento in Cristo e nella salvezza che Egli dona” ha visibilmente toccato il cuore di molti. Dopo la campagna evangelistica a mez-zo tenda dello scorso settembre, dove il seme della Parola è stato copiosamente sparso, il Signore ci ha concesso ancora in questa particolare circostanza di proclamare la salvezza agli atellani e di ciò siamo onorati. Desideriamo continuare a farlo confidando che, per la Sua misericordia, ancora molti saranno salvati.

Antonio Fenicia

Mercoledì 29 Dicembre 2010 è stato un giorno di festa nel cielo e a Scordia! Il Signore ci ha dato la gioia di vedere scendere nelle ac-que battesimali cinque nostri cari giovani: tre fratelli e due sorelle. I neofiti, dopo aver raccontato la loro esperienza personale con Cristo, hanno altresì testimoniato della loro scelta di fede e della volontà di servire e amare il Signore tutti i giorni della loro vita, con un meraviglioso cantico dal titolo “Cristo, io credo in Te”, che è stato di edificazione per l’intera comunità. Per l’occasione, abbiamo avuto in visita il fratello Davide Di Iorio, pastore della comunità di Napoli che, guidato dal Signore, ha portato l’attenzione sul testo di 1 Timoteo 6:12-16 e ha fatto riferimento alla “bella confessione di fede” che resero pubblicamente Timoteo e Gesù. Ci ha ricordato altresì, che la vita del credente non è esente da prove e difficoltà ma, certi e sicuri di avere Gesù sempre al nostro fianco, come soldati di Cristo, siamo chiamati a “combattere il buon combattimento” per afferrarne il pre-mio finale: la vita eterna in Cristo Gesù. Ad ascoltare il messaggio della

Parola di Dio, sono stati più di duecento persone, in un locale che ne contiene all’incirca la metà. Siamo certi che il Signore ha parlato al cuore di tanti e alle soglie del nuovo anno, la nostra preghiera è che altre anime possano sperimentare la “nuova nascita” e che l’Evangelo continui a diffondersi nel nostro paese “perché esso è potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede.”

Paolo Mercante

Domenica 9 gennaio il Signore ci ha dato la gioia di vedere scendere nelle acque battesimali una credente che, per la causa dell'Evangelo, è stata anche perseguitata dal marito. Dure lotte infatti ha dovuto affrontare perché giungesse il momento di ubbidire al comanda-mento di Gesù: "Chi avrà creduto e sarà stato battezzato, sarà salvato". La chiesa era gremita di credenti anche di altre comunità limitrofe, mentre i nostri cuori traboccavano di gioia per l'evento. La Parola

del Signore è stata predicata per l'occasione dal fratello Francesco Liuzzo, pastore a Cirò Marina. Il passo meditato in Giovanni 20:13-15, ha evidenziato come Maria Maddalena, a tutti i costi, abbia cercato Gesù. Questa Parola ci ha ricordato che questa ricerca oggi più che mai deve continuare in tutti coloro che hanno accettato Gesù come Signore e Salvatore.

Santino Crugliano

Notizie dalle nostre ComunitàNOTIZIE DA NICHELINO (TO)

ORTA DI ATELLA (CE) – EVANGELIZZAZIONE E BATTESIMI

CULTO DI BATTESIMI A SCORDIA (CT)

BATTESIMI A CUTRO

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Notizie dalle nostre Comunità

Vogliamo rendere partecipe la fratellanza della gioia presente nei no-stri cuori e di come il Signore aggiunge costantemente nuove anime alla nostra comunità. Anche quest’anno il Signore ci ha concesso di vedere altri tre credenti scendere nelle acque battesimali e testimo-niare pubblicamente dell’opera grande che il nostro Signore ha fatto nelle loro vite. Il 2 gennaio si è svolto un culto battesimale, che ha visto unirsi alla nostra comunità tre nuovi credenti che hanno accettato Gesù come

personale Salvatore. Nell’im-possibilità di cele-brare i battesimi nel locale di Rocca-palumba, la comu-nità si è spostata

nella vicina Valledolmo. Il nostro Dio non ha mancato di benedire tutti i presenti, compunti nel cuore per le testimonianze di salvezza ad opera del Signore Gesù Cristo. Per l’occasione è stato invitato il fra-tello Francesco Giangrasso collaboratore del fratello Antonino Barresi, pastore a Villabate, il quale ci ha amministrato la Parola. La lettura della preghiera sacerdotale nel Vangelo di Giovanni è stato lo spunto per focalizzare l’attenzione sul fatto che non dobbiamo scoraggiarci di fronte alle difficoltà e alle preoccupazioni della vita, ma che dobbiamo continuare ad andare avanti fiduciosi e pieni di speranza perché Gesù è colui che prega continuamente il Padre ed intercede per ciascuno di noi, affinchè nessuno si perda. La domenica successiva abbiamo celebrato la Cena del Signore, questa volta nel nostro locale di Roccapalumba e anche in questa occasione il Signore ha continuato a benedire la Sua Chiesa. A Gesù, capo e compitore della nostra fede, vada la nostra gratitudine per quanto sta facendo in questo paese. Pregate per noi, affinché il Signore possa ancora in quest’anno salvare anime e ci possa regalare la gioia di trovare un nuovo locale di culto, più ampio di quello attuale. “Quanto a me, io volgerò lo sguardo verso il Signore, spererò nel Dio della mia salvezza; il mio Dio mi ascolterà” (Michea 7:7)

Salvatore Polizzano

Anche quest’anno, nella Comunità di Torino, Via Spalato, il 6 Gennaio 2011 si è tenuto l’Incontro Campistico Fraterno della Zona Italia Nord-Ovest. È stata una giornata particolarmente benedetta in cui circa duemila credenti sono intervenuti testimoniando del loro amore per quest’opera che è stata, è e sarà di benedizione ai credenti di ogni età. Il fratello Gargano, pastore della comunità ospitante e segretario del Comitato di Zona, ha dato il benvenuto ai convenuti presentando il programma della giornata. Il fratello Antonino Mancuso, pastore a Milena e Campofranco (CL), è stato lo strumento usato da Dio per la nostra edificazione. Al mattino, il fratello Mancuso ha presentato uno studio biblico dal titolo “Ragaz-zi, è l’ultima ora..” (1 Giovanni 2:18) e nell’esposizione ha esortato i cre-denti a essere consapevoli dell’imminente ritorno di Gesù, a evitare, in questa attesa, gli eccessi non biblici, mantenendosi in un’equilibrata e sobria posizione scritturale, a prepararsi adeguatamente a questo meraviglioso incontro con il Salvatore. La mattinata si è conclusa con la relazione del fratello Giuseppe Cra-panzano, in qualità segretario del Comitato Campeggio. I dati presentati hanno evidenziato un incremento della partecipazio-ne ai vari turni, confermando che il beneficio spirituale degli stessi è

sempre più apprezzato dalla fratellanza della nostra Zona. Nel pomeriggio abbiamo offerto a Dio il nostro culto con gioia; per l’occasione il coro di Torino e provincia ha cantato alcuni inni che hanno edificato e consolato i cuori dei presenti, preparandoli all’ascol-

to della predicazione della Parola. Il testo è stato tratto da Matteo 12: 43-45 “Una casa Vuota”. I presenti sono stati esortati ad un cammino ubbidiente che non li porti mai ad essere privati della presenza di Dio, senza la quale diventerebbero facili prede del nemico. In conclusione i moltissimi bambini pre-senti, con grande maestria dei monitori, hanno formato un grande e vivacissimo coro che ha cantato alcuni cantici, ponen-do fine al a giornata nel migliore dei modi. Di tutto ringraziamo il Signore, rendendo a Lui ogni onore.

Michele Mango

BATTESIMI A ROCCAPALUMBA (PA)

RADUNO CAMPISTICO - FRATERNO ITALIA NORD-OVEST

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Desideriamo rendere partecipe la fratellanza della gioia che il Signo-re ci ha riservato sabato 15 gennaio 2011, quando alla presenza di oltre 150 persone tra credenti e simpatizzanti, abbiamo celebrato un culto di dedicazione del nuovo locale. Per l’occasione abbiamo avuto la gradita visita del fratello Antonio Di Bello, che è stato stru-mento di benedizione nell'esporre la Parola di Dio da I Re 6, ricor-dando che la Casa del Signore si edifica con pietre viventi, preparate e rivestite. L’opera di Lugo è nata la prima domenica di ottobre del 2005, quando ci è stato concesso l’utilizzo di una saletta comunale per il giovedì e la domenica. Sono così iniziati i culti, quando già da qualche anno si tenevano riunioni familiari. Nel luglio del 2007 abbia-mo avuto il primo locale in affitto, dove non sono mancate le benedi-zioni di Dio e la crescita numerica, che ci ha spinto a cambiare ancora locale di culto. Da una ricerca sulla storia evangelica lughese abbiamo appreso che già dagli anni della Riforma protestante diversi credenti hanno testimoniato della loro fede in questi luoghi, a costo della loro vita. Due di essi furono arsi al rogo dopo aver rifiutato di rinnegare il

Salvatore Gesù Cristo. È motivo di grande gioia per i credenti di Lugo sapere che Dio, nella Sua immensa grazia, non ha spento la lampada dell’Evangelo. Per quanto riguarda il nostro impegno, dal punto in cui siamo arrivati, continuiamo a camminare per la stessa via. (Fil. 3:16). Il nuovo locale di culto si trova in una posizione strategica per la città di Lugo, nei pressi del centro storico e inserito in un contesto commer-ciale molto noto. Per ogni bene ricevuto desideriamo rendere grazie al Signore della Chiesa, Gesù Cristo.

Francesco Carvello

Desideriamo comunicare a tutta la fratellanza che domenica 6 feb-braio 2011 la comunità della Chiesa di Alessandria si è rallegrata nel Signore, facendo festa con gli angeli del cielo perché una sorella ha deciso di fare il patto col Signore, scendendo nelle acque battesimali. Abbiamo avuto un culto meraviglioso; il locale era gremito di perso-ne e c’erano anche tanti visitatori, alcuni venuti dalle comunità della provincia di Alessandria e tanti altri amici, che per la prima volta era-no presenti. Per l’occasione abbiamo avuto con noi il fratello Antonio Rocca della comunità di Venaria e membro del Comitato di Zona, che ci ha ministrato la Parola di Dio leggendo da Atti 8:26-40. La sorella neofita ha commosso i cuori raccontando la sua testimonianza di come il Signore l'ha salvata dalle mani del diavolo, liberandola com-pletamente. Dopo il culto abbiamo avuto un’agape insieme a tutti i fratelli e agli amici che erano con noi, permettendoci di rinsaldare i

vincoli di comu-nione fraterna e condividere le benedizioni ricevute durante il culto. Chiediamo a tutti i fratelli di pregare per noi, affinché possia-mo crescere e prosperare nelle Sue vie.

Marco Lombardo

Sabato 26 febbraio 2011 la Chiesa Cristiana Evangelica ADI di Vercelli ha tenuto un culto di battesimi presso il locali della Chiesa Evangelica di Gattinara, curata dal pastore Casà Davide, in cui quattro nuove anime hanno testimoniato di come Cristo sia entrato nelle loro vite. Le loro diverse storie hanno mostrato la fedeltà del Signore, che nel corso degli anni ha guidato i passi di questi cari fratelli e sorelle verso la salvezza, vegliando sulla Sua Parola per mandarla ad effetto. La

maggior parte di loro viene da diverse nazionalità, India, Sud Ameri-ca, Italia eppure la testimonianza cristiana li ha raggiunti qui in Italia portando un cambiamento profondo nelle loro vite. Il culto ha dato la possibilità di evangelizzare molte persone, tra cui gli amici e parenti intervenuti per l’occasione. I membri delle comunità di Vercelli e Gat-tinara si sono dedicati attivamente alla buona riuscita dell’evento sia per la preparazione dei canti di adorazione e lode sia per il rinfresco in

chiesa che ha concluso la serata. Non possiamo fare a meno di ringraziare il Signore con tutto il cuore per come ci sta usando per portare avanti la Sua opera nella città di Vercelli e nella sua provincia. Domenica 27 presso il locale di Vercelli di Via Morosone 14, si è tenuto il culto di Santa Cena. Erano presenti alla riunione di culto oltre settanta persone le quali hanno ascoltato attentamente il messaggio potente della Parola di Dio tratto da 1 Pietro capitolo 2:18-25 e portato dal fratello Antoni-no Mortelliti, pastore a Novara. Nella circostanza è stato ricordato il sacrificio di Gesù sulla croce nell’attesa del Suo meraviglioso ritorno. I Corinzi 11:25-26 “Fate questo in memoria di me”. Vogliate pregare per noi affinchè l’opera del Signore a Vercelli continui a crescere e altre anime possano trovare la pace e la salvezza in Cristo Gesù, il nostro Salvatore.

Franchillo Filippo Samuele

NOTIZIE DALLA CHIESA DI LUGO (RA)

NOTIZIE DA ALESSANDRIA

NOTIZIE DA VERCELLI

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INCONTRO PA-STORALE PRO-VINCIALE BARI

Sabato 5 marzo 2011, a Corato (BA), si terrà l'Incontro Pastorale Provin-ciale delle chiese della provincia.

INCONTRO PROVINCIALE FOGGIASabato 5 marzo 2011 si terrà l' incon-tro provinciale delle chiese della provincia di Foggia a Stornarella (FG), in V.P.Cantatore 1 (zona 167), nell’Auditorium della della Scuola Media Statale. Relatore dello Studio Biblico e predicatore al culto serale sarà il pastore Gaetano Maglione.

CONVEGNO AMMINISTRATIVO ZONA ITALIA NORD OVESTSabato 12 marzo 2011, a Torino, Via Spalato, si terrà il Convegno Pasto-rale Amministrativo della zona Italia Nord Ovest.

SEMINARIO MONITORI PUGLIA E BASILICATASabato 12 marzo 2011, a Matera-Via San Pardo, 50, si terrà il III Seminario Didattico per monitori della zona Puglia e Basilicata con la presenza del pastore Giuseppe Tilenni.

CONVEGNO AMMINISTRATIVO ZONA PUGLIA E BASILICATASabato 19 marzo 2011, a Matera, Via San Pardo, si terrà il Convegno Pastorale Amministrativo della zona Puglia e Basilicata.

RADUNO CAMPISTICO FRATERNO LOMBARDIASabato 19 marzo 2011, presso il Palazzetto “PALASANPIETRO”, Via Roma, Casnate con Bernate (CO), si terrà il Raduno Campistico Fraterno della zona Lombardia. Ospite il pastore Francois Mattina.

INCONTRO GIOVANILE ITALIA CENTRALEDa venerdì 25 a domenica 27 marzo 2011, a Montesilvano (PE), presso l'Hotel Serena Majestic, si terrà l'In-contro Giovanile delle chiese della zona Italia Centrale e Sardegna. Ospite il pastore Lorenzo Framarin.

CONVEGNO AMMINISTRATIVO ZONA LOMBARDIASabato 26 marzo 2011 si terrà il Con-vegno Pastorale Amministrativo della zona Lombardia.

RisveglioP E N T E C O S T A L EP E N T E C O S T A L E

Organo ufficiale delle Chiese Cristiane Evangeliche “Assemblee di Dio in Italia”Ente Morale di Culto D.P.R.5.12.1959 n.1349 Legge 22.11.1988 n.517

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appuntamenti

appuntamento aPaestum2011

XVI Convegno Nazionale delle Scuole DomenicaliDa giovedì 7 a sabato 9 aprile 2011, a Capaccio Scalo/

Paestum (SA), presso la sala del Centro Congressi Hotel

Ariston, si terrà il Convegno Nazionale delle Scuole Do-

menicali. Il Convegno, riservato a pastori, monitori e assi-

stenti delle Scuole Domenicali, ha lo scopo di esprimere

a Dio sincera gratitudine per la Sua fedeltà e riaffermare

l’impegno di tutti i monitori delle Scuole Domenicali

delle Assemblee di Dio in Italia nel continuare a servire

il Signore con nuovo zelo e consacrazione. Certi di poter

confidare nelle benedizioni divine, chiediamo a tutti di

pregare il Signore affinché guidi ogni cosa alla Sua gloria

e per l’edificazione e formazione dei Suoi servitori.

Per informazioni e prenotazioni contattare il Servizio

Pubblicazioni delle Assemblee di Dio in Italia, ai numeri

telefonici 06.2251825, 06. 2284970, fax 06.2251432 e mail

[email protected]

XILV Assemblea Generale4-7 maggio 2011 È in programma dal 4 al 7 maggio 2011 la convocazione della XLIV Assemblea Generale , presso l’Hotel Ariston a Capaccio Scalo/Paestum (SA). Il tema “Possa la nostra comunione di fede manifestarsi in tutta la sua efficacia…” (Filemone 6) esprime il sen-timento del Consiglio Generale delle Chiese: insistere, nonostante gli inevitabili ostacoli e incomprensioni, nel realizzare quotidianamente le insondabili ricchezze della comunione fraterna. Il risveglio spirituale, personale e comunitario è da ricercare nella trasparenza e lealtà dei nostri rapporti fraterni, caratteristiche essenziali per non incorrere in terrificanti naufragi spirituali quanto alla fede.

Predicatore ai culti serali sarà il fratello pastore Warren D. Bullock, già im-

pegnato nel ministero pastorale da oltre trent’anni e membro dell’Ese-cutivo delle Assemblies of God (le

Assemblee di Dio statunitensi) che il Signore userà per l’edificazione

degli intervenuti. Chiediamo che vengano elevate preghie-re al Signore, affinché ogni

decisione possa risultare alla Sua gloria e per il progresso dell’Evangelo.

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